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Gemellata con l’Associazione Leccese Galatone Organo informativo dell’Associazione Donatori Volontari Sangue - Ravenna ASSOCIAZIONI SENZA FINE DI LUCRO - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Ravenna I donatori del tuo Ospedale Il Pellicano N. 4 Anno 2007 Il caso Chikungunya pag. 3 Lotteria ADVS pag. 8 La pagina del donatore pag. 12 Buon Natale e Felice anno Nuovo

il pellicano n.4 2008

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L’Associazione Donatori Volontari Sangue di Ravenna opera da 50 anni per aiutare l’Ospedale della città a raccogliere il sangue necessario a proteggere la salute dei nostri concittadini. Nel corso degli anni, ADVS è cresciuta a fianco della struttura pubblica ed ha affidato lo slancio dei suoi 8.000 donatori alle mani sicure di personale qualificato: i medici, i tecnici, gli infermieri del Servizio Trasfusionale del S.Maria delle Croci. ADVS fa parte della FIDAS – Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue – importante punto di riferimento organizzativo a livello nazionale nel campo della donazione.

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Gemellata conl’AssociazioneLeccese Galatone

Organo informativo dell’Associazione Donatori Volontari Sangue - RavennaASSOCIAZIONI SENZA FINE DI LUCRO - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Ravenna

I donatori del tuo Ospedale Il Pellicano N. 4 Anno 2007

Il casoChikungunyapag. 3

Lotteria ADVS pag. 8

La paginadel donatorepag. 12

Buon Natale e Felice anno Nuovo

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In questo numero vi proponiamo

Il PellicanoDirettore responsabile: Luigi Guerra

Editore e proprietario: A.D.V.S.-FidasViale Randi, 5 - Ravenna

Impaginazione e stampa: Full Print - RavennaVia G. Pastore, 1Tel. 0544-684401

Comitato di Redazione: Massimo Baldi, Federica Fusconi, Luigi Guerra, Barbara Saviotti, Nicoletta Valbruccioli, Gianluca Valmorri.Reg. Trib. Ravenna n. 879 del 29/07/1988

Tiratura del numero 9.000 copie Chiuso in tipografia il

28 novembre 2007

I vostri contributiSe volete contribuire alla stesura

del nostro giornale siete pregati di

inviare i vostri “contributi” (scritti

o fotografici) a:

ADVS-FIDAS

Viale Randi 5

48100 Ravenna

Oppure via e-mail a:

[email protected]

[email protected]

FIDASpag. 2

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Molti di voi avranno forse già visto affissi presso la sede della nostra associazione i manifesti con in primo piano i volti dei protagonisti della campagna, tre uomini e due donne, persone che hanno fatto una scelta semplice e importante perché, come recita anche il messaggio televisivo, «di sangue ce n’è sempre bisogno». Messaggi radiofonici e televisivi, attività di sensibilizzazione nei centri commerciali e diffusione sul territorio di materiali informativi: con queste iniziative è ripartita la cam-pagna di comunicazione per promuovere le donazioni di sangue realizzata dalla Regione Emilia-Romagna con le associazioni di volonta-riato Fidas/Advs e Avis.Nel periodo tra novembre e dicembre saran-no trasmessi spot televisivi da 17 emittenti emiliano romagnole e messaggi radiofonici di 30 secondi (un jingle in forma rap) da otto emittenti locali per sensibilizzare anche, e so-prattutto, i più giovani sull’importanza di dona-re sangue.A disposizione delle associazioni inoltre 5 mila locandine e 195 mila opuscoli da distribuire sul territorio in occasione di eventi locali, manifesta-zioni sportive e spettacoli per spiegare come e dove si dona fornendo ai cittadini le informazioni necessarie per approfondire l’argomento. Visitate il sito: www.donaresangue.it

“Un piccolo gesto può fare grande la vita. Donare sangue: semplicemente importante”

Donare il sangue

Per i donatori vaccino antinfluenzale gratuito

Il medico risponde:il caso chikungunya

Approfondimenti Programma salute del donatore

Lotteria ADVS

Donatori con la valigia:Crociera sul Nilo

La pagina dei donatori I nostri cuccioli, poesie

La pagina delle tradizioni

Sport

Vaccinazione antinfluenzale gratuita per i donatori di sangue

La Regione Emilia Romagna, nell’ambito della campagna vaccinale antinfluenzale, ha accolto, anche per il 2007, la proposta del Comitato Regionale per l’Attività Tra-sfusionale di offrire attivamente la vacci-nazione ai donatori e donatrici di sangue per evitare che nei periodi di picco del-l’epidemia influenzale si verifichi una ri-duzione della disponibilità di sangue.f donatori di sangue rientrano, pertanto, nelle categorie per cui è prevista la VAC-CINAZIONE GRATUITA, in ragione del pri-mario interesse collettivo di avere sangue a disposizione per gli ammalati anche nei prossimi mesi quando l’epidemia può

raggiungere il livello massimo e molti do-natori sarebbero costretti a rinviare la do-nazione perché colpiti dall’influenza.Il Servizio Trasfusionale, il Dipartimento di Sanità pubblica, l’AVIS e le altre Associa-zioni del Volontariato, hanno concordato la pianificazione della campagna vaccina-le rivolta ai donatori di sangue della AUSL di Ravenna che potranno rivolgersi:AL PROPRIO MEDICO CURANTE oppureAGLI AMBULATORI DEL SERVIZIO IGIENE PUBBLICA NEI NORMALI ORARI DI APER-TURA Informazioni in segreteria

Buon Natale e Felice anno Nuovo

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Il medico risponde

Questa estate abbiamo assistito ad un fatto ec-cezionale e sconosciuto

in un Paese europeo: l’epide-mia di una malattia virale tro-picale che fino ad ora aveva causato solo casi sporadici in viaggiatori al rientro dai Pae-si endemici, senza diffusione alla popolazione residente. Sicuramente questo è stato possibile per una serie di si-tuazioni che si sono venute a creare nel corso degli ultimi anni, vale a dire i cambiamen-ti climatici con progressivo rialzo delle temperature an-che nei mesi invernali, le ina-deguate misure per prevenire la proliferazione della zanzara tigre ( vettore del virus) che ha dimostrato una capacità adat-tativa al nostro clima incredi-bile e da ultimo i frequenti e rapidi spostamenti della po-polazione in zone endemiche.Tutto è iniziato lo scorso mese di agosto: a Castiglione una cinquantina di abitanti furono colpiti da una strana forma influenzale e solo attraverso indagini diagnostiche speci-fiche ed approfondite arrivò la diagnosi: è Chikungunya. Il bilancio finale è stato di oltre duecento casi in soli due mesi con estensione, come era fa-cilmente prevedibile, del foco-laio infettivo anche ai comuni limitrofi di Cesena e Rimini. La febbre da virus chikungunya è

DubbI e DOmAnDe SullA DOnAzIOne DI SAngue“ Vorremmo istituire una rubrica di corrispondenza con il Dott. Daniele Vincenzi, medico di medicina trasfusionale e collaboratore del nostro periodico. Ciascuno potrò rivolgere al Dott. Vincenzi domande o esprimere pareri su questioni che riguardano argomenti medici attinenti alla donazione di sangue e/o di emocomponenti, l’organizzazione trasfusionale e così via. Può essere anche una occasione per esprimere il proprio gradimento o formulare giudizi critici e proporre miglioramenti del sistema. Atten-diamo le vostre lettere, da inviare e-mail o da consegnare a mano alla nostra Segreteria”.

Il caso chikungunyaè quindi possibile la trasmis-sione ad un paziente della chikungunya tramite il san-gue infetto. In generale per ridurre al minimo il rischio di qualsiasi infezione trasfu-sionale abbiamo due linee strategiche fondamentali che si integrano: sospendere i do-natori che all’atto della visita medica risultano esposti al rischio di infezione ( criterio anamnestico) e gli accerta-menti di screening di labora-torio che purtroppo in questo tipo di virosi non sono ancora disponibili. La mancanza di un test specifico ha allora comportato durante la fase acuta dell’epidemia il blocco delle donazioni dei donatori residenti nei comuni interes-

sati dal virus vale a dire Cer-via, Ravenna, Cesena Rimini in quanto tutta la popolazio-ne è a rischio di contrarre l’in-fezione con le punture delle zanzare e la sospensione per 21 giorni dei donatori non re-sidenti che hanno soggiorna-to anche per poche ore nelle suddette zone. Il blocco delle donazioni ha praticamente dimezzato la raccolta nella provincia di Ravenna con per-dita dell’autosufficienza del sangue (situazione storica a noi sconosciuta) il che pote-va significare, ad esempio, di non garantire più il sangue per gli interventi chirurgici d’elezione. Questo è stato evitato grazie ad un sistema sangue regionale, costruito

una malattia virale trasmessa esclusivamente dalla punture di zanzare tigri infette (vet-tori), caratterizzata, dopo un periodo di incubazione di 3-12 giorni, dall’insorgenza di feb-bre elevata, brividi, nausea, vomito, cefalea e soprattutto da importanti dolori artico-lari tali da limitare molto i movimenti dei pazienti che tendono a rimanere immobili e ad assumere posizioni an-talgiche. Talora possono com-parire anche manifestazioni cutanee e sanguinamenti dal naso e dalle gengive ed il trat-tamento consiste nel riposo, antipiretici e nei casi più gravi cortisonici. Questo virus non è di recente scoperta. La prima epidemia nota è stata descrit-ta nel 1952 in Tanzania (da qui il nome che nella lingua locale significa “ciò che curva o contorce” per le posizioni assunte dal paziente), anche se già nel 1779 venne descrit-ta un’epidemia in Indonesia forse attribuibile allo stesso agente. Dagli anni 50 diverse epidemie si sono verificate in Asia, in Africa, l’ultima nel marzo del 2005 nell’isola di Reunion ed altre zone limitro-fe con un’epidemia di vaste dimensioni che ha interessato migliaia di persone. Poiché questo virus si replica nel torrente circolatorio per un periodo di circa 10-12 giorni

a cura del dott. Daniele Vincenzi

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Il medico risponde

in questi anni, e che, messo alla prova, ha dimostrato di essere efficiente ed efficace garantendo in questa critici-tà le unità necessarie a tutti i pazienti ricoverati nei nostri ospedali. Oggi, in relazione all’andamento benigno del-

l’epidemia, il blocco delle do-nazioni e la sospensione per 21 giorni è stato rimosso nei comuni interessati dalla viro-si, le unità vengono raccolte ma mantenute segregate in quarantena per due giorni in attesa di un riscontro attivo sullo stato di salute del do-natore e dopo tale periodo, in assenza di sintomi riferibili alla virosi, trasfuse.Questa virosi ha sconvolto il nostro sistema sangue, ma come si dice “non tutto il male vien per nuocere” e quindi è divenuta anche un’opportuni-tà per una stretta collabora-zione e sinergia fra i principali protagonisti del sistema san-gue Associazioni, Istituzioni, Servizio Trasfusionale e Clinici utilizzatori finalizzata alla ge-stione dei rapidi cambiamenti epidemiologici che si delinea-vano ed all’uso appropriato degli emocomponenti e ha fatto comprendere a tutti l’im-portanza di un sistema trasfu-sionale efficiente ed efficace in grado di soddisfare in tem-

po reale le molteplici necessi-tà dei Pazienti. Inoltre questa epidemia ci deve insegnare che non dobbiamo mai abbas-sare la guardia nei confronti della sicurezza infettivologica perché quando riteniamo che ormai sia raggiunta, ecco che si affacciano nuovi virus verso cui ci troviamo con poche armi a disposizione per contrastar-li. Di fatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha re-centemente lanciato l’allarme: bisogna rafforzare le misure per combattere l’insorgere e la diffusione di nuove malattie virali che stanno emergendo ad un tasso percentuale an-nuo che non ha “precedenti nella storia”. Sono finora 39 le malattie che dal 1970 si sono sviluppate e solo negli ultimi cinque anni l’OMS ha isolato ed identificato oltre 1000 virus epidemici che sono potenzial-mente trasmissibili attraverso le trasfusioni di sangue ed emocomponenti. Di fronte a questo possibile scenario, che fare? Pensare di sospendere

le donazioni per lunghi perio-di o di sottoporre a screening di laboratorio le unità raccolte per tutti i vari virus emergen-ti, è francamente impensabile ed ecco che la tecnologia e la ricerca ci mettono a dispo-sizione una sofisticata stru-mentazione per l’inattivazione dei microorganismi patogeni, di cui si è recentemente do-tata il Servizio Trasfusionale di Ravenna. Questo sistema, all’avanguardia, permette di utilizzare concentrati piastri-nici (sono gli emocomponenti più a rischio per la trasmis-sione di patogeni), “puliti” da eventuali virus, batteri e parassiti aggiungendo agli stessi una sostanza chimica che blocca gli acidi nucleici dei microrganismi, innalzan-do così al massimo i livelli di sicurezza. L’inattivazione dei patogeni è sicuramente la ri-sposta più innovativa per ri-solvere il problema dei nuovi virus emergenti e garantire la sicurezza infettivologica delle trasfusioni.

Si chiama “trombolisi sistemica” ed è una terapia innova-tiva per ridurre il deficit nei pazienti colpiti da ictus cere-brale, In quanto permette di sciogliere i trombi formatisi nelle arterie cerebrali. Applicata recentemente e con ottimi risultati per la prima volta i nel reparto di neurologia del-l’ospedale di Ravenna, diretto da Fabrizio Rasi, la terapia è in realtà indicata solo per un ridotto numero di pazienti con determinate caratteristiche e necessita di diverse uni-tà operative. Il trattamento infatti va somministrato entro tre ore dalla comparsa dell’ictus. È necessario quindi che il servizio 118 allerti subito il Pron-to Soccorso e che si attivino tutte le procedure in tempi rapidi volte ad accertare la possibilità di procedere con la terapia, che coinvolgono Pronto Soccorso, Laboratorio Analisi, Radiologia e Neurologia. Il trattamento consente di ridurre il deficit di disabilità che purtroppo in questo tipo di eventi, sono presenti.

Così si riduce il deficit da ictus

La Società Italiana di Pediatria per prevenire il rischio di sovrap-peso e obesità nei bambini e negli adolescenti ha formulato un decalogo di semplici norme da seguire. Eccole:1. Controllare con regolarità (almeno ogni 6 mesi) peso e statura2. Fare cinque pasti al giorno (colazione, merenda a metà matti-

na, pranzo, merenda, cena) evitando i “fuoripasto”3. Consumare almeno 5 porzioni di frutta o di verdura al giorno4. Bere molta acqua, limitando, però, le bevande zuccherate5. Ridurre i grassi dell’alimentazione, in particolare salumi, frit-

ti, condimenti, dolci6. Evitare di utilizzare il cibo come “premio”7. Privilegiare il gioco all’aperto, possibilmente almeno un’ora

al giorno8. Camminare a piedi in tutte le occasioni possibili9. Praticare uno sport con regolarità. Non importa essere cam-

pioni a tutti i costi, è più importante fare esercizio fisico e di-vertirsi

10. Limitare la ‘videodipendenza’ (tivù, computer, videogiochi) durante il tempo libero: sono ammessi, al massimo, 2 ore al giorno.

Il decalogo antiobesita

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Programma salute del donatoreL’aLcooLTutti sanno che l’ebbrezza alco-lica danneggia la salute (e può gravemente danneggiare quella di altri, se, in queste condizioni, si sale alla guida di un mezzo). Anche se un evento del genere, quando sia raro e occasionale, generalmente non lascia conse-guenze, il ripetersi dell’evento conduce per certo a gravi pato-logie del fegato e del sistema cir-colatorio (cuore e arterie). Di certo, non rientra nello stile di vita del donatore di sangue. Al contrario, un bicchiere (250-300 ml) di buon vino ai pasti, specie se rosso, costituisce un ottimo ingrediente di una dieta sana. Ma, attenzione: il supera-mento di questa misura, soprat-tutto se associato alla abitudine di far uso –anche moderato– di superalcolici, può cominciare a far danno, specie se trova altre condizioni concomitanti sfavo-revoli (ipertensione, predisposi-zione al diabete). L’alcol, inoltre, produce gli effetti già descritti sulle transaminasi, con un’alta probabilità di pro-vocare l’eliminazione dell’unità trasfusionale donata.

occuPazIonI e sPoRT PeRIcoLosIIL RIPoso DoPo La DonazIoneOrdinariamente, la donazione di sangue e/o di emocomponenti con aferesi è sostanzial-mente indifferente per il nostro organi-smo, sempre che venga praticata nel modo dovuto. Tuttavia, talvolta si registrano capogiri nei minuti che seguono il prelievo, soprattutto quando la fretta induce il donatore ad alzarsi bruscamente dal lettino subito dopo il prelievo. Quando si passa rapidamen-te dalla posizione orizzontale a quella verticale con rapidità, capita anche ordinariamente di percepire un capogiro, dovuto al momentaneo ridotto afflusso di sangue al cervello per que-stioni di gravità; questo effetto è accentuato dal fatto di aver da poco subito una sottrazione di li-quidi dal circuito circolatorio. Più raramente, un capogiro può

essere percepito anche a distan-za di ore dal prelievo.Da tutto ciò, la richiesta del medi-co di trattenersi qualche minuto sul lettino dopo la donazione, la raccomandazione di alzarsi con calma e l’opportunità di sommi-nistrare una bevanda (anche sol-tanto un bicchiere d’acqua) dopo il prelievo e di godere del ristoro (una bevanda non alcolica e un alimento) nei locali dell’Unità di Raccolta, in luogo “protetto”. La donazione di sangue va fatta con calma. Per lo stesso motivo, è sconsigliabile dedicarsi proprio quel giorno ad attività sportive che richiedono particolare atten-zione e sforzo fisico (ascensioni in montagna, immersioni, volo, ecc.). Così dicasi per coloro che praticano lavori particolarmente impegnativi e/o pericolosi (con-ducenti di treno, autobus, gru; minatori; lavori su impalcature; sommozzatori, ecc.), che non devono rinunciare a riposare nel giorno della donazione.E’ inteso che deve essere consi-

derata “cattiva abitudine” quella di coloro che, godendo di una giornata di riposo retribuita in oc-casione della donazione, attendo-no quel giorno per sbrigare ogni sorta di incombenze accumulate nel tempo, cosicché finiscono per impegnare proprio in quelle ore energie fisiche e psichiche (ansia) addirittura straordinarie.

PRaTIche InVasIVea) TATUAGGI, PIERCINGQueste pratiche comportano un periodo di sospensione caute-lativa relativamente breve e la riammissione soltanto dopo aver verificato la negatività sierologi-ca per epatiti B e C, per AIDS e per lue. A queste condizioni, si tratta di pratiche compatibili con la donazione di sangue. Ma non si addicono a un dona-tore di sangue, non tanto per “conformismo”, quanto per il gradiente di rischio che portano con sé, più che mai quando ci si affida a operatori improv-visati e/o trascurati.

b) FORATURA DEI LOBI, MANI-CURE E PEDICURE, AGOPUN-TURAQueste pratiche rientrano nel comportamento abituale di chiunque, compreso i donatori di sangue. Ma anche queste non sono esenti dal rischio di causare la trasmissione di malattie infetti-ve, in particolare virali. Se praticate al di fuori di am-bienti controllati, richiedono una sospensione cautelativa, per quanto relativamente breve. Un donatore di sangue ricorre a per-sonale qualificato, che impiega attrezzi certamente sterili o mo-nouso.

abITuDInI sessuaLILa scelta dell’atteggiamento da assumere circa i comportamenti sessuali è quella più di-scussa e più suscettibile di essere male interpretata.Infatti, la ricerca della massi-ma tutela del ricevente, che è l’obiettivo di questa scelta, viene

Diagnosi più rapide all’Ospedale di Ravennadi Sabrina Lupinelli, da Ravenna & dintorni

Ridurre da 3 mesi a 15 giorni il tempo necessa-rio a completare l’iter diagnostico della pato-logia neoplastica toracica e stabilire le terapie opportune e tempestive per i singoli pazienti. Questo l’obiettivo del nuovo percorso diagno-stico e terapeutico integrato dell’Ausl di Ra-venna contro una delle prime cause di morte per tumore in tutto il mondo, che vede una cre-scita di incidenza soprattutto nella popolazio-ne femminile e la scarsa attenzione dei giova-ni alle campagne di prevenzione come quella contro il fumo di sigaretta. Nella sola Azienda Usi di Ravenna ogni anno un numero considerevole di persone, general-mente di età superiore ai 60 anni, è colpito da patologia neoplastica toracica (311 uomini e 94 donne per neoplasia polmonare; 8 uomini e 3 donne per mesotelioma). Per questo motivo è stato costruito un percorso ben codificato che razionalizzi l’iter diagnostico e terapeutico dei pazienti.Attraverso la collaborazionefra i Dipartimenti di oncologia, medicina Chirurgia, patologia Cli-nica, diagnostica per immagini, e cure prima-rie, si potutoistituire un percorso terapeutico

integrato che consentirà al paziente di essere preso immediatamente in carico e condotto, con un iter specifico, dal momento del primo sospetto diagnostico alla diagnosi definitiva, alla terapia e al successivo follow up. Dunque, precocità della diagnosi e della conseguente terapia, definizione quanto più accurata pos-sibile dello stadio di malattia, multidisciplina-rietà dell’approccio terapeutico sono i cardini del nuovo percorso terapeutico, all’interno del quale gioca un ruolo di primo piano la figura del medico di base.Il paziente infatti grazie alla richiesta del me-dico curante per visita pneumologica, nella quale dovrà essere specificato che si tratta di un “percorso pneumo-oncologico” (percorso GOP), avrà tramite Cup un accesso privilegia-to negli ambulatori dei tre presidi ospedalieri (Ravenna, Lugo e Faenza). Una volta preso in carico, attraverso il day Ser-vice, il paziente completerà l’iter diagnostico in 15 giorni, dopodiché il caso verrà discusso in riunioni operative, che si terranno ogni due settimane presso il presidio ospedaliere di Ra-venna e, in quella sede, verranno prese le deci-sioni terapeutiche più opportune per la salute e la qualità della vita del paziente.

Approfondimenti

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spesso interpretata come discri-minazione sessuale. In pratica, vengono esclusi dalla donazione coloro che cambiano di frequente il partner sessuale o, ancora, che hanno rapporti sessuali con tossicodipendenti. In tutte queste situazioni, l’uso del profilattico è caldamente rac-comandato, perché rappresenta un mezzo che riduce grandemen-te il rischio di contagio. Tuttavia non lo esclude: di qui, l’atteggiamento prudenziale del medico, che non ammette alla donazione, anche quando si af-fermi con decisione di essere ricorsi a questo mezzo di prote-zione. Nel caso di un rapporto occasio-nale o di rapporto con un nuovo partner sessuale, il medico di-sporrà una sospensione tempo-ranea e la riammissione avverrà dopo aver verificato la negatività degli accertamenti sierologici.Infine, è evidente che, nel caso di rapporti sessuali continuativi, anche se protetti, con persone che si sanno infette, si deve pre-vedere l’esclusione dalla dona-zione e l’eventuale ammissione a distanza di almeno un anno dall’ultimo rapporto, sempre che i controlli sierologici diano esito negativo.

Le sosTanze sTuPefacenTIL’uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa comporta l’esclusione definitiva del dona-tore. L’uso di sostanze stupefa-centi per altra via può comporta-re una sospensione temporanea (6 mesi?2), ma la riammissione deve avvenire soltanto dopo ap-profondito colloquio con il medi-co. V’è da considerare la grande varietà e diversità d’effetto dei composti stupefacenti impie-gati per via orale o inalatoria (alcuni dei quali molto pericolosi) e la grande variabilità delle condizio-ni ambientali e psicologiche che hanno condotto alla decisione di assumerli. Impossibile espri-mere, in proposito, orientamenti univoci, validi in ogni caso. Certo è che lo stile di vita di un donatore di sangue deve pregiu-dizialmente escludere qualsiasi contatto, anche occasionale, con qualsiasi sostanza stupefacente.

conVIVenza con PeRsone a RIschIoA chiunque può capitare di vivere sotto lo stesso tetto (in assenza di rapporti sessuali) con persone portatrici di infezioni o a rischio continuo di contrarle. Questi i comportamenti da adottare.

• Se il donatore è HBs Ab + (possiede anticorpi protettivi natu-rali o a seguito di vaccinazione antiepatitica B a titolo = o > di 10 UI/ml) è idoneo alla donazione.• Se il donatore non possiede anticorpi protettivi, viene sospeso e diretto alla vaccinazione antiepatitica B. Dopo vaccinazione, accertato un titolo anticorpale = o > di 10 UI/ml, viene riammesso alla donazione. In caso di mancata vaccinazione, il donatore deve essere sospeso per un anno dalla donazione. La riammissione è condizionata dalla negatività dei controlli sierologici.

Il donatore viene sospeso dalla donazione per tutta la durata della convivenza (non esiste ancora possibilità di vaccinazione antiepatitica C). La riammissione può avvenire a un anno dal termine della convivenza ed è condizionata dalla negatività dei controlli sierologici.

Il donatore viene sospeso dalla donazione per tutta la durata della convivenza (non esiste ancora possibilità di vaccinazione anti-AIDS). La riammissione può avvenire a un anno dal termine della convivenza ed è condizionata dalla negatività dei controlli sierologici.

Il donatore viene sospeso dalla donazione per tutta la durata della convivenza. La riammissione può avvenire a un anno dal termine della convivenza ed è condizionata dalla negatività dei controlli sierologici.

Il donatore viene sospeso per un mese dalla guarigione del convivente.

è affetto da epatite B acutaoppureè portatore cronico del virus dell’epatite B(HBs Ag+ antigene virale di superficie)

è HCV Ab+ (anticorpo anti virus C) (nel caso di epatite C, la presenza di anticorpi rivela in genere la con-temporanea presenza del virus C)

è HIV Ab+ (anticorpo anti virus HIV) (anche in questo caso, la presenza di anticorpi rivela in genere la contemporanea presenza del virus HIV)

è tossicodipendente (assume droghe per via venosa)

è affetto da malattie esantematiche

se IL conVIVenTe

Dott. Franco Bencivelli

Approfondimenti

aMIcIzIa fRa uoMInI e DonnePuò esistere l’amicizia fra un uomo ed una donna? Boh! Di certo esistono uomini e donne che sono amici, ma non mi sento di escludere che, per lo meno da una delle due parti, ci sia un sentimento di na-tura diversa. Se fra un uomo e una donna nasce prima l’amicizia, e poi l’amore, tutto va bene, e il lieto fine è quasi assicurato. I problemi e le difficoltà sono sicuramente molti di più se tentiamo di costruire un’amicizia dopo la fine di un’amore. Ma c’è ancora un’altra cosa che può capitare, e che capita molto più spesso di quanto immaginiamo. Il peggio infatti è quando per uno dei due è amore e per l’altro è semplice amicizia. Ma andiamo per gradi. Esaminiamo un caso alla volta. L’amore contraccambiato, nato dopo un’amicizia, non ci interes-sa…troppo semplice e banale, a me piacciono i casi difficili!L’amicizia dopo l’amore a parer mio è quasi un’utopia. Bella, bellissima in teoria, ma in pratica di diffi-cile realizzazione e rischia di trasformarsi in un vero e proprio incubo o peggio, di provocare un ritorno di fiamma! Certo sarebbe bello poter dimenticare i vecchi rancori, le incomprensioni….i tradimenti….e poter contare su qualcuno che ci conosce bene. Ma dovremmo evitare i rinfacci e le recriminazioni e anche lasciar perdere eventuali scenate di gelosia. Insomma una miscela complicata ed esplosiva! E poi c’è l’amore monolaterale contraccambiato da una immensa, grandissima e profonda amicizia! Quando ti dicono che sai ascoltare, che sai capire, che sei un’ottima spalla su cui piangere e che sei una persona con cui è piacevole passare il tempo ma…. Ecco, dopo il ma arrivano sempre le dolenti note. Diffidate dei ma, sono l’inizio della fine. Essere amico di qualcuno che ami è quanto di peggio ti possa capitare! Lui o lei ti racconteranno tutto, perché fra amici ci si dice tutto, e non si accorgerà della tua sofferenza mentre ammicca con qualcuno seduto al tavolo vicino al vostro. E se per caso un giorno prenderete il coraggio a quattro mani e deciderete di confessargli i vostri sentimenti, preparatevi al peggio. Sì sentirà tradito o tradita proprio da voi che eravate il suo più caro o la sua più cara amica. E così, rotta l’amicizia, perderete anche la possibilità di stargli o di starle vicino. E finalmente smetterete di soffrire e comincerete a vivere!!!

Acquistare su Internet vuol dire rispar-mio e rapidità, ma ci sono alcune cose di cui tener conto.1) Avete a disposizione 10 giorni, dal momento dellaconsegna, per ripensarci ed esercitare il diritto di recesso: il venditore è obbli-gato a rimborsarvi il prezzo del bene.2) Conservate una copia cartacea del vostro ordine e delle e- mail scambiate con l’impresa. 3) Se non ricevete conferma dell’ordi-ne, contattate il ven-ditore per sapere se lo ha registrato regolarmente4) Verificate che il prodotto conse-gnato sia in buono stato, corrisponda esattamente a quello ordinato e abbia tutti i documenti necessari (fattura, istruzioni, garanzia)....5) Accertatevi che la fattura compren-da: generalità di chi l’ha emessa, data, prodotto acquistato e tutte le voci di prezzo, tasse e spese di spedizione.

Acquisti on line, le regole d’oro

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le nostre iniziativeL’Oktober Fest affonda le sue origini nella notte dei tempi, quando il re Ataturk (forse era solo una persona ricca e importante e non un re, ma di certo non si chiamava Ataturk) decise di dare una Fest in onore di qualcosa o qualcuno. Siccome era il mese di Oktober, non ci pensarono su troppo e la chiamarono “Oktober Fest”. Perfettamente consci dell’impor-tanza storica dell’evento, giovani e meno giovani dell’ADVS, provenienti da ogni angolo della provincia di Ra-venna, si sono ritrovati all’appunta-mento con valigioni carichi di vestiti invernali, pronti per affrontare una settimana al polo nord. La città di Monaco, invece, ci ha accolti a brac-cia aperte, ostentando un clima in-sospettabilmente mite e soleggiato. Forse è stata solo fortuna, ma in ogni caso i maglioni e le racchette da neve sono rimasti in valigia, lasciando il posto all’abbigliamento maglietta della salute + felpa + giubbino per la sera. Ok, bene, e la birra? Il giorno

successivo alla partenza, la Fest si è presentata al nostro primo sguardo come un immenso Luna Park, pieno di montagne russe, giostre, auto-scontri e zucchero filato. E la birra? Dopo aver pranzato molto bene in uno degli stand (molto bene sotto-lineato, ma non eravamo in Germa-nia?), abbiamo passeggiato per la Fest, rendendoci subito conto che il Luna Park è solo un contorno. La vera Fest è dentro gli innumerevoli stand, che sono capannoni immensi addobbati in perfetto stile bavarese, in cui la gente socializza e chiacchie-ra allegramente seduta in tavolate da 10-20 persone. E la birra? Entrare in uno stand è già da solo uno spetta-colo che vale il viaggio, perché è qui che la Fest si rivela un grandissimo ritrovo international-bavarese, dove

i tedeschi, vestiti secondo la tradi-zione del posto (braghette di velluto corto, bretelle e camicia felpata per gli uomini, vestito bianco e azzurro simil-tirolese per le donne), si fon-dono a gente proveniente da tutte le parti d’Europa e non solo. Va bene, stupendo, ma …, e la birra? La Bir-ra (con la B maiuscola, per piacere), è semplicemente il cuore pulsante dell’Oktober Fest (forse già Ataturk la beveva nella notte dei tempi). Pri-ma di tutto è davvero buonissima, e piace anche a tutti quelli che “A-me-la-birra-non-piace”.Completamente diversa da quella italiana, è leggera (meno fermenta-ta, dicono gli esperti), va giù che è un piacere, e ce n’è di tutti i tipi: bionda, rossa, scura, weisse, etc … Inoltre e soprattutto, all’Oktober Fest la Birra

sostituisce la lingua inglese. Noi ci siamo ritrovati in mezzo a olandesi, spagnoli, portoghesi, tedeschi, un messicano (forse sto dimenticando qualcuno) e siamo un gruppo di amici che il nostro poliglotta sa dire a malapena “How are you?”. Eppu-re abbiamo conosciuto, abbiamo socializzato, abbiamo riso tantis-simo, abbiamo ballato. Insomma, una giornata di Fest tra genti diver-se di cultura diversa, venute in alle-gria per divertirsi senza giudicarsi. Un’esperienza davvero unica, adat-ta a giovani e a meno giovani, nel contorno di una città come Monaco, che (non dimentichiamoci che c’era anche Monaco) merita sicuramente di essere visitata e respirata. La cit-tà, infatti, in questi giorni è frizzante, si popola di artisti di strada e turisti, e girando a caso per le vie del puli-tissimo centro cittadino si possono scovare ballerini, musicisti e pittori. Che dire di più?…PROSIT!!

Andrea Tramontani e Monica Ugolini

Incontro al fiume

Oktober Fest �00�

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I donatori con la valigia

Crocierasul nilo

Vorrei proprio sapere perché prima di un viag-gio mi devo fare mille

problemi mentali. Cosa leggo prima di tutto nella guida? L’ambiente? I monumenti? Le opere d’arte? …Ma va!!!! Io leggo il capitolo: “rischi e pre-cauzioni generali”, che è pro-prio in fondo, all’ultima pagi-na. Non contenta, lo declamo agli altri partecipanti del viag-gio, fintanto che non arriva un urlo: “Allooooraaaa! Hai finito con le sfighe?!?!?!”…Arriva finalmente la parten-za (così smetto di pensare e di parlare). Si parte comodi, da Ravenna alle 7.58 in pun-to. Pisolino di rito. Apro gli occhi…ore 9.25…in Bologna centro! Oddio…mi sono persa qualche cosa!?!?!? No, no…l’autista avrà i suoi segreti. Comunque all’aeroporto tutto OK. Ottima organizzazione! Ci danno pure i biglietti! Va tutto bene, a parte che l’aereo ha un nome: AMC…boh!! E si sale da dietro (come un cargo). Speriamo bene!L’Egitto è tanto che lo sogna-vo…ed ecco la crociera, la mia

prima crociera; e già mi vedo sul ponte a godere del paesag-gio, dei templi, delle piramidi. Davanti agli occhi lo scorrere della storia insieme al presen-te, con voli d’uccelli acquatici, feluche e tramonti di fuoco. Ecco, sto sognando…sarà me-glio tornare alla realtà, una cal-da realtà, 40°! Nel pullman, con l’aria condizionata, ci accoglie la nostra guida, Mohammed, sembra un tipo brillante! Ci dice il programma del giorno dopo: “sveglia alle 4.45”, tutti ridac-chiamo…che spiritoso! Ma era V-E-R-O! Ed era solo l’inizio.

Martedì 4 Che giornatina ci aspetta! E’ ancora buio, ma dal pullman vediamo la vita che comincia, il paese si anima, è tutto un movimento di uomini, carri, mucche, asini, camion e…poli-zia, onnipresente, sempre vigi-le e armata. E non so se è una presenza inquietante o rassi-curante. Oggi in programma la visita alle Valli dei Re e delle Regine. I templi sono maestosi e a tratti conservano i colori e le decorazioni originali. E la no-stra guida che parla…parla…af-

fascinante. Riusciamo anche a stare attenti. Tutto attorno il deserto e il sole implacabile (meno male che siamo partiti presto). Saranno quasi 50°! Le pietre dei templi sono roventi. La telecamera sembra un ferro da stiro (parola di Puccio). Una del gruppo si è sentita male. E arrancando così, tra polvere e mistero, cercando l’ombra che non c’è, arriva la scorta… si va ad Esna…e, finalmente, alle 15 si mangia. D-i-s-t-r-u-t-t-i, ma non paghi…si va in piscina e, sorpresa! Arriva l’assalto delle barche, incredibili barchette a remi…non di pirati, ma di vendi-tori! Che al grido di “Mariaaaaa” e “Signoraaa” tiravano le loro merci fin sul ponte della nave. Loro tiravano su e noi giù! In un tira e molla di abiti, di tovaglie, di grida. Al tramonto, stanchi e sfiniti dalle prove abiti e dal contrattare ci siamo ritirati, noi e loro. Che divertimento! Pec-cato, la navigazione non è an-cora iniziata! E la chiamano cro-ciera! Ma stanotte…ore 2.30…si parte. Saliamo sul ponte per vedere il passaggio della chiu-sa, eppure…non siamo soli. Fra

i tanti che si aggirano sul ponte ci sono pure Manu ed altre che giocano a Burraco (della serie non mi basta mai).

Mercoledì 5 Giornata di tutto riposo…intan-to usciamo alle 8,30! Tempio di Horus ad Edfu, la guida inizia a parlare dal 3.000 a.c. Sarà me-glio sedersi! Oggi si naviga ed è meraviglioso, come l’avevo sognato: villaggi sull’acqua, bufali immersi tra acqua e ve-getazione, barche che scivo-lano silenziose, persone che salutano e poi garzette, airo-ni…sembrerebbe il Delta del Po se non fosse per il deserto, per le dune rosa che a tratti ci accompagnano. Ore 18, at-

Tutto intornoil desertoe il soleimplacabile

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I donatori con la valigiatracchiamo a Kom-Ombo, è lì, illuminato dal sole. Si va a pie-di tra un brulicare di bambini che vendono collanine, svelti come gatti ad infilarsi tra le in-feriate che ci circondano e po-liziotti che, oltre a controllare possibili terroristi, inseguono i bambini. L’aria è magica, rosa e gialla, rarefatta. Ai piedi del tempio, nel mercatino, qual-che turista si inebria tra i suoni e i fumi del narghilé. Vediamo il tramonto dall’al-to del tempio, mentre le navi rompono questa magia col suono delle sirene. Torniamo tra gli ultimi, rischiando di ri-manere fuori dal recinto. Sì, proprio un recinto! che serve per proteggere noi, poveri tu-risti d’allevamento, tanto pre-ziosi per la loro economia da essere tenuti in gabbia! Seratona: gran buffet decora-to da zucche intarsiate e lumi-nose, ma la meraviglia siamo noi…che ci sentiamo tutti egizi in festa, con gli abiti della bou-tique della nave (che ha fatto affari!!) e con quelli acquistati dalle barchette che hanno ve-stito la metà di noi. E poi musi-ca, giochi, balli e a mezzanot-te…pizza! Probabilmente sarà la giornata più bella!

Giovedì 6 Bhè, anche oggi non sarà da meno. L’obelisco incompiuto poi Philae (tempio smontato e ricomposto su un’isola per-ché sommerso) poi la diga di Aswan poi il giardino bota-nico poi la fabbrica di essen-ze (quelle che nei viaggi non mancano mai). Ah bè, qui non becco – mi dico – invece uscia-mo anche noi con il nostro bel sacchettino! Magia delle

vacanze! E dopo, la degna conclusione della giornata: in barca verso il villaggio nubia-no. Le aspettative non saran-no deluse. Il percorso sul Nilo è spettacolare: è il tratto più stretto e tormentoso, rasen-tiamo alberi e scogli. Speria-mo nel comandante perché il motore non ha un bell’aspet-to. Mohammed ci comunica che c’è anche un coccodrillo per renderci la navigazione più avventurosa…che nessu-no però vede! Ci dobbiamo accontentare invece di quelli del villaggio…lunghi ben 60 cm !!! Dei veri mostri! Duran-te il percorso si avvicinano bambini su mini-barchette, terribili nella corrente, ma che fanno? Aggrappati al bordo del nostro scafo cantano in tutte le lingue, basta dire “te-desco” …”spagnolo”…dei veri juke-box. Si staccano solo se gli dai qualcosa. E altri ne arri-vano...non ci salviamo!Al villaggio ci aspetta il tra-monto, ma in cima alla duna. Faticosa ma bellissima. Poi cena, balli, fuochi e ritorno sotto le stelle…troppo bello! Ma non è finita, sulla nave al-tra festa, altri balli…che io mi sono persa… I nostri ballerini avevano di che sfogarsi ed esibirsi. Giancarlo che sem-brava Ricky Martin e Giovan-na? Mai stanca! E Loretta? Si è persino rotta un piede!

Venerdì 7 Lasciamo la nave alle 3,30 per Abu Simbel. Certo, il tempio più bello, ma quanto girare nel caldo e nella polvere! Con Mohammed sempre a dire “dai burdel” “stringere, stringere” !All ’aeroporto…sorpresa…Mohammed non parte con noi: preoccupazione, tensione, nervosismo, raccomandazio-ni…bho? Cosa sarà successo? Cairo. L’albergo, ci dicono, ha 500 camere! Aiuto, sarà enor-me, terribile. Invece è bellissi-mo, un villaggio con le camere attorno alle piscine. Giro per i vialetti, tra i fiori e le garzette e incontro facce soddisfatte,

viaggio in egitto

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I donatori con la valigiasorrisi estasiati. Ci abita persi-no un principe…non so se mi spiego!Alla cena arriva Loretta che al-l’ospedale del Cairo ha rime-diato un bel piedino di gesso…poverina! Poverina? Ma se per giorni è stata la persona più invidiata del gruppo! Portata a braccia da tutti gli uomini…e mentre noi arrancavamo nella polvere a piedi, tra i sassi del-le piramidi, lei una volta sul dromedario…una volta sul-l’asinello…Le piramidi…una delle mera-viglie del viaggio, qui respiri tutto il mistero e la storia del-l’Egitto, ma Mohammed, per farceli respirare ancora di più ed evitare la folla, ci fa fare una “scorciatoia”, ovvero ce la fac-ciamo tutta a piedi tra sabbia e pietraie. E infatti non c’è pro-prio nessuno…tranne i vendi-tori, che non mancano mai.Poi l’emozione della piramide rossa di Dashur. Qui possia-mo entrare. Al centro della parete esterna c’è un buco. Sì sì, proprio un buco, che scen-de ripido e buio, non si sa per dove, né per quanto. Andiamo pure! Si entra curvi, dentro l’aria…non è aria, è un umido irrespirabile. Faccio qualche metro con la faccia attaccata al sedere di chi mi precede e realizzo che forse non è an-cora il momento di “andare sotto terra” ed esco. Aspetto fuori gli altri e mi rendo con-to di quanto ho fatto bene ad uscire…ma anche di quanto

ho perso. Chi usciva (sì sono usciti tutti) era stravolto suda-to ansimante ma emozionato. Proprio bravi!

ultimo giorno domenica 9 Si va alla Moschea Bianca e alla Cittadella poi al museo. Nel museo praticamente se-guiamo Mohammed al suo-no di: “stringere stringere” cercando di vedere e capire. Però gli ori di Tutankhamon (e specifico gli ori, non la sua “maledizione”) ci ripagano di tutto. Due ore sono volate troppo in fretta. Ora c’è solo il mercatino di Khan el Khalili: solo un’ora e non si sgarra!!Il mercato è praticamente una strada…ma con i lavori in cor-so ! fango, buche, acqua che scorre…e pensare che nel-la moschea ci siamo messi i calzini! Il resto della città non è da meno. Solo qui ho visto le strade lastricate con le im-mondizie. E il canale? Quello che costeggiavamo con il pull-man? Dove la gente pescava vicino agli animali morti, ma non il solito gattino…le muc-che! Certo che la città con i suoi 250 km di perimetro e i 18 milioni di abitanti, qualche problemino deve pur averlo.. Però ha anche tre sindaci e non oso pensare alle loro riu-nioni consiliari.

Lunedì 10 Oggi valigie e viaggio. Non pensiamo ad altro. A questa vacanza, a questo paese pieno

viaggio in egitto

di contrasti. Tante cose abbia-mo visto, come in un vortice, ognuno di noi porterà a casa cose ed emozioni diverse.Prima dell’imbarco, l’ultimo saluto ce lo dà uno schermo su cui scorrono immagini di guer-ra, di terroristi; le Twin Towers ed altre tragedie aeree. Molto

cinico ed inquietante. Ma for-se ci vogliono solo rendere il viaggio più ameno! Grazie! Spero solo che i più non se ne siano accorti. E la navetta si allontana, nel-l’alba…passando tra due ali di lampioni a forma di cobra.

Daniela

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la pagina del donatore

nicole e Mattia calandrini

Poesie

Il 14 agosto alle 12.15 è nato Luca cocchi

I migliori auguridalla mamma Luisa, dal

babbo Gabriele (fedele donatore)

e dai nonni edda e Lino

II buio voleva inghiottire i tuoi sogni,un paio d’ali nuove in aiutoper sconfiggere la maledetta sorte,come un samurai feritosei salito sulla strada che piangeva di tesul ciglio, ancora qualcuno chiede chi sei,non saprai mai chi ti sorride alle spalle,non saprai maiperche1 i tuoi occhi non sono ancora pronti,vedono con incertezza un altro angeloche piange e sorride per credere e vivereAlzati e riprenditi la vita,riaprire l’armadio dei colorinon ti costa niente,e quell’arcobaleno dopo la pioggiaaspetta te. A Zeno.

Nicola TriTTo

Non saprai mai

Per te angelo

PER TE ANGELORicordo un giorno,di tanti, tanti anni fa.Se tu come un giorno,ormai lontano,busserai ancora al mio cuore,io ti apriròe ti darò tutto l’amoreche solo da quel giornoti ho saputo dare.Con amore Mirca

Mirca ToNelli BoviNi

Prenditi la vita

Timido germoglio che ti affaccia catturare i raggi miei e del mondo intero.Piango all’osservareil tuo beato dormire fra le mie braccia,ed insieme voliamo dentro gli attimi e giochiamo al futuro. I tuoi sorrisi son giochi di luce calda ed avvolgente. Sei dono alla vita mia, sei linfa vitale, ora ogni stella più lucente mi appare. I tuoi occhi vivaci e curiosi, sono ricolmi di domani, corri Luca, e PRENDITI LA VITA.

Il tuo babbo GaBriele cocchi

Riccardo ortichi

I nostri cuccioli

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la ballata di nonna gilda

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la pagina delle tradizioni

di Sauro Ravaioli

Il 28 dicembre 1953 si spegne-va, all’età di 79 anni, Ermene-gilda Fussi, da tutti conosciuta con lo pseudonimo di “Nonna Gilda”. Era nata il 1° giugno 1874 a Coccolia (Ra) paese nel quale ha sempre vissuto. Si sposò giovanissima con Achille Spazzoli (1870-1917), dal quale ebbe undici figli e ben ventotto nipoti. La sua fu una vita fatta di grosse fatiche fisiche, nei duri lavori agricoli, e morali per accudire la sua numerosa fa-miglia, ma lei, da brava “azdo-ra” romagnola seppe sempre superare i tanti momenti tristi della sua esistenza con fiducia e grande coraggio. Nonna Gilda pur essendo prati-camente analfabeta aveva im-parato dall’ambiente familiare tutti quei valori umani e sociali che oggi stanno rapidamente scomparendo e che rappresen-tavano una vera e propria scuo-la di vita e di umanità. A riprova dell’importanza dell’amore ver-so il prossimo, Nonna Gilda, a tutti i suoi figli e pure ai nipoti, fin dalla più tenera età amava insegnare la ballata della “cari-tà”, a tutti oggi nota come “la ballata di Nonna Gilda”. Molti dei nipoti ancora viventi la re-citano tuttora perfettamente a memoria ricordando, con no-stalgia, il volto sempre incorni-ciato dal sorriso di quella non-nina tanto paziente. E’ nata così l’idea di trascrive-re quella ballata, affinché non vada perduta per sempre e, contemporaneamente indaga-re sulle sue origini. Avvalen-dosi di persone esperte quali il Cav. Sauro Rocchi e la Prof.ssa Anna Maria Mambelli Gavelli, poetessa e scrittrice assai nota per le sue numerose pubblica-zioni e conferenze sul folclore e sulle tradizioni romagnole e contadine è emerso che si trat-ta sicuramente di una “ballata popolare” di origine toscano-romagnola, databile agli inizi del 1800. Non è però ipotizzabile la iden-tificazione dell’autore, in quan-

to trattasi probabilmente della trascrizione finale di varie tra-sposizioni orali portate sino a noi dai vari interpreti e facente parte di un vasto repertorio di storie vere o di leggende rima-te, qualche volta musicate e, in tempi ancora recenti anche illustrate, che i cantastorie di villaggio o di piazza, ma pure di casate patrizie, di focolari domestici o di stalle contadine, portavano in allegria agli uditori più vari in cambio di ospitalità o di adeguati compensi. Le origini di questa televisione dei nostri avi sono lontanissi-me nel tempo; già erano parte delle “tavole rotonde” ai tempi del leggendario re Artù, quindi dei trovatori provenzali dei se-coli XII e XIII, dei menestrelli e giullari di corte medioevali e quindi dei più moderni “canta-storie” ancora esistenti, specie nel nostro Meridione e ancora godibili in alcune feste di pae-se. Sul contenuto della compo-sizione si può senz’altro di-chiarare una discreta poetica, un buon soggetto e un’ottima morale, che rientra nel filone ascendente della moderna co-municazione come antenata della nostra radio e della no-

stra televisione. Si allega una trascrizione grammaticamente corretta:

Povero bimbo dove te n’ vaicosì stracciato, così soletto?E la tua mamma, dimmi, non l’hai?Non hai un padre, non hai un tetto?Dì poveretto…Si che ho la mamma,ma la mi caccia fuor della portaogni mattina, mai non mi baciae mai non mi abbraccia,non mi fa un vezzo, ne un sor-risino.Oh poverino…Vanne mi dice: pane non ho,di quel di ieri nulla è restato.Vattene a cerca! Ed io me n’ vò, giro, e alla sera torno affamato.Oh disgraziato…Di me più piccolo ho un fratel-linoche con la mamma in casa stà,piange di fame il poverino,ma la mia mamma pane non ha.…pane non ha!Ho anche mio padre che sempre lavorae si guadagna dei bei quattrini,ma gioca, beve... e gioca ancora,e altro non resta per noi piccini.

Oh poverini…Allor che torna dalla giornatanoi con la mamma gli andiam vicino,ma con due occhi egli ci guardae non ci porge neanche un quat-trino.…neanche un quattrino!Gli facciam festa e non ci sorri-de,gli chiediam pane e non ce ne dà,e ci strapazza e ci deridema gioca, beve, e altro non fa.Cuore non ha…Così narrando, il fanciullettocol volto chino forte piangeva,ma quel signore, col fazzoletto,l’amaro pianto a lui tergeva.Poi gli diceva…Senti piccino: Io ho danaro,ne ho tanto, tanto anche per te;come mio figlio mi sarai caroperché tuo padre... Padre non è.…vieni con me.E seco lo tenne come suo figlio;e per molti anni lo educòfinché, partendo da questo esi-lio,tutto il suo bene a lui lasciò.Tanto l’amò

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la tradizione del gallo, della gallina e della bambolina nel giorno di Santa Caterina

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la pagina delle tradizioni

La tradizione del gallo, della gallina e della bam-bolina nel giorno di Santa Caterina.Aldo Spallicci così elenca i dolci che, secondo le tradizioni romagnole, si offrono ai bambini il 25 novembre in onore di Santa Caterina d’Alessan-dria.Par Santa Catarenae’ gal e la galena,la bela bambuzzena,turon d’amandurla;pianzì, burdell,s’a vli di brazzadell.(A. Spallicci 1922)(trad.: Per Santa Caterina il gallo e la gallina, la bella bambolina; torrone di mandorle;piangete bambini, se volete delle ciambelline.)Il poeta non precisa che l’offerta di biscotti, “zuc-cherini” e dolcetti in forma di gallo, di gallina e di bambolina è in uso solo a Ravenna, mentre l’of-ferta del torrone è diffusa negli altri centri della Romagna. Fatta eccezione per l’Istria, non so se tradizioni analoghe a quelle ravennati siano o fossero operanti altrove. In Fonti vive dei Veneto-Giuliani, Milano, Trevisini pp. 59-60 (senza data ma edito negli anni ’20)Francesco Babudri scrive che “a Cherso, il dì dei morti, si va per le case alla cerca dei fichi secchi (…); quel giorno si vendono ai bimbi le oblìe (daofferre, verbo latino, oblatum, offrire), consistenti in ciambelle rotonde senza buco, vale a dire senza segno di tomba, fatte di fior di farina e zucchero, e con in mezzo un rozzo galletto di pasta, che ha due grani di pepe al posto degli occhi. Il gallet-to è segno di vita, ed anche presso la simbolica degli antichi cristiani fu ritenuto tale. Quindi le

oblìe sono offerte simboliche e magiche, indican-ti l’augurio di vita.” La suddetta corrispondenza prospetta due alterne soluzioni.Prima ipotesi: l’offerta di dolci aventi la forma del galletto, in un tempo imprecisabile ma lontano, faceva parte di tradizioni diffuse in una vasta area, comprendente sia la Romagna sia l’Istria. Questa offerta di dolci tradizionali, nei primi de-cenni del XX secolo, sopravviveva a Cherso e tut-tora sopravvive a Ravenna.Seconda ipotesi: l’offerta (oblìa), durante il giorno dei morti, del dolce a forma di galletto da Cherso si trasferì a Ravenna e qui fu associata alla festa novembrina di Santa Caterina, con estensione della forma del dolce anche alla gallina e alla bambolina (quest’ultima, immagine della santa).L’ipotesi del trasferimento e dell’adattamento della tradizione istriana a quella ravennate non prospetta particolari difficoltà etno-geografiche, in quanto i rapporti tra il porto di Ravenna e le terre dell’Istria risalgono all’epoca romano-bi-zantina e, con maggiore o minore intensità, si sono protratti fino ai nostri giorni. Segnalo infine gli aspetti stagionali che le tradizioni romagnole attribuiscono al giorno in cui si festeggia Santa Caterina.Par Santa Catarenao ch’ e’ piov o ch’ e’ neva och’ e’ brenao ch’ e’ tira la curenao ch’ u j è la paciarena.(A. Spallicci 1922)(trad.: Per Santa Caterina o piove o nevica o bri-na o tira il libeccio o c’è la fanghiglia) Da Santa Caterina inizia la stagione invernale che, secondo

i contadini, declina dopo due mesi esatti, il 25 gennaio, conversione di San Paolo, detto anche San Pêval di segn per i presagi climatici che si traggono.Un mes nenz Nadêlun mes dop Nadêll’è l’inveran naturêl(Foschi 1980).(trad.: Un mese prima di Natale un mese dopo Na-tale è inverno naturale)Par S.Pêvole’ giaz l’è a ca de’ gêvol(M. Spallicci 1921)(trad.: Per San Paolo il ghiaccio è a casa del dia-volo)In conclusione, la gallina è auspicio di fecondità per le ragazze che andranno a nozze e la bam-bolina rappresenta la santa che le protegge. L’inserimento del gallo accanto alla gallina e alla bambolina, nelle tradizioni ravennati, prospetta interpretazioni più complesse.Il gallo, che a Cherso durante il giorno dei defunti è effigiato nella ciambella, è auspicio di rinascita ultraterrena secondo la simbologia pagana, re-cepita anche da quella cristiana. Effigi del gallo, nunzio di luce terrena e celeste, sono collocate sui punti più elevati delle chiese. Le tradizioni romagnole fanno spesso riferimento al gallo, nei racconti come nelle immagini. La presenza del gallo, nei dolci offerti ai bambini il 25 novembre, potrebbe esprimere l’auspicio del ritorno – per rinnovamento – della vita umana, animale e vege-tale, al termine della stagione invernale che quel giorno ha inizio.

Tratto da la Ludla numero 26 febbraio 2001

MaRaTona DI RaVenna

Cominciamo dall’ultima appena conclu-sa, cioè dalla IX maratona di Ravenna che abbiamo corso domenica 11 no-

vembre e di cui stiamo smaltendo gli ultimi ricordini che sono rimasti nelle gambe e nei piedi. Giornata ideale per correre, tempera-tura fresca e poca umidità sono le condizioni migliori per rimanere entro i limiti della nor-male sofferenza ed evitare dolorosi scom-pensi lungo tutti i 42 chilometri della gara.La scelta dell’abbigliamento è importante ma sempre molto soggettiva, dipende soprat-tutto dai ritmi che ognuno ha intenzione di impostare e dal tempo che stima di rimanere per strada: i più veloci naturalmente indos-sano canotta e pantaloncini corti, i più lenti maglia a manica corta o lunga e pantacalze a ginocchio o alla caviglia, ma con la carat-teristica ormai comune a tutti di utilizzare materiali di marca formati da tessuti ad alta tecnologia. Certo che nel mucchio c’è anche chi si materializza sulla linea di partenza con pantaloncini fantozziani di due taglie più grandi e maglia da pelle di lana grossa buo-na per tutte le stagioni, di quelle che “dove non passa il freddo non passa neanche il caldo”, corredato di cica sulla testa. “Nes-

suno siam perfetti, ciascuno abbiamo i suoi pregi e i suoi difetti”, direbbe un romagnolo attempato abituato a parlare solo il dialetto, quando cerca di adattare all’italiano una sua convinzione cercando di usare al meglio le poche nozioni di grammatica che conosce. Comunque sono anni che lo incontriamo nelle corse e l’unica variante che abbiamo notato sono i guanti nelle mani, che usa solo quando fa abbastanza freddo.Il percorso ha subito alcuni cambiamenti rispetto allo scorso anno e anche la data è stata spostata in avanti di circa 2 mesi; que-sto ha senz’altro favorito una partecipazione più numerosa e qualificata, anche se alcuni aspetti organizzativi vanno maggiormente curati e migliorati per poter ambire a ulteriori incrementi e rispettare adeguatamente i ca-noni di “maratona internazionale”.Ai primi tre posti dell’ordine d’arrivo natural-mente ci sono dei keniani, ormai autentiche macchine da corsa di una squadra perfetta-mente organizzata che domina in quasi tutte le maratone in giro per il mondo. Fatto sta che nella stessa domenica si correva la ma-ratona a Livorno e anche lì ha vinto uno di loro; quindici giorni fa nella maratona di Ve-

nezia hanno occupato i primi cinque posti e una settimana fa a New York sul gradino più alto del podio c’era un loro connazionale. Tutto ciò non è dovuto al caso, alla base di tutto ci sono certamente doti naturali che

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Donare per sport

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Sport

MaRaTona DI RaVenna

Si è svolta giovedì 27 settembre a Ravenna, presso la Sede del Centro Sportivo Italiano in Via Guidarelli, la cerimonia di premia-zione che conclude ufficialmente la Campagna di sensibilizzazione “Donare per Sport”, indetta dallo stesso C.S.I. e dalla FIDAS-ADVS di Ravenna. La campagna, svoltasi durante lo scorso anno sportivo, si prefiggeva un duplice scopo: da una parte, quello di sensibilizza-re l’ambiente sportivo ravennate nei confronti della donazione del sangue, e, dall’altra, quello di of-frire a chi è già donatore l’oppor-tunità di partecipare ai corsi di ginnastica di mantenimento del CSI, al fine di preservare la sua sa-lute, quale patrimonio personale e di tutta la collettività locale. In particolare, l’accordo tra le due grandi associazioni di volontaria-to, prevedeva la sensibilizzazione ed il reclutamento presso tutte le società sportive che svolgevano i campionati presso il CSI provin-ciale (calcio, pallavolo, calcio a cinque e pallacanestro) di nuovi giovani donatori e donatrici. Alle squadre che hanno presentato almeno tre nuovi donatori sareb-be stato consentito di giocare l’intero campionato senza pagare la quota di iscrizione. Questa for-

mula nuova di promozione di un gesto di così grande generosità ha riscosso notevole successo tra le società sportive, generando 18 nuovi giovani donatori e donatrici, che costituiscono, a detta del Pre-sidente FIDAS-ADVS Dott. Franco Bencivelli “un patrimonio per la nostra comunità locale”.Nella cerimonia di premiazione, Bencivelli ha altresì ricordato come, proprio in questi giorni, si sia toccato con mano quanto valga disporre di un gran numero di do-natori. Infatti, è grazie ai volontari dei quali è ricca la nostra regione che si è potuto compensare piena-

mente l’emergenza generata dal recente blocco delle donazioni di sangue, resosi necessario per pre-venire la diffusione con la trasfu-sione di sangue del virus “Chikun-gunya”, veicolato dalla zanzara tigre. Senza questa ricchezza, che purtroppo non è di tutte le regioni italiane, il blocco delle donazioni in quasi tutto il territorio romagno-lo avrebbe già provocato gravissi-mi danni alla salute di molti nostri concittadini. Lo stesso Bencivelli, unitamente al Presidente CSI Dott. Marco Guizzardi, ha espresso vivo compiacimento per la riusci-ta della Campagna e un sincero

apprezzamento per il CSI e le sue società sportive che così gene-rosamente hanno accolto l’invito ad avvicinarsi alla donazione del sangue. Il Presidente CSI Guizzar-di, nel dichiararsi orgoglioso del comportamento e della sensibilità delle società sportive affiliate, ha sottolineato l’importanza dell’ab-binamento sport-salute e come lo stesso ambiente sportivo possa essere generosa fonte di nuovi donatori. L’incontro si è concluso con la premiazione delle società sportive più attive nell’offerta di nuovi donatori e donatrici: una borsa medica di primo soccorso da utilizzare durante le partite di campionato è stata consegnata alle Società sportive SS. Redento-re, Libertas Stella Azzurra (calcio), Pol. E’ Cruseri (pallacanestro) e Guardia Costiera (calcio a 5). Ma la “vincitrice” dell’inconsueta gara di solidarietà è risultata la società Bizantina Volley (pallavolo femmi-nile), alla quale è stata consegnata una muta di maglie da gara offerta dalla FIDAS-ADVS.

Nella foto: al centro, la squadra Bizantina Volley, a sinistra

il Presidente CSI M. Guizzardi, a destra il Presidente ADVS

F. Bencivelli

ha questa popolazione, il resto è frutto di una selezione e degli allenamenti che avvengono in apposite scuole istituite in quel paese del corno d’Africa da ex atleti anche italiani, che poi raccolgono i frutti offrendo i loro prodotti come in una co-mune rete commerciale. Come noi espor-tiamo abbigliamento, alimentari, macchi-nari, ecc., il Kenya esporta banane, caffè e maratoneti.D’altra parte anche gli organizzatori di questi eventi sportivi hanno tutto l’inte-resse a pilotare il risultato verso la vitto-ria di un atleta capace di correre in tempi record e magari pure straniero, da buoni esterofili, sarà sicuramente maggiore il ri-salto dato dagli organi di informazione e di conseguenza il coinvolgimento di sponsor e appassionati per le edizioni successive.Oltre alla maratona, la macchina organiz-zativa proponeva anche la mezza distanza di 21 km, a cui hanno partecipato circa in 240 (nella maratona gli arrivati sono stati poco meno di 500), mentre nell’intervallo tra la partenza e l’arrivo delle due gare un piacevole intrattenimento per i presenti al Pala de’ Andrè è stato offerto da una

tappa delle “Promesse di Romagna”, mi-niatleti da 4 a 15 anni che a turno e per fa-sce d’età su distanze rapportate alle loro possibilità hanno espresso tutte le loro doti di velocisti, suscitando un caloroso interesse. Erano circa 120 in totale, con la gratificazione per tutti di ricevere comun-que un premio, dal primo all’ultimo. Il ca-lendario delle “Promesse” è un’iniziativa di una ventina di società della Provincia di Ravenna, tra cui anche la nostra, ed ha lo scopo di avvicinare allo sport della corsa i più piccoli seguendoli poi fino ai 15 anni; inizia a febbraio e termina a novembre ed è prevista una premiazione in ogni gara ed una premiazione finale per somma di punteggi.La nostra prossima maratona sarà a Fi-renze il 25 novembre, probabilmente l’ultima del 2007 che ci ha già portato in diverse località tra cui Salsomaggiore, Treviso, Torino, Lago di Garda, New York per due del nostro gruppo, mentre per il prossimo anno è già in programma la tra-sferta a Londra nel mese di aprile.

Paride Gardelli

I nostri tempi alla maratona di Ravenna.

Pett. Cognome e nome Tempo Società finale

381 Gardelli Paride 2:55:50 A.D.V.S. RAVENNA509 Molineris Mauro 3:09:37 A.D.V.S. RAVENNA500 Ranieri Migale Francesco 3:49:27 A.D.V.S. RAVENNAf46 Zaccaria Lia 3:50:45 A.D.V.S. RAVENNA117 Gualdi Paolo 3:59:24 A.D.V.S. RAVENNA446 Dalpozz Paolo 4:28:32 A.D.V.S. RAVENNA382 Mazzotti Giorgio 4:32:25 A.D.V.S. RAVENNAf55 D’angelosante Onorina 5:02:23 A.D.V.S. RAVENNA

Page 16: il pellicano n.4 2008

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ADVS-FIDAS: Associazione Donatori Volontari Sangue

c/o Ospedale S. Maria delle CrociLa segreteria è aperta

da lunedì a sabato dalle 7,30 alle 13,30, domenica dalle 8,30 alle 10,00. Per le donazioni di sangue tutti i giorni

dalle 8,00 alle 10,30.

Per informazioni telefonare al numero 0544-403462

oppure www.advsravenna.it e-mail: [email protected]

e-mail: [email protected]

Consiglio direttivo: Presidente Franco Bencivelli; Vice-Presidente Grazia Sofia Meneghini. Segretario Generale Federica Fusconi; Tesoriere Barbara Saviotti; Segretario Organizzativo e Segretario Organizzativo alle politiche giovanili Nicoletta Valbruccioli; Responsabile Propaganda Massimo Baldi; Consiglieri Serafino Ferrucci, Giorgio Morandi, Gilberto Sansovini, Francesca Saragoni, Enzo Severi, Stefano Sforza, Gianluca Valmorri.

Sindaci Revisori: Presidente Pietro Bazzi. Sindaci: Edgardo Argelli, Bruno Camerani. Collegio Probiviri: Presidente Pietro Natali, Giuliano Lucchi, Roberto Mingarelli. Cosulente Tecnico Daniele Dott. Vincenzi.Responsabile Stampa Luigi Guerra.

MESSAGGIO IMPORTANTE

novità per la deducibilità dalla dichiarazione dei redditi

codice fiscale sugli scontrini

della farmacia

Dal 1 luglio 2007 le spese mediche valide per la deduzione o la detrazione, dovranno essere certificate con fattura o scontrino fiscale portante la descrizione del prodotto acquistato e l’indicazione del codice fiscale del destinatario del farmaco. Solo fino al 31 dicembre 2007, l’apposizione del codice fiscale può essere effettuata in un momento successivo all’acquisto se l’acquirente non è il destinatario e non ne conosce il codice o non ha con sé la tessera sanitaria di quest’ultimo.