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8/18/2019 Il ponte strallato di Albes
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Il ponte strallato di Albes
The Albes cable stayed
bridge
Un ponte strallato metallico a pilone unico e campate forte-
mente dissimmetriche consente di superare il fiume Isarco
senza pile in alveo, risolvendo forti condizionamenti di com-
patibilità geometrica, ambientale ed idraulica. Anche le mo-
dalità di montaggio e varo, inconsuete per un ponte strallato,
sono state progettate con l’intento di rendere minimo l’impat-
to delle attrezzature provvisorie con l’ambiente circostante.
A single pylon metal cable stayed bridge with highly asymmet-
ric spans provides a route across the River Isarco without the
need for piers inserted in the river bed, while at the same time
overcoming problems of geometric compatibility and environ-
mental and hydraulic restrictions. The assembly and launch
methods, which are unusual for a cable stayed bridge, have also
been designed to reduce the impact of the temporary structures
on the surrounding environment to the minimum.
Massimiliano Lazzari, Roberto RicciMaccarini, Mario Organte, Ennio Picco
Il progetto per il miglioramento dell’accesso viario alla zona indu-
striale di Bressanone Sud e alla frazione di Albes provenendo dalla
SS nr. 12 e dal casello Bressanone sud dell’Autostrada A22-E45 del
Brennero prevede due opere significative, necessarie per il supera-
mento sia della linea ferroviaria del Brennero che del fiume Isarco,
che in quel tratto sono contigui (Fig. 1).
Si tratta di un viadotto stradale a struttura mista acciaio – calce-
struzzo di 19 campate, per una lunghezza complessiva di 650 m,comprendente anche la campata sopra la ferrovia, e soprattutto di
un ponte strallato che consente ad un ramo di svincolo stradale
verso Albes il superamento del fiume Isarco. Tale ponte corre pa-
rallelo al ponte ferroviario attuale, realizzato mediante tre campate
ferroviarie a travatura reticolare della luce di circa 32 m ciascuna,
con pile in alveo.
Durante l’iter di messa a punto e di approvazione del progetto, re-
lativamente alla scelta della tipologia del nuovo ponte sull’Isarco,
è stata eseguita una indagine idraulica sperimentale per valutare
gli effetti che ulteriori pile in alveo avrebbero comportato sul regi-
me idraulico dell’Isarco stesso, in considerazione della preesistenza
delle altre pile. I risultati hanno indicato come preferibile una so-
luzione senza ulteriori pile entro l’alveo, che in quella zona è largo
circa 70m; la conseguente grande luce dell’impalcato, assieme alla
necessità di avere un impalcato di ingombro verticale ridotto per
rispettare da una parte il franco idraulico sul fiume e dall’altra le
quote stradali imposte dalla morfologia viaria circostante, hanno
indirizzato la scelta progettuale verso un ponte strallato a luci dis-
simmetriche (Fig. 2).
Fig. 1 - Ponte strallato di Albes completato
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Fig. 2 - Planimetria generale della zona
Fig. 3 - Ponte strallato di Albes: prospetto laterale e pianta della strut
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Fig. 4 - Sezione corrente dell’impalcato
Fig. 5 - Sezione in corrispondenza dei traversi
Fig. 6 - Particolare dell’ancoraggio degli stralli al concio terminale, e del concio alla fondazione
1. LE STRUTTURE METALLICHE
La lunghezza complessiva del ponte stral-
lato di Albes è di circa 110 m; la campata
principale ha lunghezza di circa 80 m, men-
tre la campata laterale è prossima ai 30 m
(fig. 3). L’antenna ha altezza complessiva di
40m, misurata dalla cerniera di base.
Il ponte è integralmente costituito di ac-
ciaio Fe 510 autoprotettivo tipo Corten,
con bulloni AR classe 10.9; per ragioni emi-
nentemente estetiche, le strutture dell’an-
tenna e le velette laterali sono state anche
verniciate.
L’impalcato, alto 1600 mm e largo 9000mm, è caratterizzato da una struttura a
“cassone aperto”, con anime di spessore 12
-14 mm, piattabande inferiori di spessore
80 mm unite da una fitta controventatu-
ra calcolata per “chiudere” torsionalmente
la sezione, e lastra ortotropa superiore di
spessore 12 mm. La lastra ortrotropa, pre-
ferita ad una più tradizionale soluzione asoletta in c.a. per ovvie ragioni di legge-
rezza, è ottenuta con canalette trapezoi-
dali di spessore 8 mm poste ad interasse
di 300 mm (Fig. 4). Il cassone è diaframma-
to con telai posti ad interasse di circa 3.0
m con lo scopo di fornire una sufficiente
resistenza alla perdita di forma (Fig. 5). Le
giunzioni sono tutte bullonate ad attrito.Il sistema di trasmissione delle forze fra
stralli ed impalcato è un dettaglio strut-
turale di particolare delicatezza; ad esso
infatti si richiede di riportare alla struttura
principale del ponte (cassone) le forze sugli
stralli, generalmente di forte entità (in que-
sto caso fino a 2000 kN) inclinate in manie-
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Fig. 7 - Particolare del modello numerico del concio di ancoraggio di uno strallo singolo e del sistemadi ancoraggio di spalla
Fig. 8: Sezione trasversale di una colo
dell’antenna, e modello numerico persimulazione di buckling locale (imbozzamen
Fig. 9 - Sezione del fusto dell’antenna, visione 3D della testa dell’antenna e disegno delle piastrecostituenti la testa di strallatura
Fig. 10 - Base delle colonne dell’antenna appoggio a cerniera sferica da 10000 kN
Fig. 11 - Assemblaggio dei conci 1, 2 e 3 dell’avambecco. Si evidenzia la curvatura dell’avambecco
introdotta in fase di montaggio
ra generica rispetto all’asse longitudina
fortemente eccentriche rispetto alle an
(flessione trasversale).
Con l’obiettivo di semplificare sia lo sc
ma resistente sia la costruzione del no
di attacco, si è scelto di riportare le az
di ciascuno strallo a due traversi verti
consecutivi, attraverso una robusta tr
di bordo. La componente orizzontale dforza è ripresa dalla lamiera di impalcato
calmente adeguatamente rinforzata, m
tre quella verticale, ripartita fra i due tra
si in funzione della posizione geomet
dello strallo, genera una flessione e ta
sui traversi stessi; sulle parti di struttura
appartengono contemporaneamente
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Fig. 12 - Schemi delle fasi di varo
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traverso e alla sezione principale corrente,
lo stato tensionale pluriassiale è facilmen-
te combinabile. Particolare complessità sia
progettuale che esecutiva era rappresenta-
ta dal concio terminale sul quale si anco-
rano a breve distanza i tre stralli di riva, e
che a sua volta è connesso alla fondazione
mediante due robuste cerniere a perno,poste in corrispondenza delle anime (Fig.
6), fortemente sollecitate a trazione. Per
l’analisi, sono stati modellati con elementi
shell interi tratti di impalcato significativa-
mente lunghi nell’intorno di un attacco;
all’estremità di tali tratti, le condizioni al
contorno erano costituite alle sollecitazioni
individuate sul modello globale, condizio-
ne per condizione (Fig. 7).
L’antenna, che ha la classica forma ad A, è
costituita da due colonne rettilinee incli-
nate a sezione triangolare cava con angoli
stondati, irrigidita trasversalmente da dia-
frammi posti ogni 2,9 m e dotati di pas-
so d’uomo per il montaggio. La rinuncia
degli irrigidimenti verticali di complicata
esecuzione è il frutto di ripetute analisi
numeriche di buckling sia lineare che non
lineare, che hanno consentito di ottimiz-
zare lo spessore in funzione dell’interasse
dei diaframmi. (Fig. 8). I fusti convergono
in sommità sull’elemento di testata, su cui
si innestano gli stralli. Tale testata è proget-
tata come un graticcio di lame entro i cui
riquadri si ancorano le testate dei 12 stralli
(Fig. 9); particolare complessità, essenzial-
mente di tipo geometrico, riveste la con-
nessione con la sezione triangolare delle
colonne.
Alla base, il vincolo è fornito da un appog-
gio da ponte da 10000 kN a cerniera sferica
a concavità verso il basso, particolarmente
adatto ad assorbire anche elevate forze
orizzontali. La contemporanea dotazio-ne di appositi allargamenti che possono
ospitare dei martinetti di sollevamento
per l’ispezione e la manutenzione (Fig. 10)
rende l’appoggio totalmente sostituibile in
caso di necessità.
Gli stralli sono 12, tutti composti da 55 tre-
foli Ø 0,6’ di tipo super (Atrefolo
= 150mm2), e
Fig. 13 - Fase di varo 3. Visione laterale del ponte e del primo concio dell’avambecco collegall’impalcato , visione dalla base della pila10 di arrivo
Fig. 14 - Fase di varo 3. Appoggio su rulliera in corrispondenza della pila provvisoria
Fig. 15 - Fase di varo 3. Conci 3 - 4 - 5 e appoggio su spalla
sono in acciaio ad alta resistenza (tensione
minima garantita di rottura f ptk
> 1770 MPa)
esternamente rivestiti da una guaina in PE.
Gli stralli sono disposti ad arpa nel lato di
riva, e a ventaglio nel lato di sospensione.
Il sistema di vincolo alle azioni orizzon
li prevede un punto fisso sulla spalla
campata di riva, per mezzo delle cern
re precedentemente descritte, e appo
scorrevoli longitudinalmente sul trave
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di antenna e sulla pila di arrivo.
Il peso complessivo del ponte è di 560 ton,
suddivise in 460 ton per l‘impalcato con
incidenza di 450 daN/mq e in 100 ton per
l’antenna ed il relativo traverso.
Fig. 16 - Fase di varo 4: massimo sbalzo con avambecco parziale
Fig. 17 - Fase di varo 5: sollevamento conci 2 e 3 dell’avambecco
Fig. 18 - Fase di varo 5. Appoggio in pila 10 della testata dell’avambecco e collegamento tra il primo esecondo concio dell’avambecco
Fig. 19 - Fase di varo 5. Vista laterale dell’impalcato con l’avambecco con l’evidente stato deformativo
2. IL VARO
La costruzione dell’impalcato del ponte
strallato sul fiume Isarco si è svolto in tre
fasi principali successive:
• montaggio e varo dell’impalcato. L’impal-
cato, assemblato in corrispondenza della
spalla sud, è stato spinto mediante argano
fino ad una pila provvisoria, posta in corri-
spondenza dell’antenna, e successivamen-
te, con l’ausilio di un “avambecco”, è stato
spinto fino alla pila di arrivo;
• montaggio dell’antenna. L’antenna, suddi-
visa in conci, è stata montata stabilizzandoi vari conci con stralli temporanei fissati al-
l’impalcato;
• montaggio degli stalli e tesatura degli stessi.
La successione e la tesatura degli stralli è
stata sviluppata in modo da riportare l’im-
palcato nella configurazione statica previ-
sta da progetto.
Di seguito si riportano maggiori dettagli di
ciascuna fase principale.
2.1. IL VARO DELL’IMPALCATO
Le procedure di varo dell’impalcato sono
state sviluppate considerando i seguenti
condizionamenti:
• le modeste caratteristiche di resistenza e
l’elevata deformabilità dell’impalcato, la cui
sezione resistente è progettata per l’eser-
cizio con appoggi intermedi forniti dagli
stralli, che non consentivano il superamen-
to di forti luci a sbalzo;
• la necessità di superare una luce di circa
78 m senza l’utilizzo di pile intermedie per
l’impossibilità di occupare, sia pure tempo-
raneamente, l’alveo del fiume.
Per il varo, è stato adoperato un “avam-
becco” ad anima piena di circa 38 m a due
travi parallele, connesse da controventa-
tura, suddiviso in tre conci e assemblato
con una significativa monta verso l’alto per
compensare la deformazione dell’impalca-
to sulla luce di varo (Fig. 11).
L’assemblaggio diretto dell’intero avam-
becco (≈
650 kN) con l’impalcato prima delvaro avrebbe comportato una limitazione
del massimo sbraccio possibile, tale da im-
pedire il raggiungimento della pila di arrivo
(Pila 10). Si è dunque proceduto suddivi-
dendo le operative di avanzamento in tre
momenti fondamentali:
• nella prima fase l’impalcato viene spinto
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Fig. 20 - Fase di varo 5. Prima forma di instabilità
della sezione per effetto della reazione verticaledella rulliera e del momento flettente
Fig. 21 - Fase di varo 6. Dopo la rimozione dellazavorra e il sollevamento del concio della spalla
si ha l’appoggio dell’avambecco in pila Fig. 22 - Fasi operative del Montaggio dell’antenna
a sbalzo con il primo concio dell’avambec-
co collegato. Durante questa fase l’impal-
cato, appesantito al minimo dalla presen-
za dell’avambecco (peso del primo concio
pari a circa 215 kN), viene spinto fino al
massimo sbalzo possibile consentito dalla
resistenza della sezione di impalcato, pari
a circa 55 m dalla pila provvisoria posta in
corrispondenza dell’antenna;
• nella seconda fase il secondo ed il terzo
concio dell’avambecco (peso complessivodi circa 475 kN) vengono montati appog-
giando una estremità alla pila di arrivo (pila
10) mentre l’altra estremità viene collegata
a cerniera con il primo concio dell’avam-
becco;
• infine, una volta reso continuo l’avam-
becco bloccando la cerniera fra il primo e
il secondo concio dell’avambecco, si com-
pletano le operazioni di spinta e varo del-
l’impalcato.
Si descrivono le fasi operative più in detta-
glio, con l’ausilio degli schemi di Fig. 12:
fase 1: montaggio della pila provvisoria,
dell’argano di tiro e delle rulliere per l’avan-
zamento; montaggio dei conci 1, 2, 3 e 4
del ponte e montaggio del concio 1 del-
l’avambecco;
fase 2: avanzamento della travata di circa20m;
fase 3: montaggio del concio 5 e 6 del pon-
te, e posa in coda di una zavorra di 550 kN.
Le Fig. 13, Fig. 14 e Fig. 15 mostrano alcune
immagini dell’impalcato e del primo con-
cio dell’avambecco movimentato durante
questa fase di varo, nonché delle attrezza-
ture (rulliera in corrispondenza della
provvisoria e ritegno laterale corrisp
dente);
fase 4: ulteriore avanzamento della trav
di 16.40 m Fig. 16;
fase 5: montaggio del 2 e 3 concio dell’av
becco con giunzione a cerniera sul con
1 e con appoggio in pila 10 per l’estrem
anteriore; le Fig. 17, Fig. 18 e Fig. 19 do
mentano alcune situazioni di tale fase.
In questa configurazione, in corrispdenza della pila provvisoria, sono st
raggiunte le massime reazioni vincolari
massimo valore di momento flettente.
resa necessaria, quindi, una attenta veri
del comportamento dell’anima del cas
ne nei confronti dell’instabilità per effe
del momento flettente e della reazio
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vincolare trasmessa dalle slitte. Si sono svi-
luppate due analisi mediante modelli localiagli elementi finiti:
• verifica della stabilità dell’anima per effet-
to del momento flettente basandosi sulla
CNR 10011 senza la presenza delle rulliere
(solo flessione); tale verifica copre peraltro
le sole zone prossime a quella di appoggio,
e quindi ha una validità parziale
Fig. 23 - Montaggio del secondo concio dell’antenna
Fig. 24 - Montaggio del terzo concio dell’antenna
Fig. 25 - Montaggio della testa dell’antenna
• analisi agli elementi finiti dell’instabilità
dell’anima per effetto della reazione vinco-lare e del momento flettente.
Per valutare l’importanza relativa dei due
contributi instabilizzanti (compressione
longitudinale per effetto del momento
flettente, e compressione trasversale per
effetto della reazione locale della rulliera),
si sono condotte dapprima delle analisi se-
parate; la Fig. 20 mostra i modi di instabilità
per tali effetti, mettendo in conto la pre-
senza di irrigidimenti aggiuntivi localizzati
previsti proprio per questa fase, e i relativi
coefficienti di sicurezza (rispettivamente
3,30 e 5,79). Combinando i due effetti, il
coefficiente di sicurezza scende a 2,5, rite-
nuto sufficiente per una situazione provvi-
soria in condizioni di carico controllato.
Fase 6: rimozione della zavorra da 550 kN,
sollevamento del ponte dalla spalla sud e
presa in carico nella pila 10. In tal modo
(Fig. 21), il ponte e l’avambecco appoggia-
no solamente in corrispondenza della pila
provvisoria e della pila di arrivo, in condizio-
ni isostatiche;
fase finale: le fasi conclusive del varo del-
l’impalcato sono costituite da una succes-
sione di spinte e rimozione dei conci del-
l’avambecco, con il montaggio dell’ultimo
segmento di impalcato e l’abbassamento
nella configurazione finale.
2.2. IL MONTAGGIO DELL’ANTENNA ELA TESATURA DEGLI STRALLI
Prima del montaggio degli stralli, l’antenna
ha uno schema statico labile, essendo carat-
terizzata da cerniere alla base e da appoggi
scorrevoli tra impalcato e antenna. Con la
presenza degli stralli il sistema di sospen-
sione antenna – stralli diventa equilibrato e
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Fig. 26 - Montaggio delle guaine e dei trefoli per gli stralli 3 e 4
Fig. 27 - Montaggio delle guaine e dei trefoli per gli stralli 2 e 5
capace di trasferire i carichi e sovraccarichi
a terra. Per garantire la stabilità dell’anten-
na durante il montaggio dei singoli conci diantenna fino alla tesatura della prima cop-
pia di stralli si sono utilizzate 4 funi provvi-
sorie (2 di funi di riva S2 e 2 di campata S3)
la cui efficacia era garantita da un leggero
stato di pretensione sufficiente a mantener-
le sempre tese In particolare, le funi di lato
campata sostenevano l’antenna inclinata
mentre le altre funi erano disposte a presi-
dio per eventuali squilibri non previsti. Lo
schema di Fig. 22 mostra le fasi principalidel montaggio della antenna, ulteriormen-
te illustrate dalle Fig. 23, Fig. 24 e Fig. 25.
Una volta montata l’antenna si sono tesati
gli stralli 3 e 4 ad un valore tale da garantire
da soli la stabilizzazione dell’antenna stessa
così che si è potuto procedere alla rimozio-
ne delle funi temporanee S3 e S4 di riva e
campata. Le vere e proprie operazioni d
satura degli stralli sono 3 e prevedono
ritesatura degli stralli 3 e 4 e una succestesatura delle coppie di tralli 2 – 5 e 1
(vedi Fig. 26 e Fig. 27). Per tenere conto d
successione delle diverse configurazion
tesatura si è impiegata una matrice di s
sibilità, riportata nella Tab. 1. Si sono qu
creati diversi modelli numerici che cons
rano attivi o meno i diversi stralli e valut
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l’effetto di un tiro unitario sugli altri stralli.
La matrice di sensibilità viene impiegata
per lo studio dei tiri teorici da introdurre
in ogni strallo; mediante tale tabella, che
considera le diverse configurazioni di tesa-
tura, è possibile valutare i tiri reali alla fine
di ogni fase e alla fine dell’intera attività di
tesatura (Tab. 2).
L’analisi degli effetti delle varie fasi di tesa-
tura ha condotto anche all’individuazione,
effettuata con diversi valori del modulo
elastico “apparente” degli stralli, degli spo-
stamenti teorici per alcuni punti significativi
della struttura (abbassamenti per i punti di
attacco degli stralli, spostamento orizzonta-
le per la sommità dell’antenna); nella tabel-
la 3 è riprodotta una sequenza attesa per ledeformazioni citate. La tabella ha fornito agli
operatori uno strumento di controllo del-
la risposta “reale” del ponte a sollecitazioni
note, dato che il tiro degli stralli è effettuato
con precisione, e di valutazione sperimen-
tale, risultata nell’ambito dei valori teorici,
della rigidezza assiale degli stralli.
DATI DI PROGE TTO
Committente:
Provincia Autonoma di Bolzano - Ripartizio-
ne 10 - Infrastrutture
Progetto generale e strutturale:
3M Engineering srl - Ingg. Danilo Mora e Ro-berto Ricci Maccarini; Ing. Massimiliano Laz-
zari
Direzione Lavori:
3M Engineering srl - Ingg. Danilo Mora
e Roberto Ricci Maccarini;
Impresa generale:
Wipptalerbau, Bolzano
Strutture metalliche:
Cimolai SpA
Progetto costruttivo e studio del
montaggio e varo:
U.T. Cimolai (ing. Ennio Picco),
S.I.St. (ing. Mario Organte, con la
collaborazione dell’ing. Massimiliano
Lazzari)
1
Fase 3
2
Fase 2
3
Fase 1
4
Fase 1
5
Fase 2
6
Fase 3
S e n s i b
i l i t à s
t r a l l o 1 Fase 3 1.000 0 0 0 0 0.439
2 Fase 2 -0.490 1.000 0 0 0.358 0.262
3 Fase 1 -0.276 -0.835 1.000 0.849 0.173 0.066
4 Fase 1 -0.087 -0.027 1.179 1.000 -0.754 -0.035
5 Fase 2 0.029 0.213 0 0 1.000 -0.427
6 Fase 3 0.270 0 0 0 0 1.000
Tesatura unitaria strallo
Tab. 1 - Coefficienti di sensibilità delle tesature
Stralli Fase 1 ritesatura 3 e
4 [daN]
Fase 2 tesatura 2 e 5
[daN]
Fase 3 tesatura 1 e 6
[daN]
1 0 0 145000
2 0 130000 125000
3 184000 146000 130000
4 229000 115000 101000
5 0 166000 110000
6 0 0 160000
Tab. 2 - Trazione introdotta negli stralli
49
I strallo
48
II strallo
51
III strallo
24
antenna
Dz [m] Dz [m] Dz [m] Dx [m]
Fase 1A 1 -0.195 -0.329 -0.236 0.157
Fase 1B 2 -0.188 -0.321 -0.231 0.109
Fase 1C 3 -0.166 -0.293 -0.215 0.064
Fase 1D 4 -0.167 -0.294 -0.215 0.064
Fase 1E 5 -0.170 -0.296 -0.217 0.075
Fase 1E+3+4 6 0.048 -0.020 -0.054 -0.114
Fase 1E+3+4+2+5 7 0.110 0.148 0.070 -0.144
Fase 1E+3+4+2+5+1+6 8 0.114 0.179 0.124 -0.142
Fase 1E+3+4+2+5+1+6+PERM 9 0.091 0.133 0.084 -0.130
assoluto
Tab. 3: sequenza degli spostamenti assoluti in direzione verticale (δZ) per i punti di attacco deglistralli e in direzione orizzontale (δX) per il punto di sommità dell’antenna. Sono considerate le fasi
preparatorie (da 1A a 1E), le singole fasi di tiro (1E + ΣXi) e la sovrapposizione del carico permanente
delle finiture.
Dr. ing. Massimiliano Lazzari ,
Dipartimento di Costruzioni e Trasporti,
Facoltà di Ingegneria, Università di Padova
Dr. ing. Roberto Ricci Maccarini ,Studio 3M Engineering, Bressanone (BZ)
Dr. ing. Mario Organte ,
Studio Ingegneria strutturale
Organte-Bortot, Padova
Dr. ing. Ennio Picco ,
Ufficio tecnico Cimolai SpA,
Pordenone