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  Tra chip e sensori arriva il post-umano di Stefano Rodotà Dobbiamo cominciare ad abituarci ad una parola nuova, e inqu ietante - post-umano. Dobbiamo farlo non per dare un nome a quelli che, nel film "The Manchuriar Candidate", vengono predisposti per svolgere determinate atti vi , compresa quella di Presidente degli Stati Uniti attraverso chip e sensori elettronici introdotti sotto la pelle o nel cervello. Dobbiamo farlo perché questa modificazione elettronica del corpo è gi à nella concreta realt à che viviamo, e non si ritrova soltanto nelle opere di fantasia che danno corpo alle molte angosce dell'America di oggi - la sorv eglianza onni pr esente, la mani po lazione delle coscienze, il peso delle grandi società nelle scelte politiche, la creazione a tavolino dei candidati alle più alte responsabilità politiche. Il 12 ottobre di quest'anno la Food and Drug Administration, l'autori statunitense che si occupa della salute, ha autorizzato l'utilizzazione del VeriChip un piccolissimo strumento elettronico da inserire sotto la pelle dei pazienti che contiene i dati necessari per l'identificazione e che viene letto a distanza, permettendo l'immediato accesso ad una banca dati che contiene le informazioni sulla salute dell'interessato. Ma già prima di quella data era

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 Tra chip e sensori arriva ilpost-umano

di Stefano Rodotà

Dobbiamo cominciare ad abituarci ad una parolanuova, e inquietante - post-umano. Dobbiamofarlo non per dare un nome a quelli che, nel film"The Manchuriar Candidate", vengono predisposti

per svolgere determinate attività, compresaquella di Presidente degli Stati Uniti attraversochip e sensori elettronici introdotti sotto la pelle onel cervello. Dobbiamo farlo perché questamodificazione elettronica del corpo è già nellaconcreta realtà che viviamo, e non si ritrovasoltanto nelle opere di fantasia che danno corpo

alle molte angosce dell'America di oggi - lasorveglianza onnipresente, la manipolazionedelle coscienze, il peso delle grandi società nellescelte politiche, la creazione a tavolino deicandidati alle più alte responsabilità politiche.

Il 12 ottobre di quest'anno la Food and Drug

Administration, l'autorità statunitense che sioccupa della salute, ha autorizzato l'utilizzazionedel VeriChip un piccolissimo strumentoelettronico da inserire sotto la pelle dei pazientiche contiene i dati necessari per l'identificazionee che viene letto a distanza, permettendol'immediato accesso ad una banca dati che

contiene le informazioni sulla salutedell'interessato. Ma già prima di quella data era

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stata avviata, ache in ospedali italiani, unasperimentazione di questi microchip, impiantatiper il momento solo su pazienti affetti da

patologie croniche (diabete, cardiopatie, Hiv),soprattutto per rendere possibile, in situazioni diemergenza, l'istantanea conoscenza dello statodi salute del paziente attraverso l'associazionetra microchip, lettore, banca dati.

Ma non è soltanto nel settore della salute che si

ricorre all'impianto di microchip nel corpo umano.Lo ha fatto, con evidenti intenti pubblicitari, unadiscoteca di Barcellona, il Baja Beach Club checonsente ai soci che accettano di farsi impiantareil chip di entrare nel locale senza alcuna formalitàe di pagare automaticamente le consumazionigrazie alla loro identificazione a distanza. Una

società americana sta mettendo in commercioarmi che possono essere adoperate solo da chi,avendo un chip impiantato nella mano, vienericonosciuto dall'arma stessa come suo legittimopossessore. A luglio si è appreso che in Messico,con una spesa di 150 dollari a persona, è stato"iniettato" un microchip nel braccio delProcuratore generale e di altri 160 suoidipendenti per controllare il loro accesso a unimportante centro di documentazione eeventualmente, per rintracciarli in caso disequestro. Sempre a luglio Blair ha annunciato divoler "etichettare e controllare" via satellite icinquemila più pericolosi criminali inglesi.

Siamo alla vigilia di un cambiamento della natura

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stessa del corpo che, modificatotecnologicamente, diverrebbe per ciò post-umano? Questo è un tema che merita una vera

discussione pubblica, invece di perder tempodietro inconcludenti e strumentali diatribe intornoad un astratto rispetto della natura. I casi appenaricordati, infatti, sono solo l'avanguardia piùvisibile di una larghissima serie disperimentazioni volte ad inserire nel corpoumano strumenti elettronici e a collegarlo con un

computer. Gli stessi microchip, peraltro possonogià oggi contenere dati diversi da quelliidentificativi. L'Applied Digital Solutions, lasocietà americana che produce il VeriChip, nellasua pubblicità fa riferimento esplicito allapossibilità di inserire direttamente nel chip ancheinformazioni sulla salute, dati finanziari, altri

dettagli sulla situazione personale del soggetto,come i precedenti penali.

Da lunghissimo tempo il corpo umano conoscel'inserimento al suo interno di materiali diversiper curarlo o "ripararlo": pacemakers, impianti disilicone, uso del titanio nel caso di frattureappartengono ormai alla casistica quotidiana. Unlibro americano, che descrive i diversi modi in cuisi ricorre a queste sostituzioni o integrazioni diparti del corpo, ha come titolo "The Body Shop",che negli Stati Uniti è l'insegna dei negozi dipezzi di ricambio per le automobili. E proprio ilcorpo come "macchina" aveva richiamatol'attenzione degli Illuministi.

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Oggi, però, siamo di fronte ad un mutametoqualitativo che, attraverso l'inserimento nelcorpo di strumenti provenienti dal mondo delle

tecnologie dell'informazione e dellacomunicazione, mettono in discussionel'autonomia stessa della persona. A differenza deicasi in cui si è portatori di un pacemaker o di unaprotesi di silicone, infatti, l'inserimento di unmicrochip può mettere il corpo in permanentecollegamento con altre persone che possono

identificarlo, controllarne lo stato di salute,seguirne i movimenti, modificare a sua insaputale informazioni contenute nel chip. Così cambia lostatuto personale e sociale del soggetto. Puòessere sempre "on line", divenire una "networkedperson", una persona permanentemente in rete,configurata in modo da emettere e ricevere

impulsi che consentono di rintracciarne ericostruirne condizioni fisiche e mentali,movimenti, abitudini, contatti, modificando cosìsenso e contenuti della sua autonomia.

Discutere tutto questo richiede prudenza edistinzioni. Quando si parla dei chip e del loroimpianto, ad esempio, è indispensabile tenerpresente che questi strumenti, leggibili adistanza con la tecnica delle radiofrequenze,possono essere tra loro molto diversi: conteneresoltanto informazioni non modificabili, nonemettere impulsi, e quindi essere leggibili soloper finalità e con modalità estremamentecircoscritte; oppure contenere informazionimodificabili dall'esterno (aggiornamento delle

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condizioni di salute o delle transazioni finanziarieeffettuate), emettere impulsi che possonoconsentire un continuo controllo delle condizioni

o degli spostamenti della persona. Bisognadistinguere i casi in cui gli impianti servono perreintegrare funzione mancanti o perdute(udito,vista, lesione di arti) da quelli in cui sitende ad un miglioramento delle prestazionifisiche e psichiche (sono ammissibili analogie conil doping?). Bisogna poi considerare le loro

finalità: tutela della salute o altro; lecaratteristiche dell'impianto, reversibile opermanente; il collegamento dell'impianto conuno analogo nel corpo di un'altra persona; laparte del corpo dove vengono impiantati,cervello o altrove. Quest'ultimo punto meritaparticolare considerazione, poiché gli impianti nel

cervello possono essere finalizzati al recupero difunzioni perdute, come la vista, o a renderepossibile, ad esempio attraverso il collegamentocon un computer, condizionamenti delcomportamento.

Questo è appena uno sguardo, estremamentesemplificato, sul futuro immediato. Le analisidevono sempre essere depurate dalle cadutefacili nella fantascienza. Ma è bene tenerpresente che, in questa come in altre materielegate all'innovazione scientifica e tecnologica, ilproblema non è quasi mai il "se", ma il "quando"le ipotesi e le sperimentazioni diverranno fatticoncreti, con i quali fare i conti.

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In questa dimensione prospettica, diventanoindispensabili una discussione pubblica el'individuazione di principi comuni, partendo, ad

esempio, dal Trattato costituzionale europeo edalla Carta dei diritti fondamentali in essocontenuta. Qui si afferma che la dignità umana èinviolabile, che ogni persona ha dirittoall'integrità fisica e psichica, che i dati personaliesigono una elevata protezione, che dev'essererispettato il principio di precauzione. Ognuno di

questi punti richiede approfondimenti. Ma tutti cidicono che non è possibile abbandonarsi ad unaderiva scientifica o tecnologica, o che l'unicocriterio di guida possa essere quello dellasicurezza (che, in troppi casi, sta diventandoquello di una paura accuratamente costruita edalimentata per accrescere i controlli ed arrivare

ad una società della sorveglianza).

E' evidente che la tutela della salute è un valorein sé e che sono benvenute tutte le innovazioniche la rafforzano. Ma è proporzionato l'impiantodi un microchip con una invasione emodificazione del corpo, rispettoall'identificazione precisa di un paziente, chepotrebbe essere effettuata con altri mezzi? Nelcaso di possibili modificazioni dall'esterno deidati contenuti nel chip, quali sono le garanziecontro interferenze o accessi indebiti? Si èconsapevoli della necessità di prevedere altissimilivelli di protezione per le informazioni cosìraccolte? Si tengono presenti i problemi digiustizia distributiva, e dunque l'eguaglianza

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nell'accesso a questi nuovi strumenti?

Queste domande possono essere ripetute per

quasi tutti gli altri impianti. Senza rispostesoddisfacenti non si può imboccare impunementequesta strada. La decisione della Food and DrugAdministration è stata assai criticata negli StatiUniti ed è stata dichiarata inaccettabiledall'autorità francese per la tutela della privacy.E che dire della proposta di Blair che, per

persone classificate "ad alta propensione acommettere reati", pur avendo scontato la pena,cancellerebbe la libertà di circolazione e tutte leconnesse forme di autonomia individuale,imponendo loro di portare uno strumentoelettronico che ne renda possibile in ognimomento la localizzazione?

Né, per superare obiezioni e preoccupazioni,basta riferirsi al consenso degli interessati.Stiamo discutendo dell'integrità del corpo e delladignità umana, di interventi che possonomodificare la percezione del sé e incidonosull'antropologia della persona Servono regoleprecise per evitare che un ingannevole consensodiventi la via verso nuove servitù, mascheratemagari con pretese di eguaglianza.

Un consorzio di industrie francesi, Biotech,progetta impianti sui ragazzi per controllare"l'eccesso di attività intellettuale " dei più dotatie "elevare il quoziente intellettuale" degli altri,

per realizzare condizioni di vera eguaglianza. Non

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sono fantasie, perché dietro di esse vi sonoinvestimenti e interessi economici, gli stessi cheamplificano le paure per creare un mercato della

sicurezza. Dobbiamo bloccare sul nascere questederive pericolose. E' tempo di discussionepubblica: perché queste nuove prospettive,inquietanti e promettenti insieme sianogovernate dagli uomini e dal loro senso dellalibertà, e non affidate ad impossibili vincoli dinatura o, peggio alla prepotenza del mercato.

(Ndr: ripreso da la Repubblica di lunedì 6 dicembre2004)