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2 News Prodotti solari: un mercato da 400 milioni di euro Legislazione Il Codice dei medicinali Intervista al farmacista Dott. Pasquale Lenza Natura e benessere Aloe GALENICO Il preparatore Solari

Il Preparatore Galenico - Nr. 2 Giu. 2015

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Periodico di informazione per professionisti del settore

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NewsProdotti solari: un mercato da 400 milioni di euro

LegislazioneIl Codice dei medicinali

Intervista al farmacistaDott. Pasquale Lenza

Natura e benessereAloe

GALENICOIl preparatore

Solari

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IL PREPARATORE GALENICO | N. 2

Editoriale

C’è una parolina magica che negli ultimi anni ha preso sempre più piede, vintage, ovvero

quell’attributo che d’improvviso rende di moda un qualcosa d’altri tempi. Vintage è ad esempio quella maglietta anni ’70, che solo fino a dieci anni fa nessuna adolescente si sarebbe mai sognata di indossare senza un brivido orrido. Eppure... oggi quella stessa maglia diventa ricercata, esibita, proprio perché di moda.L’abbronzatura, a cui dedichiamo questo numero della rivista, può essere anch’essa letta in questa chiave. Fino all’inizio del XX secolo mostrare un viso colorito come una forma di pane d’Altamura era considerato “out”, per dirla con il gergo corrente. Era difatti segno di una professione di basso livello: contadino, manovale ecc. “In” era invece il pallore, la pelle diafana, ben lungi dall’essere considerato sinonimo di precaria salute. Dopo che negli anni ’20 Coco Chanel fece bella mostra della sua tintarella presa in Sardegna, invece, le cose sono cambiate. Pallido iniziava a diventare “out”, colorito “in”. Iniziava così una rivoluzione di cui ancora oggi possiamo vedere gli effetti. L’industria delle creme solari trovò terreno fertile in milioni di “visi pallidi” in cerca di riscatto. Al pari iniziarono a diffondersi rimedi tanto low cost (perché fatti in casa) quanto pericolosi perché spesso senza alcuna valenza medica e con troppe controindicazioni. Non solo. Intere generazioni di poeti e scrittori dovettero rivedere l’immagine cult della loro beneamata: dapprima cerulea come un fantasma, ed ora in cerca di nuove sembianze da ballerina brasiliana di samba.Chissà allora cosa faranno i nostri pronipoti: se ameranno ancora la tintarella oppure se il biancore della pelle diventerà vintage, e dunque nuovamente di moda.E allora sì che saranno problemi. Vedremo forse le spiagge popolarsi solo nelle ore del tardo pomeriggio, dimenticando quella “sindrome della lucertola” che ci fa illudere di recuperare un degno colorito in poche – tremende – ore di esposizione al sole pur di sfoggiare in ufficio un viso degno di Carlo Conti? Chissà...

Stefano Nicelli

Il Preparatore Galenico Anno I – N. 2 | Giugno 2015

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Direttore responsabileDr. Stefano Nicelli

Realizzazione e coordinamento editorialeLOGOGEST – Soluzioni di Comunicazione

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Coordinamento e supervisione scientificaDott. Alessandro Basile

ImpaginazioneLaura De Gennaro

IllustrazioniMarco Bernard

Foto e immaginiPer questo numero “2” le foto sono state in parte realizzate in proprio e in parte tratte da Internet.

Per queste ultime la redazione resta a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti delle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere detta

autorizzazione. In caso di cortese segnalazione, si provvederà tempestivamente a porre rimedio

a eventuali omissioni e/o errori di riferimenti relativi. In caso di conclamata violazione dei diritti, si provvederà

alla pronta rimozione di suddette immagini.

Hanno collaborato a questo numero:Dott. Alessandro Basile; Dott. Pasquale Lenza;

Dott. Marcello Perricone

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SOMMARIO | N. 2

SommarioIl Preparatore Galenico Anno I – N. 2 | Giugno 2015

News del meseNotizie in primo piano04Formula del mese:Le preparazioni per l’esposizione al sole07

Intervista al farmacista preparatore:Dott. Pasquale Lenza11

Appunti di marketing:Come gestire una mailing list clienti14Legislazione:Il Codice dei medicinali15

Intervista al medico prescrittore:Dott. Marcello Perricone

Natura e benessere:Aloe vera: miracolo di natura

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Sondaggio del mese:Galenica dermatologica: meglio le creme o il gel?27Angolo tecnico:Le capsule rigide28

Eventi e corsi30Card Newphargam32

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Nel mondo del giornalismo esistono dei veri e propri tormentoni stagiona-li, ovvero argomenti che si ripetono e producono servizi, articoli e interviste che diventano, anno dopo anno, dei veri e propri cloni di se stessi. Il fred-do in inverno (come se non fosse la stagione deputata...); il caldo in esta-te; i chili di troppo dopo l’Epifania, ecc. La tintarella rientra sicuramente

tra questi. A partire da fine maggio, ogni TG, ogni rotocalco, ogni sorta di prodotto editoriale ci parla di come ab-bronzarci senza rischi, rendendo fami-liari termini di per sé difficili come ad esempio fototipo, raggi UVA e UVB, o resi anche commerciali come fattore di protezione.Per contro, sul social network, abbon-dano i consigli della nonna: rimedi fat-

ti in casa (vedi olio d’oliva, birra, man-giare carote ecc.) che talvolta possono creare rischi per la salute addirittura mortali.Il consumatore si trova dunque schiac-ciato come in un’incudine tra un’in-formazione trita e ritrita, l’intervista

NEWS | NOTIZIE IN PRIMO PIANO

Prodotti solari: un mercato da 400 milioni di euro

A tanto ammontava nel 2012 la spesa in Italia per concedersi una tintarella in tutta sicurezza.

Solari e pigmentanti: quanti ne consumiamo in ItaliaSecondo il Rapporto annuale Industria e consumi cosmetici in Italia nel 2012, stilato dalla Associazione italiana delle imprese cosmetiche (Unipro), in Italia sono stati venduti prodotti solari e pigmentanti per un valore complessivo pari a 393,4 milioni di euro. Di questi 139,6 milioni sono stati spesi in farmacia (+ 4,2% rispetto al 2011), 70,1 milioni in profumeria (- 3,7%) e 183,6 milioni presso la grande distribuzione organizzata (Gdo) e altri canali (+ 2,0%).

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Ogni prodotto solare indica sulla confezione un fattore di protezione solare. Ma cos’è di preciso? La Commissione Europea, in una Raccomandazione del 20062, la definisce come “il rapporto fra la dose minima eritemica sulla pelle protetta da un prodotto per la protezione solare e la dose minima eritemica sulla stessa pelle non protetta”.Di quell’anno è anche l’introduzione dell’International Sun Protection Factor Test (metodo internazionale di prova del fattore di protezione solare) aggiornato dall’industria europea, giapponese, statunitense e sudafricana.Nella sua Raccomandazione, la Commissione Europea stila in modo chiaro qual è la gamma di fattori di protezione solare per ogni categoria. Eccola in sintesi:Protezione bassaFattore di protezione indicato sull’etichetta: 6 - 10 Grado minimo di protezione garantito: 6 > 6-9,9; 10 > 10-14,9 Protezione mediaFattore di protezione indicato sull’etichetta: 15 – 20 - 25 Grado minimo di protezione garantito: 15 > 15-19,9; 20 > 20-24,9; 25 > 25-29,9 Protezione altaFattore di protezione indicato sull’etichetta: 30 – 50 Grado minimo di protezione garantito: 30 > 30-49,9; 50 > 50-59,9 Protezione molto altaFattore di protezione indicato sull’etichetta: 50 + Grado minimo di protezione garantito: 50 > 60 ≤

2 Racc. 22 settembre 2006, n. 2006/647/CE

al dermatologo di turno, e una sorta di “bricolage della salute” che mira ad un doppio effetto: potenziare gli effetti del sole e ridurre la spesa per i prodot-ti specifici che si trovano in farmacia, erboristeria, ma soprattutto nei grandi supermercati.

I dati parlano chiaroI dati statistici parlano d’altra parte chiaro: su quasi 400 milioni di euro, che è la spesa totale per prodotti solari e pigmentanti nel 2012 (vedi box dedi-cato), quasi 184 milioni sono stati spesi nella Grande distribuzione organizzata. Il supermercato vicino a casa, tanto per essere chiari. Quasi 140 milioni in far-macia. Solo 70 milioni in erboristeria. Cosa vuol dire? Che la maggior parte di noi decide di fare una scelta autono-ma: mentre compra latte, pane e biscot-

ti, decide di acquistare anche la crema che ci renderà la pelle dorata come una mulatta. Senza alcun filtro che non sia l’informazione letta sull’etichetta, o, il più delle volte, il passaparola, l’abitu-dine (“mi trovo bene con tal prodotto”), l’autorità della marca e infine il rappor-to qualità-prezzo.Chi compra in farmacia, invece, si pre-sume che abbia un approccio diverso. Considera il prodotto solare non tanto un cosmetico (e come tale acquistabile ovunque) bensì un qualcosa di più, tale da richiedere il parere professionale di un medico farmacista. Indubbiamente, poi, c’è anche un fattore psicologico: un prodotto acquistato in farmacia di per sé (a ragione o torto) acquisisce una valenza e un’affidabilità superiore a quello che trova vicino alle casse del supermercato.

Chi infine compra in erboristeria (la minoranza in ogni caso), con tutta probabilità cerca una soluzione il più possibile naturale, spesso dimentican-do che certi principi attivi naturali pos-sono essere pericolosi al pari di quelli di sintesi.

Ma che confusione!A fronte di un mercato così goloso per l’industria, la confusione (se non proprio l’inganno) è dietro l’angolo per chi è poco informato. Citiamo a questo proposito un intervento duro ma significativo di Markos Kypria-nou, Commissario europeo responsa-bile per la salute e la protezione dei cittadini-consumatori: “I consumatori devono essere messi al corrente del fatto che non esiste un prodotto per la protezione solare che fornisca il 100%

NOTIZIE IN PRIMO PIANO | NEWS

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Fattori di protezione: cosa dice l’Europa

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di protezione nei confronti dei raggi UV pericolosi. Ci sono seri rischi, come quello del cancro della pelle, causati da una protezione insufficiente dai raggi solari. I cittadini europei devono essere informati in modo completo su quanto i prodotti per la protezione solare posso-no o non possono fare per loro ”.A peggiorare la situazione c’è poi un’a-bitudine mentale dura a morire. Oggi come oggi che il concetto di vacanza

si è ridotto ad un “mordi e fuggi” cal-colato perlopiù in week-end, l’esigenza di avere comunque una prova tangibile che in vacanza si è andati – la tintarella appunto, da sfoggiare in ufficio – porta molti ad accelerare i tempi. E per farlo si abbandona ogni pur ragionevole pru-denza: si acquistano abbronzanti invece che protezioni solari; si cerca un fattore di protezione basso e inadatto, perché “se no chi si abbronza piu?”; ci si espo-

ne per ore come lucertole, impedendo a intere zone di corpo rimaste per mesi sotto i maglioni ad una tempesta di rag-gi solari tale da causarne inevitabilmen-te l’eritema se non proprio l’ustione anche grave. Ecco allora che, a parte i tormentoni estivi, il consiglio professionale, spas-sionato ed autoritario del medico far-macista deve restare, ma anche farsi più forte. Perché... ne vale la pelle!

NEWS | NOTIZIE IN PRIMO PIANO

“Mi farò una lampada”. È una frase, questa, che solo fino a pochi anni fa non avrebbe avuto alcun senso. Non solo per-ché non erano così diffusi i centri per l’abbronzatura artificia-le – così comodi quando si vuole evitare quel pallore tipico di un’estate ormai lontana – ma anche perché il binomio abbron-zatura = aspetto sano e piacevole è di fatto un’invenzione degli ultimi due secoli.Per intere generazioni il pallore della pelle è stato sinonino di aristocraticità, grazie a un semplice dato di fatto: chi poteva permettersi il lusso di non lavorare non era costretto a stare all’aria aperta e quindi ad abbronzarsi; chi invece doveva lavo-rare – e parliamo nella stragrande maggioranza dei casi di con-tadini o altri mestieri duri – necessariamente si cuoceva al sole.

La storia ci ricorda ad esempio che già al tempo dei Romani le donne patrizie, dunque benestanti, erano solite proteggersi dal sole con degli ombrellini. Il nome stesso ombrello, da ombra, indica chiaramente la funzione primaria di questo oggetto: pro-teggere dal sole, fare ombra.Nel XVI secolo Guido Reni dipinge una lotta di classe tra degli amorini abbronzati, che rappresentavano i plebei, e degli amo-rini pallidi, indicanti la classe abbiente. Ancora nel XVII secolo esibire la pelle anche solo leggermente abbronzata non era considerato un fattore di bellezza, mentre averla chiara appariva quale elemento distintivo, di prestigio e valore. Al chiarore tipico della pelle dei ricchi, ma anche delle donne amate da poeti e scrittori, si aggiungono nel tempo ag-gettivi come diafano, ceruleo, senza dimenticare poi il fascino proprio del pallore di Malombra, la protagonista dell’omonimo romanzo di Antonio Fogazzaro (1842-1911).

Una svolta di fatto copernicana avvenne nel XX secolo. Nel 1903 il medico Niels Ryben Finsen ottenne il premio Nobel per aver scoperto che la fototerapia, ovvero la terapia basata sull’uso della luce, era in grado di curare le malattie infettive. Tra queste il lupus e rachitismo, causate dalla mancanza di vitamina D che non veniva assorbita dal corpo delle persone proprio per la mancanza di esposizione al sole.Era solo l’inizio. La società tra XIX e XX secolo stava cambiando. L’industrializzazione crescente toglieva sempre di più persone dai campi, e quindi... dal sole. Il colorito della pelle non era dunque sinonimo solo di appartenenza alle classi povere. Anzi, sempre più medici raccomandarono un’adeguata esposizione al sole, per curare diverse patologie e fastidi. E chi poteva permettersi di go-dere di queste pause forzate se non proprio chi era benestante?Il colpo di grazia a questo concetto arcaico venne però dalla società. Nel 1923 la stilista Coco Chanel mostrò con orgoglio il suo colorito bronzeo, frutto di una vacanza in Costa Smeralda. Inutile dire che quella tintarella fece tendenza, spingendo molte clienti di Madame Chanel ad emularla.“Un altro significativo passo avanti nella storia dell’abbronza-tura”, si legge nel sito http://giulianoguzzo.com1, “avvenne nel 1935, quando in Europa fece la sua comparsa un olio contro i raggi UV. Successivamente, a partire anni Quaranta e Cinquan-ta, la tendenza ‘inventata’ da Coco Chanel trovò dei formidabili testimonial negli attori e nelle star di Hollywood, con l’esplosione poi dei film a colori e le dive abbronzate, incentivando quello che di lì a poco sarebbe effettivamente divenuto (...) uno status symbol di massa e quindi, finalmente, non più esclusivo sola-mente di alcuni ambienti elitari.Da dorata e tipicamente femminile l’abbronzatura subì due ul-teriori mutamenti, in particolare fra gli anni Ottanta e Novanta, divenendo pienamente condivisa, come tendenza, anche dal pubblico maschile ed essendo sfoggiata anche in versioni più spinte (...) confermando una vecchia battuta di Dino Risi (1916-2008), che una volta disse: Mi piace l’estate, quando le ragazze vanno per la strada in sottoveste, quando le bruttine diventa-no carine e le carine diventano belle, i ministri e i sottosegretari sono abbronzati, le annunciatrici e gli annunciatori in televisione hanno cambiato faccia”.

1 http://giulianoguzzo.com/2014/07/24/breve-storia-dellabbronzatura/

Abbronzatura? Era roba da poveri

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Le preparazioni per difendersi da un’ecces-siva esposizione al sole sono note da mil-lenni. Basti pensare, ad esempio, che già

al tempo del faraone Thutmose I (XV sec. a.C.) nell’antico Egitto gli operai (sì, perché di questo si trattava, non di chiavi, come la storiografia mo-derna ha appurato) addetti alla costruzione della sua tomba sotterranea ricevevano oltre a razioni di pesce e verdura, e legna da ardere, anche dell’olio per il corpo per poter lavorare sotto il sole, nel cal-do e tra la polvere.

Oggi sono un prodotto cosmetico capace (nel 2012) di generare un fatturato pari a circa 400 mi-lioni di euro. Vediamoli più da vicino.

Diamo delle definizioniPer prodotto solare la Commissione Europea1 in-tende “qualsiasi preparato (quale crema, olio, gel, spray) destinato ad essere posto in contatto con la

pelle umana, al fine esclusivo o principale di pro-teggerla dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione”.

Tali prodotti contengono dei filtri solari che possono offrire una barriera chimica o fisica ai raggi UV. I filtri chimici (salicilati, cinnamati, oxybenzone, octylcrylene e altri), sono in grado di assorbire queste radiazioni proprio grazie alla loro struttura. Esistono oggi alcuni filtri chimici in grado di offrire una protezione molto elevata, e tale da dare una copertura completa dello spettro ultravioletto (UVB, UVA corti e UVA lunghi). Gli schermi fisici, tra cui il biossido di titanio e l’os-sido di zinco, sono invece sostanze minerali inerti e dal forte potere coprente, in grado di riflettere fisicamente la luce del sole.

LE PREPARAZIONI PER L’ESPOSIZIONE AL SOLE | FORMULA DEL MESE

Prodotti che accompagnano l’uomo da millenni

Le preparazioni per l’esposizione al sole

1Raccomandazione. 22 settembre 2006, n. 2006/647/CE

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In genere, poi un prodotto solare prevede l’aggiun-ta di eccipienti, che conferiscono al prodotto: un profumo gradevole, consistenza, resistenza all’ac-qua e alla sudorazione, facilità di applicazione, rapidità di assorbimento, permanenza del prodotto sulla pelle ecc.

Tipologie di formulazioniTra i prodotti solari possiamo trovare2:

OLI SOLARI: Permettono un’ottima disper-sione dei filtri solari (quasi tutti liposolubili) e non richiedono la presenza di conservanti. Non garantiscono tuttavia elevate protezioni per la loro estrema spalmabilità e la formazione di un film trasparente, idroresistente, ma sottile. Sono idonei per i fototipi più scuri o per chi è già ab-bronzato.

STICK, LIPOGEL O GEL ANIDRI: Sono si-mili agli oli, ma hanno forma solida, spesso ricchi di vaselina o di oli minerali; la loro applicazione è limitata a zone cutanee ristrette perché possono risultare appiccicosi e untuosi. Gli stick sono in-dicati per piccole aree sensibili, quali il viso, per coprire le iperpigmentazioni solari già esistenti ed evitarne il peggioramento o per proteggere cicatri-ci chirurgiche e recenti.

IDROGEL: Si tratta di gelatine a base acquosa, o meglio idroalcolica (con alcol etilico). Determina-no un’immediata sensazione di freschezza. Tutta-via, formano un film trasparente, non abbastanza

Grazie agli studi del dermatologo americano Thomas B. Fitzpatrick (vedi box a parte) e in particolare alla Scala Fitzpatrick di fototipi della pelle, ideata nel 1975, oggi ognuno di noi può scegliere il grado di protezione della crema solare più adatta al suo tipo di pelle. La scala prende in considerazione il colore dei capelli e quello della car-nagione. Vediamoli uno per uno.

Fototipo 1 - Capelli rossi o biondi, carnagione molto chiara, lattea, con lentiggini, occhi chiari, tendenza elevata alle scottature, nessuna possibilità di abbronzarsi. Sconsigliata l’esposizione al sole dalle ore 11 alle ore 15. Protezione da usare: molto alta.

Fototipo 2 - Capelli biondi, carnagione chiara, lentiggini, tendenza alle scottature, abbronzatura tenue, quasi nulla. Sconsigliata l’espo-sizione al sole dalle ore 11 alle ore 15. Protezione da usare: alta o molto alta.

Fototipo 3 - Capelli da biondi a castani, carnagione chiara, occhi chiari o marroni, possibili scottature, abbronzatura moderata. Prote-zione da usare: media o alta.

Fototipo 4 - Capelli bruni, carnagione abbastanza scura, occhi scuri o neri, improbabili scottature, abbronzatura veloce e duratura. Prote-zione da usare: media.

Fototipo 5 - Capelli neri, carnagione scura, occhi neri, rare scottature. Protezione da usare: media.

Fototipo 6 - Capelli neri, carnagione bruna, occhi neri, più che rare le scottature. Protezione da usare: bassa o media.

Accessori consigliati per tutti: cappello e occhiali con filtro anti UV. Attenzione: dopo lunghi periodi di assenza dal sole è comunque pos-sibile ustionarsi senza un’adeguata protezione.

E tu di che fototipo sei?

2Fonte: www.my-personaltrainer.it

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LE PREPARAZIONI PER L’ESPOSIZIONE AL SOLE | FORMULA DEL MESE

omogeneo e garantiscono bassa protezione. Inol-tre, la presenza di alcol è da sconsigliare a bambi-ni, a chi ha un tipo di pelle sensibile, pelle arida o senescente.

EMULSIONI O/W-W/O (Oil in water-Water in oil): Sono sistemi bifasici che contengono sia una fase acquosa che una componente lipofila (sostanze grasse come oli, cere, ecc.). Questo permette di utilizzare una elevata quantità di sostanze protettive, sia fisiche che chimiche, di modulare la formazione di un film (spessore protettivo) sulla superficie cutanea, di garanti-re la resistenza alla rimozione da lavaggio e al sudore.

Per la loro maggior resistenza, sono da preferire le emulsioni a fase continua lipofila (acqua in olio) o le recenti acqua in silicone, a elevata gra-devolezza applicativa. Le più diffuse e leggere emulsioni a fase continua acquosa (olio in ac-qua) sono gradevoli, ma resistono meno a bagni e sudore e richiedono la presenza di maggiori quantità di conservanti per evitare contamina-zioni microbiche. Da consigliare a chi desidera una forte funzionalità cosmetica, le emulsioni uniscono alla protezione solare numerose fun-zionalità, tra cui: idratazione, protezione dai ra-dicali liberi, azione antirughe e molte altre. Da evitare le microemulsioni (all’aspetto trasparen-ti) per la loro elevata capacità di assorbimento cutaneo.

PASTE E CREME DENSE: Indicate per i bambini, sono ottime le emulsioni ipoidriche (acqua in olio) a base prevalente di sostanze protettive di tipo fisico, con azione cutanea di superficie. Sono povere di conservanti e addi-tivi, senza profumo e rigorosamente controllate sotto il profilo della fotostabilità.

ACQUE SOLARI: Sono liquidi in spray rinfre-scanti e profumati, a basso o bassissimo livello di protezione solare. Contengono miscele di ac-qua, filtri chimici, essenze profumate e alcol. Da evitare in presenza di pelle chiara o sensibile.

Preparazioni galenicheProponiamo qui di seguito tre preparazioni.

Crema solare alla stearinaacqua depurata .lt - parti 71.55; acido stearico fu - parti 6; cera bianca d’api fu - parti 2; colonia es-senza - parti 0.3; ottildimetilpaba - parti 5; glicole propilenico fu - parti 5; metile p-ossibenzoato fu - parti 0.15; paraffina liquida fu - parti 7; trietano-lammina 85% fu - parti 3.

Il padre della scala dei fototipi, Thomas B. Fitzpatrick, è nato a Ma-dison, Wisconsin (Usa), il 19 dicembre 1919. Si è laureato in medicina presso l’Harvard Medical School, dove si è interessato soprattutto alla nuova specialità di dermatologia. Dopo uno stage presso il Boston City Hospital, è andato all’Università del Minnesota per un dottorato di ricerca in patologia. Dopo due anni al centro medico dell’esercito durante la seconda guerra mondiale, si è specializzato in dermatolo-gia clinica presso l’Università del Michigan e la Mayo Clinic. All’età di 32 anni, fresco di formazione, è diventato professore e preside della facoltà di Dermatologia presso l’Università dell’Oregon. Dal 1959 al 1987 è stato Direttore del Dipartimento di Dermatologia presso l’Har-vard Medical School e direttore del Massachusetts General Hospital Dermatology Service.Di lui si parla come del padre della moderna dermatologia accade-mica e come il dermatologo più influente degli ultimi 100 anni, anche perché è stato il docente di molti futuri professionisti del settore. Il gruppo di studio di Fitzpatrick ha anche prodotto il primo studio si-stematico sui primi segni premonitori del melanoma. Nel 1975 ha ide-ato la Scala Fitzpatrick di fototipi della pelle. Ha lavorato con altri ricercatori e con l’industria per sviluppare e testare alcuni dei primi filtri solari moderni. È stato uno sviluppatore della terapia PUVA3 per il trattamento della psoriasi e altri disturbi della pelle. Ha creato e curato la prima grande opera di consultazione clinica nel campo della dermatologia.Il suo hobby era quello di raccogliere citazioni, tanto da pubblicarli in una rubrica sul Boston Globe chiamato “Riflessione per la Gior-nata”, in collaborazione con la moglie Beatrice Devaney Fitzpatrick. Ha avuto cinque figli. È morto il 16 novembre 2003 nella sua casa di Lexington, Massachusetts4.

3Acronimo di psoraleni e UV-A, è una terapia basata sull’impiego della luce (in particolare della sua componente UV, ossia radiazione ultravioletta) applicata ad alcune malattie dermatologiche. 4Fonte: Wikipedia

Chi era Thomas B. Fitzpatrick

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FORMULA DEL MESE | LE PREPARAZIONI PER L’E-

Crema solare ad alta protezioneacqua depurata fu - parti 59.55; alcool cetilsteari-lico - parti 2; colonia essenza - parti 0.3; ottildi-metilpaba - parti 10; glicerolo fu - parti 5; metile p-ossibenzoato fu - parti 0.15; paraffina liquida fu - parti 10; titanio biossido fu - parti 10; cetostearil - 1000 - parti 3.

Crema solare a protezione mediaacqua depurata fu - parti 54.55; alcool cetilsteari-lico - parti 2; colonia essenza - parti 0.4; ottildi-metilpaba - parti 5; glicerolo fu - parti 3; metile p-ossibenzoato fu - parti 0.15; miristato isopropile - parti 15; paraffina liquida fu - parti 17; cetostearil - 1000 - parti 3

Nel settembre 2006 la Commissione Europea ha emanato una Raccomandazione sull’efficacia dei prodotti per la pro-tezione solare e sulle relative indicazioni5 in cui, tra l’altro, fornisce delle definizioni ufficiali tutela del cittadino-consu-matore. Ecco le più significative:

Prodotto per la protezione solare: “qualsiasi preparato (quale crema, olio, gel, spray) destinato a essere posto in contatto con la pelle umana, al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione”.

Indicazione: “qualsiasi dichiarazione sulle caratteristi-che di un prodotto per la protezione solare in forma di diciture, denominazioni, marchi, immagini o altri segni, figurativi o non, utilizzati in sede di etichettatura, presen-tazione alla vendita e pubblicità dei prodotti per la prote-zione solare”.

Raggi UVB: “radiazione solare nello spettro 290- 320 nm [nanometri, cioè un miliardesimo di metro, ndr]”.

Raggi UVA: “radiazione solare nello spettro 320- 400 nm”.

Lunghezza d’onda critica: “la lunghezza d’onda per cui la se-zione sotto la curva di densità ottica integrata che inizia a 290 nm è pari al 90% della sezione integrata fra 290 e 400 nm”.

Dose minima eritemica: “la quantità di energia necessaria perché si produca una reazione eritemica”.

Fattore di protezione solare: “il rapporto fra la dose minima eritemica sulla pelle protetta da un prodotto per la protezione solare e la dose minima eritemica sulla stessa pelle non pro-tetta”.

Fattore di protezione UVA: “il rapporto fra la dose minima UVA necessaria per indurre una pigmentazione persistente della pelle protetta da un prodotto per la protezione solare e la dose minima UVA necessaria per indurre la pigmentazione minima sulla stessa pelle non protetta”.

5Cit.

Protezione solare: il glossario europeo

DOTT. PASQUALE LENZA - COSMETOLOGO E PREPARATORE | INTERVISTA AL FARMACISTA

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Quando si dice destino... La storia del Dott. Pasquale Lenza, titolare della Farmacia Dr. Ester Ferrara S.n.c. a Salerno ne è

un caso emblematico. Non solo ha proseguito l’at-tività di speziale iniziata dal bisnonno quasi due secoli fa, ma la sua particolare indole lo ha spinto verso questa professione. La stessa, come racconta in quest’intervista, che altrimenti lo avrebbe spin-to a diventare un medico. Il Preparatore Galenico lo ha raggiunto nella città dove lavora. Dott. Lenza, qual è in breve la storia della farmacia dove opera?

“La farmacia è una ‘tradizione familiare’. Appar-teneva al mio bisnonno che, già a metà ‘800, face-va lo speziale”.

Le preparazioni galeniche rimandano ad una professionalità del farmacista che sembra quasi d’altri tempi. Insomma quasi più da “artigiano” che da “manager”. Lo vede come una sorta di cambiamento di rotta?

“Affatto! La vedo come un riappropriarsi di una tradizione che manifesta una professionalità or-mai, spesso, scomparsa. Anzi! Nei miei corsi all’università, spingo i ragazzi a dedicarsi alla Ga-lenica ed alla Neo-Galenica, ovvero utilizzando le più recenti tecniche di operatività per l’allestimen-to di farmaci sempre più efficaci e personalizzati”.

A proposito dei suoi studenti, le è mai capitato di cogliere in qualcuno di loro quella che scherzosamente chiamerei “sindrome

Dott. Pasquale Lenza Cosmetologo e preparatore

Proseguo la tradizione iniziata da mio bisnonno a metà ’800

Scheda biografica

Pasquale Lenza si laurea in Farmacia a Napoli, nel 1986, e prosegue la tradizione familiare, iniziata a metà ‘800 dal bisnonno speziale, coltivando la passione per le per-sonalizzazioni galeniche del farmaco.Dal 1987 al 2001 diventa il più stretto collaboratore del Prof. Gianni Proserpio. Quest’ultimo, ritenuto il più importante co-smetologo al mondo, lo porta con sé in giro per i vari paesi delle cui industrie è con-sulente. Con lui, il Dott. Lenza formula nel 1999 parte della linea Platinum di Helena Rubinstein Usa e continua a formulare co-smetici per diverse industrie in giro per il mondo.Dal 1999 al 2001 insegna presso l’Uni-versità di Siena alla specializzazione in Cosmetologia, con il Prof. Proserpio e, alla morte di quest’ultimo, gli viene chiesto di prenderne il prestigioso incarico presso l’ateneo.Dal 2002 al 2013 insegna Galenica e Neo galenica (materia che scomparso il Proser-pio nessun altro insegna) presso l’Univer-sità degli Studi di Salerno e per i primi due anni, anche “Formulazione e Chimica dei prodotti cosmetici”.Il laboratorio della Farmacia Ferrara di Sa-lerno negli ultimi anni è diventato un vero e proprio riferimento per i colleghi farma-cisti e per la sempre maggiore clientela che accede alle preparazioni galeniche e cosmetiche.

DOTT. PASQUALE LENZA - COSMETOLOGO E PREPARATORE | INTERVISTA AL FARMACISTA

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INTERVISTA AL FARMACISTA | DOTT. PASQUALE LENZA - COSMETOLOGO E PREPARATORE

DOTT. PASQUALE LENZA - COSMETOLOGO E PREPARATORE | INTERVISTA AL FARMACISTA

di Frankenstein”, cioè la sensazione di poter essere un architetto onnipotente dell’uomo, manipolando la natura e ciò che offre?

“Beh, capita sempre a chi si accinge a ‘creare’ un prodotto - fosse un cosmetico o un farmaco - di sentirsi creatore di un qualcosa. Ma io ricordo sempre a tutti i miei ragazzi che la sperimentazio-ne non la si fa a spese del prossimo….. Meglio at-tenersi alle GMP [Good manufacturing practices, Norme di buona preparazione, ndr] ed alle norme previste in Farmacopea”.

Oggi, si sa, il consumo di farmaci è spesso eccessivo, dettato molto da un “fai da te” a volte pericoloso. Come farmacista come riesce

a coniugare l’ovvia esigenza di reddito con un’educazione sempre più necessaria al consumo responsabile?

“Verissimo! Il consumo del farmaco fai da te è oggi molto sotteso e poco percepito dall’opinione pubblica. Si prende a modello l’America dimenti-cando che, in quel Paese, è vero che si può approv-vigionarsi di farmaci anche al supermercato, ma è anche vero che l’onere della salute non ricade, poi, sulla comunità. Le assicurazioni negli Stati Uniti pagano per la salvaguardia della salute solo dietro adeguati e salati compensi.L’esigenza di reddito cozza solo apparentemente con questo discorso. La fidelizzazione di un clien-te che risolve il proprio problema grazie ad una preparazione ‘ad hoc’ e ad un prezzo molto spesso inferiore a quello di una cura fatta con farmaci già confezionati, porta infatti un guadagno – nel tem-po – soddisfacente e duraturo”.

I suoi clienti si lasciano consigliare rinunciando magari ad un farmaco inutile oppure prevale l’autorevolezza magari di un medico, diciamo così, “dalla ricetta facile”?

“I miei clienti si lasciano SEMPRE consigliare so-prattutto quando non vendo un farmaco o, meglio, un integratore o un cosmetico messo a bella posta nella prescrizione per far cassetto all’industria di turno. Certo questo non mi mette di buon occhio rispetto a molti medici che, ovviamente, hanno a che ridire sulla mia politica, ma ritengo che la pro-fessionalità e l’onestà non debbano necessariamen-te soggiacere alla regola meglio la gallina oggi…”.

Quali sono le patologie o i disturbi per i quali i vostri pazienti richiedono preparazioni galeniche magistrali?

“In genere sono patologie a carico dell’epidermi-de o, ultimamente sempre di più, per la perdita di peso ponderale”.

Con i medici prescrittori riesce ad avere un rapporto di collaborazione attivo?

“Molti medici hanno a che ridire sulla mia politica ma ritengo che la professionalità e l’onestà non debbano necessariamente soggiacere alla regola meglio la gallina oggi…”

“Ai miei studenti ricordo sempre che la sperimentazione non si fa a spese del prossimo”

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“Non con tutti ma con la maggior parte sì. Giusto qualcuno non accetta il consiglio di una prepara-zione dagli eccipienti più moderni e che seguano le regole della Neo-Galenica. Questo è d’altronde comprensibile! Non tutti i medici capiscono l’im-portanza di un veicolo o di una corretta mescolatu-ra dei principi attivi al fine di garantire una pene-trazione massimale nell’individuo”.

Concludiamo. Se non avesse fatto il farmacista il Dott. Lenza che strada avrebbe probabilmente intrapreso...

“Credo fermamente che avrei fatto il medico. È un approccio diverso con il paziente ma non avrebbe snaturato la mia inclinazione…”.

INTERVISTA AL FARMACISTA | DOTT. PASQUALE LENZA - COSMETOLOGO E PREPARATORE

DOTT. PASQUALE LENZA - COSMETOLOGO E PREPARATORE | INTERVISTA AL FARMACISTA

“Se non avessi fatto il farmacista avrei fatto il medico, per non snaturare la mia inclinazione”

Farmacia Dr. Ester Ferrara S.n.c. Di P. E V. LenzaCorso Vittorio Emanuele, 2884123 Salerno (SA)Tel. 089 225080

Contatti

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APPUNTI DI MARKETING | MAILING LIST

Una delle forme più frequenti di marketing, a basso costo e con un buon potenziale di successo, è il cosiddetto E-mail mar-

keting, ovvero l’invio di informazioni perlopiù di carattere commerciale ad una propria lista di indirizzi mail di clienti potenziali o già acquisiti. Si tratta di uno strumento facilmente accessibile a chiunque, ad esempio il titolare di una farmacia che voglia far conoscere l’arrivo di nuovi prodotti oppure l’avvio di particolari promozioni, che tut-tavia va usato con cautela. Il rischio è quello di contravvenire a quanto previsto dal Decreto legi-slativo 30 giugno 2003, n. 196 Codice in materia di protezione dei dati personali.

La mail è un dato personalePer comprendere i termini della questione è fonda-mentale spiegare cosa si intende per dato personale. Il Decreto 196/2003 all’art. 4 lo definisce come “qua-lunque informazione relativa a persona fisica, iden-tificata o identificabile, anche indirettamente, me-diante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale”. “Tutti i codici identificativi”, specificano Nazzareno Gorni e Marco Maglio nel volume E-mail marketing1 “sia quelli ricavati da dati anagrafici (ad esempio, il codice fiscale), sia i codici univoci attribuiti a una per-sona in base a criteri predefiniti (per esempio, i codici cliente) sono dati personali. Dato personale è quindi qualsiasi informazione riferita (o anche semplicemen-te riferibile tramite un codice) a una persona (...)”.

Attenzione, dunque, la mail è considerata un dato personale e come tale va trattata secondo quanto previsto dal Codice in materia di protezio-ne dei dati personali. Cosa vuol dire? Il Garante della Privacy in più oc-casioni è stato chiaro in questo senso: l’invio di una mail a scopo commerciale2 dev’essere autoriz-zata preventivamente dal ricevente. Il fatto che gli indirizzi mail possano essere facilmente reperiti sul web (es. da Facebook, siti personali, o da mai-ling list esistenti) non ci permette di inviare mes-saggi “a raffica”. Il ricevente può infatti chiedere al mittente spiegazioni su come ha ottenuto il suo indirizzo e chiederne l’immediata cancellazione. Se non la ottiene, può fare ricorso al Garante della Privacy che interviene per legge.

Come si può procedereÈ fondamentale chiedere il consenso dell’interes-sato all’invio delle mail. Questo può essere fatto facendo firmare al cliente un modulo in cui accetta espressamente il trattamento dei suo dati personali ai sensi della legge 675/96 e successive modifiche. In alternativa si può inviare al cliente una mail – assolutamente non promozionale di nulla (non facciamo i furbi...) – in cui si chiede il consenso a ricevere informazioni di tipo commerciale. Se il cliente accetta, tutto bene. Se non accetta o non risponde, quell’indirizzo non può essere usato a tale scopo.

Come gestire una mailing list clienti

È uno strumento utile ma occhio alle regole

1Cfr. Nazzareno Gorni - Marco Ma-glio, E-mail marketing, Il Sole 24 Ore – Hoepli, 20112Attenzione: le mail di tipo promozio-nale-commerciale sono regolate an-che dall’art. 8 del Decreto Legisla-tivo 9 aprile 2003, n. 70 che recita: “(...) le comunicazioni commerciali

che costituiscono un servizio della società dell’informazione o ne sono parte integrante, devono contenere, sin dal primo invio, in modo chiaro ed inequivocabile, una specifica in-formativa, diretta ad evidenziare: a) che si tratta di comunicazione com-merciale; b) la persona fisica o giuri

dica per conto della quale è effettua-ta la comunicazione commerciale; c) che si tratta di un’offerta promozio-nale come sconti, premi, o omaggi e le relative condizioni di accesso; d) che si tratta di concorsi o giochi pro-mozionali, se consentiti, e le relative condizioni di partecipazione”.

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Il Decreto Legislativo 24 aprile 2006 n. 219 (Attuazione della direttiva 2001/83/CE, e successive direttive di modifica, relativa ad

un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 142 del 21.6.2006 Suppl. Ordinario n.153 – noto an-che come il Codice dei medicinali - ha rappre-sentato una vera rivoluzione anche per le azien-de produttrici di integratori alimentari. Vediamo il perché.

Campo di applicazioneL’art. 2 Titolo II specifica che tale Decreto “si applica ai medicinali per uso umano, preparati in-dustrialmente o nella cui produzione interviene un processo industriale, destinati ad essere immessi in commercio sul territorio nazionale”. In parti-colare il Titolo IV regola “i medicinali destinati esclusivamente all’esportazione e i prodotti inter-medi, ivi compresi formulati intermedi, sfusi di prodotti medicinali e prodotti medicinali parzial-mente confezionati”.

IL CODICE DEI MEDICINALI | LEGISLAZIONE

Il Codice dei medicinaliAnalisi del Dgl 24 aprile 2006 n. 219

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Non si applica inve-ce, tra gli altri, “ai medicinali preparati in farmacia in base ad una prescrizione medica destinata ad un determinato pa-ziente, detti “formu-le magistrali”1, (...) e ai medicinali pre-parati in farmacia in base alle indicazioni della Farmacopea europea o delle Far-macopee nazionali in vigore negli Sta-ti membri dell’U-

nione europea, detti “formule officinali”, e destinati ad essere forniti direttamente ai pazienti serviti da tale farmacia” (art. 3).

Produzione e importazioneCome detto il Titolo IV di questo Decreto, che comprende otto articoli, riguarda espressamente l’argomento in questione.L’art. 50 specifica che “nessuno può produrre sul territorio nazionale, anche a solo scopo di espor-tazione, un medicinale senza l’autorizzazione dell’Aifa [Agenzia italiana del farmaco, ndr], la

quale è rilasciata previa verifica ispettiva diretta ad accertare che il richiedente dispone di personale qualificato e di mezzi tecnico-industriali conformi (...)”. Per ottenere tale autorizzazione alla produ-zione il richiedente deve “specificare i medicina-li e le forme farmaceutiche che intende produrre o importare, nonché il luogo della produzione e dei controlli; disporre, per la produzione o l’im-portazione degli stessi medicinali, di locali, attrez-zatura tecnica e strutture e possibilità di controllo adeguati e sufficienti, sia per la produzione e il controllo, sia per la conservazione dei medicinali; disporre di almeno una persona qualificata ai sensi dell’art. 52 del presente decreto” (Comma 2).

La “persona qualificata”Vediamo dunque cosa prevede l’art. 52: “Il tito-lare dell’autorizzazione alla produzione di medi-cinali deve avvalersi di almeno una persona qua-lificata e dell’ulteriore personale qualificato (...)” Tale persona “svolge la sua attività con rapporto a carattere continuativo alle dipendenze dell’im-presa. Il titolare dell’autorizzazione alla produ-zione può svolgere anche le funzioni di persona qualificata se ha i requisiti richiesti dal presente articolo”.La persona in questione “è in possesso del diplo-ma di laurea di cui alla legge 19 novembre 1990, n. 341, o di laurea specialistica di cui al decreto del Ministro dell’università e della ricerca scien-tifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, o di laurea magistrale di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270, in una delle seguenti disci-

LEGISLAZIONE | IL CODICE DEI MEDICINALI

1Restano disciplinati dall’articolo 5 del decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94.

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pline o in uno dei settori scientifico-disciplinari alle cui declaratorie le discipline medesime fanno riferimento: chimica e tecnologia farmaceutiche, farmacia, chimica, chimica industriale, scienze biologiche, medicina e chirurgia, medicina vete-rinaria; la formazione a livello universitario deve comprendere gli insegnamenti teorici e pratici delle seguenti discipline di base e il superamento dei relativi esami: fisica sperimentale, chimica generale ed inorganica, chimica organica, chi-mica analitica, chimica farmaceutica, compresa l’analisi dei medicinali, biochimica generale e applicata, fisiologia, microbiologia, farmacolo-gia, tecnologia farmaceutica, tossicologia, far-macognosia.Ha svolto attività pratica concernente analisi qualitativa di medicinali, analisi quantitativa di sostanze attive, prove e verifiche necessarie per garantire la qualità dei medicinali, per un pe-riodo di almeno due anni in aziende autorizzate alla produzione di medicinali; nei casi di prepa-razione o produzione di medicinali per terapie avanzate, l’attività pratica di due anni deve essere compiuta nella stessa tipologia di produzione per la quale la persona qualificata deve svolgere le sue funzioni”. Infine “è provvista di abilitazione all’esercizio della professione ed è iscritta all’al-bo professionale”.

I suoi compitiAlla persona qualificata di cui all’articolo 52 comma 1, spettano diversi obblighi: “a) vigila che ogni lotto di medicinali sia prodotto e con-trollato con l’osservanza delle norme di legge e delle condizioni imposte in sede di autorizzazio-

ne alla immissione in commercio del medicinale; b) controlla che, nel caso di medicinali di pro-venienza da paesi non appartenenti alla Comuni-tà economica europea, ogni lotto di produzione importato sia oggetto di un’analisi qualitativa completa, di un’analisi quantitativa di almeno tutte le sostanze attive e di qualsiasi altra prova e verifica necessaria a garantire la qualità dei me-dicinali nell’osservanza delle condizioni previste per l’AIC, fatto salvo quanto stabilito da eventua-li accordi di mutuo riconoscimento; c) attesta su apposita documentazione le operazioni di cui alle lettere a) e b); d) è responsabile secondo quanto previsto dal capo II del presente titolo della te-nuta della documentazione di cui alla lettera c), ed è obbligato ad esibirla a richiesta dell’autorità sanitaria; e) comunica immediatamente all’Aifa e al responsabile dell’azienda dalla quale dipen-de ogni sostanziale irregolarità rilevata nel me-dicinale che è già stato immesso in commercio; f) collabora attivamente alle ispezioni effettuate dall’autorità sanitaria ai sensi del presente decre-to ed effettua le operazioni richieste dalla stessa; g) vigila sulle condizioni generali di igiene dei locali di cui è responsabile”.Il comma 9 specifica infine che “la persona qua-lificata non può svolgere la stessa funzione in più officine, a meno che si tratti di officina costituen-te reparto distaccato dell’officina principale”.

Adeguamento alle norme di buona fabbricazioneL’art. 51 prevede che colui che è titolare dell’au-torizzazione alla produzione è obbligato a: “di-sporre di personale adeguato alla produzione e ai

IL CODICE DEI MEDICINALI | LEGISLAZIONE

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controlli che effettua; vendere i medicinali auto-rizzati, in conformità del presente decreto e delle altre disposizioni legislative e regolamentari in vigore; consentire in qualsiasi momento l’acces-so ai suoi locali agli ispettori designati dall’Aifa; mettere a disposizione della persona qualificata di cui all’articolo 52 tutti i mezzi necessari per permetterle di espletare le sue funzioni; confor-marsi ai principi e alle linee guida sulle norme di buona fabbricazione dei medicinali [ne abbia-mo parlato nel Preparatore Galenico n. 0, aprile 2015, ndr], di cui al capo II del presente titolo, e alle ulteriori direttive al riguardo emanate dalla Comunità europea e utilizzare come materie pri-me farmacologicamente attive solo sostanze pro-dotte secondo le linee guida dettagliate sulle nor-me di buona fabbricazione delle materie prime”.

Le specifiche sui produttoriParticolarmente importante è poi l’art. 54 (Spe-cificazione dell’ambito di applicazione della di-sciplina relativa all’autorizzazione a produrre medicinali) che evidenzia come gli articoli finora commentati (50, 51 e 52, oltre al 53 che vediamo in seguito) trovino applicazione anche in caso di “operazioni parziali di preparazione, di divisione e di confezionamento e presentazione di medici-nali, nonché l’esecuzione di controlli di qualità di medicinali nei casi previsti dalla legge”.Non solo. “Si applica altresì alle attività di pro-duzione di sostanze attive utilizzate come materie prime per la produzione di medicinali, con riferi-mento sia alle fasi di produzione totale o parziale sia all’importazione di una sostanza attiva, anche utilizzata essa stessa come materia prima per la produzione o estrazione di altre sostanze attive (...), sia alle varie operazioni di divisione, confe-zionamento o presentazione che precedono l’in-corporazione della materia prima nel medicinale, compresi il riconfezionamento e la rietichettatura effettuati da un distributore all’ingrosso di mate-rie prime”.

Importazioni di materie primeSono regolate dagli articoli 54 comma 3 e 55. Il primo specifica che “per le materie prime anche

importate da Stati terzi deve essere disponibile un certificato di conformità alle norme di buona fabbricazione rilasciato all’officina di produzio-ne dalle Autorità competenti di uno Stato dell’U-nione europea”. Tale disposizione si applica a partire dal 1 genna-io 2009. “Fino a tale data le materie prime devo-no essere corredate di una certificazione di qua-lità che attesti la conformità alle norme di buona fabbricazione rilasciata dalla persona qualificata responsabile della produzione del medicinale che utilizza le materie prime”. L’art. 55 recita infine: “Gli articoli 50, 51 e 52 non si applicano quando si tratta di medicinali che provengono da Paesi con i quali la Comunità europea ha concluso accordi atti a garantire che il produttore applica norme di buona fabbricazione almeno equivalenti a quelle previste dalla Comu-nità e che i controlli di cui all’articolo 52, com-ma 8, lettera b)2, siano stati eseguiti nel paese di esportazione, fatto salvo quanto disposto dagli accordi di mutuo riconoscimento”.

I controlli dell’AifaL’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) pre-vede, com’è naturale, dei controlli, specificati nell’art. 53. In particolare può: “procedere, in qualsiasi momento, anche senza preavviso, ove necessario ai fini di verificare l’osservanza delle prescrizioni del presente decreto e, in partico-lare di quelle del capo II del presente titolo, ad ispezioni degli stabilimenti e dei locali dove si effettuano la produzione, il controllo e l’imma-gazzinamento dei medicinali e delle sostanze attive utilizzate come materie prime nella pro-duzione di medicinali; prelevare campioni di medicinali e, se del caso, di altre sostanze ne-cessarie alle analisi; prendere conoscenza e, se necessario, acquisire copia di tutti i documenti relativi all’oggetto delle ispezioni”.Nell’articolo in questione si specifica poi che “nel corso di ispezioni ad officine di produzione di medicinali immunologici, l’Aifa verifica che i processi di produzione utilizzati, siano debita-mente convalidati e consentano di assicurare in modo continuativo la conformità dei lotti”.

LEGISLAZIONE | IL CODICE DEI MEDICINALI

2 L’articolo citato recita: “Controlla che, nel caso di me-dicinali di provenienza da paesi non appartenenti alla Comunità economica europea, ogni lotto di produzione importato è oggetto di un’analisi qualitativa completa, di un’analisi quantitativa di almeno tutte le sostanze attive e di qualsiasi altra prova e verifica necessaria a garantire la qualità dei medicinali nell’osservanza delle condizioni previste per l’AIC, fatto salvo quanto stabilito da eventuali accordi di mutuo riconoscimento”.

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ALOE VERA: MIRACOLO DI NATURA | NATURA E BENESSERE

Aloe vera: miracolo di natura

Da millenni è conosciuta come una pianta dalle innumerevoli proprietà benefiche e curative

Il termine panacea inteso come “rimedio pre-teso di ogni male”, si sa, fa spesso storcere il naso al mondo scientifico, cauto - com’è giu-

sto che sia – nell’attribuire ad una sostanza o un prodotto valenze quasi miracolistiche. Eppure per l’Aloe vera e l’Aloe arborescens, questa defini-zione si spreca.Le loro qualità sono di fatto note da millenni: de-purative, lassative, cicatrizzanti, antidolorifiche, antinfiammatorie, lenitive, rinfrescanti ecc. Fino ad arrivare a proprietà antitumorali, tuttavia anco-ra da verificare. A partire dagli anni ’50 del XIX l’Aloe è stata dunque celebrata in tutto il mondo, spingendo molti a usarla praticamente per ogni problema.

Cautela prima di tuttoA maggior ragione occorre allora usare un po’ di cautela, per non dare adito a speranze che poi si possono rivelare fasulle. Di certo c’è che questa pianta trova un amplissimo uso sotto diverse for-

me: come succo condensato, innanzitutto, ma anche come gel, e polvere per la preparazione di compresse.A livello topico l’Aloe trova il suo impiego princi-pale in caso di infiammazioni e dermatiti, grazie al suo potente effetto antidolorifico, antinfiamma-torio e antibatterico. I suoi principi attivi inibi-scono infatti la produzione dei neurotrasmettitori prodotti localmente dai tessuti danneggiati e che provocano dolore e arrossamento. È utile poi in caso di dermatiti batteriche.L’Aloe, poi, stimola e accelera la rigenerazione delle cellule dei tessuti danneggiati, favorendone così la cicatrizzazione. In caso di eritemi solari e ustioni lievi ha un effetto lenitivo e rinfrescante. Inoltre è in grado di proteggere la pelle dai raggi UV, migliora la microcircolazione e costituisce un ottimo ingrediente per la cosmesi anti-età.Sotto forma di compresse, unita ad altre piante come ad esempio Cascara, Senna, Finocchio, Li-quirizia, Genziana, Tarassaco, Rabarbaro, Rham-

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NATURA E BENESSERE | ALOE VERA: MIRACOLO DI NATURA

Il nome aloe vuol dire “amaro” e de-riva dall’ebraico allal o anche dall’a-rabo alloch.È una pianta perenne della famiglia delle Liliacee a cui appartengono ol-tre 200 specie soprattutto africane. Con lo stesso nome si fa riferimento anche all’agave americana che ha foglie molto simili. L’habitat dell’Aloe vera comprende ormai il Mediterraneo, l’India, gli Stati Uniti, il Messico, le An-tille, Arabia, Australia. Predilige i climi caldi e secchi in cui la temperatura non scende mai al di sotto dello zero.È formata da foglie molto lunghe e carnose, con punte aguzze. Viene definita una pianta xerofita, ossia capace di trattenere nei propri stomi molta acqua che le consente di so-pravvivere a periodi di siccità. Le fo-glie sono composte da un rivestimen-to che avvolge la polpa, il gel, ricco di numerose proprietà.

StoriaÈ una delle piante più utilizzate dall’uo-mo, in quanto ampiamente diffusa e disponibile praticamente per ogni popo-lazione.Le prime testimonianze note fanno riferi-mento ad una tavoletta di argilla ritrovata a Nippur (presso l’attuale Bagdad-Iraq) risalente al 2200 a.C. Nella Grecia anti-ca l’uso dell’Aloe, insieme a Mirra e Ro-smarino, era consigliato per rafforzare i denti. Nel 1300 a.C. gli israeliti nel de-serto al seguito di Mosè la usavano per proteggersi dal sole. Secondo una leg-genda egizia la regina Cleopatra usava una crema idratante a base di succo di Aloe per avere una pelle morbida, liscia ed elastica. Cristoforo Colombo l’aveva con sé a bordo delle caravelle. La prima descrizione “scientifica” risale comunque al 1720, per mano del natu-ralista Linneo. A partire dagli anni ’50 del ‘900 si moltiplicano le ricerche sull’im-

piego dell’Aloe vera in dermatologia, in particolare nella cura delle ustioni, in cui la pianta è in grado di offrire risultati eccellenti. A questo proposito va citato l’ampio impiego, nel 1995, per curare le vittime dell’attentato di Oklaoma City da parte del Dott. T. Moore, che aveva già all’attivo oltre 4mila casi di ustionati trat-tati in tutto il mondo. 2

Principi attiviÈ davvero incredibile la quantità e la qualità dei suoi principi attivi: Vitamina A, B1, B2, B6, B12, C, E, Niacina, Cal-cio, Fosforo, Potassio, Sodio, Magnesio, Ferro, Zinco, Manganese, Rame, Cro-mo, Muco- e Polisaccaridi, Amminoacidi essenziali (di cui 7 su 8 presenti nell’or-ganismo: Isoleucina, Leucina, Lisina, Mietonina, Fenilanina, Treonina, Valina) e secondari (di cui 11 su 14 presenti nell’organismo: Aspartico, Glutammico, Alanina, Cistina, Arginina, Glicina, Istidi-

L’Aloe vera in breve

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nus Alpino e Marrubio, favorisce la funzione inte-stinale e combatte la stitichezza. Sotto forma di gel, oltre alle già citate proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti, è in grado di rei-dratare e nutrire una pelle particolarmente secca e danneggiata. L’Aloe ha poi un ampio impiego nella medicina veterinaria. Anche in questo caso, oltre alle note proprietà antinfiammatorie (risulta eccellente ad esempio per lenire le mucose gengivali irritate e per dermatiti e ferite) sorprende l’uso nei cani an-ziani per aiutare l’animale a sopportare meglio lo stress del viaggio e del cambio ambientale.

Rimedio contro il cancro?La cautela di cui s’è detto va applicata soprattutto di fronte a malattie gravi come il cancro. A fron-te di un pur comprensibile entusiasmo, la rispo-sta dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro è netta: “No, ad oggi non esistono studi scientifici che dimostrano un ruolo certo dell’Aloe vera nella prevenzione o nella cura del cancro an-che se alcuni dei composti contenuti nella pianta sono attualmente in fase di studio”. E prosegue: “Anche se a oggi non ci sono prove certe dell’efficacia dell’Aloe nella prevenzione o nella cura del cancro, i ricercatori stanno valutan-do con attenzione gli effetti sull’organismo di al-cune delle sostanze contenute in questa pianta e i meccanismi molecolari che li determinano. Prima

ALOE VERA: MIRACOLO DI NATURA | NATURA E BENESSERE

na, Idrossiprolina, Prolina, Serina, Tiro-sina), enzimi (Fosfatasi alcalina, Amila-si, Bradichinasi, Catalasi, Cellulasi, Cre-atina, Fosfochinasi, Lipasi, Nucleotidasi, Proteolitiasi) Antrachinoni, Acidi grassi polinsaturi, Lignine, Saponine (glucidi con azione antisettica). Alcuni dei maggiori principi attivi sono poi il Mucopolisaccaride acemannano (immunostimolante rinforzante della membrana cellulare, aumenta di 10 volte l’attività dei macrofagi – fagociti – che distruggono i tumori e le tossine e aumenta il numero di leucociti, monoliti, linfociti T e globuli rossi), Acido aloei-co (antibiotico, battericida, antivirale), Acido cinnamico (germicida, fungicida, drenante, analgesico), Acido crisofanico (antimicotico) Emodina (battericida) Alo-emodina (antitumorale), Acido salicilico (antinfiammatorio), Aloina (lassativa, sostanza che viene eliminata alla de-corticazione delle foglie), Isobabaloina

(analgesico), Ormonosimili (estrogeni), Socaloina, Capaloina, Barbaloina. 3

Le due varietàSono due le varietà più note e apprez-zate dell’Aloe:- Aloe vera (Aloe barbadensis mil-ler): appare più carnosa, succulenta e presenta una foglia più grande. Pare abbia una minor concentrazione di principi attivi, ma maggiori benefici se

usata per l’esterno, es. per curare la pelle.- Aloe arborescens: ha una foglia più piccola, ma pare abbia più principi atti-vi, e maggiori benefici una volta ingerita (succo).

“Quattro vegetali sono indispensabili per il benessere dell’uomo: il frumento, la vite, l’olivo e l’Aloe. Il primo lo nutre, secondo le rinfranca lo spirito, il ter-zo gli reca armonia, il quarto guarisce”. (Cristoforo Colombo 1451-1506)

“Mi chiedete quali siano le forze segrete che mi hanno tenuto in vita durante i miei prolungati digiuni. Ebbene, esse sono la mia incrollabile fede in Dio, il mio stile di vita semplice frugale e l’Aloe, il cui bene-ficio scoperto quando mi sono recato in sud Africa verso la fine del XIX secolo”. (Mahatma Gandhi 1869-1948)

“Nel corso dei 20 anni in cui ho curati nei pazienti con l’Aloe, ho scoperto che vi sono moltissime malattie descritte dai dottori dell’antichità che scompaiono rapidamen-te quando somministrò l’Aloe in granuli o polvere. Pertanto, i risultati positivi che ho sempre ottenuto mi consentono di citare l’a-dagio di Roger Becon: vuoi vivere più a lun-go di Noè? prende qualche pillola di Aloe! (Francois Vincent Raspail 1794-1878).

4Tratto da: http://www.aloeverainfo.it

Hanno detto dell’Aloe4

2Cfr. http://www.magicaloe.info/descrizione-

della-pianta/storia-miti-e-leggende/3Tratto da: http://www.naturaliamilano.it

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di descrivere tali molecole è importante però sotto-lineare che molti degli studi finora effettuati e che hanno fornito in alcuni casi risultati interessanti sono stati condotti solo in vitro, cioè in provette e su cellule coltivate in laboratorio, oppure su par-

ticolari modelli sperimentali, ma non nell’uomo. Questo significa, in pratica, che i dati oggi dispo-nibili non sono sufficienti ad affermare che le so-stanze studiate sono efficaci e sicure anche nelle terapie umane”.1

Attenti alle controindicazioniSempre dal sito dell’Airc, riportiamo infine un avvertimento sulle controindicazioni dell’Aloe: “I principi attivi contenuti nell’Aloe possono essere causa di disturbi molto fastidiosi. Cap-sule, compresse e succo in forma liquida pos-sono causare problemi intestinali come diarrea, dolore addominale, nausea e vomito provocati soprattutto dalla presenza di antrachinoni, mo-lecole con potente azione lassativa, mentre chi assume già farmaci o altri supplementi a base di erbe deve prestare attenzione alle interazio-ni: capita infatti che i derivati dell’Aloe inter-feriscano con altri principi attivi causando per esempio problemi alla coagulazione del sangue. E anche se decisamente meno comuni, si posso-no verificare reazioni allergiche a gel e creme a base di Aloe soprattutto se utilizzati per periodi molto lunghi: sono più a rischio coloro che già sanno di essere allergici a cipolla, aglio, tulipani e piante simili”.

NATURA E BENESSERE | ALOE VERA: MIRACOLO DI NATURA

Il francescano Padre Ro-mano Zago, brasiliano di 83 anni, è noto nel mon-do per la sua bevanda Aloe di Padre Romano Zago, che pare avere ot-time proprietà anticancro e di cui a partire dal 1998 ha concesso la com-mercializzazione ad una azienda brasiliana. Non se ne considera tuttavia l’inventore, in quanto la formula è stata “messa a punto avendola tratta dalla saggezza popolare, dalla gente delle barac-copoli in cui si trovava ad operare e dall’insegna-mento di altri padri fran-cescani, fra tutti padre Arno Reckzigel, Padre provinciale durante il suo incarico presso Rio Gran-de do Sul“.

L’Aloe di Padre Romano Zago5

La preparazione originale prevede: 500 gr. di miele d’api (miele biologico di acacia)40-50 ml di distillato (grappa, cognac, whisky, etc.)350/400 grammi di foglie di Aloe Arborescens.Del prodotto, sconsigliato alle donne in gravidanza, va assunto un cucchiaio da tavola una mezz’ora prima di ciascuno dei tre pasti principali.

5http://www.aloedipadreromanozago.it/

1Cfr. http://www.airc.it/cancro/disinformazione/aloe/

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Cos’è la medicina estetica? Una definizio-ne semplicistica la potrebbe definire come quella branca medica, a carattere interni-

stico, che si occupa di migliorare la qualità della vita di chi vive a disagio per un inestetismo non accettato. Sì, perché dietro quell’inestetismo o quel difetto legato magari all’invecchiamento o a stili di vita inadeguati, c’è sempre una persona che vive quella condizione in maniera diversa una dall’altra. Ecco perché occorre una “visione olisti-ca” del problema, così come ricorda il Dott. Mar-cello Perricone, medico specializzato in medicina estetica. Se poi il ricorso alle potenzialità della farmacologia galenica possono contribuire a que-sto, proprio perché si tratta di soluzioni perlopiù personalizzate, allora tanto meglio.Il Preparatore Galenico lo ha raggiunto a Napoli, città dove il Dott. Perricone vive e lavora.

DOTT. MARCELLO PERRICONE - MEDICO ESTETICO | INTERVISTA AL MEDICO

Dott. Marcello Perricone Medico estetico

La bellezza, oltre alla salute, è un bene ormai

irrinunciabile

Scheda biografica

Il Dott. Marcello Perricone è nato a Napoli il 16 ottobre 1983. Si è laureato alla Seconda Università degli Studi di Napoli (SUN) il 15 ottobre 2010 e si è diplomato in medicina estetica nel 2012. Vive e lavora a Napoli.

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Dott. Perricone, perché ha scelto di diventare medico e opera nel campo della medicina estetica?

“Credo nella salute del corpo e della mente; penso che ogni sforzo umano debba essere rivolto a rea-lizzarla. Per quanto riguarda la medicina estetica, la ritengo ormai indispensabile. Il ‘bello’, oltre che il bene, è un ideale al quale è impossibile rinun-ciare”.

Lei si è avvicinato da poco tempo alle preparazioni galeniche. Perché questa scelta?

“Sono sicuro che la farmacologia galenica sia la scelta migliore per il futuro della medicina, senz’altro preferibile all’impersonale lavoro della grande industria”.

Cosa si aspetta da questa sua scelta?

“L’uso di elementi naturali, empiricamente spe-rimentato su ogni singolo paziente, garantisce un approccio più diretto e funzionale, personale ol-tre che scientifico. Mi aspetto, in questo modo, di ampliare le mie capacità mettendole al servizio di ognuno”.

La volontà di rallentare, se non proprio combattere la vecchiaia, è da sempre nell’uomo. Si riuscirà davvero a realizzarla?

“Sicuramente le nuove scoperte in campo biome-dico fanno pensare di sì. Si tratta di un progresso scientifico inarrestabile, al quale concorrono tutte le arti e discipline”.

Perché a suo parere è così difficile accettare un processo fisiologico come l’invecchiamento?

“Da sempre il desiderio più profondo dell’essere umano è legato alla vita, al bisogno di ‘immortali-tà’. Di conseguenza, allungare la vita stessa resta il principale obiettivo, necessario per allontanare scetticismo e sentimenti di sfiducia. I segni dell’invecchiamento preannunciano la fine del percorso della vita. È naturale dunque che generi sgomento constatarli allo specchio. Naturalmente, saper trascendere i ‘limiti’ del tempo non si riduce a un fatto pura-mente ‘estetico’. Lavorare per il miglioramento della vita, per un bene ‘comune’, è di per sé garanzia di successo. Il giusto modo per affrontare l’invecchiamento, si trova, quindi, nell’equilibrio fra il combatterne i danni e l’accettare, in modo positivo, l’esistenza di un percorso”.

INTERVISTA AL MEDICO | DOTT. MARCELLO PERRICONE - MEDICO ESTETICO

“Le nuove scoperte in campo biomedico fanno pensare che un giorno si riuscirà davvero a rallentare la vecchiaia”

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In questo numero parliamo di prodotti solari. Sappiamo però che molti ricorrono a ricette “fai da te” o a consigli magari recuperati su Internet da chissà chi. Un medico estetico cosa dice a questo proposito?

“Il medico fornisce indicazioni precise, che si adattino ai singoli pazienti. Rivolgersi al medico è quanto meno opportuno; per contro affidarsi a notizie approssimative non è mai consigliabile. In base agli studi sugli effetti negativi dei raggi ultra-violetti, la farmacologia ha messo a punto prodot-ti diversificati, che vengono utilizzati secondo le particolari necessità che si presentano.

Non si può dimenticare che ognuno è un caso a sé, bisogna quindi soddisfare le esigenze di chi ci si trova davanti tenendo conto della specificità del soggetto. Quindi, anche per quanto riguarda le creme solari e altri prodotti cosmetici, andrà sug-gerito il trattamento più adatto a ognuno, tenendo presente che anche nei mesi invernali è importante proteggere la pelle dai danni provocati da un’espo-sizione non protetta”.

Concludiamo: chi può rivolgersi ad medico estetico come lei e invece in quali casi occorre necessariamente la chirurgia?

“Chiunque desideri migliorare o rendere al meglio il proprio aspetto, a qualunque età, può rivolgersi al medico estetico. Al di là di una chirurgia rico-struttiva richiesta necessariamente da eventi trau-matici, si fa di solito ricorso alla chirurgia estetica nei casi di sostanziali cambiamenti relativi a forme e volumi.La medicina estetica, invece, interviene in modo più soft: alcuni dimorfismi, dovuti per lo più all’in-vecchiamento, possono essere corretti con tecni-che meno invasive della chirurgia, da ripetere pe-riodicamente. Per ottenere i risultati più apprez-zabili personalmente ritengo che sia necessaria una visione olistica, la ricerca di un’armonia estetica che cambi secondo la tipologia del pa-ziente. In definitiva, come il mangiar sano e uno stile di vita salubre garantiscono la qualità della vita, ritengo che l’elemento principale della me-dicina estetica si appoggi a criteri di prevenzio-ne e continuità delle cure”.

INTERVISTA AL MEDICO | DOTT. MARCELLO PERRICONE - MEDICO ESTETICO

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“Il giusto modo per affrontare l’invecchiamento, si trova nell’equilibrio fra il combatterne i danni e l’accettare, in modo positivo, l’esistenza di un percorso”

“Sono sicuro che la farmacologia galenica sia la scelta migliore per il futuro della medicina”

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Le creme, si sa, sono preparazioni farma-cologiche a consistenza molle e possono presentarsi come un’emulsione di olio in

acqua (abbiamo in questo caso una crema ac-quosa) o di acqua in olio (abbiamo una crema oleosa). Per la loro composizione si suddividono ulteriormente in creme idrofobe e creme idrofile. Le prime (creme oleose) agiscono in genere come barriera protettiva della cute, sono allestite con emulsionanti come la lanolina, gli esteri del Sor-bitano e monogliceridi. Vengono spesso usate per i farmaci liposolubili. Le creme idrofile (creme con olio in acqua), invece, necessitano assolutamente di emulsionanti che possano rendere possibile la miscela tra la fase lipofila e quella acquosa. Tra questi i saponi di Sodio o di Trietanolammina, i solfati di alcoli grassi e i polisorbati. Sono utiliz-zate soprattutto per farmaci idrosolubili.

I gel sono invece preparazioni farmacologiche a consistenza semisolida. Si dividono anch’essi in: gel idrofobi (la base è costituita generalmente da paraffina liquida con polietilene od oli grassi gela-tificati con silice colloidale, saponi di alluminio o zinco); gel idrofili (contengono acqua, Glicerolo, Glicole polietilenico gelatificati con sostanze quali Amido, derivati della Cellulosa, polimeri carbossi-vinilici o silicati di Magnesio-Alluminio).

Entrambi sono largamente usati per le preparazio-ni galeniche ad uso dermatologico.

La domanda del sondaggioA questo punto chiediamo a voi farmacisti: in ge-nerale quali preferite usare e perché? Le indicazioni su come rispondere sono segnate nel box sotto.

GALENICA DERMATOLOGICA | SONDAGGIO DEL MESE

Quale preferite usare? Dateci la vostra opinione

Galenica dermatologica: meglio le creme o il gel?

Sondaggio: come partecipareIn ogni numero di questa rivista proponiamo un sondaggio tra i farmacisti preparatori su argomenti legati alla professione. Vi invitiamo ad esprimere il vostro parere semplicemente inviando una mail di risposta a [email protected] comprensiva di nome, cognome, nome e luogo della farmacia e bre-ve motivazione della scelta. Le risposte ver-ranno calcolate in percentuale. I commenti verranno invece pubblicati in maniera ano-nima suddivisi in base alla scelta fatta tra le opzioni presentate. I dati personali inviatici via mail verranno trattati nel pieno rispetto della legge 675/96 sulla privacy e succes-sive modifiche.

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Usate fin dalla fine dell’800, le capsule rappresen-tano oggi la forma farmaceutica più adottata. Pre-sentano infatti diversi vantaggi. Ecco i principali secondo il Prof. Franco Bettiol2:- Mascherano odori e sapori sgradevoli- Sono facilmente disciolte a livello gastrico, libe-rando i principi attivi in meno di 15 minuti- Possono essere riempite con attrezzature poco costose e di facile manovrabilità- La scelta degli eccipienti non richiede complessi studi

- In base agli studi del Prof. Max Lüscher (...) ogni preparazione può essere presentata nei colori corri-spondenti al suo effetto

Per contro gli svantaggi sono minimi.- Non è possibile suddividerle- Nonostante l’involucro sia costituito da pura gela-tina, l’aspetto risulta talora poco naturale, simile a plastica.

2Cit.

ANGOLO TECNICO | LE CAPSULE RIGIDE

Le capsule rigide

Capsule vs compresse

Per l’ipertensione? Va bene una capsula ros-sa. Per l’ulcera? Una verde. Una capsula an-tisettica? Avrà invece un colore blu-azzurro.

L’uso sempre più massiccio di capsule per le pre-parazioni galeniche e la possibilità di crearle in una vasta gamma di colori, fa sì che per ciascun rimedio si possa scegliere la tonalità più adatta. Un sistema, questo, che non solo evita che il pa-ziente faccia confusione con altri farmaci. Ma ha

anche una valenza psicologica. Secondo gli studi del Prof. Max Lüscher, infatti, noi umani non sce-gliamo i colori a caso. Ecco allora qui di seguito una gamma di colori usati per le capsule, e la relativa composizione:1

1Tabella tratta da: Franco Bettiol, Manuale delle prepara-zioni galeniche, Edizioni Tecniche nuove, 1995

Quando il colore fa la differenza

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LE CAPSULE RIGIDE | ANGOLO TECNICO

La scelta dei colori delle capsule per ciascun effetto voluto è de-terminato dal cosiddetto Test dei colori di Lüscher. Il test prende il nome dal suo inventore, lo psicote-rapeuta, sociologo e filosofo sviz-zero Max Lüscher che lo inventò nel 1949. Ecco come viene presentato dalla Dott.ssa Viviana Valente, del Cen-tro Max Lüscher di Roma: “Nel test sono presenti 7 tavole di colori, contenenti 23 tonalità differenti, di fronte alle quali bisogna esprimere preferenze e rifiuti. Sceglieremo o rifiuteremo un colore in base al no-

stro stato psicofisiologico: se il colore è in sintonia con il nostro stato psicofi-siologico diremo che ci piace; se inve-ce è in discordanza, diremo che non ci piace. Quindi, in base alle preferenze e ai rifiuti, è possibile dedurre lo stato

psichico e fisiologico della persona. Le combinazioni con cui i colori possono essere scelti sono numerosissime ed è dall’analisi delle varie inter-relazioni che emerge l’individualità e l’unicità del soggetto”.

Il test dei colori di Lüscher

COME SI OTTIENE LA COLORAZIONE DELLE CAPSULE

Colore capsula ComposizioneTrasparente Gelatina q.b. a 100Bianco Titanio biossido 2,0000%; gelatina q.b. a 100Giallo chiaro Eritrosina 0,0010%; Ossido di ferro giallo 0,2727%; Titanio biossido 2,0000%; gelatina q.b. a 100Giallo carico Ossido di ferro giallo 0,5000%; Titanio biossido 1,0000%; gelatina q.b. a 100Arancio Eritrosina 0,0114%; Ossido di ferro rosso 0,1000%; Ossido di ferro giallo 0,5500%; Indigotina 0,0021%; Titanio biossido 1,3333%; gelatina q.b. a 100Rosso scarlatto Eritrosina 1,900%; Indigotina 0,0086%; Titanio biossido 0,8000%; gelatina q.b. a 100Blu scuro Eritrosina 0,0257%; Ossido di ferro giallo 0,1200%; Indigotina 0,5000%; Titanio biossido 1,0000%; gelatina q.b. a 100Blu aviazione Indigotina 0,0464%; Titanio biossido 1,5000%; gelatina q.b. a 100Blu chiaro Indigotina 0,2500%; Titanio biossido 2,0000%; gelatina q.b. a 100Verde scuro Ossido di ferro giallo 1,7143%; Indigotina 0,3000%; Titanio biossido 1,0000%; gelatina q.b. a 100V-caps “clear” Ipromellosa q.b. a 100V-caps bianco Titanio biossido 1,9184%; Ipromellosa q.b. a 100

La forma più usata attualmente è quella autobloccante, detta in inglese snap-fit, cioè “a doppio scatto”. Esiste anche la versione coni-snap, in cui il bordo del corpo risulta leggermente ristretto, favorendo in questo modo una chiusura facile e sicura.“Al momento della fornitura”, scrive Franco Bettiol nel suo Manuale delle preparazioni galeniche3 “il corpo è inserito nel coperchio median-te una leggera pressione in modo da renderne facile la separazione (apertura della capsula). Dopo aver compiuto le operazioni di riempi-mento, si esercita una pressione decisa fino a sentire lo ‘scatto’ che indica l’avvenuta chiusura. A questo punto è difficile aprire la capsula, che pertanto risulta praticamente autosigillata”.

3Cit.

Le capsule autobloccanti

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Firenze 20 giugno 2015

FARMACI GALENICI PEDIATRICI - For-mulazioni orfane e dedicate. Le preparazioni galeniche atipiche

Corso riservato ai farmacisti organizzato dal Dr. M. Bresciani “Scienza ed Arte nella Formazione”.Accreditato E.C.M. anno 2015. Evento 126848 con assegnazione di 7,5 crediti

Sede: C/O Bresciani Formazione, Via del Giglio 15, Firenze.Orari: Sabato ore 14.00 – 19.00

Corso di aggiornamento sulla preparazione di farmaci galenici pediatrici orfani per principio attivo, dosaggio o forma farmaceutica in farma-cia. L’importanza delle formulazioni atipiche in pediatria per migliorare anche l’aderenza alla terapia. Le preparazioni galeniche atipiche in far-macia.

Docente: Dr. M. Marcucci

Numero massimo di partecipanti: 20 ammessi secondo l’ordine di presentazione della domanda.Quota di partecipazione: Euro 65,00 esente da IVA ai sensi dell’art. 10 n°20 del DPR. N° 633/72

La richiesta di iscrizione al corso dovrà pervenire mezzo fax al n° 055661433 o tramite i sistemi on-line su www.brescianiformazione.it o www.bresciani-corsiecm.it.

Firenze 19-20 settembre 2015

LE PREPARAZIONI GALENICHE ALLE-STIBILI SENZA RICETTA MEDICA - Cap-sule, compresse, sciroppi, soluzioni e tisane. Preparazioni allestibili in farmacia e parafarmacia senza ricetta medica a base di piante, vitamine e minerali, tecnolo-gia e legislazione. Corso praticoCorso riservato ai farmacisti organizzato dal Dr. M. Bresciani “Scienza ed Arte nella Formazio-ne”.Accreditato E.C.M. anno 2015 Con assegnazione di 21 crediti.

EVENTI E CORSI | APPUNTAMENTI PER GLI OPERATORI DEL SETTORE

Appuntamenti per gli operatori del settore

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Sede: C/O Liceo Scientifico Statale A. Gramsci, Via del Mezzetta, 7 Firenze. Orari: Sabato ore 14.00 – 19.00; domenica: ore 9.00 – 18.00

Il corso intende aggiornare i Farmacisti sulle tecniche e procedure relative all’allestimento delle preparazioni a base di piante e derivati, vitamine e minerali, allestibili e dispensabili in farmacia e parafarmacia senza ricetta medica. Il corso si articola in lezioni teoriche ed eser-citazioni pratiche di laboratorio con la realizza-zione di una serie di formulazioni, il controllo qualitativo, la registrazione informatica e l’e-tichettatura nel rispetto delle Norme di Buona Preparazione

Programma: - Le preparazioni allestibili senza prescrizione medica in farmacia e parafarmacia- Preparati officinali, con riferimenti alle fon-ti normative, Farmacopee e Formulari ufficiali dell’Unione Europea.- Preparazioni a base di erbe e loro derivati, Note del Min. Sal. 12/2002 e 05/2010 e lista NELFRIT- Integratori alimentari, con riferimenti alla legi-slazione comunitaria.- Gestione, delle preparazioni multiple conserva-te in farmacia, il prezzo e i limiti di conservabi-lità. - Programmi informatici di gestione.- Teoria e pratica delle preparazioni solide ad uso interno in capsule, compresse, tisane.- Teoria e pratica delle preparazioni liquide: sci-roppi, sciroppi gelificati ed elixir, gocce e solu-zioni per uso orale.- Teoria e pratica di alcune preparazioni atipiche: gelatine, lollipop e altre

Docenti: Dr. F. F. Bettiol, Dr. M. Cecchi, Dr. M. Bresciani.

Numero massimo di partecipanti: 30 ammessi secondo l’ordine di presentazione della domanda.Quota di partecipazione: Euro 300,00 esente da IVA ai sensi dell’art. 10 n°20 del DPR. N° 633/72La quota comprende: il materiale didattico, il Manuale delle Preparazioni Erboristiche, i cof-fee break e la colazione di lavoro della domenica. Tutti i partecipanti saranno coperti da specifiche polizze assicurative incluse nella quota.

La richiesta di iscrizione al corso dovrà pervenire mezzo fax al n° 055661433 o tramite i sistemi on-line su www.brescianiformazione.it o www.bresciani-corsiecm.it.

APPUNTAMENTI PER GLI OPERATORI DEL SETTORE | EVENTI E CORSI

CORSO PER FARMACISTI SULLA MODERNA GALENICA DI BASE

Data da definirsiNewphargam, Via Milano,178 – Caronno Pertusella (VA)

Il corso intende approfondire le conoscenze in Galenica prendendo in esame le singole forme farmaceutiche.

A chi è rivoltoIl corso ha una connotazione pratica, per cui verranno eseguite indivi-dualmente diverse prove di laboratorio in Camera Bianca. Verranno trattati i seguenti temi: introduzione teorica alla galenica con presentazione di forme farmaceutiche, tecniche di preparazione e normative vigenti; visita presso un’officina farmaceutica con eserci-tazioni tecnico-pratiche con vari macchinari per la preparazione delle varie forme farmaceutiche.

Agenda del corso 9.30 – 10.30: Introduzione alla Galenica 9.30 – 11.30: Norme di Buona Preparazione11.30 – 12.30: Forme farmaceutiche: capsule, compresse, creme, gel, liquidi e polveri.12.30-14.00: Pausa pranzo14.00 – 15.00: Visita presso officina farmaceutica15.00 – 18.30: Esercitazioni tecnico-pratiche

RelatoriDott. Alessandro BasileDott. Giuseppe BiancoDott. Stefano Anzilotti Gambarini

Costi e iscrizioneIl corso prevede una quota d’iscrizione di euro 300,00 + Iva. Per i clienti Newphargam con Pagamento Ordini in contrassegno: euro 250,00 + Iva.Per info, iscrizione e modalità di pagamento: 800340088, [email protected]

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COS’ÈÈ una “tessera fedeltà” che verrà spedita al cliente che raggiungerà un certo obiettivo di ordini entro il mese, e che potrà avvalersi di particolari agevolazioni, sconti e altro sugli ordini dell’anno successivo.

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