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Il presidente di dirigentiscuola Nuzzaci ‘condanna’ Polibio e ‘assolve’ il segretario ex preside Fratta condannato a 30 giorni di reclusione. di Polibio Polibio è stato alquanto contento di leggere l’articolo pubblicato nel sito dirigentiscuola.org, dal titolo “Il Presidente di Dirigentiscuola risponde alle diffamazioni di Polibio” (nella sostanza, dopo le prime quattro righe della redazione, il resto è del Segretario di Dirigentiscuola Attilio Fratta, e vale la pena leggerlo) e l’allegata lettera, a firma dello stesso Presidente del Consiglio Nazionale, ovviamente di Dirigentiscuola-Di.S.Conf., Francesco Nuzzaci, inviata al professore Sebastiano Maggio, rispettivamente del 6 e del 5 gennaio 2017 (l’articolo e la lettera si trovano subito dopo la conclusione di questo articolo di Polibio – peraltro già resi di pubblica lettura nel sito dirigentiscuola.org – anche per dare maggiore possibilità di informazione soprattutto ai dirigenti scolastici iscritti alla Dirigentiscuola, mentre alla Dirigentiscuola si dà il consiglio, possedendo comunque gli indirizzi dei destinatari, di trasmettere questo articolo di Polibio, compresi gli allegati). Molto contento Polibio durante e dopo la lettura dell’articolo e della lettera del Presidente Nuzzaci, avendo avuto la possibilità di ridere, non soltanto per quanto il presidente Nuzzaci ha scritto, a pagina 3 della sua lettera, riferendosi a Polibio quale destinatario di “notizie da più fonti” e di attenderne altre, senza essersi posto (il presidente Nuzzaci lo scrive col punto interrogativo finale, quindi come domanda rivolta a Polibio) il problema della loro veridicità” e “soprattutto” senza mai domandarsi “chi realmente siano le persone che le alimentano o le fabbricano” (tuttavia dimenticando, ma sarebbe strano se ha letto gli articoli, che Polibio ha sempre scritto di svolgere indagine da giornalismo d’inchiesta, basandosi esclusivamente su documenti ufficiali, quali fonti primarie e secondarie, fondamentali per la ricerca scientifica, e mai è stato destinatario di lettere o di altre forme di comunicazione). Bisogna studiare, leggere attentamente i documenti, ricostruire nei particolari la vicenda alla quale quei documenti sono connessi, prepararsi al confronto in qualsiasi sede, rispondere correttamente alle domande che vengono rivolte. Nella sostanza, come quando ci si prepara per partecipare a un concorso, in particolare per l’interrogazione davanti alla commissione riunita dopo avere superato lo scritto, per non essere bocciato/a, per esempio, trattandosi di ambito scolastico, nel concorso per ispettore tecnico bandito dal Miur. Certamente, dell’esistenza di fabbricanti e di sbadati, e si potrebbe anche dire di falsari, Polibio ne ha consapevolezza, che emerge dall’attenta lettura e dall’analisi dei “documenti ufficiali” (e chi ha orecchie per sentire e cervello per intendere sa bene a che cosa Polibio si riferisce). Semmai, c’è chi intende intimorire e ne paga le conseguenze. Le verifiche vengono dai documenti ufficiali, soprattutto se chi le svolge ha competenza, in particolare derivata dalla ricerca scientifica. E se Polibio-Maggio ha arrecato un bene alla società, a quella della scuola in particolare, è attestato dal contenuto di migliaia di articoli. Da articoli sempre colmi di verità. Dei “validi motivi” che hanno “portato” all’arbitrario licenziamento della dsga del “Marconi” di Foggia dottoressa Mocciola (e che dire del caso della professoressa Mingione?), gli articoli di Polibio sono colmi di verità (di documenti e di registrazioni per difendersi dai presidi-padroni). Inoltre, le denunce del dr. Fratta contro la dsga Mocciola sono state archiviate dalla competente magistratura penale nonostante l’opposizione alla prima richiesta di archiviazione avanzata dallo stesso dr. Fratta. L’archiviazione di quanto denunciato dal dr. Fratta, in quel tempo dirigente

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Il presidente di dirigentiscuola Nuzzaci ‘condanna’ Polibio e ‘assolve’

il segretario ex preside Fratta condannato a 30 giorni di reclusione.

di Polibio

Polibio è stato alquanto contento di leggere l’articolo pubblicato nel sito dirigentiscuola.org, daltitolo “Il Presidente di Dirigentiscuola risponde alle diffamazioni di Polibio” (nella sostanza, dopole prime quattro righe della redazione, il resto è del Segretario di Dirigentiscuola Attilio Fratta, evale la pena leggerlo) e l’allegata lettera, a firma dello stesso Presidente del Consiglio Nazionale,ovviamente di Dirigentiscuola-Di.S.Conf., Francesco Nuzzaci, inviata al professore SebastianoMaggio, rispettivamente del 6 e del 5 gennaio 2017 (l’articolo e la lettera si trovano subito dopo laconclusione di questo articolo di Polibio – peraltro già resi di pubblica lettura nel sitodirigentiscuola.org – anche per dare maggiore possibilità di informazione soprattutto ai dirigentiscolastici iscritti alla Dirigentiscuola, mentre alla Dirigentiscuola si dà il consiglio, possedendocomunque gli indirizzi dei destinatari, di trasmettere questo articolo di Polibio, compresi gliallegati). Molto contento Polibio durante e dopo la lettura dell’articolo e della lettera del PresidenteNuzzaci, avendo avuto la possibilità di ridere, non soltanto per quanto il presidente Nuzzaci hascritto, a pagina 3 della sua lettera, riferendosi a Polibio quale destinatario di “notizie da più fonti” edi attenderne altre, senza essersi posto (il presidente Nuzzaci lo scrive col punto interrogativo finale,quindi come domanda rivolta a Polibio) il problema della loro veridicità” e “soprattutto” senza maidomandarsi “chi realmente siano le persone che le alimentano o le fabbricano” (tuttaviadimenticando, ma sarebbe strano se ha letto gli articoli, che Polibio ha sempre scritto di svolgereindagine da giornalismo d’inchiesta, basandosi esclusivamente su documenti ufficiali, quali fontiprimarie e secondarie, fondamentali per la ricerca scientifica, e mai è stato destinatario di lettere odi altre forme di comunicazione). Bisogna studiare, leggere attentamente i documenti, ricostruirenei particolari la vicenda alla quale quei documenti sono connessi, prepararsi al confronto inqualsiasi sede, rispondere correttamente alle domande che vengono rivolte. Nella sostanza, comequando ci si prepara per partecipare a un concorso, in particolare per l’interrogazione davanti allacommissione riunita dopo avere superato lo scritto, per non essere bocciato/a, per esempio,trattandosi di ambito scolastico, nel concorso per ispettore tecnico bandito dal Miur.

Certamente, dell’esistenza di fabbricanti e di sbadati, e si potrebbe anche dire di falsari, Polibio neha consapevolezza, che emerge dall’attenta lettura e dall’analisi dei “documenti ufficiali” (e chi haorecchie per sentire e cervello per intendere sa bene a che cosa Polibio si riferisce). Semmai, c’è chiintende intimorire e ne paga le conseguenze. Le verifiche vengono dai documenti ufficiali,soprattutto se chi le svolge ha competenza, in particolare derivata dalla ricerca scientifica. E sePolibio-Maggio ha arrecato un bene alla società, a quella della scuola in particolare, è attestato dalcontenuto di migliaia di articoli. Da articoli sempre colmi di verità.

Dei “validi motivi” che hanno “portato” all’arbitrario licenziamento della dsga del “Marconi” diFoggia dottoressa Mocciola (e che dire del caso della professoressa Mingione?), gli articoli diPolibio sono colmi di verità (di documenti e di registrazioni per difendersi dai presidi-padroni).Inoltre, le denunce del dr. Fratta contro la dsga Mocciola sono state archiviate dalla competentemagistratura penale nonostante l’opposizione alla prima richiesta di archiviazione avanzata dallostesso dr. Fratta. L’archiviazione di quanto denunciato dal dr. Fratta, in quel tempo dirigente

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scolastico dell’Istituto “G. Marconi” di Foggia, a carico della dsga dott.ssa Michela Mocciola hariguardato proprio le contestazioni dalle quali è scaturito il decreto di licenziamento senza preavvisodella dsga dott.ssa Mocciola. Un licenziamento senza preavviso che, data l’archiviazione delledenunce dell’allora preside Fratta, non poteva essere una sanzione da irrogare a carico alla dsga del“Marconi” di Foggia dott.ssa Mocciola. Ma di ciò sembra che il presidente Nuzzaci non sia statoadeguatamente informato!

A chiedere, contestualmente, al Direttore generale dell’Usr per la Puglia dott.ssa Lucrezia Stellaccie al dirigente dell’Usp di Foggia dr. Giuseppe De Sabato “l’avvio di tutte le procedure necessarie oper il trasferimento ad altro istituto meno complesso o, e sarebbe la soluzione migliore, per illicenziamento”, è stato il 12.11.2009 il dr. Attilio Fratta. Procedimento e licenziamento avvenuti inviolazione dell’allora vigente Contratto collettivo nazionale del comparto scuola e dell’alloravigente d.lvo 30.03.2001, n. 63. La nota del dr. Fratta prot. n. 116/ris. e altri documenti, tutti fontiprimarie, saranno oggetto di un prossimo articolo di Polibio a proposito delle “sfumature di giallo”nel “licenziamento” della Dsga dell’istituto “G. Marconi” di Foggia. Ci sono elementi ai qualiprestare puntuale attenzione, tutti nei documenti prodotti all’Usr, a partire dal n. 116/ris. datato12.11.209. E su quei “documenti” si sarebbe basata la determinazione del Direttore Generaledell’USR per la Puglia dott.ssa Stellacci. A parte le registrazioni sulle irregolarità contestate dalladsga e altro di certo non corretto nei di lei confronti. Un comportamento corretto avrebbecertamente evitato quanto è accaduto a danno della dsga Michela Mocciola (le denunce del dr.Fratta nei di lei confronti, proprio sulle cosiddette “irregolarità” da lui attribuitele, sono statearchiviate). In attesa della sentenza del Tribunale del lavoro di Foggia, che si ritiene possa essereprossima e in tempi brevi, ci si chiede chi sarà a pagare se la sentenza, data l’inesistenza di quantoera stata “incolpata” e licenziata senza preavviso la dottoressa Mocciola, accoglierà il ricorso alTribunale del lavoro presentato nel 2010 dalla dottoressa Mocciola. Intanto, lo Stato, il Miur, che asua volta si rivolgerà (o da parte di altri saranno presentate specifiche denunce) per il danno subitoalla Procura generale della Corte dei conti al fine di agire nei confronti di chi con la nota riservata n.116 del 12 settembre 2009 si è rivolse all’USR per la Puglia e all’USP di Foggia,.chiedendo, con un“sarebbe la soluzione migliore”, “il licenziamento” della dsga dottoressa Michela Mocciola.

Quanto a “il Dr. Fratta”, come scrive nella sua lettera il presidente della Dirigentiscuola FrancescoNuzzaci, “andrebbe” (un condizionale e non un indicativo) “preso come modello di correttezza e direttitudine perché è uno dei pochi che hanno avuto il coraggio di rimuovere situazioni irregolari eillecite”, la questione non interessa affatto a Polibio-Maggio. Riguarda, in primis, la Dirigentiscuolae interessa, sempre in primis, alla Dirigentiscuola. A una condanna penale, anche se in primo gradodi giudizio, intanto si risponde con le dimissioni. Augurando che non ci siano iscrizioni in registridegli indagati e/o richieste di rinvio a giudizio. E dato che il dr. Fratta, dopo la condanna a 30 giornidi reclusione, quale conseguenza del caso Mingione, ha fatto ricorso, a Bari, si può essere certi cherinuncerà alla prescrizione in appello. Tuttavia, va tenuto nella debita considerazione che il dr.Attilio Fratta, nella carica di Segretario generale della Dirigentiscuola, incontrerà, a capo didelegazioni della Dirigentiscuola, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.

Nell’articolo pubblicato nel sito web di dirigentiscuola.org, dal titolo “Il Presidente diDirigentiscuola risponde alle diffamazioni di Polibio”, dopo le prime quattro righe della redazione,seguite da un “raggiunto dalla redazione, Attilio Fratta, nella qualità di Segretario Generale dellaDirigentiscuola ha così commentato”, si legge, proprio nel commento del Segretario diDirigentiscuola, qualcosa che non risponde affatto alla verità e che pertanto denigra, come alsolito, Polibio-Maggio. Il Fratta, infatti, invece di chiedere scusa per quanto commesso in ambiti

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scolastici – forse nascondendo agli iscritti a Dirigentiscuola la sentenza n. 2762 del 4 ottobre 2016emessa dal Giudice dott.ssa M. Angela Marchesiello del Tribunale Civile di Foggia, che rigetta lasua domanda e lo “condanna alla rifusione delle spese di lite anticipate dal convenuto, liquidandolein euro 5.534 per compenso professionale, oltre rimborso forfetario per spese generali al 15%, Ica eCpa come per legge” (la sentenza è stata pubblicata, con commento, da Gilda Venezia, Aetnascuola,AND, Diritto Scolastico, Retescuole e altri; per leggerla, scrivere nella tastiera del computercollegata per la ricezione ai siti web: sentenza n. 2762/2016 Tribunale civile di Foggia) –, siaggroviglia nel descrivere, come “crociata calunniosa e diffamatoria” nei suoi confronti, ciò cheinvece aveva e ha “riscontri oggettivi con fatti realmente accaduti”, dato che gli articoli di Polibio“erano colmi di verità”, che si trattava di “legittimo esercizio del diritto di critica”, che, così neltesto della sentenza, “è un dato facilmente evincibile dalla copiosa documentazione versata in attiche gli articoli in questione, apparsi su un sito web destinato agli operatori del mondo scolastico efirmati da un professore da anni impegnato in attività sindacale a difesa dei lavoratori del compartoscuola, si inseriscano in un più ampio contesto di denuncia di gravi irregolarità”. Inoltre, semprenella sentenza, è scritto: “Si è già visto che le notizie riportate rivestivano un chiaro interessepubblico all’interno del mondo dei lavoratori della scuola. L’esposizione, sia pure ironica evirulenta per i toni più accesi determinati dalle ragioni sindacali che animavano la pubblicazione,appare continente, priva di dispregiativi gratuiti, non personalizzante (visto che le denunce dellepretese irregolarità riguardavano anche altri dirigenti scolastici di diversi ambiti territoriali) eperaltro perfettamente in linea col tenore aspramente polemico di altri analoghi articoli apparsi ingiornali a livello nazionale sul medesimo argomento. Nemmeno può poi dubitarsi della veridicitàoggettiva o putativa di quanto riportato, vista l’attendibilità delle fonti di provenienzaopportunamente vagliate dal redattore (articoli di giornali nazionali, provvedimenti dell’UfficioScolastico Regionale, note ed ispezioni ministeriali, ricorsi giudiziali, lettere di contestazione diaddebiti disciplinari, etc.) che documentano la straordinaria mole di informazioni pervenute alconvenuto sui gravi problemi verificatisi nei vari ambiti scolastici ove l’attore ha svolto le suefunzioni di preside…”. Alla sentenza, il quotidiano “l’Attacco” di Foggia ha dedicato l’interapagina 11, LEGGE&ORDINE, di sabato 22 ottobre 2016, con a fondo pagina FOCUS “Il calvariodella segretaria”, la dottoressa Michela Mocciola. E sempre il quotidiano “l’Attacco” di Foggia, intre quarti della pagina 14, LEGGE&ORDINE, di venerdì 6 gennaio 2017 ha pubblicato l’articolo“Gira la notizia della condanna dell’ex preside Fratta”, col sommario “aveva costretto con minaccel’insegnante Mingione a uscire dall’aula nella quale si stava svolgendo il collegio dei docenti”.Polibio indica ai lettori due suoi articoli, certamente presenti nei siti web Gilda Venezia eaetnascuola: “Il Tribunale di Foggia ha condannato Attilio Fratta, ex preside dell’istituto ‘Marconi’di Foggia , alla pena di 30 giorni di reclusione” e “L’enigma dei tre ’08.20.2010: una delle tante‘sfumature di giallo’ nel ‘licenziamento’ della DSGA dell’istituto ‘G. Marconi’ di Foggia”.

Nella sua “crociata”, quale che sia il suo intento, il Segretario della Dirigentiscuola Attilio Frattaprosegue riferendo di un suo, a quanto pare, ex amico di cordata nel tempo dell’appropriazionedella Dirpresidi del presidente Beniamino Sassi, riconosciuto dalle sentenze, tutte perse dal presideFratta e dai presidi soci, il legittimo presidente della Dirpresidi e l’unico a utilizzare il marchio (lasentenza è stata pubblicata in mezza pagina del quotidiano “La Repubblica”). E il segretario siesprime a proposito di vicende interne: per esempio, di un tizio “da tempo espulsodall’Associazione per una serie di illeciti dei quali si occuperà la magistratura”, dato che quel tizio,da quando è stato espulso, “ha iniziato anche lui una campagna calunniosa e denigratoria”,“utilizzando anche il marchio dell’Associazione”, nonché di una questione di “picciuli”, “che haprelevato dalla cassa della struttura regionale” (perbacco, nelle espulsioni di presidi dalle rispettiveassociazioni sindacali non manca il prelievo di euro dalla cassa, ovvero di “picciuli”!), aggiungendo

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l’espressione che “se non la smetterà non è detto che non si dia fuoco alle polveri anche da partenostra”. Si tratta di festosi fuochi pirotecnici o di quale altro tipo di “fuoco alle polveri”? In Sicilia,in Puglia o in quale altra regione? Bisogna ridere, considerando l’espressione una bufala, oppurerivolgersi ai carabinieri? Si tratta di una minaccia rivolta a quel tizio espulso dalla Dirigentiscuolaperché “ha prelevato dalla cassa regionale” una non precisata quantità di “picciuli”? Oppure si trattadi un modo ridicolo d’esprimersi, certamente non condivisibile dagli iscritti alla Dirigentiscuola edalla Confedir?

Procedendo nella lettura, lo stesso Attilio Fratta, esprimendosi nella qualità di Segretario Generaledella Dirigentiscuola con termini che potrebbero essere ritenuti di stampo diffamatorio ericattatorio, calunnioso e minaccioso, oppure anche questa volta si tratta di un modo ridicolo diesprimersi, ha scritto, rivolgendo le sue parole a Polibio, “se fossimo della sua stessa pasta,potremmo pubblicare, senza necessità di strumentalizzare ed enfatizzare, tutto il dossier sullavicenda universitaria del figlio del Prof. Maggio e del suo stesso coinvolgimento” (coinvolgimentoimpossibile data l’età e i molti anni da pensionato), “ma non vogliamo scendere al suo stessolivello”. Ebbene, si appresti a chiedere urgentemente pubbliche scuse utilizzando il sito web diDirigentiscuola. Perché ancora una volta, come in tutte le altre, facendo peraltro riferimento allasentenza n. 2762/2016 del Tribunale civile di Foggia, le bufale, casuali o volute, non possonoessergli consentite, dato che da Segretario generale della Dirigentiscuola offende gli iscritti e laConfedir nel suo complesso. Comunque, anche questa volta ha arrecato danno alla Dirigentiscuola ealla Confedir, perché, accedendo al sito web Sudpress SUD Giornalismo d’Inchiesta, e poicliccando su ‘università’, c’è un archivio di parecchie decine di articoli e di migliaia di interventi,nonché ci sono sentenze pronunciate dalla magistratura del lavoro e dal Consiglio di GiustiziaAmministrativa per la Sicilia, regione autonoma. Si avrà inconfutabile conoscenza che il Fratta (enon si può sapere se ne avrà dispiacere) ha preso una ulteriore bufala da incompetente, dadisinformato, da falsario oppure da strumentalizzato da qualche avversario per farlo precipitare inun pozzo senza fine. Infatti, quel “figlio del Prof. Maggio” – riferendoci alla frattiana espressione“se fossimo della sua stessa pasta” (cioè quella di Polibio-Maggio) “potremmo pubblicare … tutto ildossier sulla vicenda universitaria” – ha vinto le cause in Tribunale del lavoro nei confronti delrettore dell’Università di Catania, ha denunciato alla magistratura penale numerose irregolarità,mentre il rettore, una sorta di preside-padrone, in questo caso di rettore-padrone, non avendo datoesecuzione al nuovo Stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo la sentenza del CGA per la Sicilia,che aveva dichiarato viziato di illegittimità lo Statuto dell’Università quando era stato eletto rettore,ha disposto, accogliendo l’istanza di una professoressa, data l’inadempienza concernente le normestatutarie, il rinnovo degli organi statutari, il primo dei quali è il rettore, con la conseguenza delladecadenza del rettore resistente e della sua non candidatura alle elezioni per la nomina del nuovorettore che si svolgeranno nei giorni conclusivi di questo mese e, se da uno dei candidati non saràraggiunta la percentuale di voti necessaria per essere eletto, nel mese di febbraio.

Polibio

polibio.polibio@ hotmail.it

Seguono: l’articolo della redazione di Dirigentiscuola, “Il Presidente di Dirigentiscuola rispondealle diffamazioni di Polibio”, nel complesso contenente, raggiunto dalla redazione, il commento delSegretario Attilio Fratta sulla vicenda, e la lettera del Presidente del Consiglio Nazionale FrancescoNuzzaci inviata al prof. Sebastiano Maggio (Polibio).

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