Il Primo Volume del AR5 e imprese

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    CAMBIAMENTI CLIMATICIAZIONI, TREND E IMPATTIPER LE IMPRESE

    A CURA DELL ITALIAN CLIMATE NET WORK

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    Italian Climate Network ha aderito nel 2013 al Global Power Shift, la campagna mon-diale promossa dal network 350.org al fine di condurre un cambio di paradigma a livel-lo mondiale nella lotta al cambiamento climatico.

    In occasione della pubblicazione del V Rapporto di Valutazione dellIPCC il net-work ha voluto fornire uno strumento semplice e snello per avvicinare imprenditori,studenti e addetti ai lavori al processo di produzione, revisione e pubblicazione del rap-porto e che potesse guidare il lettore al primo appuntamento del Global Power Shift

    italiano.

    Il lavoro una rielaborazione - non una traduzione letterale - della pubblicazioneClimate Change: action, trends and implications for business - The IPCCs Fifth As-sessment Report, Working Group I redatto dallUniversit di Cambridge, dipartimen-to per la sostenibilit, che va a completare la pubblicazione Guida allIPCC.

    i

    http://www.globalpowershift.org/http://www.globalpowershift.org/
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    Il processo di revisione Ipcc: fonti, modalit di elaborazione e impatti dei rapporti. Fonte: Universit di Cam-bridge

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    Il V Rapporto di Valutazione (AR5) dellIntergovernmental Panel on Climate Change(IPCC) il pi vasto e dettagliato elaborato sui cambiamenti climatici mai realizzato.Rispetto ai precedenti si basa su un maggior numero di dati, contiene simulazioni a li-vello regionale pi dettagliate e ha un maggior livello di confidenza riguardo le proprieconclusioni. I suoi contenuti sono importanti per il mondo delle imprese per due moti-vi: informa il mondo delle imprese sulla riduzione di alcune risorse naturali, ad esem-pio la disponibilit di acqua e fornisce uno strumento per i Governi per implementareazioni politiche che vadano a influenzare il mondo stesso delle imprese.

    LAR5 verr pubblicato in differenti momenti tra il 2013 e il 2014. Il Primo volu-me (WG1) si concentra sulle variazioni di temperatura dell'atmosfera e degli oceani,sui cambiamenti dei regimi delle precipitazioni, tempeste e laccadimento di eventi me-teorologici estremi in tutto il Mondo. I cambiamenti sono valutati attraverso lanalisidei ghiacci e dei ghiacciai e le conseguenze di questi cambiamenti per il livello dei ma-ri. Inoltre vengono analizzate ed esaminate le tematiche ad esse connesse, come adesempio - l'acidificazione degli oceani e cosa si pu imparare dalle evidenze relative al-

    le analisi condotte sul clima passato della Terra.

    Rispetto allAR4 la conoscenza scientifica notevolmente migliorata e ha raffor-zato le basi su cui si evidenzia che le attivit umane rappresentano un driver fonda-mentale dei cambiamenti climatici

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    Le attivit umane, e in modo particolare le emissioni di anidride carbonica, sonoresponsabili di un continuo ed inequivocabile aumento delle temperatureglobali. Nonostante un recente rallentamento del tasso di crescita delle temperature(gli scienziati dellAR5 lo attribuiscono a una serie di fenomeni naturali) il quadro glo-bale indicativo di continuo e costante riscaldamento.

    Laumento della temperatura globale sta causando cambiamenti in tutto il Piane-ta: latmosfera e gli oceani si stanno scaldando, stanno diminuendo lesten-

    sione e il volume di neve e ghiacciai, il livello del mare sta aumentando egli elementi meteorologici si stanno modificando. Molti di questi cambiamentinon trovano riscontri nei millenni precedenti.

    I modelli climatici prevedono continui cambiamenti nel corso del

    XXI secolo rispetto a possibili scenari di emissioni di gas serra. Se il tasso di crescitadelle emissioni dovesse rimanere invariato rispetto al presente, si prospetta uno scena-

    La temperatura della superficie terrestrenegli ultimi 3 decenni stata in

    successione la pi calda rispetto ad ognialtro decennio a partire 1850

    ~ IPCC, 2013

    CAPITOLO 1

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    rio al 2100 caratterizzato da un incremento medio della temperatura globale compre-so tra 2.6-4.8C e un innalzamento del livello dei mari compreso tra 0.45-0.82 metririspetto al presente, e un cambiamento sostanziale dei cicli meteorologici. Gli espertistimano inoltre che vi siano due possibilit su tre che il Mar Artico sia libero dai ghiac-ci durante lestate prima della met del secolo.

    Per limitare lincremento di temperatura media globale entro i 2C (vedi Box diapprofondimento) rispetto ai livelli pre-industriali con una probabilit superiore al66% necessario che le emissioni di carbonio cumulate relative alle attivit umane apartire dallinizio dellet industriale siano limitate a 1000Gt di Carbonio. Circa lamet di queste emissioni sono gi state emesse prima del 2011.

    Anche se dovessimo interrompere immediatamente le emissioni diCO2, le temperature medie rimarrebbero elevate per secoli a causa delleemissioni di gas serra avvenute nel passato e ancora presenti in atmosfera. Le emissio-ni passate, presenti e future rappresentano un impegno a lungo termine su molti seco-li circa il cambiamento climatico.

    Limitare lincremento delle temperature richiede una riduzione continua e so-stanziale delle emissioni di gas serra.

    OBIETTIVO 2C

    La Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite

    (UNFCCC) ha concordato nel dicembre 2010 di impegnarsi a contenere lau-

    mento di temperature medie globali entro i 2C rispetto ai livelli pre-industria-

    li per prevenire gli impatti pi rilevanti dei cambiamenti climatici; inoltre haposto un obiettivo di breve periodo fissato a un incremento di temperatura di

    1.5C. I risultati dellAR5 evidenziano come sia possibile limitare lincremento

    di temperatura entro i 2C solo attraverso sostanziali ed importanti obiettivi di

    riduzione delle emissioni di gas serra su scala globale

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    CAMBIAMENTI CLIMATICI

    Il bilancio energetico del Pianeta influenzato sia da fattori naturali sia d

    fattori umani. Attualmente il sistema terrestre ha un bilancio positivo di as

    sorbimento dellenergia solare; ovvero il sistema terrestre assorbe pi ener-

    gia di quanta ne riflette nello spazio. Il risultato si evidenzia in un increme

    to della quantit di energia stoccata sulla Terra. Questo scompenso nel bi-

    lancio comporta lincremento delle temperature globali. Il AR5 giunto all

    conclusione che il 90% di questo eccesso di calore stoccato negli oceani.

    LIMITARE IL RISCALDAMENTO

    LAR5 giunge alla conclusione che, per limitare lincremento di temperature

    medio globale entro I 2C (vedi Box), necessario che le emissioni cumulate di

    carbonio siano limitate a 1000Gt a partire dai livelli pre-industriali. Una parte

    significativa dei cambiamenti climatici probabilmente irreversibile secondo i

    tempi di vita umani in quanto circa la met di queste emissioni gi presente in

    atmosfera perch emessa prima del 2011. Le scoperte del AR5 mettono in eviden-

    za come ogni ritardo decisionale comporti a un continuo incremento della quota

    di emissioni da dover ridurre nel prossimo futuro. Tuttavia, nel mondo reale per

    ridurre le emissioni necessario del tempo per implementare le decisioni e vi so-

    no dei limiti riguardo la velocit con cui limitarle. Posticipare a lungo la riduzio-

    ne delle emissioni potrebbe rendere impossibile il conseguimento dellobiettivo

    dei 2C

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    I cambiamenti climatici rappresentano una sfida continua per le imprese, i gover-ni e le societ.

    Il primo volume del Quinto Rapporto di Valutazione dellIPCC, Climate change2013: The Physical Science Basis, fornisce il quadro scientifico e le stime di come lam-biente fisico potrebbe cambiare entro la fine del secolo secondo un quadro descritto inalcuni scenari caratterizzati da diverse intensit di emissioni di gas climalteranti.

    Laumento della temperatura, linnalzamento del livello dei mari, le variazioni deiregimi di pioggia, la scomparsa dei ghiacciai e lacidificazione degli oceani avranno del-le dirette implicazioni su molti settori economici.

    Il futuro, cos come rappresentato nei differenti scenari RCP (vedi il box) dipen-de dalle azioni intraprese per ridurre le emissioni di gas serra. Gli impatti del clima sa-ranno tanto pi grandi quanto minori saranno i cambiamenti presenti nelle politiche.

    Per limitare i cambiamenti climaticisono necessarie continue e ingenti misuredi riduzione delle emissioni di gas serra

    ~ IPCC, 2013

    CAPITOLO 2

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    Le principali politiche climatiche porteranno diverse tipologie di impatto per le impre-se.

    I prossimi due volumi del AR5, previsti per marzo e aprile 2014, forniscono le in-formazioni per le aziende che devono rispondere ai costi e alle opportunit associate a

    un clima che cambia.

    Il Secondo Volume (WGII) valuta gli impatti dei cambiamenti climatici per l'eco-nomia, l'ambiente e la popolazione globale, il Terzo Volume (WGIII) fornisce degliindirizzi da seguire per mitigare il cambiamento climatico, sia attraverso un taglio alleemissioni di gas a effetto serra, sia promuovendo quelle attivit che contribuiscono arimuovere le emissioni dallatmosfera.

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    Osservazioni, studi teorici e simulazioni modellistiche indicano un riscaldamentoglobale dalla met del XX secolo.

    La probabilit che le attivit umane abbiano causato pi della met dellaumento

    delle temperature a partire dal 1950 pari al 95%. Questo riscaldamento responsabi-le degli effetti legati ai cambiamenti climatici in tutto il globo.

    C' una forte evidenza che molti dei cambiamenti che stanno avvenendo all'inter-no l'atmosfera, terra, mare, neve e ghiaccio non trovino precedenti nel corso dei mil-lenni. I livelli crescenti di gas serra (soprattutto anidride carbonica) legati allutilizzodi combustibili fossili e i cambiamenti di uso del suolo (come ad esempio la deforesta-zione ) sono tra le cause principali di questo riscaldamento.

    I processi naturali (come le variazioni dell'attivit solare) sono responsabili soltan-to di una minima parte dei recenti cambiamenti di temperatura.

    I cambiamenti climatici correlati alle attivit umane possono essere caratterizzatida alcuni feedback allinterno del sistema climatico stesso. questo ad esempio il casodellArtico, dove le temperature si stanno innalzando pi rapidamente che in ogni al-tra parte del Pianeta.

    SEZIONE 1

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    Il riscaldamento del sistema climatico inequivocabile, e dagli anni 50 ad oggi molti deicambiamenti osservati non hanno trovano precedenti negli ultimi decenni e/o millenni.

    Sulla superficie terrestre, ciascuno degli ultimi tre decenni stato in successione pi caldorispetto a qualsiasi altro decennio a partire dal 1850.

    Nellemisfero settentrionale, il periodo compreso tra il 1983 e il 2012 stato con buona

    probabilit il trentennio pi caldo degli ultimi 1400 anni.

    Le continue emissioni di gas serra causeranno ulteriore riscaldamento e indurrannocambiamenti in tutte le componenti del sistema climatico. Limitare il cambiamento climaticorichieder riduzioni sostanziali e sostenute delle emissioni di gas serra.

    E molto probabile che il ghiaccio marino artico continuer a ritirarsi ed assottigliarsi eche la copertura nevosa primaverile dellemisfero settentrionale diminuir durante il XXI secoloallaumentare della temperatura media superficiale globale. Il volume globale dei ghiacciaidiminuir ulteriormente.

    L'area coperta dalla neve nell'emisfero settentrionale si ridotta ogni anno nel corso degliultimi 50 anni, soprattutto in primavera . Il permafrost si scongela in molte regioni.

    L'Artico diventato sensibilmente pi caldo negli ultimi 50 anni.

    Il livello medio globale dei mari continuer ad innalzarsi nel corso del XXI secolo. In tuttigli scenari RCP il tasso di crescita del livello dei mari supera con grande probabilit quelloosservato nel periodo 1971-2010 a causa del maggior riscaldamento degli oceani e dellamaggiore perdita di massa da parte dei ghiacciai e delle calotte polari.

    Gli oceani hanno assorbito circa il 30% delle emissioni di carbonio. Questa la causa

    dellacidificazione.

    I livelli atmosferici dei principali gas serra (anidride carbonica, metano, protossido diazoto ) sono tutti aumentati dall'inizio dell'era industriale ( ~ 1750) . Entro il 2011, questi gasserra hanno superato i livelli presenti in epoca pre-industriali di circa il 40%, 150% e 20 %,rispettivamente. I livelli attuali sono senza precedenti rispetto agli ultimi 800.000 anni.

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    Climate Change 2013: The Physical Science Basis presenta una serie di proiezio-ni a breve e a lungo termine dei cambiamenti climatici indotti dall'uomo. Queste proie-zioni sono basate sui risultati di complesse simulazioni modellistiche sviluppate e ge-stite in modo indipendente da un gran numero di centri di ricerca di tutto il mondo.AR5 utilizza quattro scenari per illustrare come il clima destinato a cambiare nel cor-so del secolo, a seconda futuri livelli di emissioni di gas a effetto serra (vedi box a sce-nari RCP) . Queste proiezioni riguardano tutte le variazioni a livello globale e regionalee rappresentano stime di come si potranno verificare i cambiamenti climatici.

    Il cambiamento climatico nei prossimi decenni in gran parte legato ai livelli digas serra gi presenti nell'atmosfera. La quantit di azioni di mitigazione prevista ne-gli scenari ha infatti poco impatto nel breve periodo.

    Al contrario, la quantit di emissioni gas a effetto serra (che dipende principal-mente dalle scelte politiche dei governi) ha un impatto importante sul cambiamentoclimatico previsto dalla met del XXI secolo. Anche se i risultati dei modelli climatici

    variano, tutti indicano che livelli di emissioni pari o superiori a quelle attuali causereb-bero cambiamenti in tutte le componenti del sistema climatico, alcuni senza preceden-ti in migliaia di anni. I cambiamenti si potranno verificare in molte regioni del piane-ta, e molti potrebbero continuare per centinaia o migliaia di anni, anche se le emissio-ni saranno ridotte a zero.

    attivo un dibattito sul fatto che linfluenza umana possa innescare un bruscocambiamento al clima o spingere alcune parti del sistema climatico a soglie o punti

    critici, innescando un cambiamento irreversibile. Anche se gli studi scientifici suggeri-scono che tali eventi sono possibili, attualmente non vi accordo su come sia probabi-le che nel XXI secolo o quali possano essere le conseguenze per lumanit.

    SEZIONE 2

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    Tutti gli scenari RCP, con leccezione del solo RCP2.6, stimano che, entro la

    fine del XXI secolo, l'aumento della temperatura media della superficie

    terrestre e della temperatura superficiale degli oceani possa essereprobabilmente superiore di 1.5C rispetto al periodo pre-industriale.

    Gli scenari RCP8.5 e RCP6.0 indicano che sia probabile un aumento di 2C,

    mentre lo scenario RCP4.5 indica come maggiormente probabile il non

    superamento dei 2C.

    Lo scenario RCP2.6 stima che sia improbabile un aumento di oltre 2C.

    Tutti gli scenari prevedono un riscaldamento continuo oltre il 2100 con

    leccezione del RCP2.6.

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    Gli scenari di previsione che considerano linfluenza umana alla base delle proiezionicontenute nellAR5 sono conosciuti come RCP (Representativ Concentration

    Pathways), in quanto i risultato in termini di emissioni espresso in termini diconcentrazioni di gas a effetto serra piuttosto che i livelli di emissione.

    Ogni RCP implica una diversa quantit di cambiamenti climatici legati alle attivitumane (ovvero, ogni RCP traduce in una diversa quantit di energia termica

    supplementare stoccata nel sistema Terra come risultato delle emissioni di gas

    serra).

    Gli scenari sono sviluppati sulla base di ipotesi riguardanti la crescita economica, lescelte tecnologiche e politiche di uso del suolo. Gli scenari riflettono una vasta

    gamma di possibili azioni di mitigazione

    RCP8.5: approccio business as usual. Entro il 2100 le concentrazioni di CO2 inatmosfera saranno triple rispetto ai livelli pre industriali

    RCP6.0 (medio alto) e RCP4.5(medio basso): scenari di stabilizzazione. Prevedonoazioni di controllo delle emissioni. Lo scenario RCP4.5prevede livelli di emissioni

    inferiori alle attuali non prima del 2070 e concentrazioni di CO2 stabili entro la finedel XXI secolo a livelli doppi rispetto allepoca pre-industriale. Nello scenario

    RCP6.0 le emissioni continuano a cresce fino al 2080; tempi pi lunghi di circa il25% rispetto a RCP4.5 per stabilizzare le concentrazioni.

    RCP2.6: prevede azioni di mitigazione aggressive che prevedono una decrescita

    delle emissioni nei prossimi decenni fino ad un azzeramento entro 60 anni.

    I numeri associati agli scenari indicano la forzante delle azioni umane sul clima al 2100 rispetto al

    periodo pre-industriale.

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    A seconda dellentit dei tagli alle emissioni, l'aumento della temperatura mediaglobale superficiale nell'atmosfera, a terra e negli oceani racchiusa, con una

    probabilit di almeno il 66% in questo intervallo: 2,6-4,8 C ( RCP8. 5 ) , 1,4-3,1 C (RCP6.0 ) , 1,1-2,6 C ( RCP4.5 ) , e 0,3-1,7 C ( RCP2.6 ) .

    Si prevede un riscaldamento pi marcato sulla superficie terrestre che nei mari.Si prevede che l'Artico si riscaldi a una velocit superiore rispetto alla media globale.

    praticamente certo che entro la fine del XXI secolo si verificheranno un numero

    maggiore di giorni insolitamente caldi e un numero minore di giorniparticolarmente freddi quasi ovunque. Vi una certezza del 90% circa il verificarsi

    di ondate di calore pi lunghe e frequenti, anche se previsto che si verifichino divolta in volta degli inverni insolitamente freddi.

    In generale, le zone aride diventeranno pi secche e le zone umide maggiormenteumide. Vi una certezza del 90% circa linsorgenza di eventi piovosi estremi

    caratterizzati da maggior intensit e frequenza alle medie latitudini e nelle zonetropicali umide. Si stima con una certezza superiore al 66% che si estender larea

    interessata dai sistemi monsonici. Tali fenomeni saranno pi intensi e duraturi. Piincerte le previsioni riguardo i periodi di siccit.

    Tutti gli scenari RCP stimano un riscaldamento degli oceani. Si prevede unriscaldamento pi marcato per le acque superficiali sub-tropicali e tropicali

    dellemisfero settentrionale. Il alcune regioni il riscaldamento delle prime centinaiadi metri potrebbe variare tra i 2.0C (scenario RCP8.5, business as usual) e i 0.6C

    (Scenario RCP2.6).

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    Vi un indice di confidenza del 90% circa la continua contrazione e assottigliamentodel ghiaccio marino Artico. A seconda dellentit della riduzione delle emissioni, la

    riduzione media del ghiaccio marino artico in estate entro la fine del XXI secolopotrebbe variare dal 94% (RCP8.5) al 43% (RCP2.6). Le riduzioni invernali sono

    meno marcate e si assestano tra il 34% (RCP8.5) e l8% (RCP2.6). Secondo loscenario RCP8.5, vi una probabilit superiore al 66% che si verifichi unestate

    senza ghiaccio artico entro la met del XXI secolo.

    Secondo tutti gli scenari il volume dei ghiacci dovrebbe diminuire. La perdita nettadi ghiaccio entro il 2100 potrebbe variare tra il 35-85% (RCP8.5) e 15-55% (RCP2.6).

    Dovrebbe continuare la contrazione dellarea coperta da neve nellemisferosettentrionale. prevista una diminuzione della copertura di neve primaverile chepotrebbe variare dal 25% (RCP8.5) al 7% (RCP2.6). Entro la fine del XXI secolo lazona di permafrost in prossimit della superficie potrebbe ridursi in un intervallo

    compreso tra l81% (RCP8.5) e il 37% (RCP2.6).

    Si prevede un continuo innalzamento del livello del mare durante questo secolo.Linnalzamento non sar uniforme. In relazione allentit dei tagli alle emissioni si

    prevede che entro la fine del XXI secolo, con una confidenza superiore al 66%, illivello dei mari si innalzi secondo questi intervalli: 0.45-0.82m (RCP8.5), 0.33-0.63

    (RCP6.0), 0.32-0.63m (RCP4.5) e 0.26-0.55m (RCP2.6). Durante il XXI secolo, ilcrollo di alcuni tratti della calotta antartica potrebbe causare un aumento

    sostanziale del livello globale dei mari al di sopra di questi intervalli.

    Lulteriore assorbimento di carbonio da parte delloceano ne aumenterlacidificazione. Tutti gli scenari prevedono un incremento continuo

    dellacidificazione degli oceani, in particolar modo quelli ad alta intensit emissiva

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    Anidride Carbonica: un gas natura-le. un gas naturale. inoltre il principa-le gas ad effetto serra emesso da attivitumane come sottoprodotto della combu-stione di combustibili fossili (petrolio,gas e carbone), utilizzo di biomasse e altriprocessi industriali e variazioni dellusodel suolo.

    Clima: Il tempo medio in un determina-to luogo su una media di lunghi periodicompresa tra 30 a qualche migliaio di an-ni. In senso pi ampio, clima si riferisceallo stato del sistema climatico .

    Cambiamenti climatici: Qualsiasi va-

    riazione significativa del clima che persi-ste per un lungo periodo, tipicamente de-cenni o pi.

    Modello climatico: rappresentazionematematica del sistema climatico, solita-mente implementato attraverso calcolato-ri. Esso si basa su caratteristiche fisiche,

    chimiche e biologiche e propriet dellecomponenti del sistema climatico e le lo-ro interazioni; viene usato per studiare esimulare elementi del clima passato, pre-sente e/o futuro .

    Sistema climatico: il sistema com-plesso che comprende l'atmosfera, l'idro-sfera ( oceani, mari, fiumi, laghi ), criosfe-ra ( neve, ghiaccio , terreno ghiacciato ) ,la superficie coperta e la biosfera ( organi-smi viventi) . Si evolve nel tempo in rispo-sta a eruzioni vulcaniche, attivit solare evariazioni di composizione dell'atmosfera

    attraverso le emissioni di gas a effetto ser-ra legate ad attivit umane .

    Gas serra: gas in atmosfera, di originenaturale e umana, che assorbono ed emet-tono radiazioni infrarosse termiche. Tradi essi vi sono: vapore acqueo, anidridecarbonica, ossido di azoto, metano e l'ozo-

    no sono i principali gas serra nell'atmosfe-ra terrestre. Il loro effetto quello di in-trappolare il calore nel sistema climatico.

    Scenario di emissioni di gas a effet-

    to serra: rappresentazione plausibile del-la futura evoluzione delle emissioni digas a effetto serra da attivit umane basa-

    te su un insieme di assunzioni come lacrescita economica, le scelte di tecnologi-che e i cambiamenti di uso del suolo .

    Rivoluzione Industriale: periodo dirapida crescita industriale con conse-guenze economiche e sociali di vasta por-

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    tata, che iniziano in Gran Bretagna nel1750 e diffusasi in Europa e successiva-mente in altri paesi .

    Mitigazione: azioni volte a ridurre o pre-

    venire le emissioni di gas serra e che pos-sono fare riferimento alla creazione di'pozzi di carbonio' , serbatoi che assorbo-no e immagazzinano carbonio per un pe-riodo indefinito .

    Acidificazione degli oceani: diminu-zione del pH (ossia un aumento di acidi-

    t) di acqua di mare dovuta all'assorbi-mento di anidride carbonica dall'atmosfe-ra.

    Permafrost: parte di superficie terre-stre che congelata per due o pi anniconsecutivi .

    Proiezione: potenziale evoluzione futu-ra di una quantit o un insieme di quanti-t, spesso calcolata da un modello. Leproiezioni prevedono assunzioni che pos-sono o non possono essere realizzate, esono quindi soggetti a notevole incertez-za, non sono previsioni.

    Scenario: descrizione plausibile e spes-so semplificata di come si pu evolvere ilfuturo sulla base di una serie di ipotesi ri-guardanti le forze e le relazioni fondamen-tali di guida di un sistema

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    Le emissioni cumulate di CO2 sono in gran parte responsabili del-

    laumento della temperature media superficiale nel tardo XXI secolo

    e oltre. Anche se fermassimo le emissioni di CO2, molti aspetti dei cam-

    biamenti climatici saranno persistenti per molti secoli. Questo datorappresenta un impegno a combattere i cambiamenti climatici creati

    dalle emissioni di CO2 passate, presenti e future. IPCC, 2013

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    Italian Climate NetworkI contenuti della pubblicazione sono da considerarsi di libera riproduzione in quanto anchessi ripresi dauna precedente pubblicazione free le cui immagini - riprese in questa pubblicazione - sono disponibili inCreative Commons. Immagine in copertina: Le nevi scomparse del Kilimangiaro, Tanzania (304S -3722E) - Yann Arthus-Bertrand/Altitudephoto.com