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Diocesi di Treviso – Pastorale Giovanile noi siamo il profumo di Cristo (2Cor 2,15) il profumo di Cristo penetri tutta la nostra persona Itinerario spirituale dei giovani con il Vescovo 2007-2008

il profumo di Cristo penetri tutta la nostra persona Giovani... · Alla Tua presenza, Signore... voglio solo di-morare Entra nella preghiera di adorazione. “Oggi devo fermarmi in

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Diocesi di Treviso – Pastorale Giovanile

noi siamo il profumo di Cristo (2Cor 2,15)

il profumo di Cristo penetri tutta la nostra persona

Itinerario spirituale dei giovani con il Vescovo 2007-2008

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Presentazione

“Paolo esorta i cristiani ad avere lo stesso profumo di Gesù, gradito a Dio. Questo, già lo abbiamo meditato nello scorso incontro. Ora, però, capiamo che il profumo di Gesù deve emanare da tutta la persona del cristia-no; deve penetrare anche nel suo corpo.

Lasciamo che il profumo del vero amore di Ge-sù penetri in tutto noi stessi”.

È l’esortazione che il Vescovo rivolge a tutti i gio-vani della Diocesi, rifacendosi alle parole di san Paolo ai cristiani di Roma (Rm 12,1-2).

È esortazione alla coerenza della vita: in tutto (cuore, mente e corpo; affetti, istinti, energie e biso-gni), il cristiano deve essere espressione della vita di Gesù, deve emanare il suo profumo.

Coerenti alla fede con la vita. Fedeli con la vita a Gesù, che attraverso il suo corpo trasmette tutto il suo amore. È nella sua Pasqua che il suo corpo diventa un sacrificio gradito a Dio, un dono profumato di vita e di amore a Dio e agli uomini, il dono che Dio Padre ac-coglie con gioia ed esalta con la Risurrezione (Fil 2,9). E questo deve essere anche il nostro culto spirituale.

L’esortazione del Vescovo diventa così la pro-spettiva del nostro cammino per le prossime setti-mane fino al terzo appuntamento. Essere missionari: emanare, con tutta la nostra persona, il profumo di Ge-sù. Rimanere adoratori: lasciare che il profumo del vero amore di Gesù penetri in tutto noi stessi.

Solo così anche la nostra vita può essere esaltata con frutti di risurrezione, frutti di vita nuova.

Questo sussidio continua ad offrirsi come aiuto alla preghiera di adorazione davanti all’Eucaristia, in ascolto della Parola.

Rispetto alle precedenti edizioni, però, propo-ne anche degli spunti di approfondimento: un sempli-

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Se desideri comunicare con il Vescovo, puoi scrivere a:[email protected]

Con la Pastorale giovanile:[email protected]

Commissione liturgia: don Marco Di Benedetto, don Gabriele Fregonese, MariaElena Menegazzo, Silvia Gazzola, sr. Cristina Zaros.

Commissione sussidi: don Edy Savietto, don Francesco Filiputti, don Matteo Volpato, don Federico Giacomini, sr. Cristina Zaros.

ce tentativo per offrire, ad una riflessione di gruppo, l’opportunità per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

Inoltre, il cammino fin qui percorso chiede di non dimenticare alcuni passaggi, alcune preziose scel-te che stiamo maturando insieme al Vescovo in ordine alla vita spirituale: la Santa Messa anche in un gior-no feriale; l’annuncio e l’invito da rivolgere ad un altro giovane a partecipare agli incontri diocesani di questo itinerario spirituale.

Ed ora, dall’ultimo incontro: il sacramento della riconciliazione nel tempo di Avvento e della Quaresima; la scelta di un impegno alla coerenza cristiana negli am-biti di vita.

Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo ricor-do la possibilità di darsi un tempo per vivere l’espe-rienza degli esercizi spirituali per giovani – proposti dall’Azione Cattolica diocesana – come anche, nel tempo di Quaresima, la lettura e l’ascolto settimanale della Parola in Seminario.

Un ringraziamento particolare vorrei rivolgere a coloro che si sono adoperati per la preparazione e lo svolgimento degli incontri di preghiera e per i contri-buti a questo sussidio.

Don Edoardo Cestaro Ufficio diocesano di pastorale giovanile

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Il sussidio

La preghiera di adorazione

La preghiera prolungata, silenziosa e adorante, a Gesù eucaristia accresce in noi la comunione con Lui e con i fratelli trasformando, giorno dopo giorno, la nostra capacità di voler bene, di pensare e di agire, ren-dendo la nostra vita progressivamente simile alla Sua.

Adorare semplicemente Gesù, tenendo fisso lo sguardo, senza “fare altro”, per stare con Lui, nutriti dalla sua Parola e dalla sua presenza.

Il luogo e il tempo

È possibile vivere la preghiera di adorazione eu-caristica partecipando ai momenti nei quali la comu-nità parrocchiale o religiosa dedica un tempo prolun-gato a questa preghiera (luoghi e tempi sono indicati al termine del presente libretto). Oppure, semplicemente recandosi in Chiesa, in qualsiasi altro momento del-la giornata, rimanendo in silenzio adorante dinanzi a Gesù custodito nel tabernacolo.

Un brano di riferimento - Luca 19,1-10

Entrato in Gerico, Gesù attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sico-moro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mor-moravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma

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Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

La suddivisione

Per vivere l’adorazione può essere utile scandire il tempo della preghiera in quattro momenti, come è proposto nelle tracce che troverai nelle adorazioni settimanali e che si rifanno ai seguenti passaggi:

1. Alla Tua presenza, Signore... voglio solo di-morare Entra nella preghiera di adorazione. “Oggi devo fermarmi in casa tua” (Lc 19,5). Cerca una serena comunione con Gesù che

sempre ti aspetta. Nel desiderio di Gesù di entrare in casa di Zaccheo puoi contemplare il dono che Gesù fa nella Sua mensa: il dono

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dell’Eucaristia. Per primo, Gesù si fa trovare. Mettiti nell’atteggiamento interiore di Zac-

cheo: egli, che cercava di vedere quale fosse Gesù, trovato da Lui, scende in fretta e lo acco-glie pieno di gioia.

Scendi e accogli... lascia ogni resistenza e ogni tuo sforzo e consegna a Gesù la tua vita.

Entra nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazione, invocando lo Spirito Santo: Egli venga a dimorare in te e doni l’intimità dell’incontro con Gesù.

2. Alla Tua presenza, Signore... ascolto la Tua pa-rola Gesù “sapeva” che lì c’era il suo appuntamen-

to con quell’uomo appesantito dai vizi e dalla ricchezza. Gesù coglie la ricerca di Zaccheo, la ricerca di felicità; sa che nel suo cuore c’è un desiderio genuino: vedere Gesù. E Gesù lo chiama per nome.

A Zaccheo Gesù offre la sua presenza e la sua Parola d’amore: «Anche tu sei figlio di Abra-mo! Sono venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Lascia entrare con calma la Parola e le me-ditazioni che ti sono proposte, fiducioso che Gesù accoglie i tuoi pensieri, i desideri e le tue fatiche.

3. Alla Tua presenza, Signore... rimango in ado-razione Il brano del vangelo non racconta il tempo in

cui Gesù e Zaccheo sono rimasti in casa. In silenzio, làsciati abbracciare da Gesù, lascia che il profumo del suo amore penetri in tutta la tua persona, nelle pieghe del cuore, in ogni parte di te, in ogni membro del tuo corpo.

Rimani alcuni minuti in adorazione silenzio-sa. Lascia che la Parola di Dio risuoni e inter-pelli la tua vita: soffermati a respirare il pro-fumo di vita o l’odore del peccato. Lascia al

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tuo cuore, alla tua mente e al tuo corpo di dialogare con Gesù. Offri a Lui ogni cosa. Of-fri i tuoi affetti, le tue energie, i tuoi bisogni. Offri anche le persone e le situazioni che ti stanno più a cuore.

4. Alla Tua presenza, Signore... rendo grazie “Il profumo di Cristo trasforma, purifica e fa

rialzare Zaccheo... Zaccheo ama come Gesù e si dona come lui”. Concludi il tempo di ado-razione vissuto ringraziando Dio per i doni ri-cevuti e per quanto donerà di vivere ancora.

Potresti in questo momento anche rinnovare il tuo “sì” a quell’impegno alla coerenza che hai preso durante l’incontro diocesano del 30 novembre.

Alla fine del sussidio sono riportati alcuni testi meditativi, per prolungare un tempo di silenzio in chiesa o di lettura a casa.

Una proposta per i gruppi

Ogni schema di adorazione è concluso da alcuni semplici spunti di approfondimento qualora si volesse, in gruppo, darsi un tempo di condivisione e di ascolto reciproco di quanto la preghiera ha suscitato perso-nalmente.

La frequenza

In questo sussidio sono proposti degli appunta-menti che accompagneranno fino al prossimo incontro di preghiera, che si svolgerà sabato 15 marzo 2008 nella chiesa di S. Nicolò a Treviso (ore 20:30).

Le proposte di adorazione sono suddivise nei tre tempi liturgici: tempo di Avvento-Natale; tempo Ordina-rio; tempo della Quaresima.

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Tempo di Avvento e Natale

Il profumo della sorpresa

“Il figlio dell’uomo è venuto a cerca-re e a salvare ciò che era perduto”.

Pagina bellissima, quella di Gesù e Zaccheo, come altre nel Vangelo: in Gesù Cristo, il volto di un Dio che viene a cercare ciò che gli appar-tiene e si è smarrito. Un Dio che si incarna, è in movimento, in cammi-no verso l’uomo: “entrato in Gerico, Gesù attraversava la città”. Il profumo di Dio entra con tutto se stesso nella storia e nell’esistenza umana per la Salvezza tanto attesa. Eppure, proprio nel tempo preci-so di questa venuta, le reazioni dei destinatari sono le più diverse. La venuta di Dio, infatti, penetra, apre e svela; scopre e smuove anche ciò che è nascosto, chiuso e nell’oscuri-tà: se non venisse a noi questa luce e il profumo di Dio, non saremmo nemmeno in grado di vedere la no-stra incoerenza e di riconoscere, anche per ciascuno di noi, il tempo della Salvezza.

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Zaccheo è sorpreso quando il Signore lo chiama per nome. La sorpresa è di Zaccheo mentre Gesù, come dice il Vangelo, sapeva che “doveva” passare di lì.

(dalla meditazione del Vescovo ai giovani)

Dio viene per profumare la mia vita. Perché tante resistenze?

Il coraggio di una “coscienza nel cuore”: solo ra-zionalità? Solo sentimentalismi? Il coraggio di ascoltare quanto è a immagine di Dio, nella sua volontà, ciò che a lui è gradito e perfetto.

Nel tempo di Avvento, ritrovo gli atteggiamenti dell’ascolto e dell’accoglienza. Mi espongo al passaggio, alla venuta di Gesù, alla sua presenza nell’Eucaristia, alla sua voce nella Parola.

La prima coerenza da vivere: nell’ascolto della Pa-rola, coerenti ad ascoltare ciò che si illumina e si muove in me chiedendo il dono di accogliere e accettare. Come Maria, Elisabetta, Giuseppe...

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Prima settimana (periodo di Avvento-Natale)

L’annuncioprofumato di Dio

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a riconoscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazio-ne, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Inondami del tuo Spirito, Signore Gesù.Aiutami, Signore Gesù, a diffondere il tuo amore dovunque io vada.

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Inonda la mia anima del tuo Spirito e della tua vita.Diventa padrone del mio cuore in modo così completo che tutta la mia vita sia un’irradiazione della tua.

Fa’, o Signore, che ogni persona che avvicino possa sentire la tua presenza dentro di me e guardandomi, non veda me, ma veda te in me.

Resta in me, Signore, così splenderò del tuo stesso splendore e potrò essere luce agli altri.

(Madre Teresa di Calcutta)

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Luca 1,26-38

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una ver-gine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entran-do da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domanda-va che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio

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gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito San-to scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la po-tenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua pa-rente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

Per interiorizzare la Parola

Il volto dell’arcangelo Gabriele, le sue parole, il modo di stare accanto e di fronte a Maria danno a pensare. Portano e rimandano a Colui che lo ha invia-to dentro alla vita di questa giovane ragazza. Portano a Dio, perché Gabriele è proprio questo: portatore del profumo di Dio, portatore della sua Vita in altre vite.

Attraverso le sue parole, che non sono “sue”, ma da lui sono consegnate, Maria viene raggiunta lì dove abita, direttamente dalla Grazia di Dio. Gabriele le porta iden-tità: “Maria tu sei piena della Grazia di Dio” e insieme a questa essenziale corda della vita, le porta anche il senso e la missione: “Sarai mamma del figlio dell’Altissimo...”.

Gabriele voce profumata di Dio assicura che in tutto questo Maria non sarà sola, non sarà abbandona-ta, ma custodita e confortata dal concreto della vita: “Maria non temere... vedi anche Elisabetta...”.

È bello pensare che tutto questo è anche per ognuno di noi, è per te. Raggiunti dai messaggeri di Dio, portatori della Sua parola profumata di vita, por-tatori di identità che ti raggiungono lì dove tu ora sei!

Cominciare l’Avvento con questa attesa, co-minciare l’Attesa con questa forte consapevolezza: Gabriele raggiunge e porta, consegna.

Gabriele è voce del profumo di Dio che rag-giunge, ti raggiunge lì dove abiti con identità e com-

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pagnia... per questo “Non temere... perché hai trovato Grazia presso Dio”, sei in mani forti che non mollano. Buttati, credi, riacquista vigore e prepara concreta-mente il cuore facendo la volontà di Dio, come Ma-ria: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto!”.

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo. Posso ripetere, più volte, quella paro-la, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuonate in me in modo significativo a trasfor-mare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Io mi abbandono nelle tue mani

Signore, io mi abbandono nelle tue mani.Plasma e modella questa argilla

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come creta nelle mani del vasaio.Comanda, ordina: che vuoi che io faccia?Innalzato, umiliato, perseguitato,incompreso, calunniato, consolato,addolorato, inutile, non mi resta che dire,sull’esempio di tua madre:“Si faccia di me secondo la tua volontà”.Dammi l’amore per eccellenza, l’amore della croce,ma non delle croci eroicheche potrebbero nutrire l’amore proprio,ma di quelle volgari che porto con ripugnanza,di quelle che si incontrano ogni giorno,nella contraddizione, nel pregiudizio,nella fragilità e nei difetti del corpo,nelle tenebre della mente, nel silenzio del cuore.Allora solamente tu saprai che ti amo,anche se non lo saprò io,ma questo mi basta.

(Robert Kennedy)

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Attendere e riconoscere da Dio la propria identità e missione...

] Attendere e riconoscere da Dio la sicurezza, la com-pagnia solida rispetto alle paure che abitano...

] Riconoscere i portatori di questa Parola di identità, missione e rassicurazione...

] Fare la volontà di Dio perché il suo profumo pene-tri il mio corpo...

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seconda settimana (periodo di Avvento-Natale)

L’incontroprofumato di Dio

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a rico-noscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazio-ne, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Vieni Santo Spirito, vieni dentro i nostri cuori spenti.Vieni Santo Spirito,vieni a convertire il nostro modo

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di agire e di pensare.Vieni Santo Spirito, vieni a suscitare la santità nella tua Chiesa,dona noi tutti l’umiltà e l’unità.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Luca 1,39-45

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la mon-tagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nel-la casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Si-gnore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempi-mento delle parole del Signore».

Per interiorizzare la Parola

Nessuno di noi è un’isola. Sempre l’altro. È legge antica, piantata dentro all’essere più profondo che ci sostiene. L’incontro e gli incontri diventano allora il riflesso di questa consapevolezza. La qualità dell’incontro diventa il cibo e la bevanda, diventa il profumo che sa di buono o di schifo nella vita! Maria va a incontrare Elisabetta ed è rivelativo assorbire la fragranza di questo incontro. Lì dove Dio abita, anche

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se non visibile, lo si percepisce e la sensazione diventa dialogo interiore che si espande in sorpresa e gioia: “A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?”. Elisabetta ascolta dentro: “Appena la voce del tuo sa-luto è giunto al mio orecchio, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo!” e riconosce. Chi ha accolto con fede, con fiducia, chi ama, riconosce il profumo di Dio, la sua presenza nell’incontro con altri portatori di quel medesimo dono che è la Grazia di Dio.

Ecco che Avvento può divenire ricerca di in-contro significativo per ascoltare dentro ciò che indica dove Dio abita. Per fare festa, esultare.

Elisabetta lo ha riconosciuto perché si è lasciata per prima toccare e conformare, ha creduto, ha vissu-to da credente.

È possibile anche per te. Vieni Signore Gesù e rendici capaci di riconoscerti, di percepirti, di accorda-re in profondità la fede e la vita. Vieni, anche nascosto nelle vicende e negli incontri che la nostra esistenza vivrà... ti riconosceremo.

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

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Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Non voglio altro che Te

Alla sera di questa vita, io comparirò davanti a Te con le mani vuote;poiché io non chiedo, Signore,di tener conto delle mie opere.Tutte le nostre giustiziehanno delle macchiedavanti ai tuoi occhi.Io voglio quindi rivestirmidella tua stessa Giustizia,e ricevere dal tuo Amoreil possesso eterno di Te.Io non voglio altro Tronoe altra Corona che Te,o mio Amato!

(Santa Teresa di Lisieux)

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Di che cosa profumano i tuoi “incontri”?] Che cosa respiri nell’incontro con l’”altro”?] Cosa attendi di respirarvi o di far respirare?] Da cosa riconoscere la presenza del “Dio che viene”

(anche se non visibile) nell’incontro che vivi?

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terza settimana (periodo di Avvento-Natale)

La coscienza nel cuore è profumata di Dio

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a rico-noscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazione, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Vieni, Spirito Creatore, arcano artefice del Regno,con la forza dei tuoi santi doni;guida la tua Chiesa nel portare alle future generazioni la luce della Parola che salva.

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Spirito di santità, soffio divino che muove il cosmo,vieni e rinnova il volto della terra.Suscita nei cristiani il desiderio dell’unità pienaper essere nel mondo segno e strumentodell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano.

Spirito di comunione, anima e sostegno della Chiesa,fa’ che la ricchezza di carismi e ministericontribuisca all’unità del Corpo di Cristo;fa che i laici,i consacrati e i ministri ordinati,concorrano insieme a edificare l’unico Regno di Dio.

(Giovanni Paolo II)

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Matteo 1,18-25

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, pri-ma che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in se-greto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli dis-se: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere

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con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlioche sarà chiamato Emmanuele,che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva

ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.

Per interiorizzare la Parola

Giuseppe sa di buono. Giuseppe è un giusto. Giuseppe è un uomo saldo e solido. Giuseppe ragio-na e nel suo cuore la coscienza è trasparente, è per il bene. Nella situazione in cui si trova, arriva al massi-mo delle possibilità eseguibili per salvare Maria.

Giuseppe viene però raggiunto da Colui che rende possibile ciò che è impossibile. La Parola che gli viene consegnata, Parola forte e rivelativa, lo con-vince dentro, lì nel profondo della coscienza del cuo-re aprendogli una nuova possibilità. Donandogli una rinnovata forza. “Destatosi dal sonno... prese con sé la sua sposa”, facendo la volontà di quella Parola si assume la responsabilità convinto, libero, motivato. Fa bene guardarlo, fa bene contemplarlo, fa bene as-sorbirlo perché la coscienza del cuore che ci abita ha proprio bisogno di questo. Ha bisogno di quella Parola che Riveli e Motivi, che Spinga e Sostenga, che Invii.

Giuseppe ci mostra come preparare la strada all’accoglienza di tutto questo: una vita buona, giusta, una vita che sa fermarsi per riflettere, una vita che crede, una vita che ha nel cuore l’”altro”. Poi si parte. Poi ci si assume la responsabilità... sorretti da Lui, non temere!

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Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Ormai sono tuo

Tu permetterai, Signore,che io mi rivolga a te, che io parli in tutta libertà.Io sono un piccolo della terra,ma incatenato a tuo amore.Prima di conoscere teil senso della vita mi era nascostoe non aveva senso la mia esistenza.Grazie alla tua misericordiaho cominciato a vivere:ora so senza ambiguità.

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Nella fede sono stato istruito,immerso in essa senza scampo.Signore, perdonami,non posso liberarmi di te,ma di te potrei morire.Ti ho dato la mia fede.Ormai sono tuo.

(Ilario di Poitiers, IV sec.)

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Giuseppe cosa ti dice?] Giuseppe cosa va a toccare dentro alla tua coscien-

za nel cuore?] Giuseppe cosa può aiutarti a chiedere, a cambiare,

a confermare?

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Quarta settimana (periodo di Avvento-Natale)

La novità profumata di Dio

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a riconoscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazio-ne, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Vieni, Santo Spirito, donaci di confessare con fede ardente Gesù Cristo,

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Signore e Redentore, morto e risorto per noi, Colui che sempre viene.Egli è il Vangelo della carità di Dio per l’uomo, della comunione fraterna e dell’amore senza confini. Vieni Santo Spirito, rinnova la tua Chiesa e rendila fedele testimone del Vangelo di Gesù.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Luca 2,1-20

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordi-nò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per far-si registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primoge-nito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

C’erano in quella regione alcuni pastori che veglia-vano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signo-re li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in

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fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cielie pace in terra agli uomini che egli ama».Appena gli angeli si furono allontanati per torna-

re al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udiro-no, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lo-dando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Per interiorizzare la Parola

C’è un odore ammorbante che promana da chi ha potere e forza, un odore che ti costringe, un odore che respinge: l’odore dell’imperatore che senza cono-scere decide della vita di milioni di persone: “ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra”.

Anche oggi, seppur attraverso “imperatori” di-versi, questo odore continua la sua opera di soffoca-mento. È bene esserne consapevoli per riconoscerlo e dare un nome. Eppure questo non basta a salvarsi dal contagio, c’è bisogno di qualcos’altro, di Qual-cun altro!

In quella notte il grido soffocato ha trovato una risposta. Maria diede alla luce il Figlio di Dio. Dalla Parola annunciata, alla presenza reale qui in mezzo a noi. Il profumo di Dio tanto atteso per depurare l’aria oramai irrespirabile ha preso carne in Gesù. Lo respirano a pieni polmoni in tanti quella notte: Maria, Giuseppe, gli angeli, i pastori... ed è profumo che ri-sveglia canti antichi «Gloria a Dio nel più alto dei cieli

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e pace in terra agli uomini che egli ama». È profumo di vita nuova, anzi di vita eterna. In silenzio con tanto rispetto, ma con altrettanta gioia nel cuore, stiamogli vicino perché tocchi anche noi, perché impregni an-che le nostre anime e i nostri corpi, perché possiamo credere che in questo atto, la nascita di Gesù da Ma-ria, tutto è cambiato, anche la nostra vita. Da quella grotta un profumo nuovo e carico di senso per sempre si propagherà.

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

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Ti adoriamo, Signore

Ti adoriamo, Signore,dal profondo del mistero nostro e di ogni uomo,del mistero che è nelle profondità insondabilidi ogni uomo,che tu solo conosci.

Signore, tu conosci fino in fondo al cuore chi siamoe chi potremo essere.Dal fondo di questo abisso noi ci affidiamo a te,invochiamo la tua salvezza,ci affidiamo alla tua misericordia.

Ti preghiamo umilmentedi non abbandonarci, Signore,ma di salvarci come singoli e come gruppo,come Chiesa, come comunità, come società.

Abbi pietà di noi, Signore,che non sappiamo vivere insieme;mostraci di essere tu, Signore,la forza del nostro vivere insieme.

Tu che vivi e regni col Padre,tu che in virtù della tua morte e risurrezioneci doni lo Spirito di unità e di salvezza,tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.Amen.

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Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Odore ammorbante di imperatori nelle nostre esi-stenze. Li ritrovi? Che nome hanno, dove abitano, come ti “contagiano”?

] C’è qualcosa che “grida” dentro per non rimanere in questo tanfo?

] Lì, inginocchiato insieme a Maria, Giuseppe, i pa-stori, gli angeli... cosa chiedi al profumo di Dio di-venuto carne in Gesù? Cosa chiedi?

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Tempo Ordinario

Il profumo della verità

“Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zac-cheo, scendi subito...»”.

Gesù alzò lo sguardo! Dov’è Gesù nei confronti dell’uomo? Dov’è Dio? Gesù è ai piedi dell’uomo! E la me-moria va all’ultima cena dove Gesù, dando se stesso nell’Eucaristia, lava i piedi ai suoi discepoli.Zaccheo, scendi! Dove sei salito, Zaccheo? Dove sei, o uomo, di no-me Zaccheo?

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Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, aveva una casa piena di statue di valore, di mobili pregiati, di tutti i confort. Rubando legalmente aveva potuto arredarla con tanto lusso. Ma non stava bene in quella casa, perché in essa c’era un odore greve di solitudine e di tristezza. Tutti stavano alla larga. Ma la casa più triste e scomoda per Zaccheo era lui stesso. Non stava bene con se stesso anche se poteva concedere al suo cor-po tutti i piaceri che voleva; comprarsi i divertimenti e forse anche le persone per appagare i suoi bisogni.

(dalla meditazione del Vescovo ai giovani)

Vivere da credenti l’esistenza ordinaria ricordando l’esortazione di San Paolo ai cristiani di Roma: “Non con-formatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformate-vi rinnovando la vostra mente” (Rm 12,2).

Nel distinguere il profumo della vita dall’odore della morte, diamo uno sguardo al nostro concreto modo di essere in alcuni ambiti della vita quotidiana, davanti all’Eucaristia e nutriti dalla Parola per un guardare e pensa-re che abbia la forza della Verità ogni giorno.

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Prima settimana (tempo Ordinario)

La festa “Mi regalo un profumo nuovo”

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a riconoscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazione, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Vieni, o Santo Spirito,infiammaci col fuoco del tuo amore,

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perché con umiltà e coraggio sappiamo discernere il bene e il male presenti nella società. Fa’ che ascoltiamo le tue parole con la docilità dei discepoli, pronti come Maria, madre di Gesù e madre nostra, a farle fruttificare in una vita di santità personale, familiare e sociale. Apri il nostro cuore a Cristo che sta alla porta e bussa e rendici dimora vivente di Dio.

(Giovanni Paolo II)

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Prima lettera di Giovanni 1-10

Quel che era dal principio, quel che abbiamo udi-to, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno tocca-to della parola della vita (poiché la vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata), quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comu-nione con noi; e la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo.

Queste cose vi scriviamo perché la nostra gioia sia completa. Questo è il messaggio che abbiamo udito da

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lui e che vi annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre.

Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettia-mo in pratica la verità.

Ma se camminiamo nella luce, com’egli è nella luce, abbiamo comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.

Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giu-sto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi.

Per interiorizzare la Parola

Le festività natalizie stanno per concludersi, siamo a pochi giorni dall’Epifania e quindi dalla ripre-sa della normale vita di tutti i giorni. Questo brano vuole aiutarci a raccogliere i frutti di questo tempo prezioso in cui siamo stati” raggiunti” da Gesù; maga-ri ci siamo confessati, abbiamo pregato di più, lo ab-biamo contemplato nei presepi e gustato vicino nelle tante iniziative delle nostre parrocchie, o negli affetti in famiglia.

E ora cosa dobbiamo fare? Forse è il caso di fis-sare qualche impegno.

L’incontro con Lui è stato concreto e ci ha do-nato festa, gioia, pace, nell’intimità con Lui. Ora, pri-ma che tutto torni com’era, mi chiedo come far si che l’incarnazione di Gesù per noi possa concretizzarsi come opportunità e speranza nella ripresa della vita ordinaria. Da episodio a quotidianità. Solo se vissuto in questa ottica la celebrazione del Natale avrà avuto senso. O viene con noi nella vita ordinaria, come pro-fumo nuovo, oppure...tanto vale!

Chiediamo a Maria di donarci il suo sguardo: la capacità cioè di cogliere le nostre necessità ordinarie e di offrirle a Gesù.

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Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

O Dio della “buona notizia”, aiutami a trovare nel vangelo quel tesoro che ogni uomo cerca e per il quale vale la pena di vendere tutto. Manda il tuo Spirito, perché apra la mia vita alla speranza nata con la resurrezione di Gesù, e animi nel mio intimo una gioia così grande e profonda da non potere più tenere per me stesso questa “buona notizia”.

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Manda il tuo Spirito, perché diventi testimone e annunciatore della vita di Gesù e del suo amore per tutti gli uomini.

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] “Udito... veduto... contemplato... toccato...”: quale è stata l’esperienza di Gesù che hai fatto in queste feste? Ti sei sentito raggiungere e provocare da quel bambino povero, umile e bisognoso di tutto nella mangiatoia?

] Quale può essere l’impegno concreto da prenderti per portare i frutti del Natale (ciò che hai percepi-to di Gesù...) nella concreta vita quotidiana? Come verificarlo?

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seconda settimana (tempo Ordinario)

Gli affetti “Osare il profumo dell’amore”

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a rico-noscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazio-ne, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Ti prego, Santo Spirito:dona luce al mio sguardo

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perché scopra i veri desideri che sono nel mio cuore.Metti sulle mie labbrale domande più vere.Fa che io possa superare ogni timore,e sterile rifiuto.Ricordami sempreche il tuo desiderio di esaudirmiè sempre più grande del mio.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Giovanni 21,15-19

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pie-tro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costo-ro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”.

Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene? ”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”.

Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene? ”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorifica-to Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”.

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Per interiorizzare la Parola

“Mi ami tu?”. Prima di lasciare definitivamente i suoi, Gesù rivolge per ben tre volte una domanda fon-damentale a Pietro. Una domanda sull’amore. Come ha fatto con Pietro, così fa anche con noi. La domanda più importante che Gesù rivolge a ciascuno di noi è una domanda sull’amore: sai amare?

Egli ci chiede di verificarci sul nostro modo di vivere l’amicizia: è vera e leale, permanente, sincera, disinteressata, oppure è a termine, funzionale, legata ad un interesse? Ci chiede di andare in profondità per verificarci sull’amore vero, che si fa dono per l’altro, per tutti, dimenticandosi di sé, per dedicarci intera-mente, mente e cuore, senza aspettarsi un ricambio.

Di fronte a Gesù, come Pietro, non abbiamo scu-se, né meriti da avanzare... egli ci chiede di fare verità, di riconoscere dove siamo, per non essere schiacciati dalle nostre fragilità, ma per imparare ad affidarci al suo amore, per chiedere a Lui la misura dell’amore vero.

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

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Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Ti rendiamo grazie, Signore, perché ci hai chiamati a seguirtitenendo fisso lo sguardo su di te. Che cosa ancora ci manca per essere perfetti nella sequelae conoscere la pienezza della gioiache tu ci vuoi donare?

Tu ci guardi con infinito amoreE altro non ci chiedi che di amare. Amare con cuore puro, libero, indiviso, fedele. Tu ci chiedi di andare oltre la misura stabilita, decidendo ogni giorno nel cuoreil santo viaggioche ci porta ad abbracciare la tua croce, la Chiesa e l’umanità intera.

Fa’ di noi dei discepoli fedeli, ardenti di quell’autentico amoreche ci rende capaci di dimenticare noi stessiper testimoniare con la vitache lasciarsi afferrare da teè la più bella, affascinante avventura, l’unica veramente degna d’essere vissuta. Amen.

(A. M. Canopi)

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Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Come viviamo le nostre amicizie? Riconosciamo, a volte, momenti in cui siamo poco sinceri, non tra-sparenti? Perché?

] Siamo capaci di costanza nei rapporti, anche quan-do non ci gratificano, oppure lasciamo che vadano e vengano a caso?

Se guardiamo a come viviamo i nostri affetti e la no-stra sessualità o a quanto siamo attaccati alle cose materiali o a quanta cura diamo al corpo, ci troviamo a dover riconoscere che in questi comportamenti non è penetrato il profumo di Cristo. Siamo ancora domina-ti dall’egoismo e non dall’amore del Vangelo. Come la mela, abbiamo parti di noi belle e parti malate a cau-sa dell’egoismo e del peccato (dalla meditazione del Vescovo ai giovani).

] Come viviamo i nostri rapporti affettivi (tra ragazzo e ragazza, ma anche con i genitori, fratelli, persone care)? Quanto prevalgono l’egoismo e il peccato?

] In quali momenti sentiamo che siamo capaci di amare fino in fondo?

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terza settimana (tempo Ordinario)

La cittadinanza “I care. Me ne importa, mi sta a cuore”

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a rico-noscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazio-ne, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Spirito Santo, apri il mio cuorealla Parola di Gesù.

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Tacciano tutte le voci intorno e dentro di me:nel silenzio Tu vieni!

Si smorzino le ansiee le tensioni che mi agitano:nella pace ti fai trovare!

Spoglia il mio cuoredi tutte le umane certezze,e riempilo di Te.

Libera la mia mentee attirala alla tua verità.

Spirito Santo, apri il mio cuorealla parola di Gesù.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Matteo 13,31-33

Un’altra parabola espose loro: “Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si posano fra i suoi rami”.

Un’altra parabola disse loro: “Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e im-pastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti”.

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Per interiorizzare la Parola

“I Care”. È il motto intraducibile dei giovani mi-gliori. Lo aveva scritto più di quarant’anni fa un prete, don Lorenzo Milani, sul muro della scuola del paesino di montagna dove era stato confinato!

Al confino! È forse questa la situazione in cui a volte ti senti come Cristiano! In giro si parla di Chiesa solo per gli scandali e di Cristo solo per via dei croci-fissi da togliere o da lasciare! Per non parlare di certi cristiani mimetizzati abilmente nell’omologazione ge-nerale.

Don Andrea, un prete ucciso in Turchia nel feb-braio 2006, scriveva: “qui [..] siamo ancora più pic-coli del più piccolo dei semi, ma l’importante è stare dentro la terra con amore e con rispetto, sciogliendosi e diventando un tutt’uno con essa [..] sentendo che quella terra è stata amata, lavorata da Dio, visitata e vangata in mille modi!” Ecco il contributo del cristia-no amare la terra, le persone i luoghi!! Che bella dif-ferenza rispetto al “Me ne frego/fatti i cavoli tuoi”, il motto così spesso proclamato nella civiltà dell’uomo del terzo millennio.

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le

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preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Preghiera dell’impegno

Tu hai messo nelle nostre mani, o Signore, la costruzione del mondoe l’edificazione della Chiesa;ci hai affidato l’annuncio del tuo Vangelo di salvezza,e ci attendi sempre nei poveri, nei sofferenti, in tutti i fratelli.

Di fronte a noi si aprono molte stradeE ci stordiscono molte voci discordi.Tra queste la tua chiamata è un invito forte e dolceche non toglie nulla alla nostra libertà:noi volgiamo riservarci interamente la gioia e la responsabilità della risposta.

Rendi più grande la nostra generosità e libera la nostra libertà:perché ognuno di noi, al suo posto, voglia donarsi con amore fino alla fine.

(Paolo VI)

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Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Essere cittadini significa abitare. Quali situazioni “abiti” con più fatica? Perché? Che

cosa puoi fare per amarle? Ci sono dei segni della presenza di Gesù?

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Quarta settimana (tempo Ordinario)

Il lavoro “Cristiani in apnea?”

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a riconoscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazio-ne, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Vieni, Spirito Santo, ad aprire sull’infinito le porte del mio cuore.

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Aprile e non permettere che io tenti di rinchiuderle.Aprile al mistero di Dio e all’immensità dell’universo.Apri la mia mente agli stupendi orizzonti della divina sapienza.Apri i miei giudizi alla luce del tuo giudizio sovrano.Apri il mio modo di pensare perché sia prontoad accogliere i molti punti di vista diversi dai miei.Apri tutto me stesso, affinché sia reso capacedi abbracciare tutta la realtà.

(Jean Galot, Preghiere allo Spirito Santo)

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Matteo 5,13-16

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucer-niere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.

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Per interiorizzare la Parola

Mai come al giorno d’oggi è troppo comodo es-sere cristiani solo in parrocchia, protetti e garantiti.

È il luogo in cui lavoriamo o studiamo, invece quello in cui siamo soprattutto chiamati a scegliere liberamente di essere testimoni. Non abbiamo scelto le persone che lo condividono con noi e forse già fac-ciamo fatica a viverlo con serenità e significato. Ep-pure è proprio e fondamentalmente qui che il Signo-re ci chiede di essere sale e luce. Abbiamo la nostra vita, alimentata dalla Sua presenza, per far percepire a chi ci è vicino che essere cristiani dà sapore, gusto, pienezza alla vita (sale) e dà luce, cioè, direzione, senso alla vita stessa.

Questa nostra esistenza, non altro, deve provo-care, anche nel silenzio, le persone che la condividono con noi.

L’università, l’ufficio, la fabbrica, la palestra, il pub... non sono ambienti in cui trascorrere in apnea il nostro essere cristiani – per gran parte della nostra giornata e vita – ma occasioni preziose per convertirci come cristiani motivati e per incontrare il Signore nei volti di tante persone, nel bisogno che hanno di parole nuove, di speranza, di opportunità, di alternative...

Solo se vedranno le nostre opere buone e la te-stimonianza convincente di una vita spesa con Cristo allora si metteranno a poco a poco in discussione. E magari poi renderanno gloria a Dio.

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-

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te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Signore, fammi amico

Signore, fammi amico.Fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce perché lontano da te,a chi vorrebbe ricominciare e non si sente capace.

Signore, aiutami a non passare accanto ad alcunocon volto chiuso e indifferente, con il passo affrettato.Signore, aiutami ad accorgermi di quelli che mi stanno accanto.

Fammi vedere quelli preoccupati e disorientati,quelli che soffrono e non mostrano,quelli che si sentono isolati senza volerlo,e dammi quella sensibilità che fa incontrare i cuori.

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Signore, liberami da me stesso, perché ti possa servire,perché ti possa amare, perché riesca ad ascoltartiin ogni fratello che tu mi fai incontrare.

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Quali sono le scelte e le opportunità che ti fanno gustare oggi la tua scelta cristiana? (es. preghiera, eucaristia, messa, ascolto della Parola, riconciliazio-ne, servizio...).

] Quale invece il luogo, la realtà, la relazione, in cui ti riesce difficile essere testimone, profumo di Cristo?

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Quinta settimana (tempo Ordinario)

La fragilità “Fragile. Maneggiare con cura”

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a rico-noscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazione, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Vieni, Spirito creatore,effondi nel nostro cuore la lode a Dio e invadi gli spazi della nostra esistenza

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perché il Regno di Dio si dilati nel mondo.Sii per noi fonte di esultanza e di gioiadonaci di essere fonte di vita e di speranza per guarire le tristezze dei cuori e annunciare agli uomini l’amore di Dio, sorgente viva di felicità e di grazia.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Marco 7,32-37

E gli condussero un sordomuto, pregandolo di im-porgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla fol-la, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: “Effatà” cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava cor-rettamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!”.

Per interiorizzare la Parola

Fragilità dice vulnerabilità ma, insieme, anche preziosità di ciò che custodisce: il dono della vita.

Fragili. Dunque uomini. Tutti i giorni facciamo l’esperienza della nostra fragilità, dell’insicurezza, del-la fatica a vivere relazioni significative e durature: con noi stessi, con gli altri, con Dio.

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Con fatica ci mettiamo veramente in ascolto e questo condiziona la nostra capacità di comunicare, di parlare, di essere in relazione con sincerità. Si è muti perché sordi. E come il sordomuto nel Vangelo abbia-mo bisogno di essere salvati. Altrimenti rischiamo di subire la nostra fragilità con rassegnazione, cogliendo-la come un ostacolo.

Apriti! Abbiamo bisogno di abitare la fragilità con Gesù, di condividerla e di offrirla a lui. Se non lo facciamo ci continuerà a paralizzare facendoci vivere relazioni effimere e di basso profilo.

Gesù ci rivolge la parola, ci tocca. Il suo con-tatto è concreto, verificabile e ci apre la possibilità di comunicare in modo più autentico ed efficace.

La nostra fragilità è quindi il luogo privilegiato per lasciarci raggiungere da Lui; non dobbiamo negar-la o vergognarcene: ci attende proprio li. Vuole aprire il nostro cuore alla Sua parola, vuole illuminare il no-stro sguardo perché sappia scorgere la Sua presenza attorno a noi.

Forse, trovare il coraggio di affidare i nostri cocci a qualcuno illuminato dall’amore di Dio... Quelle per-sone che conducono il sordomuto a Gesù rappresenta-no la comunità parrocchiale che sa prendersi cura, da missionaria, dei suoi membri.

“Io sono misero e povero: il Signore ha cura di me” (dal Salmo 39).

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

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] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Tu sei

Tu solo sei santo, Signore Dio, che compi meraviglie.Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei altissimo.Tu sei Onnipotente, o Padre Santo,re del cielo e della terra.Tu sei il bene, tutto il bene, il bene sovrano,il Signore Dio vivo e vero.Tu sei carità, amore. Tu sei sapienza.Tu sei umiltà. Tu sei pazienza.Tu sei sicurezza. Tu sei quiete.Tu sei gioia e letizia.Tu sei giustizia e temperanza.Tu sei ogni nostra ricchezza.Tu sei bellezza. Tu sei calma.Tu sei protettore.Tu sei guardiano e difensore.Tu sei la nostra speranza.Tu sei la nostra fede.Tu sei la nostra grande dolcezza.Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile,Signore, Dio Onnipotente, misericordioso salvatore.

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Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Quale aspetto della tua vita sperimenti particolar-mente fragile e incoerente? Perché?

] Prova a presentarlo a Gesù, col desiderio di essere illuminato e sostenuto; chiedigli ciò di cui senti di aver bisogno.

] Come trovare sostegno per questo nella tua comu-nità parrocchiale?

] In quale ambito potresti dare il tuo contributo di “cura della fragilità”?

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sesta settimana (tempo Ordinario)

La tradizione “Fedeli a una radice viva”

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a rico-noscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazione, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Mandaci Signore il tuo Spiritoa consacrarci nella veritàcome tuoi veri discepoli,

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a liberarci dalla tristezza,dalla vanità, dall’orgoglio e dall’egoismo,dalla ricerca della felicità a basso prezzo,affinché invasi dalla tua beatitudine,possiamo gioire in tee trovare la forza di essere servi con Te.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Esodo 12,25-28

Quando poi sarete entrati nel paese che il Signore vi darà, come ha promesso, osserverete questo rito (la Pasqua in Egitto). Allora i vostri figli vi chiederanno: Che significa questo atto di culto? Voi direte loro: È il sacrifi-cio della pasqua per il Signore, il quale è passato oltre le case degli Israeliti in Egitto, quando colpì l’Egitto e salvò le nostre case».

Il popolo si inginocchiò e si prostrò. Poi gli Israeliti se ne andarono ed eseguirono ciò

che il Signore aveva ordinato a Mosè e ad Aronne; in tal modo essi fecero.

Per interiorizzare la Parola

Da dove vieni? Quali sono le tue radici?Sai, sono sempre più diffusi i cosiddetti “orfani

di fede”, quelli ai quali fa lo stesso essere cristiani o non esserlo, che si nutrono dei polpettoni ideologici che sentono a scuola o che si vergognano della loro

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appartenenza parrocchiale. Da dove vieni? Certo dal-la tua famiglia, da una vita non sempre esaltante, da successi, da sconfitte...

Ma non dimenticare che tu vieni da una storia di salvezza. Tu vieni da un amore immenso che non ha esitato a morire in croce per te! Ti ricordi nella messa quando si dice “Fate questo in memoria di me”? Non si tratta di ricordare qualcosa di passato, ma di vivere oggi quella salvezza che Gesù ha compiuto per ciascuno di noi. Ti ricordi di quell’amico, di quell’ani-matore o di quel prete, persone normali ma che ti hanno donato qualcosa di più del minimo sindacale per il quale la maggioranza della gente vive? Che cosa ti hanno trasmesso? Quello che loro avevano di più caro: l’amore che hanno ricevuto da Gesù, che solo donando si moltiplica!

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

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Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Senza lo Spirito

Senza lo Spirito, Dio è lontano,Cristo resta nel passato,l’evangelo è lettera morta,la chiesa una semplice organizzazionel’autorità dominio, la missione propaganda, il culto un’evocazione e l’agire cristiano una morale da schiavi.Ma in lui il cosmo si sollevae geme delle doglie del regno,Cristo risorto è presente, l’evangelo è potenza di vita, la chiesa significa comunione trinitaria,l’autorità è servizio liberante,la missione è Pentecoste,la liturgia è memoria e anticipazione,l’agire umano è deificato.

(Ignazio IV Hazim)

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Siamo annunciatori di cosa: di pratiche? Di “un più o meno” su Gesù? Lo abbiamo incontrato o lo co-nosciamo solo per sentito dire?

] Fai memoria di un incontro, ricerca le tue radici....

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Tempo di Quaresima

Il profumo della Salvezza

“Il figlio dell’uomo è venuto a cer-care e a salvare ciò che era per-duto”.

Gesù viene a salvare ciò che “era” perduto. Egli sembra dire: “con me Dio ha ritrovato l’uomo; l’uomo è già stato ritrovato, salvato e io lo cerco per portargli questa salvezza”. Se partiamo da questo volto di Dio, che ritroviamo anche nella vicenda di Zaccheo, l’uomo non deve far altro che lasciarsi incontrare, ab-bracciare, ritrovare, salvare. Infatti, non è tanto quello che fa Zaccheo, ma è quello che fa Gesù per salvare Zaccheo.

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Il Signore non solo chiama per nome Zaccheo, ma an-che si invita a casa sua. Tutti mormorano per questa scelta di Gesù perché nessuno aveva voglia di entrare in quella casa che aveva l’odore brutto delle cose ru-bate per egoismo, dello spreco per i propri vizi e della tristezza. Neppure Zaccheo aveva tanta voglia di stare in casa sua perché ci stava male. Gesù entra nell’abitazione fisica e, contemporanea-mente, nel cuore di Zaccheo; quel cuore che cercava felicità nel possedere, nell’appagare ogni bisogno, nel concedersi quello che voleva. Cercava felicità e si con-dannava ad una solitudine e ad una insoddisfazione senza fine. Entra e ama Zaccheo con tutte le brutture e miserie che ha intorno. Il cuore freddo e rassegnato di Zaccheo si riscalda di vita, di un nuovo amore.

(dalla meditazione del Vescovo ai giovani)

Gesù, come dice il Vangelo, sapeva che “doveva” passare di lì.

È l’appuntamento della Croce e del Sepolcro. È l’appuntamento della Pasqua di Gesù.

Il tempo della Quaresima è tempo di grazia, favo-revole alla conversione. Zaccheo, tutto risanato da Gesù, ritrova la libertà.

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Prima settimana (tempo di Quaresima)

Il profumo dell’occasione o della tentazione?

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a rico-noscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazione, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

O Cristo, mandaci il tuo Spiritoperché ci purifichie ci apra alla tua gioia;

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liberaci dai nostri desideri disordinati,che ci fanno cercare la gioia dove non si trova,e dalle apparenze che ci ingannano.Aiutaci ad avere sempre la vera gioia,ad essere sereni in voltoperché il nostro cuore è pieno di Te,che sei la vera gioia.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Matteo 4,1-11

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato qua-ranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane”. Ma egli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.

Allora il diavolo lo condusse con sé nella città san-ta, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede”. Gesù gli rispose: “Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo”.

Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai”. Ma Gesù gli rispose: “Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”.

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Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si acco-starono e lo servivano.

Per interiorizzare la Parola

Tante volte confondiamo la tentazione con il peccato. Guardando a come Gesù ha vissuto le tenta-zioni, possiamo cogliere come esse diventino occasio-ne nella quale, se mi fermo e mi lascio illuminare dalla Parola di Dio, ho la possibilità di capire e scegliere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto, scelte giuste che diffondono il profumo della vita di Gesù. La tentazione, però, mi offre in modo affascinante e convincente la sua scelta e la sua stra-da, via al male (compromesso, tiepidezza, egoismo) e di sperimentare quindi il peccato con il suo odore di morte. In questo tempo di Quaresima appena iniziato colgo l’occasione di fermarmi, di chiamare per nome i pensieri, le suggestioni che nascono in me, li confron-to con la Parola di Dio per capire da chi vengono e dove mi portano: a diffondere il profumo di Cristo o l’odore di morte del peccato?

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le

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preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Signore, il rumore in cui viviamonon sempre ci permette di ascoltarcie ascoltarti.Sembriamo tutti tanti sordiChe vanno per la propria strada,così aumenta anche l’individualismo,l’egoismo, la solitudine.Ti preghiamo insegnaci l’ascolto.L’ascolto della nostra coscienza, che nel silenzio ci indica la via da seguire;l’ascolto della Parolache ci richiede concentrazione, attenzione e tempoper essere veramente interiorizzata;l’ascolto delle persone che vivono accanto a noi,perché sono voci che assumi tu per parlarci;l’ascolto della vita che parla nei fatti.Insegnaci l’ascolto che è sentire e comportarsicome richiede la tua Parolaper vincere le tentazioni.Insegnaci l’ascolto che renderà la nostra vita più bella e ricca.

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Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Proviamo a riflettere su alcune schiavitù e tentazio-ni che vediamo nel mondo, nel nostro paese o quar-tiere, nelle nostre famiglie. Come si possono scon-figgere? Come il confronto con la Parola di Dio può aiutarci in questo?

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seconda settimana (tempo di Quaresima)

Il profumo che rinfranca il cammino

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a riconoscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazio-ne, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Ti prego, Spirito Santo,che parli a me nel silenzio.Ti prego, luce dei cuori,

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dolce ristoro, vieni ad abitare dentro me.Ti prego, forza del mondo,vita dal Padre, tu sei la guida ai miei passi;tu sei la promessa di Cristo Signore,forza d’amore, vieni ad abitare dentro me.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Matteo 17,1-9

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Gia-como e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candi-de come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. All’udire ciò, i di-scepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: “Alzatevi e non temete”. Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.

E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.

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Per interiorizzare la Parola

Nel cammino ci sono momenti dove ci fermia-mo perché si fa più faticoso: la caduta, il fallimento, la solitudine... allora si fa strada nel cuore la delusio-ne, la confusione, lo scoraggiamento, il compromesso. Smarriamo i riferimenti, i lineamenti del nostro volto e del volto di Dio.

Il brano della trasfigurazione è una “sosta” per i discepoli, per noi, per traguardare la meta: l’incontro finale con Dio, con il suo volto, il suo sguardo d’amore che Gesù illumina, annuncia e testimonia. Un volto che getta luce sulla nostra realtà.

Contemplare questo volto, attraverso la pre-ghiera – “Questi è il Figlio mio prediletto. Ascoltate-lo” – dà un sapore nuovo alla nostra vita, ci dà la for-za, il sostegno per affrontare le fatiche della coerenza cristiana.

Capiterà che chi è vicino a noi ci vedrà “trasfigu-rati” nuovi: è la novità della vita in Gesù.

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

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Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Sono un uomo inquieto

Mi hai chiamato, Dio dei miei padri, ad uscire dalla palude del peccatoPerché volevi che io provassi la gioia luminosa di una prateria,ove è possibile giacere, saltare, correre e cantare.Mi hai strappato dalla schiavitù antica per farmi vivere nella libertà.Ed io, o Signore, sono un uomo inquietoPerché la libertà è una gioia, ma anche un tormento.Ad ogni passo sono costretto a scegliere fra il bene e il male,fra il peccato e la grazia, fra la tua parola e quella del maligno,fra la polvere delle stelle e il fango della terra.Quanta fatica, o Signore, hai messo nelle mie mani con la libertà!Tu intanto stai in silenzio a guardare la mia libertà.Stai a guardare le scelte che compio e i passi che faccio.Se cado, per una scelta sbagliata, con dolcezza mi rialzie continui a guardarmi.Se resto in piedi per una scelta giusta, sorridi e continui a guardarmi.Sei un Dio fuori di ogni immaginazione!Vuoi che cammini da me, perché non sei un dittatore o un plagiatore

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e nemmeno un carceriere che impedisce ogni mio passo,ma un Dio che ama solo e sempre chi è un uomo liberoe si fa perciò responsabile di sé e degli altri.In paradiso ci arriverò perché voglio e perché faccio quello che è necessario,e non perché ci sono costretto da te.La mia libertà di scelta è anche la grazia più bella che mi hai offertoperché mi fa uguale a te, Dio, appassionato amante della libertà. Amen.

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Proviamo a riflettere sulle nostre esperienze di cari-tà, di amore verso il prossimo: che cosa hanno cam-biato nella nostra vita? Conosciamo persone che si sono “trasfigurate” per la loro capacità di mettere in pratica il vangelo?

] Pietro, Giacomo e Giovanni, hanno “visto” e sa-ranno in grado di confermare e rassicurare gli altri discepoli: quanto ritieni necessario il sostegno e il consiglio di qualcuno nel tuo cammino di fede? A chi confideresti, in tutto, la tua vita?

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terza settimana (tempo di Quaresima)

Il profumo della sorgente

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a rico-noscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazione, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Spirito Santo, Spirito del Dio vivente,tu soffi su ciò che in noi è povero e fragile.Dalle nostre stesse feritefai zampillare un’acqua viva

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e con te la valle di lacrimediventa luogo di sorgente.Così, in una vita interiore senza inizio né fine,il miracolo della tua continua presenzafa nascere una freschezza nuova.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Giovanni 4,5-42

Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una don-na di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: “Dammi da bere”. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una don-na samaritana?”. I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: “Se tu cono-scessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Gli disse la donna: “Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?”. Rispose Gesù: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. “Signore, gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua...”.

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Per interiorizzare la Parola

È curioso. La settimana scorsa meditavamo sulla nostra fatica nel cammino. Qui è Gesù che è “stanco del viaggio”: ha sete. Che cosa disseta la sua sete?

Al pozzo, luogo della quotidianità, una donna presa dai suoi pensieri, forse dalle sue preoccupazio-ni, forse nauseata dal percorrere le vie della sua vita di donna che si doveva vendere al piacere dell’uomo, incontra il Messia. Incontra colui che si fa mano tesa del Padre, che non guarda in faccia le nostre malvagi-tà, ma vuole liberarci da esse. È facile immaginare co-me lo sguardo di Gesù entri profondamente in quello della donna, come un fascio di luce, quella vera, che si fa strada fra le pieghe malate dell’anima e porta ve-rità... e vita! La samaritana ha soddisfatto la sua sete di amore, di senso con acqua illusoria, acqua che non ha gusto, non ha sapore. Nella relazione con Gesù, la samaritana si lascia come processare da un cuore che non ha astio, ne voglia di condanne, ma solo il deside-rio di salvare.

Sulla croce ci sarà quel grido che sgorga da Ge-sù: «Ho sete!».

La Quaresima che viviamo è proprio l’occasio-ne di questo incontro con Gesù. Egli si fa trovare se lo vogliamo; basta uscire “dalle nostre abitudini”, dal “non ho tempo e devo fare tante cose” che rinchiude. Sederci vicino al pozzo della sua parola e della pre-ghiera di adorazione... forse presto anche a quello del-la Riconciliazione.

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-

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te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Tra le sabbie del mio deserto,sotto il sole infuocato del mio tempo,cerco un pozzo che abbia acqua pulita,capace di togliere la sete di infinito che c’è dentro di me.So che esiste da qualche parteperché sono inquietato dal misteroE devo trovarlo prima che scenda la notte.Attingo acqua al pozzo del denaroed ho sempre più sete;al pozzo del piacere e sento prosciugarmi la gola.Attingo acqua al pozzo del successoe mi sento annebbiare la vista,al pozzo della pubblicità e mi ritrovo come uno schiavo.Sono forse condannato a morire di sete,inappagato cercatore di certezze assolute?Ma se scavo dentro di me, sotto la sabbia alta del mio peccato;se scavo nei segni del tempo,

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sotto la sabbia ammucchiatadal vento arruffato del quotidiano,trovo la sorgente di un’acqua viva e pura, che disseta in eterno,tanto che chi ne beve non ha più sete perché è generata e filtrata dal tuo amore, o Signore, generoso e gratuito,era già promessa dai tempi antichied ora è sgorgata in abbondanza nel segno della tua Parola.Mi disseto a questa sorgente, custodita dalla mia Chiesa,che per questo si fa ogni giorno fontana del villaggioper salvare tutti gli assetati del mondo. Amen.

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Proviamo a riflettere: di che cosa abbiamo vera-mente sete? Quali sono i nostri sogni più grandi, i desideri più veri, i bisogni più profondi? Come ci dissetiamo? Qual è secondo me la vera sete? Quale sembra essere l’acqua che veramente disseta? Qua-le quella che non disseta?

] Dove e quando ci accorgiamo di saper dare l’acqua che disseta?

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Quarta settimana (tempo di Quaresima)

Il profumo della vita che nasce

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a rico-noscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazio-ne, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Vieni, o Spirito, illuminacon la tua luce il nostro cammino.Donaci di confessare con fede ardente Gesù Cristo,

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Signore e Redentore,morto e risorto per noi.Infiammaci con il fuoco del tuo amore,perché ascoltiamo le tue parolecon la docilità dei discepoli,pronti come Maria, la Madre dell’ascolto,a metterle in pratica in una vita di santità.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Giovanni 9,1-41

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cie-co dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi ge-nitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nes-suno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. (...)

Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: “Mi ha po-sto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo”. Allora alcuni dei farisei dicevano: “Quest’uomo non vie-ne da Dio, perché non osserva il sabato”. Altri diceva-no: “Come può un peccatore compiere tali prodigi?”. E c’era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al

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cieco: “Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?”. Egli rispose: “È un profeta!”. (...) Gli replica-rono: “Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?”. E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori, e in-contratolo gli disse: “Tu credi nel Figlio dell’uomo?”. Egli rispose: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?”. Gli disse Gesù: “Tu l’hai visto: colui che parla con te è proprio lui”. Ed egli disse: “Io credo, Signore!”. E gli si prostrò innanzi.

Per interiorizzare la Parola

L’esperienza del cieco è quella del buio, della morte perché è come non essere ancora nati; della rassegnazione perché “è così dalla nascita” e non può cambiare. Quel cieco non ha ancora potuto gustare la bellezza delle cose e delle persone che lo circondano.

Questa esperienza può essere anche la nostra di fronte a molti fatti che ci accadono e di cui non vedia-mo il senso, la soluzione, la verità.

Attorno al cieco, che ora vede, ci sono farisei che, pur guardando, non riescono ancora a vedere. Guardano secondo certe logiche e schemi, del “cono-sco, vedo e so”, ragionamenti e giudizi umani e anche “religiosi”. Confusi e smarriti perché ancora ripiegati su se stessi a causa del peccato.

Da una parte si resta incapaci di vedere l’amore di Dio per noi, illusi e sedotti dal male; dall’altra, di riconoscere e dare un nome al nostro peccato.

L’incontro umile con Gesù mi offre la possibili-tà di cominciare a vedere e a guarire le mie cecità; mi dona la luce della fede: “Tu credi nel Figlio dell’uo-mo?”... “Tu l’hai visto”... “Io credo Signore”. Trovare e avere in noi questa luce significa poi guardare alla vita con altri occhi che non si perdono.

Come il cieco guarito, ci prostriamo nella pre-ghiera di adorazione: la luce di Cristo entri e illumini il nostro sguardo, i nostri volti. “Guardate a Lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti” (Sal 33).

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Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti: per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Ho voglia di luce. Sono stanchi i miei occhi di vedereciò che non possiede il riflesso della luce.Mi sono abituato all’ombra.Non riesco più a scorgere negli occhi di chi ho di frontelo sguardo del Creatore.È proprio vero che divento ciò che guardo!E ultimamente i miei occhi mettono dentro l’opacità dell’ombra.

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Avverto la tua presenza davanti a me, o Signore.Ti sento discutere con i tuoi discepoli.Mi fa star bene quello che stai insegnando a loro:tutti mi hanno sempre trattato come un peccatore,tu, semplicemente come uno che non ci vede.Solo queste parole sono già guarigione per i miei occhi!Che fai mio Signore?Ti sento muovere del fango...come Dio che, lavorando il fango e riempiendolo del suo alito vitale, ha creato noi poveri uomini...Mi stai creando gli occhi...Mi stai facendo passare dall’ombra di sempreal miracolo di poter vederela tua presenza...

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] “Riflettere”... pensare illuminati da una luce! Che cosa ci impedisce di essere come vorremo? Quali sono gli ostacoli più grandi alla nostra libertà e vo-lontà?

] Conosciamo persone veramente libere? Qual è il loro segreto?

] Arrivare a dire: “Io credo, Signore!” e prostraci per adorarlo anche nel volto del fratello: com’è il mio sguardo sul mondo, sugli altri? Quali cure e accor-gimenti per uno sguardo sincero e reale, “a fuoco” e non “sfuocato”?

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Quinta settimana (tempo di Quaresima)

C’è un profumo nel sepolcro?

Alla tua presenza, Signore... voglio solo dimorare

] Di fronte a Gesù cerco una serena comunione con Lui che sempre mi aspetta. Mi metto in ginocchio per un po’ di tempo: è un gesto di umiltà che mi aiuta a riconoscere la grandezza di Dio e del suo amore per me.

] Racconto a Gesù la mia vita, ripercorrendo i fatti, gli incontri, i sentimenti vissuti nella giornata e nella settimana.

] Prego lo Spirito Santo per entrare nella preghiera, nei sentimenti e negli atteggiamenti dell’adorazio-ne, per una esperienza viva di incontro con Gesù, per essere in ascolto sincero della Sua voce, della mia vita...

Spirito divino,infondici il dinamismo dei primi cristiani,il fervore dei tuoi santi,

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l’ardore dei tuoi apostoli;dacci la sete della santità,la volontà della perfezione,l’entusiasmo per il regno di Dio,la gioia di lavorare per il suo avvento.Spirito Santo, da’ ai tuoi fedeli la passione dell’unità,la fermezza nelle persecuzioni,l’umiltà e la fierezza della fede.In ogni circostanza sii nostro appoggio.Concedici incessantementela gioia della tua presenza.

Alla tua presenza, Signore... ascolto la tua Parola

] Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiuta-to dalla meditazione del vescovo mi metto in ascol-to di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffermo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Giovanni 11,1-45

Le sorelle mandarono dunque a dirgli: “Signore, ecco, il tuo amico è malato”.

Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: “Andiamo di nuovo in Giudea!”. (...) Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incon-tro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risu-sciterà”. Gli rispose Marta: “So che risusciterà nell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e

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crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?”. Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”.

Gesù si commosse profondamente, si turbò e dis-se: “Dove l’avete posto?”. Gli dissero: “Signore, vieni a vedere!”. Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: “Vedi come lo amava!”. Ma alcuni di loro dissero: “Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?”.

Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: “Togliete la pietra!”. Gli rispose Marta, la sorella del morto: “Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni”. Le disse Gesù: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascol-to, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato”. E, detto questo, gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”.

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vi-sta di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Per interiorizzare la Parola

La morte di Lazzaro, un amico di Gesù, può richiamare una nostra esperienza tragica e dolorosa. La morte ci blocca, sembra sia l’ultima parola sulla vita. “Chi crede in me anche se muore vivrà”. La fede in Gesù che è la risurrezione e la vita, passa attraverso una relazione di amicizia con Lui. La fiducia di Marta e di Maria si è nutrita dell’amicizia con Gesù.

Solo accompagnati da questa fiducia è possibile accostare e guardare i nostri sepolcri. Sono le pieghe del cuore, gli angoli della nostra casa, del nostro animo e della nostra coscienza. Sono quelle parti di noi che non vogliamo vedere perché ci fanno soffrire, ma che ci

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condizionano. Sono esperienze di fallimento, di morte, di compromesso col male, di chiusura che mandano cattivi odori: “Signore, già manda cattivo odore”...

Accompagnati da Gesù a ritrovare nelle tenebre la vita che vi abita, la ricerca sincera e i desideri più ve-ri di essere uomini e figli, il volto di Cristo che è sceso per me negli inferi della morte... “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”.

“Togliete la pietra!”. “Vieni fuori!”. Esci allo sco-perto per vivere da figlio della luce, per essere sale della terra e luce del mondo. Fare questo da soli ci fa paura, ma con Lui tutto è possibile.

Alla tua presenza, Signore... rimango in adorazione

] Con semplicità e gratuità dedico alcuni minuti di adorazione a Gesù eucaristia, rivolgendo a Lui il mio sguardo.

Posso ripetere, più volte, quella parola, o frase, del testo biblico, o della meditazione, che sono risuona-te in me in modo significativo a trasformare il mio cuore, i miei pensieri e le mie azioni.

] La presenza di Gesù e l’incontro con Lui diventano invito ad aprirci agli altri, per condividere con i fra-telli le necessità, le sofferenze, le gioie, i desideri, le preoccupazioni, gli interrogativi che dimorano nel loro cuore. Affido al Signore Gesù queste persone e le situazioni particolari che ho a cuore.

Alla tua presenza, Signore... rendo grazie

] Concludo la preghiera di adorazione con il mio gra-zie al Signore per il tempo vissuto e i doni ricevuti:

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per la Sua presenza, per ciò che mi ha fatto intuire, per la sua Parola di salvezza e di speranza.

Quante volte, Signore, ci siamo sentiti abbandonati! Quante volte abbiamo creduto di essere soli, impotenti di fronte alla morte! Quante volte, dopo avere sbagliato, non siamo riusciti a trovare pace! Ora sappiamo chi sei, Signore. Tu sei Colui che accompagna, Tu sei Colui che accoglie, Tu sei Colui che piange per un amico, Tu sei Colui che perdona. Rendici consapevoli, Signore, di questo immenso dono che ci fai per poter ritrovare in te l’umiltà per poter riscoprire in te la pace per poter valorizzare in te la luce che anche noi possiamo portare al mondo.

Spunti di approfondimento

In una riflessione di gruppo, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

] Siamo disposti ad entrare con Lui nei nostri sepolcri per farci risuscitare? Quali opportunità e modalità riconosco possibili?

] Quale luce intravedo oltre la morte?] “Offrite i vostri corpi come sacrificio” (Rm 12,1): do-

ve trova valore e motivo il sacrificio della mia vita? ] Forse ci sono luoghi che frequento e dai quali do-

vrei uscire per risorgere...] Forse ci sono luoghi che frequento e che attendono

la coerenza della mia vita...

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Testi per la meditazione personale

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Meditazioni del Vescovo

“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, san-to e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,1-2).

Meditiamo, come lo scorso incontro, alcune ri-ghe di una lettera di San Paolo; lettera inviata, questa volta, non ai cristiani di Corinto, ma a quelli di Roma. Anche nella capitale dell’impero romano era nata una piccola comunità cristiana che Paolo sperava di andar a visitare e intanto scrive loro una importante esorta-zione per aiutarli a capire in che cosa si doveva vedere la differenza tra il cristiano e il pagano.

La differenza nel modo diverso con cui cristiani e pagani vivono e usano il proprio corpo.

A Roma, chi poteva, cercava di far star bene in tutti i modi il proprio corpo con le terme, i massaggi, le palestre, la medicina. Cercava tutti i piaceri che il corpo poteva dare con cibi raffinati, spettacoli e di-vertimenti, piaceri sessuali senza regole. Si pensava di trovare così la felicità. Ma era una felicità che durava sempre poco per cui si era costretti a cercar nuovi pia-ceri, come degli affamati che si saziano per un mo-mento e poi hanno ancora fame. Le persone diventa-vano, così, schiave del proprio corpo; preoccupate di tenerlo sempre sano, giovane e bello e di accontentarlo in ogni suo bisogno. Ma alla fine quel corpo sarebbe stato corroso dalla morte.

I cristiani, dopo aver incontrato Gesù, non viveva-no più così. Vivevano anche il loro corpo come lo aveva vissuto Gesù. Attraverso il suo corpo, Gesù aveva tra-smesso tutto il suo amore. Ci ha amati donandoci la sua Carne e il suo Sangue sulla croce e nell’Eucaristia. Come dice San Paolo, ha fatto del suo corpo un sacrificio, cioè un dono di amore a Dio e a noi uomini. È diventato un sacrificio “gradito a Dio”, come un dono profumato di vita e di amore che il Padre ha accolto con gioia.

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Paolo esorta i cristiani ad avere lo stesso profu-mo di Gesù, gradito a Dio. Questo già lo abbiamo me-ditato nello scorso incontro. Ora, però, capiamo che questo profumo deve emanare da tutta la persona del cristiano; deve penetrare anche nel suo corpo.

L’amore di Gesù aveva conquistato il cuore di p. Massimilano Kolbe e, come profumo, è entrato anche nel suo corpo. Egli ha impregnato dell’amore anche il suo corpo donandolo al posto del povero padre di famiglia, come Gesù lo ha donato sulla croce.

L’amore di Gesù, come profumo di vita, è pe-netrato negli affetti di Madre Teresa e nei suoi occhi e nelle sue mani. Ha consumato il suo corpo per i po-veri della terra sacrificando i suoi bisogni egoistici. E’ diventata un “sacrificio vivente, gradito a Dio”. Ha dif-fuso il profumo del Vangelo con tutta se stessa, anche con il suo corpo.

E noi come siamo? Quanto il profumo di Cristo è penetrato in tutte le parti della nostra persona?

A volte – ci sarà capitato – ci viene voglia di mangiare una mela perché la vediamo bella e sana e la prendiamo. Poi la giriamo tra le mani e ci accorgiamo che dietro è marcia. Anche noi possiamo avere una parte di noi bella e parti che sono malate. Possiamo venire a questi incontri con gioia e sentirci riempiti di profonde intuizioni e sentimenti vivi che vengono dalla parola di Gesù e dall’incontro con Lui. Magari ci dedichiamo anche a qualche servizio per gli altri. Fin qui è entrato in noi il profumo di Cristo.

Se guardiamo, invece, a come viviamo i nostri affetti e la nostra sessualità o a quanto siamo attaccati alle cose materiali o a quanta cura diamo al corpo, ci troviamo a dover riconoscere che in questi compor-tamenti non è penetrato il profumo di Cristo. Siamo ancora dominati dall’egoismo e non dall’amore del Vangelo. Come la mela, abbiamo parti di noi belle e parti malate a causa dell’egoismo e del peccato.

Come i romani, San Paolo esorta anche noi: la-sciate che il profumo del vero amore di Gesù penetri in tutto noi stessi. Vivete il vostro corpo - con i suoi af-fetti, istinti, energie, bisogni – come lo ha vissuto Gesù. Allora da voi si diffonderà il profumo di Cristo.

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“Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pub-blicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Ge-sù” (Lc 19,1).

Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, aveva una casa piena di statue di valore, di mobili pregiati, di tut-ti i confort. Rubando legalmente aveva potuto arre-darla con tanto lusso. Ma non stava bene in quella casa perché in essa c’era un odore greve di solitudine e di tristezza. Tutti stavano alla larga. Ma la casa più triste e scomoda per Zaccheo era lui stesso. Non stava bene con se stesso anche se poteva concedere al suo corpo tutti i piaceri che voleva; comprarsi i divertimenti e forse anche le persone per appagare i suoi bisogni.

Con questa sua tristezza di uomo schiavo del peccato, Zaccheo sale su un albero per vedere Gesù. Ed è sorpreso quando il Signore, giunto sotto, alza lo sguardo e lo chiama per nome. La sorpresa è di Zac-cheo mentre Gesù, come dice il Vangelo, sapeva che “doveva” passare di lì. Sapeva che lì c’era il suo appun-tamento con quell’uomo che, pur appesantito dai vizi e dalla ricchezza, aveva nel cuore un desiderio genui-no: vedere Gesù.

Il Signore non solo chiama per nome Zaccheo, ma anche si invita a casa sua. Tutti mormorano per questa scelta di Gesù perché nessuno aveva voglia di entrare in quella casa che aveva l’odore brutto delle cose rubate per egoismo, dello spreco per i propri vizi e della tristezza. Neppure Zaccheo aveva tanta voglia di stare in casa sua perché ci stava male.

Gesù entra nell’abitazione fisica e, contempora-neamente, nel cuore di Zaccheo; quel cuore che cer-cava felicità nel possedere, nell’appagare ogni bisogno, nel concedersi quello che voleva. Cercava felicità e si condannava ad una solitudine e ad una insoddisfazio-ne senza fine.

Entra e ama Zaccheo con tutte le brutture e mi-serie che ha intorno. Il cuore freddo e rassegnato di Zaccheo si riscalda di vita, di un nuovo amore.

Nella sua casa sparisce l’odore di tristezza e di morte e circola un profumo nuovo e fresco, il profumo del Vangelo.

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Questo profumo penetra in ogni angolo della casa; penetra in ogni piega del cuore, in ogni parte del-la persona, in ogni membro del corpo di Zaccheo.

È tutto risanato da Gesù e profuma di Vangelo. E tutti se ne accorgono subito. Lui che aveva impiega-to una vita a riempirsi la casa e il corpo di ogni piacere ora li svuota totalmente. Distribuisce – o meglio “re-stituisce” – tutti i beni ai poveri e priva il suo corpo di quei piaceri che comprava a caro prezzo e di cui non sapeva fare a meno.

Zaccheo è finalmente un uomo libero come Ge-sù che è ora sempre con lui. Ama come lui e si dona come lui. Circola in tutta la sua casa e in tutta la sua persona il profumo del Vangelo.

Proviamo a metterci al posto di Zaccheo davanti a Gesù. Gesù chiama anche noi per nome e vuole es-sere nostro ospite per risanare con il suo amore tutta la nostra persona: la mente, il cuore e il corpo.

Tempo di Avvento

Dall’omelia di Benedetto XVI ai giovani, Piana di Montorso, 2 settembre 2007

Questo è davvero un giorno di grazia! Le Let-ture che poco fa abbiamo ascoltato ci aiutano a com-prendere quale meravigliosa opera abbia compiuto il Signore facendoci incontrare, qui a Loreto, così nume-rosi e in un clima gioioso di preghiera e di festa. Nel nostro ritrovarci presso il Santuario della Vergine si avverano, in un certo senso, le parole della Lettera agli Ebrei: “Voi vi siete accostati al monte Sion e alla cit-tà del Dio vivente”. Celebrando l’Eucaristia all’ombra della Santa Casa, anche noi ci avviciniamo “all’adunan-za festosa e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli”. Possiamo così sperimentare la gioia di trovarci di fronte “al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giu-sti portati alla perfezione”. Con Maria, Madre del Re-dentore e Madre nostra, andiamo soprattutto incontro

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“al Mediatore della Nuova Alleanza”, il Signore nostro Gesù Cristo (cfr Eb 12,22-24). Il Padre celeste, che molte volte e in molti modi ha parlato agli uomini (cfr Eb 1,1) offrendo la sua Alleanza e incontrando spesso resistenze e rifiuti, nella pienezza dei tempi ha voluto stringere con gli uomini un patto nuovo, definitivo e irrevocabile, sigillandolo con il sangue del suo Figlio Unigenito, morto e risorto per la salvezza dell’intera umanità. Gesù Cristo, Dio fatto uomo, in Maria ha as-sunto la nostra stessa carne, ha preso parte alla nostra vita e ha voluto condividere la nostra storia. Per realiz-zare la sua Alleanza, Dio ha cercato un cuore giovane e lo ha trovato in Maria, “giovane donna”.

Dall’omelia di Benedetto XVI ai giovani, Piana di Montorso, 2 settembre 2007

Ma che cosa rende davvero “giovani” in sen-so evangelico? Questo nostro incontro, che si svolge all’ombra di un Santuario mariano, ci invita a guardare alla Madonna. Ci chiediamo dunque: Come ha vissuto Maria la sua giovinezza? Perché in lei è diventato pos-sibile l’impossibile? Ce lo svela lei stessa nel cantico del Magnificat: Dio “ha guardato l’umiltà della sua ser-va” (Lc 1,48a). L’umiltà di Maria è ciò che Dio apprez-za più di ogni altra cosa in lei. E proprio dell’umiltà ci parlano le altre due Letture della liturgia odierna. Non è forse una felice coincidenza che questo messaggio ci venga rivolto proprio qui a Loreto? Qui, il nostro pen-siero va naturalmente alla Santa Casa di Nazaret che è il santuario dell’umiltà: l’umiltà di Dio che si è fatto carne, si è fatto piccolo, e l’umiltà di Maria che l’ha accolto nel suo grembo; l’umiltà del Creatore e l’umil-tà della creatura. Da questo incontro di umiltà è nato Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. “Quanto più sei grande, tanto più umìliati, così troverai grazia davanti al Signore; perché dagli umili egli è glorificato”, ci dice il brano del Siracide (3,18); e Gesù nel Vangelo, dopo la parabola degli invitati a nozze, conclude: “Chiun-que si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11). Questa prospettiva indicata dalle Scritture

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appare oggi quanto mai provocatoria per la cultura e la sensibilità dell’uomo contemporaneo. L’umile è per-cepito come un rinunciatario, uno sconfitto, uno che non ha nulla da dire al mondo. Invece questa è la via maestra, e non solo perché l’umiltà è una grande virtù umana, ma perché, in primo luogo, rappresenta il mo-do di agire di Dio stesso.

È la via scelta da Cristo, il Mediatore della Nuo-va Alleanza, il quale, “apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8).

Tempo Ordinario

Dall’omelia di Benedetto XVI ai giovani, Piana di Montorso, 2 settembre 2007

Cari giovani, mi sembra di scorgere in questa parola di Dio sull’umiltà un messaggio importante e quanto mai attuale per voi, che volete seguire Cristo e far parte della sua Chiesa. Il messaggio è questo: non seguite la via dell’orgoglio, bensì quella dell’umiltà. Andate controcorrente: non ascoltate le voci interes-sate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere. Di quanti messaggi, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione. Non abbiate paura, cari amici, di preferire le vie “alternative” indicate dall’amore ve-ro: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune. Non abbiate paura di apparire diversi e di venire critica-ti per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: i vostri coetanei, ma anche gli adulti, e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di ve-

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dere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo.

Quella dell’umiltà, cari amici, non è dunque la via della rinuncia, ma del coraggio. Non è l’esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell’amo-re sull’egoismo e della grazia sul peccato. Seguendo Cristo e imitando Maria, dobbiamo avere il coraggio dell’umiltà; dobbiamo affidarci umilmente al Signore perché solo così potremo diventare strumenti docili nelle sue mani, e gli permetteremo di fare in noi gran-di cose. Grandi prodigi il Signore ha operato in Maria e nei Santi! Penso ad esempio a Francesco d’Assisi e Ca-terina da Siena, Patroni d’Italia. Penso anche a giovani splendidi come santa Gemma Galgani, san Gabriele dell’Addolorata, san Luigi Gonzaga, san Domenico Savio, santa Maria Goretti, nata non lontano da qui, i beati Piergiorgio Frassati e Alberto Marvelli. E pen-so ancora ai molti ragazzi e ragazze che appartengono alla schiera dei santi “anonimi”, ma che non sono ano-nimi per Dio. Per Lui ogni singola persona è unica, con il suo nome e il suo volto. Tutti, e voi lo sapete, siamo chiamati ad essere santi!

Dalla lettera pastorale del nostro Vescovo, n. 13

Ogni cristiano resta sempre un fragile vaso di creta, senza alcun valore e consistenza in sé. Svolge be-ne il suo compito quando lascia trasparire, attraverso magari le sue crepe, la potenza straordinaria che viene da Dio e che agisce nei cuori con la forza dello Spirito Santo. Egli è un testimone fedele quando, attraverso la sua povera persona, diffonde il profumo di Cristo che attira sorelle e fratelli, perché nelle loro coscienze è già all’opera lo Spirito Santo.

Dall’enciclica “Novo millennio ineunte” di Giovanni Paolo II, n. 54

Un nuovo secolo, un nuovo millennio si apro-no alla luce di Cristo. Non tutti, però, vedono questa

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luce. Noi abbiamo il compito stupendo ed esigente di esserne il “riflesso”. È il mysterium lunæ così caro alla contemplazione dei Padri, i quali indicavano con tale immagine la dipendenza della Chiesa da Cristo, Sole di cui essa riflette la luce. Era un modo per esprimere quanto Cristo stesso dice, presentandosi come “luce del mondo”(Mt 5,14).

È un compito, questo, che ci fa trepidare, se guardiamo alla debolezza che ci rende tanto spesso opachi e pieni di ombre. Ma è compito possibile, se esponendoci alla luce di Cristo, sappiamo aprirci alla grazia che ci rende uomini nuovi.

Ci impegniamo noi, non gli altri (don Primo Mazzo-lari)

Ci impegniamo noi non gli altri, unicamente noi e non gli altri, né chi crede, né chi non crede. Ci im-pegniamo, senza pretendere che altri si impegnino con noi e per suo conto, come noi o in altro modo.

Ci impegniamo, senza giudicare chi non si impe-gna, senza accusare chi no si impegna, senza condan-nare chi non si impegna, senza disimpegnarci, perché altri non si impegnano.

Ci impegniamo, perché non potremmo non im-pegnarci. C’è qualcuno o qualche cosa in noi, un istin-to, una ragione, una vocazione, una grazia più forte di noi stessi.

Ci impegniamo, per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita, una ragione che non sia una delle tante ragioni che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.

Si vive una sola volta, e non vogliamo essere “giocati” in nome di un piccolo interesse. Non ci in-teressa la carriera, non ci interessa il denaro, non ci interessa la donna o l’uomo se presentati come sesso soltanto, non ci interessa il successo né di noi, né delle nostre idee, non ci interessa passare alla storia.

Ci impegniamo, a portare un destino eterno nel tempo, a sentirci responsabili di tutto e di tutti, ad av-viarci, se pure attraverso un lungo errare, verso l’amore.

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Ci impegniamo, non per riordinare il mondo, non per rifarlo su misura, ma per amarlo.

Ci impegniamo, perché noi crediamo all’amore, la sola certezza che non teme confronti, la sola che basta per impegnarci perpetuamente.

Prossimità senza attenuanti (card. Carlo Maria Mar-tini)

[...] Voglio tracciarti alcuni passi di un cammino che potresti compiere per una dedizione ai fratelli che sia assoluta e incondizionata.

Il primo passo è quello di cominciare a guar-dare tutte le persone che incontri con un occhio nuovo, non pensando soltanto a qualche bisogno che hanno, a qualche aspetto simpatico o antipatico. Troppo spesso noi abbiamo già etichettato la persona che vediamo ogni giorno: capita a tutti, anche a me. Siamo pigri e ci attestiamo sulla sponda del primo giudizio, aspettan-do solo di confermarlo, non di cambiarlo. Peggio anco-ra, incontrando qualcuno pensiamo subito a qualcosa che tu puoi strappare a loro, secondo quei movimenti spesso inconsapevoli di sfruttamento egoistico degli altri che si scatenano nel cuore. Ecco perché l’occhio nuovo ci fa guardare non con superficialità, con cupi-digia, ma con l’attenzione alle domande nascoste in colei o colui che incontriamo.

Il secondo passo è quello di far fruttificare più ampiamente le risorse della tua fede. Sai che il Dio di Gesù ci ha parlato in Gesù e che questa parola vi-vente viene custodita nella comunità cristiana. Prova a confrontarti più spesso con questa parola, prova ogni giorno un passo della Parola di Dio e ad immergerla in un qualche tuo comportamento quotidiano; ti accorgerai di quante scosse, di quanti rivolgimenti, di quante crisi sarà fonte l’operazione che io ora ti ho suggerito.

Il terzo passo è di acquisire con umiltà, con forte malleabilità ed insieme con molta responsabilità cre-ativa alcune grandi abitudini all’accoglienza degli altri, al saluto, all’attenzione anche ai più piccoli bisogni, al perdono reciproco che, pur insieme con tanti difetti,

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vedrai spesso praticate nella tua famiglia e nella tua comunità cristiana.

Un quarto passo è quello di accogliere come gran-de segno dello Spirito Santo per i giovani del nostro tem-po quelle iniziative di vario genere che complessivamente passano sotto il nome di volontariato. Non posso spie-garti gli aspetti giuridici ed il funzionamento concreto di queste iniziative. Tu senz’altro ne hai sentito parla-re. Forse già qualcosa hai fatto in questo senso. Vedo in tutto ciò una reale scuola verso un modo nuovo di affrontare, anche a livello internazionale, i problemi dei rapporti tra le persone.

C’è infine l’ultimo passo, quello che da suggello e conferisce autenticità a tutto il resto del cammino ed è quello di capire qual è quella maniera relativamente stabile, completa, concreta con cui tu puoi vivere e giocare tutta la tua vita proprio come un dono totale di te agli altri. Questo fenomeno così importante vie-ne chiamato con una parola che purtroppo è diventata ambigua. Si tratta di “vocazione” che qualcuno considera un lusso per qualche categoria di cristiani.

Non posso parlarti a lungo di questo argomen-to. Non posso dirti gli strumenti con i quali scoprire e coltivare la propria vocazione, ti dico soltanto che ogni battezzato è chiamato da Dio a vivere non più per se stesso ma per gli altri sull’esempio di Gesù e con la forza dello Spirito Santo attraverso una forma concreta di vita che è uguale per tutti per pienezza di fede e per eroismo della carità, ma che poi diventa per ciascuno diversa per compiti e funzioni da svolgere nella comunità cristiana per attuare la missione della Chiesa nel mondo. Importante è che ciascuno possa dire che la strada scelta è per lui il modo più sincero , più pregato, più sofferto e più fruttuoso di non appar-tenere più a se stesso, ma di appartenere agli altri.

Per te che vivi la stagione giovanile, farsi pros-simo vuoi dire tutto questo. Ti prego di non spaven-tarti, ma di entusiasmarti della prossimità a cui sei chiamata/o.

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Per Dio niente è troppo poco (Madre Teresa)

All’inizio credevo di dover convertire. Poi ho imparato che il mio compito è amare. E l’amore con-verte quando vuole.

Non cerchiamo imprese straordinarie: l’impor-tante è che doniamo noi stessi; conta solo l’amore con cui facciamo quel che facciamo. Le nostre sorelle fan-no piccole cose: aiutano i bambini, visitano chi è solo, chi è malato, chi è in stato di necessità. Quando mi si dice che le nostre sorelle fanno solo i lavori ordinari, rispondo che avrebbero già fatto abbastanza se avesse-ro aiutato anche una sola persona. Gesù sarebbe mor-to anche per un solo uomo.

Siamo fedeli nelle piccole cose: questa è la no-stra forza. Per Dio niente è troppo poco.

Tempo di Quaresima

Dall’omelia di Benedetto XVI ai giovani, Piana di Montorso, 2 settembre 2007

Come vedete, cari giovani, l’umiltà che il Signo-re ci ha insegnato e che i santi hanno testimoniato, ciascuno secondo l’originalità della propria vocazione, è tutt’altro che un modo di vivere rinunciatario. Guar-diamo soprattutto a Maria: alla sua scuola, anche noi come lei possiamo fare esperienza di quel sì di Dio all’umanità da cui scaturiscono tutti i sì della nostra vita. È vero, tante e grandi sono le sfide che dovete affrontare. La prima però rimane sempre quella di se-guire Cristo fino in fondo, senza riserve e compromes-si. E seguire Cristo significa sentirsi parte viva del suo corpo, che è la Chiesa. Non ci si può dire discepoli di Gesù se non si ama e non si segue la sua Chiesa. La Chiesa è la nostra famiglia, nella quale l’amore verso il Signore e verso i fratelli, soprattutto nella partecipa-zione all’Eucaristia, ci fa sperimentare la gioia di poter pregustare già ora la vita futura che sarà totalmente illuminata dall’Amore. Il nostro quotidiano impegno

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sia di vivere quaggiù come se fossimo già lassù. Sen-tirsi Chiesa è pertanto una vocazione alla santità per tutti; è impegno quotidiano a costruire la comunione e l’unità vincendo ogni resistenza e superando ogni in-comprensione. Nella Chiesa impariamo ad amare edu-candoci all’accoglienza gratuita del prossimo, all’at-tenzione premurosa verso chi è in difficoltà, i poveri e gli ultimi. La motivazione fondamentale che unisce i credenti in Cristo, non è il successo ma il bene, un bene che è tanto più autentico quanto più è condivi-so, e che non consiste prima di tutto nell’avere o nel potere ma nell’essere. Così si edifica la città di Dio con gli uomini, una città che contemporaneamente cresce dalla terra e scende dal Cielo, perché si sviluppa nell’incontro e nella collaborazione tra gli uomini e Dio (cfr Ap 21,2-3).

Non disperare! (Silvano dell’Athos, Ed. Qiqajon, Co-munità di Bose, 1994)

Vuoi custodire la pace nel cuore? Vigila sul tuo spirito: custodisci i pensieri graditi a Dio e allontana quelli malvagi. Presta attenzione a quanto avviene nel tuo cuore. Chiediti sempre se il tuo cuore è in pace. Se non lo è, chiediti cosa hai fatto di male. Sii sobrio perché il tuo cuore dimori in pace: infatti la pace si perde anche per colpa del corpo.

Il Signore sa che se non amiamo i nostri nemi-ci non avremo mai la pace del cuore. Per questo ci ha lasciato il comandamento di amare i nemici (cf. Mt 5,44). Se non amiamo i nemici, avremo maga-ri dei momenti di calma, ma non potrà durare. Se invece li amiamo, la pace resterà nel nostro cuore. Quando lo Spirito ti concede la pace, guarda di non perderla occupandoti di cose senza importanza. Se dai la pace al fratello, il Signore te ne darà ancora di più. Ma se fai soffrire tuo fratello, la tristezza si im-padronirà anche di te.

Su questa terra siamo tutti inquieti e cerchia-mo di essere liberi. Ma che cos’è la libertà? E come poter diventare liberi? Pochi lo sanno. Anch’io anelo

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alla libertà e la cerco giorno e notte. Io so che è presso Dio. Dio fa dono della libertà a chi ha il cuore umile e piange i propri peccati. Costui non desidera più fare ciò che gli piace, ma ciò che piace a Dio. Quando uno piange i propri peccati, il Signore gli concede la sua pace e lo rende libero di amare. Non c’è nulla di me-glio al mondo che amare Dio e gli altri.

Il Signore non vuole la morte del peccatore (cf. Ez 33,11). Quando questi piange le proprie colpe, il Signore gli dà la forza dello Spirito santo.

Questa forza produce la pace e l’uomo è libero di essere in Dio con lo spirito e con il cuore. Quando lo Spirito santo perdona i nostri peccati, ci dà libertà di pregare Dio con uno spirito puro. Allora contem-pliamo Dio liberamente e in lui troviamo la pace e la gioia. Questo significa essere veramente liberi. Ma senza Dio non si può essere liberi.

Quando si profila un addio (testamento spirituale di frère Christian)

Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere og-gi) di essere vittima del terrorismo, che sembra voler coinvolgere, ora, tutti gli stranieri che vivono in Alge-ria, vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia, si ricordassero che la mia vita era donata a dio e a questo paese.

Che essi accettassero, che l’unico padrone di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipar-tita brutale. Che pregassero per me: come potrei esse-re degno di una tale offerta? Che sapessero associare questa morte alle tante altre ugualmente violente, la-sciate nell’indifferenza e nell’anonimato.

La mia vita non ha più valore di un’altra. Non ne ha anche meno.

In ogni caso non ha l’innocenza dell’infanzia. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, ahimè, prevalere nel mondo, e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca.

Venuto il momento, vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di

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Dio e quello dei miei fratelli in umanità, e nel tempo stesso, di perdonare di tutto cuore chi mi avesse colpito.

Non potrei auspicare una tale morte, mi sembra importante dichiararlo. Non vedo , infatti, come potrei rallegrarmi del fatto che questo popolo che amo sia indistintamente accusato del mio assassinio.

Sarebbe un prezzo troppo caro, per quella che, forse, chiameremo la “grazia del martirio”, il doverla ad un algerino, chiunque egli sia, soprattutto se dice di agire in fedeltà a ciò che crede essere l’Islam.

So il disprezzo con il quale si è arrivati a circon-dare gli algerini globalmente presi. So anche le carica-ture dell’Islam che un certo islamismo incoraggia.

È troppo facile mettersi a posto la coscienza identificando questa via religiosa con gli integralismi dei suoi estremisti.

L’Algeria e l’Islam, per me sono un’altra cosa: sono un corpo e un’anima. L’ho proclamato abbastan-za, credo, in base a quanto ne ho concretamente ri-cevuto, ritrovandovi così spesso il filo conduttore del Vangelo imparato sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima chiesa, proprio in Algeria e, già allora, nel rispetto dei credenti musulmani.

Evidentemente la mia morte sembrerà dar ra-gione a quelli che mi hanno trattato rapidamente da ingenuo o idealista: “Dica adesso quel che pensa!” Ma costoro devono sapere che sarà finalmente liberata la mia più lancinante curiosità.

Ecco che potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i figli dell’islam come lui li vede, totalmente illuminati dalla gloria di Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e il ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze.

In questo grazie in cui tutto è detto, ormai, della mia vita, includo anche voi, amici di ieri e di oggi, e voi, amici di qui, accanto a mia madre e a mio padre alle mie sorelle e ai miei fratelli, e ai loro, centuplo accordato come promesso!

E anche te, amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi, sì, anche per te voglio

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questo grazie, questo ad-Dio profilatosi con te. E che ci sia dato di ritrovarci ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen!

Insc’Allah

Dall’omelia di Benedetto XVI al congresso ecclesiale di Verona, 19 ottobre 2006

La risurrezione di Cristo è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli Apostoli sono stati testimoni e non certo creatori. Nello stesso tempo essa non è affat-to un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece la più grande “mutazione” mai accaduta, il “salto” deci-sivo verso una dimensione di vita profondamente nuo-va, l’ingresso in un ordine decisamente diverso, che ri-guarda anzitutto Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi, tutta la famiglia umana, la storia e l’intero univer-so: per questo la risurrezione di Cristo è il centro della predicazione e della testimonianza cristiana, dall’inizio e fino alla fine dei tempi. Si tratta di un grande mistero, certamente, il mistero della nostra salvezza, che trova nella risurrezione del Verbo incarnato il suo compi-mento e insieme l’anticipazione e il pegno della nostra speranza. Ma la cifra di questo mistero è l’amore e sol-tanto nella logica dell’amore esso può essere accostato e in qualche modo compreso: Gesù Cristo risorge dai morti perché tutto il suo essere è perfetta e intima unione con Dio, che è l’amore davvero più forte della morte. Egli era una cosa sola con la Vita indistruttibile e pertanto poteva donare la propria vita lasciandosi uccidere, ma non poteva soccombere definitivamente alla morte: in concreto nell’Ultima Cena egli ha anti-cipato e accettato per amore la propria morte in croce, trasformandola così nel dono di sé, quel dono che ci dà la vita, ci libera e ci salva. La sua risurrezione è sta-ta dunque come un’esplosione di luce, un’esplosione dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuo-vo, che penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé.

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[…] La croce ci fa giustamente paura, come ha provocato paura e angoscia in Gesù Cristo (cfr Mc 14,33-36): essa però non è negazione della vita, da cui per essere felici occorra sbarazzarsi. È invece il “sì” estremo di Dio all’uomo, l’espressione suprema del suo amore e la scaturigine della vita piena e perfet-ta: contiene dunque l’invito più convincente a seguire Cristo sulla via del dono di sé.

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Adorazione eucaristica nelle chiese della diocesi

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Vicariato di Asolo

Asolo 1º lunedì del mese, 20.00

Ca’ Rainati In avvento e quaresima: domenica dalle 10.00 alla Messa vespertina. Ogni venerdì, 20.30

Casella 1º venerdì del mese, 20.00

Casoni 1º venerdì del mese, 8.30-9.30 e 19.30-21.00

Castelcucco 1° sabato del mese, 15.00-18.00

Castelli 3° giovedì del mese, 20.30

Cavaso giovedì a metà del mese, 8.00-18.00 (in cappellina Suore Dorotee)

Monfumo 2° sabato del mese, 15.00-18.00

Mussolente 3º giovedì del mese, 20.30

Onè di Fonte 1º venerdì del mese, 20.30

Pagnano 1º sabato del mese, 17.00

San Zenone giovedì, 20.00 (Santuario del Mon-te); dopo il 2 novembre fino a Pa-squa, 20.00 (in chiesa)

Villa 2° venerdì del mese, 20.30

Vicariato di Camposampiero

Camposampiero giovedì, 15.00-20.00, chieset ta di S. Chiara (accanto alla canonica)

Fossalta giovedì, 18.00-22.00

Rustega giovedì, 18.00-22.00 (cappellina della canonica)

Massanzago 1º venerdì del mese, 8.30 e 20.30

Trebaseleghe ultimo venerdì del mese, 20.45-22.30; ogni mercoledì mattina 9.00-10.00.

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Torreselle un’ora il sabato pomeriggio, guidata

Levada un’ora il sabato pomeriggio, guidata

Vicariato di Castelfranco

Castelfranco Duomo: da lunedì a venerdì, 9.00-11.00 e 16.00-18.00

Castelfranco – Chiesa S. Giacomo: giovedì, 21.00-22.00

Castelfranco – Chiesa del Cristo (Figlie della Chiesa): da lunedì a venerdì, 9.00-11.00 e 16.00-18.00; nei venerdì di avven-to e quaresima, 20.30-22.00

Comunità Discepole del Vangelo Via Brenta, 12: lunedì-venerdì,

11.30-12.30 e 17.45-18.45; venerdì d’avvento e quaresima, 22.00-6.00

Centro parrocchiale Don Ernesto Bordignon, Via Bassano 16: dal lu-nedì al venerdì, 17.45-18.45; ado-razione notturna nei venerdì di av-vento e quaresima

Treville 1º venerdì del mese, 15.30-18.00

Resana giovedì, 9.00-11.00; 1º lunedì del mese, 20.30-22.00

San Marco 1º venerdì del mese, 8.00-9.00

Castelminio 1º venerdì del mese, 20.00-21.00

Campigo giovedì, 17.00 (est.), 18-00 (inv.); 1º giovedì del mese, 17.00-23.00

Albaredo 3º giovedì del mese, 21.00-22.00

Casacorba 1º venerdì del mese, 17.30-18.00, 20.00-21.00

Salvatronda giovedì, 17.00-18.00

Salvarosa 1º venerdì del mese, 17.30-18.30

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Vedelago 1º venerdì del mese, 20.30-21.30

Cavasagra 1º venerdì del mese, 7.30-8.00, 18.00-18.30

San Floriano 3º giovedì del mese, 20.30-21.30

Barcon giovedì, 20.30-21.15

Vicariato di Castello di Godego

Castello di Godego giovedì, 18.00-19.00

S. Martino di L. 1º giovedì del mese, 15.00 (cripta)

Galliera Veneta domenica, 15.00-16.00

Riese Pio X 1º giovedì del mese, 15.30-18.30

Vallà di Riese 2º giovedì del mese, 21.00-22.00

S. Vito di Altivole 1º venerdì del mese, 15.30-18.30

Vicariato di Cornuda

Cornuda Rocca giovedi, 15.30-16.30

Cornuda Suore lunedì, 20.30-21.30 Cappellina

Coste venerdì, 15.30-16.30

Crespignaga da ottobre a maggio la domenica, 15.00-16.00

Crocetta sabato, 17.00-18.30

Maser i primi venerdì del mese, 19.30-21.00; i sabati di Avvento e Qua-resima, 18.00-18.30

Pederobba venerdì, 18.30-19.00; i primi gio-vedì del mese, 15.30-16.30

S. Mama (Ciano) domenica, est. 18.00-19.00, inv. 17.30-18.30

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Vicariato di Mirano

Mirano 1º giovedì del mese, 17.30-18.30

Spinea S. Bertilla giovedì, 17.30-18.30

Spinea S. Vito ultimo venerdì del mese; lunedì (ogni 15 gg.), 20.30-21.30

Martellago sabato, 17.30-18.30

Olmo sabato, 17.30-18.30

Maerne giovedì, 17.30-18.30; 1º lunedì del mese, 20.30-22.30

Vicariato di Mogliano Veneto

Gaggio 1º giovedì del mese, 20.30

Casale giovedì, 19.00-22.30

Marcon venerdì 17.30-18.30; 2° giovedì del mese 20.30 (guidata; segue la Santa Messa)

Mogliano – S. Marco: sabato, 8.30-9.30

Vicariato di Monastier

Roncade venerdì, 8.30-9.00; 1º sabato del mese notturna, 19.00-7.00;

Biancade 1° venerdì del mese, 8.00-8.30

S. Cipriano 1° giovedì del mese,16.00-22.30

Vallio 1° venerdì del mese, 15.30-17.00

S. Biagio 1° venerdì del mese, 8.30-9.30

Fagarè e S. Andrea sabato, 17.00-18.00

Silea 1° venerdì del mese, 15.00-18.30

Cendon da lunedì a venerdì (escluso il mer-coledì), 18.00-19.00; 1° venerdì del mese, 20.30-22.00

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Zenson sabati di avvento, 17.00-18.00; Natale e tempo succ.: 1º venerdì del mese, 20.00-21.00

Monastier domenica, dalle 14.30

Monastier – Casa di cura: venerdì, 8.30-9.30

Musestre venerdì ogni 15 giorni, 20.30-21.00

Rovarè tutte le sere da lunedì a venerdì, 18.00-18.30

Vicariato di Montebelluna

Montebelluna Duomo: mercoledì, 19.00-20.00; saba-to, 15.30-18.30

Busta-contea 1º venerdi del mese, 20.30-21.30

S. Gaetano giovedì, 19.00-19.30

Biadene ultimo venerdì del mese, 17.30-18.30

Caonada 1º venerdì del mese, 17.30-18.30

Trevignano e Falzè (dalle 20.30 alle 21.30)

13 dicembre a Signoressa; 17 genna-io a Trevignano; 21 febbraio a Falzè; 17 aprile a Signoressa; 22 maggio a Trevignano; 19 giugno a Falzè

Guarda 1º sabato del mese, 14.30-18.00; in avvento il sabato, 14.30-18.00

Caerano venerdì, 20.30- 21.30

Vicariato di Nervesa

Selva del Mont. 1º venerdì del mese, 17.30-18.30 (inv.) – 18.00-19.00 (est.)

Ss. Angeli 1º lunedì del mese, 20.00-21.00

Bavaria sabato, 17.30-18.30

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Cusignana 1º venerdì del mese, 8.30-9.30; 2° lunedì del mese 19.00-20.00

Povegliano venerdì, 19.00-20.00

Giavera 2° giovedì del mese, 20.00-21.30

Vicariato di Noale

Briana giovedì, 16.30

Gardigiano sabato, 17.30-18.30; 1º venerdì del mese, 17.30-18.30

Moniego 1º venerdì del mese, 8.00-19.00; giovedì 20.30-21.30

Noale martedì, 9.00 (chiesa dell’asilo San Giuseppe); mercoledì, 20.30 (chie-sa dell’Assunta); giovedì, 15.00 (chiesa dell’Assunta)

Peseggia 1° venerdì del mese 20.30-21.30 (Chiesetta dell’Asilo)

Rio San Martino venerdì, 15.00-16.00

Robegano 1º venerdì del mese, 20.30-22.00

Salzano giovedì, 17.00-18.00

S. Maria di Sala 2º martedì del mese, 19.00-19.30

Scorzè 1º venerdì del mese, 19.00-23.00

Veternigo venerdì di avvento e quaresima, 19.00

Vicariato di Paese

Paese 21 ottobre, 18 novembre e tutte le domeniche di avvento (16.00-18.00)

Postioma una sera al mese (chiedere in par-rocchia)

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Padernello domenica, 15.00-15.30; mercoledì, 15.00-16.00; 1º giovedì del mese, 16.30-21.00

Porcellengo martedì 17.30-18.00; una sera al mese (informazioni in parrocchia)

Quinto 1º giovedì del mese, 20.45-21.45

Santa Cristina 1º venerdì del mese, 20.30-21.30

Badoere mercoledì, 19.30-22.00 (cappelli-na dell’asilo)

Scandolara domenica pomeriggio (a partire dal l’avvento)

Zero Branco giovedì, 20.30-22.00 (in Avvento e Quaresima con Lectio divina); ogni giovedì, 15.00-18.00 (cappel-lina delle suore Carmelitane)

Vicariato di Ponte di Piave

Levada mercoledì, 20.30-21.30

Ormelle giovedì, 21.00-22.00

Negrisia domenica, 15.16.00

Ponte di Piave giovedì, 8.30-18.30

Vicariato di Spresiano

Carbonera 1º venerdì del mese, 20.30

Lancenigo giovedì, 20.30

Maserada venerdì, 17.00-18.00

Lovadina 1º giovedì del mese, 20.30-21.30

Villorba 1º venerdì del mese, 18.00-18.30

Fontane 1º venerdì del mese, 17.30-18.30

Catena 1º sabato del mese, 17.30-18.30

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Spresiano notturna, una volta al mese

Visnadello 1º venerdì del mese, 17.00-18.00

Candelù 1º venerdì del mese, 17.30-18.30

Mignagola un mercoledì al mese, 20.30

Vascon 1° venerdì del mese, 17.30-18.30

Vicariato di S. Maria del Rovere

Immacolata 1º giovedì del mese, 16.00-18.00

Monigo 1º venerdì del mese, 20.45-21.45

Fiera 1º venerdì del mese, 17.30-18.30

Fiera - Cappella S. Luca - Villaggio Gescal: domenica, 17.00-18.00

San Bartolomeo 1º venerdì del mese, 17.30; avvento e quaresima, giovedì 20.30-21.30

Santa Bona 1º giovedì del mese, 17.30-18.30

San Liberale 1º giovedì del mese, 17.30-18.00

S. M. del Rovere domenica, 17.30-18.30; 1º e 3º ve-nerdì, 17.30-18.30

Monastero della Visitazione: 1º venerdì del mese, dopo la Messa delle 20.30, fino alle 21.45

San Paolo 1º giovedì del mese, 18.00

San Pelajo 1º venerdì del mese, 17.30-18.30

Sacro Cuore 1º venerdì del mese, 17.30-18.30

Selvana lunedì, 17.30

Paderno 1º venerdì e 1º sabato del mese, 20.00

Merlengo 2º venerdì del mese, 20.30 (chie-setta della scuola materna)

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Vicariato di S. Donà di Piave

Duomo 1º venerdì del mese, 19.00-20.00

Piccolo Rifugio tutti i giorni, 15.00-18.00; lune-dì, 20.30-24.00; ultimo lunedì del mese, 20.30-8.00

Oratorio Don Bosco: 1º venerdì del mese, 20.45-21.15

Suore della Riparazione: giovedì, 17.00-18.00; ogni domenica, 17.00-18.00; 1º venerdì del mese, 17.00-18.00

Casa Saretta domenica, 18.15-19.15

San Giuseppe Lav. 1º venerdì del mese, 16.00-18.00;

Discepole del Vangelo tutti i giorni dal lunedì al ve-nerdì, 17,30-18,30 presso la cap-pellina della chiesa di San Giusep-pe Lavoratore

San Pio X giovedì, 17.00-18.00

Mussetta giovedì, 17.30-18.30

Musile ogni martedì, 16.00-20.00

Chiesanuova 1º venerdì del mese, 18.30-19.00

Fossalta giovedì, 17.00-18.00

Noventa martedì, 17.00-18.30

Marteggia 3° mercoledì del mese, 21.00-22.00

Losson 1ª domenica del mese, 15.30-16.30

Caposile giovedì, 16.00-17.00

Croce di Piave ogni 13 del mese, 20.30-21.30

Millepertiche domenica, 15.00-16.00

Passarella 1º giovedì del mese, 18.30-19.30

Fiorentina 1° giovedì del mese, 17.30-18.00

Calvecchia 1° venerdì del mese, 17.30-18.00

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Vicariato di Treviso

Parrocchie della città: col Vescovo 2° mercoledì del mese, chiesa di S. Francesco, 21.00-22.00

Cattedrale da lunedì a venerdì, 17.00-18.00

Comunità Discepole del Vangelo: adorazione notturna nei venerdì di avvento e quaresima

Casier 1º mercoledì del mese, 21.00-22.00

Dosson giovedì, 17.30-18.30

Frescada 1º venerdì del mese, 18.00-18.30

S. Giuseppe giovedì, 19.00-19.30; 1° lunedì del mese, 19.30-20.30

S. Lazzaro tutti i giovedì, 7.30-8.30; 1° vener-dì del mese, 19.00-20.00

S. Agnese 1° giovedì del mese, 17.00-18.00

S. Andrea in Riva venerdì, 17.30-18.30

S. Antonino 1º giovedì del mese, 15.30-16.30

S. M. Ausiliatrice 1º venerdì del mese, 15.00-19.00

S. M. Maddalena 1º venerdì del mese, 18.00-19.00

S. Zeno 1º venerdì del mese, 19.00 (est.) e 18.30 (inv.)

S. Maria sul Sile 1° venerdì del mese, 17.30-18.30

S. Francesco 2° mercoledì del mese, 21.00-22.00

Carmelitani lunedì, 18.30-19.30

S. Stefano – Figlie della Chiesa: tutti i giorni, 17.00-18.00

Istituto Zanotti giorni feriali, 7.30-18.00; giovedì, 20.30-22.30; 1° sabato del mese notturna, 21.00-7.00

Cappella Universitaria S. Bertilla (P.zza Università, 2 - Tv): ogni mercoledì 15.00- 16.00

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Indice

Presentazione ...........................................................2

Il sussidio .................................................................4

Tempo di Avvento e Natale .....................................9

Tempo Ordinario ...................................................31

Tempo di Quaresima .............................................63

Testi per la meditazione personale .........................91

Adorazione eucaristica nelle chiese della diocesi ......................................109

Finito di stampare nel mese di novembre 2007 da Grafiche Dipro - Roncade Tv