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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA Anno XXII • N. 109 - Settembre/Ottobre 2012 - [email protected] - [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 6000 copie HOTEL SELVA CANDIDA Roma Il posto giusto per i vostri incontri. Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 HOTEL SELVA CANDIDA Roma Il posto giusto per i vostri incontri. Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 Via Boccea: un altro rinvio Nessuno vuole la nuova discarica I n questo lungo periodo di crisi, ben lontano dall’ostentare un epilogo, contrariamente da quanto affermato pochi giorni fa dal Presidente del Consiglio, è fa- cile che vengano considerate va- lide anche le proposte più stravaganti, quando non le più pe- ricolose. Una su tutte è senza dubbio la bozza del secondo Decreto Svi- luppo, la quale, fra le altre novità, prevede l’obbligo di effettuare tutti i pagamenti superiori a 50 euro at- traverso la moneta elettronica, a partire dal 2014. Qualsiasi cittadino dovrà passare attraverso il bancomat anche per i pagamenti più semplici, come l’ac- quisto di generi alimentari o di ab- bigliamento stagionale. Inutile evidenziare la palese difficoltà nella quale incorrerebbero ad esempio gli anziani, forse i più col- piti dall’eventuale entrata in vigore del decreto, costretti senza riserva ad: aprire un conto corrente, sce- gliere il pacchetto più adatto alle loro esigenze, interpretare un estratto conto, gestire gli addebiti I Padroni del Tempo di GIUSEPPE STRAZZERA “Tieni sveglie le leggi, perchè il sonno le uccide” Segue a pag 20 I tecnici del Municipio, del Comune, della Provincia e della Regione hanno espresso parere negativo Pitagora I l nostro è un Paese strano, specie per quanto riguarda la ricerca della verità. Troppi fatti del passato e del presente sono rimasti avvolti dalla nebbia dei silenzi, delle menzogne, dei ricatti e del potere politico ed eco- nomico. Le stragi di stato sono rimaste senza verità, né storica né giudi- ziaria. Il mondo della politica, per giusti- ficare la sua insufficienza nella ri- cerca della verità, ha sempre tirato in ballo la “ragion di stato”. Il mondo dell’informazione ha sempre obbedito agli ordini del padrone oppure ha reagito quasi con fastidio, se non addirittura con ostilità, quando si è cercato di evidenziare che la verità non era quella citata dal suo giornale o dal suo telegiornale. Ma senza la verità, quella vera, un Paese strano non diventerà mai normale. Senza la verità, un Paese strano perderà anche la libertà, la dignità e la sopravvivenza economica. La verità bisogna cercarla e La Verità di LUCIANO LANDONIO Segue a pag 21 “E’ difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è facile riconoscere una falsità” La trattazione di merito è fissata per il 7 Novembre A. Einstein

Il Pungolo n. 109

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Il Pungolo, periodico del quadrante Roma Nord-Ovest. Notizie dai quartieri: Casalotti, Palmarola, Ottavia, Selva Candida, Selva Nera, Via Boccea, Casal Selce, La Storta, Castel di Guido.

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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA

Anno XXII • N. 109 - Settembre/Ottobre 2012 - [email protected] - [email protected]

DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 6000 copie

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Via Boccea: un altro rinvio

Nessuno vuole la nuova discarica

In questo lungo periodo di crisi,ben lontano dall’ostentare unepilogo, contrariamente da

quanto affermato pochi giorni fadal Presidente del Consiglio, è fa-cile che vengano considerate va-lide anche le proposte piùstravaganti, quando non le più pe-ricolose.Una su tutte è senza dubbio labozza del secondo Decreto Svi-luppo, la quale, fra le altre novità,prevede l’obbligo di effettuare tuttii pagamenti superiori a 50 euro at-traverso la moneta elettronica, apartire dal 2014.Qualsiasi cittadino dovrà passareattraverso il bancomat anche per ipagamenti più semplici, come l’ac-quisto di generi alimentari o di ab-bigliamento stagionale. Inutileevidenziare la palese difficoltànella quale incorrerebbero adesempio gli anziani, forse i più col-piti dall’eventuale entrata in vigoredel decreto, costretti senza riservaad: aprire un conto corrente, sce-gliere il pacchetto più adatto alleloro esigenze, interpretare unestratto conto, gestire gli addebiti

I Padronidel Tempo

di GIUSEPPE STRAZZERA

“Tieni sveglie le leggi,perchè il sonno le uccide”

Segue a pag 20

I tecnici del Municipio, del Comune, della Provincia e della Regione hanno espresso parere negativo

Pitagora

Il nostro è un Paese strano,specie per quanto riguarda laricerca della verità. Troppi

fatti del passato e del presentesono rimasti avvolti dalla nebbiadei silenzi, delle menzogne, deiricatti e del potere politico ed eco-nomico.Le stragi di stato sono rimastesenza verità, né storica né giudi-ziaria.Il mondo della politica, per giusti-ficare la sua insufficienza nella ri-cerca della verità, ha sempre tiratoin ballo la “ragion di stato”.Il mondo dell’informazione hasempre obbedito agli ordini delpadrone oppure ha reagito quasicon fastidio, se non addiritturacon ostilità, quando si è cercato dievidenziare che la verità non eraquella citata dal suo giornale o dalsuo telegiornale.Ma senza la verità, quella vera, unPaese strano non diventerà mainormale.Senza la verità, un Paese stranoperderà anche la libertà, la dignitàe la sopravvivenza economica.La verità bisogna cercarla e

La Veritàdi LUCIANO LANDONIO

Segue a pag 21

“E’ difficile sapere cosa sia la verità,ma a volte è facile

riconoscere una falsità”

La trattazione di merito è fissata per il 7 Novembre

A. Einstein

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L’acqua non è più un dirittoEmergenza umanitaria indecente nella città che inventò gli acquedotti

www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r gL’ inchiesta

Non più tardi di un annofa, con una percen-tuale prossima al 96%,

gli italiani votanti al referen-dum abrogativo del 12/13 giu-gno stabilirono che l’acqua èun bene primario e impedi-vano la sua privatizzazione. Lapercentuale cosiddetta “bul-gara” dell’esito si ottenne per-ché il quesito referendarioquella volta non fu da interpre-tare, ma di facile compren-sione: impedire ad un beneprimario come l’acqua di rien-trare nelle logiche di mercato,mantenendo così inderogabileil diritto di accesso al servizioidrico per tutti i cittadini.Tutti o quasi.Perché nella periferia a norddella Capitale, rientrante nelMunicipio Roma XIX e piùprecisamente nelle zone diTragliata Tragliatella e Testadi Lepre, il messaggio delleurne sembra non esser statoancora recepito.Da molti anni ormai si verificauna situazione di forte disagio,dovuta principalmente alla ob-solescenza delle infrastrutture,tale da rendere l’acqua indi-sponibile per molte ore, a volteanche giorni. In estate poi lasituazione tende addirittura adaggravarsi fino a raggiungere,come accaduto nell’ultima,

l’assenza totale dell’approvvi-gionamento idrico.Per un periodo di circa unmese, le carenze sono statesopperite con un servizio diautobotti che, prima in orariimprobabili e pian piano conpiù regolarità, hanno conti-nuato a rifornire d’acqua le fa-miglie coinvolte. Ma da più di un mese anchequesto servizio è cessato la-sciando, senza mezzi termini,tutti a secco. Inutile sottolineare, oltreall’interruzione di pub-blico servizio, i rischi perla salute, le condizioniigieniche a cui bambini,anziani e donne incinteresidenti in zona, sonoda oltre un mese sotto-posti. In più, in pieno stile ita-liano, quando si pre-senta un problemainizia il valzer delle re-sponsabilità.In una lettera inviata il13/07/2012 al sindacodi Fiumicino, al Presi-dente del MunicipioRoma XIX ed al Ga-rante Regionale delservizio idrico inte-grato, dalla società AR-SIAL (AgenziaRegionale per lo Svi-luppo e l’Innovazione nelLazio) che gestisce gli ac-quedotti in questione, silegge: “la crisi idrica èconnessa […] alle signifi-

cative variazioni apportatedagli interventi effettuatidall’ACEA-ATO2, nonché allamancata fornitura di piùampia potenza di energia elet-trica, a suo tempo richiesto daARSIAL, tramite Hera ad AceaDistribuzione”.Ma secondo ACEA le cosestanno diversamente: “Le zonerurali dell’Agro Romano […]sono alimentate da acquedottirealizzati da ARSIAL e le cuirisorse idriche di alimenta-

zione erano

all’origine solamente quellelocali vale a dire sorgenti epozzi.[…] In seguito alla sottoscrizionenel 2004 del Protocollo d’In-tesa con l’Assessorato regio-nale all’Ambiente, il Comunedi Roma, il Comune di Fiumi-cino e l’ARSIAL, ACEA ha av-viato gli interventi dirisanamento degli acquedottiARSIAL per la sostituzionedelle fonti locali (sorgenti epozzi) con la fornitura da ac-quedotto ACEA per assicurareuna maggiore garanzia a li-vello qualitativo delleacque distribuite nonchédi disponibilità dellefonti. In particolare nellazona di Testa di Lepre èstato realizzato ma nonè ancora stato messo inesercizio l’interventorelativo al I° stralcio –I° Lotto finalizzato allasostituzione delle fontilocali con fornitura daUtenza ACEA, che de-riva direttamented a l l ’ A d d u t t r i c eDN1000 Olgiata – Ci-vitavecchia con acquaproveniente dalle Sor-genti del Peschiera epertanto di ottima qua-lità. Alla luce di quantoesposto le carenze idri-che segnalate, peraltropresenti allo stesso modoanche l’anno scorso neimesi estivi, non possono inalcun modo dipendere dal-

l’intervento realizzato a Testadi Lepre da parte di ACEA,anzi è auspicabile che unavolta messo in esercizio l’im-pianto la situazione segnalatasubirà notevoli miglioramenti. Chi tace invece, il Comune diRoma, è forse il vero respon-sabile del limbo burocraticoche asseta le famiglie.Già perché la Legge Regionalen. 7 del 1999 all’art. 53 commi1 e 2 stabilisce il trasferimentocoattivo ai Comuni interessati(in questo caso Roma e Fiumi-cino) delle infrastrutture stra-dali e degli acquedotti exARSIAL. E se è vero che il Comune diRoma nello specifico con ladeliberazione del ConsiglioComunale n. 63 del 2000 di-spose “l’Acquisizione al Patri-monio comunale degliacquedotti ex ARSIAL ricadentinel territorio del Comune diRoma, ai sensi dell’art. 53 dellaL.R. 7.6.1999 […]” è anchevero che dal 2000 ad oggi taleacquisizione non è ancorastata perfezionata, con formaleatto di trasferimento della pro-prietà, lasciando di fatto la si-tuazione in un triangoloburocratico dai contorni ber-mudiani dove a sparire, piùche persone e veicoli, sonoacqua e dignità.

Un problema burocratico lascia senz’acqua decine di famiglie a Testa di Lepre, Tragliata e Tragliatella

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Una domenica all’insegnadella solidarietà. Dome-nica 9 Settembre scorso,

presso i locali della parrocchia Na-tività di Maria Santissima di via deiMartiri di Selva Candida, si èsvolta la giornata dedicata alla do-nazione del sangue. L’evento, de-nominato “Un po’ del tuo sangueper salvare un bambino“, organiz-zato dall’Associazione VolontariDonatori di Sangue Le Selve, conil supporto di un’unità mobile diprelievo messa a disposizionedall’Ospedale Pediatrico Bam-bino Gesù, si è svolto durante l’in-tera mattinata.Alta la partecipazione dei cittadini:oltre 120 le donazioni ricevute,segno della grande sensibilità deivolontari che hanno preferito dedi-care al prossimo la mattinata fe-stiva, piuttosto che godersi gliultimi scampoli di un’estate ormaialle battute finali. Renato Gabelli presidente del-l’Associazione donatori sangue LeSelve e Mons. Gino Reali ve-scovo della diocesi si sono dichia-rati entusiasti per il successodell’iniziativa che non soltanto haportato ad un grande risultato intermini di partecipazione, ma cheha anche informato i non abituèsull’importanza della donazionedel sangue.Perchè è importante donare?Perchè sia per le situazioni diemergenza che per soggetti affettida malattie croniche la richiesta disangue non è mai sufficiente ed inmolti casi le trasfusioni possonorappresentare una terapia salva-vita. Un soggetto adulto ha dai 4 ai7 litri di sangue nel suo corpo ed èin grado di donare una parte diesso. Il donatore deve avere un’etàcompresa tra i 18 e i 65 anni (per i

soggetti con un’etàsuperiore ai 65 anniè necessaria un’auto-rizzazione medica).Possono donare san-gue e plasma i sog-getti di peso noninferiore ai 50 kg. Isoggetti di sesso ma-schile possono do-nare fino a quattrovolte l’anno, a di-stanza di 90 giornitra un prelievo e l’altro. Le donnein età fertile invece possono do-nare fino ad un massimo di 2 volte

l’anno, sempre con un intervallo di90 giorni tra i due prelievi.E’ assolutamente importante ricor-

dare che non è possi-bile contrarre malat-tie attraverso una

donazione, in quanto questa vienesempre effettuata utilizzando MA-TERIALE STERILE E MO-

NOUSO.Esiste però il rischio, seppur moltoridotto, di contrarre l’AIDS attra-verso una trasfusione di sangue in-fetto su un soggetto sano. La probabilità però che questo ac-cada è stata ridotta considerevol-mente da quando è stato introdottonei donatori il test della ricerca an-ticorpi anti-HIV. In base allenorme legislative, alle buone pra-tiche cliniche e ai protocolli di si-curezza nazionali ed internazion-ali, ogni unità di sangue donata ètestata previo utilizzo, attraversometodologie di ultima generazionein biologia molecolare per la ri-cerca diretta del virus. Oltre alle ricerche sul virus HIV,sulle unità di sangue controllate, ilSIMTI (Società Italiana MedicinaTrasfusionale e Immunologia) ese-gue la ricerca di virus di altre ma-lattie infettive quali l’Epatite B , Ce la sifilide. Se un donatore risultasse positivoa qualsiasi test del SIMTI, lostesso provvederà a comunicare inmodo riservato al donatore il risul-tato dei test.E’ bene ricordare infine che per ri-durre ulteriormente le probabilitàdi contrarre una di queste malattietramite una trasfusione è impor-tante l’atteggiamento e la co-scienza del donatore. Poichè i test di laboratorio nonsono sempre in grado di identifi-care i soggetti con infezioni re-centi, è necessario escludere dalladonazione le persone che sonostate esposte a dei rischi. E’ fonda-mentale che il donatore rispondain modo accurato e veritiero alquestionario che gli verrà fornitoal momento della donazione e selo stesso ha solo il dubbio di potercreare un danno al paziente che ri-ceverà il suo sangue, deve aste-nersi dalla donazione.

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L’importanza di donare il sangueScuola Sanità4 &

L’Ass. “Le Selve” e l’Osp. Bambino Gesù raccolgono oltre 120 sacche

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Asilo ultimato in attesa di Collaudo

Tutto fermo in attesa delcollaudo finale. Questa èla notizia che arriva diret-

tamente dal nuovo asilo di SelvaNera. L’opera infatti risulta ormaiultimata da ben due mesi e si at-tende solo che il Comune diRoma si faccia vivo da questeparti per rilasciare la sua certifi-cazione di sicurezza.Abbiamo fatto un breve giro al-l’interno dell’edificio accompa-gnati dal capocantiere VincenzoCapoccitti, per verificare lostato di avanzamento dei lavori:il nostro occhio ha potuto cosìdocumentare che l’opera è com-pleta di tutti servizi compresiquelli idrosanitari e lo stesso Ca-

poccitti ci conferma che: “Siamoin attesa degli ispettori comunali.Li attendiamo da fine luglio.Ciera stato detto inizialmente cheentro settembre si sarebbe arri-vati alla conclusione di questastoria con il passaggio dell’edifi-cio in mano al consorzio Rea Sil-via che ha già edificato lepalazzine del circondario, primadi essere affidato al Comune. Daparte di quest’ultimo però il si-lenzio più totale. Credo che diffi-cilmente riusciremo a collaudarela struttura per la fine di questomese. Oltretutto – ci rivela Ca-poccitti – la nostra ditta di co-struzioni si trova nell’incresciosasituazione di dover pagare di

tasca propria un cu-stode per evitareimprovvisi atti van-dalici o eventualioccupazioni abusivedella struttura “.Tempi quindi chesembrano allungarsiper la lentezza dellenostre istituzioni:

l’asilo che dovrebbe ospitare alsuo interno ben 40 bambini rap-presenterebbe uno di quei servizistrategici da sempre assenti nelnostro territorio soprattutto nelsettore dell’ediliza scolastica.Non rimane quindi che augurarsiil rapido interessamento del Co-mune per sbrogliare la situazione.Ad ogni modo anche nelle previ-sioni più ottimistiche, difficil-mente si riuscirà ad inaugurarel’asilo prima dell’arrivo delnuovo anno.

A Selva Nera l’asilo nido attende la verifica dei tecnici comunali

di Davide LiberatoriQui di fianco:una ragazzanell’atto di do-nare il sangue.In basso, a sini-stra: due imma-gini dell’internodell’Asilo nidodi Via di SelvaNera.

Due immagini degliinterni dell’asilo nidodi Via di Selva Nera in attesa di collaudo da parte del Comune

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I rami cresciuti a dismisura all'altezza del ci-vico 760 della Via Boccea nel tratto distrada appena si supera via della Cellulosa,necessitano di una massiccia sfoltita visto ilsopraggiungere della cattiva stagione, perevitare che, al già congestionato traffico lo-cale, possa sommarsi un problema ulterioredi sgradevole natura.

PERICOLO RAMI SU VIA BOCCEA

La scuola non si fa... si riprogetta

Come risulterà sicura-mente ai più attentilettori, dal nostro ul-

timo articolo sulla Scuola Ele-mentare "fantasma" in viaAbacuc, tutto tace. Niente di ufficiale è uscito inquesti ultimi mesi che ci abbiadato qualche speranza.Come ricorderete siamo rima-sti fondamentalmente a boccaasciutta, nel senso che da chesembrava tutto pronto per farpartire i lavori, quindi supe-rato l'ostacolo della sovrinten-denza, ecc, ci siamo ritrovaticon un cantiere fermo ancorprima della cantierizzazionestessa. Il motivo "ufficiale" per cuiancora non si vedeva nessunastruttura era ed è tutt'ora che"la ditta appaltatrice non sipresentò al momento dellafirma definitiva" così disse ilPresidente del municipioRoma 19 Afredo Milioni.Ad oggi stiamo attendendo

con ansia nuove notizie sullaquestione. Di certo purtroppo non c’ènulla, dato che non siamo riu-sciti a reperire alcun tipo didocumento ufficiale.Si tratta di voci e noi ve le ri-portiamo così come tali. Visti i soldi stanziati(4.760.835,21 Euro di cui242.050,11 destinati agli onerialla sicurezza non sottoponi-bili a ribassi di alcun genere)con una nuova gara d'appalto

molto probabilmente non siriuscirà a rientrare nei costiprevisti per l’opera originaria,quindi la possibilità che si pre-senta è la seguente: non au-mentare i fondi destinati allascuola ma diminuire le auleche scenderebbero da 15 a 10.Verrebbe da pensare "oltre ildanno, anche la beffa". Già stiamo faticando non pocoper la realizzazione effettivadella scuola ora dobbiamoforse batterci anche con la

grandezza e quindi la capienzadella stessa. Tanto più che lecivili abitazioni sono aumen-tate e si presume pure le esi-genze scolastiche. Tuttavia,"meglio meno, che niente".Ma, come da codice deontolo-gico, non essendoci docu-menti ufficiali, non possiamoancora sbilanciarci del tutto,quindi per qualsiasi aggiorna-mento saremo lieti di poterlocomunicare al prossimo ap-puntamento.

di Sara De Santis

Questa è la nuovasituazione dellascuola elementaredi Via Abacuc.Come si vede dallafoto, non solo non cisono progressi ma la ghiaia, i ser-vizi chimici e i con-tainer, necessari alla cantierizzazione sono stati rimossi.

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6 Elettrosmog Ambiente&Nessuno vuole la nuova discaricaMunicipio, Comune, Provincia e Regione cercano soluzioni alternative

E’ notizia di questi giorniche la Colari di ManlioCerroni, proprietario di

Malagrotta, ha presentato unnuovo piano al Commissario deirifiuti Sottile per la realizzazionedi una discarica provvisoria aMonti dell’Ortaccio che resteràattiva per circa tre anni.Nonostante il piano non tengaconto delle prescrizioni dettatedal Ministro dell’Ambiente Clini,che aveva dato il via libera permassimo 18 mesi, il monopolistadei rifiuti Cerroni ribadisce cheuna scelta di questo tipo risultanecessara per: «consentire aRoma di dare piena attuazione alprogramma per la lavorazione in-dustriale dei rifiuti già previstonel Piano Regionale della giuntaPolverini nonché dal Patto perRoma».Il progetto prevede una serie diinfrastrutture ed interventi cheservirebbero a controllare l’inqui-namento: l’impermeabilizzazionedella vasca, la realizzazione di undiaframma plastico (polder), cheisolerà l’invaso dalla falda acqui-fera presente, un sistema di con-vogliamento e stoccaggio delpercolato, di raccolta e tratta-mento del biogas, di drenaggio econtrollo delle acque meteorichee una copertura finale.Ma è davvero necessaria unanuova discarica per raggiungerel’obiettivo del 55% di raccoltadifferenziata?No. Almeno secondo i cittadini ei comitati: «Questo obiettivo sa-rebbe raggiungibile anche entrola fine dell’ anno se Ama, Colarie Comune di Roma mettessero ingioco risorse economiche e vo-lontà». Da parte loro i comitatihanno messo in campo una nuovaproposta, la strategia “RifiutiZero” realizzabile anche a Roma,

così come già attuata in diversecittà del mondo, vedi San Franci-sco. Anche la Valle Galeria haaderito a questa strategia: è natoinfatti da pochi giorni il ComitatoRifiuti Zero Valle Galeria, conportavoce Stefano Vignaroli.Gli abitanti sono ormai stanchi earrabbiati e frequentemente scen-dono in strada organizzando cor-tei e manifestazioni per difendereil proprio territorio e la propria sa-lute.Martedì 4 settembre alle ore20.00 presso la chiesa di PonteGaleria, più di mille persone sisono presentate per la fiaccolatacontro la discarica di Montidell’Ortaccio. Ad appoggiare la protesta anche ipresidenti dei municipi XV eXVI, Paris e Bellini, che si sonoscagliati contro la scelta di un’area già fortemente inquinata eche ha già dato tanto alla città,sopportando per più di quarant’anni la discarica più grande d’Eu-ropa, quella di Malagrotta. Per non parlare degli impianti diproduzione di biogas, della raffi-neria e del forte traffico causato

dai centri commerciali di recenterealizzazione.Alla manifestazione ha fatto se-guito l’interessamento delle fi-gure politiche: Zingaretti,arrivato sul posto nel primo po-meriggio ha incontrato i comitatia Piana del Sole, il centro abitatopiù vicino alla nuova discarica. Il presidente di fronte ai cittadinisi è pronunciato dicendo:«Stiamo lavorando per arrivaread una decisione entro il 31 di-cembre, termine ultimo, ma po-tremo arrivarci anche prima».Sabato 8, invece è stata la volta diAlemanno, che è giunto presso lachiesa di Ponte Galeria per ascol-tare i cittadini e discutere insiemedel problema. Il Sindaco è sembrato essere d’ac-cordo con l’opinione pubblicatanto da promettere il proprio ap-poggio a nuove proposte , purchéutili e concordate: «starò vicinoai cittadini nel dire NO a Montidell’Ortaccio e manderò qui i vi-gili per accertare se effettiva-mente i lavori siano iniziati senzaautorizzazioni», questo il suomessaggio.

Dalle relazioni dei vigili urbani,dopo un’ispezione voluta dal mi-nisindaco Paris, risulterebbe chele opere di scavo e preparazionenon avessero le dovute autorizza-zioni.Lunedì 24 settembre presso il Mi-nistero dell’Ambiente si è tenutauna prima conferenza dei servizi,sul progetto che vede la scelta diMonti dell’Ortaccio come sito perla nuova discarica.Un sit-in di centinaia di cittadinisi è riunito sotto il ministero in viaCristoforo Colombo, per far sen-tire la propria protesta.Presente alla conferenza di nuovoil Presidente del XV Municipio diRoma, che ha riferito in diretta leultime news ai manifestanti: «Itecnici del municipio, del co-mune, della provincia e della re-gione, hanno dato parerenegativo. Così come parere nega-tivo è stato dato dall’Enav».L’Enav ha espresso parere nega-tivo poiché la discarica, per legge,deve essere distante dall’aero-porto di Fiumicino almeno 13 ki-lometri.La Provincia ha segnalato che

nell’area circostante, esistono sitisottoposti ad importanti proce-dure di bonifica come la discaricadi Malagrotta, la raffineria di Pan-tano del Grano ed il deposito dioli minerali Deco, per i qualil’Arpa Lazio, ha comunicato l’in-quinamento delle falde acquifere.Mentre il Comune di Roma ha ri-chiesto chiarimenti sul piano fi-nanziario dell’opera e sulleprevisioni dei valori di rilascionell’atmosfera.A pochi giorni dalla conferenza,uno dei cittadini che già nei giorniscorsi aveva deciso di incatenarsiall’ingresso di Malagrotta, è en-trato nella discarica di via del Ca-sale Lumbroso 390 e si èincatenato ad un cartellone pub-blicitario a 7 metri d’altezza,come forma di protesta, ed è statasubito notizia.L’ultima parola va dunque al Pre-fetto Sottile, commissario straor-dinario, che sembra peròintenzionato ad andare avanti perla sua strada, nonostante i parerinegativi ricevuti durante la confe-renza.La data fissata per la presenta-zione da parte di COLARI di ul-teriori chiarificazioni circa ilprogetto proposto, risaliva al 1Ottobre.Intanto su Monti dell’Ortacciovige lo stop ai lavori imposto dalMunicipio XV, che pochi giornifa ha messo in mora la “GioviSrl” ovvero la società che sta at-tuando i lavori di preparazionedella discarica, per le mancate au-torizzazioni di escavazione.

di Sandra AngeliciQui a fianco una ve-duta di Monti dell’Ortaccio.Quel piccolo bacinoidrico che si scorge nelmezzo non è unapozza d’acqua, ma acqua sorgiva.

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OCCHIO SULQUARTIERE

L’INDECENZA DI VIA LIDIA BIANCHI

La differenziata inizia da CasalottiSe c’è una lezione

che l’uomo mo-derno sta impa-

rando sulla sua pelle, èche la natura non può es-sere dominata, ma sol-tanto rispettata. La sostenibilità delmondo contemporaneo èprossima allo zero, ed èbene iniziare per tempo atrovare soluzioni ade-guate, che mirino gra-dualmente allariorganizzazione dei si-stemi e dei cicli produt-tivi, al risparmioenergetico ed alla ridu-zione delle emissioni digas serra tra cui l’ani-dride carbonica (C02).Un’iniziativa che mira alraggiungimento diquesti obiettivi èsenza dubbio quelladegli eco-compatta-tori.Il concetto della dif-ferenziazione/com-pattazione distribuitainfatti, permette di ri-durre drasticamentela filiera del ciclo direcupero dei mate-riali riciclabili. Gli scarti quindi, se-parati e compattati,possono essere con-feriti direttamentealle industrie di tra-sformazione, con unnotevole risparmio intermini di energia (-60% per tonnellata

PET), di emissione (-10.600kg C02 per ton-nellata PET) e di acquanecessaria al procedi-mento (-187.000 litri atonnella PET).Uno di questi eco-com-pattatori, il primo sul no-stro territorio (poiché neesistono già altri aRoma) è fornito dalla so-

cietà Garby e sarà posi-zionato nel parcheggiosuperiore dei supermer-cati PIM di Via Piedica-vallo.Ma come funziona que-sto eco-compattatore?In realtà il procedimentoè molto semplice, oltreche vantaggioso. Semplice perché basta

introdurre il contenitorevuoto nelle apposite boc-che presenti sul macchi-nario. Vantaggioso perché altermine dell’operazioneil macchinario rilasceràuno scontrino indicantela quantità di contenitoriinseriti e, grazie ad unaccordo con le varie atti-

vità commerciale sul ter-ritorio, in base al depo-sito, si avrà diritto a deglisconti o, per i clientiPIM, a dei punti.L’inaugurazione del-l’eco-compattatore si èsvolta sabato 6 Ottobrescorso.Molte le persone entu-siaste dell’iniziativa, che

finalmente premiachi la reciclata haintenzione di farlaveramente.Molte anche lepersone semplice-mente curiose, chehanno pazientatoquei 2 minuti ne-cessari alla spiega-zione siamo sicuricontribuiranno co-munque alloscopo.

Ia alto una dimostra-zione per l’utilizzodell’ecocompattatore.Qui a fianco la dimo-strazione del circolovirtuoso del prodottoriciclato rispetto alciclo tradizionale

Buche buche e ancora buche sempre piùesagerate ed in continuo aumento. L'esem-pio emblematico del disfacimento progres-sivo del sistema viario del nostro territorioè rappresentato da Via Lidia Bianchi a SelvaNera che, senza ombra di dubbio, vince ilprimo premio nella triste classifica dellestrade più martoriate ed abbandonate. Dallefoto raccolte dalla nostra redazione salta su-bito agli occhi la dimensione del problema:immensi crateri transennati da tempo im-memore e della profondità di oltre 20 cen-timetri ( 8 dei quali solo di acqua)ostacolano il normale passaggio di automo-bili, motorini e semplici passanti che, giuntisul posto, scoprono ignari di trovarsi in unpercorso fatto di brusche sterzate, gimcanemozzafiato e saliscendi.In più di un'occasione inoltre, a causa delledisastrate condizioni del manto stradale èstato necessario interrompere il regolaretransito della linea autobus 904, mezzo ditrasporto pubblico essenziale della zona pergli spostamenti da e nel quartiere.

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8 Urbanistica Viabilità&

Nuovo intervento urbanistico a Casal Selce, tanto cemento e nessuna opera per il quartiere C.Selce: compensazione in cambio di?

Su 88.677 mq solo 7.511 saranno ceduti a servizi, ma non è ancora stato specificato il loro impiego

L’Amministrazione Co-munale ha previsto,nelle sue strategie di in-

tervento all’interno del PRG, ap-provato con Delibera del C.C. n.18 del 12 febbraio 2008, la com-pensazione edificatoria tramitel’articolo 19 delle Norme Tecni-che Attuative (NTA). L’iniziativa riguarda la trasforma-zione di un’area sita nel territoriodel Municipio Roma 18, nellazona compresa tra via di CasalSelce ed il fosso del Rio Galeria,nel quadrante nord-ovest diRoma, all’esterno del GRA. Tale area ha una estensione terri-toriale complessiva di 88.677metri quadrati, ricadenti nel peri-metro soggetto a Pr.Int. (Piano In-tegrato), individuato dal PRGvigente.Si tratta di un’area inserita nelPr.Int. nella città della Trasforma-zione (art. 60 delle NTA delPRG), finalizzato:

Al soddisfacimento del fabbi-•sogno di insediamenti resi-denziali e/o produttivi;Al conseguimento degli•obiettivi di compensazione;All’attivazione del concorso•privato nel finanziamento diopere e servizi pubblici.

Da quanto si può verificare, con-sultando il progetto sopra esplici-tato, con relativa legenda dizonizzazione e tabella di distribu-zione dell’edificabilità, ci sembrache nessuno dei tre obiettivi, pre-visti dalle norme tecniche di at-tuazione del PRG, siano staticompletamente rispettati.Il fabbisogno di insediamenti re-sidenziali è stato ampiamentesoddisfatto dal vecchio Piano Par-ticolareggiato, che ha reso edifi-cabili tutte le aree all’interno del

nucleo consolidato degli insedia-menti abitativi del territorio diCasal Selce. Forse sarebbe stato giustificato uninsediamento produttivo, creandouno spazio per l’artigianato delterritorio, già proposto anche dalnostro Comitato. Un buon com-plesso artigianale sarebbe stato,forse, apprezzato di più dai citta-dini al posto di un nuovo com-plesso residenziale. Il secondo punto prevede obiettividi compensazione, ove siano statedestinate aree per servizi alla col-lettività. L’unico servizio, chedoveva sorgere su quell’area, sa-rebbe dovuto essere la costru-zione di un depuratore per laraccolta e la de-purazione delleacque nere delcollettore delRio Galeria.Il depuratorenon si è co-struito ed incambio quel-l’area è diven-tata edificabile. L’insediamentoartigianale nonsi è realizzato

ed in cambio quell’area è diven-tata edificabile.Il terzo punto previsto dallenorme tecniche attuative del PRGindica che un privato può ottenerel’edificabilità di un’area in cam-bio di un finanziamento di operee servizi pubblici.Ma nel progetto attuativo indicatoin calce all’articolo non si preve-dono opere o servizi da realizzaresull’area, bensì solo le aree desti-nate a servizi, che rappresentano,nel complesso, uno spazio irriso-rio rispetto ai metri quadrati de-stinati al privato. (Su 88.677 mq.Totali, solo 7.511 metri quadratisono ceduti a Roma Capitale).Inoltre, non è scritto da nessuna

parte, pubblicamente verificabile,quali servizi verranno realizzatisul territorio con il versamentodegli oneri concessori di urbaniz-zazione primaria e secondaria le-gati ai metri cubi che dovrannoessere realizzati dal privato inquestione.Un parco pubblico, una scuolamedia superiore, una piazza, uncentro anziani, una biblioteca,una strada di scorrimento velocealternativa all’attuale Casal Selce,un museo archeologico, un centrodi primo soccorso sanitario, uncentro sportivo polivalente, unapista ciclabile potrebbero esserealcune opere pubbliche da met-tere sulla bilancia degli oneri da

versare. Ma tutto ciò non stascritto da nessuna parte.Invitiamo l’architetto CAPRIOLI,Dirigente comunale responsabiledel procedimento, e la proprietà inquestione, a voler mettere nero subianco come, quando ed a chi ver-sare questi oneri per realizzareconcretamente qualcosa di utileper i cittadini del territorio.Se si potesse pubblicare la notiziache i cinque milioni (più o meno)di oneri versati per questa opera-zione sono serviti per realizzareun distaccamento di alcuni indi-rizzi di scuola media superioreper i ragazzi del quartiere, forsel’operazione compensazione, dicui abbiamo scritto oggi sul no-stro giornale, potrebbe avere unsenso ed essere accettata e capita,più di quanto non appaia dalleplanimetrie e zonizzazioni subase catastale. Se, invece, la Pubblica Ammini-strazione o la Proprietà, data lasuperficialità documentale, ci fa-cesse sapere che cosa è stato rea-lizzato di opera pubblica a favoredel nostro territorio o di altro li-mitrofo, saremmo lieti di darespazio alla notizia sul prossimonumero del nostro giornale diquartiere. Così le Norme Tecniche Attuativedel PRG avrebbero ragione di esi-stere.

di Alessandro Cardinali

Qui di fianco l’Allegato D1,indicante la zonizzazionedel comparto su base catastale e la destinazionedettagliata delle zone.Come si evince controllando le varie divisioni, le zone destinate a verde pubblico estrmamente esigue

In questa tabella èpossibile invececomprenderel’estensione dellearee di tutte le zonedel compartoindicate dall’Allegato D1della foto qui sopra.

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Iquartieri di Palmarola e Luc-china sono i territori interes-sati dal nuovo progetto di

urbanizzazione avviato dall’as-sessore all’urbanistica e dal di-partimento alla program-mazione e attuazione urbanistica. L’incipit che ha dato vita al sud-detto progetto risiede nelle magrerisorse economiche del Comunedi Roma.I metri quadrati concessi ai co-struttori, ben 75.000, sono ilfrutto di una compensazione edi-ficatoria concessa a fronte degliimpegni assunti verso il Comunecon il Progect Financing. In pa-role povere, il Comune non pos-siede le risorse economichenecessarie per realizzare impor-tanti infrastrutture (vedi metropo-litana), di conseguenza delega

tali opere a società private che incambio ricevono dei lotti di ter-reni edificabili, anche in derogaal piano regolatore generale.Inizialmente, questi metri qua-drati, erano stati destinati allezone di Tor Marancia e a TorCervara ma, in seguito a ferreelotte cittadine, sono stati asse-gnati nel nostro quadrante, in un’area destinata a verde pubblico eservizi, oltretutto interessata dareperti archeologici Etruschi.Viene spontaneo chiedersi a que-sto punto se l’amministrazioneadotti un criterio di logicità ebuon senso nei suoi provvedi-menti. Una gestione minimenteresponsabile non potrebbe mai ri-versare ad Ottavia l’equivalentedi oltre duemila abitanti ad unpasso dalla rotonda di via EsperiaSperani, il simbolo dell’incom-piutezza dei servizi promessi ai

cittadini. Dove si trovano le in-frastrutture che permetteranno atutti quei romani di recarsi a la-voro o accompagnare i figli ascuola? E’ ammissibile che inzone come Palmarola e Lucchinasi vadano a sostituire quellepoche aree rimaste di verde pub-

blico con una immensa colata dicemento? Il buon senso suggeirebbe di no.“Prima si realizzano i servizi, poisi costruiscono le case”, tuona lapubblica amministrazione, maquesta nuova volontà sarà maimantenuta?

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di Gabriele Cantarella

Parola d’ordine: costruire!

Collegamento S.Candida-Casal del Marmo

Dopo la pausa estiva, tor-niamo sul tema del col-legamento tra via di

Selva Candida (altezza via Cre-molino) e le uscite del GRA suvia Casal del Marmo, portandoforse qualche buona notizia.Infatti, il 05/07/2012 Roma Ca-pitale ha firmato la convenzioneper l’acquisizione, dalla società“Valleverde s.r.l.”, delle aree in-teressate dall’intervento, percomplessivi 17247 mq, garan-tendo come contropartita al ce-dente una cubatura residenzialee non residenziale.L’entrata dei terreni nel patri-monio dell'AmministrazioneCapitolina (anche se la custodiarimarrà per 5 anni alla vecchiaproprietà), rappresenta il passopreliminare per la realizzazionedella bretella di collegamento,prevista dal P.R.G. all’interno

del piano particolareggiato n. 12Casalotti\Mazzalupetto, ormaidal lontano 2006!Entrando nei dettagli dell’opera(da non confondere con la giàesistente rampa privata, diesclusivo uso ed agio dellastruttura alberghiera limitrofan.d.r.), il progetto prevede untornante per affrontare il fortependio del terreno e la realizza-

zione di una nuova rotatoria inprossimità del ponte del Gra,per consentire l’innesco su viaCasal del Marmo. Mentre nullaci è dato sapere sui tempi diinizo dei lavori.Purtroppo su quest'ultimo ver-sante invero, ad oggi è impossi-bile fare una previsione certa, inquanto la nuova arteria rientranell’alveo delle opere assegnate

in luogo degli oneri concessoriper il complesso residenziale exAlitalia su via di Selva Candida,in cui ricade ad esempio anchela “Via dei tralicci”.Tradotto, per poter vederel’apertura del cantiere dovremoattendere che l’azienda incari-cata dei lavori, decida di iniziarela fase conclusiva dei propriprogrammi, che vista l’attualecongiuntura del settore edilizio,non sembra di prossima venuta.Il tutto a riprova una volta dipiù, dell’inefficienza della“mano invisibile” tanto cara alcompianto Adam Smith, in temadi pubblico interesse.

di Alessio Carbonara

Ci pensa il TAR ad allontanare l’ ennesimo“inizio” dei lavori sulla via Boccea. In data 26 settembre 2012 il tribunale am-ministrativo della regione Lazio, disponela sospensione degli atti impugnati, in re-lazione al ricorso sull’assegnazione dei la-vori di allargamento della via Boccea alprossimo 7 novembre per la trattazione dimerito.In seguito alla gara d’appalto, aggiudicataalla PRIMA APPALTI S.R.L., ricordiamoche con l’approvazione del secondo de-creto per Roma Capitale, la CommissioneBicamerale, in data 29 marzo, sbloccavadalla blindatura del Patto di Stabilità ifondi destinati alla programmazione plu-riennale degli interventi nel territorio diRoma Capitale. Successivamente, un’altra società, la SOCEDIL MOTER S.R.L. ha presentato ri-corso sia contro la PRIMA APPALTIS.R.L. (società vincitrice dell’appalto) siacontro Roma Capitale. L’oggetto del ricorso, come riportato sulsito istituzionale del TAR del Lazio, vertenel “annullamento del provvedimento diaggiudicazione provvisoria e definitivaemesso da Roma Capitale per affidamentodella gara relativa ai lavori di allargamentodi Via Boccea, da via Mingazzini a via diSelva Candida, intervento codice C1.1-24risarcimento danni ex art. 120 c.p.a.”Con questa ordinanza, il TAR accogliequindi il ricorso n°4168 del 2012 presen-tato dalla SOC EDIL MOTER S.R.L.Continuiamo, quindi, nel tenere aggior-nato il cittadino dei fatti “recentemente”svoltesi.

VIA BOCCEA:IL TAR RINVIA AL 7 NOVEMBRELA TRATTAZIONE DI MERITO

Le aree sono state cedute: ora è urgente realizzare l’opera

Qui di fianco una veduta dellaVia Casal del Marmo.Sul lato sinistro si scorge lanuova strada a privato uso dell’albergo e una parte dei terreni dove dovrà sorgere ilnuovo collegamneto con ViaSelva Candida.

OCCHIO SULQUARTIERE

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10 TecnologicaMenteArte nuova e vecchi merletti

Compatte, bridge, mirror-less, reflex, cellulari e chipiù ne ha più ne metta.

Tra i settori tecnologici, quellodella fotografia sembra non cono-scere crisi. Certamente più che dievoluzione, sarà il caso di consi-derare i cambiamenti della cosìdetta “arte povera”. Su base con-cettuale una foto era ed è tutt’ora,la cattura di un’emozione unicaed irripetibile. Tuttavia nel pas-saggio dalla vecchia pellicola aldigitale, qualcosa in effetti è cam-biato. Il nuovo supporto elettro-nico “libera” dai costi,permettendo centinaia di scattispensierati. Di fatto questo scenario ha impo-verito la sacralità della foto intesacome necessità di dover fare, efarlo necessariamente bene. Se potessimo organizzare unamostra fotografica non dei grandimaestri, che sono rimasti tuttosommato fedeli a se stessi neltempo, ma di scatti ripresi dallagente, sarebbe subito evidente adun osservatore neanche tantoesperto, il cambio di soggetto.Negli anni passati, quando la fo-tografia divenne alla portata ditutti, le inquadrature erano com-poste di persone in posa, spessoimpacciate, ma sempre statiche,preoccupate solo di rappresentareal meglio se stesse, spesso conscedel fatto che un’altra foto sarebbegiunta solo dopo molto tempo.Quindi “la foto” rappresentavanon una testimonianza, ma so-vente, il ritratto del soggetto inse-

rito in un sottofondo significativoche era spesso il motivo della rap-presentazione stessa.Nelle foto attuali, e basti fare ungiro tra gli amici di Facebook, lametamorfosi si esplicita nella ne-cessità di mostrare l’unione,anche alle volte forzata, in gruppisorridenti di persone, abbracciatein un cerchio di facce o in atteg-giamenti possibilmente originali,ma quasi sempre bruciati dall’im-mancabile lampo di un flash.Nelle immagini in questione, nonè importante la forma né tanto-meno la tecnica (alla quale sonoormai delegati i programmi auto-matici delle compatte), piuttostodeve passare il messaggio. Tuttavia poter comunicare qual-cosa con una fotografia rappre-senta comunque un’evoluzioneespressiva. Quelle di un tempo,che tutto sommato avevano moltoin comune con l’arte pittorica ri-trattistica, lasciano il passo a fotoche non sono più composizioni,ma fotogrammi di un momentodinamico in divenire.

E’ questo forse il grande passofatto dalla fotografia moderna,certamente alle volte un po’ mor-bosa per il ripetersi ostinato dicerti soggetti, ma comunque li-bera e certamente di gran lungapiù espressiva. Quindi, specie con l’ausilio deinuovi cellulari, la foto diviene piùsimile allo scatto di un reporterche difficilmente si esprimerà informa artistica ma piuttosto avràquale finalità primaria quella dicomunicare le dinamiche di unevento.Senza voler togliere nulla ai ca-noni estetici espressivi della foto-grafia artistica, sembra comunqueevidente l’evoluzione quale ag-gregante sociale della fotografiacontemporanea. Curioso, sino quasi al paradosso,quanto in sostanza non vi sia statadi pari passo, un’evoluzione so-stanziale del settore a livello tec-nologico. In effetti è mutato ilsupporto (dalla pellicola al sen-sore), ma la struttura è rimasta lastessa fedele al principio della ca-

mera oscura. Anche sul frontedell’output, poco è cambiato. La stampa di una foto, pur se conindubbi miglioramenti, è rimastasimile a come era in origine. Mi-seri, come del resto lo sono anchequelli in campo cinematograficoe televisivo, sono i tentativi dispacciare per tridimensionale ciòche in effetti non lo è.Già in altra sede si è detto che il3D odierno altro non è che losfruttamento dello sfasamento traocchio destro e sinistro. Qualcosa si sta comunque muo-vendo. Sono ormai disponibili(anche se ancora a prezzi inacces-sibili per il grande pubblico),stampanti che realizzano, sca-vando in appositi materiali, la ri-produzione di veri oggetti datenere in mano ed osservare daogni angolazione. Sono possibilistampe anche di oggetti com-plessi con snodi meccanici perfet-

tamente funzionanti che quindinascono già assemblati.Di persona, presso il parco L’Ita-lia in miniatura (Rimini), si puògià sperimentare la realizzazionein tempo reale di una statuina dise stessi perfettamente rispon-dente, nei colori e nelle propor-zioni, alla ripresa del modelloeffettuata sul posto.E’ quindi inopinabile la conclu-sione che vede la fotografia tradi-zionale come un settoretecnologico di grande vitalità ma,contrariamente a quanto avvienein altri campi, carente di un’evo-luzione reale. Non se ne avranno a male i no-stalgici della vecchia pellicola peri quali il digitale non ha tuttosommato stravolto il loro mondoespressivo in favore di una con-creta idea geniale.

di Stefano Bastianelli

In alto: tre ragazzein cerca della posagiusta per autofotografarsi attraverso un moderno smartphone.Qui a fianco un fotografo di fine ‘800 con la sua attrezzatura.

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I R ION I D I ROMALa scelta del Grifo come stemma

del Parione non sembra essere ca-suale: una creatura mitologica

greca, simbolo di fierezza e nobiltà, perun rione che racchiude in sé strade,chiese e palazzi tra i più belli e cono-sciuti in tutto il mondo e che rappresental’antica regione del Circo Flaminio,dove si trovavano lo Stadio di Domi-ziano, il Teatro e la Curia di Pompeo. Un passato illustre ma allo stesso temporicco di storie popolari, leggende, tradi-zioni e curiose alterazioni toponomasti-che, a cominciare proprio dal termineParione, dal latino paries, che significa"muro" o "muraglione". Che si trattasse di un frammento della re-cinzione che separava due gradinate del-l’antico Stadio di Domiziano (dove oggitroviamo Piazza Navona) o fosse partedel leggendario e sfarzoso palazzo delprefetto romano Cromaziano, descrittonei Mirabilia Urbis Romae (anticheguide di viaggio per i pellegrini che si re-cavano nella città) come un altissimoedificio fatto di mosaici, cristalli e oro,è ancora da scoprire. Ciò che è certo è che doveva trattarsi diun muro davvero grande se in epoca me-dievale l’intera area cominciò ad esserechiamata dal popolo romano proprio"Parietone"! Dai divertenti soprannomi popolari nonsi salvò nemmeno la grande piazza aforma di nave, che deve in realtà la suaforma ovale e lunga all’arena del Circodi Domiziano, ma che ben presto di-venne per tutti la “navona”. Se all’origine del nome vi è probabil-mente la secolare tradizione degli antichiludi agonales (giochi agonali) che vi sisvolgevano in epoca romana, la singo-lare conformazione di questa platea ebbela meglio nella memoria collettiva e, dal-l’appellativo “agone” a “navone”, ilpasso fu breve.Questo è in fondo l’aspetto meravigliosodi Roma che nel Parione si riflette per-fettamente: l’essere sempre in perfettoequilibrio tra storia, cultura e autenticità. Tempo fa, curiosando tra libri e siti web,ho letto una frase che definiva Parione:“il piano nobile della città, con Campode' Fiori come anticamera, piazza Na-

vona salone delle feste e Pasquinosoprammobile inquietante,capace di parlare per se-coli”. Credo che l’ano-nimo autore abbiariassunto perfettamentele varie sfaccettature diquesto rione ed il fascinoche questa zona di Romariesce a trasmettere achiunque la viva, anche soloper qual-che ora.Anche seper moltiaspetti haperso lasua genui-nità, perl a s c i a r eche i nu-merosi tu-risti neammiras-sero le bel-l e z z eevidenti ,tante parti-colarità diq u e s t o“piano no-bile” ri-mangonoappannag-gio dei pochi chene conoscono lestorie e sanno sco-varle negli intreccidi strade intorno aCampo de’ Fiori e Piazza Navona capacidi celare bellezze inestimabili tutte dascoprire. La sua particolare conforma-zione (oggi snaturata dall’ottocentescaapertura di Corso Vittorio Emanuele chelo taglia nettamente in due fette) risalealla fine del 1300, quando Parione rap-presentava una delle zone più popolosedella città, caratterizzata dall'incantevolegroviglio di stradine e vicoletti che pre-sero il nome dalle attività degli artigianiche lo popolavano. Questo volto caoticotutto medievale si perse parzialmente nelsecolo successivo, con gli interventi ur-banistici di Papa Sisto IV della Rovere(1471-1484) e Alessandro VI Borgia(1492-1503) che dettero alla zona un

aspetto decisamente più ordinatoe rinascimentale. Ricor-

diamo innanzitutto la pa-vimentazione tardoquattrocentesca diCampo de’ Fiori che di-venne in breve tempoun fiorente centro eco-nomico e un’indispen-

sabile via di transito persovrani, cardinali e amba-

s c i a t o r iche si re-cavano invisita alpontefice.N e g l istessi annici furonoanche lac o s t r u -zione diP o n t eS i s t o( 1 4 7 5 ) ,che final-m e n t econgiunseP a r i o n econ Tra-stevere el’aperturadi nuoviassi viari

come Via del Pelle-grino (dalla tratto-ria che ospitavacoloro che vi sosta-vano prima di re-

carsi alla basilica), che agevolòulteriormente il collegamento con la zonadel Borgo e la Basilica di San Pietro. Questi cambiamenti influirono inevita-bilmente sullo sviluppo urbanistico suc-cessivo: in pochi anni, tra il XV e il XVIsecolo, il rione divenne uno snodo im-portantissimo con numerosi palazzi no-biliari (ricordiamo quello degli Orsini aPiazza Navona o il Palazzo Massimosorto sulle rovine dell'Odeon di Domi-ziano) e residenze di ambasciatori o car-dinali. Cominciarono anche a sorgere inquesta zona prestigiosi alberghi per lebrevi soste di personaggi di un certospessore, come l’Albergo del Sole in viadel Biscione, il più antico di Roma co-

struito nel 1462 e ancora esistente, o an-cora l’Albergo della Vacca, famosissimoperché di proprietà di Vannozza dei Cat-tanei, ricordata per essere stata l'amantepiù assidua del cardinale Rodrigo Bor-gia, futuro Papa Alessandro VI. Questeillustri frequentazioni portarono il Pa-rione ad una singolare evoluzione. Da un lato vi si insediarono moltissimemeretrici e artigiani che avevano capitoche la zona stava diventando il luogogiusto per venire incontro alle esigenzedi personaggi tanto potenti: giubbonari,cappellari, baullari, chiavari, sediari, ca-nestrari, orafi e argentieri cominciaronoad aprire botteghe e a popolare le stra-dine tra Piazza Navona e Campo dèFiori.Allo stesso tempo erano molti coloro chesceglievano di dedicarsi ad attività cul-turali (legate soprattutto alla scrittura eall’editoria), tanto che il rione assunseuna propria risonanza anche come centrodella vita intellettuale della città, dive-nendo il quartiere preferito da librai, edi-tori, scrittori. Un censimento eseguito nel 1526 ne re-gistrò addirittura ventiquattro! Questaparticolare e bellissima combinazione dinobiltà, cultura popolare e sapienza nondurò però a lungo e ben presto il fulcrodella vita culturale e della carta stampatasi spostò da Campo de’ Fiori a PiazzaNavona. Sotto il pontificato di Innocenzo X Pam-phili (1644-1655) si tentò inoltre di farassumere a quest’area un ruolo più ele-vato e più dignitoso, facendo smantel-lare il fiorente mercato che da quasi unsecolo vi si svolgeva ogni mercoledì e,con gli interventi di artisti come Bernini,Borromini e Cortona, cambiare decisa-mente volto alla piazza facendola diven-tare il più grande teatro all'aperto diRoma. Questo assetto urbanistico seicentescorimase sostanzialmente immutato finoall’ultimo scorcio dell’Ottocento,quando gli sventramenti urbanistici perla costruzione di Corso Vittorio Ema-nuele prima (1886) e Corso Rinasci-mento dopo (1938) fecero sparire alcunestrade e perdere unitarietà al Rione, oggiattraversato da due grandi rettifili che lodividono nettamente nelle due insulae diPiazza Navona e Campo de’ Fiori.

di Martina Casadio

In alto: lo stemma del rione Parione;Subito sotto: la mappa con i confini del Rione;

In basso a sinistra: vista dall’alto di Via di Parione;In basso a destra: vista di Via dei Cappellari.

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I Rioni di Roma

IL CONGRESSO DEGLI ARGUTIPASQUINO, MARFORIO E LEALTRE STATUE PARLANTI

Scegliere un itinerario per il Parionenon è cosa semplice... tra il “teatro” diPiazza Navona, i bellissimi palazzi ri-nascimentali e le importanti chiese ba-rocche preferisco raccontare una storiache nasce in questo rione e diventa unadelle leggende di Roma. Tutto ha inizio nel 1501 nel piccoloslargo che da via del Governo Vecchiosi apre all'angolo sud-ovest di PalazzoBraschi: durante i lavori di ristruttura-zione del quattrocentesco Palazzo Or-sini, commissionati a Bramantedall’illustre cardinale Oliviero Carafa,saltò fuori un gruppo scultoreo di età ro-mana. Si trattava di una copia da un ori-ginale greco del III secolo a.C.raffigurante, con tutta probabilità, Me-nelao che protegge il corpo di Patrocloferito a morte da Ettore durante laguerra di Troia. Il Cardinale decise dilasciare la statua lì dove era stata rinve-nuta, ricollocandola nella piazzetta pro-prio accanto al suo palazzo, ignaro chequesta sua scelta avrebbe in poco tempodato vita ad uno dei personaggi più ca-ratteristici della città. Il popolo ribattezzò la povera sculturamutila come “Pasquino”, cominciandoad affiggervi sul piedistallo fogli conte-nenti pungenti satire in versi, motti in-decenti o composizioni in prosa diretteai personaggi pubblici più importanti,come uomini di governo o gli stessipapi. Perché proprio Pasquino? Secondo alcuni sarebbe stato un perso-naggio del rione (forse un barbiere, unfabbro, un sarto o un calzolaio) cheamava farsi beffa del prossimo attra-verso la satira, secondo altri un maestrodi grammatica latina che insegnava inun ginnasio attiguo alla piazza, dive-nuto la prima vittima della ‘Statua Par-lante’ per mano dei suoi irrispettosiscolari. Qualunque sia la sua origine, quest’ abi-tudine a far parlare Pasquino cominciòa non dar pace alle autorità, tanto chealcuni papi pensarono di disfarsi dellastatua, come Sisto V (1585-1590), let-teralmente bersagliato da pasquinatecome questa riguardo la sua elezione:

«Dov'era il Santo Spirito, il dì che i cardi-nali elessero il pontefice?

Perdio, che fosse in estasi in quell'ore fa-tali che scelsero il carnefice?

Fu Nerone crudel maligno e tristo mamolto più di lui che fu papa Sisto»

Sembra che anche Clemente VIII Aldo-brandini (1592-1605) volesse distrug-gere la scomoda statua e gettarla nelTevere ma fu dissuaso dal poeta Tor-quato Tasso “percioccè dalle polveri,nella ripa del fiume, nasceriano infiniterane che gracchieranno notte e dì”(Manso, Vita del Tasso).Del resto le pene per i colpevoli di "pa-

squinate" erano salatissime arrivandoaddirittura alla pena capitale. Molte diesse sono arrivate fino a noi e divenutecelebri. Vogliamo qui ricordarne alcunetra le più divertenti, come la famosafrase contro Papa Urbano VIII Barbe-rini (1623-1644) che faceva riferimentoal prelievo di bronzo dal Colosseo o dalPantheon per la costruzione del monu-mentale baldacchino di San Pietro diBernini:

« Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini»

(Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini)

In molti considerano l’ultimo vero Pa-squino il poeta Gioacchino Belli che,secondo la tradizione, non contento dirimanere nell’anonimato, decise di co-minciare a pubblicare i versi sottoforma di poesie bloccando così la “di-nastia” dei Pasquino. Il fatto è sicuramente romanzato ma larealtà dei fatti è che dalla pubblicazionedelle poesie del Belli, i foglietti ai piedidella statua si videro molto più rara-mente. Una delle pasquinate più recentidegne di nota è senza dubbio quellascritta in occasione della celebre visitadi Adolf Hitler a Roma nel 1938,quando la città fu messa a soqquadro eriempita per settimane di allestimentiscenografici:

« Povera Roma mia de travertinote sei vestita tutta de cartone

pe' fatte rimira' da 'n imbianchino! »

Il vezzo di affiggere acute sentenze,freddure o composizioni di vario tipo sustatue divenne presto un’abitudine tuttaromana e ben presto si formò, in giroper la città, una sorta di società di liberipensatori chiamata "Congresso degliArguti". Ne facevano parte, oltre a Pa-squino, Marforio, la colossale statua nelcortile dei Musei Capitolini (R. X Cam-pitelli) raffigurante l'Oceano, da molticonsiderata la "spalla" del Pasquino. Idue dialogavano spesso con celebribotta e risposta, come quello diretto aNapoleone Bonaparte per aver trasferitoin Francia molte opere d'arte trafugate

a Roma. Marforio domandava: « Pa-squino, è vero che li francesi sò tuttiladri? » e Pasquino rispondeva: « Tuttino, ma BonaParte! ».La Madama Lucrezia di Piazza SanMarco (R. IX Pigna) , unica donna delCongresso, è invece una raffigurazionedi Faustina, moglie dell'imperatore An-tonino Pio, in vesti di sacerdotessa ad-dossata a palazzo Venezia. Il soprannome deriva da Lucreziad'Alagno, la nobile napoletana amantedel re di Napoli Alfonso d'Aragona chegiunse a Roma e abitò nei pressi di doveoggi è situata la statua. Il Facchino, l’unica statua moderna(cinquecentesca), è in realtà una piccolafontana che raffigura un "acquarolo"nell'atto di versare acqua dalla sua bot-ticella. Facchino perché fino ai primidel ‘900 gli acquaroli andavano di portain porta a vendere l'acqua raccolta dallefontane pubbliche. Inizialmente muratasulla facciata del Palazzo De Carolis suVia del Corso (R. IX Pigna), venne spo-stata nel 1874 lungo l’ala del palazzoche si affaccia su via Lata. L’Abate Luigi all'interno del porticatodel Palazzo della Valle (R. VIII S. Eu-stachio), rappresenta un uomo in togada senatore. Il nome viene dal sagrestano della vi-cina Chiesa del Sudario, in virtù di unapresunta forte somiglianza. Infine il Babuino, il satiro che adornala fontana a vasca situata appunto invia del Babuino, davanti alla Chiesadi S. Attanasio dei Greci (R. IVCampo Marzio). Concludo lasciando la parola al solitoBelli, che per le statue parlanti com-pose nel 1832 un celebre sonetto, inti-tolato Una casata:

Cristoggesummaria, cc’antro accidente!Sete una gran famijja de bbruttoni.

E nnun méttete in pena ch’io cojjoni, perché pparleno tutti istessamente.

Dar grugno de tu’ padre a li meloni, cuelli mosini, nun ce curre ggnente:

e ar vedé mmamma tua, strilla la ggente: «Monaccallà, ssò ffatti li bbottoni?».

Tu, senza naso, pari er Babbuino:tu’ fratello è er ritratto de Marforio,

e cquell’antro è un po’ ppeggio de Pa-squino.

Tu e Mmadama Lugrezzia, a sti prodiggi, v’amanca de fà cchirico Grigorio,

pe mmette ar mucchio l’Abbate Luiggi.

CI VEDIAMO SOTTO LA STATUA!

La piazza di Campo de’ Fiori è unadelle più conosciute di Roma, perfettaper darsi un appuntamento, per “faredue passi in centro” o “andare a bereuna cosa” senza avere un programmastabilito. Un crocevia di amici, coppie,turisti, primi appuntamenti... delle volte

sembra si tratti davvero del punto per-fettamente equidistante da ogni zonadella città. La sua doppia anima si divide tra ilmercato popolare mattutino, quando perla piazza risuonano le urla dei venditoridi frutta e verdura, e le serate popolateda turisti e ragazzi seduti sugli scalinidella statua di Giordano Bruno. Diverse facce di un luogo che sembradavvero non fermarsi mai e che, comemoltissime altre zone di Roma, ci abituaa viverlo e ad amarlo senza poi cono-scerlo realmente.Ammetto con un pò di vergogna di avertrascorso anch’io moltissimo tempoinquesta piazza e nei suoi dintorni sa-pendo poco o nulla della sua storia. Sta-tua di Giordano Bruno a parte,immagino che come me molti di voi

condividano questo mea culpa e legge-ranno con piacere le prossime righe.Iniziamo da lontano, precisamente dal29 settembre del 55 a.C. in una Romain fervore per i grandi festeggiamentidel secondo anno di consolato di Pom-peo ”il grande”, uno dei personaggi piùpotenti e acclamati del momento. Per la speciale occasione il console de-cise di regalare al popolo romano ilprimo teatro in muratura della città.Oltre ad essere un’opera davvero impo-nente (le gradinate potevano ospitarefino a 40.000 spettatori!) per la città sitrattava di un’innovazione straordinaria:la legge romana da oltre cent’anni vie-tava la costruzione di teatri in muratura,per mantenere il carattere religioso cheil teatro possedeva dalla tradizionegreca. I teatri provvisori in legno veni-vano infatti eretti solo in prossimità diluoghi di culto.L’astuto Pompeo era riuscito ad aggi-rare la legge costruendo un tempio, de-dicato a Venere Vincitrice, le cui scaledi accesso, a forma di cavea, altro nonerano che le gradinate del futuro teatro:la dichiarata funzione sacra dell’edificiolo rendeva perfettamente legittimo. Di questo enorme complesso, che occu-pava uno spazio grandissimo compresotra Largo Argentina e Campo de’ Fiori,

PASSEGGIANDO PER IL RIONE PARIONE

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I Rioni di Roma

esistono numerose tracce archeologi-che. Il famoso Tempio di Venere si af-facciava proprio sulla nostra piazza eancora oggi sono visibili i resti di partedel podio nelle cantine del Palazzo PioRighetti (ex Palazzo Orsini), l’alto edi-ficio che si affianca all’odierno CinemaFarnese, costruito proprio sulle fonda-zioni del tempio. Della cavea del teatro si conserva laforma della curva interna osservando ilsemicerchio descritto dai profili dellecase tra Piazza dei Satiri e Via di Grot-tapinta. Una piccola curiosità: la deno-minazione “Grotta Pinta” alludeprobabilmente ai resti sotterranei degliambienti pompeiani trovati nella zona.Tornando alla piazza, l’insolito nome“Campo dei Fiori” è stato interpretatoin diversi modi: la tradizione popolarelo vuole legato a Flora, donna amata daPompeo, ma probabilmente la piazzavenne chiamata così verso la fine del'300 quando, in seguito all'abbandonodell’area, in questo punto si trovavanosolo prati ed orti coltivati. Solo nel 1456 Papa Callisto III (1455-58) fece pavimentare il “campo” nel-l'ambito di un progetto di più ampiorespiro dell'intero rione, grazie al qualefurono costruiti molti edifici importanti(come il Palazzo Orsini).Al di là di questo rinnovamento, checertamente garantì un notevole benes-sere alla zona (divenuta sede del mer-cato di cavalli che si svolgeva due voltela settimana e centro di numerose atti-vità commerciali e culturali) l'avveni-mento più importante della storia diCampo de' Fiori e che tutti ricordano èsenza dubbio la morte di GiordanoBruno, il filosofo domenicano arso vivoproprio in questa piazza il 17 febbraiodel 1600 perché accusato di eresia dal-l’Inquisizione della Chiesa Romana.Per fare una sorta di “Bignami” della vi-cenda, l'imputazione mossagli fu di averdubitato della trinità, della divinità diCristo e della transustanziazione, divoler sostituire alle religioni una “reli-gione della ragione” unica e universalee di affermare che il mondo é eterno eche vi sono infiniti mondi.Il 19 febbraio 1600, passeggiando perle vie di Roma si poteva leggere il se-guente avviso:

"Giovedì mattina in Campo di Fiore fu ab-brugiato vivo quello scelerato frate dome-nichino da Nola, di che si scrisse con le

passate: eretico obstinatissimo, ed avendodi suo capriccio formati diversi dogmi con-tro la nostra fede, ed in particolare controla SS. Vergine ed i Santi, volse obstinata-mente morire in quelli lo scelerato; e dicevache moriva martire e volentieri, e che se nesarebbe la sua anima ascesa con quel fumoin paradiso. Ma ora Egli se ne avede se di-ceva la verità."

Il dibattito scatenato intorno ad una fi-gura così importante per la cultura ita-liana è durato secoli coinvolgendocuriosamente anche il suo monumentocommemorativo, la statua bronzea rea-lizzata da Ettore Ferrari e collocatanella piazza nel 1889.Una prima statua fu eretta durante laRepubblica Romana del 1849 ma di-strutta subito dopo per volere di papaPio IX (1846-1878), l’ultimo sovranodello Stato Pontificio.Protagonista del tesissimo clima di forteattrito fra la Chiesa e lo Stato italianodopo l’Unità d’Italia, la “questionedella statua” andò avanti per alcunianni: nel 1885 fu formato un comitatoper la costruzione del monumento a cuiaderirono le maggiori personalità del-l’epoca, come Victor Hugo, Michail Ba-kunin, George Ibsen, Giovanni Bovio,mentre nel 1888 alcuni studenti univer-sitari romani organizzarono numerosemanifestazioni che sfociarono anche inscontri con arresti e feriti. Il monumento che oggi vediamo domi-nare Campo de’ Fiori fu realizzato nel1888 e collocato nella piazza il 9 giungo1889, giorno di Pentecoste, con la par-tecipazione di un’immensa folla fe-stante. Inutile dire che divenne dasubito simbolo del libero pensiero e

della sfida all’autorità papale. Ai latidella statua troviamo anche otto meda-glioni che ricordano scene della vita delfilosofo e ritraggono eretici famosi,mentre a celebrare Bruno la scritta diGiovanni Bovio: "A Bruno il secolo dalui divinato, qui dove il rogo arse".

STRADE E MESTIERI TRA PARIONE E REGOLA

Una caratteristica curiosa che acco-muna Parione e Regola è la presenzadi moltissime vie che ricordano le cor-porazioni artigiane che si stanziaronoa Roma fin dall’epoca medievale. Vo-glio qui ricordarne alcune dai partico-lari divertenti.Via dei Balestrari: Da piazza Campode’ Fiori a piazza della Quercia. NelMedioevo in questa via posero stanzai fabbricanti e i venditori di Balestre.Già citata nel XV secolo come stradadi grande importanza, cessato l’usodelle balestre nella via presero stanzagli archibugieri senza però che essacambiasse il suo nome.Via dei Baullari: la via che da corsoVittorio Emanuele arriva a Campo de’Fiori fu allargata e rifatta nel 1517 dalcardinale Alessandro Farnese, futuroPaolo III per aver un miglior accessoalla sua residenza. Nel 1600 si chiamòanche via dei Valigiari. I Baullari an-darono man mano diminuendo fino ascomparire, sostituiti ben presto dagliOmbrellai che, anche a detta del Belli,non dovettero fare grandi affari.Via dei Giubbonari: Da piazza Campode’ Fiori a piazza Benedetto Cairoli èuna delle strade più caratteristiche diRoma. Dopo il Medioevo assunse ilnome che è arrivato fino a noi dai ven-ditori e fabbricanti di “gipponi” o cor-petti, ma nei secoli fu chiamata in varimodi. I più divertenti sono Via Pela-mantelli, perché vi si erano stabiliti gli‘stramazzatori’(cardatori di lane) oVia dei “cicaroli”, dai raccoglitori diciche che nel 1944 vendevano il ta-bacco raccolto a terra.Via dei Canestrari: Da Piazza Navonaa Corso Rinascimento, prende il nomedai fabbricanti e venditori di canestridi vimini, qui ancora oggi riuniti. Fuanche detta “Via della Chiavica degliSpagnoli” perché vi passava uno scoloche finiva in piazza Navona fiancheg-giando la chiesa di S. Giacomo degliSpagnoli.

Via dei Cappellari: Da piazza Campode’ Fiori a Via del Pellegrino è la viache divide Parione da Regola e prendenome dai fabbricanti di cappelli che viavevano dimora. Una curiosità: i cap-pellari (o berrettari) scelsero come loroprotettore S. Giacomo maggiore per-ché veniva raffigurato con un grandecappello sul capo. Recentemente riva-lutata e piena di botteghe artigiane egallerie d’arte, fino al secolo scorsoveniva descritta come “Strada già ri-marchevole ed amabilissima perl’oscurità, fango perpetuo, lordurasempiterna, casupole, casucce, sfa-sciumi, grotte ed altre simili piacevo-lezze che l’abitarvi è una benedizione,anzi un vero riposo seppure nel sepol-cro si trova la pace... antro, gola, ca-nale di latrina...”.Sotto l’Arco dei Cappellari una lapidericorda che qui nacque il poeta PietroTrapassi detto Metastasio.Via dei Cartari: Da via dei BanchiVecchi a Piazza della Chiesa Nuovaprende il nome dai numerosi venditoridi carta che qui avevano i loro fonda-chi, molti dei quali sono rimasti finoad oggi. I cartari si stabilirono nella via(al tempo solo un piccolo vicolo cheportava fino a Via di Monte Giordano)già dal 1300, quando la carta giunse aRoma da Fabriano.Via dei Chiavari: Tra Rione Parione eS. Eustachio prendono il nome dai fab-bricanti di serrature e chiavi che, dopoaver abbandonato la via Agonale si sta-bilirono in questa zona.Largo del Pallaro: tra via dei Chiavarie via di Grottapinta prende il nome dal-l’antenato dei moderni bookmakers. Ilpallaro era colui che raccoglieva lepuntate per una lotteria che si tenevanella sua casa o in qualche bottega.Dalle novanta palle, se ne estraevanocinque in un giorno fissato propriocome si fa oggi per il Lotto. Quest’at-tività fu proibita nel 1780.Vorrei concludere questa divertenterassegna con un’altra strada, Via delPellegrino, così chiamata per il grannumero di pellegrini che la percorre-vano per raggiungere la basilica di SanPietro. Questa via, che divide an-ch’essa Parione da Regola, fu prima laVia Florea, poi Via degli Orefici (chequi si erano stabiliti) ed infine Via deiMerciai, per il gran numero di botteghedi calzettari e berrettari. Ancora oggi, tra negozietti ricercati,piccole gallerie e ristorantini, si respiral’aria delle vecchi botteghe e degli ar-tigiani che lavoravano in strada.

Nella pagina a fianco, in alto a sinistra: Achille Pinelli, Chiesa de l la Na-t iv i tà d i Gesù e Statua di Pasquino, 1835. A destra: il Monumen to a Giordano Brunoin Piazza Campo de’ Fiori.

In questa pagina, in alto a sinistra: dise-gno ricostruttivo del Teatr o di Pompeo c onTempio d i Vener e v inci t ri c e, 1915.

In basso a destra: edifici con facciata con-cava in Via di Grottapinta (ex Teatro diPompeo)

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I Rioni di Roma

LA CHIESA INVISIBILE

L’antichissima basilica di San Lorenzo in Damaso,fondata nel IV secolo, è uno di quei tesori nascosti diRoma che, pur essendo sotto gli occhi di tutti, spesso sfuggono anche ai migliori conoscitori della città. Si trova infatti “impacchettata” tra le mura del bellis-simo Palazzo dell Cancelleria che, tra Corso VittorioEmanuele e Campo de’ Fiori, ancora oggi accoglie itribunali della Santa Sede: la Rota Romana e la Se-gnatura Apostolica.Nel 1483, quando il cardinale Raffaele Riario vennenominato titolare della chiesa di S. Lorenzo in Da-maso, decise di intraprendere radicali lavori di rinno-vamento del palazzo e della chiesa. Nel progettare ilpalazzo, si dovette tener conto della chiesa di S. Lo-renzo, che venne inglobata nella costruzione. Ne uscì fuori uno tra i più eleganti palazzi romani delprimo Rinascimento, forse quello che risente mag-giormente dell' influenza dei palazzi fiorentini realiz-zati alcuni decenni prima. L’edificio occupa un interoisolato avendo sulla sinistra, attorno al cortile, le saledel palazzo, e sulla destra la chiesa, a tre navate, con

una sorta di atrio antistante. Dall'enorme facciata ditravertino che si apre sulla piazza della Cancelleria siaccede ad un bellissimo cortile rettangolare, autenticoesempio di equilibrio e armonia, scandito da 44 co-lonne in granito che provengono proprio dall' anticachiesa di S. Lorenzo in Damaso. La chiesa, inte -gralmente ricostruita e leggermente spostata in occa-sione della co struzione del gigantesco palazzo, vennericcamente ornata con affreschi, opere scultoree e no-tevoli monumenti funebri di grande valore. Oltre a non avere una facciata, un’altra particolaritàdi questo tesoro nascosto è l’avere le finestre solo latosinistro che si affaccia sul cortile interno.

IL “TEATRINO PENSILE” DI SISTO V

La stretta e sinuosa via di Parione, che da Via del Go-verno Vecchio si dirige verso Santa Maria della Pace,è tutta un susseguirsi di bellissimi edifici cinque e sei-centeschi. Al numero 7 troviamo il cosiddetto Palaz-zetto di Sisto V, non residenza del famoso papamarchigiano (abituato dopo la salita al soglio pontifi-cio a ben altre dimore!), ma acquistato nel 1589 comedono per le nozze della nipote Flavia Peretti con ilduca Virgilio Orsini. Questo piccolo edificio nascostonel rione è un autentico gioiellino che conserva dellevere e proprie delizie, un unicum nel tardo Rinasci-mento romano per lo stato di conservazione del suoapparato decorativo. Nessuna facciata sontuosa o in-terni sfavillanti, ma pochi piccoli vani decorati da al-cuni degli artisti più in voga nella Roma di finecinquecento: Federico Zuccari, il Cavalier d’Arpinoe Paul Brill. Tra i vari ambienti, tutti splendidamente

ornati, spicca senza dubbio il piccolo cortile, da moltidefinito “Teatrino pensile” per il suo effetto scenogra-fico ma anche perché probabilmente fu adibito a pic-cole rappresentazioni o concerti da camera. Ciò che colpisce è l’assoluta sobrietà e raffinatezza

delle decorazioni che integrano perfettamente gli af-freschi con gli stucchi di cornici e volute. Questi ul-timi presentano curiose figurine femminili con tre seniad ornare il cornicionne, vivaci paesaggi del fiam-mingo che ci invitano a guardare la festosa danza diputti nel fascione superiore. Un gusto per la fantasiae per il bizzarro che negli stessi anni troveremo nellesplendide ville di Tivoli, Frascati e Bomarzo.

BERNINI CONTRO BORROMINI?

Il Barocco romano spesso viene letto attraverso la"sfida" tra i due massimi architetti del seicento: GianLorenzo Bernini e Francesco Borromini. Vero uomo di corte e di fama internazionale, con unapersonalità brillante e fantasiosa, Bernini spesso of-fuscò l’introverso e irrequieto Borromini, artista ori-ginalissimo e innovatore che non fu maiadeguatamente compreso e apprezzato dai suoi con-temporanei. La rivalità tra i due architetti fu sempreamplificata da racconti e leggende. La più divertente riguarda Piazza Navona, in cui tro-viamo una delle opere più famose di Bernini, la Fon-tana dei Fiumi di fronte alla chiesa di S. Agnese inAgone di Borromini. Vuole la tradizione che Berniniavesse disegnato due delle figure allegoriche dellafontata per burlarsi del rivale: il Rio della Plata,avrebbe la mano sollevata come per proteggersi dal-l'imminente caduta dell'edificio mentre il Nilo nascon-derebbe la testa sotto un velo per non vedere"l'orrenda opera" di Borromini. In realtà il capo velatoè un riferimento allegorico al fatto che a quei tempi

le origini del Nilo erano ancora sconosciute (furonoscoperte solo nel XIX secolo). Dal versante opposto, alla base del campanile destrodella chiesa, la mano al petto della piccola statua di

Sant'Agnese (dai romani chiamata ‘sora Agnesina’)veniva interpretata dal popolo come un gesto di rassi-curazione sulla stabilità della chiesa. Ovviamente si tratta solo di una leggenda perché lachiesa fu terminata qualche anno dopo la fontanastessa, quando le statue erano già al loro posto datempo e Bernini, per quanto critico, non avrebbe piùpotuto alterarne la forma.

LA LEGGENDA DI SANT’AGNESE

Vuole la tradizione che la bella chiesa di sant’Agnesein Agone sia sorta sul luogo la santa, una giovane cri-stiana vissuta attorno all'anno 300, subì il martirio perla sua fede religiosa venendo condotta in un bordellosituato nei sotterranei dello stadio di Domiziano, perpoi essere legata ed esposta nuda agli astanti. Ma isuoi lunghi capelli prodigiosamente si sciolsero e necoprirono le nudità, preservandone l'onore. Coloroche osarono toccarla furono colpiti da un'improvvisacecità. Persino la catasta di legna su cui fu legata peressere arsa non volle saperne di prendere fuoco. Infineun soldato estrasse la spada e uccise la giovane.

LA FONTANA CHE DIVIDE

Una divertente superstizione, di origine probabil-mente intellettuale (tant’è che molti locali non la co-noscono, mentre i turisti, specilmente anglosassoni diuna certa cultura si), aleggia intorno alla bella Fon-tana dei quattro Fiumi di Piazza Navona.Un sortilegio ormai famoso, ma che non tutti cono-scono, fu fatto sulla famosa opera di Bernini. Infattichiunque faccia il giro della fontana camminandoverso destra (in senso antiorario) insieme al propriocompagno, fidanzato, marito o amante che sia, lo per-derà inesorabilmente entro 6 giorni. Si dice infatti che:

"Ha sciolto più unioni felici la fontana di Piazza Navona, che un tribunale di Reno"

Due particolari rendono ancora più interessante la sto-ria: il primo è che il sortilegio non funziona in sensoinverso, e che se ci fermassimo ad osservare la fon-tana per un pò noteremmo che in genere nessuno, trai milioni di visitatori della piazza, fa il giro della fon-tana in senso orario non pericoloso. Quasi tutti, inconsapevolmente e istintivamente...scelgono la direzione peggiore!

In alto a sinistra: il Palazzo della Cancelleria.Al centro in alto: Cortile interno del Palazzetto d i Sis to V in Via di Parione.Al centro in basso: un particolare della Fontana dei Quat tr o Fiumi e S .Agnese in Agone a Piazza Navona.In alto a destra: vista dall’alto di Piazza Navola

LE CURIOSITA’ DEL RIONE PARIONE

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16 Eventi Cultura&Tre son le cose che piacciono a meQuadri, Poesia e Jazz al Parco della Cellulosa. Una giornata all’insegna dell’arte

Avolte anche uno spaziosoripostiglio si può trasfor-mare per una giornata in

un salotto. È quanto è successo loscorso 16 settembre al locale delCasaletto presso il Parco dellaCellulosa, dove l’AssociazioneCulturale Le Muse in collabora-zione con l’Associazione ArcaONLUS ha allestito un’esposi-zione di quadri, creando un acco-gliente allegro e variopinto luogod’incontro per gli abitanti delquartiere.“Tre sono le cose che piacciono ame” recita una vecchia canzone,e tre è il numero degli elementiche hanno caratterizzato l’espo-sizione: pittura, poesia, musica. Cinque pittrici del quartierehanno esposto i quadri realizzatinegli ultimi anni, mettendo inluce con 25 opere la varietà delletematiche trattate attraverso telae pennello e le diverse tecniche direalizzazione: caldi e avvolgentii colori rosso-violacei delledonne ritratte da Ornella Anto-nelli, colte nella loro essenza dimadri; limpido e vitale l’azzurrodelle acque e il verde della naturautilizzati nelle tele di Clara

Ciampanella, che da sempre pre-dilige mari e sorgenti come pro-tagonisti dei suoi quadri. Clara DiCurzio, con l’intimo ritratto diuna giovane fanciulla pensierosae quello della Maddalena peni-tente, entrambi di piccole dimen-sioni, ha voluto portare lospettatore a riflettere sul tema deldestino e della speranza. Diversoil percorso interiore di PatriziaRaspanti che, spinta da un biso-gno di ricerca verso tutto ciò cheriguarda l’uomo, ha scelto di esi-bire un originale volto di Chiarad’Assisi accanto ad un brullo eviolaceo paesaggio tibetano, ilLadakh, una delle regioni più in-tatte del mondo, rimasta ancoracosì selvaggia e naturale; unposto che difficilmente si può tro-vare ancora da qualche parte nelmondo e per questo così carico dispiritualità. Astratti policromaticie materici, infine, i quadri di Ma-risa Falcinelli, che con la tela“Prove di volo” ha scelto di rap-presentare la leggerezza del piùnobile sentimento, l’amore.I sentimenti e le meditazioniespressi nei quadri si sono mate-rializzati anche attraverso sensa-zioni auditive; infatti questo giàricco percorso espositivo è statovalorizzato dalla lettura di versi epoesie di autori che hanno inda-gato, in diverse epoche storiche ein varie sfumature, gli stessi temi.L’evento ha avuto avvio con lalettura dei versi E’ culure de’ ppa-role di Eduardo De Filippo, spa-ziando poi da Pablo Neruda aGabriele D’Annunzio, da AldaMerini a Erri de Luca, passandoper Eugenio Montale e GarciaLorca; le liriche interpretate daMaria Chiara Mattiacci hannovoluto essere un piacevole e in-trigante accompagnamento alla

visione delle opere.Infine, terza e ultima espressioneartistica, la Arca Onlus Jazz Bandha intrattenuto e movimentatol’evento con musiche degli Anni’30, interpretate dalla cantanteLucia Mita, contribuendo acreare un clima festoso ma allostesso tempo soft e accogliente;sullo sfondo del palco il ritrattodi Louis Armostrong di PatriziaRaspanti faceva da contraltarealle note del pianoforte (M° AldoPaldino, Presidente dell’Ass.Arca), della chitarra (GiuseppeDaleffe) e del contrabbasso di

Giancarlo Mattiacci, Presidentedell’Ass. le Muse e ideatoredell’evento.Un ringraziamento particolare èrivolto a tutti coloro che, mossidalla curiosità e dalla volontà dicamminare insieme, hanno parte-cipato all’iniziativa, e al CentroSportivo ASD Edoardo Anto-nelli, che ha contribuito alla suarealizzazione.

di Giancarlo Mattiacci

Nuovi lavori al sito ar-cheologico scopertolungo via di Mala-

grotta e che vi avevamo segna-lato in un articolo dello scorsofebbraio. Ieri infatti, è stata registratauna ripresa degli scavi lasciatiinterrotti per ben più di unanno e che, per tutto il periodoinvernale, sono rimasti allamercé dei continui cambia-menti climatici. A suffragio di ciò basta rispol-verare le foto di qualche mesefa nelle quali è immortalatal'innovativa "tecnica di conser-vazione di reperti archeologicimediante soluzione acquosa".Ironia a parte, ad una prima oc-chiata l'acqua, complice anchele torride giornate estive, è ingran parte evaporata, e l'area discavo è aumentata lasciandovisibili tracce di un'intensa at-tività consumatasi nelle ultime48 ore.

Una zona, quella interessa dailavori, ricca di opere del pas-sato nascoste dal sottosuolotanto che secondo vox populi,sembra che i reperti archeolo-gici riemersi riguardino l'an-tica via Aurelia: tracciata nelIII sec. a.C, questa collegavainizialmente l'Urbe con Cerve-teri, successivamente venne

prolungata fino a Pisa e sottoGiulio Cesare, nel 56 a. C.,fatta arrivare fino a Luni, in Li-guria. Un importante pezzo di Storiasotto casa nostra.

Casal Selce: riprendono gli scavi archeologici

Qui a fianco uno dei paesaggidipinti da Clara CiampanellaIn basso un ritratto eseguito

da Patrizia Raspanti

Qui sotto un’immagine degliscavi che proseguono sul sito.L’area dell’intervento è stata

ampliata a causa di nuovi ritrovamenti

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17

OCCHIO SULQUARTIERE

Le famiglie nel complesso del civico 923,non possono accedere alle fermate degli au-tobus, poichè la strada per raggiungerle èconsistente e sprovvista di marciapiedi. La pericolosità è evidente (si tratterebbe dicamminare proprio sulla strada), soprattuttoper tutti quei ragazzi che devono andare ascuola e gli anziani che hanno nei mezzipubblici l’unico mezzo di spostamento.

MARCIAPIEDI: QUESTI SCONOSCIUTI

Festa Patronale a S. Candida

Tre giorni di grande festa aSelva Candida! L'eventosvoltosi nell'ultimo week

end e conclusosi domenica 9settembre, ha trasformato PiazzaSabbioneta e via limitrofe in unagrande area pedonale ed ha ri-scosso il gradimento dei citta-dini vista l'alta affluenza digiovani e non, in tutte e tre le se-

rate.Tra stand gastronomici, giostre,bancarelle fornite delle piùstrane leccornie, esibizioni digruppi artistici e culturali dellazona e celebrazioni eucaristichecon tanto di processione e bandapopolare, sono state le serate diSabato 8 e di Domenica 9 set-tembre quelle che hanno atti-rato maggiormente l'attenzionedella popolazione vista la pre-senza di due ospiti d'eccezione:Martufello ed Annalisa Mi-netti.Il primo, ha regalato agli spet-tatori una notte di sorrisi conla sua intramontabile comicitàmentre la seconda, fresca vin-citrice di medaglia di bronzoalle paralimpiadi ha ricordato atutti di non essere soltantoun'atleta caparbia ma ancheuna cantante dotata di una voceimportante. La festa si è con-clusa con uno spettacolo piro-tecnico e una grandespaghettata aglio e olio offertaai cittadini dalla parrocchia.

di Andrea Cangialosi

Il primo fine settimana alrientro dalle ferie, per chi haavuto la fortuna di permet-

tersele, ha visto lo svolgersidell’ evento “ Tutti alla Cor-rida”, presso il Bar San Giu-seppe di Via Riserva Grande. Acondurre la serata, le professio-nali Only Two che, insieme ai12 aspiranti artisti susseguitisisul palco, hanno intrattenuto laplatea. Come nelle più classicheCorride all’ italiana, i concor-renti si sono cimentati nellespecialità più disparate, dalle

classiche quali canto, recita-zione e ballo, fino all’ originaledanza del ventre.Ad aggiudicarsi i premi messiin palio dall’ organizzazione edagli sponsor, sono stati:Miglior talento: Daniele (canto,comicità e imitazione);Premio Simpatia: LorenzoMassucci (chitarra romana);Originalità: Camilla Antonaroli(danza del ventre).L'ottimo riscontro di pubblico,oltre 160 persone, ha di certopremiato l'iniziativa che ci au-guriamo possa riproporsiquanto prima.

di Fabio Allegrini

Tutti alla Corrida

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18 Sport LocaleI campioni europei del fitnessAncora grandissimi suc-

cessi per gli atleti dellapalestra Extragym di Pal-

marola. A giugno la vittoria aiCampionati laziali, per poi prose-guire con il successo straordinarioottenuto il 17 giugno scorso aiCampionati italiani di Body Buil-ding e Fitness dove si è classificataal primo posto, conquistando il ti-tolo di Società campione d'Italiaper l'anno 2012. I suoi atleti sonostati davvero stra-ordinari, come di-mostrano ipiazzamenti rag-giunti: Laura An-gelini, 2°classificata cat.Fashion e 2° clas-sificata Miss Bi-kini; Katia IommiCampionessa ita-liana cat. Shape.Vincenzo Amo-roso 2° classifi-cato cat. Over 40, Campioneitaliano cat. Miglior Routine; Cri-stiano Bevacqua ha trionfato comeCampione italiano cat. -6 e Cam-pione italiano Assoluto. Una gioiaimmensa, ma era solo l'inizio.Appena una settimana dopo, il 23giugno a Taranto si sono svolti iCampionati Europei BBF e lì, ilsogno è diventato realtà! CristianoBevacqua ha portato a casa il 3°posto e Vincenzo Amoroso il 5°piazzamento, mentre Raul Panza-volta ha centrato in pieno l'obiet-

tivo diventando Campione europeoper la cat. Over 50!Non è facile per una palestra diquartiere raggiungere tali risultatiin un mondo difficile come quellodel Body Building e del fitness. Ar-rivare a gareggiare su quel palco èfrutto di mesi di allenamento, ali-mentazione controllata e tanti sa-crifici. I preparatori dellaExtragym Mauro Lucchini e Ro-berto Casavecchia, seguono l’alle-namento e la preparazione anche

psicologica, degliatleti, passo dopopasso. I preparatori sonoatleti professionisti,con esperienza di-retta nel campodelle competizionie quindi grado dicomprendere benele sensazioni de-scritte dall’atletadurante le gare.In palestra, riu-sciamo a parlarecon entrambi. In-

contriamo subito Mauro Lucchiniorgoglioso per i successi dei suoiatleti ed a lui chiediamo quale siail suo segreto per ottenere certi ri-sultati: “Il segreto c'è...ma nonposso certo svelarlo!” - scherza su-bito Mauro - “il merito vero è tuttodi questi ragazzi, sono loro chefanno i sacrifici più grandi”. A parte la modestia, sappiamo cheoltre alle indubbie doti di un atletaspesso è il preparatore ad avere unruolo davvero centrale e RobertoCasavecchia (tre volte campione

del mondo ndr) non può che esseredaccordo: “Un buon preparatoredeve essere soprattutto un buonmotivatore, saper stimolarel’atleta, cercando di dargli il giustospirito, il giusto slancio per dare ilmeglio in gara” - e ancora - “biso-gna innanzitutto individuare i giu-sti obiettivi e portare l'atleta aragiungerli passo dopo passo. Cia-scun atleta è unico, bisogna consi-derare la persona in tutti i suoiaspetti, conoscerla e strutturare unpercorso personale, che corri-sponda esattamente alle sue carat-teristiche. In palestra facciamoquesto lavoro con tutti i nostriiscritti. Indipendentemente dal

fatto che decidano di gareggiareoppure no. Se ci chiedono aiutoper raggiungere un obiettivo esono determinati nel conseguirlo,non ha alcuna importanza che lo sifaccia per una competizione o soloper pura soddisfazione personale.Aiutare e sostenere una persona araggiungere la forma fisica ed ilbenessere che desidera è per noimotivo di orgoglio ed enorme sod-disfazione”. Ma, tornando a parlaredi gare, chiediamo a Mauro qualisiano i prossimi impegni per i suoiatleti e notiamo un lampo negliocchi che tradisce una grande emo-zione; il motivo è presto svelato“Ad ottobre parteciperemo alle se-

lezioni per il Campionato delmondo che si svolgerà in Slovenia.Preparasi per un impegno così im-portante è faticoso ma è anche unagrandissima soddisfazione. Il no-stro atleta di punta, Cristiano Be-vacqua (anche lui istruttoreall'Extragym ndr) quest'anno havinto tutto dimostrando grinta edeterminazione. Noi saremo tutti lìa sostenerlo” Complimenti dun-que a questi fantastici atleti, ai loropreparatori ed a tutta la palestraExtragym.

di Alessandro Casale

Come ogni anno, terminate le va-canze estive, riapre la stagionesportiva. Gli stimoli sono tanti,soprattutto per i più piccoli, alleprese con i nuovi compagni e conl'ansia di conoscere il nuovo mi-ster, sperando di mantenere unposto nella sua formazione ideale.Anche per i più grandi comunquegli stimoli non mancano. C'è chiinizierà per la prima volta a gio-care su un campo regolamentare,chi inizierà un campionato agoni-stico, magari con un occhio allaclassifica, ma, in ogni caso, te-nendo sempre fisso l'obiettivo pri-mario che è quello di insegnare ilcalcio, la sportività ed il rispetto.

Anche la società è ansiosa di ini-ziare la nuova stagione- Durantel'estate infatti, vista la continuacrescita della scuola calcio, sonostate inserite in organico nuove fi-gure. Si avrà un coordinatore mo-

torio, il Prof. BARIC,un psicologa laDott.ssa PETRUCCI,un nuovo responsa-bile il sig. LASALVIA ed infineil nuovo direttore tecnico, MAU-RIZIO RAGGI, già idolo dellaReggina negli anni '80/90.Anche le divise e la stessa strut-tura hanno subito un considere-vole miglioramento nel corsodell'estate, a dimostrazione deibuoni propositi per la nuova sta-gione, che non resterà certamenteorfana di quelle emozioni chesolo il calcio sa offrire.Non resta che fare i migliori au-guri ad atleti, genitori e collabo-ratori per l'anno calcistico2012/2013

F.C. Casalotti: Riparte la stagione calcisticadi Franco Lotrionte

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angolo con via Poggio delle Corti 12

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Da domenica 9 settembre, è entrata in fun-zione una nuova linea autobus, la 027 festivae che permetterà un rapido collegamentotra le zone di Casalotti, La Storta e Boccea.Del servizio ne beneficeranno soprattuto icittadini della zona delle Cerquette Grandiche da anni necessitavano di un collega-mento di questi tipo.

NUOVA LINEA 027 FESTIVA

L’Asd Pegaso forma i campioni del futuro

Nella cortissima viaPiedecavallo, al ci-vico 40, c’è una strut-

tura sportiva, che nelpomeriggio si riempie di bam-bini e bambine, ragazzi e ra-gazze, accompagnate dairispettivi e pazienti genitori edin cui si iniziano “giovanileve” allo sport.Ginnastica artistica, danza, ediversi corsi di discipline spor-tive dove indirizzare i proprifigli, per ore di sano eserciziofisico. Per chi la pratica, dedicarsialla ginnastica può essere unmero sport o una sempliceforma di divertimento: questaperò, se gli allievi sono benindirizzati, ben preparati e se-guiti, può diventare un'oppor-tunità per qualcosa di piùimportante e regalare moltesoddisfazioni.Sono passati 23 anni daquando a Casalotti GiorgiaBellani intraprese con impe-

gno e passione il camminodella Ginnastica Artistica.L'amore per questo sport, unitialla perseveranza, costanza eprofessionalità dell'istruttrice edelle sue colleghe, hannoavuto il loro più che ricono-sciuto risultato: nel corso deglianni infatti, i corsi e la forma-zione delle ginnaste ha rag-giunto un livello agonisticoimportante.A comprova di ciò, negli ul-timi 4 anni, le ginnaste dell’Asd Pegaso, hanno ottenuto iltitolo di Campionesse Regio-nali e Nazionali in diversi enumerosi campionati, sia indi-viduali che di squadra.Anche quest’anno, nelle finaliRegionali e Nazionali svoltesia Rapallo il 1,2,3 giugno, leginnaste della Pegaso Asdhanno raggiunto il titolo diCampionesse Nazionali.

Inoltre, la partecipazione dipiccole ginnaste dai quattroanni in su, ha permesso allamedesima società sportiva diessere competitiva anche nelsettore promozionale.E’ una grande soddisfazione,nonché una gioia, sapere econstatare che la nostra peri-feria, possa essere una fucinadi talenti e che ci sia la possi-bilità per gli amanti di questo

sport di seguire le proprie in-clinazioni e di crescere e ma-turare in maniera sana .Nonostante le difficoltà ancheeconomiche, alle quali la gin-nastica artistica va incontro,l'unica certezza è che all’AsdPegaso, si lavora per prepararegli atleti del nostro futuro.

Le ragazze della ASD pegaso e la loro inegnanteGiorgia Bellani

di Federica Gualtieri

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20 Economia Società&I Padroni del Tempo

diretti delle utenze di casa,controllare accuratamente lespese contrassegnate da aste-risco, imparare un codice PINa memoria, occultarlo accura-tamente al momento dell’uti-lizzo ma, soprattutto, lasciaread un ulteriore soggetto terzo,sottoforma di commissioni,un’altra fetta della loro giàmisera pensione, il che con-trarrebbe ulteriormente i con-sumi, già ridotti all’osso, ascapito di tutta l’industria delcommercio.Proprio dalla Confcommercioinfatti arriva il monito: «Nonservono obblighi universali,ma riduzione di costi e com-missioni - ha fatto sapere l'as-sociazione - È evidente che lamodernizzazione del sistemadei pagamenti è un aspetto ri-levante, ma il perseguimentodi questo obiettivo non puòperò significare introduzione,con tempi stringenti, di obbli-ghi universali di accettazionedegli strumenti di monetaelettronica. Si tratta, invece -precisa Confcommercio - diincentivare la diffusione deglistrumenti di pagamento elet-tronici attraverso la riduzionedi tutte le componenti di costoa carico di consumatori edesercenti, attivando anche laleva delle detrazioni fiscali».Uno dei più fedeli sostenitoridella proposta, invece, sem-bra essere il Ministro CorradoPassera, il quale prendetempo ma asserisce: «Non ab-biamo ancora deciso limite etempistiche, ma certamentespingeremo per una diffu-sione sempre più ampia dellamoneta elettronica, perchépoche cose contrastano cosìtanto evasione e illegalità».Indipendentemente dalla fa-ziosità delle due dichiara-zioni, cosa cambierebbe

veramente con l’approva-zione del Decreto?L’eventualità più sconcertante,ricoperta d’omertà dal mondoeconomico, è il venir meno diuno degli aspetti fondamentalidella moneta in quanto tale:“la riserva di valore”. La deduzione è abbastanzasemplice: la moneta esiste pertante ragioni, una su tutte è la“conservazione” nel tempodel valore di scambio di unqualsiasi tipo di bene o di ser-vizio. La vendita di un bene aGennaio è corrisposta da unaquantità di moneta che sispenderà, ad esempio, per ac-quistare un bene od un servi-zio a Giugno. Il lavoro, allo stesso modo,viene “venduto” ad una certaquantità di moneta ed il suocorrispettivo (salario o retri-buzione) viene attualmentespeso dal lavoratore in di-verse fasi temporali e nellequantità che preferisce.La condizione necessaria poi-ché sussista la riserva di talevalore è la detenzione dellamoneta stessa, la quale, non acaso, è stata anticamente co-

niata con metalli preziosi, rarie resistenti al deterioramentoproprio per preservare talecondizione.Nel caso della moneta carta-cea convenzionale la stabilitàdel potere d'acquisto (conser-vazione del valore di scam-bio) risiede nella garanziarappresentata dalla gestioneanti-inflazionistica della poli-tica monetaria da parte dellabanca centrale* (anche seproprio una massiccia ed im-provvisa esclusione del de-naro contante dal mercato,sostituito da quello elettro-nico sul quale gravano lecommissioni bancarie, provo-cherebbe un aumento incon-dizionato del costo reale ditutti i beni di importo supe-riore a 50 euro e, di conse-guenza, un aumentodell’inflazione, fatalità che,se la Banca Centrale europeafosse coerente almeno con séstessa, dato il suo scopo, do-vrebbe impedire).Nel caso della moneta elettro-nica il possesso che garanti-rebbe la titolarità e la riservadi valore viene meno, poiché

il titolare della moneta non nesarebbe anche il possessore,ma solo il fruitore il che è net-tamente diverso. Se si trovasse ad esempio unabanconota da 100 Euro interra e non ci sono persone vi-cino, non si potrebbe in nes-sun caso risalire al titolare edi conseguenza il nuovo pos-sessore assorbirebbe la figuramancante. Non solo, non avendo più ilpossesso, non si avrebbe lapossibilità di disporre a pro-prio piacimento della quantitàdi moneta che si desidera,poiché la sua fruizione è sta-bilita entro certo limiti e co-munque non priva del costo dicommissione dalla quale nonc’è possibilità di esimersi.Tale Decreto, in pratica, tra-sferirebbe tutta la ricchezzacircolante del mercato ita-liano all’interno dei forzieri(virtuali) del settore bancario.Settore dal quale, se qualcunolo avesse dimenticato, è par-tita la crisi finanziariapiù grande della sto-ria dell’uma-nità. E’ un po’come

dare, con apposito Decreto, ilcerino in mano al piromane ericonoscergli anche un corri-spettivo per il fatto che lo de-tiene.In conclusione, consideratoche l’imposizione della mo-neta elettronica è un meropalliativo per la lotta all’eva-sione fiscale (giacchè non si èaffatto ridotta nonostante giàad oggi, per legge, è vietato ilcontante per tutte le transa-zioni di importo superiore a1000 euro), il vero obiettivosembra essere un altro.Se nel mondo moderno è uni-versalmente riconosciuto cheil tempo è denaro, lo saràanche il suo inverso per cui ildenaro è tempo. Bene, si con-sideri che il tempo è una dellecomponenti fondamentali dellavoro ed il corrispettivo dellavoro è, quasi sempre e sottovarie forme, la moneta. Ora,se la moneta è detenuta da unsoggetto diverso dal lavora-tore, che ne risulterebbe il ti-tolare soltanto virtualmentequando, come si è dimostrato,il possesso della moneta equi-vale alla titolarità della stessa,di chi risulterebbero essere lamoneta, il lavoro ed il tempo?

*[cit. Wikipedia]

A fianco: un'allegoria del tempo ad opera del pittore francese Jean Francoi de Troy (1645-1750)In basso: un moderno Pos per effettuare pagamenti attraverso Bancomat ecarte di credito

Segue dalla prima

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La Veritàvolerla cercare.La volontà politica della ri-cerca della verità è alla basedi un Paese normale. Se c’è stato accordo o tratta-tiva tra Stato e mafia, perchiudere il periodo dellestragi, perché nascondere laverità usando lo stratagemmadelle intercettazioni tra altecariche dei poteri dello Stato,o addirittura creare tensioni ediscredito tra gli stessi poteridello Stato ? A chi serve tutto ciò ?!?.Non certo alla costruzione diun Paese normale.Alla verità corrisponde inevi-tabilmente la responsabilitàed è anche per questo chegran parte del Paese è aller-gico alla verità. Perché senza responsabilitànon c’è punibilità e senza pu-nibilità si può fare e dire ciòche si vuole, compreso le fal-sità, i depistaggi, il furto didenaro pubblico e le false te-stimonianze.Un Paese irresponsabile,senza giustizia e senza verità,non può essere un Paese nor-male.È necessario costruire unPaese diverso, un Paese liberodal ricatto dei vari poteri po-litici, giudiziari ed economici.Un Paese dove, ciascuno nelsuo ruolo e per la sua parte,dia il proprio contributo nonsolo per costruire, ma soprat-tutto per conquistare la verità,quella vera, quella frutto diuna conquista collettiva e nonsolo soggettiva, quella veritàche, alla fine, porta alla co-struzione della democrazia e

di un Paesenormale. Se è vero cheun politico harubato, e persapere se èvero bisognaa u t o r i z z a r el’accertamentodella verità a li-vello giudizia-rio in tempibrevi e nonprescrivibi l i ,perché conti-nua a restare inPolitica e nonva in galera?Fatta salva laCostituzione,non ci si puòappellare sem-pre al famosodetto: “fatta lalegge, trovatol’inganno”.Un Paese così,non può essereconsiderato unPaese normale.Ma, per non sembrare populi-sta o demagogo, lasciamoperdere i massimi sistemi po-litici e giudiziari e veniamoalle notizie “poco vere” delnostro territorio, riportate daun giornale politico territo-riale.Nel maggio-giugno 2011,viene riportata la notizia che“ai Km. 10-11-12 circa dellavia Boccea sono in corso i la-vori per l’impianto di illumi-nazione pubblica[…]. Lavoricomunali e interventi munici-pali stanno portando unaspetto diverso a questa partedi Roma Capitale”. Sulla sini-stra dell’articolo c’è la foto diun cartello che indica che le

opere sono state realizzate dauna Associazione Consortiledi Recupero Urbano, a scom-puto degli oneri concessori,cioè con i soldi di cittadini ecostruttori, che hanno versatoi loro oneri di urbanizzazioneprimaria e secondaria non alComune di Roma Capitale,bensì nelle casse del Consor-zio, che ha poi progettato erealizzato le opere.La verità del giornale politicoterritoriale è la sua verità, nonla verità.Così nel numero di gennaio-febbraio 2012 dello stesso

giornale ven-gono propostealcune foto delParco dellaCellulosa enella casella dis p i e g a z i o n eviene scritto:“Parco dellaCellulosa aCasalotti ac-quisito di re-cente da RomaCapitale”. Ad oggi, otto-bre 2012, an-cora non è statafatta alcuna ac-quisizione delParco dellaCellulosa.Sono piccole“non verità”che non aiu-tano a diven-tare un Paesenormale.Così come sulnumero dimaggio-giugno

2012 dello stesso giornale, laverità sull’articolo “BRE-TELLA GRA” è parziale.L’atto di cessione delle areeda parte di “VALLEVERDE”al Comune è del 5 luglio2012.La Società “Valleverde” haaderito all’Associazione Con-sortile “Colle degli Ulivi” everserà gli oneri per il 30%subito al Consorzio, per larealizzazione di opere sul ter-ritorio, al momento del ritirodella concessione edilizia pre-vista dal P.P. 12 CASA-LOTTI-MAZZALUPO, per il70% al termine dei due anniprevisti dalla legge, garan-tendo il Comune con fideius-

sione assicurativa privata peril pagamento di questo 70%.La CMB progetterà e realiz-zerà l’opera di collegamento,a propria ed esclusiva cura espese, solo quando avrà de-ciso di ritirare la concessioneedilizia per la realizzazionedei metri cubi previsti per learee ex Alitalia. E se decidesse di non realiz-zare più le opere ?!?Dire che “l’iter burocraticoamministrativo sarà termi-nato per settembre 2012 e,quindi, è presumibile l’iniziodei lavori entro lo stessoanno” è una falsa verità. E di questo passo non diven-teremo mai un Paese normale.Dire che i lavori dell’allarga-mento della via Boccea sonofermi per il “patto di stabilità”del governo Berlusconi è unafalsa verità. Dire che i lavori della ScuolaElementare di via di RiservaGrande si sono fermati permancanza di fondi, è una ve-rità parziale. E nascondersidietro al dito del discredito odella faziosità politica è unaverità che fa comodo, ma nonè la verità. E queste riflessioni non sononé piagnucolose né polemi-che. Sono la base della demo-crazia.Dire e cercare sempre la ve-rità per costruire un Paesenormale, è sempre stato econtinuerà ad essere l’obiet-tivo del nostro Comitato e delnostro Giornale”. La verità non è facile, ma rag-giungibile, per un Paese nor-male.

Segue dalla prima

L’allegoria della giustizia secondo il pittore Luca Giordano,

realizzata fra il 1684 ed il 1686

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22 Lettere a: [email protected] a tutti,da poco ho scoperto il Vs. giornale on linee mi sembra veramente interessante. Vorrei approfittarne per chiedere informa-zioni riguardo la chiusura di Via Vinovo, laparallela di Via del Quartaccio. La chiusuraè inerente l'allargamento di Via Boccea?Grazie mille

Donatella

LAVORI ACEA SU VIA VINOVO sono tutti nuovi allora mi domando : MA ISOLDI CHE IO PAGO PER L'IMMON-DIZIA SONO DIFFERENTI DA CHIABITA IN QUEI QUARTIERI?Vorrei che Vi interessiate del problema epoi aggiungo: non è possibile che in quar-tieri come Selva Candida Fiorita(via Rez-zato, piazza Sabbioneta, ecc..)non èprevisto un servizio almeno mensile di pulizia delle strade.

Grazie

ALBERTO S.

QUANDO L’ACQUA DIVENTA UN LUSSO

Gentile Sig.ra Donatella,

La ringraziamo per il materiale e perla notizia. A breve provvederemo afarne un articolo.Non esiti a contattarci per qualsiasidubbio in merito al territorio.Cordiali saluti

Grazie per il sollecito riscontro.Nel frattempo, grazie ad un giro di mail conconoscenti del quartiere, ho trovato la veracausa della chiusura di Via Vinovo. Trove-rete tutto dentro questo pdf, è una brochuredella ditta incaricata dei lavori; scorrendole pagine troverete anche i lavori di Via vi-novo.Spero possa esservi utile.

Buon lavoro.

CASSONETTI DIMENTICATIBuongiorno,sono un Vs lettore e mi complimento conquello che fate quotidianamente per tutto il quartiere.Abito da 4 anni a piazza Sabbioneta,volevometterVi all'attenzione di un annoso problema, quello dei cassonettidell'immondizia, i quali sono abbandonati al degrado di anni di usura.Moltissimi non hanno piu' funzionante la pedana di sollevamento im-pedendo quindi a donne e bambini il corretto utilizzo, molitissimi nonsi chiuduno quindi Vi lascio immaginare l'odore, alcuni sono dan-neggiati da incidenti, colpi e quant'altro.Poichè giro Roma per lavoro Vi posso as-sicurare che i quartieri piu' altisonanti tipo Balduina, Prati, Collina fle-ming ecc.... i cassonetti

Gentile Sig. Alberto S., La ringraziamo per averci contattato. In realtà Le comunico che stiamo mo-nitorando la situazione dei cassonettida un po' di tempo, proprio per farneun reportage per il prossimo numerodi Settembre/Ottobre.Il suo sfogo è più che legittimo. I soldi delle sue tasse non sono affattodiversi da quelli di chi abita zone piùcentrali ed è giusto pretendere serviziparificati. Come preannunciato dunque, ci occu-peremo di questa problematica.Contiamo, proprio grazie alle segna-lazioni di cittadini attivi come Lei, difornire un servizio via via migliorealla cittadinanza.Cordialmente

ENNESIMA RAPINA A VIA GAVERINA

Forse vi sarà arrivata questa segnalazione..Sabato scorso verso l'una di mattina c'èstata una rapina al tabaccaio che si trova avia gaverina; gli autori del gesto hanno ta-gliato la saracinesca e distrutto la vetratadel negozio, facendo scattare l'allarme e al-lertare noi abitanti.Spaventati abbiamo chiamato il 113 ilquale ha inviato una volante, pensate dopo40 minuti dal fattaccio.

Dispiace assistere passivamente a episodicome questi, che si aggiungono allo statodi abbandono o quasi in cui ci troviamo,per colpa delle istituzioni, totalmente as-senti in un quartiere periferico come il no-stro.Cordiali saluti.Fabio B.

Buongiorno

Visto che trattate molti argomenti, vi vorreisegnalare lo stato di totale abbandono cheriguarda via della Riserva Grande dal ci-vico 163, fino a largo Ines Bedeschi.La strada è praticamente un autostrada siadi giorno che di notte, cassonetti pratica-mente in mezzo alla strada, dove se butti laspazzatura devi stare attento a non finiresotto le auto e a non farti mozzicare daitopi.Ha le stesse problematiche di via Bocceacon la natura che avanza, siamo noi citta-dini costretti a volte a tagliare gli alberi ele siepi che praticamente annullano la visi-bilità.Servirebbero dei marciapiedi, delle striscepedonali segnalate ecc eccE per finire si continua a costruire senzache il comune di Roma faccia assoluta-mente nullaHo chiamato più volte il comune per que-sta situazione, ma a tutt’ oggi il nulla…zero...Andate a dare un occhiata ...distinti saluti.Enzo

DEGRADO URBANO

I problemi sono vecchi. Come Comitato li abbiamo inseritinel progetto di “CONTRATTO DIQUARTIERE” nel 1997 . Cassonetti.Marciapiedi. Strisce e pulizie laterali. Il progetto del Contratto di Quartiereè stato approvato, finanziato dalla Re-gione Lazio, modificato e ora dormenei cassetti di Risorse per Roma. E’ stato più volte politicamente solle-citato sia dalle giunte di sinistra cheda quelle di destra, ma sembra che ilsonno debba essere consideratoeterno. In questa situazione di stretta econo-mica, sembra che non si possa farenulla per il cittadino, perché mancanoi soldi … per le opere pubbliche. Noi, a seguito della sua segnalazione,riproporremo la problematica alleistituzioni locali, in attesa di una ri-sposta, che , qualora dovesse arrivare,la renderemo pubblica attraverso ilnostro giornale di quartiere il Pun-golo.

AMIANTO IN VIA SELVA CANDIDA?Egregi Signori,

Con la presente vorrei avere gentilmentenotizie in merito alla costruzione dell’ipo-tetico centro commerciale in via di selvaCandida (di cui sotto riporto un articolopreso su internet), ad oggi non si hanno no-tizie.Si vocifera che dopo la distruzione dei vec-chi edifici Alitalia nel terreno ci sia la pre-senza di amianto oltre a questo essendo uninquilina del nuovo comprensorio in ViaCarmine Calò, sono seriamente preoccu-pata dalla presenza di tralicci che non sonostati sotterrati come promesso dalla casacostruttrice che ci ha venduto gli apparta-menti, oltre a causare un danno alla nostrasalute (dovuto all’alta tensione degli stessi)abbiamo i cavi che passano proprio sui no-stri parcheggi e quindi sulle nostre teste, hogià scritto a Striscia La Notizia e alle Ienema ancora non ho ricevuto risposte, sperodi averne qualcuna da Voi.

GrazieCordiali Saluti

Spett.le Redazione,scrivo queste righe per portare alla Vostraattenzione l'incresciosa situazione in cui,ormai da 5 mesi, vive una parte della po-polazione residente nel XIX Municipio diRoma Capitale.Parlo della zona di Testa di Lepre ammini-strativamente ricompresa nel XIX Munici-pio di Roma Capitale, della via Malvicina(dove risiedo) della via Alberto Cametti edelle successive strade che segnano ilconfine tra la Città di Fiumicino e RomaCapitale. In questa zona, da cinque mesi, è stata in-terrotta la fornitura di acqua potabile daparte dell'acquedotto gestito dall'agenziaregionale ARSIAL.In un primo momento e solo dopo variepressioni è stato approntato un servizio diemergenza con il quale ACEA ha provve-duto a rifornire gli utenti per mezzo dell'in-vio di autobotti presso le singoleabitazioni.Da un mese anche questo servizio è statointerrotto causa, (secondo Acea), della ca-

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ferie lascia a disposizione di sponsor pri-vati una propria area con la campagna“adotta il verde” e nella fattispecie nel ri-quadro denominato 24 – Casalotti Mazza-lupo l’area comparto 8 F che va da via diselva Candida via Via Oldenico a quasi laseconda rotonda di Via Casal del marmoper un totale di 28923 mq. Su tale area considerato verde pubblico sipuò benissimo fare questo fondamentalecollegamento per decongestionare Palma-rola e la via Boccea e rimarrebbero parec-chi mq per fare un’area verde conparcheggio e quant’altro.La ciliegina sulla torta è però questa: sonpassata per curiosità davanti a questa zonae cosa ho trovato tre begli edifici in costru-zione. Domanda come si fa ad ottenere una con-cessione edilizia residenziale su un areaverde? Per avere tutti i riferimenti bastafare semplicemente come me e cioè andaresul portale del comune di Roma cliccare sustruttura organizzativa cliccare su diparti-mento riqualificazione delle periferie clic-care sulla campagna Adotta il Verde ecercare nell’elenco il riquadro 24 CasalottiMazzalupo. Si può diventare “Sponsor” di quest’ areapartecipando all’avviso che scade a fine ot-tobre 12 !!!Propongo al vostro giornale una petizionepopolare per risolvere e riprendere partedel nostro territorio che attraverso vie dicomunicazioni nuove e efficaci ci permettauna qualità di vita e dell’ambiente sicura-mente migliore.Vi chiedo la massima diffusione di questanotizia e grazie per l’attenzione.Vi saluto cordialmente Ivana MascaroP.s. se ci sono inesattezze o informazionisbagliate vi chiedo gentilmente di comu-nicarmele.

un Comune dal nome roboante di RomaCapitale che lascerebbe intenderne l’ec-cellenza, ma come si dice…l’abito non fail monaco…Noi poveri cristi, abitanti di una zona ul-traperiferica di Roma, chiediamo sola-mente che ci sia permesso di L A V A R CI e di non dover far la fila alle fontanellepubbliche per prendere l'acqua per potercucinare e M A N G I A R E.Tutto questo accade nella civilissimaRoma Capitale d'Italia nel 2012, accadenell’allegra…Regione Lazio.Premesso quanto sopra chiediamo il vo-stro supporto alla nostra dignitosa prote-sta, di dar voce alle nostre ragioni, diaiutarci adaffermare il nostro diritto all’acqua.Nell'attesa di un cortese e ove possibile,celere riscontro, Vi ringrazio per il tempoche vorrete dedicarci.Distinti saluti.

quanto comparto previsto da uno stru-mento urbanistico ha diritto all'edificabilità. Il comparto 8F è di48.368 mq. di superficie totale. Di cui38.095 mq. di area pubblica (verde),4.353 mc. (metri cubi) di residenzialee 10.157 mc. di commerciale, che sonostati edificati lungo la via di Selva Candida. Il collegamentoviario tra Selva Candida e la Casal delMarmo è urbanisticamente previsto dalPiano Particolareggiato nelle aree chedovrebbero essere cedute nel comparto9F, di fronte a via Mombaruzzo. Non sose tale comparto è già andato in con-venzione e, quindi, se il proprietario hagià ceduto le aree per realizzare que-st'opera. Non so se il proprietario haaderito ad una Associazione di Recu-pero Urbano, che , con gli oneri di ur-banizzazione primaria e secondaria daversare per il ritiro della concessioneedilizia, potrebbe realizzare l'opera.Per il comparto 9F i metri quadrati in-teressati sono 68.938 di cui 47.806 mq.da destinare ad aree pubbliche (stradae parcheggi) e 21.132 per le cubaturecosì distribuite : 6.204 mc (metri cubi)di residenziale e 14.477 mc. di commer-ciale. Se il proprietario del comparto9F non fa la convenzione con il Co-mune di Roma Capitale e non cede learee per la realizzazione della strada,questa non si potrà realizzare mai, nèdall'eventuale Associazione di Recu-pero Urbano , nè dal gestore delle cu-bature. Il nostro Comitato ha avanzatoproposte in merito già da quando il P.P.12 è diventato adottabile nel 2007. Masenza la disponibilità del proprietariodel fondo non sarà possibile iniziare opensare di iniziare nessun opera pub-blica di tale portata.Così, forse, la situazione potrebbe ap-parire più chiara, ma la disponibilità adapprofondire meglio l’argomento tramite materiale cartaceo e/o attra-verso un incontro è sempre gradito.

DIREZIONE AMMINISTRATIVA

Via Rimella n. 156, Tel/Fax: 0661565142

e-mail: [email protected] - [email protected]

PRESIDENTELuciano Landonio

DIRETTORE RESPONSABILEEnrico Sarzanini

CAPOREDATTOREGiuseppe Strazzera

RESPONSABILE COMMERCIALEFabio Allegrini

REDATTORI

Sandra Angelici, Stefano Bastianelli, Andrea Cangialosi, Gabriele Cantarella, Alessio Carbonara,

Alessandro Cardinali, Martina Casadio, Artemio Ceccherini, Angelo De Bonis, Sara De Santis,

Antonio De Simoni, Luca Di Marco, Federica Gualtieri, Simone Guida, Davide Liberatori,

Virgil Racu, Francesco Raso, Alessandro Scendoni, Simone Soccolini.

REG. TRIB. n° 451 del 18-07-1990STAMPATO PRESSO LO STABILIMENTO TIPOGRAFICO “GRAFFIETTI STAMPATI”

IL PUNGOLO, PERIODICO DEL COMITATO DI QUARTIERE:

"NUOVE ALLEANZE ROMA NORD OVEST

CASALOTTI - SELVA CANDIDA”

Sede Legale: Via Morsasco, 9 - 00166 Roma - Tel. e Fax 06.61565142

CARABINIERI

POLIZIA

VIGILIDEL  FUOCO

06.06.06

NUMERIUTILI

15.15

www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

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renza di mezzi da destinare a questo servi-zio. Siamo a secco da un mese!!!!!!Segnalo che nonostante l'estate appena pas-sata sia stata catalogata come una delle piùcalde, seconda solo a quella del 2003, la no-stra dignità ci ha permesso di tirare avantirisparmiando (oltre che sui consumi) anchesulla igiene personale facendo qualche doc-cia in meno.Ora però questa dignità è stata calpestata enel modo più assurdo, ci è stato tolto un di-ritto per cui puntuali arrivano le bollette dapagare (inviate da Arsial) e soprattuttosenza una spiegazione apparente. (man-canza di fondi? - guasti alle condotte? Mah!Chissà?!).Sembrerebbe esserci alla base di tutto ciòun contenzioso sulla gestione e sulle com-petenze tra ARSIAL e ACEA. Un conten-zioso sulla pelle e sulla salute dei Cittadini.Ci sentiamo cittadini di serie D dopo quellidi A del centro storico, dopo quelli di Bdelle periferie, dopo quelli di C dei campinomadi attrezzati (serviti di acqua potabile).Il nostro territorio è forse troppo distante daRoma per essere considerati importanti (po-liticamente) o siamo un numero ristretto dielettori che non risulta d’interesse alcunoper considerarci alla pari di altri?Per fare un po’ di qualunquismo e retoricaanche noi paghiamo le tasse comunali!!! Ele paghiamo per ricevere i servizi che, incambio, dovrebbero essere refusi. Le pa-ghiamo come se vivessimo in centro, senzanessuno sconto o tariffe agevolate a frontedi mancati servizi erogati. E cosa riceviamoin cambio? Nulla! Solo il chiasso assor-dante del silenzio delle Istituzioni Localiche continuano a rimpallarsi responsabilitàe competenze. Strade dissestate, illuminazione stradaleinesistente, collegamenti pubblici insuffi-cienti ed inadeguati, tutto questo componeil nostro territorio, ma al momento quelloche più ci sta a cuore è che si sia restituital’acqua, un diritto riconosciuto universal-mente, e soprattutto la dignità di cittadini.Cittadini della Capitale d’Italia, Cittadini di

Gent.ma redazione de “il pungolo”

leggo da vario tempo il vostro giornale chemi sembra molto informato su ciò che inormali cittadini vivono in questo settorea nord ovest della città ricadente nei terri-tori del 18° e 19° municipio.Ho letto nell’ultima uscita del collega-mento tra via Casal del Marmo e Via SelvaCandida come un obbiettivo di realizza-zione quasi raggiunto trovando il sito incorrispondenza di via Cremolino con lanecessità però di fare un lungo tornanteper ridurre il grosso dislivello esistente trale arterie viarie pocanzi citate con un im-pegno di circa 12.000 mq, oneri conces-sori edilizi da elargire per entrare inpossesso della suddetta area.Ma notizia forse ancora più strabiliante e’che il comune di Roma ed in particolare ildipartimento Riqualificazione delle peri-

COLLEGAMENTO S.CANDIDA - CASAL DEL MARMO

Sono Luciano Landonio, il Presidentedel Comitato. Inesattezze ed informa-zioni sbagliate. Il comparto 8F del P.P.12 CASALOTTI MAZZALUPO, in

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