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Il Quadro di Loggia nella Camera di Apprendista Vista la specificità dell’argomento indicato, nel tracciare la tavola, ho assunto dati da testi e documenti esaminati per l’occorrenza. Tale ricerca, di conseguenza, mi ha portato ad utilizzare anche frasi fatte ma che ben rappresentano il pensiero che ho voluto esprimere. “L’odierna definizione di un’area geografica specifica intesa come rappresentazione di “spazio”ha un significato politico-economico che, per quanto conosciuto ed applicato anche nel mondo antico, non ne ha più la primitiva connotazione di sacralità ad esso attribuibile. Nell'età antica, nel tracciare i termini in senso economico-politico e giuridico, si consideravano anche delle cognizioni e delle regole di ordine magico - religioso; notiamo quindi che la società antica difficilmente prevedeva l'attuale divisione fra pratica laica e pratica religiosa. Una connotazione caratteristica di tale spazio era l'omphalos, una pietra ovoidale, che marcava un "Centrum", un immaginario centro del mondo, fisico e metafisico; il centro così definito, identificava un virtuale collegamento natura uomo - cosmo, punto d’intersezione tra il materiale e lo spirituale. A questo proposito rinveniamo quale esempio nel nostro mondo mediterraneo, le Erme; dapprima semplici pali o pietre squadrate, poi scolpite con i tratti della divinità” Nella cultura Yoruba, che con il tempo non ha subito sostanziali cambiamenti, l’apparato spirituale prevede un complesso agglomerato di stanze dedicate alle varie rappresentazioni terrene delle divinità e con chiari riferimenti cosmologici. Centro di tale struttura denominata Terreiro, è uno spazio di dimensioni prestabilite dove vengono svolti i rituali il cui centro fisico è identificato da un palo conficcato nel terreno (curioso notare che per aprire le cerimonie vengono eseguite deambulazioni antiorarie). “Da questo ne consegue che un qualsiasi luogo, politico o sacrale che fosse, non aveva quasi valenza spirituale/culturale se non era definito nei suoi confini e tale definizione non aveva senso, se non fosse stata compiuta ritualmente; tale concezione è oggi ancora valida. Prima di comparare tali parametri con quelli della ritualità massonica può esser utile far notare come, nell'antico significato, "landmark" non significa pietra di termine di per sé ma la presenza di uno spazio sacrale delimitato. Il rituale per la delimitazione di uno spazio sacro per definizione è suddiviso in tre momenti fondamentali: a) purificazione preliminare; b) tracciamento di uno spazio sacro; c) aggregazione della comunità a tale spazio attraverso un rito sacrificale Nei tempi antichi, quando non esistevano spazi "stabili", il rituale comportava un’apertura dei lavori e successivamente, a rito avvenuto, una chiusura dei lavori per restituire al mondo profano uno spazio reso provvisoriamente sacro; tale prassi di apertura e chiusura del rito, permane nella massoneria speculativa tutt’oggi pur avendo spazi definiti. Per assunto in Massoneria si definisce ritualmente uno spazio sacro attraverso la cosiddetta marcia rituale che consiste nelle deambulazione antioraria.; si comprende chiaramente come il deambulare nel Tempio lo "marca", definendolo come spazio sacro, e completando quindi la seconda delle regole rituali, mentre la prima, purificatoria, è stata attuata definitivamente attraverso il rituale d’edificazione del Tempio” (la purificazione implica il fatto che l’acceso sia consentito solo agli iniziati). Conseguentemente a ciò si pone il quadro di loggia che identifica il centro ipotetico del tempio quale collegamento tra macrocosmo e microcosmo assolvendo quindi il terzo momento fondamentale di aggregazione della comunità a tale spazio attraverso un rito sacrificale. René Guénon scrive che, nella massoneria operativa, l'ubicazione di un edificio era determinata, prima di intraprenderne la costruzione, da Gli Huichol rappresentano con questa Nierika le cinque direzioni sacre: i quattro punti cardinali ed il centro infinito, soglia attraverso cui si passa per raggiungere i regni transpersonali. Rappresentazione di un “Terreiro”

Il Quadro Di Loggia

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Page 1: Il Quadro Di Loggia

Il Quadro di Loggia nella Camera di Apprendista

Vista la specificità dell’argomento indicato, nel tracciare la tavola, ho assunto dati da testi e documenti

esaminati per l’occorrenza. Tale ricerca, di conseguenza, mi ha portato ad utilizzare anche frasi fatte ma che

ben rappresentano il pensiero che ho voluto esprimere.

“L’odierna definizione di un’area geografica specifica intesa come rappresentazione di “spazio”ha un

significato politico-economico che, per quanto conosciuto ed applicato anche nel mondo antico, non ne ha

più la primitiva connotazione di sacralità ad esso attribuibile. Nell'età antica, nel tracciare i termini in senso

economico-politico e giuridico, si consideravano anche delle cognizioni e delle regole di ordine magico -

religioso; notiamo quindi che la società antica difficilmente prevedeva l'attuale divisione fra pratica laica e

pratica religiosa.

Una connotazione caratteristica di tale spazio era l'omphalos, una pietra ovoidale, che marcava un

"Centrum", un immaginario centro del mondo, fisico e metafisico; il centro così definito, identificava un

virtuale collegamento natura – uomo - cosmo, punto d’intersezione tra il materiale e lo spirituale.

A questo proposito rinveniamo quale esempio nel nostro mondo

mediterraneo, le Erme; dapprima semplici pali o pietre squadrate, poi

scolpite con i tratti della divinità”

Nella cultura Yoruba, che con il tempo non ha subito sostanziali

cambiamenti, l’apparato spirituale prevede un complesso

agglomerato di stanze dedicate alle varie rappresentazioni terrene

delle divinità e con chiari riferimenti cosmologici. Centro di tale

struttura denominata Terreiro, è uno spazio di dimensioni prestabilite

dove vengono svolti i rituali il cui centro fisico è identificato da un

palo conficcato nel terreno (curioso notare che per aprire le

cerimonie vengono eseguite deambulazioni antiorarie).

“Da questo ne consegue che un qualsiasi luogo, politico o sacrale che

fosse, non aveva quasi valenza spirituale/culturale se non era definito

nei suoi confini e tale definizione non aveva senso, se non fosse stata

compiuta ritualmente; tale concezione è oggi ancora valida.

Prima di comparare tali parametri con quelli della ritualità massonica può esser utile far notare come,

nell'antico significato, "landmark" non significa pietra di termine di per sé ma la presenza di uno spazio

sacrale delimitato.

Il rituale per la delimitazione di uno spazio sacro per definizione è suddiviso in tre momenti fondamentali:

a) purificazione preliminare;

b) tracciamento di uno spazio sacro;

c) aggregazione della comunità a tale spazio attraverso un rito sacrificale

Nei tempi antichi, quando non esistevano spazi "stabili", il rituale comportava

un’apertura dei lavori e successivamente, a rito avvenuto, una chiusura dei lavori

per restituire al mondo profano uno spazio reso provvisoriamente sacro; tale prassi

di apertura e chiusura del rito, permane nella massoneria speculativa tutt’oggi pur

avendo spazi definiti.

Per assunto in Massoneria si definisce ritualmente uno spazio sacro attraverso la

cosiddetta marcia rituale che consiste nelle deambulazione antioraria.; si

comprende chiaramente come il deambulare

nel Tempio lo "marca", definendolo come

spazio sacro, e completando quindi la

seconda delle regole rituali, mentre la prima,

purificatoria, è stata attuata definitivamente

attraverso il rituale d’edificazione del

Tempio” (la purificazione implica il fatto che l’acceso sia consentito

solo agli iniziati).

Conseguentemente a ciò si pone il quadro di loggia che identifica il

centro ipotetico del tempio quale collegamento tra macrocosmo e

microcosmo assolvendo quindi il terzo momento fondamentale di

aggregazione della comunità a tale spazio attraverso un rito sacrificale.

René Guénon scrive che, nella massoneria operativa, l'ubicazione di un

edificio era determinata, prima di intraprenderne la costruzione, da

Gli Huichol rappresentano con

questa Nierika le cinque direzioni

sacre: i quattro punti cardinali ed il centro infinito, soglia attraverso cui

si passa per raggiungere i regni

transpersonali.

Rappresentazione di

un “Terreiro”

Page 2: Il Quadro Di Loggia

quello che si chiama il metodo dei cinque punti, che consisteva nel fissare innanzi tutto quattro angoli, ove si

dovevano porre le prime quattro pietre, poi il centro che, siccome la sua base era di norma quadrata o

rettangolare, rappresentava il punto d’incontro delle sue diagonali; i pioli che segnavano questi cinque punti

erano chiamati Landmarks; possiamo quindi affermare che vi è quindi un'inversione del procedimento della

determinazione materiale di uno spazio costruttivo, in cui gli angoli determinano il centro. Questo se

interpretato come ricerca del centro partendo da punti di riferimento ben precisi, simbolicamente vede

nell’Apprendista una costruzione interiore che si perfeziona solo con il ritrovamento del centro, l'essenza,

che permette la realizzazione di una forma superiore, la pietra squadrata.”

Si può notare come tale principio ha sviluppato nel tempo studi da parte di luminari quali Cornelio Agrippa,

Villard de Honnecourt, per arrivare alla famosa rappresentazione di Leonardo da Vinci con l’Uomo di

Vitruvio.

Nel Tempio, il posizionamento del Quadro di loggia è definito quindi nella identificazione di un centro od

"omphalos", che porta ad “affrancare” un luogo in cui si possa effettuare un rito.

Al tempo delle grandi costruzioni, sede della corporazione era la capanna o “Loggia”, situata presso

l’edificio da costruire (basilica, convento, cattedrale), nella quale si apprendeva e si perfezionava l’Arte.

La Loggia era una struttura temporanea, adiacente al Tempio che i Muratori stavano edificando; in essa

erano riposti gli strumenti del mestiere, nella stessa trovavano riparo gli Operai in caso di mal tempo, e si

riunivano periodicamente al fine di pianificare gli architettonici lavori, completati i quali la Loggia sarebbe

stata rimossa. Gli insegnamenti erano impartiti in tempi e gradi diversi, secondo determinati riti, attraverso

una tradizione esoterica riservata ai soli iniziati e riguardavano le regole tecniche dell’Arte, comprensive

delle norme etiche e religiose.

Con il passaggio alla Massoneria “speculativa” il centro di aggregazione, ove custodire e condividere la

Tradizione, divennero luoghi di ritrovo pubblici; detta così, la cosa potrebbe sembrare curiosa, tuttavia ai

nostri fini assume un valore non trascurabile.

I Massoni accettati si riunivano in un ambiente che oggi potremmo chiamare “profano” ossia esterno al

Tempio: pensiamo alla famosa taverna “l’Oca e la Graticola”, e dunque privo delle caratteristiche che noi

possiamo osservare oggi in un Tempio Massonico.

All’apertura dei lavori veniva tracciato sul suolo con il gesso il Quadro di Loggia attraverso cui erano

rappresentati gli strumenti del mestiere della tradizione muratoria, alla conclusione dei lavori questo veniva

cancellato. Esso racchiude tutti i simboli del grado ed è di fatto il riferimento sacrale dell’insegnamento

iniziatico.

In grado di Apprendista il Quadro di Loggia si presenta in diverse versioni, quella più conosciuta e

ricondotta ai giorni nostri, riporta le due Colonne Boaz e Jachin, i tre Gradini, il Pavimento a mosaico, tra le

due colonne la porta del Tempio, tre finestre chiuse la prima ad occidente, la seconda a oriente; e la terza a

mezzogiorno., una Pietra Grezza, una Cubica, il Sole, la Luna, la Squadra, il Compasso, il Maglietto e lo

Scalpello, la «tavola da disegno»: il tutto è circondato da un cordone che ha tre nodi doppi.

Dopo che il Quadro di Loggia è stato collocato o tracciato sul

pavimento, il Maestro delle Cerimonie deve poggiare la punta

dell’asta, di cui è portatore, al centro del Quadro, quasi a “fissare”

la spiritualità rappresentativa del Quadro nel Tempio per l’intera

durata dei lavori; ultimati i lavori, il Quadro di Loggia viene, oggi

come un tempo, tolto o cancellato.

Il percorso di crescita e conoscenza, vede nel Quadro di Loggia

racchiudere l’espressione di simboli che a differenza del grado,

rivestono posizioni o ruoli che procedendo nel cammino vengono

“svelati”.

Partendo dall’assunto che tutto il Lavoro Muratorio si svolge in

ciascuno dei tre Gradi, su tre diversi livelli: fisico - Apprendista,

animico - Compagno d'Arte e spirituale – Maestro.

L’interpretazione del Quadro di Loggia nella Camera di Apprendista, viene svolta attraverso lo studio del

simbolismo segreto del Tempio che si traduce nella sua edificazione attraverso percorsi ben distinti:

- L’aspetto duale degli elementi,

caratterizzato dalla contrapposizione bene male/ luce tenebre/ bianco nero (in senso metafisico), sole

luna/maschile femminile, pietra grezza e levigata, le due colonne B e J , la Squadra e il Compasso, la

livella e la perpendicolare; ovvero in questo grado l’Apprendista acquisisce la Forza e la Bellezza e

quindi indaga e padroneggia la Legge Binaria, alla ricerca del suo Tempio Interiore (Microcosmo) per

arrivare a comprendere la concezione del Tempio Universale (Macrocosmo)

- Le tre dimensioni,espressione della vita terrena (materiale).

Page 3: Il Quadro Di Loggia

Questo è il livello in cui si esplica il Lavoro dell'Apprendista, contraddistinto dal numero 3 che

ritroviamo nei gradini le finestre i nodi, oltre che nel rituale con l’età i passi la batteria ed il toccamento.

Gli antichi rituali spiegano che: Tre fratelli formano una Loggia "semplice"; Cinque Fratelli formano una

Loggia "giusta"; Sette Fratelli formano una Loggia "giusta e perfetta". René Guénon definisce la Loggia

semplice corrispondente all'uomo pensante, ovvero analogicamente all'Uomo che è formato da fisico,

Anima e Spirito. Essa pone sui tre piani (fisico, animico e spirituale) la problematica dell'esistenza e

cerca la risposta ai quesiti "Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo".

Pertanto il quadro di loggia possiamo definirlo come rappresentazione dell’uomo

inserito all’interno del suo spazio temporale (il tempio) alla ricerca del sapere

svelato a perfezione del proprio equilibrio.

Mi sembra dovuta la precisazione che se pur vero è che nel Quadro di Loggia viene

rappresentato con la simbologia il percorso che l’Apprendista intraprende al fine di

edificare il tempio interiore, e altrettanto vero che ciò è comprensibile man mano

che accresce la conoscenza dei limiti e delle capacità dell’essere umano attraverso i

simboli;

Sarebbe come asserire che le decifrazione dei geroglifici abbia permesso all’uomo

moderno di comprenderne il significato non solo letterale ma anche esoterico.

Badate, fratelli, ve ne prego, a tutti quei momenti nei quali il vostro spirito vuol parlare in simboli: lì è

l’origine della vostra virtù. (Friedrich Nietzsche, “Così parlò Zarathustra”).

Heinrich Cornelius

Agrippa nel suo trattato

De Occulta Philosophia,

rappresenta l’uomo e il

suo centro ipotetico, sotto

l’aspetto esoterico