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Da secoli l’uomo è insidi ato da uno dei sentimenti più stupidi, negati vi e controproducenti che esistano: il razzismo. Sentendo questa parola ci viene subito in mente un ometto coi baffi, mentre fa un comizio di fronte a migliaia di tedeschi di pura razza ariana (sembra una razza bovina) al 100%, oppure un lager con centinaia di esseri umani ormai brutalizzati, mentre  vengono uccisi con il gas letale. Tra tutti gli uomini della terra è normale che ci siano differenze, sia fisiche che religiose che culturali! Lo trovo utile e costrut tivo! Siamo già mol to diversi anche s e nati nel la stessa cit tà o nella stessa famiglia! Gli stili di vita, le mentalità, cambiano da casa a casa, da città a città, da una regione all’altr a: come possono, allora, essere uguali da un paese all’altro? Unificare tutte le persone sotto categorie non ha assolutamente senso. Ognuno di noi ha una per sonalità mol to comples sa, che si può conoscere solo vivendo insieme a quella persona, parlandole e discutendo con lei ed a volte non basta. Come si può pensar di conoscere una persona unicamente per averla vista una volta? E giudicarla? Il bello del mondo è proprio la vari età di culture e ment alità che vi possiamo tr ovar e liberandoci dai pregiudizi.

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Da secoli l’uomo è insidiato da uno dei sentimenti più stupidi, negativi e

controproducenti che esistano: il razzismo. Sentendo questa parola ci viene

subito in mente un ometto coi baffi, mentre fa un comizio di fronte amigliaia di tedeschi di pura razza ariana (sembra una razza bovina) al 100%,

oppure un lager con centinaia di esseri umani ormai brutalizzati, mentre

 vengono uccisi con il gas letale. Tra tutti gli uomini della terra è normale che ci

siano differenze, sia fisiche che religiose che culturali! Lo trovo utile ecostruttivo! Siamo già molto diversi anche se nati nella stessa città o nella

stessa famiglia! Gli stili di vita, le mentalità, cambiano da casa a casa, da

città a città, da una regione all’altra: come possono, allora, essere uguali da

un paese all’altro? Unificare tutte le persone sotto categorie non ha

assolutamente senso. Ognuno di noi ha una personalità molto complessa,

che si può conoscere solo vivendo insieme a quella persona, parlandole e

discutendo con lei ed a volte non basta. Come si può pensar di conoscere

una persona unicamente per averla vista una volta? E giudicarla? Il bello del

mondo è proprio la varietà di culture e mentalità che vi possiamo trovare

liberandoci dai pregiudizi.

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Questo secolo non è stato l’unico che ha visto compiersi gravi misfatti

nel nome della razza, o della credenza religiosa o politica. Fin dai tempi

dell’Impero Romano i cristiani venivano massacrati a migliaia negli

anfiteatri, e anche nel medioevo di questi esempi non sono mancati;

basta pensare alla cacciata degli Ebrei dalla Spagna.

Nel 1492 venne scoperta l’America, e nel ‘500 iniziò la tratta dei neri, e lo

sterminio degli indios americani. L’800 fu il grande secolo del

colonialismo, durante il quale il razzismo fu indotto da parte deiGoverni nella popolazione europea, per giustificare le conquiste coloniali.

Nel XX secolo ci sono state tutte le tragedie causate dai regimi totalitari

(nazisti, fascisti, comunisti) e poi nella seconda metà del ’900 sono

scoppiate tutte le guerre civili fratricide in Africa fra etnie diverse, comein Ruanda, in Liberia, e la guerra infinita in Israele, dove da decenni

 palestinesi ed israeliani si combattono sanguinosamente.

 Anche i recenti attentati di terrorismo islamico non rappresentano altro che

l’odio che cova nei paesi arabi contro gli Americani.

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Perché non comprendere gli

errori commessi nel passato, e

tentare di

riallacciare un rapporto solidale

di collaborazione tra i popoli?

Più informazione e più

educazione per combattere

questa gravissima forma di

ignoranza, tutti abbiamo gli

stessi diritti!

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Il termine razzismo indica la superiorità di una razza su un’altra.

La massima espressione del razzismo si trova nell’ideologia

hitleriana, nel genocidio degli ebrei. Oggi l’ideologia razzista siesprime contro coloro che hanno un colore di pelle diverso, una

religione diversa o semplicemente contro i “diversi” (ma da chi? O

da cosa?).

Il razzismo viene spesso usato, non soltanto per una questione dIl razzismo viene spesso usato, non soltanto per una questione dii

 vera e propria superiorit vera e propria superioritàà, ma anche per giustificare domini,, ma anche per giustificare domini,

conquiste e soprusi di vari popoli su altri.conquiste e soprusi di vari popoli su altri.

Questo fenomeno non è ancora del tutto scomparso, e spesso, idee

razziste maturano anche nei giovani, come gli skinheads e i naziskin.

Un’altra forma di razzismo può essere riscontrata negli USA,

soprattutto in Texas dove persiste tuttora la pena di morte, che va acolpire, molto spesso, le minoranze etniche, e, soprattutto i neri.

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Gandhi : il primo a combattere contro le discriminazioni razziali.

Martin Luther King : nel 1964 gli venne conferito il premio

Nobel per la pace.

Malcolm X : che si battè contro il colonialismo e contro ilrazzismo .

Nelson Mandela: primo presidente a essere eletto dopo la fine

dell’apartheid nel suo Paese e premio Nobel per la pace nel 1993.

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Gandhi uomo politico indiano, detto anche il

Mahatma, ossia grande anima, nasce in India

nel 1869. Recatosi in Sud Africa egli, si

impegnò, nel 1894, nella difesa delle minoranzeindiane del luogo , dopo essere stato cacciato da

un vagone del treno per soli bianchi.

Successivamente rientrò in patria. Dopo essere

stato molte volte incarcerato a causa diribellioni contro le leggi britanniche,morì nel

1948 ucciso da un fanatico indù, dopo aver

condotto l’India all’indipendenza.

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A  partire dagli anni ’50 cominciò a svilupparsi, nellacomunità nera degli Stati Uniti, un vasto movimento di

opposizione e di lotta contro il razzismo. Questa lotta trovò

in Martin Luther King uno straordinario protagonista sia

sul piano teorico che organizzativo. Nel 1964 gli venne

conferito il premio Nobel per la pace. Le sue iniziative per

favorire l’integrazione razziale ebbero un vasto successo.

Egli, infatti, organizzò, nel 1936, una marcia su Washington,che aveva come scopo l’approvazione della legge sui diritti

civili di Kennedy, alla quale parteciparono circa 250.000 neri.

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 Tra i protagonisti del movimento per l’emancipazione deineri, ebbe particolare importanza Malcolm x (la x

sostituiva il cognome Little, al quale egli aveva rinunziato

 poiché attribuito alla sua famiglia dai bianchi nel periodo

schiavistico). Egli sosteneva la necessità di unaresistenza attiva, armata contro i soprusi e le violenze

 perpetrate dai razzisti. Altra necessità, da lui sostenuta,

fu quella di collegare la battaglia per i diritti civili con la più generale lotta per la conquista dei diritti umani a

livello internazionale. Nel 1965 egli fu assassinato.

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Mandela, uomo politico sudafricano, e leader 

dell'African National Congress, fu arrestato nel 1962 per

aver organizzato una campagna di sabotaggio contro il

regime e condannato all'ergastolo. Divenuto simbolo

della lotta contro l’oppressione da parte della

minoranza bianca, è stato liberato nel febbraio 1990

quando il regime ha iniziato a cercare il dialogo con le

organizzazioni anti-apartheid. Mandela, appenaliberato, ha rivendicato il riconoscimento pieno dei

diritti politici per la maggioranza nera e ha intrapreso

 viaggi all'estero. Presidente dell'ANC dal 1991, nello

stesso anno ha ottenuto la fine della segregazionerazziale nel suo Paese e il varo di una nuova

costituzione; per questo ha ottenuto nel 1993 il premio

Nobel per la pace. Ha vinto nel 1994 le prime elezioni

sudafricane a suffragio universale, assumendo la

 presidenza della repubblica. Nel 1995 ha inoltre abolito

la pena di morte nel paese.

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La Negritudine è la presa di coscienza dei neri dei propri

 valori. Essa incominciò a svilupparsi dopo la

decolonizzazione, ad opera di intellettuali neri,che avevanostudiato nelle università francesi. Il maggiore esponente fu

Leopold SenghorLeopold Senghor, già presidente del Senegal.

I tre principi fondamentali della Negritudine sono:

• Esaltare le caratteristiche e soprattutto i valori spirituali

delle culture nere.

• Sostenere che tutte le persone di colore dovevano diventare

fratelli.

•  Affermare che il mondo nero deve farsi portatore di proprie

 proposte.

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L’antisemitismo, ossia il pregiudizio razziale contro gli ebrei, è un

fenomeno complesso. Il significato letterale di questo termine è

“essere contro la stirpe di Sem”, che si riferisce alla suddivisione

dell’umanità, da parte della Bibbia, in tre gruppi principali,

corrispondenti ai tre figli di Noè. Secondo questa suddivisione gliebrei apparterrebbero alla stirpe semita. Ma uno dei tanti veri motivi

della loro persecuzione fu quello economico, gli ebrei, infatti,

avevano il controllo economico (banchieri). Un altro fu quello

 politico, gli ebrei erano, infatti, considerati dai tedeschi pericolosi,oiché ortatori di idee comuniste e democratiche.

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Ottenuto il potere (1933) Hitler incominciò, secondo i suoi

 programmi, a perseguitare gli ebrei. Dapprima vennero emarginatidalla vita del paese, veniva fatto portare loro un segno di

riconoscimento, una stella gialla (la stella di Davide) sul petto. Poi,

col passare del tempo la persecuzione divenne sempre più violenta e

brutale e vennero confinati in campi di concentramento. Qui venivano costretti ai lavori forzati e brutalmente uccisi nelle camere

a gas o fucilati. Venivano usati anche come cavie umane per terribili

esperimenti.

L’Olocausto si concluse con la fine della Seconda Guerra Mondiale.

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 All'epoca degli antichi Greci le Olimpiadi avevano il potere di fermare una guerra tra Spartae Atene. Oggi molte grandi città europee rischiano di vivere un pomeriggio di guerriglia

urbana in occasione di una partita di calcio. Lo sport è quasi coetaneo della società in cui

 viviamo, e inevitabilmente ne rispecchia vizi e virtù. Da Olimpia al Barone De Coubertin,

fino alle paraolimpiadi per diversamente abili, molte persone hanno guardato allo sport per

migliorare almeno un po' il nostro mondo e diffondere principi come tolleranza eintegrazione. Tantissime sono le storie individuali di uomini e donne, famosi e non, che

grazie all'impegno agonistico hanno vinto vere e proprie battaglie personali. Ma da sempre

c'è anche qualcuno che non la pensa così. A volte questo “quel qualcuno” è razzista.

Olimpiadi di Berlino, 1936: Adolf Hitler non ha lasciato nulla di intentato: l'evento può

diventare un'enorme cassa di risonanza per propagandare la potenza della grande Germania

e la superiorità della razza ariana. L'organizzazione è cupa e grandiosa, impregnata di un

fascino sinistro ben descritto dal film Olympia di Leni Riefenstahl. Un uomo nero però

“rovina tutto”. Si chiama Jesse Owens, è l'uomo più veloce del mondo e vince quattro

medaglie d'oro. Owens diventa un simbolo dell'antirazzismo, è la dimostrazione vivente

della demenzialità di certe teorie. E pazienza se in quegli anni, anche nel profondo sud degli

Stati Uniti, non tutto era così facile per un atleta di colore. Questa è una storia vecchia, del

resto anche il razzismo lo è. Purtroppo ancora oggi continuano a d accadere certi episodi.

Non c'è probabilmente da stupirsi: la piaga del razzismo non è ancora stata debellata dalla

nostra vita quotidiana, e lo sport non fa eccezione. Eppure c'è qualcosa in più: in qualchemodo sembra che lo sport catalizzi su di sé il meglio e il peggio di questo scontro culturale.

Le com etizioni a onistiche hanno avuto er la iena inte razione de li

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afroamericani, un'importanza paragonabile a quella delle predicazioni di Martin LutherKing e Malcolm X: oggi un personaggio come Micheal Jordan è un autentico totem

dell'unità nazionale, e il suo ritorno sui campi di gioco è stato vissuto dagli americani come

uno dei primi momenti di rinascita dopo la tragedia delle Twin Towers. Un altro nero come

 Tiger Woods è diventato il più amato campione di golf, la disciplina forse più elitaria e per

certi versi snobistica della scena statunitense. Anche in altri Paesi ci sono esempi luminosi.In Sudafrica il tramonto dell'apartheid è passato anche dallo sport: se un tempo il calcio era

riservato ai neri e il rugby ai bianchi, ora le rispettive nazionali sono decisamente “miste”

(film Invictus). Nei pacchetti di mischia dei gloriosi Springboks sono entrati i primi colossi

d'ebano, mentre la Coppa d'Africa di calcio, vinta davanti al tifoso speciale Nelson

Mandela, è stata una festa popolare.

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I 50 ANNI DELLA MOTOWN, L'ETICHETTA DI DETROITFONDATA DA BARRY GORDY.

La musica che ha battuto il razzismo

Con: Diana Ross, Stevie Wonder e Marvin Gaye ha cancellato la divisione tra musica 

nera e bianca 

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Provate a mettere insieme anche soltanto i nomi più famosi, da Stevie Wonder a Marvin

Gaye, da Diana Ross ai Jackson Five e avrete l'idea di cosa abbia significato per la musicanera la Motown, ovvero l'etichetta di Detroit che ha dato popolarità, successo e grandi

guadagni agli artisti afroamericani creando uno stile e un'epopea che dura da mezzo secolo.

La celebrazione dei 50 anni dell'etichetta di Detroit inventata da Berry Gordy è l'occasione

 per ripercorrere l'epoca d'oro di quella singolare mistura di soul e rock 'n'roll che ha

regalato, del tutto inaspettatamente, l'onore delle classifiche ad artisti di colore. Che da

allora non sono più confinati nel ghetto della classifica che Billboard stilava soltanto per gli

artisti neri. Ma conquistano anche il pubblico bianco e la tv. OLTRE LE BARRIEREOLTRE LE BARRIERE

RAZZIALIRAZZIALI - Nell'America degli anni Sessanta la ricetta di Gordy (una confezione di facile

ascolto, orecchiabile e ballabile su una base gospel) è dirompente. E crea un genere unico,

immediatamente riconoscibile, ben diverso dal soul che viene dal Sud degli Usa, in

 particolare da Memphis, dove un'altra etichetta, laStax, dal 1957 fa lo stesso percorso di

affermazione dellablack music ma con artisti e repertori più impegnativi (Otis Redding,

Wilson Pickett, Rufus Thomas, Booker T.). La Stax tenta di costruire un sound capace di

contrapporsi a quello della Sun, storica etichetta del rock 'n' roll, che ha lanciato ElvisPresley, Jerry Lee Lewis, Roy Orbison, Johnny Cash. Il 12 dicembre 1959 Berry Gordy

comincia l'avventura che avrebbe mescolato i due stili, il soul e il rock'n' roll, creando

l'inconfondibile «Motown Sound». Un risultato che andrà oltre le intenzioni dello stesso

creatore, diventando simbolo di affermazione e, successivamente, di integrazione razziale.

Lo slogan «The Sound of Young America» a metà degli anni Sessanta è già diventatoqualcosa di reale, e il soundMotown supera i confini di razza fin lì mantenuti dagli altri stili.

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IL PRIMO HITIL PRIMO HIT -- Dopo aver tentato la fortuna come pugile, Barry Gordy, appassionato di

musica jazz e blues, apre un negozio di dischi a Detroit. Ma deve chiudere presto. Scriveuna canzone con la sorella, che diventa nel 1957 il primo successo di Jackie Wilson, «Reet

Petite». Si convince che quella è la strada, ma stando al comando, quando raffronta i suoi

guadagni con quel successo e quelli della Decca. Così si fa prestare 800 dollari dal padre e

fonda la sua etichetta. Il nome all'inizio è Tamla Records, che un anno dopo

diventa Motown, sintesi di «motor town», ovvero la definizione più nota di Detroit, sede dei

colossi dell'auto Usa. Con lui ha un amico d'infanzia William «Smokey» Robinson,

interprete e autore di alcuni dei più grandi successi Motown, a partire dal primo hit, «Shop

 Around», del 1960. Di lì in avanti comincia una storia di successi e di cadute, di espansione

e di difficoltà, di trionfi e di cambiamenti necessari a rilanciare marchio e artisti. Il

sound Motown s'impone negli anni Sessanta, grazie alla ricetta musicale di Gordy

interpretata da un gruppo di autori affiatati e da una base di musicisti che lavora per più

interpreti, dando un'impronta musicale. AUTORI E INTERPRETI AUTORI E INTERPRETI -- Un modello che entra

in crisi negli anni Settanta, quando Gordy lascia Detroit diventata ribollente di tensioni, per

trasferire la sede a Los Angeles. Ma poi si adegua a stili e a temi diversi, imponendo nuoviartisti (Commodores, Lionel Richie) o seguendo le nuove strade di quelli che già avevano un

loro pubblico. Barry Gordy nell'88 vende tutte le sue partecipazioni in Motown alla Mca (poi

l'etichetta passa alla Polygram). Ma rimane, nel bene e nel male, l'uomo che determina stili

e tendenze, perché chi ne prende il posto cerca di applicare la sua ricetta adattandola ai

tempi. Ora la Motwon fa parte del gruppo Universal, Gordy nel 2009 ha compiuto 80 anni edal 1990 è ovviamente nella Hall of Fame.

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S'è concesso il lusso di produrre anche nel cinema (tra gli altri «Lady Sings The Blues» sulla

 vita di Billie Holiday e «Mahogany» con Diana Ross), ha tre matrimoni e sette figli alle

spalle. Ma la sua famiglia è soprattutto quella che viene celebrata ora nel mezzo secolo di

storia della Motown che ha dato spunto anche a film come «Dreamgirls». E soprattutto,ha

divertito e incantato mezzo mondo con canzoni diventate ormai dei classici, fino a

collezionare più di 100 «numeri uno» nelle classifiche Usa. Qualche esempio? «My Girl»

(Temptations), «Stop! In the Name of Love» e «Baby Love» (Diana Ross & The Supremes),

«For Once in My Life» Stevie Wonder, « I want You back» (Jackson Five), «How Sweet It Is

to Be Loved by You» e «I Heard It Through the Grapevine»(Marvin Gaye), «Dancing in the

Streets» (Martha Reeves). Successi che, periodicamente, tornano alla ribalta, reinterpretaSuccessi che, periodicamente, tornano alla ribalta, reinterpretati,ti,ristampati, rimasterizzati. E che ormai fanno parte della storiaristampati, rimasterizzati. E che ormai fanno parte della storia della musica e del costume indella musica e del costume in

barba al razzismo!barba al razzismo!

Una delle prime immagini

ufficiali dei Temptations

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