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IL REGOLAMENTO INTERNO PER LE COOPERATIVE DI LAVORO AI SENSI DELL'ARTICOLO DELLA LEGGE 142/2001 Presentazione A 12 anni dall'entrata in vigore della Legge 142 e a quasi otto dall'ultimo regolamento tipo presentato, Confcooperative ha ritenuto necessario aggiornare lo schema fornito alle proprie strutture territoriali. Il precedente intervento era avvenuto poco dopo le modifiche apportate alla Legge 142 dalla Legge 30/2003. Negli ultimi anni più che interventi legislativi, a parte l'importante Decreto legge 248/2007 in materia di contratto applicabile, abbiamo avuto disposizioni amministrative e un certo consolidarsi della giurisprudenza. Su questa in particolare è stato fatto per la prima volta un lavoro puntuale di ricognizione che ha portato ad enucleare una decina di temi con riflessi sul regolamento interno. Non tutte le posizioni della prassi e della giurisprudenza sono condivisibili; in alcuni casi, anche favorevoli alla cooperativa, non reggono al vaglio della magistratura. Quando lo abbiamo ritenuto possibile abbiamo segnalato delle alternative mettendo in evidenza i possibili rischi. Alcune novità legislative, seppure non specifiche, hanno avuto riflessi notevoli sui regolamenti interni. Per tutti basti pensare alle nuove tipologie di lavoro introdotte dal Decreto legislativo 276/2003, la riforma del diritto societario e la Legge 92/2012. Nella compilazione di questo schema si è tenuto conto di queste novità come pure di alcune soluzioni adottate da singole Confcooperative o Csa. Alcune questioni sono state oggetto di studi particolari: ristorni, piano di crisi, risoluzione del rapporto di lavoro del socio. I risultati di questi approfondimenti, per quanto riguarda l'articolato del regolamento, sono stati riportati nel presente schema. Altri temi invece sono ormai superati, oppure hanno acquisito un altro spessore. Si pensi ad esempio alla problematica relativa al termine per l'adozione del regolamento prorogato più volte fino al 31 dicembre 2003. All'epoca c'era il problema, ora risolto, delle cooperative già costituite. Per le neocostituite il regolamento deve essere adottato prima dell'inizio dell'attività lavorativa dei soci . In merito alle conseguenze di eventuali ritardi la giurisprudenza è di parere opposto rispetto alla prassi 1 che subordinava l'utilizzo di alcune innovazioni introdotte dalla Legge 142 all'adozione del regolamento. 1 Vedi Circolare INPS n. 33 del 4-2-2002 1

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IL REGOLAMENTO INTERNO PER LE COOPERATIVE DI LAVORO AI SENSI DELL'ARTICOLO DELLA LEGGE 142/2001

Presentazione

A 12 anni dall'entrata in vigore della Legge 142 e a quasi otto dall'ultimo regolamento tipo presentato, Confcooperative ha ritenuto necessario aggiornare lo schema fornito alle proprie strutture territoriali.Il precedente intervento era avvenuto poco dopo le modifiche apportate alla Legge 142 dalla Legge 30/2003.Negli ultimi anni più che interventi legislativi, a parte l'importante Decreto legge 248/2007 in materia di contratto applicabile, abbiamo avuto disposizioni amministrative e un certo consolidarsi della giurisprudenza.Su questa in particolare è stato fatto per la prima volta un lavoro puntuale di ricognizione che ha portato ad enucleare una decina di temi con riflessi sul regolamento interno.Non tutte le posizioni della prassi e della giurisprudenza sono condivisibili; in alcuni casi, anche favorevoli alla cooperativa, non reggono al vaglio della magistratura. Quando lo abbiamo ritenuto possibile abbiamo segnalato delle alternative mettendo in evidenza i possibili rischi.Alcune novità legislative, seppure non specifiche, hanno avuto riflessi notevoli sui regolamenti interni. Per tutti basti pensare alle nuove tipologie di lavoro introdotte dal Decreto legislativo 276/2003, la riforma del diritto societario e la Legge 92/2012.Nella compilazione di questo schema si è tenuto conto di queste novità come pure di alcune soluzioni adottate da singole Confcooperative o Csa.Alcune questioni sono state oggetto di studi particolari: ristorni, piano di crisi, risoluzione del rapporto di lavoro del socio. I risultati di questi approfondimenti, per quanto riguarda l'articolato del regolamento, sono stati riportati nel presente schema.Altri temi invece sono ormai superati, oppure hanno acquisito un altro spessore. Si pensi ad esempio alla problematica relativa al termine per l'adozione del regolamento prorogato più volte fino al 31 dicembre 2003. All'epoca c'era il problema, ora risolto, delle cooperative già costituite. Per le neocostituite il regolamento deve essere adottato prima dell'inizio dell'attività lavorativa dei soci. In merito alle conseguenze di eventuali ritardi la giurisprudenza è di parere opposto rispetto alla prassi1 che subordinava l'utilizzo di alcune innovazioni introdotte dalla Legge 142 all'adozione del regolamento.Anche se lo stesso Ministero del lavoro ha precisato che il termine di legge relativo al deposito è soltanto ordinatorio (circolare n. 34 del 17-6-2002) non essendo previste sanzioni, Confcooperative ha sempre dato indicazioni per un puntuale rispetto dei tempi.Tra le questioni ormai superate vi è anche quella relativa alla possibilità che il regolamento preveda che la prestazione lavorativa del socio possa essere resa sulla base del mero adempimento dell'obbligazione assunta con il contratto sociale ovvero mediante il semplice conferimento societario. Con risposta a interpello (n. 34 del 19-8-2008) il Ministero ha chiarito che è necessaria la instaurazione di un ulteriore rapporto di lavoro (in forma subordinata, autonoma o in qualsiasi altra forma). Il tema può sembrare scontato, ma per diversi mesi sono circolati schemi di regolamento basati sull'unicità del rapporto, forse alimentati da equivoche ed isolate pronunce giurisprudenziali (v. Cass. n. 4415 del 24-2-2009).

In base al nuovo diritto societario il regolamento può essere approvato dall’assemblea ordinaria della cooperativa. Si tratta della soluzione migliore sia in termini di costi che di flessibilità rispetto a quella prospettata da altri dell'assemblea straordinaria, che richiede la presenza del notaio.Occorre ricordare che dall’1-1-2004 è comunque necessaria la maggioranza qualificata (assemblea ordinaria con la maggioranza prevista per l’assemblea straordinaria ai sensi dell’artico

1 Vedi Circolare INPS n. 33 del 4-2-2002

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2521, ultimo comma del CC). A prescindere dalle previsioni statutarie è opportuno porre in essere tutte le iniziative per favorire la massima partecipazione dei soci.Il regolamento approvato dall’assemblea deve essere consegnato a tutti i soci o almeno messo a disposizione. Su questo tema non vi sono previsioni di legge. Si tratta però di un comportamento, unito alle azioni per favorire la partecipazione dei soci, che qualifica positivamente la cooperativa.Sempre in tema di assemblea competente si ricorda che anche i piani di crisi aziendale devono essere deliberati dall’assemblea ordinaria.

I temi caldi sono però ancora quelli del 2003 che anticipiamo qui e che svilupperemo nel commento ai singoli articoli.

1. La questione di maggior rilievo riguarda la definizione del trattamento economico complessivo (articolo 3 comma 1 della Legge 142) in relazione alle modifiche apportate dalla Legge 30/2003 all’articolo 6 comma 2 della stessa legge (“…il regolamento non può contenere disposizioni derogatorie in pejus rispetto al solo trattamento economico minimo di cui all’art. 3, comma 1 …”).Gli aspetti retributivi del regolamento meritano una ulteriore considerazione di tipo generale. La pluralità dei tipi di contratto di lavoro deve rendere le cooperative ancora più attente agli aspetti della mutualità e dell’equità contemperando le diverse modalità di svolgimento del contratto di lavoro e le condizioni locali di mercato.

2. A questa è strettamente legata quella, sostenuta da parte della dottrina e della giurisprudenza, relativa all'applicazione integrale del Ccnl da parte di cooperative aderenti all'associazione che lo ha sottoscritto.In tema di contrattazione collettiva cui riferirsi c'è il già citato DL 248/2007 nel quale è precisato che i trattamenti economici complessivi dei soci non devono essere inferiori a quelli dettati dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale nella categoria.

3. Un argomento venuto di attualità anche per effetto della crisi è anche quello della distribuzione del lavoro in caso di contrazioni di attività. La posizione di Confcooperative è sempre stata di bilanciamento tra il principio dell'assegnazione ai soci della maggior quantità di lavoro possibile e quello dell'equilibrata gestione dell'impresa. Le posizioni degli enti previdenziali sono invece negative in materia.Il relativo articolo, n. 5, è stato modificato tenendo conto delle indicazioni contenute nella risposta a interpello 1/2013.

4. Nonostante alcune le prassi contrarie rimane vincolante la scelta della tipologia di contratto di lavoro in relazione alla effettiva modalità di svolgimento della prestazione lavorativa. La tendenza all'utilizzo improprio di contratti di collaborazione è molto diffusa nel nostro paese e non è certo una peculiarità della cooperazione, anzi nel nostro settore il fenomeno è più contenuto che in altri.Si tratta comunque di fenomeni da tenere monitorati e da contenere attraverso le previsioni del regolamento interno.

5. Rimane ancora irrisolto, o forse risolto in modo non soddisfacente, il nodo della compatibilità delle disposizioni di legge e di contratto con lo status del socio. Si tratta di un terreno da esplorare con maggior attenzione nella consapevolezza che si può andare in rotta di collisione con orientamenti giurisprudenziali e con convinzioni sindacali.

Molto del futuro della cooperazione di lavoro si gioca sulla capacità di creare nuove modalità di partecipazione dei soci. Il dualismo voluto della Legge 142 deve trovare una composizione nei fatti. Anche il regolamento interno può aiutare a raggiungere questo risultato attraverso soluzioni equilibrate.Presentando il vecchio regolamento, a volte ci siamo sentiti dire che era molto sbilanciato a favore della cooperativa. Abbiamo fatto tesoro di questa critica e abbiamo riletto il testo nell'ottica di un

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equilibrio che favorisca la crescita della cooperazione sana e tenda a preservare le strutture aziendali.

Il testo sul quale ci siamo basati è quello di fine 2003 presentato in convegni e incontri di studio.Ribadiamo ancora una volta che si sono volute fornire alcune linee di lavoro e non un prodotto di diretto utilizzo in tutte le situazioni. Ogni cooperativa dovrà preventivamente analizzare la propria situazione interna, le esigenze organizzative e dei soci, il contesto in cui opera e tutte le altre variabili. Soltanto a questo punto potrà, utilizzando questa traccia, predisporre il proprio regolamento. Lo stesso vale per le Confcooperative territoriali e per i Csa, se vogliono rendere un buon servizio ai propri associati.

_________

Lo schema risulta ancora suddiviso in tre parti più un'appendice.

La prima parte comprende una premessa e 9 articoli che riprendono i temi della legge sul socio lavoratore e alcune questioni di carattere generale. Si tratta di punti che il regolamento deve comunque affrontare. E’ opportuno che la premessa sia arricchita con un richiamo agli scopi mutualistici, peculiari della cooperativa (ad esempio la ricerca di migliori condizioni di lavoro) e ai principi che fondano il rapporto tra socio e cooperativa (che possono essere tratti anche da alcuni CCNL firmati da Confcooperative).Quando è necessario, gli articoli di tipo generale prevedono nella parte finale le norme specifiche per i diversi tipi di rapporto.

La seconda parte è specifica per i rapporti di tipo subordinato. Sono proposti anche alcuni articoli su aspetti di tipo generale che possono essere regolati in modo autonomo rispetto ai CCNL. Il disposto dell’articolo 6 comma 1 lettera b) della Legge 142/2001 prevede infatti che il regolamento contenga ”le modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative da parte dei soci, in relazione all’organizzazione aziendale della cooperativa e ai profili professionali dei soci stessi, anche nei casi di tipologie diverse da quella del lavoro subordinato”.Si tratta di una previsione abbastanza ampia che non può trovare un’unica risposta in questa bozza. Il regolamento infatti terrà conto, per i soci con contratto di tipo subordinato, anche di quanto previsto dal CCNL applicabile.

La terza parte è specifica per i soci con contratto diverso da quello subordinato e richiama alcune normative che in genere, per i lavoratori dipendenti, sono regolamentate dai contratti di lavoro. Data la molteplicità dei tipi di contratto, questa parte deve essere considerata, ancor più delle altre, come una traccia di lavoro.

Oltre al regolamento base è stato mantenuto il testo sui soci volontari delle cooperative sociali. Non è più considerato parte del regolamento in quanto gli stessi non hanno lo status di soci lavoratori. Ovviamente è possibile che una cooperativa sociale approvi insieme i due regolamenti. Volendo mantenere in collegamento è sufficiente che quello sui volontari sia richiamato in quello per i soci-lavoratori.

Alcune questioni non possono comunque esaurirsi nel regolamento ma richiedono un collegamento con lo statuto, a maggior ragione dopo l’approvazione della riforma del diritto societario. Nella tabella che segue sono indicati gli articoli del regolamento tipo dove è necessario un raccordo con lo statuto e i riferimenti agli articoli degli statuti tipo Confcooperative/Unicaf. Il regolamento è stato redatto tenendo conto di questi testi. Le cooperative che hanno adottato uno statuto dai contenuti diversi dovranno effettuare i necessari adattamenti. Tra le altre occorre valutare l’opportunità di prevedere norme specifiche in materia di esclusione e l’obbligatorietà di definire i criteri per il ristorno. Riteniamo però che il regolamento interno debba contenere, salvo alcune motivate eccezioni, soltanto le norme relative al rapporto di lavoro lasciando allo statuto il compito di regolare il

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rapporto associativo operando semmai opportuni rimandi a quest’ultimo.

Tabella di raccordo tra Regolamento 142/2001 e Statuti-tipo Cooperative di produzione e lavoro a mutualità prevalente (versione aggiornata al 11/11/2010)Regolamento 142/2001 Statuto-tipo Cooperativa S.p.A. di

produzione e lavoroStatuto-tipo Cooperativa S.r.l. di produzione e lavoro (sistema tradizionale di governance)

Art. 1, comma 1 Art. 3, comma 1 Art. 3, comma 1Art. 3, comma 1 Art. 8, comma 1, lettera c) Art. 8, comma 1, lettera c)Art. 5 Art. 8, comma 1, lettera d) Art. 8, comma 1, lettera d)Art. 8 Art. 23 Art. 23Art. 14 Artt. 10 e 11 Artt. 10 e 11Art. 15 Artt. 10 e 11 Artt. 10 e 11Art. 20 Art. 8, comma 1, lettera d) Art. 8, comma 1, lettera d)Art. 22 Artt. 10 e 11 Artt. 10 e 11Art. 27 Artt. 10 e 11 Artt. 10 e 11

La presente versione, come già le altre, non contiene norme specifiche in materia di “piano di avviamento” per le cooperative di nuova costituzione previsto dall’articolo 6 comma 1 lettera f) della Legge 142. La legge infatti subordina questo intervento alla stipula di accordi collettivi tra le associazioni cooperative e le organizzazioni sindacali dei lavoratori (ad oggi non ancora sottoscritti).

Ogni articolo è preceduto da un breve commento. Sono state inserite anche alcune ulteriori note come specifica del testo o formulazioni alternative a quella principale (sottolineate per metterle in evidenza).In alcuni casi sono state inserite anche note di commento relative alla “gestione” del regolamento. Ci è sembrato opportuno fornire un ulteriore supporto ai Csa nell'attività di servizio alle proprie cooperative clienti/associate.

Il regolamento deve essere adottato dalle cooperative di lavoro indipendentemente dal settore nel quale operano (scopo della cooperativa deve essere il procurare opportunità di lavoro per i soci) e dalla tipologia del rapporto instaurato coi soci (ad esempio cooperative artigiane).Rientrano in questo ambito anche le cooperative “miste” cioè quelle in cui accanto alla finalità del lavoro ve ne sono altre.Non rientrano invece le cooperative tra artigiani (cioè tra imprese artigiane) che hanno una natura di tipo “consortile”.

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Regolamento interno della cooperativa ...Sede legale ...

Codice fiscale – Partita Iva ...Albo società cooperative: numero... data iscrizione … sezione … categoria …

Registro imprese n. ...

IndicePrima parte - Norme generaliPremessaArticolo 1 – tipologie di soci lavoratoriArticolo 2 – modalità di individuazione del tipo di contratto Articolo 3 – compatibilità con altra attivitàArticolo 4 – comunicazione di ammissioneArticolo 5 – distribuzione del lavoroArticolo 6 – partecipazioneArticolo 7 – corresponsione delle remunerazioniArticolo 8 – ristorno Articolo 9 – situazione di crisi aziendaleSeconda parte - Norme specifiche per i soci con rapporto di lavoro subordinatoArticolo 10 – CCNL di riferimento per i soci con rapporto di lavoro subordinatoArticolo 11 – organizzazione del lavoroArticolo 12 – trattamento economico dei soci con contratto di lavoro subordinatoArticolo 13 – norme di comportamentoArticolo 14 – codice disciplinare e provvedimenti disciplinari Articolo 15 – risoluzione del rapporto di lavoro Articolo 16 – previdenza complementare Articolo 17 – esercizio dei diritti sindacali Articolo 18 – norme sulla sicurezza sul lavoro e indumenti di lavoroTerza parte - Norme specifiche per i soci con rapporto di lavoro diverso da quello subordinatoArticolo 19 – normativa applicabile ai soci non subordinati Articolo 20 – organizzazione del lavoroArticolo 21 – trattamento economico dei soci con contratto di lavoro non subordinatoArticolo 22 – norme generaliArticolo 23 – assenze Articolo 24 – norme sulla sicurezza sul lavoro e indumenti di lavoroArticolo 25 – infortunioArticolo 26 - malattiaArticolo 27 – risoluzione del rapporto di lavoro

Prima parte - Norme generali

Premessa

CommentoLa premessa del regolamento interno può costituire in luogo in cui inserire alcuni principi che connotano la cooperativa che possono essere tratti dallo statuto o da altri documenti interni o esterni alla cooperativa.L’entrata in vigore del regolamento deve essere contestuale o successiva all’approvazione da parte dell’assemblea, anche se alcuni effetti possono essere anticipati. E' però opportuno indicare nella premessa del regolamento le ragioni dell’eventuale entrata in vigore differita nel tempo, specie se il differimento è di alcuni mesi (ad esempio per affrontare i costi maggiori che il regolamento comporta o i mutamenti organizzativi dati dalle diverse tipologie di rapporto di lavoro).

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Il deposito alla Direzione provinciale del lavoro non è elemento fondamentale per l’entrata in vigore. Si tratta però di un adempimento obbligatorio che da pubblicità al testo.E' stato superato l'inserimento nel regolamento interno di un allegato per i soci volontari delle cooperative sociali. C'è infatti che propende per un regolamento apposito considerato che quello dei volontari un rapporto non di lavoro. E' comunque possibile creare un raccordo tra i due.Al comma 6 è stata prevista la procedura per la certificazione del regolamento. Si tratta di una opportunità introdotta nel nostro ordinamento dal Dlgs 276/2003. Di fatto però si tratta di un istituto poco utilizzato e che desta molte perplessità (c'è infatti il timore che certificazioni poco “meditate” legittimino regolamenti non corretti. La procedura è di tipo volontario e considerando le perplessità sopra esposte, si è optato per una delega all'Organo amministrativo da esercitare qualora se ne ravvisi l'opportunità.

1. Il presente regolamento interno E’ stato approvato in data ... dall’assemblea della cooperativa, regolarmente convocata, ai

sensi dell’articolo 6 della Legge 3-4-2001 n. 142 ed entra in vigore dal giorno ... Potrà essere modificato con delibera dell’assemblea ordinaria dei soci. Esso verrà depositato, entro 30 giorni, presso la Direzione Provinciale del Lavoro.

I precedenti regolamenti interni sono stati approvanti nelle seguenti date ...2

2. Il presente regolamento disciplina le tipologie e le modalità di prestazioni lavorative con le quali ogni socio concorre al perseguimento dello scopo mutualistico della società. Salvo diversa indicazione le presenti norme, si intendono applicabili a tutte le categorie di soci indicate all’articolo 13. I contratti e gli accordi collettivi richiamati si intendono applicabili per le materie non trattate nel presente regolamento interno.4.

3. Per quanto non previsto dal presente regolamento si farà riferimento allo statuto, alle delibere degli organi sociali, alle disposizioni di legge applicabili.

4. I soci lavoratori della cooperativa: concorrono alla gestione dell’impresa partecipando alla formazione degli organi sociali e

alla definizione della struttura di direzione e conduzione dell’impresa; partecipano alla elaborazione di programmi di sviluppo e alle decisioni concernenti le scelte

strategiche, nonché alla realizzazione dei processi produttivi dell’azienda; contribuiscono alla formazione del capitale sociale e partecipano al rischio d’impresa, ai

risultati economici ed alle decisioni sulla loro destinazione; mettono a disposizione le proprie capacità professionali anche in relazione al tipo e allo

stato dell’attività svolta, nonché alla quantità delle prestazioni di lavoro disponibili per la cooperativa stessa.5

2 Si tratta di una informazione non essenziale, ma utile se si devono ricostruire situazione passate.3 Per le cooperative sociali, se si vuole creare un raccordo col regolamento per i volontari, si può aggiunge:

Per i soci volontari è stato previsto un apposito regolamento (allegato) al presente.4 Questo comma ha lo scopo precauzionale di non rendere applicabile automaticamente l'intero Ccnl. Il

testo proposto prevede una sostituzione delle norme contrattuali con quelle del regolamento (per le parti non riprese si farà riferimento al Ccnl). Se si opta per un'applicazione “meno automatica del Ccnl il paragrafo deve essere sostituito dal seguente tenendo presente che, per evitare vuoti normativi, dovranno essere riportati nel regolamento tutti gli articili del Ccnl che si intende applicare senza modifiche.

I richiami alla contrattazione collettiva e/o ad accordi collettivi eventualmente applicabili, sono riferiti al trattamento economico e alle parti esplicitamente richiamateIn tutti i casi è necessario valutare attentamente le norme la modificare (ad esempio alcune materie sono demandate alla contrattazione collettiva e non al regolamento interno). Su questo tema vedere il commento all'articolo 10.

5 In questo comma è riportato esattamente quanto contenuto nell'articolo 1 comma 3 della Legge 142/2001. E' consigliabile che ogni cooperativa personalizzi il regolamento inserendo i principi che ne hanno ispirato la costituzione e che la governano.

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5. Il rapporto di lavoro dei soci, pur se ulteriore rispetto a quello sociale, trova in quest’ultimo il suo fondamento in quanto la cooperativa ha lo scopo6 di fornire opportunità di lavoro ai propri soci.

6. Il contenuto del presente regolamento potrà essere sottoposto a certificazione ai sensi del DLGS 276/2003. L'Organo amministrativo è delegato a valutare l’opportunità di accedere a tale certificazione e ad espletare tutti gli adempimenti.

Articolo 1 – tipologie di soci lavoratori

Commento L'articolo 6 comma 1 della Legge 142 ha previsto che “... le cooperative di cui all’articolo 1 definiscono un regolamento, approvato dall’assemblea, sulla tipologia dei rapporti che si intendono attuare, in forma alternativa, con i soci lavoratori...” La circolare del Ministero del lavoro 37/2002 ha ribadito l’unicità del rapporto di lavoro che lega il socio alla cooperativa 7. A nostro avviso è comunque ammissibile che al socio con rapporto di tipo subordinato possano essere corrisposti compensi in quanto amministratore (in questa sede ci riferiamo agli amministratori intesi come componenti dell'organo amministrativo e non agli impiegati amministrativi). Se da un lato, infatti, quello di amministratore è un reddito tipico di collaborazione coordinata e continuativa, dall'altro si tratta di una funzione obbligatoria per legge. Si può quindi ragionevolmente pensare che il rapporto da amministratore non debba essere considerato alternativo a quello di socio-lavoratore con contratto subordinato o di altro tipo.Questa posizione è ancor più pacifica quando gli amministratori percepiscono un semplice gettone di presenza.E' anche presente la prassi di cooperative costituite da soci, a volte tutti, remunerati con compenso da amministratore. Si tratta di una impostazione di dubbia tenuta. Se infatti quello di amministratore non può essere considerato un rapporto di lavoro, ci troveremmo con cooperative di lavoro senza soci lavoratori, aprendo un problema anche sul fronte societario.

Sempre in materia di amministratori ricordiamo che l'Inps con messaggio n. 12441 dell'8-6-2011 ha ribadito l'incompatibilità di un rapporto di lavoro subordinato per coloro che ricoprono la carica di amministratore unico di cooperativa. Questa interpretazione, peraltro consolidata e riferibile a tutte le società, supera un precedente orientamento molto più restrittivo dell'Istituto (messaggio n. 15031 del 7-6-2007).

E’ stata prevista la possibilità di ricorrere a contratti di lavoro di tipo subordinato anche a tempo determinato anche di tipo stagionale. La scelta di queste tipologie deve essere giustificata dalla modalità di svolgimento della prestazione. E' abbastanza evidente, ad esempio, che una cooperativa forestale potrà assumere i soci con contratto stagionale.In ambito di lavoro subordinato è utilizzabile il lavoro a tempo parziale, ripartito (che ne può essere considerato una variante), a chiamata. Quest'ultima è una tipologia molto particolare che va utilizzata con attenzione soprattutto nei confronti dei soci verificando la sussistenza dei requisiti di legge. Bisogna in particolare evitare di impiegare i soci come lavoratori a chiamata senza però averlo formalizzato. La liceità dell'utilizzo del lavoro a chiamata è avvalorata dal messaggio Inps n. 3981 del 16-2-2011 che, intervenendo in materia indennità di disoccupazione per i soci delle cooperative ex Dpr 602/1970, ne sancisce il possibile utilizzo.E' inoltre possibile utilizzare il contratto di apprendistato essendo venute a cadere le obiezioni dell'Inps (l'apprendista non poteva essere socio perché non in grado di esercitare

6 Se la cooperativa è “mista”, cioè ha altri scopi oltre a quello di lavoro, in luogo di “lo scopo” inserire: ...tra i suoi scopi quello... Il comma può essere integrato riportando quanto previsto nello statuto tra gli scopi.

7 Col tipico approccio che lascia aperte più strade, la circolare così recita: “L'inciso della norma sulla circostanza che tale previsione debba essere introdotta in forma alternativa, farebbe escludere la possibilità che lo stesso socio possa avere contemporaneamente un rapporto subordinato e uno di collaborazione cosa che invece accade di frequente con gli amministratori che sono anche soci lavoratori di cooperative”.

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l’arte o il mestiere che formano l’oggetto sociale della cooperativa, avendo bisogno di una formazione). Con l'entrata in vigore della Legge 142 questa posizione è stata superata.Anche se si tratta di una pratica poco diffusa, riteniamo che gli apprendisti possano essere inseriti nella categoria speciale di soci di cui all'art.. 2527 cc.

Per quanto riguarda il contratto di tipo subordinato nel regolamento è stata adottata una formulazione ampia per lasciare aperta la possibilità all’utilizzo dell’apprendistato, del lavoro intermittente, ripartito ecc. (richiamati comunque all’articolo 5). Nella stessa logica è stata inserita la specifica sui contratti di tipo formativo.

Da ricordare infine che con diverse risposte a interpello (18-7-2005, 23-1-2006...) il Ministero del lavoro ha ritenuto applicabili gli sgravi previsti dalle 223/1991 e dalla Legge 407/1990 anche in caso di assunzione di soci-lavoratori di cooperative (a condizione che sia adottato il regolamento interno). Alla stessa condizione l'Inps (circolare n. 33/2002) ha previsto la possibilità di instaurare rapporti diversi da quelli di tipo subordinato. Queste interpretazioni hanno recepito la duplicità del rapporto togliendo ogni dubbio circa l’utilizzo dei contratti a causa mista. Per completezza occorre dire che la giurisprudenza non ritiene indispensabile l'adozione del regolamento, ma si tratta di una questione puramente teorica, almeno per noi.

E' stato poi previsto l'utilizzo di contratti di tipo autonomo (con liberi professionisti, collaboratori coordinati e continuativi, agenti e rappresentanti, artigiani, commercianti, coltivatori diretti o imprenditori agricoli) utilizzando la previsione abbastanza generale dell’articolo 1 comma 3 della Legge 142/2001 “… o in qualsiasi altra forma…”. I contratti di collaborazione coordinata e continuativa, in base alle modifiche introdotte dal Dlgs 276/2003, devono essere ricondotti a un progetto / programma di lavoro. Si tratta quindi di rapporti di lavoro a tempo determinato. Questo comunque non è di ostacolo all’utilizzo con soci-lavoratori visto che è ritenuta possibile che il socio svolga la propria attività lavorativa, sia subordinata sia autonoma, soltanto in alcuni periodi determinati. E' anche possibile utilizzare il contratto di collaborazione senza progetto per le categorie previste dal Dlgs 276. Tra queste ci sono anche le cosiddette mini-cococo. Il loro utilizzo è possibile considerato che si tratta di contratti in cui è presente il fattore del coordinamento. Vi è un aspetto di durata, molto breve, che può rendere problematico, nella pratica, l'impiego.

In caso di contratto di lavoro a tempo determinato occorre tenere presente che invece il rapporto societario non può avere un termine (nella categoria speciale è prevista una verifica di conferma). Quando, per la natura dell'attività, sono instaurati contratti a termine con successive riassunzioni è opportuno inserire una specifica nel regolamento e nello statuto in modo da non dover fare continue esclusioni e ammissioni.

Per quanto riguarda l’ammissione al lavoro di soci artigiani, commercianti, coltivatori o professionisti occorre tenere presente che nelle cooperative di lavoro possono essere soci lavoratori autonomi solo coloro che svolgono personalmente l'attività lavorativa (è escluso il coinvolgimento dell'impresa o dello studio).

Non è possibile instaurare un rapporto di socio-lavoratore con tutti quei soggetti che non sono, appunto lavoratori quali ad esempio LSU, tirocinanti e volontari delle cooperative sociali .Come accennato in premessa per questi ultimi è stato previsto uno specifico regolamento.

Anche il lavoro accessorio non appare utilizzabile per i soci vista la sua occasionalità, esplicitamente esclusa dall'articolo 1 comma 3 della Legge 142. Per la stessa motivazione riteniamo non applicabili al socio i contratti i lavoro autonomo occasione (nel quali non vi è coordinamento col committente).

Non è stata prevista la possibilità di utilizzare il contratto di associazione in partecipazione.Su questo tema si confrontano due posizioni. Chi è possibilista valorizza l'interesse immediato e diretto del socio all'andamento della cooperativa già in sede di prestazione lavorativa. Chi è contrario ritiene incompatibile che l'associante (la cooperativa) attribuisca all'associato (socio) una partecipazione agli utili della sua impresa di uno o più affari verso il corrispettivo di un determinato apporto (art. 2549 cc).

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Riteniamo infine che, ad alcune condizioni, possano rientrare tra i soci-lavoratori anche le categorie di lavoratori di cui articolo 67 lettera m) del Tuir. La norma, unitamente al successivo articolo 69, prevede che non siano imponibili fino all'importo di 7.500,00 euro annui le indennità di trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i premi e i compensi erogati, tra gli altri, nell'esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche dagli enti di promozione sportiva e da qualunque organismo, comunque denominato, che persegua finalità sportive dilettantistiche e che sia riconosciuto dal CONI, dalle Federazioni sportive nazionali, dall'Unione Nazionale per l'Incremento delle Razze Equine (UNIRE). L'esenzione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale di natura non professionale resi in favore di società e associazioni sportive dilettantistiche.A nostro avviso la norma non contrasta con l'articolo 1 comma 3 della Legge 142. Il compenso relativamente modesto infatti non è indice di occasionalità.La principale condizione per ricomprendere queste categorie tra i soci, e in particolare gli sportivi dilettanti, è che il rapporto tra socio e cooperativa sia effettivamente di lavoro (è da escludere il caso le erogazioni consistano soltanto indennità di trasferta o rimborsi spese) e che si svolga in modo coordinato.

1. Tra socio e cooperativa potrà essere instaurato uno dei seguenti rapporti:8

di lavoro subordinato, nelle varie tipologie possibili, anche formative, compatibili con lo stato di socio

in qualità di artigiano, commerciante, coltivatore diretto9

libero professionali di collaborazione coordinata e continuativa in qualità di agente o rappresentante10

2. E’ inoltre possibile la scelta di qualsiasi altro tipo di contratto di lavoro, anche di nuova introduzione nell’ordinamento italiano, purché compatibile con lo stato di socio.11

3.12

Articolo 2 – modalità di individuazione del tipo di contratto13

CommentoCome già detto nella presentazione da sempre Confcooperative ritiene che la scelta del tipo di contratto dipenda dalle effettive modalità con le quali si svolge effettivamente il rapporto di lavoro. Ad esempio non è possibile instaurare coi soci rapporti di tipo collaborazione

8 Se si intende adottare un'unica tipologia contrattuale inserire questo comma in luogo di quello di tipo generale.1. I soci potranno attivare con la cooperativa esclusivamente un contratto di lavoro di tipo ... in quanto non viene previsto alcun altro tipo di rapporto di lavoro per i soci.

9 Eventualmente togliere le tipologie che non interessano10 Solo per cooperative agricole che utilizzano soci per attività stagionali : In considerazione della specificità

dell'attività della cooperativa e in coerenza con quanto previsto dalla vigente legislazioni in materia di lavoro agricolo, i soci lavoratori con rapporto di lavoro di tipo subordinato che svolgono mansione di operaio potranno essere inquadrati come stagionali (operai a tempo determinato).

11 E' stato previsto un comma contenente una affermazione di principio per consentire l'utilizzo di nuovi tipi di contratto che dovessero essere introdotti dalla legislazione. Questa dicitura era stata prevista soprattutto nella fase in cui erano in corso di definizione nuove tipologie contrattuali. Oggi è probabilmente meno utile che in passato.

12 Nella precedente versione, per le cooperative già in attività era stato previsto il seguente comma per passare dal vecchio al nuovo regime. Lo si riporta per memoria. La cooperativa provvederà, entro ... giorni dall’approvazione del presente regolamento, a confermare al socio il tipo di contratto in essere se non si verificano variazioni ovvero a definire un nuovo contratto di lavoro.

13 Da inserire soltanto se è prevista una pluralità di tipi di rapporto di lavoro.

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coordinata e continuativa per mansioni non riconducibili a progetti o programmi di lavoro, oppure che comportano l'esercizio, da parte della cooperativa, del potere di direzione e disciplinare. Questo articolo si ispira al principio appena esposto.Sono anche previste le modalità per disciplinare eventuali cambiamenti del tipo di contratto richiesti dal socio nel rispetto dei criteri sopra richiamati. Le modalità per le modifiche alla tipologia contrattuale che derivano da particolari situazioni collegate alla quantità di lavoro disponibile sono contenute nell’articolo 5 al quale rimandiamo.

1. L’individuazione del tipo di contratto di lavoro tra socio e cooperativa deve essere operata in funzione del raggiungimento degli scopi della cooperativa tenuto conto:14

del contesto operativo dove la prestazione verrà effettuata; del possesso da parte del socio delle professionalità richieste; del possesso da parte del socio degli eventuali titoli e/o iscrizioni ad albi, elenchi, ordini ecc.; delle caratteristiche, delle modalità e dell’organizzazione con cui si svolgerà il rapporto di

lavoro; del tipo di lavoro disponibile nella cooperativa.

2. E’ possibile modificare il tipo di rapporto di lavoro instaurato, previa sottoscrizione di un nuovo contratto individuale, a condizione che siano rispettate le condizioni sopra indicate. Qualora sia il socio a richiedere la modifica, la trasformazione potrà avvenire a condizione che la cooperativa abbia la possibilità di adibire il socio a lavori compatibili con la tipologia richiesta.

Articolo 3 – Compatibilità con altra attività

CommentoLa soluzione proposta prevede la possibilità di svolgere altra attività lavorativa senza autorizzazioni, ma soltanto previa comunicazione. L’articolo ha portata generale, anche per i soci subordinati, in quanto si ritiene poco opportuno un divieto o un sistema autorizzativo. Ovviamente l’attività non deve essere in contrasto o in concorrenza con quella della cooperativa. Nella stesura di queste norme, soprattutto se si intende adottare sistemi più rigidi, si deve tener conto della presenza di soci con contratto a tempo parziale che potrebbero avere la necessità di svolgere altre attività lavorative. Ancora più significativo è il problema rispetto ai lavoratori a chiamata senza obbligo di risposta: in questo caso il socio potrebbe rimanere a disposizione per lunghi periodi senza retribuzione e senza poter prestare lavoro analogo per un altro datore di lavoro. E’ comunque necessario verificare cosa stabilisce lo statuto in materia. La presenza di norme troppo rigide potrebbe rendere impossibile avere soci con rapporto diverso da quello subordinato.

1. I soci, indipendentemente dal tipo di contratto instaurato, possono prestare la loro attività anche presso altri datori di lavoro o committenti previa autorizzazione dell'Organo amministrativo della cooperativa e sempre che l’attività in questione non sia in contrasto con le finalità mutualistiche della cooperativa e/o con le norme del decreto legislativo 66/2003. 15

14 In relazione alle specificità dell'attività svolta, è possibile integrare questi punti con altri che diano il senso dell'effettività del rapporto di lavoro.

15 L'articolo può essere reso meno rigido sostituendo la locuzione “previa autorizzazione” con “previa comunicazione”. E' anche possibile prevedere una normativa meno rigida per la generalità dei lavoratori (si pensi a tutti i comparti caratterizzati da lavoro a tempo parziale, cambi di appalto ecc. (comma 1) e un regime più rigido per le categorie più elevate (comma 2).1. I soci, indipendentemente dal tipo di contratto instaurato, possono prestare la loro attività anche presso altri datori di lavoro/committenti sempre che l’attività in questione non sia in contrasto con le finalità mutualistiche della cooperativa e con il rapporto di lavoro in essere tra la cooperativa e il socio interessato.

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Articolo 4 – comunicazione di ammissione

CommentoSi è preferito mantenere un unico articolo, di tipo generale, in merito alla comunicazione di ammissione. Per i diversi tipi di rapporto sono previsti i commi 4 e 5. Qualora fosse necessario, nelle parti specifiche è possibile inserire ulteriori articoli che possono eventualmente comprendere anche adempimenti particolari da parte del socio (soprattutto in presenza di tipologie contrattuali particolari). Riteniamo possibile, inserendo una specifica clausola nella lettera di assunzione, ampliare il periodo di prova previsto dai CCNL fino ad un massimo di sei mesi di calendario (limite di legge) a condizione che la norma valga per entrambe le parti. A questo fine, per dare il senso di una norma collettiva e non individuale, è opportuno riportare nel regolamento l'articolo del CCNL con le modifiche ai periodi. Analogamente, riteniamo possibile, inserendo una specifica clausola nella lettera di assunzione, modificare il periodo di preavviso previsto dal CCNL.

1. L'ammissione al lavoro verrà comunicata al lavoratore, che vi dovrà aderire a norma dell'articolo 1 della Legge 142/2001, in forma scritta, attenendosi a quanto disposto dal presente regolamento.

2. Il socio dovrà consegnare la documentazione necessaria per lo svolgimento del contratto di lavoro. L'Organo amministrativo è delegato a predisporre, per ogni tipo di contratto l’elenco dei documenti richiesti. Il socio è inoltre tenuto a comunicare tempestivamente tutte le successive variazioni.

3. Il trattamento dei dati personali verrà attuato nel rispetto delle disposizioni di legge in materia.

4. In caso di contratto di tipo subordinato saranno indicati tutti gli elementi previsti dalle disposizioni di legge in materia.

5. Per tutti gli altri tipi sarà stipulato un apposito contratto in base alle norme specifiche del rapporto di lavoro contenente tutti gli elementi necessari per il regolare il conferimento del lavoro.

Articolo 5 – distribuzione del lavoro

CommentoL'articolo è stato scritto mettendo in risalto gli aspetti cooperativi rispetto a quelli di lavoro. E' stato cioè enfatizzato il ruolo della cooperativa nella ricerca e distribuzione del lavoro, ruolo forse più ideale che concreto e più riferito al settore dei servizi che a quello manifatturiero.Con questo articolo è stata esercitata una delle più significative puntualizzazioni rispetto a quanto previsto dai contratti collettivi di lavoro. Si è infatti ritenuto che i regolamenti debbano contenere esplicitamente le modalità di reperimento e di distribuzione del lavoro.A fianco dei principi di tipo generale e di gestione ordinaria della cooperativa, è delineata la modalità di intervento in caso di carenza di lavoro.Questo tema è affrontato alla luce delle indicazioni contenute nella risposta all'interpello 1/2013 del Ministero del lavoro e si intreccia, o può intrecciarsi, con le procedure per la definizione di un piano di crisi aziendale.La prima parte del comma 1 riprende alcuni principi generali. Considerate le differenze tra il settore dei servizi e quello manifatturiero ne sono state predisposte due versioni.E' ribadito l'impegno della cooperativa a favorire la massima occupazione dei soci.Per la prima volta è introdotto nel regolamento tipo l'affermazione della priorità dei soci rispetto agli altri lavoratori nella ripartizione del lavoro. Si tratta di un tema molto delicato che non è ancora supportato dalla giurisprudenza. A noi sembra che se una specificità dei soci

2. Per quanto riguarda i soci che appartengono all’area dirigenziale, direttiva, all’area quadri e all’area impiegatizia con funzioni di responsabilità, è vietato lo svolgimento di attività sia in forma autonoma che subordinata presso altre aziende, salva espressa autorizzazione scritta dell'Organo amministrativo.

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deve esserci, questa si deve esplicitare in particolare in questo ambito.Il comma 2 richiama la possibilità di instaurare contratti di lavoro a tempo parziale, a tempo determinato, ripartito, a chiamata ecc. Mentre sulla prima tipologia non esistono problemi ormai da alcuni anni, sulla seconda si registrano ancora opinioni divergenti. Si ritiene possibile mettere in atto un contratto di lavoro a tempo determinato con il socio (ovviamente nel rispetto delle norme di legge) anche se questa opportunità deve essere utilizzata con cautela e senza generare abusi. Le cooperative operanti in settori fortemente soggetti alla stagionalità (forestali, agricole, di manutenzione del verde ecc.) possono introdurre il concetto del tempo determinato già nell’articolo 1 (si veda la relativa nota). Il comma si chiude affrontando il tema della richiesta di lavoro supplementare in caso di lavoro a tempo parziale e di straordinario. In quest'ultimo caso si è optato per utilizzare il riferimento al limite massimo previsto dalla legge, piuttosto che a quelli, in genere più bassi dei contratti. La scelta ci è sembrata coerente con le affermazioni del citato interpello n. 1/2013.Il comma 3 regolamenta il caso, molto delicato, della mancanza di lavoro limitata ad una tipologia contrattuale. Il tema è stato affrontato in termini generali nell'articolo 2 del presente regolamento.Il quadro è completato dal comma 4 sul distacco di personale. Il tema è visto sia come necessità “ordinaria” della cooperativa sia come strumento temporaneo per far fronte a situazioni di crisi occupazionali.Nel comma 5 sono concentrai i temi relativi alla carenza di lavoro.L'Inps ha più volte preso posizione contro la sospensione per mancanza di lavoro. La circolare n. 37/2007 (emanata in occasione del superamento del sistema dei salario convenzionali ex Dpr 602/1970) ha precisato che gli unici periodi di assenza che consentono di tenere conto, nel calcolo della retribuzione imponibile, delle giornate effettive di occupazione, sono quelli individuati dalla normativa vigente in materia di cause legali di astensione dal lavoro (ad esempio malattia, maternità) e che i contributi previdenziali sono dovuti dalla data di inizio del rapporto di lavoro del socio lavoratore e per tutta la durata dello stesso.Questa posizione è ripresa anche in alcune sentenze di cassazione che, pur riferite a cooperative soggette a salario convenzionale, richiamano le ipotesi protette di astensione dal lavoro per le quali la legge riconosce la contribuzione figurativa.Ovviamente tutta la questione, anche in termini contributivi, assume tutt'altro aspetto se si effettuano riduzioni di orario in presenza di un piano di crisi.Sul tema è intervenuto il Ministero del lavoro prima con la nota del 14-2-2012 in risposta alla DTL di Piacenza. In quell'occasione, anche per il caso molto particolare prospettato, il Ministero aveva negato ogni possibilità di sospensione dei soci per mancanza di lavoro.Con la risposta a interpello n. 1/2013 (24-1-2013) il Ministero ha mostrato una linea più equilibrata ponendo alcune condizioni all'introduzione nel regolamento interno di modalità di sospensione/riduzione dell'orario di lavoro.Pur avendo tenuto conto di queste indicazioni occorre segnalare che si tratta comunque di una materia da trattare con prudenza considerato che non è ancora stato chiarito come queste sospensioni impattano sul pagamento dei contributi previdenziali e comunque i singoli soci hanno la possibilità di opporsi a questi provvedimenti.In tutti i casi si è ritenuto di delineare procedure trasparenti, basate sul coinvolgimento dei soci.Il comma 6 disciplina i casi di rifiuto del socio in caso di nuove offerte di lavoro.E' anche prevista una norma per evitare il licenziamento del socio che rimane in forza a seguito di cambio di appalto. Questo come altri punti dell'articolo si riferiscono ovviamente a cooperative che operano nel settore dei servizi con una pluralità di committenti.La specifica sull’applicazione di queste norme a tutte le tipologie di rapporto di lavoro contenuta nell'ultimo comma. Si tratta di una questione particolarmente delicata, ma che riteniamo debba essere ribadita in termini di principio.Questo vale anche per i lavoratori a tempo parziale per i quali comunque al comma 2 è stata stabilita una norma di tutela relativamente all'aumento dell'orario rispetto a quello pattuito. Occorre comunque segnalare che le modifiche ai contratti a tempo parziale sono regolamentate dalla legge (in particolare è prevista la volontarietà) e non sono previste eccezioni per i soci di cooperativa. Il pratico utilizzo di questo strumento deve essere valutato con attenzione e potrebbe scontrarsi con un orientamento contrario della

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giurisprudenza. Dal punto di vista operativo si consiglia di indicare nella lettera di assunzione la possibilità di sospensione o riduzione di orario non retribuita in caso di mancanza di lavoro.

1. La cooperativa provvede all'acquisizione del lavoro e alla relativa redistribuzione a ogni socio in base alle mansioni assegnate, alla professionalità posseduta, al grado di responsabilità acquisita e al tipo di contratto in essere. Tale ripartizione dovrà essere effettuata, in base ai criteri di cui al presente comma, con la massima equità.oppure1. La cooperativa provvede all'acquisizione del lavoro e alla organizzazione dell'attività produttiva, amministrativa e commerciale tenendo conto del personale in forza, delle relative mansioni, della professionalità posseduta, del grado di responsabilità acquisita e del tipo di contratto in essere. L'impiego del personale dovrà essere effettuato, in base ai criteri di cui al presente comma, con la massima equità.16

La cooperativa si adopererà per favorire, compatibilmente con le esigenze produttive e di servizio, il massimo di lavoro possibile per i soci privilegiando l’occupazione di quelli le cui capacità professionali siano maggiormente rispondenti alle richieste della committenza o alla tipologia del lavoro.Gli stessi criteri saranno utilizzati al momento dell’ammissione al lavoro nel caso in cui il numero dei soci in attesa sia superiore ai posti disponibili.17

Qualora non sia possibile scegliere sulla base dei criteri di cui ai precedenti commi, si darà prevalenza al socio con maggiore anzianità di iscrizione al libro dei Soci.La cooperativa darà priorità al lavoro dei soci-lavoratori rispetto a quello di eventuali altri lavoratori.

2. Se questo è compatibile con la natura del lavoro e con le esigenze della cooperativa e del socio è possibile stipulare contratti di tipo subordinato a tempo parziale e/o a tempo determinato e/o di lavoro ripartito e/o di lavoro intermittente o in qualsiasi altra forma compatibile con lo status di socio-lavoratore. Per tali tipologie, salvo quanto eventualmente previsto dal presente regolamento, si farà riferimento alle norme di legge o del Ccnl di riferimento.In tale ipotesi i trattamenti retributivi e contributivi si intendono riproporzionati in funzione della ridotta attività lavorativa.In caso di lavoro a tempo parziale la cooperativa potrà comunque richiedere prestazioni eccedenti a quelle previste dal contratto individuale del socio nel rispetto della vigente legislazione e del Ccnl di riferimento.Per quanto riguarda i limiti del lavoro straordinario si farà riferimento a quanto previsto dalle disposizioni di legge vigenti in materia.18

3. Se non è possibile assicurare il lavoro secondo la tipologia contrattuale concordata, la cooperativa in primo luogo valuterà la possibilità di offrire al socio una occupazione in un diverso cantiere/reparto o, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 2 del presente regolamento, con una diversa tipologia contrattuale.

4. La cooperativa, per far fronte a proprie esigenze, ovvero per salvaguardare i livelli occupazionali, potrà distaccare propri soci presso un altro datore di lavoro. Il distacco avverrà nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge e del presente regolamento. Il distacco non comporterà per i soci interessati la riduzione della retribuzione percepita o l’adibizione a mansioni inferiori a quelle svolte in precedenza.

5. Qualora si verificasse una mancanza di lavoro tale da richiedere riduzione di orario e/o sospensione dell'attività per i soci di durata e entità significativa, sarà adottata la seguente procedura.

16 Sono ipotizzare due versioni di questo comma, che peraltro è opportuno adattare alle specificità di ciascuna cooperativa, con riferimento alle imprese di servizi e manifatturiere.

17 Da verificare con area fiscale-societaria18 Si è ritenuto di tenere soltanto il riferimento di legge e non a quello di contratto

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L'Organo amministrativo effettuerà un esame preventivo e, a fronte di situazioni di particolare gravità e di notevole impatto sull'attività della cooperativa, proporrà all'assemblea dei soci un piano di crisi aziendale ai sensi dell'articolo 6 commi lettere d) ed e) della Legge 142/2001 e dell'articolo 9 del presente regolamento. A titolo esemplificativo la mancanza di lavoro può essere determinata da carenza di ordini/commesse, non economicità degli ordini/commesse reperibili sul mercato, impossibilità di reperire le risorse per far fronte alle richieste di mercato, disdetta o cambio di appalto nei quali non sia possibile il completo passaggio del personale, rinuncia ad appalti/commesse per inadempienza contrattuale del cliente.Nelle situazioni sopra descritte, qualora non fosse possibile individuare soluzioni alternative quali quelle indicate ai punti precedenti, il rapporto di lavoro col socio sarà sospeso ovvero sarà ridotto l'orario di lavoro senza diritto alla remunerazione in attesa di poter offrire allo stesso una nuova opportunità di lavoro idonea. La cooperativa adotterà prioritariamente tutti gli strumenti di protezione previsti dalla legislazione vigente in materia di integrazione del reddito.Salvo casi di urgenza, la comunicazione di sospensione sarà effettuata in forma scritta e conterrà le motivazioni.Nell'adozione di questi provvedimenti si terrà conto della professionalità del socio, del suo positivo inserimento nel contesto lavorativo (cantiere, reparto ecc.), dell'eventuale valutazione dei committenti, dei carichi familiari e dell'anzianità di servizio.Compatibilmente con le esigenze produttive, con le richieste dei committenti e nel rispetto dei criteri indicati al capoverso precedente, sarà adottata la rotazione del personale.

6. Con riferimento a quanto previsto ai precedenti commi 3), 4) e 5) del presente articolo, le proposte ai soci lavoratori saranno formulate per iscritto e gli stessi saranno tenuti a rispondere per iscritto entro cinque giorni dal ricevimento della proposta.Considerato il carattere essenziale del rapporto mutualistico nelle relazioni tra il socio lavoratore e la società cooperativa, in caso di rifiuto del socio, reiterato tre volte, di accettare le proposte contrattuali riguardanti una delle tipologie di contratto di cui all’articolo 1, si configura un grave inadempimento agli obblighi contrattuali assunti e la oggettiva indisponibilità o impossibilità a concorrere al raggiungimento degli scopi sociali; detto inadempimento sarà causa di esclusione da socio ai sensi dell’art. ….., lett. ….) dello Statuto.

7. In caso di perdita di appalto, i soci che non dovessero passare in forza al nuovo datore di lavoro, non saranno licenziati, ma saranno sospesi senza retribuzione per un periodo massimo di … mesi per valutare le possibilità di reimpiego degli stessi.

8. Le norme di cui al presente articolo sono applicabili a tutti i soci indipendentemente dal tipo di contratto in essere.

Articolo 6 – partecipazione

CommentoIl tema della partecipazione è uno di quelli cruciali per il futuro della cooperazione di lavoro. Non solo perché è un elemento importante nel dibattito europeo, ma anche perché si tratta di uno degli elementi caratterizzanti della cooperazione.L’articolo vuole richiamare i soci al diritto/dovere di partecipare alla vita della cooperativa e gli amministratori a favorire questa partecipazione. Gli aspetti relativi alle modalità di critica e di proposta devono essere adattati alla situazione specifica.Anche questo è un articolo che si presta fortemente alla personalizzazione.

1. Tutti i soci hanno uguali diritti ed uguali doveri, indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro instaurato. Ogni socio deve attenersi alle delibere degli organi sociali della cooperativa.

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Nella cooperativa sono vietate discriminazioni tra i soci basate sulla razza, il colore, l’ascendenza o l’origine nazionale o etnica, le convinzioni e le pratiche religiose, politiche o sindacali.

2. Tutti i soci sono tenuti a partecipare alle riunioni e alle assemblee indette dall'Organo amministrativo; sono altresì tenuti al segreto per quanto riguarda i contenuti delle Assemblee e delle relative Delibere e, in ogni caso, con riferimento a fatti, circostanze e informazioni - a qualsiasi titolo apprese in occasione del rapporto sociale - relative alla Cooperativa, alle attività, alle Commesse e ai Committenti. Chiunque operi all'interno della cooperativa è invitato a promuoverne la crescita e lo sviluppo ed è tenuto a informare l' Organo amministrativo di ogni atto che appaia contrario agli interessi della cooperativa.

3. L'Organo amministrativo adotterà soluzioni per favorire la partecipazione dei soci.19

Articolo 7 – corresponsione delle remunerazioni

CommentoL’articolo vuole contemperare l’esigenza del socio ad avere certezza nei tempi di pagamento dei compensi e quella della cooperativa di avere le risorse per effettuare i pagamenti. Il testo privilegia gli aspetti societari rispetti a quelli lavoristici ritenendo che se la cooperativa non ha le disponibilità per corrispondere i compensi ai soci non è possibile che se ne facciano carico soltanto gli amministratori.Nonostante la rigida previsione di alcuni CCNL, si ritiene quindi che questo istituto, vista la particolare natura del rapporto sociale, non possa che essere regolato in questo modo. Infatti un diritto assoluto del socio a percepire i compensi senza tenere conto delle reali possibilità della società non sarebbe compatibile con la natura stessa della cooperativa.Si è ritenuto comunque di definire degli specifici doveri per gli amministratori sia per l'informazione ai soci sia per l'equa ripartizione delle somme disponibili.

1. La corresponsione delle remunerazioni è comunque vincolata alle disponibilità finanziarie della cooperativa. Se per fatti contingenti non fosse possibile pagare i compensi alle scadenze previste, la cooperativa informerà tempestivamente i soci. Eventuali acconti saranno calcolati in proporzione ai crediti dei soci. Il protrarsi di tale situazione obbliga l'Organo amministrativo ad attivare le procedure previste dall’articolo 920.

2. Le retribuzioni ai soci con contratto di lavoro subordinato di norma saranno erogate con cadenza mensile entro il giorno ____ del mese successivo a quello di lavoro.

3. I compensi per gli altri soci saranno erogati in base a quanto previsto dal contratto individuale.

Articolo 8 – ristorno

CommentoCome anticipato in premessa, il ristorno è stato oggetto di notevoli interventi legislativi e di conseguenza anche il presente articolo ha subito modifiche nel corso degli anni. Il presente schema è stato elaborato sulla base dei nuovi obblighi di definizione e di “trasparenza” delle regole concernenti l’attività mutualistica svolta con i soci, imposti dal riformato Codice Civile, ed in particolare dagli artt. 2521, co. 1 e 5, e 2545-sexies.

19 Rispetto alla versione precedente il testo è stato semplificato. Si è infatti tenuto conto delle norme del diritto societario che prevedono possibilità diverse per i soci di partecipare alla vita della società in base al modello adottato (srl o spa).

20 Si deve cioè convocare l'assemblea per proporre un piano di crisi aziendale.

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In particolare, richiamiamo l'obbligo di ripartizione dei ristorni proporzionalmente alla quantità e qualità degli scambi mutualistici. In questa sede è fornita una sintesi del dibattito che si è sviluppato. Chi volesse ampliare la riflessione può esaminare sia lo studio monografico di Unicaf “Il ristorno nelle cooperative di produzione e lavoro” (circolare Servizio Fiscale e Lavoro Previdenza n. 56 del 19/12/2002), sia il fac-simile di “Regolamento per la ripartizione dei ristorni delle cooperative di produzione e lavoro”, proposto da Unicaf (aggiornato al 15/4/2008).Entrambe le soluzioni proposte sono coerenti sia col nuovo Statuto-tipo Cooperativa di produzione e lavoro a mutualità prevalente, proposto da Unicaf/Confcooperative (versione del 11/11/2010, articolo 23, nel quale sono specificati i criteri per la ripartizione dei ristorni) sia con la versione precedente (nella quale i criteri per la ripartizione sono meno specifici).In tema di ristorni, infatti, è quanto mai necessario un puntuale raccordo tra statuto e regolamento. In ogni caso, si suggerisce alle cooperative di modificare il proprio statuto alla prima occasione, recependo l’articolo 23 del nuovo Statuto-tipo.

1. Riteniamo che il testo proposto nel presente articolo 8 possa essere utilizzato dalle cooperative meno strutturate, meno orientate all’attribuzione dei ristorni (in quanto maggiormente inclini all’autofinanziamento), che hanno necessità di uno strumento semplice e flessibile. Nell'articolo sono indicati i medesimi criteri per la ripartizione dei ristorni specificati nel nuovo Statuto-tipo citato, oltre ai limiti e alle regole di cui tenere conto in sede di ripartizione dei ristorni stessi.

2. Per le cooperative maggiormente strutturate, più orientate all’attribuzione dei ristorni, che necessitano di uno strumento più articolato, è possibile anche l'adozione del citato Regolamento per la ripartizione dei ristorni nella versione proposta da Unicaf. In questo caso è possibile inserire nel regolamento ex lege 142/2001 una clausola sui ristorni più snella di semplice richiamo come quella riportata di seguito: Per quanto riguarda i ristorni, si fa riferimento ad un apposito regolamento approvato dall'assemblea dei soci (in data ...).

1. In sede di approvazione del bilancio di esercizio, l'Assemblea dei soci21, su proposta dell'Organo amministrativo, potrà deliberare l'attribuzione di ristorni22, tenuto conto dei limiti e delle regole di seguito indicati.

2. Può darsi luogo alla ripartizione di somme a titolo di ristorno esclusivamente in presenza di un utile di esercizio e comunque a condizione che tale attribuzione non determini una perdita

21 Nonostante l’art. 3, comma 2, Legge n. 142/2001 riservi alla competenza dell’Assemblea ordinaria in sede di approvazione del bilancio d’esercizio la deliberazione di trattamenti economici ulteriori a titolo di ristorno, l’articolo 2545 sexies C.C. attribuisce la competenza a deliberare la ripartizione dei ristorni all’assemblea, senza nulla precisare riguardo maggioranze, forme o tempi della stessa. Il Ministero delle Attività Produttive (ora Ministero dello Sviluppo Economico), con la circolare del 13 gennaio 2006, ha precisato che l’approvazione del riparto dei ristorni “potrà avvenire sia in una assemblea convocata ad hoc, sia nella stessa assemblea di bilancio, subito prima della approvazione del documento nel suo complesso”. Da quanto detto deve dunque ritenersi che anche nelle cooperative di lavoro sia consentita l’approvazione del riparto dei ristorni in un’assemblea precedente quella di approvazione del bilancio d’esercizio, anche se quest’ultima appare preferibile in quanto consente una decisione consapevole ed informata da parte dei soci, coerente con il principio di democrazia cooperativa.

22 Si evidenzia che l’indirizzo costante adottato da UNICAF, avallato espressamente anche dall’Amministrazione Finanziaria nelle circolari n. 53/E del 18 giugno 2002 e n. 37/E del 9 luglio 2003, è sempre stato quello di privilegiare l’imputazione dei ristorni a bilancio, considerandoli componenti negativi di conto economico. Questa impostazione trova, peraltro, conferma nel documento della Commissione Cooperative del Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti “Raccomandazione in tema ristorni per le società cooperative”, emanata a giugno 2003, nel quale si legge che “la natura del ristorno, nelle cooperative di lavoro, alla stregua della maggiorazione retributiva, assume naturalmente la qualificazione di costo di esercizio. Tale convincimento, non sempre condiviso nelle espressioni dottrinali precedenti l’emanazione delle disposizioni in esame, che hanno considerato a volte il ristorno come una quota di destinazione dell’utile, ha trovato invece una serie di conferme nella medesima legislazione fiscale che ha riproposto l’applicazione agevolata del ristorno”.

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civilistica in capo alla cooperativa23.La ripartizione dei ristorni è ammessa esclusivamente nei limiti dell’avanzo di gestione generato dall’attività mutualistica svolta con i soci (c.d. avanzo “mutualistico”), determinato secondo le prescrizioni legislative e le istruzioni ministeriali in atto24.Secondo quanto previsto dall’articolo 3, comma 2, lett. b), della Legge 142/2001, è fatto divieto alla cooperativa di distribuire ristorni in misura superiore al 30% dei trattamenti economici complessivi corrisposti ai soci lavoratori, di cui agli articoli 12 (soci subordinati) e 19 (soci non subordinati) del presente Regolamento.

3. Per i soci con contratto di lavoro subordinato il trattamento economico di cui al presente articolo non rappresenta, agli effetti previdenziali, a norma dell'articolo 4 della Legge 142/2001, reddito di lavoro dipendente.

4. Ai sensi dell’art. 2545-sexies C.C. e dell’articolo … dello Statuto sociale, la ripartizione del ristorno ai singoli soci dovrà essere effettuata considerando la quantità e qualità degli scambi mutualistici intercorsi tra la cooperativa ed il socio stesso, sulla base dei seguenti criteri, considerati singolarmente o combinati tra loro25, e purché sia in ogni caso rispettato il principio di parità di trattamento previsto dall’art. 2516 C.C.:

ore lavorate o retribuite nel corso dell'anno, qualifica professionale, compensi erogati, tempo di permanenza in cooperativa, tipologia del rapporto di lavoro.

Per i soci appartenenti alla categoria speciale di socio di cui all’art. 2527 comma 3, C.C. è prevista una riduzione del ristorno del …% in considerazione dei costi sostenuti dalla cooperativa per la formazione e/o per l’inserimento degli stessi.

23 Ciò significa che la cooperativa non può distribuire ristorni, né qualora la gestione sociale evidenzi una perdita civilistica ante ristorni, né qualora la gestione risulti in utile civilistico ma l’inserimento dei ristorni porti la stessa a chiudere in perdita.

24 L’art. 2545-sexies C.C. non sancisce espressi limiti quantitativi per la ripartizione del ristorno, limiti che sono invece stati posti a livello fiscale dall’Agenzia delle Entrate, con le circolari n. 53/E del 18 giugno 2002 e n. 37/E del 9 luglio 2003, nelle quali è stato precisato che “ciò che può essere retrocesso è l’avanzo – documentato – di gestione generato esclusivamente con le transazioni intercorse con i soci e non anche quelle con i non soci”. In assenza di norme specifiche al riguardo ed in assenza di differenti interpretazioni ministeriali, tali limiti devono considerarsi operanti anche sul piano civilistico. Ai fini della determinazione dell’avanzo di gestione originato dall’attività con i soci (c.d. avanzo “mutualistico”), stante il fatto che l’art. 2545-sexies non impone la tenuta della contabilità separata, sono ammissibili, a discrezione di ogni singola cooperativa, sia l’applicazione di un sistema di contabilità separate, sia l’applicazione del metodo forfetario proposto dall’Agenzia delle Entrate con circolare n. 37/E del 9 luglio 2003, in base al quale si identifica preliminarmente la percentuale di mutualità (derivante dal rapporto tra l’ammontare del costo del lavoro relativo ai rapporti con i soci rispetto all’ammontare totale del costo del lavoro) e si applica tale percentuale all’avanzo di gestione complessivo dell’esercizio, ottenendo così l’avanzo di gestione generato dalla sola attività con i soci. In linea con la previsione di limiti quantitativi alla ripartizione dei ritorni, statuita dall’Agenzia delle Entrate, è intervenuto anche il Ministero delle Attività Produttive (ora Ministero dello Sviluppo Economico), il quale, nel Verbale di revisione cooperativa - approvato con decreto del Ministro delle Attività Produttive del 6 dicembre 2004 e successivamente aggiornato - ha dettato, nell’ambito dei controlli sul rispetto dello scopo mutualistico, una formula per la verifica dei ristorni, che, sebbene si discosti leggermente da quella proposta dall’Agenzia delle Entrate per quanto riguarda la quantificazione dell’avanzo di gestione complessivo dell’esercizio, appare invece congruente con quest’ultima nella determinazione dell’avanzo “mutualistico”, mediante l’applicazione della percentuale di mutualità sopra descritta. E’ qui appena il caso di precisare che, ad oggi, considerata la finalità di controllo sul piano fiscale propria della formula indicata dall’Agenzia delle Entrate e considerata la finalità di controllo del rispetto dei requisiti mutualistici, intrinseca alla formula dettata dal Ministero dello Sviluppo Economico, non sembra possibile prescindere dall’utilizzo di entrambe, ritenendosi ragionevole basarsi sulla formula dalla quale risulti il minor valore di margine “ristornabile”.

25 Sono richiamati i criteri di ripartizione dei ristorni previsti nello Statuto-tipo di Unicaf per le cooperative di lavoro, versione del 11/11/2010.

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5. In considerazione del diverso trattamento contributivo per i soci con contratto diverso da quello di tipo subordinato, il ristorno, calcolato in base ai criteri sopra indicati, potrà essere diminuito in relazione alla contribuzione a carico della cooperativa.

6. L’erogazione potrà avvenire, in base alle decisioni dell’Assemblea, mediante: erogazione diretta (ossia, mediante integrazioni delle remunerazioni); aumento gratuito del capitale sociale (ossia, attraverso l’emissione di nuove azioni, oppure

attraverso l’aumento del valore della quota sociale già posseduta dal socio); emissione di strumenti finanziari, qualora previsti nello Statuto.

Articolo 9 – situazione di crisi aziendale

CommentoIl testo è stato scritto tenendo presente l’articolo 6 della Legge 142 e le risposte ministeriali agli interpelli n. 7 del 6-2-2009 e 48 del 5-6-2009. Ricordiamo in particolare che quest'ultimo interpello ha ritenuto non applicabile, durante il piano di crisi, l'adeguamento delle retribuzioni al minimi previsti dalla contrattazione ritenendo invece applicabile il minimale contributivo giornaliero di cui all'articolo 1, comma 2, del Dl n. 338/1989.In particolare sono evidenziate le possibili situazioni di crisi, le modalità di informazione ai soci, gli strumenti di intervento. La facoltà di riduzione dei trattamenti economici al di sotto dei minimi è stata ritenuta possibile in base alla risposta a interpello n. 7/2009 del Ministero del lavoro. E' stato inoltre previsto come prioritario, quando il problema è di scarsità di lavoro, l'utilizzo degli ammortizzatori sociali.I provvedimenti specifici devono comunque essere adottati dall’assemblea. E' richiamata la necessità che i provvedimenti che l'assemblea adotterà siano congrui rispetto al tipo di crisi.E' anche previsto che il piano debba tener conto degli effettivi compensi percepiti dai soci ai sensi dell'articolo 6 comma 1 lettera e) della Legge 142/2001.Per una bozza della delibera relativa al piano di crisi si può fare riferimento allo studio Confcooperative/Unicaf del maggio 2009.

1. Qualora si verifichi una grave crisi aziendale, non di breve durata, dovuta a contrazione dell’attività, crisi settoriali e/o di mercato, problemi finanziari, mancato incasso di crediti o altri motivi di analoga gravità, l'Organo amministrativo convocherà tempestivamente l’assemblea ordinaria dei soci proponendo le soluzioni ritenute più idonee per affrontare la situazione.

2. L’assemblea potrà deliberare un piano di intervento che, per quanto possibile, salvaguardi i livelli occupazionali utilizzando in primo luogo gli eventuali strumenti a sostegno del reddito previsti dalla legislazione.Durante il periodo di crisi aziendale non sarà comunque possibile effettuare il ristorno di cui all’articolo 8 e non potranno essere distribuiti eventuali utili.Il piano di intervento potrà prevedere, con l’obiettivo di salvaguardare nella misura massima possibile i livelli occupazionali, forme di apporto anche economiche, quali:

apporti economici anche, ma non esclusivamente, attraverso la riduzione o sospensione dei trattamenti economici complessivi a partire da quelli definiti a livello individuale, aziendale e/o territoriale e dal Ccnl di riferimento di cui all'articolo 10 del presente regolamento;

imputazione a capitale sociale di una quota delle retribuzioni; forme di prestazione lavorativa aggiuntiva non retribuita.

A fronte di contrazioni dell'attività se possibile dovrà essere prevista prioritariamente, per tutti o parte dei soci, la sospensione dal lavoro o la riduzione dell’orario.Sarà anche possibile il posticipo del pagamento dei compensi così come previsto dall'articolo 7 del presente regolamento.Le misure di cui al presente articolo sono elencate in via esemplificativa e non esaustiva.

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L'assemblea dovrà individuare quelle più idonee in relazione alla effettiva situazione della cooperativa.Ai fini di cui al presente articolo, l'Organo amministrativo proporrà un piano che tenga conto dei compensi percepiti da ogni socio.

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Seconda parte - Norme specifiche per i soci con rapporto di lavoro subordinato

Articolo 10 – CCNL di riferimento per i soci con rapporto di lavoro subordinato

CommentoIl comma 1 prevede due forme per individuare il contratto di riferimento. La prima è la più semplice e deve essere utilizzata quando l’attività della cooperativa è riconducibile a un unico CCNL. La seconda, in nota, è prevista per le cooperative che svolgono attività riconducibili a più CCNL. In questo caso è proposta anche una specifica scelta sia per i soci che operano in più settori sia per il personale addetto ai servizi generali. L'articolo 3 comma 1 della Legge 142 prevede che la contrattazione collettiva nazionale da prendere a rifermento per determinare il trattamento minimo dei soci sia quella del settore o della categoria affine. Se nel settore vi è un contratto cooperativo, si pensi ad esempio al settore edile, questo sarà preso come riferimento. In caso contrario si utilizzerà un contratto firmato da altre associazioni ma sempre il più attinente al settore di attività. In relazione alla dimensione della cooperativa si sceglierà, quando possibile, quello più attinente.Ai sensi dell'articolo 7, comma 4, della Legge 31/2008, i contratti collettivi di riferimento sono quelli stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale nella categoria. Nel settore cooperativo solo i contratti stipulati da Agci, Confcooperative e Legacoop insieme a Cgil, Cisl e Uil rispondono a questo requisito. Quelli sottoscritti dall'Unci no.E’ opportuno che il CCNL sia indicato in modo completo (es. CCNL per i lavoratori delle cooperative di produzione e lavoro dell’edilizia e attività affini oppure CCNL per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative del settore socio-sanitario assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo) ma senza la data di stipula. In questo modo si evita di modificare il regolamento ad ogni rinnovo del contratto.Per le cooperative sociali di tipo b) è opportuno specificare il tipo di trattamento previsto per i soci svantaggiati. E’ utile richiamare esplicitamente, ovviamente se stipulati, gli accordi territoriali per la costituzione della commissione bilaterale prevista dal CCNL o per la determinazione della retribuzione minima di tali soggetti (si veda specifico paragrafo)Per le cooperative che applicano un CCNL non sottoscritto da Confcooperative è proposto un paragrafo aggiuntivo (in nota). Si tratta di una norma di tipo programmatico in quanto comunque il regolamento dovrà essere modificato.Lo schema, tenendo conto delle modifiche alla Legge 142, prevede esplicitamente il riferimento ai soli minimi previsti dal CCNL. Per quanto riguarda la definizione di minimo si può fare riferimento al successivo articolo 12.Occorre però ricordare che un trattamento ai soci-lavoratori inferiore a quello dei dipendenti è poco rispettoso dei principi cooperativi. Inoltre in molti settori per partecipare alle gare di appalto è richiesta l'applicazione del CCNL.La deroga al CCNL pone un problema anche relativamente alla sottoscrizione del DURC interno per i vari benefici contributivi, in quanto va dichiarato “di rispettare la parte economica e normativa degli accordi e contratti collettivi nazionali, nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali, laddove sottoscritti, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale”.La nuova formulazione della legge 142 consente comunque una maggiore flessibilità nell’utilizzo degli istituti disciplinati nel CCNL di riferimento. E’ quindi necessario che tutti gli aspetti che si intendono regolamentare in modo specifico siano richiamati esplicitamente in appositi articoli del regolamento. La mancata previsione nel regolamento di alcuni istituti a nostro avviso comporta l'applicazione della specifica norma contrattuale. A questo proposito si veda anche la premessa e la relativa nota.I regolamenti possono prevedere specifiche modalità di applicazione in materia di recupero di straordinari, articolazione dell’orario di lavoro, modalità di godimento di ferie e permessi ecc... In questo senso sono stati impostati gli articoli sulla distribuzione del lavoro (5) e sul pagamento delle retribuzioni (7).

1. Per i soci con i quali è instaurato un rapporto di lavoro di tipo subordinato si farà riferimento, per

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il trattamento economico complessivo minimo, al CCNL ...26 27

2. Per il trattamento economico dei soci svantaggiati potranno essere definiti contratti di inserimento lavorativo come previsto dal CCNL di settore e dall'accordo provinciale del … in materia di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate28.29

Articolo 11 – organizzazione del lavoro

CommentoL’articolo 6 comma 1 lettera b) della Legge 142 stabilisce che il regolamento interno debba contenere le modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative da parte dei soci, in relazione all’organizzazione aziendale della cooperativa e ai profili professionali dei soci stessi, anche nei casi di tipologie diverse da quella del lavoro subordinato. Sono stati quindi predisposti due articoli, per soci subordinati e non, ritenendo che le modalità operative debbano essere diverse.Il testo è necessariamente generico e deve essere adattato alle diverse situazioni aziendali. E’ possibile sia specificare il tipo di organizzazione aziendale (indicando l'organigramma) sia mantenere una generica previsione come quella del comma 1.

1. Ogni socio è tenuto ad operare nel rispetto delle disposizioni regolatrici del tipo di rapporto di lavoro concordato. I soci dovranno essere informati circa l’assetto organizzativo, l’organigramma aziendale e le scelte di importanza particolare della cooperativa.

2. Il lavoro dei soci con contratto subordinato viene organizzato e diretto dai responsabili di funzione, direzione, squadra ecc. che curano, quando necessario, i rapporti esterni e tra socio e

26 Se la cooperativa opera in più settori regolati da diversi Ccnl si utilizzerà la seguente formulazione:- al CCNL ... per i soci occupati nel settore ...- al CCNL … per i soci occupati nel settore ...

In caso di impiego del socio in più settori di attività, si farà riferimento al CCNL relativo all’attività prevalente al momento dell’avvio al lavoro. In caso di cambio di settore si procederà alla variazione del CCNL entro ... mesi dall’inizio della nuova attività e scatterà in ogni caso il 1° giorno del mese successivo. Nel caso in cui la cooperativa pur operando in più settori di attività con più Ccnl di riferimento, abbia un'unica area amministrativa. Il Ccnl per questa area dovrà essere scelto tra quelli applicati per le singole attività.

Per i soci che operano nel settore amministrativo e nei servizi generali che interessano più settori si farà riferimento al trattamento economico previsto dal CCNL ..., con le modalità previste dal presente regolamento.

27 Qualora la cooperativa intenda applicare soltanto alcuni istituti contrattuali è opportuno inserire i seguenti commi.

1bis Si intende inoltre richiamata e pertanto applicabile a tali rapporti la normativa contrattuale relativa ai seguenti istituti:

- ...- ...1ter Le modifiche apportate in sede di rinnovo del CCNL ai trattamenti economici saranno

immediatamente applicabili anche ai rapporti di lavoro disciplinati dal presente regolamento. L'Organo amministrativo potrà invece sospendere, in attesa della valutazione e dell’eventuale approvazione da parte della successiva assemblea, eventuali variazioni relative ad altri aspetti normativi.

28 Si tratta di una previsione regolamentare esclusivamente per le cooperative sociali di tipo b).29 Se la cooperativa opera in un settore non coperto da contrattazione cooperativa si consiglia di inserire

questo paragrafo, peraltro puramente programmatico.In caso di sottoscrizione da parte di Confcooperative, dopo l’approvazione del presente regolamento,

di un CCNL relativo al settore di attività della cooperativa, lo stesso CCNL sarà preso a riferimento dalla cooperativa per il trattamento economico minimo da applicare ai soci subordinati che operano in tale settore. L'Organo amministrativo è delegato fin d’ora a predisporre le necessarie modifiche al presente regolamento da presentare all’assemblea dei soci.

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direzione. Il socio con contratto di lavoro subordinato è tenuto a rispettare le disposizioni impartite.

3. La cooperativa potrà, per far fronte a proprie esigenze, distaccare propri soci presso un altro datore di lavoro. Il distacco avverrà nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge e del presente regolamento. Il distacco non comporterà per i soci interessati la riduzione della retribuzione percepita o l’adibizione a mansioni inferiori a quelle svolte in precedenza30.

Articolo 12 – trattamento economico dei soci con contratto di lavoro subordinato

CommentoQuesto articolo dovrebbe contenere sia i criteri per definire la retribuzione minima che spetta al socio, sia quelli relativi alla corresponsione di remunerazioni integrative. Tutte le somme corrisposte al socio in base a questo articolo dovrebbero costituire la base di commisurazione del ristorno.Il comma 1 riporta quanto previsto dall’articolo 3 comma 1 della Legge 142. Trattandosi di un principio generale, ed equo, è opportuno riprenderlo esplicitamente. E’ stato introdotto in questo contesto il concetto dell’attribuzione dei livelli in base all’effettiva capacità del socio di svolgere le mansioni previste, ciò allo scopo di ridurre l'automaticità nell’applicazione contrattuale. L’inciso relativo agli inquadramenti è stato pensato con riferimento ad alcune realtà, quali ad esempio quelle del settore facchinaggio e movimentazione, che spesso adottano inquadramenti difformi da quelli del CCNL.Il comma 2 prevede due possibilità: l’adozione di un trattamento economico uguale a quello previsto dal CCNL applicato oppure (in nota) uguale ai soli minimi e ad alcuni istituti previsti dal CCNL e dalle norme di legge. La seconda ipotesi si riferisce a quanto previsto nella nota all’articolo 10. In questo caso sono stati indicati gli istituti che devono comunque essere garantiti in base alle disposizioni contrattuali o di legge. Si è tenuto conto, anche se si tratta di indicazioni che possono non essere condivise in sede di giudizio, della circolare del Ministero del lavoro 10/2004. Gli istituti non citati, se è stato eliminato il comma 2 dell’articolo 10, non saranno quindi applicabili ai soci.Il comma 4 ha lo scopo di fissare i criteri, molto generali, per la corresponsione di retribuzioni individuali ai soci con lo scopo ultimo di includerli nella base di computo del ristorno.Le cooperative dei settori dove è già presente una contrattazione integrativa, se ritengono di richiamarla, possono inserire uno di questi paragrafi.Si tenga comunque presente il commento all'articolo 10.- Ai soci sarà riconosciuta inoltre la retribuzione integrativa prevista dall’accordo/contratto integrativo aziendale/territoriale (provinciale/regionale ecc.) del ... (se necessario si può aggiungere) che sarà applicabile a tutti i soci, indipendentemente dal luogo in cui prestano la propria attività lavorativa.- Ai soci sarà riconosciuta inoltre la retribuzione integrativa prevista dagli accordi/contratti integrativi provinciali/regionali in vigore al momento dell’approvazione del presente regolamento nei territori in cui operano i soci.

1. Il trattamento economico dei soci sarà rapportato alla quantità e qualità di lavoro conferito in cooperativa. L’attribuzione dei livelli previsti dal CCNL, o l’applicazione di inquadramenti categoriali omogenei per i contenuti delle declaratorie professionali, avverrà in base all’effettiva capacità del socio di svolgere le mansioni dagli stessi previste.

2. Per i soci con contratto di lavoro subordinato, ai sensi dell’articolo 3 della Legge 142/2001, il trattamento economico complessivo minimo sarà quello previsto dal CCNL di riferimento come definito all’articolo 10 del presente regolamento31. 30 Il comma 3 è stato previsto tenendo conto, seppure in linea generale, di quanto disposto dal DLGS

276/2003 che ha meglio definito l’istituto del distacco.31 In alternativa si può utilizzare la seguente formulazione, molto più restrittiva in quanto identifica gli istituti

applicabili. A questo proposito si veda il commento all'articolo 10.

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3. Costituisce inoltre parte del trattamento economico spettante al socio la retribuzione integrativa attribuita dall'Organo amministrativo a singoli soci o categorie di soci a titolo di superminimo, ad personam o altra voce retributiva anche in relazione al particolare tipo di orario di lavoro prestato, eventualmente riassorbibile in futuri aumenti contrattuali. Tale trattamento sarà riconosciuto in base alla professionalità e all’impegno dimostrato.

4. La retribuzione oraria / mensile potrà comprendere in tutto o in parte gli istituti differiti (indicati al punto 2 del presente articolo)32.

Articolo 13 – Norme di comportamento

CommentoL'articolo è stato inserito in occasione di questa revisione. Non si tratta di una parte indispensabile. Abbiamo però ritenuto opportuno riportare l'articolato predisposto per una cooperativa di servizi. Si trovano quindi norme relative al comportamento coi committenti.Vi sono anche punti che fanno riferimento a singoli articoli e che già in quella sede sono stati affrontati. In questo caso una duplicazione può essere utile per sottolineare norme di grande importanza (si pensi ad esempio quelle in materia di tutela della salute).Questo articolo costituisce un presupposto per una eventuale personalizzazione della regolamentazione dei provvedimenti disciplinari, articolo seguente.

1. Il socio ha il dovere di: Rispettare le norme di comportamento di carattere etico professionale relative al proprio ruolo

(a puro titolo esemplificativo: massima riservatezza, serietà, esporre sulla divisa il tesserino di riconoscimento previsto dalla normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro, porre attenzione nella custodia delle chiavi affidategli, ecc…).

Eseguire con la massima diligenza il compito a lui affidato, assumendone la personale responsabilità ed attenendosi alle disposizioni ricevute dai preposti alla conduzione della cooperativa.

Osservare scrupolosamente l’orario di lavoro stabilito dalla cooperativa (per rispetto dell’orario di lavoro si intende che l’entrata in servizio deve avvenire in tempo utile per il regolare svolgimento del lavoro e che la fine dello stesso non può coincidere con l’effettivo termine del servizio, ma dovrà essere successivo).

Consegnare, o far pervenire a mezzo fax, i fogli presenza, cartellini o altri documenti equipollenti, debitamente timbrati o compilati, alla cooperativa entro e non oltre il 2° giorno lavorativo del mese successivo.

Avere la massima cura di tutte le attrezzature, i macchinari e qualsiasi altro oggetto avuto in dotazione di proprietà della cooperativa, nonché degli apparecchi, degli oggetti, dei locali di

2. Per i soci con contratto di lavoro di tipo subordinato, ai sensi dell’articolo 3 della Legge 142/2001, il trattamento economico minimo complessivo è costituito dalla retribuzione oraria / mensile, per il numero di mensilità previste dal CCNL di riferimento come definito all’articolo 10 del presente regolamento), dagli eventuali scatti di anzianità nonché dal trattamento di fine rapporto e dal trattamento relativo alle ferie come previsti dalle vigenti disposizioni di legge.

La retribuzione oraria/mensile in vigore è indicata in una apposita tabella allegata. L'Organo amministrativo è delegato ad aggiornare tale tabella. Esclusivamente per le cooperative della piccola pesca il comma può essere sostituito dal seguente.

Il trattamento economico per i soci con contratto di tipo subordinato, come previsto dall’articolo 3 comma 2-bis della Legge 142/2001, sarà proporzionato all’entità del pescato secondo i seguenti criteri e parametri. ...

32 Il comma è pensato per le cooperative di movimentazione merci per le quali è prevista questa possibilità. Ricordiamo che anche per gli Otd del settore agricolo è previsto un terzo elemento copertura degli istituti differiti. La parte tra parentesi deve essere indicata dalle cooperative che hanno adottato la seconda versione del comma 2.

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proprietà del committente, rispondendo pecuniariamente, salvo le maggiori responsabilità, dei danni arrecati per accertata sua colpa, mediante trattenute sulla retribuzione previa comunicazione scritta del relativo addebito.

Utilizzare i beni forniti dalla cooperativa esclusivamente per la gestione delle attività della società e non per scopi propri e attività private.

Tenere un corretto atteggiamento nei confronti delle persone preposte alla conduzione della cooperativa e degli altri soci suoi colleghi, nonché nei confronti del committente e dei dipendenti dello stesso.

Dare immediata comunicazione all’ufficio personale della cooperativa, nel caso si trovi nell’impossibilità di iniziare o di continuare a svolgere il servizio affidato, affinché si possa tempestivamente provvedere alla sua sostituzione.

Rivolgersi in caso di lamentele o rimostranze alla direzione della cooperativa al fine di evitare qualsiasi contenzioso con il committente del servizio evitando di trattare problemi inerenti la cooperativa in presenza di terzi .

Osservare scrupolosamente tutte le norme di legge sulla prevenzione infortuni che la cooperativa porterà a sua conoscenza nonché tutte le particolari disposizioni al riguardo emanate dalla cooperativa stessa.

Rispettare le misure di protezione collettive adottate sui cantieri dalle ditte committenti. Sottoporsi a visite mediche qualora previste dalle normative in materia di sicurezza del lavoro. Partecipare ai corsi di formazione aziendale. Indossare ed utilizzare i dispositivi di protezione individuale, secondo le istruzioni impartite

dall’impresa.Quanto agli altri doveri del socio ed alle sanzioni disciplinari applicabili, si rinvia a quanto previsto dalla legge e dal/i Ccnl di riferimento.

2. La cooperativa fornirà al socio tutte le informazioni necessarie in modo che lo stesso possa svolgere in modo corretto la propria attività lavorativa.

Articolo 14 – codice disciplinare e provvedimenti disciplinari

CommentoLe cooperative potranno inserire nel regolamento un articolo contenente un codice disciplinare che integri quanto previsto dal CCNL tenendo conto delle esigenze e specificità aziendali. In tutti i casi è indispensabile mantenere una proporzionalità con le sanzioni previste dal CCNL.Se una cooperativa intende riportare nell’articolo del regolamento la procedura da seguire per i provvedimenti disciplinari, è opportuno che questa sia inserita sulla falsariga dell’articolo 7 della Legge 300 (magari prevedendo una condizione migliorativa per il socio, ad esempio 6 giorni invece di 5 per le giustificazioni) ma senza citare esplicitamente o rinviare all’articolo 7.E’ stata prevista anche la possibilità di sospensione cautelare33 in caso di mancanze particolarmente gravi.E’ inoltre possibile estendere ai lavoratori dipendenti le casistiche previste dal regolamento per i soci. Ovviamente questo potrà avvenire con una apposita delibera di adozione del codice disciplinare nel rispetto dei principi di cui all'articolo 7 della Legge 300/1970..Le integrazioni al codice disciplinare, sia che riguardino solo i soci o tutti i lavoratori, sono soggette agli stessi vincoli di pubblicità del codice: affissione in luogo “accessibile a tutti”. Può essere affisso l’intero regolamento od un estratto – a questi esclusivi scopi – comprendente gli articoli 13 e 14.

1. Per i rapporti di lavoro subordinato in aggiunta a quanto previsto dal CCNL di riferimento sono individuate, a titolo esemplificativo, le seguenti ulteriori mancanze e i relativi provvedimenti

33 La sospensione “cautelare” non ha natura disciplinare e non comporta sospensione della retribuzione, salvo diversa disciplina applicabile al rapporto.

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disciplinari34.Rimprovero scritto. Vi si incorre per:……………………Multa. Vi si incorre per:…………………Sospensione. Vi si incorre per:…………….Risoluzione del rapporto. Vi si incorre per:…………….

2. La cooperativa si atterrà nell’esercizio del proprio potere disciplinare alle previsioni dell’articolo 7 della Legge 300/1970 e del/dei CCNL richiamati all’art. 10 del presente regolamento.

3. Qualora l’infrazione sia di particolare gravità, l'Organo amministrativo, o in caso di urgenza la direzione, potrà disporre la sospensione cautelare del socio, senza diritto alla retribuzione, fino alla conclusione del procedimento disciplinare35 .

Articolo 15 – risoluzione del rapporto di lavoro

CommentoIl comma 1 prevede, come previsto dall’articolo 5 della Legge 142, l’automatica risoluzione del rapporto di lavoro in caso di cessazione del rapporto associativo. Sottolineiamo però che la giurisprudenza prevalente ritiene che in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, motivata da ragioni inerenti lo stesso, prevalga la normativa lavoristica rispetto a quella societaria. Questa posizione è stata adottata sulla base delle previsioni dell’articolo 1, comma 3 della Legge n. 142/2001, che riconosce in capo al socio lavoratore la titolarità di due rapporti. La nostra scelta – ne siamo convinti di cautela - è quella di condizionare la validità formale dell’esclusione per motivi inerenti la corretta esecuzione del rapporto di lavoro al rispetto della procedura ex articolo 7 della Legge 300/1970 (che garantisce il coinvolgimento del socio lavoratore e che è prevista laddove la L. 142 recita “ai soci lavoratori di cooperativa con rapporto di lavoro subordinato si applica la legge n. 300/1970), laddove si sia in presenza di licenziamento disciplinare ai sensi del CCNL applicato. L’articolo 18 resta comunque inapplicabile, stante il disposto articolo 2 comma 1 della L. 142/2001 se viene a cessare, col rapporto di lavoro, anche quello associativo.Nell’ambito della gestione della procedura disciplinare ex articolo 7 (ma anche nella ipotesi di introduzione per via statutaria e regolamentare di una procedura di “contestazione di infrazione”, ad esempio a valere per i soci non subordinati) può essere opportuno delegare una funzione interna alle fasi di contestazione.Il mantenere al comma 1 il tenore letterale dell’articolo 5 comma 2 della L. 142/2001 (“il rapporto di lavoro si estingue con il recesso o l’esclusione da socio deliberati …”), ha comunque l’effetto di mantenere un automatismo ex lege nelle ipotesi di esclusione da socio determinate da ragioni che esulano dal rapporto di lavoro, ponendo come unico vincolo quello del recesso-esclusione deliberati nel rispetto delle previsioni statutarie e civilistiche. Ricordiamo solo l’evidente necessità che entrambi – recesso od esclusione – siano adeguatamente motivati, proprio per i rilevanti effetti che producono sull’ulteriore rapporto di lavoro. Lo stesso articolo 5 comma 2 della Legge 142 prevede che recesso o esclusione debbano essere deliberati nel rispetto delle previsioni statutarie e in conformità con gli articoli 2526 e 2527 del codice civile. Se quindi il socio è escluso, ad esempio perché dichiarato fallito per fatti precedenti la sua ammissione in cooperativa, si può procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro. Si può dire cioè che in tutti i casi in cui l'esclusione da socio non deriva da ragioni attinenti il rapporto di lavoro, questa esclusione comporta la risoluzione del rapporto di lavoro.Qui non viene ammessa opzione contraria di tipo pattizio (statutario ex art. 2533 c.c.), ammissibile soprattutto nei casi quali fallimento, interdizione, mancato pagamento della quota sociale. L’esempio più eclatante è quello del socio dichiarato fallito per fatti precedenti la sua

34 L’elenco delle violazioni a carattere disciplinare non è tassativo. Suggeriamo l’inserimento di una “clausola di chiusura” che riporti “ogni altro comportamento di analoga gravità e tenore di quelli sopra indicati”.

35 La previsione della sospensione cautelare non retribuita all’interno del procedimento disciplinare si giustifica (a posteriori) in presenza di provvedimento di licenziamento. Va quindi utilizzata con estrema cautela.

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ammissione in cooperativa.Vista la particolare natura delle cooperative di lavoro, il comma 2 stabilisce un analogo collegamento nel caso inverso. Si tratta di una norma di tipo societario che a rigor di logica dovrebbe essere contenuta nello statuto. Per dare al socio una visione complessiva della gestione del duplice rapporto, si ritiene che possa essere contenuta anche nel regolamento.Per i soci con contratto diverso da quello subordinato si veda l’articolo 27.

1. I rapporti di lavoro subordinato si risolvono, in aggiunta a quanto stabilito dal CCNL di riferimento, in caso di esclusione, recesso o decadenza, per qualsiasi ragione o causa36.

2. La cessazione del contratto di lavoro subordinato è causa di esclusione da socio salvo che l'Organo amministrativo, - previa domanda del socio, non provveda all’iscrizione del socio stesso in altra sezione del libro soci37,- in assenza di interruzione per giusta causa o disciplinare e sempre previa domanda del socio, ritenga possibile reperire in tempi brevi una diversa collocazione lavorativa con la stipula di un ulteriore rapporto di lavoro38.

Articolo 16 – previdenza complementare

CommentoNella riforma della previdenza complementare (DLGS 252/2005 e Legge 296/2006 e successivi provvedimenti attuativi) le specificità della cooperazione non sono state particolarmente affrontate. Si ritiene pertanto che l'adesione a un fondo attraverso il conferimento del Tfr e una quota a carico del socio sia sempre possibile, mentre perché scatti la contribuzione a carico dell'azienda è necessaria la delibera assembleare.Si ritiene opportuno che il presente articolo sia inserito nel regolamento per dare il segno di una volontà della cooperativa di adesione futura. Si suggerisce di aderire al fondo, se lo si ritiene opportuno, attraverso una apposita delibera e non attraverso un articolo del regolamento.

1. La cooperativa intende favorire le forme di previdenza complementare al fine di garantire ai soci una maggiore tutela pensionistica. A tale scopo, considerate: le vigenti disposizioni di legge; la delibera di Confcooperative del 21-10-1997; gli accordi istitutivi del fondo di settore; le norme previste dal CCNL di cui all’articolo 10 del presente regolamento;La cooperativa si impegna ad aderire al Fondo di previdenza complementare COOPERLAVORO adottando una specifica delibera dell’assemblea dei soci da adottarsi entro il ... oppure non prima del ___39.

36 La giurisprudenza prevalente ritiene che in caso di risoluzione del rapporto di lavoro prevalga la normativa lavoristica rispetto a quella societaria. Pertanto è fortemente sconsigliabile licenziare il socio a seguito della “semplice” estinzione del rapporto societario. In caso di licenziamento disciplinare si farà riferimento all'articolo 7 della Legge 300/1970.

37 La previsione ha senso solo nelle cooperative con pluralità di mutualità (ad esempio di conferimento e lavoro: cooperative agricole), ovvero nelle cooperative sociali in cui vi sono distinte sezioni del libro soci (volontari, fruitori, prestatori).

38 In tale ipotesi deve comunque tenersi a mente il rischio connesso all’applicazione dell’articolo 18 della Legge n. 300/70 (l'articolo 18 non si applica, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, della Legge n.142/01 ogni volta che venga a cessare, col rapporto di lavoro, anche quello associativo).L’ipotesi presa a riferimento è quella del licenziamento per riduzione di personale (procedure collettive, perdite o riduzione di appalti ecc.) ricordando comunque che, in questi casi, prima della risoluzione del rapporto devono essere prese in considerazione le altre ipotesi possibili.

39 Le cooperative che hanno già aderito a un fondo, senza recepimento nel regolamento, oppure che vi aderiscono contestualmente all'approvazione del regolamento possono utilizzare questa formulazione: La cooperativa aderisce al Fondo di previdenza complementare COOPERLAVORO in base alla delibera

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Articolo 17 – esercizio dei diritti sindacali

CommentoLa disciplina dei diritti sindacali è una delle questioni più delicate che attengono al rapporto tra socio e cooperativa e tra cooperativa e organizzazioni sindacaliL'articolo 2 della Legge 142/2001 prevede infatti che l’esercizio di tali diritti (costituzione Rsa, assemblea, referendum, permessi, diritto di affissione, contributi sindacali) trovi applicazione, compatibilmente con lo stato di socio lavoratore, secondo quanto determinato da accordi collettivi tra associazioni cooperative e organizzazioni sindacali dei lavoratori.L'articolo è stato quindi scritto in base a questi presupposti. E' però evidente che le cooperative nelle quali questi diritti sono esercitati, anche solo di fatto, non hanno interesse a inserire questo articolo salvo che non intendano cambiare orientamento.Il comma 1 vuole dare il senso dell’ambito nel quale si svilupperanno questi diritti.Poiché è comunque necessario prevedere la regolamentazione della materia in attesa degli accordi citati, è stato prevista la norma del comma 2.

1. Fermo restando quanto previsto dalla legge, l’esercizio dei diritti sindacali in quanto compatibile con lo stato di socio lavoratore sarà disciplinato esclusivamente in base a specifici accordi stipulati a livello nazionale dalle associazioni cooperative e dalle organizzazioni sindacali in base alla vigente normativa.

2. In attesa della stipula degli accordi di cui al comma 1, l'Organo amministrativo favorirà la partecipazione dei soci alla vita e alle scelte della cooperativa anche attraverso il rafforzamento dei momenti di dibatto interno previsti all’articolo 6 del presente regolamento.

Articolo 18 – norme sulla sicurezza sul lavoro e indumenti di lavoro

Commento L'articolo è stato inserito in occasione di questa revisione. E' sembrato opportuno anche se la regolamentazione in materia di sicurezza fa in genere riferimento a norme di legge

1. I soci sono tenuti a rispettare le norme in materia di sicurezza ed igiene del lavoro impartite dalla cooperativa e previste dalla legge per la propria attività.

2. Il socio, in base alla mansione attribuitagli, sarà sottoposto a visite mediche di idoneità alla mansione specifica da eseguirsi a cura del medico competente e agli eventuali accertamenti, in base ai criteri del piano di sorveglianza sanitaria previsto dal documento di valutazione dei rischi, per l’accertamento del mantenimento dei requisiti per l’espletamento del lavoro a cui è preposto.

3. La cooperativa si impegna fornire ai soci tutti gli strumenti idonei a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro in termini di informazione, formazione, sorveglianza sanitaria periodica, dotazione di mezzi di protezione ecc.

4. La cooperativa fornirà a tutti i soci, in base alle mansioni loro assegnate e al grado dei rischi presenti sui cantieri, sia indumenti da lavoro che dispositivi di protezione individuale (Dpi).I soci sono tenuti ad indossare l'eventuale abbigliamento fornito e ad utilizzare i mezzi personali di protezione e prevenzione degli infortuni sul lavoro e malattie professionali.

5. Le divise da lavoro dovranno essere sempre mantenute pulite, in ordine e in buon stato, per contribuire a fornire all’esterno una buona immagine della cooperativa. E’ pertanto assolutamente vietato apportare modifiche di ogni genere alla divisa e manometterne il distintivo con il marchio della cooperativa.

dell’assemblea dei soci del ... che viene richiamata e riconfermata.

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6. Il socio che venisse trovato sprovvisto della divisa o ne indossasse un’altra non regolamentare, oppure venisse trovato con la divisa in condizioni di evidente ed ingiustificata trascuratezza sul posto di lavoro, oppure non utilizzasse i Dpi sarà soggetto a provvedimenti disciplinari.

7. Salvo che i Ccnl di riferimento non prevedano una normativa in materia, qualora il rapporto di lavoro venisse a cessare, il socio sarà tenuto a restituire, entro 5 giorni dalla data di cessazione, gli indumenti, ed il tesserino di riconoscimento. In caso di mancato adempimento, la cooperativa potrà trattenere dalle spettanze dovute al socio l’intero costo degli indumenti non riconsegnati.

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Terza parte - Norme specifiche per i soci con rapporto di lavoro diverso da quello subordinato

Articolo 19 – normativa applicabile ai soci non subordinati

CommentoIn questo articolo devono essere richiamate, ai sensi dell’articolo 6 comma 1 lettera c) della Legge 142, le normative vigenti per i contratti diversi da quello subordinato. Trattandosi di una molteplicità di rapporti si è optato per l’inserimento di un articolo specifico per i collaboratori coordinati e continuativi, che costituiscono la categoria maggiormente presente, e di uno generico da ripetere per ogni altra tipologia che si intende introdurre. Ovviamente per i casi particolari (ad esempio professionisti iscritti a ordini, albi ecc.) dovranno essere individuate e richiamate le specifiche normative di riferimento. In ogni caso è proposto il comma 3 che, con una dicitura generica, prevede l’applicazione delle normative vigenti.

1. Per i soci con contratto di collaborazione coordinata e continuativa riconducibile a uno a più progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso, ai sensi degli articoli da 61 a 69 del DLGS n. 276/2003, si applicano le seguenti disposizioni di legge: ai fini fiscali gli articoli 50 comma 1 lettera c-bis) e 52 comma 1 DPR 917/1986; ai fini previdenziali e assistenziali, l’articolo 2 comma 26 Legge 335/1995 e successive

modifiche; ai fini dell'assicurazione INAIL, l’articolo 5 DLGS 38/2000, se l’attività svolta è soggetta a tutela

assicurativa contro gli infortuni professionali e le malattie professionali.Si applicano inoltre tutte le altre disposizioni di legge che riguardano il presente tipo di contratto di lavoro anche se entrate in vigore dopo l’emanazione del presente regolamento.

2. Il contratto di lavoro dei soci ... (indicare la tipologia) è di tipo autonomo. A tale contratto di lavoro è applicabile, in quanto compatibile, la disciplina dettata dalla … (indicare la normativa applicabile)40 con i conseguenti effetti ai fini dell’inquadramento previdenziale e fiscale. Si applicano inoltre tutte le altre disposizioni di legge che riguardano il presente tipo di contratto di lavoro anche se entrate in vigore dopo l’emanazione del presente regolamento.

3. La cooperativa si impegna ad effettuare tutti gli adempimenti alla stessa affidata dalle disposizioni applicabili al tipo di lavoro instaurato e ad assumersi i relativi oneri economici. La cooperativa applicherà tutte le disposizioni in materia fiscale e previdenziale e assicurativa riferibili a ogni tipologia di contratto anche se entrate in vigore dopo l’emanazione del presente regolamento.

Articolo 20 – organizzazione del lavoro

CommentoAnche questo articolo è stato inserito per rispondere a quanto previsto dall’articolo 6 comma 1 lettera b) della Legge 142.Il testo è necessariamente generico e deve essere adattato alle diverse situazioni aziendali. E’ possibile specificare il tipo di organizzazione aziendale (indicando l'organigramma) oppure mantenere una generica previsione come quella del comma 1.Per la definizione di alcune norme che qualifichino come autonomo il rapporto si è optato per uno specifico articolo (22)

40 Per le principali tipologie la normativa di riferimento è la seguente. Artigiani: Legge 443/1985, articolo 13 Legge 57/2001,Legge 1533/1956 e Legge 463/1959 e successive modifiche ed integrazioni in materia di contributi previdenziali – Commercianti: Legge 662/1996 (ai fini previdenziali) - CCDD e IATP: Articolo 12 Legge 153/1975, articolo 13 Legge 233/1990.

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1. Ogni socio è tenuto ad operare nel rispetto delle disposizioni regolatrici del tipo di rapporto di lavoro concordato. I soci dovranno essere informati circa l’assetto organizzativo, l’organigramma aziendale e le scelte di importanza particolare della cooperativa.

2. Il lavoro dei soci con rapporto di tipo non subordinato si svolgerà con le modalità idonee a raggiungere gli obiettivi stabiliti dal contratto individuale in collaborazione e/o in coordinamento di massima con le strutture della cooperativa.

Articolo 21 – trattamento economico dei soci con contratto di lavoro non subordinato

CommentoQuesto articolo è volutamente generico e riprende quanto previsto dall’articolo 3 comma 1 della Legge 142. Per i rapporti di lavoro diversi da quello subordinato in genere non sono presenti contratti o accordi collettivi contenenti norme in materia di trattamento economico. La legge 142 prevede che si faccia riferimento ai compensi medi in uso per prestazioni analoghe rese in forma di lavoro autonomo. Riteniamo che questa formulazione consenta alle parti ampia libertà di azione.Si tratta infatti di tipologie di contratto sono molto varie e non è possibile prevedere una normativa unica. I regolamenti delle singole cooperative dovranno fare ulteriori specificazioni.Per tutti i rapporti diversi da quelli di tipo subordinato è quantomai necessario stipulare preventivamente il contratto individuale col socio.

1. Il trattamento economico dei soci sarà rapportato alla quantità e qualità di lavoro conferito in cooperativa e secondo quanto stabilito dalle disposizioni di legge, dalle tabelle professionali, dagli accordi collettivi ove esistenti, dagli usi e consuetudini, tenuto conto dei costi diretti e indiretti sostenuti dalla cooperativa.

2. Al momento dell'ammissione al lavoro sarà sottoscritto col socio uno specifico contratto che definirà il trattamento economico.

Articolo 22 – norme generali

CommentoQuesto articolo si propone di definire i principi generali del rapporto tra socio e cooperativa. Gli argomenti affrontati spaziano in vari campi e possono essere ampliati, anche inserendoli in articoli specifici.L'intento è di fissare alcuni principi, anche a garanzia del socio, che la cooperativa dovrà poi applicare. In questo modo si sono individuati alcuni elementi che qualificano il rapporto come non subordinato pur richiamando alcune specificità del rapporto tra socio e cooperativa (che non può essere quello “normale” tra lavoratore autonomo e committente).Come già accennato in premessa la formulazione dell'articolo 1 comma 3 della Legge 142 non consente di instaurare coi soci un rapporto di lavoro che non corrisponda alle modalità di effettuazione della prestazione lavorativa.Le formulazioni proposte tengono conto delle modalità specifiche di svolgimento di questi rapporti di lavoro e si distinguono da quelle utilizzate nella parte per i rapporti di tipo subordinato.

1. I soci con contratto diverso da quello di tipo subordinato sono tenuti a svolgere la loro attività secondo le regole proprie del rapporto di lavoro instaurato e dal contratto individuale stipulato al momento dell’ammissione al lavoro senza alcun vincolo di subordinazione.

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2. La mancanza del vincolo di subordinazione comporta comunque per il socio, ove impegnato con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, l’obbligo di coordinare la propria attività con quella della cooperativa partecipando, quando necessario, alle attività di coordinamento, di informazione, di aggiornamento reputate necessarie dalla direzione della cooperativa per il buon svolgimento dell’attività lavorativa.

3. La cooperativa provvederà a segnalare al socio l’eventuale mancato rispetto delle condizioni e delle modalità di esecuzione del lavoro stabilite nel contratto individuale concedendo al socio un periodo congruo per la formulazione di controdeduzioni.Qualora si verificassero situazioni di particolare gravità, l'Organo amministrativo, o in caso di urgenza la direzione, potrà disporre la sospensione immediata dell’attività del socio in attesa dei necessari chiarimenti.In ogni caso la cessazione del contratto di lavoro può essere causa di esclusione da socio e l’esclusione da socio è causa di cessazione del rapporto di lavoro.

4. Il socio deve garantire che nello svolgimento dell'attività assegnatagli non siano violati diritti di terzi o impegni assunti dalla cooperativa nei confronti di terzi.

5. Il socio agirà impiegando le proprie capacità e non potrà delegare a terzi, in tutto o in parte, l'esecuzione di quanto affidatogli.

6. Il socio impossibilitato a portare a termine l’incarico affidatogli per gravi e comprovati motivi, è tenuto a darne tempestiva comunicazione alla direzione della cooperativa che provvederà ad attivare le opportune soluzioni organizzative per la conclusione del lavoro.

Articolo 23 – assenze

CommentoAi soci con contratto diverso da quello subordinato non può essere richiesto di rispettare regole stringenti in materia di presenza sul luogo di lavoro, orari ecc. E’ però opportuno definire l’obbligo di comunicazione delle assenze che possono avere riflessi sulla corretta esecuzione del lavoro.All'articolo 22 sono comunque previste norme per il coordinamento del lavoro del socio con la cooperativa.Il comma 2 contiene i termini massimi di sospensione dei contratti di collaborazione previsti dall’attuale legislazione (articolo 66 Dlgs 276/2003) in caso di malattia, infortunio e maternità.

1. Ferma restando l’insussistenza di obblighi di presenza per i soci impegnati con contratti di lavoro non subordinato, questi ultimi sono comunque tenuti a comunicare alla cooperativa circostanze che impediscano, anche temporaneamente, la prestazione lavorativa o che possano comportare modifiche ai termini pattuiti nel contratto individuale o successivamente definiti.

2. Per i contratti di collaborazione coordinata e continuativa In caso di assenza per malattia o infortunio, il rapporto contrattuale con il socio collaboratore rimane sospeso, senza erogazione del corrispettivo, per non più di 1/6 della durata del contratto, se tale durata è determinata, o di 30 giorni, negli altri casi. Il contratto si estingue comunque alla scadenza prevista o al compimento del programma di lavoro pattuito.

In caso di gravidanza la collaboratrice potrà chiedere che il contratto sia sospeso per un massimo di 180 giorni. Tale richiesta dovrà essere accompagnata da idonea documentazione attestante lo stato di gravidanza.

Articolo 23 – norme sulla sicurezza sul lavoro e indumenti di lavoro

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Commento L’articolo 2 della Legge 142 prevede l’applicazione, in quanto compatibili, delle disposizioni di cui al Dlgs 626/1994 (ora ci si deve riferire al Dlgs 81/2008) anche ai soci con contratto non subordinato. Questa “compatibilità” non è ancora stata chiarita. D'altra parte le norme contenute nel decreto 81 hanno notevolmente ampliato le tutele relative alla sicurezza Lo stesso Dlgs 276/2003 aveva previsto l'applicazione delle norme in materia di sicurezza nel caso in cui il collaboratore operi nei luoghi di lavoro del committente. Il comma 2 recepisce questa norma.Il 3° comma prevede una tutela ampia per il socio lavoratore autonomo in modo più ampio rispetto a quanto previsto dalla normativa. Si tratta di una innovazione rispetto al testo precedente che ci sembra rispondente a linea di responsabilità verso i soci.E' comunque previsto un raccordo tra cooperativa e socio visto che la natura autonoma della prestazione pone in capo al socio gli obblighi relativi alla sicurezza e in capo alla cooperativa quelli più generali inerenti i rischi all’interno del luogo di lavoro.Riteniamo che debba essere il contratto individuale a regolare questa questione in relazione alle modalità di svolgimento della prestazione e al tipo di rapporto.

1. I soci sono tenuti a rispettare le norme in materia di sicurezza ed igiene del lavoro impartite dalla cooperativa e previste dalla legge per la propria attività. Quando richiesto dovranno dotarsi degli strumenti individuali di protezione necessari per lo svolgimento dell’attività lavorativa concordata.

2. Quando è previsto che i soci operino all’interno delle strutture della cooperativa, questa dovrà informare i soci stessi circa i contenuti del documento di valutazione dei rischi prevedendo i necessari raccordi con il responsabile aziendale per la sicurezza.

3. La cooperativa garantirà al socio lavoratore autonomo la necessaria formazione, e informazione in materia di sicurezza sul lavoro, nonché la sorveglianza sanitaria qualora prescritta coordinando il proprio intervento con quello a carico del socio stesso.

4. I soci dovranno dotarsi di indumenti idonei per lo svolgimento del lavoro, ai sensi delle disposizioni in materia di sicurezza. Qualora se ne ravvisi la necessità a tali soci verranno forniti gli stessi indumenti utilizzati dai soci con rapporto subordinato.

5. I soci sono tenuti ad indossare l'eventuale abbigliamento fornito e ad utilizzare i mezzi personali di protezione e prevenzione degli infortuni sul lavoro e malattie professionali.Qualora si verifichino inadempienze, se il caso è di particolare gravità, potrà essere risolto il contratto di lavoro con conseguente esclusione del socio.

Articolo 24 – infortunio

CommentoIl comma 1 prevede le modalità di comunicazione degli infortuni sul lavoro per i soci con contratto di collaborazione in quanto per tali soggetti può operare l’obbligo assicurativo presso l’INAIL.Per gli altri soci con contratto di tipo non subordinato, non essendo prevista l’assicurazione INAIL a carico della cooperativa, è ipotizzato soltanto un obbligo di comunicazione.Il comma 3 interviene in merito al trattamento economico in caso di infortunio. Sono previsti sia il caso in cui il socio collaboratore porti a termine l’incarico (con pagamento quindi dell’intero compenso), sia quello in cui l’incarico sia svolto soltanto parzialmente (con conseguente decurtazione del compenso). E’ ovviamente possibile assicurare, come peraltro prevedono i CCNL per i lavoratori subordinati, una integrazione dell’eventuale trattamento a carico dell’INAIL.Il periodo di conservazione del posto di lavoro, così come previsto dal Dlgs 276/2006, è contenuto nel precedente articolo 23 che riguarda le diverse tipologie di assenza.

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1. I soci con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, se soggetti all’iscrizione all’INAIL, sono obbligati - salvo cause di forza maggiore - a dare immediata notizia alla cooperativa di qualsiasi infortunio sul lavoro accaduto, anche se di lieve entità e/o avvenuto in itinere. Il relativo certificato medico deve essere trasmesso alla cooperativa, nel più breve tempo possibile e comunque entro due giorni successivi a quello del suo rilascio al socio.La ripresa dell'attività lavorativa è subordinata alla presentazione di apposito certificato di idoneità lavorativa.

2. I soci con un contratto di tipo non subordinato diverso da quello di cui al punto precedente sono comunque tenuti ad informare la direzione della cooperativa degli infortuni occorsi loro all’interno della cooperativa anche al fine di attivare eventuali coperture assicurative e/o effettuare una nuova valutazione dei rischi. Gli adempimenti dei confronti dell’INAIL o di altri enti assicuratori pubblici saranno a carico dei soci stessi.

3. Fermo restando quanto previsto all’articolo 23 in merito alle assenze, durante il periodo di infortunio al socio spetterà l’intero trattamento economico pattuito se la prestazione prevista dal contratto individuale sarà svolta completamente. Qualora questo non fosse possibile, ovvero in caso di prestazioni correlate in tutto o in parte al tempo di lavoro41, al socio spetterà la sola, eventuale, indennità economica di invalidità temporanea a carico INAIL.

Articolo 25 - malattia

CommentoAnche in questo caso è stato previsto un duplice meccanismo retributivo con le stesse caratteristiche di quanto previsto per l’infortunio. Il periodo di conservazione del posto di lavoro, così come previsto dal Dlgs 276/2006, è contenuto nel precedente articolo 23 che riguarda le diverse tipologie di assenza.

1. Fermo restando quanto previsto all’articolo 23 in merito alle assenze, durante il periodo di malattia al socio spetterà l’intero trattamento economico pattuito se la prestazione prevista dal contratto individuale sarà svolta completamente. Qualora questo non fosse possibile, ovvero in caso di prestazioni correlate in tutto o in parte al tempo di lavoro42, al socio spetterà la sola eventuale indennità economica a carico INPS, richiesta direttamente dallo stesso socio .

Articolo 26 – risoluzione del rapporto di lavoro

CommentoIl comma 1 prevede, come previsto dall’articolo 5 della Legge 142, l’automatica risoluzione del rapporto di lavoro in caso di cessazione del rapporto associativo.Vista la particolare natura delle cooperative di lavoro, il comma 2 stabilisce un analogo collegamento nel caso inverso. Il mantenimento dell’iscrizione a libro soci è possibile soltanto in caso di trasformazione in socio sovventore o in socio volontario (in quest’ultimo caso la possibilità è limitata alle cooperative sociali).Entrambe le previsioni trovano fondamento nella particolarità del rapporto tra socio e cooperativa di lavoro. Restano ovviamente ferme le disposizioni statutarie in materia di esclusione del socio.Per i soci con contratto subordinato si veda l’articolo 15, il commento e la nota n. 22.

1. I contratti di lavoro si risolvono alla data stabilita dal contratto individuale. La risoluzione può essere anticipata nei casi e con le modalità previste dal contratto individuale ovvero in caso di 41 Ricordiamo che nei contratti di collaborazione e più in generale in quelli di tipo autonomo, la

commisurazione del compenso è spesso considerata indice di contratto subordinato.42 Si veda nota precedente.

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esclusione, recesso o decadenza, per qualsiasi ragione o causa.

2. L’interruzione del contratto di lavoro è causa di esclusione da socio salvo che l 'Organo amministrativo, previa domanda del socio, non provveda all’iscrizione del socio stesso in altra sezione del libro soci.

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Appendice – Ulteriori articoli per i soci con rapporto di lavoro subordinato

Il questa sezione sono riportati alcuni esempi di articoli che possono essere utilizzati, soprattutto per i soci con contratto di tipo subordinato. In alcuni casi si tratta di temi di carattere generale, in altri molto specifici.In genere sono stati tratti da regolamenti vigenti. Per la loro valenza esemplificativa non è ritenuto opportuno di standardizzarli troppo. Sarà compito di chi stende i regolamenti di adattarli alle singole realtà.Per un corretto utilizzo di queste formule è necessario una costante verifica di quanto già eventualmente previsto dalla contrattazione collettiva di riferimento.

Articolo … - mutamento definitivo del livello

1. Nel caso in cui al socio sia riconosciuta l’inidoneità in via permanente all’espletamento delle funzioni inerenti alla propria qualifica, così come nell’eventualità in cui il socio, per esigenze sue personali e/o familiari, chiedesse di essere adibito a mansioni diverse, la cooperativa farà quanto in suo potere per reperire, compatibilmente con le strutture organizzative dei vari settori e con le disponibilità di organico, un’attività lavorativa idonea alla malattia ovvero compatibile alle esigenze personali e/o familiari del Socio, riconducibile nell’ambito dello stesso livello.

2. Qualora ciò non fosse possibile, al fine di conservare il rapporto associativo, la cooperativa potrà formulare proposte che prevedano lo svolgimento di mansioni inferiori a quelle del livello di appartenenza del socio alla data della comunicazione/richiesta. Nell’eventualità di accettazione della proposta la cooperativa corrisponderà al Socio il compenso proprio del livello inferiore.

3. Nell'eventualità che anche ciò non fosse possibile, la cooperativa potrà promuovere la procedura di esclusione del socio per impossibilità a partecipare ai lavori dell’impresa sociale.

Articolo … - risarcimento danni autoveicoli

1. Fatto salvo quanto specificatamente ed eventualmente previsto da accordi territoriali se si verifica un sinistro all’automezzo di proprietà del socio, da questi utilizzato su espresso incarico della cooperativa, è istituita la procedura di risarcimento danni autoveicoli.

2. La procedura opera esclusivamente per il risarcimento dei danni materiali occorsi all’autoveicolo di proprietà del socio, utilizzato durante lo svolgimento delle proprie mansioni.

3. Il risarcimento può essere richiesto solo nel caso in cui i danni non siano coperti da nessuna società assicurativa, ente o persona fisica direttamente coinvolti nell’evento.

4. L’importo massimo del risarcimento è di € ... (...).

5. La richiesta di risarcimento, corredata dai documenti probatori dell’evento, va sottoposta all'Organo amministrativo.

6. Nel caso di sinistro, in cui il mezzo del socio sia coinvolto come avente causa, se l’assicurazione r.c. auto dallo stesso stipulata stabilisce una franchigia fissa a suo carico, la Cooperativa copre il ...% della somma pagata a titolo di franchigia, per un massimo rimborso di € ... (...).

Articolo … - trasferimento del socio

1. Il trasferimento da una sede di lavoro ad un'altra non può essere attuato se non per motivate

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ragioni tecniche, organizzative e produttive.Il provvedimento di trasferimento dovrà essere comunicato al socio per iscritto con il preavviso di un mese.

Tra le esigenze organizzative e/o produttive rientra anche la c.d. “incompatibilità ambientale”. Per incompatibilità ambientale devono intendersi le difficoltà relazionali del Socio col suo ambiente di lavoro a prescindere dall’eventuale rilievo anche disciplinare dei suoi comportamenti, tali da incidere sul buon andamento dell’attività esercitata dalla Cooperativa. Prima di assumere la decisione, la cooperativa sentirà il socio e valuterà le possibili alternative.

2. Il socio trasferito conserva il trattamento economico goduto precedentemente, escluse quelle "indennità" e competenze che siano inerenti alle condizioni locali e alle particolari prestazioni presso la sede di origine e che non ricorrano nella nuova destinazione (vedi … ) e salva l’applicazione dei nuovi minimi di stipendio o salario delle località ove viene trasferito se più favorevoli per il socio.

3. Il fatto che socio non accetti il trasferimento, benché sussistano comprovate ragioni tecniche organizzative e produttive, costituisce giusta causa di licenziamento e di esclusione.

4. Nulla è dovuto al socio trasferito, ad eccezione: delle spese di viaggio e di trasporto per sé, per le persone di famiglia e per gli effetti

familiari (mobilio, bagagli, ecc…) in occasione del trasloco, preventivamente concordate con la cooperativa;

del rimborso dell’indennizzo che, per effetto del trasferimento, il socio debba corrispondere per l’anticipata risoluzione di un contratto di affitto regolarmente registrato e denunciato alla cooperativa precedentemente alla comunicazione di trasferimento, fino alla concorrenza di un massimo di quattro mesi di pigione.

Al socio che chieda il suo trasferimento non competono i rimborsi di cui al punto precedente.

Articolo ... - interruzioni, sospensioni di lavoro e recuperi

1. In caso di interruzione della prestazione normale, sarà riservato al socio il seguente trattamento: per le ore perdute, ma passate a disposizione della cooperativa, sarà corrisposta la

retribuzione globale, con facoltà per la cooperativa di adibire i soci stessi ad altri lavori; per le ore perdute per le quali i soci non vengono trattenuti a disposizione, non essendo

stati preavvisati in termini utili in relazione alla prevedibilità dell’evento, sarà corrisposta la retribuzione globale per la prima giornata di sospensione;

per le ore perdute e per le quali i soci siano stati tempestivamente preavvisati anche tramite sms, e-mail, comunicazione scritta, non sarà dovuta alcuna retribuzione.

2. Nel caso di sospensione del lavoro per un periodo maggiore di 15 giorni, il socio ha facoltà di dimettersi con diritto alla indennità sostitutiva del preavviso e al trattamento di fine rapporto.

Articolo ... - formazione, riqualificazione e specializzazione dei soci.

1. La Cooperativa cura la formazione e l’aggiornamento dei propri soci operatori istituendo corsi, incontri e seminari o promuovendo la partecipazione ad iniziative esterne di formazione. Favorisce, inoltre, la riqualificazione sul lavoro dei soci per il conseguimento della qualifica di Educatore Professionale o di altri titoli professionali equivalenti. Tale riqualificazione viene agevolata concordando con i soci che ne fanno richiesta, i tempi e i modi per frequentare i corsi relativi. Qualora i soci non siano in possesso del titolo di scuola superiore di 2° grado, analogamente a quanto detto per la riqualificazione, la Cooperativa li favorisce per il conseguimento di tale titolo.

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2. I soci che intendono conseguire specializzazioni successive (diploma universitario, laurea, perfezionamento post- laurea, ecc.) qualora la partecipazione a tali corsi sia compatibile con l'attività lavorativa e tali specializzazione riguardino l’area di interesse delle attività della Cooperativa potranno farne proposta all'Organo amministrativo che valuterà la richiesta e l’eventuale opportunità di un contributo economico. Tale contributo potrà essere recuperato, con trattenuta in busta paga anche sul TFR, nel caso in cui il socio si dimetta entro 24 mesi dal conseguimento del titolo o dall’erogazione in caso di mancato conseguimento del titolo.

3. L'Organo amministrativo valuta positivamente la proposta del socio richiedente in base alle proprie disponibilità e concorda con il medesimo le modalità di attuazione. Si stabilisce, infine, che il numero dei soci che può frequentare corsi di formazione, riqualificazione e specializzazione non può superare annualmente il 10% del personale in servizio in ogni struttura, salvo diversa valutazione dell'Organo amministrativo.

Articolo ... - rimborsi di trasferta e spese auto

1. I rimborsi per le trasferte di servizio comprendono l’alloggio, il vitto e le spese viaggio.

2. I criteri fissati per i rimborsi chilometrici per gli spostamenti fuori Comune, vengono fissati dall'Organo amministrativo tenendo come riferimento le tariffe ACI. Per trasferta si intende lo spostamento dalla propria sede di lavoro ad altro luogo (compresi le altre sedi della Cooperativa) durante l’orario di lavoro; sono pertanto escluse le tratte casa-lavoro e viceversa. Si precisa, inoltre, che qualora il socio si rechi a cadenza regolare presso una struttura della cooperativa diversa dalla propria sede abituale di lavoro per l’espletamento di un’attività compresa nel proprio mansionario...

3. Ogni spostamento con auto propria dovrà essere preventivamente autorizzato dagli uffici amministrativi, esclusi i casi di emergenza per i quali è sufficiente l’autorizzazione del responsabile di struttura. In caso di sinistro è necessario comunicarlo tempestivamente all’Amministrazione (entro le 24 ore).

4. In ogni caso il socio che utilizzi un automezzo, proprio o aziendale, per ragioni di servizio, è responsabile delle eventuali infrazioni al codice della strada e ne risponde direttamente. Nel caso di utilizzo di un automezzo aziendale, qualora pervengano contravvenzioni alla Cooperativa, la medesima si rivarrà sul socio trasgressore con trattenuta a rimborso nella prima busta paga utile, intendendosi operante il meccanismo compensativo legale.

5. Qualora il socio, nelle condizioni di cui al comma precedente, subisca il ritiro della patente è tenuto a darne immediata comunicazione alla cooperativa; ferma restando la valutabilità della condotta ai fini della configurazione di una giusta causa di licenziamento, il ritiro potrà essere considerato come giustificato motivo oggettivo di licenziamento. In ogni caso, ove non si faccia luogo al licenziamento, il socio potrà essere assegnato a differenti mansioni, anche in deroga all’art. 2103 cod. civ., in attesa di poter offrire allo stesso una nuova opportunità di lavoro idonea.

Articolo ... – ferie

1. I periodi di ferie devono essere concordati col direttore di struttura; le relative richieste dovranno pervenire all’amministrazione della Cooperativa almeno 15gg. prima del loro inizio. Non saranno pertanto ritenute valide richieste di ferie non controfirmate dal direttore di struttura o dal presidente della Cooperativa stessa.

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Articolo … - Permessi per riduzione orario e permessi ex festività

1. In sostituzione delle quattro festività infrasettimanali abolite dalla legge 54/77 (S. Giuseppe, Ascensione, Corpus Domini, SS. Pietro e Paolo) ai soci spettano quattro giorni annui di permesso retribuito, maturabili in ratei mensili e permessi per riduzione orario, così come previsto dal CCNL di riferimento per la parte economica di cui al precedente art. ….. La frazione di mese superiore a quindici giorni sarà considerata come mese intero.

2. I permessi non fruiti entro l’anno di maturazione potranno essere fruiti entro il ……… dell’anno successivo e, in mancanza, decadranno e saranno pagati con la retribuzione di fatto in atto alla predetta data. (o, in alternativa, “L’utilizzo di detti permessi, compatibilmente con le esigenze di servizio, potrà essere richiesto dai soci durante il rapporto di lavoro, senza alcun termine per la fruizione.”

3. In caso di risoluzione del rapporto di lavoro ai soci spetterà il pagamento di eventuali permessi ex festività e riduzione orario residui, maturati e non goduti.

Articolo … - Flessibilità

1. Considerate le particolari caratteristiche del settore in cui la Cooperativa opera ed al fine di fronteggiare le variazioni di intensità di lavoro, la Cooperativa potrà prevedere regimi di orario che superino il normale orario settimanale a tempo pieno o parziale, concordato nel contratto individuale di lavoro, con recupero nei successivi ….. mesi del monte ore lavorato in eccedenza e in periodi di diminuzione del lavoro.

2. In caso di assenze giustificate superiori a trenta giorni il termine di cui al precedente comma 1 resta sospeso, per riprendere poi a decorrere al rientro in servizio.

3. I lavoratori interessati percepiranno la retribuzione relativa all’orario settimanale contrattuale, sia nei periodi di superamento che di diminuzione dell’orario contrattuale.

4 Qualora i recuperi di cui al comma 1 del presente articolo non siano stati disposti ovvero siano solo parziali, la Cooperativa è tenuta a corrispondere al lavoratore tali ore come straordinari, secondo le maggiorazioni previste dal CCNL di riferimento.

5. La Cooperativa dovrà tenere registrazione delle ore in regime di flessibilità dandone comunicazione periodica ai soci lavoratori.

6. Per quanto riguarda i limiti del lavoro straordinario si farà riferimento a quanto previsto dalle disposizioni di legge vigenti in materia

Articolo …. - Assistenza sanitaria integrativa

1. In riferimento a quanto previsto dal CCNL di riferimento, ferma restando l’adesione ad una forma di assistenza sanitaria integrativa che assicuri, complessivamente, un trattamento economico almeno equivalente, la cooperativa potrà assolvere all’obbligo, anziché mediante l’iscrizione al fondo contrattuale, mediante l’adesione ad altra mutua sanitaria.

Articolo … – Diritto allo studio: presentazione delle domande e criteri di graduatoria

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1. Le domande per usufruire dei permessi per motivi di studio previsti dal CCNL di riferimento devono essere presentate all’ufficio personale della Cooperativa entro il 31 dicembre di ciascun anno.

2. La domanda dovrà, quindi, a pena di esclusione, essere presentata a mano o fatta pervenire a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento all’ufficio personale della Cooperativa Nel caso di spedizione a mezzo raccomandata a.r., fa fede il timbro a data dell’ufficio postale di spedizione.L’istanza dovrà contenere i seguenti dati:

a) Cognome, nome, luogo e data di nascita;b) Residenza;c) L’indirizzo, con l’eventuale recapito telefonico, dove si desidera che siano inviate led) eventuali comunicazioni relative alla procedura.e) Corso di studi o di abilitazione e Università o Scuola prescelta, con indicazione specifica

della tipologia, della durata legale del corso di studio, e dell’anno di corso;f) Di non essere in possesso di un titolo di studio dello stesso livello o di livello superiore

rispetto a quello per il quale chiede la concessione dei suddetti permessi oppure di esserne in possesso;

g) Se per il corso di studio per il quale si richiedono i permessi in oggetto è previsto o meno un test d’ingresso e/o un esame di profitto finale;

h) Di avere già usufruito di detti permessi negli ultimi dieci anni, specificando il numero di volte in cui ne ha usufruito, oppure di non averne mai usufruito negli ultimi dieci anni;

i) Consenso al trattamento dei dati personali;j) Data e sottoscrizione.

3. Alla domanda dovrà essere allegata la certificazione di iscrizione al corso di studi o di abilitazione. Tale documento potrà essere prodotto in originale, in copia conforme all’originale oppure in copia corredata da apposita dichiarazione resa ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. 445/2000 e successive modificazioni ed integrazioni che ne attesti l’autenticità.

4. Entro il ……… dell’anno successivo l’ufficio personale della Cooperativa provvede a predisporre la graduatoria degli aspiranti che sarà resa pubblica al termine dei lavori sulla base dei criteri elencati al comma successivo.

5. Qualora il numero delle richieste superi il limite previsto dal CCNL d riferimento la graduatoria per la concessione dei permessi è predisposta secondo il seguente ordine di priorità:

I. Scuola media superiore;II. Laurea triennale o specialistica o corsi di studio o di abilitazione organizzati da strutture

pubbliche o private legalmente riconosciute, abilitate al rilascio di attestati di abilitazione professionali riconosciuti dall’ordinamento pubblico, con indirizzo attinente le mansioni svolte dal socio lavoratore all’interno della Cooperativa;

III. Laurea triennale con indirizzi diversi da quelli di cui al punto II ;IV. Laurea Specialistica con indirizzi diversi da quelli di cui al punto II;V. Corsi di studio o di abilitazione organizzati da strutture pubbliche o private legalmente

riconosciute, abilitate al rilascio di attestati di abilitazione professionali riconosciuti dall’ordinamento pubblico con indirizzi diversi da quelli di cui al punto II;

VI. Corso di studi per il conseguimento di titolo di studio dello stesso livello di titolo già posseduto o di livello inferiore.

Nell’ambito delle priorità sopra indicate, la precedenza è accordata secondo il seguente ordine:a) ai soci che frequentano l’ultimo anno di corso di studi. Nel caso di studenti universitari, si intende che siano inscritti in corso;b) ai soci che frequentano il penultimo anno di corso, il terzultimo e così via fino al primo.

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In caso di parità di condizioni, i permessi sono accordati ai soci che hanno usufruito di un minor numero di volte del beneficio in oggetto negli ultimi dieci anni e, a ulteriori condizioni di parità, ai dipendenti che hanno una maggiore anzianità di servizio in cooperativa.

In ulteriore caso di parità di condizioni, qualora il numero delle richieste superi il limite previsto dal CCNL di riferimento, il monte ore complessivamente spettante, nei limiti di cui al CCNL di riferimento, sarà ripartito tra gli aventi diritto in proporzione all’orario di lavoro svolto.

6. Il socio che ha ottenuto i permessi avvalendosi del criterio di priorità di cui al comma 4, e non abbia poi effettivamente sostenuto l’esame di diploma, di laurea, o di abilitazione in assenza di gravi motivi e giustificati motivi, non potrà più usufruire di tale diritto di precedenza in futuro.Sono da intendersi gravi e giustificati motivi quelle circostanze che per la loro gravità possono oggettivamente pregiudicare, per un congruo periodo, il verificarsi delle condizioni prescritte.

Articolo … - Persone svantaggiate in inserimento lavorativo.

1. Per il lavoratore svantaggiato al momento dell’ingresso in Cooperativa viene predisposto, unitamente ai Servizi invianti, un progetto personalizzato di inserimento lavorativo che prevede verifiche mensili o trimestrali.Il modello operativo di formazione per i soggetti svantaggiati svolta all’interno della Cooperativa prevede:

a) Piano di sicurezza: illustrazione e aspetti operativi.b) Dlgs 81/2008: illustrazione ed aspetti operativi.c) Regole base di lavoro da svolgere.d) Comportamento in servizio.e) Organizzazione dei servizi.f) Metodologia del lavoro.g) Analisi e verifica delle metodologie di lavoro.h) Analisi e verifica della funzionalità delle attrezzature in dotazione.i) Confronto costruttivo sul quanto esposto e sulle esperienze dei singoli.

2. Qualsiasi lavoratore socio o dipendente faccia uso di sostanze illegali (es. cocaina,eroina o quant’altro), o abuso o uso improprio di sostanze legali (es. farmaci, alcolici, terapie sostitutive e quant’altro), viene sospeso in attesa che intraprenda un programma terapeutico di recupero. Se questo non avviene entro quindici giorni, il dipendente viene licenziato.

3. Il lavoratore svantaggiato alla fine del progetto personalizzato di inserimento lavorativo o al venir meno della condizione di svantaggio, ai sensi dell’art.4 della Legge 381/91, cessa la sua attività di dipendente.

Articolo ... - lavoro a tempo parziale

1. La presente normativa integra quanto previsto dal Ccnl di riferimento in materia di lavoro a tempo parziale.

2. La cooperativa potrà procedere all’assunzione di personale con rapporto a tempo parziale il cui svolgimento si realizzerà con le seguenti modalità: orizzontale, verticale o misto.Il socio a tempo parziale può essere assunto anche con contratto a tempo determinato.

3. Il rapporto a tempo parziale è disciplinato secondo i seguenti criteri: la cooperativa valuterà l’accoglimento di richieste per la trasformazione di rapporti da tempo

pieno a tempo parziale o viceversa, fatte salve le esigenze tecnico, organizzative e produttive;

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priorità nel passaggio da tempo pieno a tempo parziale o viceversa, dei soci già in forza rispetto ad eventuali assunzioni per le stesse mansioni.

4. In caso di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno in rapporto di lavoro a tempo parziale, la trasformazione potrà anche avere durata predeterminata, che di norma non sarà inferiore a 3 mesi.

Articolo ... - periodo di aspettativa

1. Al socio, con anzianità di servizio non inferiore a un anno, che ne faccia richiesta scritta può essere concessa, per gravi e comprovate necessità personali o per cause di malattia di familiari, fermo restando la salvaguardia delle esigenze di servizio, una aspettativa senza retribuzione, per un periodo massimo di sei mesi nell’arco della vigenza contrattuale.

2. In tale periodo il rapporto di lavoro si intenderà ad ogni effetto sospeso e non maturerà alcun istituto contrattuale direttamente o indirettamente connesso alla prestazione di servizio, con particolare riguardo all’anzianità. Il rientro sullo stesso posto di lavoro avverrà compatibilmente con le esigenze di servizio.

3, Il socio che entro 5 giorni dalla scadenza del periodo di aspettativa non si presenti per riprendere servizio è considerato dimissionario.

4. La cooperativa, qualora accerti che durante l’aspettativa sono venuti meno i motivi che ne hanno giustificato la concessione, può invitare il socio a riprendere servizio nei termini di 7 giorni.

Articolo ... – indennità di funzione

1. A partire dal …. ai soci responsabili di servizio/coordinatori inquadrati dal livello … del CCNL di cui all'articolo 10, sarà corrisposta, in base alle condizioni stabilite nel successivo comma 2, una indennità di funzione differenziata su tre fasce di servizio (A-B-C) definite tenendo conto della complessità alta A – media B – normale C, del servizio loro affidato.

2. Il CdA stabilirà la fascia di servizio attribuita al socio tenendo conto dei seguenti parametri: N. persone impiegate (equipe) N. giornate di apertura del servizio N. Utenti/Famiglie coinvolte Gestione struttura Gestione committente Rapporti territoriali Progettualità Caratteristiche particolari

3. L’importo mensile lordo di indennità di funzione da corrispondere al socio, per 12 mensilità, è pari a: FASCIA A – servizio complesso ... € indennità lordaFASCIA B – servizio di media complessità ... € indennità lordaFASCIA C – servizio di ordinaria gestione ... € indennità lorda

Il passaggio di un socio da un servizio ad un altro comporta la variazione dell’importo dell’indennità in base alle fasce sopraelencate.

2. Le indennità di cui al presente articolo saranno corrisposte esclusivamente per i periodi durante i quali è esercitata la funzione di coordinamento.

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3. Le indennità, di cui al presente articolo, si intendono comprensive dell’incidenza della 13ma mensilità e non concorrono alla determinazione della base di calcolo del TFR.

Articolo … – incarichi accessori

1. Ai soci ai quali viene richiesto di svolgere degli incarichi aggiuntivi e accessori alla mansione assegnata in sede di contratto individuale di lavoro (es. gestione dei mezzi di trasporto, gestione del sito internet, …) potrà essere corrisposto, su delibera del CdA e nella misura da quest’ultimo fissata, un importo aggiuntivo rispetto a quelli dovuti ai sensi dei precedenti articoli, correlato al miglior risultato operativo derivante dallo svolgimento di detti incarichi aggiuntivi. Tale importo si intende comprensivo dell’incidenza della 13ma mensilità e non concorre alla determinazione della base di calcolo del TFR.

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