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C osì diversi che si trovano a meraviglia, Babacar e Ber- nardeschi. Federico nato a un centinaio di chilometri da Fi- renze, mentre il senegalese co- mincia la sua avventura a iès, a più di quattromila chilometri dal Franchi. A tu per tu con Roberto Bolle: “La mia daa aperta a tutti” Novembre 2014 www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere tanti auguri isolotto: la storia dei quartieri Editoriale il segno lasciato dal tempo Matteo Francini D ici novembre e a Firenze pensi all’alluvione. Quan- to avvenne nel 1966 è ancora impresso nella mente di tutti i fiorentini che hanno vissuto quel momento e ben conosciu- to anche da coloro che all’epo- ca non c’erano. Un avvenimen- to che ha segnato la storia di Firenze e di cui tra non mol- to – nel 2016 – ricorreranno i cinquant’anni. La città comin- cia così a prepararsi in vista dell’importante anniversario. SEGUE ALLE PAGINE 10-11 SEGUE A PAGINA 23 U n quartiere vecchio tre generazioni. È l’Isolotto delle case po- polari, delle lotte sociali, del prete ribelle don Mazzi, della “città giardino” dove trovarono un tetto immigrati del sud e pro- fughi delle ex colonie italiane, tute blu e impiegati statali, democri- stiani e “mangiapreti”. E se l’Isolotto spegne sessanta candeline, al- tri quartieri – nati anche loro fuori dalle mura – non hanno niente da invidiargli. Alcuni sono addirittura ultracentenari. Insomma, tanti auguri periferia fiorentina. Gianni Carpini PAGINE 8-9 PAGINA 17 grandinata, cosa resta: fra appelli e solidarietà Nel mese in cui viene ricordata l’alluvione del 1966, Firenze por- ta ancora i segni del maltempo. c’erano una volta i collezionisti SEGUE A PAGINA 18 PAGINA 20 Fiorentina Distribuito da Formula Direct simply piccoli talenti crescono PAGINA 7 Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.49 del 3 novembre 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A. Anno VIII Ed. 49 Gavinana Galluzzo Firenze Sud Firenze Quartiere 3 prove di futuro per l’ex3 Arriva il memoriale italiano di Auschwitz. Arte contemporanea e un museo tra le idee Primo piano PAGINA 3 viaggio nella nuova centrale del 118 Dalla sede di viale Michelangio- lo si coordinano tutte le emer- genze sanitarie del territorio. PAGINA 4 a spasso (nel tempo) a nave a rovezzano La famiglia italiana della frutta DOTT. GIANLUCA MARINI MEDICO CHIRURGO Studio: via Spinello Aretino, 18 50134 Firenze Tel. 055 71.69.52 [email protected] In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

Il Reporter Q3 - Novembre 2014

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Page 1: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

Così diversi che si trovano a meraviglia, Babacar e Ber-

nardeschi. Federico nato a un centinaio di chilometri da Fi-renze, mentre il senegalese co-

mincia la sua avventura a Th iès, a più di quattromila chilometri dal Franchi.

A tu per tu con Roberto Bolle:“La mia da� a aperta a tutti”

Novembre2014

www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere

tanti auguri isolotto:la storia dei quartieri

� Editoriale

il segno lasciatodal tempo

Matteo Francini

Dici novembre e a Firenze pensi all’alluvione. Quan-

to avvenne nel 1966 è ancora impresso nella mente di tutti i fi orentini che hanno vissuto quel momento e ben conosciu-to anche da coloro che all’epo-ca non c’erano. Un avvenimen-to che ha segnato la storia di Firenze e di cui tra non mol-to – nel 2016 – ricorreranno i cinquant’anni. La città comin-cia così a prepararsi in vista dell’importante anniversario.

☛ SEgUE aLLE paginE 10-11

☛ SEgUE a pagina 23

Un quartiere vecchio tre generazioni. È l’Isolotto delle case po-polari, delle lotte sociali, del prete ribelle don Mazzi, della

“città giardino” dove trovarono un tetto immigrati del sud e pro-fughi delle ex colonie italiane, tute blu e impiegati statali, democri-stiani e “mangiapreti”. E se l’Isolotto spegne sessanta candeline, al-tri quartieri – nati anche loro fuori dalle mura – non hanno niente da invidiargli. Alcuni sono addirittura ultracentenari. Insomma, tanti auguri periferia fi orentina.

Gianni Carpini

☛ paginE 8-9

☛ pagina 17

grandinata, cosa resta:fra appelli e solidarietàNel mese in cui viene ricordata l’alluvione del 1966, Firenze por-ta ancora i segni del maltempo.

c’erano una voltai collezionisti

☛ SEgUE a pagina 18

☛ pagina 20

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piccoli talenti crescono

☛ pagina 7

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Anno VIIIEd. 49

GavinanaGalluzzoFirenze Sud

FirenzeQuartiere 3

prove di futuroper l’ex3Arriva il memoriale italiano di Auschwitz.Arte contemporaneae un museo tra le idee

Primo piano

☛ pagina 3

viaggio nella nuova centrale del 118Dalla sede di viale Michelangio-lo si coordinano tutte le emer-genze sanitarie del territorio.

☛ pagina 4

a spasso (nel tempo)a nave a rovezzano

La famiglia italiana della frutta

dott. Gianluca MariniMEDICO CHIRURGO

Studio: via Spinello Aretino, 1850134 Firenze

Tel. 055 [email protected]

In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per

i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

Page 2: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

I danni

problemi soprattuttoper le piante secolari

La super grandinata del 19 settembre scorso ha lascia-

to il segno sul verde cittadino. Nel quartiere 3, in particola-re, sono stati colpiti i parchi dell’Anconella e dell’Albereta, rimasti parzialmente chiusi per i lavori di messa in sicu-rezza. Problemi soprattutto per la presenza di alberi parti-colarmente vulnerabili perché secolari e di grandi dimensio-ni. Ma il maltempo ha colpito con particolare violenza, oltre al Q3, anche il centro stori-co (escluse le Cascine, dove sono caduti solo alcuni rami) e Campo di Marte. Colpito anche l’Isolotto, dove però le alberature più giovani hanno fatto sì che i danni abbiano riguardato soprattutto le chio-me, senza cadute.

in giro tra aree verdie parchi del quartiere,due mesi dopola “maxi grandinata”

Maltempo

Decoro urbanoLa “maxi grandinata”,

come è stata più volte definita, che si è ab-battuta su Firenze il 19

settembre scorso ha lasciato un segno indelebile in tutta la cit-tà. Anche nel quartiere 3 sono stati molti i danni causati da una perturbazione a dir poco straordinaria. E ora, due mesi dopo, abbiamo fatto un sopral-luogo in alcune aree del rione per verificare quali sono stati i luoghi più colpiti dal maltem-po e quali gli interventi messi a punto per sistemarli. La grandi-ne ha danneggiato diversi par-chi come, ad esempio, quello di piazza Francia, dove la caduta dei rami dei pini è stata comun-que limitata. Anche al Villaggio Primavera, al Cimitero del Pino e nella zona della Nave a Ro-vezzano si è assistito allo stesso fenomeno: nessuna abitazione, comunque, è stata danneggiata. A creare disagi ai cittadini sono stati anche i residui rimasti sulle strade una volta passata la per-turbazione, composti per lo più da rami e foglie. Per quanto ri-guarda i giardini scolastici, du-rante il fine settimana immedia-tamente successivo alla “bomba di grandine” sono stati effettuati interventi per garantire la sicu-rezza degli accessi agli edifici. Grande protagonista (suo mal-grado) della “maxi grandinata”

è stato senza dubbio il parco dell’Albereta-Anconella, dove i danni sono stati piuttosto in-genti. Nella zona un faggio è crollato sulle auto in sosta in via di Villamagna, all’altezza del Cpa, abbattendo anche una re-cinzione di metallo. Altre piante sono cadute rovinosamente al suolo all’interno del parco, ren-dendolo inagibile, soprattutto all’altezza del campo sportivo Albereta-Firenze sud che è stato invaso dai residui dei pini cir-costanti. Anche presso i campi sportivi vicini a piazza Raven-na alcuni faggi sono precipitati distruggendo la rete di uno dei campi di pallavolo. “Mai visto niente del genere, con tutti que-sti rami accatastati...”, commen-ta il signor Gualtiero, residente sul lungarno Ferrucci, riassu-mendo il pensiero di molti. E in campo sono state messe subito alcune risorse per affrontare la situazione causata dalla violen-ta grandinata: i fondi stanziati dal Comune per gli interventi urgenti nel Q3 e Q1 sono stati di circa 98mila euro, e hanno ri-guardato il parco dell’Anconella, quello dell’Albereta, il cimitero del Pino e varie aree verdi delle scuole. “Abbiamo fatto tagliare gli alberi parzialmente distrutti e rimosso le fronde e i resti da terra, iniziando dall’area dove sono situati i giochi dei bam-

bini – spiega il presidente del Quartiere 3 Alfredo Esposito – una ditta si è subito messa al lavoro per riportare il parco a una situazione di normalità, così come è stato fatto in via di Villamagna”.

Niccolò Falchini

l’invasione degli “angeli”

Gli Angeli del Bello “invadono” il quartiere 3. Per due sabati consecutivi i volontari si sono dati appuntamento a Gavina-

na e al Galluzzo. Piazza Elia Dalla Costa e viale Tanini sono stati i luoghi al centro delle attenzioni dei “difensori” del decoro urbano. Addio alle scritte sull’edificio dove hanno sede le associazioni del quartiere a Gavinana, in piazza Dalla Costa. Famiglie con bambini sono arrivate per raccogliere cartacce, risistemare i giochi dei più piccoli e qualche genitore si è messo anche a pulire i tombini che rischiavano di rimanere intasati, mentre i giardinieri del Comune sono intervenuti per sistemare le aree verdi. Al Galluzzo un gruppo di ragazzi si è invece ritrovato per cancellare le brutte scritte dal casottino dell’area feste di viale Tanini, dopo che una squadra di “angeli” ne aveva rimossa una alta più di quattro metri comparsa sulle mura che circondano la Certosa. “L’esperimento è pienamen-te riuscito – commenta il presidente del Quartiere Alfredo Espo-sito – sono questi gli esempi di cittadinanza attiva che vogliamo incoraggiare, quelli che fanno crescere il senso civico del quartiere. Una quarantina di cittadini del Q3 si è iscritta alla fondazione degli Angeli in queste occasioni, e gruppi organizzati di cittadini attenti alla pulizia e al decoro si stanno per formare anche a Sorgane. I consiglieri del gruppo Pd del Quartiere hanno partecipato ai lavori in piazza Dalla Costa, l’assessorato all’ambiente si è occupato du-rante la giornata degli Angeli al parco di Rusciano. Un esempio di collaborazione che fa bene a tutti”. Per diventare nuovi “angeli” ba-sta riempire la scheda che si trova sul sito www.angelidelbello.org.

L.B.

#Primo piano

Stanziati 98mila euro per gli interventi urgenti perAnconella,Albereta, cimitero del Pino e scuole

2 | Novembre 2014 Quartiere 3Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

Page 3: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

potrebbe nascere anche un mu-seo della Resistenza, come sug-gerito qualche settimana fa dallo stesso sindaco. “Immaginiamo un percorso unico rivolto so-prattutto ai più giovani – spiega il presidente del Quartiere 3 Al-fredo Esposito – che leghi il me-moriale alle testimonianze della Liberazione”. Uno scrigno di memoria da tramandare, quasi a ricongiungere in questo progetto anche l’impegno del campione Gino Bartali, nominato di recen-te “Giusto tra le nazioni” per aver salvato, trasferendo documenti nella canna della sua bicicletta, quasi mille ebrei.

il futurodell’ex3cominciadal passatoSarà ospitato qua il memoriale italiano di Auschwitz

La decisione

Commercio

“Visitatore osser-va le vestigia di questo campo e medita... fa

che il frutto orrendo dell’odio non dia nuovo seme né oggi né mai”. Il monito di Primo Levi ac-compagna il memoriale italiano di Auschwitz che presto verrà ospitato nella struttura dell’Ex3, a Gavinana. Voluto dall’Aned, associazione nazionale ex de-portati, e inaugurato nel 1980, il monumento si trova nel Blocco 21 della città polacca e ricorda gli italiani caduti nei campi di concentramento nazisti. È stato realizzato grazie alla collabora-zione di alcuni importanti nomi della cultura italiana del Nove-cento, da Lodovico Barbiano di Belgiojoso a Primo Levi, da Pu-pino Samonà a Nelo Risi e Lui-gi Nono. Ma è chiuso dal 2011, inaccessibile anche agli studiosi. Così, l’appello degli ex deportati è stato accolto dalla Toscana, con il governatore Enrico Rossi e il sindaco di Firenze Dario Nar-della che hanno lavorato “per-ché questa memoria nazionale

Lisa Baracchi

I negozi di viale Europa e dintorni si “uniscono” sul web per farsi conoscere

viale europa (e dintorni), tutti insieme sul web

Si chiama vialeeuropafirenze.com, ed è la piattaforma on line che riunisce i piccoli e medi commercianti della zona di Firenze

Sud – viale Europa. Aprendo la pagina web si legge “Benvenuti sul sito web dell’associazione Viale Europa Firenze Shopping Center che raggruppa i negozi di viale Europa, via S. Marino, via Unghe-ria, piazza Bernardino Pio e via Svezia”. “Sono circa cinque anni che esiste la piattaforma on line della nostra associazione – spiega il presidente Giovanni Simonetti, che da tempo si batte anche per la “riqualificazione commerciale” del quartiere – ci aiuta a ren-dere maggiormente visibili le nostre iniziative, a farci conoscere. Sul sito sono elencate tutte le attività che aderiscono all’iniziativa e il format da inviarci per chi ancora non fosse dei nostri e volesse farne parte”. Oltre al sito web esiste anche una pagina Facebook (Viale Europa Firenze) su cui vengono pubblicati gli eventi orga-nizzati. Per non perdersi niente di quello che succede nella zona.

N.F.

possa non solo essere preservata, ma diventi punto di riferimen-to storico e culturale, testimone importante di una coscienza che non deve andar persa”. “Non potevamo restare indifferenti. Siamo la regione del primo ‘tre-no della memoria’, che a gennaio 2015 tornerà ancora una volta ad Auschwitz con centinaia stu-denti – ricorda Rossi – siamo la regione dell’accoglienza e della tolleranza, cui intitoleremo la nuova sede del memoriale per farne meta degna dei richiami che contiene”. “Firenze sente for-te l’orgoglio di accogliere in città un’opera simbolo della memoria nazionale – commenta Nardel-la – un’opera che per sempre ricorderà a tutti noi l’orrore dei campi di sterminio e la brutalità dell’uomo sull’uomo, perché ciò non torni mai più a ripetersi”. Il progetto di ospitare il memoriale coincide con la necessità di ri-qualificare il centro d’arte (chiu-so da tempo) di piazza Bartali accanto al quale, al piano terreno dell’edificio ecosostenibile in co-struzione nell’area ex Longinotti,

“un circuito dell’artecontemporanea”

Ma quale sarà il futuro dell’Ex3? Oltre a ospi-

tare il memoriale italiano di Auschwitz, il centro per l’arte aspetta che Muse (l’associa-zione che si occupa dei musei civici e che realizza progetti culturali per Firenze) formuli una proposta per la sua riqua-lificazione. “Lo ha annunciato il sindaco Nardella, l’Ex3 po-trebbe essere inserito in un cir-cuito dell’arte contemporanea che lo leghi ad altre realtà citta-dine come il museo del Nove-cento – spiega il presidente del Q3 Esposito – a differenza del passato, però, vorremmo che il nuovo progetto sia radicato nel quartiere e che le tante as-sociazioni presenti a Gavinana possano parteciparvi”.

La proposta

#Primo piano

Il memoriale italiano di Auschwitz, voluto

dall’associazione nazionale ex deportati e inaugurato

nel 1980, sarà ospitato all’interno dell’Ex3,

a Gavinana

Novembre 2014 | 3 Quartiere 3Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

Page 4: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

#Luoghi & persone

nel “fortino” del 118, dove l’emergenza è di casaViaggio nella nuova sede di viale Michelangiolo, a prova di maxi-crisi

galluzzo in a day,il rione in un film

È diventata operativa lo scorso 27 maggio con la prima richie-sta di aiuto alle 6,38 la nuova sede del 118, nell’ex istituto

ortopedico toscano (Iot) di viale Miche-langiolo. La centrale coordina tutte le emergenze sanitarie del territorio dell’a-zienda sanitaria 10 di Firenze e della Asl 4 di Prato, nonché i tre elicotteri Pegaso. Con la guida del coordinatore infer-mieristico Paolo Pratesi, Il Reporter ha visitato la struttura: si tratta di un edi-ficio all’avanguardia, realizzato su isola-

tori sismici in modo da essere operativo anche in caso di calamità naturali. La struttura, di oltre duemila metri qua-drati, è suddivisa tra area dirigenziale e per la formazione al piano superiore e l’area parzialmente interrata dedicata alla centrale operativa, dove 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno, si risponde alle emergenze sanitarie. Uno spazio che può ospitare fino a venticinque ope-ratori, dotato di sofisticati apparecchi in grado di tenere sotto controllo tutte le strade dove direzionare l’ambulanza

più vicina. I cavi telefonici giungono da due parti per evitare che la centrale resti isolata. Al primo piano, oltre agli uffici, sono presenti anche alcuni vani attrezzati per la gestione delle crisi in caso di maxi-emergenze. La costruzio-ne della nuova sede fiorentina, dopo un attento studio della “cugina spagnola” di Barcellona, è iniziata nel luglio del 2012, ed è costata oltre quattro milioni di euro, finanziati con risorse statali, regionali e aziendali. Ci sono poi i lo-cali per la centrale telefonica, il centro elaborazione dati capace di registrare in tempo reale il luogo dove sono i mezzi di soccorso e un gruppo di continuità che mette la sede al riparo da possibili black out. Particolare attenzione è sta-ta posta alle centrali tecnologiche per l’erogazione dei gas medicali impiegati nelle sale operatorie del vecchio fabbri-cato dell’Iot, per la fornitura di energia, per la centrale termica e per l’approvvi-gionamento idrico. Nella nuova sede il personale ha poi a disposizione anche alcuni spogliatoi, inesistenti nella vec-chia struttura di lungarno Santa Rosa, oltre a una “sala relax” e a un cucinotto, importanti quando occorre gestire maxi emergenze e il turno di lavoro si protrae anche per intere giornate. Per garantire un servizio efficiente e di alta qualità senza interruzioni il 118 fiorentino è composto da quarantatré medici dipen-denti, cinquantuno convenzionati e 108 infermieri.

Quando si scopre che un “pezzo” d’Italia è rappresentato anche da qualcuno del proprio quartiere, tutti si sentono un po’ delle “celebrità”. Specialmente

quando si parla di film, e in questo caso di “Italy in a day” di Gabriele Salvatores. Il noto regista ha realizzato il primo “socialfilm” italiano che, con tanti piccoli video inviati da tutto lo Stivale, vuol raccontare l’intera giornata del 26 ottobre 2013 (il film è stato trasmesso sulla Rai a settembre, riscuotendo un grande successo). Tra i circa 44mila video arrivati alla produzione ne sono stati scelti solo alcuni: tra que-sti anche quello della galluzzina Giulia Zecchi. “Quando ho ricevuto l’e-mail dalla casa produttrice con cui mi veniva comunicato che avevano scelto un mio corto ormai non ci pensavo neanche più! – racconta Giulia – dopo averlo girato il fa-moso 26 ottobre 2013 e inviato tramite mail, la risposta mi è arrivata solo la scorsa estate”. Da quel momento “la soddisfazione è stata tanta – continua – anche se non mi avevano scritto quale dei miei video era stato scelto dal regista. Così, cercando il trailer su internet, ho visto con grande sorpresa il mio pupazzo Yoda che augura un buon Italy in a Day a tutti, proprio nell’anteprima. Non avrei mai scommesso sulla scelta di quell’ultimo video girato per scherzo in casa mia, con la lampada di sale dei miei e pochi minuti prima della mezzanotte!”. Perché tra i video che Giulia aveva inviato – spiega lei stessa – ce n’erano “alcuni più rappresentativi, secondo me, della mia giornata fiorentina, come la raccolta delle olive, oppure scorci molto particolari della città. E invece no. Si vede che la semplicità e l’intimità di casa han-no vinto sugli altri”. Semplicità che, però, non fa rima con banalità. E questo Giulia lo sa bene, provenendo da studi artistici: “In realtà il video con Yoda l’ho girato varie volte e durava più di quanto è stato mandato in onda, però va bene così: in fondo è stata una grande felicità leggersi tra gli autori nei titoli di coda! Non avevo detto niente a nessuno della mia partecipazione, ma ora che ne ho l’occasione ne approfitto per ringraziare la mia famiglia e tutti coloro che mi hanno fatto avere tanti inaspettati e bellissimi messaggi per questa mia partecipazione”, conclude.

Costanza Marrapese

Vanessa Bambi

Sanità Ciak

La nuova centrale del 118 nata nell’ex Iot di viale Michelangiolo, da dove vengono coordinate le emergenze sanitarie del territorio

La galluzzina Giulia Zecchi con il pupazzo Yoda e la lampada di sale

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4 | Novembre 2014 Quartiere 3Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

Page 5: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

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Page 6: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

#Il quartiere in pillole

assegnati anche i compiti a casa, necessari per far pratica. E, su ri-chiesta degli stessi partecipanti, è stato creato un ulteriore corso di approfondimento, alfabetizza-zione II. Comunicare con fami-liari lontani o aprirsi una nuova finestra sul mondo, sono svaria-te le spinte motivazionali degli “studenti” di Gavinuppia. Che, a loro volta, insegnano che per imparare non è mai troppo tardi.

“moderni” si diventa(accendendo un pc)Alfabetizzazione informaticarivolta a tutti a Gavinuppia

Il corso In piazza Bartali

il centro commercialefesteggia dieci anniIl centro commerciale di

Gavinana compie die-ci anni. Era il 2004 quando, dalla trasformazione e dal recupero dell’area ex Lon-ginotti, veniva inaugurato il Centro*Gavinana. E ora, per festeggiare il decennale, nasce il progetto “I*FI” (riprendendo il celebre marchio “I Love New York” con il cuore sostituito dall’asterisco caratterizzante il logo del Centro Gavinana e la città di New York, NY, sosti-tuita da Firenze, FI). Tanti gli eventi organizzati in questo 2014 dal Centro*Gavinana, rivolti a bambini, adulti e fa-miglie, tutti con un comune denominatore: “Firenze e i fiorentini, ieri, oggi e domani”. Il progetto prevede anche un grande “social party” che si terrà all’interno del centro commerciale e in piazza Bartali. Con l’hashtag #SeAmiFi, l’omonima pagina Facebook (www.facebook.com/seamifi) e il mini-sito web www.seamifi.it appositamente creato per l’occasione, sono stati lanciati alcuni percorsi di coinvolgimento per i cittadini. Sabato 22 novembre, dalle 15, è poi in program-ma la grande festa finale: ricco il cartellone previsto, che comprende musica, cabaret, premiazioni e rico-noscimenti, esibizioni, degustazioni e molto altro. E non finisce qui, perché il 22 novembre parte anche il percorso ideato dalla sezione soci Coop Firenze sud-est dal nome “10 eventi x 10 giorni x 10 anni = i 1000 volti di Gavinana”: dieci appuntamenti a tematica solidale, ecologica, sociale e culturale per mettere al centro dell’attenzione il territorio, le istituzioni, le associazioni e i cittadini.

Calcio

cascine del riccio,il campo alla caritasIl campo di calcio delle Cascine del Riccio nelle mani della Caritas. L’impianto sportivo è stato consegna-

to il mese scorso all’associazione di volontariato, che gestirà la struttura per i prossimi cinque anni. Dopo la scadenza della precedente concessione, l’amministrazione comunale aveva deciso di procedere a una nuova gara per l’affidamento: alla scadenza del bando, però, non era arrivata nessuna domanda di parteci-pazione. Così, dopo alcuni incontri con l’amministrazione comunale, Caritas onlus si è resa disponibile ad assumere la gestione dell’impianto. La Caritas realizzerà anche gli interventi obbligatori richiesti dall’am-ministrazione entro cinque mesi dall’inizio della concessione, con l’impegno a verificare la possibilità di ripristinare il campo a sette e di ristrutturare gli spogliatoi. “L’affidamento alla Caritas è davvero una bella notizia per gli sportivi e per tutto il quartiere – ha commentato l’assessore allo sport Andrea Vannucci – il campo di calcio delle Cascine del Riccio deve avere una gestione in grado di valorizzarlo e di farne sempre più un luogo vivo e di aggregazione e socialità per i cittadini”.

L’iniziativa

quella “ginnastica”per non dimenticareAnche la memoria deve fare “ginnastica”. La direzione servizi sociali del Comune di Firenze organiz-

za così, in collaborazione con l’associazione italiana malati di Alzheimer (Aima), alcuni incontri di “Ginnastica della memoria” nei centri anziani della città. Punto di partenza dell’iniziativa è l’idea che la memoria possa essere, almeno in parte, preservata dall’usura del tempo grazie all’esercizio continuo, con una sorta di ginnastica che aiuta, a qualsiasi età, a tenere ben saldo il filo della propria vita. Nel quartiere 3 è possibile dedicarsi a questa speciale “ginnastica” al centro anziani “Il Lido”, in lungarno Ferrucci 12: a novembre gli appuntamenti sono in programma il 5, 12, 19 e 26, con orario 16-18. Per informazioni si può contattare il centro anziani al numero 055.6810240.

Ponte a Niccheri

rinnovate le salededicate al commiatoSono riaperte dal 1° ottobre, completamente rinnovate e rese idonee per la delicata funzione che devono

svolgere, le sale del commiato dell’ospedale Santa Maria Annunziata, a Ponte a Niccheri, chiuse dal giugno scorso proprio per poter consentire lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione. La vecchia stanza prevista per questa funzione era un unico ambiente in cui venivano esposte le salme: ora sono state rea-lizzate quattro salette, concepite per garantire raccoglimento e rispetto per il dolore nel difficile momento del lutto. Le sale sono aperte tutti i giorni, inclusi i festivi, dalle 7 alle 19.30, con un’estensione dell’orario di apertura rispetto al passato, quando era limitato alla mattina. Le nuove sale del commiato di Ponte a Nic-cheri – viene ricordato – sono aperte a ogni confessione, e viene osservato il rispetto delle diverse liturgie.

Una scrivania senza computer, una casa senza connessione internet: “scenari”

inconcepibili (o quasi) al giorno d’oggi. I tempi in cui non esiste-vano il ticchettio delle tastiere dei pc, le notizie in tempo reale sui giornali on line e le discussio-ni di coppia per “inopportune” amicizie su Facebook sembra-no ormai lontanissimi. In pochi anni la tecnologia ha invaso ogni campo delle nostre vite, tanto che una, seppur minima, cono-scenza del computer è spesso indispensabile per stare al passo con i tempi. E allora a chi è ri-masto indietro ha pensato l’asso-ciazione Libera Informatica, con un corso di alfabetizzazione in-formatica che si tiene ogni lune-dì pomeriggio a Gavinuppia. Le lezioni seguono un programma pensato per coloro che non han-

no mai acceso un computer: due ore a settimana per tornare sui banchi di scuola e apprendere in gruppo i “misteri” della tecnolo-gia, con impegno ma anche con una sana dose di divertimento. Il gruppo di iscritti – viene spie-gato – è volutamente ristretto, in modo che il docente possa avere la possibilità di seguire con de-dizione gli “studenti”, ai quali, terminata la lezione, vengono

Elisa Lami

Senzaappuntamento

NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

Senzaappuntamento

NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

Senzaappuntamento

NUOVA APERTURA Via Gianpaolo Orsini, 78 info 333.40.22.251

via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

6 | Novembre 2014 Quartiere 3Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

Page 7: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

#Zoom

viaggio ai confini... della cittàA spasso tra i “viuzzi” di Nave a Rovezzano,dove passato e presente vanno a braccetto

Un luogo ai confini della città, una zona “nascosta” capace di conservare quel fa-

scino fra l’antico e il moderno, fra il centro abitato e la campa-gna. Parliamo di Nave a Rovez-zano, fra i cui “viuzzi” si possono ancora trovare vecchi agricoltori e piccoli allevatori di bestiame.Come il signor Giuliano, ot-tantacinquenne, che possiede alcuni ettari proprio accanto al campo sportivo dell’Albereta Calcio. “Io coltivo verdura: ce-trioli, pomodori, cipolle, zucche e tutto quello che si può vedere qua – dice indicando “orgoglio-so” i suoi prodotti – ma anche frutta e qualche vite. Quan-do riesco faccio pure un po’ di vino. Io lavoro sodo – continua – qua abbiamo rimesso tutto io, il vecchio parroco don Bruno e il Viciani, uno dei primi abitan-ti della Nave: prima erano tutte erbacce...”. Ma Giuliano non è il solo: percorrendo i “viuzzi” in direzione di Rimaggio si trovano

Niccolò Falchini

Il luogo

Fra i “viuzzi” di Nave a Rovezzano si possono trovare ancora oggi vecchi agricoltori e piccoli allevatori di bestiame

“sono venutia intervistarciperfinodal giappone...”

“Prodotti genuini e tutela del paesaggio”: è questo

il motto dell’agriturismo Le Macine. Il signor Piero Man-cini, padre della proprietaria Cinzia, seduto a un tavolo di legno di fronte a una botti-glia di vino, racconta che “la struttura esiste dal 1988, ed è interamente a conduzione fa-miliare. Con i nostri prodotti riforniamo anche le mense a filiera corta, garantendo quali-tà e bontà”. Poi conclude, non senza tradire un certo orgo-glio: “Pensi che qualche anno fa sono venuti a intervistarci perfino dal Giappone...”.

N.F.

Il racconto

altre persone, per lo più anziane, che magari con l’aiuto di qual-che parente o amico riescono a mandare avanti un piccolo orto e anche a vendere qualcosa, vuoi per necessità, vuoi per passione. C’è chi, nella piccola aia di fron-te a casa, alleva alcune galline, e

chi, come il Podere Riomaggio, vende direttamente ai consuma-tori i propri prodotti, due volte a settimana, ogni martedì e vener-dì. “Oggi questo metodo lo chia-mano filiera corta, ma un tempo era la prassi. Noi siamo tornati qui nel ’52 e ora, con l’aiuto dei

figli, continuiamo a mandare avanti questo terreno”, spiega un’anziana signora. Ma alla Nave a Rovezzano si trovano anche hotel di ultima generazione che hanno deciso di offrire alla loro clientela un ambiente sofisticato immerso nella natura: è il caso

ad esempio di un lussuoso resort a cinque stelle di recente costru-zione, davanti al quale si trova anche un vivaio. E non è finita qua, perché in questo paesaggio fatto di piccoli vicoli e muri in pietra spunta perfino la sede di una casa editrice. Il tutto concor-re a creare un’aria che sa ancora di genuino. E in questo piacevole contrasto fra ieri e oggi si posso-no incontrare anche esempi di agricoltura e allevamento soste-nibili, come quelli messi in atto dall’agriturismo Le Macine, un casolare circondato da otto et-tari di terreno nel quale i turisti vengono a respirare l’atmosfera rustica del contado fiorentino di una volta. Rimasto (più o meno) tale, pur trovandosi oggi in piena città.

Novembre 2014 | 7 Quartiere 3Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

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#L’inchiesta

super grandinata,i segni rimasti in cittàDiversi danni in seguito all’evento del 19 settembre scorso.Per alcuni luoghi conseguenzeancora lunghe

Novembre è il mese in cui Firenze ricorda la grande alluvione, quella che nel 1966 mise in ginocchio la

città. Quell’ondata enorme di fango che colpì edifi ci e opere d’arte, causando vittime e danni, è ancora ben impressa nella mente dei fi orentini. Che lo scorso settembre, per la precisione venerdì 19, hanno vissuto un altro evento anomalo legato al maltempo, la super grandina-ta che in pochi minuti ha “imbiancato” la città. Niente di paragonabile, ovvia-mente, con quanto avvenne quarantotto anni fa, ma anche in questa occasione i danni (in alcuni casi ingenti) non sono mancati. E ora, due mesi dopo, la città si porta ancora addosso qualche segno. Conseguenze ci sono state sia per edifi ci appartenenti al patrimonio artistico che non, e sono stati realizzati interventi di somma urgenza per quasi novecentomi-la euro. Tra gli edifi ci colpiti ci sono stati anche quelli scolastici: una delle situa-zioni più gravi è stata quella della Don Milani, nel quartiere 4, dove una parte del tetto è stata divelta dalla furia della grandine. Per le strade cittadine sono stati necessari interventi straordinari di pulizia e ripristino delle caditoie, men-tre i danni più ingenti hanno riguardato il patrimonio arboreo. E ancora, nelle biblioteche cittadine si sono verifi cate alcune infi ltrazioni, mentre fortemente danneggiata è stata la biblioteca Nazio-nale Centrale: danni che hanno riguar-dato la struttura e non (fortunatamente) il patrimonio custodito al suo interno. Chissà invece quando potremo rivede-re in tutta la sua bellezza l’orto botani-co, dove vento e acqua hanno divelto e rovinato varie piante. In frantumi an-che le vetrate di alcune serre, ed è stato colpito il tetto di uno degli edifi ci di via Micheli che si aff acciano sul giardino dei Semplici, su cui si è appoggiata una delle piante cadute. Danni anche a una ventina di sepolcri monumentali nel prestigioso cimitero degli inglesi, per la caduta di cinque grossi alberi all’interno dello spazio. Vetrate rotte, infi ltrazio-

ni e fi nestre cedute agli Uffi zi, ma per fortuna nessun danno alle opere d’arte. Sono sotto restauro a causa della gran-dine due importanti opere dell’Angelico conservate al museo di San Marco, dove danneggiati sono stati alcuni ambienti e l’antico cedro del Libano nel chiostro di Sant’Antonino. La furia della grandine non ha lasciato indenne neanche il giar-dino di Boboli, particolarmente colpito nella sua parte meridionale, compren-dente il prato dei Castagni, il viale dei Cipressi, l’isola e il prato delle Colonne. Sono state poi distrutte le vetrate delle

Sara Camaiora

Maltempo/1

Alcuni degli alberi colpiti dalla violenta grandinata di settembre: tanti i danni causati in città dall’ondata di maltempo

L’orto botanico è stato uno dei luoghi in cui le conseguenze dell’eccezionale evento si sono fatte maggiormente sentire

Focus

gli appelli lanciati agli abitanti

“Non sarà più lo stesso”. “È la prima volta che il giardino dei Semplici viene colpito così duramente”. Parole di Giovanni Pratesi e Guido Chelazzi, di-

rettore e presidente del museo di Storia Naturale, sull’impatto terribile della gran-dinata del 19 settembre sull’orto botanico. Sono stati tra i primi a rivolgere un appello alla cittadinanza per essere aiutati a ripristinare con urgenza il patrimonio arboreo qui custodito. E la solidarietà non è mancata. Ad esempio uno splendido esemplare di Wollemia nobilis – una delle piante più rare al mondo – è stato dona-to dal vivaio di Andreas Psenner di Bolzano, per andare a sostituire quello dell’or-to botanico, rimasto praticamente “decapitato”. Per dare il proprio contributo alla rinascita dello storico giardino è possibile eff ettuare un bonifi co bancario inte-stato all’Università degli Studi di Firenze (Iban IT88A0200802837000041126939) con la causale “Per Orto Botanico”. Ma a chiedere un aiuto alla città sono stati anche i monaci dell’abbazia di San Miniato al Monte, i cui “scarni bilanci” – come loro stessi hanno scritto – non consentirebbero di aff rontare le ingenti spese ne-cessarie per far fronte alle pesanti conseguenze del maltempo. Chi ha a cuore il futuro della splendida abbazia può inviare un contributo tramite bonifi co banca-rio al conto intestato all’Abbazia di San Miniato al Monte, via delle Porte Sante 34, 50125 Firenze (codice Iban G0616002813100000003360 - causale: “Restauriamo San Miniato”). Mentre la direttrice della Biblioteca Nazionale Centrale, Maria Le-tizia Sebastiani, ha lanciato un appello singolare: “Dona un euro alla Biblioteca Nazionale”, un modo per raccogliere un piccolo ma signifi cativo contributo da utenti, semplici visitatori e da tutta la cittadinanza (vedi anche articolo alla pagi-na a fi anco). È stato inoltre aperto appositamente un conto di solidarietà: codi-ce Iban IT08W0200802837000103403187, conto solidarietà intestato a Circolo dipendenti Bncf M. L. King. Il conto è intestato al circolo dei dipendenti della biblioteca, che si è fatto tramite dell’iniziativa e che girerà con una donazione alla Nazionale le somme raccolte.

fi nestre monumentali della facciata ro-manica della basilica e delle bifore neo-gotiche del Palazzo dei Vescovi dell’Ab-bazia di San Miniato al Monte, non da molto oggetto di un restauro.

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#L’inchiesta

e alla nazionaletorna la “gara”di solidarietàIn tanti hanno aiutato la storica biblioteca. Proprio come nel 1966

Maltempo/2

Tanta solidarietà. C’era stata nel 1966, e c’è stata anche dopo la grandinata del 19 settembre scorso nei confronti della Bi-blioteca Nazionale Centrale. Due eventi

atmosferici straordinari, seppur di diversa portata, anche per la prestigiosa biblioteca: quello di qua-rantotto anni fa causò svariate perdite all’immenso e inestimabile patrimonio librario, sommergendo quasi un milione di unità bibliografi che ospitate nel seminterrato, al piano terreno e al piano rialza-to dell’edifi cio, mentre quello più recente ha colpito la struttura, procurando danni alla facciata dell’ala nuova che dà su via Magliabechi, alla sala catalo-ghi, ai lucernai e alle piante del cortile, rendendo urgente lo spostamento del materiale che si trovava

nelle aree colpite, che non potrà essere ricollocato fi nché non saranno ultimati i lavori di risistema-zione. “Per fortuna è scattato immediatamente il piano d’emergenza che ha consentito, grazie all’ef-fi cienza del nostro personale, che ringrazio, di riu-scire a salvare pienamente il patrimonio librario e di far evacuare velocemente gli utenti senza pani-co”, racconta la direttrice Maria Letizia Sebastiani. È stata proprio lei a lanciare, nei giorni immediata-mente successivi alla violenta grandinata, la raccol-ta “Dona un euro per la Biblioteca Nazionale”, da svolgere in occasione di aperture particolari e visite alla struttura. Ed è sempre lei a raccontare come, fi n da subito, siano stati dimostrati grande aff etto e partecipazione. “La nostra direzione generale ha

messo subito in campo 480mila euro per interventi di somma urgenza, ma sono sempre stata convinta che lo Stato debba sì immediatamente intervenire in casi come questo, ma che un sostegno alla cultu-ra possa arrivare anche dalla cittadinanza, perché la cultura è di tutti e per tutti – spiega la direttrice – un euro è il costo di un caff è, una cifra spesso irri-soria per una singola persona ma che, se condivisa da molti, può diventare un contributo importante. Abbiamo ricevuto l’adesione di tante scuole – ag-giunge – ed è stato bello veder arrivare gruppi di ragazzi con i loro sacchetti pieni di euro, soddisfatti di dare un aiuto”. Nei prossimi mesi la biblioteca realizzerà, il sabato, visite guidate a tema, che sa-ranno anche nuove occasioni per i visitatori per

poter dare un contributo ai lavori di risistemazione dei locali. “Devo dire che abbiamo avuto richieste di partecipazione da tutto il mondo, da realtà pic-cole e grandi: tutti si sono sentiti coinvolti nel voler aiutare la prima biblioteca dello stato italiano”, con-clude Sebastiani.

Sara Camaiora

Tanta solidarietà da parte dei cittadiniper la Biblioteca Nazionale Centraledi Firenze dopo il maltempodello scorso 19 settembre

Oltre duemila, da tutta Italia e non solo. Sono gli Angeli del fango che, nel 2006, si ri-unirono in Palazzo Vecchio

in occasione dei quarant’anni dall’allu-vione che sommerse Firenze e a cui loro risposero con uno sforzo enorme per far rialzare la testa alla culla del Rinasci-mento così duramente colpita. Quei gio-vani degli anni ’60 si ritrovarono in città per un evento che è stato il fulcro delle commemorazioni quarant’anni dopo quel tragico evento. Commemorazioni che presto torneranno, perché nel 2016 gli anni passati dalla tremenda alluvione saranno cinquanta. E se è ancora presto per conoscere tutto quello che verrà messo in campo per questa ricorrenza, le istituzioni, la Soprintendenza, la Pre-fettura e l’Università hanno già iniziato a predisporre un comitato per lavorare in sinergia in vista di questo obiettivo. Non mancherà, inoltre, l’impegno dell’asso-ciazione Firenze Promuove, che ha già curato gli eventi per il trentennale e che, in occasione del quarantennale, ha co-ordinato la creazione di un comitato uf-fi ciale che predisponesse tutte le inizia-tive. “Ci sono tante ipotesi importanti in campo, bisognerà vedere quali progetti si potranno realizzare – anticipa Franco Mariani, presidente dell’associazione – sicuramente ci sarà una messa in Duo-mo celebrata dall’arcivescovo Betori, che fu in prima persona un angelo del fango. Anche altri tre vescovi sono stati angeli del fango: un progetto potrebbe essere quello di riunirli tutti e quattro insieme in questa occasione”. Il mezzo secolo dall’alluvione sarà un momento di ricordo e commemorazione, ma an-che un’occasione per diff ondere ed edu-care alla prevenzione, come sottolinea la

�Webbncf.firenze.sbn.itTel. 055.249191

Verso l’anniversario

direttrice della Biblioteca Nazionale Maria Letizia Sebastiani. “Ricorderemo il direttore Emanuele Casamassima e i suoi insegnamenti, l’importanza della prevenzione e di un piano adeguato per saper rispondere ai rischi, che anche nell’evento di settembre ci è stato di fondamentale aiuto. Realizzeremo eventi in collaborazione con la comunità ebraica – annuncia – per parlare anche dei danni alla sinagoga e al suo patrimonio, che furono moltissimi”.

l’alluvionemezzo secolo dopo:firenze si prepara

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#Ieri & oggi

“Qua le stradenon avevano nome”

Da sessant’anni vive nel “baco” dell’Isolotto. “E

non lo cambierei per nulla al mondo”, assicura Enzo. Lui che varcò la soglia della palazzina a tre piani di via del Biancospino quando era bimbo. Della ceri-monia uffi ciale ha un ricordo sfocato: “Avevo quattro anni e due giorni – racconta – c’erano bandiere tricolori e biancogi-gliate, un palco, tanta gente”. Nel 1954 Enzo, insieme a babbo, mamma, fratello e sorella, par-tì dal Valdarno aretino a bordo di un camion stipato di oggetti. Arrivò in una delle prime abita-zioni del villaggio Ina-casa: un condominio dalla forma irre-golare – i residenti lo chiamano ancora “baco” – realizzato ai piedi della Montagnola, a est del nucleo storico. A poca distanza c’è invece il “serpente”, un condo-minio dall’andamento sinuoso aff acciato su piazza dei Tigli che, secondo le testimonianze dei “vecchi”, è il capostipite di queste costruzioni. “Allora le vie non avevano nome, erano numerate – spiega Enzo – poi hanno preso una denominazione in base alle piante e ai fi ori che si trovavano nella zona”. Il percorso lungo cui crescevano alberi di magnolia è diventato via delle Magnolie, alla presenza dei biancospini si deve il nome della strada omonima. Una delle poche eccezioni è viale dei Bambini, quattrocento metri di corso alberato circondato da vicoli e case basse, che porta fi no a piazza dell’Isolotto e ai suoi “grattacieli”. “Chiamavamo così quelle case perché erano le più alte, le uniche a sette piani, con l’ascensore”, racconta con un sor-riso. Enzo è cresciuto all’Isolotto mentre il quartiere cresceva con lui. Qua ha fatto le elementari. Andava alle baracche verdi, le prime scuole create “in costru-zioni di legno riscaldate con una stufa e due bagni alla turca”. E qua ha avuto anche il suo primo lavoro: appena diciottenne era un operaio della Fiaba, “la ‘fab-brica italiana accessori borse e affi ni’ – precisa – creata accanto alla chiesa lì dove doveva esserci il circolo del prete, ma don Maz-zi decise diversamente”. Nella sua mente conserva l’immagine di un quartiere dove i picco-li giocavano per strada perché passavano al massimo due auto al giorno. Non tutte le vie era-no asfaltate, se pioveva si creava un gran pantano, solo l’autobus numero nove portava in cen-tro. Ammette: “A sessant’anni si inizia a vedere il passato con nostalgia”. Poi rifl ette. “Però che bella cosa premere un bottone e accendere il termosifone: quan-do ero ragazzo in casa esisteva solo il camino. Alla sera – con-clude – i vicini chiedevano la brace per metterla nello scalda-letto: eravamo una delle poche famiglie a potersi permettere una cucina economica a legna”.

Il ricordo

La “città satellite”nata dal nulla:l’Isolotto compiesessant’anni

Un quartiere vecchio tre generazioni. È l’Isolotto delle case popolari, delle lotte sociali, del prete ribelle don Mazzi che girò l’altare verso i fedeli ben prima del Concilio Vaticano II, della “città

giardino” dove trovarono un tetto immigrati del sud e pro-fughi delle ex colonie italiane, tute blu e impiegati statali, democristiani e “mangiapreti”. Alle tre del pomeriggio del 6 novembre 1954, esattamente sessant’anni fa, nasceva la “città satellite”: oltre settecento famiglie – che nove mesi dopo sa-rebbero diventate mille – stringevano in mano le chiavi dei primi alloggi, consegnati dal sindaco Giorgio La Pira e dal cardinale Elia Dalla Costa. Un quartiere, l’Isolotto, nato dal nulla a tre chilometri dal centro: una città nella città, ideata per essere autonoma nel verde e nei servizi. Il nucleo origi-nario, costruito dal 1952 al 1961, conta 1.475 appartamenti e quarantatré negozi. In tutto centocinquanta edifi ci, villette a schiera e palazzi a torre. Su molti dei quali sono ancora visi-bili le mattonelle di Ina-Casa, che portò avanti il primo pia-no di edilizia popolare nella Firenze del Novecento. Dietro al progetto i migliori architetti del tempo, tra cui Giovanni Michelucci. La “città satellite” originaria si sviluppava su ot-tocento metri di lunghezza: al centro la grande piazza dell’I-solotto, intorno micro-isolati, tagliati in due da viali alberati. A sessant’anni di distanza chi è nato all’Isolotto “vecchio” fa orgogliosamente notare la diff erenza tra la propria casa e i “giganti di cemento” spuntati alla fi ne degli anni Settanta. Per non perdere la memoria storica della “città giardino”, il Quartiere 4, impegnato in un programma di festeggiamen-ti fi no alla prossima primavera, ha in cantiere anche alcune “passeggiate isolottiane” condotte da architetti.

Gianni Carpini

Firenze e i suoi quartieri/1

L’esperto

L’architetto Bugatti: “Tutto pianificato in un unico disegno”Antonio Bugatti, presidente

dell’ordine degli Architetti di Firenze nel biennio 2009-2010 e attuale consigliere, è un esperto di interventi di edilizia pubblica. Ha curato anche alcuni recuperi delle case “storiche” dell’Isolotto.Perché l’Isolotto vecchio è un buon esempio del passato?Perché è un quartiere progettato organicamente, partendo dall’i-dea della città giardino di matrice anglosassone. Tutto è stato piani-fi cato in un unico disegno: viabi-lità, strade, piazza, servizi, negozi.Un’idea di ieri valida ancora oggi?È ancora attuale per le espansioni urbanistiche. Tuttavia a Firenze più che sull’espansione oggi si punta al recupero di spazi senza consumo di suolo. Se un tempo c’era la città giardino, oggi i giar-dini entrano in città: il regola-mento urbanistico toglie volumi

alle attività dismesse per creare aree verdi.Cosa è, invece, che non va? La città si è sviluppata intorno al nucleo originario in maniera di-sarticolata. Tra gli anni Settanta e Ottanta le periferie fi orentine sono cresciute in modo incon-trollato. Come è successo tra via Canova e l’Argingrosso: sono sta-te costruite solo case senza ser-vizi. L’Isolotto ha soff erto perché progettato per una dimensione urbana che non è stata rispettata dalla pianifi cazione successiva.Presto piazza dell’Isolotto sarà riqualifi cata...Ho partecipato a molte assem-blee pubbliche per il concorso di idee promosso dal Comune. Tra i cittadini c’è un forte spirito di conservazione delle caratteristi-che principali della piazza: molti vogliono mantenerne la ricono-scibilità.

Foto: Archivio Comunità di Base Isolotto

6 NOVEMBRE 1954Vengono consegnati i primi 750 alloggi. Gli altri 255 appartamenti del primo lotto sono assegnati il 24 luglio 1955.19 MARZO 1963Nasce la prima scuola in muratura alla Montagnola. Nel 1969 i cittadini presidiano la collinetta contro la creazione di un night club. Tre anni dopo, lì viene inaugurato un asilo.4 DICEMBRE 1968Il parroco don Enzo Mazzi è rimosso dall’incarico. Il “prete ribelle” fonda la Comunità di base: al via le messe in piazza dell’Isolotto.

IMMONDEZZAIOPrima dei lavori l’Isolotto era la discarica della città: i rifiuti furono ricoperti con materiale di riporto.“AMICI MIEI”Uno scantinato dei palazzi a torre affacciati su piazza dell’Isolotto è stato usato per le riprese del film di Monicelli: era la casa del conte Mascetti.PASSERELLAPrima di quella in cemento (1962), il barcaiolo Renato Pieri costruì un ponticello in legno e corde: 20 lire per attraversare l’Arno, 30 in motorino.

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Alle tre del pomeriggio del 6 novembre 1954il sindaco La Pirae il cardinale Dalla Costa consegnavanole chiavi dei primi alloggi

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#Ieri & oggi

viaggio nel passato dei rioni fiorentiniBrozzi ha spento 205 candeline, il Galluzzo va per le seicento. E Campo di Marte vanta due “padri”

Tanti auguri periferia fi orentina. Se l’Isolotto spegne sessanta can-deline, altri quartieri –

nati anche loro fuori dalle mura – non hanno niente da invidiar-gli. Alcuni sono addirittura ul-tracentenari. Brozzi, ad esempio, ha spento 205 candeline. Legna-ia è poco più anziana, Campo di Marte è della stessa generazione, mentre il Galluzzo – al confronto dei precedenti – è un “vecchiet-to” che il prossimo anno festeg-gerà un’età tonda tonda. Il trio Brozzi-Legnaia-Galluzzo, pur trattandosi di zone diverse e lon-tane fra loro, è accomunato da un destino analogo: sono tre ex comuni autonomi che, col pas-sare del tempo, sono stati smem-brati e “mangiati” dalle città vi-cine. Partiamo dal più anziano. Dopo essere nato come piccolo borgo duecentesco, il Galluz-zo diventa un territorio con un proprio governo (ai tempi c’era il podestà) dal 1415, spiegano gli storici. Tra pochi mesi festeggerà

quindi seicento anni. Per la cro-naca: il paese, a due passi dalla Certosa, diviene comune auto-nomo nel 1881 e rimane tale fi no al 1931, quando una parte della sua area viene inglobata da Fi-renze, mentre il resto è diviso tra gli altri “vicini di casa” Scandicci

e Bagno a Ripoli. Legnaia, a due passi dall’Isolotto, ha più del tri-plo dell’età della “città giardino”: 206 anni. Nel 1808 è dichiarato comune autonomo con un terri-torio amministrativo di quaran-tatré chilometri quadrati: perde questo status nel 1865 e oggi il ri-

one si estende appena lungo set-tecento metri di strada. Dall’altra parte dell’Arno, i brozzesi vanno particolarmente fi eri della storia del loro borgo: una bella targa, posizionata nel cuore del rione, ricorda che l’edifi cio principale aff acciato su piazza Primo mag-

Gianni Carpini

Firenze e i suoi quartieri/2

La Certosa “svetta” sul Galluzzo, uno dei rioni fiorentini a poter vantare una lunga storia alle proprie spalle

Leopolda e san donatosono gli ultimi arrivati

In principio fu l’Isolotto, poi arrivarono Sorgane (e la sua

nave) negli anni Sessanta e Le Piagge, con i mega-condomi-ni a forma di imbarcazione, quasi vent’anni dopo dopo. Nel biennio ’60-’80 i palazzo-ni di cemento si moltiplicaro-no e Firenze, da nord a sud, da est a ovest, con la nascita dal nulla di tante micro-città. Andando a spulciare l’albe-ro genealogico fi orentino, gli ultimi “fi occhi azzurri” tra i quartieri residenziali sono due. Il primo è l’isolato nato alle spalle dell’ex stazione Le-opolda, sei ettari con un hotel a quattro stelle e abitazioni all’interno di palazzi eleganti. Nonostante il complesso ab-bia compiuto sei anni, i resi-denti aspettano ancora che i cantieri per creare giardini e strade siano conclusi. L’altro quartiere, nato lì dove pri-ma esisteva l’immensa area industriale Fiat da trentadue ettari, è quello di San Dona-to, a Novoli. Il primo tassel-lo, il polo universitario delle scienze sociali, ha undici anni di vita. Nel corso del tempo si sono poi aggiunti altri pezzi a questa cittadella: case, parco (2008), multiplex (2011) e Pa-lagiustizia (2012). All’appello manca ancora una superfi cie grande 57mila metri quadrati da riqualifi care.

New entry

gio è stato in passato sede del municipio. Brozzi diventò un comune nel 1809 e rimase tale fi no al 1928. Il primo sindaco fu tale Filippo Papini, ricco abi-tante del luogo. Vicende diverse, invece, per Campo di Marte, che compare per la prima volta sulle mappe della città, con una for-ma ben defi nita, 202 anni fa, nel 1812. Può vantare due “babbi”: il padre “naturale” è l’architetto fi o-rentino Luigi de Cambray Digny, che qui realizza i primi edifi ci per l’addestramento dell’eserci-to toscano dopo l’occupazione francese (quasi un secolo dopo la zona ospiterà il polo sportivo fi orentino). Il papà “adottivo” è invece Giuseppe Poggi, che si prende cura del quartiere nel-la seconda metà del Novecento per i lavori di Firenze Capitale, creando una zona dedicata alle parate militari. Tutto il resto è storia recente.

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Daniela Morozzi, fi orentinissima, è Vittoria di “Distretto di polizia”, ma è soprattutto una

persona che si impegna, giorno dopo giorno, nelle battaglie in cui crede. Fra queste, quella contro la violenza sulle donne: “Il mio impegno nasce dalla politica, a fi anco delle donne metto a disposizione la mia visibilità e quello che so fare. Diciamo che cerco di trasformare la mia visibilità in credibilità”, spiega Daniela. Nasce così “Articolo femminile”, recital concerto tratto da articoli su storie di don-ne, di ingiustizie e di soprusi, interpretato insieme a Stefano Cantini, seguito da Mangiare bere dor-mire, storie di badanti e badati, un viaggio attra-verso la quotidianità delle collaboratrici familiari che assistono gli anziani, in cui è affi ancata da Le-onardo Brizzi. Ma l’impegno di Daniela Morozzi non si ferma sul palcoscenico: “Sono convinta del-la necessità di riconoscere l’identità femminile, di combattere gli stereotipi di genere, dal linguaggio

ai dati di fatto. Questo non vuol dire marcare la diff erenza rispetto all’universo maschile, con cui invece credo sia importante lavorare per arrivare a un punto di incontro. Purtroppo a volte ho l’im-pressione che invece di andare avanti si torni in-dietro: ma è normale che nel 2014 si debba ancora difendere la 194?”, si chiede l’attrice, impegnata, tra le altre cose, nella promozione della conoscen-za delle attività dei consultori fra le giovanissime. Progetti in corso? “Mi piace citare Liberetutte, centro anti-violenza di Montecatini dove si cerca di aff rontare ed elaborare il trauma della violen-za e gli eff etti che questa produce sia sulla donna vittima, sia sui fi gli che assistono agli atti violenti. Ci lavora un gruppo di donne bravissime, davvero capaci di comprendere lo stato d’animo di chi su-bisce qualsiasi tipo di violenza”, conclude Morozzi. Per informazioni: www.liberetutte.org.

#Focus

una giornatacontro la violenzasulle donne

Il 25 novembre

Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giorna-ta contro la violenza sulle donne. Una battaglia che a

Firenze viene combattuta ogni giorno da alcune realtà, come Nosotras, associazione di don-ne migranti e italiane che han-no deciso di aff rontare insieme diversi momenti di diffi coltà, condividendo modi e soluzioni e cercando di trovare nuove spinte verso il domani. Nosotras nasce nel 1998: “Veniamo interpellate per le giornate dedicate alla don-na, l’8 marzo e il 25 novembre, ma svolgiamo un lavoro costante e quotidiano rivolto all’ascolto delle problematiche femminili – spiegano dall’associazione – i nostri sportelli di Firenze, Em-poli, Scandicci, Signa e Lastra a Signa sono luoghi di primo ascolto delle donne, da qui le orientiamo verso i centri specia-lizzati, se sono vittime di tratta, violenze domestiche o mobbing sul lavoro. Le indirizziamo quin-

Serena Wiedenstritt

di al tessuto associazionistico o professionale presente sul terri-torio toscano e in grado di dar loro risposte certe”. Un fronte particolarmente caldo per No-sotras è quello della prevenzione delle mutilazioni genitali femmi-nili, a cui l’associazione ha dedi-cato una linea telefonica specifi -ca (il numero è 055.2696715 ed è attivo ogni martedì e venerdì in orario di uffi cio). “Quest’an-no saremo, come sempre, attive su più fronti per ribadire il no alla violenza sulle donne – con-tinuano dall’associazione – e lo faremo con mezzi che sono vi-cini all’universo femminile. Per esempio, nel caso delle mutila-zioni genitali, il numero verde nazionale risponde alla polizia di stato e spaventa le donne che potrebbero utilizzarlo. Il nostro è invece un servizio piccolo ma capace di raccogliere le paure e le incertezze di tante donne che vo-gliono capire e uscire dal dubbio”. Un’altra associazione da sempre

sempre più richiested’aiuto. e aumentanole italiane che sirivolgono ai centri

Nel periodo che va dal 1° luglio 2009 al 30 giugno

2013, in Toscana sono state ventotto le vittime di femmi-nicidio. Nello stesso periodo, 8.218 donne si sono rivolte ai venti centri anti-violenza toscani. Sono i numeri del quinto rapporto sulla violen-za di genere in Toscana, che segnala una crescita delle ri-chieste d’aiuto da luglio 2012 a luglio 2013, quando il numero di donne che si sono rivolte ai centri è aumentato del 22,9 per cento rispetto all’anno precedente. L’aumento – viene spiegato – è determinato da un incremento del numero di donne italiane, principalmente appartenenti alla classe media, che vi si sono rivolte.

S.W.

Il rapporto

Il personaggio

L’impegno di Daniela Morozzi:“utilizzo la mia visibilità”

impegnata in città a fi anco dei più deboli, donne e minori, è Artemisia. Tanti i progetti che vengono portati avanti, fra cui quello sperimentale “Accoglien-za integrata di emergenze”, che intende rispondere alla necessi-tà di ospitalità immediata per le donne e i nuclei madre-bambini che si trovano in pericolo per situazioni di violenza. Il servi-zio è attivo con una reperibilità telefonica 24h/7, e le donne pos-sono trovare accoglienza in due case rifugio a indirizzo segreto. Parallelamente va avanti anche il progetto “L’asilo che non c’è”, un asilo che non ha indirizzo ma che ha come sede la casa rifugio, dove i bambini possono restare mentre le mamme vanno a lavo-rare. Sempre per i piccoli, ma per quelli in età scolare, Artemisia porta avanti incontri di forma-zione per prevenire l’insorgenza di fenomeni di violenza.

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PROVINCIA ADDIO,ARRIVA LA CITTÀ METROPOLITANADario Nardella “super sindaco”alla guida di 42 comuni

Istituzioni

Valentina Buti

#Politica

Bettarini:“Una grandeoccasioneda cogliere”

L’intervista

Giovanni Bettarini, assessore di Palazzo Vecchio con delega alla città metropolita-na, qual è la priorità per quella di Firenze?La città metropolitana è una grande occa-sione da cogliere. Non solo per i risparmi che comporta con l'abolizione degli stipendi di presidente, assessori e consiglieri. Nasce con l'obiettivo di coniugare innovazione, semplifi cazione e crescita. Per questo, tra le prime misure che metteremo in campo ci sarà la creazione di uno sportello unico per le attività produttive a cui possano rivolgersi tutti coloro che vogliono aprire un'azienda, dall'Alto Mugello a Scandicci. Il punto di partenza su cui stiamo lavorando è il Suap del Comune di Firenze.Non è ancora chiaro quali competenze avrà la città metropolitana. Lavoro e for-mazione le vorrebbe la Regione. Cosa fa-rete?Siamo convinti che quelle deleghe siano a misura di città metropolitana. Nelle scorse settimane abbiamo incontrato il Consiglio delle aziende di Firenze, che riunisce una ventina di grandi imprese e multinazionali che investono e producono lavoro nell'area metropolitana. Si parla di realtà importanti come Gucci, Ferragamo, Menarini, General Electric, che in totale valgono 220 miliardi di euro l'anno. La richiesta che ci hanno fat-to è di avere un solo referente nella pubblica amministrazione sul territorio. È nostra in-tenzione muoverci in questa direzione.Un territorio vasto e con molte sfaccetta-ture: ce la farete a tenerlo unito? Nessuno sarà lasciato per strada. La sfi da sarà combinare le potenzialità di ciascun comune, valorizzandole al meglio. Partia-mo da una buona base, in verità, perché è dimostrato che la nostra città metropolitana è quella che sta andando meglio in Italia sul fronte dell'occupazione, dell'export e della capacità produttiva. Capitolo tasse, aumenteranno con la città metropolitana?Una cosa è certa: i cittadini non ne paghe-ranno di più. Ma va fatta chiarezza sul bilan-cio della Provincia, vanno verifi cati i fondi che arriveranno dal governo centrale. Ser-vono strumenti economici adeguati per far funzionare la città metropolitana.

Addio Provincia, ecco la città metro-politana. Il debutto del nuovo organi-smo nato con la “rivoluzione” istitu-zionale della riforma Delrio si è avuto

il 15 ottobre scorso, con la prima riunione dell’as-semblea metropolitana. 18 i consiglieri, tutti am-ministratori del territorio, tra cui molti sindaci, a stragrande maggioranza Pd. La novità rispetto al passato è che non sono stati eletti dai cittadi-ni, ma dai rappresentanti delle amministrazioni locali. Inoltre non percepiscono indennità, con conseguenti risparmi per le casse pubbliche. A

presiedere il nuovo organismo, che diventerà operativo dal 1° gennaio 2015, è Dario Nardella, sindaco del capoluogo e d’ora in poi “super sin-daco” metropolitano, alla guida di 42 comuni e quasi un milione di abitanti che popolano un ter-ritorio vasto ed eterogeneo, da Marradi a Lastra a Signa. Come vice avrà la sindaca di Empoli Bren-da Barnini. “Un momento storico – lo defi nisce Nardella – che mette fi ne a un’attesa lunga 15 anni. Le città metropolitane sono la lepre d’Italia, il 40 per cento della ricchezza del Paese passa da queste aree, dove vive il 38 per cento degli italia-

ni. Sarà per merito loro se usciremo dalla crisi”. Per quanto riguarda Firenze, Nardella stima che la nuova città metropolitana, con lo sblocco delle opere pubbliche che la interessano da vicino – dalla tramvia alla nuova pista di Peretola – sia in grado di creare da sola 20mila nuovi posti di la-voro nei prossimi 5 anni. “Visto il potenziale del-le città metropolitane – conclude – è essenziale che il governo ora fornisca gli strumenti econo-mici necessari per renderle operative al cento per cento”. Il nuovo organismo dovrà ora stendere lo statuto che ne defi nirà le competenze.

LE DATE

15 ottobre 2014 prima riunionedel consiglio metropolitano

1° gennaio 2015 entra a pieno regimela città metropolitana

I NUMERI

42 comuni1 milione di abitanti

L'ASSEMBLEA

18 consiglieri metropolitani14 Pd, 1 Forza Italia, 1 M5S,1 Città metropolitana Territori Beni comuni,1 liste civiche Città metropolitana

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#La città che cambia

Tramvia

Avanti coi cantieri: doppi turni anti-ritardi

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Turni doppi nei cantieri per recuperare i novanta giorni di ritardo accumula-ti dalla primavera scorsa nella realiz-zazione delle linee 2 e 3 del tram che

collegheranno rispettivamente piazza dell'U-nità all'aeroporto di Peretola e la stazione (via Alamanni) all'ospedale di Careggi. È l'accordo raggiunto tra Palazzo Vecchio e le ditte incari-cate dei lavori. L'obiettivo è quello di “rimetter-si in pari” entro il prossimo giugno, per rispet-tare la fatidica scadenza dei “mille giorni” di lavori in corso in città annunciata dal Comune. Lo slittamento, dovuto in parte a “motivi tec-nici” come le lungaggini legate alle procedure dei subappalti, ma anche – hanno lamentato le ditte – alla lentezza delle ordinanze con cui è stato dato il via libera ai lavori, sarà recuperato mettendo all'opera squadre doppie di operai, specie nei cantieri più complessi. In tema di cantieri, dopo l'apertura nel mese di ottobre di quelli in piazza Leopoldo, piazza Vieusseux e via di Novoli – una delle “zone rosse” in cit-tà, dove la viabilità sarà rivoluzionata per 270 giorni – a fine novembre, con un mese di ri-tardo sulla tabella di marcia iniziale, dovrebbe essere realizzato il ponte Bailey sul Mugnone all'altezza di via Leone X e via Crispi, che sosti-

tuirà quello dello Statuto che verrà chiuso. Una prima verifica del cronoprogramma è poi pre-vista il 14 novembre, con un nuovo incontro tra imprese e Comune. L'obiettivo è scongiura-re il rischio di una nuova “linea 1”: il ricordo dei disagi provocati dalla posa a singhiozzo dei primi binari del tram è ancora vivo in cittadini e commercianti. E proprio per venire incontro ai negozi coinvolti dai cantieri il Comune sta mettendo a punto una serie di provvedimen-ti ad hoc, a partire dallo sconto sulla Tari. Lo sgravio dovrebbe interessare un migliaio di esercizi, e sarà modulato in base al grado di cri-ticità dei cantieri, mappati zona per zona. Non saranno lasciati soli nemmeno i commessi e i lavoratori, per i quali Palazzo Vecchio, insieme alla Regione, metterà in campo – se necessa-rio – la cassa integrazione in deroga (fino a un massimo di cinque mensilità nell'arco del 2015 per ciascun lavoratore). Via libera anche al mi-crocredito per i lavoratori senza ammortizza-tori sociali, che potranno ottenere un prestito di tremila euro da restituire con interessi che saranno pagati dalla Regione. Le aziende con più di cinquanta dipendenti operative nel set-tore commerciale potranno invece fare ricorso alla cassa integrazione straordinaria.

http://www.ilreporter.it/speciale/6-speciale-tramvia

Valentina Buti

14 | Novembre 2014

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Le mosse

Appuntamento all’angolo...Condividere il viaggio o condividere l’auto? Sono tanti i colle-

ghi che vivono nello stesso quartiere che la mattina si danno appuntamento “all’angolo” per attraversare insieme la città alla volta dell’ufficio. Numerosi, ultimamente, anche gli studenti che hanno scoperto che per raggiungere il polo universitario si può prendere una macchina sola, basta cercare di concordare l’orario della sveglia.

#La città che cambia

Serena Wiedenstritt

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Viabilità

Come ti raggiungol’ufficio:le “strategie”contro le code

Car sharing, carpo-oling, autobus o bicicletta. I fioren-tini alle prese con

i grandi cantieri della tram-via (vedi pagina a fianco), in attesa di potersi spostare sui binari cittadini, per non re-stare imbottigliati nel traffico si lanciano in “esperimenti” di mobilità alternativa. Il che si-gnifica condividere la propria auto con il collega d'ufficio che abita nello stesso quartiere, piuttosto che lanciarsi in “pro-dezze” del tipo bici più treno.Aumenta il numero dei fioren-tini che, dopo i primi giorni di code, ha deciso di lasciare la macchina in garage come il sindaco Nardella ha auspicato più volte, mentre alcune azien-de stanno valutando soluzio-ni come quella di permettere, almeno alcuni giorni alla set-timana, ai dipendenti di svol-gere il proprio lavoro da casa.Ora che anche il patron di

Virgin, Richard Branson, ha sdoganato il “lavoro agile” con alcune recenti dichiarazioni in cui proponeva di abolire del tutto orario di lavoro e conteg-gio dei giorni di ferie, anche alcune aziende fiorentine han-no varato forme di lavoro più snelle grazie alle infrastruttu-re digitali.Del resto, lo scorso anno a Mi-lano il 6 febbraio la giornata del lavoro agile aveva raccolto l'adesione di un centinaio tra aziende private, enti pubblici e studi professionali, segno dei tempi che cambiano, tramvia o non tramvia.E se tirano un sospiro di sollie-vo le tante persone che hanno stabilito il proprio ufficio in casa, per le altre parte la sfi-da alla ricerca della soluzione più economica, soprattutto in termini di tempo, per raggiun-gere i rispettivi posti di lavoro.La bici va per la maggiore, ed è anche uno dei mezzi su cui

punta più il Comune, che qual-che settimana fa ha improv-visato una gita su due ruote sotto la pioggia per il centro di Firenze per presentare il pro-getto “2x4”, che promuove il trasporto sostenibile, con una funzione anche sociale.In pratica, tutte le officine del-la rete Gestioncar, oltre alle auto, avranno in dotazione bici “di cortesia”, da offrire gratuitamente ai clienti per il tempo di fermo auto necessa-rio alla riparazione.Le biciclette, recuperate dai detenuti del carcere di Sollic-ciano che ha aderito al pro-getto “Piedelibero” promosso dalla cooperativa sociale Ulis-se, provengono dai depositi comunali.Non tutti, però, possono ab-bandonare i mezzi a motore: per chi deve fare un percorso più lungo di quello che si può coprire in sella alle due ruote, la condivisione del viaggio è

una delle soluzioni che vanno per la maggiore.A Firenze il cosiddetto “ride sharing” piace: lo confermano le statistiche di BlaBlaCar, la piattaforma on line che mette in contatto automobilisti con posti liberi a bordo delle pro-prie auto con persone in cerca di un passaggio che viaggiano verso la stessa destinazione. Il capoluogo toscano è sesto in Italia fra le città più cliccate da chi cerca/offre passaggi su un’auto condivisa.Un'abitudine che, spostamenti “importanti” a parte, sta en-trando a far parte sempre più del quotidiano dei fiorentini.

...E boom del car sharingMa sono sempre più anche gli appassionati del car sharing. Per

chi la mattina parte da casa con una serie di “missioni” da svolgere prima di entrare al lavoro, come portare il bambino all’a-silo e fermarsi a fare la spesa, far coincidere tempi e orari non è così scontato. Ed è forse anche per questo che a Firenze, in cinque mesi, il nuovo servizio “Car2go” ha registrato circa diecimila iscritti e centomila noleggi. La sua formula si distingue per il flusso libero: libero accesso alle Ztl, parcheggio gratis, benzina e assicurazione in-cluse nella tariffa al minuto, ma soprattutto la possibilità di fermarsi dove si vuole, lasciare la macchina – il parco vetture comprende solo Smart, decisamente più comode da “piazzare” – e muoversi di nuo-vo a piedi fin quando non se ne ha ancora bisogno.

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Per lo studio, la cura, l’assistenzae l’informazione sui tumori cerebrali infantili

16 | Novembre 2014

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arte, monete e francobolli,la “crisi” dei collezionistiDiffi coltà economiche e non solo:sempre meno appassionati in città

ma il “low cost”resiste ancora

Di collezionisti che riempio-no intere stanze di cimeli o quadri preziosissimi, proba-bilmente ce ne sono sempre

meno. Diffi cile incontrare, se non nella fi nzione cinematografi ca, battitori d’a-sta dal fi uto infallibile e dalla passione incontenibile, come il Virgil Oldman protagonista de “La migliore off erta” del regista Giuseppe Tornatore. Ma certo non manca, anche a Firenze, chi ancora ha il piacere di accumulare oggetti più o meno di pregio. Crisi permettendo, ovviamente: proprio per le diffi coltà del momento, alcuni dei più tipici oggetti da collezione risultano ora “fuori bud-get” per molte persone, fi nendo così per essere meno in auge. A riscuotere sempre un discreto successo sono inve-ce i mercatini in cui reperire materiale (meglio se a poco prezzo) come fumetti o altri oggetti da collezione. Ma partia-mo proprio dal mondo dell’arte. Pochi ma buoni: si potrebbero defi nire così i collezionisti di opere d’arte pregiatissi-me, stando almeno a quanto testimo-niano da una nota casa d’aste fi orentina. “La crisi ha colpito un livello medio di collezionismo, i collezionisti di opere preziose erano e restano di nicchia, ma ci sono – viene fatto presente – ovvia-mente i tempi cambiano e le fi gure dei collezionisti del passato ormai non ci sono più”. Così come non ci sono più gli appassionati di francobolli di una volta. Il circolo fi latelico fi orentino, nato nel 1923, ha visto negli ultimi tempi una drastica diminuzione dei suoi associati, pur continuando a portare avanti sva-riate iniziative ed esposizioni. “Siamo passati da 253 soci ai venticinque attuali e diciamo che siamo tutti un po’ avanti con gli anni, almeno dai cinquanta in su: un po’ sicuramente a causa delle minori disponibilità economiche, un po’ anche perché con la rete è molto più semplice reperire e acquistare ogni tipo di mate-riale, perciò riunirsi in un’associazione per tanti giovani è superfl uo – spiega il

presidente Alessandro Tomasi – ci in-contriamo il giovedì e la domenica in piazza San Pancrazio, nella sede dell’u-nione nazionale uffi ciali in congedo che ci ospita dallo scorso anno, consenten-doci di risparmiare l’affi tto. Realizziamo però ancora molte iniziative di interesse culturale, collaborando con le istituzio-ni e mettendo insieme il materiale per

mostre legate a particolari commemo-razioni”. Sempre meno diff usa anche la numismatica. “La clientela di una volta non c’è più, ma come si fa con questa crisi... lavoriamo per lo più con persone anziane, ma è sempre più un problema comprare”, lamentano da un celebre ne-gozio di monete antiche e moderne.

Fumetti, vecchie radio ma anche tappi e sottobicchieri da birra. C’è un mondo di collezionisti “low cost” in città che si appassiona agli oggetti più disparati,

dai più comuni a quelli più originali. Artigianato e antiquariato, del resto, sono molto diff usi in tutta la Toscana, e non mancano occasioni per trovare manufatti di ogni tipo e prezzo. Lo sa bene l’associazione collezionisti fi orentini, nata nel 2010 proprio con lo scopo di valorizzare la cultura dell’inventiva artigianale, con eventi ad hoc come mostre o incontri per favorire scambio e collezionismo. “È un settore che vede un interesse trasversale, ai mercatini incontriamo famiglie intere ognuna concentrata su cose diff erenti – racconta Patrizia Poggiolini, la presidente dell’associazione – sono poche le persone che si possono permettere antiquariato prezioso, ma tante invece sono interessate a oggetti ‘storici’ più economici: vanno molto, ad esempio, vecchie radio a valvole, giradischi e grammofoni, ma anche libri e prodotti Richard Ginori”. Attira grandi e piccini anche il mondo di fumetti e fi gurine. “Tendenzialmente abbiamo una clientela giovane, ma è diffi cile cate-gorizzare: i fumetti sono ‘generazionali’, ognuno è portato ad acquistare quelli del suo periodo – spiegano da un negozio che acquista e scambia fi gurine, fumetti, libri e carte da gioco – sicuramente ci sono più lettori che veri e propri collezioni-sti, ma sono in tanti ad attendere pazientemente il numero del fumetto preferito per metterlo da parte”. E non è diffi cile nemmeno trovare chi ancora scambia le fi gurine. “Gli album dei calciatori vanno sempre per la maggiore”, viene confer-mato. Ha la sua sede centrale e il suo presidente a Firenze anche un’associazione di collezionisti molto particolare, nata nel 1980, “Il barattolo”, dedicata a tutto ciò che riguarda la birra, dai bicchieri alle bottiglie e molto altro ancora. “I nostri soci sono duecento, a Firenze una ventina – dice il presidente Silvano Caneschi – abbiamo una rivista bimestrale e ci riuniamo periodicamente per scambiarci oggetti. Si tratta di materiale che si può recuperare senza spendere cifre enormi, a volte basta un viaggio in una città, una tappa in una birreria storica ed ecco che si trovano un sottobicchiere da collezione o una bottiglia particolare”.

Sara Camaiora

Curiosità

Focus

#Attualità Novembre 2014 | 17

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Dopo le insidiose sfide di questo mese, a dicembre al Franchi arriverà la Juventus: la scorsa stagione finì 4-2 per i viola, al termine di una indimenticabile rimonta

#Fiorentina

Il calendario

baba & berna, nonchiamatele riserveI due giovani attaccanti alla conquista di Firenze

Promesse/1

Così diversi che si trova-no a meraviglia, Baba e Berna. Federico nato a un centinaio di chi-

lometri da Firenze, nella Carrara dai marmi bianchissimi, mentre il senegalese comincia la sua avven-tura a Th iès, a più di quattromila chilometri dal Franchi. Diversi anche i loro percorsi per diven-tare “calciatori veri”: più lineare quello dell’estroso mancino, che a quattro anni viene accompagnato nei campetti dell’Atletica Carrare-se. Due anni dopo è già nel club

A Bergamo c’è chi ricorda ancora il “caso” di Andy.

Così si fa chiamare Luzaya-dio Bangu, il talentuoso cen-trocampista congolese classe ‘97 fi nito al centro di un caso diplomatico con l’Atalanta quattro anni fa. Quando il tre-dicenne Bangu militava nelle fi la dei giovani atalantini, l’ex ds Corvino lo portò a Firenze. Alla corte di mister Guidi, suo attuale allenatore in Primave-ra, vinse lo scudetto nei Giova-nissimi. Poi il passaggio negli Allievi e, a soli quindici anni, il salto in Primavera. Il resto è storia recente, come la convo-cazione in Bielorussia con Pa-squal e compagni. Segno che Montella non perde di vista il “piccolo” Bangu. Piccolo di età e pure fi sicamente, con i suoi 170 centimetri per 57 chili, ma veloce, con ottime doti tecni-che e il “vizio” di vedere bene la porta avversaria. Può gio-care centrocampista centrale, mezz’ala o trequartista: insom-ma, un jolly prezioso, in tutti i sensi. Visto che il suo cartelli-no, in costante ascesa, si atte-sterebbe sugli 800mila euro, il valore più alto tra i baby vio-la. Qualche mese fa sono stati avvistati due osservatori dello United allo stadio delle Due Strade. Obiettivo: portarlo in Inghilterra prima che il suo va-lore salisse troppo. Ma il colpo questa volta non è riuscito.

I.D.

Irene Delfino

empolese del Ponzano e a nove anni arriva a Firenze, tra le fi la dei Pulcini. Gli osservatori viola ave-vano notato le grandi doti di quel bimbo che correva spensierato dietro al pallone. Pallone che non voleva mai smettere di rincorrere, di calciare, neanche a casa, dove per sua stessa ammissione ha spaccato bicchieri e perfi no muri. Spensierato come il calcio della Fiorentina di Montella, che non a caso ha creduto in Bernardeschi mentre alcuni osservatori lo con-sideravano troppo gracile per il

grande calcio. Il fi sico imponente non è invece mai mancato a Ba-bacar: in tanti lo ricordano al suo esordio in serie A, a 16 anni, con la maglia viola addosso a un fi sico da ventenne. Ma Khouma è nato solo un anno prima di Berna, nel marzo 1993. Complicato l’arrivo in viola del “ragazzo dai mezzi illimitati”, come lo defi nì Prandel-li. Mezzi tecnici che sfuggirono a due osservatori della Fiorentina, che lo scartarono ai provini. Ma un intermediario africano non si perse d’animo e decise di proporlo

proprio a Corvino. L’ex ds, quan-do si trovò di fronte il quindicen-ne attaccante in forza alla squadra senegalese del Ries, non ci pen-sò due volte ad acquistarlo per 35mila euro. La strada sembra in discesa per il più giovane giocato-re della Fiorentina ad aver segnato un gol tra i professionisti, ma nella stagione targata Mihajlovic per il vice-Gila cominciano i problemi. Per farlo maturare, nel gennaio 2012 la Fiorentina gli fa prepara-re la valigia destinazione Spagna, Racing de Santander. Continua il giro di prestiti alla ricerca del vero Baba, la prima punta mo-derna, faro al centro dell’attacco ma al tempo stesso mobile e tec-nicamente dotato. Passa prima da Padova, poi da Modena dove, grazie al lavoro di Novellino, la scorsa stagione trascina a suon di gol (venti, per la precisione) gli emiliani ai play off . Come Berna, il fantasista in prestito al Crotone. Le ex promesse tornano all’ovile, ora sono due attaccanti veri con un’intesa perfetta. E non chiama-tele riserve.

aspettando la juventus

Un novembre insidioso per i viola in campionato. Dopo la tra-sferta di Genova contro la Sampdoria di Sinisa Mihajlovic, do-

menica 9 a Firenze arriva il Napoli: la mente di tutti non può non tornare al 3 maggio scorso, quando all’Olimpico di Roma i viola furono sconfi tti proprio dai partenopei nella fi nale di Coppa Ita-lia, in una serata ricordata però soprattutto per quello che avvenne fuori dal campo. Dopo la sosta per lasciare spazio alle nazionali, il 23 novembre si riparte da Verona, contro quella che ormai non è più una sorpresa, ma una certezza, della serie A italiana. Da stare attenti, ovviamente, soprattutto all’eterno Toni, ex di turno. Il mese di campionato si conclude domenica 30 con la seconda trasferta consecutiva per la Fiorentina, questa volta sul campo del Cagliari. Montella contro Zeman: probabilmente nessuno si annoierà. Poi sarà già dicembre, che partirà col botto: la prima partita del mese è in programma al Franchi contro la Juventus. Una sfi da che ricorda forse qualcosa?

Lorenzo Mossani

Promesse/2

l’ascesadel “piccolo”bangu

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Il Reporter del Q3 raggiunge le famiglie del quartiere 3 di Firenze.

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18 | Novembre 2014

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#Sport

Palla ovale “in rosa” protagonista in città: al campo Lodigiani si sfidano Italia e Irlanda

Riccardo Paludi ha dovuto gestire una situazione difficile. E ora il basket fiorentino è in cerca di una nuova identità

Il torneo femminile

il “sei nazioni” in cittàDopo il test match Italia-Australia allo stadio Artemio Franchi

nel 2012, il grande rugby tornerà a Firenze per una gara del Sei Nazioni femminile. Una vera novità per la palla ovale. Il consiglio federale della Fir ha scelto il campo Mario Lodigiani (ex Padova-ni), proprio di fronte allo stadio Franchi, per la sfi da tra le azzurre del rugby e l’Irlanda. La scelta di Firenze è anche un omaggio al ct Marco De Rossi, che si divide tra la responsabilità della Nazionale in rosa e l’Aeroporto di Firenze Rugby in serie A. L’appuntamento è domenica 8 febbraio 2015. L’organizzazione dell’evento è stata affi -data ad Aeroporto Firenze Rugby. “Questa investitura da parte della Fir è per noi un motivo di grande orgoglio e soddisfazione – com-menta il presidente di Aeroporto Firenze Rugby Giacomo Lucibello – ci faremo trovare pronti per ripagare la fi ducia che è stata posta nella nostra società e per garantire alla città le migliori condizioni per godere di un evento del genere”.

Sim.Spa.

Basket

obiettivo ripartenzaFirenze ha lasciato i grandi palcoscenici del basket nel 1993. Da

allora varie resurrezioni, tentativi di riportare la palla a spicchi vicina alla serie A, ma questo autunno ha visto sparire anche la serie B con l’Affrico Firenze. L’allenatore Riccardo Paludi per tutta l’estate si è speso con i pochi giocatori a disposizione ma, in realtà, ha dovuto gestire una situazione difficile con vari nodi da risol-vere nei confronti di giocatori e del tecnico della scorsa stagione. È quindi il basket femminile, in serie B con la Florence (che ha festeggiato proprio quest’anno i quarant’anni di attività), la mas-sima espressione della pallacanestro a Firenze. In campo maschile rimangono, in serie C, la Enic Pino Dragons e l’Olimpia Legnaia. Un po’ poco per una città che ha sempre cercato di avere una squa-dra di vertice nella pallacanestro. E ora il basket è in cerca di una nuova identità in riva all’Arno. Magari ripartendo dai giovani, e provando a scalare le classifiche dalle serie inferiori.

Sim.Spa.

Promesse/2

l’ascesadel “piccolo”bangu

Il Centro Ginnastica Firenze compie cinquant’anni: oltre allo sport offre occasioni di condivisione e divertimento, come feste e cene sociali

cinquant’annia tutta ginnasticaA Sorgane si festeggiaun importante traguardo

La realtà

�Web centroginnasticafirenze.it Tel. 055.6531930

Nel 2014 festeggia cinquant’anni, ma è ancora estre-mamente attivo e

ama circondarsi di giovani. È il Centro Ginnastica Firenze, una delle realtà sportive più in vista del quartiere. “Teniamo corsi di ginnastica artistica per ragazzi e ragazze, e quest’anno abbiamo un nuovo consiglio direttivo il cui scopo è quello di portare la nostra attività, nel giro di quattro anni, a un livello veramente alto: abbiamo tutte le carte in regola per farlo, siamo già molto pre-senti sul territorio cittadino. Tra l’altro stiamo collaborando an-che all’organizzazione del Grand Prix di ginnastica, che si terrà il 22 novembre al Mandela Forum. Ma sono tanti i progetti che ab-biamo”, assicura Lara Poggiali, responsabile tecnico della sezio-ne femminile. Insomma, la società è nel fiore della sua attività: nessun pro-blema con la crisi?Ovviamente ci ha toccati, ma continuiamo a lavorare a pieno regime e, dopo un calo di iscri-zioni l’anno scorso, adesso siamo di nuovo in crescita.Come spiega questo successo?In una zona come questa (Sor-gane, ndr) siamo un fondamen-tale luogo di aggregazione per i giovani: oltre allo sport offriamo svariate occasioni di condivisio-ne e divertimento, come feste e cene sociali, e durante la bella

Carlo Marrone

stagione il nostro giardino è pie-no di bambini che si trattengono dopo le lezioni. E poi la ginna-stica è uno sport eccellente, è completo e molto formativo dal punto di vista caratteriale, quin-di molto apprezzato anche dai genitori.In che senso l’attività ginnica può riuscire a formare il carat-tere?È uno sport che richiede molta disciplina, dedizione e concen-trazione. Bisogna saper dare il massimo per vincere, ma saper anche accettare le sconfitte e prenderle come spunto per mi-gliorarsi. Tutte esperienze che servono nella vita di tutti i gior-ni. E poi è al tempo stesso uno sport individuale e di squadra, perché ogni elemento, seppur da solo, contribuisce in modo indispensabile alla riuscita del gruppo.Che sia uno sport amato dalle femmine è risaputo, ma i ma-schi?Noi abbiamo moltissimi iscrit-ti anche di sesso maschile: quest’anno c’è stato un boom di iscrizioni da parte dei bambini.

Sono aumentate anche le ragaz-ze più grandi, che sono tornate magari portando anche qualche amica.Non è difficile avvicinarsi da grandicelli alla ginnastica?Difficile sì, ma non impossibi-le. E poi è divertente. Abbiamo creato un gruppo apposito, cin-quanta ragazze che prepareran-no tra l’altro gli stacchetti per il Grand Prix. Per loro è anche un modo per non passare i pome-riggi chiuse in casa o a girova-gare.Cinquant’anni sono tanti: come si festeggia un traguardo così?Vogliamo farlo nel migliore dei modi: speriamo di riuscire a or-ganizzare un evento al mese.

Trascorri qualche ora spensierataalla sala da ballo

Si balla il Sabato dalle 21,00 e la Domenica dalle 15,30

presso CIRCOLO ANDREONI via A.D’Orso n 8 tel 055602636

per ballare e fare nuove amicizie

nuovaonchigliaa

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#Cultura

Roberto bolle: “io, firenze e quel dvd”Il ballerino torna in città con uno spettacolo a fi nenovembre. E intanto si racconta a Il Reporter

Solo un caos dentro di sé può generare una stella danzante, diceva Nietzsche. Di caos, a ve-

derlo, ce n’è ben poco, ma se par-liamo di stella è di tutto rispetto: Roberto Bolle. Applaudito in tutto il mondo per la sua bravura unita a un’estetica che può com-petere con il David di Michelan-gelo, la star della danza classica italiana torna a Firenze il 24 no-vembre al Nelson Mandela Fo-rum. Il Gala da lui stesso ideato e interpretato – “Bolle and Frien-ds from American Ballet Th ea-tre” – sta compiendo una lunga tournée, e tra le tappe prescelte c’è anche la città del giglio. Che lo vedrà in scena insieme ai più grandi ballerini del momento, provenienti dalle migliori com-pagnie di danza: dalla Scala di Milano all’American Ballet Th e-atre di NY. Nell’attesa, il danza-tore racconta a Il Reporter il suo “dietro le quinte”.Che eff etto le fa tornare Firenze dopo cinque anni?

Sono molto felice, è un luogo che amo molto, dove vivono molti amici carissimi. Cinque anni fa abbiamo portato il nostro spet-tacolo all’interno dello splendido giardino di Boboli. Le serate fu-rono talmente belle che divenne-ro un dvd di successo, che spesso io stesso amo riguardare.Che ricordi, o aneddoti, ha a riguardo?Ricordo bene il pubblico, en-tusiasta e caloroso, e ricordo gli sguardi ammirati dei miei “friends” (amici in inglese, ndr) stranieri, incantati dalla città.Il suo piatto fi orentino prefe-rito?La pappa al pomodoro e le zup-pe della tradizione.Roberto Bolle e il suo corpo statuario: anche lei ha un tallo-ne d’Achille?Noi ballerini viviamo un rap-porto confl ittuale con il corpo. Lo spingiamo oltre i limiti quo-tidianamente e questo non senza dolore e fatica. Non possiamo permetterci talloni d’Achille, lo

Vanessa Bambi

L’intervista

Il ballerino torna a Firenze il 24 novembre,per una performance sul palco del Mandela Forum

�Webmandelaforum.itFacebook: Roberto-Bolle-Official-Page

sforzo è teso all’armonia e alla perfezione, per quanto è possi-bile.Trova che la danza classica sia una disciplina “per tutti”?Certo che lo è. È un’arte univer-sale che parla direttamente al cuore delle persone ed è in grado di emozionare chiunque senza distinzione di età, sesso, prove-nienza geografi ca o sociale. Per questo mi batto per portare la danza classica a un pubblico più ampio possibile e i risultati sono stati esaltanti. Mi hanno dato ra-gione.Alessandra Ferri, sua partner storica, è tornata in scena. Ci sarà un ritorno insieme, maga-ri qui a Firenze? Alessandra è una donna e un’ar-tista eccezionale, cui ho la for-tuna di essere legato da una profondissima amicizia, oltre che da un magnifi co cammino professionale comune. Non ne abbiamo parlato fi nora, ma non lo escludo. Sarebbe una grande emozione.

Enogastronomia, musica e solidarietà:gli eventi del mesepiù “caldo” dell’anno

Novembre, mese triste e grigio? Forse per via del

clima, ma non certo per l’off er-ta culturale, che è più “calda” che mai. Comincia il 10 e va avanti fi no alla fi ne del mese la Biennale enogastronomica fi orentina, kermesse arrivata alla quinta edizione, nata per valorizzare la cucina tradizio-nale fi orentina e i suoi prodotti tipici. Ventuno giorni da tra-scorrere tra locali, ristoranti, piazze e palazzi storici con un fi ttissimo programma di even-ti dedicati alla buona tavola, con spettacoli, itinerari del gusto, mercati, degustazioni e cene (www.biennaleenoga-stronomica.it). Un calendario che non dimentica nemmeno la solidarietà, con un appun-tamento benefi co organizza-to dalla Caritas Firenze, che vedrà i ragazzi dell’istituto alberghiero Buontalenti impe-gnati nella realizzazione di un pranzo speciale per gli ospiti della mensa di piazza Santis-sima Annunziata. A proposito di “fare del bene”, da segnare in calendario l’evento a Palazzo Borghese (via Ghibellina) nel weekend dal 21 al 23, giornate durante le quali è in program-ma lo Shopping solidale delle grandi fi rme organizzato dalla Fondazione Ant, che devol-ve il ricavato della vendita di capi fi rmati e accessori donati per l’occasione dai brand della moda in favore dei malati di tumore. Stesso fi ne settimana ma location diversa per un al-tro mercatino di benefi cenza, quello organizzato puntual-mente dalla Croce Rossa, che all’Obihall propone Aspettan-do Natale, una tre giorni di shopping il cui ricavato verrà devoluto alle persone biso-gnose dell’area fi orentina. E se per tutto il mese, il giovedì, il venerdì e il sabato (a partire dalle 22.30) al Plaz di piazza dei Ciompi si suona musica dal vivo in compagnia di ospiti internazionali, il 30 novembre, in occasione della Firenze Ma-rathon, al Teatro Verdi c’è Ciak, si canta, proiezione di un fi lm muto a sorpresa con “pubblico cantante” organizzata dall’Or-chestra regionale della Tosca-na. Per non rimanere mai a corto di idee.

B.B.

Agenda

Verso Natale

Flo, l’albero e la fiaba speciale

Sul lungarno Corsini (al civico 30-34r) il Natale arriva con un po’ d’anticipo, per l’esattezza il 29 novembre, quando una serata

aperta al pubblico darà uffi cialmente inizio alle feste. E non ci sa-rebbe niente di straordinario se da Flo concept store non si facesse altro che una bella vetrina a tema. In realtà la sorpresa che si tro-veranno davanti gli ospiti della serata è molto più speciale. Il team al femminile del negozio dà spazio all’installazione realizzata da un’artista e stavolta ha voluto puntare su Tuttascena, gruppo di sce-nografi teatrali che hanno pensato alla realizzazione di un Grande albero. Un Grande albero che non entra in negozio (ci sta solo una parte del tronco), con la base presumibilmente nel seminterrato e il resto che svetta (ma solo idealmente) attraversando l’intero palazzo. Un Natale il cui cuore pulsante è rappresentato proprio da quell’al-bero enorme. E a fare da corollario al curioso oggetto, una storia inedita, scritta per l’occasione da Francesco Renzoni e illustrata da Margherita Citran. Un volumetto tenero, che racchiude un messag-gio importante e che potrà essere acquistato in negozio a partire dal 29. Una fi aba dolce, per grandi e piccini, da regalare e regalarsi (e che potrà inoltre essere ascoltata sul sito del concept store grazie al QR code presente sulla copertina).

Calamini, i cervelli(quasi) in fugae la famiglia ai tempi della crisi

Attuale più che mai il tema aff rontato nell’ultimo

libro del fi orentino Cosimo Calamini, scrittore (ma anche autore e sceggiatore cinemato-grafi co per documentari e se-rie tv) che ha lasciato Firenze per la capitale, ma che ha an-cora l’Arno nel cuore. Ha appe-na pubblicato per Garzanti Il mare lontano da noi (238 pag, 16,40 euro), un romanzo – il terzo – che racconta la storia di una famiglia normale in un momento cruciale della vita: dopo aver aspettato anni, alla protagonista viene off erto il sospirato posto da ricercatrice negli Usa, come nella migliore tradizione dei cervelli in fuga. Partire o restare?

Andar per piazzeCon gli artusi,alla scopertadel capoluogo

È dedicato a piazza Santa Croce il terzo volume della

collana “Le piazze di Firenze” (Editore Giorgio Libri) scritto da due conoscitori della cit-tà del giglio come Luciano e Ricciardo Artusi. “Briciole di storia, aneddoti, misteri, feste, gusti e proverbi”, recita il sotto-titolo, che ben chiarisce di cosa si tratta. Un volume che per-mette (come i due precedenti, dedicati a piazza della Re-pubblica e piazza Santissima Annunziata) di scoprire fatti, vicende, dettagli e curiosità poco conosciuti riguardanti alcuni dei luoghi più “calpesta-ti” di Firenze. Uno sguardo per conoscere un po’ più a fondo il cuore della città.

Il libro/1 Il libro/2il fascino del filetdiventa artenegli scatti evocatividi Lucia baldini

Il tipico fi let di Quarrata (Pi-stoia) sbarca a Firenze, al

piano nobile di Palazzo Me-dici Riccardi grazie agli scatti di Lucia Baldini, che nella sua mostra “Visioni di storia e di moda” (fi no al 27 novembre) dà una lettura contempora-nea di oggetti storici, propo-nendone un’interpretazione attuale. Per questo tutti i ve-stiti e gli accessori sono stati indossati da quattro ragazze, colte dall’occhio artistico ed evocativo di Lucia, fotografa di fama internazionale e attenta osservatrice degli stati d’animo e dei movimenti. Il risultato è aff ascinante: fotografi e che raccontano emozioni, paesag-gi, ricordi e speranze.

La mostra

20 | Novembre 2014

Page 21: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

#Cultura

Uno dei frame presiin prestito dalle pellicolein programmazioneal cinema Odeon

dieci festival per Cinquanta giorni,in giro per il mondocon il cinema d’autore

Grande schermo

Enrica Cinaschi

�Web50giornidicinema.itTel. 055.214068Fb: 50giornidicinemaNovembre non è no-

vembre, a Firenze, senza la “Cinquan-ta giorni di cinema

internazionale”, maxi rassegna-contenitore che racchiude una (lunga) serie di festival nati e cresciuti a Firenze, ma che van-no ad attingere nelle maglie della produzione indipenden-te di svariati Paesi sparsi per il globo. Iniziata il 29 ottobre con un’anteprima del Festival dei popoli (che quest’anno spegne 55 candeline) e proseguita con France Odeon, festival del ci-nema francese contemporaneo che l’ha traghettata fi no al 2 no-vembre, è stato poi il tempo di Immagini e Suoni del Mondo. Festival del Film Etnomusicale e del Festival Internazionale di Cinema & Donne, fi no all’11.

Poi tocca allo Schermo dell’arte, cinque giorni (12-16 novembre) di pellicole dedicate all’arte a tutto tondo, seguite dal cinema in arrivo dall’Europa dell’est con Balkan Florence Express (17-20 novembre) e da quello dedicato al mondo gay and lesbian, con il Florence Queer Festival (21-27 novembre). Seguiranno il Festi-val dei Popoli. Festival Interna-zionale del Film Documentario (28 novembre-5 dicembre), le at-mosfere asiatiche del River to Ri-ver Florence Indian Film Festival (6-12 dicembre), gli sguardi ra-refatti de Una Finestra sul Nord, rassegna di cinema fi nlandese (12-14 dicembre) e, per chiudere in bellezza, il premio Nice Città di Firenze (14 dicembre). Una carrellata quasi inesauribile, che regala agli spettatori prime visio-

ni e chicche da non perdere. Dal 2007 (anno di nascita) ad oggi la “50 Giorni” propone a Firenze una stagione di cinema di qua-lità. Il cartellone è composto da dieci festival internazionali che hanno sede in città, festival che hanno una forte sinergia e una stretta e profi cua collaborazione grazie a un unico cartellone, alla condivisione della stessa sede e al supporto dello staff dell’area cinema di Fondazione Sistema Toscana. Le 60.600 presenze raggiunte nell’edizione 2013 confermano che la “50 Giorni” è un appuntamento amato da spettatori, cinefi li, professionisti o semplicemente dalle persone incuriosite dalla ricca proposta di fi lm inediti e spesso fuori dai circuiti commerciali. Non resta che comprare i popcorn.

L’appuntamento

giovani architetti di tutta europa, unitevi

Firenze capitale dell’architettura “giovane”. A fi ne mese, centinaia di architetti under 35 in arrivo da tutta Europa si danno appuntamento in città per mettere a confronto idee ed esperienze in occasione

del festival “New Generations: Futurology”, in programma dal 26 al 29 novembre alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella. Organizzata dall’associazione culturale New Generations, dall’Ordine e dalla Fondazione degli architetti di Firenze, l’iniziativa prevede workshop, laboratori e dibattiti (il 26 e 27 su prenotazione, gli altri aperti a tutti), per fare il punto sul futuro della professione e sugli strumenti con cui rispondere alla crisi. Decine gli studi internazionali pronti a raccontarsi con videointerviste proiet-tate durante le cosiddette “Pecha Kucha night”. Quella in calendario a Firenze è la seconda edizione di New Generations, dopo la prima ospitata lo scorso autunno a Milano. Un evento che chiamerà a raccol-ta architetti “in erba” provenienti da Italia, Spagna, Olanda, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Francia, Polonia, Portogallo, Romania e Turchia.

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Novembre 2014 | 21

Page 22: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

#Rubriche

La Volta di San Piero, meglio conosciuta come arco di San Pierino, è un passaggio coperto realizzato in conci di pietra forte a vista, tra piazza San Pier Maggiore e via dell’Oriuolo. Il pittoresco luogo è ancora ricordato per

le caratteristiche botteghe di una volta che vedevano: il buzzur-ro, oggi locuzione sinonimo di persona maleducata, ma che in origine indicava il venditore di castagne e suoi derivati. Infatti, le peculiari golosità prodotte dal buzzurro erano le ballotte, cioè le castagne bollite con un rametto di fi nocchio selvatico o con foglie di alloro, oppure le bruciate arrostite sulla brace, nonché fumanti castagnacci e la pattona che altro non era che polenta di farina di castagne. Il pizzicagnolo dalla cantonata opposta, smerciava la profumata mortadella, onore e vanto del locale, formaggi e salu-mi, pasta di vari tipi disposta in una grande scaff alatura a cassetti di vetro, visto che si vendeva sfusa, nonché stoccafi sso, aringhe e salacchini disposti a raggiera in panciuti barilotti a doghe sem-pre in bella vista ai lati dell’ingresso. La fi aschetteria, o meglio la “mescita”, dove anche una breve sosta per la degustazione di un “raso” di ottimo vino toscano versato dal vinaio in bicchieri di vetro riempiti fi no all’orlo, aveva eff etto benefi co: distendeva i nervi e rallegrava gli animi e ben disponeva per il ritorno al lavoro o alla famiglia. Alla friggitoria di fronte si gustavano sommom-moli di riso, polpettine di patate e gli gnocchi di farina gialla, i cosiddetti “canarini”, fritti nello strutto con l’aggiunta di alcuni semi di fi nocchio, oppure i roventini di sangue di maiale cotti in piccole padelle e poi spruzzati di parmigiano grattato, ottimi per consumare uno spuntino “alla lesta” che non è né una colazione né una merenda ma solo un ritocchino a “battiscarpa”, cioè da consumarsi senza indugi. Nella trattoria, oltre a scambiare quattro chiacchiere, si degustavano pasta e fagioli, riso e cavolo sul brodo di trippa e lampredotto, la ribollita, la zuppa Certosina, ossi buchi o baccalà, altrimenti gobbi in umido, serviti in bianche scodelle su un foglio di carta gialla steso sul piano di marmo dei tavolini come se fosse una tovaglia! Già da molti anni questi caratteristici e popolari esercizi sono scomparsi dalla scena della Firenze con-temporanea, lasciando solo il ricordo nei più anziani, con il pro-fumo di quelle piccole botteghe e delle ironiche battutine spesso “salate”, che sbertucciavano mamme o parenti prossimi, ma che

facevano parte del pittoresco ambiente della vissuta e aff umicata volta. Al centro della fi ancata Nord dell’antico voltone, fra l’im-posta di due centine d’arco in bozze di pietra, quasi nascosta in una nicchia spontanea ricavata nella parete, si trova una piccola formella in ceramica bianca e celeste di tipologia Robbina. Il sog-getto mostra la dolce immagine della Madonna in adorazione del Bambino che le porge il piccolo braccio sinistro, di commovente signifi cato, aff ettuoso ed emblematico, fra una pianta di candidi gigli che nel linguaggio dei fi ori rappresentano la purezza, due testine di cherubini alate e all’apice, le braccia del Padre Eterno in atto di posare la corona sulla testa di Maria. Un moderno cor-po illuminante sovrasta la modesta e disadorna immagine devo-zionale, priva però di tabernacolo. A pochi passi da questa, sulla facciata del cinquecentesco palazzo di via dell’Oriuolo n° 1, già di proprietà degli Albizi, un piccolo quanto elegante tabernacolo che precede l’arco è da quasi due secoli, completamente vuoto. A que-sto punto è proprio il caso di dire: Chi ha il sacco non ha la farina e chi ha la farina non ha il sacco! Ennio Guarnieri nella sua opera I tabernacoli di Firenze così descrive la suddetta, vacua edicola:

Era privo dell’immagine anche quando Guido Carocci compilava l’elenco dei tabernacoli fi orentini. Nonostante la forte corrosione della pietra serena, le linee eleganti del disegno secentesco sono an-cora perfettamente leggibili. Ha il frontone arcuato con una targa nel timpano, due lesene laterali che iniziano con volute e il davan-zale aggettante che poggia su mensole, fra le quali si trova il tipico cartiglio barocco. La parte centrale è una semplice cornice modana-ta e centinata.

Il presente racconto è tratto dall’ultimo libro Piazza di Santa Cro-ce, il III degli otto volumi della collana Le Piazze di Firenze.

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI

�Webartusi.net

Perdere nello sport è doloroso, ma perdere nel calcio lo è molto di più! L’8 luglio 2014 milioni di brasiliani sono davanti alla tv per assistere alla semifi nale Brasile-Germania. Il Brasile è sem-

pre stata la patria dei grandi giocatori: Pelè, Zico, Ronaldo. I brasilia-ni sono entusiasti, le donne ballano in perizoma, gli uomini suonano le maracas e cantano “Hey meu amigo Charlie Brown”. Al termine dei 90 minuti il risultato è di 7-1. Per la Germania. Le donne al posto del perizoma si mettono le mutande contenitive delle nonne, gli uomi-ni invece delle maracas suonano l’organetto tipo dolce Remì e causa depressione invece di Meu amigo Charlie Brown cantano “Hey meu amigo Prozac”! Prima di questa sconfi tta i brasiliani vedevano le par-tite in vecchi televisori con il tubo catodico, con il segnale che andava e veniva. La partita la vedevano a tratti. Per l’occasione hanno invece speso montagne di soldi per una mega tv a led. In questo modo la fi guraccia l’hanno vista benissimo. Infatti lo slogan della tv brasilia-na diceva: “Vivi la tua fi gura di m... in HD”. Per i brasiliani questa sconfi tta è stata un vero trauma, addirittura il Cristo Redentore, che da secoli li vigila dalla montagna del Corcovado, per la disperazione s’è buttato di sotto: “Ci si vedeeeeeeeeeeeee!”. Ancora oggi i brasiliani non se ne fanno una ragione. Al ristorante brasiliano giorni fa ho ordinato una birra, il cameriere ha cominciato a piangere.

ANDREA MUZZIComico, attore, regista e cabarettista

�Web: andreamuzzi.it

A zonzo per Firenze

Il Pungiglione

BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

ALL’ARCO DI SAN PIERINO [Volta di San Piero]

la grande sconfittain diretta tv (e in hd)

22 | Novembre 2014

Page 23: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

Lettere

IL TRAFFICOIN VIA SAN PIEROA QUARACCHIGentile Redazione,Vi scrivo in relazione all’articolo di Via di Cammori, per segnalare lo stesso problema in Via San Piero a Quaracchi. Nel mese di Giugno ho aperto una segna-lazione tramite il servizio segui la buca del comune di Firenze, lamentandomi sul fatto che le macchine attraversano il ponte di via San Piero a velocità soste-nuta, senza rispettare il semaforo rosso e la segnale-tica esistente “divieto di acceso mezzi pesanti”. Nella segnalazione chiedevo di ripristinare la segnaletica stradale semaforica comprese le strisce di attraversa-mento ed un intervento per limitare la velocità delle stesse. Il ponte viene utilizzato spesso dai pedoni, di-venta diffi cile attraversare la strada sulle strisce, tutte le mattine si creano ingorghi allucinanti con gente che si attacca al clacson e che arriva anche alle mani pur di passare, si verifi cano spesso incidenti “vedi ultimo bicicletta con auto”. Risultato della segnalazione.... inesistente, nell’ultimo mio sollecito mi è stato dato un numero della mobilità del Comune al quale non risponde nessuno. Trovo scandaloso che un piccolo borgo di Firenze debba sostenere un traffi co da viali di circonvallazione, non passa mai nessuno a control-lare la zona.... mi fermo qui!!!!!!!!!Saluti

Francesco

PARCO DI SAN DONATO,DUE SEGNALAZIONIIl nuovo parco “San Donato” a Novoli è degno di elogi per il bel disegno con varietà di temi (il laghetto con cascatelle, la collinetta, i vasti prati, i diversi accessi, le essenze varie e idonee, ecc.) e pertanto è riqualifi -cante per il Quartiere. Vi sono però, a parere mio e di altri abitanti della zona, due nei: uno che ne sminu-isce l’uso per il tipo di panchine scelte, un altro che squalifi ca la rete viaria interna.1° - Le panchine in pietra, quasi di certo adottate per una erronea scelta di adeguamento alla tradizione “toscana”, sono scomodissime per gli anziani, che de-siderano riposare comodi come in quelle ben model-late, in legno ma anche in metallo. Ne esistono ottime versioni in tutta Firenze, con bel disegno che non do-vrebbe turbare l’aspetto generale del parco.2° - La fi nitura a ghiaietto fi ne bianco della viabilità interna. Il ghiaietto, appena messo, rende molto pia-cevole alla vista la rete stradale, ma in poco tempo il dilavamento da pioggia, oltre al calpestio e al pas-saggio numeroso di biciclette, lo trasporta a valle la-sciando vistose carenze e una immagine di sciatteria. In sintesi: scelta disastrosa e costosa per la voce “ma-nutenzione”, mentre un ghiaietto fi ne incementato (come numerosi esistono, per es. alle Cascine) sareb-be molto più resistente e più economico per la sua maggior durata. Confermando comunque la bellezza di questa nuova opera, si ritiene in molti che la eliminazione dei due punti negativi su descritti, operazione oggi certamen-te di diffi cile possibilità ma forse programmabile, ren-derebbe il parco perfetto.

Fulvio Rovèro

VOLONTARIATO,“TANTE LE ASSOCIAZIONICHE OPERANO NEL SILENZIO”Abbiamo letto l’articolo su “il Reporter” di settembre 2014, riguardante il volontariato nel Q5 e dobbiamo esprimere la nostra gratitudine per aver sottolineato come il volontariato è presente attivamente nel tes-suto del Quartiere. È sempre buona cosa mettere in evidenza le prestazioni volontarie in aiuto alle perso-ne più bisognose e, oggi, purtroppo, queste necessità

sono sempre più numerose e pressanti. Nello stesso tempo riteniamo opportuno far presente che il vo-lontariato del Q5 non si conclude con le “tre sorelle” citate nell’articolo. Vi sono nel Quartiere tantissime associazioni di volontariato (ben oltre 50) che svolgo-no attività gratuite, che operano nel sociale, sanitario, nella cultura, nello sport, ecc. Noi, come Misericor-dia, siamo presenti nella zona Petriolo, Quaracchi, La Sala, Brozzi e Le Piagge, e operiamo nel campo del sociale (centro diurno per anziani, servizi di trasfe-rimento per visite mediche, esami, trasporto disabi-li, sportello aiuto anziani, ecc.) e nel sanitario (studi medici specialistici con prezzi calmierati, ambulanza per servizi di 1° soccorso) e operiamo anche in col-laborazione col Q5 e con il Comune di Firenze. Tutti i nostri servizi vengono svolti da volontari che non hanno alcun riconoscimento economico e tutti i ser-vizi sono gratuiti. Come noi tante altre associazioni operano nel silenzio, con umiltà e serenità d’animo.Ringraziamo per la cortese attenzione e porgiamo fraterni saluti,

Desolina AstiGovernatore della Misericordia San Martino

UNA PROPOSTAPER LE DUE STRADECon l’installazione del nuovo consiglio di Quartiere e di conseguenza del suo presidente, tra le tante ini-ziative, apprendiamo delle visite settimanali (due) che verranno fatte al Galluzzo, per avere un contatto con la popolazione e apprendere le diffi coltà del Gal-luzzo. Da proporre sarebbe anche l’avvicinamento di qualche servizio importante, poiché essendo la sede molto lontana, le persone anziane come il sottoscritto (82 anni) si trovano in diffi coltà. La proposta che una volta al mese, il presidente di Quartiere, fosse presen-te anche alle Due Strade, quartiere dimenticato dalle istituzioni, sarebbe veramente importante. Ci speria-mo veramente.

Nerio Guidi

“LO SPORCO SUIMARCIAPIEDI DELLE CURE”Spettabile Reporter del Q2,vorrei segnalare lo sporco che c’è lungo i marciapiedi del quartiere delle “Cure”. Tanti marciapiedi sono pie-ni di bisogni dei cani, tanto che a volte anche cammi-nare sui marciapiedi diventa diffi cile. E vi lascio im-maginare anche l’odore. Ma non sarebbe possibile che qualcuno venisse a controllare? Lo potrebbero fare i vigili che vengono a fare le multe alle macchine, o i vigili che quasi ogni mattina stanno in piazza delle Cure per controllare il traffi co potrebbero fare anche un giro nelle strade vicine per vedere la situazione. Così potrebbero sorprendere “in fl agrante” i padroni che lasciano fare i loro bisogni ai cani senza pulire il marciapiede: almeno qualcuno capirebbe come com-portarsi la prossima volta! Penso che i vigili abbiano cose più importanti da controllare, ma vista la quan-tità dello sporco che c’è lungo le strade mi permetto di chiedere che facciano attenzione anche a questo problema.Grazie per l’attenzione,

Simone

FURTI DI BICICLETTE,QUALI SOLUZIONI?Gentile direttore,vorrei sottoporre alla sua attenzione una questione che mi sta molto a cuore: sinceramente non credo (e non voglio credere) che a oggi non sia ancora sta-ta trovata una soluzione, o quantomeno una strada percorribile per arginare - non dico, si noti, debellare - l’indecente problema dei furti di biciclette in città. Stamattina mi sono recata al lavoro in bicicletta - è

più ecologico, più economico, più veloce, più salu-tare, anche più bello - e ho lasciato la mia bicicletta agganciata a un palo nella zona di via Gioberti (so che è un problema anche la sosta selvaggia delle bi-ciclette, ma se si trovano tutte le rastrelliere piene..).. sono uscita dal lavoro dopo sei ore - dico sei ore di una giornata splendida, con tanta gente in giro - e la mia bicicletta era magicamente sparita. Volatilizza-ta. Al suo posto un’altra bicicletta, con un lucchetto molto meno resistente del mio, in “lega di cemento”, se una lega di cemento può esistere. Il punto non è tanto - o non solo - che è stata rubata la mia bicicletta, il punto è che a quasi tutte le persone che conosco e che abitano a Firenze sono state rubate almeno un paio di biciclette. Allora io mi chiedo, ed è qui che le chiedo accaloratamente di rispondermi, come sia possibile che nessuno riesca mai a vedere, sorprende-re, fermare, questi ladri. È mai stato fatto, anche solo in via sperimentale, un pattugliamento delle strade per vedere con quali modalità, tempistiche, logistica avvengono i furti? Si conoscono i responsabili, le loro caratteristiche, la loro organizzazione, il loro modo di agire? Se è troppo diffi cile intervenire sul furto, mi chiedo... ma dove vanno a fi nire le biciclette rubate? È mai stato fatto qualcosa per interrompere, cancellare il commercio clandestino delle nostre biciclette? Lo so che sono solo biciclette, ma per chi come me con la bici va al lavoro, ci porta a spasso la bambina, ci va a fare qualche girata distensivo/sportiva, la bicicletta diventa molto più di un semplice oggetto di un certo valore.Grazie per l’attenzione

Alessia F.

IL REPORTERRISPONDECara Alessia,quello dei furti delle biciclette è un problema tanto “antico” quanto complesso da risolvere, un problema che interessa e ha interessato da vicino tanti (troppi) fi orentini, che hanno visto sparire il proprio mezzo dalla sera alla mattina o, come nel caso da lei segna-lato, addirittura in pieno giorno. Un problema per il quale in molti chiedono che venga trovata una solu-zione, ma che non di rado fi nisce poi per essere sotto-valutato anche dalle stesse vittime, che spesso sono le prime a non denunciare il furto subito. E questo è uno sbaglio che non deve essere commesso: come sottoli-neato più volte dalle forze dell’ordine, i furti delle bici devono essere sempre segnalati, anche per permettere di conoscere le reali dimensioni del fenomeno e poter intervenire quindi con maggior effi cacia. Altra cosa che i cittadini non devono fare è quella di acquistare biciclette dalla provenienza “sospetta”: meglio rivol-gersi sempre a negozi di fi ducia anche per vendere o comprare mezzi di seconda mano, per non rischiare di incentivare (ovviamente senza volerlo) il commer-cio delle biciclette rubate. Fin qui quello che possono fare i cittadini in prima persona, gesti più importanti di quanto spesso si pensi per dare il proprio contribu-to alla soluzione del problema. A questo devono poi chiaramente aggiungersi i necessari controlli e il lavo-ro di chi di dovere per cercare di contrastare questo odioso fenomeno. Quanto alle soluzioni “a monte” da lei reclamate, periodicamente vengono proposte idee e nuove trovate contro i furti delle biciclette: la speranza è che qualcuna di queste possa dimostrar-si fi nalmente (e realmente) effi cace, per far dormire sonni più tranquilli ai ciclisti fi orentini.

MATTEO FRANCINI [email protected]

Fate sentire la vostra voce:inviate segnalazioni, problemi o propostea [email protected]

Editorialedalla primaLo fa con una serie di appunta-menti che saranno messi in cam-po per ricordare quelle tragiche giornate e per ringraziare (anco-ra una volta) gli “angeli” che ac-corsero in riva all’Arno per dare una mano. Ma nel frattempo Fi-renze continua a fare i conti con il maltempo, portandosi ancora addosso qualche segno della “super grandinata” dello scorso settembre che ha colpito (oltre a molti alberi) anche alcuni “gio-ielli” del capoluogo, per i quali sono stati lanciati appelli ai citta-dini. Tornando agli anniversari, se per quello dell’alluvione si do-vranno attendere ancora un paio d’anni, già questo mese in città è tempo di festeggiamenti. In par-ticolare all’Isolotto, che spegne sessanta candeline: era il 6 no-vembre del 1954 quando il sin-daco La Pira e il cardinale Dalla Costa consegnavano le chiavi dei primi alloggi della “città satellite”, nata dal nulla ma destinata a ri-vestire un ruolo importante (e per certi versi unico) nella storia di Firenze. Ma l’Isolotto non è il solo quartiere a potersi fermare un attimo per guardare indietro: è lunga (e sfaccettata) la storia dei rioni che oggi compongono la città. Una storia che si perde nei secoli, per ripercorrere la quale Il Reporter pubblica su questo nu-mero un “viaggio” alla scoperta delle origini di Firenze e dei suoi abitanti. Che anche questo mese – tornando ai giorni nostri – do-vranno fare i conti con i cantieri delle linee 2 e 3 della tramvia: mentre i lavori vanno avanti (e vengono studiate misure per az-zerare i ritardi da una parte e per venire incontro a commercianti e lavoratori dall’altra), i fi orenti-ni si organizzano per non restare imbottigliati nel traffi co, con una serie di “esperimenti” di mobili-tà alternativa. Ad esempio c’è chi l’auto la lascia in garage e chi in-vece la condivide, ma non solo: ecco allora qualche spunto per “sopravvivere” in città ai tempi dei maxi-cantieri.

MATTEO FRANCINI

Novembre 2014 | 23

Page 24: Il Reporter Q3 - Novembre 2014

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Ottimo rapportocosti/benefi ci

Punti di forza del sistema costruttivo X-LAMX-LAM è un sistema costruttivo innovativo, sicuro e dinamico che impiega pannelli di legno nella realizzazione di pareti, solai e diaframmi di copertura per qualsiasi tipo di struttura.

erin fied id àtilibissoP gli spazi interni

€0001 a on fi imrapsiR sui consumi energetici

italovega iutuM elled iggatnav i ittuT costruzioni in legno,dei pannelli X-Lame delle più evolutetecniche costruttive

Società cooperativa

Un progetto di per

I vantaggi dell’acquistodi un immobile nuovo

Qualità garantitaotitnarag oimrapsiR

La garanzia del nuovo signifi ca anche risparmio nei costi di gestione nel medio e nel lungo termine:un immobile costruitoin classe A o A+permette dirisparmiarefi no al 70%in riscaldamentorispetto ad un immobilein classe G.

I vantaggi dell’acquistoin cooperativa

elibautum otsiuqca %08 iroirefni issat a outuM a quelli di mercato

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