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Il romanzo in Italia nel secondo Ottocento
Lezioni d'Autore
Alfred Stevens, Jeune femme lisant, 1856
La seconda metà dell’Ottocento è l'età della borghesia e del romanzo. Dopo il rivoluzionario esperimento manzoniano, inizia una vasta produzione in prosa. Il genere risponde a esigenze diverse: educare il pubblico ai valori civili e all’amor di patria, rappresentare i vari aspetti della realtà sociale, dare voce alle istanze di rinnovamento (adesione ai modelli europei), divertire, soddisfare le esigenze del mercato editoriale.
Fermenti culturali nell’Italia postunitaria
Nella seconda metà dell’Ottocento, in Italia come in Europa, la produzione in prosa vede un incremento senza precedenti. L’editoria rientra ormai a tutti gli effetti all’interno del sistema produttivo industriale e impone un certo volume di vendite.
Il mercato editoriale
Gli autori ricercano la popolarità. Iniziano a tenere in considerazione il settore di mercato cui sarà destinata la loro opera. Nascono generi destinati a un preciso target di pubblico: narrativa d’avventura per ragazzi e libri d’appendice.
Autori e pubblico
Prendono sempre più spazio le ambientazioni contemporanee e argomenti di attualità quali la questione meridionale, la riflessione sul Risorgimento, le problematiche sociali e psicologiche legate alla società industriale. Orientamenti stilistici: si possono identificare diverse correnti, che si rifanno alle influenze culturali d’Oltralpe.
I temi e lo stile
All’indomani della proclamazione del Regno d’Italia il romanzo storico (che aveva avuto tra i suoi massimi rappresentanti Grossi, Guerrazzi, d’Azeglio) assolve alla necessità di educare il pubblico ai valori dell’unità. Sul piano stilistico permane la fedeltà al modello manzoniano, anche se la documentazione storica è meno rigorosa e risulta più marcata la contrapposizione tra eroi positivi e negativi. È un genere che riscuote grande successo editoriale.
Il romanzo storico
Nievo con la sua opera del 1858 tenta un rinnovamento del genere del romanzo storico. scelta della forma autobiografica come chiave per l’interpretazione della storia e della coscienza nazionale.
Ippolito Nievo, Le confessioni di un italiano
Movimento letterario e artistico sorto in Lombardia e in Piemonte, caratterizzato da un programmatico rifiuto della tradizione e delle regole. Atto di nascita del movimento è la prefazione di Cletto Arrighi al suo romanzo La Scapigliatura e il 6 febbraio. L’autore delinea i caratteri di un gruppo di autori che definisce “il vero pandemonio del secolo”, “il serbatoio del disordine, della imprevidenza, dello spirito di rivolta”.
La Scapigliatura
Alcuni esponenti della Scapigliatura Da sinistra: Luigi Conconi, Carlo Dossi, Giovanni Giachi, Emilio Praga
La Scapigliatura si oppone, sul piano sociale, agli entusiasmi positivisti della società industriale del tempo e, sul piano letterario, all’equilibrio manzoniano cercando di recuperare, invece, gli estremismi tardoromantici, visionari e satanici. Nel gusto per la rappresentazione della realtà anche nei suoi aspetti più miseri e degradati anticipa uno degli elementi del Verismo.
La rivolta antiborghese e la polemica con Manzoni
Il romanzo Memorie del presbiterio. Scene di provincia di Emilio Praga, lasciato incompiuto dall’autore e condotto a termine da Roberto Sacchetti (pubblicato nel 1881). I racconti fantastici di Arrigo Boito Senso. Nuove storielle vane (1883) di Camillo Boito La produzione di Iginio Ugo Tarchetti
Alcune delle opere più significative
Erede del modello naturalista francese e del gusto scapigliato per la rappresentazione minuta della realtà. Nasce dagli scritti critici di Luigi Capuana e dalle opere ‘siciliane’ di Verga. Centrale è il criterio dell’impersonalità, che esprime l’esigenza letteraria di liberare la prosa narrativa dalla tendenza all’autobiografia e all’ideologia e farne strumento di analisi della società italiana (Cfr. Verga, prefazione all’Amante di Gramigna).
Il Verismo
Giovanni Verga e Luigi Capuana
Verismo ambientazione primitiva, agricola e pastorale Romanzi naturalisti le periferie delle moderne città industriali Verismo: spiccato regionalismo, testimonianza della profonda disomogeneità dell’Italia postunitaria sotto la superficiale unità della cultura ‘alta’. Ricerca di strumenti linguistici adeguati, in controtendenza rispetto al rinnovamento linguistico manzoniano.
Verismo e Naturalismo
Necessità postunitaria di formare una coscienza nazionale. Possibilità offerte da un mercato editoriale in espansione. La borghesia avverte l’esigenza di creare un orizzonte di valori laici e nazionali entro i quali organizzare l’educazione delle nuove generazioni.
La letteratura per l’infanzia
Edmondo De Amicis, Cuore (1886) Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino Apparso a puntate sul Giornale per i bambini annesso al Fanfulla (1881-83) e pubblicato in vol. nel 1883.
Destinate a un pubblico infantile esprimono, tuttavia, posizioni ideologiche ‘adulte’, coinvolgono le principali istituzioni dello Stato (scuola, famiglia, esercito, strutture di potere), affrontano il tema dell’integrazione dei diversi strati sociali e delle diverse realtà regionali italiane.
De Amicis e Collodi
Le nuove possibilità offerte dal mercato librario stimolano una vasta produzione di: - romanzi d’appendice (Carolina Invernizio), pubblicati a puntate sui quotidiani; narrazioni fitte di vicende, di personaggi e di colpi di scena, rivolte al coinvolgimento emotivo di un pubblico vasto e in genere non colto. - romanzi d’avventura per ragazzi (Emilio Salgari): intrecci avvincenti spesso sullo sfondo di luoghi esotici.
La letteratura di consumo
FINE
Lezioni d'Autore