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11 IL SIGNORE DEI MIRACOLI di Sysy Villanueva In Perù, tutti gli anni ad ottobre, si celebra la grande festa religiosa del Signore dei Miracoli, che riunisce a miliardi i devoti. Questa devozione nacque nel 1650 a Lima, nella zona di “Pachacamilla”, quando uno schiavo proveniente dall’Angola dipinse l'insegna di Cristo su un muro; oggi questa immagine si trova nel monastero delle Nazareme ove nel 1671 si aggiunsero alla immagine la Vergine Maria, il Padre Eterno e lo Spirito Santo per ordine del Conte di Lenos. Dal 1715 il Signore dei Miracoli è nominato Patrono di Lima. I miracoli che gli si attribuiscono sono tanti, i più importanti sono quelli riferiti ai terremoti capitati nella città di Lima in cui l'immagine è rimasta senza danno, i falliti tentativi di alcune autorità di cancellare l'immagine e la guarigione di tanti malati. La fratellanza del Signore dei Miracoli è nominato Patrono di Lima. I miracoli che le si attribuiscono sono tanti, i più importanti sono quelli che si riferiscono: ai terremoti capitati nella città di Lima in cui l'immagine è rimasta senza danno, i falliti tentativi di alcune autorità per cancellare l'immagine, e la guarigione di tanti malati. La fratellanza del Signore dei Miracoli è composta dagli uomini che portano il peso della replica dell'immagine nelle spalle durante la processione, le donne che portano l'incenso avanti all'immagine in segno di purificazione e il coro che canta l'inno del Signore dei Miracoli e tante altre canzoni religiose. Tutti questi personaggi, vestiti con abiti di colore viola, simbolo di penitenza, la cui origine è la rivelazione di Gesù a Maria. I giorni principali della processione sono il 18 19 e 28 Ottobre. Nell'attualità la devozione al Signore dei Miracoli si è diffusa nelle diverse parti del mondo, arrivando a New York , Giappone e nei paesi europei come l'Italia. Qui a Firenze la devozione ha iniziato nel 1986 nella chiesa Santa Maria Assunta in Settignano dove Don Giorgio Tarochi realizzava una messa per il Signore dei Miracoli a Ottobre , dal 1994 al 2005, inizia così una piccola processione con un quadro dell'immagine. Nel 2006 viene cambiato il quadro per due immagini in tela, copie fedeli di quelle originali a Lima, il Cristo è stato una donazione di Alfredo cuba e Felix Torres, la Vergine della Neve è stata donata da Maria del Rosario, Elena Surca, Fernando Cardenas, Jony Aquinta, Marra del Pino e Maria Churata. Queste immagini sono state benedette da don Jaime Castillo. Il 29 ottobre 2006 l'immagine è uscita nella sua prima processione iniziando così la prima “cuadrilla” (gruppo di persone che partecipano attivamente alla processione). Il giorno 8 dicembre 2006 si è formata la fratellanza del Signore dei Miracoli a Firenze, con don Jaime Castillo come guida spirituale e Felix Torres come dirigente. Nel 2007 la Fratellanza cresce e si forma la seconda “cuadrilla” a iniziativa di Alfredo Cuba e Carlos Iglesias. Nel 2008 don Jaime Castillo organizza il Comitato Generale a carico di Carlos Iglesias e come nuova guida spirituale don Manuel Cabrera, insieme hanno elaborato lo statuto della fratellanza, nonostante ancora non ci sia il riconoscimento dell'Arcidiocesi di Firenze , sono riconosciuti dal Comune di Firenze. La Fratellanza del Signore dei Miracoli si riunisce la quarta domenica di ogni mese. Sysy Villanueva, Jeny Aquini e Mario Mario Tarazona

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IL SIGNORE DEI MIRACOLI di Sysy Villanueva

In Perù, tutti gli anni ad ottobre, si celebra la grande festa religiosa del Signore dei Miracoli, che riunisce a  miliardi  i  devoti.  Questa  devozione  nacque  nel 1650 a  Lima, nella  zona di  “Pachacamilla”, quando uno  schiavo proveniente dall’Angola dipinse  l'inse‐gna di Cristo  su un muro; oggi questa  immagine  si trova nel monastero delle Nazareme ove nel 1671 si aggiunsero alla  immagine  la Vergine Maria,  il Padre Eterno e lo Spirito Santo per ordine del Conte di Le‐nos. Dal 1715 il Signore dei Miracoli è nominato Pa‐trono di Lima. I miracoli che gli si attribuiscono sono tanti, i più importanti sono quelli riferiti ai terremoti capitati  nella  città  di  Li‐ma  in  cui  l'immagine  è rimasta  senza  danno,  i falliti  tentativi  di  alcune autorità  di  cancellare l'immagine e  la guarigio‐ne di tanti malati. La fra‐tellanza  del  Signore  dei Miracoli  è  nominato  Pa‐trono di  Lima.  I miracoli che  le  si  attribuiscono sono  tanti,  i  più  impor‐tanti  sono  quelli  che  si riferiscono:   ai  terremoti capitati  nella  città  di  Li‐ma  in  cui  l'immagine  è rimasta  senza  danno,  i falliti  tentativi  di  alcune autorità  per  cancellare l'immagine, e la guarigio‐ne di tanti malati. La fratellanza del Signore dei Miracoli  è  composta dagli uomini che portano il  peso  della  replica dell'immagine nelle spal‐le  durante  la  processio‐ne, le donne che portano l'incenso  avanti  all'im‐magine  in  segno di puri‐ficazione e  il  coro  che  canta  l'inno del  Signore dei Miracoli e tante altre canzoni religiose. Tutti questi personaggi, vestiti con abiti di colore viola, simbolo di penitenza, la cui origine è la rivelazione di Gesù a Maria. I giorni principali della processione sono il 18‐19  e  28 Ottobre. Nell'attualità  la  devozione  al  Si‐gnore dei Miracoli si è diffusa nelle diverse parti del 

mondo, arrivando a New York , Giappone e nei pae‐si europei come  l'Italia. Qui a Firenze  la devozione ha iniziato nel 1986 nella chiesa Santa Maria Assun‐ta in Settignano dove Don Giorgio Tarochi realizzava una messa per il Signore dei Miracoli a Ottobre , dal 1994 al 2005, inizia così una piccola processione con un quadro dell'immagine. Nel 2006 viene cambiato il quadro per due  immagini  in  tela,  copie  fedeli di quelle originali a Lima, il Cristo è stato una donazio‐ne  di Alfredo  cuba  e  Felix  Torres,  la Vergine  della Neve  è  stata  donata  da Maria  del  Rosario,  Elena Surca, Fernando Cardenas, Jony Aquinta, Marra del 

Pino  e  Maria  Churata. Queste  immagini  sono state  benedette  da  don Jaime  Castillo.  Il  29  otto‐bre  2006  l'immagine  è  u‐scita nella  sua prima pro‐cessione  iniziando  così  la prima  “cuadrilla”  (gruppo di persone  che partecipa‐no  attivamente  alla  pro‐cessione).  Il  giorno  8  di‐cembre 2006 si è  formata la  fratellanza  del  Signore dei Miracoli a Firenze, con don  Jaime  Castillo  come guida  spirituale  e  Felix Torres  come  dirigente. Nel  2007  la  Fratellanza cresce e si forma la secon‐da  “cuadrilla”  a  iniziativa di  Alfredo  Cuba  e  Carlos Iglesias. Nel 2008 don  Jai‐me  Castillo  organizza  il Comitato Generale a  cari‐co di Carlos  Iglesias  e  co‐me nuova guida spirituale don  Manuel  Cabrera,  in‐sieme hanno elaborato  lo statuto  della  fratellanza, nonostante  ancora non  ci 

sia  il riconoscimento dell'Arcidiocesi di Firenze  , so‐no riconosciuti dal Comune di Firenze. La Fratellan‐za del Signore dei Miracoli si riunisce  la quarta do‐menica di ogni mese.  Sysy Villanueva,  Jeny Aquini e Mario Mario Tarazo‐na 

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Appare come una domanda retorica; tutti sappiamo che il livello civile e il progresso di un qualsiasi paese dipendono  principalmente  dalla  qualità dell’insegnamento  scolastico.  Allora  perché  non  si riesce a mettere a punto una riforma che consenta alla nostra società un grado di  insegnamento suffi‐ciente a superare quelle critiche che presentano  la nostra  scuola  ai  livelli  più  bassi  nelle  classifiche mondiali? Benché tutti convengano sulla necessità e urgenza di provvedimenti atti a  riformare  il nostro insegnamento  impartito  in  tutti  i  gradi  scolastici, ogni tentativo di riforma cozza contro  il muro di o‐stilità  innalzato  da  insegnanti,  studenti,  sindacati, politici  di  opposizione  di  qualsiasi  colore,  in  alter‐nanza.  In  realtà  è  storia  antica.  Nelle  società  che identificano la loro essenza in un sistema di colletti‐vo  sociale  si  preferisce mantenere  basso  il  livello culturale  generale,  favorendo, magari  strutture  di artigianato, categorie di  ingegneri‐meccanici, archi‐tetti‐muratori,  laureati‐analfabeti, anche se stretta‐mente  specializzati  nella  loro  specifica  e  ristretta competenza. La possibilità del dubbio, lo spirito cri‐tico,  l’individualismo  sono  considerati  tumori mor‐tali  e,  come  tali,  socialmente  pericolosi  e  da  com‐battere con tutte le forze. Già col sorgere del cristia‐nesimo  si esaltava  la  “beata  ignoranza”,  sola  forza capace di garantire una fede salda, sicura e comple‐

tamente coinvolgente, tale da affermare obbedien‐za  e  sottomissione  agli  insegnamenti  salvifici  della Chiesa. Nell’Islam tutto ciò che non concordava col Santo  Corano  veniva  sistematicamente  proibito  e distrutto.  Nell’ideologia  marxiana  qual  è  il  futuro che attende l’umanità alla fine della storia? La ditta‐tura del proletariato! E noi vogliamo che  il proleta‐riato  sia  cultural‐mente  avanzato?  A che  servirebbe,  da‐to che “è  la quanti‐tà che determina  la qualità” ? Allora  chiudiamola del  tutto,  la  scuola e  torniamo alla  tra‐dizionale  trasmis‐sione dei mestieri da maestro ad apprendista, elimi‐nando questa società complessa che solo sa produr‐re  inquinamento, disuguaglianza sociale e precaria‐to.  “Ci  si  affanni  sulle  lettere  quanto  basta  per  saper leggere e scrivere, mentre ogni più elevato traguar‐do è preoccupazione da trascurarsi.” ( Platone, Leg‐gi ). “Li pecuri hanno da esser pecuri”, l’importante è la presenza del pastore e del CANE. 

LA SCUOLA di Marco M.

Pensieri a mente libera

Molte persone, anche  se attente alla cura del pro‐prio denaro, non vedono  il  legame  tra un'idea così astratta  come  “l'economia  del  paese”  e  concetti molto concreti come  l'introduzione di un  ticket  sui farmaci.  E  finiscono per  interessarsi  a questi  temi. Eppure dedicare attenzione ai principali fatti econo‐mici  è  importante  perché  in  questo  campo  vale  il detto “se non siamo noi ad  interessarci dell'econo‐mia, presto o tardi sarà l'economia ad interessarsi a noi.... Sapere che c'è stato un aumento  inaspettato del  tasso  di  inflazione  sul momento  può  lasciarci indifferenti, oppure farci ricordare che l'ultima volta che abbiamo fatto il pieno di benzina dell'automobi‐le ci è costato 7€ in più. Ma priviamo ad immaginare che presto  la Banca Centrale Europea potrebbe au‐

mentare  i  tassi  di  interes‐se. Tassi più alti significano costi più alti per  le  rate di un  mutuo  di  una  casa,  e per  molte  altre  forme  di indebitamento  con  cui  molte  persone  acquistano elettrodomestici  (lavatrici,  frigoriferi,  tv  ultimi mo‐delli), ma significano anche rendimenti più alti per i nostri  investimenti. Questi sono piccoli esempi. Sia‐mo  davvero  sicuri  che  l'economia  e  i  numeri  non possano mai toccarci da vicino? Stare attenti anda‐mento dell'economia, ci rende cittadini più respon‐sabili.  E'  importante  essere  aggiornati  per  evitare sorprese  e  con una  gestione  attenta del denaro  si possono conseguire i grandi obiettivi della vita! 

L’ECONOMIA di Franco R.

Una rubrica dove esprimersi e condividere le proprie idee

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Vorrei approfittare di questo spazio per parlarvi di una persona che mi preme molto. Lei ha 6 anni e si chiama Alice. Ha lunghi capelli biondi e ricci. Due occhi verdi da furbetta e un sorriso che ti riempie il cuo‐re. Purtroppo Alice soffre di una rara malattia:  la Schlerosi tuberosa. La sclerosi tuberosa è una malattia genetica che causa un anomala proliferazione di cellule in diversi tessuti dell' organismo provocando for‐me tumorali e lesioni di varia entità a carico del cervello, del cuore, dei reni, dei polmoni, della cute e di altri organi. Alice è stata seguita e curata nel nostro paese presso  l’ospedale   Meyer di Firenze, dove ha subito un intervento chirurgico alla testa, e dagli specialisti dell’ospedale S. Chiara di Pisa. Recentemente, grazie alla solidarietà di tantissime persone Alice è potuta andare con la sua mamma a New York per un consulto con gli specialisti dell’University Medical Center,in particolare con il dott. Devinsky. Lì è stata sot‐toposta a una serie di esami approfonditi e molto costosi. La bambina ha finora ha ottenuto un notevole miglioramento sia fisico che intellettivo, ma al momento del bisogno Alice  dovrà tornare in America per fare controlli per  le varie valutazioni. I viaggi,  le visite e  le cure sono molto costose. Chi volesse dare un proprio contributo può farlo.  Di seguito il link per visitare il sito di Alice con tutta la sua storia e i dati di c/c per poter dare un’eventuale contributo. www.tuttiperalice.it Grazie di cuore, Tortorici Angelina 

UN PO’ DI SOLIDARIETA’

Mi capita spesso durante le mie sedute dialitiche di sentire delle lamentele da parte del personale infermieristico e medico, perché stanno a quarti d’ora, e anche più, ad aspettare un posto auto libero in tutto il comprensorio delle case di cura Glicini e Ulivella. Spesso sono costretti a parcheggiare fuori dall’ospedale o addirittura in doppia fila, cosa che succede spesso anche ai dializzati, nonostan-te il posto loro riservato; se si arriva 5 minuti al di là dell’orario per trovare il posto non basta più neppure il famoso “Lanternino”. Molte volte vengono richiamati dal portiere per spostare i loro veicoli che intralciano scarico merci, ambu-lanze etc……… La richiesta può sembrare inopportuna , ma fare un parcheggio al posto dell’uliveto darebbe ga-ranzia a tutti di trovare facilmente un posto mac-china specialmente a chi entra di pomeriggio. Premetto gli ulivi probabilmente sono il simbolo della casa di cura Ulivella, producono olive e olio buono essendo in collina, ma guardandoli bene non mi sembrano tenuti molto bene, in pas-sato avevo più di 300 piante di olivo con acidità 5% il massimo per l’olio, ma i miei olivi non si

presentavano, come quelli della casa di cura. Mi spiace avere denigrato il lavoro altrui, ma l’olivo ha bisogno di una certo trattamento come se fos-se un figlio. Adesso parliamo del mio ritiro dal Giornaletto: grazie a qualcuno che dall’alto ci protegge i miei problemi si sono risolti e con lettera scritta a ro-vescio ho riconfermato la mia candidatura a re-dattore capo alla nostra Irene, quindi per i pros-simi anni mi dovrete ancora sopportare e conti-nuerò a tirare gli orecchi a chi esternerà cose non gradite, per questo ho assunto un abito diverso.

Riflessioni durante la dialisi: Lamentele del personale emodialisi

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PAURA DELL’INFLUENZA A di Franco R.

La pioggia  di dati  sull'influenza del  virus H1N1‐  la nuova A  –  che ogni giorno ci  invade ormai da molti mesi, rischia di non rispondere alle do‐mande della gente che invece è una sola: dobbiamo avere paura, preoc‐cuparci oppure no? Siamo di fronte ad una pandemia mortale, una peste del ventunesimo o si tratta di un'altra influenza dal nome e l'origine più fantasiosi?  Il panico è da escludere, ma  la prudenza no. Tutti  i virus  in‐fluenzali, quelli che definiamo “stagionali” causano una  lieve mortalità, in media all'uno per mille dei contagiati. Al momento questo nuovo virus non sembra discostarsi sostanzialmente da questa percentuale, anche se dobbiamo tenere conto che  in caso di dati mondiali  i numeri  relativi ai  contagi,  sono difficili da  interpretar perché  in molti paesi  con strutture sanitarie meno avanzata, numerico caso non vengono  identificati e neppure segnalati.  In  Italia dove  il sistema si è mosso con  indubbia  efficienza, come  nel  resto  d'Europa, si  riportano,  sino  ad  oggi,  tra  480,000‐500,000  con‐tagiati  con  pochi  decessi. Siamo  quindi  in  linea  con le  normali  influenze,  che ha però per  il  resto carat‐teristiche  nuove.  Ciò  che possiamo  infatti  dedurre con  ragionevole  certezza dai  dati  internazionali  alla diffusione. Il nostro gover‐no assicura che la situazio‐ne  è  sotto  controllo,  ma l'influenza  comincia  a  far paura  davvero.  Quanto  è giustificata  tanta  appren‐sione? Cosa è bene sapere per  evitare  l'infezione?  Il panico  non  serve,  basta solo  la prudenza? Si punta sul  lavaggio  delle mani,  è fondamentale  coprire  tos‐se e starnuti con un fazzo‐letto di carta che va imme‐diatamente buttato. I sintomi della nuova influ‐enza  sono  simili  a  quella stagionale: febbre, difficol‐tà  respiratoria,  dolori, spossatezza. E' meglio evi‐tare i luoghi affollati. Il pic‐co di  tale  influenza è pre‐visto  verso  la metà  di  di‐cembre  in occasione delle feste natalizie. 

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AH1 NH1è  la sigla dell'influenza suina che tanta at‐tenzione sta ottenendo dai media. Si parla di pande‐mia  una  diffusione  estremamente  rapida  del  virus per impedire la quale si sono mobilitati i servizi sani‐tari internazionali per la produzione del vaccino e la sua  distribuzione  privilegiando  i  soggetti  a  rischio, bambini con patologie, donne incinte e persone con patologie  croniche. Questa premessa  serve per  in‐trodurre alcune riflessioni sui criteri con  i quali ver‐ranno selezionate le persone a rischio sopracitate. Sono  pronto  a  scommettere  che  quelli  come  noi dializzati in case di cura private, senza averlo scelto, ma inviatevi dal servizio pubblico per carenza di po‐sti nelle aziende ospedaliere, già il fatto che si chia‐mino aziende  fa pensare a qualcosa  che deve  fare 

profitto  mentre  la sanità è ancora in Ita‐lia un servizio pubbli‐co  universale  verso tutti  i  cittadini  a pre‐scindere  dalle  condi‐zioni  economi‐co\sociali.  Dicevo  so‐no  pronto  a  scom‐mettere  che verremo “trascurati”  per  una serie  di  esperienze avute sui medicinali e sulle  visite  che  mi spingono a dire ciò. Quando  uscì  il medi‐cinale  a base di  cina‐calcet  del  quale  han‐no bisogno molti dia‐lizzati  era  in  vendita solo  alla  farmacia  o‐spedaliera  nel  mio caso  di  Careggi.  Mi recai  per  ritirare  il medicinale con  il mio piano  terapeutico  e non  mi  venne  dato perché  non  ero nell'elenco dei malati cronici  stilato  dalla 

sanità pubblica. Mi ci sono voluti tre giorni per tro‐vare il tempo di andare direttamente a Villa Monna‐tessa parlare con il responsabile del reparto, avvisa‐re i medici nefrologi di Villa Ulivella per scoprire che 

eravamo stati dimenticati, l'azienda ospedaliera che ci aveva spediti alla dialisi privata si era scordata che avevamo diritto al  farmaco.  In  seguito per un'altra patologia  cronica non essendo  inserito nella  sanità pubblica le medicine indispensabili avrei dovuto riti‐rarle  presso  la mia A.S.L.  Territoriale  a  Torre  galli. Così un povero cristo che per tre giorni la settimana deve andare in zona Careggi a fare dialisi, poi le me‐dicine deve ritirarle in un altro territorio. Un malato di I.R.C. ( insufficienza renale cronica) non è esenta‐to  da  altre  patologie  quali  dolori,  febbri,  problemi alle articolazioni e alcune volte piccoli interventi du‐rante il periodo dialitico che dura anni, orbene se è in  dialisi  presso  la  struttura  pubblica  può  parlarne con  i dottori avere una prescrizione e  recarsi dallo specialista, se per caso è stato  inviato alla struttura privata NO! Deve rivolgersi al medico curante quindi oltre le 15 ore spese in un reparto deve farsi carico di  telefonare  al  proprio  medico,  prenotare  visita, farsi l'ambulatorio e procedere. Quando le strutture pubbliche  chiedono  ad  un  cittadino  con  patologia cronica  di  affrontare  il  percorso  presso  un  privato non dicono  che poi  sarai  trattato diversamente  ri‐spetto a chi rimane nel pubblico togliendoti la possi‐bilità di scelta. Inoltre una malattia cronica come  la dialisi ( che richiede un letto attrezzato per più di 4 ore  a  volta,  un  infermiere  che  vigili  sui  parametri vitali,  pressione,  flusso  sanguigno,  funzionamento della macchina, una visita medica) dovrebbe essere considerato un  ricovero  in day hospital non un ap‐poggio  ambulatoriale.  Tutto  per  risparmiare  spese così dicono ma è tutto da dimostrare. Questa picco‐la  serie di episodi  vorrebbe dimostrare  come  colui che  è  l'anello  debole  della  catena, malato  cronico preso nel mezzo fra la sanità pubblica e privata con‐venzionata  debba  sbattersi  in  prima  persona  per qual cosa che dovrebbe essere risolta a monte. Così credo sarà per l'influenza suina, verranno vacci‐nati  giustamente  i  bambini  con  patologie,  donne incinte malati cronici del servizio pubblico, poi forse si  ricorderanno che hanno  inviato pazienti  in strut‐ture private. Questi ultimi tramite il proprio medico curante, come sopra spiegato, potranno a loro volta usufruire del vaccino. Siccome quindi,  la sanità privata convenzionata co‐sta tanto alle casse pubbliche e visto che comunque per il paziente la situazione è sempre un po' peggio‐re, la soluzione vera è che il servizio pubblico si doti delle strutture e dei posti necessari. 

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DIALISI di Mario R.

Per  “proteggerci”  dal  Vi‐rus  H1N1  è  stato  rispol‐verato  anche  un  vecchio amico di grandi e piccini: Topo Gigio!  Sono  bastati camice  e  fonendoscopio per trasformare il vecchio compagno  di Mago  Zurlì nel nuovo  volto della  sa‐nità  italiana!  Speriamo almeno  che  il  nostro  be‐niamino ‐ che avrà il com‐pito  di  spiegare  in modo chiaro,  semplice  e  diver‐tente,  le  cinque  regole prescritte  dall'Organizza‐zione Mondiale  della  Sa‐nità   per prevenire  la dif‐fusione  del  virus  ‐  riesca ad educarci o quanto me‐no  farci  sorridere  (che non fa mai male!)