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La nuova via Sarpi: un nostro obiettivo raggiunto! Eccoci finalmente: dopo poco più di 17 mesi i lavori di pedo- nalizzazione della via Paolo Sarpi, iniziati a novembre del 2009, sono stati ultimati rispet- tando la tempistica prevista ed il giorno 9 aprile 2011 l'inaugu- razione della nuova via è avve- nuta al cospetto del Sindaco Letizia Moratti, del Console cinese aggiunto in carica e dei Presidenti delle due associazio- ni dei commercianti di Via (Sarpidoc e Ales). Peccato che a questa festa non sia stata tenuta in considerazio- ne l'associazione Vivisarpi dei Residenti, nonostante tutto l'impegno profuso per ottenere questo risultato. Forse il Sindaco - o gli orga- nizzatori per Lei - hanno dimenticato che le associazioni dei commercianti contano fino ad un certo punto nella vita del nostro quartiere, mentre per contro i residenti, che sono l'anima di queste strade, dei palazzi, delle scuole, hanno lot- tato in questi anni per tentare di renderlo ancora vivibile, dopo la sempre più progressiva espansione del commercio all'ingrosso. E che dire poi della presenza del Console cinese a fare gli onori di casa attendendo l'ospite che, in questo caso, altro non era nientemeno che il Sindaco della città, rappresentante di tutti, milanesi e cinesi? Forse i ruoli sono stati erro- neamente invertiti per un mero errore di chi ha organizzato l'evento..., ma ci teniamo a sot- tolineare che è stato compiuto un errore diplomatico nei confronti dei cittadini milanesi del quar- tiere che hanno interpretato il gesto come una “consegna” a tutti gli effetti del quartiere Sarpi-Bramante-Canonica, nelle mani del Console cinese, che in questi anni non si è ado- perato come avrebbe dovuto e potuto per far rispettare le leggi ai suoi connazionali. Fra l'altro, le dichiarazioni rilasciate dallo DIRITTI E ROVESCI • N°2 • Mercoledì 4 maggio, 2011 • www.vivisarpi.it Via Paolo Sarpi, 19-Milano-Tel. 02-312094 - Via Meravigli, 16-Milano-Tel. 02 72000088 Via Vittorio Emanuele, 40-Monza-Tel. 039 2301299 IL SILENZIO DEL SINDACO NELLA NOSTRA TRASVERSALITÀ CHE CI HA SEMPRE CARATTERIZZATO E SULL’ONDA DELL’ENTUSIASMOCHE CI AVEVA PRESO CON LE USCITE DEI PRIMI DUE NUMERI DEL GIORNALE ERAVAMO CERTI DI POTER CENTRARE QUESTO TERZO NUMERO SU UN’INTERVISTA AL SINDACO USCENTE LETIZIA MORATTI E AI DUE SFIDANTI, GIULIANO PISAPIA E MANFREDI PALMERI, SULLE TEMATICHE DEL QUARTIERE. ASSEMBLEA PUBBLICA CON GULIANO PISAPIA MERCOLEDÌ 4 MAGGIO ORE 20.45 HOTEL HERMITAGE VIA MESSINA, 10 di LUCIA DONINI CONTINUA A PAG. 3 Ci eravamo illusi che proprio in vista delle prossime elezioni amministrative tutti e tre i candidati avrebbero avuto inte- resse a rispondere alle nostre domande, se non altro per fare conoscere agli abitanti del quartiere le loro idee sul futuro dello stesso. Ci siamo mossi tempestivamente e abbiamo fatto avere ai tre candidati le domande, certi di riceverle per tempo e mantenere la scadenza di uscita del giornale per il 15 aprile. Giuliano Pisapia ha risposto alla nostra sfida, Manfredi Palmeri, pur se in ritardo, è riuscito a darci le sue risposte, il sindaco Moratti,attraverso il suo staff, ha tirato le cose in lungo per farci poi sapere che, dato il ritardo, le risposte alle domande le avrebbe date direttamente ai cittadini in assemblea. Ma il 28 aprile ci viene comunicato che il sindaco Moratti ha “declinato” l'invito a partecipare all'assemblea. A differenza di cinque anni fa, quindi, il sindaco “fugge” da un confronto con i residenti: forse teme il bilancio che cia- scuno di noi è in grado di fare, fra gli impegni assunti cinque anni fa e la realtà delle cose realizzate. A una bella via, come abbiamo già riconosciuto in occasione della inaugurazione della via Sarpi, di fatto fa riscontro il degrado che si è man- tenuto costante se non in peggio in tutta l'area circostante: il tema principale dell'ingrosso è ancora completamente irri- solto e resta come un macigno contro ogni possibile riqualificazione del quartiere e ogni possibile via di integrazione fra comunità. Neppure il giorno di Pasqua né per la festa della Liberazione i grossisti hanno avuto il buon senso di fare una sosta, quasi in spregio verso le sensibilità religiose e civiche del paese che gli accoglie. Crediamo, a questo punto, che non serva aggiungere altro: il “silenzio del sindaco” è in realtà molto assordante; cia- scun residente ha la capacità di giudicare dai fatti. Noi siamo ancora qui a sostenere le nostre idee, a portare avanti le nostre proposte, a fare vivere i nostri progetti per il quartiere, chiunque sarà il futuro Sindaco, e a confrontarci con chi è disposto a sentire realmente i problemi dei cittadini. Cominciamo allora a incontrarci con Pisapia e a seguire poi con Manfredi Palmeri. Il Sindaco Moratti? Forse ha perso un'occasione. Voi che dite? Pier Franco Lionetto ASSEMBLEA PUBBLICA CON MANFREDI PALMERI MARTEDÌ 10 MAGGIO ORE 19.30 HOTEL HERMITAGE VIA MESSINA, 10 SINDACO, CHIUNQUE LEI SIA...

IL SILENZIO DEL SINDACO - Vivi Sarpi (2).pdf · per fare incontrare tutte le compo- ... con un solo obiettivo: Paolo Sarpi deve tor-nare a vivere. ... Alessandro Gatti che hanno messo

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La nuova via Sarpi:un nostro obiettivoraggiunto!

Eccoci finalmente: dopo pocopiù di 17 mesi i lavori di pedo-nalizzazione della via PaoloSarpi, iniziati a novembre del2009, sono stati ultimati rispet-tando la tempistica prevista edil giorno 9 aprile 2011 l'inaugu-razione della nuova via è avve-nuta al cospetto del SindacoLetizia Moratti, del Consolecinese aggiunto in carica e deiPresidenti delle due associazio-ni dei commercianti di Via(Sarpidoc e Ales).

Peccato che a questa festa nonsia stata tenuta in considerazio-ne l'associazione Vivisarpi deiResidenti, nonostante tuttol'impegno profuso per ottenerequesto risultato.

Forse il Sindaco - o gli orga-nizzatori per Lei - hannodimenticato che le associazionidei commercianti contano finoad un certo punto nella vita delnostro quartiere, mentre percontro i residenti, che sonol'anima di queste strade, deipalazzi, delle scuole, hanno lot-tato in questi anni per tentaredi renderlo ancora vivibile,dopo la sempre più progressivaespansione del commercioall'ingrosso.

E che dire poi della presenzadel Console cinese a fare glionori di casa attendendo l'ospiteche, in questo caso, altro nonera nientemeno che il Sindacodella città, rappresentante ditutti, milanesi e cinesi?

Forse i ruoli sono stati erro-neamente invertiti per un meroerrore di chi ha organizzatol'evento..., ma ci teniamo a sot-tolineare che è stato compiuto unerrore diplomatico nei confrontidei cittadini milanesi del quar-tiere che hanno interpretato ilgesto come una “consegna” atutti gli effetti del quartiereSarpi-Bramante-Canonica,nelle mani del Console cinese,che in questi anni non si è ado-perato come avrebbe dovuto epotuto per far rispettare le leggiai suoi connazionali. Fra l'altro, ledichiarazioni rilasciate dallo

DIRITTI E ROVESCI • N°2 • Mercoledì 4 maggio, 2011 • www.vivisarpi.it

Via Paolo Sarpi, 19-Milano-Tel. 02-312094 - Via Meravigli, 16-Milano-Tel. 02 72000088Via Vittorio Emanuele, 40-Monza-Tel. 039 2301299

IL SILENZIO DEL SINDACONELLA NOSTRA TRASVERSALITÀ CHE CI HA SEMPRE CARATTERIZZATOE SULL’ONDA DELL’ENTUSIASMO CHE CI AVEVA PRESO CON LE USCITE

DEI PRIMI DUE NUMERI DEL GIORNALEERAVAMO CERTI DI POTER CENTRAREQUESTO TERZO NUMERO SU UN’INTERVISTAAL SINDACO USCENTE LETIZIA MORATTIE AI DUE SFIDANTI, GIULIANO PISAPIA EMANFREDI PALMERI, SULLE TEMATICHE DEL QUARTIERE.

ASSEMBLEA PUBBLICACON GULIANO PISAPIA

MERCOLEDÌ 4 MAGGIOORE 20.45

HOTEL HERMITAGEVIA MESSINA, 10

di LUCIA DONINI

CONTINUA A PAG. 3

Ci eravamo illusi che proprio in vista delle prossime elezioni amministrative tutti e tre i candidati avrebbero avuto inte-resse a rispondere alle nostre domande, se non altro per fare conoscere agli abitanti del quartiere le loro idee sul futurodello stesso.

Ci siamo mossi tempestivamente e abbiamo fatto avere ai tre candidati le domande, certi di riceverle per tempo emantenere la scadenza di uscita del giornale per il 15 aprile. Giuliano Pisapia ha risposto alla nostra sfida, ManfrediPalmeri, pur se in ritardo, è riuscito a darci le sue risposte, il sindaco Moratti,attraverso il suo staff, ha tirato le cose inlungo per farci poi sapere che, dato il ritardo, le risposte alle domande le avrebbe date direttamente ai cittadini in assemblea.

Ma il 28 aprile ci viene comunicato che il sindaco Moratti ha “declinato” l'invito a partecipare all'assemblea.A differenza di cinque anni fa, quindi, il sindaco “fugge” da un confronto con i residenti: forse teme il bilancio che cia-

scuno di noi è in grado di fare, fra gli impegni assunti cinque anni fa e la realtà delle cose realizzate. A una bella via, comeabbiamo già riconosciuto in occasione della inaugurazione della via Sarpi, di fatto fa riscontro il degrado che si è man-tenuto costante se non in peggio in tutta l'area circostante: il tema principale dell'ingrosso è ancora completamente irri-solto e resta come un macigno contro ogni possibile riqualificazione del quartiere e ogni possibile via di integrazione fracomunità. Neppure il giorno di Pasqua né per la festa della Liberazione i grossisti hanno avuto il buon senso di fare unasosta, quasi in spregio verso le sensibilità religiose e civiche del paese che gli accoglie. Crediamo, a questo punto, che non serva aggiungere altro: il “silenzio del sindaco” è in realtà molto assordante; cia-scun residente ha la capacità di giudicare dai fatti. Noi siamo ancora qui a sostenere le nostre idee, a portare avanti lenostre proposte, a fare vivere i nostri progetti per il quartiere, chiunque sarà il futuro Sindaco, e a confrontarci con chiè disposto a sentire realmente i problemi dei cittadini. Cominciamo allora a incontrarci con Pisapia e a seguire poi conManfredi Palmeri. Il Sindaco Moratti? Forse ha perso un'occasione. Voi che dite? Pier Franco Lionetto

ASSEMBLEA PUBBLICACON MANFREDI PALMERI

MARTEDÌ 10 MAGGIOORE 19.30

HOTEL HERMITAGEVIA MESSINA, 10

SINDACO, CHIUNQUE LEI SIA...

2 Mercoledì 4 maggio, 2011 • www.vivisarpi.it

ISTITUZIONI E DINTORNI In questa sezione sono ospitati interventi su temi generali che hanno ricadute sulla vita del quartiere.

Vi ricordate gli impegni del presi-dente Formigoni fatte a Vivisarpi inoccasione delle elezioni regionalidello scorso anno? • impegno a completare ed appro-vare nel più breve tempo possibilela legge regionale sul commercioall'ingrosso, come strumento damettere a disposizione delcomune per la delocalizzazionedell'ingrosso. • una “cabina di regia” alivello regionale pro-mossa direttamentedalla presidenzadella regione

di MICHELA SCOTTI

E le promessedi Formigoni?

per fare incontrare tutte le compo-nenti di governo del territorio,insieme a rappresentanti dei citta-dini, e attivare tutte le azioninecessarie per la soluzione globaledel problema.Bene! E' passato più di un annoma il presidente Formigoni si ècompletamente dimenticatodelle promesse fatte, cancella-te dalla sua agenda!Forse è ancora impegnato a

verificare le firme della sualista! Se crede possiamodargli una mano così nelfrattempo gli ricordiamo

gli impegni!

Da agosto i grossiti cinesi andranno astabilirsi tra Bergamo e Brescia e i loronegozi saranno rimpiazzati da grossisti

italiani di piastrelle, water, rubi-netti e minuterie metalliche.

Grossi camion diesel

Dopo due anni di lavori di ristruttura-zione, il 15 marzo scorso si è inaugura-to all'interno della Fabbrica del Vaporedi via Procaccini, un nuovo spazioespositivo multifunzionale denomina-to la Cattedrale, nel quale un tempovenivano assemblate le carrozze tran-viarie . Più di metà dei 3000 metri qua-drati di superficie saranno destinati amostre d'arte, mentre nella navata cen-trale di 900 metri quadrati si svolge-ranno spettacoli teatrali ed eventi vari.

La Cattedrale nasce quindi comeluogo aperto alla produzione culturalegiovanile, un grande laboratorio diidee e di attività volto alla sperimenta-zione, alla ricerca e allo sviluppo dinuovi linguaggi per promuovere e sti-molare anche gli scambi artistici sulla

scena internazionale .Attualmente sono 14 i laborato-ri già operativi nella Fabbrica delVapore, tra cui un Centro diDocumentazione visiva che , per chinon lo sapesse, possiede biblioteca evideoteca ricchissime di materiale ine-rente all'arte contemporanea interna-zionale degli ultimi vent'anni.

Stiamo a vedere però cosa succederàper la programmazione artistica diquesti nuovi spazi all'interno dellaCattedrale.

Il Comune se ne occuperà fino al 31di dicembre, poi metterà al bando lagestione. E qui staremo a vedere.

Il o i prescelti dovranno essere pre-parati e attenti a tenere un livello cul-turale di qualità e internazionalità.Milano ha sempre sofferto per la man-

canza di spazi espositivi e sedi adegua-te a rappresentarne sia la cultura stori-ca sia le nuove tendenze. Non è mai

stato realizzato ilMuseo del Futurismo, avanguardiaartistica storica tra le più importanti erivoluzionarie del 900 ,di cui la città neè stata madrina e centro propulsore.

Ci sono voluti decenni prima chefosse finalmente pronto il museo delNovecento, apprezzabile per l'impattodella sua collocazione, ma discutibileper la concezione del percorso esposi-tivo e un pò raffazzonato per quantoriguarda l'arte italiana dagli anni 60 in

poi. Manca poi un Museo d'ArteContemporanea, ma soprattutto man-cano i soldi da destinare a mostre diportata internazionale, che richiaminopubblico da tutta Europa e dal mondorendendo Milano anche meta di turi-smo culturale e non solo commerciale.Ben venga quindi la Cattedrale e le sueproposte . È sicuramente un passoavanti verso una trasformazione e unarricchimento non solo per la nostracittà ma anche per il nostro quartiere. Ce lo auguriamo di cuore.

Nasce da un incontro, da un'inten-zione, da un'idea.

Il suo intento è quello di creare,cultura, eventi, interesse, con unsolo obiettivo: Paolo Sarpi deve tor-nare a vivere. Già nel nome ne èespressa la volontà.

FUORISARPI infatti richiamaimmediatamente una vita di strada,un invito a stare fuori, a vivere la via,a renderla un posto partecipato.

Abbiamo cominciato così: un po'di corsa con il nostro primo evento,partecipando al Fuorisalone, inmodo non istituzionale ma di sicurointeresse.

Dal 14 al 17 aprile il nostro FUO-RISARPI, ha visto protagonisti nel

tratto compreso tra L.go Gadda eVia Lomazzo, passando per

Via Albertini, gli artistiEmanuele Alfieri e

Alessandro Gatti chehanno messo a

disposizione laloro arte crean-

do sei

instal-l a z i o n i

che hannoDECORATO la

nostra via.A far da cornice è

stato previsto un per-corso, guidato per cro-

nologia, tra lediverse attivitàdel quartierenella giornata disabato 16 aprile. Nella giornata disabato 16, infatti,sono state organiz-zate, all'internodegli spazi commer-ciali e dei cortili, inparticolare nelle sedidi CI PENSO IO,Oplà!, 6ROSSO eVULCANICA, perfor-mance e mostre chehanno guidato il visita-tore in un'esperienzagustosa, visiva, palpabile,uditiva ed emotiva.

Il fuorisalonedel mobile

di ILARIA SABELLICO

attraverseranno come bufali sbuffantiil quartiere.

Flotte di padroncini accesi in doppiafila caricheranno e scaricheranno atutte le ore pacchi misteriosi.Signori riempiranno felici grandi sac-chetti pieni di bulloni e rondelle.

Take away di piadine e ossibuchiriempiranno fino a tracimare i cestinidel quartiere. Fuori dai negozi verranofinalmente accatastati bidè e water inattesa di essere caricati dai clienti.Le mamme saranno costrette a scaval-care scatoloni pieni di piestrelle posi-zionati sui marciapiedi. Molti extraco-munitari senza permesso di soggiornoverrano arruolati per effettuare opera-zioni di carico e scarico. Finalmente inegozi non si chiameranno più così ma

si dirà "vai al magazzeno" e sarannodei veri e propri depositi.

Finalmente l'aria sarà defi-nitivamente irrespirabile e i

bambini dovranno fare ginca-ne pericolose fra i camion per

sopravvivere.Abbiamo scherzato, ma se questa

notizia vi ha procurato ansia,preoccupazione, rabbia e irrita-

zione la buona notizia è chenon siete razzizsti.

La cattiva notizia è che ilvostro problema èl'ingrosso.

L’atterraggio dei rubinettie non soloLe grandi e attese novità peril nostro quartiere sugli eserciziall’ingrosso

Un inr

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datata

15 set

tembre

2011

Dove re

gna il n

on risp

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gole,

ogniuno

fa que

llo che

gli pare

.

Nelle vie laterali è normale

parcheggiare così. E i vigili??????

Pensate ai passeggeridel tram.

Via Niccolini,un giorno qualsiasi!

Sorveglianza

anche di notte

Carico/scarico di un esercizio all’ingrossoin via Bramante che impedisce al tram di passare.E i vigili urbani dove sono?

Integrazione è anche farsi capire.

Inaugurata la cattedraledella Fabbrica del Vapore

Sabato 26 marzo ore 20.00:Da una riunione quasiimprovvisata in Via PaoloSarpi, nasce FUORISARPI.

Mercoledì 4 maggio, 2011 • www.vivisarpi.it 3

stesso Console al Presidente diVivisarpi e ai residenti lì presentiin quel mo- mento avevano datoun segno positivo, a fronte della

massima disponibilità perrisolvere qualsiasi problema,contraddetto poi da quantocomunicato alla stampa e cioèche l'ingrosso non sarà mai spo-stato dal nostro quartiere. Qualidi queste dichiarazioni dobbia-mo tenere in considerazione?

Un segnale positivo è giuntodal Sindaco che, appena giuntoin quartiere, ha rilasciato unadichiarazione sull'impegno apartecipare in quartiere all'as-semblea indetta dall'AssociazioneVivisarpi, in prossimità delle ele-zioni amministrative di maggio.

Peccato che anche in questoatteggiamento abbiamo intravi-sto una chiara contraddizione.Infatti, in questa occasione, leattese dei residenti, in un

m o m e n t ocosì impor-tante, eranodi poter con-dividere con illoro Sindacoun'emozione,una gioia cosìforte, da cele-brare con unbreve discorso,uno scambiodi opinioni.Al contrario,tutto ciò èa v v e n u t oquasi esclusi-vamente con irappresentantidei commer-cianti, soprat-

tutto di ALES, associazione che,ormai è risaputo, rappresentaquasi esclusivamente i grossistidel quartiere.

Il clima di festa che tutti avreb-bero voluto vivere in questofrangente si è ancor più guastatoquando il Sindaco ha iniziato inmodo frettoloso la passeggiatain Paolo Sarpi e, purtroppo noncasualmente, è stata dirottata inalcuni negozi che intutti questi anni ave-vano con forza osteg-giato la pedonalizza-zione.

Questa passeggiata“pilotata” ha lasciatomolta amarezza intutti noi abitanti diun quartiere cheaspira sì alla multiet-nicità, ma soprattuttoal rispetto delle leggie dei cittadini tutti.

Adesso aspettiamoche il Sindaco man-tenga la promessafatta e torni in quar-

tiere, questa volta veramenteper un confronto diretto con iresidenti prima delle prossimeelezioni, perché in quell'occa-sione siamo convinti che la vocedei residenti del quartiere si faràsentire e peserà eccome!

Letizia Moratti

VS: Dopo cinque anni del suomandato di Sindaco se si met-tesse nei panni di un cittadinoqualunque che valutazionedarebbe del suo operato?

Letizia Moratti:

VS: Per quanto concerne ilnostro quartiere, se partiamodalla sua famosa lettera delmaggio 2006 dove Lei si impe-gnava fra l'altro ad assicurarecontrolli, provvedere al decen-tramento dell'ingrosso, realiz-zare la pedonalizzazione di viaSarpi, e facciamo un bilanciorispetto a questi punti riscon-triamo che, al di là della pedo-nalizzazione di cui le diamoatto, gli altri punti fondamentaliper il rilancio del quartieresono lettera morta. Comerisponde a questo bilancio?

LM:

VS: il problema dell'ingrossoresta il problema principale delquar tiere, un macigno sullastrada di qualunque forma diintegrazione: rispetto a questopunto non si è vista alcuna azio-ne concreta e finalizzata a talescopo. Ha la volontà politica diaffrontare finalmente questotema e, qualora fosse rielettasindaco, come pensa di risolve-re il problema e con che tempi?

LM:

VS: I controlli sul territorio sonoun altro punto dolens del suooperato. Ordinanze, regole,leggi in questo quartiere sonoun optional, la polizia municipaleanche se presente è del tuttoinefficace. La zona franca, controcui Lei aveva alzato la voce inmaniera decisa, si sta concre-tizzando nei fatti.

Come pensa di operare nelseguito?

LM:

VS: Il PGT appena approvatoprevede che non si possanoaprire più esercizi all'ingrossonel nostro quartiere, ma daquando è in vigore già tre eser-cizi nuovi si sono aperti.

Gli esposti ufficiali fatti daVivisarpi verso l'Assessorato alTerritorio non hanno sor tito

risultato alcuno se non il classi-co scaricabarile fra Assessoreal Territorio e Assessore alCommercio.

Si attiverà allora perchè il PGTsia reso concretamente operati-vo con la chiusura di questiesercizi all'ingrosso?

LM:

VS: Ecopass: l'inquinamentoda polveri sottili che attanagliaMilano si presenta particolar-mente accentuato nel nostroquartiere per la caratteristicaurbanistica dello stesso (stradestrette costeggiate da abitazionisenza soluzioni di continuità) eper la presenza di molti furgoniobsoleti come indotto del com-mercio all'ingrosso.

Vivisarpi ha sin dall'inizio chie-sto di estendere l'ecopass alquartiere. Quale è la sua posi-zione rispetto a questa propo-sta: è in grado di prendere unimpegno preciso in merito aquesta proposta?

LM:

VS: - Infine per toccare untema molto sentito in questigiorni da tutti i cittadini, è diffusoun generale senso di sfiducianei confronti delle Istituzioniche sovente non sono più rite-nute in grado di garantire la tra-sparenza e l'imparzialità neces-sarie al governo della città.

Anche alla luce degli ultimiavvenimenti sul presunto e daaccertare caso di abuso edilizioche la vede indirettamente coin-volta, quale quale valore sisente di attribuire all'etica inpolitica?

E sul problema specifico delpatrimonio immobiliare pubblicoquali passi in concreto pensa difare per assicurarne una gestio-ne equa, efficiente e soprattut-to rispettosa della fiducia deicittadini?

CONTINUA DA PAG. 1

Un nostro obiettivo raggiunto!

NONOSTANTE VS ABBIA INVIATO PER TEMPO L’INTERVISTA, IL SINDACO MORATTI, ATTRAVERSOIL SUO STAFF, HA TIRATO LE COSE IN LUNGO PER FARCI POI SAPERE CHE, LE RISPOSTE ALLEDOMANDE LE AVREBBE DATE DIRETTAMENTE AI CITTADINI IN ASSEMBLEA.ASSEMBLEA CHE NON AVRÀ MAI LUOGO, DATO IL RIFIUTO DELLA STESSA MORATTI.

Mercoledì 4 maggio, 2011 • www.vivisarpi.it4

VS: Può sintetizzare con treparole chiave il suo progetto perla città, tre parole capaci di con-vincere anche gli elettori disaffe-zionati?

Giuliano Pisapia: Trasparenza.Cambiamento. Qualità.Una “città amica”, solidale e sicura,

che torna a respirare.VS: Dato per scontato che lei

sia a conoscenza delle proble-matiche del quartiere che hannola loro origine nella massicciapresenza di attività commercialeall'ingrosso (grosso ostacolo aogni concreta forma di integra-zione) quale soluzione propone?Pensa che la delocalizzazione ditali attività in aree idonee siauna strada percorribile e se sìcome, dove e con quali strumenti?

GP: Intanto desidero fare unapremessa. Il quartiere Sarpi-Canonica è un quartiere bello, conuna sua storia importante.Lo conosco, ovviamente, piuttosto

bene. Spessissimo mi è capitato divisitarlo o “frequentarlo”.In questi anni, e mi riferisco a

quanto è accaduto almeno fino al2010, anche a causa della totaleincapacità dell'amministrazione difar fronte al degrado e all'illegalità,le condizioni di vita sono indub-biamente progressivamente peg-giorate. Questo è accaduto ancheperché si è lasciato crescere all'im-pazzata e a dismisura il commer-cio all'ingrosso. Il quale non èstato minimamente tenuto sottocontrollo. Io credo, oggi anchegrazie all'applicazione del Piano diGoverno del Territorio approvatorecentemente e incredibilmentenon messo in pratica proprio inSarpi-Canonica, che si possaimpedirne di “nuovo”.

Quindi dire “mai più nuove atti-vità all'ingrosso in quartiere”significa affermare un punto irri-nunciabile. Per quel che riguardale attività accumulatesi sin qui, vacostruita un'alternativa affinchéesse possano uscire dal quartierein tempi ragionevolmente brevi.Per me aree a Milano o in provin-cia, esistono. Quel che è mancata,in questi anni, come avete giusta-mente sostenuto e come hannodetto numerosi consiglieri delleforze di centrosinistra, è stata lavolontà politica. Detto questo finoallo spostamento delle medesimeattività ci vuole grande fermezzanel rispetto delle regole. Orari dicarico e scarico, condizioni lavora-tive e igieniche, regolarità fiscale:

niente va trascurato.Ci vogliono, in Sarpi-Canonica,

maggiore trasparenza e rigore.VS: Il tema dei controlli per il

rispetto delle regole è il puntodolens di Milano e risulta partico-larmente importante nella realtàdel nostro quartiere, dove l'azio-ne della polizia municipale è deltutto inefficace. Come pensa diintervenire perché venga real-mente riaffermato il concetto dirispetto delle regole valido pertutti?GP: Sull'importanza del valore del

rispetto delle regole ho già rispo-sto. Intendo aggiungere che man-cano forme di coordinamento effi-cace tra le diverse forze dell'ordinee di polizia. Nel vostro quartiere varesa permanente, e non solo inrelazione a quando si inauguranoalcuni interventi con il “taglio deinastri”, una presenza visibile diagenti. In questo quadro il tagliopraticato dalla giunta Moratti,rispetto alla giunta Albertini, dicirca 480 agenti della polizia localeci preoccupa e non poco. Ma non basta dire che “servono le

forze dell'ordine”. Esse devonoessere adeguatamente formate asviluppare relazioni con un mondocomplesso come quello rappresen-tato dalla comunità cinese.Servono agenti capaci di sviluppa-re le necessarie azioni di mediazio-ne e prevenzione. Quanti di quelliimpiegati oggi, ad esempio, sannoparlare il cinese o anche solohanno una minima conoscenza dicultura e tradizioni cinesi?

Servirebbe proprio il “vigile diquartiere”, in un caso come ilvostro. Dovevano essere 500 ingiro per Milano, forse sono un cen-tinaio. Inoltre vanno rafforzati icontrolli a tappeto nei luoghi dilavoro e nei caseggiati. Va sconfittala prostituzione praticata in casa evanno chiusi eventuali “ambula-tori domestici”.

Tutto ciò non vuol dire essere“contro” i cinesi. Significa, sem-mai, desiderare una relazione conloro condotta nel nome del rispet-to delle regole, della legalità, di unacuriosità verso le culture diverseche può trovare forza dal pienoriconoscimento di uguali diritti edoveri.

VS: Il quartiere corre il rischiodi scivolare verso un “quartiereetnia” ove si concentrano servizi,più o meno legali, per una solacomunità e gradualmente vengo-no a imporsi altre leggi rendendo

più difficile l'integrazione fracomunità. Come pensa di poterprevenire tale situazione?C'è nelle sue proposte il ricorso

a politiche attive rivolte a incenti-vare l'insediamento di attivitàdiversificate a gestione multietnica?

GP: Il quartiere “monoetnico” echiuso con residenti tradizionali edonne e uomini d'origine cineseche non si parlano, non interagi-scono, non comunicano, è ciò chenon mi piace. Per fortuna ci sonotante storie di “relazioni” umane eanche lavorative che romponoquesto schema. Tuttavia c'è ancoratantissima strada da fare. In que-st'ottica si può pensare al ruolo diun'istituzione pubblica che sostie-ne momenti di scambio culturale emediazione sociale, premia attivitàcommerciali che favoriscono la“multietnicità”, investe e crede neldesiderio di conoscenza reciproco.Insomma: dobbiamo abbattereancora molti muri. Per questo ilComune e il Sindaco, devono“esserci”, se posso utilizzare questaespressione, “mettersi in mezzo”.Non farsi vedere solo in campagnaelettorale. Prendiamo l'esempiodella pedonalizzazione di via PaoloSarpi.

Si tratta di un intervento anchegiusto, nato da una sollecitazionedel Consiglio comunale, ma dasolo non basta assolutamente. Iproblemi si sono letteralmentespostati di qualche metro. Sarpi-Canonica ha bisogno di commer-cio di qualità, di uso degli spazipubblici e sociali (pensiamo adarea ex Enel o Fabbrica del Vapore)concordato con i cittadini, di lega-lità. La situazione attuale è bendiversa.VS: Altro tema molto sentito nel

quartiere è quello dell'inquina-mento da polveri sottili particolar-mente accentuato per la struttu-ra urbanistica del quartiere.L'associazione ha sin dall'iniziochiesto di estendere l'Ecopass alquartiere. Qual è la sua posizio-ne rispetto a questa proposta:pensa di poterla fare sua e ,se sì,entro quanto tempo si impegne-rebbe a realizzarla?

GP: Per quel che riguarda le poli-tiche di limitazione del traffico noipensiamo che esse vadano rivistecomplessivamente in tutta la città.Ecopass va totalmente ripensato.Oggi è solo una tassa per alcuni,che serve a poco. Invece va appli-cato un intervento che riguarditutti e vanno potenziate le pedona-

lizzazioni. Ovviamente però devo-no essere sostenuti i mezzi pubbli-ci. In altre parole va data una fortealternativa a chi lascia la macchinaa casa. In questo quadro, certo, vaimmaginato un progetto specificosulla mobilità nel vostro quartiere.Quel che io dico è semplice: ipotiz-ziamo consultando gli esperti e icittadini; poi, rapidamente, deci-diamo. La pedonalizzazione digran parte del quartiere mi pareuna strada obbligata. Ovviamente iresidenti vanno tutelati al massimoe con loro va studiato l'intervento,che se “calato dall'alto” risulta inef-ficace o ingestibile.VS: Infine per toccare un temamolto sentito in questi giorni datutti i cittadini, è diffuso un gene-rale senso di sfiducia nei con-fronti delle Istituzioni che soventenon sono più ritenute in grado digarantire la trasparenza e l'im-parzialità necessarie al governodella città. Anche alla luce degliultimi avvenimenti sul casoTrivulzio che recentemente l'han-no coinvolta, seppure indiretta-mente, quale valore si sente diattribuire all'etica in politica?

E sul problema specifico qualipassi in concreto pensa di fareper assicurare una gestioneequa del patrimonio immobiliarepubblico, efficiente e soprattuttorispettosa della fiducia dei citta-dini?

GP: Ribadisco: trasparenza totalenella gestione della cosa pubblica.A partire dal patrimonio immobi-liare. Il vero cambiamento non puòche passare da questa svolta fonda-mentale. Peraltro, in queste setti-mane si sono accavallate vicendeben più oscure per quanto riguardasia i comportamenti individuali,sia i messaggi politici.Mi riferisco alla vicenda della casa

di proprietà del figlio di LetiziaMoratti e alla presenza nella listadel Pdl del candidato Lassini che siè attribuito la responsabilità deimanifesti che sostanzialmenteequiparano le Brigate Rosse ai giu-dici. E' evidente che la fiducia deicittadini nella politica si può ricon-quistare solo lasciandoci alle spallele inutili polemiche contro la magi-stratura e i comportamenti ambi-gui da parte di chi gestisce la cosapubblica.

GiulianoPisapiaTrasparenza. Cambiamento. Qualità.Una “città amica”, solidale e sicura,che torna a respirare.

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VS: Può sintetizzare con treparole chiave il suo progettoper la città?

Manfredi Palmeri: Vivibilità,modernità, ordine.

VS: Dato per scontato che leisia a conoscenza delle proble-matiche del quar tiere chehanno la loro origine nella mas-siccia presenza di attività com-merciale all'ingrosso (ostacoloa ogni concreta forma di inte-grazione) quale soluzione pro-pone? Pensa che la delocalizza-zione di tali attività in areeesterne più idonee a tali attivitàsia una strada percorribile e se sicome, dove e con quali stru-menti?

MP: L'ingrosso… non è un det-taglio! Abbiamo sempre dettoche il nodo centrale è propriol'invasività dell'ingrosso e che, intermini strutturali, il tema delladelocalizzazione doveva conti-nuare ad essere all'ordine delgiorno per non creare false illu-sioni. Dopo anni di indifferenza,errori e interventi incompleti,compresa la recente istituzionedell'isola pedonale, i problemisono rimasti gli stessi, anzirischiano di accentuarsi: senzadelocalizzazione e riqualificazio-ne integrata delle vie limitrofeogni soluzione è parziale e prov-visoria. Lo spostamento delleattività in questione in altra areapiù idonea non solo è utile manecessario per la vivibilità delquartiere. Ci sono strumenti nor-mativi e urbanistici che lo con-sentirebbero senza troppi ostacoli.Il luogo può essere cercato attra-

verso il libero mercato e un'operadi collaborazione tra Milano e iComuni della Provincia con par-ticolare attenzione all'infrastrut-turazione dell'area.

VS: - Il tema dei controlli peril rispetto delle regole è il puntodolens di Milano e risulta parti-colarmente importante nellarealtà del nostro quar tiere,dove l'azione della polizia muni-cipale è del tutto inefficace.

Come pensa di intervenireperché venga realmente riaffer-mato il concetto di rispetto delleregole valido per tutti?

MP: Si può intervenire con con-trolli adeguati, puntuali e costan-ti e con la certezza della sanzione. Il problema, come spesso accade,

non sta nell'assenza della regolama nella sua mancata applicazioneattraverso anche opportune veri-fiche: là dove finora sono arriva-ti gli occhi di voi abitanti, devonoarrivare gli interventi concretidell'amministrazione. Dal lavoro nero ai dormitori abu-

sivi, passando per i laboratoriclandestini, la prostituzione el'evasione fiscale.Non deve diventare una questione

etnica perché a monte ci deveessere il rigoroso rispetto dellenorme giuridiche e civile.E' una questione di presenza e di

qualità dell'intervento. Non c'èniente da inventare: basta vigilarecome si deve e applicare le leggi,magari con turni di vigilanza spe-ciali a fronte di una situazioneche tende a degenerare tanto piùquanto si abbassa la guardia, conuna catena che produce un effettodomino in negativo.

VS: Il quartiere corre il rischiodi scivolare verso un “quartiereetnia” ove si concentrano servizi,più o meno legali, per una solacomunità e gradualmente ven-gono a imporsi altre leggi ren-dendo più difficile l'integrazionefra comunità.

Come pensa di poter preveniretale situazione?C'è nelle sue proposte il ricorso

a politiche attive rivolte a incen-tivare l'insediamento di attivitàdiversificate a gestione multiet-nica?

MP: Un pomeriggio, incontran-do alcuni residenti, evidenziavoproprio la consapevolezza di tro-varmi in quartiere italiano, in unquartiere di Milano e che la defi-nizione stessa di Chinatown erafonte di fraintendimenti. Si trattadi una zona storicamente piena di

fascino. La forte presenza di unaparticolare etnia non cancellaquesto spirito e il Dna di Milanodeve essere una guida per tutti.Una Milano aperta non può voler

dire una Milano disordinata.VS: Altro tema molto sentito

nel quartiere è quello dell'inqui-namento da polveri sottili parti-colarmente accentuato per lastruttura urbanistica del quar-tiere. L'associazione ha sin dal-l'inizio chiesto di estenderel'ecopass al quartiere.Qual è la sua posizione rispetto

a questa proposta: pensa dipoterla fare sua e se sì, entroquanto tempo si impegnerebbea realizzarla?

MP: Così com'è, Ecopass nonserve all'ambiente soprattutto perla sua area limitata: la richiestadel quartiere è quindi assoluta-mente fondata. Deve finire lagestione approssimativa di dero-ghe e blocchi, con problemi percittadini, automobilisti, operatoricommerciali e risultati stessi:incertezze continue, informazionitardive. Un sistema così gestitonon sarebbe un reale giovamentoneanche per il quartiere. Bisognaintervenire includendo que-st'area, a maggior ragione perchéa poche centinaia di metri vi sonovie di scorrimento interquartieree necessità logistiche e di par-cheggio in relazione ad alcuneimportanti funzioni pubbliche.

VS: Infine per toccare un temamolto sentito in questi giorni datutti i cittadini, è diffuso un gene-rale senso di sfiducia nei con-fronti delle Istituzioni che soventenon sono più ritenute in grado digarantire la trasparenza e l'im-parzialità necessarie al governodella città. Anche alla luce degliultimi avvenimenti sul casoTrivulzio, quale valore si sente diattribuire all'etica in politica? Esul problema specifico qualipassi in concreto pensa di fareper assicurare una gestioneequa del patrimonio immobiliarepubblico, efficiente e soprattutto

rispettosa della fiducia dei citta-dini?

MP: La politica fallisce se i citta-dini sentono sfiducia nelle istitu-zioni e senso di impotenza. Serveun cambiamento che deve passareattraverso la partecipazione attivaalla vita civile. Per cambiare biso-gna votare. E' negativo e contro-producente che ci siano astensioneo un voto per rassegnazione.

Si può e si deve girare pagina,magari passando dalla Seconda allaTerza Repubblica. La dimensioneetica della politica è sostanziale:non può esserci l'una senza l'altra eviceversa. Abbiamo fatto denunce e proposte

per una completa “operazione tra-sparenza” nella gestione del patri-monio immobiliare di natura pub-

blica, per verificarne l'amministra-zione attraverso oggettivi parametrieconomico-sociali e per accertareeventuali responsabilità ed errorinell'interesse della città. Vanno resipubblici anche su Internet i dati suappartamenti, uffici e terreni, insie-me alle modalità con cui quelpatrimonio viene gestito. Come irecenti casi hanno dimostrato, permerito nostro, non bastano ovvirichiami alla trasparenza per di piùse tardivi, generiche richieste diverifica: occorrono azioni concretecapaci di risolvere i problemi esoprattutto di prevenirli.

La trasparenza non si deve infattiinvocare ex post ma bisogna intro-durla ex ante: solo così si mettonoin evidenza i problemi di unagestione cattiva o illecita.

ManfrediPalmeriDopo anni di indifferenza, errori einterventi incompleti, compresa larecente istituzione dell’isolapedonale, i problemi sono rimastigli stessi

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Potrete avere a disposizione l'usodel locale per preparare le Vostrecene per o con i vostri amici o farviguidare dai nostri chef potranno

cucinare con voi o pervoi! Anche quest'annoCi penso io è tra i prota-gonisti di Milano FoodWeek.Dietro il suo voltometropolitano, Milanosi scopre una città dicortili, por toni di legno,ciottolato per terra elastroni di pietra, porticie muri abituati alleombre di lunghi inverni.In questa atmosfera, dal7 al 15 maggio, avràluogo l'evento “Il cibotra storia ed etnie”, unaserie di iniziative in cuiscoprire i servizi e,soprattutto, gustare iprodotti a marchio di Ci Penso Io. I cortili su

cui affaccia uno dei palazzi di rin-ghiera più antichi di Milano, sede diCi Penso Io, rimarranno infatti aper-ti anche nei week end, per 4 openday pronti ad accogliere i visitatoridi Milano Food Week.

Come l'anno scorso, la sede di CiPenso Io resterà aperta per accoglie-re i visitatori e a far assaggiare i pro-

INIZIATIVE IN QUARTIERE

Perché Ci Penso IoCI PENSO IO nasce nel 2008 dalla passione della suafondatrice per la cucina, per l'allestimento della tavola eper la convivialità.Società specializzata nell'organizzazione di eventi privati eaziendali, cura ogni particolare:

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...ci hanno chiesto come mai avevamodeciso di scommettere in un'impresacosi a rischio, considerando la crisieconomica e le notizie poco edifi-canti sulle piccole librerie che intutta Italia stanno chiudendo.

Perché dunque aprire una nuovalibreria?

La risposta viene dal cuore piùcheda un ragionamento economico:perché amiamo i libri, perché c'èbisogno di cultura non omogeneiz-zata, perché desideriamo offrire unascelta che non sia monopolio di solidue o tre grandi gruppi editoriali:ragione per la quale preferiamo pro-porre piccoli editori di qualità.

Via Alfredo Albertini , una piccolatraversa che collega Via Paolo Sarpie Via Canonica ci è parsa un luogoideale, una location in una zona sto-rica di Milano con una forte conta-minazione etnica, una realtà parti-colarissima, forse unica in Italia, davalorizzare e diffondere, come valoreaggiunto .

Via Albertini ora è diventata inparte una piazzetta e si sa che lepiazze sono sempre state un fulcrodi socializzazione, un luogo per

incontrare persone e dare vita anuove idee. Se i centri storici sisvuotano, il degrado, sociale e cul-turale, avanza. Pensiamo che siaimportante tenere in vita negoziartigianali e piccole realtà.

Una piccola realtà significa piùscelta, più diversità culturale, lapossibilità di nutrire una comunitàcome nessun'altra in maniera nonstandardizzata e omologata: unalibreria indipendente come qualsiasinegozio di quartiere offre benefici atutta la comunità, favorisce gliscambi personali. Acquistare in unnegozio di quartiere anziché in uncentro commerciale in periferiasignifica tenere più viva la comuni-tà che vi abita, la quale può trarnebeneficio sotto l'aspetto economico,ambientale e culturale.La libreria indipendente contribui-

sce a sostenere le attività di scuole eassociazioni di beneficienza, a pro-muovere incontri e situazioni perunire le persone parlando un lin-guaggio comune in un'ottica piùlungimirante rispetto ai centri com-merciali, dove i libri sono esposticome oggetti qualsiasi, tra verdura e

frutta. Per la grande distribuzione il libro

rappresenta solo l'1% delle entrate,serve soltanto per attirare i clienti sualtri prodotti più redditizi.

In una libreria i libri parlano, rac-contano storie, si possono “ascoltare”.

In una libreria il rapporto con iclienti diventa personale, il libraiosa consigliarvi , vi conosce pernome impara i vostri gusti e levostre preferenze, è vostro amico evicino, sa darvi attenzione primacome persona, che come cliente e sidimensiona per le vostre esigenze.Per tutti questi motivi è nata 6 rosso

al civico 6 di via Alfredo Albertini,per proporre libri per adulti e bam-bini, scegliendo le case editrici piùattente ai contenuti,aggiungendo ancheun'adeguata offerta di,giochi didattici, di gio-cattoli equo-solidali anorme europee e altrioggetti da regalo fabbrica-ti con materiali riciclati.

Nella nostra libreria sipuò trovare narrativaitaliana e straniera, conuna sezione particolarededicata alla culturadell'Africa e delle lette-rature del e sul MedioOriente, una sezione di

libri noir e gialli, dei quali una col-lana dedicata “inchieste” e “roman-zi” di ecomafia , ma anche di detec-tive stories ambientate a Milano ,altre sezioni di poesia, teatro, storia,società,ambiente, femminismo, svi-luppo sostenibile, una particolarearea dedicata ai genitori e ai nonni,e una sezione speciale di scrittoriomosessuali e di cucina etica… equello che non trovate lo procuria-mo con un servizio attento.

Quello che vorremmo essere cel’ha suggerito il cuore: proporre nonsolo attraverso la nostra voce, maanche quella di persone più autore-voli di noi, oltre all'insostituibilepiacere della lettura, la conoscenzadell'altro, dell'altrove, perché dif-fondere cultura e sapere è il modomigliore per crescere, crediamo cheuna libreria sia un luogo da cui par-tire per viaggi meravigliosi E per concludere citiamo una frase

di Enzo Bianchi che ripetendo leparole del padre ha detto: “Fai lafame, ma compra dei libri e gira ilmondo”

La libreria 6 rosso ha aperto a novembre 2010.Molte persone quando sono entrate per la prima volta...

Fai la fame, ma compradei libri e gira il mondo

pri prodotti. Gli chef di Ci Penso Ioprepareranno live, piattini, assaggi efinger food. Una performance culi-naria sarà tenuta da uno chef asiati-co, che preparerà i piatti tipici dellacucina cinese.I partecipanti potranno così scopri-

re la passione per la cucina unitaall'educazione alimentare degustan-do i prodotti Ci Penso Io, che seguo-no da sempre, la filosofia della qua-lità, e della genuinità.Inoltre, a disposizione dei visitatori,le schede tecniche dei prodotti amarchio, la storia dei loro produtto-ri e il personale Ci Penso Io, prontoad accoglierli e a coinvolgerli nellediverse iniziative che saranno orga-nizzate.La scuola di cucina: durante Milano

Food Week, nelle serate di martedì,giovedì e venerdì, dalle 19.30, gliChef di Ci Penso Io saranno a dispo-sizione dei food lovers con i lorocorsi, i temi saranno la pasta fresca,l'happy hour e l'eco cucina, labora-torio di ricette, tratte dal libro di LisaCasali, nostra ospite durante il FUO-RISARPI, per una cucina a costo eimpatto (quasi) zero.Il mercoledì pomeriggio dalle 17.00

alle 18.30 e a richiesta anche il lune-dì, terremo il corso per i bambini.

A tutti i partecipanti verrà rilascia-to un buono promozionale validoper le attività proposte da Ci PensoIo nel corso dell'anno.

Mercoledì 4 maggio, 2011 • www.vivisarpi.it 7

Sant’Ambrogio ad nemus e il suo intornoAAA QUARTIERE RACCONTASI

Nemus significa “selva, o bosco, sacro”, termineche si riferisce alla grande zona boschiva che sitrovava, oltre il Castello Sforzesco, fuori le mura;là, dove sono...

di GIGI CAPRIOLO

...il Parco, l’Arena, l’Arco della Pace,l'inizio del Corso del Sempione, unavolta vi erano diverse cappelle e lachiesa di Sant’Ambrogio ad Nemus,“presso il bosco sacro”.

In questa zona, ricca di acque salu-bri (ancora oggi si beve la famosa“acqua marcia” dal terribile odore diuova, ma molto utile per le patologiedi fegato e di reni), i druidi compivanoi loro riti.

Con la cristianizzazione, i boschivennero tagliati o bruciati per repri-mere i culti pagani. Questa zona,invece, trovandosi così vicina allacittà, divenne il sito preferito dasanti uomini che cercavano l'isola-mento e il silenzio dei boschi permeditare e pregare e che costruironocasupole, erette dagli stessi eremiticon i materiali che trovavanoin loco, per difendersi dalleintemperie e dalle fiere.

Si dice che Ambrogio,volendo trovare un po' diraccoglimento prima di pren-dere una decisione importan-te (come la risposta chedoveva dare all'invito didiventare vescovo di Milano)montò a cavallo e, lasciandosciolte le briglie, permise alronzino di trottare dove

volesse. Finché, in una radura delsacro bosco, la bestia si arrestò. LìAmbrogio si fermò, e tornò anche inseguito, al punto che vi costruì unriparo che, negli anni, trasformò incappella ove era uso rifugiarsi, primadi affrontare una qualsiasi decisione.

Con la continua urbanizzazione, ilbosco venne eliminato e i terreni uti-lizzati come orti per i contadini chesi erano installati lungo la strada checollegava Milano con il Seprio, sedeoriginaria dello stanziamento insu-brico. La via lambiva S. Ambrogio innemus, secondo il tracciato dell'at-tuale via Canonica. Anche i romaniutilizzarono questa strada di collega-mento come si può arguire dalla"statio" di Quarto (Oggiaro) che èposta al quarto miglio, da Milano.Il borgo, chiamato "degli ortolani" o"di scigulatt" (coltivatori di cipolle),nacque, quindi, dall'aggregazione dicase, di cascine e, poi, dei tanti muli-

ni alimentavati dalla fitta rete di tor-renti e rogge che hanno avuto moltaimportanza in questa zona grazieall'aiuto delle profonde conoscenzedi idraulica dei Romani.La roggia Peschiera attraversava ilborgo e scorreva dinnanzi alla chie-sa, ricevendo l'acqua dalla Gesiola,roggia che veniva dal Portello.

In questa landa ubertosa, nei seco-li, venne edificato un monastero-romitaggio immerso nel verde deiboschi, ove, oltre a Sant’Ambrogio,eremiti come San Martino, SanMaurilio, San Mauritano eSant’Agostino erano soliti venire per“fuggire il frastuono della città” e, insolitudine, meditare.

Agostino conferma che la cella diAmbrogio fosse stata costruita dalsanto stesso. Qui ha avuto origine ilrito ambrosiano.Nella chiesa si insediò un ordine di

monaci (detti proprio di S.Ambrogio ad nemus) ai quali venne-ro affiancati i Carmelitani, per l'esi-genza di avere monaci predicatori,finché questi ultimi, nel 1268,costruirono una loro chiesa.Papa Gregorio XI, nel 1377, diede aimonaci di S. Ambrogio, la regoladegli Agostiniani, In quell'epocaGian Galeazzo Visconti volle restau-rare e ricostruire la chiesa che era in

pessime condizioni. Aquesta diedero il nome deiSanti Cosma e Damiano.

Nella prima metà del'400, l’ultimo dei Visconti,Filippo Maria, elesse lavicina Rocca di PortaGiovia a sua residenzamilanese.All’epoca era esistente la

cinta muraria che proteg-geva il castello nella dire-zione della campagna,

Ingrosso eaffittopoliEcco il significato che “affittopoli” ha per ilnostro quartiere e come il Comune, purpotendo, non ha fatto nulla per intervenire

Nelle scorse settimane la stampa hadato ampio risalto ai dati degli affittidegli immobili di alcuni enti, preva-lentemente controllati dalla Regionee dal Comune che ne designano gliamministratori, resi pubblici a segui-to delle richieste effettuate dallaCommissione Casa del ConsiglioComunale.Si è parlato di “affittopoli”, di appar-

tamenti dati a canoni di favore aipolitici e ai loro conoscenti, ma inrealtà chi si fosse soffermato a leggerecon attenzione gli elenchi avrebbeconstatato che le situazioni “patolo-giche” erano ben poche ed infatti ilclamore si è ben presto placato edora nessuno più ne parla.Tuttavia per quel che riguarda il

nostro quartiere è emersa una situa-zione che ancora una volta ha dimo-strato che il Comune non usa perrisolvere il problema dell'ingrosso

tutti gli strumenti che ha a disposi-zione.Infatti è risultato che numerose

unità immobiliari commerciali siteal piano terra degli edifici delnostro quartiere sono di proprietàdegli enti in questione e tantissimesono affittate ai grossisti.Dunque la domanda che viene da

porsi è: perché se il Comune volevarealmente ostacolare l'insediamentodei grossisti nel nostro quartiere,sapendo che numerosi negozi eranodi proprietà pubblica non ha datodisposizione agli amministratoridegli enti affinché non affittasseroai grossisti?Sarebbe bastato inserire nei contratti

il divieto di adibire l'immobile acommercio all'ingrosso.Ci sono tre risposte possibili, ma

ognuna di loro si trasforma in unatto di accusa verso il Comune.Prima risposta: non ci abbiamo

pensato, non sapevamo che in quar-tiere fossero così numerose le pro-prietà pubbliche e comunque gli entihanno una loro autonomia.Replica elementare: se non ci avetepensato e ignoravate la situazionedel patrimonio pubblico, non stateamministrando la città e allora l'in-capacità di risolvere il problema del-l'ingrosso nel nostro quartiere diventaovvia, e quella dell'autonomia deglienti è una scusa smentita dal fattoche appena si è scatenata la burianadi affittopoli siete corsi a chiedere ledimissioni dei consigli di ammini-strazione e le avete ottenute.Seconda risposta: i grossisti paganodi più, e gli enti avevano bisogno difondi.Replica inevitabile: bastava dirlo,

bastava dire pubblicamente che lavivibilità del quartiere era unamerce in vendita al migliore offe-

PREGO, SI ACCOMODI

Le due sale sicaratterizzano perun arredo rétro,con piastrelle dimarmo, boiserie,lampadari in ottone

e vetro. Poco dev'essere cambiatoda quando il locale è stato aperto,nel 1969.

La Veneta è una trattoria dicucina casalinga, con specialitàtipiche venete: baccalà (in realtàstoccafisso) con la polenta bianca,bigoli fatti in casa, pesce in saor.

I piatti sono preparati a regolad'arte, la tradizione si sposa conpiccole prudenti sperimentazio-ni. Rapporto qualità / prezzomolto favorevole.Via Giuseppe Giusti, 1420154 Milano Tel. 02 342881

Trattoriala Veneta

di FRANCESCO PAGANUZZI

quindi, verso il borgo degli ortolani.Anzi, per la gioia del Visconti e deisuoi ospiti, venne trasformata partedella campagna in una tenutaboschiva di 3 milioni di metri qua-dri, che fu popolata con animali eso-tici, per rendere le battute di cacciapiù prestigiose.Nel 1589, Sisto V fuse l'ordine degli

Agostiniani con i Barnabiti.Nel 1644 Innocenzo X soppresse

l'ordine e il monastero fu assegnatoai Francescani fino alla sconsacra-zione del 1798 e utilizzato comecaserma dalle truppe napoleoniche.

Poi fu utilizzato per costruire car-tucce e infine come deposito.Intorno al 1840 fu trasformato in

Ospedale, il Fatebenesorelle.Quando l'ospedale fu trasferito a

Porta Nuova, l'edificio fu trasformatoin Lazzaretto per i malati di colera.Nel 1852 cambiò nuovamente desti-nazione e divenne un ospizio per isacerdoti invalidi e anziani. In que-sto periodo ricominciarono i lavori direstauro della chiesa che vennericonsacrata nel 1857.

Nel 1894 il complesso divenne sededell'ospizio dell'Opera don LuigiGuanella.

Nel 1908 finirono i restauri dellafacciata che ha un cortile d'accessosu via Peschiera.

Benché oggetto di tante ricostru-zioni, l’edificio mostra ancora la suaorigine del IV secolo d.C., mentre ilchiostro annesso risale al XIV. Si dice che l’acqua del pozzo, detto

di Sant’Ambrogio, venisse utilizzataanche dal santo per la sua forza risa-natrice. Attualmente si trova mura-to, vicino all’ingresso della sacrestia,ma le monache che abitano il romi-taggio dicono che potrebbe ancorazampillare con la forza e le caratteri-stiche di un tempo.E’ un’acqua di purificazione, moltoutile per la guarigione delle patolo-gie della pelle, come le allergie, glieritemi, i foruncoli e gli orzaioli, ibruciori della pelle, le punture degliinsetti, gli arrossamenti, il brucioredelle congiuntiviti e il Fuoco diSant’Antonio ed è un buon calman-te per il sistema nervoso centrale.

perché se cambia significa che nelnegozio viene aperta una nuovaazienda.

Nel nostro caso i grossisti hannoquasi sempre comprato negozi aldettaglio dagli italiani e li hannosostituiti con negozi all'ingrosso,per cui gli enti proprietari avrebberopotuto interrompere i contratti.

Certo, non erano obbligati a farlo,ma è questa la vera differenza tra chiha la volontà di fare e chi non ce l'ha.Chi ce l'ha fa senza essere obbligato

a fare.È questo il vero significato che

“affittopoli” ha avuto per il nostroquartiere: ancora una volta hamostrato uno strumento in più che ilComune avrebbe avuto nella dire-zione di ostacolare la diffusione del-l'ingrosso, e non lo ha usato.

rente anche per il Comune.Non è detto che i residenti avrebberocapito ed accettato, ma almeno nonsi sarebbero sentiti presi in girocome si sentono oggi leggendo ilnome di tutti quei grossisti cinesi inaffitto nei negozi di proprietà pub-blica, mentre il Comune dice divoler delocalizzare...Terza risposta: non si poteva fare

nulla, i grossisti hanno comprato leattività precedentemente presentinei negozi e in questi casi i proprie-tari dei muri sono obbligati dallalegge a consentire all'acquirente diproseguire nel contratto di locazione.Replica ovvia: non è vero, la leggeimpone al proprietario di continuareil contratto di locazione con l'ac-quirente dell'azienda solo se noncambia l'attività gestita nel negozio,

Mercoledì 4 maggio, 2011 • www.vivisarpi.it

LETTERE DAL QUARTIERE Riteniamo opportuno segnalare alcune delle mail che ci sono pervenute da parte di soci o da residenti del quartiere.Abbiamo solo rettificato qualche dettaglio, per garantire la privacy degli scriventi, ma non abbiamo modificato né i contenuti di base né l’impostazione. Pur essendo di tenorediverso, sono tutte di denuncia della confusione che regna tra di noi, e crediamo che tutte meritino una risposta. Purtroppo le Istituzioni, a cui sono state inoltrate, nonhanno ancora dato cenni.

Lettera aperta ai lettoriCari lettori,

oggi vi racconto una storia, il cui finale èancora da scrivere.

E' la storia di una cooperativa sociale,“Il laboratorio di Procaccini Quattordici”nata 11 anni fa per volontà di un gruppo dioperatori del Centro Diurno, di pazientipsichiatrici e loro familiari. Ancora oggi invia procaccini 14 esiste la sede di un'UnitàOperativa di Psichiatria dell'A.O.Fatebenefratelli e Oftalmico, con il CentroPsico Sociale e il Centro Diurno, come benindicato dalla targa all'ingresso, ma pochisanno che all'interno del palazzo, salendoal quarto piano, c'è anche la sede di unacooperativa sociale Onlus (Organizzazionesenza scopo di lucro) che dal 2000 si occupadi inserimento lavorativo di personesvantaggiate, rivolgendo un'attenzioneparticolare ai pazienti psichiatrici maospitando anche donne in difficoltà, exdetenuti, persone a rischio di marginalitàsociale. La cooperativa crea dellepostazioni di tirocinio o borsa-lavoro neirami d'attività: ristorazione collettiva ecatering, laboratorio di restauro, sartoria eimbiancatura. Alcune di queste persone

sono state assunte dalla cooperativa, altresi sono formate e “rafforzate” prima dicontinuare il loro percorso altrove. In cucina tutti i giorni dal lunedì al venerdìsi prepara il pranzo ai pazienti e aglioperatori del Centro Diurno, tutti i giornisi preparano i pasti che vengono poiconsegnati a domicilio a pazientipsichiatrici “difficili”, che hanno pochicontatti con i servizi e soprattutto con ilmondo esterno, tutti i giorni vengono alavorare 27 persone, di cui oltre il 60%sono persone svantaggiate.

Nel 2009 la Cooperativa ha partecipatoad un bando della Regione Lombardia, cheaveva come scopo l'assunzione o ilmantenimento al lavoro di persone condisabilità, offrendo alla cooperativa una“dote” per ciascun disabile assunto.

La domanda è stata accolta e sei disabilisono stati assunti nei diversi rami d'attività.

Nel 2010 il fondo destinato a queste“doti” si è esaurito ed il contributo allecooperative è venuto meno.

Una differenza di oltre 60mila euro è uncolpo che difficilmente una cooperativa puòassorbire. E quindi, oggi non solo quei sei

assunti, ma tutti rischiano la chiusura dellacooperativa, la perdita del posto di lavoro.

Mi rendo conto che nel mondo ci sonotragedie più grandi, che 27 personerappresentano un numero esiguo rispettoalle migliaia lasciate a casa dalle grandiaziende profit, che i tempi sono difficili pertutti.

La Cooperativa rappresenta per chi cilavora, non solo una fonte di sostentamen-to, ma l'unica fonte possibile. Tutti i disabiliche con fatica e sacrificio hanno permessoalla cooperativa di crescere ed affermarsi,sono persone rifiutate dal mondo del lavoro“abile”, mai riuscirebbero a trovareun'alternativa, con tutto che questo signifi-ca a livello umano, morale, psicologico edeconomico, anche per la società che li rifiuta.

“Il laboratorio di Procaccini Quattordici”ha bisogno di aiuto. E' possibile sostenerci:• Con una donazione (deducibile dalladichiarazione dei redditi) al conto diBanca Prossima con IBAN:IT17F0335901600100000004682• Devolvendo il 5x1000 del redditoindicando il CF 13151230151nell'apposita casella

• Dedicando del tempo come volontarinelle nostre attività• Conoscendo la nostra realtà attraversoil sito www.laboratorioprocaccini.it odirettamente in sede• Scegliendo la nostra professionalità equalità• Consigliando a parenti, amici, colleghidi fare altrettantoPer noi qualsiasi gesto non è mai piccolo,mai inutile.Ringrazio tutti coloro che hanno spesoquesti cinque minuti del loro tempo aleggere questa lettera, tutti coloro chehanno scelto di fare qualcosa per aiutarci,tutti coloro che hanno parlato di noi, tutticoloro che stanno scrivendo il finale diquesta storia.

Gentile Sindaco,

abito il quartiere Sarpi (via Messina) dadieci anni e negli anni ho assistito ad unatrasformazione, non certo gestita,dell'intero quartiere. L'invasione cinese haprevalso su tutto e tutti e l'intero quartiereha perso qualunque identità culturale. E'diventato una cittadina cinese dove gli ita-liani sono ospiti. L'integrazione non esiste,i cinesi non parlano la nostra lingua, non siadattano alle nostre regole, anzi le ignora-no ed in molti casi le violano. MI chiedoxchè non si sia intervenuti con politichemirate. Unico sforzo fatto: maggioricontrolli di sicurezza, ma non bastano.

Serve molto di più. Pattuglie di vigilichiusi dentro le macchine nonservono...serve una presenza fisica, servonocontrolli frequenti , suggerimenti precisi atutti i negozianti su comportamenti darispettare o far rispettare (orari, carico escarico merci, pulizia del loro spazio anti-

stante l'attività, ordine, igiene neibar/ristoranti, rispetto x il verde...ecc.).

Serve una attività di monitoraggio serio epermanente. Manca una regia e forsemanca anche un copione.

Viene il dubbio che l' Amministrazione,per ragioni politiche, non voglia toccaretroppo i cinesi. E questo è dimostrato dal-l'invito , decisamente inopportuno, delConsole cinese all'inaugurazione della viaSarpi pedonalizzata. Caro Sindaco, la suapromessa di delocalizzare le attivià com-merciali all'ingrosso non è avvenuta, i ten-tativi del senatore De Corato sono fallitimiseramente. Avere invitato il Consolecinese sicuramente per garbo politico èstato percepito come un sostegno al mondocinese che nulla ha fatto e fa x migliorare illivello di questo quartiere. Nessun nego-ziante cinese se ne è andato e questo è unerrore madornale. Serve alleggerire, conprogetti seri, la pressione cinese x riporta-rare nel quartiere attività italiane che diano

lustro alla zona. Oggi , a parte qualcherara attività, non c'è.

La pedonalizzazione è solo un inizio xchètutte le vie circostanti sono rimaste comeprima se non peggio. I negozi , le attivitàcommerciali italiane sono nel temposcomparse sostituite da attività legali /ille-gali cinesi. Il quartiere, nonostante gli sfor-zi apprezzabili della AMSA, è permanente-mente sporco...i cinesi non hanno alcunosenso civico, vanno educati con una grossacampagna di informazione. Colpisce il sensodi abbandono, di incuria, a qualunque oradel giorno. E dire che alcuni cittadini bene-meriti si sono associati x realizzare in gen-naio una giornata della pulizia del quartie-re (Puliamo Sarpi) con il supportodell'AMSA ...i cinesi erano distanti anniluce da questa iniziativa.

Venga a visitare e il quartiere senza scortain modo semplice ed empatico (all'inaugu-razione lei era troppo distante dalla gente)parli con la gente, chieda consigli, si lasci

trasportare solo dall'onda emotiva e capiràmolto di più di tanti rapporti di polizia ofreddi dati numerici forniti da qualchestudio sul territorio.

La ringrazio per l'attenzione e spero dipoterla incontrare nel nostro quartiere unamattina di primavera per un caffè insieme.

Cordialità vivissime C.A.

Per segnalare inadempienze e avere una risposta scrivete a [email protected]

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