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www.assonime.it CIRCOLARE N. 6 DEL 7 MARZO 2012 DIRITTO SOCIETARIO Il sindaco unico nelle società di capitali e altre novità in materia di società a responsabilità limitata Circolare N° Registro: 248.1 Data: 07/03/2012 Area: Direzione generale

Il sindaco unico nelle società di capitali e altre novità ... · unico o di un revisore nel modello legale della società ... euro e modalità semplificate di ... con il mero deposito

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CIRCOLARE N. 6 DEL 7 MARZO 2012

DIRITTO SOCIETARIO

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ABSTRACT

Questa circolare affronta le novità in tema di sistema dei controlli delle società di

capitali e in tema di semplificazioni per il trasferimento di quote e per il bilancio delle

società a responsabilità limitata, previste dalla legge di stabilità 2012 e dai successivi

decreti legge in materia di liberalizzazioni e semplificazione.

Le novità più significative riguardano la figura del sindaco unico e la possibilità di

adottare un revisore legale in alternativa all’organo di controllo, nelle società a

responsabilità limitata; la figura del sindaco unico nelle società per azioni di minori

dimensioni.

PROVVEDIMENTI COMMENTATI

Legge 12 novembre 2011, n. 183, articolo 14

Decreto legge 22 dicembre 2011, n. 212, articolo 16, convertito in legge 17 febbraio 2012 n. 10

Decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, articolo 35

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INDICE

Introduzione p. 4

1. Il nuovo assetto dei controlli nelle società di capitali p. 6

1.1 Il sindaco unico e il revisore nelle società a responsabilità limitata p. 6

1.2 Il sindaco unico nelle società per azioni p.16

2. Le misure di semplificazione per la società a responsabilità limitata p.20

2.1 Il trasferimento di quote per atto sottoscritto con firma digitale p.20

2.2. Il bilancio semplificato nella società a responsabilità limitata p.24

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Introduzione

Con la legge di stabilità1 e con i decreti di gennaio e febbraio in materia di

liberalizzazioni e semplificazione2, nel contesto di un intervento complesso diretto

anche a favorire la crescita delle imprese e a ridurre gli oneri amministrativi a loro

carico, sono state introdotte per il diritto societario alcune modifiche al sistema dei

controlli e altre misure di semplificazione amministrativa.

Le nuove disposizioni in materia societaria riguardano: i) la previsione del sindaco

unico o di un revisore nel modello legale della società a responsabilità limitata; ii) la

possibilità per le società per azioni di minori dimensioni di nominare un sindaco unico;

iii) la possibilità di attribuire all’organo di controllo (collegio sindacale, consiglio di

sorveglianza ovvero comitato per il controllo sulla gestione) delle società di capitali le

funzioni dell’organismo di vigilanza di cui al decreto legislativo n. 231/2001; iv) la

semplificazione del procedimento di trasferimento di quote di società a responsabilità

limitata realizzato con firma digitale; v) la previsione di un bilancio in forma semplificata

per le società a responsabilità limitata che non hanno nominato l’organo di controllo; vi)

la possibilità di costituire società a responsabilità limitata con capitale simbolico di 1

euro e modalità semplificate di costituzione, per chi abbia meno di 35 anni di età.

Le novità sono significative, in particolare muta l’assetto e l’oggetto dei controlli nella

società a responsabilità limitata, per l’introduzione del sindaco monocratico e per la

possibilità di optare tra organo di controllo o revisore3. Di rilievo per il sistema dei

1 Legge 12 novembre 2011, n. 183, recante le “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 14 novembre 2011, che è entrato in vigore il 1° gennaio 2012.2 Decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, articolo 3 recante “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività” (c.d. decreto liberalizzazioni), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 2012 e decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, articolo 35, recante “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e sviluppo” (c.d. decreto semplificazioni), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 9 febbraio 2012.3 Il decreto legge 22 dicembre 2011, n. 212, recante “Disposizioni urgenti in materia di composizione delle crisi da sovraindebitamento e disciplina del processo civile”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 22 dicembre 2011, all’art. 16, ha introdotto una disposizione transitoria, aggiungendo un comma 13 bis all’art. 14 della legge 12 novembre 2011, n. 183. La disposizione prevede che i collegi sindacali nominati entro il 31 dicembre 2011 rimangano in carica fino alla naturale scadenza del mandato. La norma si rendeva necessaria, allora, in virtù del fatto che il regime del sindaco unico dettato dalla legge di stabilità era ritenuto da alcuni regime legale inderogabile per la società a responsabilità limitata Le successive modifiche alla disciplina sul sindaco unico, in particolare quelle del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5 hanno portato un cambiamento radicale per l’assetto dei controlli. Le modifiche successive alla legge hanno introdotto una disciplina transitoria per la previsione sul sindaco unico nella società a responsabilità limitata e modificato la portata originaria delle norme, sia per la società a responsabilità limitata che per la

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controlli nelle società di capitali, la possibilità di attribuire all’organo di controllo le

funzioni dell’organismo di vigilanza previsto dal decreto legislativo n. 231 del 2001,

previste dalla legge di stabilità

Le misure di semplificazione riguardano la possibilità, per le società a responsabilità

limitata che non nominino l’organo di controllo, di redigere il bilancio secondo uno

schema semplificato, le cui voci e struttura saranno disciplinate dal Ministero

dell’economia e delle finanze. Per la società a responsabilità limitata viene altresì

confermato un regime semplificato di trasferimento delle quote di partecipazione. In

base alla nuova norma, è chiarito che l’atto di trasferimento delle quote effettuato con

sottoscrizione digitale è regolato in deroga alla disciplina contenuta nell’articolo 2470

del codice civile e non richiede l’autentica notarile.

Il decreto di gennaio sulle liberalizzazioni4 ha introdotto una nuova forma societaria, la

società a responsabilità limitata semplificata, destinata a favorire l’imprenditorialità

giovanile, cui possono accedere soggetti con età inferiore a 35 anni. Questa forma

societaria, di tipo transitorio, si caratterizza per assenza di requisiti minimi di capitale

(capitale simbolico di 1 euro) e modalità semplificate di costituzione (che può avvenire

con il mero deposito dell’atto costitutivo da parte degli amministratori, senza notaio

rogante). Molti ordinamenti hanno già dato vita con successo a forme societarie

nazionali a responsabilità limitata a capitale simbolico e l’introduzione di una misura

analoga nel nostro Paese risponde anche all’esigenza di rendere concorrenti i diversi

ordinamenti sulle forme giuridiche destinate alle piccole imprese e all’iniziativa

economica giovanile.

Con la presente circolare saranno esaminate le novità sul nuovo assetto dei controlli

nelle società di capitali e le altre misure di semplificazione per la società a

responsabilità limitata. Per il commento alle modifiche in tema di disciplina 231 e alla

società semplificata a responsabilità limitata si rinvia invece ad altre circolari in corso di

pubblicazione.

società per azioni.4 Decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, articolo 3.

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1. Il nuovo assetto dei controlli nelle società di capitali

1.1 Il sindaco unico e il revisore legale nelle società a responsabilità limitata

La legge di stabilità e il decreto legge sulla semplificazione5 hanno profondamente

innovato l’assetto e l’oggetto dei controlli nella società a responsabilità limitata, con una

modifica dell’articolo 2477 del codice civile.

Il nuovo regime dispone sempre un sistema dei controlli facoltativo e un sistema

obbligatorio. L’atto costitutivo della società a responsabilità limitata può, infatti,

prevedere in via facoltativa la nomina di un organo di controllo, anche monocratico, o di

un revisore, determinandone competenze e poteri, ivi compresa la revisione legale dei

conti. Nel caso in cui lo statuto non disponga diversamente l’organo di controllo è

costituito da un solo membro effettivo.

La nomina dell’organo di controllo o del revisore diviene obbligatoria al ricorrere dei

presupposti previsti dalla legge, che sono gli stessi che in precedenza imponevano alla

società la nomina di un collegio sindacale. La nomina dell’organo di controllo o del

revisore è obbligatoria: 1) se il capitale sociale non è inferiore a quello minimo previsto

per le società per azioni (attualmente fissato nella cifra di centoventimila euro); 2) se la

società è tenuta alla redazione del bilancio consolidato; 3) se la società controlla una

società obbligata alla revisione legale dei conti; 4) se per due esercizi consecutivi sono

superati due dei limiti previsti dall’articolo 2435 bis del codice civile per la redazione del

bilancio in forma abbreviata.

L’assemblea che approva il bilancio, in cui vengono superati i limiti suddetti, deve

provvedere entro trenta giorni alla nomina dell’organo di controllo o del revisore e, in

mancanza, provvede il tribunale su richiesta di qualsiasi soggetto interessato. L’obbligo

di nomina dell’organo di controllo o del revisore – previsto nel caso in cui per due

esercizi consecutivi siano superati due dei limiti previsti dall’articolo 2435 bis per la

redazione del bilancio in forma abbreviata – cessa se per due esercizi consecutivi i

limiti indicati non vengono superati.

Nel caso di nomina di un organo di controllo, anche monocratico, si applicano le

disposizioni sul collegio sindacale previste per le società per azioni. 5 L’articolo 14, comma 13, della legge di stabilità ha sostituito l’articolo 2477 del codice civile. Anche la rubrica dell’articolo 2477 è stata modificata e sostituita con “Sindaco e revisione legale dei conti”. Alcuni commi dello stesso articolo 2477 sono stati di nuovo modificati con l’articolo 35, comma 2, del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, in attesa di conversione.

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In base alla nuova formulazione del’articolo 2477, dunque, nel modello legale della

società a responsabilità limitata la funzione di controllo sulla gestione non è più

necessariamente svolta da un organo collegiale (il collegio sindacale), ma può essere

esercitata da un organo monocratico (il singolo sindaco).

Sempre secondo il dettato letterale della norma, inoltre, la società a responsabilità

limitata può definire il proprio assetto dei controlli sia ricorrendo alla figura dell’organo

di controllo sia, in alternativa, alla figura del revisore6. La scelta tra l’organo di controllo

e il revisore non distingue solo in senso soggettivo la figura che esercita la funzione di

controllo ma comporta anche una diversificazione dell’oggetto dei controlli svolti sulla

società. Nel primo caso, attraverso l’applicazione della disciplina del collegio sindacale

delle società per azioni, avremo un controllo sull’attività di gestione e un controllo sui

bilanci. Nel secondo caso, attraverso l’applicazione della disciplina della revisione

legale, avremo un controllo che ha per oggetto esclusivamente i bilanci delle società.

Questo nuovo regime normativo accentua il distacco tra le funzioni di controllo previste

per le società a responsabilità limitata e le funzioni di controllo previste per le società

per azioni, a conferma del fatto che nei due tipi sociali cambiano le esigenze che i

controlli sono dirette a soddisfare. Tale scelta si pone, infatti, nel senso di continuità

con l’ assunto base della riforma del diritto societario del 2003, che era quello di

prevedere la società a responsabilità limitata come tipo sociale autonomo dalla società

per azioni, regolato da un proprio organico complesso di norme.

Il modello societario della società a responsabilità limitata è maggiormente adottato da

imprese di minori dimensioni, ovvero a compagine societaria molto ristretta, o

nell’ambito dell’articolazione dei gruppi di imprese. Va subito rilevato, però, che tale

non è però la destinazione esclusiva del tipo società a responsabilità limitata, che anzi

nel nostro ordinamento si caratterizza, rispetto alla società per azioni, per una più

marcata flessibilità delle forme organizzative ed è, pertanto, anche una forma

societaria adottata da imprese di rilevanti dimensioni, o a compagine societaria

articolata (ad es. scaturite da joint venture o patti di sindacato)7.

6 In questo senso anche la relazione al disegno di legge di conversione la quale afferma che la semplificazione comporta la “facoltà, per le società a responsabilità limitata, di nominare un organo di controllo o revisore anche monocratico”. 7 In tema di società a responsabilità limitata si rinvia, per tutti, al recente Commentario sulla società a responsabilità limitata dedicato a G.B. Portale, Milano, 2011 e a G. ZANARONE, Della società a responsabilità limitata, in Commentario P. Schlesinger, diretto da F.D. Busnelli, Milano, 2010.

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Il punto che, però, giustifica un regime dei controlli delle società a responsabilità

limitata differenziato rispetto alle società per azioni è dato dagli elementi caratterizzanti

le due forme di società di capitali: nella società a responsabilità limitata la società è

incentrata sulla figura del socio e, per la raccolta del capitale di rischio e del capitale di

credito, non è consentito il ricorso al mercato del risparmio diffuso; la società per azioni

è invece una società di capitale potenzialmente aperta che può raccogliere capitale di

rischio e capitale di credito anche presso il mercato diffuso.

In definitiva l’assetto dei controlli delineato per le società a responsabilità limitata con il

decreto legge sulla semplificazione si presenta perfettamente coerente con la realtà

d’impresa che il legislatore della riforma ha ritenuto dovesse caratterizzare questo

modello di società. La società a responsabilità limitata è una società in cui i soci non

sono meri investitori, ma sono tendenzialmente soggetti coinvolti nella gestione, i quali

hanno un interesse diretto e specifico in essa e dispongono quindi di strumenti di

conoscenza diretta dell’andamento della gestione. Da ciò il superamento operato dal

legislatore dei principi di rigida ripartizione delle competenze tra organi sociali e di

procedimentalizzazione dei momenti deliberativi, aspetti che invece caratterizzano la

società per azioni.

Il punto centrale dell’assetto dei controlli diviene in quest’ottica la revisione legale,

quale strumento diretto a preservare, a favore dei terzi, l’integrità delle risorse conferite

e a consentire un corretto rendiconto della gestione degli amministratori.

La scelta di consentire alle società a responsabilità limitata l’organo di controllo

monocratico è stata criticata in quanto non apparirebbe idonea a garantire un assetto

efficiente dei controlli. Questa posizione non sembra del tutto giustificata. Il fatto che la

titolarità dell’organo sia attribuita a un unico soggetto oppure a un collegio non incide

sulla sua efficienza. Anche il controllo esercitato da un unico soggetto, se svolto

secondo procedure idonee alla realtà considerata e con l’eventuale ausilio di un

adeguato supporto organizzativo8, può essere efficiente ed efficace. Semmai la

collegialità dell’organo di controllo potrebbe essere considerata opportuna al fine di

rispondere ad altri tipi di istanze. L’istanza di ponderare maggiormente le scelte per

garantire l’adozione di decisioni più oculate e l’istanza di comporre le diverse

professionalità espresse all’interno di un collegio. Anche questi profili non sembrano

però di rilevanza tale da imporre collegialità dell’organo in ogni caso. Si potrebbe anzi

sostenere al contrario che la flessibilità operativa del sindaco unico potrebbe risultare

ben più efficiente dell’attività di controllo svolta da un collegio.

8 Come espressamente consentito dallo stesso legislatore ex articolo 2403bis, comma 4, c. c.

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La novità che sembra però di maggiore rilievo è quella di consentire l’articolazione

dell’assetto organizzativo della società a responsabilità limitata con la previsione di un

unico organo sociale (l’organo amministrativo) e con l’attribuzione ad un soggetto

esterno di una funzione di controllo sui bilanci. Tale scelta, lungi dal costituire un profilo

peculiare dell’ordinamento italiano, avvicina il nostro sistema a tutte le legislazioni in

materia di governance delle società di capitali dei principali paesi industrializzati.

Poste queste considerazioni preliminari, la difformità dei fenomeni d’impresa sottostanti

al tipo societario della società a responsabilità limitata e il tenore letterale della nuova

norma sollevano rilevanti questioni interpretative in merito alla composizione degli

organi societari della società a responsabilità limitata

La definizione dell’assetto dei controlli

La nuova versione dell’articolo 2477 consente alla società, nel caso in cui si presentino

i requisiti che la obbligano a dotarsi di una struttura dei controlli, di scegliere tra una

pluralità di opzioni.

La società può decidere di nominare un organo di controllo. In tale caso può decidere

di nominare un sindaco unico oppure un collegio sindacale.

Nel caso di sindaco unico, l’organo di controllo è costituito da un solo membro effettivo.

Nel caso in cui la società intenda invece nominare un collegio, il richiamo alle norme in

materia di società per azioni induce a ritenere che il collegio si possa comporre di tre o

cinque membri e di due sindaci supplenti.

La società può decidere altresì di nominare un revisore, in alternativa all’organo di

controllo. Con tale dizione la norma sembra fare riferimento tanto al revisore persona

fisica quanto alla società di revisione, iscritti nel registro dei revisori legali.

La società può infine decidere di nominare un organo di controllo e un revisore esterno.

Poiché tali opzioni sono indicate direttamente dal legislatore non è necessario che

l’atto costitutivo preveda la possibilità per la società di scegliere fra una di esse. Al

momento in cui si verifichi uno dei presupposti per l’obbligo di nomina dell’organo di

controllo o del revisore, essa sarà libera di optare per una delle opzioni sopra indicate.

Un’indicazione statutaria è necessaria in due casi. Il primo è quello in cui la società

intenda adottare un organo di controllo di natura collegiale, in quanto essendo la forma

legale quella del sindaco unico, solo l’atto costitutivo può permettere l’esercizio di

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questa facoltà. Se esso non dispone nulla l’organo è costituito da un solo membro

effettivo9. Il secondo caso è quando la società intenda escludere in sede di nomina una

delle opzioni previste dalla legge (prevedendo, ad esempio, che la società nomini

sempre un collegio sindacale).

La formulazione dell’articolo 2477 introdotta dalla legge di stabilità 2012, parlando di

“sindaco” aveva fatto nascere la questione se fosse consentita la nomina di un collegio

sindacale, in base a una scelta dell’atto costitutivo10. La questione è ora

espressamente risolta dal legislatore, il quale consente all’atto costitutivo di prevedere

un organo di controllo collegiale11.

Altra questione che era sorta con la prima versione della norma era se la società a

responsabilità limitata fosse obbligata, in alcuni casi, a nominare un collegio sindacale.

Secondo una certa opinione, infatti, la struttura organizzativa dell’organo di controllo

interno deve essere definita tenendo conto anche del rinvio effettuato dall’articolo 2477

alla disciplina in materia di società per azioni. Questo richiamo avrebbe comportato

l’estensione alle società a responsabilità limitata della nuova previsione in tema di

società per azioni12 che impone alle società di maggiori dimensioni l’organo

pluripersonale. Sotto un profilo operativo, in base a questa interpretazione le società a

responsabilità limitata che non hanno i requisiti per la redazione del bilancio abbreviato

sarebbero tenute a nominare un collegio sindacale composto da tre o cinque membri13.

Questa lettura del sistema, alla luce della nuova formulazione dell’articolo 2477

introdotta dal decreto legge sulla semplificazione, non appare più giustificabile.

L’articolo 2477 dispone infatti che il rinvio alle disposizioni sul collegio sindacale

previste per le società per azioni si ha nel caso di “nomina di un organo di controllo,

anche monocratico”. È chiaro a questo punto che il richiamo alla disciplina delle società

per azioni intende regolare l’aspetto delle funzioni, dei poteri e delle responsabilità

9 Articolo 2477, comma 1.10 La versione dell’articolo 2477 introdotta dalla legge di stabilità 2012 prevedeva infatti l’obbligatorietà della nomina del “sindaco” al ricorrere di una serie di condizioni. 11 Sul testo dell’articolo 2477, così come innovato dalla legge di stabilità 2012, si era pronunciato il Consiglio notarile di Milano affermando che esso non rende illegittime le clausole statutarie che prevedono la natura collegiale dell’organo di controllo (cfr. Massima n. 123 del 6 dicembre 2011); contra, su questo punto si vedano le riflessioni di M. STELLA RICHTER JR, E pluribus unum, di prossima pubblicazione in Riv. Soc, 2012, p.1 ss.12 Cfr. il nuovo articolo 2397 del codice civile così come modificato dalla legge di stabilità 2012, su cui infra.13 In questo senso si esprimeva la nota interpretativa di novembre 2011 del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili intitolata “La disciplina del collegio sindacale e del sindaco unico nelle società per azioni e nelle s. r. l. alla luce della legge di stabilità”.

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dell’organo di controllo nelle società a responsabilità limitata, quale che sia la sua

composizione. Esso non riguarda invece la struttura dell’organo, che rimane un profilo

disciplinato dalle norme sulla società a responsabilità limitata, in modo autonomo

rispetto alla disciplina delle società per azioni

A conforto di tale indicazione di natura testuale militano anche argomenti di natura

sostanziale. Non sembra che l’assetto dei controlli nelle società di capitali discenda

esclusivamente dal mero elemento dimensionale dell’impresa, quale che sia il tipo

adottato. È invece più corretto ritenere che sono altri gli elementi che giustificano un

determinato assetto dei controlli. Il primo di questi è il grado normativo di apertura alla

raccolta di capitale di rischio e di capitale di credito. Si pensi in questo senso alla

graduazione dei controlli nel senso di una maggiore complessità e imperatività che,

partendo dalle società a responsabilità limitata, passa alle società per azioni e arriva

alle società con azioni quotate. È quindi perfettamente coerente con il sistema la

differenziazione dell’assetto dei controlli anche tra società a responsabilità limitata e

società per azioni di medesime dimensioni. Questo perché, mentre la società a

responsabilità limitata è una società tendenzialmente chiusa, la società per azioni è

invece tendenzialmente aperta. Proprio in ragione di ciò, del resto, ragionando a

contrario, finora non si è mai posto in dubbio che la società per azioni debba

comunque dotarsi di un collegio sindacale anche se presenti dimensioni analoghe a

quelle di una società a responsabilità limitata, non obbligata alla nomina del collegio

sindacale.

In definitiva la società a responsabilità limitata ha sempre la facoltà di scegliere tra

organo di controllo collegiale e monocratico, quali che siano le sue dimensioni.

La disciplina dell’organo di controllo e del revisore di nomina obbligatoria

La disciplina dell’organo di controllo di nomina obbligatoria è regolata attraverso il

richiamo alle disposizioni in materia di società per azioni. Questo comporta che, al fine

di ricostruire il quadro normativo in ordine alle regole di nomina, cessazione e

funzionamento dell’organo, alle regole sui poteri, le competenze e le responsabilità

dell’organo di controllo si dovranno prendere in considerazione anche le disposizioni in

materia di società per azioni.

L’organo di controllo, tanto monocratico quanto collegiale, modella le proprie funzioni

su quelle del collegio sindacale delle società per azioni e sarà quindi chiamato a

vigilare sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta

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amministrazione e, in particolare, sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo,

amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo concreto funzionamento14.

Sempre l’applicazione delle norme sul collegio sindacale delle s. p.a. comporta che con

la nomina dell’organo di controllo dovrà essere esercitata anche la funzione di

revisione legale dei conti.

Tale funzione potrà essere esercitata dallo stesso organo di controllo oppure potrà

essere attribuita a un revisore esterno. In base alle norme previste per le società per

azioni, l’organo di controllo potrà esercitare la revisione legale solo se tale attribuzione

è prevista dall’atto costitutivo e la società non sia tenuta alla redazione del bilancio

consolidato. La funzione di revisione non potrà essere esercitata dall’organo di

controllo neppure nel caso in cui la società a responsabilità limitata rientri tra gli enti di

interesse pubblico di cui all’articolo 16 del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39.

Come abbiamo detto, nel caso in cui ricorrano i presupposti per un sistema dei controlli

obbligatorio, la società può anche decidere di nominare esclusivamente un revisore. In

questo caso il sistema dei controlli della società si impernia su un soggetto esterno che

ha il compito di effettuare esclusivamente l’attività di revisione legale e cioè un controllo

sul bilancio di esercizio e sul bilancio consolidato nonché sulla coerenza della relazione

di gestione con i bilanci.

La disciplina della revisione legale è, infatti, contenuta nel decreto legislativo 27

gennaio 2010, n. 3915, che regola i soggetti legittimati ad esercitare l’attività, il rapporto

di revisione, l’indipendenza, il contenuto dell’attività, i diritti, i poteri e la responsabilità

del revisore. Secondo il predetto decreto legislativo16, la revisione legale è la revisione

dei conti annuali o dei conti consolidati che si esprime nella relazione di revisione.

Nel caso in cui la società intenda nominare esclusivamente un revisore si pone il

problema di quale sia il procedimento di nomina. In base all’articolo 13 del decreto

legislativo n. 39/2010, l’assemblea conferisce l’incarico di revisione legale dei conti, su

proposta motivata dell’organo di controllo. Per organo di controllo si intende

chiaramente fare riferimento al collegio sindacale. Questa procedura è stata definita sul

presupposto che l’organo di controllo fosse nelle società un organo necessario. Nelle

società a responsabilità limitata che nominino esclusivamente un revisore e non vi sia

14 Articolo 2403 del codice civile.15 Su cui v. la nostra circolare n. 16 del 3 maggio 2010.16 Articolo 1, lett. m).

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quindi un “organo di controllo” è da ritenere che il procedimento debba subire un

adattamento.

L’ipotesi più ragionevole è che l’assemblea conferisca l’incarico dietro proposta

motivata dell’organo amministrativo. Sembra ammissibile, inoltre, che l’assemblea

abbia il potere non solo di conferire o non conferire l’incarico proposto dall’organo

amministrativo, ma anche di conferire l’incarico anche ad un revisore diverso da quello

proposto dagli amministratori. Tale potere appare del tutto in linea con la disciplina

prevista dalla direttiva comunitaria in materia di revisione che assegna all’assemblea

generale degli azionisti il potere di designare il revisore legale o l’impresa di revisione

legale17.

I problemi specifici della disciplina del sindaco unico

Nel caso di nomina di un unico sindaco si pongono alcuni problemi peculiari.

Una prima questione riguarda i requisiti soggettivi che sono richiesti al sindaco.

L’articolo 2477 non detta alcuna previsione specifica al riguardo. Tale lacuna può

essere colmata alla luce del richiamo che lo stesso articolo 2477 effettua a favore della

disciplina in materia di collegio sindacale delle società per azioni. In virtù

dell’applicazione di tale disciplina, il sindaco unico nella società a responsabilità limitata

deve essere scelto tra i revisori legali iscritti nell’apposito registro.

Ciò detto, il legislatore nell’atto di prevedere il sindaco unico si è limitato a disporre tale

principio senza toccare le altre disposizioni che regolano l’istituto.

Questo approccio determina un problema interpretativo assai rilevante che consiste nel

verificare come risultino compatibili ed estensibili al sindaco unico le regole in tema di

collegio sindacale proprie delle società a responsabilità limitata, nonché quelle

richiamate dall’articolo 2477 in tema di società per azioni, destinate per loro natura a

disciplinare situazioni di pluripersonalità,.

In linea di massima il principio da seguire è quello per cui la disciplina in materia di

collegio sindacale trova sempre applicazione al sindaco unico tranne i casi in cui essa

sia per sua natura incompatibile.

In questo senso si deve ragionare per il potere di impugnare le decisioni adottate dal

consiglio di amministrazione in conflitto di interessi18, per il potere di impugnare le

17 Articolo 37 della direttiva 2006/43/CE.18 Articolo 2475 ter, secondo comma.

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decisioni dei soci non conformi alla legge o all’atto costitutivo19, per le osservazioni che

accompagnano la relazione degli amministratori in caso di riduzione del capitale per

perdite20.

In merito alla disciplina dettata per le società per azioni e richiamata anche per le

società a responsabilità limitata, ricordiamo che l’articolo 2403 bis c.c. definisce i poteri

spettanti al collegio sindacale nell’esercizio delle sue funzioni, prevedendo che: i

sindaci possono procedere, anche individualmente, ad atti di ispezione controllo; il

collegio sindacale può chiedere agli amministratori notizie sull’andamento delle

operazioni sociali o su determinati affari, anche con riferimento società controllate; il

collegio sindacale può scambiare informazioni con i sindaci delle controllate. La

richiesta di informazioni agli amministratori e lo scambio di informazioni con i sindaci

delle controllate sono poteri da esercitare in via collegiale. Nel sistema del sindaco

unico sono poteri che potranno essere esercitati dal singolo sindaco, il quale è anche

tenuto a far risultare gli accertamenti eseguiti nel libro delle adunanze e delle delibere

del collegio sindacale. Si tratta infatti di poteri che non presentano caratteristiche tali da

essere incompatibili con la figura del sindaco unico. Anche la relazione che

accompagna il bilancio di esercizio dovrà essere redatta dal sindaco unico con il

contenuto previsto dal’articolo 2429 c.c..

Una riflessione specifica merita l’applicazione della disciplina relativa alle riunioni e alle

delibere del collegio sindacale di cui all’articolo 2404 c.c. Questo articolo, dopo aver

affermato che il collegio sindacale si deve riunire almeno ogni novanta giorni, disciplina

le modalità procedimentali delle riunioni e la loro verbalizzazione.

Nel verificare come possa trovare applicazione tale disposizione al sindaco unico

occorre distinguere tra la sua finalità complessiva e le specifiche indicazioni

procedimentali che sono proprie di un organo collegiale. L’obbligo di riunione (almeno)

trimestrale è diretto ad assicurare che il collegio sindacale svolga con una certa

frequenza le sue attività di controllo. L’obbligo di svolgere con continuità l’attività di

controllo vale anche per il sindaco unico, ma non sembra che ciò comporti un obbligo

di riunione almeno trimestrale. Gli atti del singolo sindaco si svolgono in un contesto

meramente individuale che si forma in assenza di un confronto o di una discussione,

per i quali non ha senso parlare di riunione. L’unica formalità che può conservare una

sua funzione sostanziale, anche in un contesto di unipersonalità, sembra essere quella

della verbalizzazione dell’attività. Tuttavia, mentre, in caso di organo collegiale, la

19 Articolo 2479 ter.20 Articolo 2482 bis, secondo comma.

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redazione di un verbale ha innanzitutto la funzione di verificare il rispetto delle regole

che presiedono all’attività collegiale21, nel caso di sindaco unico, la verbalizzazione

diventa invece il mezzo per documentare in forma stabile e duratura l’attività svolta e

questo anche ai fini di verificare la responsabilità dell’organo.

In definitiva il sindaco unico deve assicurare lo svolgimento in forma continuativa delle

verifiche e degli altri controlli ad esso richiesti che andranno documentati nella forma

della verbalizzazione sul libro dell’organo sindacale, con una frequenza almeno

trimestrale.

Altro tema è quello della sostituzione del sindaco per cause diverse da quella della

scadenza. La nuova versione dell’articolo 2477, secondo cui “l’organo di controllo è

costituito da un solo membro effettivo”, esclude la presenza di un componente

supplente come previsto in tema di società per azioni. A questo punto il meccanismo

giuridico da utilizzare non può che essere quello di un obbligo immediato di

sostituzione. In caso di morte, decadenza, rinunzia, gli amministratori saranno quindi

tenuti a convocare immediatamente i soci al fine di provvedere alla sostituzione del

sindaco unico.

I meccanismi di adozione del nuovo sistema dei controlli

La nuova formulazione dell’articolo 2477, introdotta dal decreto legge sulla

semplificazione, disegna un assetto dei controlli di natura obbligatoria in base alla

quale spetta alle società scegliere se nominare un organo di controllo, collegiale o

monocratico, oppure un revisore.

Questa impostazione all’insegna della flessibilità consente di affermare che non vi sono

particolari adempimenti da adottare per adeguare l’assetto degli organi sociali alla

nuova disciplina. Non sembra infatti prospettabile l’esistenza di clausole dell’atto

costitutivo il cui contenuto sia incompatibile con le nuove disposizioni.

Bisogna fare attenzione, però, al caso in cui l’atto costitutivo già contenga l’indicazione

specifica del numero dei componenti del collegio sindacale. In tale ipotesi, la società

sarà tenuta oggi a rispettare, in sede di nomina, la composizione collegiale indicata

nell’atto costitutivo. Quando la società intenda optare per una delle figure previste dalla

legge si renderà necessaria una modifica dell’atto costitutivo.

21 Cfr. L. A. Miserocchi, La verbalizzazione nelle società per azioni, Padova, 1969, 61.

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Nel caso in cui l’atto costitutivo non abbia alcuna previsione in materia di controlli, i soci

saranno investiti del potere di scegliere tra le opzioni previste dell’organo di controllo

monocratico e del revisore oppure del solo revisore.

Per quanto riguarda il problema della sorte dei collegi nominati alla data del 31

dicembre 2011, il decreto legge n. 212/2011, convertito con la legge 17 febbraio 2012,

n. 10, stabilisce che essi rimangono in carica fino alla scadenza naturale del mandato

deliberati dall’assemblea che li ha nominati.

1.2 Il sindaco unico nelle società per azioni

La legge di stabilità 2012, successivamente modificata dal decreto legge sulla

semplificazione, ha innovato anche la disciplina relativa alla funzione sindacale nelle

società per azioni. La nuova formulazione prevede che le funzioni del collegio

sindacale possano essere esercitate da un sindaco unico, scelto tra i revisori legali

iscritti nell’apposito registro, se lo statuto non disponga diversamente e ricorrano le

condizioni per la redazione del bilancio in forma abbreviata22.

Rimane invariato il regime ordinario secondo cui il collegio sindacale si compone di tre

o cinque membri e di due membri supplenti.

Il sistema può quindi essere così ricostruito. La funzione sindacale nelle società per

azioni è svolta da un collegio composto di tre o cinque membri e due supplenti. Per le

società di minori dimensioni, la funzione sindacale è svolta da un sindaco unico, a

meno che lo statuto non la affidi a un collegio.

Ambito di applicazione

L’attribuzione delle funzioni sindacali al sindaco unico riguarda le società, che non

abbiano emesso titoli negoziati in mercati regolamentati, e che, per due esercizi

consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti: a) 4.400.000 euro di totale

dell’attivo dello stato patrimoniale; b) 8.800.000 euro di ricavi delle vendite e delle

prestazioni; c) 50 dipendenti occupati in media durante l’esercizio23.

La disciplina del sindaco unico non trova applicazione nei confronti di quelle società

che abbiano azioni, obbligazioni oppure altri titoli quotati nei mercati regolamentati.

22 Articolo 2397, comma 3, del codice civile così come modificato dall’articolo 14, comma 14, della legge di stabilità 2012 e successivamente dall’articolo 35, comma 1, del decreto legge n. 5/2012.23 Articolo 2435 bis c. c.

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Il totale dell’attivo è composto dalla somma delle lettere A, B, C, e D dello schema di

stato patrimoniale. Per ricavi delle vendite e delle prestazioni, ci si riferisce al valore

indicato al numero 1 della classe A) dello schema di conto economico.

La scelta del sindaco unico e il meccanismo di passaggio dal collegio al sindaco unico

e dal sindaco unico al collegio

In base alla formulazione del’articolo 2397, in assenza di indicazioni statutarie, l’organo

di controllo, nelle società per azioni che possono redigere un bilancio abbreviato, si

compone di un sindaco unico. Lo statuto può però prevedere che la funzione sindacale

sia affidata ad un collegio. Sembra ragionevole ritenere inoltre che la clausola possa

essere formulata nel senso di attribuire ai soci, in sede di nomina, il potere di scegliere

se nominare un sindaco unico oppure un collegio. In tal senso milita la prassi in ordine

alla nomina degli amministratori. Per gli amministratori, infatti, sono ritenute legittime

quelle clausole statutarie che lasciano ai soci in assemblea il potere di scegliere tra

amministratore unico e consiglio. La possibilità per i soci di scegliere tra un sindaco

unico e un collegio consente loro di modulare l’assetto dell’organo di controllo alla luce

delle esigenze specifiche della società. Queste esigenze soddisfano interessi delle

parti sicuramente meritevole di tutela e non pregiudicano valori indisponibili.

Poiché si tratta di requisiti legati a valori di bilancio che per loro natura possono mutare

nel tempo, la società si potrà trovare, al mutare dei valori, nelle condizioni di nominare

un sindaco unico o di dover nominare un collegio sindacale. Si pone quindi il problema

delle modalità attraverso cui avviene il passaggio dal collegio sindacale al sindaco

unico e viceversa.

Nel caso in cui vengano meno i requisiti che consentono la nomina del sindaco unico,

si prevede che l’assemblea provvede alla nomina del collegio sindacale, entro trenta

giorni dall’approvazione del bilancio dal quale risulta che sono venute meno le

condizioni per la redazione del bilancio in forma abbreviata. Quando questo termine sia

scaduto, può provvedere il tribunale su richiesta di qualsiasi soggetto interessato.

L’assemblea che approva il bilancio in cui si accerta il venir meno dei requisiti per la

nomina del sindaco unico deve provvedere, entro trenta giorni, alla nomina del collegio

sindacale, anche se non è scaduto il termine triennale dell’incarico.

Vi è poi il caso opposto quando l’assemblea che approva il bilancio accerti il verificarsi

dei presupposti per la redazione del bilancio abbreviato.

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La dottrina ha affrontato il caso della cessazione della nomina obbligatoria del collegio

sindacale nelle società a responsabilità limitata. Secondo la dottrina maggioritaria24 il

collegio sindacale deve “intendersi nominato solo se e fino al momento in cui

permanga un obbligo legale in tal senso, sicché appare plausibile ritenere che, venuto

meno quest’obbligo, si realizzi una causa d’anticipata cessazione dalla carica, o, più

correttamente, una ragione speciale di decadenza dall’ufficio”.

Questa soluzione potrebbe essere adottata anche nella fattispecie in esame,

soprattutto se si volesse ragionare in termini di assoluta corrispondenza tra bilancio

abbreviato e sindaco unico. In tale ottica, una volta verificati i presupposti per la

redazione del bilancio abbreviato i soci potrebbero immediatamente nominare il

sindaco unico con la conseguente decadenza del collegio.

Si potrebbe però anche sostenere la diversa soluzione per cui la verifica dei requisiti

per la nomina del sindaco unico rileva solo al momento della nomina dell’organo. In

questa ottica la nuova disciplina introdotta indicherebbe i requisiti di legittimità della

nomina dell’organo in forma semplificata che vengono in evidenza al momento di

attribuzione dell’incarico.

Non sembra possibile, tuttavia, allo stato della riflessione giungere a una conclusione

incontrovertibile.

La disciplina del sindaco unico

Come abbiamo visto in ordine al collegio sindacale delle società a responsabilità

limitata, anche per le società per azioni il legislatore, una volta introdotta la figura del

sindaco unico, non si preoccupa di definire compiutamente i profili della disciplina.

L’unico profilo espressamente disciplinato riguarda i requisiti soggettivi di natura

professionale del sindaco. Esso deve essere scelto tra i revisori legali iscritti

nell’apposito registro.

Il principio guida nel ricostruire il quadro normativo relativo alla funzione sindacale

esercitata dal sindaco unico è sempre quello di ritenere applicabili tutte le regole fissate

per il collegio sindacale, fatta eccezione per quelle che sono inapplicabili in quanto

connesse in modo indissolubile ad un organo di natura collegiale.

24 G. CAVALLI, Il controllo legale dei conti nelle società a responsabilità limitata, in Giur. Comm. 2003, I, 714; nel medesimo senso anche G. ZANARONE, Della società a responsabilità limitata, II, Milano, 2010, 1159; P. BENAZZO, Il collegio sindacale, in Commentario Portale, op. cit, p. 737.

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Trova applicazione anche nei confronti del sindaco unico la disciplina propria del

collegio sindacale in ordine alla nomina25, alle competenze26, ai poteri27 e alle

responsabilità28.

Per quanto riguarda il profilo della disciplina in ordine alle riunioni del collegio

sindacale, non possiamo che ribadire le conclusioni a cui siamo già pervenuti in tema

di società a responsabilità limitata.

Il sindaco unico non deve riunirsi trimestralmente ma deve solo documentare sul libro

dell’organo sindacale, con frequenza almeno trimestrale l’attività di controllo

esercitata29.

L’unico punto che merita una trattazione autonoma riguarda lo svolgimento dell’attività

di revisione legale dei conti. L’articolo 2409 bis non è stato modificato e prevede

ancora che “lo statuto delle società che non siano tenute alla redazione del bilancio

consolidato può prevedere che la revisione legale dei conti sia esercitata dal collegio

sindacale”.

Non è chiaro se il sindaco unico possa esercitare anche l’attività di revisione legale.

Due sono le soluzioni prospettabili. La prima soluzione si fonda sul presupposto che la

mancata modifica della disposizione che regola lo svolgimento della revisione legale

affidata al collegio sindacale è il frutto di una scelta consapevole del legislatore, il cui

intento è proprio quello di non consentire al sindaco unico anche lo svolgimento della

revisione legale. La seconda soluzione parte invece dalla diversa considerazione che

la mancata modifica della disciplina discende in realtà da una mera svista del

legislatore e il sindaco unico può esercitare anche l’attività di revisione.

Ai fini della soluzione è essenziale il dato normativo per cui il sindaco unico nelle

società per azioni deve essere scelto tra i revisori legali iscritti nell’apposito registro. La

richiesta di tale requisito professionale può avere un senso solo se il sindaco può

essere chiamato anche a svolgere la revisione legale. Se invece il sindaco unico non

può svolgere tale compito, non si giustifica la richiesta del possesso del suddetto

requisito professionale. È quindi da ritenere che il sindaco unico possa esercitare

anche la revisione legale.

25 Articolo 2400 del codice civile.26 Articolo 2403 del codice civile.27 Articolo 2403bis, 2405, 2406, 2408 del codice civile.28 Articolo 2407 del codice civile.29 Su questi problemi v. amplius la parte sulle società a responsabilità limitata.

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2. Misure di semplificazione per la società a responsabilità limitata

2.1 Il trasferimento di quote per atto sottoscritto con firma digitale

Tra le misure di semplificazione introdotta dalla legge di stabilità 2012, è rilevante

anche quella sulla disciplina dell’atto di trasferimento di quote di partecipazione in

società a responsabilità limitata sottoscritto con firma digitale, che definisce alcuni

profili interpretativi del regime vigente. In base alla nuova norma, è chiarito che l’atto di

trasferimento delle quote effettuato con sottoscrizione digitale è regolato in deroga alla

disciplina contenuta nell’articolo 2470 del codice civile ed è sottoscritto con una firma

digitale non autenticata30.

Il procedimento di deposito presso il registro delle imprese degli atti di trasferimento di

quote di società a responsabilità limitata può seguire due regimi.

Il primo regime, definito dal secondo comma dell’articolo 2470 del codice civile,

prevede che l’atto di trasferimento venga redatto con sottoscrizione autenticata e

depositato, entro trenta giorni, a cura del notaio autenticante, presso l’ufficio del

registro delle imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede sociale.

Il secondo regime, introdotto dall’articolo 36, comma 1 bis, del decreto legge 25 giugno

2008, n. 112, stabilisce che l’atto di trasferimento “può essere sottoscritto con firma

digitale, nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione

dei documenti informatici, ed è depositato, entro trenta giorni, presso l’ufficio del

registro delle imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede sociale a cura di un

intermediario abilitato ai sensi dell’articolo 31, comma 2 quater, della legge 24

novembre 2000, n. 340”.

I soggetti abilitati a fungere da intermediari per il deposito presso il registro delle

imprese sono quelli iscritti nella sezione A Commercialisti dell’Albo dei dottori

commercialisti e degli esperti contabili. La norma richiama infatti i soggetti che sono

legittimati a effettuare il deposito dei bilanci mediante trasmissione telematica o su

supporto informatico. Essi sono individuati, dall’articolo 31, comma 2 quater, della

legge n. 340/2000, negli iscritti agli albi dei dottori commercialisti e dei ragionieri e periti

commerciali. Con la costituzione del nuovo Ordine professionale dei dottori

commercialisti e degli esperti contabili31 però la competenza ad effettuare tali attività

30 Articolo 14, comma 8.31 Istituito con il decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139.

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spetta ora ai soggetti iscritti nella sezione A Commercialisti dell’Albo dei dottori

commercialisti e degli esperti contabili 32.

Il secondo regime di trasferimento delle quote ha dato luogo a una questione

interpretativa assai rilevante in merito alla necessità o meno dell’intervento del notaio

per autenticare le firme digitali con cui l’atto viene sottoscritto dalle parti.

Secondo un primo orientamento33, l’art. 36, comma 1 bis, darebbe vita a un nuovo

procedimento alternativo e autonomo rispetto a quello delineato dall’art. 2470 del

codice civile, caratterizzato: i) dal supporto su cui deve essere impresso l’atto originale,

informatico anziché cartaceo; ii) dal tipo di firma, digitale al posto di quella autografa;

iii) dal non necessario intervento del notaio nel procedimento. Per un secondo

orientamento34, invece, il procedimento delineato dall’art. 36, comma 1 bis non è

autonomo e autosufficiente, essendo anch’esso governato dal principio di autenticità,

che è presupposto generale dell’iscrivibilità degli atti nel registro delle imprese.

Questa seconda opinione era stata accolta anche dalla giurisprudenza35, che aveva

affermato la necessità dell’intervento del notaio per autenticare la sottoscrizione

dell’atto di trasferimento sottoscritto con firma digitale al fine dell’iscrizione nel registro

delle imprese. In base a questa opinione, il procedimento di trasferimento si sarebbe

dovuto articolare in un atto di trasferimento redatto in forma informatica con la

sottoscrizione digitale delle parti autenticata dal notaio e nel successivo deposito

dell’atto per l’iscrizione presso il registro delle imprese effettuato dal notaio oppure

affidato ad un soggetto iscritto nella sezione A Commercialisti dell’Albo dei dottori

commercialisti e degli esperti contabili.

La soluzione adottata con la legge di stabilità 2012

32 Cfr. articolo 78 del decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139.33 In tal senso v. V. DONATIVI, Il trasferimento delle quote di società a responsabilità limitata con firma digitale, alla luce delle recenti novità legislative, in Le Società, n. 4 del 2009, p. 410-424; C. SANDEI, L’atto informatico di trasferimento delle partecipazioni in società a responsabilità limitata: addio certezza, in Nuove leggi civili commentate, n. 2, 2009, p. 401-423; Circolare Assonime, L’abolizione del libro soci nella società a responsabilità limitata, n. 21 del 2009, p.6; Il Caso Assonime n. 6 del 2009; 34 E. MACCARONE E G. PETRELLI, Le cessioni di quote di società a responsabilità limitata dopo la conversione del d.l. n. 112 del 2008, in Notariato, n. 5, 2008, p. 533-539; V. SALAFIA, Deposito ed iscrizione nel Registro delle imprese delle cessioni di quote della società a responsabilità limitata, in Le società, n. 6, 2009, p. 738-745. 35 Tribunale Vicenza 21 aprile 2009, in Giur. It. 2010, 346, commentata nel nostro caso n. 6 del 2009; Trib. Milano 26 giugno 2009 e Trib. Vicenza 23 novembre 2009 in Riv. Not. 2010, II, 202.

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L’articolo 14 della legge di stabilità 2012 interviene in materia confermando36, che l’atto

di trasferimento di quote di società a responsabilità limitata redatto su supporto

informatico con sottoscrizione digitale in base è disciplinato “in deroga al secondo

comma dell’articolo 2470 del codice civile ed è sottoscritto con la firma digitale di cui

all’articolo 24” del codice dell’amministrazione digitale. Siamo in presenza, quindi, di

una norma che ha i caratteri propri della norma interpretativa37, che afferma due

principi. Il primo è che l’atto di trasferimento di quote di società a responsabilità limitata

con firma digitale è regolato in deroga alla disciplina dettata dall’articolo 2470 del

codice civile dal codice civile; il secondo è che la firma digitale con cui si sottoscrive

l’atto di trasferimento è la firma digitale semplice (regolata proprio dall’articolo 24 del

codice dell’amministrazione digitale) e non la firma digitale autenticata (regolata invece

dall’articolo 25 del codice dell’amministrazione digitale).

Il senso complessivo di queste indicazioni è quello di chiarire che il procedimento di

formazione e deposito degli atti di trasferimento di quote di società a responsabilità

limitata sottoscritti con firma digitale è alternativo ed autonomo rispetto a quello

previsto dall’articolo 2470 e non contempla un’autentica delle firme digitali apposte

dalle parti al fine di procedere al deposito nel registro delle imprese. La conseguenza

più rilevante di questa impostazione è che non è più necessario un intervento del

notaio al fine di autenticare le firme digitali dei contraenti.

Le conseguenze operative della soluzione adottata

In base a questa impostazione, l’atto di trasferimento deve assumere la veste di un

documento informatico sottoscritto dalle parti con firma digitale non autenticata, che

deve essere iscritto nel termine di trenta giorni presso il registro delle imprese, a cura

dei soggetti incaricati che risultano iscritti nella sezione A Commercialisti dell’Albo dei

dottori commercialisti e degli esperti contabili. In considerazione del fatto che i

documenti informatici sottoscritti con firma digitale semplice non consentono di

attribuire una data certa all’atto, si pone il problema di come calcolare i trenta giorni per

il deposito dell’atto. Secondo la dottrina38 la soluzione deve passare dal fatto di

36 Al comma 8, con riferimento all’articolo 36, comma 1 bis, del decreto legge n. 112/2008.37 Per norme interpretative si intendono disposizioni “che, riferendosi e saldandosi con altre disposizioni (quelle interpretate), intervengono esclusivamente sul significato normativo di queste ultime …, chiarendone o esplicitandone il senso (ove considerato oscuro) ovvero escludendone o enucleandone uno dei sensi ritenuti possibili, al fine, in ogni caso, di imporre all’interprete un determinato significato normativo della disposizione interpretata”, così Corte Costituzionale 3 marzo 1988, n. 233, in Foro Italiano 1989, I, 1052.38 C. SANDEI, L’atto informatico di trasferimento delle partecipazioni in srl: addio certezza, in Nuove leggi civili commentate 2009, 417.

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associare alla firma digitale una valida marca temporale. L’apposizione di una marca

temporale attribuisce, in ambiente informatico, una data certa all’atto e consente quindi

di verificare il rispetto dei trenta giorni per il deposito.

La presenza di un doppio regime formale solleva la questione dell’ambito di

applicazione dell’uno e dell’altro regime. Sul tema poche sono le opinioni riscontrate 39.

Ci si può chiedere se tale disciplina riguardi anche gli atti costitutivi di pegno e usufrutto

di quote. L’articolo 14, comma 8, della legge di stabilità, come abbiamo visto, ha la

portata di un’interpretazione autentica e quindi obbliga l’interprete ad attribuire alla

norma un certo significato. Partendo da questo presupposto il fatto che lo stesso

articolo abbia qualificato la disciplina contenuta nell’articolo 36, comma 1 bis, del

decreto legge n. 112/2008 come una norma “derogatoria” della disciplina di diritto

comune ha importanti implicazioni in ordine all’ambito di applicazione della predetta

disciplina.

La norma derogatoria si pone infatti come eccezione alla regola. Se così è ne deriva

che i rapporti “tra le due norme si ordinano in modo tale che la efficacia della norma

derogata si estende fin dove le fattispecie concrete non rientrano nella previsione della

norma derogante, di modo che l’una costituisce la regola valida in genere, l’altra

l’eccezione valida solo per ipotesi specifiche e limitate”40. Per la giurisprudenza41

l’interpretazione estensiva di disposizioni derogatorie “se pur in astratto non preclusa,

deve ritenersi comunque circoscritta alle ipotesi in cui il plus di significato, che si

intenda attribuire alla norma interpretata, non riduca la portata della regola con

l’introduzione di nuove eccezioni, bensì si limiti ad individuare nel contenuto implicito di

una eccezione già codificata altra fattispecie avente identità di ratio con quella

espressamente contemplata”.

Seguendo questa linea di pensiero ne deriva che la disciplina contenuta nell’articolo

36, comma 1bis, del decreto legge n. 112/2008 si applica solo a quei negozi che

possono rientrare nella qualifica di “atti di trasferimento delle quote” che comprende

quegli atti che trasferiscono la piena proprietà. Essa non può comprendere invece gli

39 Tra chi ha indagato sulle ragioni di un doppio regime formale va segnalata la posizione di chi sottolinea la possibilità di graduare gli effetti dell’atto (e le garanzie) in relazione alla forma dell’atto stesso. Il contratto elettronico non autenticato sarebbe idoneo al deposito dell’atto, ma non all’iscrizione nel registro delle imprese, mentre il deposito notarile sarebbe utile ai fini dell’iscrizione dell’atto di trasferimento (V. DE STASIO, La forma e l’iscrizione del trasferimento della partecipazione nel registro delle imprese, in Commentario Portale, op. cit, p. 355). La tesi ha il pregio di dare una risposta sistematica, ma ai fini dell’iscrizione nel registro delle imprese appare complesso operare una distinzione sull’atto di deposito. 40 Cfr. G. U. RESCIGNO, Deroga (in materia legislativa), in Enciclopedia del Diritto, XII, Milano, 1962, 303.41 Cass. Civ. 1 settembre 1999, n. 9205, in Giust. Civ. 2000, I, 85.

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atti costitutivi di pegno e usufrutto che sono di natura diversa in quanto costitutivi di

diritti reali parziali42.

Un’ultima questione riguarda il momento a decorrere dal quale la nuova norma trova

applicazione. La nuova disposizione è entrata in vigore il 1° gennaio 2012. La sua

natura di norma interpretativa, la quale ha un intrinseco effetto retroattivo, porta però a

ritenere che di essa si debba tener conto anche prima che essa divenga una fonte del

diritto.

2.2 Il bilancio semplificato nelle società a responsabilità limitata

Tra le misure di semplificazione in materia di diritto societario introdotte dalla legge di

stabilità 2012, vi è anche la semplificazione degli schemi di bilancio di esercizio delle

società a responsabilità limitata. Secondo l’articolo 14, comma 9, della legge di stabilità

2012, a partire dal 1° gennaio 2012, le società a responsabilità limitata che non

abbiano nominato il collegio sindacale possono redigere il bilancio secondo uno

schema semplificato. È affidato a un decreto del Ministro dell’economia e delle finanze

il compito di definire le voci e la struttura che compongono lo schema di bilancio

semplificato nonché le modalità di attuazione della disciplina.

La disciplina è costruita nel senso di attribuire una mera facoltà alla società che redige

il bilancio. Essa sarà quindi comunque libera di utilizzare lo schema ordinario di

redazione del bilancio o eventualmente il bilancio in forma abbreviata.

Ambito di applicazione

La disposizione trova applicazione alle società a responsabilità limitata che non

abbiano nominato il collegio sindacale.

Sicuramente essa si applica a quelle società a responsabilità limitata che non hanno

nominato il collegio sindacale in quanto non rientrano nell’obbligo di nomina previsto

dal’articolo 2477 del codice civile.

Si pone invece il dubbio se essa trovi applicazione rispetto a quelle società a

responsabilità limitata le quali abbiano nominato il collegio sindacale non per un

42 Un orientamento (V. DONATIVI, Il trasferimento delle quote di società a responsabilità limitata con firma digitale, alla luce delle recenti novità legislative, cit.) che si era pronunciato nel contesto della previgente disciplina aveva affermato la piena equivalenza tra forma elettronica non autentica e forma cartacea autenticata con la conseguenza che anche gli atti di costituzione di usufrutto e di pegno potessero essere stipulati in base ad una forma elettronica non autenticata.

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obbligo di legge ma in via volontaria. Secondo l’articolo 2477, infatti, le società a

responsabilità limitata, pur non essendovi obbligate, possono prevedere in via

statutaria la nomina di un collegio sindacale o di un revisore, determinandone

competenze e poteri.

In base al dato letterale sembrerebbe che il semplice fatto di aver nominato il collegio

sindacale, tanto se in assolvimento di un obbligo quanto se usufruendo di una facoltà,

esclude la possibilità per la società di usufruire del schema di bilancio semplificato. In

realtà la ratio del provvedimento potrebbe condurre ad una diversa soluzione. La

norma in esame ha la precisa finalità di facilitare gli adempimenti di natura contabile di

quelle società nelle quali le dimensioni o gli interessi potenzialmente coinvolti non

giustificano l’applicazione degli schemi ordinari di bilancio. In questo senso sono

significativi i requisiti in presenza dei quali la società è obbligata alla nomina del

collegio sindacale in quanto essi segnalano una certa dimensione oppure determinati

interessi. È evidente per altro verso che invece la nomina volontaria del collegio

sindacale non è assolutamente un indice significativo. Si può infatti prevedere la

nomina di un collegio sindacale anche in società di minori dimensioni o nelle quali non

vengono in rilievo particolari interessi. Si potrebbe ipotizzare quindi di attribuire alla

norma che definisce l’ambito di applicazione della disciplina in esame un significato il

più possibile coerente con la ratio del provvedimento. Da questa impostazione ne

deriva che la semplificazione in tema di bilancio trova applicazione a tutte quelle

società le quali non siano obbligate alla nomina del collegio sindacale, anche se hanno

nominato il collegio sindacale in via volontaria.

Ciò detto, si deve comunque osservare come la definizione dell’ambito di applicazione

del bilancio semplificato suscita perplessità. Con la versione dell’articolo 2477,

introdotta dal decreto legge sulla semplificazione, le società a responsabilità limitata

possono sempre nominare, in alternativa al collegio sindacale, un sindaco unico o un

revisore. In base alla lettera dell’articolo 14, comma 9, della legge di stabilità 2012

mentre la nomina di un collegio sindacale non permette di usufruire della

semplificazione la nomina del sindaco unico o del revisore consente invece sempre di

redigere un bilancio semplificato.

I rapporti con la disciplina in tema di bilancio in forma abbreviata e con l’ordinamento

comunitario

È da segnalare che l’ordinamento già contempla un modello di bilancio di esercizio a

struttura semplificata che è il c. d. “bilancio in forma abbreviata” di cui all’articolo

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2435bis del codice civile, il quale trova applicazione alle società per azioni e alle

società a responsabilità limitata di minori dimensioni. Si tratta di quelle società le quali,

per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti: a) 4.400.000

euro di totale dell’attivo dello stato patrimoniale; b) 8.800.000 euro di ricavi delle

vendite e delle prestazioni; c) 50 unità di dipendenti. Si pone quindi un problema di

coordinamento e raccordo tra i due regimi semplificati di bilancio di esercizio.

È poi da considerare è che la società a responsabilità limitata rientra tra i tipi sociali cui

si applicano le misure di coordinamento della IV direttiva societaria in materia di conti

annuali43. Le misure di semplificazione che potranno essere adottate in sede

regolamentare dovranno comunque rispettare i principi previsti da tale direttiva che

regola le possibili misure di semplificazione e in particolare, tra le altre, le previsioni

dell’articolo 11 per quanto riguarda lo stato patrimoniale, dell’articolo 27 per quanto

riguarda il conto economico e dell’articolo 44 per quanto riguarda la nota integrativa. Si

deve ricordare che la direttiva consente anche forme di semplificazione non del

bilancio redatto dagli amministratori ma del bilancio che si pubblica presso il registro

delle imprese (articolo 47).

Il Direttore Generale

Micossi

43 Direttiva 78/660/CEE del 25 luglio 1978.

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