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Seconda Conferenza “Uniti contro il Razzismo” La lotta contro il razzismo nelle competizioni calcistiche per club Una guida per i club UEFA Media Services tel: +41 848 04 27 27 fax: +41 22 707 28 38 email: [email protected] Documento redatto dalla UEFA e da FARE www.farenet.org uniti contro il razzismo Seconda Conferenza “Uniti contro il Razzismo” uniti contro il razzismo

Il sito ufficiale del calcio europeo | UEFA.com - razzismo il contro · 2006-11-01 · responsabili del calcio europeo. Nel 2003 la lotta contro il razzismo veniva già vista come

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La lotta contro il razzismo nellecompetizioni calcistiche per club

Una guida per i club

UEFA Media Servicestel: +41 848 04 27 27fax: +41 22 707 28 38email: [email protected]

Documento redatto dalla UEFA e da FARE

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1. Finalità della guida? 05

2. Cos’è il razzismo? 07

3. Eliminare tutte le forme 08di razzismo e discriminazione

3.a Come affrontare omofobia 10e sessismo

4. Come gestire una campagna 12specifica a livello di club – regole da seguire

4.a Come stabilire gruppi di lavoro 14

4.b Educare con attività simboliche 15

4.c Giornate contro il razzismo 17

4.d Come coinvolgere giocatori 18e allenatori

4.e Attività presso le scuole 19

5. Settimane d’iniziative FARE 20

5.a Mobilitazione Continua 21

6. Lavorare con i tifosi 22

6.a Come affrontare i tifosi 24d’estrema destra

7. Servizi di sicurezza e polizia 26

8. Lavorare con le comunità 28che rappresentano minoranze etniche

8.a Minoranze etniche e tifosi 30

8.b Migliorare le opportunità 31per le minoranze etniche

9. Come utilizzare i media 32

10. Il partenariato tra 34UEFA e FARE

Indicepagina pagina

©UEFA 2006. All UEFA names and logos are registered trademarks of UEFA. All rights reserved.

Photographs: Arsenal Football Club, Empics, FairPlay-vidc, Getty Images,

Kick It Out, Mahatma Gandhi Human Rights Organisation (Hungary),

People Against Racism (Slovakia), Reuters, Reuters, Step Ahead (Croatia), UEFA, Woods.

Designed and printed by Works Ltd, Leeds (England).

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Nel 2003 la UEFA e FARE hannopubblicato congiuntamente unaguida di buone pratiche per lalotta contro il razzismo nel calcioeuropeo, a seguito della primaconferenza Unite Against Racism(Uniti contro il Razzismo), tenutasipresso la sede del Chelsea FC a Londra.

La guida s’incentrava sui problemidi fronte ai quali si trovano leFederazioni nazionali e presentavauna serie di attività intraprese dairesponsabili del calcio europeo.

Nel 2003 la lotta contro il razzismoveniva già vista come una politicache il calcio europeo dovevaintraprendere con vigore. Da alloral’ambiente politico e sportivohanno dato ancora maggiorerilevanza a questo tema.

Nel mondo del calcio vi sono statedelle preoccupazioni per i giocatoriche sono stati vittime di insulti aipiù alti livelli. In alcuni paesi, le attività dei tifosi d’estremadestra o neo-nazisti attorno aglistadi sono diventate più evidenti epersonaggi famosi si sono resiprotagonisti d’insulti che sono finitisulle televisioni di tutto il mondo.

A causa di tali eventi la questione è diventata pressante a livellopolitico ed i governi hanno decisodi intervenire per incoraggiare e sostenere la lotta contro ilrazzismo e la discriminazione.

All’inizio di quest’anno il ParlamentoEuropeo ha votato una risoluzionecontro la discriminazione dovuta amotivi legati all’origine etnica o allacittadinanza, trasformando questotema in uno dei maggiori obiettividella Comunità Europea. Il “Rapporto Indipendente sulloSport in Europa” ha anche fattonotare che, “non è possibileignorare che durante gli eventisportivi vi sono spesso statiepisodi di razzismo e xenofobia”ed ha fatto appello alla comunitàcalcistica affinché intervenga.

Il calcio a livello di club è al centrodelle nostre attività. I club stessi, i loro giocatori ed i tifosi sonoprotagonisti ogni settimana per lamaggior parte dell’anno ed è inquesto contesto che avvengono la maggior parte degli sviluppi del nostro sport. Proprio a livello di club è possibile intervenire inmaniera più radicale contro il razzismo.

I principali obiettivi per le squadredi club sono stati individuati. Si tratta in particolar modo dilottare contro gli insulti razzisti el’emarginazione istituzionale e poidi lavorare assieme affinché siapossibile integrare le minoranze e lecomunità d’immigrati. Questa guidafornisce degli orientamenti su ciòche può essere fatto e come.

La guida è stata redatta a seguitodella seconda conferenza UniteAgainst Racism (Uniti contro ilRazzismo) tenutasi allo stadioCamp Nou di Barcellona, nelfebbraio 2006. Quanto proposto è stato attuato e verificato ed èsufficientemente pratico per essere adattato a livello operativodalla maggior parte dei club.

Sarebbe impossibile fornire degliesempi di buone pratiche in undocumento di questa natura. Per tale ragione abbiamo deciso di stabilire dei principi generali e di fornire suggerimenti con pochiesempi. Si tratta semplicemente di un punto d’inizio che ci aiuterà a raggiungere il nostro obiettivocomune: uno sport senzadiscriminazione e che sia daesempio per un ideale d’Europamulticulturale.

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Finalità della guida1.

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Cos’è il razzismo?Essere razzisti vuol dire crederenella superiorità di una razza,religione o gruppo etnico. Il razzismo in genere vieneespresso con un trattamento meno favorevole, insulti o praticheche causano svantaggio.

Il razzismo può essere espressointenzionalmente o per mancanzadi comprensione e ignoranza ed ingenere si manifesta apertamente oin maniera subdola. Tale fenomenoavviene a livello di un’impresa o diun’organizzazione – nel calcio sipuò esprimere tramite gli insultirazzisti dei tifosi o pratiched’emarginazione per opera degliorganismi di controllo a tutti i livelli,dei club o di altri protagonisti delnostro sport.

Il razzismo è un problema cheriguarda tutta l’Europa ed in genere a subirlo sono le minoranzeetniche e gli immigrati, conmaltrattamenti e discriminazione.In molte parti del VecchioContinente le minoranze che sonovittima del razzismo provengonoda regioni o paesi limitrofi.

Nei paesi dell’Europa Occidentale,le vittime provengono spesso dalleex colonie d’Africa, Caraibi e Asiaoppure sono figli d’emigranti.

Vi sono anche delle forme dirazzismo che resistono da secoli.Ci riferiamo in particolare a quelle nei confronti degli ebrei(antisemitismo), le comunità Rom e le minoranze nazionali. Negli ultimianni, si è registrata una crescitadell’Islamofobia che ha provocatoatti violenti e discriminazione neiconfronti dei musulmani.

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2.

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razzismo e discriminazione

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Eliminare tutte le forme di 3.

Il razzismo non è difficile da capire.Si manifesta in diverse forme, ma laquestione di base è una costante.

Le forme di razzismo più comuni efacilmente identificabili nel calcioriguardano i giocatori neri. Vi sonotuttavia altre forme rivolte a personecon origini diverse quali musulmani,ebrei e Rom.

Nel mondo del calcio il razzismo si esprime anche con la scarsarappresentatività di minoranze inquesto sport. L’esclusione dellecomunità Rom a tutti i livelli ne è un esempio lampante.

L’antisemitismo resta un problemain alcune parti del continente. In alcuni paesi la comunità ebreacontinua ad essere oggetto dipregiudizi ed accusata di essereall’origine dei problemi cheaffliggono la società, nonostante la loro presenza ed influenza siaben inferiore a quella paventata.Non di rado simboli del neo-nazismo e slogan antisemiti sipresentano dentro e fuori gli stadi.

In alcuni paesi dell’Europea centro-orientale la sistematicadiscriminazione contro i Rom siesprime nel calcio tramite insultirazzisti e lo sviluppo di struttureparallele per lo stesso sport.

Nei Balcani il nazionalismo estremoha provocato guerre e conflitti e ci vorranno delle generazioni persuperarli. In queste regioni il calcio è troppo spesso diviso da frontiere etniche.

L’odio religioso si manifesta sottomolte forme nel calcio in Scoziaed Irlanda del Nord con cori anti-cattolici e pro-repubblicani e atti di violenza nelle partite che sisvolgono a Glasgow e Edimburgo.

Affrontare alcune forme dirazzismo è abbastanza semplice,ma non è facile affrontare temi che hanno il tacito sostegno dellamaggioranza della popolazione oche non sono chiaramente visibilicome gli insulti diretti ai giocatoriin campo.

Altre forme di discriminazione, quali il sessismo e l’omofobia, sono fenomeni abbastanza comuninel calcio. L’omofobia si puòdefinire come l’irrazionale timore ed intolleranza nei confrontidell’omosessualità, dei gay e delle lesbiche.

In tutti i paesi europei “gay” èdiventato un sinonimo di tutto ciòche non piace ai tifosi. L’omofobiaed il sessismo per molti tifosisono, semplicemente, parteintegrante della cultura calcistica.

Sembra un compito improbo capirecome un club possa affrontare unproblema che nasce da generazionidi conflitti ed una storia che si rifiutadi scomparire. Il consiglio èsemplice: cercate di capire qualiproblemi affliggono il vostro club e trovate soluzioni semplici maappropriate per risolverli. Anche seun tema supera l’ambito degliaspetti calcistici date il vostrocontributo alla sua soluzione.

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omofobia e sessismo

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Come affrontare 3.a

Piano in cinque punti contro l’omofobia

La rete FARE lavora assieme alla European Gayand Lesbian Sport Federation (Federazione SportivaEuropea Gay e Lesbiche) e la Federazione SportivaLesbiche e nel 2005 ha adottato un piano in cinquepunti contro il sessismo e l’omofobia.

1 Mettere sessismo ed omofobia all’ordine del giorno – la base di qualsiasi azione è lanecessità di riconoscere che sessismo edomofobia esistono nel calcio.

2 Assunzione di responsabilità collettiva – gli insulti legati a sessismo ed omofobiariguardano tutti nel mondo del calcio, non soltanto omosessuali e donne.

3 Concentrare il nostro lavoro – lo sviluppo delcalcio femminile ha comportato una maggioreidentificazione e rispetto. L’esistenza di modellidi comportamento omosessuali potrebbecontribuire a liberare il calcio dai suoi tabù.

4 Fornire esempi di buone pratiche – presentarela diversità del nostro sport mettendo inevidenza quanto fatto da donne, omosessualie lesbiche e presentandolo come la norma.

5 Mettere sempre all’indice l’omofobia –qualsiasi insulto dovrebbe essere denunciatoaffinché possano essere prese le misurenecessarie nei confronti di chi si rendeprotagonista di gesti di questo genereovunque si trovi.

L’omofobia nel calcio vieneespressa in modo invisibile epassa sotto silenzio.

Nessun giocatore nei campionatiprofessionistici europei si èdichiarato apertamenteomosessuale. Vi sono cori e sloganomofobici ed anti-omosessualinella maggior parte degli stadid’Europa. L’omosessualitàcontinua ad essere consideratacome un tabù ed unaprovocazione.

I calciatori che lo sono, non hannodichiarato la loro omosessualitàperché le strutture calcistiche non sembrano sufficientementetolleranti per consentire loro diassumersi questo rischio. Permigliorare le cose il calcio devericonoscere che omosessuali elesbiche esistono e devono esserei benvenuti nel nostro sport.

Le attività della Federcalcio inglese possono essere considerate come unbuon esempio per altre Federazioni europee nella lotta contro l’omofobia.Alcuni degli elementi chiave della sua strategia sono visibilità (ad es. tramite le buone pratiche, conferenze, tavole rotonde, campagne di relazioni pubbliche), partecipazione (ad es. creando delle organizzazioni per il calcio di base e comitati di sostegno), formazione e educazione (ad es. di allenatori, dirigenti, arbitri), regole e normative (ad es. aumentando la visibilità di atti di abuso e discriminazione) e valutazione e monitoraggio.

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a livello di club - regole da seguireTutti i club calcistici hanno storia,tradizioni e contesti sociali unici. Il modo migliore per combattere ilrazzismo è di condurre campagnespecifiche a livello di club,riconoscendo l’unicità di ognicontesto e trovando soluzioniadeguate a quella zona o regione.

Non tutti i club hanno gli stessiproblemi e di conseguenza lesoluzioni vanno adattate anecessità specifiche.

È possibile stabilire una serie dilinee guida di base per lottarecontro il razzismo.

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Come gestire una campagna specifica 4.

• CAPIRE IL PROBLEMA – è facile limitarsi ad affermare che iproblemi legati al razzismo non riguardano il vostro club, ma sonotemi sociali di più ampio respiro che vanno affrontati dalle autoritàpreposte. La maggior parte dei club troverà utile sottoporre ilpersonale chiave a corsi di formazione per aumentare laconsapevolezza.

• ESSERE CHIARI CIRCA GLI OBIETTIVI – state conducendo unacampagna per mettere fine ai cori razzisti o per coinvolgere leminoranze etniche locali, o entrambe? Sviluppate dei principid’azione che possono essere ampiamente pubblicizzati e chepossano essere sostenuti da tutte le parti coinvolte del club –interne o esterne che siano. Incoraggiate la gente a farsiportavoce di queste idee.

• REDIGETE UN PIANO D’AZIONE – includete esiti praticidell’attuazione dei vostri obiettivi. Utilizzate il piano UEFA in diecipunti come base per le azioni che possono essere intraprese dalvostro club. Stabilite degli obiettivi per misurare i progressi emonitorateli regolarmente.

• SVILUPPATE UN’IDENTITÀ CHIARA per la vostra campagna al fine di renderla riconoscibile e accettabile da parte dei vostritifosi. Se lo ritenete opportuno potete, eventualmente, creare un marchio.

• MONITORARE E DENUNCIARE I PROBLEMI – sviluppare sistemidi monitoraggio per denunciare gli insulti razzisti e ladiscriminazione in tutti gli aspetti della vita del vostro club.

• PARTENARIATO – lavorate con tifosi, giocatori, addetti allasicurezza, ONG e comunità varie che hanno esperienza in questocampo, per attuare il vostro piano d’azione. Assicuratevi dicoinvolgere le minoranze etniche e le organizzazioni d’immigrati.

• CULTURA DEI TIFOSI – utilizzate la cultura e le tradizioni dei tifosiper trasmettere il vostro messaggio. Utilizzate bacheche e tutti isistemi impiegati dai tifosi.

• APPROFITTATE DEGLI IDOLI CHE GIOCANO NELLA VOSTRASQUADRA – contate sul sostegno e l’attrattiva dei giocatori persostenere le campagne anti-razzismo ed anti-discriminazione.

• ATTIVITÀ CON I MEDIA – lavorate con i media per pubblicizzarele vostre attività.

• INCORAGGIATE L’INGRESSO DI NUOVI TIFOSI – rendete ilvostro club il più aperto possibile. Prendete misure specifiche per incoraggiare le minoranze etniche, gli immigrati e le donne a partecipare come tifosi, giocatori e dipendenti.

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Per contribuire a rendere piùefficaci le vostre iniziative contro il razzismo potrebbe essere utilecreare un partenariato, checoinvolga una serie di gruppirappresentativi e che prevedariunioni regolari, per dare consiglicirca la direzione intrapresa dallevostre azioni.

Questi gruppi possono darvisuggerimenti sul vostro lavoro e contribuire a conquistare lafiducia degli scettici. Il tuttoandrebbe gestito da un membrodesignato della dirigenza del clubche partecipi alle riunioni e facciada persona di contatto.

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Come stabilire gruppi di lavoro4.a Educare con

attività simboliche

4.b

Le attività contro il razzismo e ladiscriminazione devono esserecondotte in un contesto educativopiù ampio. Le persone non amanochi è diverso, non si fidano e loinsultano a causa di atteggiamentisviluppatisi tramite dicerie popolarierrate. Miti, paure e pregiudizi sonoalimentati da forze esterne.

Il calcio offre opportunità uniche per sfidare il razzismo negli stadi econtribuire a cambiare gli atteggiamentiin generale.

I Rangers FC hanno creato all’interno del club il Sectarian and RacismMonitoring Committee che comprende dirigenti chiave del club. La suafunzione è quella di monitorare gli eventi che hanno un effetto sul calcio ingenerale e suoi Rangers FC in particolare. Il comitato si riunisce una voltaal mese e mette i Rangers in condizione di porre rimedio costantemente acomportamenti inaccettabili durante le partite.

Il comitato ha anche dato il suo contributo alla campagna ”l’Orgoglio al di sopra del Pregiudizio”, una dichiarazione d’intenti ufficiale, una “GuidaBlu” per i tifosi, piani in dieci punti interni ed esterni per dipendenti e tifosirispettivamente, termini e condizioni per i titolari di abbonamento, cartellonipubblicitari nelle zone all’interno dello stadio, cartelloni pubblicitari a bordocampo, ecc.

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Uno dei modi migliori per fare ciòè prevedere delle giornate contro il razzismo, in cui un club utilizzaesempi positivi di una partita dicalcio per inviare messaggi afavore delle diversità e contro il razzismo.

Le attività svolte con i giocatorisusciteranno la curiosità dei tifosie dei media. Tra le attività previstesi può pensare di far entrare igiocatori in campo per ilriscaldamento con magliette cheportano un messaggio, di fartenere in mano ai giocatoricartellini rossi contro il razzismo (in questo caso si possonoutilizzare anche altri messaggi).Allo stesso tempo si può faresporre uno striscione a tutti igiocatori schierati in campoassieme. Tutte queste attività sonosemplici e molto efficaci.

In Norvegia, Scozia e Slovacchiadurante le giornate contro ilrazzismo molti giocatoriesibiscono il cartellino rossocontro il razzismo.

Durante le settimane d’azioneFARE, due giornate di UEFAChampions League vengonodedicate alla lotta contro ilrazzismo. Dei giovani indossanomagliette con scritto “Uniti controil razzismo” e si posizionanodavanti ai giocatori poco prima del calcio d’inizio della partita.

La campagna “Fair Play, Different Colours, One Game” (Fair Play, Colore diverso, stessosport) prevede l’utilizzo di posteranti-razzismo prodotti dalla legaprofessionistica austriaca edistribuita a tutti i 20 clubprofessionistici. Durante lesettimane d’azione FARE un’interagiornata del campionato èdedicata alla lotta contro ilrazzismo nel calcio e fuori.

I siti ufficiali dei club sono tra lefonti più popolari d’informazioneper i tifosi, sia che si rechino allostadio oppure no. Una comunicatostampa e altre informazionidovrebbero essere messi inevidenza per sottolineare gli eventidella gara.

Se il club produce programmi che vengono poi distribuiti ad ogni gara, questi ultimi dovrebberoincludere interventi da partedell’allenatore e dei giocatori persottolineare l’importanza delmessaggio che si vuole lanciare.

Gli annunci all’altoparlante hannoun ruolo importante e moltoefficace nello spiegare le attivitàche si stanno svolgendo.

Molti club hanno incoraggiato esostenuto i loro tifosi nell’utilizzo dicoreografie contro il razzismo o inquello di striscioni lungo la sezionedi uno stadio. I tifosi sono statianche coinvolti nella distribuzioned’opuscoli o fanzine durante lesettimane d’azione FARE. Iniziativedi questo tipo andrebberosostenute ed incoraggiate.

Alcuni club hanno organizzatoattività multiculturali tra i duetempi della gara. Se le cosevengono ben pianificate il pubblicone resta molto coinvolto.

Una guida più completa su comesvolgere le giornate di lotta controrazzismo e discriminazione sonodisponibili presso la rete FARE.

Giornate contro il razzismo4.c

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Coinvolgere giocatori ed allenatori,che sono simboli di questo sport e spesso vittime dirette delrazzismo, è fondamentale permodificare il comportamento dei tifosi e degli altri giocatori.

I club dovrebbero incoraggiare i loro giocatori a denunciareapertamente alla stampa episodidi razzismo per esprimerechiaramente la propria contrarietàa qualsiasi atto d’intolleranza.

La presenza di un giocatore ad unevento organizzato con qualcherappresentativa locale o in unascuola vale spesso più di mesi dicampagna per trasmettere ilmessaggio. In tutta Europa igiocatori hanno sostenuto il lavorodelle scuole e contribuito aprodurre video e altro materiale.

FIFPro, la FederazioneInternazionale dei Sindacati deiCalciatori, è diventata attiva nellalotta contro il razzismo e nelsostegno a progetti contro questofenomeno in tutto il mondo.

Nei campionati professionisticiungheresi la commissione etica ha consigliato ai club di invitareuna persona dalla reputazionesolida e di grande popolarità (ad es. un ex giocatore di spiccodel club) per parlare al pubbliconel caso in cui vi dovessero essere degli episodi di razzismo.

I Sindacati dei Calciatori diPortogallo (SJPF), Inghilterra (PFA)e Scozia (SPFA) hanno capito damolto tempo l’impatto negativo delrazzismo su questo sport ed hannosvolto un ruolo importantenell’avviare e sostenere campagneproposte dai propri membri.

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4.d

Attività presso le scuole La maggior parte delle ONG che si occupano di razzismo e calcioproduce materiali da impiegarenelle scuole. I club possonosostenerne la produzione olavorare con le autorità preposteall’istruzione per produrre materialeproprio. Tali strumenti didattici sibasano sull’attrattività del calcio e consentono di trasmettere ilmessaggio ai giovani in manieraaccessibile tramite video, DVD oCD-ROM.

Molti club organizzano anchecompetizioni nelle scuole chehanno un successo enorme. Eventi di questo tipo si svolgonoregolarmente in Inghilterra, Scozia,Norvegia e Germania.

Come parte del progetto “dem ballis’ egal”, la Schalker Fan Iniziativeha prodotto un CD-ROMinnovativo che è stato utilizzatomassicciamente dalle scuole dellaregione Nord Reno-Westfalia in Germania.

Le campagne “Show Racism the Red Card” (cartellino rosso al razzismo) in Inghilterra, Scozia e Norvegia hanno saputo utilizzare al meglio tali competizioni e risorsequali i video per sviluppareprogrammi educativi in classe.

4.e Come coinvolgeregiocatori e allenatori

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Settimana d’Azione FARE L’organizzazione FARE haorganizzato sei edizioni tematichedella Settimana d’Azione (Action Week) a livello europeo per la lotta contro il razzismo e ladiscriminazione durante le quali lacomunità calcistica ha lavorato conpartner locali, ONG, organizzazionidi tifosi e federazioni nazionali perorganizzare attività nel calcioprofessionistico e non.

L’Action Week 2006 si terrà tra il17 ed il 30 ottobre.

Nel 2005, ad esempio, FARE ha lavorato con rappresentantiprovenienti da 35 paesi diversi. Le attività si sono intensificate con la partecipazione di nuovigruppi dall’Europa Centrale edOrientale, inclusi quelli provenientidall’ex URSS e dai Balcani.

Il massiccio coinvolgimento digruppi quali la minoranza Rom inEuropa Orientale è stato uno degliaspetti più incoraggianti di questeattività. Uno dei principali successidi quest’anno è stato il partenariatotra l’Organizzazione MahatmaGandhi Human Rights e alcuniclub in Ungheria con una basestorica di tifosi di estrema destra.

Molte organizzazioni di tifosi sistanno mettendo assieme persfidare il razzismo. In Spagna,dopo una stagione in cui ilrazzismo nel calcio è arrivato sulleprima pagine di tutti i giornali,alcuni gruppi di ultrà si sono riunitiper la prima volta per pianificareattività congiunte. In Francia il“Réseau Supporter de RésistanceAntiraciste” ha organizzato delleattività ad alto tasso di visibilità. In Germania gruppi appartenenti a Bayern Munich, Werder Bremen,Hannover 96, Schalke 04, 1860Munich e Fortuna Düsseldorf sonostati molto attivi durante le partitecasalinghe. In Italia, i gruppi degliultrà in tutto il paese hannoorganizzato coreografie controil razzismo.

Dal 2003 FARE lavora con club e organizzazioni di tifosi in Serbia e Montenegro per organizzareeventi anti-razzismo regolari inoccasione delle partite. Inoltre,migliaia d’opuscoli vengonodistribuiti dai tifosi dei club. Nel 2005 l’evento più importante èstato in occasione del derby traStella Rossa e Partizan Belgrado.

I dettagli completi sulla settimanad’azione sono disponibiliall’indirizzo www.farenet.org

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5.

Mobilitazione continua5.a

I club dovrebbero essere fieri di combattere il razzismo e devonomantenere alta la visibilità delle loro iniziative durante la stagione. Ciò può essere fatto con striscioni e cartelloni ai margini del campo di gioco, come raccomandato dal piano in dieci punti della UEFA,oppure attraverso messaggi nel corso di programmi, annunci pubblicio sulla cancelleria ufficiale del club.

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Viene detto spesso che i tifosisono la linfa vitale del calcio, che il nostro sport non sarebbe lostesso senza di loro. Nella lotta alladiscriminazione i tifosi sonoimportanti per comprendere ilrazzismo negli stadi.

I comportamenti degli spettatorivariano in tutto il continente: in alcuni paesi i gruppi organizzatidi tifosi sono il modo in cui i singolitifosi si pongono in relazione con illoro club ed hanno un ruoloimportantissimo nella risposta aqualsiasi tema. In altri paesi i tifosipartecipano alla partita in manierapiù individualistica.

I tifosi, quando si rendonoprotagonisti di atti di razzismochiari ed evidenti, sono la causadel problema, ma sono anche alcentro di una cultura che puòoffrire varie soluzioni. Non fossealtro che per questo motivo, il lorocoinvolgimento nel vostro lavoro è fondamentale.

In paesi come Inghilterrae Germania, molte delleiniziative contro icomportamenti razzisti sonostate avviate dai tifosi chevolevano mettere fine agli insultiche sentivano attorno a loro.Questi tifosi hanno avviato leproprie campagne e invitatocaldamente i club a darsi da fare.

Le migliori campagne contro ilrazzismo sono quelle in cui i tifosicontribuiscono a diffondere l’idea,a trasmettere il messaggio e adincoraggiare l’autodisciplina. Per essere efficaci, i tifosi devonocredere che il messaggio siaimportante per loro e che liriguardi direttamente. Se i tifosiconoscono la loro stessa cultura,l’approccio da assumere, le paroleda utilizzare e le azioni che statepianificando, le possibilità disuccesso saranno maggiori.

Le tribune sono considerate comeluoghi occupati e appartenenti aitifosi. La pressione tra pari, che siagestita da gruppi organizzati o chenasca semplicemente tramite illegame che si crea nel tifare per lastessa squadra, esiste nel mondodel calcio. I valori e le regoleintrinseche all’identità di grupposono il modo più efficace peraffrontare i tifosi razzisti.Contribuire ad una cultura in cui itifosi capiscono perché il razzismova combattuto e in cui siano attivinel perseguire tale obiettivo tramitela pressione dei pari el’autodisciplina è il metodo piùefficace per vincere questa partita.

Se intendete stabilire un gruppo di lavoro, assicuratevi che sianocoinvolti i tifosi. Ciò può esserefatto a livello d’individui o parlandocon i rappresentanti di un gruppo.All’inizio vi potrebbero essere delle resistenze, ma se il vostromessaggio è chiaro e coinvolgetutti, gli altri capiranno ecominceranno a sostenere ilvostro lavoro.

I fanzine ed i siti internet delleorganizzazioni di tifosi sono un utilebarometro dei dibattiti in corso inun particolare momento. I tifosidalla mentalità più aperta sarannospesso coinvolti nelle discussionisu temi vari e faranno del loromeglio per trasmettere ilmessaggio adeguatamente.

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In molti paesi la politica d’estremadestra viene portata avanti allaluce del sole negli stadi di calcio.Può trattarsi d’organizzazioni ditifosi che si associano alle ideed’estrema destra o individui chefanno parte di tali gruppi e sirecano alle gare.

Paolo di Canio ha recentementegiustificato il suo gesto del salutoromano al pubblico amicodichiarandosi “fascista ma non razzista”.

Ogni cittadino ha il diritto diesprimere il proprio pensieropolitico purché resti nei limiti diquanto previsto dalla legge.Bisogna tuttavia riconoscere chealcuni pensieri politici possonoincoraggiare pregiudizi ediscriminazioni contro leminoranze. Alcuni gruppid’estrema destra utilizzanoaddirittura simboli neonazisti posti su un sostegno.

I gruppi d’estrema destra si fannoriconoscere spesso attraverso isimboli utilizzati su striscioni,magliette e targhette. Alcunisimboli sono molto conosciuti –come la croce celtica o versionidistorte della svastica – ma altripossono essere di naturaesoterica e difficili da riconoscere.Se avete bisogno d’aiuto peridentificare tali simboli potetecontattare FARE presso:www.farenet.org

I simboli più evidenti, quali lasvastica, sono illegali in alcunipaesi, ma indipendentemente dallaloro legalità, il piano in dieci puntidella UEFA chiede ai club di fareattenzione a tali simboli e dieliminarli se appaiono in forma di graffiti.

I club hanno il diritto di confiscaremateriali con simbolismoneonazista. Si può agire attraversoil dialogo e la persuasione, nonchétramite i controlli all’ingresso deglistadi da parte della sicurezza.

Come affrontare i tifosi d’estrema destra6.a

In Inghilterra negli anni ’80 i tifosi si opponevano alla presenza di gruppineofascisti distribuendo opuscoli anti-razzismo e occupando fisicamentei luoghi normalmente frequentati da gruppi di estrema destra. I club inglesihanno una politica molto dura per impedire ai gruppi d’estrema destradi raggrupparsi.

Nel 2005 il Korona Kielce, club di prima divisione polacca, ha tenuto delleriunioni con i tifosi prima di ingaggiare un giocatore brasiliano di colore –Hernani. I gruppi consultati erano contrari all’acquisto sulla base della sua razza.

Il giocatore è stato ingaggiato e durante la prima partita della stagioneHernani è stato oggetto di cori di scherno con versi della scimmia da partedei tifosi, inclusi quelli del suo stesso club. Quest’ultimo si è fatto consigliareda un’ONG polacca, l’associazione Never Again, ed i dirigenti hanno reagitoimmediatamente condannando l’episodio, fornendo alla polizia le foto deitifosi neonazisti e annunciando che tali personaggi sarebbero stati banditi dallo stadio del Korona.

La maggioranza dei tifosi del Korona si è detta d’accordo con la decisioneed ha sostenuto l’acquisto del brasiliano.

Un mese dopo, prima della gara tra Korona Kielce e Odra Wodzislaw Slaski,le foto di sei tifosi noti per le loro posizioni d’estrema destra erano espostepresso l’ufficio per la vendita dei biglietti ed a questi ultimi è stato impeditol’ingresso allo stadio da parte degli addetti alla sicurezza. I giocatori delKorona sono scesi in campo con magliette su cui era presente il logo dellacampagna “Mai Più”, “Diamo un calcio al razzismo”. Hernani è stato accoltodai caldi applausi dei tifosi ogni volta che toccava palla.

In Ungheria L’organizzazione Mahatma Gandhi Human Rights Organisation,una comunità che lavora con richiedenti asilo, profughi e persone di origineafricana, ha creato un partenariato con vari club professionistici ungheresiper coordinare una serie di attività di lotta contro il razzismo durante lasettimana d’azione FARE del 2005. Di conseguenza i club con una basestorica di tifosi d’estrema destra sono stati coinvolti a sfidare apertamente i propri tifosi.

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Servizi di sicurezza e poliziaMentre le soluzioni di lungotermine contro il razzismodipendono da campagne e progettieducativi, per attuare una politicadi largo respiro è necessario farericorso anche a servizi di sicurezzae alla polizia per tenere il razzismosotto controllo negli stadi.

La cultura ed il modo dicomportarsi dei tifosi varia in tutta Europa. In alcuni paesi i tifosiesibiscono striscioni, bandiere esciarpe mentre rimangono in piediin tribuna. In altri cantano e siesibiscono in cori mentreindossano le magliette ufficialidella propria squadra e stannoseduti guardando la partita senzanessuno che ostruisce la vista.

L’obiettivo primario dovrebbeessere quello di garantirel’incolumità degli spettatori e deigiocatori. Di conseguenza i servizidi sicurezza devono agire assiemeai tifosi e non contro di loro ed illoro modo di essere. Un buonservizio di sicurezza consente allacultura dei tifosi di svilupparsi eallo stesso tempo permette dicombattere il razzismo.

Le politiche attuate a livello diservizio di sicurezza e di poliziadovrebbero riflettere questediverse circostanze e prevederedelle misure per combattereefficacemente il razzismo.

Per fare ciò è possibile affiggeredei cartelloni con il regolamentodello stadio in luoghi visibili eformare gli addetti alla sicurezza ariconoscere cori, simboli estriscioni razzisti. I protocollioperativi devono stabilire che tipod’azione sia possibile intraprenderenel caso in cui ci si trovi di fronte acasi di razzismo.

In Germania l’FC Sankt Pauli haintrapreso la linea dura contro iprotagonisti di atti di razzismo. Il club ha stabilito chiaramente leregole affiggendo una serie dicartelloni allo stadio con le normeda seguire. Una volta identificati, gli individui che si rendonoprotagonisti di atti di razzismovengono interdetti e inviati apartecipare al progetto dei tifosi del club, cui partecipano anchealcuni dirigenti del club.

In Inghilterra, l’associazione Kick ItOut ha organizzato un corso diformazione per gli addetti allasicurezza con il sostegno dellafedercalcio e delle leghe nazionali.Il programma, che dura un’ora ed è offerto a tutti gli addetti allasicurezza d’Inghilterra e Galles,copre una serie di temi. Vieneinoltre fornita una lista di terminioffensivi e come reagire quandovengono individuati i responsabili. Il corso prevede anche unapresentazione sulle responsabilitàdegli addetti alla sicurezza.

I

n Scozia i Glasgow Rangers hannoaddetti alla sicurezza in borgheseche prendono posto tra il pubblicoe identificano eventuali responsabilioppure confermano reclamiprecedentemente ricevuti.

Il club ha inoltre avviato unprotocollo ufficiale con la poliziaregionale. Sulla base di taleaccordo, l’identità di coloro chevengono arrestati per crimini legatial calcio può essere rivelata. Sullabase di queste informazioni i tifosipossono essere sottoposti asentenze di richiamo od’interdizione indefinita o a vita chevengono inserite in un appositoregistro da parte dei Rangers FC.

Le leghe ungheresi hanno adottatouna regola secondo la quale,nel caso di atti di razzismo da parte del pubblico, l’arbitro ècostretto a fermare la gara e,consultandosi con il delegato di partita, può decidere se continuare o sospendere lapartita immediatamente. Nel casoin cui gli atti di razzismo dovesserocontinuare la partita è sospesa.Tutti questi casi vengono poiesaminati dalla commissionedisciplinare.

I nomi degli arbitri che nonapplicano queste norme vengonorimossi dalla lista di color a cuivengono assegnate gare dicampionato.

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rappresentano minoranze etnicheL’Europa sta cambiando.L’immigrazione sta trasformandomolti luoghi rendendoli più variegatie costringendoci ad affrontarenuove sfide. Il pachistano che vivein Italia, il vietnamita che risiede inPolonia o il senegalese in Norvegiastanno contribuendo allaformazione di nuove città ricche di una nuova energia economica e culturale offerta dagli immigrati.

Molti club professionistici, qualsiasisia la loro grandezza, sono deisimboli per le loro comunità. La pura presenza fisica di unostadio che ospita migliaia di tifosiogni due settimane è qualcosa chaa livello di comunità locala ha piùimportanza della maggior partedelle istituzioni.

Spesso si dice che i clubdovrebbero sfruttare l’interesse neiconfronti del calcio per parteciparepiù attivamente alla vita dellecomunità locali cui appartengono,lavorare con i giovani, i disadattatied i gruppi di emarginati. Il “capitale comunitario” che puòessere fornito dai club percontribuire al cambiamento socialenella propria comunità è enorme.

In Inghilterra i club professionisticihanno capito molti anni fa che iservizi sociali ed il calcio vanno abraccetto. Molti programmi ormaiutilizzano gli stadi e l’interesse neiconfronti del calcio perl’espletamento di attivitàsocialmente utili.

Con il cambiamento del tessutosociale locale è importante per iclub lavorare con le nuovecomunità che stanno emergendo.Lavorando con le minoranzeetniche è possibile dimostrarecome un club possa essere apertoed accogliente, guadagnando lafiducia e la collaborazione deinuovi residenti.

Il club tedesco dello Schalke 04 è tra i pionieri in questo campo ed ha l’intenzione dichiarata di"promuovere l’integrazione socialedegli immigrati".

In Norvegia rappresentanti dell’SKVard Haugesund visitano le scuoleper invitare le famiglie di rifugiati adiventare soci del club per aiutarei giovani ad integrarsi nella societàlocale più facilmente, a fareamicizie e aiutarli ad imparare ilnorvegese. I genitori partecipano a questo processo per consentireuna migliore assimilazione nelcontesto sociale locale.

A Oslo, il Vaalerenga ha avviato il torneo “di colore” per giovani non formalmente tesserati da alcunclub per consentire ai figli delleminoranze di giocare al calcio.Questo torneo è ora gestito a livello nazionale dalla federcalcionorvegese.

A Sheffield, il progetto “Football Unites, Racism Divides”(il calcio unisce, il razzismo divide)lavora con entrambi i club diSheffield per combatterel’emarginazione dei giovani nellecomunità locali tramite iniziativelegate al calcio. Recentemente ilprogetto ha festeggiato i suoi diecianni dimostrando come calcio,educazione e coinvolgimento dellacomunità possano contribuire acambiare le vite dei giovani.

In Olanda tutti i club di prima eseconda divisione sono coinvolti inun progetto della federcalciochiamato “Voetbal heeft meer dantwee doelen” (il calcio non è solofare gol), tramite il quale i cluborganizzano attività interculturalisottolineando che il calcio è apertoa tutti indipendentemente dareligione, colore o sesso.

L’ADO Den Haag, club di primadivisione olandese, ha invitato irichiedenti asilo a partecipare adun seminario con i giocatori Geertden Ouden, Spira Grujic e YoussefEl Akchaoui e ad assistere ad una partita.

Altri club, come l’FC Utrecht ed il NEC Nijmegen, hanno progettidenominati “l’Eroe”, nell’ambito delquale i giocatori visitano le scuoleper parlare di rispetto, uguaglianzae responsabilità sociale con gli studenti.

Tra gli altri progetti in Olanda chevale la pena menzionare, si trovaquello del giocatore MohamedAllah del VVV Venlo, attivo conl’iniziativa MaroquiStars. L’obiettivodella sua fondazione è di migliorarel’immagine dei marocchini inOlanda visitando le scuole edorganizzando una partita annualetra giocatori marocchini ed unasquadra olandese.

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Lavorare con le comunità che

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Minoranze etniche

Uno degli aspetti che più colpisce del calcio in Europa è la discrepanza tra l’elevatonumero di giocatori di colore sulcampo di gioco e la mancanza dipersone di colore o di minoranzeetniche in tribuna.

Molte minoranze hanno uncoinvolgimento marginale conquesto sport, restandosene a casao al bar per vedere le partite in Tvpiuttosto che recarsi allo stadio.Bisogna compiere degli sforzi perattirare questi tifosi allo stadioaffinché le campagne contro ilrazzismo abbiano successo.

In termini commerciali le minoranzeetniche sono un’influenzaeconomica in ascesa. Nessun clubprofessionistico che abbia a cuorei propri interessi finanziari puòignorare i potenziali benefici dellavendita di biglietti ai nuovi tifosi, o quella di prodotti con il marchiodel club nonché bibite e snack.

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8.a

e tifosi Migliorare le opportunità

8.b

per le minoranze etnicheNell’ultimo decennio il calcio per club ha assunto maggioreimportanza. Contratti televisivi eper lo sfruttamento in multimedia,la forza della Coppa UEFA e dellaUEFA Champions League e dellecompetizioni per nazionali hannoregalato alla maggior parte deicampionati europei un profilo piùalto e più denaro da spendererispetto al passato. Per soddisfarele richieste di questa nuova eracommerciale molti clubprofessionistici sono cresciuti finoa diventare delle realtà moltepliciche operano in molti settori diversi.

Questi sviluppi possono offrirenuove opportunità ma ancheaumentare gli obblighi per i club siadal punto di vista morale chegiuridico. Molti club si trovano nellaposizione di datori di lavoro edevono riconoscere l’importanzad’offrire delle opportunità a tutti imembri della comunità – incluseminoranze etniche, donne e disabili.

Le opportunità offerte dai clubdovrebbero riguardare tutti i livellid’attività, incluse amministrazione,sicurezza, occupazione,osservatore per le giovanipromesse e nel settore tecnico.

Nel campo dell’amministrazione ealtre aree non riguardanti il settoreprettamente tecnico, una politicadelle pari opportunitànell’occupazione può esseregarantita adoperando delle prassieque e politiche adeguate inquesto campo.

Anche nel settore tecnicoandrebbero offerte opportunitàadeguate a chiunque vogliaesibirsi ai più alti vertici di questosport. Nonostante molti deimigliori giocatori nei principalicampionati siano di colore, nonmolti allenatori di tali comunità ce la fanno a sfondare.

I presidenti dei club spesso non prendono in considerazionecandidati delle minoranze etnichequando cercano un allenatore. Ci si pensa raramente, ma questoè una cosa fondamentale darivedere se si vuol palare di giusta rappresentatività.

In Inghilterra, il “Racial EqualityStandard for Professional FootballClubs” ha incoraggiato molti cluba trovare una serie di soluzioni pergarantire le pari opportunità in tuttele sfere d’attività - dalla sicurezzaalla ricerca di giovani talenti.

Tale standard è stato sviluppatodall’organizzazione Kick It Out conil sostegno dell’FA Premier Leagueper contribuire ad una maggiorecomprensione del tema da partedei club.

Il documento suddivide le areed’attività in tre parti e assegna tregradi di punteggio ai risultatiottenuti – preliminare, intermedioe avanzato. Tutti i club di PremierLeague sono al lavoro perraggiungere il primo livello dellostandard, mentre molti stannoadoperandosi per raggiungere il grado intermedio.

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Il calcio è oggetto di una coperturaeccezionale da parte delle emittentiradiotelevisive e della stampa. I responsabili delle campagne sisono resi conto del fatto che imedia possono svolgere un ruolofondamentale nel mettere all’indicei problemi di razzismo e indicarepossibili soluzioni.

Le campagne di maggior successosono state in grado di creare unadinamica in cui i media svolgonoun ruolo attivo nel cambiare gliatteggiamenti coinvolgendo edimpegnando attivamente le autorità calcistiche.

I club dovrebbero utilizzare itantissimi contatti con i media perottenere una maggiore copertura,far comprendere il propriomessaggio e pubblicizzare ilproprio lavoro.

I media più noti hanno copertomolte attività contro il razzismosvolte dai tifosi e da altri gruppi, in particolare quando vengonosvolte in relazione ad eventispecifici quali una giornata controil razzismo di un club, o il lancio diuna pubblicazione di un giocatore,di un video o di un’esibizione.

Molti club producono pubblicazioniproprie quali riviste, fanzine,circolari e poster. I siti ufficiali sonoconsultati dai tifosi di tutto ilmondo e andrebbero utilizzati il più possibile per porre in evidenzaun tema d’interesse.

Spesso i media più notisostengono volentieri delleiniziative per combattere ilrazzismo e possono assicurarecopertura alle vostre attività.

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9.

Come utilizzare i mediaIn Romania, ad esempio, la popolare rivista Pro Sport ed il canale televisivoPro TV si sono uniti ad un’iniziativa FARE nell’aprile 2002 ed hannostampato 15.000 poster di giocatori famosi provenienti dalle squadre diBucarest - FC Steaua, FC Dinamo e FC Rapid – che indossavano maglietteFARE. Durante la telecronaca dal vivo della partita tra Rapid e FCUniversitatea Craiova, Pro Sport ha spiegato i motivi di tale iniziativa.

Dall’ottobre 2003 i maggiori giornali sportivi - A Bola, Record e O Jogo – si sono uniti al Sindacato Calciatori portoghese nell’annuale settimanadedicata alla lotta contro il razzismo. Nella stessa giornata i giornalipubblicano dichiarazioni contro il razzismo da parte dei giocatori efotografie simboliche con stelle bianche e di colore. Nel 2005 la stazioneradio Antena 3 ha organizzato un concorso a sostegno della campagna. Gli ascoltatori dovevano presentare degli slogan creativi contro il razzismonel calcio e potevano vincere biglietti per le partite dedicate alla lottacontro il razzismo del campionato portoghese.

In Inghilterra e Galles gli allenatori indossano una targhetta contro ilrazzismo per tutta la settimana dedicata all’iniziativa sia a bordo campo che durante le interviste pre e post-partita.

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UEFA e FAREL’organismo calcistico europeo hastabilito una stretta collaborazionecon la rete Football Against Racismin Europe (FARE) come suo partnernella lotta contro la discriminazione.

La UEFA ha contribuito in manieraimportante al sostegno finanziariodi FARE negli ultimi anni edentrambi questi organismi hannoorganizzato assieme eventi,stampato pubblicazioni e sfruttatol’enorme importanza per il pubblicoe gli interessi commerciali dellepartite più importanti nel calcioeuropeo per sostenere il messaggiosecondo il quale il razzismo deveessere combattuto in tutti i campi.

Nel 2002 la UEFA ha pubblicatoun piano d’azione in dieci punti(consultabile a fine documento) che stabilisce alcuni degli elementidi base per la lotta contro ilrazzismo nel mondo del calcio.

La rete FARE è composta dirappresentanti di tutta la comunitàcalcistica, incluse organizzazioni ditifosi, ONG, federazioni nazionali esindacati dei calciatori. FARE ritieneche il calcio appartenga a tutti noie che ognuno ha il diritto digiocare, guardare e parlareliberamente, senza il timore diessere sottoposto ad atti dirazzismo o discriminazione.

La rete è attiva in oltre 32 paesie intende coordinare l’azione e losforzo comune di tutti coloro chesono interessati a lottare contro la discriminazione nel mondo del calcio.

Ulteriori informazioni sono disponibilisul sito www.farenet.org

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Il partenariato tra Il piano in dieci punti della UEFA:

1 Redigere una dichiarazione in cui si affermache il razzismo o qualsiasi altro tipo didiscriminazione non saranno tollerati,spiegando quali misure saranno prese neiconfronti di coloro che si rendono protagonistidi cori razzisti. La dichiarazione dovrebbeessere inserita in tutti i programmi delle partiteed esposta permanentemente nello stadio.

2 Effettuare degli annunci pubblici a condannadei cori razzisti durante le partite.

3 Prevedere una clausola per coloro cheacquistano l’abbonamento della squadrasecondo la quale non possono partecipare ad azioni di stampo razzista.

4 Prevedere delle misure per impedire la venditadi pubblicazioni razziste dentro o attorno allo stadio.

5 Prendere delle misure disciplinari nei confrontidei giocatori che si rendono protagonistid’insulti razzisti.

6 Contattare altre federazioni o club per fare inmodo che capiscano la politica della vostrafederazione o del vostro club in materia di lotta contro il razzismo.

7 Incoraggiare una strategia comune tra addetti alla sicurezza e polizia per affrontareil fenomeno dei comportamenti razzisti.

8 Rimuovere urgentemente tutti i graffiti distampo razzista dallo stadio.

9 Adottare una politica di pari opportunità perquanto riguarda le assunzioni e la prestazionedi servizi.

10 Lavorare con tutti gli altri gruppi ed agenzie -quali sindacati dei calciatori, tifosi, scuole,organizzazioni di volontariato, associazionigiovanili, sponsor, autorità locali, imprenditorilocali e polizia – per sviluppare programmi e compiere progressi nell’aumentare laconsapevolezza ed eliminare razzismo e discriminazione.

10.

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