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Il Vangelo di Maria di Magdala Il Vangelo di Maria di Magdala Il Vangelo di Maria di Magdala Le visioni della Beata Emmerich su Maria di Magdala, suo fratello Lazzaro e le sorelle Marta e Maria la Silenziosa Traduzione e note in corsivo di Cristoforo Andreoli Dalla versione francese dell’Abbé de Cazalès : “Vie de N.S. Jesus Christ” (1860) La famiglia di Maria di Magdala, sue origini e possedimenti. Il padre di Lazzaro era del paese che ospitò i re magi al loro ritorno da Betlemme 1 . Suo nonno invece, proveniente dall’Egitto, era un principe siriano che, una volta spodestato, si ritirò nei suoi possedimenti vicino Gerusalemme e in Galilea, acquisiti grazie alla guerra. Lì si era fatto giudeo e aveva sposato una nobile ebrea di famiglia farisaica. La casata di Lazzaro aveva molti beni. Il castello di Lazzaro a Betania, munito di un doppio fossato, era vasto e ricco di giardini, terrazze e fontane. I suoi erano a conoscenza delle profezie di Anna e Simeone; difatti essi attendevano il Messia e, fin dalla giovinezza di Gesù, avevano stabilito con la santa famiglia delle relazioni paragonabili a quelle che si instaurano fra genti pie di rango elevato e famiglie altrettanto religiose, ma di condizione più bassa. La famiglia di Lazzaro ebbe quindici figli, di cui sei morirono subito e nove raggiunsero l’età adulta. All’epoca della predicazione di Gesù, solo quattro di essi erano in vita: Lazzaro, Marta, di due anni più giovane, Maria la silenziosa, che aveva due anni meno di Marta, 1 Probabilmente in una zona tra l’attuale Giordania e la regione di Higiaz, sul lato del Giordano dove si trova la Giordania [cfr. il mio “I Re Magi”]

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Le visioni della Beata Emmerich su Maria di Magdala, suo fratello

Lazzaro e le sorelle Marta e Maria la Silenziosa

Traduzione e note in corsivo di Cristoforo Andreoli

Dalla versione francese dell’Abbé de Cazalès : “Vie de N.S. Jesus Christ” (1860)

La famiglia di Maria di Magdala, sue origini e possedimenti. Il padre di Lazzaro era del paese che ospitò i re magi al loro ritorno da Betlemme1. Suo nonno invece, proveniente dall’Egitto, era un principe siriano che, una volta spodestato, si ritirò nei suoi possedimenti vicino Gerusalemme e in Galilea, acquisiti grazie alla guerra. Lì si era fatto giudeo e aveva sposato una nobile ebrea di famiglia farisaica. La casata di Lazzaro aveva molti beni. Il castello di Lazzaro a Betania, munito di un doppio fossato, era vasto e ricco di giardini, terrazze e fontane. I suoi erano a conoscenza delle profezie di Anna e Simeone; difatti essi attendevano il Messia e, fin dalla giovinezza di Gesù, avevano stabilito con la santa famiglia delle relazioni paragonabili a quelle che si instaurano fra genti pie di rango elevato e famiglie altrettanto religiose, ma di condizione più bassa. La famiglia di Lazzaro ebbe quindici figli, di cui sei morirono subito e nove raggiunsero l’età adulta. All’epoca della predicazione di Gesù, solo quattro di essi erano in vita: Lazzaro, Marta, di due anni più giovane, Maria la silenziosa, che aveva due anni meno di Marta,

1 Probabilmente in una zona tra l’attuale Giordania e la regione di Higiaz, sul lato del Giordano dove si trova la Giordania [cfr. il mio “I Re Magi”]

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e Maria Maddalena, venuta al mondo cinque anni dopo quest’ultima. Ho saputo che Maria la silenziosa, malata di mente, non è mai menzionata nei Vangeli, tuttavia ella non è ignota a Dio. Io l’ho conosciuta durante le visioni relative alla Maddalena. Ho visto Gesù visitare Lazzaro a Betania. Lazzaro pareva più anziano di Gesù di almeno otto anni. Aveva una casa molto grande con parecchi servitori, delle proprietà e dei giardini. Marta aveva una sua dimora, così come l’altra sorella, di nome Maria, che viveva sempre appartata. Maddalena invece abitava nel castello di Magdala. Lazzaro conosceva da molto tempo la santa famiglia ed aveva sostenuto Giuseppe e Maria con donazioni. Ora vedevo più chiaramente tutto ciò che Lazzaro fece per i cristiani fino alla Passione: fu lui a riempire la borsa affidata a Giuda Iscariota e a farsi carico delle prime spese della comunità. In quella occasione appresi anche che Noemi, l’istruttrice di Maria durante la sua permanenza al tempio, era zia di Lazzaro, perché sorella di sua madre. Il padre di Lazzaro era figlio di un re siriano ed aveva servito durante le guerre raccogliendo molti beni. Sua moglie era una nobile giudea della razza sacerdotale di Aronne (alleata a S. Anna per mezzo di Manasse). Essi avevano tre castelli a Betania, presso Herodium, e a Magdala sul mare di Galilea, non lontano da Tiberiade e Gabara. Anche Erode aveva un castello presso Magdala. Eliud2 parlò ancora delle virtù praticate da Maria al tempio. Ebbi una visione di ciò. Vidi che la sua istruttrice Noemi, parente di Lazzaro, era circa cinquantenne ed era essena, come tutte le donne che servivano al tempio. Maria apprese da lei il cucito. Ancora bambina, già la seguiva quando puliva i vasi e gli utensili sacrificali sporchi di sangue, ricevendo porzioni delle carni degli animali sacrificati; giacché quelle donne traevano da lì parte del loro sostentamento. Più tardi, vidi la Vergine aiutarla in quelle cose al tempio; e mentre si trovava lì, veniva spesso visitata da Zaccaria e da Simeone. Vidi il suo modo pio e umile di servire al tempio, così come Eliud lo descriveva al Signore. Lazzaro aveva tre sorelle : Marta, la più anziana, Maria Maddalena, la più giovane, e un’altra di età intermedia, anch’essa di nome

2 Un anziano esseno molto legato a Gesù e alla sua Famiglia [cfr. il mio “Gesù e gli Esseni”].

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Maria. Quest’ultima viveva appartata, era quasi muta e come malata di mente, perciò era chiamata Maria la silenziosa. Parlando di tutte loro, Gesù disse a Eliud che Marta, buona e pia, l’avrebbe seguito assieme al fratello. Della sorella quasi muta disse: “Aveva molta intelligenza e un grande animo, tuttavia questi doni le sono stati tolti per il suo bene. Lei non è fatta per il mondo e la sua vita è tutta interiore. Non commette peccato: se mi intrattenessi con lei comprenderebbe i misteri più nascosti. Non vivrà molto, dopo che Lazzaro e sua sorella avranno donato i loro beni alla comunità per seguirmi. Maria, la sorella più giovane, è smarrita, ma ritornerà in sé e sorpasserà Marta”. In precedenza, quando il Signore era nei pressi di Magdala, suor Emmerich ebbe la seguente visione su Maria Maddalena : « Guardate un po’, la vedo nell’alto del suo castello! Dietro di lei brilla un corpo luminoso simile alla luna, ma dinanzi le si erge come un monte oscuro che dovrà porre sotto i suoi piedi. Lei è sterile, altrimenti ciò che vi è di tenebroso in lei si spanderebbe al di fuori facendola attaccare ancora di più al mondo. Da quando ha riconosciuto Gesù e fatto penitenza, ha messo al mondo molti figli spirituali. Vedo lì anche la Madre di Dio che mette il piede su quel monte oscuro sprofondandolo in modo che la Maddalena, ricevendo interamente la luce della luna, divenga luminosa. La Madre di Dio è al di sopra della luna, che ha un notevole significato e gioca un ruolo considerevole. La luna è in rapporto con molte cose malvagie che sono in noi. Ci sarebbe tanto da dire, su questo, e ora non posso dire tutto. La Madre di Dio calpesta il male e le sue tenebre, avendo ricevuto la sovranità su di esso. E’ per questo che essa viene raffigurata al di sopra della luna col serpente ai suoi piedi. E’ una realtà che ci viene mostrata sotto forma di immagine. Lazzaro, Nicodemo e molti suoi discepoli erano tutti convinti, anche se non lo confessavano, che la missione di Gesù fosse di prendere possesso di Gerusalemme coi suoi seguaci, liberandoli dal giogo dei Romani e ristabilendo il regno di Giuda. Lazzaro aveva nei dintorni di Samaria una vigna, un campo e una casa nelle vicinanze del campo di Giacobbe. Queste proprietà in seguito furono messe a disposizione di Gesù e dei suoi per i loro spostamenti. Fu là che tempo dopo le due sorelle vennero a cercare Gesù per pregarlo di andare a Betania dopo la morte di Lazzaro3. In

3 Vedi più avanti nel testo.

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un’epoca posteriore, vi fu costruita una cappella consacrata a santa Marta. Lazzaro aveva un impiego al tempio, simile ad un nostro borgomastro. Egli andava qua e là con una scatola per raccogliere le offerte. Credo che la sua fine (di Maria la silenziosa) si avvicini. Un cambiamento sembra essersi prodotto in lei, accoccolata per terra su delle coperte grigie fra le braccia delle serve. E’ come svenuta, ma ora sembra più vicina al mondo terrestre ed avrà ancora da soffrire. Finora il suo spirito era sempre stato assente. Non sapendo nulla del mondo, scorgeva Gesù e le altre creature spirituali senza preoccuparsene e senza grandi afflizioni. La sua stanza era come una meravigliosa miniera d’argento, dove tutto era bello e spazioso attorno a lei. Ora che invece sembrava ritornare alla vita reale, pareva che fosse venuta a conoscenza che quel Gesù che era qui a Betania, vivente nel suo tempo e nelle sue vicinanze, era colui che doveva soffrire così crudelmente. Ancora vivente, lei parteciperà corporalmente ai suoi dolori e morirà subito dopo. La notte del sabato, Gesù visitò la sorella di Lazzaro, Maria la silenziosa, intrattenendosi a lungo con lei. A volte lei era seduta sul suo giaciglio, altre invece camminava attorno alla sua camera. Era pienamente cosciente e sapeva la differenza tra questo mondo e l’altro. Sapeva che Gesù era il Salvatore e l’agnello pasquale destinato a provare orribili sofferenze. Lei ne era afflitta al di là di ogni immaginazione e sentiva il peso oppressivo del mondo tenebroso che le si presentava. Ciò che la affliggeva più di tutto era però prevedere l’ingratitudine degli uomini. Gesù le parlò a lungo dell’approccio del regno di Dio e delle sue sofferenze, infine la benedì congedandola. Lei non tardò a morire. Era così straordinariamente bella e grande, luminosa e bianca come la neve. Le sue mani erano come d’avorio e le sue dita erano lunghe e affilate. (dopo che i farisei durante la Pasqua ebbero cacciato da Gerusalemme la Vergine e le altre donne in quanto seguaci di Gesù) Vidi Maria in lacrime mentre entrava nella camera ove Marta assisteva la sorella malata (Maria la silenziosa). La madre del Salvatore cadde in una sorta di deliquio, accasciata dalla tristezza. Allora Maria la silenziosa, che era del tutto risvegliata alla vita reale

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e vedeva prodursi sulla terra ciò che aveva visto in spirito, non ebbe più la forza di sopportare il dolore e morì alla presenza della santa Vergine, di Maria di Cleofa, di Marta e delle altre. Più tardi, fu seppellita in un sepolcro di nuova costruzione a poca distanza dalla casa di Lazzaro. Non ho visto i suoi funerali. Si parlò anche della Maddalena, ripetendo ciò che Veronica aveva raccontato di lei. Gesù disse loro che dovevano pregare per lei, formulando solo pensieri caritatevoli nei suoi riguardi, dal momento che ben presto ella sarebbe stata così buona da essere un modello per gli altri.

Vita di Maria Maddalena prima della conversione. Maddalena, la più giovane delle sorelle di Lazzaro, era alta e ben formata. Fin da giovane era una ragazzona fantasiosa e capricciosa. Aveva sette anni quando i genitori morirono; ma lei, fin dall’infanzia, li aveva presi in avversione a causa dei loro intransigenti digiuni. Ho visto molte cose della sua infanzia. Era incredibilmente vanitosa, ghiotta, orgogliosa, suscettibile e capricciosa. Molto incostante, si abbandonava ad ogni suo desiderio. Era spendacciona e generosa per natura. Aveva buon cuore, ma si lasciava attrarre da tutto ciò che era sfarzo e apparenza. Sua madre l’aveva educata assai male e Maria aveva preso da lei quella sua tipica emotività compassionevole [si trattava evidentemente di una forma superficiale di compassione]. La madre e le zie la viziavano mettendola sempre in mostra per farne ammirare le birichinate e le moine. Spesso la facevano sedere alla finestra assieme a loro, che non mancavano di apparire riccamente abbigliate. Quella abitudine fu la prima causa della sua perdizione. La vedevo sempre alla finestra o sulle terrazze di casa, seduta su bei tappeti in mezzo a ricchi cuscini, mostrandosi con i suoi ornamenti alla gente che passava. All’età di nove anni iniziò le sue frivolezze e la sua vita dissipata. Man mano che il suo fascino cresceva, attirava sempre più l’attenzione e l’ammirazione di tutti. Prese così a frequentare molte persone. Forte della sua cultura, si compiaceva nello scrivere massime amorose su piccole pergamene che diffondeva e

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scambiava coi suoi ammiratori. Dappertutto era ammirata ed elogiata. Non l’ho mai vista provare un vero attaccamento per qualcosa. Tutto il suo mondo era vanità, immoralità, adorazione di sé e immodestia fondate sulla sua bellezza. I fratelli e le sorelle si vergognavano di lei, mentre Maria disprezzava costoro a causa della semplicità della loro vita. [22 Luglio 1820] Questa notte ho visto le due sorelle (Marta e Maria Maddalena) vivere ancora assieme a Lazzaro. Lazzaro e Marta conducevano un’esistenza semplice e facevano molte elemosine. Maria al contrario viveva nell’abbondanza e ostentava un lusso scandaloso, cosa che dava molta tristezza agli altri due. La Maddalena abitava al piano superiore della casa e aveva due serve e due servitori. La vidi molto occupata con la toeletta. Lei infatti cercava sempre di attirare su di sé gli sguardi della gente e arrossiva della vita che conducevano il fratello e la sorella. Aveva un seggio coperto di tappeti che somigliava a un piccolo trono. Lo faceva collocare in terrazza, dove riceveva in gran pompa i visitatori, fra i quali vi erano uomini e donne di Gerusalemme. La Maddalena era di statura grande e forte, con i capelli biondi molto lunghi e spessi, delle belle mani e un bellissimo colorito. Il suo abbigliamento era estremamente complicato e sovraccarico di ornamenti. Una volta la vidi seduta su quella piattaforma con una pettinatura ornata di perle e di una stoffa grigio giallastra, simile a merletto, intrecciata con perle, oggetti brillanti e ciocche di capelli artisticamente arricciate. Dall’alto della pettinatura cadeva sul didietro fino a terra un lungo velo trasparente. Attorno al collo aveva un collare molto lavorato le cui pieghe arrivavano fino al mento. Il petto era serrato in una specie di corsetto fatto con una stoffa lucida ricamata di fiori rossi e bianchi. La gonna, della medesima stoffa, era pieghettata trasversalmente. Portava poi un soprabito a fiori dorati che si allacciava solo sul petto, le cui maniche, arricciate alle spalle, erano allacciate sopra e sotto da larghi fermagli di perle. Infine, ai gomiti e ai polsi pendevano lunghi festoni il cui colore virava verso il giallo e che somigliavano a merletti. Il vestito aveva una lunga coda. Questo abbigliamento, che le permetteva appena di muoversi, le conferiva l’aria di una bambola.

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Quando i beni di famiglia furono divisi, Maria ereditò il castello di Magdala, una magnifica residenza ove si era recata spesso durante l’infanzia e per la quale nutriva una particolare predilezione. Non aveva più di undici anni quando andò a stabilirvisi assieme ad una pompa di serve e maggiordomi. I suoi amanti la seguirono; sicché tutti coloro che, condividendo la sua vita dissoluta, l’avevano pervertita, si irritarono per la sua infedeltà o per qualche altra ragione e divennero ben presto suoi calunniatori e nemici. All’inizio, il castello di Magdala fu frequentato da uomini e donne ricchi e di rango che vivevano secondo le consuetudini del mondo. Tuttavia, quando la dissipatezza di Maria divenne dissolutezza, le persone più distinte che tenevano alla loro reputazione si tennero alla larga; finché tutto andò peggiorando. Il castello e le sue dipendenze si degradarono e solo gli appartamenti abitati da Maria conservarono il loro splendore. Vidi una stanza con i muri interamente coperti di specchi metallici fra i quali erano cresciuti fiori e arbusti. Una volta Maria, già caduta nel disonore e nel disprezzo, malata e senza risorse, divorata dal rimpianto, fu presa da un forte abbattimento. Sciatta e priva dei suoi cortigiani, cercò un po’ di solitudine e di riposo recuperando salute e bellezza; tuttavia, subito dopo, riprese il suo abituale genere di vita. La sua dissolutezza a Magdala durò circa quattordici anni. Aveva venticinque anni quando fu convertita dalla predicazione di Gesù. Maria Maddalena aveva degli ospiti che sedevano attorno ad un tavolo della sala con gli specchi e gli arbusti. Il pranzo era quasi alla fine. Vi erano una dozzina di uomini, fra giudei e pagani. Uno di essi sembrava più a suo agio degli altri e si comportava come il padrone di casa o il marito di Maddalena. In realtà non era che un suo amante che da qualche tempo aveva piantato lì le tende e col quale Maria conviveva. Gli altri invece erano suoi amici, stranieri di passaggio e ufficiali, come ve ne erano molti da quelle parti. Fra essi vi erano anche dei Romani. In generale, non si trattava di gente di alto rango, bensì di artisti, avventurieri e ufficiali. A causa della sua reputazione, Maria, per quanto ancora bella, sembrava essere in decadenza. Era vestita in modo originale, ma non prezioso, e non portava il velo. Simili riunioni erano all’ordine del giorno, perché lei era ospitale e spendacciona. La casa e i giardini erano in abbandono. Tutto sembrava degenerare, ad eccezione degli appartamenti ancora abitati.

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All’inizio, Maria Maddalena assisteva al pranzo, mentre gli uomini conversavano su argomenti religiosi in modo analogo alla gente di oggi. Maria parlava con rispetto e con segreta emozione di Gesù, da lei incontrata una sola volta a Jezrael. Menzionò anche Veronica, una nobildonna che le aveva fatto visita otto giorni prima manifestandole la sua assoluta devozione e venerazione per il Salvatore. Gli uomini, giudei e pagani, dimenticando di essere loro stessi gente malfamata e fuorilegge, si abbandonarono invece a ogni sorta di ingiurie, meravigliandosi di come si potesse difendere quell’uomo e i suoi seguaci. Dissero inoltre che la donna di cui aveva parlato doveva essere proprio cieca per associarsi a gente di quella risma. A sentir loro, Gesù era di una famiglia modesta di gente caduta in disgrazia. Inoltre camminava a piedi nudi per il paese come un folle e, dopo la morte del padre, invece di accudire la madre dedicandosi ad un mestiere onesto, aveva preferito lasciarla nell’onta per girovagare e seminare zizzania fra la gente. In Galilea poi, egli aveva trovato una combriccola di ignoranti e pigri pescatori che a loro volta avevano abbandonato le famiglie e il lavoro per seguirlo. Secondo gli ospiti di Maddalena, era ben noto chi invece fosse quell’uomo, scacciato da Gerusalemme per le sue false dottrine dopo aver eccitato le folle durante le festività pasquali. Anche sua madre era stata rispedita a casa sua. Tuttavia, invece di imparare da quella lezione, Gesù ora percorreva l’alta Galilea facendo girare la testa alla gente ed alimentando discordie e disordini. Fra i convitati, anche i Romani si dichiararono stupiti e increduli di come quell’uomo potesse fare tanto rumore trovando dei sostenitori persino a Roma. Anche lì infatti, un uomo di tutto rispetto, Lentulus, si era infatuato di Gesù e cercava di ottenere notizie su di lui da chiunque potesse fornirgliele. Quando approdavano delle navi dalla Giudea, egli si precipitava al porto per strappare nuove informazioni. All’inizio, tali commenti raffreddarono la buona disposizione di Maria e quando divennero troppo ignobili, lei si ritirò in una stanza vicina, dove aveva collocato la sua residenza. Quelle maniere volgari ferivano la sua fierezza. Abituata a ben altre frequentazioni, sentiva di essere caduta in basso e di essere ormai una schiava. Pensò alle parole di Veronica e alla condotta delle persone che le erano vicine, sentendo tutta la sua miseria. Quando l’uomo, molto piacente, cui sembrava essere intimamente legata, la raggiunse per chiederle cosa avesse, Maddalena scoppiò in lacrime pregandolo di lasciarla sola. Le sue due serve le stavano

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vicino. Una di esse non valeva nulla, mentre l’altra era buona d’animo e informava abitualmente la famiglia dei trascorsi di Maria. La Maddalena, profondamente decaduta, era stata molto colpita dall’incontro con Gesù a Jezrael. Tuttavia tale impressione fu di breve durata, così cadde ancora più in basso e il ricordo della sua vita passata, dissoluta , ma di ben altro livello, la lasciò in preda a una tremenda lotta interiore. Ogni volta che Veronica la andava a trovare, si fermava per la notte. Questa donna anziana e rispettabile non mancava mai di farle visita dopo essersi recata dalla Vergine. Veronica era in relazioni intime con la famiglia di Maddalena e cercava di produrre in lei buone disposizioni. Gli amici come Veronica che visitavano Maddalena non si recavano nella parte del castello dove menava la sua vita dissipata, bensì nell’ala opposta, passando sotto la porta di entrata. Dal canto suo, Maddalena si recava presso i suoi ospiti attraverso un passaggio praticato al di sotto di quella stessa porta. Da un lato, quelle visite le erano penose e la facevano arrossire, d’altro canto soddisfacevano il suo orgoglio, facendole ritenere che la sua situazione non dovesse essere così grave agli occhi del mondo, dal momento che non impediva ai suoi parenti, gente distinta e di elevata condizione, di recarsi presso di lei. Una volta vidi anche Giacomo il maggiore presso Maria Maddalena. Tempo prima che Marta invitasse la Maddalena a recarsi alla predicazione di Gesù da cui fu convertita, costui, spinto da un vivo sentimento di compassione, si era recato al castello di Magdala per agevolare la sua decisione in tal senso. Egli voleva constatare fino a qual punto lei fosse recalcitrante. Con il pretesto di portarle dei messaggi da parte di Marta, tornò diverse volte presso di lei; ma non al castello, piuttosto in una costruzione vicina. Giacomo, che aveva un aspetto imponente e parlava con gravità e saggezza, ma anche, quando voleva, con benevolenza e compassione, prese piacere a quegli incontri. Maria gli permetteva di vederla ogni volta che lui era in paese, mantenendo tuttavia nascoste tali visite, essendo in quel periodo in qualche modo legata ad un uomo, che non sapeva nulla di lui. Giacomo le parlava con riguardo e amicalmente, lodando la sua intelligenza e cercando di strapparle la promessa che sarebbe andata ad ascoltare Gesù, non essendovi fra i maestri nessuno di più ingegnoso ed eloquente di lui. Egli aggiungeva che non doveva preoccuparsi di chi altri partecipasse a tali riunioni, perciò poteva recarvisi abbigliata in

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modo del tutto ordinario. Maria accettava di buon grado i suoi inviti prendendoli in seria considerazione. In effetti, lei si era quasi decisa, benché quando Marta tentò di affrettare tale risoluzione, si mostrasse ancora sdegnosa. Del resto, non le era ben chiaro quali fossero le relazioni di Giacomo con il seguito di Gesù. (22 luglio) Mi trovavo ancora a Magdala, presso Maria. Era tardo pomeriggio, quasi sera, e vi era una festa danzante al castello. Credo fosse l’anniversario del convivente di Maddalena, un militare giudeo che si trovava di guarnigione a Magdala. In una sala molto grande e bella accanto alla camera da pranzo, vi erano almeno venti coppie danzanti. Le mura erano munite di specchi ove i ballerini potevano ammirare i loro movimenti ripetitivi. Ad un lato della sala vi era un largo seggio un po’ consunto con dei cuscini e dei drappi ove Maddalena sedeva. Talvolta lei si alzava per parlare con i suoi ospiti, ma non la vidi mai prendere parte alle danze. In realtà, non si occupava granché dei presenti, né questi ultimi di lei. Piuttosto era l’uomo che agiva da padrone di casa a preoccuparsi di loro. Del resto, questa sembrava una riunione abituale in cui non era necessario affaccendarsi più di tanto. I presenti erano gente leggera e frivola: donne e ragazze che vivevano secondo il mondo, più che in accordo con la legge, poi avventurieri, ufficiali e impiegati di Magdala. I musici erano perlopiù bambini e bambine con delle corone che suonavano flauti e triangoli. La danza non comportava saltelli o giravolte, ma era composta da una serie di figure artisticamente combinate dove i danzatori passavano gli uni in mezzo agli altri con piccoli passi elastici e un movimento continuo e grazioso di tutto il corpo, della testa e delle mani. Il tutto, abilmente misurato e ordinato, era tuttavia destinato a esprimere passioni e follie di ogni specie, mettendo continuamente in mostra il proprio corpo. Le donne avevano lunghe code, ma contrariamente all’abituale costume delle giudee morigerate durante le loro danze, non erano velate. Nemmeno le mani erano coperte, tuttavia queste si toccavano attraverso una sorta di fazzoletti. In generale, nemmeno le giudee più spigliate scambiavano in pubblico effusioni scandalose con gli uomini, mentre presso i pagani e i Romani i rapporti fra i due sessi erano molto indecenti. I danzatori appartenevano a quel mondo dissoluto ed elegante che vive secondo i desideri carnali coprendo le proprie vergogne con begli abiti e maniere cortesi. Essi tuttavia erano di rango assai

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inferiore rispetto alle precedenti frequentazioni di Maria, composte più che altro da intellettuali, filosofi e artisti che usavano leggere e comporre poesie ed enigmi. Lei ora rimpiangeva la sua decadenza e partecipava poco a quegli intrattenimenti. La danza aveva luogo di giorno. Vidi in seguito la sala degli specchi con una tavola riccamente imbandita ove le donne erano sedute da un lato e gli uomini distesi dall’altro. Fra costoro, Maria sedeva su un seggio formato da cuscini. Appena si misero a tavola, furono raggiunti da nuovi convitati, i quali riferirono la notizia che Erode aveva imprigionato Giovanni battista. I presenti si prodigarono in sonore esclamazioni di giubilo e applausi indecenti. Quando Maria mostrò con l’espressione del viso e alcune frasi tutta la sua afflizione per quella notizia, i convitati risero scambiandosi battute su Giovanni. Vidi che Maddalena ne fu molto scontenta. Lasciò quasi subito la tavola ritirandosi tutta pensierosa in una stanza vicina disseminata di cuscini, dove la lasciai. Quando, al termine della predica, qualcuno uscì dalla stanza e Gesù, assieme agli altri, prese ad andare e venire nella sala, Marta gli si avvicinò e gli parlò con molta ansietà di Maddalena, sua sorella, e delle notizie che Veronica le aveva riportato su di lei. Mentre ciò accadeva, le altre donne stavano sedute a giocare ad una lotteria a profitto della cassa comune di cui si erano fatte carico. Esse avevano una sorta di roulette su una cassapanca alta circa due pollici con al centro una stella a cinque raggi. La cassa era vuota all’interno e suddivisa in tanti scompartimenti. Sulla superficie della cassa, cinque scanalature partivano dalle punte della stella verso il centro di essa. Fra le scanalature erano scavati dei buchi che portavano all’interno della cassa. Le donne avevano lunghi fili di perle e pietre preziose che intendevano donare alla comunità. A turno, ciascuna di esse stipava questi fili nelle scanalature, dopodiché, una dopo l’altra collocavano alle estremità, dietro l’ultima perla, un piccolo strumento che, premuto con la mano, lanciava una piccola freccia contro la perla più vicina. Ciò dava una scossa all’intera fila in modo da farne staccare alcune perle o pietre, le quali cadevano dai buchi all’interno della cassa, dove scorrevano su altre scanalature. Quando tutte le perle e le pietre furono nella cassa, la tavola su cui era poggiata, provvista di rotelle, veniva spinta da tutti i lati in modo da far scorrere le perle e le pietre che erano nelle scanalature interne fino a delle piccole scatole ai bordi della tavola. Ognuna delle scatole apparteneva ad

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una delle giocatrici, le quali le staccavano dal loro supporto per vedere l’ammontare di perle e pietre guadagnate da devolvere alla cassa comune. Durante il gioco, le donne persero una perla assai preziosa che fu poi ritrovata dopo una ricerca accurata nella stanza. Gesù allora andò presso di loro raccontando la parabola della dracma perduta. Inoltre, stabilì una similitudine tra quella perla e Maria Maddalena, affermando che essa era una perla molto più preziosa di altre, ma che, come nel gioco delle sante donne, era caduta in terra e si era perduta. Con quanta gioia dunque l’avrebbero ritrovata! Le donne, profondamente commosse, gli chiesero se ciò sarebbe davvero accaduto. Al che, Gesù rispose loro: “bisogna cercare con molta più diligenza che non la donna della parabola della dracma o il pastore della pecora smarrita”. Le donne allora promisero di cercare Maddalena con più impegno che non la loro perla, sostenendo che si sarebbero rallegrate molto di più se l’avessero ritrovata. Circa dieci giorni fa Marta, Veronica e Giovanni Chusa, assieme ad Anna, figlia di Cleofa, si diressero da Betania a Cafarnao. Lungo la strada Dina la Samaritana e Maria la Sufanita di Ainone le raggiunsero in un albergo dove esse avevano condotto alcuni discepoli di Gerusalemme che con Lazzaro avevano fatto visita a Gesù, se non sbaglio, nei pressi di Ofra. Di là provenivano le informazioni sullo stato morale di Maria Maddalena di cui ho parlato recentemente. La visita di Giacomo maggiore a Maddalena corrisponde al soggiorno di Gesù a Meroz. Prima conversione di Maria di Magdala Oggi ho visto le sante donne recarsi a tre leghe a sud di Cafarnao in una città levita chiamata Damna, dove avevano un albergo. Di là Marta si recò a una lega a sud ovest presso la Maddalena. Magdala, con i suoi castelli e giardini, è situata a nord della montagna a occidente della quale è posta Gabara. Jotapat è a una lega a sud est di quest’ultima città. Magdala è in un bacino sulla cresta meridionale di una valle che va da est ad ovest in direzione del lago di Genezareth, a una mezza lega presso l’estremità occidentale della valle. La città è posta sul pendio della montagna. Tiberiade è

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Il Vangelo di Maria di Magdala

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sul bordo del lago omonimo, a due piccole leghe a sud est di Magdala. Ci si può recare a Magdala sia dall’alto che dal basso. Marta si recava da Maria di Magdala soprattutto per convincerla a recarsi con Dina la Samaritana e Maria la Sufanita ad ascoltare un grande discorso che Gesù avrebbe fatto il mercoledì sulla montagna al di là di Gabara. Maddalena la accolse affettuosamente in un’ala un po’ in cattivo stato del suo castello. La condusse poi in una stanza vicina alle sale dei ricevimenti, dunque non proprio dove solitamente riceveva. Vi era nella Maddalena un miscuglio di vergogna vera e di falso pudore. Da una parte arrossiva per quella sorella pia, semplice e mal vestita che percorreva tutto il paese assieme ai seguaci di Gesù votati al disprezzo dei compagni di piacere della Maddalena. D’altra parte, non osava condurre Marta negli appartamenti che erano teatro delle sue follie e dei suoi disordini. Maria, pallida e un po’ sfatta, aveva un certo abbattimento morale, ma non aveva la forza di rompere con le sue abitudini. Già le ultime volte che l’avevo vista mi era parsa meno indipendente e brillante del solito. L’uomo che abitava con lei nel peccato viveva alle sue spalle e lei si sentiva un po’ sminuita dalla relazione con quest’uomo dai sentimenti volgari. Lei inoltre si era già commossa una volta ascoltando un insegnamento di Gesù. Maria la interpellò con affetto, ma anche con una certa scaltrezza, dicendole: “Dina e Maria la Sufanita, persone come tu sai amabili e intelligenti, ti invitano ad andare con loro al discorso che Gesù terrà sulla montagna. E’ così vicino casa tua! Inoltre loro saranno così felici di essere in tua compagnia. Sai bene che Dina e Maria sono così distinte ed eleganti, perciò non avrai da arrossire di fronte alla gente. Sarà un bello spettacolo: tutta quella moltitudine che ascolta la voce eloquente del Profeta, i malati guariti, il coraggio con cui Gesù si rivolge ai Farisei! Veronica, Giovanni di Chusa e la madre di Gesù che ti ama tanto sono tutti convinti che alla fine ci ringrazierai di averti invitato. Penso che per te sarà una piacevole distrazione: ti vedo un po’ trascurata e credo che non frequenti persone che apprezzano il tuo cuore e i tuoi talenti. Se tu passassi un po’ di tempo con noi a Betania! Ascoltiamo discorsi così meravigliosi e facciamo cose così buone! Tu sei sempre stata caritatevole e comprensiva. Vieni con noi a Damna domani. Io e le altre donne siamo sistemate in albergo, ma tu potrai avere un alloggio a parte e potrai avvicinare solo le persone che conosci…” In quel modo, Marta parlò alla sorella evitando accuratamente tutto ciò che poteva dissuaderla. La Maddalena, nella sua tristezza, accettò volentieri,

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dopo qualche breve obiezione, promettendole di partire con lei l’indomani mattina. Cenarono assieme. A sera, la Maddalena lasciò più volte le sue stanze per fare visita a Marta. Marta e Anna di Cleofa quella sera pregarono Dio affinché il viaggio fosse di profitto per Maria. Quest’ultima sembrò disposta a ricevere una forte impressione, ma credo che sarebbe ancora una volta ricaduta nelle sue abitudini. Non so ancora il modo in cui Gesù la liberò da sette demoni. Oggi, a mezzogiorno, vidi Maria Maddalena con la sua dama di compagnia avviarsi da Magdala a Damna, a circa due leghe di distanza, in compagnia di Marta e Anna di Cleofa. Era seduta su un asino, poiché non aveva l’abitudine di camminare a lungo. Il suo abito era elegante, ma non aveva il fasto esagerato che lei avrebbe mostrato in un’occasione successiva, al momento della sua seconda conversione. La Maddalena giunse all’albergo dov’erano le altre donne, ma prese un alloggio a parte e non parlò con Maria, né con Veronica. La Sufanita e la Samaritana le fecero visita a turno. Le donne si trattarono a vicenda con molta cortesia e mutua benevolenza; ma all’inizio l’attitudine di Maria nei confronti delle peccatrici convertite era un po’ innaturale: sembrava di vedere un ufficiale che incontra un suo vecchio commilitone che si è fatto prete. Questo lieve imbarazzo tuttavia si dissipò ben presto in commozione e in testimonianze di solidarietà femminile. Nel pomeriggio, la Maddalena, la Sufanita, la Samaritana, la dama di compagnia e Anna di Cleofa entrarono nell’albergo dove avrebbe avuto luogo il discorso di Gesù. Per non turbare la Maddalena, le altre donne fecero in modo di non essere presenti. In realtà queste ultime erano giunte fin lì solo nella speranza di convincere Gesù a recarsi presso di loro piuttosto che a Cafarnao, ove era invece riunito un gruppo di circa sedici farisei che, giunti da luoghi differenti, avevano preso dimora nella stessa casa e contavano di stabilirvisi in modo permanente, visto che Cafarnao era il punto centrale delle peregrinazioni di Gesù. A Nazareth e in altri luoghi essi avevano formato come una lega. Le sante donne, e soprattutto Maria, erano inquiete a causa del fatto che i farisei si erano già espressi pubblicamente in termini minacciosi nei confronti di Gesù. Esse pertanto avevano inviato un messaggio al Signore pregandolo di andarle a trovare a Damna prima della sua predicazione e di non recarsi a Cafarnao. Per non esporsi a pericoli, sarebbe stato meglio

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per lui andare a destra o a sinistra del lago, soprattutto nelle città pagane. Gesù tuttavia rispose loro che esse dovevano rivolgersi a lui solo per le cose che le riguardavano, che Egli sapeva bene cosa faceva e che avrebbe fatto loro visita a Cafarnao. La Maddalena, la sua domestica, Maria la Sufanita, Dina e Anna di Cleofa erano già di buon mattino sul monte che si elevava a lato di Magdala, circondato da diverse colline. Un numero impressionante di persone era accampato tutt’intorno e molti viveri erano stati portati fin lì a dorso d’asino. Ammalati di ogni genere erano stati raggruppati secondo le loro malattie, alcuni più vicini, altri più lontani dal luogo designato e protetti da tende leggere e capanne di fogliame. Alcuni discepoli di Gesù erano sul punto più altro del monte e assegnavano a tutti un posto specifico, dispensando ovunque servigi di ogni genere. Attorno al seggio di pietra vi era un recinto semicircolare in muratura. Il seggio aveva una copertura e da lì, in alcuni tratti, dei teli si estendevano al di sopra degli uditori. Maddalena e le altre erano comodamente assise ad un certa distanza (le donne erano separate dagli uomini). Gesù si presentò coi suoi discepoli verso le dieci. Quasi nello stesso momento giunsero i farisei, gli erodiani e i sadducei. Gesù salì sul seggio, mentre da una parte i discepoli si disposero in cerchio e dall’altra sedettero i farisei. Il discorso venne interrotto più volte per permettere ai nuovi arrivati di disporsi fra altri che facevano loro posto. Molti argomenti vennero di conseguenza ripetuti e negli intervalli gli assistenti presero un rinfresco, finché anche Gesù una volta consumò una semplice refezione. Quel discorso fu uno dei più forti e veementi mai fatti da Gesù. Prima di fare la preghiera iniziale, Egli avvertì l’uditorio di non scandalizzarsi se avrebbe chiamato Dio suo Padre, dal momento che chiunque fa la volontà del Padre celeste è suo figlio. Egli inoltre aveva già mostrato loro di stare appunto compiendo la volontà del Padre. Sulla cima del monte, Egli pregò a voce altra il Padre, iniziando poi a predicare la penitenza al modo degli antichi profeti. Il suo discorso toccò tutto quanto era avvenuto dal tempo della promessa fino ad allora. Egli citò le minacce dei profeti e il compiersi delle loro profezie, mostrandole come figura dei tempi attuali e di quelli futuri. Egli provò la venuta del Messia per mezzo delle antiche profezie. Parlò del Battista, il precursore che gli aveva preparato la via, spiegando la fedeltà con cui egli aveva adempiuto tale missione, la quale non aveva però impedito che il loro cuore

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restasse insensibile. Egli rimproverò loro ogni sorta di vizio, ogni ipocrisia e l’idolatria della carne e del peccato. Tratteggiò vivacemente il carattere dei farisei, dei sadducei e degli erodiani. Parlò con veemenza della collera di Dio e del giudizio che si avvicinava, della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio e delle sventure che si sarebbero abbattute sul paese. Citando molti passi di Malachia, Egli interpretò e spiegò tutti i passaggi che trattavano del precursore, del Messia e della nuova oblazione priva di impurità che io intesi sarebbe stata la santa messa, ma che i presenti non compresero. Egli parlò ancora del ritorno del Messia nell’ultimo giorno, della fiducia che avrebbero dovuto avere tutti coloro che temevano Dio e delle consolazioni riservate a questi ultimi. Parlò anche della traslazione della grazia ai pagani4. Gesù poi si rivolse ai discepoli, esortandoli alla fedeltà e alla perseveranza. Disse che li avrebbe inviati ovunque per insegnare a tutti la via della salvezza e aggiunse che essi non dovevano familiarizzare con i farisei, i sadducei e gli erodiani, i quali vennero da lui descritti con metafore stupefacenti. Tutto ciò fu così spiazzante che nessuno, dopo quel discorso, avrebbe ammesso apertamente di essere un erodiano, benché molti avessero legami segreti con tale setta. Citando i profeti, Gesù disse tra l’altro che se avessero rifiutato la salvezza, essi sarebbero incorsi in una disgrazia peggiore che a Sodoma e Gomorra. In quella, i farisei pensarono di prenderlo in fallo e, durante una pausa, gli chiesero se quel monte, la città e l’intero paese sarebbero stati inghiottiti dall’abisso e se era possibile un destino peggiore di quello toccato alle due città del passato. Gesù allora rispose che a Sodoma furono inghiottite le pietre, ma non tutte le anime. Queste ultime infatti avevano l’attenuante di non aver avuto la legge, né la promessa, né alcun profeta. Egli accennò anche alla sua discesa agli inferi e al fatto che vi avrebbe liberato moltissime anime. Benché gli astanti non comprendessero ciò che diceva, io gioii come una ragazzina nell’apprendere che quelle anime non erano perdute. Quanto ai Giudei attuali, Gesù disse che al contrario era stato loro donato tutto, che Dio li aveva scelti facendo di essi il suo popolo, che ogni tipo di avvertimento era stato loro confidato e che molte promesse fatte loro si erano compiute. Pertanto, se avessero persistito nella loro incredulità, non

4 Nei commentatori del Vangelo vi è a volte una certa tendenza a considerare l’evangelizzazione dei Pagani un’azione di second’ordine nella predicazione di Gesù, quasi un “imprevisto” dovuta a circostanze inedite, per quanto provvidenziali. In realtà l’intera vita di Gesù com’è descritta nelle visioni della Beata Emmerich mostra la chiara consapevolezza e la volontaria determinazione di Gesù, fin dall’inizio, riguardo alla sua predicazione ai Pagani.

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le pietre e le montagne, ma i cuori e le anime dure come pietre sarebbero state inghiottite dall’abisso. E ciò era più terribile della sorte di Sodoma. Dopo aver esortato severamente i peccatori alla penitenza, annunciando in termini così forti questi giudizi di condanna, Gesù si mostrò di nuovo pieno di amore. Egli chiamò a sé tutti i peccatori versando lacrime di tenerezza, pregando il Padre di toccare i loro cuori. Se solo un piccolo gruppo, anche solo qualcuno o uno solo di essi fosse venuto a Lui, Egli si sarebbe fatto carico di ogni crimine immaginabile. Se solo avesse potuto guadagnare anche una singola anima, avrebbe condiviso tutto di lei, donandole tutto e pagandola volentieri a prezzo della vita. Gesù stese le braccia verso i presenti e gridò: “Venite, venite, voi che siete affaticati e oppressi, venite, peccatori, fate penitenza, siate credenti e entrate a condividere il regno con me!” Egli tese le braccia anche ai farisei e a tutti i suoi nemici, che vi fosse almeno uno di costoro disposto a seguirlo! Sulle prime la Maddalena aveva preso posto vicino le altre donne, dandosi arie da gran dama sicura di sé. Tuttavia, già quando era giunta sul posto si era sentita piena di vergogna e interiormente commossa. Dapprima osservava intorno a sé la folla che la circondava, ma quando Gesù iniziò a parlare, gli occhi e la sua anima furono sempre più rapiti da lui. L’esortazione alla penitenza, la descrizione dei vizi e le minacce di punizione fatte da Gesù la scossero profondamente, finché, non potendo più resistere, iniziò a tremare e a piangere sotto il suo velo. Quando poi Gesù, in termini tanto affettuosi e insistenti, scongiurò i peccatori di andare a lui, molte persone furono trasportate dall’entusiasmo. Tutta la folla si portò in avanti a causa di un movimento simultaneo che si era prodotto nell’uditorio. Anche la Maddalena, imitata dalle altre donne, si avvicinò. E quando Gesù disse: “Ah, se una sola anima volesse venire a me!”, la Maddalena provò una tale emozione da essere spinta ad avvicinarsi ancora di più a Lui. Fece un passo avanti, ma le altre donne la trattennero, per evitare che si scatenassero disordini, e le dissero: “Più tardi, più tardi!”. I suoi vicini tuttavia si accorsero a malapena della sua eccitazione, dal momento che anch’essi pendevano dalle labbra di Gesù. Frattanto il Salvatore, avendo conosciuto l’emozione della Maddalena, le indirizzò parole di consolazione aggiungendo: “se queste parole riuscissero a infondere anche una sola scintilla di penitenza e di pentimento, di amore, di fede e di speranza in un’anima smarrita, ciò dovrà dare il suo frutto vivendo e crescendo in lei. Questa

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scintilla vorrà nutrire l’anima, elevandola e portandola al Padre.” A sentire ciò, Maddalena, profondamente colpita, si sentì consolata e riprese il suo posto fra le altre donne. Erano circa le sei. Il sole già tramontava dietro la montagna, mentre Gesù, durante quel discorso, era rivolto a occidente, dove era posto il suo uditorio. Non vi era nessuno dietro di Lui. Egli pregò, benedì la folla e la congedò. Disse poi a i suoi discepoli di acquistare del cibo da coloro che ne avevano in più per distribuirlo ai poveri e ai bisognosi. In sostanza, tutto ciò che alcuni avevano in eccesso doveva essere acquistato e distribuito ai poveri, facendo in modo che questi ultimi ne avessero anche da portare a casa con loro. Niente doveva essere sprecato. Tutto, sia gratuitamente che dietro pagamento, doveva essere rimesso a chi ne aveva bisogno. Una parte dei discepoli si occupò della cosa: molti dei presenti fecero donazioni volontarie, mentre alcuni cedettero le loro cose dietro pagamento. I discepoli erano perlopiù abbastanza conosciuti nel paese e si applicarono a quell’incombenza con molto spirito di carità, in modo che i poveri furono ben equipaggiati e testimoniarono la loro gratitudine per la bontà del Signore. Nel frattempo, altri discepoli seguirono Gesù presso i numerosi ammalati che erano collocati lungo la strada. I farisei e i loro seguaci tornarono a Gabara scandalizzati, colpiti, stupiti, stizziti. Simone Zabulon, il maggiore fra essi, prima di partire aveva ricordato a Gesù l’invito a pranzo presso la sua dimora. Gesù aveva acconsentito all’invito, ma al tempo stesso, mentre i farisei scendevano presso la città, egli era stato oggetto delle numerose critiche e osservazioni che essi fecero su di lui, il suo insegnamento e la sua persona. Avendo timore di lasciare intravedere la profonda emozione prodotta in loro dal discorso di Gesù, essi si intrattennero in tali discorsi finché, giunti in città, riacquistarono tutta la loro sicurezza e la fiducia nel loro senso di giustizia. La Maddalena e le altre donne seguirono Gesù tenendosi nella folla presso alcune donne ammalate e dando un aiuto secondo le loro possibilità. Il triste spettacolo che le stava dinanzi agli occhi colpì ancora di più la Maddalena. Gesù iniziò ad occuparsi dapprima degli uomini, il che gli prese molto tempo, mentre l’aria echeggiava dei canti di gioia di coloro che venivano guariti. Quando Egli poi si avvicinò alle ammalate, la folla e lo spazio necessario a Gesù per

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operare costrinsero la Maddalena e le sue compagne ad allontanarsi. Tuttavia Maria non cessò di tentare di farsi largo tra la folla per avvicinarsi al Signore, il quale si spostava sempre nella direzione opposta. Gesù guarì anche le donne afflitte da perdite di sangue [costrette a tenersi distanti dalla folla, perché considerate impure], il che colpì particolarmente il cuore della Maddalena, del tutto aliena fino a quel momento allo spettacolo delle miserie umane. Che ricordi, che sentimenti di riconoscenza si risvegliarono nell’anima di Maria la Sufanita nel momento in cui sei donne, legate a gruppi di tre, furono portate a Gesù da alcune ragazze robuste che le trascinavano a forza! Quelle disgraziate erano possedute da orribili spiriti impuri e, fino ad allora, erano le prime donne indemoniate che avessi visto portare a Gesù in pubblico. Alcune di esse erano della Samaria, le altre venivano da oltre il lago di Genesaret. Vi erano delle pagane fra loro. Di solito esse erano dolci e mansuete e non tentavano affatto di farsi del male l’un l’altra. Se tuttavia le si avvicinavano degli uomini, esse diventavano furiose e si precipitavano su di loro gridando e rotolandosi per terra in spaventose convulsioni. Per tale motivo, prima di essere condotte presso Gesù, esse furono legate e tenute a distanza in attesa che terminasse la predicazione. Solo al termine di essa, le donne furono fatte avvicinare al Signore e ai suoi discepoli nonostante la loro vivace resistenza. Satana, infatti, temendo Gesù, le costringeva a compiere orribili contorsioni e a lanciare le urla più strazianti. Quando Gesù, voltandosi, ordinò loro di tacere, esse divennero di colpo silenziose e immobili. Egli poi si avvicinò e le fece slegare, ordinando loro di inginocchiarsi. In seguito, imponendo loro le mani e pregando, fece sì che ognuna di loro, al tocco della sua mano, cadesse in un breve svenimento. Vidi allora il nemico uscire da loro come un vapore oscuro; dopodiché esse, rianimate dalle loro accompagnatrici, si mantennero velate e in lacrime dinanzi a Gesù, prostrandosi poi ai suoi piedi e ringraziandolo. Gesù le esortò a convertirsi, a purificarsi e a fare penitenza per non ricadere più in un simile stato. Il giorno stava per finire e Gesù, accompagnato dai discepoli, discese a Gabara, mentre diversi gruppi di persone e anche qualche fariseo procedevano dietro e dinanzi a lui. Quanto a Maria Maddalena, immersa nelle sue sensazioni senza tener conto di ciò che la circondava, lo tallonava in mezzo alla folla dei discepoli,

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seguita dalle altre quattro donne che erano costrette a starle dietro. Non faceva che tentare continuamente di avvicinarsi a Gesù il più possibile, il che era del tutto contrario all’usanza di quell’epoca. A tale proposito, qualche discepolo lo fece presente a Gesù, il quale si voltò e disse: “Lasciatela fare. Non è affare vostro.” Giunto a Gabara, presso la dimora destinata alle feste pubbliche nella quale Simon Zabulon [il fariseo che abbiamo visto poc’anzi] aveva fatto preparare il pasto, Gesù trovò il vestibolo pieno di ammalati e poveri che vi si erano introdotti sapendo che stava per arrivare. Essi implorarono la sua assistenza ed Egli li esortò, li consolò e li guarì. Simone nel frattempo sopraggiunse con altri farisei per invitare Gesù ad entrare, dal momento che il pasto era pronto e tutti lo attendevano; in seguito ci sarebbe stato tempo per aiutare quella gente. Gesù tuttavia disse che erano quelli i suoi ospiti personali, invitati da lui e ai quali doveva in primo luogo dare assistenza. Invitando Gesù, Simone aveva invitato anche loro; perciò egli non avrebbe consumato il pasto prima di aver soccorso costoro. I farisei furono perciò costretti a ritirarsi e ad aggiungere nelle sale attigue al vestibolo alcuni tavoli per i poveri e i malati che erano stati guariti. Dopo che Gesù ebbe guarito tutti, i discepoli condussero ai tavoli coloro che volevano restare. Alcune lampade furono accese per far loro luce. La Maddalena e le altre avevano seguito Gesù fino a quel momento e si erano fermate nella parte del vestibolo che confinava con la sala da pranzo. Gesù tuttavia si mise a tavola con parte dei discepoli. Essendo un festino opulento, Gesù faceva spesso portare dai discepoli le vivande ai poveri, lasciando che essi li servissero e mangiassero con loro. Durante il pranzo, Egli diede degli insegnamenti, mentre i farisei iniziarono a disputare vivacemente con lui. Non ricordo di cosa parlassero, poiché non facevo che guardare la Maddalena che si era avvicinata alla sala con le compagne. Mentre lei avanzava, le altre si tenevano dietro a qualche distanza. Infine, entrò, inchinandosi umilmente con la testa velata e tenendo in mano un flacone bianco tappato con un pacco di erbe. Rapidamente, lei si diresse alle spalle di Gesù e si mise a versare il contenuto del flacone sulla sua testa, dopodiché con entrambe le mani prese l’estremità del suo lungo velo e lo passò sulla testa di Gesù come a tergergli e lisciargli i capelli. Dopo aver fatto tutto ciò molto velocemente, ella si ritirò di qualche passo, ma la conversazione animata che era in corso nella sala si interruppe

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bruscamente. Tutti guardavano in silenzio Gesù e la Maddalena, mentre l’odore di profumo si spargeva nella sala. Gesù era calmo, ma molti, bisbigliando fra loro, scuotevano la testa guardando la donna con aria contrariata. Simon Zabulon sembrava particolarmente irritato, ma Gesù gli disse: “So cosa stai pensando, Simone: giudichi poco conveniente che io mi lasci ungere la testa da questa donna che ritieni una peccatrice. Tuttavia, hai torto, poiché è l’affetto di questa donna ad averla spinta a fare ciò che tu hai trascurato. Infatti, tu non mi hai riservato un’accoglienza degna di un ospite.” Egli poi si voltò verso la Maddalena che era ancora dietro di lui e le disse: “Vai in pace: molto ti è stato perdonato!”; al che la donna tornò verso le altre e lasciò con loro la casa. Gesù, durante il convito, parlò ancora di lei, giudicandola buona e assai compassionevole, e si soffermò a discutere dei giudizi che si sogliono dare agli altri e della facilità con cui si condannano gli errori pubblicamente noti, mentre se ne nascondono altri ben più gravi nel segreto della propria coscienza. Egli poi diede a lungo altri insegnamenti e in seguito tornò nel suo alloggio con i discepoli. La Maddalena era stata profondamente commossa da tutto ciò che aveva visto e ascoltato. Interiormente sopraffatta, si erano accese in lei una devozione e una generosità tali da spingerla a compiere quel gesto con cui aveva voluto onorare Gesù e rendergli testimonianza dell’effetto che avevano avuto su di lei le sue parole. Con pena ella aveva notato che il più ammirevole, il più santo e il più eloquente dei predicatori, nonché il più compassionevole e pietoso dei taumaturghi, non era stato fatto oggetto di alcun omaggio da parte dei farisei, né durante l’accoglienza in casa, né durante il pasto. Perciò ella si era sentita spinta a sopperire a questa mancanza, non avendo dimenticato le parole del Maestro: “Se anche uno solo fosse colpito e sopraffatto e venisse a me.” La Maddalena, come tutte le grandi dame del paese, portava abitualmente con sé un flacone grande come una mano contenente l’unguento di cui si era servita. Inoltre, portava un soprabito bianco bordato di grandi fiori rossi e piccole foglie, dotato di larghe maniche arricciate, sostenute da braccialetti, che si stendevano sul didietro senza aderire al corpo. L’abito era aperto sul davanti ed era attaccato solo al di sotto dei ginocchi per mezzo di cordoni o corregge. Il dorso e il petto erano coperti da una stoffa ornata di nodi e gioielli poggiata sulle spalle a mò di scapolare e chiusa ai lati. Al di sotto di essa vi era un altro abito variopinto. Il velo che era normalmente ripiegato attorno al collo, quella volta era

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dispiegato per tutta la sua lunghezza. La Maddalena era più alta del normale e, per quanto rotondetta, era tuttavia agile ed aveva delle dita minute e affusolate e piccoli piedi sottili, un’andatura nobile e una capigliatura bella e abbondante. Le sante donne erano andate ai bagni di Betulia, una lega al di là di Damna. Nella valle, sul bordo settentrionale del lago, vi era un agglomerato di case ove Gesù aveva passato la notte venendo da Cafarnao. Qui vi erano anche gli alloggi di queste donne. Ieri, le donne sono partite da Damna andando incontro alla Maddalena e le sue compagne. Erano tutte riunite in una grande sala con una lampada e delle coperte. I compartimenti con i giacigli erano separati da tende. Il giorno prima, Marta e un’altra donna erano a andate incontro a metà strada alla Maddalena a dorso di un asino, a circa una lega da Gabara. La sera prima, come anche quella sera stessa, vidi la Maddalena con le sante donne. Anche la Vergine Maria si trattenne con loro, parlando della predicazione di Gesù, mentre le altre due donne raccontarono l’omaggio reso a Gesù da parte della Maddalena e la risposta di Gesù a quel gesto. Vidi le sante donne andare e venire intrattenendosi assieme. La Maddalena restava perlopiù seduta, mentre tutte la pregavano di restare con loro o almeno di passare del tempo a Betania in loro compagnia. Ella tuttavia, deludendo le donne, rispose che doveva tornare a Magdala per mettere ordine nella sua dimora, ma non cessava di parlare delle emozioni che aveva provato, della maestà, della forza, della dolcezza e dei miracoli di Gesù. La Maddalena sentiva di vivere una vita indegna e che avrebbe pertanto dovuto seguirlo unendosi alle altre donne. Pensierosa e ripiegata su se stessa, ella piangeva sovente, pur avendo il cuore leggero e rasserenato. Nonostante le insistenze delle altre, fece infine ritorno a Magdala con la sua serva. Marta l’accompagnò per un tratto e in seguito raggiunse le altre donne facendo ritorno a Cafarnao. Temo che la Maddalena ricadrà ancora nelle sue abitudini. La vidi più tardi orgogliosa e di cattivo umore mentre si recava con Marta ad un altro discorso di Gesù alla montagna nei pressi di Dothaim, dove peraltro si convertì definitivamente. La Maddalena è più alta e bella delle altre donne. Anche Dina la Samaritana è bella, ma è più attiva e turbolenta di lei. Dina è viva, affabile e servizievole in tutte le circostanze. Data la sua umiltà, la si potrebbe prendere per una serva attenta, accorta e premurosa.

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La Vergine tuttavia sorpassa di gran lunga le altre per la sua meravigliosa bellezza, per quanto vi siano altri esempi di pari splendore esteriore e la Maddalena abbia rispetto a lei qualcosa di più attraente. La purezza, la semplicità, l’innocenza, la serietà e la mansuetudine inesprimibili della Vergine la rendono tuttavia al di là di ogni paragone. Ella è così straordinariamente pura e inaccessibile a qualunque emozione esteriore che si può vedere in lei l’immagine di Dio riflessa nella natura umana. Nessuno rassomiglia a lei, a parte suo figlio. Il candore, l’innocenza, la serietà, la saggezza, la pace, la dolce e intima amabilità della sua fisionomia, impossibili a rendere a parole, spiccano tra le altre donne che la circondano e tra tutte le donne che io abbia mai visto. In lei è visibile una incomparabile maestà e al tempo stesso la semplice innocenza di un bimbo. Ella è seria, molto calma, spesso triste, ma mai depressa o agitata. Le lacrime cadono dolcemente sul suo viso pacifico. La Maddalena si convertì con grande fatica, dopo molte ricadute, ma poi manifestò una grande energia. La conversione di Dina invece fu rapida, mentre quella di Maria la Sufanita fu preceduta da desideri perseveranti e si compì all’improvviso. Lo stesso accadde a Paolo: fu come un colpo di fulmine. Giuda fu sempre indeciso e finì per perdersi. Vidi, non ricordo in quale occasione, che la Maddalena era purtroppo ritornata alle sue vecchie abitudini. Alcuni uomini del paese le hanno fatto visita, parlando di Gesù, del suo modo di vivere e dei suoi legami con gente di bassa estrazione. Essi poi la canzonarono a proposito di quanto avevano udito di lei in quei giorni, ma dissero anche di trovarla più bella del solito. Infatti da alcuni giorni si era operato un cambiamento positivo sulla sua persona. Malauguratamente, lei si è fatta prendere da tali discorsi ed è sulla via di ritornare alle sue frequentazioni criminali, cadendo più in basso di prima, come spesso accade nelle ricadute. Perché è ritornata a Magdala, che d’altronde ha dei pessimi dintorni, eccetto che Damna, dove invece si trovano persone migliori. Gabara, Jotapat e Tiberiade sono luoghi dove regna molta corruzione e superficialità. Può darsi che lì vi siano anche dei nemici di Gesù che, avendo saputo della viva impressione da lui provocata sulla Maddalena, cercano di riportarla al male.

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Si parlò con tristezza della ricaduta della Maddalena, la quale era tornata ai suoi smarrimenti. Le donne chiesero a Gesù se non era il caso di inviarle un messaggio. Egli tuttavia rispose che bisognava pazientare. Vidi che la ricaduta della Maddalena ha conferito ai suoi demoni un potere maggiore su di lei, in quanto sovente è vittima di convulsioni e attacchi di nervi. Satana la assale più violentemente perché intravede che lei sta per sfuggirgli. Forse questo è il motivo della sua possessione. Credo che la sua definitiva conversione avverrà presto, durante un discorso di Gesù in un luogo a non più di una giornata da Magdala. Marta era molto afflitta dalla ricaduta della Maddalena e del dominio che i demoni avevano instaurato su di lei. Lei domandava a Gesù se non avrebbe fatto meglio ad andare a trovarla, ma Gesù le disse di attendere ancora. Ho visto com’è posseduta la Maddalena. Spesso fuori di sé, agitata dalla collera o dall’orgoglio, lei colpisce e ingiuria tutti quelli che la circondano, tormenta i suoi ammiratori e non cessa di abbigliarsi con una ricercatezza stravagante. Le ho visto colpire l’uomo che vive presso di lei come un padrone di casa, cosa che spinge quest’ultimo a maltrattarla a sua volta. In altri momenti invece lei cade in una spaventosa tristezza, mentre in lacrime e singhiozzi percorre la dimora in lungo e in largo, desiderando Gesù e gridando: “Dov’è il Maestro, dove? Lui mi ha abbandonata!”. Ma qualche giorno dopo lei si mostra di nuovo leggera e sfrontata nel portamento, organizza festini e si dà al peccato. Infatti, nuovi amanti si recano presso di lei, attirati dalla curiosità e dalla malizia. Lei è di fatto sotto il giogo dell’uomo dissoluto che dimora con lei e si fa donare del denaro dagli altri amanti. Ho l’impressione infatti che Lazzaro ha messo un freno alla sua prodigalità e che le ha limitato la sua rendita. La Maddalena è in uno stato terribile: l’orgoglio, la sfrenatezza, la vanità e la collera dominano su di lei e sembrano essere l’effetto di una possessione sempre più evidente, tant’è che è soggetta a convulsioni simili ad attacchi epilettici. Si può immaginare il dolore delle persone a lei vicine al vedere una persona così nobile e riccamente dotata cadere in uno stato così orribile.

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Il Vangelo di Maria di Magdala

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Ho visto una volta Maria la Sufanita assieme a lei [Marta]. A causa del fatto che la Sufanita rassomigliava molto alla Maddalena e non era così nota nelle regioni al di là del Giordano, la sua presenza traeva in inganno le persone del posto, le quali credevano che Maria Maddalena si fosse unita alle donne che si prendevano cura dei seguaci del profeta di Nazareth. Inoltre, la Sufanita si chiamava anche lei Maria, godeva come lei di una pessima reputazione e aveva anch’essa versato dei profumi su Gesù durante un pranzo con un fariseo. Questa confusione tra le due Marie si ripeté più tardi in modo molto più frequente in tutti coloro che non avevano delle relazioni intime con la comunità di Gesù5.

Seconda conversione di Maria di Magdala Ho visto Marta questa notte mentre delibera con le sante donne presso la Vergine. Lei vorrebbe infatti tentare di convincere con ogni mezzo sua sorella a recarsi alla prossima istruzione solenne di Gesù. Tutte le donne desiderano supplicare Gesù di aiutare la Maddalena. Marta spera che la sua povera sorella possa tornare a Betania per la Pasqua. Lazzaro aveva stabilito ad Abram una locanda speciale per Gesù e i suoi discepoli. Lazzaro vi si è recato di recente. Assieme a Marta egli era infatti passato dalla Giudea alla Galilea per preparare per Gesù svariati alloggi in diversi luoghi, ma era ritornato senza accompagnare la sorella a Cafarnao. La locanda è gestita da una famiglia proveniente dalla valle di Zabulon, alleata con la famiglia di Gesù. Si tratta di esseni che non praticano il celibato6. Il marito discende dalla famiglia di un certo Zaccaria che fu ucciso tra il tempio e l’altare, mentre la moglie è figlia minore di una delle sorelle di S. Anna di cui mi sfugge il nome. Hanno dei figli già grandi e sono proprietari di greggi e pascoli nelle vicinanze di Jazer, nei pressi del campo dove Gioacchino pregò prima della concezione di Maria. Non avendo in quel periodo molte cose a cui dedicarsi, la famiglia si era recata alla locanda, ma verrà più tardi sostituita da altre persone. Nella locanda si serviva come cibo pane, miele, frutta e del pesce e aveva come pertinenze un giardino, un orto e un pozzo.

5 Si ricordi il ben noto passo evangelico che narra uno di questi episodi. 6 Cfr il mio “Gesù e gli Esseni”.

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Ad Abram, come a Safet, si incontrano spesso delle piattaforme in pietra sulle quali è possibile piantarvi sopra delle tende. Dothaim è a circa tre leghe a nord di Bethulia. Marta vi si è recata con la sua serva per visitare la Maddalena, che si trovava lì assieme ad altre donne. Non ricordo cosa Gesù stesse facendo quel giorno, a parte occuparsi assieme ai discepoli di diversi preparativi per la predicazione solenne programmata il giorno dopo su un’altura lì vicino. Gesù abitava in una locanda appositamente preparata per lui, dove aveva incontrato Lazzaro e due discepoli di Gerusalemme, figli dei fratelli di sua madre. Non ricordo se li ho già citati altrove, ma forse l’ho fatto quando parlavo di un certo Obed. Le sante donne di Gerusalemme si erano recate anch’esse sul posto con Lazzaro, sia per aiutare nei preparativi, sia perché preoccupate per la Maddalena. (31 dicembre). Questa mattina Gesù si è recato in una piccola località a circa una lega da Dothaim e da Magdala. Il luogo ha una scuola e si estende lungo una collina sulla quale è posto un gradevole spiazzo con un seggio. Il tutto è situato a sud est di Dothaim e ai piedi della montagna di Betulia, che si prolunga fino a Cidessa. Mi sembra che il nome della località inizia o finisce con “aza”; infatti mi fa pensare ad Azarias, l’angelo di Tobia. Ah, ora ricordo, si chiama Azanoth! Il luogo è situato sul lato nord della montagna, attorno a una rotondità elevata dove è posto il seggio dove a volte hanno luogo gli insegnamenti dei profeti. Azanoth è l’ultima località del territorio di Seforis da questo lato. Attraversando la montagna e lasciando Cidessa sulla destra, troviamo Seforis a tre o quattro leghe in direzione sud est. Nei pressi di Azanoth vi sono delle grotte sepolcrali. Penso che vi si portino lì i morti da diversi distretti circostanti. Azanoth è piena di giardini e di viali che la fanno rassomigliare a Betania. Al punto che quando vidi la scena isolata della conversione della Maddalena, che è avvenuta qui, avevo più volte creduto che fosse accaduta a Betania. Gli abitanti di Azanoth si occupano molto dei loro giardini. La temperatura del posto è gradevole in questo periodo; e dal lato del Tabor tutto è già fiorito. Un gran numero di persone, fra cui numerosi ammalati e posseduti, è accorso qui da molte località dei dintorni.

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Lungo il cammino, Gesù incontra sua Madre e le sante donne che erano partite da Damna per assistere al solenne insegnamento. Anche Lazzaro era lì, assieme a sei apostoli e molti discepoli. La Vergine dice a Gesù che Marta aveva fatto visita alla Maddalena, la quale parteciperà all’insegnamento. Più di dodici donne si erano riunite lì con la Vergine, fra di esse c’erano Anna, figlia di Cleofa, Susanna, figlia di Alfeo, Susanna di Gerusalemme, Veronica, Giovanna Chusa, Maria madre di Gian Marco, Maria la Sufanita, Dina, Maroni di Naim e anche la serva di Marta. Maria di Cleofa era assente, perché si trovava in una locanda a parte rispetto a quella degli uomini. Marta la raggiunse più tardi, lasciando la Maddalena in un’altra locanda separata assieme ad altre donne di mondo. Maria di Magdala, ancora ottenebrata dai suoi vizi, era del tutto insensibile e aveva trattato Marta con freddezza e superbia. Sua sorella aveva dovuto faticare molto per convincerla a fare questo viaggio, che la Maddalena aveva affrontato in uno dei suoi abbigliamenti più esagerati e sconvenienti. [Qui intercaliamo alcuni dettagli successivi alla visita di Marta alla Maddalena, avuti in visione da suor Emmerich nel luglio e agosto del 1821, durante e dopo l’ottava della festa di santa Maddalena e che riguardano la sua conversione.] (nota del Brentano). Lo stato della Maddalena era diventato deplorevole al massimo grado. Dopo la sua conversione a Gabara, sette demoni si erano impadroniti di lei e il suo entourage era diventato il peggiore di sempre. Le sante donne, specialmente la santa Vergine, non avevano mai cessato di pregare instancabilmente per lei, finché Marta, accompagnata dalla serva, era andata a visitarla a Magdala (nel pomeriggio dell’ultima domenica). Marta fu ricevuta freddamente dalla sorella, che la fece attendere a lungo, mentre una pletora di libertini e donne di mondo di Tiberiade stavano entrando nella sua dimora per prendere parte a un festino. La Maddalena era tutta presa dalla sua toeletta e fece informare la sorella che in quel momento non poteva parlarle. Marta allora si accinse a pregare aspettandola con una pazienza indicibile. Infine, la sfortunata Maddalena arrivò, piena di malumore e irritazione, ma in realtà preda di un grande imbarazzo. La semplicità dell’abbigliamento di Marta la faceva vergognare; cosicché,

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sperando che i suoi ospiti non la vedessero, lei la invitò ad appartarsi. Marta le chiese soltanto di portarla in un luogo dove poteva riposarsi, perciò la sorella la condusse con la serva in una stanza priva di servizi, dove la abbandonò, o piuttosto la dimenticò, lasciandola senza acqua né cibo (ed era già quasi mezzogiorno). La Maddalena invece si assise su un seggio elegante alla tavole del festino, mentre Marta e la serva pregavano, affrante dalla tristezza. Solo al termine del banchetto la Maddalena portò qualcosa a Marta su un piccolo piatto bordato di blu (assieme a dell’acqua). Le parlava con un tono offensivo e irritante, in preda a un misto di superbia, impudenza, smarrimento e lacerazione interiore. Marta invece le si rivolgeva nel modo più umile e affettuoso possibile, pregandola di andare con lei ad assistere all’insegnamento solenne che Gesù doveva tenere nelle vicinanze. La informò anche che tutte le persone che aveva conosciuto e con le quali si era legata la volta precedente sarebbero state presenti e sarebbero state contente di rivederla. D’altra parte, lei stessa aveva già mostrato stima e rispetto per Gesù e inoltre partecipando all’evento avrebbe dato a Marta e a Lazzaro la gioia di rincontrarla. Non ci sarebbe stata un’altra occasione come quella per ritrovare in un luogo così vicino casa sia l’impareggiabile profeta che tutti i suoi amici. Quella volta in cui lei aveva sparso i suoi profumi sul capo di Gesù aveva dimostrato di saper riconoscere e rendere omaggio a tutto ciò che è bello e grande; perciò era giusto che lei salutasse ancora una volta colui che aveva onorato pubblicamente con tale coraggio e magnanimità… È impossibile descrivere con quale affetto e pazienza Marta le rivolgeva quelle parole, sopportando al tempo stesso i suoi modi arroganti e odiosi. Alla fine, la Maddalena disse: “Verrò, ma non per riguardo a te. Avviati pure, perché non voglio certo mostrarmi con una che si abbiglia in un modo così trascurato. Voglio abbigliarmi secondo la mia condizione e portare i miei amici con me.” Così, le due sorelle si separarono, quando era già molto tardi. Il giorno seguente la vidi occupata alla sua toeletta. Fece chiamare Marta e le parlò con la solita acredine e arroganza. Marta la lasciò fare, dando prova di grande pazienza, mentre non cessava di

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pregare di nascosto affinché si unisse al gruppo delle sante donne e diventasse una persona migliore. Vidi la Maddalena mentre si faceva lavare e profumare da due serve. Era seduta su un seggio un po’ elevato e aveva davanti un grembiule di lana fine che le arrivava fino alle ginocchia, mentre aveva sulle spalle e il petto un drappo della stessa stoffa con in mezzo un’apertura dove veniva infilato il collo. Le due serve erano occupate a lavarle i piedi e le braccia e versavano acqua profumata su di lei. Anche i suoi capelli, suddivisi in tre trecce e pettinati dietro le orecchie e la nuca, furono lisciati, pettinati, profumati e intrecciati. In seguito, la Maddalena indossò una tunica di lana molto sottile, con un giusta corpo verde disseminato di grandi fiori gialli (ne ho un pezzo con me)7 e al di sopra un abito plissettato. Portava sul capo un berretto arricciato molto alto sporgente in avanti. Sia il berretto che i capelli erano ornati di perle, mentre le orecchie erano abbellite da lunghi orecchini pendenti. La maniche dell’abito, molto larghe, andavano dalle spalle fino al gomito ed erano strette all’avambraccio per mezzo di fermagli larghi e brillanti. Tutto l’abito era plissettato, mentre l’abito di sotto era aperto sul petto ed era allacciato da rubini cangianti. Mentre veniva vestita, la Maddalena reggeva per il manico uno specchio ovale di metallo brillante8. Un corsetto con broccato d’oro, ornato di perle e pietre preziose sfaccettate, copriva interamente il petto. L’abito di sotto a maniche strette era coperto da un soprabito a maniche larghe e corte e una lunga coda a strascico di seta violetta cangiante, con un broccato d’oro e grandi fiori colorati. Sulle trecce della capigliatura erano intrecciate rose di seta grezza, cordoni, perle e una stoffa lavorata a giorno simile a merletto. L’ammasso di ornamenti, che si elevava e sporgeva rispetto al viso, era tale da non lasciar intravedere la capigliatura. Al di sotto di esso vi era un ricco velo di stoffa fine e trasparente che si alzava sul davanti e cadeva sul didietro, abbassandosi lungo le guance fino alle spalle. Così abbigliata da capo a piedi, la Maddalena si mostrò a Marta, che fu obbligata a mostrarsi ammirata da quello sfarzo. La Maddalena in seguito posò una parte di questi ornamenti e si circondò con un mantello da viaggio, mentre le sue serve impacchettarono i suoi 7 Suor Emmerich possedeva un numero impressionante di reliquie di santi, di cui riusciva a riconoscere la provenienza attraverso mirabili visioni. 8 A quell’epoca gli specchi non erano di vetro, ma di metallo.

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abiti e li misero sul dorso della bestia da soma che lei stessa cavalcò per recarsi ad Azanoth assieme al suo corteo. Marta poi, assieme alla serva, la lasciò andando a piedi ai bagni di Betulia. La Maddalena non aveva cessato di mostrarsi piena d’irritazione e arroganza, al punto che Marta aveva dovuto esercitare al massimo grado le virtù della pazienza e dell’umiltà. Il demonio tormentava violentemente la Maddalena per impedirle di andare ad ascoltare Gesù e quest’ultima non vi sarebbe andata se anche le altre peccatrici di Tiberiade che erano con lei non avessero deciso a loro volta di recarsi “allo spettacolo”, come solevano dire. Anche loro infatti si erano preparate al viaggio ed erano montate sugli asini, seguite dai loro servi e da altri asini carichi di bagagli. Come la Maddalena aveva voluto portare con sé il ricco seggio di cui si serviva, anche le altre donne non avevano voluto lasciare i loro seggi dello stesso tipo, oltre ai cuscini e ai tappeti. Giunsero così in giornata alla locanda femminile, che era presso i bagni di Betulia, dove la Maddalena ripose il suo mantello da viaggio e fece la toeletta per cenare assieme alle compagne, le quali infine andarono a dormire. Mi stupì molto a quel punto vedere di notte la Maddalena lasciare lì le donne del suo rango per recarsi alla locanda dov’era Marta, di cui arrossiva in pubblico, la quale intanto aveva cenato da sola. Oggi, martedì, dopo aver percorso una piccola lega, le donne giunsero ad Azanoth, mentre Marta raggiunse le sante donne e raccontò loro come aveva fatto a convincere sua sorella a venire. La Maddalena e le sue compagne alloggiarono in una locanda dove Maria si abbigliò nella maniera più esagerata possibile. Insieme poi raggiunsero il luogo dove doveva avvenire la predicazione, attirando su di loro l’attenzione a causa del chiasso, le conversazioni a voce alta e gli sguardi insolenti che gettavano intorno a loro. Presero posto in un luogo ben distante da quello dov’erano le pie donne ed avevano vicino degli uomini che appartenevano al loro mondo. Fecero poi allestire una tenda aperta dove queste peccatrici eleganti e riccamente abbigliate si disposero sui loro seggi, fra cuscini e soffici tappeti, dando spettacolo di sé. La Maddalena era seduta davanti a tutte, gonfia di audacia e impertinenza, mentre tutti mormoravano guardandola. In quella zona infatti lei era ancora più detestata che a Gabara.

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I farisei e la gente comune che non ignoravano la sua prima clamorosa conversione a Gabara e nemmeno la sua ricaduta nel peccato, erano fortemente scandalizzati e non comprendevano come osasse mostrarsi in quel luogo. Intanto Gesù, dopo aver guarito diversi ammalati, iniziò una veemente predicazione di cui non rammento più i dettagli, ma durante la quale ricordo che gridò: “Guai a Cafarnao, a Bestaide e a Corozain!”. Mi sembra che abbia anche detto che la regina di Saba era venuta dalle terre del sud per ascoltare la saggezza di Salomone, ma lì vi era qualcuno più di Salomone. Nel frattempo, durante il suo discorso, accadde qualcosa di meraviglioso: dei bambini portati in braccio dalle loro madri e che non sapevano ancora parlare, gridarono a gran voce: “Gesù di Nazareth, santissimo profeta, figlio di David, figlio di Dio!”. Questo fece una viva impressione su molti presenti e anche sulla Maddalena. Ricordo anche che Gesù, facendo allusione alla Maddalena, disse che quando il demone viene cacciato dalla dimora e quest’ultima viene ripulita a nuovo, il demone ritorna portandone con sé altri sei, peggiorando di molto le condizioni della casa. Vidi la Maddalena molto turbata da quelle parole. Gesù, dopo aver toccato i cuori di un gran numero di presenti, si voltò da tutti i lati e comandò ai demoni di uscire da tutti coloro che aspiravano ad essere liberati, mentre coloro che volevano restare uniti a loro, non dovevano fare altro che ritirarsi e portarli con sé. A queste parole, molti posseduti iniziarono a gridare: “Gesù, figlio di Dio, ecc.” mentre cadevano a terra privi di sensi. Anche la Maddalena cadde in preda a violente convulsioni, mentre le peccatrici che la circondavano la portarono da parte tentando di rianimarla con unguenti profumati, il che consentiva loro di ritirarsi senza fare scandalo, in quanto non avevano alcuna intenzione di abbandonare i loro demoni. Intanto la folla lì intorno gridava: “Fermatevi, Maestro! Questa donna sta per morire!”. Gesù allora interruppe la predicazione e disse: “disponetela sul suo seggio. La morte di cui sta morendo è salutare e la riporterà in vita.” Dopo qualche momento, a seguito di altre parole di Gesù, lei cadde ancora, colpita nuovamente dalle convulsioni, e vidi delle figure oscure uscire da lei, come accadeva nelle guarigioni dei posseduti. Ci fu allora un gran tumulto, in quanto tutto il suo seguito si affollò

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presso di lei tentando di rianimarla, ma ben presto lei si sedette di nuovo sul suo ricco seggio, fingendo di aver provato solo un normale mancamento. L’emozione generale però crebbe a dismisura allorché altri posseduti dietro di lei si afflosciarono su se stessi come aveva fatto lei e furono liberati. La Maddalena allora ebbe per la terza volta delle violente convulsioni, aumentando all’inverosimile lo sgomento e il tumulto attorno a sé. Marta era accorsa presso di lei, e quando riprese i sensi fu come fuori di sé, pianse abbondantemente e volle sedersi assieme alle pie donne. Tuttavia le sue compagne la trattennero a forza, dicendole di non dare di matto, e la riportarono all’interno della città. Fu allora che Marta, Lazzaro e altri andarono a prenderla e la portarono alla locanda delle sante donne, che intanto erano tutte accorse lì. Mentre la turba mondana che aveva accompagnato la Maddalena si eclissò, Gesù guarì ancora moti ciechi e altri ammalati, prima di tornare al suo alloggio. In seguito guarì altri ammalati che erano rimasti in città, dopodiché insegnò nella scuola, mentre la Maddalena, che era presente, pur non essendo ancora del tutto guarita, restò molto scossa. Non era già più riccamente abbigliata, avendo messo da parte certi ornamenti frastagliati di stoffa molto fine, simile a merletto, che poteva essere indossata solo poche volte a causa della sua fragilità, e inoltre aveva indossato il velo. Nel suo discorso, Gesù continuò a fare molte allusioni al suo stato e ogni volta che gettava su di lei il suo sguardo penetrante, lei cadeva in deliquio mentre veniva liberata da un demone. Le sue serve la portarono presso Marta e Maria, che la presero davanti alla sinagoga per portarla alla locanda. Lei era come folle ed emetteva alte grida, piangendo e correndo per le strade e urlando ai passanti che era una peccatrice dedita a tutti i vizi, la feccia dell’umanità. Le pie donne fecero molta fatica a calmarla, mentre lei si strappava gli abiti liberandosi i capelli e nascondendosi nelle pieghe dei suoi abiti. Quando più tardi Gesù tornò alla sua locanda, dove mangiò qualcosa assieme ai discepoli e qualche fariseo, la Maddalena trovò il modo di eludere la vigilanza delle pie donne per recarsi, coi capelli sparsi e sanguinolenti, presso di lui. Lei si aprì un varco fra gli astanti e si gettò ai suoi piedi chiedendogli in lacrime se poteva ancora essere salvata. A quel punto i discepoli e i farisei si scandalizzarono, dicendo a Gesù che non era tenuto a sopportare oltre lo scompiglio che questa donna seminava dappertutto e

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doveva dunque mandarla via una volta per tutte. Gesù però rispose: “Lasciatela piangere e gemere. Non avete idea di ciò che sta accadendo dentro di lei.” Al che lui si volse verso di lei per consolarla, dicendole che doveva pentirsi, credere e sperare dal profondo del cuore. Avrebbe così ritrovato subito la pace. Per il momento poteva tornarsene al suo alloggio con fiducia. Marta e le serve della sorella, che l’avevano seguita, la riportarono al suo alloggio, mentre lei, singhiozzando, si torceva le mani di continuo, in quanto non era ancora completamente liberata e il demone la dilaniava e la torturava, suscitando in lei i più terribili rimorsi di coscienza per toglierle la speranza. Lei infatti, credendosi perduta, non riusciva a trovare riposo. Lazzaro, su preghiera della Maddalena, si recò in fretta a Magdala per prendere possesso di tutto ciò che apparteneva alla sorella, chiuse la sua dimora e interruppe tutte le relazioni che lei intratteneva in quel luogo. La sorella possedeva presso Azanoth e nel resto del paese dei campi e dei vigneti che Lazzaro aveva precedentemente messo sotto sequestro a causa della sua prodigalità. In quei giorni la folla presso Gesù era così numerosa che il Maestro, in compagnia dei discepoli, partì in segreto nella notte per recarsi a circa una lega e mezzo a nord est, allo scopo di proseguire la sua predicazione su un’altra montagna. (Gennaio 1823) Gesù è partito stanotte da Azanoth per evitare la folla e recarsi nelle vicinanze di Damna, all’estremità orientale della catena montuosa su cui si trova Dothaim. Lì c’è una graziosa collina adatta alla predicazione e una locanda tenuta da due persone. Stamattina, di buon’ora, le pie donne si sono recate anch’esse lì assieme alla Maddalena e hanno trovato Gesù già circondato da una folla implorante la sua assistenza. Infatti, avendo saputo della sua partenza, molti l’avevano seguito, imitati da tutti quelli che erano andati a cercarlo ad Azanoth e che lo raggiunsero mentre predicava. La Maddalena era seduta presso le pie donne ed era molto abbattuta, come in frantumi. Il Signore stava parlando in termini molto severi dei peccati di impurità e diceva che presso coloro che li

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praticavano si trovavano tutti i vizi e gli abomini che avevano attirato il fuoco dal cielo su Sodoma e Gomorra. Parlò anche della misericordia di Dio e dei giorni di grazia che erano arrivati, supplicando per così dire i suoi uditori di approfittare di questa grazia. Durante questa istruzione Gesù guardò tre volte la Maddalena, ogni volta facendola cadere in deliquio, mentre un vapore scuro usciva da lei. La terza volta le sante donne la fecero ritirare annientata, pallida, disfatta e appena riconoscibile. Le sue lacrime scorrevano senza interruzione ed era tutta trasformata, gemendo in preda a un ardente desiderio di confessare le sue colpe a Gesù per riceverne perdono. Gesù poco tempo dopo la andò a trovare in un luogo appartato, dove Marta e Maria l’avevano condotta. Lei si gettò ai suoi piedi con la faccia a terra, tutta in lacrime e con i capelli sciolti. Gesù la consolò e quando le altre si furono ritirate in disparte lei chiese perdono con grida di dolore, confessando i suoi numerosi peccati e ripetendo più volte: “Signore, posso ancora essere salvata?”. Gesù le rimise i peccati, e lei gli chiese la grazia di non cadere più in peccato. Gesù glie la promise, la benedì e si intrattenne con lei parlandole della virtù della purezza. Egli le parlava di Maria, sua madre, pura da qualsiasi macchia di peccato, la lodò con parole magnifiche che non avevo mai udito uscire dalla sua bocca e prescrisse alla Maddalena di affidarsi interamente a lei cercando da lei tutti i consigli e le consolazioni di cui aveva bisogno. Quando Gesù tornò con lei presso le pie donne, egli disse che era stata una grande peccatrice, ma sarebbe anche stata un modello per i penitenti di tutti i tempi. Spossata dalle forti scosse, dalla violenza del suo pentimento e dall’abbondanza di lacrime, la Maddalena non rassomigliava più a un essere vivente, ma la si sarebbe presa per un’ombra errante. Lei tuttavia era calma, benché ancora bagnata dalle lacrime e vinta dalla stanchezza. Tutti le si prodigavano in consolazioni e dimostrazioni di simpatia, mentre lei domandava perdono a tutti. Dal momento che lei era troppo stanca per seguire le pie donne, quando queste partirono per Naim, Marta, Anna di Cleofa e Maria la Sufanita si recarono con lei a Damna, per consentirle di riposare prima di raggiungere le altre il giorno dopo. Queste ultime invece si diressero a Naim attraversando Cana, dove credo passarono la notte.

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Vidi le pie donne a Dothan, presso la Samaria. C’erano Maria, Veronica, Susanna, La Maddalena e Maria la Sufanita, che alloggiarono presso Issachar, dove Gesù di recente aveva operato delle guarigioni. Queste donne non si recano mai nelle locande, mentre Marta, Dina, Giovanna Chusa, Susanna, figlia di Alfeo, Anna di Cleofa, Maria, madre di Gian Marco e Maroni sono andate due alla volta a visitare le locande dove doveva recarsi Gesù per vedere se mancava qualcosa. Esse sono circa una dozzina. Ho dimenticato di dire che assieme a Lazzaro erano venuti due discepoli da Gerusalemme, suoi parenti da parte di un fratello della madre, i quali gioirono in modo speciale per la guarigione della Maddalena. Lazzaro era stato anche accompagnato a Dotaim da tre uomini provenienti dall’Egitto, ammessi da Gesù fra i discepoli dopo averli messi a conoscenza di tutte le prove che li attendevano. Uno dei due si chiamava Cirino. I tre erano stati compagni d’infanzia di Gesù in Egitto ed avevano circa l’età di trent’anni. I loro genitori avevano sempre considerato un luogo santo la dimora della Santa Famiglia in quel paese con la fontana che li aveva fatti conoscere. Essi visitarono Betlemme e Betania e andarono anche a trovare la Vergine a Dotaim, portandole i saluti dei loro genitori9. (7 Gennaio) Vidi di buon mattino Gesù e due apostoli a sud della Samaria, mentre i nuovi discepoli egiziani, partiti da est, erano venuti a trovarlo assieme ai figli di Giovanna Chusa. Questi discepoli egiziani avevano già passato più di un anno a Ebron per studiare gli insegnamenti di Gesù e avevano passato anche molto tempo a Betlemme e Betania a stretto contatto con Lazzaro e altri discepoli, in modo da essere completamente informati su tali insegnamenti. Lazzaro è già di ritorno a Betania. Dopo aver regolato tutto a Magdala, egli ha lasciato come attendente del castello e dei domini un uomo che aveva portato con sé. Spero che il convivente della Maddalena si convertirà, in quanto non è stato cacciato, ma Lazzaro, dopo averlo seriamente rimproverato, gli ha proposto un alloggio dove si provvederà al suo mantenimento sulla proprietà situata nei pressi di Ginnim, cosa che l’uomo ha accettato senza difficoltà. La Maddalena, al suo arrivo a Betania, occupò l’abitazione

9 Cfr il mio “Gesù e gli Esseni”.

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della sorella defunta, Maria la Silenziosa, che aveva avuto tanto affetto per lei. Passò tutta la notte in pianto e quando Marta andò a trovarla al mattino, la trovò prostrata sulla tomba della sorella, con i capelli sparsi e in lacrime: si trovava lì già da molto tempo. Le donne di Gerusalemme erano tornate, dopo aver fatto tutto il viaggio a piedi. La Maddalena, avendo voluto imitarle in tutto, affaticata dal suo malessere e dalle violenti scosse che aveva ricevuto, poco abituata a camminare, aveva tutti i piedi insanguinati. Le altre donne che, dopo la sua conversione, le mostravano il più tenero affetto, le facevano spesso da guida. Lei era pallida, sfatta e assorbita nel suo dolore, ma il desiderio di mostrare la sua gratitudine a Gesù era più forte di tutto. Così lei uscì di nascosto assieme alla serva e, percorsa più di una lega, si presentò davanti a lui gettandosi ai suoi piedi, che bagnò con lacrime di riconoscenza e pentimento. Gesù le tese la mano, la sollevò e s’intrattenne amichevolmente con lei, parlandole della sorella defunta e consigliandole di prenderla a esempio, facendo penitenza come aveva fatto lei, nonostante non avesse mai commesso peccati. Dopo questo colloquio, la Maddalena tornò a casa con la sua serva percorrendo un’altra strada. A circa una lega da Betania, Marta e la Maddalena si incontrarono con una vedova di nome Salomè, che da molto tempo abitava con Marta. Questa donna era, come Susanna, la figlia illegittima di uno dei fratelli di san Giuseppe, ed era alleata alla Santa Famiglia. Non ricordo più la sua vicenda, ma le ho visto prestare aiuto durante la deposizione del Salvatore nella sua tomba. Queste donne si presentarono a Gesù nella locanda che Lazzaro possedeva nel deserto. Gesù si intrattenne lì per un certo tempo dando loro degli insegnamenti. Dopo di ciò, partirono per Betania, dove giunsero al tramonto e consumarono la cena. Questa mattina Gesù, accompagnato da quattro discepoli, è partito per Betania attraversando il deserto. Prima del termine del deserto, a circa tre leghe da Betania, c’è una casa isolata di pastori, i cui inquilini vivono perlopiù della beneficenza di Lazzaro. La Maddalena e Maria Salomè (la parente di Giuseppe) si trovavano già lì ad attendere Gesù e gli avevano preparato la colazione. Quando il Maestro si avvicinò, la Maddalena uscì in tutta fretta abbracciandogli i piedi. Gesù riposò per breve tempo,

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intrattenendosi con lei e subito dopo proseguì verso la locanda di Lazzaro, che era a una lega da Betania. Le due donne a loro volta rincasarono passando per un altro cammino. Nella locanda, Gesù trovò una parte dei discepoli che aveva inviato in missione. Altri giunsero dopo di lui e tutti insieme andarono a Betania. Gesù non passò per la città, ma raggiunse la casa di Lazzaro aggirando il centro abitato. Quando arrivò, tutti uscirono ad accoglierlo. Lazzaro gli lavò i piedi e poi si recò con lui nei giardini. Le donne, coperte dal velo, lo salutarono. C’era qualcosa di commovente in questo incontro, perché proprio in quel momento quattro agnelli venivano trasportati dal gregge verso un altro luogo separato. La santissima Vergine e la Maddalena avevano fatto delle piccole ghirlande che Gesù indossò attorno al collo. Quando Gesù arrivò, mancava poco al sabato, che egli celebrò in una sala con tutti i presenti. Egli era molto serio e pronunciò in quella occasione parole molto toccanti, facendo poi la lettura del sabato, sulla quale diede degli insegnamenti. Durante la cena, egli parlò ancora dell’Agnello pasquale e delle sue sofferenze future. Credo che mangerà la Pasqua qui. La mattina prima del sabato sono iniziati dei disordini a Gerusalemme, anche se non si era ancora venuti alle mani. Pilato era venuto per prendere posto su una terrazza della fortezza Antonia ed era circondato da soldati. Tutto il popolo era radunato sulla piazza del mercato. La cittadella Antonia si erge su una roccia che risalta sull’angolo nord est del tempio. Quando si esce dal palazzo di Pilato, passando sotto l’arcata attinente al fabbricato dove ebbe luogo la flagellazione, la cittadella appare sulla sinistra. C’era stata la pubblica lettura dei nuovi decreti di Pilato, in base ai quali una nuova tassa sarebbe gravata sul tempio. La tassa doveva servire alla costruzione di un acquedotto che avrebbe servito il grande mercato, comunicando anche col tempio. I disordini erano anche dovuti a certe designazioni onorifiche e sacrifici che si sarebbero dovuti fare all’imperatore. Il popolo era molto agitato e si udivano mormorazioni e clamori, soprattutto fra i Galilei, ma tutto sommato c’era ancora calma nella città. Pilato aveva dichiarato di voler lasciare del tempo al popolo per riflettere su questi nuovi decreti, ma tutti dovevano ritenersi

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avvisati sulla necessità di applicarli. Fu dopo questa affermazione che il popolo si allontanò mormorando. In realtà erano gli erodiani a seminare di nascosto l’agitazione fra il popolo, incitandolo a sollevarsi. Tuttavia non era stato finora possibile trovare delle prove per accusarli di questo. Essi avevano sottomano Giuda di Gaulon, il quale disponeva di una numerosa setta di Galilei che, utilizzando argomenti religiosi, non cessavano di sobillare il popolo contro il tributo richiesto a nome dell’Imperatore, eccitando il diffuso desiderio di libertà che serpeggiava. Gli erodiani somigliavano ai massoni e alle altre società segrete di oggi, che spingono alla rivolta una moltitudine ignorante che non si accorge di essere manipolata e che paga la propria dissennatezza col sangue. Gesù si mantiene ancora tranquillo a Betania. Il sabato insegna nella casa dove abita, dopodiché fa una passeggiata nei giardini. È più serio del solito e parla spesso delle sue sofferenze future, affermando in modo esplicito di essere il Cristo. Il rispetto e l’ammirazione per lui crescono senza posa. L’amore e il pentimento della Maddalena sono più accorati che mai. Lei segue Gesù dappertutto, si siede ai suoi piedi, non fa che sperare in lui e non cessa di seguirlo con la mente. Tutti i suoi pensieri sono per i propri peccati e per il suo Redentore. Gesù di rimando le rivolge spesso parole di consolazione. La Maddalena è molto cambiata. Pur avendo ancora un aspetto nobile e distinto, appare alterata dai pianti e dalle mortificazioni. Se ne sta quasi sempre sola nel suo angolo da penitente e si dedica alle occupazioni più umili presso i poveri e gli ammalati. La sera ci fu una grande cena con tutti gli amici di Gerusalemme e le pie donne. C’erano anche Heli di Ebron, vedovo di una sorella di Elisabetta, che avrebbe fatto il maggiordomo all’ultima cena di Gesù, suo figlio il levita, che occupa la casa paterna di Giovanni, e le cinque figlie di costui, che appartenevano alla categoria degli esseni che scelgono il celibato. C’erano tuttavia dei bambini con loro, probabilmente erano i figli del loro fratello. A cena di discuteva di questi disordini popolari. Pilato nel frattempo aveva inviato un rinforzo di soldati nella città. Lazzaro e i suoi sono in rapporti molto intimi con Gesù e i suoi discepoli, avendo messo i loro beni al servizio della comunità e

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provvedendo alla loro sussistenza. Pertanto, a cena si discute anche di certe misure da prendere a loro favore. Quando Gesù verrà crocifisso, l’agnello pasquale sarà immolato verso mezzogiorno e mezza, nel momento stesso in cui Gesù sarà appeso alla croce. Questo perché ciò accadrà un venerdì e i preparativi pasquali verranno anticipati a causa dell’imminenza del sabato successivo. Quel giorno invece l’agnello pasquale fu immolato verso le tre del pomeriggio. Quando tutto fu pronto, suonò la tromba e il popolo entrò a gruppi nel tempio. Tutto accadeva con una prontezza e una regolarità sorprendenti. La gente, pur essendo stipata in poco spazio, non generava confusione. Ognuno sapeva dove doveva dirigersi e quando arrivava il suo turno, immolava il suo agnello e si ritirava. I quattro agnelli della casa di Lazzaro furono immolati da quattro persone che rappresentavano i capi famiglia, ossia Lazzaro, Heli di Ebron, Giuda Barsaba e Eliachim, figlio di Maria di Heli e fratello di Maria di Cleofa. Gli agnelli, una volta sacrificati, arrostirono nel forno, disposti a forma di croce su uno spiedo di legno a cui era stata adattata una barra. Gli intestini, il fegato e il cuore erano stati asportati dai loro corpi, anche se a volte si usava disporli vicino alla testa degli animali. Si poteva consumare il pasto della Pasqua anche a Betania e Betfage, senza recarsi a Gerusalemme, poiché questi due villaggi erano considerati come dei sobborghi della città principale. La sera, poiché era il 15 del mese di Nisan, mangiarono l’agnello pasquale. Tutti avevano i vestiti rimboccati e dei bastoni alla mano. Si iniziava con dei canti che dicevano: “Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele” e “Lodate il Signore”. Poi avanzavano con le mani sollevate al cielo disponendosi a due a due gli uni di fronte agli altri. La tavola occupata da Gesù e gli Apostoli era presieduta dal cugino, Heli di Ebron, in rappresentanza del capo famiglia. Lazzaro, circondato da commensali e amici, presiedeva un altro tavolo. Eliacin, figlio di Cleofa era a un terzo tavolo assieme ai discepoli di Gesù, mentre Giuda Barsaba era a un quarto tavolo. I discepoli che mangiarono la Pasqua a Betania erano trentasei. Dopo la preghiera, il presidente di ogni tavolo riceveva una coppa di vino, che benediva e beveva, passandola poi agli altri invitati e lavandosi le mani. Il tavolo era imbandito, oltre che con l’agnello

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pasquale, anche con un dolce pasquale, un piatto pieno di salsa scura, un altro con dei piccoli fagotti di erbe amare e un terzo con degli steli di erba verde drizzati gli uni fianco agli altri come in un prato. Conosco un’erba simile e cercherò di trovarla quando sarò di nuovo in grado di camminare. Da piccola la trovavo spesso e la mangiavo con piacere. Ha un fusto sottile di un colore verde giallastro, con le foglie simili a quelle del trifoglio e un fiore biancastro10. Cresce spesso sotto le fitte siepi. L’ho piantata e trovata spesso e ho visto anche dei Giudei raccoglierla e mangiarla con piacere, anche se non so se la conoscono bene. Il padre di famiglia poi tagliò l’agnello pasquale in porzioni rotonde che furono mangiate velocemente, prendendo anche quell’erba verde, intingendola nella salsa e mangiandola. In seguito, il padre di famiglia ruppe uno dei dolci pasquali, disponendone un pezzo sotto la tovaglia. Tutto ciò si faceva velocemente, mescolando preghiere e parole sacramentali, mentre erano tutti accomodati sui loro seggi. Successivamente, si fece passare nuovamente una coppa di vino tra i convitati, dopodiché il padre di famiglia disponeva una piccola zolla di erbe amare su un pezzo di pane, intingendo il tutto nella salsa a mangiando. Gli altri invitati fecero lo stesso. L’agnello pasquale fu consumato interamente, mentre le ossa ben pulite con dei coltelli di osso furono lavate e poi bruciate. Furono poi eseguiti ancora dei canti, dopo i quali gli invitati si misero a tavola per consumare il pasto vero e proprio. Furono serviti differenti pietanze preparate in modo elegante, mentre la gioia e l’allegria regnavano fra i convitati. A casa di Lazzaro gli invitati mangiavano in piatti eleganti, mentre nell’ultima cena verranno usati dei pani rotondi e sottili con delle figure stampate sopra, disposti all’interno di cavità della tavola. Le donne, che a loro volta avevano consumato il pasto distese e in abito da viaggio, cantarono dei salmi, ma non fecero gli altri cerimoniali dei maschi. Non toccava a loro tagliare l’agnello, così l’animale venne loro portato dagli altri tavoli già preparato. Le sale attigue al refettorio erano stipate di povera gente che consumava l’agnello pasquale. Lazzaro aveva pagato il loro pasto e distribuì loro dei regali.

10 Si riferisce al trifoglio arvense o piede di lepre. Suor Emmerich conosceva molte erbe e nelle sue visioni descrive molte varietà vegetali e le loro proprietà curative. Tali conoscenze erano dovute non solo alla tradizione contadina in cui era cresciuta, ma anche agli insegnamenti di “fitoterapia” ricevuti nell’infanzia da Giovanni Battista, che sotto forma di fanciullo trascorreva con la bambina intere giornate nei campi mentre lei portava al pascolo il gregge.

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Gesù insegnava e raccontava parabole durante il pasto. Diede anche un mirabile insegnamento sulla vite, la cura dei vitigni, l’estirpazione dei germogli cattivi, la coltivazione delle varietà migliori e la tacca che bisognava praticare su ogni nuovo tralcio. Agli Apostoli e ai discepoli disse che essi erano i suoi tralci e che il Figlio dell’uomo era il vero ceppo della vite. Essi dunque dovevano dimorare in lui e quando egli sarebbe stato fatto passare per il torchio, loro avrebbero dovuto continuare a crescere propagando il vero ceppo originario, che non era altro che lui stesso, piantandolo in tutte le vigne. La riunione si prolungò fino a notte fonda e lasciò tutti molto gioiosi, ma anche molto commossi. Gesù entrò nella locanda speciale preparata per lui a Naim, che era in un fabbricato appartenente alla vedova. Egli infatti, assieme ai discepoli, fece visita alla vedova. Le pie donne, col velo abbassato, gli andarono incontro nel vestibolo della corte e gli si prostrarono ai piedi. Gesù le salutò e si recò con loro nella grande sala. Oltre alla vedova, vi erano altre cinque donne: Marta, la Maddalena, Veronica, Giovanna Chusa e la Sufanita. Le donne sedettero a gambe incrociate su cuscini e tappeti che abbellivano una sorta di divano poco elevato e gli rivolgevano la parola a turno solo quando lui ne dava il permesso. Così lo informarono su Gerusalemme e su Erode, dicendo che questo principe aveva fatto cercare Gesù. Subito però Gesù sollevò un dito e le rimproverò di preoccuparsi troppo delle cose di questo mondo e di giudicare troppo facilmente il prossimo. Questo avvertimento mi sembrò indirizzato anche a me e ne feci profitto. Gesù parlò loro dell’isola di Cipro e di coloro che lì avevano riconosciuto la verità11. Parlò anche con predilezione del governatore romano di Salamina. Poiché le donne pensavano che anche quel governatore avrebbe fatto bene a lasciare il paese [essendo un simpatizzante dei cristiani], egli rispose che non era così. Egli doveva restare per portare soccorso a molte persone e più tardi, quando avrebbe compiuto la sua opera, sarebbe venuto un altro governatore che sarebbe stato anch’egli amico della comunità. Ho pensato che si riferisse al governatore non meno amichevole che san Paolo trovò nell’isola (ossia, Sergius Paulus: Atti, XIII, 7-12).

11 In diverse altre visioni, la Beata Emmerich ci informa di un viaggio di Gesù a Cipro.

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Egli parò anche di Mercuria12, ma ho dimenticato cosa disse. Le sante donne piansero, e anch’io piansi, meravigliandomi perché ciò non mi portava alcun dolore agli occhi. Consumarono poi un pasto. La Maddalena e la Sufanita hanno da tempo perso la bellezza che le distingueva. Il loro viso è pallido e sfatto e gli occhi sono arrossati dalle lacrime. Le due donne amano il silenzio e la vita ritirata, mentre Marta è molto attiva e tratta gli affari con molta abilità. Giovanna Chusa è una grande donna pallida, dal temperamento serio e energico. Veronica somiglia a santa Caterina: è risoluta, aperta e coraggiosa [suor Emmerich fa spesso paragoni con personaggi molto lontani fra loro nel tempo. In questo caso parla ovviamente di santa Caterina da Siena]. Quando le donne sono riunite, cuciono, lavorano e preparano molti oggetti per la comunità, disponendoli nelle varie locande e nei magazzini dove poi i discepoli e gli apostoli li vanno a prelevare, sia per loro uso che per distribuirli ai poveri. Quando la comunità ha tutto il necessario, le donne lavorano anche a favore di sinagoghe povere. Normalmente le donne hanno anche delle serve che le precedono o le seguono, portando stoffe in una bisaccia di cuoio simile a un otre, oppure sotto i mantelli, attaccate alle cinture. Le serve indossano abiti più stretti e corti delle loro padrone. Quando le sante donne dimorano fuori casa, come ad esempio a Naim, le serve le lasciano e vanno ad attenderle presso altre locande lungo il cammino. La serva di Veronica era con lei da molto tempo e lo sarà anche dopo la passione di nostro Signore. Le sante donne videro nel giardino Gesù circondato dai discepoli, mentre dava insegnamenti alternati a parabole sotto un pergolato di foglie, dove le donne si sistemarono tutte nello stesso lato. Gesù parlava della riconciliazione operata presso diverse coppie di sposi a Mallep, specialmente presso la coppia dove aveva consumato un pasto. La famiglia poi partì per la Palestina, si recò dapprima dalla Sirofenicia, che si preparava a lasciare Ornitopoli. Poi si recherà a Gessur e oltre. Sono già arrivati in molti da Cipro, e altri ne arriveranno, sbarcando a Joppe.

12 Santa Mercuria, che sarà martire in Alessandria sotto l’imperatore Decio.

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Nel pomeriggio, vidi Gesù a una lega a nord-est verso Damna, dove prima della città vi era una locanda gestita da alleati della famiglia di S. Giuseppe. Era attesa da Lazzaro e da due discepoli di Gerusalemme. Credo fossero nipoti di Giuseppe d’Arimatea. Lazzaro era già lì da otto giorni e si stava ancora occupando di affari riguardanti le terre e gli edifici di Magdala, non essendo stati venduti che i soli mobili della Maddalena e altre cose del genere. Gesù, quando vide Lazzaro lo abbracciò, cosa che faceva solo con lui, gli apostoli e i discepoli più anziani (agli altri si limitava a tendere la mano). Dopo la lavanda dei piedi, essi riposarono un po’ prima di recarsi nel giardino per sedersi nella sala. Lazzaro espose con calma lo stato di cose a Gerusalemme e raccontò alcune vicende occorse ai loro amici che vi si trovavano. Gesù parlò poi degli abitanti di Cipro, dei convertiti di quell’isola e di coloro che da lì giungevano in Palestina. Gli sentii dire che Giacomo il Minore e Taddeo erano a Gessur per ricevere e portare a destinazione i sette filosofi pagani che vi erano giunti, oltre ad altre persone. Gesù disse a Lazzaro quante erano le persone di cui ci si doveva occupare, poi si intrattenne confidenzialmente con lui passandovi molto tempo assieme. Lazzaro era di taglia alta, dolce, grave, taciturno, molto educato e misurato in tutto. Egli aveva sempre qualcosa di distinto anche nelle relazioni più familiari. I suoi capelli erano biondo chiaro e aveva qualche somiglianza con Giuseppe, il padre putativo di Gesù, ma con tratti più forti e pronunciati. Giuseppe aveva al massimo grado in tutta la sua persona qualcosa di dolce, tenero e benevolo ed era anche lui biondo chiaro. Quel mattino Gesù, accompagnato da Lazzaro, da alcuni discepoli, dall’intendente della locanda e suo figlio, che si riunirà più tardi ai discepoli, attraversò poche leghe a est di Damna, fino al villaggio del centurione Zorobabele, dove andarono a trovarlo due scribi lebbrosi che furono da lui guariti più tardi. Il villaggio è situato sul versante meridionale della collina disseminata di rocce che chiude a sud la valle di Cafarnao e sulla quale si estendevano i giardini e le vigne del centurione. La collina termina con scarpate rocciose sul lato del mar di Galilea, da cui il villaggio dista una mezza lega abbondante. Al lato sud nei pressi del villaggio vi è una specie di piacevole solitudine. Non ci sono altri abitanti che i servi del

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centurione e coloro che ne coltivano le terre. Fra loro vi erano dei pagani che egli convertiva al giudaismo uno dopo l’altro. I genitori del ragazzino benedetto da Gesù l’11 aprile, costretti a letto dalla stessa malattia, avendo udito grida di gioia causate dalle sue guarigioni, fecero pregare Gesù di andare in aiuto al loro figlio. Ma Gesù non vi si recherà oggi, bensì tornerà alla dimora che Pietro aveva al bordo del lago. Tutti i discepoli lo attendevano lì, perché Giacomo il Minore e Taddeo erano giunti da Gessur assieme a tre dei filosofi pagani di Salamina che si erano fatti circoncidere (gli altri quattro non erano ancora arrivati). Erano giovani dai modi molto gentili e distinti. Gesù li presentò agli altri discepoli. Simone e Andrea sopraggiunsero con una barca assieme ad altri compagni e furono accolti in modo molto commovente.

I discepoli ciprioti di Gesù Dopo di ciò, Gesù, costeggiando il Tabor con gli apostoli e qualche discepolo, andò a una lega e mezzo o due leghe a sud ovest, dove gli apostoli Tommaso, Giovanni e Bartolomeo, tornati dai loro viaggi, si incontrarono con dei parenti di Zaccaria, nipote di Giuseppe di Arimatea e qualche discepolo. Con loro vi erano anche cinque poveri minatori dei dintorni di Citro, nell’isola di Cipro. Essi avevano il compito di accompagnare le sante donne nella strada di ritorno e servivano anche come messaggeri. Anche questi poveri volevano rendere nota la loro condizione e raccomandarsi alla carità della comunità. L’incontro fu toccante. Giovanni era particolarmente commosso. Bartolomeo veniva dalla Perea, Tommaso da Joppe e Giovanni da Ebron. I Ciprioti si stabilirono a sud di Gaza e a ovest di Ebron, a poca distanza dal pozzo di Sansone, in una contrada non ancora coltivata. Abitano provvisoriamente in grotte. Se ne stanno recando lì già duecento di loro e saranno seguiti da altri trecento. All’epoca della prima comunità cristiana, sotto l’amministrazione dei diaconi, vidi molti altri unirsi a loro, formandosi poco alla volta un borgo di cui dovrebbero ancora esserci le rovine ai giorni nostri. Più tardi diventò una città chiamata Eleuteropoli, che ebbe molto presto dei vescovi e i cui fondatori sono stati dimenticati.13

13 Si vede come la presenza del diacono (amministratore) accompagna le comunità più piccole, mentre quando la comunità si ingrandisce, le vengono assegnati dei vescovi (sovrintendenti). Vescovi e diaconi sono presenti fin

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Ho visto molte cose su Eleuteropoli. Era a molte leghe da Gerusalemme e a circa una lega da Geth, la città abitata da Filistei dove un tempo Sansone vi aveva ucciso un gran numero di abitanti. Poco distante vi era la fontana della mascella d’asino, sebbene più vicina al mare. Gli abitanti di Eleuteropoli avevano anch’essi una fontana che credevano essere la “mascella d’asino”, ma in realtà l’acqua di questa fonte proveniva da una deviazione di quella originale.14 Vi sono lì anche delle grotte dove gli abitanti si erano stabiliti all’inizio del loro arrivo. Più tardi vi si formò una colonia considerevole, che i Giudei distrussero più volte dopo la morte di Cristo, specialmente durante la persecuzione che seguì alla morte di Stefano, nella quale morì Mercuria. In quel periodo anche l’abitato posto tra Ofel e Betania fu distrutto. I cristiani di quel luogo andavano spesso a Gerusalemme a portare le offerte al cenacolo o alla chiesa vicina alla piscina di Betseda. Il cenacolo e il borgo che erano presso Ofel furono distrutti e perciò molti altri convertiti andarono a Eleuteropoli. Quando la colonia cristiana fu dispersa, gli abitanti si riunirono poco distante e si moltiplicarono ulteriormente. Giuseppe Barsaba, il figlio di Maria di Cleofa e di Saba, suo secondo marito, fu consacrato ad Antiochia primo vescovo di Eleuteropoli. Il suo gregge era molto disseminato nel territorio ed egli fu crocifisso a un albero nel corso di una persecuzione. Più tardi vidi tutte le grotte e i passaggi che le univano, ricoperti dalla città anch’essa costruita su dei sotterranei. Vidi, durante una persecuzione, tutta la parte superiore della città devastata e gran parte degli abitanti nascosta nei sotterranei assieme al vescovo. Più tardi uscirono dai sotterranei e ricostruirono le loro case. In seguito, venne la pace e la colonia divenne prospera, dando vita a una bella città.

dall’inizio nella comunità cristiana. I primi li troviamo citati per la prima volta come elementi dei “consigli degli anziani” in Atti 11:30; 15:4; 21:18, i secondi in “Atti, cap 6” come attendenti alla mensa e alla distribuzione dei beni presso i poveri. 14 La fontana cui si riferisce suor Emmerich è quella di Beth Lechi (Beth Lehi), dove Sansone mise in rotta i Filistei (Giudici, 15, 9-19, 2Samuele, 23, 11). In quella città vi erano un tempio e la fonte citata, dove si svolgevano riti idolatrici (Tobias George Smollett, The critical review or Annals of Literature, Vol XXXIX, Art III, 1803, pag. 143 a 148). La città era situata presso l'attuale città di Bayt Jibrin (Beit Guvrin) a 20 km a nord ovest di Ebron. I moderni archeologi identificano Beth Lechi con Eleuteropoli, ma se la fonte di quest’ultima città non coincideva con la vera fonte della “mascella d’asino” (come suggerisce suor Emmerich), la sovrapposizione fra le due città andrebbe messa in discussione, in quanto la vera fonte (e dunque la città di Beth Lehi, conquistata da Sansone) doveva trovarsi in un altro luogo poco distante dal nucleo di fondazione dei Ciprioti. A meno che poi l’agglomerato di Eleuteropoli non avesse finito per inglobare anche quella città. Per vedere gli scavi citati, si può visitare il sito web della fondazione: Beith Lehi Foundation.

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Resurrezione di Lazzaro e conseguente persecuzione [Ad Argob, mentre Gesù insegnava] Uno dei nipoti di Giuseppe d’Arimatea è giunto da Gerusalemme, portando a Gesù la notizia che Lazzaro è ammalato. Sembra malinconico e pare non provare più diletto a servire al Tempio, oltre ad essere sempre più pallido e dimagrito. Vedo Lazzaro gravemente ammalato, mentre le sue sorelle aspettano con ansia Gesù, al punto da tornare spesso nei pressi di Gerico per assicurarsi di incontrare i loro messaggeri quando riporteranno con sé Gesù. Gesù tuttavia doveva recarsi in Samaria e perciò tardava ad arrivare. La santa Vergine intanto era a Gerusalemme presso la madre di Gian Marco e si recava spesso a Betania. Oggi sono arrivati i messaggeri da Betania per pregare Gesù di recarsi da Lazzaro, ma hanno potuto solo incontrare alcuni discepoli. Gesù ha dichiarato che non si sarebbe ancora recato da Lazzaro, perché non era ancora giunta la sua ora, e di buon mattino aveva inviato due discepoli in Samaria, in modo che potessero essere di ritorno per il sabato. I discepoli dovevano annunciare in quella città l’arrivo di Gesù. Gesù si è fermato in una località nei pressi di Samaria, ma non si reca ancora a Betania. Vedo le tre Marie andargli incontro: la Vergine, la sua sorellastra Maria d’Heli e la figlia di quest’ultima, Maria di Cleofa. [21-23 Settembre] Le sante donne sono presso Gesù, quando un messo di Lazzaro lo prega di andare a Betania. Cosa che però Gesù non fa. Gesù si è recato presso un borgo dove era atteso dalle donne. Aveva con sé degli apostoli e dei discepoli, che alloggiavano in una locanda, quando giunse la notizia della morte di Lazzaro.

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Io potevo vedere anche ciò che accadeva a Betania, mentre Lazzaro moriva. Vidi le sue sorelle mentre lasciavano la casa dopo la sua dipartita. Lazzaro fu imbalsamato su un’asse e avviluppato da bende, secondo l’usanza dei Giudei. Il corpo, sorretto dall’asse, fu poi deposto in una cassa traforata con un coperchio bombato e portato nella tomba. Dopo la morte di Lazzaro, vidi Marta e la Maddalena recarsi alla fattoria vicino all’eredità di Giuseppe, che era un loro possedimento non lontano da Ginea e Jezrael e dove avevano più volte ospitato Gesù e la Santa Famiglia. Sembravano attendere lì l’arrivo di Gesù. Nella notte fra giovedì e venerdì, vidi Gesù, le pie donne e tutti gli apostoli camminare al chiaro di luna, divisi in gruppi. Avevano lasciato il piccolo borgo, che era rimasto parecchio turbato per questo episodio, e si dirigevano presso il possedimento di Lazzaro, dove le sue sorelle attendevano Gesù. Al mattino, vidi il Signore e il suo seguito in un villaggio fatto di poche case, mentre nel pomeriggio erano nella piccola città di Ginea, davanti alla quale era situato il possedimento di Lazzaro nel quale le donne si recarono subito. Quanto a Gesù, egli andò con gli uomini ad insegnare nella sinagoga. La sera prima del sabato Gesù cenò con le pie donne nella casa di campagna di Lazzaro. La Maddalena gli era andato incontro dandogli la notizia che Lazzaro era morto durante la sua assenza. Egli però le aveva ancora una volta ripetuto che non era giunta la sua ora e che la morte di Lazzaro era un bene. La sala dove mangiavano gli uomini era aperta da un lato e dava su un cortile. Le donne vi entrarono solo quando Gesù prese a predicare, ma si tennero in disparte. Gesù parlò dello scandalo che era scoppiato su di lui nel piccolo borgo dove era appena stato e che continuava ancora15. Gesù disse alle sorelle di Lazzaro di lasciare che fossero portate avanti tutte le operazioni che le usanze prescrivevano sulla morte del fratello e aggiunse che sarebbe ritornato qualche giorno dopo.

15 Ci si riferisce al fatto che Gesù non era andato a trovare Lazzaro prima della sua morte.

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Le donne partirono il giorno dopo per Betania e Gesù ritornò a Ginea con gli apostoli. [3 ottobre] Quella sera vidi Gesù e gli apostoli giungere a una locanda a una lega da Betania, dov’erano delle abitazioni e una scuola. Messaggeri delle sorelle di Lazzaro vi si recarono per sollecitarlo a tornare da loro, ma Egli fece rispondere loro ai discepoli che sarebbe andato entro qualche giorno. Il racconto della morte di Lazzaro che si legge nel Vangelo di Giovanni riassume l’episodio senza una scansione temporale. Gesù aveva ricevuto da tre settimane la notizia della malattia di Lazzaro, mentre la notizia della sua morte gli giunse mentre era vicino Samaria, dov’erano le pie donne e dove egli disse “Il nostro amico dorme”. Fu solo quando si trovava nel possedimento di Lazzaro che disse espressamente “Lazzaro è morto”. Lazzaro era morto da otto giorni. Prima di seppellirlo, si era atteso quattro giorni nella speranza che Gesù fosse giunto a resuscitarlo. Le sorelle di Lazzaro erano andate a trovare il Maestro nella casa vicino Ginea e, visto che lui non era ancora intenzionato a recarsi presso Lazzaro, se ne tornarono presso il fratello e lo fecero sotterrare nella tomba. In quel momento, secondo il costume dell’epoca, si trovavano lì molte donne e uomini di Betania e di Gerusalemme per piangere la morte di Lazzaro. Le donne erano sedute insieme, separate dagli uomini. Mi sembrò che dopo il pasto, verso il tramonto, Maria di Zebedeo (che era giunta per la stessa strada che aveva fatto Gesù) entrò per parlare con Marta, che era seduta in mezzo alle altre donne, sussurrandole in un orecchio che Gesù stava per arrivare. Vidi Marta andare con lei in un giardino dietro la casa, dove la Maddalena era seduta da sola sotto un pergolato, per dire alla sorella che Gesù arrivava. Vidi che Marta, comprendendo i sentimenti della sorella, le permise di andargli incontro per prima, cosa che lei fece, correndo in tutta fretta assieme a Maria di Zebedeo. Lei non arrivò fino a lui, ma lo attese lungo il cammino, mentre Marta rimase assieme alle altre donne. Gesù, quando era con gli apostoli e i discepoli, non si lasciava facilmente avvicinare troppo spesso dalle donne.

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Dopo un po’ il giorno iniziava a terminare, mentre la Maddalena raggiunse le altre donne, prendendo il posto prima occupato da Marta in mezzo a loro. Vidi allora Marta avvicinarsi a Gesù, che si era fermato al limite del giardino, vicino a un pergolato dove si intratteneva con gli apostoli a altre persone che si erano aggiunte al gruppo. Marta scambiò qualche parola con lui, poi tornò in fretta dalla sorella, parlando con lei a bassa voce. La Maddalena allora corse davanti al Signore, seguita da altri Giudei. Gesù, circondato da un gran numero di persone, era ancora sotto il pergolato. In quel momento, il sole disparve all’orizzonte. La Maddalena si gettò ai piedi di Gesù e gli disse: “Se foste stato qui, non sarebbe morto!”. I Giudei allora piansero, mentre anche Gesù si intristì e pianse. Lo vidi entrare in una capanna di foglie, illuminata da una lampada, dove assieme agli apostoli consumò un breve pasto e poi diede a lungo degli insegnamenti. Ascoltai molte persone, la maggior parte delle quali non era potuta entrare nella capanna e il cui numero aumentava sempre più, mormorare sul fatto che Gesù non aveva salvato Lazzaro. Vidi che il Signore era molto triste e commosso, mentre dava un lungo insegnamento sulla morte, che non terminò che al mattino. Mi sembrava che albeggiasse quando finalmente andarono tutti alla tomba. Gli apostoli erano con Gesù, ricordo soprattutto Matteo e Giovanni. Le sorelle di Lazzaro e la Vergine, assieme alle altre Marie (in tutto 7 donne) erano già lì, assieme a un gran numero di persone. E la folla ancora cresceva fino a diventare un assembramento tumultuoso, simile a quello che ci fu alla crocifissione. Per andare alla tomba si passava per un sentiero costeggiato da orti pieni di verdure, dopodiché si passava per una porta, dalla quale mancava appena un quarto di lega per giungere al cimitero. Il cimitero era circondato da mura. All’entrata, un sentiero si biforcava conducendo a una collinetta artificiale tagliata trasversalmente da delle caverne. Non lontano dall’entrata, sulle pendici dalla collinetta, c’era la porta della sepoltura di Lazzaro. Quando la porta fu aperta, si vide una caverna profonda che si prolungava nella collina. La grotta era suddivisa in camere sepolcrali, separate da griglie, ed era chiusa all’uscita da un’altra griglia da cui si vedevano alberi e piante.

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Il Vangelo di Maria di Magdala

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Lazzaro era sepolto nella prima camera, che riceveva la luce da aperture praticate nella volta. La camera era un po’ in discesa. A destra, entrando, c’era uno scavo a forma di lungo quadrato, profondo circa tre piedi e ricoperto da una pietra. Lì si trovava il corpo di Lazzaro, in una bara alla quale era possibile girare intorno. La pietra tombale era sollevata e poggiata alla parete. Altre tombe si trovavano in fondo alla caverna. Gesù, gli apostoli e le donne della famiglia di Lazzaro si avvicinarono alla grotta aperta. Da quel lato inoltre, il cimitero era coperto attorno alla sepoltura e più lontano fino all’entrata. Gesù discese nel sepolcro con qualche apostolo, mentre la Maddalena e Marta restarono alla porta. La folla era così stipata che alcuni si arrampicavano sulla volta e sulle mura del cimitero per guardare meglio. Quando Gesù fu dinanzi alla tomba, comandò agli apostoli di togliere la pietra. Essi lo fecero e la appoggiarono alla parete, facendo lo stesso con una chiusura più leggera che era posta al di sotto. Fu allora che Marta disse che Lazzaro era sepolto da quattro giorni ed emanava già un cattivo odore. Nonostante ciò, gli apostoli tolsero anche il coperchio di canne che chiudeva la bara, finché si vide il corpo rannicchiato e avvolto nelle bende. Gesù allora levò le braccia al cielo, pregando e gridando forte: “Lazzaro, esci!”. A quel grido, il cadavere si sollevò mettendosi seduto, mentre la folla che era fuori si precipitava tumultuosamente in avanti. Il Signore però ordinò agli apostoli di scacciare i curiosi, così la folla fu costretta a spostarsi all’entrata del cimitero. Alcuni apostoli rimasti presso la tomba tolsero le bende dal viso di Lazzaro, che assomigliava a uno che fosse appesantito dal sonno. Gli tesero le mani e i piedi per scioglierli, dando le bende alle persone che erano fuori, poi presero un mantello che qualcuno gli aveva passato. Allora Lazzaro si sollevò, uscendo dalla bara e dalla tomba, simile a un’ombra che barcolla. Gli fu gettato il mantello sulle spalle e, passando davanti a Gesù come un sonnambulo, raggiunse la porta dov’erano le sorelle e altre donne, che si ritrassero spaventate come davanti a uno spettro, prostrandosi poi a terra senza osare toccarlo. Gesù uscì dal sepolcro dopo di lui, prendendogli le due mani con una gravità affettuosa.

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Tutti si diressero all’abitazione di Lazzaro, fra la folla turbata che si spostava al passaggio del resuscitato. Costui camminava come se non toccasse terra e aveva ancora l’apparenza di un cadavere. Gesù procedeva accanto a lui, seguito dagli altri che piangevano e singhiozzavano, ammutoliti dallo stupore. Il gruppo oltrepassò una porta antica e seguendo il sentiero che attraversava le aiuole verdeggianti del giardino, giunsero alla sala da dov’erano partiti, nella quale Gesù entrò con Lazzaro e i suoi. La gente era stipata fuori e l’agitazione era grande. Lazzaro si prostrò in tutta la sua lunghezza davanti a Gesù, come quando si fa durante l’ammissione agli ordini religiosi. Gesù parlò ancora a lungo, dopodiché la folla fu congedata e verso mezzogiorno giunsero a casa di Lazzaro, che era a circa cento passi da lì. Entrarono in una sala da pranzo aperta, attinente all’edificio principale, mentre le donne si diressero in cucina a preparare il pasto. Gesù, gli apostoli e Lazzaro erano soli. Gli apostoli si riunirono in cerchio attorno a Gesù e Lazzaro. Al che Lazzaro si inginocchiò davanti al Signore, che gli mise la destra sulla testa e soffiò sette volte su di lui. Il suo soffio emetteva una luce, mentre usciva da Lazzaro una sorta di vapore oscuro. Vidi anche una figura nera allontanarsi nell’aria fuori dal cerchio: era il demone che si ritirava furioso e ridotto all’impotenza. Soffiando su Lazzaro, Gesù lo consacrò al suo servizio, purificandolo dal peccato e da tutti gli attaccamenti mondani e donandogli delle grazie spirituali. Si intrattenne ancora a lungo con lui, dicendogli che lo aveva resuscitato perché si dedicasse interamente al suo servizio, annunciandogli poi che avrebbe dovuto subire grandi persecuzioni da parte dei Giudei. Fino ad allora Lazzaro era ancora avviluppato nel suo lenzuolo, perciò uscì per sbarazzarsene e riprendere i suoi abiti. Solo allora le sorelle e gli amici lo abbracciarono, dal momento che prima c’era in lui ancora qualcosa di cadaverico che ispirava terrore. Vidi anche che la sua anima, dopo la separazione dal corpo, si trovava in un soggiorno tranquillo, esente da pene e rischiarato come da un crepuscolo, dove aveva incontrato dei giusti, come Giuseppe, Gioacchino, Anna, Zaccaria e Giovanni Battista, ai quali

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aveva raccontato tutto ciò che sapeva della vita del Redentore sulla terra. Lazzaro aveva ricevuto dal soffio di Gesù i sette doni dello Spirito Santo e fu interamente distaccato dai desideri terreni. Egli ebbe questi doni prima degli apostoli, poiché la morte gli aveva fatto conoscere dei grandi misteri e lo aveva reso edotto dell’esistenza di un altro mondo. Essendo morto e rinato, era qualificato per ricevere questi doni sovrannaturali. Lazzaro è un personaggio di grande importanza il cui significato resta per noi misterioso. Era stato preparato un ricco pasto e tutti si sedettero attorno a una tavola su cui erano disposti un gran numero di piatti e di piccole urne. C’era un maggiordomo che sorvegliava il servizio e le donne, dopo il pasto, si avvicinarono alla tavola per ascoltare le parole di Gesù, che aveva accanto a sé Lazzaro. Un brusio orribile proveniva dalle persone accalcate attorno alla casa. Erano giunte anche molte persone da Gerusalemme, tra cui persino delle guardie, che si erano disposte su tutti i lati della casa. Gesù inviò gli apostoli ad allontanare le guardie e la folla, dopodiché diede ancora degli insegnamenti alla luce delle lampade, dicendo ai discepoli che l’indomani, assieme agli apostoli, si sarebbe recato a Gerusalemme. Dal momento che molti lo avvisarono del pericolo che correva andando lì, egli rispose che non lo avrebbero riconosciuto, perché non si sarebbe mostrato in pubblico. Vidi che in seguito tutti andarono a dormire per un po’, stendendosi attorno alle mura della sala. [8 Ottobre] Dopo la giornata passata a Betania, Gesù si recò a Gerusalemme, accompagnato da Giovanni e Matteo, che avevano raccolto i loro vestiti, diversamente da come facevano di solito. Essi, giunti nella città, la aggirarono e attraverso dei sentieri appartati raggiunsero nella casa dove più tardi avrà luogo la celebrazione dell’ultima cena. Vi alloggiarono in segreto per tutto il giorno e la notte seguente. Gesù diede insegnamenti e incoraggiò i suoi amici che abitavano in quella città. In casa c’erano Maria, madre di Marco, Veronica e una dozzina di uomini. Guardandoli pensai che oggi sarebbe ben difficile trovare qualcuno disposto a nascondervi in casa proprio a motivo della religione16. Nicodemo, il

16 Bisogna considerare che suor Emmerich viveva in un’epoca dove la sua regione era oggetto di persecuzioni religiose.

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padrone di casa, che metteva volentieri l’immobile a disposizione di Gesù e dei suoi, non era presente, essendosi recato a Betania per vedere Lazzaro. Vidi anche i Farisei e i principi delle caste sacerdotali riuniti in consiglio per discutere sull’episodio di Gesù e di Lazzaro. Tra le diverse opinioni c’era anche quella, piuttosto puerile, di temere che Gesù avrebbe potuto resuscitare una folla enorme di morti, facendo cadere in grande imbarazzo i Giudei. Verso mezzogiorno ci fu una rivolta a Betania: se Gesù vi fosse stato presente, sarebbe stato lapidato dalla folla. Lazzaro fu obbligato a nascondersi, mentre gli apostoli si dispersero in varie direzioni. Anche gli amici di Gesù di quella città di nascosero. Tuttavia la calma fu ristabilita quando prevalse la convinzione che nessuno aveva il diritto di prendersela con Lazzaro. Gesù passò il resto della notte nella casa sul monte Sion e all’alba lasciò Gerusalemme, assieme a Matteo e Giovanni, rifugiandosi al di là del Giordano. Per raggiungere la sua meta non rifece la strada di Betabara che aveva fatto in precedenza, ma risalì verso nord-est. A mezzogiorno, aveva già oltrepassato il Giordano. La sera, gli apostoli lo raggiunsero da Betania e passarono la notte con lui sotto un grande albero. Vidi a qual punto Maria e gli amici di Gesù dovevano soffrire per la cattiveria dei Giudei. La resurrezione di Lazzaro aveva lasciato in un gran numero di persone una impressione favorevole a Gesù, ma questo aveva prodotto nei Giudei una rabbia così forte da spingerli a perseguitare i seguaci del Salvatore in diverse località. Lazzaro era costretto a nascondersi tutto il tempo nelle caverne dei suoi possedimenti e gli amici che Gesù aveva a Betania, a Betfage e nel piccolo borgo dove si era recato prima di raggiungere Lazzaro, non osavano uscire dai loro rifugi. Vidi anche delle donne appartenenti a buone famiglie di Gerusalemme portare a queste persone delle vivande, tra cui dei piccoli uccelli. La madre di Gesù era costretta a non poter uscire la sera per evitare che la lapidassero. Giovanni era tornato nel suo paese natale.

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Cattura di Lazzaro, Marta, Maria di Magdala e altri cristiani e loro esilio in Francia Ricordo confusamente che al tempo in cui la Maddalena viveva nella sua grotta in Francia, Lazzaro vi si era rifugiato anch’egli, costretto a lasciare Marsiglia a causa di una rivolta. Poco dopo l’ascensione di Cristo, La Maddalena si ritirò nel deserto, poco oltre la località dove aveva vissuto Giovanni Battista. All’inizio lei si fermò nelle vicinanze di capanne i cui abitanti le procuravano del cibo. Aveva dei vestiti che la avviluppavano completamente. In seguito, si allontanò in una contrada selvaggia irta di rocce e visse in una grotta distante dagli esseri umani. Satana allora cercò di spaventarla, apparendole sotto forma di un drago e vomitando fiamme su di lei. La donna però si voltava sempre verso di lui, obbligandolo a ritirarsi. Nei primi tempi, la Madre di Dio risiedeva a Betania presso Marta e Lazzaro, il quale si teneva ancora nascosto e usciva solo di notte. Nessuno osò aggredire la Vergine, la quale più tardi partì per Efeso. Lazzaro ormai frequentava a tempo pieno i discepoli. Tre o quattro anni dopo la morte del Salvatore, lui e Marta furono imprigionati dai Giudei e quando la Maddalena volle andarli a trovare di notte, presero anche lei lungo il cammino. Assieme a Lazzaro, che era stato ordinato sacerdote, arrestarono anche un giovane di nome Massimino, un altro di cui non ricordo il nome e infine Marcella, la vecchia serva della Maddalena, con la serva di Marta. Erano sette in tutto, quattro donne e tre uomini17. Vidi i Giudei condurli sulla riva del mare con ogni sorta di maltrattamenti e farli salire su una piccola imbarcazione sconnessa senza vela né remi, che fu agganciata a una imbarcazione più grande, che la condusse in mezzo al mare e lì la abbandonò a se stessa18.

17 Nella “Leggenda Aurea” di Jacopo da Varagine si legge: “In quel tempo all'apostolo S. Massimino, che era uno dei 70 discepoli del signore, fu affidata la Maddalena per ordine di S. Pietro. In seguito, dopo che i discepoli furono partiti, S. Massimino, Maria Maddalena, Lazzaro suo fratello, Marta sua sorella, Marcella serva di Marta, e Santa Cetonia che era nata cieca e che aveva riacquistato la vista grazie al Signore, insieme ad altri cristiani furono catturati dai miscredenti e caricati su una barca priva di remi e timone perché affogassero. Secondo la “Vita di Maria Maddalena” di Rabanus Maurus, il terzo uomo potrebbe essere Sergius Paulus, che “Atti, 13,7” cita come uomo convertito da San Paolo e la cui presenza a Narbonne in Francia fa parte della tradizione di quella città. 18 Il viaggio in barca fino in Francia è documentato, come abbiamo visto, sia da Jacopo da Varagine che da Rabanus Maurus.

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Vidi la barca, dove Lazzaro e i suoi pregavano e intonavano dei cantici, che approdava sulle coste francesi, in un luogo dove le onde morivano dolcemente sulla spiaggia19. Gli occupanti sbarcarono e posarono la piccola imbarcazione lontano dalla riva. Fecero più di una lega, prima di arrivare a una grande città, dove entrarono. Il loro viaggio in mare si era compiuto con una rapidità miracolosa. Sulla barca avevano con sé soltanto qualcuna di quelle piccole brocche che si portano abitualmente con sé in Palestina e con cui si dissetarono. Li vidi entrare nella grande città di Marsiglia. Nessuno li molestò, ma furono lasciati entrare con una certa curiosità. In città si celebrava la festa di una divinità, mentre i sette viaggiatori si sedettero sotto il peristilio di un tempio situato in una grande piazza. Restarono lì a lungo e quando si furono rifocillati con l’aiuto delle loro brocche, Marta per prima rivolse la parola alle persone che li circondavano incuriositi, raccontando perché si trovavano lì e accennando anche qualcosa su Gesù. Il suo discorso fu molto vivace e animato, anche se qualcuno finì poi per tentare di scacciarli gettando loro delle pietre, che però non fecero loro alcun male. Infatti i sette restarono seduti nello stesso posto fino al mattino dopo. Anche gli altri avevano iniziato a parlare di Gesù e già diverse persone provavano per loro una certa simpatia. Il giorno dopo vidi uscire da un grande edificio cittadino delle persone che andarono presso di loro per porre diverse domande. I sette restarono ancora un’intera giornata sotto il peristilio, intrattenendosi coi passanti che si assembravano attorno a loro. Il terzo giorno, furono condotti in quell’edificio, davanti al magistrato, dove furono separati. Gli uomini restarono presso il magistrato, mentre le donne furono ben accolte in una casa, dove furono nutrite. Vidi che dovunque andavano predicavano il Vangelo e il magistrato ordinò alla cittadinanza che non fosse fatto loro alcun male. Vidi che presto alcune persone si fecero battezzare. Lazzaro battezzava in una grande vasca che si trovava davanti a un tempio, che fu ben presto abbandonato. Credo che anche il magistrato della città si fece battezzare. Vidi anche che non restarono a lungo in città, dove Lazzaro, in qualità di vescovo, continuò a predicare il Vangelo.

19 Secondo leggende locali, il punto di approdo della Maddalena sarebbe l’attuale Saintes Maries de la Mer, sul delta del Rodano, dove però sarebbe sbarcata assieme alle altre “due Marie” della leggenda, cioè Maria Salomè e Maria di Giacobbe. Le tre donne sono accomunate dalla leggenda come le “Tre Marie”. Tuttavia questa leggenda non corrisponde affatto al racconto di suor Emmerich né ai resoconti di Jacopo da Varagine e di Rabanus Maurus.

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La Maddalena si separò dagli altri e si ritirò in un luogo assai solitario, dimorando in una grotta. Marta e Marcella, assieme all’altra serva, si ritirarono in una contrada selvaggia, coperta di rocce, situata più a est. Vi erano lì diverse donne che si erano costruite piccole capanne addossate alle caverne e che le accolsero benevolmente. Più tardi lì fu fondato un convento. Vidi anche il luogo dove si erano recati gli uomini che erano con Lazzaro, ma l’ho dimenticato. Ho visto diverse volte la Maddalena andare incontro a uno di loro (credo Massimino) a metà strada dalla sua grotta, per ricevere da lui la santa comunione20. Marcella aveva servito la Maddalena durante la sua vita dissoluta. Le donne a cui Marta si era unita erano state come lei emarginate dal loro paese. Il terzo degli uomini che avevano viaggiato sulla barca si chiamava Chelitonius ed era il cieco nato che era stato guarito da Gesù21. Era rimasto sempre assieme ai discepoli. Una visione toccante della sua guarigione mi ha fatto ricordare chi fosse e quale fosse il suo nome. Vidi santa Marta mentre lasciava Marsiglia, accompagnata da Marcella e l’altra serva, assieme ad altre donne che si erano unite a loro, e giunsero in una località selvaggia, di difficile accesso, abitata da donne che dormivano in capanne addossate alle rocce. Erano state catturate dalla gente del posto durante una guerra e si erano stabilite lì, soggette a una sorveglianza particolare. Marta e le compagne si stabilirono lì vicino, dopodiché costruirono delle capanne in mezzo alle altre. Più tardi eressero una chiesa e un convento. La chiesa all’inizio non aveva che quattro mura con una tettoia di rami intrecciati coperti di erba. Tutte le donne avevano contribuito a costruirla. Alcune fra le prigioniere si convertirono e si unirono a loro, ma altre diedero loro molti dispiaceri, attirando con perfide denunce ogni specie di persecuzione da parte degli abitanti del paese. Nelle vicinanze c’era una città chiamata Aquae [Aquae Sextia, oggi Aix],

20 Questo dato è coerente col fatto che la basilica di San Massimino, probabilmente sorta su un luogo ove effettivamente poteva aver abitato Massimino e ove molto probabilmente egli avrebbe potuto costruirvi un convento o una chiesa, si trova abbastanza vicino alla grotta della Maddalena, ossia nella pianura ai piedi del massiccio della “Sainte Baume”. 21 Jacopo da Varagine trasforma questo personaggio in una donna [cfr. nota 17]. Tuttavia nel Vangelo non si fa menzione di una donna, bensì di un uomo nato cieco.

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dove sembra vi fossero sorgenti di acqua calda, perché si vedevano levarsi continuamente nuvole di vapore22. Ho visto Marta presso un fiume molto ampio23 abitato da un mostro che faceva molti danni nei dintorni, rovesciando le barche e passando anche sulla terraferma per divorare uomini e bestiame. Era come un maiale di grandezza smisurata, con una testa enorme e delle zampe molto corte, come quelle di una tartaruga. La parte inferiore del corpo era come quella di un pesce, con delle pinne membranose munite di artigli24. Marta incontrò l’animale in un bosco ai bordi del fiume, mentre stava divorando un essere umano. C’erano altre persone con lei. Lei lo tramortì gettandogli al collo la cintura in nome di Gesù e strangolandolo. Gli altri che erano con lei lo finirono a colpi di pietre e bastoni25. Vidi spesso Marta predicare il Vangelo davanti a un pubblico numeroso, sia in un campo che ai bordi del fiume. Aveva l’abitudine di costruire con delle pietre una specie di poggio, aiutata dagli altri, sul quale poi saliva per predicare. Le pietre erano disposte a gradi, mentre l’interno del poggio era cavo. In alto veniva poi posata una pietra più larga dove si collocava Marta. Lei dirigeva la costruzione del poggio meglio di un muratore, grazie alla sua abilità e vivacità straordinarie. Un giorno Marta predicava ai bordi del fiume su uno di questi poggi di pietre, quando un giovane sull’altra riva si gettò in acqua per arrivare a nuoto sull’altra sponda per ascoltarla. La corrente però lo fece annegare. Molte persone si lamentarono con Marta per la morte del giovane, rinfacciandole anche di aver convertito delle schiave. Vidi poi che il giorno dopo il padre del giovane ritrovò il corpo e lo portò da Marta alla presenza di una folla numerosa, dicendole che avrebbe creduto al suo Dio se lei avesse resuscitato il figlio. Marta allora ordinò al giovane di svegliarsi nel nome di Gesù. Il giovane in effetti

22 Secondo Jacopo da Varagine, Massimino fu nominato vescovo di questa città. 23 Il Rodano, il grande fiume della Camargue, a cui è legata la leggenda che richiama questo episodio. 24 La descrizione ricorda quella di un animale preistorico. Potrebbe trattarsi di un Artiodattilo o di un appartenente alla classe dei Sinapsidi. In entrambi i casi troviamo diversi esseri dal corpo tozzo, le zampe corte, la testa massiccia e il muso pronunciato. In tutte le famiglie di queste classi troviamo dei carnivori, come anche animali palustri con abitudini simili a quelle di un ippopotamo. 25 Secondo la leggenda locale, il mostro, chiamato “Tarrasque” dagli abitanti del luogo, fu ammansito e rimpicciolito da Marta con la preghiera. Fu poi portato a Nerluc, dove fu ucciso dagli abitanti. Quella città fu così chiamata “Tarascon” in ricordo della “Tarrasque”, la cui uccisione viene ancora oggi commemorata l’ultima domenica di giugno.

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resuscitò e si converti al cristianesimo, assieme al padre e a molte altre persone. Vi erano tuttavia altri che accusavano Marta di stregoneria e per questo la perseguitavano. Uno di coloro che avevano attraversato il mare con lei dalla Palestina (credo fosse Massimino), si era stabilito nelle vicinanze e la andava a visitare in qualità di sacerdote per somministrarle la comunione. Marta si prodigò per la conversione di molti e per diffondere il Vangelo in quelle terre. Anche la Maddalena ha domato un drago che si era messo davanti alla sua grotta come se avesse voluto entrare. Ho visto spesso dei draghi. Questi animali avevano un corpo più arrotondato di quello delle lucertole alate o dei coccodrilli. La loro groppa è ricurva e somiglia a quella del cavallo. Hanno il collo spesso, ma non tozzo, e la testa è larga e allungata. La loro bocca è spaventosa e si ingrandisce di molto quando si apre, poiché è munita di due file di pelle ispessita e pendente. Alla giunzione delle spalle e del petto sono attaccate ali membranose simili a quelle del pipistrello. Le zampe non sono più grandi di quelle di una mucca e hanno la parte superiore più corta. Hanno anche lunghi artigli e una coda lunga. Quando volano, ripiegano le zampe anteriori sotto il ventre e stendono quelle posteriori. Il loro volo è di solito in linea retta, ma li ho visti anche librarsi verso l’alto, al di sopra delle foreste di cedri. Questi animali hanno qualcosa di spaventoso e diabolico. Non ne ho mai visti molti, né ho mai potuto incontrare i loro nidi o i piccoli. Li ho sempre visti abitare le contrade più deserte e selvagge, nei pressi di rocce inaccessibili e di grandi caverne, ma anche ai piedi di vecchi alberi e lungo i fiumi e i laghi solitari. Il più grande che ho visto aveva la grandezza di un puledro o di un maiale. Attaccano gli esseri umani solo se sono isolati e dalla loro gola spesso fuoriesce come una falda di fuoco che a terra diventa un nero vapore. Nei tempi antichi, soprattutto prima della nascita di Cristo, il regno animale comprendeva anche esseri differenti da quelli a noi conosciuti; esseri che sono del tutto scomparsi ai nostri giorni.

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Morte di Maria di Magdala e Marta La Maddalena si trovava più a ovest di Marta, in una grotta quasi inaccessibile, dove seguiva una dura penitenza. Lei morì un po’ di tempo prima di Marta. La sua grotta era su un monte selvaggio la cui sommità da lontano sembrava avesse due torri pendenti26. La grotta poggiava su colonne naturali e aveva alle pareti delle cavità dove si potevano collocare diversi oggetti. C’era anche un altare erboso sormontato da una grande croce formata naturalmente da rami caduti. Al centro era sospesa una corona, ma non c’erano immagini del Salvatore. Il giaciglio della Maddalena non era nella grotta, bensì di lato, in una parete di roccia da lei stessa scavata. Era come una tomba praticata nella montagna e si poteva anche chiudere con una porta di legno. Non era facile trovarla. Vidi la Maddalena subito dopo la sua morte mentre era stesa su questo giaciglio. Era ricoperta da un vestito di foglie e aveva in testa una specie di berretto anch’esso fatto di foglie. I suoi capelli erano arrotolati attorno la testa e una parte ricadeva dietro il collo. Era stesa sul dorso e aveva fra le braccia una croce. Non era magra, ma piuttosto rotondetta, e la sua pelle era brunita e indurita dalle intemperie. Per terra vicino a lei vi erano due piccoli piatti d’argilla molto puliti. La porta che chiudeva il giaciglio era stata tolta e vidi arrivare due eremiti con una grande coperta agganciata con delle corde a due bastoni. Essi avvilupparono decentemente il corpo e lo portarono lontano da lì, presso il convento di Santa Marta27. La pelle della Maddalena aveva ancora il suo colorito bruno. Suor Emmerich vide anche una chiesa costruita da Massimino che conserva reliquie della Maddalena28: la sua testa, priva di una 26 Non si può non pensare al massiccio della Sainte Baume, dove ancora oggi si venera la grotta della Maddalena. 27 Non abbiamo traccia di questo convento. Abbiamo solo la basilica di S. Massimino, che si trova proprio ai piedi del massiccio dove la Maddalena aveva la sua grotta. Secondo le tradizioni locali, fu quello il luogo di sepoltura della Maddalena. Attualmente vi si trovano resti di una cripta di epoca tardo romana e i sarcofagi di San Massimino, Santa Marcella (probabilmente la serva di Marta e poi della Maddalena), Santa Susanna e San Sidonio, oltre al reliquiario della Maddalena. Più avanti suor Emmerich cita con precisione questo reliquiario nella “chiesa costruita da Massimino”. Non sembra però che lei lo colleghi al luogo dove la Maddalena fu sepolta (ricordiamo che la suora colloca il convento di Santa Marta in un’altra località molto impervia, più a est rispetto a quello della Maddalena, ben diversa dalla località pianeggiante e piuttosto abitata dove, secondo i resti archeologici, sorgeva il primitivo complesso su cui furono edificate la chiesa romanica e poi l’attuale basilica di San Massimino). D’altra parte la tradizione locale stabilisce una forte correlazione tra Massimino e la sepoltura della Maddalena, narrando che quest’ultima, morta fra le braccia di Massimino (dopo essere stata trasportata in punto di morte presso di lui dagli angeli), fu sepolta proprio da Massimino in quel luogo. La ricostruzione della sepoltura fatta da suor Emmerich è invece molto diversa. 28 Cfr. la nota precedente.

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mascella e con un po’ di pelle su un lato, una delle braccia, dei capelli e un vaso con della terra, di cui non conosceva la provenienza. Secondo suor Emmerich, altre reliquie della Maddalena sono conservate in diversi luoghi.