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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Alberto Migone Vicedirettore: Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 3 settembre 2006 VENERDÌ 8 SETTEMBRE LA FESTA DI MARIA AL SANTUARIO DI MONTENERO a diocesi si riunirà al Santuario di Montenero per festeggiare insieme la Natività di Maria. Questo il programma della celebrazione. * ORE 17.00 ritrovo in piazza delle Carrozze e salita al Santuario. Durante il percorso sarà recitato il S. Rosario. * ORE 18.00 solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Diego. La festa della Natività di Maria quest’anno assume un ruolo particolare perché aprirà l’anno pastorale della Diocesi nell’anniversario dei duecento anni dalla sua nascita. L Da un anno e mezzo comandante della Polizia municipale di Livorno, Antonella Manzione ci spiega il ruolo dei Vigili urbani, i molteplici aspetti di questa professione e le trasformazioni in atto IL VIGILE URBANO? Una vocazione! DI CHIARA DOMENICI Vigili Urbani attualmen- te in servizio a Livorno sono 199; d’estate se ne aggiungono una decina con contratti a tempo deter- minato, mentre gli ausiliari del traffico inizialmente a quota 40 sono rimasti 9: al- cuni sono stati integrati nel numero dei Vigili, altri han- no lasciato l’incarico cam- min facendo. «Si tratta di un ruolo scomo- do – confessa il comandante della Polizia Municipale An- tonella Manzione - gli ausi- liari del traffico non hanno poteri di polizia stradale, ri- levano la violazione che è sentita come peggiore dal cit- tadino: il divieto di sosta e quindi vengono visti come veri e propri nemici. Un in- carico dunque che a livello psicologico può risultare lo- gorante, per questo molti hanno lasciato». Il controllo delle soste in realtà però incide su tutta la viabilità e quindi a farne le spese è tutto il traffico citta- dino. Ma quali sono le infrazioni più ricorrenti a Livorno? «La città è abbastanza indi- sciplinata – continua il co- mandante - soprattutto dal punto di vista della circola- zione di veicoli a due ruote che danno un senso di mag- giore libertà ed invitano alla trasgressione. Alcuni esempi: fa caldo ed il casco non im- porta metterlo; in motorino in due è meglio, magari an- che con il cane a bordo, il rosso è un optional, ecc. e a farne le spese poi è l’intera circolazione! I 199 agenti in servizio fanno del loro meglio, ma in una città come Livorno non ba- stano: purtroppo le risorse che abbiamo a disposizione sono limitate. Sicuramente un numero maggiore di Vigi- li servirebbe a prevenire certi fenomeni di caos. Però non si può concentrare il compi- to della Polizia Municipale solo nell’attenzione viabili- stica, credo molto nella pos- sibilità di incrementare certe forme di prevenzione e di av- vicinamento al cittadino che con il tempo possono assu- mere una valenza maggiore. I Credo fortemente nella pre- senza della polizia anche nei luoghi di aggregazione socia- le e come prevenzione al de- grado giovanile». Chi è il vigile urbano? «Penso che fare il Vigile oggi sia veramente difficile. Non è una professione come le al- tre, è una scelta vocazionale: bisogna avere doti di comu- nicazione e mediazione so- ciale non comuni, le compe- tenze di un poliziotto che deve far rispettare le leggi e allo stesso tempo la capacità di interagire con le persone perché possano vedere in questa figura il garante della propria sicurezza. La divisa è un involucro che ti rende un riferimento per la gente, devi avere la capacità di incarnare questo riferimento, ma allo stesso tempo devi avere un equilibrio intrinseco che non ti viene dato da quella stessa uniforme. Purtroppo oggi questa professione è di- venuta un rifugio occupazio- nale e se ne è perso il ruolo specifico. Siamo una catego- ria in cerca di identità. L’evo- luzione normativa è andata avanti in maniera esponen- ziale: dal vecchio Vigile Ur- bano che era l’amico della porta accanto e che dava consigli si è passati ad un Vi- gile iper preparato, con una cultura giuridica enorme e che magari si sente anche de- motivato a stare lì a fare sem- plice comunicazione. È dun- que necessario trovare le for- me più adatte e le persone più adatte, ma soprattutto occorre far conoscere meglio alla gente questa professione perché possa interagire e col- laborare e sfatare tanti luo- ghi comuni». Come si diventa vigile urba- no? «C’è un concorso pubblico particolarmente selettivo per la molteplicità di materie su cui prepararsi, in particolare per la competenza giuridica. Per il resto occorre avere una particolare attitudine alla mediazione sociale». Parliamo di viabilità. La Po- lizia Municipale partecipa in qualche modo alle modi- fiche al piano del traffico? «I Vigili Urbani dovrebbero essere parte propositiva in tutto perché sono la longa manus sulla strada dell’Am- ministrazione Pubblica, ma queste sono scelte interne ad ogni singolo Comune. Qui a Livorno siamo un supporto tecnico, ma non siamo tito- lari di poteri in materia di mobilità urbana. Il settore viabilità comunque è un campo che dovrebbe es- sere gestito in maniera non emozionale. O meglio: il cambio di un senso di mar- cia, la chiusura di una strada, ecc. hanno un impatto di re- te, perché se si interrompe il traffico veicolare da una par- te da un’altra va a riversarsi. Per questo certi cambiamenti non possono essere compiu- ti in ragione di un piccolo gruppo di cittadini, ma devo- no essere studiati in modo approfondito da chi ha la competenza specifica. Anche perché migliorare la viabilità di una città significa anche migliorare la vivibilità e di conseguenza la sicurezza dei cittadini». UNA CURIOSITÀ I Vigili non guadagnano sulle multe che compilano. Questa leggenda metropolitana forse nacque al tempo in cui la Polizia Municipale era pagata a cottimo, oggi non è più così. Adesso i Vigili sono a tutti gli effetti dipendenti comunali e sottostanno al contratto di lavoro del comparto «enti locali». Gli introiti derivanti dalle multe affluiscono nelle casse del Comune che poi li utilizza per coprire le spese pubbliche. CHI È ANTONELLA MANZIONE ntonella Manzione è toscana, originaria di Forte dei Marmi, ha 41 anni è sposata ed ha una figlia. Laureata in Giurisprudenza, è avvocato e abilitata all’insegnamento delle discipline giuridico- economiche nelle scuole medie. Ha vinto una borsa di studio del Cnr per il diritto di famiglia, ha iniziato a fare il comandante dei Vigili vincendo il concorso a Seravezza in provincia di Lucca. Poi ha partecipato a due corsi di specializzazione per comandanti all’Università di Trento. Nel comitato scientifico delle più importanti riviste che si occupano di polizia municipale, ha scritto diversi libri e prontuari utilizzati dalle polizie municipali di tutta Italia, ed un manuale sulle nuove competenze del giudice di pace. Prima di arrivare a Livorno è stata comandante dei Vigili Urbani anche a Verona. Molto legata alla famiglia ha dichiarato ai nostri microfoni: «Per me la famiglia è un valore fondamentale e dietro ad ogni scelta professionale c’è una famiglia che ti appoggia. Per questo ringrazio ogni giorno tutti i miei cari perché senza di loro non potrei svolgere questo compito. Credo nel lavoro che faccio e lo faccio con entusiasmo!» A I compiti della Polizia municipale sono stabiliti dalla Legge quadro n.65 del 1986 e da una legge regionale dell’aprile 2006. I poliziotti municipali possono fare tutto ciò che fanno le altre Forze dell’Ordine di fronte ad un reato, compresi arresti, fermi ecc., ma hanno funzioni di pubblica sicurezza ausiliaria perché l’ordine pubblico è compito delle altre Forze di polizia. Ad esempio: se in una zona della città si registra uno spaccio di stupefacenti deve intervenire un Poliziotto o un Carabiniere, solo in caso di necessità si può chiamare i Vigili a supporto. I Vigili hanno poi funzioni di Polizia stradale. Ed in più hanno la funzione di Polizia Amministrativa, cioè effettuano tutti quei controlli legati al rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli atti che fa capo all’ente Comune. Ad esempio la polizia edilizia, la polizia annonaria, la polizia ambientale, ecc.

IL VIGILE URBANO? Una vocazione! - WebDiocesi · Chi è il vigile urbano? «Penso che fare il Vigile oggi sia veramente difficile. Non è una professione come le al-tre, è una scelta

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAlberto MigoneVicedirettore: Andrea Fagioli

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

3 settembre 2006

VENERDÌ 8 SETTEMBRE

LA FESTA DI MARIAAL SANTUARIO DI MONTENERO

a diocesi si riunirà al Santuario di Montenero perfesteggiare insieme la Natività di Maria.

Questo il programma della celebrazione.

* ORE 17.00 ritrovo in piazza delle Carrozze e salita alSantuario. Durante il percorso sarà recitato il S. Rosario.* ORE 18.00 solenne concelebrazione eucaristicapresieduta dal Vescovo Diego.

La festa della Natività di Maria quest’anno assume unruolo particolare perché aprirà l’anno pastorale dellaDiocesi nell’anniversario dei duecento anni dalla suanascita.

L

Da un anno e mezzo comandante della Polizia municipale di Livorno, Antonella Manzione ci spiega il ruolo dei Vigili urbani, i molteplici aspetti di questa professione e le trasformazioni in atto

IL VIGILE URBANO?

Una vocazione!DI CHIARA DOMENICI

Vigili Urbani attualmen-te in servizio a Livornosono 199; d’estate se neaggiungono una decina

con contratti a tempo deter-minato, mentre gli ausiliaridel traffico inizialmente aquota 40 sono rimasti 9: al-cuni sono stati integrati nelnumero dei Vigili, altri han-no lasciato l’incarico cam-min facendo.«Si tratta di un ruolo scomo-do – confessa il comandantedella Polizia Municipale An-tonella Manzione - gli ausi-liari del traffico non hannopoteri di polizia stradale, ri-levano la violazione che èsentita come peggiore dal cit-tadino: il divieto di sosta equindi vengono visti comeveri e propri nemici. Un in-carico dunque che a livellopsicologico può risultare lo-gorante, per questo moltihanno lasciato».Il controllo delle soste inrealtà però incide su tutta laviabilità e quindi a farne lespese è tutto il traffico citta-dino.Ma quali sono le infrazionipiù ricorrenti a Livorno?«La città è abbastanza indi-sciplinata – continua il co-mandante - soprattutto dalpunto di vista della circola-zione di veicoli a due ruoteche danno un senso di mag-giore libertà ed invitano allatrasgressione. Alcuni esempi:fa caldo ed il casco non im-porta metterlo; in motorinoin due è meglio, magari an-che con il cane a bordo, ilrosso è un optional, ecc. e afarne le spese poi è l’interacircolazione!I 199 agenti in servizio fannodel loro meglio, ma in unacittà come Livorno non ba-stano: purtroppo le risorseche abbiamo a disposizionesono limitate. Sicuramenteun numero maggiore di Vigi-li servirebbe a prevenire certifenomeni di caos. Però nonsi può concentrare il compi-to della Polizia Municipalesolo nell’attenzione viabili-stica, credo molto nella pos-sibilità di incrementare certeforme di prevenzione e di av-vicinamento al cittadino checon il tempo possono assu-mere una valenza maggiore.

ICredo fortemente nella pre-senza della polizia anche neiluoghi di aggregazione socia-le e come prevenzione al de-grado giovanile».

Chi è il vigile urbano?«Penso che fare il Vigile oggisia veramente difficile. Non èuna professione come le al-tre, è una scelta vocazionale:bisogna avere doti di comu-nicazione e mediazione so-ciale non comuni, le compe-tenze di un poliziotto chedeve far rispettare le leggi eallo stesso tempo la capacitàdi interagire con le personeperché possano vedere inquesta figura il garante dellapropria sicurezza. La divisa èun involucro che ti rende unriferimento per la gente, deviavere la capacità di incarnarequesto riferimento, ma allostesso tempo devi avere unequilibrio intrinseco chenon ti viene dato da quellastessa uniforme. Purtroppooggi questa professione è di-venuta un rifugio occupazio-nale e se ne è perso il ruolospecifico. Siamo una catego-ria in cerca di identità. L’evo-luzione normativa è andataavanti in maniera esponen-ziale: dal vecchio Vigile Ur-bano che era l’amico dellaporta accanto e che davaconsigli si è passati ad un Vi-gile iper preparato, con unacultura giuridica enorme eche magari si sente anche de-motivato a stare lì a fare sem-plice comunicazione. È dun-que necessario trovare le for-me più adatte e le personepiù adatte, ma soprattuttooccorre far conoscere meglioalla gente questa professioneperché possa interagire e col-laborare e sfatare tanti luo-ghi comuni».

Come si diventa vigile urba-no?«C’è un concorso pubblicoparticolarmente selettivo perla molteplicità di materie sucui prepararsi, in particolareper la competenza giuridica.Per il resto occorre avere unaparticolare attitudine allamediazione sociale».

Parliamo di viabilità. La Po-lizia Municipale partecipain qualche modo alle modi-fiche al piano del traffico?«I Vigili Urbani dovrebbero

essere parte propositiva intutto perché sono la longamanus sulla strada dell’Am-ministrazione Pubblica, maqueste sono scelte interne adogni singolo Comune. Qui aLivorno siamo un supportotecnico, ma non siamo tito-lari di poteri in materia dimobilità urbana.Il settore viabilità comunqueè un campo che dovrebbe es-sere gestito in maniera nonemozionale. O meglio: ilcambio di un senso di mar-cia, la chiusura di una strada,ecc. hanno un impatto di re-te, perché se si interrompe iltraffico veicolare da una par-te da un’altra va a riversarsi.Per questo certi cambiamentinon possono essere compiu-ti in ragione di un piccologruppo di cittadini, ma devo-no essere studiati in modoapprofondito da chi ha lacompetenza specifica. Ancheperché migliorare la viabilitàdi una città significa anchemigliorare la vivibilità e diconseguenza la sicurezza deicittadini».

UNA CURIOSITÀI Vigili non guadagnano sulle multe che compilano.Questa leggenda metropolitana forse nacque altempo in cui la Polizia Municipale era pagata acottimo, oggi non è più così. Adesso i Vigili sono atutti gli effetti dipendenti comunali e sottostanno alcontratto di lavoro del comparto «enti locali».Gli introiti derivanti dalle multe affluiscono nellecasse del Comune che poi li utilizza per coprire lespese pubbliche.

CHI È ANTONELLA MANZIONEntonella Manzione è toscana, originaria diForte dei Marmi, ha 41 anni è sposata ed ha una

figlia.Laureata in Giurisprudenza, è avvocato e abilitataall’insegnamento delle discipline giuridico-economiche nelle scuole medie. Ha vinto una borsadi studio del Cnr per il diritto di famiglia, hainiziato a fare il comandante dei Vigili vincendo ilconcorso a Seravezza in provincia di Lucca. Poi hapartecipato a due corsi di specializzazione percomandanti all’Università di Trento.Nel comitato scientifico delle più importanti rivisteche si occupano di polizia municipale, ha scrittodiversi libri e prontuari utilizzati dalle poliziemunicipali di tutta Italia, ed un manuale sullenuove competenze del giudice di pace.Prima di arrivare a Livorno è stata comandante deiVigili Urbani anche a Verona.Molto legata alla famiglia ha dichiarato ai nostrimicrofoni: «Per me la famiglia è un valorefondamentale e dietro ad ogni scelta professionalec’è una famiglia che ti appoggia. Per questoringrazio ogni giorno tutti i miei cari perché senzadi loro non potrei svolgere questo compito. Credonel lavoro che faccio e lo faccio con entusiasmo!»

A

I compiti della Polizia municipale sonostabiliti dalla Legge quadro n.65 del 1986e da una legge regionale dell’aprile 2006.I poliziotti municipali possono fare tutto ciòche fanno le altre Forze dell’Ordine di fronte ad un reato, compresi arresti,fermi ecc., ma hanno funzioni di pubblicasicurezza ausiliaria perché l’ordine pubblicoè compito delle altre Forze di polizia.Ad esempio: se in una zona della città si registra uno spaccio di stupefacenti deveintervenire un Poliziotto o un Carabiniere,solo in caso di necessità si può chiamare i Vigili a supporto.I Vigili hanno poi funzioni di Polizia stradale.Ed in più hanno la funzione di PoliziaAmministrativa, cioè effettuano tutti queicontrolli legati al rispetto delle leggi, deiregolamenti e degli atti che fa capo all’enteComune. Ad esempio la polizia edilizia,la polizia annonaria, la polizia ambientale,ecc.

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI3 settembre 2006II

Mario Razzauti ci ha lasciato. Le testimonianzedi coloro che l’hanno conosciuto

In ricordodi un amico

egli anni ottan-ta nel giornali-no parrocchia-le vi era una

rubrica intitolata «Unapersona che non di-menticherò mai» - Rac-contava di uomini cheavevano partecipato allavita della parrocchia,della diocesi, della cittàcon dedizione e spiritodi sacrificio.Se oggi dovessi parteci-pare con uno scritto aquesta rubrica parlereidi Mario Razzauti. Sen-za titoli, già sono statiannunciati ed a lui inte-ressavano solo per dove-re civico, nelle nostre ri-

ghe ne faceva vo-lentieri a meno.Poi ho riflettutosul titolo dellarubrica oggi aquesta età avan-zata: dire non tid i m e n t i c h e r òmai mi sembravaanacronis t ico.Perché? Perchéforse potrei capi-tare sotto qual-che «cerchio» do-ve lui già sta epotrei urlare senon mi sentisse:«Mario ti ricor-di…»Sono stato unpoco ambiziosoa dire di capitaredove già è il no-stro grande ami-

co. La misericordia diDio è infinita ed io miricordo che mia nonnami ha insegnato adamare la Chiesa. MaMario Razzauti mi hainsegnato a viverla.Aveva ragione Don Pao-lo a segnalare che suopadre non era solo unuomo di Chiesa, ma iol’avevo interpretato co-me uomo di Chiesa, sìcome cristiano, comeuomo di Cristo, e perquesto motivo dedito atutto: allo spirito, allasocietà, alla solidarietà.Era così: nella preghieradel mattino con Claradavanti all’altare, pre-gando per il figlio in se-minario, per Giacomoallo studio, per i suoiimpegni giornalieri, peril suo lavoro, per la suaazione nei settori cheaveva scelto.La politica, come con-sigliere comunale il suodiscernimento: con-frontava i suoi valori cri-stiani con l’azione con-seguente. Ricordiamosolo un esempio. Labattaglia per impedirela costruzione del «no-bile interrompimento»,dividere la parte religio-sa dalla parte civica. Èstato ricordato recente-mente il motivo per cuirimase isolato. Interessiforse biancheggianti in-dussero l’opposizione anon insistere. Altre bat-taglie vi furono e sem-pre per difendere i prin-cipi ed i valori cristiani.Ma il suo impegno poli-tico non visse solo inconsiglio comunale, do-po altri amici divenne ilresponsabile del Comi-tato Civico diocesano.Qui la sua azione fusempre improntata a se-guire le linee che gli era-no state indicate.Cercò collaboratori,trovò soluzioni adegua-

Nte per convincere gli in-decisi a votare, a contra-stare ideologie e solu-zioni che avrebberodanneggiato ciò in cuicredeva.Ma molti di noi lo devo-no ringraziare per lasua grande opera nel-l’Azione Cattolica. Dal1953 ebbi occasione diseguirlo come suo colla-boratore, e devo testi-moniare che i risultatifurono entusiasmanti,quasi in ogni parrocchiaesisteva l’unione uomi-ni di azione cattolica.Ed il loro lavoro fu pro-ficuo spiritualmente ematerialmente.Incontri periodici men-sili a livello locale e dio-cesano, manifestazioninazionali a Livorno, in-contri a Roma con i diri-genti nazionali, tuttocontribuì a far conosce-re la sua opera organiz-zativa. Una grande ami-cizia con il professorGedda ci fece conoscerela «società operaia», l’a-more per il «Getsema-ni», la partecipazionespirituale alla sofferen-za di Gesù in quell’orto.Don Ernesto Vignali edon Massimo Vannozzifurono i suoi assistenti.La sua amicizia con isacerdoti. L’ho cono-

sciuto dopo forseavrebbe cambiato il cor-so della mia vita se l’a-vessi conosciuto prima,ma la sua collaborazio-ne con don Angeli edon Roberti lo trovòdalla parte della libera-zione, lo testimoniaquella fotografia sul sa-grato di Montenero.Nel proseguire del tem-po la sua attività lo avvi-cinò a tutti i sacerdotidella diocesi e da tuttifu apprezzato per la col-laborazione che seppedare nel loro ministero.Da Mons. Piccioni, aMons. Pancrazio, daMons: Guano a Mons.Ablondi, fu fedele colla-boratore. A Mons. Co-letti oltre la sua fedeltàha dato il figlio, comeVicario.L’azione cattolica, cam-biò lo statuto e la nomi-na del presidente dioce-sano avvenne per ele-zione degli iscritti. Ma-rio venne eletto Presi-dente nell’assembleache si svolse nel teatrodei Cappuccini. Conti-nuò la sua attività conlo stesso impegno chelo aveva preceduto. Ri-cordo i suoi collabora-tori: Piero Pini, MarioAngella e tanti altri.Come non ricordare la

sua fraterna opera conDino Lugetti: erano statiragazzi insieme ed in-sieme continuarono di-videndo vittorie e scon-fitte. Quanti di noi ri-cordano la palazzetta divia Calzabigi diventatasede dell’A.C. Dino, pre-sidente, Mario con gliuomini di AC e la signo-ra Solari che fungeva dasegretaria. Il giornalinostampato prima con unvecchio ciclostile, poicon un più grande mul-tilit offerto dall’arcicon-fraternita di S. Giulia. Labefana per i figli degliiscritti, la festa nellaconsegna dei regali, erala famiglia diocesanache viveva per suo meri-to.Poi arrivò l’impegno de-

gli Ospedali Riuniti e lasua collaborazione conBruno Cosimi. Dimo-strazione di come dueopposti potevano ope-rare con onestà per ilbene dei loro concitta-dini.Al ritorno alla casa delPadre di don Biondi, ilVicario mi disse: è lastoria che passa. Per Ma-rio Razzauti è la storiache passa, ma come l’al-tro, sono tanti esempi,tanti regali che riman-gono nello scrigno delcuore, tante lezioniscritte nel quaderno del-la vita, che ci aiutano avivere il cristianesimo,ad amare il nostro pros-simo a ricordare chi ciha preceduto.

Piero Mazzetti

Un uomoal serviziodella città edella ChiesaL’omelia del Vescovo al funerale

hissà quante volte il nostro fratelloMario ha ascoltato e meditato la Pa-rola di Dio che abbiamo appena sen-tito proclamare!

Egli è stato tra noi un testimone oculare ecordiale (perché le cose che più contano sivedono con gli occhi del cuore) di tutto unsecolo come quello terminato, pieno digrandi cose e di belle conquiste per il genere

umano e nello stesso tempo segnato da unaricorrente barbarie che ha raggiunto livellidi violenza e di disumanità che non hannoforse avuto mai eguali nella storia.

Mario Razzauti aveva sette anni quando laprima guerra mondiale chiudeva il suo spa-ventoso bilancio di morte e di distruzione ene aveva trentatre quando il secondo conflit-to mondiale si andava spegnendo, dopo unperiodo oscuro di dittatura e di odio inaudi-to nel cuore stesso dell’Europa, con unostrascico indicibile di lutti e di sofferenze.Anche il nostro fratello Mario, dunque, pertutta la seconda metà del secolo scorso - in-sieme a tanti altri "uomini di buona vo-lontà" - ha sofferto, operato, lottato, servitoper ricostruire, confortare, chiamare a rac-colta intorno ai valori del Vangelo. Un Van-gelo conosciuto, amato, creduto e testimo-niato.

Mi domando allora come egli possa avercolto e capito la pagina evangelica [Mc 8,31 -9,8] e quella della lettera di san Paolo ai Ro-mani [Rm 8,14-23] che abbiamo insiemeascoltato in questa Messa esequiale.

Leggendo la lettera di Paolo, Mario vi hascoperto la chiamata ad una vita vissuta nel-la libertà dei Figli di Dio, l’invito a rifiutarelo spirito da schiavi, che costringe a viveresempre condizionati dalla paura, la paura diperdere privilegi, vantaggi, occasioni... e lapaura di subire danni, castighi, ricatti. Lapaura dello schiavo che è madre di ogni vio-lenza e di ogni compromesso.

Mario ha cercato quindi di vivere nell’attesadella gloriosa manifestazione dei figli diDio, nella costruzione di una società nuovae liberata dalla schiavitù e dalla corruzione,impegnandosi da cristiano nelle vie delmondo e nella storia degli uomini, nellacondivisione della fatica e nella sofferenzadell’impegno sociale e civile, trasformate inun parto; in un dolore che si apre alla vitanuova e che, proprio per questo motivo, ècausa di una gioia altrimenti impossibile. Lagioia della gloriosa manifestazione della li-bertà dei figli di Dio che annuncia al mondola possibilità di un futuro possibile e miglio-re, da costruire insieme, con l’unico scopo diservire il bene comune. Su questo sfondo mipare si possano ricordare l’impegno per l’A-zione Cattolica e la collaborazione aperta eintelligente, coerente fino in fondo sui valo-ri alti dell’esistenza umana e capace di dialo-go con tutti gli onesti, che Mario offrì per laricostruzione della polis, della sua e nostracittà, in decenni di fedele e generoso servizioecclesiale, civile e politico.

+ Diego, Vescovo

C

Chi era Mario Razzautiato a Livorno nel 1911, Mario Razzauti avrebbecompiuto 95 anni il prossimo ottobre. Rimasto orfano

di padre ad appena sei mesi, ha fatto parte, nel periododella guerra, del gruppo di don Angeli con il quale hacondiviso tante esperienze della Resistenza al nazifascismo.Fu anche catturato dai nazisti e, destinato alla deportazionein Germania, riuscì a fuggire, in modo avventuroso, duranteil viaggio verso il campo di concentramento. Impegnato inpolitica fin dall’immediato dopoguerra, fondò insieme aDino Lugetti e Gianfranco Merli la Democrazia Cristiana aLivorno; partecipò attivamente all’esperienza dei ComitatiCivici; fu consigliere comunale di Livorno per dodici anni,oltre ad aver fatto parte del Consiglio dell’Ospedale diLivorno e dell’Istituto Pascoli, e fu anche commissario dellescuole Colombo. La sua particolare passione per il serviziodella comunità, civile e religiosa, lo ha reso moltoconosciuto ed apprezzato in città

Molto rilevante è stata la sua partecipazione alla vita dellaChiesa di Livorno, di cui il figlio Paolo, è attualmente ilVicario Generale. Presidente dell’Azione Cattolica neglianni ’60, è stato anche delegato regionale, partecipando inquesta veste al Consiglio nazionale dell’associazione, a cuiera orgoglioso di appartenere e di cui quest’anno avevapreso la settantottesima tessera. È stato Preposto dellaMisericordia di Livorno.Negli ultimi anni era diventato la memoria storica dellaChiesa livornese, essendo uno degli ultimi superstiti di ungruppo di laici cristiani che vissero il periodo dellaResistenza e della ricostruzione post - bellica.Fin da giovane aveva frequentato la parrocchia di SanJacopo dove si ricorda ancora che, nel corso deibombardamenti bellici, portò al sicuro il SantissimoSacramento evitando il rischio di gesti sacrileghi. Negliultimi anni, dopo la morte della moglie Clara, avevaseguito il figlio alla parrocchia di Santa Lucia adAntignano.

N

n’amicizia di cinquant’anni è ungrande dono; l’amicizia con Mario

è stata una ricchezza sempre donata,sempre ricevuta, sempre più preziosa.Amici fin dalla giovinezza, entrambiimpegnati nell’Azione Cattolica,abbiamo scambiato opinioni, pensieri,valutazioni di avvenimenti e situazioni;parlare con lui era sempre un ricevere:una fede aperta, non bigotta, libertànell’agire, massima prudenza e tantasemplicità; era un maestro, senzaparerlo, anzi nell’intima, sinceraconvinzione di aver da imparare daogni incontro, da ogni persona. Mirisuona alla mente, anche dopo tantianni, la sua opinione che dopo averlavorato, lasciando un incarico, nonavessimo altro da pretendere che «uncalcio nel sedere», a far intendere,come ovvio, che siamo servi inutili,ricordando, tuttavia, che, chiamati adun impegno, quello è il nostro posto, lìsiamo necessari ed ogni cedimentoancor piccolo, è un danno inferto allacomunità. Ricordo incancellabile sonogli incontri del giovedì, nella notte,sotto le stelle d’estate, in qualche localeo cappella d’inverno, da lui organizzatie guidati: erano meditazioni collettivedurante le quali ciascuno esprimeva lesue meditazioni, considerazioni,

U

interpretazioni della realtà; eranooccasioni preziose di unità e direciproca conoscenza. Non si possonodimenticare i ritiri annuali ai quali ciinvitava a partecipare, ad Assisi, aCasale Corte Cerro, sempre con l’amicodon Paoli che teneva le meditazioni. Sidoveva osservare il silenzio, ma luiconsigliava che l’ascoltare un amico,scambiare un’opinione, valeva più di unsilenzio formale: il silenzio dovevaessere interiore, nella mente e nelcuore. Amava ridere e sorridere; ricordoche ci fu una volta in cui una signoravoleva partecipare ad uno di questi

ritiri, ma non poteva essereaccompagnata dal marito impegnatoall’estero. Cercò allora la compagniadei coniugi Razzauti, Mario e Clara.Avvenne quindi che parlando con gliamici e conoscenti si presentavadicendo di essere venuto agli esercizi«con due mogli». Essere scherzoso espiritoso non gli impediva di essere ungran lavoratore. La sua capacitàorganizzativa e di azione che lo portavaad essere sempre presente ovunque cene fosse stato bisogno, si manifestò inmodo lampante con la costituzione el’attività dei Comitati Civici per leelezioni politiche del 48. Riunioni suriunioni, viaggi, istituzione dei comitatiparrocchiali, impartire disposizioni,consigliare, vagliare ciò che era piùopportuno, nulla si risparmiava.Coadiuvato da molti validicollaboratori, accettava e valorizzava iloro contributi, in uno scambio diamicizia, rispetto, stima; tutti di grandevalore, da Franco Tonelli a Piero Pini, daGigi Allori a Luciano Lardicci e tantialtri il cui elenco sarebbe troppo lungo.Da tutti abbiamo ricevuto, tutti hannolavorato per la Chiesa e per la società,ma il ruolo di guida di Mario èindiscutibile.

Emanuele Ripoli

La sua amicizia: una ricchezza preziosa

La guerra, il suo impegnopolitico ed il suo amoreper l’Azione cattolica

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI3 settembre 2006 III

AGENDA DIOCESANAVENERDÌ 8 SETTEMBRE- A partire dalle 17.00 celebrazioni aMontenero per la festa di Maria (vedipag.11)SABATO 9 SETTEMBRE- 10.00 in vescovado consiglio episcopale- Nel pomeriggio il Vescovo incontra ilconsiglio diocesano di AC.

DOMENICA 10 SETTEMBRE- 10.00 il Vescovo celebra la Messa a Par-rana S. Martino- 15.30 il Vescovo celebra la Messa a VillaSerena.LUNEDÌ 11 SETTEMBRE- 10.00 in vescovado il Vescovo incontra idirigenti delle scuole cattoliche presentiin Diocesi.- 21.15 in vescovado segreteria del CPD.MARTEDÌ 12 SETTEMBREIl Vescovo a Gorgona celebra le Cresimee le prime Comunioni presso il carcere.

LA PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

LE «LUCERNE» DELLA NOSTRA CITTÀartedì 19 settembre riprendono nella chiesa di S.Giulia, alle 17,30, gli incontri di preghiera vocazionali.Il CDV, vista la particolarità che la nostra diocesi siappresta a vivere e celebrare: il suo duecentesimo

anniversario, ha pensato di proporre in questo itinerariovocazionale persone legate alla nostra città e, che con il loro stiledi vita sono stati di esempio, riprendendo le parole di Gesù: «unalucerna non può stare nascosta ma deve risplendere su tutta lacasa».Per questo mese di settembre viene proposta la figura del VescovoEmilio Guano, morto nel 1970. È stato Pastore della nostraChiesa dal 1962 fino alla sua morte. Il brano proposto è tratto dauna sua lettera pastorale del 1968: «Ti interessa Dio?»«...se sapessimo ascoltare Dio, sentiremmo che Egli ci parla.Infatti Dio parla. Ha parlato per mezzo del Vangelo. Parla pureper mezzo della vita, questo nuovo vangelo di cui ogni giornoscriviamo una pagina. Ma la nostra fede è troppo debole, la nostravita troppo umana, di rado riceviamo il messaggio di Dio. Se sapessimo guardare la vita con gli occhi di Dio, vedremmo chenulla è profano nel mondo, ma che al contrario tutto ha partenella costruzione del Regno di Dio. Così, avere la fede non èsoltanto alzare gli occhi verso Dio per contemplarlo, è pureguardare la terra, ma con gli occhi del Cristo. Se avessimopermesso a Cristo di penetrare tutto il nostro essere, se avessimosufficientemente purificato il nostro sguardo, il mondo nonsarebbe più per noi un ostacolo, sarebbe un invito costante alavorare per il Padre, perché nel Cristo, venga il suo regno comein terra così in cielo. Bisogna chiedere a Dio la Fede per guardarela vita. Se sapessimo guardare la vita con gli occhi di Dio, tutta la vitadiventerebbe segno, innumerabili atti del Creatore in cercadell’amore della Sua creatura. Il Padre ci ha posti nel mondo, nonper camminarvi con gli occhi bassi ma per seguire la sua tracciaattraverso le cose, gli avvenimenti, le persone. Non occorronolunghe preghiere per sorridere al Cristo nei più piccoli particolaridella vita quotidiana. Se sapessimo ascoltare Dio, se sapessimoguardare la vita, tutta la vita tutta la vita diventerebbe preghiera.Perché tutta la vita si svolge sotto lo sguardo di Dio e nulla deveessere vissuto senza essergli liberamente offerto…»

INTENZIONE DI PREGHIERAPer i laici: perché, con una coerente testimonianza, attestino chela fede cristiana costituisce l’unica risposta completa agliinterrogativi che la vita pone ad ogni uomo.

Per il CDV, Diac. Carlo Vivaldi

il calendario degli incontri 2006-2007Ecco le date e le figure di uomini e donne che accompagnerannola preghiera per le vocazioni durante il prossimo anno. Gliincontri si svolgeranno nella chiesa di S. Giulia a partire dalle17.30.

* Martedì 19 Settembre Mons. Emilio Guano, Vescovo.* Martedì 17 Ottobre Lido Rossi, Missionario.* Martedì 21 Novembre Giovanni Cantù, Laico consacrato.* Martedì 19 Dicembre Beato Niccolò Stenone, Vescovo.* Martedì 16 Gennaio 2007 S. Elisabetta Seton Madre e Religiosa.* Martedì 20 Febbraio Roberto Angeli, Sacerdote.* Martedì 20 Marzo Erminia Cremoni, Laica consacrata* Martedì 17 Aprile Girolamo Gavi, Vescovo.* Martedì 15 Maggio Giovan Battista Quilici, Sacerdote.* Martedì 19 Giugno Mons. Pio Alberto del Corona, Vescovo* Martedì 03 Luglio ore 21,15 Incontro conclusivo presieduto dalVescovo* Giovedì 26 aprile alle 21.15 in cattedrale si svolgerà la vegliadiocesana di preghiera per le vocazioni presieduta dal Vescovo.

MSETTEMBRE ALLA PARROCCHIAS. ELISABETTAANNA SETON

DAL 2 AL 22 SETTEMBRE

uesto anno, il XIX MERCATINO DELLIBRO SCOLASTICO USATO,

organizzato da G.S. (Gioventù Studentesca),si terrà presso la sede in via del Monted’oro, 13 (tra la Camera di Commercio e laChiesa di S.Giovanni), dal 2 al 22settembre.Sarà aperto, per le scambio dei libri tutti igiorni non festivi escluso il sabato, dalle15.30 alle 19.00. Intendiamo cosìrispondere al bisogno delle famiglie per il«caro libri»: ogni anno il prezzo dei libriscolastici aumenta sia per effetti editorialisia per le conseguenze dell’adeguamento airinnovamenti della scuola e alcune famiglienon riescono a sostenere la spesa.Le modalità sono le stesse di sempre: i libriportati dai ragazzi durante il mercatinosaranno venduti al 50% del prezzo dicopertina. Del 50%, il 40% (80% del prezzodi copertina) andrà al proprietario del libroe il 10% (20% del prezzo di copertina)resterà a G.S.Il ricavato (detratte le spese di gestione)verrà devoluto in beneficenza a sostegno deiprogetti dell’AVSI (Associazione Volontariper il Servizio Internazionale) rivoltiall’educazione di bambini e ragazzi neipaesi più disagiati. E questo per dare unsenso al lavoro che facciamo, perché si puòlavorare per qualcosa che fa vivere di più,che colma di più il desiderio di felicità che èin ciascuno di noi.Il mercatino si propone anche come luogod’incontro tra studenti dove è possibilesperimentare un’amicizia che aiuti allascoperta del nesso che c’è tra la realtà e lapropria persona. Per questo durante ilMercatino ci saranno diverse iniziativeaperte a tutti che di volta in volta verrannocomunicate (tornei, cineforum, aiuto allostudio, ecc.). Ci sarà, inoltre, la possibilitàper chi lo desidera di spendere utilmente ilproprio tempo libero in un’attività gratuitafattiva e intelligente venendoci a dare unamano. Per avere informazioni o segnalare lapropria disponibilità ci si può rivolgere aglistudenti volontari del mercatinotelefonando al 3407961901 (Fabrizio) o al3293676336 (Andrea) o veniredirettamente in via del Monte d Oro aLivomo durante l’apertura del mercatino.

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Prendere la forma di CristoAi Giovedì nel Chiostro la formazione cristiana

li appuntamenti deiGiovedì nel Chiostro di

quest’anno si sono conclusicon l’intervento di LuciaFattorini vice-presidentediocesano dei Giovani diAzione Cattolica, sul tema«Formati a Sua immagine –Riflettere e pregare sul valoredella formazione per diventarecristiano adulto nella fede».Dopo una breve premessa sucosa significhi «formazione»per il cristiano (un’esperienzaattraverso cui una persona«prende forma», assume lasua originale identità, che siesprime in scelte concrete,atteggiamenti, stili di vita) echi sia il modello cuiconformarsi (la nostrafisionomia più profonda e piùvera è Cristo, per cuiformazione è far emergerenella propria vita il volto diCristo), il relatore ha introdottola sua personale riflessionesulla base di un brano dellalettera di S.Paolo ai Colossesi,in cui l’Apostolo sollecita i suoidestinatari a distinguere lavera dalla falsa dottrina.La conoscenza di Dio non èuna conoscenza intellettuale,filosofica, ma un processo chedura tutta la vita e che si attuaattraverso la vita, per cui laformazione cristiana, che

G appunto dovrebbe far crescereil cristiano nella conoscenza diDio, non si fonda solo su corsi,conferenze o convegni, maimplica il coinvolgimento della«prassi», del comportamento,dello stile di vita, del modo diporsi in relazione con gli altri.Inoltre, un cristiano formato èuna persona disponibileall’azione dello Spirito Santo,capace di riconoscere edassecondare la volontà di Dionella propria vita, per cui nonsi distingue per quante cose sasu Dio, dalle conoscenzeteologiche che possiede o dallapadronanza di linguaggioriguardo ai contenuti di fede,ma soprattutto per il suo mododi vivere secondo la volontà diDio e dai frutti dello Spirito cheriesce a manifestare. E questoS.Paolo lo ribadiscecontrapponendo i caratteridell’"uomo vecchio"(fornicazione, impurità,passioni, desideri cattivi,cupidigia, idolatria, ira, collera,malignità, calunnia,menzogna) e i caratteridell’«uomo nuovo»(misericordia, benevolenza,umiltà, mansuetudine,pazienza, perdono), i qualicorrispondono appunto ai fruttidello Spirito Santo.La parola «formazione», «il

prendere la forma di Cristo»,rappresenta pertanto un atto ditrasformazione interioresostanziale, che coinvolgel’essenza stessa dell’uomo, eche richiede un cammino chedura tutta la vita, perché lanostra esistenza è sempresegnata dal peccato e la lottatra uomo vecchio e uomonuovo non può mai dirsidefinitivamente conclusa. Perquesto il cristiano ha bisognodi una formazione continua,permanente, che l’accompagnilungo tutta l’esistenza, unaformazione che assumeràforme e stili differenti a misuradell’età e della condizione divita, ma che certamente nonpuò concludersi con ilcammino di iniziazionecristiana dei ragazzi.«Prendere la forma di Cristo»significa quindi essere «formatia Sua immagine»: tutto ciò cheè stato proprio di Cristo dovràcaratterizzare anche il nostroessere. Il complesso di questisentimenti S.Paolo li sintetizzain un’unica parola: agàpe,amore. L’amore è «vincolo diperfezione», legame che unisceciò che è separato, che uniscel’uomo a Dio e gli uomini fra diloro, fino alla perfezione, che èla partecipazione allacomunione d’amore della SS.

Trinità. Questo è allora lo scopodella formazione cristiana, lameta cui dovrebbe tendere edanche la vocazione cui tutto ilgenere umano è chiamato:costituire un’unica famiglia inDio.Elementi imprescindibili diquesta formazione sono laParola di Dio e la presenza diuna comunità. Anzitutto èfondamentale lafrequentazione dellaS.Scrittura, che non dovràessere solo conoscenza«culturale», ma anche capacitàdi interiorizzarla, di farlapropria, di «masticarla»quotidianamente nellapreghiera, consapevoli che ilSignore oggi ci parla ancheattraverso di essa, capaci diriconoscerla nelle pieghe dellanostra vita e, infine, di metterlain pratica ogni giorno, nellaferialità dell’esistenza.Secondariamente, non si puòfare a meno di una comunità,intesa come esperienza direlazioni vere, autentiche,fondate su quei «sentimenti diCristo» cui si accennava prima.Dalla riflessione sono poiscaturite alcune domande:Come singoli e come Chiesa,quanto sfruttiamo questistrumenti nella nostraformazione? Veramente li

consideriamo importanti enecessari, oppure ci sentiamogià sufficientemente formatioppure ci limitiamoesclusivamenteall’autoformazione, con ilpretesto che non abbiamotempo, oppure che la comunitànon può aiutarci nel camminodi fede? Ogni attimo della nostra vita,che sia trascorso in famiglia, allavoro, in vacanza, inparrocchia, non è separatodalla fede, per cui laformazione cristiana dovrebbeessere anche una formazioneglobale della persona, cheinveste tutte le dimensioni delnostro essere (dimensionespirituale, corporea, affettiva,psicologica, razionale ecc.) etutti gli ambiti della nostraesistenza. Ecco allora che comeChiesa dovremmo alloraproporre cammini diformazione che coinvolganorealmente tutta la persona, cheaiutino a far luce sugli eventidella storia, a discernere i segnidei tempi, a cogliere l’azione diDio nel mondo e ad abilitare ilaici cristiani a rispondere consapienza e competenza allachiamata ad essere testimonidel Signore Gesù nelle cosetemporali.

Gabriele Maremmani

cco il programma di tanteiniziative che si

svolgeranno nei locali dellaparrocchia di P.zza MariaLavagna durante tutto il mesedi settembre.DOMENICA 3Ore 11.00: SolenneCelebrazione Eucaristica di iniziofesta.LUNEDI 4A partire dalle 17.00 tornei diPing Pong, basket; ore 20.00:Pane e pomodoro; ore 21.00:Torneo di PallavoloMARTEDI 5ore 18.30: Torneo di “Peppa”MERCOLEDI 6ore 21.15 al Teatro Filicchiproiezione del film «La tigre e laneve» e dibattitoGIOVEDI 7ore 18.30: Torneo diPallacanestro; ore 20.00:Pizzata; ore 21.00: Torneo diPallavoloVENERDI 8NATIVITA’DELLA B.V. MARIA Pellegrinaggio diocesano aMonteneroSABATO 9ore 17.00: Torneo di Ping PongDOMENICA 10Gita al Monte ForatoLUNEDI 11ore 17.00: Torneo di Ping PongMARTEDI 12ore 18.30: Torneo di “Peppa”GIOVEDI 14Ore 18.00: CelebrazioneEucaristica e canto del Vespro. Aseguire adorazione guidata allaS. CroceVENERDI 15Ore 18.00: CelebrazioneEucaristica e canto del Vespro. Aseguire Meditazione mariana.SABATO 16ore 17.00: Torneo di Ping Pong;ore 20.00 Teatro Filicchi: Cenacomunitaria innaffiata da Mirto eLimonGino! A seguire «LaCorrida – dilettanti parrocchialia… disposizione dello sberleffo»DOMENICA 17Dalle ore 15.00 alle 20.00Caccia al Tesoro!LUNEDI 18ore 17.00: Torneo di Ping PongMARTEDI 19ore 18.30: Torneo di “Peppa”

E MERCOLEDI 20ore 21.15 Teatro “Filicchi”proiezione del Film «La vitasegreta delle parole» e dibattitoGIOVEDI 21ore 18.30: Torneo diPallacanestro; ore 20.00: Pane epomodoro; ore 21.00: Torneo diPallavoloSABATO 23ore 17.00: Torneo di Ping Pong;ore 21.15 Teatro Filicchi Parole emusica di autori livornesie…nonDOMENICA 24ore 11.00: Solenne CelebrazioneEucaristica presieduta da PadreZarakristos, missionariovincenziano in Eritrea. Pranzocomunitario e a seguire video sulProgetto Eritrea; ore 17.30:Ritrovo presso il Porto diFraternità a Torretta e processionein Cattedrale per la Celebrazionedell’Anno Giubilare diocesano.LUNEDI 25ore 17.00: Torneo di Ping PongMARTEDI 26ore 18.30: Finali di “Peppa”MERCOLEDI 27ore 21.15 Teatro “Filicchi”:Prospettive di pace per ilMedioriente. Intervengono: ilProf. Massimo Salani, docente diStoria delle Religioni, e laProf.ssa Paola Bedarida dellaComunità Ebraica di LivornoGIOVEDI 28Ore 18.00: CelebrazioneEucaristica presieduta da donPaolo Razzauti,Vicario Generale.A seguire Adorazione Eucaristicaper la paceVENERDI 29Ore 20.00: Pane e pomodoro;ore 21.00: Finali Pallavolo ePallacanestroSABATO 30ore 17.00: Finali Ping Pong; ore21.15 Teatro Filicchi ConcertoRock1 OTTOBRE Ore 9.45: Inizio della Catechesi;Ore 11.00: SolenneCelebrazione Eucaristicapresieduta dal parroco durante laquale sarà conferito il Mandatoagli Operatori Pastorali. Pranzocomunitario, presentazione deiprogrammi dei vari gruppiparrocchiali e premiazioni.

Il mercatinodel libro

A S. LUCAUltimi appuntamenti della festa parrocchialea S. Luca (Stagno):* Venerdì 1 settembre Ore 21.00 Spettacolodi arte varia presentato dai giovani di S. Luca.* Sabato 2 settembre Ore 21.00 Rassegna dicorali: Corale di Grosseto, Corale diCivitavecchia, Corale Filippo de’ Monte.* Domenica 3 settembre ore 10.00 S. Messa;ore 17.00 Ringraziamento alla Madonnapresso il Santuario di Montenero.* Lunedì 4 settembre ore 18.00 S. Messa alCimitero.