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Ilaria Nervo PROCESSO PARTECIPATIVO PER OPLA’

Ilaria Nervo

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Ilaria Nervo . PROCESSO PARTECIPATIVO PER OPLA’. PROCESSO PARTECIPATIVO PER OPLA’. TECNICHE DI FACILITAZIONE PER OPLA ’. OPEN SPACE TECHNOLOGY : è una tecnica di gestione di workshop particolarmente adatta ad aprire il confronto su questioni complesse . - PowerPoint PPT Presentation

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Ilaria Nervo

PROCESSO PARTECIPATIVO PER OPLA’

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PROCESSO PARTECIPATIVO PER OPLA’

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TECNICHE DI FACILITAZIONE PER OPLA’

• OPEN SPACE TECHNOLOGY: è una tecnica di gestione di workshop particolarmente adatta ad aprire il confronto su questioni complesse .

• LABORATORI TEMATICI: sono gruppi ristretti di persone che discutono e analizzano specifici temi ed elaborano idee, al fine di potere affrontare in modo adeguato vari aspetti di un progetto.

• ANALISI SWOT: modalità di analisi qualitativa per valutare i punti di forza, debolezza, le opportunità e le minacce/rischi di un progetto nell’ambito di un processo decisionale.

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OPEN SPACE TECHNOLOGYA metà degli anni ’80 il sociologo eantropologo americano Harrison Owen, osservando i convegni che organizzava, siaccorse che i momenti maggiormenteproduttivi erano in coincidenza delle pause caffè, quando le persone parlanocon chi vogliono di ciò che gli sta a cuore,per il tempo che ritengono necessario, per poi spostarsi e andare altrove per parlare con qualche altra persona.

Inventò quindi questo metodo di lavoro con pochissime semplici regole che permette a molti partecipanti di elaborare idee in modo libero e creativo attraverso delle sessioni di lavoro contemporanee.

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I 4 PRINCIPI DELL’OST

1) Chiunque venga, è lapersona giusta.Le decisioni che vengonoprese durante il lavorosono opera di coloro chesono presenti. Non servepensare a chi sarebbepotuto intervenire o chiavremmo dovuto invitare,è molto più utileconcentrarsi su quelli checi sono. La partecipazioneall’OST dovrebbe esseresempre volontaria. Solo chiha davvero a cuore il temaIn discussione si impegneràa fondo, sia nell’affrontarloche nelle fasi diImplementazione delprogetto.

2) Qualsiasi cosa accada è l’unica che poteva accadere.In una particolare situazione, con determinate persone e discutendo di un certo tema, il risultato che si otterrà è l’unico risultato possibile. Le sinergie e gli effetti che possono nascere dall’incontro di quelle persone sono imprevedibili ed irripetibili, per questo chi conduce un OST deve rinunciare ad avere il controllo della situazione: tentare di imporre un risultato o un programma di lavoro è controproducente. Chi facilita deve avere totale fiducia nelle capacità del gruppo.

3)In qualsiasi momento cominci, è il momento giusto.L’aspetto creativo del metodo. È chiaro che dovranno esserci un inizio ed una fine, ma i processi di apprendimento creativo che avvengono all’interno del gruppo non possono seguire uno schema temporale predefinito. Decidere ad esempio di fare una pausa ad un certo orario può impedire ad un dialogo di avere termine, perdendo così informazioni o idee fondamentali alla realizzazione del progetto.

4)Quando è finita è finita.Certe volte serve più tempo di quello previsto, altre accade il contrario. Se ad esempio si hanno a disposizione due ore per trattare un certo argomento, ma la discussione si esaurisce più velocemente del previsto, è inutile continuare a ripetersi, molto meglio dedicare il nostro tempo ad altro.

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LA LEGGE E LE METAFORE DELL’OST

L’unica legge che regola l’OST è La Legge dei due piedi: tutti hanno duepiedi e devono essere pronti ad usarli. Se una persona si trova a conversare di un argomento e non ritiene di poteressere utile, oppure non è interessata, èmolto meglio che si alzi e si sposti (su duepiedi, per l'appunto) in un altro gruppodove può essere più utile.Questo atteggiamento non va interpretatocome una mancanza di educazione, macome un modo per migliorare laqualità del lavoro.

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LA LEGGE E LE METAFORE DELL’OSTCi sono anche due metafore che vengono evocate e incoraggiate nell’OST, il bombo e la farfalla. Il bombo è rumoroso, si sposta da un luogo all’altro, e tende ad impollinare, fertilizzando i luoghi in cui si posa. La farfalla, anch’essa in continuo movimento, è silenziosa e armoniosa, e crea degli spazi di distensione e di relax per gli altri partecipanti.

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LA DOMANDA DELL’OST

Ogni OST è sorretto da un interrogativo che in ogni momento della giornata ricorda ai partecipanti il motivoper cui sono li e per il quale stanno discutendo e lavorando. La domanda ha il compito di ricordare con poche parole, diimpatto e comunicative, quale è il tema della giornata chesta veramente a cuore ai partecipanti.

La domanda per OPLA’ Faenza, 18.01.2014Apertura della consultazione cittadina

Bilancio e Performance comunale 2014 – 2016“ Secondo te in quale intervento

è più importante/urgente investire?”

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COME SI SVOLGE UN OST

Il facilitatore definisce il tema, i tempi, gli spazi e descrive la legge dei due piedi, le due metafore e i quattro principi. Esplicita che il muro vuoto nella stanza centrale rappresenta l’agenda di lavoro e la bacheca del gruppo. A questo punto il facilitatore spiega che ogni persona che pensa di avere un argomento di discussione, di cui vuole occuparsi con responsabilità e passione, deve alzarsi e presentarlo al gruppo e poi scriverlo su un cartoncino. Ogni promotore deve poi attaccare alla bacheca il suo cartoncino.

1. Apertura dello spazio di discussione

2. Apertura del mercato delle proposte

Una volta terminata questa operazionetutti i partecipanti possono osservare gliargomenti proposti e decidere a quale /quali gruppo/i intendono unirsi. I gruppi che si formano spontaneamentesaranno autogestiti e produrranno unasintesi della discussione che unita aquelle degli altri gruppi andrà a formarel’instant report di fine lavori.Al termine della discussione si ritorna inplenaria ed il facilitatore chiede sequalcuno abbia voglia di esprimere lasua opinione sul lavoro svolto.

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LABORATORI TEMATICISono gruppi ristretti di persone che discutono e analizzano specificitemi ed elaborano idee, progetti, piani di lavoro in modo partecipatosu uno specifico tema, con cadenza periodica, al fine di potereaffrontare in modo adeguato vari aspetti. Sono il “cuore” della partecipazione “strutturata”, quando da partedell’amministrazione pubblica c’è la volontà di coinvolgere i cittadininon solo nella consultazione ma anche nella progettazione diinterventi, per favorire sul territorio lo sviluppo e scambio di nuoveconoscenze e competenze, e reciprocamente la disponibilità, da partedi stakeholders e cittadini, a condividere responsabilità e impegnirispetto alla gestione degli interventi.È importante che il committente si impegni a realizzare entro tempibrevi le priorità di intervento condivise e che si dia continuità allapartecipazione ai vari incontri previsti.

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COME FUNZIONANO I LABORATORI

• I Laboratori danno l’opportunità di elaborare progetti e pianimaggiormente elaborati rispetto a momenti di consultazione unatantum e consentono di ottenere risultati concreti. • I gruppi di lavoro si riuniscono a intervalli di tempo adeguati perdefinire progetti abbastanza dettagliati.• Tra un incontro e l’altro i partecipanti possono raccogliereinformazioni necessarie alla progettazione.• Può essere utile invitare ad alcuni incontri testimoni cheraccontino esperienze simili a quelle su cui il gruppo stalavorando/dibattendo.• Il facilitatore stende un report dopo ogni incontro e lo diffonde perposta elettronica ai partecipanti e attraverso il sito internet delprocesso o dell’ente committente. • A conclusione del processo viene redatto un report definitivo.

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L’ANALISI SWOT NELLA PARTECIPAZIONE

Tecnica sviluppata quasi 60 anni fa per l’utilizzo in ambito aziendale asupporto di processi dei decisionmaking, è stata ripresa a supporto deiprocessi di programmazione pubblica a partire dagli anni ’80.Il gruppo di partecipanti è invitato a svolgere l’analisi del contesto, individuando i punti di forza e di debolezza dell’area e cercando di riconoscere quelli che possono essere le opportunità da cogliere e leminacce da scongiurare.I risultati sono poi proposti al programmatore (che può anchepartecipare al processo di analisi) che li acquisisce come base perl’assunzione delle scelte strategiche in merito agli obiettivi daperseguire ed alle azioni da intraprendere nell’ambito dello specificoprogramma.

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MATRICE SWOT

FATTORI ENDOGENI : propri del contesto e quindi modificabili grazie alla politica o all’intervento proposto

Punti di Forza Punti di Debolezza

- Valorizzazione - Contenimento

- -

FATTORI ESOGENI : derivano dal contesto esterno e non sono quindi modificabili

Opportunità Minacce

- Congiunture esterne - Congiunture esterne

- -

Esempio di matrice per raccogliere gli elementi critici di un intervento e del territorio in cui sarà realizzato.

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COME FUNZIONA LA SWOT PARTECIPATA

• Prima fase : ricognizione del contesto in cui viene realizzato l’intervento, costruzione di indicatori socio-demografici ed economici e identificazione dei principali trend e problematiche

• Seconda fase: identificazione delle possibili azioni in relazione alle principali problematiche evidenziate

• Terza fase: analisi del contesto esterno e identificazione delle opportunità e delle minacce

• Quarta fase: analisi del contesto dell’intervento e identificazione dei fattori che possono agevolare o ostacolare lo sviluppo dell’intervento.