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ILLUMINAZIONE E ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA 7 LINEE ... · illuminazione e illuminazione di sicurezza Nella cucina è previsto un impianto di illuminazione che fornisca un illuminamento

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dott. ing. Fabio Barchiesi - 60035 Jesi AN, viale del Lavoro, 4/i - tel. +39 335 8234412 - mail [email protected]

Ord. Ing. Prov. AN n˚ A3667 - codice fiscale BRCFBA86A30E388R - Partita IVA 02657400425 1 of 18

Realizzazione Centro Unico di cottura per il servizio di refezione scolastica di Trecastelli Centro unico di cottura a Ponterio PROGETTO ESECUTIVO

RELAZIONI SPECIALISTICHE

Committente: Comune di Trecastelli

Redattori: ing. Fabio Barchiesi, ing. Marco Santoni

05 Luglio 2017

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RELAZIONE DEGLI IMPIANTI MECCANICI 3 IMPIANTO DI RISCALDAMENTO 3

IMPIANTO IDRICO-SANITARIO 3

IMPIANTO ESTRAZIONE/REINTEGRO ARIA CAPPE CUCINA 4

IMPIANTO FOGNARIO 5

RELAZIONE SUGLI IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI 6 PREMESSA 6

TIPO DI ATTIVITÀ’ 7

ILLUMINAZIONE E ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA 7

LINEE, CANALIZZAZIONI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE 7

DIMENSIONAMENTO DELLE PROTEZIONI PROTEZIONE DAI SOVRACCARICHI 8

PROTEZIONE DAI CORTOCIRCUITI 9

IMPIANTO DI TERRA E PROTEZIONE SCARICHE ATMOSFERICHE 9

MISURE DI PREVENZIONE E SICUREZZA PRESCRIZIONI GENERALI 10

VERIFICHE 11

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA DELLE STRUTTURE 12 DESCRIZIONE DELL’OPERA 12

RILIEVO STORICO, GEOMETRICO E STRUTTURALE 13

INTERVENTI PREVISTI 16

MATERIALI UTILIZZATI 17

RELAZIONE SULLE FONDAZIONI 18

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RELAZIONE DEGLI IMPIANTI MECCANICI

IMPIANTO DI RISCALDAMENTO

Per quanto riguarda l’aspetto del riscaldamento dei locali, si è previsto di trattare solamente il piano terra, visto che al primo piano sono presenti solo locali tecnici dove non è prevista la permanenza di persone se non per la ordinaria/straordinaria manutenzione.

Il riscaldamento dei locali cucina sarà ottenuto per via indiretta utilizzando, fin dalle prime ore di lavoro, l’aria calda proveniente dalle 2 UTA facenti parte del sistema di impianto estrazione/reintegro aria cappe cucina.

In pratica, anche durante le fasi di non funzionamento delle cappe aspiranti, le 2 UTA provvederanno a distribuire aria calda nei locali di lavoro, provvedendo quindi all’ottenimento di condizioni microclimatiche ottimali per lo svolgimento delle attività.

Il generatore di calore sarà del tipo a modulo termico a condensazione ad alta efficienza, munito di tutti gli accessori e dispositivi necessari per la durabilità dell’apparecchio generatore, e per la sicurezza dell’impianto in generale.

Il generatore sarà a servizio anche per la produzione di acqua calda sanitaria che, come più avanti meglio descritto, avverrà attraverso un bollitore coibentato da 300 lt.

Infine si fa notare che in un angolo dell’ampio locale destinato alla distribuzione dei pasti, verrà ricavata una piccola sottocentrale termica con apparecchiature a vista, che potrà anche essere confinata con una pennellatura mobile.

IMPIANTO IDRICO-SANITARIO

L’impianto idricosanitario con distribuzione di acqua calda e fredda sarà a servizio, oltre che del WC per il personale, di tutti i lavelli e lavamani distribuiti nei locali cucina. Invece le apparecchiature di cottura e di lavaggio avranno solo l’adduzione di acqua fredda perché tutte hanno la capacità di autoproduzione dell’acqua calda a loro necessaria.

La produzione avverrà a mezzo di un bollitore ad accumulo (con cappotto di coibentazione) di capacità 300 litri che consentirà quindi di poter realizzare un efficiente impianto di ricircolazione, evitando quindi lunghi tempi di attesa e sprechi di liquido caldo.

Il bollitore sarà energeticamente alimentato dal modulo termico posato all’esterno del fabbricato che, ha mezzo di adeguata regolazione elettronica – pressostato e valvola a 3 vie, sarà in grado di mantenere un adeguato stoccaggio di acqua calda per tutti gli usi previsti.

La distribuzione avverrà a mezzo di tubazioni in acciaio zincato (oppure in Polipropilene certificato) di adeguato diametro e tutte ben coibentate, sia le condutture dell’acqua calda con guaine polietileniche

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estruse di spessore conforme alle norme, sia le condutture dell’acqua fredda con identiche guaine ma con spessori ben più modesti avendo solo funzione anticondensa.

E’ stato infine prevista l’installazione di un Addolcitore per medi/grandi impianti a doppia colonna con adeguata capacità ciclica e munito di tutte le regolazioni e gli accessori necessari. Tale dispositivo, oltre a preservare dall’attacco del calcare le tubazioni ed il valvolame presente, consentirà di aumentare in modo sensibile sia l’efficienza che la vita tecnica di tutte le apparecchiature di cottura e di lavaggio.

IMPIANTO ESTRAZIONE/REINTEGRO ARIA CAPPE CUCINA

La cucina, anzi le 2 cucine visto che la preparazione dei cibi dietetici sarà “un’isola” completamente a parte, saranno provviste di 3 cappe aspiranti compensate, ognuna capace di estrarre fino a 6.000 mc/h di cui il 50% sarà aria di compensazione prelevata dall’esterno.

In pratica tutto il sistema si comporrà di 6 unità (2 ASP + 2 URA + 2 UTA) come visibile sul semplice ma esaustivo schema allegato.

Alla luce della scarsa altezza interna delle cucine (solo 270 cm.) tutte le canalizzazioni e le apparecchiature dovranno essere disposte al piano superiore cercando di ingombrare solo la parte sinistra dell’ampio locale al piano primo, lasciando libero per futuri usi tutto il resto.

Il dettaglio più importante è costituito dalla previsione delle 2 UTA, ovvero di Unità di Trattamento Aria che avranno il compito di reintegrare il gap di aria in aspirazione. Quindi le 2 apparecchiature avranno il compito di prelevare Aria Esterna (A.E.), filtrarla opportunamente, riscaldarla a mezzo di batteria a pacco alettato (solo durante la stagione invernale) e ventilarla fino agli ambienti tramite percorsi di canalizzazioni in lamiera zincata e bocchette di diffusione in alluminio dotate di serranda di taratura.

In questo modo sarà possibile preriscaldare, durante la stagione invernale, gli ambienti di lavoro fin dalle prime ore di attività, ottenendo sempre e comunque un microclima filtrato, salubre ed a temperatura ottimale.

Di seguito si riporta lo schema dell’impianto.

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IMPIANTO FOGNARIO

Ad est dell’edificio si trova la fognatura pubblica con acque miste, dove ci sia allaccerà con gli scarichi provenienti dall’edificio.

È stato previsto un degrassatore in LLDPE con capacità di circa 1200lt per le acque grigie della provenienti dalle attrezzature della cucina, mentre un altro degrassatore con capacità inferiore si occuperà delle acque griglie dei servizi igienici.

Una fossa himoff in calcestruzzo invece si occuperà delle acque nere provenienti dal bagno.

Sono stati inoltre previsti pozzetti sifonati di misura, ispezione e prelievo per ogni linea di fognatura.

Da notare che l’impianto di smaltimento delle acque meteoriche è già esistente e funzionante.

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RELAZIONE SUGLI IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI

PREMESSA

Il progetto dell’impianto elettrico in oggetto è stato elaborato per rispondere alle prescrizioni della vigente normativa in materia di sicurezza e in particolare al Decreto Ministeriale del Ministero dello Sviluppo Economico n. 37 del 22 gennaio 2008, riguardante la disciplina degli impianti elettrici.

Le opere saranno realizzate nel completo rispetto della normativa vigente, pertanto le norme CEI., nonché tutte le altre norme vigenti in materia di sicurezza, prevenzione incendi e infortuni sul lavoro si intendono considerate parte integrante del presente progetto.

Di seguito vengono riportate le osservazioni e gli interventi da effettuare sulle diverse parti costituenti l'impianto.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

•Norma CEI-UNEL 35024: portate dei cavi in regime permanente.

•Norma CEI 81-10: protezione di strutture contro i fulmini.

•Norma CEI 64-8: impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c. .

•Norma CEI 34-22: apparecchi di illuminazione.

•Norma CEI 20-20 e CEI 20-22: cavi isolati in polivinilcloruro e prova dei cavi non propaganti l’incendio.

•Norma CEI 17-13 e CEI 23-51: quadri in B.T. .

•Direttiva CEE n° 14/35/UE relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione.

•Legge 01/03/1968 n° 186 e ss.mm.ii.: disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici.

•D.L. 9 aprile 2008, n. 81: in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

•D.M. 22/01/2008 n. 37: regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11 – quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 02/12/2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.

•D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151: provvedimenti esecutivi per le attività soggette al controllo dei VV.F. .

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TIPO DI ATTIVITÀ’

Nei locali della struttura si svolge attività di centro unico di cottura per refezione scolastica.

La fornitura dell'energia elettrica dalla rete ENEL avviene in Bassa Tensione trifase con valore di tensione concatenata pari a 400 V, potenza contrattuale impegnata 100 kW, valore di corrente di cortocircuito presunta pari a 10 kA.

Il contatore è posto all’esterno del locale in apposito armadietto ENEL, posto sul confine di proprietà. Immediatamente a valle del contatore si trova l’interruttore principale a protezione del montante di alimentazione al Quadro Elettrico Generale e relativo comando di sgancio (vedi schema a blocchi).

L’intero impianto elettrico potrà essere messo fuori tensione tramite un pulsante di sgancio di emergenza sistemato all’esterno della porta di accesso, in posizione segnalata e accessibile.

Il sistema di distribuzione è del tipo TT.

La configurazione dell’impianto è desumibile dall’allegato schema unifilare di distribuzione.

ILLUMINAZIONE E ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA

Nella cucina è previsto un impianto di illuminazione che fornisca un illuminamento medio di 350 lux.

Negli altri ambienti l’illuminazione potrà variare da un minimo di 50 ad un massimo di 200 lux.

Nelle scale e nei locali tecnici l’impianto di illuminazione di sicurezza per l’esodo dovrà fornire un illuminamento non inferiore a 5 lux a 2,5 m di altezza dal piano di calpestio (D.M. 09/04/1994) e sarà costituito da corpi illuminanti autonomi con un tempo di intervento inferiore a 0,5 s, con dispositivo di ricarica degli accumulatori di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore, autonomia di 1 ora.

Nella cucina l’illuminazione di sicurezza, con gli stessi requisiti già indicati, fornirà un illuminamento non inferiore a 10 lux a 2,5 m di altezza dal piano di calpestio.

A tale scopo sono previsti i corpi illuminanti per l’illuminazione di emergenza individuabili nella allegata tavola.

LINEE, CANALIZZAZIONI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE

I componenti e materiali utilizzati saranno di caratteristiche conformi alle prescrizioni C.E.I. e muniti di contrassegno CE.

La caduta di tensione sarà contenuta entro il valore massimo stabilito del 4% (C.E.I. 64-8/413.1.3).

Il numero, la forma e la posizione delle curve dei tubi e dei condotti devono agevolmente consentire l'estrazione e l’inserimento dei conduttori; tutti i tubi lasceranno al loro interno uno spazio libero non inferiore al 30%, i canali protettivi lasceranno al loro interno uno spazio libero non inferiore al 50%. La

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sezione utile dei canali o delle passerelle deve essere tale da permettere una agevole installazione o rimozione dei cavi.

Le linee di distribuzione elettrica saranno realizzate con cavi del tipo N1VVK oppure del tipo N07V-K posato in propria tubazione, realizzati con riferimento alle norme C.E.I. 20 - 22.

Nei tubi, nei cavi o nelle canaline ci sarà anche una dorsale di terra, di colore giallo - verde, composta da un cavo di sezione uguale a quella del relativo conduttore di fase. I conduttori di protezione PE, partendo dal collettore di terra raggiungeranno tutte le prese a spina e gli utilizzatori elettrici presenti all'interno dell'attività.

La tipologia e le sezioni delle linee dorsali sono desumibili dall’allegato schema unifilare di distribuzione.

Gli interruttori automatici nei circuiti monofase devono essere bipolari con almeno un polo protetto in caso di distribuzione fase-neutro.

Qualora, in futuro, dovessero essere installate nuove utenze di potenza rilevante, potrà rendersi necessario realizzare nuove linee ad esse dedicate, protette in partenza con idonei interruttori magnetotermici differenziali.

I quadri elettrici devono essere sempre chiusi e portare una targa dove sono riportati in maniera indelebile i seguenti dati:

• nome o marchio del costruttore

• tipo del quadro

• corrente nominale del quadro

• natura della corrente e frequenza

• tensione nominale di funzionamento

• grado di protezione, se superiore a IP2XC

DIMENSIONAMENTO DELLE PROTEZIONI PROTEZIONE DAI SOVRACCARICHI

In base alla norma C.E.I. 64 -8/433 tutte le linee in partenza dai quadri di zona debbono essere protette dal sovraccarico.

Il criterio di scelta delle protezioni è:

Ib �In �Iz If � 1,45 Iz

dove:

Ib = corrente di impiego del circuito

Iz = portata in regime permanente della conduttura;

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In = corrente nominale del dispositivo di protezione.

If = corrente che assicura l'effettivo funzionamento del dispositivo di protezione entro il tempo convenzionale in condizioni definite.

Per cui, stabilite le Ib delle diverse linee di alimentazione, si e proceduto alla scelta dei valori di In dell'interruttore in base alla portata del cavo da proteggere.

PROTEZIONE DAI CORTOCIRCUITI

La norma C.E.I. 64 - 8/434 impone la protezione di tutte le linee contro il cortocircuito.

Le caratteristiche della protezione devono rispondere alle seguenti condizioni :

1) Il potere di interruzione (p.i.) non deve essere inferiore alla corrente di corto circuito (Icc) presunta dell'impianto (C.E.I. 64 - 8/434.3.1)

2) Tutte le correnti dovute ad un corto circuito in un qualsiasi punto della linea devono essere interrotte in un tempo tale da essere sopportate senza danneggiamento dal conduttore.

L'energia passante nel cavo in questo lasso di tempo deve essere:

I2 T �K2 S2

dove:

I2T = integrale di Joule

K = coefficiente specifico del cavo

S = sezione del conduttore

Tali criteri sono stati rispettati nella scelta dei conduttori e delle loro protezioni.

IMPIANTO DI TERRA E PROTEZIONE SCARICHE ATMOSFERICHE

Per quanto riguarda la protezione dalle scariche atmosferiche, data l’ubicazione e le dimensioni della struttura, in riferimento agli edifici presenti nelle vicinanze e ai calcoli conseguentemente effettuati, ai sensi della Norma C.E.I. 81-10 risulta che Nd (frequenza di fulminazione diretta) è minore di Na (frequenza di fulminazione tollerabile), quindi i locali sono da considerarsi autoprotetti dalle scariche atmosferiche.

Secondo la norma C.E.I. 81-1 la struttura è autoprotetta contro le fulminazioni.

L’impianto di terra è costituito da un dispersore artificiale (picchetto) in profilato di acciaio zincato a caldo, con sezione a croce avente spessore di 5 mm, dimensione trasversale di 50 mm e lunghezza 1,5 m, infisso nel terreno della corte.

Il dispersore sarà collegato con corda di rame giallo - verde di sezione 6 mmq al sezionatore di terra posizionato al piano seminterrato.

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Dal sezionatore di terra si deriverà il conduttore di protezione PE in corda di rame isolata da 6 mmq che andrà ad attestarsi nel quadro elettrico generale.

Si rammenta che non possono essere inseriti apparecchi di interruzione sul conduttore di terra.

Per la determinazione del valore massimo della resistenza di terra la Norma C.E.I. 64 - 8/413.1.4.2 prescrive che sia soddisfatta la seguente condizione:

Ra Ia . 50

dove:

Ra e la somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse, in ohm;

Ia è la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in ampere; quando il dispositivo di protezione e un dispositivo di protezione a corrente differenziale, Ia è la corrente nominale differenziale Idn.

La barra del collettore di terra dovrà essere dotata di dispositivo di apertura, manovrabile solo con attrezzo, per le verifiche sull’impianto di terra da parte dell’ente di controllo.

Sarà cura del committente ripristinare i collegamenti equipotenziali, eseguiti con cavi giallo - verdi, tra corpi metallici (o masse estranee) e conduttore di terra, in caso, ad esempio, si debbano effettuare dei lavori di manutenzione che comportino l'interruzione dei suddetti collegamenti.

L'impianto di terra in questione dovrà essere verificato almeno ogni due anni.

MISURE DI PREVENZIONE E SICUREZZA PRESCRIZIONI GENERALI

L’intero circuito elettrico sarà protetto da dispositivi differenziali, ciò garantirà un efficiente coordinamento con l'impianto di terra per la protezione contro i contatti indiretti, una protezione supplementare contro i contatti diretti ed una protezione contro gli incendi.

I circuiti elettrici saranno muniti di conduttore di protezione di sezione adeguata in relazione a quella del relativo conduttore di fase.

Le masse dell'impianto elettrico saranno collegate all'impianto di terra mediante il conduttore di protezione. Nei tubi o nelle canaline ci sarà anche una dorsale di terra, di colore giallo-verde, composta da un cavo di sezione uguale a quella del relativo conduttore di fase (CEI 64-8/543.1.2, tabella 54F). I conduttori di protezione PE, partendo dal collettore di terra, raggiungeranno tutte le prese a spina e gli utilizzatori elettrici presenti all'interno dei locali.

Il collegamento equipotenziale supplementare può essere assicurato anche da masse estranee, di natura permanente, quali carpenterie metalliche, oppure da una loro combinazione con conduttori supplementari (C.E.I. 64 -8/547.1.1).

I singoli circuiti saranno protetti contro i sovraccarichi e i cortocircuiti mediante interruttori magnetotermici installati all'origine ed aventi le caratteristiche idonee per ottemperare alle prescrizioni delle norme C.E.I. in materia.

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VERIFICHE

Al termine dei lavori di installazione si procede alla verifica della rispondenza dell'impianto alla normativa C.E.I. 64-8/6.1.

I dispositivi di protezione sia a corrente differenziale sia magnetotermici o a fusibili;

La polarità dei dispositivi di protezione unipolari.

Si consiglia una verifica periodica (almeno una volta l'anno) delle condizioni di funzionalità dei circuiti utilizzatori di sicurezza e di emergenza, nonché dell'impianto di terra.

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RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA DELLE STRUTTURE

DESCRIZIONE DELL’OPERA Oggetto del presente intervento è un edifico che sorge nella zona industriale di Monterado, in località Pon-

terio, di proprietà del Comune di Trecastelli. L’edificio, ora inutilizzato, è destinato ad essere il centro unico

di cottura per il servizio mensa delle scuole per l’infanzia del Comune di Trecastelli.

Catastalmente l’edificio è identificato al foglio 4 particella 357 al Catasto Fabbricati del comune di Treca-

stelli. La corte esterna è suddivisa in numerose particelle (67, 68, 97, 138, 139, 160) che ricadono comun-

que all’interno del lotto oggetto di intervento.

L'immobile in oggetto risulta collocato dal vigente PRG della città in “Zona Omogenea B2 – Zona di com-

pletamento edilizio”. Nelle NTA comunali questa zona viene normata dall’art. 35, che risulta compatibile

con la tipologia e finalità di intervento oggetto del presente progetto definitivo.

La costruzione si sviluppa su due piani fuori terra, ha una struttura mista in cemento armato e muratura ed

è rimasto al grezzo, ovvero priva delle finiture interne e degli infissi esterni; l’ingombro in pianta dell’edificio

è di 21.55m x 13.44m, per una superficie netta interna di circa 220 mq a piano.

La proprietà comprende un’ampia corte esterna, con un accesso carrabile da via dell’Artigianato.

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L’intervento di carattere strutturale prevede la realizzazione di una nuova apertura in muratura portante e lo

spostamento parziale di altre 2 aperture sempre in muratura portante; vista la tipologia di intervento questo

si può identificare come “Riparazione o intervento locale” ai sensi delle NTC2008.

Sono state quindi previste demolizioni parziali di murature e una successiva architravatura in acciaio sia

nel caso della nuova apertura, che per lo spostamento delle 2 aperture già presenti.

RILIEVO STORICO, GEOMETRICO E STRUTTURALE La struttura è stata realizzata in muratura portante (con spessori variabili da 0.35-0.54m), ma ha subito una

pesante ristrutturazione nel 1988, con la parziale demolizione e ricostruzione di una parte in cemento ar-

mato (setti e colonne).

Parte demolita e ricostruita con struttura portante in c.a.

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La struttura in muratura portante ha uno spessore di 0,35÷0,54m, che risulta essere omogenea e ben am-morsata. La struttura muraria risulta essere intonacata, mentre è lasciata faccia a vista la tamponatura del-la parte ricostruita nel 1988.

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I solai sono realizzate in laterocemento, ad eccezione di quelli di copertura, che sono in legno non spingen-ti e la struttura è formata da travi, travicelli e pianelle, mentre il manto di copertura è in coppi.

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Ord. Ing. Prov. AN n˚ A3667 - codice fiscale BRCFBA86A30E388R - Partita IVA 02657400425 16 of 18

INTERVENTI PREVISTI Gli interventi previsti prevedono demolizioni e ricostruzioni al fine di rendere i locali funzionali alla destina-

zione d’uso di progetto.

In particolare, gli intervento di carattere strutturale prevedono lo spostamento parziale di 2 aperture in un

setto in muratura portante (P1) e la realizzazione di una nuova apertura sempre in muratura portante (P2);

vista la tipologia di intervento questo si può identificare come “Riparazione o intervento locale” ai sensi del-

le NTC2008.

Per la realizzazione delle aperture verranno utilizzati profili di acciaio tipo S275; in particolare per la realiz-

zazione degli architravi verranno utilizzati due HEB140 per le aperture spostate della parete P1 e tre

HEB140 per la nuova apertura nel setto P1. In ogni caso, i profili saranno accoppiati tramite bulloni M16 e

verrà effettuato un riempimento in malta.

Per le ricostruzioni saranno utilizzati materiali compatibili con la muratura esistente e quando possibile di recupero dalle stesse demolizioni, poi la successiva stuccatura e pulitura dei giunti.

P1

P2

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MATERIALI UTILIZZATI Per la realizzazione degli architravi saranno utilizzati profili HEB140 di acciaio S275.

Per la chiusura dei vani saranno adoperati dove possibile mattoni di recupero, quando questo non fosse

possibile saranno utilizzati mattoni pieni di dimensioni analoghe a quelli sostituiti (da tab. C8A2.1, Muratura

in mattoni pieni e malta di calce).

Come legante sarà utilizzata una malta di calce idraulica con additivi antiritiro (tipo Kerakoll Geocalce), con

classe di resistenza a compressione M10 secondo EN 998-2, CS IV secondo EN 998-1 e R1 secondo EN

1504-3, specifici per interventi su murature altamente traspiranti e nel restauro storico.

SPECIFICHE MATERIALI PER CARPENTERIA

PROFILATI Acciaio S275 (UNI EN 10025)

BULLONI M16 ad alta resistenza

Classe della vite 8.8

Classe del dado 8

TRATTAMENTI Trattamento protettivo con duplice strato di fondo antiruggine

SPECIFICHE MATERIALI PER MURATURA

ELEMENTI

LATERIZI

Elementi di recupero dalle demolizioni (cernita elementi da compiere con la D.LL.)

Mattoni pieni UNI (5.5x12x25cm) conforme alla EN 771-1 e recante la marcatura CE

Resistenza caratteristica a compressione dell’elemento 20N/mmq \ Fbk \ 30N/mm2

MALTA Malta a prestazione garantita conforme alla UNI EN 998-2 e recante la marcatura CE

Resistenza a compressione M10 (UNI EN 1015-11)

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RELAZIONE SULLE FONDAZIONI L’intervento in oggetto non prevede alcuna variazione né di configurazione strutturale né dei carichi agenti, non si ravvisa quindi alcun cambiamento che vada ad influenzare l’attuale comportortamento delle fonda-zioni, che dal rilievo effettuato non sono risultate carenti in quanto a capacità portante o afflitte da danne-giamento e/o dissesti. Jesi, 05/07/2017

Il Progettista