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Non sono i giornalisti ad esser scomodi, ma le notizie MARCO BAZZI MARCO BAZZI illustrazione illustrazione TICINESE TICINESE www.illustrazione.ch RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA N° 2 - 1 MARZO 2007 REPORTAGE I luoghi del pettegolezzo SPORT Istruzioni per l’uso VERSO VALENCIA Navigazione virtuale REPORTAGE I luoghi del pettegolezzo SPORT Istruzioni per l’uso VERSO VALENCIA Navigazione virtuale

Illustrazione Ticinese

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N. 2 - 2007 - La rivista familiare della svizzera italiana

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Non sono i giornalisti ad esser scomodi,ma le notizie

MARCO BAZZIMARCO BAZZI

illustrazioneillustrazioneTICINESETICINESE

www.illustrazione.ch

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

N° 2 - 1 MARZO 2007

REPORTAGEI luoghi del pettegolezzo

SPORTIstruzioni per l’uso

VERSO VALENCIANavigazionevirtuale

REPORTAGEI luoghi del pettegolezzo

SPORTIstruzioni per l’uso

VERSO VALENCIANavigazionevirtuale

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Investiamo anche nelle future stelle dell’hockey su ghiaccio.PostFinance si impegna per le giovani leve. Per esempio con il PostFinance Top Scorer, che con ognipunto sostiene le casse dei club delle giovani leve e della nazionale. Perché siamo convinti che lapromozione delle giovani sportive e dei giovani sportivi verso il successo sia molto importante.

Accompagnati meglio.

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SOMMARIO

5 FuoriondaUova favolose

7 Ma tu lo sai?Una risposta ai tuoi perché

9 Scelti per voiLa rubrica a misura di lettore

10 Scriv in dialèttI giovin i nàgan via pal mond

12 L’intervistaUn mestiere per mancati scrittori

20 Abbiamo mangiato a…Airolo: Albergo Ristorante Forni

23 Buon appetitoRicette per piccoli buongustai

26 Cani, gatti & Co.Can che abbaia, l’automobile morde…

28 Verso ValenciaAlinghi: sulle ali di Internet verso Valencia

30 ViaggiA Sentani col dubbio del “surat jalan” (2ª parte)

35 Penne, pennelli e pasticciLa gnotita

36 Oggi parliamo di… “Siamo allenati a chiacchierare”

38 Destinazione famigliaEsploratori per un giorno

40 SondaggioGiù di tono? Noi facciamo così

42 ReportageIl pettegolezzo: ci unisce o ci divide?

46 Collezione per passioneUna vita dietro la cinepresa

48 SaluteCome sbarazzarsi dell’acne

50 SportDistendersi per stendersi

54 EscursioniLuoghi improbabili

56 Motor TimeAccessori: i preferiti al femminileMotociclette dalla lunga vita

63 OroscopoLe previsioni di Cloris

66 CruciverbaCaccia al personaggio

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Sappiamo tutti che per vivere bene e in salu-te, per avere un aspetto sano e curato, pernon essere sovra o sotto peso non occorro-no medicamenti, chirurgia, sessioni este-nuanti in palestra, creme e integratori. Bastaseguire un’alimentazione sana ed equilibra-ta. Semplice, o forse no. Se tutti sappiamoquesta piccola grande verità, allora perchéuno dei principali crucci del giorno d’oggiriguarda peso e diete? È paradossale, eppu-re molti di noi preferiscono spendere indenaro, tempo e sforzi molto più di quantospenderebbero seguendo le semplici regoledi un’alimentazione sana, equilibrata evariata. Pigrizia? Forza dell’abitudine?Educazione? Vero è anche che non è facileresistere alle tentazioni che continuamenteci vengono proposte e allora, mano sulcuore, quanti di voi possono afferma-re di consumare un litro e mezzo diacqua, tre porzioni di latticini, unasola porzione di carne o pesce e

5 porzioni di frutta e verdura

al giorno? I bambini poi, in genere nonamano per niente verdure e legumi. O forseè colpa dei genitori che non glieli propongo-no. E così loro non si abituano a mangiarli.Anche i latticini sono fondamentali, soprat-tutto per i bambini tra i 10 e i 14 anni, perio-do durante il quale lo scheletro si sviluppamaggiormente e si consolida. A pag. 23 tro-vate tre semplicissime ricette, pensate appo-sta per i bambini, per aiutarli a nutrirsi inmodo più equilibrato, ma anche per insegna-re loro che mangiare bene è un piacere sano,e non, come spesso sempre più ragazzi pen-sano, una pericolosa minaccia per la loromagrezza.

La redazione

* Raccomandazioni tratte da “Alimentazione equilibrata e movimento nell’età scolastica” di M. Nessi-Zappella.

IN PRIMIS

Troverete la prossima edizione di llustrazione Ticinese, nella vostrabucalettere a inizio aprile.

IN COPERTINA: Marco Bazzi (foto Rémy Steinegger)

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Gli antichi greci amavano molto lestorie e nessuno narrava storie piùbelle di Esopo. Sono popolari tutto-

ra. Anche voi conoscerete La lepre e latartaruga. La morale di questa storia è:“Chi va piano va sano e va lontano”.Oppure il ragazzo che gridava: “Al lu-po!”, la cui morale è: “Nessuno crede adun bugiardo, persino quando dice la ve-rità”. O anche la celeberrima La volpe el’uva, con la volpe che - non riuscendo a

raggiungere i grappoli - pronuncia la pro-verbiale frase: “Non è ancora matura, nonvoglio coglierla acerba”, per la serie:“Chi disprezza vuol comprare”. Esopo ciha lasciato anche molti saggi proverbi,come: “Non vendere la pelle dell’orsoprima che sia morto”. Ma la storia più ter-ribile e significativa è quella che riguardala sua stessa vita. Esopo era un grecomolto popolare, anche se c’è chi sostieneche fosse gobbo e balbuziente. Si ritieneche s ia vissuto nel VI secolo a .C.Secondo una leggenda nacque in Frigia,visse per un certo tempo sull’isola diSamo come schiavo, venne liberato e va-gabondò da un paese all’altro raccontan-do le sue favole. Così arrivò a Delfi, dovec’era Pizia, la sacerdotessa di Apollo chevaticinava il futuro. Pare che quella volta

Esopo si fosse messo nei guai, raccontan-do probabilmente la storia dell’idolo dilegno che un pover’uomo venerava, pre-gandolo giorno e notte come aveva vistofare al padre. Finché non scoprì che il pa-dre semplicemente ci aveva nascostodentro tutti i suoi risparmi. Come dire chela religione per molti è solo una copertu-ra per nascondere degli interessi materia-li. Marx, due millenni e mezzo dopo,avrebbe detto: “La religione è l’oppio dei

popoli”; mentre Woody Allen l’ha recen-temente corretto: “Oggigiorno semmai èl’oppio la religione dei popoli”! In ognimodo, qualsiasi cosa abbia detto Esopo,ai sacerdoti non andò affatto a genio e,per vendicarsi, nascosero tra i suoi abitiuna coppa d’oro, accusandolo poi diaverla rubata. Così gli abitanti di Delfi loportarono in cima a una rupe e lo scara-ventarono giù. Ecco, secondo la leggen-da, come morì il più grande genio favoli-stico dell’antichità classica (anche se iprimi esempi di favola risalgono in realtàall’epoca dei ben più antichi popoli orien-tali e sono riuniti in due famose e anti-chissime raccolte indiane). Comunquenovanta delle favole di Esopo venneroraccolte, sette secoli dopo, in cinque libridal suo emulo latino, Fedro, che dovette a

sua volta affrontare un processo per averirritato i potenti dell’epoca. Ma alle favo-le di Esopo si sarebbe ispirato ancora nelXVII secolo il grande favolista franceseJean de La Fontaine, poi ripreso dai fu-mettisti moderni, come Walt Disney, ilquale sull’esempio di Esopo ha dato pa-rola agli animali, umanizzando e renden-do simpatico persino alle donne un… to-polino. Esopo, nel VI secolo a.C., avreb-be raccontato circa mezzo migliaio di fa-

vole, sempre concluse da una breve mo-rale. Come quella della Gallina dalle uo-va d’oro, sventrata dal contadino chepensava così di impadronirsi in una solavolta di tutto l’oro che potesse avere inpancia. Ma dovette purtroppo constatareche la prodigiosa gallina non era affattodiversa dalle altre e che dentro di lei nonc’era dell’oro, come aveva scioccamenteimmaginato. Sicché, per non essersi ac-contentato di ciò che aveva, il contadinoavido restò senza un bel niente, visto cheormai non poteva più contare nemmenosu un uovo d’oro al giorno. Morale: “Chi troppo vuole nulla stringe”o, come recita il noto proverbio: “Meglioun uovo oggi che una gallina domani”.Anzi, meglio un gallina oggi che ti fal’uovo anche domani. �

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FUORIONDA

“Le favole, più spaventose sono, meglio insegnano ai bambini a leggere i giornali da grandi” (Antonio Fogazzaro).

testo Roberto Rizzato

UOVA FAVOLOSE

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Scoprite un’auto costruita letteralmente su misura per voi. La nuova Auris, infatti,è stata progettata partendo dall’interno: da chi la guida, dalle sue esigenze, daisuoi desideri, che sono stati al centro di tutto il processo di sviluppo. Il raffinatodesign dell’abitacolo, con l’innovativa consolle centrale bombata, coniuga perfettamente ergonomia ed eleganza, dimostrando che in questo modello formae funzione, tecnologia e comfort si completano a vicenda in modo ideale. Fate ora un giro di prova!

Auris – La nuova Toyota.

www.toyota-auris.ch

La nuova Toyota.La sua vera grandezza si vede negli interni.Fate ora un giro di prova!

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MA TU LO SAI?

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12

Classifica dei CD più venduti in Ticino, realizzata in collabo-razione con City Disc, Lugano.

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1

2

3

1° Not too late di Norah Jones

2° Soundtrack ‘96/’06 di Elisa

3° Io canto di Laura Pausini

Classifica dei libri più venduti in Ticino, realizzata in collabo-razione con la Libreria Segnalibro, Lugano.

SAI CO

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1° Il colore del sole di Andrea Camilleri

2° Nei boschi eterni di Fred Vargas

3° Everyman di Philip Roth

LA MATITA?Fu Kaspar Faber che nel 1761 iniziò laproduzione di matite a Stein, vicinoNorimberga. In principio si trattava didue pezzi di legno con in mezzo la grafi-te. La moglie di Faber girava per i merca-ti cercando di vendere le sue matite, saràperò solo nel corso dell’Ottocento, cheLothar Faber lancerà la tipica matita esa-gonale e darà così un respiro internazio-nale all’azienda, grazie anche all’acqui-sto di una riserva di grafite in Russia.

MANI E PIEDI SI RAGGRINZISCONO IN ACQUA?Il costante sfregamento e attrito che subiscono i palmi dellemani e le piante dei piedi ne rendono la pelle molto piùspessa rispetto a quella del resto del corpo. La prolungataimmersione in acqua dissolve il sottile strato protettivo digrasso, consentendo a questa di infiltrarsi nelle cellule cuta-nee, che si dilatano. Questa dilatazione non avviene unifor-memente e il tessuto cutaneo superficiale si deforma moltopiù di quello sottocutaneo, assumendo il caratteristico etemporaneo aspetto grinzoso. Si può dire quindi che si trat-ta di iperidratazione.

Il termine, che indica il pasto che consu-mano in comune militari e marinai, com-pare ufficialmente nel 1798 negli attidelle assemblee della RepubblicaRomana. Deriva dallo spagnolo rancho,che già nel 1535 si usava per indicareuna riunione di persone che alloggiano emangiano assieme, in genere soldati emarinai appunto.

SAIPERCHÉ SI DICE

LA PAURA FA NOVANTA?

Si tratta di un’espressionelegata alla tradizione dell’Italiameridionale, dove si usa dareun significato ad avvenimentiimportanti, ai sogni e alla com-binazione delle carte, usandola Cabala o La Smorfia. In

entrambe il numero novan-ta corrisponde alla paura.

SAI DA COSA DERIVA RANCIO?

SAI PERCHÉ

SAI C

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VENT

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Kaspar Faber(1730-1784) nella sua bottega diNorimberga.

Nelle zone di guerra sul fronte orientale,bambini ricevono il resto del rancio dei sol-dati austro-ungarici (da “La mostra foto-grafica sulla Grande Guerra sulle Dolomiti).

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lunga vita

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SCELTI PER VOI

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letto

Il discepoloElisabeth Kostova, Rizzoli, 672 pagine

Questo è sicuramente il libro giusto per coloro ai quali piacciono i thriller sto-rico letterari, le trame misteriose, oscure e dettagliatissime. È l’opera primadi una scrittrice americana che reinventa la storia del Conte Dracula attra-verso lettere e diari di un padre alla figlia. Avvincente e per nulla noioso, ègià venduto in 27 Paesi e non ci stupiremmo di vederlo presto sul grandeschermo.

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Cars, motori ruggentiFilm di animazione, Pixar/Disney

In un mondo popolato da automobili che parlano, il protagonista dellastoria, Saetta McQueen, una macchina da corsa rosso fiammante, è l’in-

discusso eroe delle corse. Ma Saetta è accecato dal proprio egocen-trismo e quando si ritroverà per sbaglio in uno sperduto villag-

gio dell’America rurale, Radiator Springs, dovrà fare i conti consé stesso. E ritornerà cambiato, e più vincente che mai. Unastoria che sotto le veloci e rombanti immagini che piaccionotanto ai maschietti, nasconde i veri valori delle fiabe di una

volta. Molto divertente e istruttivo.

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Da avere

Da vedere

MunnyKidrobotwww.kidrobot.comÈ il pupazzetto che sta facendo impazzire gliStates. Ce ne sono tantissimi, tutti diversi, maMunny è bianco e va personalizzato. Chi locompra può colorarlo, confezionargli vestiti eaccessori da mettergli nelle manine. E così ogniMunny diventa unico, diverso da qualunquealtro. Un regalo divertente così com’è, maanche già personalizzato su misura di chi loriceverà.

Il ristorante sottomarinowww.hiltonmaldivesresort.comL’albergo è senza ombra di dubbio tra i più belliin assoluto, per il Businness Traveller magazine,il più bello al mondo. Come struttura e comeubicazione, poiché si trova in mezzo all’Oceanoindiano, su un’isola delle Maldive. Ma la cosapiù spettacolare è il ristorante Ithaa UnderseaRestaurant. Una volta sottomarina per cenareseduti accanto alla barriera corallina, immersifra i pesci tropicali più belli. Un luogo che sareb-be bello poter vedere una volta nella vita, mache si può visitare anche in rete. Così, persognare…

Il trucco virtualeNivea Beauté

Basta andare sul sito (www.nivea.ch/beauty) perprovare quale trucco ci sta meglio. Si deve sce-gliere il viso più somigliante al proprio e poi sipossono provare tutti i prodotti e i colori, perdecidere quali ci stanno meglio. Una volta trova-to il look più giusto, con i consigli degli esperti siimpara come usarli. Sorprendente e istruttivo.

Lo zucchero aromatizzatoNovaroma della Novarese Zuccheri, Tipack SA Barbengo

Le bustine ricordano i cremini di una volta, ma non contengonopanna. Nascondono un delizioso zucchero aromatizzato in cinquediverse variazioni: cacao, sambuca, vaniglia, nocciola e cannella.E così, ad esempio quello alla nocciola è ottimo con il cappucci-no, quello alla sambuca sul bordo dei bicchieri da cocktail, quel-lo al cacao sui biscotti, quello alla vaniglia sulla macedonia equello alla cannella sulle frittelle di mele. Le bustine sonoconfezionate in una scatola di aromi assortiti, per averesempre sottomano quello più indicato o, perché no, perfare un regalo speciale, magari in occasione di un invitoa cena, al posto dei soliti fiori.

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Par fala cürta, sa podaress dì che ulTesìn al sa divìd in düü: mia domà ul Sopra e ul Sottoceneri (Mont

Scendra in dialètt) ma ticinés che iè naivia (e pöö iè tornàt indré in dal noss can-ton) e ticinés che iè mai nai föra da cànossa: l’è mia che i prim i sian méi opésc di segond, ma quii che par un quai

ann iè nai a stüdià o ammò méi a lavorà,anca domà “in denta” (da Gurtnellen ingiò) iè “diferént”. Diferént nala manérada vedé ul mond che al sa trasforma, lagent che la sa möv sempar püsséee, ulsistema da viv e da lavorà.A sempar stà chi in Tesìn, anca se l’èbelissim par quel che a ghè da Ciass fin aAiröö, sa risc-cia da mia védeg tant ciar emagari anca da pensaa che nüm semm ul“bombonigh” (ombelico) dal mond e che“béi e bon come nüm” gha n’è poch o nis-sün, in gir. Dìsum “sa risc-cia”, parché aghè fior da ticinés che magari ià tiràt süpòch volt i sciavatt par nà lontan dal sopaés, ma tirando scià libri e cunt ul stàgattach a giornai e television i sann benis-

sim da che part a vegn sü ul soo. Ecco,vöraressum mia generalizà, gnanca faa lamoral (i moralista i stüfissan la gloria),ma cercà da vedég un po’ ciàr, se posibil.Giüstament, ma la diséva già poch ménda düsent ann fa ul Stefano Franscin,dovressum dàg ai noss giovin la migliorformazion scolastica posibil. Che i vöran

pöö diventà avocatt, dotor, architett obravi artigian l’è pöö stess: dévom dàg,cunt la scöla obligatoria, i strüment par“léng” (leggere) ul mond che cambiaquasi tücc i santi dì. Forse, anca mia tant temp fa, l’eva posi-bil dì “em sempar fài inscì, l’è inütilcambià”: adess basta guardass in gir, ghèquel scior da Washington (Bush) e quelaltar da Mosca (Putin), pöö ghè ul calde-ron medio-oriental, la Cina, l’India (che ifann che dü miliard bundànt da ànim, dagént) püssée in giò la Corea e ul Giapon.Sota al Tesìn a ghè dés milion da lombar-di, anca lor cunt i sò ciàr da lüna, che (dasémpar) i m’ha obligàt a capì quel chesücéd e quel che sa pò o sa dév fà: prima

l’éva (quand che sa pagava amò cunt ilir) ul cicolat, la benzina e i médesin(medicinali) da chi dala ramina, ul salam,ul vin e i giornai da là. Adess a gha tàcumlà i “bilaterali”, cunt tütt quel che i satiran adré. Saress bell fà la Montecarloda l’Europa, ma sem mia tant inscì sicurche mezz miliard da quii che a ghè in dal’UE i ma la lassan fà.Inscì, dìsom sott vos, senza pretend dainsegnàg ai gatt a rampegà (e senza fà lascoperta da l’acqua tévida) i noss giovin idovaress fà un quai ann “via pal mond”.Na volta l’eva assée Zürig, Basilea oBerna, adess al saress méi tacàg là SanFrancisco, Sydney, Montreal e adiritüraMadrid o Buenos Aires. Par mett a pòsttudesch, svizzer-tudesch, inglés e spa-gnöö: se pöö ta gha tacaressat là rüsso ocinés, ta set a cavall par una vita. Ma miadomà quel: quand che sa riva indré, satorna a cà, ta védat méi quel che sa dev fàe quel che sa dev, pürtropp o par fortüna,lassà perd, parché al porta da nissüna part. E i noss politic, i noss manager i fannfadiga a capì sübit ul mond che cambia,a métas al pass, altrimenti ta set taiàtföra: anca par questo a dévom vég un“ricambio generazionale” che al ma iütaa tegnì in pee, se posibil fa amò méi, quelche i noss vécc, cunt tanti sacrifizi, im’ha lassàt. Cert che incöö, cunt una sla-vina da informazion che ta riva adoss, l’èmia facil trovà i strad giüst: bisögna vessbon a dopraa quel che sa impara a scöla,in famiglia, cunt i soci e la gént, chi danüm e via pal mond. L’è vera che tütt l’èpüssée complicàt: ma cosa i doveva dì (efà) i noss gent, quand che par l’Europa agirava quel omett cunt i barbìs (bèfi aGiornic, Giornico) sota al nàs e quel sòsoci, cunt la massèla quadrada, mia lon-tan dala nossa ramina? Strengém i ciapp,gent, e démass da fà. La vita è bella,come al diis anca ul Benigni. �

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SCRIV IN DIALÈTT

E dopo un quai ann i tornan indré: e i pòdan inscì tirà innanz ul canton Tesìn,bütàndog denta quel che ian imparat.

scrivüt dal Pier Baron

I GIOVIN I NÀGANVIA PAL MOND

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La scoperta più sensazio-nale del secolo è meritodella dottoressa LarissaMandlikova. Questo medi-co specialista del CentroInternazionale per il dima-grimento è riuscita a isola-re una sostanza, che agiscecome un «killer» sulle riser-ve di grasso e sui chili inpiù. Si tratta di un poten-tissimo estratto di limoniselvatici maturati sotto ilsole della California. Lanotizia sensazionale è chequesta medicina miracolo-sa è disponibile ora ancheda noi.

Natascha K. (36) di Francoforte sullaOder«Se mi vedete adesso, non credereste mai cheappena 5 settimane pesavo 29 chili in più. Poteteben immaginare, quanto disperata fossi. Già, per-ché come straniera – io sono russa – all’estero, giàdi per sé la vita non è facile. Sono al settimo cielo,perché KILOSTOPP ha avuto effetti così miraco-

losi su di me!»

Wladimir T. (54) di Stoccarda«Il mio lavoro di autista di pullman mi

costringe a stare seduto tante ore alvolante del mio mezzo. Quando devo

fare viaggi all’estero, non ho alcunapossibilità di muovermi e la serasono costretto a mangiare sempre

tardi. Con questo stile di vita avevoaccumulato uno spaventoso sovrappeso di

32 chili. Ma guardatemi adesso: ho perso già27 chili grazie a KILOSTOPP. Ho continuato amangiare con il solito appetito, assumendo unica-mente ogni giorno le mie capsule.»

Irina P.-H. (43) di Monaco«Dopo la nascita del nostro secondo figlio sonorimasta con 19 kg di peso in più. Non stavo piùnei miei vecchi vestiti e pantaloni. All’inizio erofiduciosa, che tutto si sarebbe risolto da solo. Macosì non fu. Poi ho provato con la dieta. Senzasuccesso. Mi sono recata dal medico. Inutile anchequesto tentativo. Ero veramente disperata, finchého provato per caso le nuove capsule dimagrantiKILOSTOPP. E hanno funzionato subito: adessoho riacquistato il mio peso normale e mio maritoè veramente fiero di me.»

Swetlana N. (32) di Düsseldorf«È stata mia sorella a parlarmi di KILO-STOPP, dopo che era dimagrita di 14 kg indue settimane. Allora mi sono detta, chepoteva fare bene anche a me. Ma non avreimai immaginato che sarei realmente dimagri-ta di 24 kg e che avrei ottenuto una figura damodella. Adesso porto la taglia 38 e sonoorgogliosa di indossare il bikini, quando vadoin piscina. Ancora poche settimane fa nonavrei ritenuto possibile una cosa così!»

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L’INTERVISTA

È un volto noto della televisione, non la “vecchia” TSI, ma la più giovane TeleTicino di cui è direttore dei programmi e del-l’informazione. Dichiara di avere una virtù, ovvero un’accanita curiosità che negli anni gli ha permesso di farsi strada e un no-me nel nostro piccolo mondo giornalistico locale. E sostiene che il giornalista non sia un mestiere di ripiego per mancati av-vocati o insegnanti: semmai per mancati scrittori. Infatti ha una sfrenata passione per la lettura e la scrittura, ma anche peril Milan, la sua squadra del cuore. Marco Bazzi lavora e risiede prevalentemente nel Luganese, ma torna spesso a Brissago, nonsolo per trovare sua mamma, ma anche per ritrovare ricordi che sono musiche, voci, profumi e quell’impagabile senso di li-bertà che gli infonde casa sua. Vent’anni di giornalismo lo hanno convinto che non ci sono giornalisti scomodi, ma notizie sco-mode e che queste vanno comunque date. Bazzi non ha perso l’entusiasmo degli esordi ed è sempre pronto a scavare nel tor-bido della cronaca locale. Dall’infanzia si porta dietro la passione per la pesca, mentre la maturità gli ha fatto conoscere e col-tivare la filosofia zen. Diverse facce della stessa medaglia: ecco chi è Marco Bazzi.

testo Lorenza Storni - foto Rémy Steinegger

UN MESTIERE PER MANCATI SCRITTORI

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Vent’anni di giornalismo. Una passione che nasce da lontano?“Che nasce dalla voglia di raccontare e dall’amore per la scrit-tura che ho fin da ragazzo. Ma non sono uno di quelli che sogna-va di fare il giornalista già da bambino. Mi sono posto il proble-ma di cosa fare da grande solo quando stavo per terminare glistudi. Comunque sono convinto che per fare il giornalista oc-corra avere due passioni: la lettura e la scrittura. E una virtù, chealcuni considerano un difetto: un’accanita curiosità. Chi pensache il giornalismo sia un ripiego per mancati avvocati o inge-gneri o insegnanti, ha sbagliato lavoro ed è meglio che lo cam-bi. Semmai è un mestiere per mancati scrittori”.Nel 1987 Silvano Toppi lasciava la direzione del Giornale delPopolo portandosi dietro una schiera di redattori.Al suo po-sto veniva nominato Filippo Lombardi. Si ripartiva con ungiovane direttore e un nutrito gruppo di praticanti. Lei erafra quelli, non è vero?“Filippo Lombardi, che non conoscevo, decise di assumermiquando, quasi laureato, mi misi a cercare lavoro. Mi proposi an-che a Toppi. E alla RTSI. Mi convocarono, credo alla sede dellaradio, e mi trovai di fronte a una schiera di esaminatori. Madev’essere che non feci buona impressione”.Cosa ricorda dei suoi esordi come cronista?“Finii alla redazione di Locarno del GdP, in piena periferia gior-nalistica. Essendo cresciuto in Italia, contatti zero, conoscenzasommaria del territorio. Totale ignoranza delle istituzioni. Si fi-guri che non sapevo nemmeno bene dove fosse la stazione. Èstata dura, ma me la sono cavata. E mi ricordo la figura, quasiterrificante, di Giuseppe Zois, allora vicedirettore, che sbraitavaogni sera al di là della cornetta. È anche grazie a lui che ho im-parato questo mestiere. Un mestiere che si impara soltanto im-parando ad arrangiarsi”.E cosa rimpiange?“Nulla. Amo il mio lavoro. Mi piacerebbe solo sapere come sa-rebbe stata la mia vita se avessi accettato la proposta alternativa,che consisteva nel fare l’assistente di storia del Risorgimento allaStatale di Milano. Non tanto come sarebbe stata sul piano profes-sionale, quanto sul piano delle amicizie, degli affetti, delle espe-rienze. In una parola, come sarebbe cambiato il mio destino”.Poi per un anno lasciò il giornalismo per dirigere l’Ente tu-ristico di Ascona. Come mai?“Fu una parentesi. Mi occupai soprattutto di manifestazioni cultu-rali, che in quel periodo ad Ascona erano di alto livello. Guardaianche nei bilanci dell’Ente, ritenendo che fosse mio dovere farlo.Fui troppo curioso e l’avventura finì con il mio licenziamento”.Seguirono un anno alla Regione e un anno all’Altra Notiziadi Flavio Maspoli. Cosa le hanno lasciato queste esperienze?“Alla Regione mi trovai nel bel mezzo di una battaglia tra i gior-nalisti dell’Eco di Locarno, aggressivi e baldanzosi - e io stavoda quella parte - e quelli del Dovere, mossi da altre visioni. Allafine la famiglia Salvioni ebbe la meglio sulla famiglia Rezzoni-co e io me ne andai insieme a Giò e altri colleghi, tra cui l’ami-co Lillo Alaimo. Insieme a lui bussai alla porta di Flavio Maspo-li, allora giornalisticamente ‘dormiente’ ma con l’aspirazione dientrare in Governo. Il progetto dell’Altra Notizia era, per noi,puramente editoriale. Quando ci sentimmo obbligati a sottomet-

tere i principi giornalistici agli imperativi della politica, io e Lil-lo ce ne andammo pure da lì. Anche perché non è che gli stipen-di arrivassero puntuali. Tornammo all’ovile: lui si inventò ilCaffè con Giò Rezzonico, io TeleTicino con Filippo Lombardi”.Riprese dunque il sodalizio con Lombardi che la richiamò inqualità di capo redattore del progetto Caffè del Popolo, natodalla collaborazione tra GdP e l’allora TeleCampione… Co-me visse l’inizio di quell’avventura?“Era il settembre del ’94. Fu come entrare in una stanza buia.Inizialmente fu un gioco. Poi divenne un mestiere, un progetto,una sfida. Portai con me un giovane collega conosciuto all’Al-tra Notizia, Gianluca Monnier. Poi arrivò Prisca Dindo, che ini-ziava da zero, dopo una carriera da fotomodella. Credetti in lei,e i fatti mi hanno dato ragione. Poi arrivarono altri colleghi e og-gi a TeleTicino lavorano una quarantina di persone. Oltre che unprogetto editoriale è anche un progetto imprenditoriale”.Nel ’99 TeleTicino ottenne la concessione federale, e dal ’94sono passati tredici anni. Ripensando agli esordi ci avrebbemai scommesso?“Be’, se io e chi ha lavorato con me non ci avessimo creduto,non saremmo mai sopravvissuti. È stata una scommessa. E pervincere le scommesse non c’è altro modo che rischiare”.Oggi lei è direttore dell’informazione e anche dei program-mi. Cosa significa concretamente?“Significa che devo occuparmi anche di programmi e program-mazione. Ne approfitto per dire che il mese di gennaio è partitauna nuova trasmissione, Confessioni, curata da Prisca e da AndreaLeoni, un giornalista che secondo me farà strada. E da alcuni me-si c’è Fuorigioco, il dibattito sportivo condotto da Luca Sciarini. Ilnostro palinsesto, comunque, è abbastanza semplice e non com-porta grandi sforzi di pianificazione da parte mia, anche perchéposso contare su validi collaboratori. Le mie energie vanno prin-cipalmente nella realizzazione di programmi informativi, in parti-colare TicinoNews e Matrioska, il dibattito che conduco ognimercoledì. In più, a TeleTicino ci siamo dati una struttura direzio-nale collegiale, che comporta la condivisione delle principali de-cisioni strategiche e molte riunioni con i colleghi che dirigono lealtre aree e con l’amministratore delegato Filippo Lombardi”.Con che sentimenti si lavora per una piccola emittente chesubisce la concorrenza agguerrita della TV nazionale e dellereti della vicina Italia? “Direi con lo spirito di Ulisse, che sfida il mare, la fortuna, glidei e gli elementi per raggiungere Itaca”.Perché scegliere di guardare TeleTicino invece della TSI? “È una domanda a cui preferirei rispondesse chi ci segue e ci in-coraggia da anni ad andare avanti. Penso comunque che nelleproprie produzioni, soprattutto in quelle informative, TeleTici-no sia meno ingessata, istituzionale e formale rispetto alla TSI,pur operando nell’ambito di un mandato di servizio pubblicoche deriva dalla legge sulla radiotelevisione. E penso sia anchepiù flessibile e più libera, in quanto sfugge alle logiche di con-trollo da parte dei partiti”.Quante persone in Ticino ricevono e seguono la vostra emit-tente?“È difficile dirlo. Anche perché dobbiamo far fede ai rilevamen-

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«Nelle cose che scrivo e che immagino c’è sempre l’acqua»

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ti di ascolto di Publicadata, un’azienda che appartiene allaSSR… La nuova legge sulla radiotelevisione prevede la creazio-ne di una fondazione per il controllo dei dati, al cui interno saran-no rappresentate anche le tivù private. Stando ai dati che ricevia-mo settimanalmente posso dire che oggi nella fascia preserale eTeleTicino ha una media di cinquantamila contatti giornalieri,che variano tra i settanta e gli ottantamila sulle ventiquattro ore.TicinoNews viene visto integralmente da un pubblico che variatra le dieci e le tredicimila persone, sfiorando i quarantamila con-tatti, mentre sul piano dell’approfondimento, Matrioska è segui-ta integralmente da un pubblico variabile tra le tre e le cinquemi-la persone a puntata, con contatti che a dipendenza di ospiti e te-mi superano a volte la quota di trentamila”.Qual è il target?“TeleTicino non è una tivù generalista, ma profilata sull’infor-mazione e sull’approfondimento locali. Non trasmettiamo filmo-ni, reality o grandi eventi sportivi. Il nostro pubblico è quindi inlarga parte formato da telespettatori interessati alla cronaca e agliavvenimenti locali, con una spiccata componente di persone che,secondo i sondaggi, hanno un buon livello di istruzione e di di-sponibilità economica. Ma produciamo anche programmi tema-tici, come il Ponte, che si occupa di integrazione, o Arena Medi-ca, o Vietato ai maggiori, un talk-show dedicato ai bambini, e ab-biamo una fascia pomeridiana di telenovelas. È chiaro che ognu-no di questi programmi ha un suo pubblico specifico”.Quali sono le prospettive per il futuro?“Con la nuova legge sulla radiotelevisione avremo una quota dicanone maggiore, che ci permetterà di lavorare con più tranquil-lità, di investire, di diffondere eventualmente anche via satellite,di pagare meglio i collaboratori, di migliorare la nostra pro-grammazione. Di non navigare più a vista, insomma. Sia chiaroche il canone non è un regalo della Confederazione, ma una con-tropartita ai rigidi vincoli ai quali le televisioni regionali sonosottoposte sul piano pubblicitario e della programmazione. Poic’è il progetto legato a Radio 3iii, di cui TeleTicino ha acquisitouna quota azionaria, e che ci permetterà di lavorare sul campodella multimedialità, grazie anche al progetto del nuovo sito in-ternet che stiamo sviluppando. Multimedialità che sarà impor-tante pure sul piano commerciale e pubblicitario”. Si sa che a dipendenza dei budget disponibili si devono limi-tare o si possono ampliare dei progetti. Se TeleTicino avessepiù soldi che tipo di televisione le piacerebbe proporre?“Trasmetterei le partite di Champions League, ma solo finché c’èin corsa il Milan. E quando perde le censurerei! “Per motivi tec-nici interrompiamo la trasmissione…”. A parte questo, mi piace-rebbe produrre un reality con i politici. Li chiuderei in un rifugiodi montagna, con tanto di confessionale, senza elettricità e acquacalda. Lo chiamerei “La capanna”. Si immagina lo share?”.TeleTicino si riceve via cavo e per mezzo del telefono. E il sa-tellitare?“Il cielo può attendere. Anzi, deve attendere. Perché oggi emet-tere via satellite costa tra il mezzo milione e i settecentomilafranchi all’anno. Troppo per noi. Ma nelle strategie future di Te-leTicino c’è anche il satellite”.Torniamo a parlare di lei. Qualcuno la considera un giorna-

lista scomodo. A torto o a ragione?“Non so se esistono giornalisti scomodi. Di certo esistono, avolte, notizie scomode. E secondo me vanno comunque date.Con cautela e correttezza, cercando di rispettare le persone chene sono protagoniste, ma vanno date. Prendiamo la politica: cre-do che un buon giornalista debba essere considerato di sinistrada quelli di destra e di destra da quelli di sinistra: deve sempresapersi smarcare in area, come un buon attaccante. È chiaro chein questo modo si rischia di essere giudicati scomodi”.Lei è noto, ad esempio, per essere stato uno dei primi ad in-tervistare Bossi, dopo la malattia. Quali sono i personaggiche ha incontrato che l’hanno particolarmente colpita?“Lavorando sulla cronaca locale ho incontrato pochi ‘grandi per-sonaggi’. Ricordo però una lunga intervista all’albergo Splendidecon Francesco Cossiga e un’altra, tanti anni fa, con Mike Bon-giorno, uno dei miti della tivù italiana, che realizzai a TeleTicino.Umberto Bossi accettò di ricevermi alla Hildebrand di Brissago,ma la telecamera restò fuori dalla porta, perché stava ancora pocobene. Rimasi con lui circa un’ora e feci un servizio riportando lesue parole. Il giorno dopo molti giornali italiani ripresero le suedichiarazioni, perché era la prima intervista dopo la malattia, se sieccettuano alcune dichiarazioni rese a un collega dell’ANSA.Non so perché la diede a me. Io chiesi e lui accettò. Fu diverten-te, perché in quell’ora che trascorsi con Bossi gli dissi che il pre-sidente della Lega dei ticinesi, Giuliano Bignasca, l’avrebbe in-contrato volentieri, e gli spiegai che il padre del federalismo ita-liano, Carlo Cattaneo, è sepolto a Castagnola. Una decina di gior-ni dopo ci fu l’incontro con Bignasca, e qualche mese più tardi ilraduno della Lega Nord a Castagnola, dove Bossi si affacciò dal-la finestra di casa Cattaneo. Sicuramente un incontro importante èstato quello con Toni Negri, uno dei padri dell’Autonomia, che in-tervistai nella sua casa romana a Trastevere. In gioventù ero mol-to vicino al suo pensiero. Ricordo anche una breve intervista conRoberto Baggio ad Ascona. Gli feci la domanda più banale che sipotesse immaginare: resterà al Milan? Lui disse sì e il giorno do-po la sua dichiarazione fu ripresa dalla Gazzetta dello Sport”.TeleTicino è stata accusata di parzialità, per esempio a pro-posito del caso Fiscogate. Come si gestiscono determinate si-tuazioni e come se ne viene a capo?“Be’, forse questa impressione nasce dal fatto che TeleTicino ha

DATI BIOGRAFICI

Nome: MarcoCognome: BazziNato il: 29 febbraio 1960 a LocarnoSegno zodiacale: pesciDomicilio: BrissagoStato civile: innamoratoProfessione: giornalistaStudi: laurea in lettere moderne alla Statale di MilanoPassioni: lettura, scrittura, cucina, pesca, musica (soprattutto rock)Sport: in passato equitazione, nuoto, karate e judo. Oggi nulla diregolare per mancanza di tempoIl suo motto: “posso dirne due? Tutto scorre come un fiume (Era-clito) e Ogni traguardo è un inizio (Paolo Maldini)”

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L’INTERVISTA

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«Il giornalista, un mestiere che si imparasoltanto imparando ad arrangiarsi»

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dato per prima la notizia che ha innescato il Fiscogate, cioè l’e-sistenza della fondazione Villalta della famiglia Masoni. Macredo che parziale sia in realtà chi ci accusa di essere stati fazio-si nel raccontare quella vicenda. Ripeto: a volte capita di trovar-si per le mani delle notizie scomode e se si fa seriamente questomestiere bisogna darle, con le necessarie verifiche e garantendoalle persone coinvolte la possibilità di spiegarsi e di replicare”. Le è già capitato di subire pressioni per favorire l’una o l’al-tra versione di una notizia?“A volte c’è chi tenta di convincerti che le cose non stanno co-me risultano a te, chi cerca di addomesticare la notizia a propriovantaggio. Comunque, le principali pressioni provengono dalmondo politico e pubblicitario, e a volte anche dalla polizia odalla magistratura, quando chiedono per esempio il silenziostampa per evitare fenomeni di emulazione, o per non pregiudi-care la raccolta delle prove. Le pressioni non vanno ignorate orespinte sdegnosamente. Vanno gestite. Alla fine deve vincerela libertà di espressione e il diritto di pubblicare una notizia, diaffrontare un determinato argomento. Nel nostro lavoro siamoconfrontati con costanti pressioni, che sempre più si manifesta-no in ritorsioni o minacce di ritorsioni commerciali, anche daparte di alcune aree politiche che hanno connessioni con il po-tere economico. È un fenomeno con il quale occorre avere laforza, la pazienza e la capacità di convivere, usando gli stru-menti della professionalità e della fermezza, ma anche della me-diazione”.In questi anni lei ha cambiato il suo modo di fare giornali-smo? E se sì, come mai e in che modo?“Oggi ho molto più chiare le regole che questo mestiere impo-ne per evitare di trasformarsi in un’arma di distruzione di vite edi persone. Grazie all’esperienza sono in grado di capire megliogli effetti che una notizia può provocare, nel bene e nel male.Forse sono più prudente, misuro maggiormente le parole. Manon ho cambiato il mio modo di fare giornalismo, che continuaa basarsi sul fiuto, la passione, l’intuizione e la curiosità”.Direttore dell’informazione e dei programmi. Riesce ancoraa “sporcarsi le scarpe” sul terreno o il suo lavoro si concen-tra maggiormente nella sede di TeleTicino a Melide?“Esco dalla redazione meno di prima. Ma continuo a farlo,quando ci sono temi che mi appassionano o quando vedo che icolleghi hanno bisogno del mio aiuto. Qualche settimana fa mihanno chiamato alle undici di sera per un presunto omicidio. Misono vestito e sono andato a vedere cos’era successo”. Se le offrissero un posto alla TSI?“In passato me l’hanno offerto, ma non ho accettato. Ci ho pen-sato seriamente, e alla fine ho detto no. Non mi sono pentito, equindi direi ancora di no”.Un giornalista televisivo diventa un personaggio pubblico.A maggior ragione se è il compagno dell’ex giudice dei minori,ora in lista per il Consiglio di Stato. Come vive la notorietà?“La mia o quella di Silvia Torricelli? Scherzi a parte, la vivo be-nissimo. A volte mi dà l’impressione di essere più vivo. Non so-no di quelli che fuggono dalla gente. Mi fa piacere quando qual-cuno mi ferma e mi racconta le sue impressioni su questa oquell’altra trasmissione in cui mi ha visto”.

Le capita di dover difendere la sua privacy o in Ticino non èun problema?“In Ticino, dove tutti si conoscono, più che difendere la propriaprivacy, bisogna difendersi dai pettegolezzi”.Vive nel Luganese, ma le sue origini sono a Brissago. Cherapporti mantiene con questo comune?“Mi fermo spesso a casa di Silvia, ma sono domiciliato a Brissa-go, cui sono molto legato. A Brissago ci sono molti luoghi dellamia infanzia e della mia adolescenza. E ci vive mia mamma”.Lei è nato a Locarno, ma ha trascorso la sua infanzia in pro-vincia di Novara. Come mai?“Mio padre lavorava in Italia. E la mia famiglia paterna è sem-pre vissuta a cavallo tra Novara e Brissago. Fin dai tempi delmio bisnonno”.I fine settimana e le estati, però, regolarmente nella casa deinonni a Brissago…“La casa di Brissago, a mezza collina, che guarda il lago, è perme più un luogo interiore che architettonico. Quelle mura con-servano molti ricordi. Ricordo il calore delle pietre che lastrica-no il cortile mentre, sdraiato, leggevo il Richiamo della forestadi Jack London, o la vecchia radio che nel 1975 annunciava lamorte di Pier Paolo Pasolini, che in seguito divenne uno deimiei poeti preferiti. E ancora oggi mi pare di veder camminarenel giardino persone che non ci sono più, o amici con i quali hoperso i contatti. Sento musiche, voci, profumi. E quella casa,poi, in cui ho trascorso molto tempo da solo, è sempre stata ilsimbolo della mia libertà”.Nato sotto il segno dei pesci, lei ama molto il mare e i paesag-gi con laghi e fiumi. Riesce a trovare il tempo per viaggiare?E quale è stato il viaggio che l’ha maggiormente colpita?“Nelle cose che scrivo e che immagino c’è sempre l’acqua. Finda bambino trascorrevo alcune settimane al mare, a Trieste,dov’è nata mia madre, o in Sardegna, dove c’erano amici di fa-miglia. E poi il lago a Brissago, o le rogge, i canali e le risaiedella bassa novarese. Adoro viaggiare, e ogni viaggio mi ha la-sciato molti ricordi, spesso legati all’acqua: una crociera lungole coste norvegesi, il mare meraviglioso delle Seychelles visto

CURRICULUM

Marco Bazzi si laurea in lettere moderne nel 1987 alla Statale di Mila-no con tesi di indirizzo storico sul Risorgimento (ricerca sulla Societàoperaia di mutuo soccorso di Novara). Nell’autunno del 1987 entra alGiornale del Popolo dove svolge lo stage, prima come cronista alla re-dazione di Locarno, in seguito a quella di Bellinzona. Lascia il giornaleper dirigere l’Ente turistico di Ascona. L’esperienza dura un anno. In se-guito viene assunto alla Regione dopo la fusione Eco-Dovere con ilruolo di caporedattore centrale. Nel frattempo Flavio Maspoli fondal’Altra Notizia. Marco Bazzi scriverà su questo giornale per un anno.Nel settembre del 1994 viene nominato caporedattore del progettoCaffè del Popolo (iniziativa nata dalla collaborazione tra GdP e l’allo-ra TeleCampione).In seguito all’ottenimento della concessione federale e della nascita diTeleTicino, diventa direttore dell’informazione e poi anche dei pro-grammi. Cura una rubrica dedicata ai libri sul Caffè, il giornale dome-nicale del Gruppo Ringier.

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L’INTERVISTA

da un catamarano, i fiumi impetuosi dell’Alaska, il Kenay o ilNewhalen, e i fiordi del Cook Inlet, sulle cui rive pascolavanogli orsi, un tramonto e un’alba sul Mekong a Chau Doc, al con-fine tra Cambogia e Vietnam, e lo Zambesi a Livingstone, inZambia, poco prima delle cascate Victoria. La sera si sentivanoi versi rauchi degli ippopotami che salivano dal fiume. Qualchegiorno dopo, nel Lower Zambesi, sentii i richiami notturni deileoni che provenivano dalla riva opposta”.Uno nato sotto il segno dei pesci non poteva non avere la pas-sione per la pesca…“Fin da piccolo. Pescavo dalla riva del lago, a volte dall’imbar-cadero, dove lavorava il papà di Nella Martinetti. A volte con Ot-tavio Palmieri, che era più bravo di me, perché veniva da una fa-miglia di pescatori, e che ora fa il tenore. Poi ho iniziato a pesca-re le trote nei torrenti, spesso in quello che sale lungo il SacroMonte di Brissago, e poi si addentra tra rive sempre più strette eimpenetrabili. O sui laghetti alpini, al Cadagno, allo Scuro, alTremorgio, ai laghi della Crosa. A parte i salmoni in Alaska, ilpesce più grosso che ho preso è stato un branzino di otto chili dauna barca alle Maldive, agganciato con un semplice bolentino”.Altro interesse: la cucina. Una sorta di “questione ereditaria”? “Forse, ma soprattutto in linea maschile. Il mio bisnonno gesti-va un albergo a Novara, mio nonno era appassionato di cucina,mio padre amava mangiar bene. La mia passione per i fornelli ènata anche dalla necessità di arrangiarmi. Da ragazzo passavospesso i fine settimana da solo, e non avevo i soldi per andare alristorante. Comunque, credo che il gusto sia uno dei sensi cheho sviluppato di più, e che sia anche tra quelli più appaganti”.Lei non legge solo letteratura o prosa impegnata, ma è ancheun grande fan delle raccolte di Topolino…“Mia madre si arrabbiava, quand’ero adolescente, perché legge-vo tanti fumetti e pochi libri. E i fumetti di Disney sono semprestati i miei preferiti. Amo in particolare le storie illustrate da Ro-mano Scarpa, Giorgio Cavazzano, Giovan Battista Carpi… An-cora oggi rimango incantato di fronte a certe tavole di questimaestri della scuola disneyana”.E come non citare la sfrenata passione per la sua squadradel cuore, ovvero il Milan?“L’ho ereditata da mio padre, che mi portava a San Siro fin dabambino. Erano i tempi di Prati, Rivera, Cudicini e Sormani.Era il Milan di Nereo Rocco. Per alcuni anni seguii la squadra

anche in alcune trasferte. Ricordo un pomeriggio di lacrime nelmaggio del ’73 dopo la sconfitta a Verona per 5 a 3, che ci co-stò il campionato all’ultima partita, quando sarebbe bastato unpareggio. Lo scudetto andò alla Juve, che vinse a Roma a tre mi-nuti dalla fine. Ho vissuto il Milan delle grandi delusioni, delleretrocessioni in B nell’80 e nell’82, degli attaccanti flop, da Cal-loni a Blisset. Ma anche i tempi mitici di Van Basten, Rijkaarde Gullit. E il trionfo del 2003 all’Old Trafford di Manchesternella finale di Champions contro la Juve. Passammo la notte inaeroporto, perché all’una i charter smisero di decollare. Ma èstata una finale indimenticabile!”.Ha praticato karate e judo e, di conseguenza, si è appassiona-to alla filosofia zen. Quali sono i principi che ha fatto suoi?“Potrei citare Taisen Deshimaru, al quale si deve la diffusione delpensiero zen in Europa: la via del combattimento non è competi-zione e non è conflitto. È al di là della vita e della morte, al di làdella vittoria e della sconfitta. Non ho mai pensato al judo o al ka-rate come a uno sport. Lo sport, come concetto, è qualcosa che mipiace poco. Praticando le arti marziali ho imparato a cercare l’u-nità tra mente, spirito e corpo. E che pensare e poi colpire non èl’azione giusta. In qualsiasi circostanza della vita, fondamentale èl’intuizione. E ho imparato che c’è un punto nel nostro corpo che,connesso alla mente, può renderci più forti, e che il respiro è es-senziale, perché attraverso il respiro passano la nostra forza e lanostra debolezza. Ho imparato che la nostra energia vitale, il ki, èla stessa che muove l’universo. Ma forse la cosa più importanteche ho imparato è accettare la sconfitta. C’è un bellissimo libro diIvan Morris sui samurai. Si intitola La nobiltà della sconfitta”.La base della filosofia zen è il silenzio. Come conciliare que-sto principio con la sua professione che è comunicazione einformazione?“Il silenzio che conta è quello interiore, il silenzio che coincidecon la concentrazione e la tranquillità dell’anima. E poi quandoscrivo, cerco sempre il silenzio”.Ha un progetto che spera di poter realizzare al più presto?“Mi piacerebbe dedicarmi solo ad alcune trasmissioni e averepiù tempo per scrivere. Rubare del tempo al lavoro, insomma”.E un sogno nel cassetto che culla da tempo?“Pubblicare i racconti che ho scritto. L’unica cosa che ho datoalle stampe finora è il diario di un viaggio in Alaska. Se c’èqualche editore interessato…”. �

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ABBIAMO MANGIATO A…

Una cucina di montagna con tendenze alsaziane?Ritornando da Zurigo, dopo aver valicato il San Gottardoo attraversata per interminabili minuti la Galleria, è quasi

d’obbligo fermarsi ad Airolo. Niente di meglio che l’AlbergoForni, dove Marzio ci riceve con la solita cortesia. Il piccoloalbergo, a conduzione famigliare (di proprietà della famiglia daquasi 90 anni), è semplice ma moderno e si trova al centro diuno splendido paesaggio alpino. Nel ristorante troverete un’atmosfera accogliente e squisitamen-te familiare. Con un’ottima cucina leggera, creativa e saporita. In cucina Jean-Yves Thomas, classe 1956, bretone d’origine, inTicino da più di vent’anni: Biasca, Lavorgo, Tremona, Balernae da ormai otto anni, qui ad Airolo. Alcuni anni or sono, perSlow Food aveva preparato la “caille en sarcofage”, ripresa dalcelebre film “Il Pranzo di Babette” e non dimenticherò tantofacilmente questo suo capolavoro. Quanto al CollegioGastronomico Ticinese, dopo una cena a dir poco favolosa, gli

ha accordato il meritato diploma! Mangiare da lui è sempre una sorpresa, una bella sorpresa! Nonmancate le terrine né i ravioli ripieni ma, meglio, scegliete ilmenu gastronomico. Attualmente (mentre scrivo siamo in feb-braio) composta da: terrina di fegato grasso d’anatra con asticee pimento “d’espelette” accompagnato da mezzo decilitro diVulcaia Après, VDT, 1997, Sauvignon vendemmia tardiva, Az.Agr. Inama, San Bonifacio; filetto di branzino di pesca brasatoai due sedano e tartufo con un decilitro di Côtes du Jura “LesVarrons” AOC, 2000, Chardonnay, Dom. Labet, Rotalier;schiena di coniglio arrosto avvolta nello speck alla trentina conun decilitro di Pinot grigio, Castel Ringberg, DOC, 2005, ElenaWalch, Termeno; ravioli d’ananas alle spezie, crema leggeraallo yogurt e limone, schiuma di cocco con sorbetto banane esalsa mango con mezzo decilitro di Muscat de Cap Corse AOC,VDN, 2001, Dom. A. Arena. Menu senza vini: Frs. 78.-, conabbinamento vini (3 dl): Frs. 109.-.

AIROLO: ALBERGORISTORANTE FORNItesto Luigi Bosia - foto Rémy Steinegger

Marzio Forni e Hanni Forni (proprietari), Mauro Dunis (sommelier) e Jean-Yves Thomas (Chef de cuisine).

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… che Chelminski abbia pubblicato, con il permesso dei fami-gliari, un bellissimo libro sulla “vita e la morte” del grandechef Bernard Loiseau, deceduto il 24 febbraio 2003. Non è solola sua storia, ma quella della gastronomia francese degli ulti-mi 40 anni. Ci sono tante cose da imparare, poche ricette matante idee culinarie.

… che la Guida Michelin abbia annunciato che l’anno prossimola stella tornerà a brillare sul Portone di Lugano. Bravi i Galizzi,che non si sono fermati. Un bravo in particolare a Silvio che,con Chantal, ci proporrà di nuovo tante belle ricette in televi-sione.

… che il Ristorante Stazione, con Totò Manganello, festeggi,sulle ali del successo, il 30° anniversario. In questo periodotorna la “barca del pesce” che è sempre un grande successo.

… che l’editore Dadò annunci una guida dei ristoranti ticinesicurata dal popolare Yor Milano. L’attendevamo da almeno unadecina d’anni!

… che un altro tristellato (sembra che il dizionario ammettaormai questo nuovo termine) Marc Veyrat abbia venduto il suo“La Ferme de Mon Père” di Megève, una cattedrale in legnoalla gloria di suo padre. È stato acquistato dal gruppo direttoda Roger Zannier. Anche questo ristorante, come quello diAnnecy (che Veyrat mantiene), ha tre stelle Michelin e 20/20(inaudito) sulla GaultMillau.

… l’ultima invenzione di Screwpull (si quelli del cavatappi) chepropone “clef du vin”, un apparecchio che dovrebbe permette-re di sapere se un vino va invecchiato o bevuto subito. Ma sedovrà essere invecchiato come tapparlo ancora?

… che “Cooperazione” abbia scoperto che non ci sono solo“barolo” e “barbera” ma anche “baroli” e “barbere”. Tra plu-rali e singolari avremo così, magari, una bottiglia di “chianto”e più bottiglie di “merlotti”? Fate voi!

MI PIACE...

NON MI PIACE...

I vini abbinati da Marzio Forni e Mauro Dunis, entrambi neo-diplomati sommerlier professionisti, dimostrano la passione peril loro lavoro. Basta vedere la cantina, una delle più fornite delTicino, e a tal punto da meritarsi il diploma di Wine Spectator.Vengono proposti sempre diversi vini a bicchiere!Da un’indiscrezione ho saputo che, per inizio marzo, lo chef stapreparando un menu gastronomico del tutto insolito; comeabbinamento verranno serviti soltanto vini liquorosi.Sicuramente da provare!Non posso mancare di ricordare che la Leventina offre diversepossibilità d’escursione. Airolo è punto di partenza verso lafamosa Strada Alta ma anche per la Valle Bedretto e, attraversoil Passo della Novena, per il Vallese. Al sito internetwww.leventinaturismo.ch troverete interessanti proposte perpiacevoli giornate in montagna, anche invernali. Non dimenti-cando poi la visita ad AlpTransit, o una salita al Sasso dellaBoggia, un vero paradiso sciistico! �

Albergo-Ristorante Forni6780 Airolo, Tel. 091 869 12 70, Fax 091 869 15 23,e-mail: [email protected], internet: www.forni.ch

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Formulatutto compresoFormulatutto compreso

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BUON APPETITO

ricette Cuisine Mondiale, Beatrice Aepli - fotografie/styling Esther Kaiser

Queste ricette sono così semplici da poter essere realizzatedagli stessi buongustai in erba (i più piccoli andranno tut-tavia sorvegliati). Dunque ragazze e ragazzi: per agevo-

lare il lavoro, preparate prima tutti gli ingredienti e gli utensili

che vi saranno necessari. Nella cucina anche l’occhio vuole lasua parte: curate dunque la presentazione ispirandovi alle nostrefotografie. E per terminare bene il pasto, non dimenticate di ser-vire un frutto di stagione (mela, pera, ecc.).

LASAGNE RAPIDE

Preparazione:Tritare finemente la cipolla e l’a-glio. Soffriggerli brevemente nell’o-lio caldissimo. Unire le verdure,soffriggere brevemente anch’esse.Aggiungere i pomodori e il brodo,salare e pepare, portare a ebollizio-ne e far cuocere dolcemente percirca 5 minuti.Grattugiare l’Emmentaler, prele-varne 50 g e mescolarlo con lapanna per salse.Imburrare una pirofila. Disporviprima uno strato di salsa alle ver-dure, poi uno strato di Emmentalere quindi uno strato di sfoglia perlasagne. Ripetere questa operazio-ne per 3 o 4 volte. Ricoprire l’ulti-mo strato di sfoglia per lasagne con la miscela di panna edEmmentaler.Coprire la pirofila con il foglio alu.Cuocere le lasagne in forno a 200gradi per 30 minuti. Togliere ilfoglio alu e gratinare le lasagneper altri 10 minuti.

Suggerimento: sostituire la verdu-ra surgelata con quella fresca,oppure usare avanzi di verdura (chenon dovranno più essere precotti).

Resa: 4 porzioniDifficoltà: 2Osservazioni: facilissime e di si-cura riuscita, senza precotturadelle sfoglie di pasta

Ingredienti:• 1 cipolla• 1 spicchio d’aglio • 1 cucchiaio di olio • 500 g verdura mista

surgelata • 1 grande barattolo di

pomodori a dadini (800 g) • 1,5 dl brodo vegetale magro • 1 cucchiaio di miscela

di erbe all’italiana • sale, pepe • 200 g maturo • 12-16 sfoglie di pasta per

lasagne • 1 vasetto di panna

semigrassa per salse (1,8 dl)

RICETTEPER PICCOLI BUONGUSTAI

Page 24: Illustrazione Ticinese

BUON APPETITO

SPAGHETTI AI TOPOLINI

Preparazione:Tagliare a dadini l’Emmentaler e ilpetto di pollo e a dischetti i wie-nerli. Dimezzare il peperone, pri-varlo dei semi e tagliarlo a triango-li. Portare a ebollizione abbondan-te acqua, versarvi il sale e lo zaffe-rano, buttare gli spaghetti e cuo-cerli al dente.Rosolare i wienerli nell’olio caldis-simo. Unire la carne di pollo, ilpeperone e i piselli, cuocere il tuttoa calore medio per circa 5 minuti.Bagnare con il brodo, salare epepare, portare a ebollizione.Mescolare gli spaghetti con lamiscela di carne e verdure e conl’Emmentaler.

Decorazione: affettare a piaci-mento dell’Emmentaler e ritagliar-vi delle figure con l’aiuto delle for-mine (topolini, funghetti, ecc.).

Resa: 4 porzioniDifficoltà: 2Osservazioni: affettare a piaci-mento dell’Emmentaler e rita-gliarvi delle simpatiche figure conle formine (p. es. topolini)

Ingredienti:• 200 g dolce • 1 paio di wienerli • 1 petto di pollo • 1 peperone rosso • sale• 1 bustina di zafferano • 500 g spaghetti • 1 cucchiaio di olio d’oliva • 100 g piselli surgelati • 2 dl brodo vegetale magro • pepe

Page 25: Illustrazione Ticinese

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I prezzi

più bassi senza

compro messi.

CROSTATA ALLE CIPOLLE

Preparazione:Tagliare le cipolle ad anelli. Grat-tugiare il formaggio con la grattu-gia a fori grossi. Tagliare la pancet-ta a striscioline. Spianare ulterior-mente la sfoglia in modo da allar-garla di circa 3 cm su ogni lato.Ripiegare i bordi di 1 cm verso l’in-terno. Salare, pepare e insaporirecon la noce moscata la pannasemigrassa, quindi spalmarla sulfondo. Distribuire sopra le cipolle, ilformaggio e la pancetta. Passare acuocere in forno a 220 gradi percirca 15 minuti.

Resa: 4 porzioniDifficoltà: 1Osservazioni: facile da prepara-re e gustosa al palato - farà l’or-goglio dei ragazzi e li consacreràcome cuochi provetti

Ingredienti:• 3 cipolle • 200 g maturo• 50 g pancetta da arrostire • 1 sfoglia per pizza (570 g),

stesa a rettangolo • 2 vasetti di panna

semigrassa acida • sale, pepe, noce moscata

Page 26: Illustrazione Ticinese

CANI, GATTI & CO.

ATTENTO… ALLE AUTOCon la presente mi permetto sottoporre alla sua attenzione il se-guente comportamento canino: il cane Poldo (incrocio pastoretedesco) di quasi due anni, castrato, con una mole di ca. 45 kg,ogni volta che incrocia un’auto sulla sua strada assume una po-sizione guardinga (orecchie tese e protratte in avanti, coda altae muscolatura contratta). Al momento del passaggio del veico-lo, l’animale tende ad aizzarvisi contro.Abbiamo provato a rassicurarlo con carezze, parole dissuasive(guarda che bella la macchina, ecc.).Inoltre, a sviare la sua attenzione con cibarie (biscotti per cani).Neppure con il sistema Halti siamo riusciti a ottenere risultati.Il cane ha partecipato a scuole di comportamento (metodo dol-ce) con la scuola della signora Cavalli.Visto l’insuccesso, mi permetto rivolgermi a lei chiedendo unconsiglio per risolvere questo comportamento.La ringrazio sentitamente per l’attenzione che vorrà dare aquesta mia richiesta e in attesa di un cortese riscontro le invio imiei migliori saluti.

Christian Pagnamenta, Comano

Per fare chiarezza sul comportamento da lei descritto, sarebbenecessaria una consultazione comportamentale presso uno spe-cialista. I motivi per i quali i cani mostrano comportamenti aggressivi inquesto contesto sono essenzialmente due: un cane che ha pauradegli autoveicoli può tentare di aggredirli per autodifesa, oppureil movimento del veicolo può provocare un comportamento di ti-po predatorio. In entrambi i casi esso ha però una postura bassa,diversamente da come lei descrive Poldo. Per arrivare a manife-stare una postura alta, Poldo deve probabilmente avere attraver-sato un processo di apprendimento. In parole povere, i biscottini,

le carezze e le parole rassicuranti utilizzati nel modo sbagliato oal momento sbagliato, hanno con tutta probabilità rinforzato ilcomportamento indesiderato anziché rimuoverlo. La cavezzinaper cani tipo “Halti” può essere molto efficace in questi casi, masi tratta di un palliativo e non di una soluzione. Essa non è altroche un ausilio per chi conduce il cane e va utilizzata insieme aprovvedimenti di modificazione comportamentale. Le consigliodi rivolgersi al/la suo/a veterinario/a di fiducia, in modo che pos-sa indirizzarla ad un consulente in comportamento animale chedisponga delle necessarie competenze.

UNA CONVIVENZA POSSIBILE?Provo a esporle la situazione per la quale avrei bisogno del suoconsiglio. L’anno scorso, in novembre, mia figlia ha ripreso glistudi in Svizzera francese e dove alloggia non puo tenere gatti.Così ho “ereditato” la sua micia. Questa micia viene dal cantonGiura ed è stata trovata sulla strada ben mal ridotta, tre anni fa.Mia figlia l’ha curata, ma sono restati diversi problemi, pochidenti, problemi respiratori dovuti a rinite. Comunque oggi stabenino, mangia bene, le feci sono normali.Il problema è che non socializza con le mie tre gatte. Due vec-chie di 13 e 11 anni e una di 4 anni. Anche loro non l’hanno ac-cettata. Così, vive nella camera di mia figlia con tutto il neces-sario per il suo benessere ma non varca mai la porta. Adessoabbiamo pensato di darle un piccolo compagno che vado aprendere da una cucciolata di quattro mici (tre mesi). Anche ilmio veterinario pensa che questa idea sia positiva e mi appog-gia. Però sono piena di paure, e se non dovesse andar bene?Lei avrebbe qualche consiglio? So che le scrivo tardi, perchéquando avrò il suo parere il micetto sarà già a casa, però gra-direi qualche aiuto o consiglio per il quadro generale il miopoiché vorrei un giorno vedere tutte le gatte circolare tranquil-

26 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

CAN CHE ABBAIAL’AUTOMOBILE MORDE...

Elena Stern-Balestra: tutto quello chevorreste sapere sul comportamento dicani, gatti & Co. … e sul loro rapportocon noi umani.

Page 27: Illustrazione Ticinese

Per le vostre domande: Illustrazione Ticinese,“Cani, gatti & Co.”, C.P. 418, 6908 Lugano, oppure viae-mail: [email protected], indicando come soggetto “Cani, gatti & Co.”

le nell’appartamento. È una utopia secondo Lei? (Ho già pro-vato col feromone, senza risultato). La ringrazio molto e aspet-to di leggerla.Tanti cordiali saluti.

Lettera firmata

Nelle economie domestiche con più di un gatto i problemi diconvivenza tra felini non sono rari. Si tratta di dinamiche com-plesse in cui i gatti coinvolti assumono ruoli differenti. Di soli-to il problema non è solo il gatto “che non socializza”. In effet-ti, anche se ogni caso va considerato singolarmente, in genere sihanno sì gatti che assumono un ruolo passivo, appunto quelliche non socializzano, ma anche gatti che svolgono un ruolo at-tivo e, con il loro comportamento a volte ossessivo, limitano lalibertà di movimento dei cosiddetti gatti passivi. Per risolvere iproblemi di convivenza va dunque modificato il comportamen-to di ogni individuo e non solo quello del gatto che si ritira. Nor-malmente non è consigliabile introdurre un nuovo individuo nelgruppo prima di avere risolto le tensioni esistenti, perché vi èun’alta probabilità che il nuovo arrivo complichi la situazione.Il mio consiglio per la micia di sua figlia sarebbe stato quello dicercare una nuova casa “tutta per lei”. Ora la situazione è diver-sa: il nuovo micio è già arrivato. Come regola generale si consi-glia di limitare il numero di gatti al numero di locali a cui han-no accesso meno uno. Ciò significa nel suo caso che i gatti do-vrebbero poter disporre di almeno 6 locali, se non hanno la pos-sibilità di uscire all’aperto. Sarà bene inoltre sfruttare lo spaziotridimensionale dell’appartamento offrendo ai gatti anche lapossibilità di occupare spazi sopraelevati (permettere l’accessoalle librerie, sopra gli armadi o piazzare delle mensole stabili edi facile accesso). Anche predisporre dei nascondigli e dei luo-ghi di riposo che permettano ai singoli individui di sottrarsi allavista dei coinquilini può essere d’aiuto. La modalità con cui igatti accedono ad acqua e cibo ha anch’essa una sua importan-za. Bisogna evitare che i gatti attivi limitino l’accesso a questerisorse al/ai gatto/i passivo/i, eventualmente predisponendo piùluoghi dove vi siano cibo e acqua a disposizione. L’uso di fero-moni può essere molto utile e le consiglio di riprendere ad uti-lizzarne, se possibile di quelli distribuiti da diffusori. Faccia at-tenzione a procurarsi una quantità sufficiente di diffusori (infunzione dello spazio) e li lasci nelle prese per almeno un meseprima di valutarne l’effetto. La lista di consigli appena menzio-nati non ha la pretesa di essere completa, si tratta piuttosto diuna raccolta di spunti da considerare ed elaborare in funzionedelle sue esigenze specifiche. Se la situazione non dovesse mi-gliorare e dovessero subentrare in particolare problemi di ag-gressione fra i gatti o marcaggi urinari le consiglio di rivolgersinuovamente al suo veterinario di fiducia che saprà indirizzarlaad un consulente in comportamento animale qualificato.�

Caduta dei capelli…Capelli deboli…Unghie fragili…

... possono essere provocati dalla carenza di biotina.

aiuta ad eliminare questo stato di carenza.

1 x al giorno Biotin> diminuisce la caduta dei capelli> migliora la qualità di capelli e unghie> aumenta lo spessore di capelli e unghie

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Lo sviluppo di capelli e unghie saniCellule specializzate (cellule epidermiche) nella matrice deicapelli , rispettivamente delle unghie si riproducono perscissione cellulare e si spingono lentamente verso gli strati cutaneisuperiori . Maturando, formano la proteina filamentosa cheratina, elemento costitutivo principale di capelli e unghie. La cheratina conferisce a capelli e unghie resistenza.

Così agisce la biotinaLa biotina agisce sulla moltiplicazione delle cellule matrici dicapelli e unghie , favorisce la formazione di cheratina e nemigliora la struttura.

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Leggere il foglietto illustrativo.

Page 28: Illustrazione Ticinese

VERSO VALENCIA

testo Elio del Biaggio

Parlando di abbinamento fra tecnica e sport, si potrebbe im-mediatamente pensare alle automobili da corsa di Formu-la 1, allo sci, ai bob, alle racchette da tennis, all’abbiglia-

mento sportivo moderno, ma potremmo anche pensare alla bar-ca a vela “Alinghi”. Lo scafo di Alinghi deve possedere caratte-ristiche come leggerezza e solidità, per sfidare le onde del maree scivolare facilmente e rapidamente sull’acqua. Sport, tecnica,ricerca, studio dei materiali, computer, informatica e simulazio-ni sono quindi materie, tecniche e tecnologie che permettonotutto questo, in maniera rapida, moderna, sperimentale e spessoanche avanguardista.

LA STORIA E IL TEAMNel 2003 Alinghi, la barca a vela da regata svizzera, ottenne unasensazionale vittoria contro il team New Zealand, vincendo ilpiù prestigioso trofeo velico di tutti i tempi: l’America’s Cup. Inquesto modo, Alinghi conquistò un posto nella storia, diventan-do il primo team in assoluto, sin dai tempi della prima edizionenell’ormai lontanissimo 1851, a portare il trofeo in Europa e arisultare vincitore della Coppa al primo tentativo. L’obiettivo diAlinghi è naturalmente quello di vincere nuovamente l’Ameri-ca’s Cup quest’anno a Valencia, in Spagna, raccogliendo i rico-noscimenti dovuti ad una realtà sportiva di livello mondiale econdividendo anche con il pubblico la comune passione per la

vela. Il team elvetico è perfettamente a punto nel programma didifesa del titolo 2007, per la 32a edizione dell’America’s Cup,con la conferma dei protagonisti dell’ultima edizione accantoall’arrivo di volti nuovi che integrano e rafforzano in questomodo la “vecchia guardia”, facendo così affidamento su moltidei migliori velisti del mondo. Alinghi risulta essere un teammultietnico con sede in Svizzera, nato nell’estate del 2000, an-noverando al suo interno ben 21 diverse nazionalità, gareggian-do con i colori dello Yacht Club che rappresenta la “SociétéNautique de Genève” - la Società nautica di Ginevra - nelle re-gate dell’America’s Cup di questo 2007.

VELA VIRTUALE…I velisti che magari non hanno la fortuna di vivere nelle localitàmarine e lacustri, durante i mesi invernali, sono spesso costrettia rinunciare alla loro passione per il diporto. In questo caso, lemoderne tecnologie informatiche offrono utili e interessantistrumenti a tutti gli appassionati per vivere, benché in modo as-sai più casalingo e virtuale, l’emozione che suscita il rapportocon l’acqua e con il vento. Il personal computer diventa così an-che un valido compagno di divertimento, soprattutto entro lemura domestiche. Fra la miriade di giochi e programmi infor-matici reperibili ovunque, sia nei negozi specializzati sia in re-te, troviamo in effetti anche videogame e software per tutti gli

ALINGHI: SULLE ALI DI INTERNET

VERSO VALENCIA

28 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

Questo 2007 è anche l’anno della grande sfida velica per la Svizzera, con Alinghi, il veliero da regata elvetico che difende il

titolo nella Coppa America - l’America’s Cup - a Valencia. Interrompiamo quindi per un attimo i nostri incontri dedicati al mon-

do di Internet, e addentriamoci nel mondo della vela… naturalmente senza dimenticare il nostro tema-chiave, che rimane pur

sempre il computer…

Page 29: Illustrazione Ticinese

amanti della vela, con la disponibilità di ottimi simulatori perdivertirsi, per imparare, per mantenersi aggiornati e in allena-mento nell’attesa della bella stagione e del vento per poter ve-leggiare sulle acque... Naturalmente, e questo vale poi per qual-siasi programma volessimo installare sul nostro computer, an-che prima di acquistare un simulatore di vela è indispensabileverificare che il nostro computer possieda le caratteristiche tec-niche, hardware e software, richieste dal produttore del pro-gramma e i requisiti minimi necessari al suo corretto funziona-mento. Dopo questa premessa di carattere tecnico, teniamo an-che presente che, qualora optassimo per programmi reperibili inrete, molti produttori di software consentono pur sempre di sca-ricare via Internet delle versioni dimostrative dei propri prodot-ti, prima di procedere al loro eventuale acquisto direttamenteonline. Aspetto, questo, per nulla trascurabile e indubbiamenteutile e importante sia per valutarne le caratteristiche del pro-gramma medesimo, consentendoci di vedere se adeguato allenostre aspettative, sia per controllarne il funzionamento sul no-stro computer. Addentrandoci nello specifico e limitandoci ai si-mulatori di vela, un aspetto determinante e da considerare nellascelta del nostro prodotto è lo scopo per cui lo stiamo acquistan-do. Se il nostro obiettivo dovesse essere semplicemente quellodi offrirci un semplice svago, proprio come per un qualsiasi al-tro gioco per computer, allora ci potremmo anche orientare ver-so un prodotto graficamente più accattivante, trascurando ma-gari la qualità o la realtà di simulazione. D’altra parte, se il no-stro scopo dovesse invece privilegiare l’aspetto formativo e di-dattico, accantonando l’aspetto propriamente ricreativo, sarànecessario orientarsi verso prodotti di maggior qualità e più rea-

li, a volte magari anche a scapito della grafica e della semplicitàdi utilizzo, affinché ci sia possibile capire e imparare quali sonotutti quei fattori che influenzano conduzione e manovre di unabarca a vela, sia per passione sia per competizione. Naturalmen-te, anche grazie alla notevole e continua evoluzione delle tecni-che informatiche e multimediali, è comprensibile come i più re-centi simulatori di vela reperibili sul mercato possiedano ormaicaratteristiche tali da renderli tecnicamente e graficamente ingrado di soddisfare le esigenze sia degli appassionati sia deiprofessionisti del settore. A questo punto, non ci rimane che dare qualche utile e ulterioreindicazione per tutti coloro che dovessero essere interessati adutilizzare un simulatore di vela anche sul proprio computer, pas-sando in rassegna alcuni fra i produttori più importanti e i pro-grammi più utilizzati del settore, per i quali spesso è necessario“masticare” un po’ l’inglese:

Stentec (www.stentec.com e www.sailsimulator.com) è il nomedel produttore olandese, attivo dal 1983, che in Europa detienela supremazia del mercato dei simulatori di vela, con la distribu-zione del celebre programma “Sail Simulator”, dedicato soprat-tutto alla didattica.

Fin dai primi Anni Ottanta, la società “Posey Yacht Design”(www.poseysail.com) realizza simulatori di vela informatici e almomento ne presenta diversi, a scelta, in grado di soddisfare leesigenze di un pubblico assai eterogeneo: “Advanced Racing Si-mulator”, “Sailing Tactics Simulator”, “Distance Race SailingChallenge”, “Sailing Dynamics Instructor” e “Coastal CruisingSimulator”, ora già disponibili nelle loro ultime versioni aggior-nate al 2007 e addirittura 2008. Si tratta di prodotti sicuramentefra i più realisti e moderni reperibili oggi sul mercato.

La società statunitense Nadeo (www.nadeo.com) produce “Vir-tual Skipper”, un simulatore di vela che consente di vivere un’e-sperienza velistica sul proprio PC in maniera divertente e spas-sosa anche per i neofiti. Richiede però un’attenzione particola-re alle condizioni del vento, naturalmente virtuale, per ottenererisultati apprezzabili.

Starpath, produttore americano di Seattle (www.starpath.com) èspecializzato nella creazione di corsi e programmi didattici percomputer, indirizzati non solo ai velisti ma a tutti i navigatoridei mari e degli oceani…

Beh, che altro dire? Terminato questo intermezzo velistico, ap-puntamento al prossimo numero dove riprenderemo il timone diInternet. Auguri di buona fortuna e buon vento, Alinghi! �

Vi ricordiamo la possibilità di leggere tutti gli scritti pubblicati a par-tire dal sito web www.delbiaggio.ch, che comprende anche un blogspecifico, per scambiarci idee e opinioni, comunicare suggerimenti etrasmettere richieste.

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 29

www.alinghi.com/itIl sito web ufficiale, in italiano,del veliero elvetico “Alinghi”attuale detentore della CoppaAmerica.

www.americascup.com/itSito Internet interamente in lin-gua italiana e dedicato alla 32a

America’s Cup di quest’anno aValencia, in Spagna, con infor-mazioni, notizie, fotografie,percorsi, multimedia.

Page 30: Illustrazione Ticinese

30 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

A SENTANI COL DUBBIO DEL

“SURAT JALAN”Irian Jaya è denominata la parte della grande isola di Papua, posta politicamente sotto controllo indonesiano. Una terra

remota e irrequieta, il cui territorio è contraddistinto da immense e impenetrabili foreste pluviali e da imponenti catene

montuose. Nelle zone più inaccessibili vivono ancora popolazioni che tutt’oggi conducono stili di vita primordiali. Per rag-

giungere queste regioni non è sufficiente munirsi di pazienza e attendere di trovare un posto su uno degli aerei cargo che

fanno la spola tra la costa e le montagne, ma è indispensabile ottenere un permesso di accesso delle autorità amministrati-

ve locali - un “surat jalan” -, impresa che si rivelerà, manco a dirlo, tutt’altro che facile.

testo e foto Roberto Schneider

VIAGGI2a

PART

E

ISAAC E SAM, DUE DIVERTENTI AMICIZIEHo raggiungo Sentani, una piccola località situata nel nord estdel paese ad una ventina di chilometri dalla costa. Un luogo pia-cevole, contraddistinto da un piccolo aeroporto e da un grande etrafficato stradone sul quale si affacciano una moltitudine dinegozietti e bazar. Allontanandosi pochi passi dalla via principa-le, è possibile scoprire una natura lussureggiante, ricca di piantetropicali e di fiori coloratissimi. Sono stanco di correre. Il viag-gio è stato lungo, poi vi è il caldo asfissiante e l’umidità elevatis-sima nell’aria. Ho già avuto modo di fare le prime conoscenze:alcuni giovani papua incontrati alla pensione. Isaac, che si pro-pone come “guida” un poco interessata e Sam, singolare perso-naggio locale impegnato in non meglio identificate organizzazio-ni. In pratica disoccupato come il novanta per cento delle gentidel luogo. Sam è molto simpatico, buon suonatore di flauto, chelui stesso costruisce e soprattutto incredibile grande chiacchiero-ne. Questi primi contatti con le genti del luogo mi aiuteranno a

comprendere come sia possibile ottenere un “surat jalan”, l’ago-gnato permesso che potrebbe schiudermi le porte delle montagnedell’Irian Jaya e delle zone più remote. Isaac, tra un morso ad unanoce di betel e uno sputo, mi conduce al locale posto di poliziadove lascio i miei dati anagrafici, due fotografie, le fotocopie delpassaporto e le indicazioni sulle località che intendo raggiunge-re. Purtroppo, mi dicono che al momento il responsabile ammi-nistrativo è assente, ma mi assicurano, o almeno è quello che ilmio indonesiano approssimativo mi permette di comprendere,che il giorno successivo otterrò il lasciapassare. Ora non mi restache attendere pazientemente. Seduto sulla veranda della pension-cina dove ho trovato alloggio, osservo i pochi passanti: uominimale abbigliati e scalzi, con in mano quasi sempre un machete ogrossi bastoni, e giovani donne civettuole con vestitini colorati ecopricapo tradizionali. I veicoli a motore sono rari: poche camio-nette e molte vecchie motorette, spesso incredibilmente cariche,con tre o quattro persone a bordo!

Page 31: Illustrazione Ticinese

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 31

CON UNA “SCODELLA IN TESTA” ALLA RICERCA DEL PER-MESSOI taxi a Sentani sono rarissimi. I trasporti pubblici sono assicu-rati da una fitta rete di bemo, le sconquassate camionette col-lettive, e da “oject”. Gli “oject” sono in pratica dei taxi-moto-retta, con autista, o meglio pilota. Ci si accomoda sul sedileposteriore, si pone sul capo il casco obbligatorio, una specie discodella stile elmetto prima guerra mondiale, che appare piùuna formalità che una vera protezione poiché non è nemmenofissato al capo, e si parte verso la direzione richiesta. Con unodi essi mi recherò il giorno successivo nuovamente alla stazio-ne di polizia, con la speranza di poter ritirare il mio “suratjalan”. Trascorsa una notte tutto sommato dignitosa, malgradol’alloggio un po’ fatiscente, al mio risveglio ci pensano nel-l’ordine il muezzin della moschea locale, il gallo - e sì, ancheil mattiniero volatile è stato anticipato dal devoto musulmano- e il televisore. L’apparecchio, situato nel locale comune dellapensione, viene infatti acceso di primo mattino per dar mododi assistere alle registrazioni delle partite del campionatoinglese di calcio, che poi si protraggono una dopo l’altra pertutta la giornata. Un buon caffè e quattro fette di pane tostatomi riconciliano comunque col mondo esterno, che mi avevarubato il sonno in modo così brutale. L’ennesimo imprevistomi attende però solo poco più tardi alla stazione di polizia. Ivigiunto, comprendo purtroppo ben presto che non solo il miopermesso non è ancora pronto, ma che nessuno se ne è assolu-

tamente occupato. Non mi rimane che spiegare nuovamente alresponsabile amministrativo del distretto quanto già esposto ilgiorno precedente, così come assicurargli che le mie fotogra-fie, nonché le copie dei miei documenti sono già in suo pos-sesso. Il tutto naturalmente con estrema cortesia. Da lui e dalsuo umore dipende infatti la concessione, o meno, del permes-so per le zone “off limit” che intendo raggiungere. Fortuna-tamente, in un disordinato cassetto viene ritrovato il mio incar-to. Lentamente, su un documento ufficiale con copia carbonevengono iscritti i miei dati, le regioni che intendo visitare e ilmotivo della mia visita. La procedura durerà poco più di un’o-ra, interrotta continuamente da domande sulla mia persona,spesso in relazione a quanto scritto nel mio passaporto, i testidel quale mi sforzo di tradurre in indonesiano. Segue poi unalunga attesa per le verifiche (!) del caso, per trovare i timbrinecessari e soprattutto la colla per porre le mie foto sui docu-menti.

FUCILI CONTRO “MACHETI”, MA IO NON C’ENTROIl tempo nella caserma di polizia trascorre inesorabile ecomincio a temere di non riuscire più a giungere in tempoall’appuntamento col piccolo velivolo cargo che mi attendesulla pista di decollo. Nell’attesa che la mia pratica venga sbri-gata, ne approfitto per gettare uno sguardo in quell’apparatoconsiderato una macchina di controllo e repressione del gover-no centrale. Con tristezza scopro i visi di poliziotti e militari

Il vecchio bimotore cargo, che fa la spola tra la costa e le regioni montane più remote. Al suo interno dovrò contendere il posto a una grande quan-tità di mercanzia.

Page 32: Illustrazione Ticinese

Una delle caserme di polizia che ho dovuto visitare per ottenere l’agognato “surat jalan”. Il confronto con la complessa amministrazione locale miha permesso di conoscere la dura realtà del conflitto papua indonesiano.

VIAGGI

32 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

Il “surat jalan”: documento tanto importante quan-to indispensabile per poter proseguire il viaggioverso le regioni “off limit” delle terre alte dell’IrianJaya indonesiano.

Page 33: Illustrazione Ticinese

intenti a riordinare le camerate e ad ingrassare le armi. Sonogiovani dall’aspetto cortese e quasi indifeso, inviati poco piùche adolescenti a fronteggiare i movimenti di liberazione, pat-tugliare le regioni remote delle montagne, così come i croce-via stradali. Si ritrovano spesso confrontati con l’ostilità dellapopolazione locale con la quale non condividono né cultura,né lingua, né religione. Osservandoli, ora comprendo come siapotuto accadere che giorni prima quattro di loro siano statimassacrati nel corso di una manifestazione a Jayapura. Nonvedo come quei giovani ragazzi dall’aria un po’ persa possanoreggere psicologicamente il confronto, anche se dotati di armiautomatiche, con folle di genti papua che li osteggiano conmacheti e lance. Sono destinati a divenire adulti molto rapida-mente e conoscere i lati più crudeli dell’essere umano. Lilascio con saluti e sorrisi, mi augurano buon viaggio, ma dopociò che ho visto sono forse più importanti i miei dei loro augu-ri. Finalmente l’agognato e indispensabile “surat jalan” parepronto. Curiosamente sembra quasi essere più contento ilresponsabile amministrativo del sottoscritto. Sul suo viso per-cepisco la soddisfazione per il buon lavoro svolto, segue quin-di un momento di imbarazzo quando mi confessa di non sape-re quanto sia il costo del documento, mi dice che posso stabi-lirlo io stesso. Gli consegno 20’000 Rupie (l’equivalente di 3franchi svizzeri) forse troppo, non so, ma quel documento valeora tutto il mio viaggio. Posso partire. CONTINUA. �

Quando Sam suona il suo flauto riesce ad esprimere tutta la magiadella cultura delle sue genti… e soprattutto smette finalmente dichiacchierare!

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Page 35: Illustrazione Ticinese

1. Dai pezzi di pannolenci ritaglia la sagoma delvestitino, quella del colletto e quella del cappel-lino. Dal pannolenci rosa ritaglia invece 4 piedi-ni e 4 manine. Puoi aiutarti ritagliando le sago-me che trovi su questa scheda e seguendone ilcontorno con la matita sul pannolenci.

Cosa ti occorre:

1 matita, 1 pallina di ovatta del diametro di15 mm, colla bianca, un pezzo di filo di coto-ne, forbici dalla punta arrotondata, resti difilo e di pannolenci, matite colorate.

4. Arrotola la sagoma del cappellino e incollalasulla pallina. Incolla il colletto sul vestitino,quindi incolla la testina. Disegna il faccino usan-do le matite colorate. Non usare i pennarelli per-ché sull’ovatta lasciano sbavature.

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 35

PENNE, PENNELLI E PASTICCI

2.Taglia un pezzo di filo lungo 5 cm e incolla duemanine ad ogni estremità. Taglia due pezzi di fi-lo lunghi 3 cm e incolla due piedini alle estre-mità di ognuno.

3.Appoggia il filo con le manine al centro e i duefili ai lati con i piedini del vestitino, appoggia lamatita al centro quindi cospargi tutto con pocacolla bianca e piega il vestitino a metà.

Un regalo per la festa del papà o un nuovo personaggionel tuo astuccio, che scrive e ti fa compagnia.

idea, disegni e realizzazione di Anto

La Gnotita

Sagoma cappellinoSagoma vestitino

Sagoma colletto

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LA VOSTRA MAESTRA MI HA DETTOCHE CHIACCHIERARE È LA COSA CHE VIRIESCE MEGLIO. PERCHÉ?Paola: perché siamo dei veri specialisti.Isabella: perché è bello e si dicono coseinteressanti.Eduan: perché noi siamo allenati a par-lare e non a restare zitti.Eric: perché se stai con uno che chiac-chiera un po’ troppo, anche tu chiacchieri!Sara Z.: perché se è interessante l’argo-mento è difficile non chiacchierare.Federica: perché se hai dei genitorichiacchieroni forse è un po’ ereditario.Alessio: perché si ha sempre voglia dichiacchierare.Tashana: perché a me sembra una cosanormale. Thomas: io sono il più chiacchieronedella classe, parlo anche con la gomma.Martina: perché certe cose le devi diresubito, sennò si dimenticano.Michelle: perché trattenersi è propriouna cosa difficile.Sara E.: quando si sa una cosa la si dice

subito, non si riesce ad aspettare il pro-prio turno.

MA TRA BAMBINI, DI COSA SI CHIAC-CHIERA?Gabriele, Gioele, Manuele: a me piaceparlare di calcio e di sport.Veronica: ad esempio delle cose che sifanno a scuola o delle vacanze.Djainaba: io avrò un saggio di violino,perciò non faccio che chiacchierare diquello.Isabel: io parlo di quello che faremo aricreazione.Sara Z.: io chiacchiero di cucina perchésto facendo un corso.Eduan: a me piace parlare del Li-gornetto Calcio, di nuoto, di basket e dicantanti.Thomas: io chiacchiero di tutto, ma piùspesso di cani.Tashana: a me piace parlare di cose difantasia, di danza, dei corsi che faccio.Eric: io parlo tanto di sport, di calcio ecerte volte di natura.

36 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

OGGI PARLIAMO DI...

Eric Federica

AsiaAlessio Djainaba

Emanuele Gabriele

Eduan

Parlare di chiacchiere? Secondo la maestra Michela Gobbi, il tema non poteva essere piùazzeccato per la sua classe, la III elementare di Ligornetto. Gli allievi, molto vivaci, non sisono lasciati intimidire nemmeno dall’arrivo in aula di una giornalista e di un fotografo ehanno partecipato alla discussione dimostrando di essere dei veri… chiacchieroni!

testo Lorenza Storni - foto Rémy Steinegger

CHIACCHIERARE

SIAMOALLENATI A

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 37

Alessio: io parlo un sacco di cani.Michelle: anche a me piace parlare dianimali, di sport e delle cose che faccio eche mi emozionano.Sara E.: a me piace parlare del basket edel mio cane.Federica: io sono un’esperta di cinese equindi con le mie amiche parlo di questoe organizzo dei corsi.Paola: a me piace chiacchierare di tuttocon gli amici.Asia: a me piace parlare con le mie ami-che di quando eravamo piccole e litiga-vamo.Martina: è bello chiacchierare di coseparticolari che succedono a scuola, tipose uno si fa male.Gioele: a me piace anche parlare di quel-le grandi macchine con ruote grandi chefanno salti e che ho visto a Zurigo.Isabella: a me piace chiacchierare dicerti spettacoli che si vedono alla tele.Julia: è ovvio che non si parla di appun-tamenti con i ragazzi, ma con le amichesi parla un po’ di tutto.

SAPETE QUALI SONO I LUOGHI DOVENON SI PUÒ CHIACCHIERARE?Federica: per esempio a scuola in certimomenti.Sara E.: al cinema e io lì sto zitta perchémi piace il film.Michelle: in chiesa, soprattutto quandosi canta.

Alessio: anche a teatro non si deve chiac-chierare.Eric: io a scuola per non chiacchierareconto sempre fino a dieci.Tashana: anche in un museo antico nonsi dovrebbe parlare.Eduan: a calcio a volte non si può chiac-chierare perché altrimenti non sentiamo inuovi dribbling o gli schemi.Sara Z.: anche nello spogliatoio dellaginnastica non possiamo chiacchierare.Isabel: io non posso chiacchierare quan-do il papi guarda il telegiornale.Djainaba: io non ho il permesso di chiac-chierare a pranzo e a cena se c’è mio papàperché è una tradizione africana.Isabella: io sono dell’idea che in palestranon si chiacchiera perché rimbombatutto. Martina: non si può chiacchierare incimitero perché bisogna dare rispetto aimorti.Gabriele: quando ci facciamo la docciadopo il calcio non dovremmo chiacchie-rare.Paola: io non posso parlare quando lamamma sta al telefono.Eduan: io vengo dal Kossovo e a casaquando mio papà dorme non si puòchiacchierare.

E LE CHIACCHIERE DEGLI ADULTI SONOINTERESSANTI PER VOI?Isabella: a me interessa quando gli adul-

ti raccontano di qualcuno a cui è succes-so una cosa brutta.Djainaba: sì, soprattutto quando parlano tradi loro dei regali che vorrebbero fare ai figli.Isabel: è interessante quando la miamamma parla con le mie zie e dice:“Dove portiamo i bambini oggi?”.Thomas: è interessante anche quandodue mamme si mettono d’accordo perfarti una sorpresa.Eric: io a cena mangio lento per sentirecosa dicono mio papà e mia mamma sumio fratello.Federica: a me piace ascoltare i mieigenitori quando parlano con i nonni.Gabriele: a me interessa se mia mammaparla di me con un’amica e dice che sonobello e bravo e intelligente.Martina: io sono curiosa quando i mieigenitori parlano dei fatti che sono suc-cessi o succederanno. Eduan: anche a me piace sentire quandoparlano di me perché sono contento sedicono che sono intelligente.Thomas: io i genitori li ascolto quasisempre se parlano di me o di mia sorella.Comunque ascolto le cose che nondovrei e non ascolto quelle che dovrei.

Le classi elementari del Cantone interessate a colla-borare alla realizzazione di uno di questi servizi pos-sono scrivere a: Lorenza Storni, CP 247, 6906 Luganoo inviare una e-mail a: [email protected].

Tashana Thomas

JuliaIsabella Martina

Sara Z.Sara E. VeronicaPaola

Isabel MichelleGioele

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DESTINAZIONE FAMIGLIA

Dall’esterno è un’enorme struttura di metallo e vetro, maappena entrati ci si ritrova catapultati in un mondo fanta-stico. Palme, liane, orchidee, piante strane... La lussureg-

giante vegetazione colpisce i sensi. Anche a occhi chiusi, il pro-fumo caratteristico dell’humus e dei fiori esotici rapisce il visita-tore. Inutile cercare i cartelli con i nomi delle piante, Masoalanon assomiglia a un giardino botanico tradizionale, ricorda mol-to più un paesaggio tropicale autentico. La temperatura estiva,che oscilla tra i 20 e 30°C, e l’umidità dell’aria, che si attesta at-torno all’80%, invitano a togliersi la giacca, dimenticare che ci sitrova a Zurigo, e intraprendere una bellissima avventura nel cuo-re della foresta pluviale del Madagascar. Sui sentieri si diventa

ESPLORATORIPER UN GIORNO

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Trasformarsi in un grande esploratore pur rimanendo in Sviz-zera. Da giugno 2003 lo zoo di Zurigo ha aperto un nuovo pa-diglione, un’imponente serra che riproduce la foresta tropi-cale della penisola di Masoala, nel nord-est del Madagascar.Un paradiso da scoprire per tutti gli amanti della natura,grandi e piccini.

testo Coralie Nativel - foto Stefano Ember

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un po’esploratori all’ascolto dei suoni sordi della fauna, con lasperanza di intravedere i suoi abitanti tra liane e alberi, che sonooltre trecento, di cinquanta differenti specie. Camaleonti, ranepomodoro, volpi volanti, uccelli e soprattutto i lemuri; e le tarta-rughe giganti, che si lasciano osservare beatamente. Ognuno puòvivere la foresta Masoala a modo suo, fermandosi ai posti di os-servazione, oppure lasciandosi trasportare dalla bellezza del pa-norama tra la magnifica cascata e la fitta vegetazione. La visitaprosegue nel centro d’informazione adiacente, che presenta ilpaese e le sue problematiche, nonché le minacce che pesano suquesto mondo vegetale e animale unico al mondo. “Chi conosce gli animali e la natura li proteggerà”. È il mottodello zoo di Zurigo, che con il passare degli anni ha modificatoi suoi obiettivi. Non solo mostrare la natura per quello che ha dipiù straordinario, ma proteggerla, contribuendo alla conserva-zione delle varie specie animali e vegetali minacciate nel mon-do. Negli ultimi dieci anni, lo zoo si è fisicamente trasformato,sostituendo i recinti tradizionali con ambienti che riproduconogli habitat naturali degli ospiti. Tigri, elefanti, scimmie, cocco-drilli, pinguini… Tantissimi sono gli animali da scoprire lungole stradine asfaltate di questo giardino che vuole condividerecon i visitatori le ricchezze della natura e sensibilizzarli sullasua fragilità e importanza.Lo zoo è accessibile alle persone in sedia a rotelle e alle famigliecon passeggini. Inoltre, sono a disposizione dei visitatori dei car-rellini per trasportare senza fatica i bambini di età compresa trauno e cinque anni. Le diverse aree al coperto permettono unapiacevole visita dello zoo anche in caso di cattivo tempo. �

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 39

COME ARRIVARCIPer chi arriva a Zurigo in treno: alla stazione centrale prendere iltram n° 6, direzione Zoo. Ci vogliono 15 minuti per arrivare al parco.Per chi arriva in auto: una volta arrivati in centro, dalla piazza “Cen-tral”, salire verso lo Züriberg passando davanti all’Universitätspital e se-guire le indicazioni Zoo, il tragitto dura ca. 10 min.

QUANDO ANDARCILo zoo di Zurigo è aperto 365 giorni all’anno. Da marzo a ottobre dalle9:00 alle 18:00 e da novembre a febbraio dalle 9:00 alle 17:00. La fore-sta pluviale Masoala apre un’ora dopo l’apertura dello zoo.

QUANTO COSTAL’ingresso costa Fr. 22.- per gli adulti, Fr. 16.- per giovani tra 16 e 25 an-ni, Fr. 11.- per bambini tra 6 e 16 anni, Fr. 11.- per invalidi e AI ed è gra-tuita per i bimbi fino a 6 anni. Per le famiglie (2 adulti e 2 bambini finoa 16 anno) c’è una giornaliera a Fr. 60.-.

DA SAPEREPer non spaventare gli animali presenti nello zoo, i cani non possono en-trare, ma sono a loro di-sposizione dei box neiquali possono aspettare iloro padroni. I cani per inon vedenti possono in-vece accompagnare i loropadroni.

Zürichbergstrasse 2218044 Zurigowww.zoo.ch

È una grande gioia per i bambini essere così vicini a queste grandi scimmie.

La visione degli animali non è ostruita da recinti imponenti. Ci sono solodei fossati a dividere lo spazio tra l’animale e l’uomo.

I coccodrilli attirano tutta l’attenzione dei bambini.

Nello zoo vivono anche delle tigri minacciate di estinzione.

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SONDAGGIO

GIÙ DI TONO?NOI FACCIAMO COSÌ

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Cinzia Dozio, 33 anni, mamma, conAlissa, Coldrerio - “Se sono giù di tonovado a fare shopping”.

Tiziano Regazzoni, 43 anni, venditore,Camorino - “Mi isolo per un attimo datutto ciò che mi circonda e ascolto buonamusica. Oppure faccio delle tranquille pas-seggiate in buona compagnia”.

Michele Lorenzetti, 35 anni, garagista,Tesserete - “Mi piace parlarne con miamoglie o sfogarmi in palestra”.

Raffaella Halef, 30 anni, impiegata,Grancia - “Mangiando una tavoletta dicioccolato vado alla ricerca di una personache mi farà ridere. Chi? Non ve lo dico!”.

Simona Gennari, 35 anni, segretariad’équipe, Gravesano - “Nel mio caso unabella nuotata o una corsa sono i rimedimigliori”.

Luigi Napolitano, 61 anni, pensionato,Pura - “In quei momenti, salto in sella allamia moto e vado a farmi un bel giro”.

Capita a tutti di essere giù di tono. Un calo di energia e ci ritroviamo malinconici, svogliati, stanchi. E allora che si fa? Comesi ricaricano le batterie? Ecco una serie di semplici rimedi personali che, stando a chi li ha sperimentati, funzionano.

testo Lorenza Storni - foto Stefano Ember

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 41

Stefano Sanvito, 20 anni, meccanico,Osogna - “Esco la sera con gli amici e bevoqualche bicchierino”.

Nicola Besomi, 43 anni, giardiniere,Vezia - “Se sono giù di tono mi faccio unabella mangiata”.

Rosaria Belviso, 41 anni, casalinga,Torre - “Io mi metto in cucina a sfornaredolci”.

Miky Medaglia, 53 anni, assistente,Claro - “Se ho bisogno di ricaricarmi vadoa farmi un bel giro in montagna”.

Sena Pasic, 25 anni, infermiera, Biasca- “Io mi faccio una bella mangiata in com-pagnia”.

Erica Mattei, 60 anni, ex-segretaria,Torre - “Quando sono giù di tono mi piacesuonare il flauto o ascoltare musica classi-ca, in particolare Bach e Mozart”.

Giusy Calò, 24 anni, cameriera, Grancia- “Se posso vado al mare, altrimenti mi fac-cio un giro sull’altalena”.

Stefano Terranova, 28 anni, pittore-decoratore, Paradiso - “Ascolto musicaad alto volume, del tipo aggressivo. Se houna compagna che mi ama, in quel momen-to il rapporto si fonda sul dare per avere”.

Paolo Pinto, 21 anni, disegnatoregenio civile, Osogna - “Cerco di organiz-zare uscite differenti dal solito tran-tran”.

Page 42: Illustrazione Ticinese

REPORTAGE

Non gode buona reputazione il pettegolezzo. Basta sfoglia-re i dizionari per rendersi conto quanto la parola suoninegativa. “Spifferata indiscreta di notizia che riguarda

altra persona”, “chiacchiera inopportuna o indiscreta o male-vola”, “discorso indiscreto e maligno sui fatti altrui”,“chiacchiera fatta oziosamente, non senza malignità, ri-girata intorno a un fatto altrui”: sono queste le definizio-ni ufficiali che, appunto, sottolineano l’aspetto di uncomportamento nocivo e condannabile. Dal quale siprendono le dovute distanze. Chi osa, infatti, confes-sarsi pettegolo? Chi ammette di prestare orecchio ai pet-tegolezzi? Chi non cerca di nascondere la propria curio-sità per le voci che corrono sul conto del prossimo? Conciò continuiamo, tutti quanti, a vivere in compagnia delpettegolezzo, di cui siamo, di volta in volta, protago-nisti e vittime: pettegoli e spettegolati. Un fenomenovecchio come il mondo che accomuna ogni ceto e ognietà e che, naturalmente, ha subito gli influssi dei tempi. Dallechiacchiere delle donne al lavatoio, limitati alle piccole realtà dipaese, si è passati ai gossip giornalistici e televisivi di dimensio-ni mondiali. Dalle indiscrezioni sul vicino di casa si è passati al-le rivelazioni sul conto dei politici e dei divi. Certo, sono cam-biati i luoghi tipici e i mezzi di diffusione del pettegolezzo, mala sua essenza rimane immutata. Attraverso le chiacchiere spon-tanee, la quotidianità si contrappone all’ufficialità, la gente co-mune dice la sua alimentando una forma di comunicazione ele-mentare. Il pettegolezzo, insomma, rivela la funzione di collan-te sociale insostituibile. Proprio sotto questa nuova luce lo pro-pone un saggio, “Rumor e pettegolezzi” (Franco Angelieditore), in cui il sociologo Marino Livolsi e il semiologo UgoVolli hanno esplorato questo variegato universo di notizie in li-bertà. E l’hanno fatto con impegno scientifico, ma al di fuori dei

IL PETTEGOLEZZO:CI UNISCE O CI DIVIDE?

42 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

Dalle chiacchiere di portineria ai “talk show” televisivi, dai gossip salottieri alle indiscrezioni politiche, il pettegolezzo accom-pagna, in tanti modi, la nostra quotidianità: privata e pubblica. Nessuno ne è immune. Siamo tutti, in pari tempo, pettegoli espettegolati. Oggi, ampliato ed esasperato dal megafono dei massmedia, il fenomeno conferma un bisogno di sempre: parla-re di sé, parlare e sparlare degli altri, insomma comunicare.

testo Luciana Bassi-Caglio - illustrazioni Ivan Artucovich

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pregiudizi e dei moralismi. Tan-to che, alla fine, il famigeratopettegolezzo viene assolto.

UN VIZIO FEMMINILE?Più estroverse e più vi-cine ai fatti minuscolidella vita quotidia-na, le donne sisono conquista-te la fama dipettegole per de-finizione. La pa-rola, come spiega ill inguista OttavioLurati, nasce al fem-minile e lo si ritrovanei testi a partire dal-la metà del 1500. Lapettegola era quellache portava, di casa incasa, le “pettole”, cioè i guai, lenotizie sussurrate relative a disgrazie e scandaletti. Anche infrancese, i “commerages”, le chiacchiere banali, erano attribui-te alle comari. Altro sinonimo di linguacciuta doveva diventarela lavandaia che, alla fontana del villaggio, scambiava pettego-lezzi con le sue compagne. Ma, intanto, che cosa facevano gliuomini del paese, riuniti in piazza, all’osteria o al grotto? Ancheloro parlavano del più e del meno, passando in rassegna le ulti-me novità spicciole del paese. Proprio l’osteria, sostituita poidal bar, ha rappresentato il luogo deputato alle chiacchiere, og-gi non più riservato ai soli uomini. La discriminazione sessualeè caduta, anche in quest’ambito. E il pettegolezzo ha cessato diessere un vizio femminile. Lo ammette apertamente MicoStephani, odontecnico luganese, che, con un gruppo di amici divecchia data, si ritrova, ogni giorno all’ora del caffè dopo ilpranzo, in un bar della piazza: “Siamo tutti uomini, uniti dallapassione per lo sport e dal culto del dialetto, che bisogna tenervivo perché esprime meglio la realtà locale. Si parla di tutto e,naturalmente, si toccano anche gli argomenti un po’ indiscretidel sentito dire: amori, divorzi, scandali finanziari, retroscenapolitici. Insomma, chiamando le cose con il loro nome, faccia-

mo pettegolezzi”. Benevoli o malevoli? “Qui sta il pericolo”,osserva Stephani. “Con l’età, si accentua la tendenza a diventa-re acidi. E allora la conversazione amabile e divertente rischiad’incattivirsi. Però, prevale, fra di noi, il tono scherzoso. Del re-sto, ci siamo definiti ‘l’università di stüpidat’, insomma non ciprendiamo troppo sul serio”.Ma non è una questione d’età. Anche fra i giovani si può passa-re dal pettegolezzo leggero alla maldicenza pesante. È severo ilgiudizio di Natalie Luisoni, appena laureata presso la facoltà discienze della comunicazione all’USI: “Per me le chiacchierehanno un connotato soprattutto negativo. Sono dominate dallamalizia e persino dalla cattiveria. Mi sfugge l’aspetto positivodi fattore socializzante”. Sono, però, proprio i giovani ad ani-mare momenti d’incontro, come l’“happy hour”, l’aperitivo al-largato a cena in piedi, dove il pettegolezzo, per dirla con UgoVolli, “si presenta come fine comunicativo a sé, o più semplice-mente come un piacere”. Un piacere, così spiega, che deriva dalfatto “che ne siamo tutti un po’ coinvolti”: chi racconta trova lacomplicità di chi ascolta.

A OGNI LUOGO LA SUA CHIACCHIERA Sui banconi dei bar, capita spesso di vedere la statuetta delle trescimmiette: una si tappa la bocca, l’altra gli occhi, l’altra leorecchie. Rappresenta una sorta di simbolo della discrezioneprofessionale del gestore di un luogo, destinato per definizioneal pettegolezzo. Ma, in realtà, non è l’unico. Le chiacchiere inlibertà hanno ormai conquistato spazi sempre più estesi: ufficipubblici e privati, palestre, spiagge, supermercati, seggi eletto-rali, corridoi di palazzo. Luoghi diversi che alimentano discorsidiversi. Al bar, il classico bar degli sportivi, si discute natural-mente di calcio e di hockey, con allusioni ai possibili retroscenada spogliatoio, nei negozi, spingendo il carrello della spesa, pre-valgono i temi di tipo domestico-familiare, con relativi cenni a

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 43

«Attraverso le chiacchiere la quotidianità si

contrappone all’ufficialità»

Page 44: Illustrazione Ticinese

REPORTAGE

44 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

mariti infedeli e figli sbandati. Negli uffici, si mormora a propo-sito di favoritismi, di invidie, di arrivismo. Dagli ambienti poli-tici ed economici, come dire dalle alte sfere, giungono, attraver-so i canali delle cosiddette talpe, indiscrezioni che concernonosia l’esercizio delle funzioni sia la vita privata degli eletti dalpopolo. Sta di fatto che, vere o presunte o false che siano, que-ste voci fanno notizia e sono addirittura in grado di cambiare ilcorso della storia. Come non citare il caso di Clinton, la più il-lustre vittima di un’indiscrezione piccante. Il gossip, insomma,svolge, nei confronti dei politici, una funzione di controllo e, inpari tempo, di propaganda. In altre parole, governanti, presiden-ti di partito, candidati a una carica pubblica lo temono ma se neservono. Se il pettegolezzo può rivelare verità scomode, d’altraparte, contribuisce a presentare il personaggio in una luce fami-liare, con i vizi e le virtù di tutti. Abbreviando, insomma, le di-stanze fra il potere e i cittadini. E, qui, interviene il ruolo ormaiinsostituibile dei massmedia, soprattutto della televisione.

DAL REALE AL VIRTUALESi chiacchiera a tu per tu, stabilendo un legame personale di re-ciprocità. Uno racconta, l’altro ascolta e di bocca in bocca lanotizia, tanto più se curiosa e sapida, diventa un rumore pubbli-co, magari una leggenda metropolitana. Ma da questo rapporto,realmente vissuto, si sta passando sempre più a un rapporto in-diretto e virtuale. La televisione, infatti, ha sfruttato abilmenteil nostro bisogno di chiacchiere, attraverso i talk show, dove ipersonaggi in vista si raccontano. E non solo. Attraverso i “rea-lity show” la telecamera penetra nell’intimità di divi, o di can-didati al divismo, rilevandone i comportamenti e le conversa-zioni quotidiani. Si tratta,

evidentemente di un pettegolezzo unilaterale: il pubblico vipartecipa soltanto da spettatore e da ascoltatore. Ma il pettego-lezzo elettronico può diventare anche interattivo. Grazie a in-ternet, si comunica con un interlocutore lontano e sconosciuto.È il “chat”, che unisce virtualmente persone accomunate dal

desiderio di parlare a ruota libera. E, sem-pre su internet, si può accedere ai siti spe-cializzati in gossip. Taluni ne hanno fatto,

con successo, un mestiere. Insomma, dalpettegolo da bar al pettegolo pro-

VIA DUGANAUna gustosa osservazione di Ottavio Lurati. Per designare la strada,dove vigilano molte pettegole, che controllano ogni passo e movi-mento dei compaesani, parecchi villaggi della Svizzera italiana lachiamano: Via Dugana. Passanti vi pagano un dazio sociale.

RITRATTO DEL PETTEGOLO DOCChi è il vero pettegolo? Ci ha provato a definirlo lo psicologo IvanSartori, attraverso un’esperienza compiuta dal vivo, in un quartieredi Lecco, registrando una quarantina di interviste con i protagonistidel “cicaleccio” locale. Ne ha ricavato un ritratto multiforme, pubbli-cato nel volume “Rumor e pettegolezzi”.Il pettegolo doc è:• “portatore sano di notizie”, quando sa divertire, incuriosire, senzaferire la dignità altrui;• ”gazzettino padano”, quando è il primo ad avere nuove informa-zioni su eventi locali;• ”lavandaia”, quando ricorda una figura antica, che accompagnavail lavoro quotidiano, con una prodiga attività della parola;• ”emittente privata radioserva”, al servizio dell’informazione, benfiltrata dalla supposizione, mai stanca di trasmettere, senza preoccu-parsi dell’interlocutore;• ”parolaio”, rievoca l’attività della parola, come arte del dire frene-tico, come bisogno di espressione orale;• ”quello che sbaletta”, colui che racconta cose non vere, “balette”,ma in modo giocoso;• “portinaio”, figura moderna sostitutiva della lavandaia, mette laparola, poco controllata, al servizio del suo occhio curioso e attento;• “untore”, quello che “dove punge, punge”, il più pericoloso, checondensa gli aspetti negativi dello sparlare, inventare, falsificare.

«Certe voci, vere o false, possono cambiare

il corso della storia»

Page 45: Illustrazione Ticinese

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 45

fessionista. Un campione del genere: Roberto d’Agostino, checonduce il www.dagospia, da dove partono le più piccanti no-vità sui vip.

CHIACCHIERARE, UN GIOCO CREATIVOAscoltando, da bambino, le chiacchiere disua madre con le amiche, Arnaldo Albertiha maturato l’interesse per la letturae, poi, a sua volta per la scrittura.“Sono certo, confessa, che queidiscorsi erano puro pettegolezzo.Ma, qui, serve una distinzione:il pettegolezzo non ha niente incomune con la maldicenza e lacalunnia. Per spiegarmi me-glio, ricorro ai colori: il pet-tegolezzo è rosa, la calun-nia va dal grigio al nero”.In quei discorsi femminiliintorno ai fatti quotidianierano racchiuse storie chedovevano sollecitare, nelgiovane ascoltatore, unacuriosità per le vicendeumane, in senso allarga-to. E precisa: “Attraversoil pettegolezzo ritrovi testesso e la tua coscienza,un gioco di specchi per ri-conoscerti e riconoscerel’altro”. Fu, per Alberti, una sor-ta di tappa d’avvicinamento alle grandipagine della letteratura: “Come non pensare a Proust? La suaopera monumentale è nient’altro che un pettegolezzo continuo,portato agli estremi etici ed estetici”. Come dire che il pettego-lezzo può portare lontano: sempre che si sappia prenderlo per ilgiusto verso, e appropriarsene appunto come materiale di co-noscenza umana e come stimolo creativo. Ascoltare storie perinventare storie: è il segreto che ha alimentato la vena dei gran-di narratori di ogni epoca. Dal Boccaccio a Piero Chiara, granfrequentatore dei bar di Luino, apriva le orecchie e prendevaappunti. Così nascevano i suoi romanzi.

COME GESTIRE IL PETTEGOLEZZO?Ci sono categorie professionali costrette a convivere con lechiacchiere dei clienti: da assecondare, perché creano vivacità,

ma anche da tenere sotto controllo, per evitare eccessi liti-giosi. È il compito delicato che spetta, in

particolare, ai baristi, ai parruc-chieri, ai responsabili di centrifitness, luoghi dove la gente ri-mane a lungo e si lascia andarea confidenze su di sé e sul pros-

simo. Un tempo, prima dell’eradegli acquisti fai da te, succede-va anche nelle boutique di moda.Se ne ricorda Elio Bollag che, pertanti anni, ha gestito un negoziodi moda nel centro di Lugano.“Le donne provavano e riprova-vano gli abiti nelle cabine, chie-devano consigli: era un’opera-zione lunga, accompagnatada tante chiacchiere, spessoindiscrete. Io ero come unbanchiere di informazioni sul-la vita cittadina: che ho impa-rato ad amministrare con il do-vuto riserbo. E, non da ultimocon il rigore, che mi derivadalla religione ebraica che

condanna il pettegolezzo, pa-rente prossimo della maldicenza.

La donna ciarliera si chiama, in ebrai-co, “klaffe”, un termine dispregiativo, perché le di-

cerie provocano danni. Ma un modo per scongiurare il pericoloè interpretare l’indiscrezione malevola in chiave comica, rider-ci sopra. È stata la mia strategia nei confronti dei pettegolezzi,poi adottata anche in politica”.

UN DISCORSO DIFFUSO MA NEGATOLa parola pettegolezzo rimane un tabù. Per sdoganarla si ricor-re al termine inglese, gossip, adottata dai rotocalchi specializza-ti in materia. Ma che pochi confessano di leggere. “Li sfogliodal parrucchiere” si sente dire, giustificando una curiosità per lefrivolezze di cui ci si vergogna. Anche se, ormai, il gossip haconquistato le pagine dei grandi quotidiani italiani e, da noi, è lamateria prima dei settimanali della domenica. Una realtà, però,rifiutata. “Noi non pubblichiamo indiscrezioni pettegole ma ri-velazioni utili per moralizzare il paese” dichiarava il redattoredi uno di questi periodici. Insomma, in quest’ambito prevale l’i-pocrisia. Il pettegolezzo è un discorso diffuso ma negato. Men-tre, come dice Ottavio Lurati, rappresenta “davvero un impel-lente bisogno dell’uomo, un genere di comunicazione che si as-soda in tutte le culture note, in tutti i continenti”. Le chiacchie-re confermano la voglia di stare insieme, d’incontrarsi e discontrarsi. L’alternativa sarebbe il grigiore dell’indifferenza edella solitudine. �

«Le lavandaie alla fontana e gli uomini all’osteria

e al grotto»

Page 46: Illustrazione Ticinese

COLLEZIONE PER PASSIONE

46 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

UNA VITADIETRO LA CINEPRESAImpossibile poter parlare della collezione di Enzo Regusci senza parlare di Enzo. E parlare di Enzo senza la sua collezione... es-

sa rappresenta la sintesi tecnica e materiale della sua più grande passione, fare televisione.

testo Benedetto Galli - foto Ti-Press

Page 47: Illustrazione Ticinese

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 47

ENZO, SEI STATO IL PRIMO CAMERAMAN DELLA TELEVI-SIONE DELLA SVIZZERA ITALIANA, MA LA TUA PASSIONENASCE ANCORA PRIMA...“Ero ancora un ragazzo, erano gli anni ’30, e proprio sfogliandoIllustrazione Ticinese rimasi affascinato dalle fotografie chepubblicava. Allora era l’unica rivista in Ticino che stampassecon immagini, così ho iniziato a interessarmi di fotografia. Hoavuto un grande maestro, Vincenzo Vicari, con lui ho iniziato ilmio apprendistato”.

DALLA MACCHINA FOTOGRAFICA ALLA CINEPRESA, ILPASSO FU BREVE?“Ero affascinato dal cinema e mi sono presto lanciato comeoperatore, raggiungendo nel 1954 Zurigo, da dove iniziavano leprime trasmissioni televisive. Lì fra l’altro feci conoscenza conFranco Marazzi, che divenne in seguito il primo Direttore Re-gionale della TSI”.

PROPRIO A QUEGLI ANNI RISALE LA TELECAMERA RITRAT-TA NELL’IMMAGINE (in basso al centro).“Si tratta di una delle prime telecamere da studio televisivo, sta-vano per buttarla... ecco, la mia collezione nasce proprio dal fattoche faccio fatica a separarmi dalle cose che ho usato. Di me si po-trebbe dire che sono un collezionista compulsivo, in fondo perchébuttare via tutto? Sono parte del mio cammino professionale. Adogni oggetto è legata un’emozione vissuta al momento in cui l’houtilizzato, e questo ne aggiunge anche un valore sentimentale”.

FRA TUTTO IL MATERIALE CHE CONSERVI, COSA CONSIDE-RI PIÙ PREZIOSO?“Indubbiamente l’archivio dei nastri e delle pellicole. In esso

sono raccolti una buona consistenza del mio lavoro, del mio vis-suto... fui il primo operatore svizzero che giunse in Ungheria nel1956 all’indomani della rivoluzione. Fra questi nastri anchel’ultima apparazione in TV di Mina, che ho realizzato alla Poli-video nel 1972, i nastri delle trasmissioni di TeleMontecarlo conIndro Montanelli, Gianni Brera, Wilma de Angelis e tanti altri”.

QUALE, FRA TUTTI I NUMEROSI PEZZI CHE CUSTODISCI,CONSIDERI SIA STATO IL TUO CAVALLO DI BATTAGLIA?“Senza dubbio la Arriflex 16 mm (foto in basso a sinistra). L’ami-co Marco Blaser l’aveva soprannominata la Gelsomina e quandodovevamo partire per un servizio mi diceva “Enzo, tö sü la Gelso-mina” e capivo immediatamente a cosa si riferiva! Splendido ap-parecchio, purtroppo aveva il difetto di essere un po’ troppo rumo-rosa per le interviste a causa del motore di trascinamento del film,tanto che era necessario stare un po’ lontani dal soggetto altrimen-ti il microfono dell’intervistatore avrebbe registrato solo il frago-roso scorrere della pellicola... cosa che è successa veramentequando mi trovai a filmare un’intervista a Carl Gustav Jung. For-se per riverenza verso la caratura del personaggio, il giornalistache mi aveva accompagnato aveva scelto il microfono più moder-no allora a disposizione, ma anche il più sensibile, col risultato,ahimè, che il suo nastro registrò di più il VRRRRR della mia Arriche la voce di uno dei più grandi maestri della psicoanalisi”.

PROGETTI PER IL FUTURO?“Mi piacerebbe poter riunire in un Museo tutti i vari pezzi dellacollezione, attualmente dispersi in vari piccoli magazzini. Rim-piango di non aver potuto tenere molto più materiale di quanto nonabbia ora, ma certe attrezzature sono davvero piuttosto ingombran-ti e negli anni passati ho a malincuore dovuto separarmene!”. �

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49 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

SALUTE

L’iperproduzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee dei fol-licoli piliferi, alla radice dei peli, rende la pelle grassa e lucida.Quando il sebo in eccesso è associato a cheratinizzazione*, i porisi ostruiscono, con conseguente formazione di comedoni o puntineri in corrispondenza dell’occlusione dei piccoli canali che dre-nano il sebo all’esterno. In caso di infezione batterica cutaneaqueste impurità s’infiammano e si trasformano in foruncoli.In genere le zone più colpite sono il viso, le spalle, la schiena etalvolta il petto.

L’IGIENE DI VITASi consiglia in primo luogo una buona igiene di vita (pratica diun’attività sportiva, controllo dello stress, sonno a sufficienza,

ecc.). Sebbene il rapporto tra acne e alimentazione sia contro-verso, gli specialisti della nutrizione riconoscono un’influenzabenefica ai grassi polinsaturi (oli di girasole, cartamo, soia ecc.,pesce), nonché alla frutta e alla verdura. Un consumo eccessivodi grassi “cattivi” (burro, carni e formaggi grassi, patatine fritte)e di alimenti raffinati e zuccherati può invece produrre l’effettocontrario.La regola aurea è vivere e nutrirsi nel modo più sano possibile,senza però farne un’ossessione, che rischierebbe di generare ul-teriore stress in soggetti il cui morale è spesso già messo a duraprova dall’aspetto inestetico della malattia stessa. Attenzioneanche ai falsi amici della pelle: i bagni di sole, che provocano unmiglioramento transitorio, seguito da un peggioramento, e i

COME SBARAZZARSI

DELL’ACNE Solitamente benigna, ma comunque inestetica, l’acne è la più frequente delle patologie cutanee. Ne sono colpiti circa l’80% degli ado-lescenti, in media a partire dai 12 anni per le ragazze e dai 13 per i maschi. La causa è l’aumentata produzione di ormoni maschili tipi-ca della pubertà, che stimola la secrezione sebacea. L’acne interessa anche il 30% degli adulti, in particolare donne nella fascia di etàdai 25 ai 40 anni.

testo Rita Ducret-Costa, farmacista

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prodotti da trucco troppo coprenti, che mascherano le imperfe-zioni, ma ostruiscono i pori.Un’altra misura molto importante consiste nel non schiacciare iforuncoli, per non peggiorare l’infiammazione, diffondere l’in-fezione e favorire le lesioni.

L’IGIENE “TOUT COURT”È inoltre necessaria un’igiene scrupolosa delle parti interessate,con l’ausilio di prodotti non aggressivi, che detergano profonda-mente la cute, ma con estrema delicatezza, esercitando un’azio-ne antibatterica che non provochi né irritazioni né desquamazio-ni. Le creme antiacne contengono principi attivi di comprovataefficacia, quali per esempio gli acidi della frutta, l’acido salicili-co, l’olio di melaleuca, la tretinoina, il benzoilperossido e il ni-trato di miconazolo. L’associazione di queste due ultime sostan-ze sembra essere particolarmente efficace e ben tollerata.Nei casi più gravi, in caso di risposta insufficiente alle cure topi-che, il medico può prescrivere un trattamento orale a base di iso-tretinoina, un antibiotico della famiglia delle tetracicline, oppurelo zinco, un oligoelemento di provata efficacia a forti dosi. �

*) Cheratinizzazione: processo che consiste nell’accumulo dicheratina nell’epidermide. La cheratina è una proteina ricca dizolfo, un componente fondamentale dell’epidermide, dei peli edei capelli.

Sebbene il rapporto fra acne e alimentazione sia controverso, è sta-to assodato che un consumo importante di grassi polinsaturi, fruttae verdura può influenzare favorevolmente l’acne.

Nell’impossibilità di soddisfare per iscritto levostre numerose richieste, la signora RitaDucret-Costa, farmacista, nutrizionista, omeo-pata, risponde telefonicamente alle vostredomande il giorno sotto indicato dalle 09.00alle 12.00 al numero 026 401 24 12.

Prossimo appuntamento: martedì 13 marzo 2007

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RITA DUCRET-COSTA

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50 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

SPORT

A partire da questa edizione, presenteremo alcune discipline sportive con l'intento, da un lato, di allargare il campo visivo su

ogni singolo sport, e dall'altro di mettere a disposizione dei lettori alcune informazioni che si spera possano rivelarsi utili

per chi volesse intraprendere la disciplina o già la stia praticando…

testo Marco Ortelli - foto Rémy Steinegger

DISTENDERSIPER STENDERSI

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Serena Ciresa (già vice campionessa svizzera juniores),Marco Frigerio (monitore e professore di judo dellaFederazione svizzera, V° dan dallo scorso mese di novembre) eLuigi Nonella (responsabile dello sport scolastico del CantoneTicino e che ci accompagnerà per tutto l'anno attraverso lediverse discipline) hanno così incrociato le loro visioni per pre-sentarci l'affascinante mondo del judo…

LO SGUARDO DI SERENA CIRESASUL JUDO“È uno sport che mi permette di sfogarmi nel mio tempo liberodopo la scuola. Fortunatamente mi ha trasmesso anche dei prin-cipi importanti, come il rispetto verso gli altri e l’educazione.Per me è quindi importante sia dal punto vista pratico, sia perl’educazione”.

SULLA SUA SCELTA “Forse perché da bambina ero piuttosto un… maschiaccio. Aparte gli scherzi, penso che a portarmi in palestra sia stato l’e-sempio di mio fratello, di tre anni più grande, che aveva inizia-to a praticarlo. Inizialmente era veramente tutto un gioco, arri-vando qui trovavo i miei amici, coi quali ci rotolavamo sullamaterassina. In seguito ho acquisito le prime tecniche, mentreattorno ai dieci anni ho iniziato a fare le prime gare educative,finché è giunto il momento dell’agonismo al di là del Gottardo”.

SUL COMBATTIMENTO“Per me è uno stimolo. Quando entro nell’area di combattimen-to e tutti mi guardano, non penso che all’avversario. Se so cheè particolarmente forte in una determinata tecnica, allora cercodi stare attenta per essere pronta ad applicare la difesa opportu-na. Se magari è la prima volta che lo incontro, allora aspetto unattimo per vedere come si muove, e poi cerco di imporre il miojudo, il mio ritmo, e muoverlo nella direzione più opportuna pereseguire la mia tecnica. In ogni caso cerco di mettere in praticatutto quello che ho imparato e esercitato durante gli allenamen-ti. Ogni situazione è però diversa, e così, in ogni momento devocercare di poter applicare quello che ho studiato”.

SUL CONTROLLO DELLE REAZIONI“Naturalmente, al termine di un combattimento vinto provogioia, perché vuol dire che sono riuscita ad impormi, ed è sem-pre una bella soddisfazione. La reazione dopo una sconfittadipende dalla sconfitta stessa, se ho perso per un mio errore,allora per un attimo provo delusione e rabbia, in ogni caso,però, la sconfitta mi stimola a cercare di migliorarmi già a par-tire dall’allenamento successivo. Durante un combattimento,rimango di stucco se subisco una mossa decisiva, invece, se ilrisultato può ancora cambiare, allora bisogna sicuramente rea-gire e metterci un po’ più di grinta e di aggressività”.

SUL JUDO IN RELAZIONE ALLA VITA QUOTIDIANA“Pensando al contesto scolastico, mi aiuta ad organizzarmi, aimpiegare in modo costruttivo il mio tempo. È un incentivo”.

Nome: SerenaCognome: CiresaData di nascita: 17 novembre1988Professione: studentessa licealeHobby: musica, uscire con gliamiciClub di appartenenza: DO YUKAI ChiassoGrado: Cintura nera 1° DanTempo dedicato alla praticasportiva: tre allenamenti setti-

manali, ginnastica e corsa neigiorni rimanentiMiglior risultato: 3° posto Campionati svizzeri (CH) 2004, 2° posto CH 2005,9° posto alle Finali dei Campionati italiani 2006Il prossimo obiettivo:“Migliorarmi sempre”.

Nome: MarcoCognome: FrigerioData di nascita: 6 agosto 1964Professione: avvocato e notaioHobby: lettura, cinemaClub di appartenenza: DO YUKAI ChiassoGrado: Cintura nera 5° DanTempo dedicato alla praticasportiva: quattro allenamentia settimana (due come inse-gnante e due come allievo),

Miglior risultato: 2° posto aiCampionati svizzeri 1982 e ’83,3° posto CH 1987 e ’88, 1° conla squadra del DYK Chiasso allaCoppa Svizzera 1984Il prossimo obiettivo: “Vederecrescere il gruppo dei giovanijudoisti attualmente presen-te presso il DYK Chiasso. Al dilà dei risultati, l’importante èche continuino per il piaceredi praticare judo”.

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Responsabile dello sport scolastico delCantone Ticino, con un’attività dedita al coor-dinamento dei campionati scolastici, a tutti ilivelli, dalla scuola elementare fino alla mediasuperiore, insegnante di ginnastica presso lescuole medie, preparatore atletico e consu-lente. Luigi Nonella incarna la passione del-l’attività sportiva praticata con consapevolez-za. Ci accompagnerà nel corso dell’anno2007, aiutandoci, con la sua esperienza a360º a penetrare nell’affascinante mondodello sport competitivo e amatoriale…

52 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

SPORT

SULL’ATTUALE SUA ESPERIENZA“Uno sport sano, che mi fa bene, in un ambiente che mi ha pro-curato molte amicizie. Un’esperienza felice”.

IL PUNTO DI VISTA DI MARCO FRIGERIOSULL’IMPORTANZA DEL JUDO PER GIOVANI E ADULTI“Per i ragazzi, oltre a trasmettere dei valori di riferimento utilianche nella vita, il judo aiuta a crescere superando i proprilimiti fisici e caratteriali. Si tratta anche di uno sport comple-to, nel senso che muove tutti i muscoli del corpo, permettendouno sviluppo armonioso. Per gli adulti, principianti, il judo puòessere l’occasione per provare un’esperienza nuova e perapprendere i rudimenti della difesa personale, oggi più che maiutile”.

SU FORMA E CONTENUTI DELL’INSEGNAMENTO DELLADISCIPLINA“L’apprendimento avviene in modo graduale. Dapprima si ini-zia col gioco, per poi inserire progressivamente qualche formaagonistica e sportiva più seria, fino ad arrivare, dopo i quindicianni, alla competizione vera e propria. Quest’ultima è bene chevenga praticata dopo i quindici anni, affinché i ragazzi non si

brucino. Essi infatti devono essere formati, disporre di una basetecnica adeguata, avere la volontà propria di combattere, nondevono farlo unicamente perché il maestro trascina”.

SULLA FIGURA DEL MAESTRO“Il Maestro deve conoscere bene la materia, sapere praticarequello che insegna ed avere una personalità tale da affascinaregli allievi. Deve essere d’esempio anche al di fuori della mate-rassina”.

LA VISIONE PANORAMICA DI LUIGI NONELLASULLA PREDISPOSIZIONE O MENO ALLA PRATICA DI UNADISCIPLINA SPORTIVA“Tutti i giovani di questo mondo sono allenabili, basta metterlinelle condizioni buone per farlo, grazie al ritrovamento del giu-sto equilibrio tra impegni scolastici, sociali e sportivi. Nello stesso tempo, ci sono delle predisposizioni particolari,c’è il giovane talento che è più indicato portare verso uno sportdi resistenza e quello che predilige gli sport di squadra, caratte-rizzati da riflessi e velocità. Non dimentichiamo, poi, che i ragazzi scelgono anche solo peraggregazione, se l’amico inizia un’attività, allora la vogliono

DOVE INCONTRARE IL JUDO IN TICINOSede Telefono SitoBudo Club Vedeggio-Manno 091 605 51 39Centro Arti Marziali Judo DO YU KAI Chiasso 091 682 83 76 www.dykchiasso.chClub Difesa Personale S. Antonino 091 858 33 85 www.cdp-santonino.com Dragon’s Club Bedano 091 945 35 83 www.dragonsclub.chJJJ Club Porza-Comano 091 940 20 60 www.jjkclub.chJudo Budo Club Bellinzona 091 825 67 86 www.jbcbellinzona.orgJudo Budo Club Lugano 091 971 28 01 www.jbclugano.chJudo Club Cadro 091 943 43 42Judo Club Ceresio 091 606 29 51Judo Do Yu Kai Paradiso 091 994 60 95Judo Kwai Biasca 091 862 30 78Judo Kwai Muralto 091 743 90 30 Judo Waza Capriasca 091 943 37 57 www.judo-capriasca.chPalestra A. + M. Lazzarin Locarno 091 760 02 42Scuola di Judo e Fitness Club 7+ Roveredo GR 091 857 65 56Shung Do Kwan Bellinzona 091 825 50 13 http://web.ticino.com/judo_sdk_bellinzona

GRADI E CINTUREI gradi sono attribuitiad un praticante e per-mettono di valutare ilsuo livello tecnico, lasua efficacia in combat-timento, il suo grado dianzianità e le sue qua-lità morali, ciò che corrisponde al rispetto scrupoloso del codicemorale così come un’applicazione sufficiente nella pratica. Senza ilminimo di rispetto delle regole esatte, nessun judoka può pretenderedi ricevere un grado.

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ho delle perplessità nei confronti delle arti marziali, questeriguardano solo la preparazione fisica, ho l’impressione che siutilizzino metodi che non so fino a che punto siano aggiornati.Il pericolo è quello di concentrarsi sulla condizione specifica ascapito di quella generale che, per definizione, la comprende. Èessenziale un irrobustimento generale del soggetto, per poten-ziare in seguito le qualità specifiche, come sostengono gli spe-cialisti del Centro di medicina e chirurgia dello sport diLocarno. Ho l’impressione che puntando troppo sulla condizio-ne specifica si corra il rischio di ferirsi con maggiore facilità”.

SULL’ESTENSIONE DELLA PRATICA DEL JUDO“Penso che questo giocare a mettersi le mani addosso col giustorispetto sia da favorire, anche solo per alcune stagioni, senza pen-sare di arrivare alla cintura nera. Se guardiamo giocare i ragazzi,la maggior parte di essi ha la tendenza a mettersi le mani addos-so, e se noi li educhiamo a farlo nel modo giusto e con l’adegua-to autocontrollo, allora, chissà, questo potrebbe anche contribui-re a far sbollire il fenomeno del bullismo, di cui oggi molto siparla. Credo infatti che la difesa personale sia molto importante,ancora più di una volta, non fosse altro che per acquisire unamaggiore sicurezza nei propri mezzi (autostima). Si sa da statisti-che che molti tra coloro che vengono aggrediti lo sono proprioperché l’aggressore capta nell’altro una condotta non disinvolta esicura come può esserla quella di uno sportivo. Ben vengano,allora, quei docenti che propongono i giochi di arte marziale inpalestra durante la lezione di educazione fisica. In fondo, basta-no alcuni tappetini e idee chiare sugli scopi da perseguire”. �

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 53

Si ringrazia il Centro Arti Marziali Judo Do Yu Kai Chiasso (www.dyk-chiasso.ch) per la collaborazione nella realizzazione di questo servizio.

cominciare anche loro, anche se non hanno un interesse parti-colare per quella disciplina. C’è poi chi inizia a praticare uno sport per scoprirsi talentuosoin un altro. Uno degli esempi più eclatanti in Ticino è quello diMarco Rapp, strappato quasi con forza al calcio per portarloall’atletica, quando mi disse il tempo che aveva realizzato sui400 m in occasione dei suoi esami per ottenere il diploma diinsegnante. Ho impiegato quasi tre anni a convincerlo, poi èarrivato addirittura alle Olimpiadi di Seoul nel 1988. In merito alle arti marziali, come caratteristica particolare in unragazzo intravedo l’equilibrio fra i vari fattori di condizionefisica e capacità coordinative, perché il judo richiede resisten-za, forza, reattività... e, non da ultimo, forza mentale”.

SULLA COMPONENTE MENTALE“È decisiva in tutti gli ambiti, famigliari, sociali, scolastici, sporti-vi e professionali. L’equilibrio mentale spesso fa la differenza.Dico sempre che non ci sono cibi o bevande magiche, se mai,magico è il nostro pensiero. Grazie alla scelta dei pensieri giustiposso cambiare il mio risultato scolastico, professionale e sportivo. Tuttavia si parla molto di mentale, ma troppo pochi sono gli alle-natori che sanno proporre gli esercizi giusti per potenziarlo. Silascia un po’ troppo spazio all’improvvisazione. È necessarioquindi un maggior rigore per non continuare a sentire gli atletirilasciare dichiarazioni del tipo “abbiamo avuto un calo menta-le”. Sì, e allora cosa facciamo perché questo non accada?”.

SULLA COMPONENTE FISICA“Nel corso della mia esperienza professionale ho avuto l’oppor-tunità di incontrare diversi judoka, scambiare con loro opinio-ni, ricevere da parte loro richieste di suggerimenti su comemigliorare la loro condizione fisica, soprattutto la resistenza. Se

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54 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

The dark side of the moon, quel lato oscuro e nascosto dellaluna raccontato in musica dai Pink Floyd negli anni settan-ta, è nel mio immaginario. Come idea, come concetto.

Come altrove. L’oltre a cui porta il desiderio. Il versante est delMonte Generoso è oltre al mio sguardo. La mia visione abitua-le è quella del versante ovest, ripido, impervio, roccioso. Il retrodella montagna in versione invernale lo posso solo immagina-re. È il sud del sud delle Alpi, l’ultima appendice della catenaprealpina. Ed è improbabile trovare molta neve, e fino in basso.Ma può capitare. E allora bisogna approfittarne subito, e segui-re quel desiderio che promette qualcosa di speciale proprio per-ché occasione rara. La situazione si presenta, l’appuntamento ècon l’amico Pietro, che in Val d’Intelvi è di casa. Un viaggioall’alba, all’uscita dalla oscura Val Mara il paesaggio si allarga,

per annullarsi di nuovo nella nebbia. Una giornata umida, gri-gia. Nella monotonia la percezione si amplia, le sfumaturediventano più intense. Lo spazio è ristretto e ampio allo stessotempo, la poca visibilità tende all’infinito. Una giornata che siaddice a un’indole malinconica, una malinconia che è intimitàe introspezione. I passi dal suono attutito scandiscono il ritmodella salita, gli ambienti mutano impercettibilmente, comescene teatrali in cui cambia la coreografia. L’escursione è cosìsuddivisa in vari atti, ognuno con atmosfera unica. Radure,alberi, cespugli sparsi. Tracce di sentiero tra filari di alberi.Cascine. Spazi ampi. Faggeta. E poi la fitta pineta con albericarichi di neve e nessuna traccia. Siamo soli. So di essere inquel bosco che da casa vedo come un triangolo scuro, e che ilprimo giorno dopo una nevicata sembra un quadro divisionista

testo e foto Giosanna Crivelli

ESCURSIONI

Sci-escursionismo: Casasco (Val d’Intelvi, Italia) - Monte Generoso

LUOGHIIMPROBABILILUOGHIIMPROBABILI

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in bianco e nero. Avevo sempre desiderato andarci, ed ora erolì. Arriviamo a Cima Crocetta, siamo in cresta. Per un attimo lanebbia si dirada, quel tanto che basta per farci sentire la monta-gna, sottili strati di roccia calcarea che sembrano ripetersi infasce allargate culminanti nel disegno dei crinali boschivi. Unoltre in cui le tonalità di blu si perdono nel grigiore dellaPianura Padana. Poi la nebbia ci riavvolge. Ripide salite alter-nate a brevi tratti pianeggianti ci portano fino alla Cima dellaPiancaccia. Bianco puro, visibilità nulla, un attimo di delusioneper la discesa. Seguo l’ombra di Pietro, che conosce ogni piegadella montagna, un attimo di esitazione e poi giù, e il nulla ciprende. Non sono gli occhi a scegliere il percorso, ma il corpoche reagisce alle sottili variazioni di pendenza e alle irregola-rità, e sempre di nuovo cerca il baricentro. Più in basso il riap-parire della vegetazione riporta al senso di orientamento abitua-le. Sullo schermo vuoto riappaiono le immagini. Un boscorado, qualche traccia, il fiume. Poi inizia la risalita verso ilPizzo della Croce. Un imponente faggio solitario sembra un

faro nella nebbia. Più in alto le forme di nuovo si dissolvono.La sciovia in disuso appare spettrale, l’ambiente sembra pro-prio essere quello del lato nascosto della luna. Solo che la lunadei Pink Floyd è nera, e la nostra luna è invece completamentebianca. In atmosfera surreale scendiamo verso Corte la Bolla, esiamo di nuovo nella realtà. �

Cartografia : Lugano 1:25’000, carta escursionistica transfrontalieraMonte Generoso 1:25’000 (visione generale, ma poco precisa)

Dislivello : ca. 900 mTempo : 4 orePercorso : Casasco - strada per l’Alpe d’Orimento - prima del

ponticello a quota 1’057 m si segue il sentiero estivoper l’Alpe d’Orimento, lungo il bordo del bosco - Alpe d’Orimento-Corte Boll-Barco dei Montoni - sopra all’Alpe Gotta diramazione del sentiero a sinistra(poco visibile) - Cima Crocetta - quota 1’426 m - Cimadei Torrioni-Cima della Piancaccia - quota 1’645 m - discesa seguendo la dorsale fino al promontorio a 1’455 m - Valle Erba Fredda - breve risalita alle cascine a quota 1’250 m - discesa al fiume - risalita a Corte Genzago - salita in diagonale verso il Pizzo dellaCroce - seguendo il tracciato della sciovia - discesaverso Corte la Bolla - su strada si ritorna al punto dipartenza.

CORSI DI FOTOGRAFIA CON GIOSANNA CRIVELLIInformazioni e programma:Giosanna Crivelli, cp 241, 6926 Montagnola, tel. 091 994 85 17e-mail: [email protected], internet: www.fotolife.ch

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ACCESSORI:I PREFERITI AL FEMMINILENell’evoluzione dell’automobile, un ruolo crescente lo assume anche la componente equipaggiamento. Una scelta personale

che, a dipendenza della marca, si propone con un elenco, tra serie e opzioni, da far perdere la testa. Anche quella delle donne?

testo Stefano Pescia - foto Rémy Steinegger

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G li esperti del settore non hanno dubbi. L’automobile deiprossimi anni si presenterà con un valore aggiunto in cre-scendo per importanza chiamato accessorio. La sua mis-

sione è quella di allietare una mobilità che richiede un tempo ditrasferimento, da un luogo all’altro, sempre più lungo. La for-mula “traffico anti-stress” si propone quindi nell’abitacolo. Iveicoli non cambiano solo nella loro tecnologia, sicurezza, co-modità e nello spazio offerti, ma anche nella ricchezza degli ac-

cessori messi a disposizione da ogni costruttore. Lo scopo èquello di ottenere una cura dei particolari e un ambiente chevuole ricordare il salotto di casa, per assicurare a conducente epasseggeri dei viaggi più rilassanti e confortevoli. Cancellarel’essere spartano nell’equipaggiamento non ha solo portato deibenefici alle vetture di media e grande cilindrata. Anzi, sono so-prattutto le cittadine, più piccole in dimensioni, che si presenta-no come dei nuovi modelli equipaggiati a puntino. Tanta atten-

1 2 3 4

9 10 11 12

17 18 19 20

1 - Materiale per interno2 - Claudia Ricca

3 - Cambio automatico4 - Sensori di parcheggio

09 - Tetto panoramico10 - Sabina Guastini

11 - Marisa Pin12 - Vivavoce

17 - Porta occhiali 18 - Climatizzatore19 - Diana Marone

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 57

zione per delle automobili che si identificano sempre di più co-me un’interessante alternativa alle vetture di segmento superio-re e che offrono una vita a bordo sempre più curata e comoda.Un altro fatto appurato è quello che, in generale, la scelta di unveicolo in una famiglia è determinata dalla valutazione, nel ca-so di marca, modello e motore, da parte dell’uomo, mentre percolore, qualità e abbinamenti degli interni l’ultima parola spettain prevalenza alla donna. La domanda sorge quindi spontanea:ma la scelta dell’accessorio è in relazione al sesso? Per certiaspetti potremmo rispondere affermativamente, anche se nellamaggioranza dei casi, è l’uomo che se ne occupa direttamente.In quest’occasione però abbiamo voluto indagare chiedendo adiverse donne di ogni età quali accessori non dovrebbero man-care nella loro automobile. Protezione degli occupanti e funzio-nalità sono i due gruppi comuni che sono emersi in quasi ogniscelta effettuata dalle signore da noi interpellate. ABS, airbag,cinture di sicurezza sono le prime aspettative. Scelte sagge cherinforzano anche il desiderio di poter guidare una vettura dotatadi un cambio automatico, della climatizzazione e, perché no,anche di sensori per il parcheggio. In alcuni casi sarebbero gra-diti anche i sedili riscaldabili e quelli a regolazione elettrica.Sollecitate alla voce “navigatori satellitari” molte sorridono. Sa-rebbero comodi, ci dice qualcuno, ma la loro regolazione richie-de una certa dimestichezza. Semplicità nella gestione e nella re-golazione: ecco le parole magiche che piacciono al sesso fem-minile (ma non solo a loro!). Il tutto deve essere abbinato ad unafunzionalità che favorisce un utilizzo pratico del mezzo di tra-

sporto. I sistemi di controllo della stabilità e della trazione, isensori che controllano la pressione degli pneumatici, la trazio-ne integrale, il sistema di regolazione della velocità o anche gliinterni in pelle non figurano tra le priorità. Un vezzo? Lo spec-chietto illuminato per avere la possibilità di risparmiare qualcheminuto il mattino e curare il trucco in viaggio e prima di scen-dere dall’automobile. Tra le curiosità possiamo indicarvi, peresempio, che la scelta del seggiolino per il trasporto dei bambi-ni è quasi sempre un compito riservato all’uomo e non alla si-gnora, come si potrebbe pensare.Gli accessori che semplificano la vita al volante sono in costanteevoluzione per quantità, genere e tecnologia. Con la crescita delnumero dei radar distribuiti anche sulla rete stradale ticinese,l’antidoto ideale è certamente rappresentato dai regolatori di ve-locità. Si passa da quelli tradizionali, ormai disponibili nellamaggioranza dei veicoli pure di categoria media, ai sistemi capa-ci di mantenere la vostra vettura ad una distanza di sicurezza dalveicolo che vi precede, accelerando e frenando automaticamente.Di serie o in opzione, si passa dai fari ad accensione automaticae dai sensori per evitare gli urti, fino alla telecamera che trasmet-te le immagini su uno schermo, inserendo la retromarcia. Anchese quest’ultimi non sono ancora perfetti, rappresentano un buoninvestimento se si considerano i costi delle riparazioni dei dannicausati alla carrozzeria. E questo è certamente un argomento se-guito con particolare attenzione anche dalle signore, che contra-riamente a quanto sostiene il sesso forte, nella guida sono spessopiù attente e meno soggette a causare degli incidenti. �

5 6 7 8

13 14 15 16

21 22 23 24

5 - Dolores Rebozzi6 - Airbag passeggero

7 - Maria Rosa Pina8 - Navigatore

13 - Tiziana Benzoni14 - Controllo consumo 13 - energia

15 - Cruscotto/Contagiri16 - Airbag guidatore

20 - Vernice metallizzata21 - Sofie Ciccharelli

22 - Donatella Ciccharelli23 - ABS24 - Federica Zanotta

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Chili di troppo? Peli superflui?

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Page 59: Illustrazione Ticinese

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Page 60: Illustrazione Ticinese

MOTOCICLETTE DALLA

LUNGA VITAIl parco moto in Svizzera cresce di anno in anno,

un motivo ci sarà! Le vendite aumentano, è così,

ma il vero motivo va ricercato nella “longevità” di

cui le moto paiono godere in Svizzera.

testo Graziano Guerra

60 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07

Parrebbe o è così? In effetti i motociclisti e le motociclisted’Elvezia, in media percorrono fra i 3’000 e i 5’000 chilo-metri a stagione, e le “code di fuoco”, durante l’inverno,

solitamente vengono messe a riposo. Di più a nord delle Alpi.Questo contribuisce alla longevità del parco veicoli nazionale inmodo determinante. C’è dell’altro: buona parte delle moto ri-mane accasata con il primo proprietario per molto tempo, solodopo diversi anni di onorata vita di coppia passa al mercato del-l’usato e percorre ancora molti chilometri. Affidabilità, pochepretese tecniche e il proverbiale amore per la sua motociclettada parte del proprietario o della proprietaria, allungano la vitaben oltre la media rispetto a tutte le automobili. Di conseguen-za, il parco veicoli aumenta. Rispetto ai Paesi vicini inoltre, ladomanda di motociclette di grossa cilindrata, sportive, touring echopper è sempre molto forte.

SCOOTER, BENIAMINI NEGLI AGGLOMERATI URBANIMirabile il successo che i divertenti scooter hanno raccolto inpoco più di tre lustri. Nel 1990 sulle nostre strade circolavano

12’370 scooter, alla fine del 2006 erano 239’000! Buon prezzo,minima manutenzione, bassi consumi, sempre pronti a tutto efacili da usare. Ecco spiegato l’arcano. Occorre aggiungere chela messa in moto elettrica e il cambio automatico sono stati i fat-tori che più hanno contribuito alla diffusione di questi simpaticie spesso allegramente colorati veicoli. Oggi sono disponibili adue e a tre ruote, nelle cilindrate 50, 125, 250, 500, 650 cc, è inarrivo anche un mastodontico 800 cc.

ANNATA RECORDSecondo i dati dell’Ufficio Specialistico Svizzero per le DueRuote (SFZ), il numero dei veicoli a due ruote motorizzati im-matricolati in Svizzera nel 2006 ha superato le 600’000 unità.Le immatricolazioni l’anno scorso sono state 44’244, con unacrescita dello 0,5% rispetto al 2005. 22’100 nuovi possessori diuna motocicletta hanno portato da 355’834 a 368’328 il totaledelle moto in Svizzera. L’aumento delle vendite di scooter è sta-to di 21’972 unità, che ha portato il totale da 235’454 a 239’438veicoli.

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Page 61: Illustrazione Ticinese

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-07 61

LA MOTOCICLETTA PIÙ COMUNICATIVA CHE C’ÈChi va in moto lo sa, quasi mai si ripercorre un tratto di strada al-lo stesso modo. La scelta della traiettoria, l’angolazione con cuisi entra o si esce da una curva, il dosaggio dei freni e dell’accele-ratore, il bilanciamento del peso, il ritmo e il tempo impiegato so-no solo alcune delle peculiarità di ogni singola corsa. Per gli ap-passionati, l’essenza dell’andare in moto consiste nello specialedivertimento che deriva dalla corsa, non semplicemente adeguar-si alle condizioni di guida, ma trarne il massimo godimento. Il“vostro” ha avuto modo di provare, in condizioni stradali eccel-lenti, la nuova Kawasaki Versys. Fare di ogni viaggio qualcosa diunico e speciale… in sella alla nuova “Kawa” non mi è stato dif-ficile. È una moto che permette di esplorare bene il proprio stiledi guida, e di trovare la giusta ispirazione per affrontare qualun-que tipo di tracciato, in città e fuori. Sa entusiasmare come po-che, grazie ad un controllo di guida eccezionale, per le ottime im-postazioni delle sospensioni e per la posizione di guida. S’infilacon facilità nella traiettoria scelta, e si cambia con la stessa disin-voltura, anche nel bel mezzo di una curva. La combinazione disterzata rapida e stabilità dinamica, consente di affrontare ogni ti-po di curva, da quelle più ampie ai tornanti più stretti, senza pa-temi d’animo. Le ruote posteriori e anteriori da 17” permettono

manovre rapi-de e sportive,come purel’impiego diuna gran va-rietà di pneu-matici. Grazieal corto serba-toio del carburante,il pilota si trova in una posizione più vicina al manubrio, per uncontrollo maggiore. La capacità di 19 litri offre una grande auto-nomia. L’ampio manubrio permette di mantenere una posizionerilassata consentendo, inoltre, di sperimentare diversi stili di gui-da. In collina o nell’intricato traffico cittadino, la sella alta e laposizione eretta regalano una visuale chiara e sgombra. Un para-brezza regolabile su tre posizioni protegge dal vento della corsa.La marmitta collocata sotto il motore favorisce l’accentramentodella massa, libera lo spazio sotto il sedile e tiene il calore lonta-no da guidatore e passeggero. Tre freni a disco a margherita con-feriscono un’elevata potenza frenante. Il motore è un bicilindricoparallelo compatto di 649 cc a 4 tempi, raffreddato a liquido, dal-la potente coppia, specialmente ai regimi medio-bassi, con con-seguenti grandi soddisfazioni sia in accelerazione iniziale sia inuscita di curva. Il cambio è a sei rapporti. Kawasaki Versys è di-sponibile presso tutti i concessionari ufficiali al prezzo di11’190.-; ABS in opzione a franchi 800.-. �

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Page 62: Illustrazione Ticinese

Un aspetto gradevole e curato contribuisce in modo sostanziale ai suc-cessi nel campo del lavoro e della vita privata. Perdere i capelli a voltesignifica subire disagio, insicurezza, incrinare i nostri rapporti sociali esentimentali.Per fortuna non siamo più impotenti nel combattere la calvizie, anzi, pos-siamo affermare che avere i capelli oggi è una scelta. L’Istituto Sanders,azienda leader del settore tricologico, vanta oltre venti anni di esperien-za. È presente a Lugano, Chiasso, Bellinzona e Locarno. In questi quat-tro centri tutti potranno sottoporsi gratuitamente a un esame dei propricapelli e informarsi sulle tecniche più attuali per salvaguardarli.

Segnali d’allarme.In presenza di perdita eccessiva di capelli, di diradamento, di diminuzio-ne della loro densità, di prurito, di grasso eccessivo, di forfora e desqua-mazione, meglio subito farsi controllare perché prima si interviene conmisure di prevenzione e maggiori sono le possibilità di successo.

Analisi dei capelli.Metodi diagnostici di avanguardia consentono di stabilire con precisionele cause delle diverse anomalie dei capelli, di accertare l’eventuale man-canza di qualche elemento e di individuare anche piccolissime tracce disostanze intossicanti. Esame tricologico, mineralogramma e tricogram-ma, sono le analisi dei capelli che possono essere ritenute necessarieper stabilire un trattamento specifico e personalizzato.

E per la donna?Naturalmente il problema dei capelli si evidenzia maggiormente negliuomini con la conseguente calvizie più o meno pronunciata, ma è tra ledonne che quando il diradamento si manifesta diventa intollerabile. Ineffetti la donna con pochi capelli non ha alcuna possibilità di passareinosservata senza suscitare curiosità e commenti. Una risposta convin-cente al problema femminile la dà ancora una volta l’Istituto Sanders,che ha creato un trattamento specifico e una tecnica di integrazioneinsuperabili.

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Page 63: Illustrazione Ticinese

OROSCOPO

testo Cloris Sciaroni

Il mese inizia con una bella luna in Leone, sorretta da Giove e Venere ma opposta a Marte, segno che il potere maschile è ancora imperante e che le donne,anziché proporsi con le loro qualità di sensibilità e intuizione, mirano alla carriera misurandosi con la forza dell’uomo, che ha altri fini. Certo, ve ne sono che sisanno distinguere, ma non fanno rumore e non hanno bisogno di premi speciali. Il “nostro cielo natale” ora è “bombardato” da influssi astrali notevoli, sugge-rendo capovolgimenti importanti, che scuoteranno parecchie coscienze. Sole-Urano e Nodo Lunare nord in Pesci sono toccati dalle due eclissi del 3 e del 19marzo e daranno un forte scossone al nostro Parlamento, al nostro Governo, dove siedono parecchie persone incapaci di sostenere progetti innovativi con corag-gio. Oggi come oggi dobbiamo debellare “il virus dell’ignoranza e dell’arroganza”. Non è “vaccinando” tutti quanti che saremo immuni da abusi spaventosi,dalla violenza e dallo sfruttamento, bensì garantendo aria sana, igiene e lavoro a tutti. L’ecologia e la salute del pianeta devono davvero avere la priorità, per-ché la materia prima ce la fornisce la natura e la nostra salute dipende da un ambiente sano. Un elemento importante da salvaguardare ora è l’acqua, che moltisottovalutano!

ARIETE 21/3 - 20/4Marzo presenta diversi aspetti astrali interessanti: intanto aveteVenere nel segno fino al giorno 17, baciata da Giove cheaumenta il vostro fascino e attira a voi situazioni fortunate.Molti pianeti dall’Aquario, poi, indicano dei veri colpi di scena,

eventi imprevedibili e tante novità, specialmente in campo sentimentale.Attrazioni fatali e avventure galanti in vista, attenzione cari uomini se siete giàimpegnati! Anche nel settore lavorativo e degli studi potreste ottenere risulta-ti brillanti e forse qualcuno di voi riceverà delle proposte inattese, siate apertia tutto. Del resto voi non temete le sfide. Sarete comunque voi giovani a farela differenza, osando proporre cose nuove, originali e innovative. Per quantoattiene la salute, siccome sarete più impulsivi e imprevedibili del solito, cerca-te di non oltrepassare i limiti.

TORO 21/4 - 20/5 Nei primi 17 giorni gli astri metteranno sottosopra il vostrosistema nervoso portando parecchio scompiglio e spessodovrete ribaltare i vostri programmi e riadattarvi a nuove situa-zioni, ma per questo avete l’appoggio del Sole e di Urano dai

Pesci. Non sarete ovviamente immuni da critiche, rivalità e invidie, ma voiandate dritti per la vostra strada e, quando vi trovate di fronte a situazioni dif-ficili, fermatevi e respirate profondamente. Così potrete reagire correttamen-te. Anche i sogni possono darvi una mano. Sappiate comunque che è megliolavorare in gruppo ma con ruoli ben distinti, in modo che ciascuno possa edebba assumersi poi le proprie responsabilità. È il vostro modo di fare e di pen-sare che deve cambiare. Prudenza negli sport e sulle strade. Dal 18 Venere saràcon voi regalandovi pace e amore.

GEMELLI 21/5 - 21/6Inizio folgorante per voi. Gli influssi benevoli dall’Aquario portanonovità e soluzioni tanto attese. Tuttavia, avendo Sole e Urano dis-sonanti che saranno toccati da due eclissi, la prima il giorno 3 e laseconda il giorno 19, se avete abusato delle vostre energie dovre-

te fare i conti con qualche problema di salute. Forse avete vissuto per tanto temposotto stress e ora che potete tirare un sospiro di sollievo le forze cedono. La vita èbizzarra a volte. Per molti di voi si prospettano cambiamenti radicali e salutari.Nella prima parte del mese è bene coltivare le relazioni pubbliche, che possonotornarvi utili. A favore avete Saturno e Venere (quest’ultimo fino al giorno 17) percui potete contare su persone che credono in voi e vi sostengono. L’amicizia comel’amore è un bene prezioso e raro, da conservare con cura, ricordatelo.

CANCRO 22/6 - 22/7Fino al giorno 20 potete contare sull’energia che vi regalanoSole e Urano in positivo trigono. Per di più vi sarà un’eclissitotale lunare il giorno 3, chissà che non sia di buon auspicio evi liberi finalmente da situazioni snervanti e di dipendenza!

Infatti, con Venere dissonante nella prima metà, è ora di dare un taglio nettoanche alle persone che fino ad oggi vi hanno sfruttato senza mai darvi nullain cambio. Ma non dimenticate che siamo noi stessi a crearci certe situazioni!Nella prima metà del mese sarete particolarmente medianici e intuitivi tantoda riuscire ad avere sogni premonitori, ascoltateli. Nella seconda parte inveceavrete una meravigliosa Venere in aspetto favorevole per cui riceverete anchedelle manifestazioni d’affetto e solidarietà da persone che contano! Salute:controlli agli organi riproduttivi!

LEONE 23/7 - 23/8Il mese inizia con una bella Luna nel segno in trigono a Venere,baciata anche da Giove, il che rende voi donne protagoniste ecarismatiche. È il momento ideale per realizzare qualche pro-getto importante e sostenere progetti ecologici. Voi uomini

invece dovreste farvi un po’ da parte, visto che avrete Marte in opposizione!Questo aspetto porta bufera nei rapporti a due, e forse un taglio con un socio.Non sono neppure escluse discussioni accese per questioni di denaro con deiparenti. Stressanti i primi 17 giorni a causa di circostanze indipendenti dallavostra volontà. D’altro canto, però, potrebbero arrivare soluzioni positive inat-tese nelle questioni legali, anche se lasciano dei segni. Salute: prudenza perchi pratica sport. Uomini Leone frenate il ritmo di lavoro. Donne attente allacircolazione se assumete ormoni.

VERGINE 24/8 - 22/9 Molto stressanti i primi 19 giorni, con diversi pianeti dissonanti eben due eclissi! Pertanto dovrete usare molto bene le vostre ener-gie per non finire esauriti. Ne risentirà di più chi fra voi è pessimi-sta per natura e poco disposto a operare dei cambiamenti nella

propria vita. Inoltre, dosate parole e gesti perché sarete ipercritici e nervosi,rischiando di attirarvi qualche antipatia di troppo! Care donne, non atteggiatevia dittatrici e voi, uomini, cercate di controllare i vostri spiriti bollenti trattando concura i vostri figli e gli amici, “preziosi” e insostituibili. Poi, dalla seconda metà,Venere passerà in positivo trigono portando più calma, comprensione e qualchebella sorpresa! Ricordate che l’amore bisogna meritarselo! Salute i disturbi psico-somatici e i dolori cronici sono frutto di resistenze, liberatevene!

Page 64: Illustrazione Ticinese

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Page 65: Illustrazione Ticinese

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BILANCIA 23/9 - 22/10 Giorni ricchi di sorprese e colpi di scena i primi 19, con molteopportunità da cogliere al volo. Non rimandate al domani quel-lo che potete fare oggi! Per molti di voi si tratta di nuovi inizi.Sarà l’amore a sconvolgere i vostri piani? Nella prima metà del

mese gli astri vi portano ad interessarvi di arte, di musica e di politica.Sviluppate i vostri talenti naturali. Il successo arride agli audaci. Coltivate lerelazioni pubbliche perché vi saranno utili. L’educazione e la socialità sono ivostri settori di lavoro ideali e, con il vostro senso spiccato della giustizia, pote-te battervi per la protezione dei diritti umani e dei bambini in particolare! ConVenere dissonante fino al 17 abbiate cura della vostra economia e siate atten-ti ai consumi! Investimenti importanti solo dal giorno 18! Salute: ascoltate isegnali del corpo.

SCORPIONE 23/10 - 22/11Turbolenze in vista nel vostro “cielo natale”. Soffia aria di bufe-ra in casa nei primi 19 giorni! Le discussioni infatti possonoprendere una svolta aggressiva, controllate i vostri spiriti bol-lenti e la vostra sottile vena vendicativa! I vostri familiari non

devono servire da parafulmine! Per fortuna che Sole e Urano in positivo trigo-no, aiutati poi da Venere e da Mercurio dal 18, faranno sì che troviate altricanali di espressione, come la pittura, la scrittura, la musica, la danza, la corsa,per scaricare il nervosismo. Non isolatevi per orgoglio, ma circondatevi di per-sone sagge e positive e leggete libri spirituali, che trattino anche di karma ereincarnazione! Del resto potreste anche sviluppare le vostre doti intuitive emedianiche, purché usate poi a fin di bene. Possibili sogni premonitori. Salute:depurate mente e corpo!

SAGITTARIO 23/11 - 21/12Molto movimentati i primi 18 giorni sul piano della comunica-zione e delle relazioni pubbliche. È nella prima metà che fare-te migliori affari, perché poi Mercurio si disporrà in aspetto dis-sonante creando confusione, specie se avete l’Ascendente in

Pesci o Gemelli. C’è molta energia mentale che potete mettere a frutto perproporre idee originali e progetti innovativi e aumentare la clientela.Attenzione però a non mettere troppa carne al fuoco, altrimenti rischiate dinon poter mantenere tutte le promesse. Giovani in cerca di lavoro buttatevi efatevi conoscere. Date ideali per la firma di contratti: 1-2-5-6-7-15 e 16! Perqualcuno di voi si prospettano cambi di residenza, ufficio o paese! Salute: aSole e Urano dissonanti si associano le due eclissi del 3 e del 19 marzo, dosa-te dunque bene energie e impegni!

CAPRICORNO 22/12 - 20/1Marte vi ha lasciato insieme all’inverno, non senza avervi rega-lato più certezze, almeno su cosa volete e cosa no. È tempo dicambiamenti! Ora è giunto il momento di allargare la vostravisione mentale anche su argomenti nuovi e accettare che non

tutto si può spiegare razionalmente. Con Sole e Urano nei Pesci, il vostromotto sarà “rinnovarsi dentro e fuori”. Cari signori over-50, è giunto ilmomento di fare largo ai giovani e di mettersi da parte. Potrete sempre fun-gere da consiglieri o appoggiare, con la vostra esperienza, associazioni o teamdi persone con idee e progetti innovativi. C’è parecchio movimento nel setto-re finanziario. Fate ordine nella vostra economia domestica e aspettatevi speseimpreviste, ma anche dei meriti. L’amore vi gratificherà dopo il 18. Salute:rischi da non sottovalutare! Visita dal dentista.

AQUARIO 21/1 - 19/2Un affollamento di pianeti nel segno, nella prima metà delmese, “spalleggiati” da Giove e Venere, suggerisce opportu-nità impreviste e circostanze fortunate che potrebbero modifi-care la vostra vita, specialmente se avete l’Ascendente in

Ariete, Sagittario o Bilancia. Più problematica la salute con l’Ascendente inVergine o Pesci. Meglio ridurre gli impegni, evitare avventure rischiose e sportpericolosi. Con la componente Scorpione c’è qualche preoccupazione, forse acausa di problemi familiari. Anche in campo amoroso potreste comportarvi inmodo esagerato. In tutti i casi, evitate di diventare arroganti ed egocentrici edosate il linguaggio, perché con il vostro sarcasmo potreste lanciare critichepungenti. Usate invece le vostre potenti energie per difendere gli emarginati!Salute: evitate i colpi di freddo.

PESCI 20/2 - 20/3Il Sole è nel vostro segno fino al 20, Urano e Nodo Lunare nordstazionano lì da tempo e Mercurio vi arriverà dopo il 17.3.Inoltre, riceveranno l’opposizione della Luna il 3, giorno dellaprima eclissi e il giorno 19 della seconda. Si tratta di influssi

astrali importanti, che possono cambiare radicalmente il decorso della vostravita. Anziché parlare e filosofare su ciò che è meglio fare, attivatevi in primapersona. Sul lavoro è bene non cercare di prevaricare e accettare a volte dellecritiche, anche se queste possono infastidirvi. Voi giovani del segno portereteuna ventata di freschezza e idee innovative: perché non lavorare con un grup-po che miri a progetti originali, fuori dai sentieri battuti? In amore tutto è pos-sibile, ma al di là delle infatuazioni facili, avete bisogno di un affetto vero eduraturo. Salute: liberatevi da vizi nocivi.

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Page 66: Illustrazione Ticinese

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Capo redattore: Stefano PesciaCollaboratori: Graziano Guerra (moto)Fotografie: Rémy SteineggerImpaginazione: Tredicom SAPubblicità moto: TuttoSprint

Tel. 079 697.49.65

6908 Lugano-Massagnoc.p. 418tel. 091 972 26 20

“Il materiale redazionale e fotografico nonrichiesto non viene restituito”.

COLLABORATORI REDAZIONALI

N° 2 - 1. MARZO 2007

Luigi Bosia

Graziano Guerra

MarcoOrtelli

ClorisSciaroni

StefanoPescia

RobertoRizzato

RobertoSchneider

RémySteinegger

Elena Stern-Balestra

LorenzaStorni

PiergiorgioBaroni

Elio delBiaggio

Rita Ducret-Costa

StefanoEmber

AntonellaBroggi

GiosannaCrivelli

Siete degli amanti dell’opera? Allora, risolvete il cruciverba e riportate nel casellario le lettere risul-tanti nelle caselle contrassegnate dai numeri in rosso. Risulterà il nome di un personaggio verdiano.

a cura di Daniela Sandrini

CACCIA ALPERSONAGGIO

ORIZZONTALI: 1. La esegue il sommelier – 12.Concernenti – 13. La memoria del computer –14. Angusto – 15. Boss – 16. Motivetto – 17.Ingrediente della birra – 18. Il fiabesco Peter –19. L’articolo per gnocchi – 21. Imbarcazioneleggera – 23. Vantaggio – 24. AssicurazioneInvalidità – 25. Sophia, nota attrice – 26. Unapedina coronata – 27. Pomata – 28. Il pupodell’Iris – 29. Il complesso jazz – 30. Seggi rega-li – 32. Ha composto l’Aida – 33. Beni preziosi –34. Le iniz. di Cerusico – 35. Unione Europea –36. Il letto sospeso – 38. La innesta l’autista –42. La sacerdotessa di Afrodite – 43. Riga – 44.La nota degli sposi.

VERTICALI: 1. Dissentire, discordare – 2.Accedere, introdursi – 3. Fiammifero – 4.Superficie – 5. Un gergo del tennista – 6. Lasigla del Tritolo – 7. Formano le molecole – 8.Zona Industriale – 9. È annesso alla chiesa – 10.Il Bonaparte – 11. Sta per “sangue” – 15. Laprima delle nove Muse – 19. Un albergo senzaristorante – 20. Espressione musicale tedesca –22. Il nome di Papi – 25. Ululare – 27. Ruzzolar– 29. Animalesco, violento – 31. Più che agiata– 33. Emirato arabo – 36. Uncini da pesca – 37.Dittongo in faina – 39. Articolo romanesco –40. Gola centrale – 41. Associazione Sportiva.

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La soluzione del numero precedente era: AGNESE

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Page 68: Illustrazione Ticinese

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