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IL MESSAGGERO SARDO Periodico della Regione Autonoma della Sardegna per i Sardi nel mondo www.ilmessaggerosardo.com Anno LI n. 2 - Dicembre 2020 COVID 19 L’Isola investita dalla seconda ondata Gli interventi per i Circoli dei sardi Una stagione amara EMIGRAZIONE TURISMO Una stagione amara

ILMESSAGGERO SARDO

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ILMESSAGGEROSARDO Periodico della Regione Autonoma

della Sardegna per i Sardi nel mondo

www.ilmessaggerosardo.comAnno LI

n. 2 - Dicembre 2020

COVID 19

L’Isola investitadalla seconda ondata

Gli interventiper i Circoli dei sardi

Una stagione amara

EMIGRAZIONE

TURISMO

Una stagione amara

La posta dei lettori2 IL MESSAGGEROSARDO

Pubblichiamo alcune delle centinaia di mail che ci hanno inviato i lettori che hanno ricevuto per e-mail copia delnumero speciale del “Messaggero sardo on line” pubblicato nel giugno scorso. Chiunque fosse interessato a riceverlopuò inviare il suo indirizzo di posta elettronica per essere inserito nella nostra mailing list

Periodico della Regione Autonomadella Sardegna per i Sardi nel mondo

Edito da “Associazione CulturaleMessaggero Sardo”Presidente Gianni De CandiaVia Ciusa 16 - 09131 CagliariSito web www.ilmessaggerosardo.comilmessaggerosardo@tiscali.itRegistrazione del Tribunale di Cagliarin. 4212 dell’11-4-1969Iscrizione al R.O.C. n. 6415

IL MESSAGGERO SARDO

Cari Amici del Messaggero Sardo, Vi ringrazio mol-to per il gentile pensiero che apprezzo moltissimo. Viallego una copia in Italiano del Libro: “Il Cardiologodell’Anima”. Se volete potete distribuirlo come un donoa voi da un Sardo all’estero. Un cordiale saluto edancora grazie. Bruno Cortis M.D. FACC (USA)

***Grazie 1000. È sempre un piacere leggere cose

della terra di mio nonno, Domenico Satta di Torpè.Buon lavoro a voi. S. Meli (Roma)

***Buonasera a voi tutti, vi ringrazio della gentilezza,

graditissima. Saluti da noi che abitiamo a Volterra,ma la Sardegna è sempre importante.

Mariangela Pala (Volterra)

***Grazie da Genova!!! Stefano Sanna

***È stata una cosa gradita, rivedere e sfogliare tutto

d’un fiato il Messaggero sardo. Grazie mille. Michele Casula

***Spettabile: Redazione del Messaggero Sardo, gra-

zie per avermi mandato il numero di giugno 2020 delMessaggero Sardo online. A me sempre gradito. Allaredazione, ai collaboratori e loro Famiglie, auguro ognibene e Salute. Pietro Biancu

***Ringrazio infinitamente per il pensiero; da “sarda” vera,

anche se vivo nelle Marche dove ho seguito mio marito,leggo sempre con grande piacere ciò che riguarda i sardie la Sardegna. Cordiali saluti. Antonietta Langiu

***Tante grazie per aver mandato il Messaggero sar-

do. Sono troppo contento. Cordiali saluti a tutti.Alfredo Corrias (Francia)

***Spett.le redazione, quale piacevole sorpresa nel rice-

vere finalmente il caro Messaggero. Un bel Numero cheho subito rilegato e leggerò attentamente. Non ho rice-vuto il numero di dicembre di cui leggo. Grazie comun-que per l’invio. Un bel lavoro e grazie. Antonio Mura

***Grazie, lo leggerò volentieri. Buona estate. Cordial-

mente.“Istimau connau, no podinde di istrinare ateru po su

sa die de cras chilompes sos annos, ti che imbio suMessaggero sardo, isperande si no a ddu lezere totu,nessi a ddu isfolliare si bi at iscritu de interessante insu mentras - A NDE LOMPERE CHENTU, CUN SALUDEE IN CUMPANZIA DE CHIE CHERES BENE”.

Costantina Frau

***Speciali come sempre. Grazie di cuore.

Giacomo Fenu

***Buongiorno, il Vostro giornale è sempre una gradita

sorpresa! Grazie e molti complimenti per il Vostroimpegno e il Vostro prezioso lavoro! Cari saluti.

Giovanna Spada

***Grazie mille, è sempre cosa gradita, sono figlia di

un emigrante sardo, e la Sardegna la sento come sefosse la mia terra Natale. Giuseppina Sella

***Ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.

A. Spagnuolo

***Buonasera, perché non me lo inviate tutti i mesi?

Gianluca Rossi

***È sempre un piacere ricevere “Il Messaggero”! Gra-

zie. Vi ringrazio per il bellissimo ar ticolo sull’evento diMaria Giacobbe. Spero che stiate tutti bene.

Olimpia Grussu (Danimarca)

***Grazie, graditissimo. Un saluto dalla Spagna.

Sergio Cani

***Graditissimo!... grazie mille. Saluti.

Domenico Mannoni (Udine)

***Caro Messaggero Sardo, leggo sempre volentieri le

notizie che scrivete sulla mia bella Sardegna. Pur abi-tando a Torino da circa settanta anni (oggi sono giànovantenne!) ogni anno vado a Cagliari e a Oristanodove ho parenti e tanti amici. Mi piacerebbe che voiguardaste ogni tanto quello che faccio, come hobby:ho un canale che ho chiamato “Spigolando con Um-ber to”; vi troverete tante poesie e racconti, alcunianche sardi e diver tenti. Vi allego anche un ar ticoloapparso su La Stampa di Torino dove una giornalistami ha dedicato un pezzo. Mi farebbe tanto piacere sepotessi anche esservi utile in qualche maniera. Cor-diali saluti e… forza Cagliari! Umberto Maccioni

2 La Posta dei lettori

3 Editoriale: Chiarezza e trasparenza

Il saluto dell’Assessore: Il desideriodi una rinascita negli auguri agli emigrati

Primo Piano4 Sistema sanitario travolto dall’epidemia

di Ottavio Olita

5 Un sorriso per preparaci al Natale

6 L’attività del Consiglio Regionaledi Gherardo Gherardini

7 Approvata la riforma sanitariadi Gherardo Gherardini

8 Verso il riconoscimento degli svantaggidella insularità di Antonello De Candia

9 Vacanze amare

10 Approvati dalla Giunta gli interventiper l’emigrazione di Gianni De Candia

11 La Consulta approva gli interventi per il 2020

12 La Consulta favorevole alla convocazionedi una Conferenza sull’Emigrazione sarda

13 Costituiti dalla Consulta i gruppi di lavoro

Speciale Emigrazione

14 Il fenomeno dello spopolamento nei paesidella provincia di Oristano di Marisa Fois

Attualità

16 La battaglia per il metano di Stefano Ambu

17 Il presidente Mattarella a Sassari per ricordareFrancesco Cossiga di Andrea Porcu

La scomparsa di Giorgio Carta di ADC

18 L’Isola in cucina, “Su trigu cottue sa Candelarìa” di Roberto Loddi

“L’agnello” di Piredda vince il premioCecchi D’Amico di Bruno Culeddu

Cultura

19 La figura di Efisio Mameli in un saggiodi Giancarlo Nonnoi di Paolo Pulina

Premiato “Sulle tracce di Maria Lai”

20 L’enciclica di Papa Francesco,un messaggio universale di Ottavio Olita

Lutto per la scomparsa di Bonaria Mancala pittrice-pastora di Andrea Porcu

21 Rilettura di “Assandira” di Giulio Angionidi Paolo Pulina

32 Ulassai, la “#ProssimaFermata”della stazione dell’arte di Gianni Zanata

Parlando in poesia22 Antonino Mura Ena, il poeta dell’eroicità

dei semplici a cura di Cristoforo Puddu

Parliamo della Sardegna23 Fra Islam e Sardismo: sogno, identità

e progetto di Gianraimondo FarinaSport30 Il Cagliari senza Nainggolan

punta tutto su Nandez di Andrea Frigo31 La Dinamo Banco di Sardegna

una stagione in bilico di Gibi Puggioni

Dalia Kaddari la “freccia sarda”dell’atletica leggera di Andrea Porcu

Rubriche

24-26 Dall’Italia27-29 Dal Mondo

SOMMARIO

Editoriale 3IL MESSAGGEROSARDO

IL SALUTO DELL’ASSESSORE ALESSANDRA ZEDDA

A conclusione di questoanno così tormentato e tra-vagliato, raggiungo volen-tieri, attraverso le pagine del“Messaggero Sardo”, tut-te le emigrate e gli emigra-ti per formulare loro e alleproprie famiglie l’augurio diun Natale comunque sere-no, vissuto nella riscoper-ta dell’essenza del suo piùprofondo significato.

Il desiderio di una rina-scita, in ogni ambito dellavita personale e sociale,nelle relazioni interpersonalie nell’azione di ciascuno, ispira la mia azione politi-ca e, ne sono certa, le iniziative e le attività realiz-zate dai nostri corregionali in Italia e all’estero, sep-pur con modalità diverse da quelle tradizionali.

A conferma di questa volontà, credo si possano

Il desiderio di una rinascitanegli auguri agli emigrati

accreditare le tante riunionidella Consulta (cinque in unsolo anno, oltre gli aggiorna-menti di seduta), la costitu-zione di gruppi di lavoro, ilsostegno ai circoli con il fi-nanziamento di progetti“emergenziali”, il coinvolgi-mento attivo e il potenzia-mento delle capacità proget-tuali, la concessione di pro-roghe per l’attuazione delleattività e la rendicontazionedelle stesse.

Le ingenti risorse e gli sforzisenza precedenti messi in

campo dalla Regione per attenuare le conseguenze diquesta pandemia costituiscono un motivo di conforto edi speranza per chi le promuove e soprattutto per chi nebeneficia, con il risultato non indifferente di favorire lacoesione e la corresponsabilità, al di là delle differenze

I l Messaggero sardo ha sempre seguito i lavo-ri della Consulta con suoi redattori. Sempre,

per quarant’anni, fin dalla seduta di insedia-mento del “parlamentino degli emigrati” – adeccezione di una volta nel 2010, quando l’as-sessore di turno li fece allontanare – i redatto-ri del Messaggero sardo hanno raccontato idibattiti che si svolgevano in Consulta perportare a conoscenza degli emigrati le propo-ste, i suggerimenti, le posizioni sostenute dailoro rappresentanti e le decisioni adottate,come testimoniano i resoconti pubblicati nelgiornale e consultabili nel sito del Messagge-ro e in quello della Regione.

Anche nella seduta del 24 gennaio, convo-cata e presieduta dall’assessore AlessandraZedda, in cui venne insediata la nuova Con-sulta, un redattore del Messaggero ha seguitoi lavori raccontando ai lettori del giornale comesi era svolto il dibattito. In quella circostanzavennero eletti il vicepresidente vicario, il vi-cepresidente e gli altri componenti l’Ufficio dipresidenza.

Su proposta dell’assessore venne decisodi rinviare l’esame del Programma Annualedi interventi per il 2020 e del Piano Triennale2020-2022 a una prossima seduta della Con-sulta da convocare subito dopo l’approvazio-ne del bilancio della Regione e comunque en-tro il mese di aprile.

La bozza degli interventi predisposta dagliuffici venne consegnata ai consultori in modoche potessero esaminarla e proporre sugge-rimenti e integrazioni entro pochi giorni.

Allora non era ancora esplosa l’epidemia di

Chiarezza e trasparenzaCorona virus. Poi è successo quel che è suc-cesso e l’emergenza sanitaria ha fatto passa-re in secondo piano tante altre questioni.

Il 30 luglio, quando sembrava che la pande-mia avesse dato un po’ di tregua, l’assessoreZedda convocò una Consulta per presentare ilProgramma annuale e il Piano triennale e faresprimere il parere al “parlamentino degliemigrati” prima di portare i due provvedimentiall’approvazione della Giunta. La riunione sitenne in videoconferenza e l’assessore si col-legò dal Consiglio regionale dove si trovavaper importanti impegni istituzionali.

Al Messaggero sardo, in questa occasione,come è ovvio, non fu possibile seguire i lavoricon un proprio redattore. Per non far mancarel’informazione al mondo dell’emigrazione cisiamo rivolti a una fonte autorevole, acqui-sendo informazioni ed elementi per scrivereun articolo. Il contenuto del quale, almeno peralcune parti, è stato contestato dai compo-nenti dell’Ufficio di presidenza della Consultacon un comunicato in cui si sottolineava che idue provvedimenti non erano stati approvaticon voto unanime, ma con un gran numero diastenuti.

Pur riconoscendo e apprezzando «l’impe-gno dell’assessore Alessandra Zedda e delpresidente Solinas nel mantenere il finanzia-mento per il 2020» ed esprimendo apprezza-mento per «la sensibilità dell’assessore nelriconoscere il ruolo dei circoli e sostenere illoro impegno in questo momento di grandedifficoltà, concedendo le anticipazioni», sisottolineava che non erano state ascoltate «tut-

te le istanze e le diverse proposte».Si sosteneva che, contrariamente a quanto

scritto nell’articolo pubblicato nel sito del Mes-saggero sardo online, «i documenti portati al-l’esame della Consulta non erano stati “appro-vati” dall’Ufficio di presidenza l’11 giugno». Nelcomunicato, infine, si esprimeva “rammarico”per la decisione di non finanziare più nel 2021 enel 2022 il progetto per la pubblicazione delMessaggero sardo online e, infine, si afferma-va che nella riunione del 9 luglio non era statané discussa né esaminata la proposta del Pia-no Triennale 2020-2022.

La Giunta regionale, nella seduta del 30 lu-glio ha approvato il Programma annuale 2020e il Piano Triennale 2020-2022 di interventi afavore dell’emigrazione sarda, proposti dal-l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda.Programma e Piano sui quali aveva espressoparere favorevole la Consulta regionale perl’Emigrazione il 9 luglio.

L’assessore Zedda non ha apprezzato il con-tenuto del comunicato e il fatto che la protestafosse stata espressa attraverso le pagine delMessaggero sardo, ma non ha gradito neppu-re che il Programma fosse stato approvatocon un così elevato numero di astensioni percui ha convocato una nuova Consulta – la ter-za nell’anno solare – per il 25 settembre, datenersi in videoconferenza, ma anche in pre-senza in modo da avere un confronto franco aviso aperto.

E così è stato, come si può constatare dallasintesi dei verbali (anche in questo caso ilMessaggero sardo non ha potuto far seguire ilavori da un suo redattore) che pubblichiamoin altra pagina del giornale. All’insegna dellachiarezza e della trasparenza.

di vedute e di appartenenza politica.È il risultato di un percorso comune, condotto non

senza fatica e talvolta con qualche incomprensione,ma sempre animato dalla consapevolezza del valoree dell’importanza del ruolo attivo e fondamentale deinostri “missionari di Sardegna”, forti di una identitàradicata e fiera del proprio essere e restare autenti-camente sardi, apprezzati nei diversi contesti territo-riali in cui vivono e operano.

Sono certa che questo cammino porterà ad unaprogressiva e ulteriore maturazione delle nostrerealtà organizzate in termini di autentici catalizza-tori e promotori di una Sardegna che non si arren-de, che non si adagia e capace di reagire anchedinanzi e a seguito di eventi dolorosi e luttuosi e dicrisi epocali.

Per questa ragione riaffermo la mia attenzione e lamia disponibilità, sicura di trovare in voi interlocutoriintelligenti e attenti, particolarmente sensibili nel ri-conoscere il quotidiano impegno per valorizzare lenostre radici e rappresentare sempre più, al di là diogni confine, la nostra abitazione comune: Casa Sar-degna.

Sinceri auguri per un Natale sereno e in partico-lare per un anno che sia davvero nuovo e migliore!Fortza Paris! Alessandra Zedda

Assessore del Lavoro, Formazione Professionale,Cooperazione e Sicurezza Sociale

Primo Piano4 IL MESSAGGEROSARDO

Sistema sanitariotravolto dall’epidemiaLa Sardegna che era stata isola covid-free investita dalla seconda ondata - Con l’arrivodei turisti e l’allentamento delle misure restrittive il virus ha dilagato - Le polemichesulla riapertura delle discoteche ma anche su fiere e sagre - Potenziate le strutture ospedaliere

Per cominciare regaliamoci una speranza,prima di raccontare il disastro causato in

Sardegna dall’epidemia da virus Covid-19. Lasperanza nasce da quattro valori che, a partiredalla seconda metà di novembre, data di scrit-tura di questo articolo, sembrano in calo.

Nel mare di paura prodotto da decine di de-cessi quotidiani e centinaia di contagiati, le ci-fre che possono darci una prospettiva di ottimi-smo sono: a) la discesa del numero di ricoverinei reparti; b) la diminuzione dei trattamenti interapia intensiva; c) l’Rt (indice di contagio nettodella malattia) allo 0.79, il più basso d’Italia; d)la lenta discesa del rapporto tra tamponi ese-guiti e soggetti risultati positivi al contagio:quando scriviamo è intorno al 14%. Ai lettori ilcompito di fare una valutazione, quando legge-ranno, se questa speranza, questa iniezione diottimismo, avranno avuto seguito oppure no.

Ed ora ripercorriamo le tappe del dramma.Mentre in Italia il primo focolaio certo veni-

va individuato a Codogno, in Lombardia, perpoi espandersi con velocità spaventosa soprat-tutto nel bergamasco e nel bresciano, in Sar-degna ci stavamo illudendo che, grazie al maree alle distanze potessimo godere di una condi-zione covid free. Poi bastò un’indiscrezione sullepossibili chiusure, su quello che venne benpresto definito lockdown, per scatenare la cor-sa verso l’isola di chi, abitando nel Continentema avendo una seconda casa in Sardegna, in-tendeva vivere una migliore condizione di clau-sura, godendo delle bellezze ambientali e natu-ralistiche dell’isola nell’imminenza dell’esplo-sione della primavera.

Le indiscrezioni, fatte partire probabilmentead arte dall’ufficio stampa della Regione Lom-bardia, produssero una forsennata corsa dimigliaia di persone verso aerei e traghetti de-stinati a porti e aeroporti sardi, senza che ve-nisse organizzata alcuna forma di preventivocontrollo sanitario. Le conseguenze ci impie-garono poco tempo a manifestarsi.

L’epicentro del cataclisma epidemico fu ilsassarese (che non ha mai perso nei mesisuccessivi il triste primato). In pochissime set-

timane il numero dei contagiati in quel ter-ritorio è risultato il quadruplo di quello regi-strato nel cagliaritano, di quarantacinquevolte superiore a quello dell’oristanese, diotto volte del nuorese e del sud Sardegna.

L’impreparazione ad affrontare una situa-zione mai vissuta prima e il progressivosmantellamento della sanità sul territorioin atto ormai da anni, portarono il sistemasanitario ad una criticità senza precedenti.Medici, personale sanitario, paramedici diospedali e case di riposo, in particolare,

sono stati costretti ad operare in condizioni digrave precarietà, oltre a fare i conti con caren-ze di mascherine, guanti, apparecchiature.

I cittadini osservanti le rigide disposizionigovernative tentarono di controllare o sconfig-gere la paura con iniziative spontanee che, allaluce di quanto accaduto dopo l’estate, oggi fan-no provare tenerezza: inni cantati dai balconi,sventolio di tricolori, esposizione di variopinticartelli “Andrà tutto bene”. Contemporaneamen-te si assisteva impotenti alle migliaia di mortiin solitudine, alle bare trasportate sui camionmilitari, all’immenso dolore dei familiari.

Le notizie su disorganizzazione e precarietànelle strutture sarde cominciarono a venir fuorisu denunce dello stesso personale. Per tentaredi fermarle ci fu uno scomposto tentativo dicontrollo autoritario. Il 6 marzo il presidentedella Regione Christian Solinas propose di ac-centrare l’unica fonte informativa nel suo uffi-cio stampa. Una settimana più tardi fu l’asses-sore alla sanità, Mario Nieddu, a dare ordine disilenzio stampa a tutto il personale impegnatoin prima linea nella lotta al virus. Durissime lereazioni dell’Associazione della Stampa Sardae dell’Ordine Regionale dei giornalisti: «Abbia-mo chiesto mascherine di protezione, invececi mettono il bavaglio».

L’immenso lavoro dei volontari e dell’Eserci-to, e degli equipaggi del 118, così come la so-lidarietà internazionale da Paesi come la Cinao Cuba e il progressivo miglioramento degliinterventi di contrasto alla diffusione del virus,

portarono pian piano ad un miglioramento del-la situazione.

Poi, anche in conseguenza di forti pressionipolitiche che tentavano di trarre un qualche pro-fitto in chiave elettorale, si cominciò ad ipotiz-zare un allentamento del rigore. Con l’avvici-narsi dell’estate, che fare? Dare ascolto solo aisanitari, il più delle volte considerati fastidioseCassandre, oppure riaprire tutto?

Con la riapertura dei porti e degli aeroporti(durante il lockdown era operativo solo quellodi Cagliari) e la ripresa dei voli lowcost comin-ciarono ad arrivare i turisti. Molti turisti. LaSardegna sembrava covid-free e in molti pen-sarono che fosse arrivato il momento del “libe-ri tutti”. Il virus, contrariamente a quanto soste-neva qualche luminare in cerca di visibilità,continuava a circolare. E trasportato dai turistie dai sardi che ritornavano dalle vacanze tra-scorse in località a rischio ha ripreso a circola-re in Sardegna. E complici alcune decisioni con-dizionate da pressioni politiche, a dilagare.

In Sardegna, in particolare, le pressioni piùforti vennero esercitate dai potenti proprietaridelle più famose discoteche: il “Billionaire”, la“Sottovento”, il “Phi Beach”, la “Just Cavalli”.Lo ha candidamente confessato alla trasmis-sione di Rai Tre “Report” un consigliere regio-nale di Forza Italia, Angelo Cocciu. La motiva-zione addotta era che i titolari delle discotecheavevano stipulato contratti milionari con famo-si dj e che la non riapertura avrebbe comporta-to un grave danno economico. Cosa avrebbedeciso la politica?

Ma non meno catastrofiche sono state le ria-perture di fiere, sagre e feste familiari per ma-trimoni e altre ricorrenze.

Chiesto il parere del Comitato Tecnico Scien-tifico, le modalità della risposta e le sue conse-guenze hanno provocato un terremoto. Dei quat-tro consiglieri del CTS, due si dimisero, Fran-cesco Cucca e Piero Cappuccinelli, non primadi aver espresso, il 6 agosto, parere negativosull’ipotesi di riapertura delle discoteche. Cin-que giorni più tardi con una mail un terzo com-ponente del Comitato Tecnico Scientifico, Ste-fano Vella, esprimeva il suo parere non contra-rio alla riapertura, associando a sé anche ilnome del quarto tecnico, Giovanni Sotgiu, an-ch’egli poi dimissionario «essendo venutomeno il rapporto fiduciario». Questo bastò adare il via alla riapertura. Le conseguenze? Eco-nomicamente irrilevanti per la Sardegna, senon per i proprietari dei locali; dannose dal pun-to di vista sanitario.

Esplosa l’estate, tra reduci dalle discote-che, affollatissime “movide”, turisti, rientro acasa degli stagionali dalle località di mare, civolle poco a diffondere in modo capillare l’epi-demia in tutta la regione che, bisogna ricor-darlo, poco prima della primavera sembravaessere esente dal contagio di massa. La con-seguenza più grave è stata la diffusione delvirus non solo nelle grandi aggregazioni urba-ne, ma anche nei centri dell’interno. Il primocomune a prendere drastici provvedimenti atutela dei residenti fu Orune, poi, a macchiad’olio, tanti altri sindaci hanno imitato le scel-

Primo Piano 5IL MESSAGGEROSARDO

te del primo cittadino del pa-ese barbaricino.

In queste condizioni il siste-ma sanitario non poteva reg-gere e i primi effetti si sono vi-sti con le decine di ambulanzeferme davanti ai pronto soccor-so in attesa per ore, se non pergiorni, che i pazienti trasporta-ti venissero ricoverati. Unadonna di Fonni ha atteso 62 oreprima di lasciare l’ambulanza.Non solo. Un ex dirigente dellaAsl oristanese, Franco Loche,rimasto coinvolto in un inciden-te stradale non grave, dirottatolontano dall’ospedale San Martino perché satu-ro, nell’attesa delle cure specifiche è morto, cosìcome un altro signore di Cabras, che, colpito dainfarto, non essendo disponibile una sola ambu-lanza medicalizzata, è morto nell’attesa dell’in-tervento dell’elisoccorso.

Si è anche arrivati al grottesco quando leambulanze in attesa di essere ammesse nellospazio del pronto soccorso dell’ospedale San-tissima Annunziata di Sassari sono state mul-tate per divieto di sosta.

La lotta al virus ha determinato scelte chehanno pesantemente danneggiato altri malaticome i pazienti oncologici di Nuoro, sfrattatidal loro reparto al San Francesco. Dimenticati,senza assistenza, i positivi in isolamento do-miciliare e i loro familiari. Difficoltà per altripazienti affetti da malattie croniche.

Una delle crisi peggiori si sta vivendo nellecase di riposto, nelle RSA. E come dimenticarele decine di pazienti nelle loro lettighe sistema-te nei corridoi di vari reparti in attesa di unasistemazione, così come addolora la sorte delcardiologo Alessandro Fiori, sassarese di 64anni, che ha portato a 203 il numero delle vitti-me del covid tra i medici di famiglia oltre allecentinaia di persone morte tra il personale in-fermieristico.

La situazione è talmente grave che la Sarde-gna è nel gruppo di diciotto regioni italiane incui la percentuale di utilizzo delle strutture dirianimazione dedicate a combattere il covid hasuperato la quota del 30 per cento della dispo-nibilità totale.

Ancora una volta in soccorso è arrivato l’Eser-cito, che ha allestito ospedali da campo a Sas-sari, Oristano, Nuoro e ha realizzato un check-point per eseguire tamponi in drive-through nel-la Fiera di Cagliari.

Un sorrisoper prepararcial Natale

Nella prima fase della pandemia, co-me ho già ricordato, in tanti tentammo diesorcizzare la paura affacciandoci a bal-coni e finestre per cantare, per svento-lare tricolori, per ostentare fiducia, permostrare car telli coloratissimi inneg-gianti all’ottimismo. Cosa si può fare perNatale, in modo che anche la festività anoi più cara non venga condizionata daquesto terribile, invisibile e per ora im-battibile nemico?

Cominciamo con un gioco di parole.Costretti dalla prudenza anticontagio,l’unico modo che ci è rimasto per salu-tarci avendo un contatto fisico è una go-mitata. In altre situazioni gesto sgarbatose non proprio violento, oggi è diventatosimbolo di amicizia. Un po’ nel significa-to di “dare di gomito”: per indicare un’in-tesa, un accordo, un suggerimento, uninvito ad una bonaria cattiveria.

Ma per Natale il gomito può diventareanche elemento indicativo di un altro com-portamento, a volte nocivo: “alzare il go-mito”. Altamente sconsigliabile nelle fe-stività, viste anche le rigorosissime nor-me che impediranno di muoversi subitodopo la fine dei cenoni ai quali nessunodi noi rinuncerà.

Infine, la versione più fastidiosa di tut-te: l’“olio di gomito”. A chi toccherà ripu-lire, riordinare, risistemare le case dopoi bagordi? Pensiamo anche a loro.

C’è poi un modo per cercare di aggira-re la raccomandazione che il Presidentedel Consiglio Conte ha dato in una delletante conferenze stampa: un Natale sere-no ma senza baci e abbracci.

Ma come sarà possibile per noi cheabbiamo nel sangue il bisogno di espri-mere la nostra affettività, non “distanzia-ta socialmente”?

Un sistema c’è. Avere la pazienza distare in coda, tutti insieme quelli che sivogliono baciare ed abbracciare, in atte-sa di sottoporsi al tampone rapido. Atten-dere l’esito e subito dopo, senza toccareassolutamente nient’altro prima, avvin-ghiarsi alle persone amate. Complicato?Penso di sì. Allora io stesso vorrò rischia-re di baciare ed abbracciare a Natale (manon a Capodanno!) figli, moglie, genitori,fratelli, sorelle, cognati, suoceri. Un ge-sto d’amore con rischio. Ma sarà ancorapiù for te e sentito. O.O.

La Regione, dal canto suo,ha cercato di fronteggiarecome ha potuto la grave emer-genza. Come ha dichiaratoanche l’assessore alla Sani-tà, Mario Nieddu, nessunoera preparato ad affrontareuna ondata così devastante.Forse ci si è illusi che il virussi fosse “indebolito”, comediceva qualche irresponsabi-le e superficiale primario mi-lanese e non è stato ascolta-to abbastanza l’allarme datodagli scienziati seri che av-vertivano che con la fine del-

l’estate ci sarebbe stata una seconda ondataancora più terrificante della prima.

Quando la situazione è apparsa in tutta lasua gravità la Regione ha cercato di correreai ripari affidando il compito di gestire l’emer-genza all’ARES (Azienda Regionale della Sa-lute) che ha preso il posto dell’ATS. Alla guidaprovvisoria dell’ARES, fino al 31 dicembreprossimo, è stato nominato commissario stra-ordinario, Massimo Temussi, già direttoregenerale dell’ASPAL. Per affrontare l’emergen-za ha preventivato la creazione di altri 552posti letto, in aggiunta ai 454 già disponibili:negli ospedali “SS. Trinità” di Cagliari (47),“Binaghi” di Cagliari (100), nella clinica “Ki-netica” di Quartu (50), al “Santa Barbara” diIglesias (33), al “San Marcellino” di Murave-ra (41), al “San Giuseppe” di Isili (41), al “SanMartino” di Oristano (6), al “Mastino” di Bosa((41), al “Delogu” di Ghilarza (66), al “SanFrancesco” di Nuoro (24), al “Policlinico Sas-sarese” (30), alle Cliniche “San Pietro” diSassari (4), all’ospedale “Marino” di Alghero(47), al “Mater Olbia” (22). Inoltre nei repartisono stati immessi 232 giovani medici che,ovviamente, prima di diventare pienamenteoperativi, dovranno essere formati.

A fine novembre è stato deciso di trasforma-re anche il “Marino” di Cagliari in ospedalecovid, come il “SS. Trinità”.

A tutto questo si contrappone la scelta, chedefinire singolare è riduttivo, di privilegiare lefarmacie rispetto ai medici di base per la di-stribuzione dei pochi, troppo pochi vaccini an-tinfluenzali destinati alla Sardegna. Cosa acca-drà quando esploderanno i casi della più tradi-zionale malattia stagionale? E infine, quale stra-tegia sarà utilizzata quando si renderanno di-sponibili i vaccini anticovid?

Per concludere una riflessione sulfuturo. Almeno ad una cosa l’immen-sa tragedia che ci ha messo alla provaper tutto questo annus horribilis po-trebbe dover servire: ad immaginareuna ristrutturazione del sistema sani-tario regionale che ritorni ai territori, aquella medicina di prossimità che di-venta indispensabile per la prevenzio-ne prima ancora che per la cura deimalanni più gravi. Ma ci sarà qualcu-no che vorrà imparare la lezione?

Ottavio Olita

Primo Piano6 IL MESSAGGEROSARDO

L’attività del Consiglio regionale

Nei mesi più caldi di quest’anno, sia per l’emergenzaCoronavirus sia per le temperature estive, il Consi-

glio regionale della Sardegna ha continuato la propriaattività, con tutte le cautele sanitarie imposte dalla pan-demia e malgrado le defezioni forzate di qualche consi-gliere, colpito da contagio e costretto alla quarantena.L’Assemblea di via Roma si è riunita 15 volte, in buonaparte dedicate all’approvazione della riforma del siste-ma sanitario (alla quale dedichiamo un ampio servizio inquesto stesso numero).

Le leggi regionali approvate, dai primi di luglio allametà di ottobre, sono state 10. Fra queste, meritaparticolare menzione la legge quadro sulle azioni asostegno al sistema economico della Sardegna e asalvaguardia del lavoro a seguito dell’emergenza epi-demiologica. Una legge importante, che stanzia circa160 milioni di euro e che consente interventi a favoredi tutti i settori colpiti dalla pandemia. Si tratta, inestrema sintesi, di un piano straordinario disostegno del quale beneficeranno tra gli altri le im-prese del turismo e dell’alberghiero, dell’agricolturae della pesca, del commercio e dell’artigianato, maanche le società sportive, i lavoratori autonomi e sta-gionali, i disoccupati e le famiglie.

Il provvedimento è stato illustrato in aula dal relatoredi maggioranza Alfonso Marras (Riformatori), secondo ilquale «saranno rafforzati e moltiplicati gli effetti di ana-loghi provvedimenti nazionali di sostegno al sistemaeconomico nel dopo Covid-19». Secondo il relatore diminoranza, Piero Comandini (Pd), «la legge ha limitievidenti perché cerca di fare tutto con risorse moltolimitate ed al di sotto dei numeri della “platea” dei lavo-ratori interessati in base alle stime ufficiali. Le opposi-zioni – ha concluso – non faranno ostruzionismo mafaranno il massimo per migliorare il provvedimento».

Sono poi intervenuti Gian Franco Satta (Progressisti,«un provvedimento che guarda più alla chiusura di molteaziende ed al contenimento degli effetti negativi attra-verso gli ammortizzatori, che non alla ripartenza delsistema economico regionale»), Stefano Schirru (PSd’Az,«crediamo di aver lavorato con grande attenzione aitemi concreti, producendo a nostro giudizio un buonlavoro»), Cesare Moriconi (Pd, «occorre guardare avanticon decisione, per esprimere una visione ampia, capa-ce di produrre misure efficaci e di importanza strategi-ca, nel breve, medio e lungo termine»), Pierluigi Saiu(Lega, «il Consiglio regionale ha fatto bene a muoversida solo e in anticipo senza aspettare gli interventi del

L’Assemblea di via Roma ha continuato a riunirsi anche nei mesi estivi -Approvati importanti provvedimenti

Governo, peraltro più volte promessied annunciati ma mai arrivati»), Eu-genio Lai (Liberi e Uguali Sardigna,«bisogna cercare di individuare i set-tori più colpiti e provare a costruireun modello di Sardegna che sia ingrado di affrontare la crisi econo-mica»), Massimo Zedda (Progres-sisti, «il provvedimento è carente diuna strategia generale, si vuole trat-tare tutto e tutti mentre è importan-te individuare le priorità), MicheleCossa (Riformatori sardi, «nulla sarà

come prima del Covid e anche la Sardegna deve impa-rare a convivere con la pandemia»), Laura Caddeo (Pro-gressisti, «questo provvedimento ha molte lacune so-prattutto nel settore sanitario, assistenziale e scolasti-co»), Giuseppe Meloni (Pd, «non si tratta di una leggequadro ma di un mini assestamento di bilancio masche-rato, in cui le norme intruse fanno perdere di vista gliobiettivi principali»).

In chiusura di dibattito, hanno preso la parola i Capi-gruppo. Per primo Daniele Cocco (Leu, «è finito il tempodelle polemiche e dobbiamo essere consapevoli delladrammaticità della situazione»), poi Francesco Mura (FdI,«pensiamo a una nuova stagione per ricostruire il nostrosistema produttivo, una stagione del coraggio che spezzil’epoca dell’aiuto pubblico e delle risorse da spendere adebito»), Desirè Manca (5 Stelle, ha contestato glistanziamenti a favore soltanto dei lavoratori del compar-to industria e di alcune specifiche aziende in crisi, senzache analoghe provvidenze siano garantite anche agli altrilavoratori che versano nelle medesime condizioni), Stefa-no Tunis (Gruppo Misto, «occorre mettere al centro illavoro, l’istruzione, l’innovazione tecnologica e la nostraconfigurazione energetica»), Gianfranco Ganau (Pd, riba-dito il ritardo con il quale il disegno di legge è arrivatoall’esame dell’Aula, ha confermato la volontà di collabo-rare per migliorarne l’efficacia, pur valutando insufficientile risorse a disposizione), Franco Mula (PSd’Az, «la preoc-cupazione più forte non è tanto per le risorse, quanto perla capacità di poterle spendere in tempi brevi»), DarioGiagoni (Lega, «questa legge, insieme a quelle già appro-vate, potrà dare una spinta positiva al nostro sistema»),Francesco Agus (Progressisti, «dobbiamo usare la stra-ordinarietà di questo momento per lavorare ad un grandecambiamento»).

Dopo l’intervento della Vicepresidente della Giunta,Alessandra Zedda, che ha riassunto i contenuti e la“filosofia” del provvedimento, si è svolta la votazionesulla legge, che è stata approvata con 29 favorevoli e20 astenuti.

Molto sofferta, invece, l’approvazione della legge cheinterpreta alcune norme del Piano paesaggistico regio-nale (Ppr), risalente al 2006. Dopo una lunga battaglia inaula, con 31 voti favorevoli, 20 contrari e un astenuto,l’Assemblea ha licenziato un testo che, di fatto, liberala Regione dall’obbligo di concordare con il ministeroper i Beni culturali i vincoli del Ppr su fascia costiera,beni identitari e zone agricole. La maggioranza ha di-chiarato compatta che il provvedimento era mirato a

“salvare” la strada a quattro corsie Sassari-Alghero,sulla quale grava il parere negativo della Sovrintendenzadel ministero per i Beni e le Attività culturali e per ilTurismo (Mibact). Ma la “giustificazione” dell’infrastrut-tura viaria è stata considerata un bluff dalle opposizioni,solo un espediente per scardinare il Ppr e cementificaredove non è consentito.

«Non è nostra intenzione quella di cementificare – haprecisato il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, rela-tore del progetto di legge – siamo pronti a occuparcidelle strade che devono essere ultimate, il resto lodecideremo assieme a voi. Con questa legge scriviamouna nuova pagina nella storia dell’Autonomia». Sinoall’ultimo la minoranza ha chiesto un passo indietro. «Ilvero obiettivo della legge è quello di far cadere i vincolisu agro, fascia costiera e beni identitari, le strade nonc’entrano nulla e questo è un colpo di mano», ha tuona-to il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau. «Si spalan-cheranno le porte alla sanatoria di tanti abusi edilizi»,ha aggiunto Eugenio Lai (LeU).

Non è passato molto tempo prima che giungesse lanotizia del ricorso del Governo contro la legge, per ille-gittimità costituzionale, in quanto la materia trattatarientrerebbe tra quelle riservate alla competenza stata-le. Anche un’altra legge, seppur approvata all’unanimitàdal Consiglio regionale, è stata impugnata dal Governo:si tratta di quella che prevede un’ulteriore proroga deitermini del piano casa.

Fra gli altri provvedimenti approvati dall’Assembleadi via Roma, ricordiamo la legge che destina risorseaggiuntive al servizio di trasporto sia ordinario (2 milioni)che degli scuolabus (1 milione) per l’annualità 2020.Inoltre, la legge che modifica e integra la recente leggeregionale sul sostegno economico ai settori colpiti dallapandemia. Il relatore Alfonso Marras (Riformatori) haspiegato che la modifica riguarda la concessione diun’indennità una tantum (quantificata in euro settemilaper ciascun beneficiario) a compensazione del mancatoreddito, a favore dei lavoratori autonomi o titolari dipartita IVA, operanti nell’ambito delle feste e delle sa-gre paesane, quali venditori ambulanti e giostrai.

Infine, va ricordata la legge che, sempre allo scopodi affrontare le problematiche derivanti dalla pandemiain corso, proroga i termini per la presentazione delledomande di contributi e autorizzazione di spesa a favoredella Direzione della protezione civile.

Nella seconda metà del 2020 sono state molte lemozioni discusse, assieme allo svolgimento di interpel-lanze e interrogazioni sui più svariati argomenti (fra i piùimportanti: la situazione sanitaria ed economica deri-vante dalla pandemia di coronavirus; la tutela dell’im-magine della Sardegna a fronte della campagna deni-gratoria e diffamatoria che colloca nella nostra isolal’epicentro della nuova diffusione virale; il riconosci-mento da parte dell’UNESCO del paesaggio culturaledella Sardegna e la definizione del suo territorio quale“museo aperto”; la riapertura delle scuole nei comunidella Sardegna; il rinvio delle operazioni concorsuali stra-ordinarie per l’assunzione dei docenti di scuola secon-daria di I e II grado).

Per concludere, qualche dato sui lavori delle Com-missioni permanenti: malgrado l’emergenza sanitaria,hanno regolarmente proseguito l’attività, totalizzandoalla fine del mese di ottobre circa 70 riunioni, alle qualivanno aggiunte le 5 della Commissione speciale per ilriconoscimento del principio di insularità.

Gherardo Gherardini

Primo Piano 7IL MESSAGGEROSARDO

Approvata la riforma sanitaria

Pochi giorni di pausa nello scorso mese diagosto per il Consiglio regionale, che ha

lavorato intensamente e dedicato numerosesedute all’esame della legge di riforma delsistema sanitario regionale. Approvata con 36voti favorevoli, 18 contrari e un astenuto, lalegge viaggia in due direzioni: da una par tetorna al passato, dall’altra guarda al futuro.Vediamo perché.

È previsto il ritorno alle Aziende Sanitarie Lo-cali (ASL), con personalità giuridica e autonomiagestionale e organizzativa, per assicurare, attra-verso servizi direttamente gestiti, l’assistenzasanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro,l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera. Comenel passato, le ASL sono 8: Sassari 1, Gallura 2, Nuoro 3,Ogliastra 4, Oristano 5, Medio Campidano 6, Sulcis 7,Cagliari 8, e prendono il posto dell’unica Azienda tuteladella salute (ATS), istituita nel 2016. Quest’ultima saràsostituita dall’Azienda Regionale della Salute (ARES), chesarà centrale unica degli acquisti e gestirà direttamentela selezione del personale.

Gli altri enti del sistema sanitario regionale sonol’Azienda di rilievo nazionale ed alta specializzazione(ARNAS Brotzu), le Aziende ospedaliere universitarie diCagliari e Sassari (AOU), l’Azienda regionale dell’emer-genza e urgenza della Sardegna (AREUS).

La riforma prevede anche alcuni trasferimenti di com-petenza per presidi ospedalieri: l’Ospedale PediatricoMicrocitemico di Cagliari, “Antonio Cao”, esce dall’orbi-ta del Brotzu per confluire nell’Asl 8 cagliaritana; l’Ospe-dale Oncologico “Businco” di Cagliari potrebbe esseretrasferito all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ca-gliari, così da garantire i requisiti essenziali per il man-tenimento della Facoltà di Medicina; l’Ospedale Marino“Regina Margherita” di Alghero sarà annesso all’Azien-da ospedaliera universitaria di Sassari, per migliorare leattività integrate di ortopedia, traumatologia e riabilita-zione funzionali alle reti formative per le scuole di spe-cializzazione.

La nuova legge prevede anche la nomina dei com-missari straordinari delle otto Asl, con l’obiettivo di de-finire i progetti di realizzazione delle aziende, e un com-missario straordinario, che dovrà redigere il progetto diattivazione dell’Ares.

Dicevamo del dibattito in aula, caratterizzato da lun-ghi e anche polemici interventi, che rispecchiavano lediverse posizioni politiche.

Il provvedimento è stato illustrato dal relatore di mag-gioranza, Domenico Gallus (Udc-Cambiamo), il quale harilevato che «la riforma è più aderente ai bisogni dellapopolazione, conserva alcuni aspetti positivi del siste-ma precedente, individua un nuovo modello gestionaledi alcuni processi con l’Ares e pone le basi per unprogramma di investimenti e di manutenzioni per gliospedali». Gianfranco Ganau, relatore di minoranza (Pd),ha detto che «la legge non tocca la qualità assistenza,non risolve le carenze del sistema ma le aggrava, tornaindietro senza un’analisi di quello che sarebbe statonecessario correggere, ripropone sotto altre forme l’Atssenza nemmeno pensare a concedere più autonomia aimanager».

Nel dibattito sono poi intervenuti Stefano Schirru(PSd’Az, «questa riforma mette fine alla gestione disa-strosa dell’Ats voluta dal centrosinistra»), Michele Ciu-sa (5 Stelle, «una riforma da bocciare, perché non cisono assunzioni, chiudono reparti, si allungano le listed’attesa, si privilegia il privato rispetto al pubblico»),Massimo Zedda (Progressisti, «siamo l’unico esempioal mondo di un sistema sanitario che cambia con una

Il Consiglio regionale accoglie il progetto della Giunta - Ritornano otto Aziende Sanitarie Locali

riforma durante una pan-demia che ha colpito tuttoil pianeta»), Cesare Mori-coni (Pd, «ci vorrà chissàquanto tempo per portarela riforma a regime, untempo lungo nel quale nonsarà garantito il diritto allasalute dei sardi»), NicoMundula (FdI, «questa ri-forma cambia strada per riportare la sanità sul territo-rio, restituendo dignità alla periferia, svuotata e in gran-de sofferenza»), Roberto Li Gioi (5 Stelle, «il provvedi-mento è solo un grande progetto di occupazione di postidi potere, al di là di ogni competenza e di ogni principiodi meritocrazia»), Giovanni Antonio Satta (Riformatori,«l’attuale modello assistenziale non è più sostenibile,bisogna puntare a una sanità sempre più digitale ingrado di garantire cure da remoto»), Eugenio Lai (Leu,«un ritorno al passato che crea confusione, e non mo-stra attenzione né per i pazienti né per gli operatori delsistema sanitario»), Annalisa Mele (Lega, «è una rifor-ma coraggiosa che riporta la sanità vicino ai cittadini»),Piero Comandini (Pd, «alla luce delle nuove emergenzecausate dalla pandemia una riforma così importante vascritta insieme e noi siamo disponibili a dare il nostrocontributo»), Giovanni Satta (PSd’Az, «il Mater Olbia èuna risorsa importante se gestita come si deve. Deveessere integrata nel sistema pubblico e nella ricercauniversitaria»), Antonio Piu (Progressisti, «questa rifor-ma non risolve né i problemi generali né quelli locali»),Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo, «i problemi sono iniziatinel 2006, quando Soru ha deciso di caricare la spesasanitaria sul bilancio regionale. È fondamentale oggilavorare tutti uniti per approvare una buona legge edarle gambe»), Giuseppe Meloni (Pd, «state prendendouna strada sbagliata, siamo ancora in tempo per valuta-re le priorità e risolvere i problemi quotidiani dei pazientisardi»), Maria Laura Orrù (Progressisti, «in questo te-sto non si parla di prevenzione e di sviluppo della politi-ca di prossimità sanitaria»), Daniele Cocco (Leu, «sista facendo un grave passo indietro senza intaccare inodi sensibili del sistema»), Francesco Mura (FdI, «perapplicare la riforma ci vorrà tempo, ma la strada èquella giusta»), Angelo Cocciu (Forza Italia, «confron-tiamoci nel merito, perché questo è il metodo miglioreper fare una buona riforma nell’interesse dei sardi»),Stefano Tunis (Misto, «apprezzo l’affermazione di un’ideadi sanità fondata sul territorio e sulla prossimità»), De-sirè Manca (5 Stelle, «in questa riforma non c’è scrittoniente, non è vero che volete restituire dignità ai territo-ri»), Antonello Peru (Udc-Cambiamo, «abbiamo rispet-tato la volontà popolare: i sardi in campagna elettoralehanno chiesto di smantellare l’Ats e di avvicinare lasanità ai territori»), Dario Giagoni (Lega, «questo è ilprimo passo verso un nuovo sistema sanitario»), Fran-

cesco Agus (Progressisti, «quello che state per appro-vare non migliorerà la sanità»).

Il dibattito è stato chiuso dall’assessore della Sani-tà, Mario Nieddu che, in premessa, ha ringraziatotutto il personale sanitario della Sardegna e della Pro-tezione Civile per come ha affrontato l’emergenzaCovid. « La filosofia della riforma – ha soggiunto – èchiara: superare il modello dell’azienda unica, salvan-done alcuni aspetti positivi». L’assessore ha poi chia-rito che la riforma procederà per tappe: «Ora si inter-viene sulla governance, tutto il resto verrà in una se-conda fase. Si farà la rete ospedaliera, le reti territo-riali, le reti di cura. Non ci sarà nessun poltronificio, leAsl sostituiranno le attuali aree dell’Ats».

Conclusa la discussione degli ar ticoli, le dichiarazio-ni di voto finali hanno rispecchiato le posizioni emersenel corso del dibattito: difesa del provvedimento daparte della maggioranza, decise critiche ai banchi del-l’opposizione.

Dopo la votazione finale e il varo della riforma, ilPresidente della Regione, Christian Solinas, ha dichia-rato: «Questa riforma ha una portata storica: è studiataper riportare la governance della sanità pubblica sulterritorio, vicino ai cittadini, con il supporto di figuremanageriali che si impegneranno a tradurre i bisognidella collettività in servizi e assistenza efficienti. Lariforma porterà ad un miglioramento delle condizioni dilavoro degli operatori sanitari e all’acquisto di beni eservizi con procedure semplificate e coerenti per otti-mizzare risparmio ed efficienza».

«Superiamo un modello – ha proseguito Solinas –fondato sull’Ats, che ha paralizzato il sistema sanita-rio regionale. Abbiamo preso un impegno preciso coni cittadini e lo abbiamo onorato, la riforma è il frutto diun percorso serio, ponderato e responsabile che guar-da al futuro dei servizi nell’Isola e alle necessità delpresente».

Il pensiero delle opposizioni è stato espresso dalcapogruppo del Pd, Gianfranco Ganau: «Il centrodestraha approvato una pessima legge di riforma sanitaria,che riguarda esclusivamente gli aspetti gestionali delsistema, con un mantenimento di funzioni accentrate(acquisti, personale) in un’azienda regionale e un ritor-no a 8 Asl territoriali. Un meccanismo che paralizzerà,in un momento di grave emergenza determinata dallaripresa della pandemia Covid-19, in un regime commis-sariale, il sistema sanitario per almeno un anno e che aregime comporterà un incremento delle aziende sanita-rie ed un aumento di ben 48 figure apicali, con conse-guente maggiorazione dei costi stimata in oltre 3 milionidi euro. Una riforma – ha concluso Ganau – che rispon-de più a logiche di spartizione di potere della maggio-ranza e che non interviene minimamente sulle criticitàdell’organizzazione territoriale e su quelle drammatica-mente evidenti del sistema ospedaliero».

Gherardo Gherardini

ULTIMORAIl Governo ha impugnato la legge sulla riforma

sanitaria della Sardegna. La decisione è stata pre-sa dal Consiglio dei ministri il 20 novembre suproposta del ministro per gli Affari regionali e leautonomie, Francesco Boccia.

Al centro del provvedimento, l’articolo 11, com-ma 2, l’articolo 13, comma 1, e l’articolo 47, com-ma 9 (riguardanti, rispettivamente, la nomina deidirettori generali delle aziende sanitarie, gli elenchiregionali degli idonei alle cariche di ver tice azienda-le e la nomina dei commissari straordinari delleaziende sanitarie) in quanto, secondo il Governo,“invadono la competenza concorrente statale conriferimento ai principi fondamentali dettati nellamateria della tutela della salute, di cui all’articolo117, terzo comma, della Costituzione”.

Primo Piano8 IL MESSAGGEROSARDO

Verso il riconoscimentodegli svantaggi della insularità

La battaglia che i sardi stanno por-tando avanti per il riconoscimen-

to del principio della “insularità” co-mincia a fare qualche passo concre-to: il 20 ottobre infatti la Commissio-ne Affari Costituzionali del Senatoha approvato la modifica dell’art. 119della Carta con l’inserimento dellafrase «la Repubblica riconosce le pe-culiarità delle Isole e promuove lemisure necessarie a rimuovere glisvantaggi derivanti dalla “insularità”». «Questo ricono-scimento – ha commentato l’Assessore ai Lavori Pub-blici, Roberto Frongia, presidente del Comitato per l’In-sularità – è un risultato importantissimo e rappresentail primo vero passaggio legislativo volto a riconoscere lacondizione di insularità quale diritto inalienabile dei Sar-di: la Sardegna infatti continua ad avere uno svantaggioinfrastrutturale e strutturale che si concretizza in dannidi carattere sociale, economico, culturale».

A relazionare alla Commissione Affari Costituzionaliera stato il presidente del Consiglio regionale, MichelePais: «La Sardegna è un’Isola, è vero – ha sottolineatoil Pais – ma è anche una Regione Italiana a StatutoSpeciale, che con la sua identità ben definita sia territo-rialmente che culturalmente, rappresenta una ricchez-za per l’intero Paese, ma perché manifesti appienoqueste potenzialità occorre rimuovere quegli ostacoliche da sempre ne condizionano lo sviluppo».

Proseguendo nel suo lungo intervento il presidentePais ha sottolineato ed evidenziato i dati relativi allasituazione economica precedenti anche alla diffusio-ne della pandemia del Covid 19 , «dati che hannoregistrato un contesto economico complessivamentedebole che necessita di interventi strutturali impor-tanti volti ad abbattere i costi della insularità nell’am-bito dei trasporti, dell’energia e dell’ambiente, dell’at-tività economica, del lavoro e dell’occupazione. Siamoconsapevoli che la strada sia ancora lunga, così comeprevede l’iter parlamentare per la riforma della Costi-tuzione – ha poi commentato il presidente Pais – masiamo convinti che alla fine verrà riconosciuta la pecu-liarità delle Isole, come la Sardegna a rimuovere glisvantaggi derivanti dalla insularità».

Grande soddisfazione è stata espressa dal presiden-te della Commissione speciale del Consiglio regionale,Michele Cossa: «Ci stiamo battendo non per avere unasituazione di privilegio, ma per ottenere pari opportunitàrispetto alle regioni della “terraferma”». Non solo, rife-rendosi in particolare alla continuità territoriale aerea,Cossa ha sottolineato che «bisogna applicare alla Sar-degna le stesse regole in materia di aiuti di Stato che siapplicano alle regioni più ricche d’Europa».

Il presidente della Regione Christian Solinas, interve-nendo successivamente, aveva fatto rilevare come «laSardegna è l’unica Regione d’Italia senza una autostra-da, senza il metano, senza una rete ferroviaria diffusa esenza collegamenti certi e continui con la Penisola.L’indice infrastrutturale della Sardegna è il più basso

L’assessore Zeddaal Quirinaleper il 50° anniversariodell’istituzione delle Regioni

L’assessoreAlessandra Zed-da, vicepresiden-te della Giunta re-gionale, il 4 ago-sto ha partecipa-to a Roma all’in-contro al Quirina-le con il presiden-te della Repubbli-ca, Sergio Matta-rella, in occasio-ne del cinquante-simo anniversariodella costituzionedelle Regioni astatuto ordinario.

La vicepresi-dente Zedda è intervenuta alla cerimonia, alla pre-senza dei presidenti di Regione e delle Provinceautonome, in rappresentanza del presidente Chri-stian Solinas.

«Questa ricorrenza – ha dichiarato – rappresen-ta una occasione per rendere sempre più attuale ildibattito sull’autonomia e le competenze delleRegioni. Il valore dell’identità e dello spirito auto-nomistico della nostra Isola può servire a indicaregli obiettivi e un percorso coerente con le legittimeaspirazioni dei territori regionali.

Tutte le Istituzioni – ha proseguito – sono chia-mate oggi a una riflessione profonda sulle realiesigenze di equilibrio tra competenze dello Stato edelle Regioni e, soprattutto, sull’opportunità di unaleale collaborazione – senza conflitti o sovrapposi-zioni – nell’interesse dei cittadini».

La Commissione del Senato si è espressa a favore della modifica dell’articolo 119della Costituzione - Le istanze della Sardegna illustrate dal presidente del Consiglio regionale

d’Italia e mostra inoltre un peggiora-mento negli ultimi anni».

Il senatore sardo Gianni Marilotti,del Movimento Cinque Stelle, uno deipromotori del disegno di legge Regio-nale sulla insularità ,ha sottolineatol’importanza del pronunciamento del-la Commissione «è un passo impor-tante, anche se solo un primo passo,ma ora occorrono una visione sul fu-turo della Sardegna, determinazione

per esercitare un autogoverno e ottenere una fiscalità divantaggio, oltre che un serio piano di infrastrutturazioneche possa superare il gap che condiziona pesantementela nostra economia. Sappiamo che si tratta della introdu-zione di un principio, ma questo ci da la forza di aprire untavolo negoziale con l’Unione Europea».

Il nuovo comma dell’articolo 119 - Per capire megliol’importanza del pronunciamento della CommissioneAffari Costituzionali del Senato bisogna soffermarsi sullaintroduzione del nuovo comma dell’articolo 119 che af-ferma in modo chiaro il riconoscimento, da parte delloStato, del grave e permanente svantaggio derivantedall’insularità; inoltre sottolinea che per colmare talesvantaggio, lo Stato dispone di misure necessarie agarantire una effettiva parità e un reale godimento deidiritti. La modifica in esame mette in evidenza ciò cheattualmente si può evincere solo indirettamente dal vi-gente quinto comma dell’articolo 119 della Costituzionein vigore (che prevede risorse aggiuntive e interventispeciali “in favore di determinati Comuni e Province,Città Metropolitane e Regioni”).

Come ha evidenziato il costituzionalista sardo OmarChessa «la modifica in esame consente di identificareimmediatamente le comunità isolane tra quelle realtàche necessitano di interventi speciali senza che sianecessario un accertamento da compiersi di volta involta. Sotto questo punto di vista la reintroduzione di unarticolo specifico comma nell’articolo 119 della Costi-tuzione che fa riferimento a misure e risorse stataliaggiuntive nei confronti delle Isole, così come è formu-lato, assume un significato più pregnante rispetto aquello simile che era in vigore prima della modifica co-stituzionale del 2001 che ne aveva disposto l’abrogazio-ne. L’inserimento di una disposizione con questo conte-nuto consentirebbe di disporre di un parametro costitu-zionale decisamente più esplicito di quello presente nelvigente quinto comma dell’articolo 119 della Costituzio-ne e quindi di assicurare una maggior tutela dei dirittiche devono essere assicurati in modo uguale a tutti icittadini,compresi quelli che risiedono nelle Isole».

«Mi sia inoltre consentito, da rappresentante dell’or-gano legislativo della Regione Autonoma della Sardegna– prosegue Chessa – di fare una ulteriore considerazione.La reintroduzione di una apposita disposizione costituzio-nale con la quale si da atto dell’obiettivo divario chesussiste tra le regioni insulari e le altre Regioni e con laquale si prevedono risorse aggiuntive destinate a colmare

gli svantaggi derivanti dell’insularità rappresenta un “anel-lo di congiunzione” tra il testo della Costituzione e loStatuto speciale sardo che, sotto questo aspetto, risulta-va “spezzato” in seguito alla riforma del 2001. L’articolo13 dello Statuto sardo, infatti, prevede che lo Stato colconcorso della Regione dispone un piano organico perfavorire la rinascita economica e sociale dell’Isola.

Dal punto di vista della Sardegna il riconoscimento delprincipio di insularità, così come formulato nella propostadi modifica dell’artticolo 119 della Costituzione consentedi considerare ancora attuale la citata disposizione delloStatuto che, erroneamente, è da molti considerata supe-rata in seguito alla predisposizione dei cosiddetti Piani diRinascita realizzati nel secolo scorso e al nuovo quadrodelle entrate prospettato nello Statuto medesimo.

Proprio il concetto di “rinascita economica e sociale”richiama la situazione di svantaggio nella quale già sitrovava la Sardegna all’indomani della entrata in vigoredella Costituzione e dello Statuto e il rimedio che l’inter-vento statale e regionale avrebbero dovuto assicurare.L’augurio è che alla Sardegna e alle altre Isole d’Italia lariforma venga approvata e che si trovi la più completaattuazione possibile».

Rober toFrongia

Primo Piano 9IL MESSAGGEROSARDO

Vacanze amare

Il 2020 si chiude con un bilancio negativo, moltonegativo per il turismo sardo, uno dei pilastri del-

l’economia dell’Isola. È stata una stagione segna-ta dal Covid-19, una pandemia che ha avuto effettidevastanti su tutti i settori dell’economia, e nonpoteva certo risparmiare l’industria delle vacanze.Ma forse il danno, almeno in Sardegna, si sarebbepotuto contenere se nell’euforia agostana, quandoil virus ha rallentato la sua corsa, non fosse scat-tato il “liberi tutti”.

Favorito – oltre che dalla bella stagione e dallariconquistata libertà, dopo il lockdown di primavera –da troppo ottimistiche e anche irresponsabili dichia-razioni di autorevoli primari che decretavano la “mor-te” del virus. Per cui gli italiani, che erano stati unesempio a livello mondiale, durante la fase acutache aveva portato alla drastica ma inevitabile chiu-sura di quasi tutte le attività, hanno seguito gli esempipeggiori, incuranti dei segnali allarmanti che arriva-vano dai paesi vicini. E non hanno più tenuto in nes-sun conto gli avvertimenti e le indicazioni che veni-vano dalle autorità sanitarie. E così addio a masche-rine, basta distanziamento e via con la “movida”.

Dicevamo che in Sardegna, forse, il bilancio del-l’industria turistica avrebbe potuto chiudere se nonin attivo (la prima metà dell’anno era tutto bloccato)almeno limitando i danni.

Quando, finalmente, la Sardegna è uscita dall’iso-lamento – che, comunque, aveva preservato i suoiabitanti – e sono stati riaper ti por ti e aeropor ti, ilrichiamo del suo mare e del suo sole, e anche il fattoche fosse praticamente covid-free, è stato troppoforte per migliaia di turisti. Alberghi, residenze, strut-ture ricettive e ristoranti hanno riaper to i battenti,tirando un sospiro di sollievo.

Le cose – hanno ammesso in tanti – stavanoandando meglio della più rosea previsione.

È stato il presidente della Regione Christian Soli-nas a dare l’annuncio che il turismo aveva tenuto.

Il 9 settembre in un incontro tra la Giunta regiona-le e gli operatori del settore, organizzato nell’aero-porto di Cagliari dall’assessore del Turismo, GianniChessa, presenti anche l’assessore dei Trasporti,Giorgio Todde, del Bilancio, Giuseppe Fasolino, e delLavoro, Alessandra Zedda, venivano forniti i dati che

Turistinon untori

Caro Messaggero, per metà piacentino (preci-samente di Lugagnano) e per metà sardo (provin-cia di Cagliari) ho sempre abitato in questa mera-vigliosa terra che è l’Emilia senza mai perdere divista le mie origini isolane portando sempre nelcuore la regione più bella del mondo.

Per questo ultimamente provo moltissima in-sofferenza nel leggere che alcuni organi di stampae diversi abitanti sardi guardano ai lombardi, maanche a noi emiliani, ai veneti, ai piemontesi comepericolosi untori di un male che ha sconvolto l’esi-stenza di tante persone in questi mesi soprattuttonelle regioni del nord. Non è giusto che gli abitantidi queste zone che hanno già provato forti soffe-renze siano trattati come se fossero loro i portato-ri del virus e non avessero diritto a vivere unavacanza o qualche giorno di riposo sulle spiaggedella Gallura, dell’Ogliastra o dell’entroterra pienodi magia e di fascino.

Vorrei dire che non tutti i sardi la pensano cosìanche perché l’economia di questa regione ha ungrandissimo bisogno di turismo, certo controllato,regolato, sicuro, ma non esasperato o concessosolo ai ricchi stranieri quasi fossero immuni daogni malattia.

Io spero che questa campagna di stampa e nonche nemmeno posso definirla di odio, ma di con-trarietà all’arrivo di villeggianti delle regioni del nordnon attecchisca nelle menti della gente per bene eio possa essere fiero delle mie radici da qualsiasiparte le guardi. Mi piacerebbe se questa letterafosse pubblicata. Giuseppe Ghioni

Bilancio in profondo rosso per il comparto turistico - La ripresa compromessadall’esplosione dei nuovi focolai dopo la riapertura delle discoteche della Costa Smeralda

confermavano la tenuta.«Un sensibile calo, ma non un

crollo. Il turismo sardo ha retto ildevastante impatto della pandemia,attestandosi su numeri che risen-tono della diminuzione degli arrivi edelle presenze, ma in modo menodrammatico rispetto alle previsio-ni», recitava il comunicato ufficialedella Giunta.

Venne illustrato il quadro dei datisulle presenze turistiche aggiornatiad agosto (auspicando ulteriori mi-glioramenti a settembre), calcolatisugli arrivi negli aeroporti e nei por-ti sardi.

«Nei mesi di giugno, luglio e ago-sto – venne spiegato – nei porti sardi sono sbarcati1.061.165 passeggeri, con una perdita del 20% ri-spetto all’anno precedente. Il dato complessivo (di-minuito del 20%, relativo ai passeggeri non turisti) èdi 848.932 arrivi. Negli aeroporti gli arrivi sono stati925.403. Con la diminuzione del 15%, relativamenteai passeggeri non turisti, gli arrivi risultano essere786.592. Complessivamente, dunque, gli arrivi turi-stici cer tificati sono stati 1.634.568. Le presenzeturistiche, nel periodo preso in considerazione, inbase ad una permanenza media calcolata in 7 giorni,sono 9.875.486, non comprensive della nautica dadiporto”.

«Numeri che confermano quanto anticipavo all’ini-zio della stagione, tra l’incredulità di alcuni – sotto-lineò il presidente della Regione, Christian Solinas –sono dati che risentono pesantemente della crisideterminata dalla pandemia, ma che attestano, inmodo indiscutibile, che il sistema turistico sardo hasaputo affrontare nel migliore dei modi, pur tra enor-mi sacrifici, la situazione di difficoltà.

Il tracollo del compar to turistico non c’è stato –proseguì Solinas – nonostante un attacco mediaticosenza precedenti che la Sardegna ha dovuto subire,patendo gli effetti di una campagna studiata a tavo-lino e finalizzata a indicare la nostra isola, priva difocolai autoctoni e con un indice di contagio vicinoallo zero, come una terra infetta e pericolosa».

Il presidente della Regione si riferiva all’accani-mento mediatico verso la Sardegna, ma in particola-re verso la Costa Smeralda, dove si era registrato unfocolaio imponente nel quale erano rimasti infettaticentinaia di turisti che avevano accusato sintomi alrientro nelle loro regioni.

Sotto accusa le discoteche della Costa che ave-vano strappato il permesso di restare aperte e eranodiventate – per i comportamenti sconsiderati di mol-ti avventori e la mancanza di controlli – centri dicontagio e di diffusione del virus.

Cer to non tutti contagi sono da collegarsi allediscoteche, altri sono stati registrati anche in paesidell’interno, scatenati dal rientro di giovani che era-no stati in vacanza in zone a rischio come la Croaziao Ibiza. Ma non c’è dubbio che l’ondata di contagi sisia spostata velocemente dalla costa alle zone inter-

ne, mettendo in crisi l’intero sistema sanitario regio-nale che non era preparato ad affrontare una cosìimprovvisa e massiccia diffusione del virus.

La decisione di far aprire le discoteche, per nondanneggiare alcuni operatori del settore, unita a quelladi permettere sagre e feste, per aiutare gli ambulan-ti, ha finito per compromettere il prosieguo dellastagione turistica facendo sfumare i sogni di ripre-sa. E così, anche per l’effetto della campagna me-diatica, sono arrivate a cascata le disdette per al-berghi e residenze. La combinazione discoteche fa-mose - Costa Smeralda - personaggi famosi risultatipositivi è diventata sotto il profilo mediatico una mi-scela esplosiva. E quando è emerso che oltre allostesso Briatore erano risultati positivi anche decinedi dipendenti del “Billionaire”, il clamore è stato ine-vitabile. Con effetti devastanti.

E la coda di stagione di settembre, ottobre e no-vembre, sulla quale contavano gli operatori del set-tore per riuscire a contenere i danni è sfumata.

Resta il rammarico per non aver fatto tesoro diquanto successo a Carloforte tra fine luglio e i primidi agosto, quando da una discoteca era par tito unfocolaio che aveva messo a rischio, con la salute didecine di persone, anche la stagione turistica del-l’isola tabarchina e del Sulcis.

Soprattutto se si pensa che il presidente Solinas,nella gestione della pandemia, aveva messo avanti atutto la salvaguarda della salute dei sardi.

Primo Piano10 IL MESSAGGEROSARDO

Approvati dalla Giunta regionalegli interventi a favore dell’emigrazioneL’esecutivo ha accolto le proposte di Programma annuale 2020 e di Piano triennale 2020-2022 propostidall’assessore Alessandra Zedda e sui quali aveva espresso parere favorevole la Consulta dell’Emigrazione

La Giunta regionale, nella seduta del 30 luglio ha appro-vato il Programma annuale 2020 e il Piano Triennale 2020-

2022 di interventi a favore dell’emigrazione sarda, propostidall’assessore del Lavoro Alessandra Zedda. Programma ePiano sui quali aveva espresso parere favorevole la Consul-ta regionale per l ’Emigrazione r iunita in videoconferenzagiovedì 9 lugl io.

Il programma annuale prevede per il 2020 interventi perpoco meno di due mil ioni e mezzo di euro.

I l Programma annuale e i l Piano tr iennale elaborati da-gl i uff ici del l ’assessorato erano stat i esaminati dal l ’Uff i-cio di Presidenza del la Consulta l ’ 11 giugno.

Ritenendo che una par te delle proposte avanzate in quellasede non fossero state recepite nella stesura definitiva molticonsultori al momento dell’approvazione del Programma edel Piano si erano astenuti .

I componenti dell’Ufficio di presidenza avevano sottoline-ato questa circostanza in un documento pubblicato nel sitodel Messaggero sardo online, nel quale spiegavano le ragionidi una così massiccia astensione al momento del voto.

L’assessore Zedda, che non aveva potuto seguire i lavoridella Consulta per impegni istituzionali, per sgomberare i lcampo da incomprensioni e polemiche, e per fare chiarezzasulla linea che la Giunta Solinas intende perseguire a favo-re del mondo dell’emigrazione sarda nel mondo, ha convo-cato una Consulta, questa volta oltre che in videoconferen-za anche in presenza. Si è trattato della terza riunione dellaConsulta nel corso del 2020.

La Consulta si è r iuni ta i l 25 settembre, e l ’assessoreAlessandra Zedda ha messo al primo punto dell’ordine delgiorno le sue comunicazioni da presidente del la Consultasull’approvazione del Programma annuale.

Nel corso della seduta – come documentato dalla sintesidei verbali che pubblichiamo a par te – vi è stato i l chiari-mento e sono state prese impor tanti decisioni con la costi-tuzione di appositi gruppi di lavoro per il coinvolgimento piùattivo dei consultori nella elaborazione di proposte.

Il Programma degli interventi avrebbe dovuto essere ap-provato entro i l 30 marzo. In conseguenza dell’emergenzasanitaria per la pandemia di Covid-19 i tempi sono slittati.

Nel la r iunione del la Consulta del 30 lugl io l ’assessoreZedda si era collegata dal Consiglio regionale, dove era incorso un’impor tante seduta. Gli interventi dei vari consul-tori col legati da tutto i l mondo in videoconferenza, eranostati coordinati dal Direttore generale dell’assessorato.

La bozza di Programma por tata all’esame della Consul-ta – predisposta dagl i uff ic i in condivisione con l ’Uff ic iodi Gabinetto – prevedeva di lasciare inalterate le par t i sulfunzionamento e gestione ordinaria, e di introdurre alcunicorrett iv i t ramite i qual i a iutare i Circol i nel la fase emer-genziale.

In par ticolare, con atto di indirizzo assessoriale di pro-roga, a causa del la situazione di emergenza sanitaria, gl iuffici RAS hanno provveduto a trasferire il 70 % del contribu-to complessivo sia per i Circoli che per le Federazione e As-sociazioni. I l residuo sarà erogato successivamente al lapresentazione del rendiconto delle spese sostenute (nel 2021).

Per venire incontro alle richieste formulate in sede di Co-mitato di Presidenza è stato autorizzato l’ incremento delladotazione delle spese di funzionamento con le somme pre-viste per le attività, a condizione che la variazione sia sta-ta preventivamente comunicata e approvata dal l ’Ammini-strazione Regionale. È consenti to anche l ’operazione in-versa.

È stata introdotta la possibi l i tà di concedere contributiai circoli per la realizzazione di interventi nella sede socia-le tramite i quali garantire i l r ispetto del le normative igie-nico-sanitarie in un’ott ica di prevenzione COVID-19.

Nel corso della riunione della Consulta è stato spiegatoche la Regione Sardegna intende dare avvio nel 2020 ad unprocesso di aggiornamento dell’attuale normativa regiona-

le in materia di emigrazione, al fine di pervenire ad una piùat tua le e sempl i f icata d isc ip l ina inerente le a t t iv i tà de icircol i e le modal i tà di erogazione e rendicontazione deicontributi regionali .

Finalità del processo di riforma sarà quello di promuove-re, attraverso la rete dei circoli: l’effettiva ed efficace par te-cipazione della Regione a livello nazionale e internazionalein campo sociale, turistico, culturale, economico e produt-tivo attraverso azioni coordinate capaci di creare un pontefra il territorio sardo d’origine e quello di nuova residenza.

Altro obiettivo è il coinvolgimento dei giovani, anche at-traverso progett i di formazione, r iqualif icazione e aggior-namento professionale.

I l Programma di interventi per i l 2020 destina ai Circoliper il funzionamento 950.500,00 euro, e per le spese relativead at t iv i tà socia l i , cu l tura l i , format ive ed informat ive539.000,00 euro.

Per le Associazioni di Tutela e loro Federazione le risorseammontano a 50.000,00 euro.

Per le Federazioni dei Circoli, per i l funzionamento e losvolg imento del le loro at t iv i tà le r isorse ammontano a111.000,00 euro.

Le r isorse da destinare ai progett i regional i sul mondodell’Emigrazione, predisposti sulla base degli indirizzi as-sessoriali, sono complessivamente 272.000,00 euro.

I l Progetto “Casa Sardegna” approvato dalla Giunta re-gionale che prevede iniziative per rafforzare e consolidare illegame identitario del la Sardegna con gl i emigrati e i lorofamiliari in Italia e all’estero attraverso le massime espres-sioni isolane della cultura e dello spor t, ha una dotazionedi 260.000,00 euro. Nell’ambito del progetto sono consi-derati elementi strategici e aggreganti per promuovere l’in-tegrazione e la coesione il simbolo del “nuraghe”, espres-sione per eccellenza della millenaria cultura dei sardi, e lapratica spor tiva simboleggiata a l ivel lo sardo dal CagliariCalcio e dalla squadra di basket Dinamo Sassari. Nell’am-bi to d i ta l i a t t iv i tà s i favor i rà, inol t re, la real izzaz ione diuno spettacolo multidisciplinare e multisensoriale da rea-l izzarsi in col laborazione con i Comuni nei cui terr i tor i sit rov ino i pr incipal i s i t i archeologic i de l la Sardegna. Pertale att ività è previsto uno stanziamento di 12.000 euro.

Per i progetti per la promozione della Sardegna sono de-stinate risorse finanziarie pari a 39.000,00 euro.

Nel corso del 2020 sarà pubblicato un concorso di ideerivolto ai giovani dei Circol i al f ine di f inanziare i l migl iorspot pubblicitario per promuovere la Sardegna nel Mondovalorizzando anche i l ruolo della rete dell’Emigrazione.

All’idea progettuale, selezionata da una commissione divalutazione nominata dal competente Servizio regionale, sa-ranno destinate risorse pari a 27.000,00 euro.

Al fine di promuovere la produzione cinematografica sar-da, è autorizzato il finanziamento di 8.000,00 euro del pro-getto “Visioni Sarde” del Circolo Gramsci di Torino. Il con-tributo è finalizzato in par ticolare a consentire la diffusio-ne presso i l pubblico straniero, attraverso i l diretto coin-volg imento d i Ambasciate, Consolat i , Is t i tu t i I ta l ian i d iCultura e sedi estere della Società Dante Alighieri le produ-

zioni cinematografiche realizzate in Sardegna.Le risorse da destinare ai progett i orientati al la forma-

zione sono complessivamente 140.000,00 euro.Per i l progetto di Formazione dei g iovani d i r igent i dei

Circol i europei, già avviato nel 2019, f inal izzato a poten-ziare le capacità organizzative e di progettazione dei Circo-li, e a promuovere e incentivare la par tecipazione dei giova-ni a l le at t iv i tà dei Circol i , per i l 2020, d i Gran Bretagna,Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Olanda e Da-nimarca, la cui attuazione sarà affidata ad un’Associazio-ne di tutela che organizzerà in Sardegna un corso di forma-z ione per i g iovani soci iscr i t t i a i C i rcol i da a lmeno dueanni (età massima 40 anni). Le risorse destinate per il 2020sono pari a 30.000 euro.

Per i l Master Universitario di I I l ivel lo in Tecnologie perla Comunicazione, real izzato dal Circolo di Tucumán (Ar-gentina) che ha preso avvio nel 2019 con la realizzazionedi un corso di formazione per la creazione e diffusione dicontenuti cultural i , storici , ar t ist ici e cultural i attraversoi quali rafforzare il collegamento tra la Sardegna e le comu-nità sarde in Argentina. Per l’annualità 2020 sono destina-ti 60.000,00 euro.

Per la pubbl icazione onl ine del giornale “MessaggeroSardo” fondato a Cagliari nel 1969 per favorire la documen-taz ione e i l d ibat t i to dest inato agl i emigrat i ed a l le lorofamigl ie , nonché ad ent i , c i rcol i , federaz ioni de i c i rcol idegl i emigrat i ed agl i ent i local i del la Sardegna sono de-st inat i nel 2020 r isorse pari a 21.500,00 euro impegnatenel Bilancio pluriennale a favore della FAES, a prosecuzio-ne del Progetto avviato nel 2019 per il rilancio della testatastorica i l “Messaggero sardo” online.

Tra le novità un progetto a cabina regionale f inal izzatoa favorire i l miglioramento delle capacità di progettazionedei circoli con l’intento di favorire il reperimento di ulterioririsorse economiche tramite le quali contribuire ad avviarenuovi progetti e servizi di loro diretto interesse. È previstouno stanziamento pari a 50.000,00 euro.

Tra le novi tà anche la pubbl icaz ione d i un Avviso perprogetti emergenziali 2020. tramite i l quale promuovere larealizzazione di interventi di carattere umanitario e socialeche possano intervenire posit ivamente sulle condizioni divita delle persone, sulle oppor tunità educative e formativedi bambine/i e ragazze/i , oltre che sul le possibi l i tà di ac-cesso ai local i s istemi sani tar i .

I l Piano Triennale 2020-2022 approvato in questa r iu-nione del la Consulta e contestato nel documento f i rmatodai component i del l ’Uff ic io di presidenza, prevedeva untaglio delle risorse (da 2.465.900,00 a 2.291.400,00) peri l 2021 e 2022, e dal 2021 la f ine dei f inanziamenti per lapubblicazione del Messaggero sardo online e il progetto didigital izzazione del materiale (lettere, poesie, documenti,foto, ecc.) d i va lore stor ico re lat ivo a l la stor ia del Mes-saggero sardo e all’emigrazione sarda, depositato nell’Ar-chiv io di Stato di Cagl iar i .

Nella riunione della Consulta del 25 settembre – come sievince dal la sintesi del verbale – è stato chiari to che si ètrattato di un malinteso, tanto è vero che il Piano Triennaleapprovato dalla Giunta regionale prevede i l f inanziamentoper la pubblicazione del Messaggero sardo.

I l 2 ottobre, convocata dall’assessore Alessandra Zed-da, si è tenuta la quar ta r iunione del la Consulta del 2020con all’ordine del giorno Ordine del giorno la costituzionedi t re gruppi d i lavoro che avranno i l compi to d i ideare,esaminare e sottoporre alla Consulta proposte di interventirelativi ai progetti “Casa Sardegna”, Capacità progettuali ealla Conferenza Emigrazione Sardegna.

Il gruppo “Casa Sardegna” avrà il compito di raccoglie-re/condividere/elaborare proposte per la realizzazione di unintervento volto a promuovere il Marchio Sardegna (elemen-to centrale dovrà essere i l Nuraghe) attraverso la rete deiCircol i . Le iniz iat ive saranno real izzate con la col labora-zione del Cagl iar i Calcio e del la Dinamo Sassari .

I l gruppo Capacità progettuali avrà i l compito di elabo-rare/raccogliere/condividere proposte per la redazione degliAvvisi che l’amministrazione regionale ha la responsabil i-tà di pubbl icare.

Il gruppo Conferenza Emigrazione Sardegna avrà il com-pito di raccogliere/condividere/elaborare proposte per l’or-ganizzazione della prossima Conferenza regionale sull’Emi-grazione da tenersi, salvo ulteriore conferma, nell’ottobredel prossimo anno o nei primi mesi del 2022.

Primo Piano 11IL MESSAGGEROSARDO

La Consulta dell’emigrazioneapprova gli interventi per il 2020

Il 9 luglio, convocata dall’assessore Alessandra Zed-da, si è riunita la Consulta regionale dell’Emigrazione.

In aper tura dei lavori l’assessore Zedda – che si ècollegata dal Consiglio regionale, dove era si trovata perimportanti impegni istituzionali – ha presentato il dott.Roberto Doneddu, nominato dalla Giunta direttore ge-nerale dell’assessorato per il prossimo triennio, e lastruttura con il nuovo dirigente del Servizio “Attuazionedelle politiche per i cittadini” che acquisisce le compe-tenze in materia di Emigrazione, affidato al dott. SandroOrtu, e il responsabile del settore emigrazione dott.Marco Sechi, mentre vengono confermati l’ing. GianNicola Saba come segretario della Consulta e il dottorIgnazio Boi come responsabile per l’Ufficio di Gabinettodell’Assessore del settore Emigrazione.

Collegati in videoconferenza hanno par tecipato allariunione il vicepresidente vicario della Consulta Dome-nico Scala, la vicepresidente Serafina Mascia e i con-sultori Maurizio Sechi della FASI, Paolo Atzori dellaGermania, Maria Margarita Tavera dell’Argentina, Gian-ni Garbati della Spagna, Angela Letizia Licciardi delBrasile, Maria Giovanna Filia del Canada, Mario Agusdell’Olanda, Fausto Zanda dell’Australia, Antonio Ma-ria Enna del Belgio, Olimpia Grussu della Danimarca,Mario Deidda della Francia, Giacomo Bandino degliUSA, Pierpaolo Cicalò dell’Istituto Autonomo Fernan-do Santi, Mauro Carta delle ACLI, gli esper ti GiuseppeDessì, Lello Giua, e Carlo Manca, e Maria FrancescaTicca della UIL Sarda.

Erano assenti Franca Orrù della UGL, Francesco Pi-ras della CISL, Luca Puggioni della Gran Bretagna, An-tonino Casu dell’A.I.T.E.F. e Jan Lai della FILEF.

Dopo le comunicazioni dell’Assessore il dottor Se-chi ha presentato il Programma Annuale dell’Emigra-zione 2020, spiegando che par te da quello già presen-tato nella Consulta dello scorso gennaio ed in par terecepisce alcune osservazioni presentate durante ilComitato di Presidenza, da singoli Circoli, o altre pro-poste che fatte dall’Assessore. Ha ricordato che gra-zie all’intervento dell’Assessore è stato possibile l’ero-gazione del 70% dei contributi. Con l’eccezione di 10Circoli (9 dei quali non avevano inviato la rendiconta-zione, e in un caso la documentazione era arrivatasolo da pochi giorni).

Ha quindi spiegato che è stata introdotta la flessibi-lità fra la dotazione prevista per le spese di funziona-mento e le attività e viceversa.

Per quanto riguarda i progetti ha sottolineato la con-ferma del progetto Casa Sardegna, e interventi nuoviper promuovere la materia del cinema.

Per la formazione sono stati confermati i progetti delCircolo di Tucuman e della FASI, con l’inserimento diuno nuovo per finanziare corsi per migliorare la capacitàprogettuale dei Circoli.

Per quanto riguarda la comunicazione, il DirettoreGenerale ha annunciato di aver avviato una riforma cheporterà all’abolizione di un sito obsoleto e l’evoluzione

del sito Sardinia Everywhere che rimarrà inessere.

Si quindi aperto il dibattito e il vice Presi-dente Vicario Domenico Scala ha lamentatoche le proposte del Comitato di Presidenzafossero state recepite solo in parte.

Pur ritenendo, in linea di massima, il Pro-gramma Annuale condivisibile, ha invitato arendere più semplici gli aspetti burocratici.Scala ha anche chiesto un maggior coinvol-gimento delle Federazioni, come è già acca-duto in passato, sui progetti a regia asses-soriale.

Il dottor Ignazio Boi ha invitato a elencare leproposte del Comitato di presidenza non ac-cettate, salvo quelle non accoglibili per vincoli

normativi.Pierpaolo Cicalò ha suggerito che sarebbe utile con-

sentire un congruo slittamento per la realizzazione deiprogetti di cui ancora non si è avuto nemmeno l’antici-po, inoltre ha lamentato che nel Programma Annualenon sia stato tenuto nella debita considerazione il so-stegno che danno le Associazioni ai Circoli, soprattuttonei paesi in cui non è presente una Federazione o neipaesi dove si stanno sviluppando iniziative per costitu-ire nuovi Circoli.

Paolo Atzori ha lamentato che spesso manca unaefficace comunicazione, ad esempio, la conferma dellaricezione dei documenti. Fino ad oggi – ha detto – nonho avuto risposta sui Circoli di Stoccarda, Norimberga eFrancoforte. Stoccarda ha ripreso questo anno, dopodiverso tempo a richiedere i contributi, ma non sappia-mo a che punto siamo e finora non abbiamo ricevutonessun contributo.

Mario Agus ha sottolineato che per la prima volta icontributi sono arrivati ad aprile, e ha detto che sedivenisse una regola si riuscirebbe ad avvicinare moltodi più i giovani ai circoli. Ha poi lamentato che non èstato finanziato il progetto del Circolo sardo di Arnhem,ricordando che da quasi 11 anni i Circoli olandesi nonricevono finanziamenti per i loro progetti.

Il dottor Ignazio Boi (per evidenziare la lungimiranza dicerte decisioni politiche) ha ricordato che la decisionedell’assessore di erogare il 70% dei contributi è del 9marzo, ovvero quando il Presidente Conte ha deciso illockdown.

Il dottor Sechi ha ricordato che i progetti regionalinon vengono assegnati, ma sono sottoposti all’esamedi una Commissione e all’approvazione del RUP, secon-do le regole della vigente normativa. Nel ProgrammaAnnuale 2020 è stata introdotta una voce che, per au-mentare la probabilità di alternanza, che tenderà a limi-tare i soggetti che abbiano già usufruito di progetti neglianni precedenti.

Serafina Mascia ha ringraziato l’Assessore che hapermesso l’erogazione di un anticipo del 70% ai circo-li. Per quanto riguarda il Programma Annuale – hadetto – nella riunione del Comitato di Presidenza ab-biamo esaminato il Programma e le nostre osserva-zione sono state in par te accolte. Per le altre propo-ste si comprende come non possano essere accolteora, ma si auspica che vengano esaminate in unafutura Consulta. Abbiamo chiesto ed è stato recepitoche quest’anno si possa rendicontare l’intera sommasenza distinzione fra attività e funzionamento, anchese nel Programma viene ripreso con una modalitàdiversa.

Serafina Mascia ha poi chiesto di far slittare il Con-gresso della Fasi al 2021, proponendo anche di portarela frequenza dei Congressi da tre a quattro l’anno.

Il dottor Sechi ha spiegato che non è possibile modi-ficare da 3 a 4 anni la cadenza dei Congressi, in quantoviolerebbe la normativa.

Per quanto riguarda i progetti di promozione dellaSardegna ha annunciato il lancio di un concorso di idee.

Pino Dessì, più che del Programma che va bene inquesto momento emergenziale, ha posto l’attenzionesulla situazione dei Circoli degli emigrati sardi, quellifuori dall’Italia, che si stanno via via svuotando. Halamentato che la Sardegna è sempre più ai margini deldibattito sull’emigrazione italiana nel mondo. C’è un’emi-grazione sarda in Perù, in Uruguay, in Cile e non ci vedepresenti, mentre l’obiettivo della LR 7/91 era quello ditenere unita la comunità dei sardi.

Lello Giua, volendo rafforzare il discorso di PinoDessì, ha evidenziato come per perseguire l’obiettivodi mettere mano al Regolamento per rendere più snel-la la burocrazia, occorre riiniziare con una buona dosedi formazione per garantire una maggiore progettuali-tà. Sarebbe impor tante – ha ribadito – che venga fattoun nuovo Congresso dell’Emigrazione, entro il 2022,come già manifestato positivamente dall’Assessore,per consentire anche di ristrutturare la Legge, aprirele porte ai giovani per mantenere in crescita questarealtà, con nuove proposte, nuove idee per il mondodell’Emigrazione.

Maurizio Sechi si è soffermato sulle scelte che ver-ranno fatte nell’ambito della Comunicazione ed in parti-colare sulle voci manutenzione ed evoluzione portali,videoconferenze e ha chiesto se in queste voci sonocomprese le funzionalità di sincronizzazione con altrigestionali o fogli Excel, che i Circoli hanno, e il SUS chedovrebbe essere utilizzato a partire da quest’anno, insperimentazione, ed infine se è stata prevista una figu-ra o un gruppo che dovrebbe fare da interfaccia con iCircoli per il caricamento dei dati o di funzionalità delportale della RAS.

Il dottor Sechi ha detto che si sta operando unariforma dei portali a partire da Sardinia Everywhere, eha assicurato che si pensa di mettere a disposizionedei Circoli persone che possano supportarli in una pri-ma fase di gestione.

Gianni Garbati ha ricordato che i sardi sono tantissi-mi e presenti praticamente ovunque, ma la legge attua-le pone troppi vincoli che allontanano le persone dalleassociazioni.

Fausto Zanda ha detto che avrebbe avuto bisogno diun tempo maggiore per esaminare il Programma An-nuale ed il Piano Triennale, lamentando inoltre che inseguito alla riorganizzazione del servizio emigrazionedell’assessorato siano mancate comunicazioni tempe-stiva per comprendere a chi rivolgersi, e ha ricordatoche i Consultori sono ancora in attesa di ricevere ilrimborso relativamente alla prima Consulta che si tenu-ta a Gennaio.

Carlo Manca ha ribadito l’importanza di investire sul-le nuove generazioni per garantire il futuro al mondodell’Emigrazione.

Il Direttore Generale ha proposto che la votazioneavvenisse per email, in modo di consentire una regi-strazione dei presenti.

Marga Tavera ha detto che in Argentina era in attouna fase di quarantena stretta e si è augurata di esserein grado a settembre di sapere quali attività riuscirà afare entro la fine dell’anno.

Ignazio Boi ha assicurato l’impegno del Servizio pervalutare a settembre la situazione e le modalità di inviodella pianificazione delle attività dell’anno.

Angela Licciardi ha illustrato la situazione drammati-ca del Brasile.

Mauro Carta ha sottolineato come il lockdown abbia-mo creato molti problemi a tanti sardi nel mondo chesono rimasti talvolta senza risorse, e ha proposto difare il censimento degli emigrati che sono all’estero,coinvolgendo i Comuni della Sardegna.

Ignazio Boi, in accordo con il segretario della Consul-ta, ing. Saba, ha accolto l’invito del Direttore Generaledi esprimere il voto tramite email. Il presidente ed ilsegretario della Consulta hanno deciso di non parteci-pare al voto.

Risultano pervenuti 19 voti, di cui 7 favorevoli e 12astenuti, il Programma Annuale 2020 e il Piano Trienna-le 2020-2022 sono approvati dalla Consulta.

Il dott. Ignazio Boi, responsabile per l’Ufficio di Gabinetto, con Alessandra Zedda

Primo Piano12 IL MESSAGGEROSARDO

La Consulta approva la propostadi una Conferenza dell’EmigrazioneIl 25 settembre, convocata dall’assessore Ales-

sandra Zedda si è riunita nei locali dell’Assesso-rato del Lavoro, per la terza volta nell’anno, laConsulta Regionale per l’Emigrazione, con all’or-dine del giorno Comunicazioni del presidente; Pro-gramma Annuale per il 2020; prima ipotesi di or-ganizzazione della Conferenza dell’Emigrazione.

Vi hanno partecipato presenti in sede o in vide-oconferenza l’assessore Alessandra Zedda, il di-rettore generale dell’assessorato Roberto Doned-du, il direttore del Servizio Attuazione delle politi-che per i cittadini, Sandro Ortu, il responsabile delSettore Gestione contrattuale e finanziaria delleoperazioni, Marco Sechi, Ignazio Boi dell’Ufficio diGabinetto dell’Assessore, e Riccardo Rosas, re-sponsabile del Settore Programmazione operativa e ge-stione, il segretario della Consulta Giannicola Saba, ilvicepresidente vicario Domenico Scala, la vicepresiden-te Serafina Mascia, e i consultori Maurizio Sechi dellaFasi, Paolo Atzori della Germania, Maria Margarita Ta-vera Consultore dell’Argentina, Gianni Garbati della Spa-gna, Angela Letizia Licciardi del Brasile, Maria Giovan-na Filia del Canada, Mario Agus dell’Olanda, FaustoZanda dell’Australia, Antonio Maria Enna del Belgio,Olimpia Grussu della Danimarca, Giacomo Bandino de-gli USA, Pierpaolo Cicalò dell’Istituto Autonomo Fer-nando Santi, Mauro Carta delle ACLI, Antonino Casudell’A.I.T.E.F., Jan Alexandro Lai della FILEF, gli espertiGiuseppe Dessì, Antonio Giua e Carlo Manca, e MariaFrancesca Ticca della UIL.

Erano assenti: Luca Puggioni della Gran Bretagna,Mario Deidda della Francia, Franca Orrù della UGL eFrancesco Piras della CISL.

La Presidente Alessandra Zedda ha sottolineato come,nonostante le difficoltà legate al COVID, sia stato rag-giunto l’obiettivo di mettere a disposizione dell’emigra-zione organizzata le risorse necessarie per andare avanti.Così è stato con l’anticipazione del 70% – ha detto – eora ci poniamo l’obiettivo di pagare la restante parte.Quest’anno possiamo disporre anche dei 260.000 eurodi Casa Sardegna, arricchiti dai 50.000 euro dalla Fon-dazione Sardegna. Abbiamo fornito indicazioni – ha pro-seguito – e attendiamo da parte vostra proposte chepossano concretizzare questa volontà. La nostra idea èquella di costruire un marchio che identifichi Casa Sar-degna. La realizzazione è lasciata alla vostra iniziativa,attraverso un concorso di idee che porti alla fine ascegliere una proposta che goda dell’apprezzamentopiù ampio, che possa avere centralmente il simbolo delnuraghe e il rapporto con i partner, il Cagliari Calcio e laDinamo Sardegna.

Abbiamo inoltre pensato a costituire dei gruppi dilavoro che possano aiutare i Circoli a migliorare la lorocapacità progettuale. Ed infine pensiamo alla grandeConferenza dell’Emigrazione che, se non ci fosse statala pandemia, avremmo organizzato nel 2021. Possiamoprovare ancora ad ipotizzarla alla fine del 2021 – haproseguito – ad esempio in ottobre, ma potrebbe realiz-zarsi alternativamente nella primavera del 2022.

L’assessore ha poi precisato che “non è nostra inten-zione interrompere la pubblicazione del Messaggero Sar-do e pertanto la notizia che abbiamo letto rappresenta inqualche modo un cortocircuito, delle critiche che in qual-che modo mi hanno dispiaciuto e che sono giunte ina-spettate, non essendosi manifestate negli incontri, per laquale vorremo una spiegazione da parte vostra”.

Il vicepresidente vicario, Domenico Scala ha ringra-ziato l’Assessore per gli argomenti che ha proposto eper l’anticipazione del 70% ai Circoli, che dimostra un’at-tenzione verso il mondo dell’emigrazione a cui corri-sponde il forte legame per la Sardegna da parte degliemigrati. Legame – ha detto Scala – che ha superatoanche la paura per la pandemia e ha visto confermaresignificativamente i viaggi di rientro in Sardegna rispet-to agli altri viaggiatori. Scala ha poi sollevato il problemadegli emigrati che possiedono una casa in Sardegna

che dal 31 dicembre del 2019 si sono visti negare l’esen-zione dall’IMU.

Scala ha poi auspicato un dialogo diretto con il Pre-sidente della Consulta per superare i malintesi che sisono verificati e per manifestare il desiderio di rafforza-re il legame con l’Assessore. Un confronto franco masereno che ha come obiettivo quello di stare al fiancodell’Assessore, non certo di belligerare con lei.

Scala ha quindi ricordato che l’ar ticolo citato riporta-va solo questo disagio. Per la prima volta il ProgrammaAnnuale era stato approvato con una maggioranza diastenuti e non perché si fosse contrari in toto al Pro-gramma, che anzi contiene molti elementi di interesse,ma per rimarcare come le proposte presentate in Comi-tato di Presidenza non fossero state accolte nella quasitotalità e come il Piano Triennale non fosse stato di-scusso in Consulta e quindi non approvato.

Il dott. Boi ha chiarito che l’articolo sul MessaggeroSardo indicava soltanto che il Programma Annuale erastato approvato, non che fosse stato approvato all’una-nimità. Per quanto riguarda il comunicato del Comitatodi Presidenza ha detto che si sarebbe potuto seguireuna diversa modalità di puntualizzazione, anche attra-verso una telefonata, un contatto diretto, se non conl’Assessore con l’ufficio di Gabinetto.

Il dott. Marco Sechi ha precisato che il Servizio haricevuto comunicazioni scritte solo dalla FASI e chesono state accolte per la maggior parte. Ha poi preci-sato che per quanto riguarda il mancato finanziamentodel Messaggero Sardo negli anni successivi, si è tratta-to soltanto di una svista.

Serafina Mascia ha ricordato che con quel documen-to si voleva precisare che nel Piano erano state inseriteiniziative che in Consulta non erano state trattate.

Pierpaolo Cicalò ha fatto presente le variazioni delProgramma non approvate dalla Consulta, ad esempiol’inserimento di Visioni Sarde, e le variazioni del proget-to emergenziale.

Marco Sechi ha precisato che vi è solo una differenzatra la proposta di Piano esaminato e approvato dall’Uffi-cio di Presidenza e quello poi discusso e approvato dallaConsulta e riguarda una richiesta di contributo pervenutasuccessivamente alla riunione dell’ufficio di Presidenza.

Domenico Scala ha ricordato che il Piano Triennalenon è stato letto e discusso in Consulta, se l’avessimoletto e discusso – ha aggiunto – non sarebbe sortal’incomprensione relativamente al Messaggero Sardo.

Mario Agus, dopo aver ricordato ciò che hanno fattoi Circoli sardi dell’Olanda (il primo Convegno dei Giovanisardi in Europa, il primo Convegno della donna sardaemigrata) ha lamentato che nessuno dei tantissimi pro-getti presentati sia stato accolto ed ha auspicato che infuturo ci sia un’assegnazione a rotazione.

Marga Tavera ha ricordato che in Argentina c’eraancora il lockdown e ha annunciato che sul progettoCasa Sardegna i circoli argentini avevano qualche pro-posta da avanzare.

Paolo Atzori ha segnalato che il circolo di Stoccardanon ha ancora avuto nessun acconto.

Il dott. Marco Sechi ha spiegato che la situazione delCircolo di Stoccarda è particolare, non avendo presen-

tato una richiesta negli ultimi 5 anni non è stato possi-bile calcolare per il 2020 il contributo su quello erogatol’anno scorso come per tutti gli altri. Per questo si èdovuto attendere l’approvazione del Programma, dove èstata inserita una disposizione ad hoc che ci ha con-sentito di adottare l’impegno sulla base dell’ultima ri-chiesta di contributo presentata.

Antonio Maria Enna ha ricordato che in Belgio, fino apoco tempo fa, c’erano ben 7 Circoli e al momento nesono rimasti funzionanti solo due. Si è associato allaproposta di prevedere una rotazione nell’assegnazionedei progetti.

Pierpaolo Cicalò ha espresso apprezzamento per ilconcorso di idee per la promozione di Casa Sardegna eper quanto riguarda la Conferenza sull’Emigrazione hasottolineato l’esigenza di una preparazione accurata.

Alessandra Zedda ha chiarito che i fondi destinati alprogetto Casa Sardegna sono aggiuntivi rispetto a quel-li previsti tradizionalmente per il mondo dell’Emigrazio-ne. Il marchio che verrà premiato verrà pagato da CasaSardegna. Un altro punto che vorremo finanziare conCasa Sardegna sono le attrezzature tecnologiche, fibra,pc, schermo o altro richiesto dai Circoli, o contributi perincentivare quote per il rientro, o come contributi chetengano conto dello svantaggio legato all’IMU.

Un obiettivo della Conferenza dell’anno prossimo o2022 – ha spiegato l’assessore – è la conta di quantisiamo nel mondo, compresi anche quelli non iscritti aiCircoli.

L’assessore si è dovuta allontanare lasciando la pre-sidenza al Vice Presidente Vicario.

Il dibattito si è quindi focalizzato sul problema del-l’utilizzo dei contributi destinati al funzionamento ancheper acquisti, con interventi di Jan Lai, Fausto Zanda,Gian Nicola Saba, Marco Sechi, Serafina Mascia e Do-menico Scala.

Tonino Casu ha detto di sostenere la proposta che iprogetti vengano assegnati a rotazione. Invece per laConferenza sull’Emigrazione sarebbe propenso a preve-derla nella primavera del 2022.

I diversi consultori sono poi intervenuti per sollevaresingole questioni. Gianni Garbati ha ricordato inoltreche il Circolo di Valencia è in attesa del riconoscimen-to, e sollecita la necessità di rinnovare il parco tecnolo-gico dei Circoli. Angela Licciardi ha parlato della situa-zione sanitaria in Brasile che non permette di svolgerele attività ad ottobre e novembre. Olimpia Grussu haspiegato che in Danimarca erano stati programmatitanti eventi che sono stati spostati.

Maria Giovanna Filia ha precisato che anche in Cana-da ci sono restrizioni dovute alla pandemia e che iprogetti proposti sono online e riguardano l’aspetto cul-turale, linguistico, con traduzioni di opere in franceseed inglese e ha proposto di favorire la creazione dicircoli virtuali.

Giacomo Bandino, che per problemi di connessionenon ha potuto seguire tutti gli interventi, si è dettod’accordo con la proposta dei Circoli Vir tuali.

Maurizio Sechi si è soffermato sull’aspetto di aggior-namento tecnologico, chiedendo altre informazioni allepiattaforme SUS, che la Regione ha individuato per larendicontazione e alla possibilità di avere una integra-zione dai dati dei Circoli già caricati.

Boi ha annunciato la chiusura della piattaforma Sar-diniaeverywhere e la realizzazione di un nuovo portaleper l’emigrazione, integrato nel sistema dei portali isti-tuzionali della Regione.

Carlo Manca ha espresso la sua soddisfazione per lacreazione dei gruppi di lavoro.

Boi ha ripreso la proposta dell’Assessore per l’orga-nizzazione dei Gruppi di lavoro, previsti dall’ar t. 32 dellaLR 7/91, in forma snella, con un massimo di 5 personee con un coordinatore che riferisce alla Consulta. I tregruppi sono a) Casa Sardegna; b) Capacità progettuali;c) Conferenza dell’emigrazione.

Il filo comune di questi gruppi è la volontà di farfunzionare al meglio la rete dell’Emigrazione. Su invitodel vice presidente vicario la Consulta ha approvato convoto unanime la Delibera proposta. Pino Dessì, ripren-dendo l’intervento della Filia sulla proposta dei Circolivir tuali, ha sostenuto che consentirebbe di rilanciarel’emigrazione organizzata laddove è scomparsa magaria causa dell’assenza di una sede.

Pierpaolo Cicalò Antonio Giua

Primo Piano 13IL MESSAGGEROSARDO

Costituiti dalla Consultai gruppi di lavoro

Il 2 ottobre, convocata dalla presidente AlessandraZedda, si è tenuta nei locali dell’Assessorato del La-

voro, con presenza in sede o collegati in videoconferen-za, la quarta riunione della Consulta del 2020 con all’or-dine del giorno la costituzione di tre gruppi di lavoro cheavranno il compito di ideare, esaminare e sottoporrealla Consulta proposte di interventi relativi ai progetti“Casa Sardegna”, Capacità progettuali e alla Conferen-za Emigrazione Sardegna.

Il gruppo “Casa Sardegna” avrà in particolare il com-pito di raccogliere/condividere/elaborare proposte per larealizzazione di un intervento volto a promuovere il Mar-chio Sardegna (elemento centrale dovrà essere il Nura-ghe) attraverso la rete dei Circoli. Le iniziative sarannorealizzate con la collaborazione del Cagliari Calcio edella Dinamo Sassari.

Il gruppo Capacità progettuali avrà in particolare ilcompito di elaborare/raccogliere/condividere proposteper la redazione degli Avvisi che l’amministrazione re-gionale ha la responsabilità di pubblicare a valere sulPAE 2020 e, inoltre, proporre schemi che possano inno-vare la metodologia finora utilizzata per la realizzazionedegli Avvisi regionali.

Il gruppo Conferenza Emigrazione Sardegna avrà ilcompito di raccogliere/condividere/elaborare proposteper l’organizzazione della prossima Conferenza regiona-le sull’Emigrazione da tenersi, salvo ulteriore conferma,nell’ottobre del prossimo anno o nei primi mesi del2022.

Con l’assessore Alessandra Zedda, che la ha pre-sieduta, sono intervenuti ai lavori della Consulta il re-sponsabile del Settore Gestione contrattuale e finanzia-ria delle operazioni, Marco Sechi, Ignazio Boi dell’Ufficiodi Gabinetto dell’Assessore il segretario Giannicola Saba,il vicepresidente vicario Domenico Scala, la vicepresi-dente Serafina, Maurizio Sechi della Fasi, Paolo Atzoridella Germania, Maria Margarita Tavera dell’ Argentina,Angela Letizia Licciardi del Brasile, Maria Giovanna Filiadel Canada, Mario Agus dell’Olanda, Fausto Zanda dell’Australia, Antonio Maria Enna del Belgio, Olimpia Grus-su della Danimarca, Giacomo Bandino degli USA, Pier-paolo Cicalò dell’Istituto Autonomo Fernando Santi,Mauro Carta delle ACLI, Antonino Casu dell’A.I.T.E.F., egli esperti Giuseppe Dessì e Carlo Manca.

Erano assenti Luca Puggioni della Gran Bretagna,Mario Deidda della Francia, Gianni Garbati della Spa-gna, Jan Alexandro Lai della FILEF, Franca Orrù della

UGL, Francesco della CISL, Maria FrancescaTicca della UIL.

La Consulta – ha ricordato il dott. Sechi – hadeciso di autoconvocarsi oggi per stabilire lacomposizione dei tre gruppi di lavoro, delibera-ta nella precedente riunione e darsi alcune re-gole per un rapido avvio dei lavori.

Il primo gruppo, Casa Sardegna, avrà il com-pito di elaborare un progetto volto a promuove-re l’immagine della Sardegna nel mondo. Lerisorse messe a disposizione nel progetto – haaggiunto – potranno anche soddisfare alcuneesigenze evidenziate dai Circoli in questi mesi.

Il secondo gruppo di lavoro “Capacità pro-gettuali” avrà il compito di favorire una migliore proget-tazione degli avvisi in capo all’Amministrazione regiona-le ed eventualmente migliorarli. In particolare per quan-to riguarda i cosiddetti progetti emergenziali, le capaci-tà progettuali dei Circoli, e un concorso di idee, rivolto aigiovani, per promuovere l’immagine della Sardegna at-traverso uno spot. In definitiva per promuovere unamaggiore condivisione dei progetti regionali.

Il terzo gruppo sulla “Conferenza Regionale dell’Emi-grazione”, prevista per il momento per ottobre 2021,COVID permettendo, riguarderà l’organizzazione dei la-vori, il contenuto del programma etc. Obiettivo di oggi èstabilire la composizione dei gruppi di lavoro e darci leprime regole di funzionamento e convocare una primariunione di lavoro durante la quale verrà eletto il coordi-natore del gruppo che avrà il compito di convocare leriunioni e riferire a tutta la Consulta il risultato dei lavori.

La Presidente propone che in tutti i gruppi, fuoriquota, siano presenti i tre esperti che sono espressio-ne del Consiglio Regionale, visto come supporto ai gruppidi lavoro.

Dopo alcune puntualizzazioni di merito il dr. Boi riferi-sce che sono pervenute otto candidature per il gruppoCasa Sardegna e solo due per ciascuno degli altri duegruppi.

Dopo gli interventi del vice presidente Vicario, Dome-nico Scala (che ha sostenuto che le Commissioni do-vrebbero essere collegiali lasciando l’ultima parola allaConsulta), e di Pierpaolo Cicalò (che ha proposto unaripartizione diversa per equilibrare i gruppi) il dott. Boi haspiegato che la proposta non risponde al metodo stabi-lito la volta scorsa.

Il Vice Presidente Serafina Mascia si è detta d’ac-cordo per i gruppi allargati, essendo gruppi di lavoro,non decisionali, per il resto ribadisce il rispetto delleregole che sono state stabilite. Fa presente inoltre chela FASI ha rinviato il proprio Congresso al 2021, causaCOVID e ritiene che il Congresso possa essere un’anti-cipazione della Conferenza internazionale dell’Emigra-zione, occasione per esaminare cosa è oggi l’emigra-zione e le motivazioni della crisi dei Circoli.

Anche Mario Agus non ha condiviso la proposta diPierpaolo Cicalò che lo vedrebbe escluso dal gruppoCasa Sardegna.

La Presidente ha ribadito la validità del principio diinclusione, quindi se i gruppi sono più numerosi nonimporta.

Fausto Zanda ha precisato di aver mandato la propria

adesione al gruppo Conferenza Emigrazione.Maria Giovanna Filia, ha sostenuto che la proposta di

Cicalò è stata fatta con spirito di collaborazione perassicurare a tutti i gruppi una composizione variegata.Ha concordato di essere inserita nel gruppo Progettua-lità.

Il dott. Boi, ha ribadito che la Consulta ha deciso unmetodo e a questo ci si deve attenere e propone che gliEsperti e i componenti dell’Ufficio di Presidenza sianopresenti in tutti e tre gruppi.

Tonino Casu ha chiesto delle spiegazioni sul ruolo deicomponenti del Comitato di Presidenza, che hanno unruolo diverso dagli Esperti, all’interno dei gruppi.

Il dott. Boi ha ribadito che i Consultori possono arriva-re sino a 5, più l’ufficio di Presidenza e gli Esperti chepartecipano fuori quota. Ogni gruppo avrà un coordina-tore che avrà il compito di convocare il gruppo, redigerei verbali, stendere proposte operative e alla fine relazio-nare alla Consulta che propone quanto elaborato all’As-sessore.

Al termine della discussione e dopo ulteriori precisa-zioni e chiarimenti il dott. Boi ha letto la composizionedei gruppi:

Casa Sardegna: Enna (Belgio), Agus (Olanda); Casu(Aitef), Bandino (Usa), Grussu (Danimarca), Atzori (Ger-mania). Ai quali si aggiungono Scala, Cicalò, Mascia, eTavera dell’Ufficio di Presidenza e gli esperti Dessì,Giua e Manca;

Capacità progettuali: Carta (Acli), Sechi (Fasi), Filia(Canada), più l’Ufficio di presidenza e gli esperti;

Conferenza regionale dell’Emigrazione: DomenicoScala, Serafina Mascia, Fausto Zanda, Letizia Licciar-di. Più l’Ufficio di presidente e gli esperti.

Olimpia Grussu, scusandosi per il ritardo con cui si ècollegata per ragioni lavorative, ha confermato la pro-pria adesione al gruppo “Casa Sardegna”, dando peròla disponibilità a collaborare, se richiesto, anche con glialtri gruppi.

La Presidente Alessandra Zedda ha sottolineato cheè opportuno indicare nel verbale della seduta la compo-sizione dei gruppi, in modo che chi lo desidera possadare ancora la sua candidatura o modificare o integrarequanto indicato nel verbale.

Maurizio Sechi ha detto di ritenere vantaggioso averegruppi numerosi. Più che pensare all’onore di stare inun gruppo bisogna pensare a dedicare tempo per il suofunzionamento.

La Consulta ha accolto all’unanimità la proposta deldott. Boi di approvare la composizione dei gruppi, fermorestando la disponibilità ad integrarli.

La Presidente, dopo aver augurato buon lavoro aigruppi, ha ricordato che un altro argomento all’ordinedel giorno era quello di fare una ricognizione degli iscrittiai Circoli che pagano l’IMU o tasse similari, o che co-munque abbiano una casa in Sardegna, per valutare poiin che modo intervenire. Altra richiesta riguardava uncontributo straordinario per i Circoli che intendono ac-quistare la sede. È importante – ha detto Zedda – cono-scere i numeri delle richieste, anche relative ad acqui-sto di le attrezzature o per qualche piccolo intervento dimanutenzione delle sedi.

Questi argomenti – ha aggiunto – potrebbero essereargomento dei gruppi di lavoro.

Domenico Scala, che aveva sollevato la questionedell’IMU nella precedente riunione di Consulta, ha sug-gerito di attivare un’azione politica sul problema, perchéè un argomento molto importante che richiederebbeuna dotazione finanziaria significativa.

Nella foto, da sinistra, Domenico Scala, Paolo Atzori e Serafina Mascia

Speciale Emigrazione14 IL MESSAGGEROSARDO

Il Rapporto Italiani nel mondodella Fondazione Migrantes

2020 pubblica uno studio di Ma-risa Fois, originaria di Busachi, edocente di Storia all’Universitàdi Ginevra, sui flussi migratori esui rischi di spopolamento e discomparsa di molti paesi dellaprovincia di Oristano.

Nel 2006, in uno studio sullospopolamento commissionatodal Centro Regionale di Programmazione della RegioneSardegna, l’indice di stato di malessere demografico –costruito sulla base di sei indicatori relativi alla dinami-ca demografica nel medio e nel breve periodo, alladivisione per fasce di età e a determinati aspetti strut-turali della popolazione dei 377 comuni della Sardegna–, ha permesso di evidenziare alcune delle caratteristi-che dei paesi in via di desertificazione. Si tratta, gene-ralmente, di comuni con meno di 3.000 abitanti, abba-stanza distanti dai centri urbani, situati in montagna ocollina interna, di rado sulle coste.

Qualche anno dopo, nel 2013, l’aggiornamento del-lo stesso studio ci restituisce un quadro complesso:sempre sulla base del totale dei comuni dell’Isola, 31rischiano di scomparire nei prossimi decenni e in 47sarà riscontrabile un peggioramento del quadro demo-grafico.

Come sottolineato dagli autori, non si tratta di unavera e propria previsione, quanto piuttosto di un lavorodi proiezione, ovvero di un esercizio statistico, validonella misura in cui non sarà attuato alcun tipo di inter-vento che possa modificare la situazione socio-econo-mica dei comuni in questione e basato, quindi, sullaproiezione temporale delle tendenze demografiche at-tuali, aggiornate con i dati del censimento del 2014.

La metà dei comuni a rischio di scomparsa (15 su31) e circa un quarto di quelli che saranno afflitti damaggiore spopolamento (11 su 47) si trova in provinciadi Oristano. Una provincia, istituita nel 1974 e ampliatanel 2011, formata attualmente da 87 comuni, con unapopolazione residente (al 1° gennaio 2020) di 156.078abitanti (76.854 maschi, 79.224 femmine), che si ca-ratterizza per un alto indice di vecchiaia e, tra quellesarde, una tra le prime in cui il fenomeno migratorioassume proporzioni maggiori.

Infatti, se l’indice di vecchiaia classifica la Sardegnatra le regioni più anziane d’Italia con una media del221,6% rispetto al 178,4% della media nazionale, laprovincia di Oristano è la più anziana tra quelle sardecon il suo 272,8%, seguita da Sud Sardegna (255,4%),Nuoro (216,7%), Cagliari (204, 8%) e Sassari (202,7%).

A questo si associa il fenomeno migratorio che, alpari dello spopolamento, oltre a por tare a una diminu-zione della popolazione, ha come conseguenze direttel’invecchiamento della stessa e il depauperamentodelle fasce di età più giovani. A par tire sono, general-mente, le persone giovani, confermando così che «ilcircolo vizioso dello spopolamento una volta avviato siautoalimenta, perché la diminuzione della popolazionedetermina una quasi automatica riduzione dei servizi.E la riduzione dei servizi non fa che spingere altri adandarsene».

Ciò accade anche nella provincia di Oristano, nellaquale, però, si verificano gli stessi processi riscontrabili

in altre aree interne della Peniso-la, ovvero «processi di riassettoe adattamento diversificati, amacchia di leopardo, che hannoconsentito, più che in altri conte-sti, ad alcune risorse di mante-nersi allo stato nascosto, di re-stare sottovalutate e, al contem-po, preservate: qualità dell’am-biente, risorse naturali e paesag-gistiche, risorse insediative, vo-cazioni produttive, risorse cultu-

rali e saper fare locali, potenzialità di sviluppo produtti-ve, energetiche, turistiche inespresse che possono con-correre alla crescita del paese».

Indipendentemente dal fatto che la migrazione ven-ga intesa, a livello provinciale o personale, come arric-chimento o come perdita per i territori di par tenza, èinnegabile che modifichi, in modo differente, i territoristessi e gli equilibri sociali e demografici. Anche l’Ori-stanese non è stato esente dai cambiamenti appor ta-ti dalla migrazione ai paesaggi, dalla ridefinizione delladistribuzione spaziale dei suoi abitanti, dal concretiz-zarsi di strutture sociali di mediazione costruite neltempo e trasformatesi con il passare del tempo, dastratificazioni di comunità.

Le migrazioni di ieri - Alla fine del XIX secolo, dallepagine de «La Nuova Sardegna», quotidiano fondato nel1891, tra gli altri, da Enrico Berlinguer, nonno dell’omo-nimo segretario del Par tito Comunista Italiano, ci siinterrogava sul flusso migratorio sardo, correlandoloalla densità abitativa della regione: «[...] nessun socio-logo o statista riuscirebbe a spiegarsi l’emigrazionedalla Sardegna. Anzi parrebbe naturale l’immigrazione,perché nessuna regione d’Italia, anzi d’Europa, ha unapopolazione così rada come la nostra Isola».

Una migrazione che comunque si attestava, almenosino alla fine dell’Ottocento, su cifre esigue: la mediaannua delle partenze non raggiungeva le 100 unità, chearrivarono a 1.110 nel 1899 e sfiorarono le 90.000 per-sone nel primo quindicennio del Novecento.

Tra i territori maggiormente interessati vi erano quellidel Nord-Ovest dell’Isola, tra cui alcuni facenti parte intoto o parzialmente della futura provincia di Oristano,come il Montiferru e la Planargia. La vicinanza geogra-fica favorì la migrazione di manodopera, nello specificonel settore minerario, delle infrastrutture e agricolo, inAfrica del Nord, in particolare Algeria e Tunisia. Allepartenze verso il bacino del Mediterraneo si sommaro-no quelle verso l’Europa, in primis la Francia, che as-sorbì il 33,1% del flusso.

La direttiva transoceanica fu invece marginale, so-prattutto se paragonata all’esodo meridionale, con il35,9% dei sardi che partì alla volta delle Americhe con-tro l’88,8% di trasferimenti dal Meridione. La prima fasemigratoria raggiunse l’apice alla vigilia della Prima guer-ra mondiale e, come in altri territori, si contrasse inconcomitanza del conflitto per poi vivere una fase distallo durante il periodo fascista fino alla Seconda guer-ra mondiale.

Nel periodo post-bellico, detto di “nuova” emigrazio-ne, che va dal 1953 al 1971, si possono individuare trefasi, contraddistinte da altrettanti flussi: un’emigrazio-ne operaia-mineraria, in prevalenza dal territorio delSulcis-Iglesiente, una di tipo contadino, che interessò

L’anima nobile della Sardegnatra malessere demograficoe sfide ricorrentiIl fenomeno dello spopolamento dei paesi della provinciadi Oristano - Ben 15 rischiano di scomparire

nello specifico le regioni rurali centro-occidentali e ilterritorio della provincia di Oristano, e una pastoraleche, insieme a quest’ultima, vide coinvolte anche lecolline e gli altipiani interni.

Se volessimo sintetizzare brevemente il flusso mi-gratorio dalla provincia di Oristano, potremmo afferma-re che presenta le stesse caratteristiche del flussosardo: un fenomeno modesto e relativamente recentese paragonato al dato nazionale, che ha toccato uno deimaggiori picchi tra gli anni Cinquanta e Sessanta del XXsecolo, da una delle regioni italiane più sottopopolate e,nel caso specifico, da una delle province più sottopopo-late. Anche la provincia di Oristano rientrava a pienotitolo tra le situazioni di patologica arretratezza, rilevatedalla Commissione di inchiesta sulla disoccupazioneistituita nel 1952.

Par tire significava allora avere «un’altra possibilitàdi vita, dove, oltre che lavorare, si [poteva] goder qual-cosa. Una mensa confor tevole, vestirsi bene e andar-si a diver tire: un miraggio, per un lavoratore sardo diquegli anni».

Così, nelle pagine del giornalista e politico GiuseppeFiori, troviamo le storie di Piero Beccu di Santu Lussur-giu, emigrato in Svezia negli anni Cinquanta, che realiz-za il suo sogno di diventare cuoco, sfuggendo al desti-no di fossilizzarsi nell’Isola, nella quale, secondo lui«ragno sei, ragno muori»16. O ancora, in Baroni inlaguna, Firminio Scintu, un maestro elementare di Ca-bras, preferisce fare l’operaio in un’acciaieria in Ger-mania, con uno stipendio maggiore e una qualità di vitanon paragonabile a quella a cui avrebbe potuto aspirarenella sua provincia17. Sull’altro versante, una voltaemigrati, si incorre spesso in una sor ta di nostalgiaimmobile, che porta all’idealizzazione dell’Isola, al con-siderare la Sardegna non come un luogo ma come illuogo.

L’intensificarsi dei processi di urbanizzazione delSecondo dopoguerra ha favorito, inoltre, le migrazioniinterne, dirette dai piccoli comuni alle pianure costieree verso quella che diverrà la città capoluogo della pro-vincia, Oristano. Dai 16.972 residenti del 1951 si arrivaai 21.738 nel 1961 e ai 25.749 nel 1971, con variazioniassolute di +4.766 (tra il 1951 e il 1961) e + 4.056 (trail 1961 e il 1971) e variazioni percentuali del +28,08%(tra il 1951 e il 1961) e del +18,65% (tra il 1961 e il1971).

Il flusso fuori dall’Isola si è concentrato verso il ter-ritorio nazionale, nello specifico verso le regioni nord-occidentali e il triangolo industriale e, secondariamen-te, verso il Lazio. Quest’ultimo, assieme alla Toscana ealla Liguria, fu tra le destinazioni dell’esodo pastorale,anche dalle aree interne dell’Oristanese. Inoltre, il 25 %delle partenze totali ebbe come meta privilegiata i paesieuropei, tra cui spiccarono Germania, Francia, Belgio,Svizzera e Paesi Bassi.

Al contrario, gli anni Settanta videro il ribaltamentodel movimento migratorio: nel 1973 i rimpatri superaro-no per la prima volta gli espatri sia a livello nazionaleche regionale e provinciale. Ancora, durante gli anniOttanta e Novanta, a farla da padrona furono la cosid-detta mobilità “vai e vieni” o il “pendolarismo di lungoraggio”, che caratterizzò gli spostamenti in maggioran-za dei trasfertisti e di chi alternava periodi fuori dallaSardegna a periodi nell’Isola.

Nuove mobilità nell’ultimo quindicennio - Per tracciareun quadro delle nuove mobilità dalla provincia di Orista-no nell’ultimo quindicennio, risultano di fondamentaleimportanza i dati raccolti ed elaborati nelle schede re-gionali e provinciali delle diverse edizioni del RapportoItaliani nel Mondo(RIM) a partire dal 2006.

Prendendo in considerazione la graduatoria dei primi25 comuni sardi per iscritti AIRE, troviamo, semprenell’arco temporale 2006-2020, la presenza costante diOristano, che oscilla nel tempo tra la settima e l’undi-cesima posizione, con un tasso d’incidenza degli iscrit-ti AIRE – ovvero il peso dei residenti all’estero rispettoalla popolazione residente –, del 3,0% nel 2006, chearriva al 4,8% nel 2020. Al capoluogo, si aggiunge an-

Speciale Emigrazione 15IL MESSAGGEROSARDO

che la presenza di Bosa (nel 2006 al 6° po-sto, con un’incidenza pari al 16,7%; nel 2020al 10°, con un tasso di incidenza del 18,5%)e di Terralba (nel 2006 al 22° posto, con untasso di incidenza del 6,5%, che si attesta al7,0% nel 2009 e nel 2011). Dal 2019, il RIMpropone anche la graduatoria dei primi 25comuni per incidenza. Scorrendo la lista,non sorprende che, nel 2020, ben 7 territorisi trovino nelle prime dieci posizioni, conuna percentuale di incidenza superiore al43%: Bidonì (1° posto, con incidenza 72,1%),Senis (2°, 55,2%), Montresta (4°, 54,8%),Sagama (6°, 51,8%), Sennariolo (7°, 48,4%),Suni (8°, 48,0%), Sorradile (10°, 43,4%).Inmaniera simile a quanto accadeva negli anniSettanta, tra i paesi di destinazione nel con-testo europeo troviamo nelle prime cinqueposizioni, fino al 2011, Germania, Francia,Belgio, Svizzera e Paesi Bassi. Dal 2011 al2017 il Regno Unito guadagna la quinta posizione, alposto dei Paesi Bassi e, dal 2018, diventa quarto sor-passando la Svizzera.

Non mancano neanche le storie di quanti dall’Ori-stanese si spostano verso l’Africa del Nord, in Tunisiao in Algeria, o di quelle nuove mobilità che conferma-no che spostarsi non significhi scegliere un luogo per“emigrare” quanto, invece, rappresenti la tappa di unprogetto più o meno temporaneo. Lo dimostra AndreaZucca, quarantenne originario di Busachi (1.241 abi-tanti, ISTAT, 1° gennaio 2020), con una prima espe-rienza migratoria da adolescente assieme ai genitori eal fratello verso Oristano, seguita da un lungo alter-narsi di tappe, assai ricorrente nella generazione Era-smus: Laurea in Economia dei mercati finanziari aSiena, Erasmus a Barcellona, nel 2005 Master allaCattolica di Milano promosso dall’Eni Corporate Uni-versity, seguito da un contratto a tempo indetermina-to Eni-Saipem, che lo ha por tato ad essere trasfer ti-sta e a lavorare, in modo alternato, un mese a Milanoe un mese in una diversa destinazione, tra cui Male-sia, Thailandia, Indonesia, Singapore, Kazakistan, Qatar,Emirati Arabi, Arabia Saudita, Africa del Nord, Angola,Nigeria, Venezuela, Perù, Stati Uniti. A seguire, uncontratto che prevedeva lo spostamento definitivo inPerù, che lo fa diventare «espatriato vero e proprio,non più trasfer tista».

Viene però trasferito in Venezuela per 4 mesi e,come lui stesso si definisce, in quel periodo è piuttostoun «espatriato che fa trasferte». Diventa il responsabi-le della parte ispanofona del Sud America e, nel frat-tempo, si sposa con una peruviana e diventa padre didue gemelli. Lavora per un anno e mezzo in Brasile e inAngola per quattro anni. «Basta vita da espatriato, oalmeno la accetto solo se definitiva», con questo spiri-to invia il suo curriculum a una società sudafricana allaricerca di un manager per l’Italia. Dopo circa due anni inSicilia, ad Augusta, alla fine del 2020 si trasferirà aMilano, che vede come futura casa per «almeno i pros-simi 20 anni».

Le prospettive lavorative inesistenti non gli hanno per-messo di tornare in Sardegna, nonostante fosse il desi-derio anche del resto della famiglia. Il percorso di Andreaè solo uno dei tanti che potrebbero essere raccontati econferma che «Parlare di mobilità ita-liana oggi significa trovarsi di frontenon a progetti definiti, ma a storie mi-gratorie in divenire» e che, da un altroversante, la mobilità raggiunge la suacompletezza quando vi è uno scambioproficuo e continuo tra contesti e pro-poste attraenti dal punto di vista lavo-rativo e delle possibilità offerte. Nelsuo vagare, ad Andrea resta la soddi-sfazione di sapere che i suoi bimbi disei anni, quando si chiede loro di dovesiano rispondono «Siamo sardi, di Bu-sachi!», anche se tra tutte le tappe,finora, non vi hanno mai vissuto.

Comunità stratificate - La scelta personale della migra-zione modifica anche i paesi di partenza. Per dirla conle parole del filosofo Remo Bodei, «Siamo tutti emi-granti nel tempo [...]. Ogni istante serve da ponte e,insieme, da cesura rispetto il successivo: si migra, sitrasloca, “metaforizzando” il nostro io, spostandolo suorizzonti e punti di vista sempre diversi, che devonoperò misurarsi spesso con ciò che è stato». Si tratta,quindi, di una scelta individuale con conseguenze col-lettive, nella misura in cui anche i territori di provenienzacambiano con il diminuire dei suoi abitanti e la lororidistribuzione spaziale, con la scomparsa di alcuni ser-vizi alla collettività e la reinserzione di altri, con il con-cretizzarsi di strutture sociali di mediazione. Con l’obiet-tivo di avviare processi di accompagnamento e crearele condizioni e gli strumenti funzionali alla reinterpreta-zione delle aree interne, Sardarch, società cooperativagestita da Nicolò Fenu e Matteo Lecis Cocco-Ortu, dal2017 organizza nel comune di Nughedu Santa Vittoria illaboratorio Spop Campus Omodeo.

Nel 2019, viene sperimentata la prima esperienzaitaliana di community manager in ambito rurale, attra-verso l’individuazione di una figura disposta a trasferirsiper sei mesi nel comune di 462 abitanti (ISTAT, 1° gen-naio 2020): Silvia Di Passio, 31 anni, laziale, con espe-rienza in sviluppo locale e strumenti partecipativi, sele-zionata tra 40 candidature arrivate da tutta Italia. Il pro-getto in loco ha coinvolto 200 persone ogni fascia dietà. Sotto la supervisione di Silvia, sono stati organizza-ti 8 corsi, 35 incontri/laboratori di formazione dei volon-tari, 6 eventi con esper ti da diverse par ti d’Italia, 4percorsi di orientamento individuale. Inoltre, un questio-nario somministrato ai residenti ha dato l’opportunità diconoscere il loro punto di vista sul paese, valutato po-sitivamente per qualità della vita e la possibilità di intes-sere relazioni serene, negativamente per quanto riguar-da l’assenza di strutture e associazioni, la mancanza dipar tecipazione e il fatto che le risorse presenti nonsiano valorizzate abbastanza. Tra i dati più interessantiche sono emersi, le persone e la comunità intese comerisorsa primaria da cui ripartire, e, sull’altro versante, iltimore di un abbandono del paese e del conseguentespopolamento, spesso descritto metaforicamente come“fine” e “morte”. Secondo Matteo, pur con tutti i limiti

e le possibilità di miglioramento, questa espe-rienza ha dato ai giovani di Nughedu SantaVittoria, che hanno deciso di restare a viverenel loro paese, la consapevolezza di ciò chepossono fare ed essere.

Anche Asuni è stata cambiata dall’emi-grazione. Il piccolo borgo di 320 abitanti(ISTAT, 1° gennaio 2020) dal 2002 ospita ilCentro documentazione delle culture migranti- Museo dell’emigrazione di Asuni (MEA),unico nel suo genere in Sardegna. Il MEAnasce su iniziativa di Antonio Porcu, trasferi-tosi a Bologna, che dona al paese la suacasa, e grazie alla Onlus Su Disterru e alsindaco del periodo Sandro Sarai. Il comunedi Asuni accoglie le proposte intorno al temadelle culture migranti e vengono restaurate erese funzionali due strutture in disuso: lavecchia casa contadina dell’emigrato dona-tore e una scuola materna, chiusa per spo-

polamento. Nel corso degli ultimi anni, si sono alternatinumerosi convegni, attività culturali ed esposizioni. Inol-tre, è stato creato un primo archivio di memorie dimigranti di ultima generazione verso l’Europa.

Nella prima fase, con il suppor to dei Circoli deisardi, sono state raccolte le testimonianze filmate,sotto forma di interviste, di una serie di emigrati inGermania, cui si sono aggiunte le testimonianze dipersone che hanno scelto la Sardegna come destina-zione e che hanno trovato nell’Isola la loro casa stabi-le e il loro lavoro31. A questo si unisce un archiviodell’emigrazione storica, in due sezioni, una dalla pri-ma metà dell’Ottocento al 1925, l’altra dedicata alflusso in Uruguay dalla metà del XIX secolo fino alSecondo dopoguerra. I percorsi cronologici si alterna-no a storie per-sonali, intersecando la memoria collet-tiva alla memoria individuale e mettendo in relazione«il passato ed il presente, la memoria storica e lacomprensione della realtà, l’appar tenenza identitarialocale, regionale o nazionale e l’incontro con moltepli-ci e diverse influenze culturali di società plurali»32.Tra gli obiettivi del MEA, secondo Sandro Sarai, vi èquello di «mantenere vivo e saldo il rappor to con icorregionali che vivono in territorio extraisolano».

Conclusioni - Riprendendo in mano i dati dello studiosullo spopolamento e comparando il numero degli abi-tanti dei comuni della provincia di Oristano del censi-mento del 2011 con il numero degli stessi aggiornati al1° gennaio 2020, la proiezione temporale delineata dagliautori qualche anno fa è attualmente confermata. Aparte Soddì, che aumenta di tre abitanti, sia i comuni arischio scomparsa che quelli afflitti da malessere de-mografico vedono diminuire il numero di residenti.

Progressivamente, nello stesso periodo, gli iscrittiAIRE relativi alla provincia continuano ad aumentare(14.223 nel 2011; 14.430 nel 2012, 14.684 nel 2013;14.781 nel 2014; 15.184 nel 2015; 15.231 nel 2014;15.662 nel 2017; 15.837 nel 2018; 16.019 nel 2019,16.320 nel 2020).

Nel prendere atto dell’incessante mutare dei territoridi partenza, bisogna parimenti prendere atto della ne-cessità di osservare il paese dal margine, di ripensarele forme dell’insediamento e della mobilità, per offrire

una nuova visione della provincia diOristano e, in generale, una nuovavisione d’insieme dell’Italia, che ten-ga conto certamente delle contraddi-zioni ma anche delle potenzialità,spesso inespresse, dei processi ditrasformazione e che vada oltre larappresentazione unilaterale. Unarappresentazione artificiosa rimessain discussione anche dalla recentepandemia da Covid-19, che ha solle-citato ulteriori discussioni su comeleggere il rapporto centro-periferia esu come riabitare il nostro Paese.

Marisa Fois

Attualità16 IL MESSAGGEROSARDO

La battaglia per il metano

Dorsale sì, dorsale no. E oraspunta anche l’ipotesi di

dorsale a metà. Ma da Roma –almeno del Governo – il via li-bera ai lavori non c’è. Anzi cisono molto dubbi. Anche per-ché uno studio commissionatoda Arera, l’autorità per l’ener-gia e l’ambiente, a luglio avevacongelato di fatto il piano e glientusiasmi dei sostenitori del-la maxi condotta che porta ener-gia in tutta l’isola. Si parla dimetano.

In Sardegna arriva in ritardorispetto al resto d’Italia. Ma intempi di conto alla rovescia perl’uscita dal carbone e l’appro-do alle rinnovabili, il progettodella dorsale può essere – se-condo i suoi sostenitori (nontutti sono d’accordo) – un pon-te energetico per industrie econsumi di massa in attesadella svolta.

Il governo regionale, sulladorsale, ha manifestato dasempre il suo entusiasmo. Maè un fronte che trasversalmen-te coinvolge Cgil e persino ilPd come dimostra la nota deisuoi parlamentari sardi arrivatadopo le perplessità espressedal governo.

Era settembre. Dal Mise ar-riva uno stop incomprensibile alla dorsalesarda del metano. Questa la nota: «Appren-diamo in queste ore che il ministero dello Svi-luppo economico ha dato un parere negativoagli emendamenti al decreto Semplificazionepresentati dal Partito democratico sul temadella metanizzazione in Sardegna». FirmatoGavino Manca, Romina Mura e Andrea Frai-lis, tutti deputati dem. E Cgil? Secondo il se-gretario regionale di Filctem, Francesco Ga-rau, ci sono dei sì che vanno avanti: «C’è unaparte amministrativa che continua a fare ilproprio dovere: la procedura autorizzativa perla realizzazione della dorsale di distribuzionedel gas è in fase avanzata. Infatti – prosegue ilsindacato – ha già incassato il parere positi-vo della commissione tecnica del ministerodell’Ambiente per ciò che riguarda il tratto Suded è in attesa dell’autorizzazione unica per l’av-vio dei lavori che termineranno, se non ci sa-ranno ulteriori intoppi, alla fine del 2021. Con-temporaneamente, proseguirà l’iter autorizza-tivo del tratto Nord, che porterà al completa-mento totale alla fine del 2023, esattamentedue anni prima della data prevista per il pha-se out dal carbone».

Nella par tita decisivo un documento com-

Difficoltà per realizzare la dorsale sarda - Il parere contrario del ministero dello sviluppo economico- Posizioni a confronto - Proposta la realizzazione di gassificatori a Oristano, Cagliari e Porto Torres

locali dotati di impianto di rigassificazione. Econ l’utilizzo di carri bombolai per le zone piùdifficili da raggiungere. In sintesi, secondo datiriportati nella relazione annuale di Arera del2019, il quadro è questo. Ci sono 14 bacini su38 in cui esistono già reti di distribuzione (com-pletate in tutto o in parte), 2.100 km di rete inesercizio, 63.000 utenze servite (60% con ariapropanata, 40% con GPL), 101 comuni serviti(su un totale di 377 comuni).

Riguardo al trasporto di gas naturale, i pro-getti di SNAM prevedono un collegamento vir-tuale (“Vir tual Pipeline”) con il “continente”che prevede il caricamento di GNL dal termi-nale di Panigaglia ed il trasporto per mezzo dibettoline verso depositi costieri sardi dotati dirigassificatore. Oppure un collegamento fisi-co (“Sealine”) con la penisola tramite gasdot-to connesso alla rete di trasporto nazionale. Eancora la cosiddetta “dorsale”, un impiantoche attraversa il territorio sardo. E che rima-ne, come detto, l’argomento più spinoso e di-battuto della questione sia a livello romano,sia a livello locale.

Per quanto riguarda i depositi costieri di GNLci sono cinque progetti sul tavolo: tre a Orista-no, uno a Cagliari e un altro a Porto Torres.Dibattito aperto. E, alla luce sempre del rap-porto Arera, ecco la posizione di Legambiente:«A questo punto insistere ancora sulla dorsalesignifica bloccare anche i progetti dei terminaligasieri e gli interventi sulle reti di distribuzionedel metano, che possono realmente – dice Le-gambiente in una nota – far arrivare il metanoai sardi con le moderne ed efficienti autobotticriogeniche che sostituiranno le centinaia dicamion attualmente utilizzati, ridurre le bollettee far crescere le rinnovabili. In conclusione ri-badiamo la decisa opposizione al programmagenerale di metanizzazione con la dorsale, cheriprende i programmi già tentati in maniera fal-limentare in passato».

Naturalmente Legambiente guarda ancorapiù in là. E chiede uno sforzo «strategico edurgente per il potenziamento della produzionedi energia da fonti rinnovabili».

Più estrema invece la posizione degli amicidi Greta Thunberg che in Sardegna – quandoera ancora possibile manifestare e scenderein piazza – avevano sposato la tesi del no me-tano. Questo il loro ragionamento: visto chel’isola non ha il metano, bisogna trasformaresubito la mancanza in una risorsa. E cioè salta-re direttamente progetti e discussioni e passa-re all’energia che viene dall’acqua, dal vento edal sole.

“Non fossilizziamoci, Sardegna libera dai gasserra”. Era lo striscione realizzato dai ragazziche avevano raccolto l’invito di Fridays for fu-ture ed erano scesi in piazza a Cagliari primadel lockdown di marzo per dire no al progetto dimetanizzazione dell’isola. La mobilitazione siera svolta nel giorno degli innamorati. E loro neavevano approfittato per buttarla in poesia. «ASan Valentino – questo uno degli slogan – bru-cia di passione, bruciare il metano non è lasoluzione». Dibattito apertissimo.

Stefano Ambu

missionato da Are-ra, l’autorità perl’energia e l’am-biente, aggiornatoallo scorso luglio.Un lungo e tecnica-mente elaboratostudio commissio-nato a Ricerca Si-stema Energetico(Rse) che arrivavaa questa conclusio-ne: dorsale vantag-giosa solo con pie-na ripresa dell’indu-stria isolana. Altri-menti meglio il me-tano che arriva via

mare, viene scaricato nelle cisterne e poi ri-fornisce la Sardegna via gomma. Sempre lostudio, proiettato a uno scenario 2040, spie-gava che alla lunga il futuro più coerente conil processo di uscita dal carbone è quello ba-sato su elettricità e fonti rinnovabili.

Nel frattempo stanno spuntando anche pro-poste di dorsale modificata, anche ridotta ametà. Ma per il quadro della situazione convie-ne sempre riferirsi al piano Arera. Che dà unospaccato più o meno attuale dal momento chetra ferie d’agosto e ripresa a settembre del-l’emergenza Covid non ci sono stati i presup-posti per accelerazioni o cambi di rotta.

Un aggiornamento. Nelle scorse settimanec’è stato un balzo in avanti nella zona dell’Ori-stanese con un bacino, il 19, praticamente com-pletato da Italgas. Ma andiamo con ordine. Lagiunta – questa la sintesi di Arera – ha iniziatoa programmare la metanizzazione nel 2004 conun piano che ha portato alla suddivisione in 38bacini. I lavori hanno portato – si legge neldocumento – alla realizzazione di reti che sonoalimentate con gas diversi dal gas naturale (GPLo aria propanata). Mentre risultano in fase diulteriore sviluppo solo reti gestite da Italgas.Come si alimentano le reti? Con depositi di GNL

Attualità 17IL MESSAGGEROSARDO

Il presidente Mattarella a Sassariper ricordare Francesco Cossiga

Doveva essere a Sassari nel febbraio scor-so per inaugurare l’anno accademico, ma

una indisposizione lo ha costretto a rinunciare.Ma il Presidente della Repubblica Sergio Mat-tarella è un uomo di parola ed è tornato nelcapoluogo turritano per una occasione impor-tante. Ricordare, a dieci dalla scomparsa, lafigura di Francesco Cossiga, giurista, politicoed esponente della Democrazia Cristiana, cheha segnato un’epoca rilevante della storia re-pubblicana del nostro Paese. È stato, infatti,Ministro, anche dell’Interno, nel periodo del se-questro e uccisione di Aldo Moro da parte delle

A dieci anni dalla scomparsa - Cerimonia nell’Aula Magna dell’Università

Brigate Rosse e si dimise per le vicende legatea quel tragico episodio, Presidente del Consi-glio e ottavo Presidente della Repubblica, dal1985 al 1992.

Il “picconatore” è deceduto a Roma il 17 ago-sto del 2010. Mattarella, intervenendo nell’aulamagna dell’ateneo sassarese, ha usato parolechiare e anche forti, per simboleggiare l’ope-rato di uno dei suoi predecessori: «fronteggiòl’attacco terroristico alla Repubblica e difesele istituzioni democratiche con il consenso delParlamento, nel rispetto dello Stato di diritto ecercando di preservare, come bene indispen-sabile, l’unità delle forze democratiche nellalotta al terrore e all’eversione».

Poi il Presidente della Repubblica ha volutoanche soffermarsi sul ricordo dell’uomo. «Que-sto luogo, l’ateneo che lo vide studente e poidocente, è un omaggio alle sue radici umane eintellettuali e allo spessore con cui si è resoprotagonista nella vita istituzionale del Paese».Poi ha aggiunto «il legame tra Cossiga, Sassa-ri e la Sardegna è sempre stato forte e profon-do, andando ben oltre la pur rilevante dimen-sione familiare e affettiva».

Ma Mattarella ha voluto anche testimoniareil tributo all’Università di Sassari, «l’unica inItalia a potersi vantare di aver avuto nel pro-prio corpo docente due presidenti della Re-pubblica». L’altro, lo ricordiamo, è stato Anto-

nio Segni nei primi anni ’60.Sergio Mattarella ha fatto anche una breve

tappa al cimitero comunale, per pregare, informa privata, sulle tombe dei suoi due pre-decessori.

Tornando alla cerimonia nell’ateneo sassa-rese, ha preso la parola anche il Presidentedella Regione, Christian Solinas, che rivolgen-dosi a Mattarella lo ha invitato «come garantedella Costituzione, a favorire un rinnovato spi-rito di ideale collaborazione tra le istituzioni chegarantisca all’isola la salvaguardia delle pre-rogative autonomistiche in un percorso di pro-gressivo superamento delle diseguaglianzesostanziali sul piano economico e sociale conil resto del Paese».

Solinas ha voluto rimarcare un concetto:«Assistiamo ad un evidente tentativo di com-pressione dell’autonomia e della specialità infavore di un neo centralismo, che per primirifiutarono i costituenti, per i quali era neces-sario un distinguo per realtà, come la Sarde-gna, che avevano ragioni e importanza stori-che, geografiche, culturali e linguistiche talida giustificare uno statuto speciale di rangocostituzionale».

In sostanza Solinas ha evidenziato «comesia compito della Repubblica intervenire perimpedire differenze nei principi di uguaglian-za tra cittadini e minare la coesione sociale eterritoriale oltre ad uno sviluppo armonico del-l’economia sarda».

Infine un accenno alla figura di Cossiga:«Sono certo che sarebbe stato un alleato pre-zioso in questa prospettiva. È sempre stato unriferimento culturale e politico. Custodirò, sem-pre, gelosamente, le sue parole, le nostre chiac-chierate e suoi consigli”. Andrea Porcu

LUTTI

È morto a 82 anni Giorgio Carta, fi-gura di spicco nella politica regionale enazionale, fu più volte Assessore delLavoro, parlamentare e vice Ministro.Così viene ricordato nelle asettiche cro-nache.

A me, che ne sono stato compagnodi liceo, amico e anche testimone dellasua lunga e importante carriera politi-ca, il compito ingrato di ricordare lasua figura di uomo e di politico in que-ste pagine del “Messaggero Sardo”, ilgiornale degli emigrati, ai quali Giorgioha dedicato proprio gran parte del suoimpegno politico.

Un figlio della provincia sarda, uno dei “paesi” – cosìerano etichettati quegli studenti che venivano in cittàper frequentare le scuole superiori – e Giorgio ha fre-quentato il Liceo Classico “Siotto”, poi l’Università e siè laureato in medicina. È stato anche un bravo medico,ma il richiamo della politica lo ha subito catturato, ecosì ci siamo ritrovati, non ancora trentenni, io giornali-sta in attività da pochi anni, lui neoconsigliere comunale

La scomparsa di Giorgio Cartaun medico prestato alla politica

a Cagliari, esponente del PSDI, il partito socialdemo-cratico. E da quel momento le due carriere, quella miagiornalistica e quella sua politica, giocoforza si sonoincrociate e sviluppate in parallelo. Ma il nostro rappor-to si è rafforzato quando Giorgio è diventato Assessoredel Lavoro e dell’Emigrazione, un settore particolarmen-te delicato, e io da inviato del “Messaggero Sardo”, ilmensile che ha unito i sardi sparsi in tutto il mondo, gliemigrati appunto, l’ho visto all’opera.

E su questo aspetto che lo voglio ricordare, e pos-so testimoniare che come lui nessun assessore si èadoperato in favore delle comunità sarde raccolte neiCircoli, e diventate vere ambasciate della Sardegnanel mondo.

È di Giorgio Carta la legge n. 7 del 1991, tutt’ora invigore e mai modificata nonostante i tentativi annunciatie mai andati in porto. Una legge che regola e governatutto il mondo dell’Emigrazione sarda. Congressi, Con-sulte, riunioni cui ho partecipato mi hanno fatto cono-scere un uomo determinato, autorevole, niente affattomalleabile che ha proceduto senza compromessi.

Così è stato durante il primo mandato, e soprattuttonel secondo mandato, quando l’Assessorato ha iniziatoad interessarsi non solo degli emigrati in Italia e deipaesi europei, ma si è spinto a scoprire anche quelli piùlontani dell’America Latina, Argentina in primis.

Con Giorgio Carta, quelli che in origine più cheCircoli erano stati maldestramente tramutati in suc-cursali di sedi di partito (a seconda degli assessori diturno, che si succedevano per brevi tempi ad occu-parsi del settore emigrazione) sono diventate Asso-ciazioni Culturali, sedi aperte a tutti e regolate dadisposizioni rigide, rivolte a propagandare le tradizioni,la cultura e le bellezze della Sardegna.

Gli emigrati sardi nel mondo, sicuramente l’altrametà degli abitanti dell’Isola, ricordano Giorgio Carta,lo rimpiangono e gli saranno grati per quanto ha fattoper loro e per intere generazioni. ADC

Attualità18 IL MESSAGGEROSARDO

di Roberto Loddide Santu ’Engiu Murriabi“L’ISOLA IN CUCINA”

Su trigu cottue sa Candelarìa

“L’agnello” di Mario Pireddavince il Premio Suso Cecchi D’Amico

Non poteva iniziare meglio il tour cinematograficode “L’agnello” di Mario Piredda. Il film ha ricevuto, il 21luglio, il Premio Suso Cecchi D’Amico, che ogni annosegnala l’autrice o l’autore della sceneggiatura origi-nale di un film italiano in cui rivesta particolare rilievouna figura femminile.

Questo riconoscimento costituisce il miglior viaticopossibile per il successo del tour che l’opera prima delregista sassarese si appresta a compiere nelle sale enelle arene di tutta Italia.

A Castiglioncello sono andati a ritirare il premio,una scultura appositamente realizzata dall’ar tista eorafo Mimmo Di Cesare, Giovanni Galavotti, autoredella sceneggiatura, e Chiara Galloni, produttrice del film.

Mario Piredda, accompagnato da Nora Stassi e dalcast, è impegnato nel frattempo a presenziare ai moltiappuntamenti che porterà il film nelle principali città ita-liane. Il calendario, per compensare la forzata sostadovuta all’emergenza Covid, è molto fitto.

La prima tappa è stata Cagliari, dove il film ha debut-tato il 18 e 19 luglio negli spazi di “Sa Manifattura” riscuo-tendo calorosi applausi dal pubblico.

Il 20 luglio è stato presentato a Roma, all’Arena Tizia-no, mentre a Milano è uscito il 21 luglio all’arena “AriAn-teo Incoronata” (dal 23 al 26 luglio sarà invece proiettatoal “CityLife Anteo”). Anche a Torino “L’agnello” è statoproposto il 21 luglio, presso la Corte di Palazzo Reale. Laproiezione è stata introdotta da Nello Rassu dell’Universi-tà di Torino e Camilla Lasiu del Dams di Torino, in una

serata inserita all’interno della rassegna “Cinema a Pa-lazzo” organizzata da “Distretto Cinema”. Dal 24 al 29sarà al “Cinema Centrale Arthouse”. Quindi sarà la voltadi Velletri, con appuntamento per le ore 21.30 del 25luglio presso il “Cine Drive Velletri”.

Sono tante le città che ne hanno programmato l’usci-ta, a beneficio dei tanti sardi residenti nella penisola. Traqueste Pesaro, Rimini, Mantova, Varese, Genova, Trie-ste, Potenza, Pisa, Perugia, Spoleto e Foligno.

Anche il calendario in Sardegna è ricco di appunta-menti. “L’agnello” sarà a Neoneli il 25 luglio all’internodella Rassegna cinematografica “Licanias” e, il 30 lu-glio, al Festival “La Valigia dell’Attore” di La Maddalena(ore 21:15). Sempre il 30 luglio sarà la volta di Arbatax aCal’a Cinema, con inizio alle ore 21:00.

Presto saranno comunicate le date relative alle suc-

cessive tappe che toccheranno, fra i tanti centri, Pula,Carbonia, Bitti, Norbello, Urzulei, Martis, Oristano e Car-loforte.

L’interesse, la curiosità e l’attenzione dedicati dallacritica e dal pubblico a “L’agnello” sono ben meritati.L’opera, già premiata alla Festa del Cinema di Roma e aCastiglioncello, si avvale della magistrale interpretazionedi Nora Stassi ed è ambientata nell’isola. La giovaneattrice di Pula è Anita, un’orfana di madre che cercadisperatamente di salvare il padre ammalato di leucemia.Jacopo, il padre, ha urgente bisogno di un trapianto, matrovare un donatore compatibile è difficile e la ricerca èmolto lenta, al contrario della malattia che avanza celer-mente. I parenti solitamente dimostrano più compatibilitàcon il malato per via del patrimonio genetico, ma i risultatidegli esami hanno già rivelato che né la giovane né ilnonno sono donatori utili.

L’unica speranza rimasta alla famiglia è Gaetano, lozio di Anita, con cui purtroppo anni prima Jacopo halitigato bruscamente tanto da non avere più alcun con-tatto con lui. Gaetano abita inoltre nella parte oppostadella Sardegna ed è anche per questo che i due fratellinon si sono più incontrati. Ma Anita non demorde, vuoleprovarle tutte prima di arrendersi al destino e, aiutatada nonno Tonino, si presenta a casa dello zio con l’in-tenzione di riappacificarsi e di convincerlo a sottoporsialle analisi che potrebbero salvare Jacopo da una mortecer ta.

Il film è stata prodotto da Articulture, Mat Produc-tions con Rai Cinema, supportata dalla Regione Auto-noma della Sardegna con il contributo di FondazioneSardegna Film Commission e Società Umanitaria - Ci-neteca Sarda. Da non perdere. B.C.

Nella foto Nora Stassi.

Sin dal tempo dei Romani, da oltre 2000 anni, erausanza mettere a disposizione il primo giorno del mese

dell’anno nuovo (kalendae, così veniva indicato il primo gior-no di ogni mese) un bene da condividere con altre personeindipendentemente dal ceto sociale. Una simile consuetu-dine è stata tramandata e avviene pure in Sardegna attra-verso il rito de su trigu cottu e sa candelaria, il grano cottoe il pane, che è un arcaico cerimoniale scaramantico che sifesteggia pur con differenti abitudini da un paese all’altro.

Per esempio nel Campidano cagliaritano è usanza fe-steggiare con is candelaus, dolci preparati con pasta dimandorle, zucchero e acqua ai fiori d’arancia (nel Medioevosi impiegava l’acqua di gelsomino) a forma di calice o dianimaletti. Ad Armungia, paese di grande interesse stori-co e antropologico il 31 dicembre si svolge il rituale obolo de su trigu cottu, granocotto impreziosito con miele e saba, mosto di vino cotto. A Fluminimaggiore iragazzini andavano e tutt’ora vanno a bussare di porta in porta nelle abitazioni achiedere is candeleris, una ciotola di grano bollito e una tazza di latte appenamunto, con la speranza che l’anno che verrà sia all’insegna del buon auspicio.Mentre in altri paesi – San Gavino, Pabillonis, Sardara, Sanluri, Guspini tanto dacitarne alcuni –, si festeggiava (e in alcuni la tradizione continua) con il grano cottoaddolcito con sa saba o il miele.

Ogni luogo ha una sua folcloristica usanza, per esempio nell’oristanese è abitudineoffrire su trigu cottu, precedentemente lessato, scolato e impreziosito con sa saba,come augurio scaramantico di buon anno nuovo. A San Vero Milis, paese noto per gliagrumeti e pure per l’esistenza di alcune domus de janas, si prepara su trigu pillissauo trigu cottu, grano fatto bollire in abbondante acqua sorgiva, poi condito con sasaba. Nel medesimo giorno ad Ardauli si ripete un’arcaica tradizione chiamata sacoccoi, tipo di pane di semola di grano duro impastato a lungo e decorato coneleganza. Mentre a Seneghe, paese ricco di sorgenti con proprietà diuretiche, comepure a Bauladu, ogni anno a fine dicembre promuovono la sagra de su trigu cottu.

Eventi storici fortemente ancorati alle tradizioni sono ancora in uso nelle zonedell’area interna isolana, dell’Ogliastra, della Barbagia, del Logudoro, dove i bambinisi aggirano per le vie del paese bussando alla porta delle case degli agricoltoribenestanti, chiedendo loro a nolla dazes sa candelaria?, un obolo alimentare (manda-rini, mandorle, noci, nocciole, castagne, fichi secchi, salsicce e formaggio).

Nel nuorese, con lo scambiarsi gli auguri di buon anno si donano focacce di panebianco, paneddas, moddizzòsus, chiamate arine càpute.

La Maria Grazia Cosima Deledda, vincitrice del Pre-mio Nobel per la letteratura nel 1926, cita nei sui scrittil’ultimo giorno dell’anno come la festa dei bambini delnuorese.

La candelaria viene rammentata pure dagli anziani deipaesi e dintorni di Fonni, Oliena e Mamoiada. A Orgosoloancora oggi i bambini aspettano con emozione l’arrivo dellamattina del 31 dicembre perché non vedono l’ora di poterbussare alle porte delle case del paese e ricevere i donimangerecci, compreso sos cocones, pane di pregiata fat-tura che per l’evento, le abili mani delle massaie orgolesipreparano. Su cocone, infatti veniva e tutt’ora viene prepa-rato con sa simula, farina di semola di grano duro sardo daimpastare, subighere, suexi, ciuexi, ciuèxiri, cummossai,impastai, assieme al lievito madre e acqua di fonte.

Ingredienti: kg 1 di grano duro sardo, g 500 di - saba - mosto di vino cotto, g 100di miele Montevecchio tipico della Sardegna, acqua di fonte e sale q.b.

Approntadura: il trenta dicembre, monda il grano - pruga - prugaddu -, eliminandole pagliuzze e le bucce rimaste delle spighe, poi lavalo e tuffalo dentro a una marmittacon abbondante acqua e lascialo a bagno per un giorno intero, cambiando l’acquasovente. Fatto, il trentuno notte, scolalo e mettilo a bollire dentro a una capacepentola di terracotta - olla manna - in abbondante acqua leggermente salata fino aquando il grano risulterà bello gonfio e i chicchi tenderanno ad aprirsi. Solo allora,allontana il recipiente dal fuoco, poi coprilo con dei panni da cucina e una coltre dilana e lascialo così coperto fino al mattino in modo che il grano continui a gonfiarsi- a s’abbusciucai -. Trascorso il tempo occorso, scola il grano ancora tiepido dal-l’eventuale acqua di cottura rimasta, travasalo dentro a un largo recipiente e condi-scilo con la - saba - e il miele, una volta amalgamato - su trigu cottu - è pronto peressere offerto ai bambini che verranno a chiederlo con la scodella in mano e quelloche rimarrà sul fondo, beh è buono pure quello, perciò gente mano ai cucchiai.

Vino consigliato: Moscato di Sardegna, dal sapore delicato, fruttato, tipico edolce.

Cultura 19IL MESSAGGEROSARDO

La figura di Efisio Mameliin un saggio di Giancarlo Nonnoi

Efisio Mameli (Ploaghe, SS, 31dicembre 1875 - Padova, 10

giugno 1957) è stato docente dichimica nell’Università di Pavia,interventista, pluridecorato permeriti di guerra, tra i fondatori delPartito Sardo d’Azione, poi tito-lare di cattedra negli atenei di Par-ma e Padova.

In vista delle commemorazioniche sarebbero state programma-te nella ricorrenza del centenariodella Grande Guerra, in diversi in-terventi ho auspicato che a Ma-meli fosse riservato un adeguatoricordo in Sardegna.

Saluto quindi con un particola-re plauso la pubblicazione – nelvolume collettaneo (contiene ben 29 scritti, di cui tre adoppia firma) “La Sardegna nella Grande Guerra”, acura di Aldo Accardo, Francesco Atzeni, Luciano Carta,Antonello Mattone (Udine, Gaspari, 2019, pagine 706,ill.) – dell’ampio saggio di Giancarlo Nonnoi intitolato“Efisio Mameli, tra chimica, trincea e impegno per ilprogresso” (cfr. pagine 245-290).

Nonnoi (già professore di Storia della filosofia mo-derna per oltre vent’anni, attualmente è professore

Pubblicato nel volume “La Sardegna nella Grande Guerra” - È stato docente di chimica nell’Universitàdi Pavia, interventista, pluridecorato per meriti di guerra, tra i fondatori del Partito Sardo d’Azione

associato di Storia della scien-za e delle tecniche presso laFacoltà di Lettere e Filosofia del-l’Università di Cagliari), nel pri-mo paragrafo della sua ricerca,si sofferma sulla «interconnes-sione tra scienza e guerra»: «Lavalenza intrinsecamente ireni-ca assegnata alla conoscenzae propagata dalla visione di ori-gine classica contrasta concet-tualmente con la disumanità ela violenza connaturata a qua-lunque evento bellico; ragioneper cui è piuttosto consuetoche scienza e guerra venganoconcepite come elementi di unaantinomia radicale o di una

aporia ontologicamente irriducibile».Passando dalla filosofia alla storia, Nonnoi ricorda

che «nelle università italiane, sia al nord che al sud, lespinte interventiste furono più forti che in altri ambienti,e dopo il maggio del 1915 innumerevoli furono le richie-ste di arruolamento volontario presentate dalle diversecomponenti accademiche: studenti e professori di ognigrado, giovani e vecchi».

Efisio Mameli, quando arrivarono le “radiose giorna-

te di maggio”, insegnava nell’Università di Pavia: eraaiuto di Chimica generale e incaricato di Chimica or-ganica (Nonnoi dà conto esauriente degli interessiumanistici del giovane Efisio prima che si consacras-se toto corde, per la laurea a Cagliari e per il dopo, allaricerca chimica).

Fra i docenti dell’Università pavese (che «diede allaguerra un tributo notevole di scienza, di intelligenza, digiovinezza e purtroppo anche di morti»), fu attivo or-ganizzatore di un comitato interventista (la stessa suasorella minore Eva, anche lei insegnante universitariaa Pavia, prestò la sua opera «come infermiera volon-taria della Croce Rossa Italiana nell’Ospedale di Riser-va Ghislieri»). Arruolato come sottotenente nel 1° Reg-gimento Genio Zappatori, ben presto, grazie alla suapreparazione scientifica, ebbe l’incarico di creare ilLaboratorio chimico della III Armata. Quando si trattòdi rispondere all’esercito austriaco che aveva comin-ciato ad usare i gas asfissianti, Mameli divenne unpunto di riferimento essenziale.

Congedato, nel febbraio 1919, con il grado di te-nente colonnello, Mameli partecipò in Sardegna allerivendicazioni degli ex combattenti e, legandosi a Ca-millo Bellieni, fu tra i fondatori del Partito Sardo d’Azione(Nota: L’impegno di Mameli a favore della Sardegna siera manifestato a Pavia anche prima della guerra: eglifu tra i personaggi sardi trapiantati a Pavia – docenti estudenti dell’Università, funzionari dello Stato e di altriEnti pubblici – che parteciparono in 19, risultandoperciò la delegazione più numerosa, al Primo Con-gresso Regionale Sardo promosso e organizzato dal-l’associazione dei sardi a Roma, tenuto in Castel S.Angelo dal 10 al 15 maggio 1914. Sugli emigrati sardiche promossero, organizzarono e arricchirono con leloro proposte quel Congresso si veda il mio scritto “Ipromotori del Primo Congresso Sardo”, pubblicato dallarivista “Quaderni Bolotanesi” nel numero 40, 2014:http://www.tottusinpari.it/2014/05/20/il-circolo-culturale-sardo-logudoro-di-pavia-propone-per-il-24-maggio-il-ricordo-a-100-anni-dallevento-gli-emigrati-sardi-residenti-a-pavia-che-parteciparono-al-primo-congresso-re/).

Riguardo alla fondazione del PSd’Az, scrive Nonnoi:«La catena di eventi ed episodi che a grandi linee èstata richiamata in questo mio saggio testimonia che ilcoinvolgimento di Efisio Mameli nelle vicende del movi-mento combattentistico sardo, il cui punto di approdo,nell’aprile 1921, sarà la costituzione del Partito Sardod’Azione, non fu affatto epidermico né tantomeno epi-sodico, ma piuttosto intenso e di primo piano. Ciò nono-stante non si può mancare di constatare, non senzauna certa sorpresa storiografica, che la sua figura nonha finora trovato la collocazione che merita nel panthe-on dell’autonomismo isolano».

Alla fine del 1920 Mameli lasciò Sassari per conti-nuare la sua carriera di docente universitario: prima aParma (dove fu attivo nell’ambito delle iniziative delRotary Club) poi dal 1932 a Padova (dove raggiunse ilmassimo grado accademico e dove fu nominato ancheprorettore).

È auspicabile che il prof. Nonnoi continui le suebenemerite ricerche di archivio su Efisio Mameli esulla sorella Eva, nota soprattutto come madre di ItaloCalvino, ma degna anche lei di avere un profilo chefaccia risaltare la sua straordinaria vicenda umana escientifica. Paolo Pulina

“Sulle tracce di Maria Lai” di Maddalena Brega-ni ha vinto il premio “Extra Doc CityFest” per ilmiglior documentario inedito dell’anno alla terzaedizione di Extra Doc Festival, il concorso romanoche intercetta le migliori espressioni del cinemadel reale. Il riconoscimento affianca quello asse-gnato a “Normal” di Adele Tulli quale “Miglior do-cumentario italiano dell’anno”.

«Sulle tracce di Maria Lai – troviamo scrittonella sinossi – ricostruisce con cura e sensualitàtattile e ottica il percorso e il lascito di una figuraunica di donna e ar tista: dalla svolta degli anniSessanta coi “Telai”, le “Tele cucite”, i “Pani”, le“Scritture”, all’azione collettiva realizzata con i citta-dini di Ulassai nel 1981 (“Legarsi alla montagna”),che anticipa di un decennio l’ar te relazionale, unadelle principali correnti artistiche della fine del Nove-cento. I materiali di repertorio e i paesaggi integranoil coro di testimonianze di amici, collaboratori, ar ti-sti, critici con la stessa misteriosa serenità dellavoce dell’artista».

Il documentario (Italia, 2019, 56’) è stato prodottoda LaGalla23 Productions. Maddalena Bregani, cheoltre alla regia ha firmato il soggetto e la sceneggia-tura, si è avvalsa della consulenza scientifica di Da-vide Mariani e delle musiche di Stefano Tore.

Extra Doc Festival premia “Sulle tracce di Maria Lai”

Il suo è un racconto per immagini di un’ar tistaeccezionale legata profondamente alla Sardegna. Ilviaggio si apre e si chiude a Ulassai, borgo nataledove Maria Lai ha voluto trascorrere gli ultimi anni diuna vita straordinaria.

Il riconoscimento sarà consegnato martedì 14 lu-glio alle ore 21 presso la piazza del MAXXI dal registae sceneggiatore Daniele Luchetti, presidente dellagiuria di Extra Doc Festival 2020 che ha decretato ivincitori assieme al giornalista Pedro Armocida, ladocente di Storia dell’architettura contemporaneaAntonella Greco, il critico Raffaele Meale, la presi-dente della Fondazione MAXXI Giovanna Melandri el’ar tista e performer Nico Vascellari. B.C.

Cultura20 IL MESSAGGEROSARDO

Solo la fratellanzasalverà l’uomo e il pianeta“Fratelli Tutti”, l’enciclica di Papa Francesco un messaggio universale

L’enciclica “Fratelli Tutti” diPapa Francesco è un do-

cumento che dovrebbe es-sere acquisito da tutti gli uo-mini e le donne che deside-rano e si battono per il benedell’umanità. Di tutta l’uma-nità, senza alcuna distinzio-ne di razza, religione, cultu-ra, nazionalità. È una testi-monianza avvincente dicome soltanto la fratellanza,la solidarietà, l’aiuto recipro-co potranno salvare l’uomoe il pianeta.

Cinque anni fa, con “Lau-dato sì”, Papa Francescoaveva proposto una sua ana-lisi dettagliata dei mali cheaffliggono la Terra. Anche inquel caso aveva fatto riferi-mento, nel titolo, al Santo al quale la sua vita e lasua azione si ispirano. Questa volta è tutto ilmessaggio che ripropone e attualizza le scelte ela predicazione di San Francesco. Fin dalle pri-me pagine: «C’è un episodio della sua vita checi mostra il suo cuore senza confini, capace di

andare al di là delle distan-ze dovute all’origine, allanazionalità, al colore o allareligione. È la sua visita alSultano Malik-al-Kamil inEgitto, visita che comportòper lui un grande sforzo amotivo della sua povertà,delle poche risorse che pos-sedeva, della lontananza edalla differenza di lingua,cultura, religione. Tale viag-gio, in quel momento stori-co segnato dalle crociate,dimostrava ancor di più lagrandezza dell’amore chevoleva vivere, desideroso diabbracciare tutti».

A quel grande esempio ilPapa si è ispirato quando ne-gli anni ha voluto incontrare

ed abbracciare il Patriarca ortodosso Bartolomeoo il grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, condividen-do con loro il concetto dell’uguaglianza di tutti gliuomini davanti a Dio.

Uguaglianza non solo religiosa: «(…) se si ac-cetta il grande principio dei diritti che promanano

dal solo fatto di possedere l’inalienabile dignitàumana, è possibile accettare la sfida di sognare epensare ad un’altra umanità. È possibile deside-rare un pianeta che assicuri terra, casa e lavoro atutti. Questa è la vera via della pace e non lastrategia stolta e miope di seminare timore e dif-fidenza nei confronti di minacce esterne».

Il desiderio e la pratica dell’uguaglianza de-vono anche riguardare il rispetto delle diverseculture: «Senza il rapporto e il confronto con chiè diverso, è difficile avere una conoscenza chia-ra e completa di sé stessi e della propria terra,poiché le altre culture non sono nemici da cuibisogna difendersi, ma sono riflessi differentidella ricchezza inesauribile della vita umana».

Papa Francesco non si stanca mai di tradurrenel vivere quotidiano l’applicazione del Vangelo.La sua Dottrina è costantemente questa ed èrivolta non solo ai cattolici o ai cristiani ma a tuttigli uomini di buona volontà. Come si ricava daquesta affermazione: «Gli eroi del futuro saran-no coloro che (…) decideranno di sostenere conrispetto una parola carica di verità, al di là degliinteressi personali».

Uomo tra gli uomini, in questo Francesco so-miglia al suo grande Ispiratore. Mai ex cathedra,sempre fratello di tutti, come il Buon Samaritanodell’unica parabola alla quale fa riferimento intutta l’enciclica. Una grande lezione di compor-tamento, un’implicita condanna degli egoismiindividuali o di gruppo. E come il Buon Samari-tano soccorse il viandante, così solo la fratel-lanza universale potrà salvarci tutti.

Ottavio Olita

Lutto per la scomparsadi Bonaria MancaLa artista-pastora è morta a 95 anni - Da Orune a Tuscania -Riconoscimenti internazionali per la sua arte spontanea

Una donna che dipingeva con il cuore, che mette-va nella sua ar te tutto il suo mondo, senza farsiguidare dalla testa. Viene descritta così BonariaCarmela Manca, l’ar tista-pastora, scomparsa nel-l’ottobre scorso all’età di 95 anni.

Era nata da Orune nel 1925 e lì ha vissuto a piùriprese fino al 1957, quando seguendo il percorso deisuoi familiari, ha deciso di trasferirsi definitivamente aTuscania, nel Lazio. Ha vissuto fin da bambina l’espe-rienza del duro lavoro tra casa e campagna, lavare ipanni, fare il pane, piantare le patate dell’orto, perfinoguidare il carro con i buoi, se era necessario. Lasciaper la prima volta la Sardegna nel 1951 con l’intento diaiutare i fratelli, che tre anni prima avevano deciso dicercare for tuna nel Continente. Bonaria Manca ab-bandonerà definitivamente Orune nel 1956.

E da quell’anno che parte la incredibile storia ar-tistica di questa donna barbaricina, dall’animo genti-le, che attraverso la pittura ci ha trasmesso segni evalori di una vita vissuta, che oggi sembrano soltan-to ombre di un passato lontano. Per rendersi contodelle testimonianze che ci ha lasciato occorre visita-re la sua casa rifugio a Tuscania, denominata “ laCasa dei Simboli”. Guardando le pareti, nello scorre-re delle stanze, si rimane attratti da quei disegni eda quelle figure che segnano il mondo nel quale

Bonaria ha trascorso la sua esistenza. Simboli, ap-punto, di vita vissuta, da giovanissima fino all’etàpiù adulta, tra sacrifici e grande forza di volontà.

E quando le hanno chiesto spiegazioni sulla suaar te, lei ha risposto candidamente: «Non ho maimischiato i colori, si mischiano da soli. Non sonomai stata capace di scegliere e di essere padrona diun colore. Sarà una grazia di Dio, era tutto dentro dime. Passiamo tutti sulla terra e ci vuole coraggio peraffrontare la vita».

E Bonaria Manca, dodicesima di tredici figli, nonpuò cer to dire di aver vissuto nell’agio, semmai diessersi conquistata con innegabile tenacia tutto ilsuo valore di donna, lavoratrice e artista, passando

attraverso i sentieri della vita contadina. Una autodi-datta che in quelle pareti dipinte a mano, rivela lefonti del suo viaggio da bambina, poi adolescente epoi ancora ragazza, da Orune fino a Tuscania. Cisono scene, personaggi, figure ai confini tra la real-tà e la fantasia.

Lo scrittore e cineasta francese Jean Marie Drotl’ha definita e non a caso «Una Chagall della vitasemplice, un artista capace di dare forme e colori alsuo mondo interiore, rendendolo pittura cosmica».

Bonaria Manca è finita sotto le ali protettive diVittorio Sgarbi, noto critico d’ar te, che cosi si èespresso: «È sorretta da una straordinaria sponta-neità che la fa vivere nel presente con il propriomondo bambino».

La pastora-artista è riuscita a ritagliarsi spazio egloria lontano dalla sua amata terra, così come eracapitato ad un altro grande conterraneo, CostantinoNivola.

E a Tuscania, alla morte di Bonaria, l’Amministra-zione Comunale ha annunciato testualmente «All’1,30di stanotte, 17 ottobre, ci ha lasciati Bonaria Manca,nostra concittadina, ar tista pluripremiata di famainternazionale dall’animo gentile, che ha saputo tra-smettere attraverso la sua arte le tradizioni culturalidella sua terra natia».

Le sue opere sono state esposte a Roma, Torino,Viterbo, Cagliari, Parigi, Lione, Ginevra, Marsiglia eSalonicco. Una gratificazione importante è arrivatanel 2000 con la nomina ad ambasciatrice dell’Une-sco. Nel 2015 è stata omaggiata con un documenta-rio dal titolo “L’isola di Bonaria” di Jo Lattari per laregia di Simone Veneziano. Andrea Porcu

Cultura 21IL MESSAGGEROSARDO

Dopo il successo riscossoalla 77ma edizione della

Mostra Internazionale d’ArteCinematografica della Bienna-le di Venezia (dove è stato pre-sentato Fuori Concorso in SalaGrande il 6 settembre) il film“Assandira” di Salvatore Me-reu dal 9 settembre è proietta-to nelle sale italiane.

Dal 16 al 20 settembre, incollaborazione con la FASI(Federazione delle Associazioni Sarde in Ita-lia), il regista Salvatore Mereu e il protagoni-sta Gavino Ledda hanno introdotto la proie-zione del film a Torino, Milano, Firenze, Bo-logna, Roma. Il film “Assandira” di SalvatoreMereu è liberamente tratto dall’omonimo ro-manzo di Giulio Angioni (pubblicato nel 2004dall’editrice Sellerio di Palermo nella colla-na “Il divano”).

Nel risvolto del libro si precisa: «Questogiallo prende il nome da un agriturismo, ge-stito da un figlio, ritornato con moglie daun’emigrazione lontana, e da un padre pasto-re, meta di turisti in cerca di una teatrale eimpudica ricostruzione dell’antica vita agro-pastorale, che viene dato alle fiamme per con-sumare un vero e proprio dramma di difesaidentitaria, mostruosa mescolanza di moder-no ed arcaico».

Io mi auguro che il successo del film, giàregistrato tra spettatori sardi e non sardi, in-duca alla lettura o rilettura del romanzo diAngioni. Io ho ripreso in mano il libro e, natu-ralmente, quando ho riletto, alle pagine 94 e95, della “specie di comizio” tenuto dal ma-gistrato inquirente sulle cause degli incendiin Sardegna («è ora di smetterla con questavecchia idea dell’incendio estivo come pro-blema criminale, come se d’estate qui moltifossero presi dalla mania del fuoco, comese cose combustibili ci fossero soltanto aferragosto, e non anche a natale e a capo-danno») non ho potuto non ripensare a unapolemica che su questo tema avevo avutocon Angioni.

Nell’agosto 1993 Angioni, in un ar ticoloospitato con grande evidenza nella prima pa-gina de “La Nuova Sardegna”, esprimeva insostanza una tesi riassunta nel titolo «Siamotutti possibili incendiari nelle estati sarde» enel concetto «Parlare sempre di dolo ci dere-sponsabilizza».

In quei giorni ero in vacanza nel mio paesenatale, Ploaghe, e, non condividendo la posi-zione espressa dall’illustre antropologo cultu-rale, scrissi di getto (“a caldo”, è il caso didire) e tempestivamente consegnai di personaalla redazione del quotidiano sassarese un in-tervento in dissenso, intitolato polemicamente“La colpa non è del cerino acceso”, ovviamen-te con debita firma e anche con l’indicazione

Rilettura di “Assandira”il romanzo di Giulio Angioni

della qualifica “giornalistapubblicista di origine sarda”.

Raccontavo che qualchegiorno prima nel Golfo dellaMarinella eravamo stati intanti a notare che in un boscovisibile dalla spiaggia eranoscoppiati contemporanea-mente numerosi, distanziatifocolai che naturalmente ilvento (vedi il caso, in quelgiorno particolarmente furio-

so) aveva attizzato impetuosamente e impie-tosamente.

Perché escludere a priori che piromani as-soldati potevano avere interesse, creando pa-nico e terrore, a dirottare lontano dalla Sarde-gna le correnti turistiche?

Perché considerare peregrina l’ipotesi deglianni post-bellici per cui il fuoco veniva spiega-to «come uno stratagemma delle compagniedi assicurazione per convincere i contadini adassicurare le messi?».

Da quel che mi risultava, non era neancheraro il caso che i freni mal funzionanti di qual-che convoglio ferroviario avessero fatto spriz-zare scintille che avevano innescato fiammealimentate poi dal forte vento.

Senza ingenerose generalizzazioni, non misentivo neanche di escludere a priori che qual-che pastore o contadino non si fosse attrezzatoadeguatamente per evitare l’estendersi incon-trollato di fiamme accese per bruciare porzionilimitate di pascolo o di sterpaglie.

Concludevo dicendo che certo esisteva (edesiste) una responsabilità collettiva per lo sca-tenarsi degli incendi boschivi nei mesi estivi inSardegna e nelle altre regioni siccitose delMediterraneo ma non bisognava (e non biso-gna) neanche trascurare di punire esemplar-mente le colpe individuali.

Furono pubblicate decine di opinioni in meri-to alle tesi di Angioni ma non la mia. Pazienza:si vede che la mia qualifica non era sufficiente-mente autorevole o che le mie osservazionierano “fuori dal coro”.

Nel settembre dello stesso anno, nella col-lana de “I pamphlet di Condaghes”, Angionifece uscire un librino (48 pagine) col titolo“Libello contro gli incendiari” che in coperti-na ne riassumeva la tesi di fondo: «Sono oscuri“complotti incendiari” a mandare in fumo ognianno migliaia di ettari in Sardegna? oppuredare la colpa a sconosciuti piromani è unascusa per allontanare le nostre responsabili-tà?» (a pagina 4 ci sono le stesse parole che,dieci anni dopo, nel romanzo comparirannoalle pagine 94-95: le ho citate prima).

In questo opuscolo Angioni usava parole “difuoco” soprattutto, ma non solo, contro coloroche continuavano ad avere in testa «l’anticaidea del pastore incendiario e del campagno-lo reso improvvisamente piromane dal solle-

one»; prendeva di mira anche chi, privilegian-do la «teoria onniesplicativa del dolo», anda-va alla «ricerca dei piromani in agguato».

Nell’estate del 1994, in vacanza in Sicilia,seguii attraverso i giornali e la televisione eattraverso le telefonate ai parenti (finché fu pos-sibile) il dramma dei paesi e dei luoghi colpitidalle fiamme devastatrici nella zona della Sar-degna (il Logudoro) di cui sono originario: Plo-aghe innanzi tutto (ottocento capi di bestiame,soprattutto pecore, arsi in centinaia di ettari dipascoli distrutti), Osilo, Chiaramonti, Nulvi,Campomela, ecc.

Appresi che erano stati arrestati lavoratoristagionali della forestale incolpati di aver at-tizzato qualche esca incendiaria in preda arancori per tor ti subiti o magari per garantirsifuture opportunità lavorative nelle operazionidi rimboschimento (ovviamente anche sullaconcretezza di questi peraltro diffusi sospettiAngioni nel suo “libello” si era mostrato mol-to scettico).

I fatti insomma – a me sembrava – avevanodato ragione a chi modestamente suggeriva dinon addossare le colpe a cause non imputabiliall’uomo (il sole, il vento) e a responsabilitàcollettive che assolvevano a priori comporta-menti devianti di tipo individuale.

Il mio scritto “La colpa non è del cerinoacceso” fu cortesemente pubblicato nel n. 18della rivista diretta dal compianto Tito Orrù“Bollettino Bibliografico e Rassegna archivi-stica e di studi storici della Sardegna” (Qua-derno 1994, n. 18, distribuito nei primi mesidel 1995) insieme a un ar ticolo in cui le tesiesposte da Angioni nel suo “libello” venivanoriassunte – con piena condivisione – da Ales-sandra Carta. La quale, in chiusura, mi chie-deva: «Ora, prof. Pulina, anche ammettendoche di incendi dolosi come quello da lei de-scritto se ne verifichino ogni anno, le sembrapoco se la nostra rinnovata coscienza civicaci aiutasse a salvare anche pochi ettari diSardegna? Perché continuare a svestire scan-dalisticamente la nostra bella?».

Ad Alessandra Carta – ammesso che abbiamodo di leggere questo articolo – vorrei dire(ora per allora) che la ringrazio per l’attenzionee rispondo che naturalmente sono d’accordo inlinea di principio con lei.

Ho conosciuto Giulio Angioni alla presenta-zione da parte di Tonino Mulas, presso il Cen-tro Sociale e Culturale dei Sardi a Milano, inVia Foscolo, del suo romanzo “Una ignota com-pagnia” (ambientato in una Milano degli anni’80 del Novecento, è storia di due giovani mi-granti, un bianco e un nero, che si imbattonol’uno nell’altro).

Di Angioni (Guasila, 28 ottobre 1939 - Setti-mo San Pietro, 12 gennaio 2017) ho sempreavuto la massima stima come antropologoculturale e come scrittore e ho sempre valo-rizzato, con riconoscenza, il suo interesse perGiovanni Spano (specialmente per i “Prover-bi sardi” da lui raccolti) a tal punto da averfatto diventare il canonico ploaghese un per-sonaggio di uno dei racconti, “Scemà Israel”,della raccolta intitolata “Millant’anni” (2002).

Paolo Pulina

Parlando in Poesia22 IL MESSAGGEROSARDO

a cura di Cristoforo Puddu

Antonino Mura Ena, il poetache esalta l’eroicità dei semplici

JEO NO ’IPPO TORERO

Jeo ’ippo Juanne ’Arina.Luvulesu, pitzinnu minore.In tempus de laore, a manzanu e a sero,de voes e de vaccas punghitore.Ma no ’ippo torero.

Jeo no so mortuA sa chimbe de ’ortadie(che a Ignacio Sànchez).Jeo so mortu a s’arvescherein su creschere.No b’aiat pro me in s’arenaun’isporta ’e carchina vattutaa isterrita, supra su sambene.A mie no m’an vattutuunu savanu biancu.

Unu voe m’aiat incorratuin sa jaca ’e s’ortu.Ohi! chi so mortua mamma appo cramatua sa jaca ’e s’ortu.

Mamma est vennita a s’ortu.Apporrimi sa manue ’ocaminde, mamadae custa mala camade sa terra ’e s’ortu.No mi lasses in terrache infattu ’e gama.Cramami a babbu, mama,chi torret dae gherra...

L’avventura intellettuale di Anto-nino Mura Ena (Bono, 17 otto-

bre 1908 - Roma, 18 luglio 1994)inizia con la sua formazione infan-tile a Lula, dove si trasferisce conla famiglia al seguito dello zio sa-cerdote Giovanni Antonio Mura,autore del romanzo “La tanca fio-rita” e suo primo maestro di latinoe cultura classica. Frequenta leprimarie a Lula, il Ginnasio a Nuo-ro e completa gli studi superiori aCagliari, dove già nel 1926 si fa ap-prezzare per una dotta conferenzasu “Le confessioni” di Sant’Ago-stino. Si laurea in Pedagogia aRoma, con una tesi sulla dottrina hegeliana; studiae approfondisce la conoscenza di lirici greci e la suacultura classica si arricchisce ed alimenta con stu-di filosofici e umanistici.

Le traduzioni del “De catechizandis rudibus” e “DeMagistro” di Sant’Agostino, sono opere apprezzate epiù volte ristampate.

Affermato pedagogista, studioso di comunicazio-ne, traduttore di classici greci e latini. Ora, in seguitoalla valorizzazione della sua opera poetica da partedei critici Nicola Tanda, Franco Brevini e Giulio Angio-ni, è annoverato tra i massimi poeti in limba delNovecento e collocato al fianco di Benvenuto Lobina,Francesco Masala e Pietro Mura.

La nota lirica “Jeo no ’ippo torero”, il cui protago-nista è “Juanne ’Arina”, ragazzino luvulesu incorna-to tragicamente da un bue, ha indirizzato l’immedia-

to accostamento di Mura Ena aGarcia Lorca, Antonio Machado eai grandi autori della letteraturaeuropea. I testi poetici di AntoninoMura Ena, risultato di un “lavorio”che l’impegnò per circa trent’anni,esprimono densità, profondità egrande efficacia nel rappresentareed esaltare l’eroicità dei semplicinelle diverse vicende umane e per-sonali della vita quotidiana.

Le composizioni hanno paroleche alimentano l’essenzialità delloslancio emotivo e, senza retoriciorpelli, dimostrano sapienza co-struttiva di felici versi con l’intui-

zione di originali ritmi e suoni.La ricca biografia ci racconta di una personalità di

intellettuale proteiforme che fin da giovane, oltre allaletteratura, lo vide impegnato anche politicamente.Agli inizi della seconda guerra mondiale fondò a Piz-zoli, comune della provincia aquilana in Abruzzo, lasezione locale del P.C.I e successivamente fece par-te del Comitato di Liberazione Nazionale. Nel 1946pubblicò a Roma, con il nome di Antonio Murena, unsaggio su Palmiro Togliatti.

Nel corso degli anni, sia a Lula che a Bono, sonostate promosse diverse iniziative per onorare la me-moria del poeta e scrittore; convegni, recital e propo-ste di testi in versione melodica dal cuncordu “Gio-vanni Maria Angioy” di Bono, dal coro “Omines Agre-stes” di Lula e dal noto e storico gruppo del canto atenore “Remunnu ’e Locu” di Bitti.

- ’Itzu meu galanuno lu poto cramare.Ca babbu est mortu in mare,e tue ses orfanu,’itzu meu galanu.

Tue lu des contarein donzi terra e portuchi at tentu malu irgrabbu,’itzu meu galanu.Tue lu des contarechi babbu est mortu in marein donzi terra e portuchi babbu in mare est mortu.

Ohi sa calentura, sa calentura!Unu ’ilu luchente mi porriat caentebabbu su mortu in mare,mi lu porriat caente a m’ampilarea caminu ’e chelos.

M’ampilaiat a fiancuunu zovanu ’ertu,su solopattu abbertude cristallu biancue un’ispada in manos.E una ’erta in s’imbenechei sa mea.

L’appompiaio jeom’appompiat isse:- Está herido? - Sisse.- Eres torero? - Nosse.Vostè juchet in s’imbene una fertaaberta, chei sa mea.

- Vostè es torero?- Yo soy un río de leones.Gloria de Andalusia.Tú eres torero?Nosse, vostè. Jeo no ’ippo torero.Jeo ’ippo Juanne ’Arina,pitzinnu minore.A manzanu e a sero,in tempus de laore,de voes e de vaccas punghitore.Ma no ’ippo torero.In sa jaca ’e s’ortuunu ’oe m’haiat incorratu.Ma no ’ippo torero.Calla, niñito, calla.Tú eres torero!El mas grande torero sardeñolodemasiado pequeño.Subimos juntos a los toros celestes.Toma tu mano pequeñaa este herido leon,torero sardeñolitoniñito del corazón.

BANDITORE CHIN TRUMBASu chimbe de su mese ’e sant’Andria,Corittu, su poeta banditore,a sas otto ’e manzanu,at bocatu sa trumba armoniosa.E at ghettatu su banduch’it ’inita sa gherra vittoriosa.Et a cantatu in poesia goi:- Si avertet sa populassionechi ’erisero est ’inita sa gherrain chelu, mare e terra.E in tottue.- Si avertet sa populassionesas troppas nostras an picatu a Trentoe ’nche son irbarcatas in Trieste.S’Austriacu a fine ’e tantu istrugheretzedit sas armas e benit a rughere.- Si avertet sa populassionechi venzat tottucanta a su Tedeu.e a sa portessione.- Si avertet sa populassionechi ’eris a manzanu,a s’essita ’e sa missam’an datu notissachi est mortu Bostianu, su ’izu meu.Si avertet sa populassionechi venzat tottucanta a su Tedeu.

LUVULALuvula no hat oliasne arantzu e nen limone,ma hat chessa e hat lidonein Montarvu e in Gronias.Luvula parma no hat,ca cheret abba sa pranta:la vattin a chita santadae Locula e Pasata.Sa parma ’e Baronìano est una parma vera,ma est una parma viabianca chei sa chera.Luvula no si dat bantude Elèna e Clori ermosa,bellas son atterettantuMatalena e Nicolosa.Luvula no hat monumentosanticos, ma ’antat gaitumbas abertas a bentosin Nudorra e in Nurai.

Parliamo della Sardegna 23IL MESSAGGEROSARDO

Fra Islam e Sardismo:sogno, identità e progetto

Per capire meglio lo sviluppo del “sistema” CostaSmeralda, soprattutto nei primi anni di vita del

Consorzio, riferibili al periodo 1962-69, una “pista”ancora tutta da esplorare e da studiare che, si spe-ra, trovi una sua prima sistemazione sarà, appunto,quella di cercare di analizzare il rapporto fra l’Islamsciita proprio degli ismaeliti naziriti, cui appartieneAga Khan IV, ideatore e fondatore del Consorzio Co-sta Smeralda, ed il pensiero politico sardista di cuifu un importante esponente Antonio Simon Mossa,unico sardo, uno degli architetti chiamati a far partedel progetto.

Senza dubbio, quindi, per parlare del principe Ka-rim Aga Khan IV, 49° imam dei musulmani ismaelitinizariti e della sua missione religiosa, in quanto imamdei musulmani ismaeliti, occorre fare riferimento alpensiero di questa corrente islamica sciita, minori-taria, ma diffusa in tutto il mondo. Capire questopensiero aiuta anche a conoscere il legame positivoinstaurato nei primi anni Sessanta con la cultura, lastoria e la tradizione sarda. Mi piace, quindi, ripro-porre alcuni stralci del discorso proclamato dall’AgaKhan agli inizi degli anni Duemila, in occasione delleCelebrazioni dei 25 anni dell’Istituto di Studi Ismaelitidi Londra. In quel contesto il principe, non al centrodelle consuete cronache mondane che da sempre lohanno contraddistinto, forniva una diversa immaginedi sé e della corrente religiosa che guida.

L’Aga Khan, in quell’occasione, aveva, poi, moltoinsistito sul primato della conoscenza, citando il poe-ta e filosofo persiano dell’XI secolo Nasir Khusraw,per il quale il vero jihad, la vera guerra santa, è quellache si combatte con la luce del sapere contro il buiodell’ignoranza e dell’intolleranza. A questo ha fatto,poi, seguito un’importante riflessione sociale e politi-ca riferita alla “ummah”, la comunità musulmana mon-diale. Per il principe, questa ummah risulta esserefatta di ultraricchi e ultrapoveri, «di sciiti e sunniti, diarabi e non arabi, di teocrazie e di stati laici, di chiusu-re impositive e di aperture al pluralismo, di quelli chevogliono adottare forme di governo moderne e parteci-pative e di quegli altri che vogliono ripristinare a forzaforme di governo spacciate per antiche».

Le iniziative pubbliche dell’imamato ismaelita sonostate concrete, in tutti i campi dell’istruzione, dellosviluppo sociale, delle arti, mirate ad elevare la qua-lità della vita di popolazioni poverissime in regioni

Alla base del “sistema” Costa Smeralda il carisma del principe Karim Agha Khan IVed il sardismo terzomondista di Antonio Simon Mossa a confronto

sperdute, ma anche finalizzate a stabilire un rappor-to fecondo tra la grande tradizione islamica e le pun-te alte della civiltà occidentale. E, sostanzialmente,l’interesse e l’azione svolta nella povera e scono-sciuta Gallura dei primi anni Sessanta, può ascriver-si anche in quest’ambito, dal momento che il princi-pe era molto stimato, e la maggior parte considera-va il suo arrivo provvidenziale, avendo sollevato moltipastori dalla miseria. È anche in questo senso daascriversi come una “battaglia sardista”, l’incredibi-le ed unico progetto del principe Aga Khan nell’esse-re riuscito, per primo, a sopperire, almeno parzial-mente, alla grave carenza sarda dei collegamentiaerei con la costituzione, nel 1964 della compagniaAlisarda che, poi, diverrà Meridiana ed ora Air Italy,con l’obbiettivo di contribuire a colmare la disconti-nuità territoriale con la penisola.

E l’incontro con il pensiero sardista, da semprepropugnatore di un riscatto culturale, politico econo-mico e sociale di una terra che usciva distrutta dallaguerra, con la riforma agraria mai decollata e con leprime crisi del minerario e del petrolchimico, nonpoteva non essere scevro di suggestioni e di punti dicontatto. E l’uomo che, più di tutti, fu chiamato adincarnare questo spirito, anche rivoluzionario, di unsardismo moderno, al cospetto del principe ismaeli-ta, fu, almeno fino a tutti gli anni Sessanta, AntonioSimon Mossa, unico architetto sardo ad essere sta-to scelto per entrare a far parte del Consorzio CostaSmeralda.

Nella storia della Sardegna, Antonio Simon Mossa(Padova 1916 - Sassari 1971), rappresenta una dellepiù importanti figure del sardismo moderno. Archi-tetto, giornalista, politico, uomo di pensiero e di azio-ne poliedrico, con una vita intera dedicata all’impe-gno sociale e civile per il riscatto della sua terra. Unabiografia, la sua, che è un “percorso di passione”.

Per quanto riguarda la sua professione, AntonioSimon Mossa fu un valente urbanista e un arredato-re d’interni, nonché uno studioso di problemi dell’in-sediamento umano, un disegnatore e un geniale ar-chitetto dotato di una scalpitante e irrefrenabile fan-tasia, in virtù della quale creò una forma compositi-va inedita, la cosiddetta architettura mediterranea,che per la sua naturalezza incontrò il favore dei com-mittenti, fra cui anche il principe Aga Khan. SimonMossa pubblicò, poi, numerosi saggi sul turismo e

l’architettura sarda, tra i quali le “Considerazioni sulturismo in Sardegna” del 1956 e le “Note sulla politi-ca turistica (regionale)” del 1969.

Mi sembra di una grande attualità l’articolo “Con-siderazioni sul turismo in Sardegna” per due ordini diragioni: 1) perché scritto nel 1956, prima della na-scita del “sistema Costa Smeralda”; 2) perché cifornisce molti spunti di riflessione anche in merito al“vento” sardista e terzomondista di cui Simon Mos-sa fu propugnatore. In “Considerazioni sul turismo”,il messaggio di Mossa è chiaro: si augura la nascitadi una vera coscienza turistica, spiegando che il tu-rismo, già da allora, siamo nel 1956, sarebbe potutadiventare una vera e propria industria con importantiriflessi socialmente positivi.

Lo stesso pensatore sardista propugnava, quin-di, una sorta d’“inversione di tendenza” già da allo-ra: passare da un flusso turistico monopolizzato dachi voleva spendere poco e viaggiare maggiormen-te ad uno più stabile in cui si sarebbe dovuto spen-dere di più, in modo da alimentare concretamentel’economia locale. È, dunque, in questi passi fon-damentali che, a mio avviso, si possono ritrovarealcuni collegamenti, questa volta “sardi”, con il suc-cessivo primo progetto del Consorzio Costa Smeral-da voluto dal principe Aga Khan: un luogo per ric-chi, ove poter spendere aiutando anche l’allora po-vera economia gallurese.

Un altro “punto di contatto” fra l’islamismo ismae-lita del principe ed il pensiero sardista di Antonio Si-mon Mossa potrebbe essere rappresentato dal filone“terzomondista” di quest’ultimo, che è sempre statauna costante della sua vita. È proprio allora che, perSimon Mossa, lottare per l’autonomia significò lottareper mantenere integra e per proiettare nel futuro lapropria storia, la propria cultura, gli usi e i costumidella propria terra e della propria comunità. In secon-do luogo, però, fu, per lo stesso ideologo, singolarecome, quanto accadeva nelle altre parti del mondo,veniva, invece, purtroppo, negato al popolo sardo,come se anche sul tema dell’autonomia fosse preval-so sui sardi il tradizionale complesso d’inferiorità, giàben evidenziato da quella lussiana definizione di “Sar-degna nazione mancata o fallita”.

Simon Mossa, sempre in quest’ àmbito terzomon-dista, proprio sul finire degli anni Sessanta, elabore-rà la c.d, “nuova frontiera del sardismo”, ponendosi,in campo storico economico e del pensiero, primo, ilproblema della compatibilità dello sviluppo dei popoli“emergenti “ (il Terzo Mondo) con quello dell’ulterio-re sviluppo dei popoli dei paesi industrializzati (di giào di prossima società affluente, come direbbe Gal-braith). Per lui ogni tentativo di liquidare il sardismocome “fuori tempo” o “roba antiquata” appariva unassurdo. Anzi, questa nuova “frontiera” terzomondi-sta, radicata nella spinta indipendentista ed autono-mista, avrebbe dovuto avere, in sé anche il semedella lotta al sottosviluppo. Avere aderito al primoprogetto del Consorzio Costa Smeralda, ed esservirimasto per ben sette anni, dal 1962 al 1969, puòessere letto come uno dei tanti “percorsi spirituali”di Simon Mossa di tenere vivo e presente lo stimoloe la ricerca delle altre minoranze nazionali, culturali,etniche e religiose. Ed, in un cer to senso l’islami-smo ismaelita del principe Aga Khan e la sua voca-zione solidaristica di lotta alle disuguaglianza ha po-tuto rappresentare una di queste “nuove frontiere” dicontatto. Gianraimondo Farina

Sardegna Notizie24 IL MESSAGGEROSARDO

Diminuiti gli incendi estivi

Gli incendi estivi non si interrompono in Sardegna, lefiamme ormai da anni interessano tutta l’Isola, le

cause sono varie ma è stato accertato che per il 75%dei roghi la natura è dolosa. Nel 2020, rispetto agliscorsi anni, vi è stata, però, una diminuzione del loronumero e della superficie interessata. È il bilancio dellaCampagna antincendi regionale che si ripete sistemati-camente per cercare di aggredire e limitare una piagaendemica e ricorrente con rilevanti danni al patrimonioambientale.

«Per il secondo anno consecutivo registriamo datipositivi, rispetto alla media degli ultimi dieci anni, comela riduzione del numero degli incendi (-18%), la drasticariduzione della superficie complessiva percorsa (-34%)e di quella boscata (-30%). Anche la superficie mediaper incendio registra un’importante riduzione, rispettoal dato medio del lungo periodo: -21%. Dimostrazioneche la macchina regionale antincendio si dimostra sem-pre più professionale, efficace e tempestiva», lo hasottolineato l’assessore regionale della Difesa dell’am-

Anche le città sardesono “green”I capoluoghi attenti all’ambiente

La sensibilità per l’ecosistema è sempre mag-giore fra popolazione e amministratori locali e cosìanche le città capoluogo sarde sono state inseritefra quelle che sono gestite meglio e hanno unapianificazione cosiddetta “green”, con una atten-zione par ticolare al verde, all’ambiente ed allaconservazione della natura.

Secondo il rapporto nazionale “Ecosistema Ur-bano 2020” di Legambiente, assieme ad Ambien-te Italia ed al quotidiano Il Sole 24 ore, vi sonoinseriti in buona posizione in Italia anche i capo-luoghi di provincia sardi: al 28esimo posto Orista-no, al 32esimo Cagliari, Nuoro al 41esimo postodella classifica nazionale, mentre Sassari è al67esimo.

Nell’analisi specifica il capoluogo di regione ri-spetto all’anno precedente risale di 13 posti gra-zie ad alti standard in campi specifici (i vari settoried elementi che concorrono poi alla compilazioneglobale della classifica): per l’organizzazione ed ilservizio del trasporto pubblico, cioè la mobilità el’accessibilità, ma anche per le emissioni, è addi-rittura al 18esimo posto.

Vi è stato un consistente aumento della raccol-ta differenziata: su 479 chilogrammi di rifiuti cia-scuno a Cagliari oltre il 63,3% viene differenziato.Mentre un oristanese produce una media di 516chilogrammi di rifiuti (73,4% la differenziata), unsassarese 479 (differenziata al 57%), e un nuore-se 384 (74,6% di differenziata). Le piste ciclabilisono un altro aspetto preso in esame: a Cagliari visono 3,4 metri di percorsi dedicati alle due ruoteogni 100 abitanti, a Sassari 0,46, a Nuoro 0,38.Inoltre, quante sono mediamente le auto che cir-colano nei capoluoghi? A Cagliari e Sassari vi sono66 auto ogni 100 abitanti, a Nuoro 74, e ad Orista-no 69. Sviluppati anche i collegamenti urbani, ecosì un cittadino di Cagliari usa i mezzi pubblicicirca 200 volte all’anno, 88 volte i sassaresi, 53 glioristanesi e 23 i nuoresi. Infine i metri quadrati distrada che sono attualmente pedonalizzati a Ca-gliari, rispetto al numero di abitanti, sono 0,24,mentre ad esempio a Nuoro 0,20. Un dato parti-colare è poi quello del car sharing: Cagliari ha unparco di 96 auto, Sassari 10 mentre Nuoro e Ori-stano ne sono privi.

Le aree verdi che possono essere utilizzate daicittadini negli spazi urbani sono a Cagliari 54,9metri quadrati per ogni abitante, a Oristano 47,5mq., a Nuoro 32,7 mq., a Sassari 14,4. Fra i 104capoluoghi presi in esame dalla ricerca un datointeressante è poi quello del consumo dell’acquapotabile per uso domestico che al giorno segna aCagliari 159,3 litri; 141 a Oristano, 122,1 a Nuoro,e 121 a Sassari.

Nel 2020 calato il numero dei roghi e la superficie devastata dalle fiamme - Il 75 per cento è di origine dolosa

biente, Gianni Lampis, durante la conferenza stam-pa nella quale ha illustrato i risultati della Campa-gna Antincendio 2020.

Come sempre migliaia gli uomini ed i mezzi incampo per fronteggiare quella che è stata ormaidefinita una vera e propria “guerra” contro lefiamme. «Un importante sforzo complessivo,anche economico, con oltre 7.000 donne e uomi-ni, fra Corpo forestale, Forestas, Protezione civi-le, organizzazioni di volontariato, compagnie bar-racellari e Vigili del fuoco. Oltre a 11 elicotterileggeri, un Super Puma, tre aerei Canadair delDipartimento nazionale della Protezione civile e281 mezzi terrestri, che quotidianamente hanno

garantito la sicurezza dell’ambiente e della popolazio-ne – ha precisato l’assessore – i numeri di quest’an-no non rappresentano certamente un punto d’arrivo,ma un nuovo punto di partenza per migliorare e scon-figgere questa piaga che da tempo affligge la Sarde-gna». L’assessore ha anche ricordato che «continue-rà la collaborazione con le Amministrazioni comunaliaffinché tutte si dotino, in tempi brevi, dei Piani diprotezione civile» che riguardano il rischio incendi maanche quello legato agli aspetti idrogeologici: «Sonoancora troppi i Comuni privi dei piani: 41 non hanno nél’uno né l’altro», ha reso noto Lampis.

L’esponente della Giunta regionale entrando nei datiparticolari ha anche precisato come agosto sia stato ilmese più difficile: «Si sono registrati 746 incendi peruna superficie complessiva percorsa di 4.842 ettari(1.702 boscati). In particolare la giornata dell’1 agostoè stata la peggiore del 2020, con 29 roghi, di cui settehanno richiesto l’intervento di uno o più elicotteri regio-nali e quattro l’ausilio dei mezzi aerei della Protezione

civile nazionale, per una superficie complessiva di 2.669ettari (817 di superficie boschiva). Nell’intera Campa-gna è stato 17 il numero medio di interventi giornalieri,salito a 22 nel periodo dall’1 giugno al 31 agosto».

Intensa l’attività investigativa del Corpo forestale sulfronte dell’individuazione dei responsabili delle fiam-me. Sono stati effettuati 3 arresti e trasmesso 218comunicazioni di notizia di reato alla magistratura. Com-plessivamente è stato riscontrato come il 75% degliincendi sia di origine dolosa: «Un dato in linea con gliultimi 10 anni, perciò dobbiamo impegnarci maggior-mente nella sfida culturale per la salvaguardia del no-stro patrimonio ambientale e paesaggistico – ha ag-giunto l’assessore – settore decisivo per lo sviluppo edil riscatto della Sardegna». Marco Aresu

L’Aquila di Bonelli ritorna in SardegnaProgetto europeo di Ispra e Forestas

L’aquila di Bonelli vola di nuovo nei cieli dellaSardegna, con un numero sempre maggiore diesemplari, grazie ad un progetto transazionalea cui ha aderito la Regione sarda. Nell’Isola ilrapace è stato reintrodotto dopo la scomparsanegli anni fra l’Ottanta ed il Novanta.

Il progetto europeo “Aquila a-Life”, condottoda Ispra, con il supporto dell’agenzia Forestase del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientaledella Regione, ha consentito di reintrodurre,nel territorio sardo, 21 pulli provenienti da Spa-gna e Francia ed uno anche dalla Sicilia. Acirca 50-60 giorni di età gli uccelli sono stati trasferitinella voliera nel Parco di Tepilora e liberati.

Il 16 marzo 2018 era stata firmata la convenzionefra Agenzia Forestas e l’Ispra (Istituto superiore per laprotezione e ricerca ambientale) per la reintroduzionedell’aquila del Bonelli (Aquila fasciata). La convenzio-ne è tesa al recupero della specie oggi classificata, inItalia, in pericolo critico di estinzione.

Coordinato dal Grefa (Grupo para la rehabilitaciónde la fauna autóctona y su Hábitat) una Ong spagnolache si occupa di conservazione della natura ancheattraverso il recupero di fauna in difficoltà, il progettoha una durata di 5 anni coinvolgendo altri partnerspagnoli e francesi.

Nel corso dei cinque anni del progetto si prevede ilrilascio di almeno 25 esemplari, provenienti dalla retedi allevamenti spagnoli e francesi, in particolare ilcentro Grefa Majadahonda di Madrid, utilizzando l’or-

mai sperimentata tecnica all’interno di una voliera diambientamento.

L’Aquila fasciata è un uccello rapace la cui specieera ormai estinta nell’Isola. Il suo nome comune –aquila del Bonelli – è un omaggio all’ornitologo FrancoAndrea Bonelli, vissuto nel XIX secolo. Il rapace èlungo 65-70 centimetri, con una apertura alare di pocopiù di un metro e mezzo, mentre il peso medio è di duechilogrammi.

Le parti superiori sono bruno scuro, in contrastocon quelle inferiori più chiare, con una macchia bian-ca sul dorso. Ha una testa piccola ma sporgente, aliampie, una coda lunga, grigia e con una banda neracioè una fascia che probabilmente dà il nome al rapa-ce. Vive in ambienti rocciosi e aperti, tipici della Sar-degna, a quote non molto elevate, nelle valli fluviali,boschi di macchia mediterranea. Si nutre di piccolimammiferi, lucertole e di uccelli.

Dall’Italia 25IL MESSAGGEROSARDO

ROMA

TORINO

Premiati i vincitori del concorso“No Photo Reposare 2020”

Sabato 24 ottobre nella Sacripante Art Galle-ry di via Panisperna 59 a Roma sono stati

premiati i vincitori del concorso fotografico evideo “No Photo Reposare 2020”, organizzatodal Coordinamento Giovani F.A.S.I. (Federazio-ne delle Associazioni Sarde in Italia) nell’am-bito del progetto regionale “Sardigna in su coro”.

Nell’occasione è stata inaugurata la mostradegli elaborati che hanno partecipato al con-corso.

Nella sezione foto il primo classificato dellacategoria «Primavera» è stato Beniamino Ghia-ni che ha proposto un particolare scorcio natu-ralistico. Si è aggiudicato il primo premio dellacategoria «Estate» il fotografo Gianfranco Pug-gioni con uno scatto che ritrae Paolo Fresu du-rante il Time in Jazz. La categoria «Autunno» è

Inaugurata nella Sacripante Art Gallery di via Panisperna la mostradi foto e video realizzati nell’ambito del progetto “Sardigna in su coro”

andata alla fotografa Fran-cesca Pittau che ha pre-sentato un’opera legataalla produzione del vino.Il vincitore della sezione«Inverno» è stato il giova-ne fotografo Davide Pug-gioni con l’immagine diun escursionista in cimaa Monte Corrasi di Olie-na. Matteo Setzu è stato ilvincitore del premio so-cial con oltre 2500 prefe-renze sulla pagina Face-

book ByeSardegna per la sua “Carrasecare”realizzata durante il carnevale di Gavoi.

Nella sezione video sono stati premiati il vi-deomaker Giacomo Prasciolu con “Noi siamosardi”, spot di 60 secondi che riassume tantepeculiarità e caratteristiche dei sardi e del terri-torio isolano e Davide Contu il cui filmato uniscela potenza di una batteria a quella della natura.

Nella mostra sono state esposte le 20 foto-grafie (4 vincitrici assolute e 4 classificate perogni stagione dell’anno) e i migliori video sele-zionati dalla giuria presieduta dal fotografo Ric-cardo Melosu, ritrattista concettuale ed emo-zionale di caratura internazionale.

All’inaugurazione, oltre ai vincitori e a Ric-cardo Melosu, sono intervenuti Serafina Ma-scia (presidente F.A.S.I.), Mattia Lilliu (Coordi-

namento Giovani F.A.S.I.) e i presidenti delleassociazioni sarde del Lazio: Antonio MariaMasia (Associazione dei Sardi di Roma “Il Gre-mio”), Maria Nives Cabizzosu (Associazione“ACRASE - Maria Lai” di Roma), Pierluigi Fri-gau (Associazione “Grazia Deledda” di Ciam-pino), Rosa Policarpo (Circolo “Quattro Mori”di Ostia) Ettore Serra (Associazione “SardaDomus” di Civitavecchia).

Dopo la tappa romana, nei prossimi mesila mostra arriverà in altre città italiane fra cuiFirenze, Padova, Siena, Piacenza, Rivoli eGattinara.

Il progetto “Sardigna in su coro” unisce l’ideadi rinsaldare e mantenere vive le radici di gio-vani sardi con l’idea di valorizzazione delle zonemeno conosciute della Sardegna (dal punto divista del turismo di massa) e della destagiona-lizzazione turistica. L’obiettivo principale è quindila produzione e divulgazione di materiale foto-grafico, audiovisivo e letterario a carattere cul-turale, utilizzabile a scopo di promozione cultu-rale e turistica.

Realtà culturali e lavorative innovative dellaSardegna, valorizzazione della cultura sporti-va nell’Isola, il recupero degli antichi mestierio lo sviluppo di nuovi a partire dalle peculiaritàdella tradizione, valorizzazione e salvaguardiadel patrimonio ambientale, momenti e iniziati-ve di grande interesse culturale contempora-nei. Erano questi i temi del concorso per spin-gere nella direzione di una Sardegna inedita enella direttrice del nuovo, del contemporaneo,dell’innovazione. L’iniziativa invita a racconta-re, attraverso immagini e video, la Sardegna,un’isola che dev’essere scoperta e riscoperta.La Sardegna e il suo territorio, con le sue plura-lità di vita, con i suoi ritmi e relazioni può esse-re attraversata in maniera frettolosa e distrattaoppure ammirata, vissuta, lasciata, amata dalontano e cambiata. M.L.

Grande affluenza di spet-tatori al Cinema Ambrosiodi Torino dove mercoledì16 settembre si è svolta lareplica di “Assandira”, ulti-ma opera di Salvatore Me-reu. Una serata di grandecinema, preceduta da unassaggio di prelibatezzesarde servite dall’Associa-zione Sardi Gramsci e pre-sentata dal Direttore delTorino Film Festival Stefa-no Francia di Celle.

Alla proiezione erano pre-senti tanti soci, amici dellaSardegna e cinefili accorsi per assistere a unastoria sarda e universale, tutti mobilitati dal-l’Associazione Sardi Gramsci in Torino che indue giorni è riuscita a lanciare l’informazionesui social.

Grande successo per “Assandira”Tutti hanno rivissuto sul-

la propria pelle la dramma-tica vicenda narrata nel filmcon al centro i sempiterniconflitti generazionali eidentitari.

Il vecchio Costantinovorrebbe mantenere invio-lata e sacra la tradizione,da rispettare e tramandaread ogni costo, a iniziare dalsenso del rispetto, del-l’onore e dall’uso, impre-scindibile, della limba. Ilfiglio e la nuora tedescavorrebbero, invece trasfor-

mare la tradizione in uno spettacolo per turistiattiratiti dall’esotica Sardegna. Il figlio parlasolo in italiano, la nuora in tedesco, inglese oin italiano stentato.

Al termine della proiezione Mereu dopo

aver ringraziato per la calorosa accoglienza,ha risposto alle numerose persone interve-nute sottolineando che con la lettura di «“As-sandira” di Giulio Angioni, ho inizialmenteprovato un sentimento di frustrazione e diindignazione nei confronti della rappresenta-zione del mondo a cui appar tengo, quellodella Sardegna rurale, massacrato dall’indu-stria turistica, dall’idea che in nome del gua-dagno si possa passare anche sopra la digni-tà umana.

Ma in “Assandira” questo non è che l’aspet-to esteriore. In una storia c’è sempre una par-te nascosta che puo attenere al nostro priva-to, più di quanto noi stessi non siamo dispostiad ammettere. “Assandira” è un percorso nel-la conoscenza della natura umana, un tentati-vo di esplorare i sentimenti più reconditi, si-lenti, che, se anche tenuti a bada, finisconoperò per muovere le cose e gli uomini».

L’Associazione Sardi Gramsci di Torino el’Associazione Ichnussa (non Ichnusa) di Bo-logna hanno organizzato proiezioni straordi-narie di “Assandira” a La Spezia, Alessandriae Bologna nel mese di ottobre. E.C.

Dall’Italia26 IL MESSAGGEROSARDO

PAVIA

ROMA

In questi mesi di forzato “confina-mento”, ho proceduto ad aggior-

nare, sia pure in maniera sinteti-ca, la storia dei Congressi dellafederazione delle associazioni de-gli emigrati sardi nell’Italia conti-nentale (prima Lega Sarda, 1974-1993, poi F.A.S.I., dal 1994): ci sicolleghi, in questo sito, a questo link:https://www.ilmessaggerosardo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4364:storia-d e i - c o n g r e s s i - d e l l a - l e g a -sarda-e-della-f-a-s-i&catid=689:attualita&Itemid=149.

Nello stesso lasso di tempo misono impegnato in una fatica re-dazionale più impegnativa: la curadella pubblicazione a stampa (ilvolume di 180 pagine è uscito agliinizi di settembre) degli atti del quarto Congresso dellaLega Sarda, tenuto a Pavia nei giorni 15 e 16 novembre1986 (con la partecipazione dei delegati dei 25 Circoliche allora raggruppava la Lega).

Mi ha spinto a questo lavoro un preciso fondamentomotivazionale.

A conclusione dei lavori congressuali “pavesi” del1986, in quanto addetto stampa del Circolo culturalesardo “Logudoro” di Pavia e del Congresso, fui incarica-to dall’allora presidente della Lega Sarda, Tullio Locci,

Gli atti del IV Congressodella Lega Sarda 1986

di provvedere alla trascrizione ditutti gli interventi pronunciati nelCongresso e una copia di lavoro diquelle pagine, digitate con la mac-china per scrivere elettrica (noncerto con il computer…), è rima-sta in mio possesso mentre lacopia originale fu da me conse-gnata al presidente Locci.

A mio avviso, gli interventi di quelCongresso meritavano di esserepubblicati perché costituiscono undocumento storico che può permet-tere – a chi è interessato a cono-scere lo sviluppo delle azioni del-l’emigrazione sarda organizzatanell’Italia continentale – di fare unconfronto con quelle che erano lepriorità espresse da quel mondo del-l’emigrazione quasi 35 anni fa.

Il fabbisogno fondamentale che questo volume hainteso soddisfare è stato quindi quello di colmare unalacuna documentaria relativa all’importante Congressodella Lega Sarda tenuto nella prestigiosa Aula del Quat-trocento dell’Università degli Studi di Pavia. Si tengaconto peraltro del fatto che dei tre precedenti Congres-si (Savona, 28 e 29 febbraio 1976: 12 Circoli; CiniselloBalsamo, 7 e 8 aprile 1979: 13 Circoli; Torino, 18 e 19dicembre 1982: 16 Circoli) non esiste nessun resocon-to in volume a stampa.

Spero che il mondo dell’emigrazione sarda organiz-zata possa cogliere l’occasione di questa pubblicazio-ne per fare un raffronto fra le tematiche discusse 35anni fa e quelle che sono in primo piano, all’ordine delgiorno, nella situazione attuale. Questa comparazioneconsentirà di acquisire una coscienza storica dellosviluppo del ruolo e dell’impegno della Federazione edei Circoli.

Il volume raccoglie tutti gli interventi integrali pronun-ciati nella sede congressuale di Pavia; molte paginesono riservate alla documentazione fotografica e allarassegna stampa; in appendice figurano anche notizieessenziali sulla Conferenza di organizzazione tenuta aSalice Terme (nell’Oltrepò pavese) nei giorni 17-18 di-cembre 1988, in cui, a distanza di due anni, venneroricuciti gli “strappi” registratisi a Pavia, dove furonovotate due mozioni finali contrapposte.

Nelle pagine iniziali sono ospitate le riflessioni suilavori del quarto Congresso della Lega Sarda firmate daAlessandra Zedda (attuale Assessore del Lavoro, For-mazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza So-ciale della Regione Autonoma della Sardegna), da dueex Presidenti della Lega Sarda (Salvatore Porcu e donFrancesco Alba), da due ex Presidenti della F.A.S.I.(Filippo Soggiu e Tonino Mulas), dall’attuale Presidentedella F.A.S.I. (Serafina Mascia) e dall’attuale Presiden-te del Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia (Pao-la Pisano).

La pubblicazione del libro ha fruito del patrocinio edel contributo sia dell’Assessorato del Lavoro, Forma-zione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale/ Assessoradu de su Traballu, Formatzione Professio-nale, Cooperatzione e Seguràntzia Sotziale della Regio-ne Autonoma della Sardegna sia della F.A.S.I (Federa-zione delle Associazioni Sarde in Italia).

Il volume può essere richiesto al Circolo culturalesardo “Logudoro” di Pavia scrivendo contestualmente aquesti due indirizzi email: [email protected];[email protected]. Paolo Pulina

Il cortometraggio “Margherita”della regista Alice Murgia, sardadi Carbonia, 26 anni, è stato pre-sentato il 21 ottobre in “Alice Nel-la Città”, la sezione autonoma eparallela della Festa del Cinemadi Roma, nella sezione Cortome-traggi fuori concorso.

Il film racconta la formazio-ne sessuale di una ragazza in unaSardegna antica, suggestiva efuori dal tempo.

«Ogni estate – ha confidato laregista – con la mia famiglia citrasferivamo in una casetta nellaMarina di Arbus, in un villaggio diappena cento case, Gutturu ’e Flu-mini. Quel villaggio è per noi e inostri amici una piccola bolla fuo-ri dal mondo che ha segnato varipassi della nostra crescita, cosìcome quella dei nostri genitori pri-ma di noi».

A fare da cornice alla storia quindi la Costa Verdecon i suoi colori: l’azzurro lucente del mare, il giallodorato della sabbia e il verde intenso degli arbusti chericoprono le dune retrostanti.

“Margherita” di Alice Murgiaselezionato per “Alice nella città”

La natura selvaggia e anticamodella e rafforza il carattere deipersonaggi che si sentono legatialla loro terra quasi in maniera vi-scerale.

La storia: Margherita ha 16 annie da quando è piccola va in vacan-za dalla nonna in Sardegna.

Ha una grandissima cotta per ilbagnino Nicola e una gran voglia diprovare cose nuove.

Margherita fa l’amore per la pri-ma volta con lui, ma non è affattocome lo descrivevano le amiche,le commedie romantiche o perfinoi porno: lei non ha provato nulla disensazionale, non si sente diver-sa. Cosa deve fare per renderebello il sesso?

Gli interpreti: BeatriceLotti (Margherita), Enrico EliaInserra (Nicola), Giulia Anchisi,

Giacomo Fadda, Nicole Caferri, Eleonora Cancedda,Rita Maria Speranza Cara e Giaime Invidia. Soggetto esceneggiatura: Alice Murgia e Giuliana Pizi. Montag-gio: Claudio Califano. Costumi: Valentina Bertossi.Scenografia: Marta Morandini. Fotografia: Enrico Bel-

linghieri. Suono: Andrea Oppo (Presa Diretta), Simo-ne Lucarella (Microfonista), Leonardo Savini (Super-visione Montaggio del Suono), Rainer Russo (Mix).VFX: Giulio Lazzarini. Organizzatore Generale: Elisa-betta Ariemma e Chiara Ciccone. Make-up: Alice Gan-dolfi.

“Margherita” è un film sostenuto dalla Regione Sar-degna, Sardegna Film Commission.

Alice Murgia risiede a Roma ma torna spesso inSardegna, dov’è nata e in Gran Bretagna dove, a soli21 anni, si è una laureata presso University of theArts of London. Si è laureata quindi in regia a Romapresso il Centro Sperimentale di Cinematografia.

Nel 2014 ha lavorato con la Bullion Productions diLondra, nella ricerca di immagini e video. Nel 2014 halavorato con la Bullion Productions di Londra, nellaricerca di immagini e video, editor di sottotitoli e ran-ner sul set.

Nel 2015, per tre mesi è stata aiuto redattore per laMagnolia film; nel 2016 aiuto regista per lo spot webdella Yanez film per Takeda (casa farmaceutica). Tra il2016 e il 2017, con Angelina Depretis è stata assi-stente al casting e ha svolto seminari di recitazione.Filmaker freelance dal 2012.

Arrivando ai successi più recenti, è tra i registifinalisti del festival Tulipani di seta nera TSN XIII edizio-ne con il corto “La missione”.

Nel 2016 è vincitrice del premio Campo Lungo (do-cumentario in Italiano e in sardo con sottotitoli ininglese) con “E torra s’istadi”, documentario auto pro-dotto.

“Margherita” ha vinto il primo premio come migliorcortometraggio regionale al Figari Film Fest di Olbiaedizione 2020.

Dall’Italia 27IL MESSAGGEROSARDO

FIRENZE

BIELLA

Il Circolo ACSIT di Firenze, nonostante il lockdown,aveva deciso di ricordare ugualmente anche nell’emer-

genza sanitaria la Festa di “Sa die de sa Sardigna”,utilizzando gli stessi strumenti a distanza adottati per lascuola e il lavoro, vale a dire l’utilizzo delle piattaformedi comunicazione e video conferenza.

Negli anni passati ciascun circolo festeggiava “Sadie” con i propri soci in presenza, quest’anno è statocomunque possibile festeggiarla prendendo l’iniziativa,originale e significativa, di convocare su piattaformaon-line tutti gli oltre cinquanta membri dei consigli diret-tivi, superando brillantemente, in molti casi, anche ilcomprensibile gap tecnologico.

Con la partecipazione dei Circoli della Toscana (Pep-pino Mereu di Siena, Acsit di Firenze, Narada di Prato,Grazia Deledda di Pisa, 4 Mori di Livorno, Bruno Cucca

Distanti ma unitiCasa Sardegna on line

dell’Isola d’Elba) e alla presenza della PresidenteF.A.S.I Serafina Mascia e del CoordinatoreF.A.S.I. Centro Sud Simone Pisano, con il patro-cinio della Regione Sardegna e della F.A.S.I.,abbiamo passato due ore liete, con una qualifi-cata introduzione del prof. Pietro Clemente. Laserata è stata caratterizzata dalla lettura di branidi Pinuccio Sciola, Sergio Atzeni e Michela Mur-gia, dalla recitazione di poesie e dalla proiezionedi filmati; non potevano mancare gli intermezzimusicali delle Launeddas magistralmente suo-nate, in diretta da Orosei, dal Maestro PietroPaolo Piredda. La presidente della F.A.S.I., Se-rafina Mascia, ha elogiato gli organizzatori, evi-denziando come queste iniziative rafforzano econsolidano il legame identitario della Sardegna

con gli emigrati in Italia e nel mondo e sollecitandol’estensione dell’iniziativa anche ad altri circoli, nonsolo in Italia, ma anche all’estero.

For ti di questa piccola ma significativa esperienza,chi scrive e il presidente del Circolo ACSIT di Firenze,Angelino Mereu, hanno accolto con favore l’inattesaproposta della nostra conterranea Daniela Pilia, delcircolo “Amistade”, che vive ormai da 20 anni in Cinaa Shangai, di utilizzare la piattaforma per condividereiniziative tra i Circoli, annullando le distanze che ciseparano.

Ben lieti di collaborare, abbiamo iniziato a program-mare insieme alcuni eventi, coinvolgendo, tramite il Cir-colo di Shangai, il circolo di Tokio “Isola” e il Circolo diMelbourne, oltre naturalmente i circoli della Toscana, inprimo luogo Siena.

I primi due eventi si sono svolti sotto forma di lezio-ne e conversazione del prof. Gaetano Ranieri attornoalla scoper ta archeologica dei “Giganti di Mont’ ’ePrama”. Per ragioni di fuso orario e lavoro gli incontrisi sono tenuti il sabato mattina, alle 10.00 ora italia-na, che corrispondono alle 16.00 a Shangai e alle17.00 a Tokio. Il primo evento si è svolto il 30 maggio,con il titolo “Il sacrario degli eroi infranti”, mentre ilsecondo, il 13 giugno, è stato intitolato “Archeologianascosta nel Sinis”.

Sull’onda dell’inatteso successo, il 25 luglio si èsvolto l’evento “La Sardegna vista da lontano” tenutodall’antropologo Prof. Pietro Clemente, che ha parlatodella Sardegna dagli anni ’70 ad oggi, vista da chi halasciato l’Isola da molti anni e che oggi la vede dalontano, nei suoi cambiamenti e nei tentativi di rinascitaeconomico sociale e di crescita culturale, per delinearele tracce della Sardegna del futuro.

Il 26 di settembre si è svolto l’evento “Un’odissea eRimas nobas”, anteprima di un documentario su testi diUgo Tanda e regia di Priamo Sechi. In questa occasioneabbiamo volentieri accolto anche la rappresentante delcircolo di Parigi, che si è dichiarata entusiasta per l’ini-ziativa e disponibile ad offrire la propria collaborazione equella del suo circolo. Il documentario racconta l’evolu-zione della poesia sarda dalla forma orale a quella scrit-ta: attraverso interviste ad esperti, viene ripercorsa lastrada che – attraverso le gare poetiche – ha condottoi poeti ad abbandonare la rima e a cercare nuovi conte-nuti. Il ruolo dei premi di poesia – soprattutto del PremioOzieri – è stato individuato come determinante per qua-lificare la produzione letteraria in versi. Poeti come Pre-du Mura, Benvenuto Lobina, Francesco Masala oppureAntonino Mura Ena, con le loro composizioni hannocontribuito ad introdurre contenuti nuovi e a dare vita aduna vera e propria poesia in lingua sarda.

Per i numerosi partecipanti, questi sabati hanno avutoun “lieto” limite nel tempo: questo passava in fretta e lavoglia di scambiarsi idee, ricordi e suggerimenti è statamolto for te, così come notevole il senso identitariopresente in tutti. L’emergenza sanitaria mondiale, no-nostante la sua drammaticità, ci ha permesso di risco-prire, in forma inedita, gli stessi sentimenti e legamiche abitualmente si manifestano nelle occasioni di in-contro di persona. Abbiamo infatti imparato a usare latecnologia per rafforzare la nostra identità e il nostrosenso di appar tenenza dovunque ci troviamo. Ci hafatto molto piacere incontrare tanti nostri conterranei,che non solo non si sono dimenticati della loro identità,ma pur costretti a migrare, invece di avere sentimentiavversi verso una terra matrigna, mantengono vive esalde le “radici” sarde e promuovono la bellezza, latradizione, la cultura, il turismo e l’enogastronomia del-l’isola natìa, facendo dei loro circoli una “Casa Sarde-gna” a dimensione globale (in linea con le stesse indi-cazioni della Delibera della Giunta RAS n. 44/92 del 12/11/2019).

Siamo perciò convinti di continuare questa espe-rienza, allargandoci anche ad altri campi e soprattuttoampliando la platea, chiamando a par tecipare altricircoli ed altre realtà, in par ticolare di altre par ti delmondo dove pesante è stato il nostro contributo al-l’emigrazione.

E così sabato 24 ottobre, organizzato dall’Associa-zione dei sardi in Cina Amistade, in collaborazione conle associazioni dei sardi a Firenze, Siena, Pisa, Livorno,l’Associazione Isola Sardegna-Giappone e l’Associazio-ne “Sardos in Paris” a Parigi, c’è stato l’incontro conEnzo Favata, jazzista, compositore, ricercatore sardo, trai musicisti internazionali piu conosciuti del Jazz italiano.Un percorso narrativo e sonoro per raccontare come lesonorita, gli accenti e le influenze del patrimonio musica-le siano confluiti nelle espressioni dei jazzisti italianiattivi nell’area del mediterraneo e in Sardegna.

Elio Turis

Una tesi dedicata ai sardi di York

Una tesi dedicata ai Sardi emi-grati a York. È questo l’oggetto dellatesi di laurea magistrale di RobertaBianca Luzietti, 24 anni, che il 24settembre ha concluso il suo per-corso di studi all’Università di Paviacon una votazione di 109/110 laure-andosi dottoressa magistrale in Lin-guistica Teorica, Applicata e delleLingue Moderne.

La dottoressa ha discusso unatesi, in lingua inglese, dal titolo “Asociophonetic approach on conso-nants in the Sardinian Italian com-munity in Yorkshire” (Un approcciosocio-fonetico sulle consonanti nel-la comunità italiana sarda nello Yorkshire).

Il lavoro di tesi è stato possibile grazie alla collabora-zione instaurata anche con l’Università di York, diparti-mento “Language and Linguistic Science”, in Inghilter-ra, e alla presenza attiva di alcuni membri del CircoloCulturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, che hanno par-tecipato attivamente alla raccolta dati.

La relatrice della tesi, la professoressa Chiara Me-luzzi, lavora infatti da anni con l’Associazione “Su Nura-ghe” al progetto “Lingua, identità e migrazione”, chesta ampliando i suoi obiettivi anche all’analisi specifica

Dall’Università di Pavia allo Yorkshire passando per il circolo sardo “Su Nuraghe”

del mantenimento del sardo nellecomunità emigrate. In questo sen-so, la tesi della dottoressa Luziettirappresenta un primo lavoro di ri-cerca sul mantenimento delle ca-ratteristiche fonetiche tipiche del-l’Italiano di Sardegna mediante lostudio della produzione di conso-nanti occlusive di parlanti sardi re-sidenti a York. Gli obiettivi sono sta-ti quello di studiare gli effetti delcontatto tra due lingue in contestimigratori e quello di comprenderecome i parlanti sardi riescano aconservare la loro identità socialee linguistica.

Quanto emerge è che il permanere del sardo in con-testi migratori funge da deterrente contro il logoramen-to delle caratteristiche fonetiche tipiche delle conso-nanti occlusive e che far parte di una comunità cultura-le sarda è centrale per la conservazione dell’identitàsociale e linguistica. Salvatorica Oppes

Nell’immagine, Roberta Bianca Luzietti ritratta davantialla statua in bronzo raffigurante la Legge, nel “CortileLeano” detto anche “del Miliario” dell’Università degliStudi di Pavia.

Dal Mondo28 IL MESSAGGEROSARDO

FRANCIA

GERMANIA

Lutto nel mondo dell’emigrazioneper la scomparsa di Benigno Puddu

Il mondo dell’emigrazionesarda è in lutto per la

scomparsa di Benigno Pud-du, storico presidente delcircolo sardo “Su Nuraghe”di Behren Les Forbach.

La notizia della scompar-sa di Benigno Puddu, Ca-valiere al merito della re-pubblica italiana, è statacomunicata a FrancescoLaconi, ex presidente dellaFederazione dei Circolisardi in Francia, dal con-solato generale di Metz, nella Mosella.

Benigno Puddu aveva 84 anni e da oltre mez-zo secolo viveva in Francia dove era emigrato,come tanti altri sardi, per lavorare nel bacinocarbonifero della Mosella. Era stato tra i fonda-tori del circolo “Su Nuraghe”, la casa per cen-

Era lo storico presidente del circolo “Su Nuraghe” di Behren Les Forbach

tinaia di giovani sardi in ter-ra straniera. E del circolo èstato presidente e instanca-bile animatore anche inquesti anni difficili che han-no visto molti altri circolichiudere i battenti.

«Benigno – come ha ri-cordato Francesco Laconi –è sempre stato fino all’ulti-mo disponibile con tutti, de-dicando la sua vita al circo-lo sardo. Per il mondo del-l’Emigrazione sarda orga-

nizzata è una grande perdita».Anche il vicepresidente vicario della Consul-

ta regionale dell’Emigrazione, Domenico Sca-la, ha ricordato, con un messaggio al circolo diBehren Les Forbach la figura di Benigno Puddue il suo grande impegno sociale.

«Mi giunge del tutto inattesa la notizia dellascomparsa dell’amico Benigno Puddu, presi-dente del Circolo sardo di Behren Les Forba-ch. Egli è stato per vari decenni – sottolineaScala – non solo il riferimento per tutti i sardiemigrati nel Paese Transalpino, ma anche l’in-terlocutore più autorevole delle autorità fran-cesi e nostrane, a cominciare dal Console ita-liano di Metz.

Benigno Puddu è stato un pioniere della ne-cessità di dare una forma organizzata ed effi-cace ai rappresentanti dell’emigrazione sardanel mondo. Fu per tutti una guida vera e pro-pria, amata per le sue qualità, rispettata per lasua onestà, ammirata per il suo rigore morale.

Puddu ha rappresentato un irrinunciabile ri-ferimento il cui esempio – prosegue Scala –resta luminoso per le Istituzioni regionali dellanostra Isola e per tutti noi che nei cinque conti-nenti lavoriamo con impegno per mantenerealto il nome e il prestigio della Sardegna.

Alla famiglia del caro, indimenticabile ami-co Benigno Puddu e ai soci del Circolo sardo diBehren Les Forbach vada il nostro commossosaluto personale e quello dei Circoli e delleFederazioni dei Sardi nel mondo».

Anche la redazione del Messaggero Sardoche ha seguito e documentato negli anni l’im-pegno e la generosità di Benigno Puddu si uni-sce al lutto dei familiari e degli amici.

Si è conclusa con grande succes-so la seconda trasferta all’esterodella rassegna “Visioni Sarde”.Ospite d’eccezione il 10 settembre,nell’Istituto Italiano di Cultura diMonaco di Baviera, è stato ValerioBurli, regista di “Dakota Dynami-te”. Il regista non ha origini sardima dal suo corto e dalle sue parolearriva un amore ed una passionefortissima verso la Sardegna, le suepersone e le sue storie.

Il suo corto è ambientato “da qual-che parte in Sardegna, nel 1992”come chiarito dai titoli di testa in stile western.Una bambina in vacanza nell’isola viene rapitadall’Anonima Sequestri. Cercherà l’aiuto dellasua eroina di fumetti preferita.

«Dakota Dynamite – ha scritto Burli nellenote di regia – prende spunto da vicendedrammatiche del nostro passato e le riela-bora in una chiave western tutta al femmi-nile, dove la fantasia pare accorrere in soc-corso della realtà, quando essa si fa violen-ta ed intollerabile. Una storia che poteva ac-cadere solo in Sardegna, terra di conflitti emagie».

Il cor to scritto insieme ad Emanuele Mo-chi è stato realizzato in sole 48 ore, comesfida per il concorso Internazionale 48h Film

Il giovane cinema sardoospite a Monaco di Baviera

Festival, dove ha vinto il premio per il mi-glior uso del genere. Il regista è quindi volatoa Monaco quale ospite d’onore del ComitatoDante Alighieri e dell’Associazione cinema-tografica “Monacor ti”.

Valerio Burli ci ha raccontato per telefono lesue prime impressioni su come il cinema sar-do viene percepito in Germania: «Il pubblicodi Monaco ha dimostrato profondo interessenei confronti dei film prodotti in Sardegna. Sonorimasti sorpresi dalle storie raccontate neicorti proiettati, che offrono uno sguardo inti-mo della cultura e della società sarda, spes-so considerata unicamente come meta turi-stica e che invece è molto più!».

La proiezione è stata seguita da un momen-

to di dibattito con il pubblico: «Hanno postodomande davvero interessanti, che andavanoal di là dei corti proiettati, tutte storie legate alpresente attraverso il passato, alcune dolenti,altre più ironiche.

Da “continentale” non ho potuto fare ameno di sottolineare come il giovane cine-ma sardo sia incredibilmente attivo e di qua-lità, ma soprattutto offra sguardi diversissi-mi e sempre originali. A conferma di ciò c’èanche la presenza di “Assandira” di Salvato-re Mereu e “Nilde Iotti, il tempo delle donne”di Peter Marcias al Festival di Venezia».

È importante che questi percorsi escano daiconfini regionali e poi anche da quelli nazio-nali, come dimostra questa rassegna di Mo-naco, par te dell’efficace attività di promozio-ne svolta dalla Film Commission Sardegna.

Ricordiamo anche che pochi giorni fa vi èstata la proiezione di “Il nostro concerto” diFrancesco Piras , “Gabriel” di Enrico Pau, “So-nus” (Suoni) di Andrea Mura, “Destino” di Bo-nifacio Angius e “Dakota Dynamite” di ValerioBurli all’European film festival di Amman, ilpiù antico e prestigioso festival cinematogra-fico della Giordania.

«Sono contento e orgoglioso di essere an-dato a Monaco – ha concluso il regista –. Misono sentito doppiamente ospite, in primisdi Nevina Satta e della Film Commission Sar-degna che ringrazio sentitamente per averaccolto il mio piccolo film, nato con pochimezzi e tanta voglia di girare, e poi anche diNatale Randazzo e Concetta D’Arcangelo diMonacor ti, che ci ricordano che il Cinemanon ha barriere». B.C.

Dal Mondo 29IL MESSAGGEROSARDO

AUSTRALIA

La pandemia nei commentidei sardi di Melbourne

Le regole rigide e ri-gorose che si devono ri-spettare durante questoperiodo del Covid-19sono molto difficili perquelli di noi che viviamonello Stato del Victoria,e in par ticolare nellametropolitana di Mel-bourne. Non solo siamostati limitati nei nostrimovimenti e viviamosotto un lungo coprifuo-co, ma abbiamo soprat-tutto perso il contattofisico con la famiglia egli amici. Non siamostati in grado di cele-brare compleanni, festa della mamma, festa del papào anniversari con i nostri cari.

In molti abbiamo dovuto adattarci all’uso della tec-

AUSTRALIA

Paolo Lostia, presidente del circolo dei sardi diMelbourne, ci ha inviato una testimonianza di come

lui e altri sardi che vivono nello stato Victoria, in Au-stralia, hanno vissuto l’esperienza della pandemia diCovid-19.

«Siamo in un periodo scomodo, frustrante e strano– scrive Lostia – dovendo convivere con le restrizioniimposte dal Covid-19 fin da marzo.

Le restrizioni non sono state eccessive come moltilamentano, poiché imposte per ragioni molto valide.Per me e mia moglie la vita è andata avanti quasinormale.

Mi dispiace che qui a Melbourne siamo passati dalbene, con l’allentamento delle restrizioni, al malissi-mo, con la introduzione di misure più severe per colpadi quegli imbecilli che non seguono le regole e che,anche se sono stati diagnosticati positivi al Covid,continuano ad andare in giro come se fosse niente.Non credono che il virus esista o pensano sia unacospirazione del Governo.

Mi irrita anche chi continua a lamentarsi della si-tuazione attuale. Sebbene siano tempi difficili per gliindividui e le imprese, c’è un sostegno governativosenza precedenti, abbiamo un eccellente sistema

sanitario con personale molto qualificati e dedicati,per ricchi e poveri e finché non viene trovato un vacci-no dobbiamo tutti fare un sforzo».

Angelo Ledda, originario di Santo Lussurgiu, raccon-ta che «dopo sei mesi di “lockdown” non siamo ancorain grado di goderci le cose che amiamo, vedere familiarie amici. Dato che mia moglie Elaine è costretta su unasedia a rotelle a causa di un Ictus che ha avuto tre annifa, uno dei nostri piaceri era uscire con la sua sediamotorizzata nella piccola via dei negozi locali, tre stradedi distanza dalla nostra casa, con la scusa di prendereuna tazza di caffè e vedere altre persone in giro. Pur-troppo per questi sei mesi non è stato possibile. Peròsiamo fortunati perché abbiamo un gruppo di amici efamigliari molto solidali che vengono a trovarci. Tutto èancora più complicato per causa delle più recenti restri-zioni più rigide, imposte per sei settimane, su tuttotranne che sugli acquisti essenziali. Ora ci affidiamoalle telefonate, alle chiamate con il cellulare e alle me-ravigliose connessioni via ZOOM.

Una cosa che ci tiene su di morale è l’umorismo diun nostro vicino di casa, che da quando sono comin-ciate le restrizioni a marzo, produce e distribuisce aivicini un notiziario elettronico pieno di tutti i tipi di

barzellette, meme e meravigliosi collegamenti a can-tanti, ballerini e video di persone comuni che fannocose straordinarie».

Giovanna Ruiu, vedova di Antonio “Tonino” Ruiu,originario di Cargeghe (prov. Sassari), racconta che simantiene attiva con l’attività del circolo sardo di Mel-bourne di cui è tesoriera. Il Circolo è molto attivoanche se in un modo ridotto per causa del COVID-19:«Anche prima del COVID, essendo vedova da 14 annie sola in casa mia, passavo momenti tristi anche sefacevo il tutto per tenermi occupata e utile. Poi èarrivato il COVID e le relative severe restrizioni, che quida noi sono ancora severe, e questo mi ha propriofermato nei miei passi.

Il mio sobborgo è stato uno di quelli messi in ulteriorechiusura essendo diventato un “hot spot” di infezioni».

Per Giovanni Chighine, originario di Bessude «inquesto periodo difficile creato dal COVID 19 non ècambiato tanto perché dopo una recente importanteoperazione alla schiena sono ancora in riabilitazione».

Non gli piace stare fermo e gli manca la possibilitàdi mettersi in macchina per andare dagli amici. A lui ealla moglie Ausilia manca anche non poter visitare ilristorante “Pomodoro Sardo” a Sorrento, gestito dal-l’amico Stefano Rassu di Aritzo, dove consumare unbuon pranzo alla sarda.

Aurora, che è nata a Buenos Aires in Argentina,può fare le sue lezioni di scuola via ZOOM e, seppurenon è come farle in presenza, la aiuta a tenersi incontatto con i suoi studenti e a tenersi indaffarata.

Lino Concas, poeta originario di Gonnosfanadiga hamesso in rima le sue sensazioni: “Muoio nel silenzio /nell’ombra e nella luce. / Ho paura di me stesso / pauranella casa, / paura nella strada, / paura dell’uomo che/ passa e del suo respiro. / Col coronavirus si muore /erompente come onda, / venefico come ragno chemorde. / Morbo letale incrudelisce / fortificandosi innoi. / Più non ho faccia, / porto mezza maschera / chemi copre / naso e bocca e mi allontano / dalla piazza edai quartieri, / capanne d’ombra di questo / filtrabile,sconvolgente, / e giganteggiante nemico. / Legato alchiuso della notte / tra sbarre coesive di silenzio, / eorizzonti che fuggono, / sento il sole spegnersi, / laprimavera che non fiorisce, / la morte come ultimenozze. / Alto è il grido degli uomini / in cerca del sole, /alto il mio grido, / forte il dolore, / per riprenderci la vita”.

Anche il Circolo di Melbourneutilizza la piattaforma virtuale Zoom

nologia per rimanere incontatto. Sempre piùpersone utilizzando“WhatsApp, GoogleMeets, Skype, FaceTi-me, Videocalls eZoom”, solo per citar-ne alcuni, per fare riu-nioni di lavoro e per ve-dere e ascoltare i pro-pri cari. Alcuni stannoaddirittura prendendoparte a feste vir tuali eserate a quiz!

Il Direttivo della SCAha abbracciato la nuo-va tecnologia facendoriunioni del Direttivo tra-

mite Zoom. Il Direttivo si riunisce ogni mese. Ma eranopassati parecchi mesi dall’ultima volta che ci eravamovisti. È stato bello vederci in faccia e conversare invece

di leggere le nostre email. I nostri incontri si sono svoltisenza troppi problemi. Continueremo a utilizzare Zoomin modo da poter pianificare in anticipo i prossimi eventie le molte altre iniziative su cui la SCA sta lavorando. Sela situazione Covid-19 non migliora, è possibile che sidovrà svolgere la nostra Assemblea Generale Annualenello stesso modo.

Sebbene la nostra comunità sarda a Melbournenon sia numerosa, rispetto ad altri gruppi regionaliitaliani, con l’appoggio finanziario e l’incoraggiamentodalla Regione Sardegna abbiamo sempre cercato difornire oppor tunità ai nostri Soci e sostenitori percelebrare e promuovere il loro patrimonio sardo.

Spesso questo ci ha anche permesso di incon-trarci e condividere un pasto, una risata e una chiac-chierata insieme durante tutto l’anno. Quest’anno èstato impossibile e non siamo stati in grado di ve-derci tra di noi in persona.

Ci auguriamo che ora che siamo “online”, e se lasituazione Covid-19 ce lo permette, presto potremo in-contrarci di nuovo faccia a faccia, anche se dobbiamoindossare maschere, per trascorrere del tempo insie-me come Comunità.

Nel collage di foto l’immagine di un recente incontrodel Direttivo: da sinistra, Iole Marino, Ylenia Useli (VicePresidente), Giovanna Ruiu (Tesoriera), Paolo Lostia(Presidente), Aurora & Giovanni Chighine e Angelo Led-da (Segretario On.). P.L.

Sport30 IL MESSAGGEROSARDO

CALCIO

Il Cagliari senza Nainggolanpunta tutto su Nandez

Lo hanno subito ribattezzato il cam-pionato del tampone. Già, perché

in questo 2020 che ha sconvolto lenostre vite e le nostre abitudini a cau-sa del Coronavirus, alla vigilia di ognipartita non c’è più, soltanto, il timoreche un giocatore s’infortuni, ma an-che e soprattutto che risulti positivoal Covid-19.

Ne stanno facendo le spese tutte lesquadre, in questa anomala stagione2020/21. E ne ha fatto le spese ancheil Cagliari. All’inizio del campionato,anzi prima che cominciasse, subitoquattro giocatori positivi: Ceppitelli,Cerri, Bradaric e Despodov (questiultimi due poi ceduti), che hanno sal-tato la preparazione con la squadra ele prime partite.

Poi, clamorosa la positività del di-fensore uruguaiano Diego Godin, allavigilia di Juventus-Cagliari, contagia-to durante gli impegni con la sua na-zionale, in un vero e proprio focolaiotra il gruppo guidato da Oscar Washin-gton Tabarez, con 16 positivi tra gio-catori e staff.

Si è “salvato” l’altro rossoblù Nandez – unodei giocatori più in forma – ma essendo anchelui reduce dalla trasferta intercontinentale edavendo viaggiato assieme a Godin, il Cagliari,in via precauzionale, lo ha tenuto a casa per latrasferta di Torino, in isolamento fiduciario.

Nel campionato di calcio ai tempi del Coro-navirus, dunque, tutto viene stravolto in pocheore, difficile fare pronostici, i valori delle squa-dre – senza questo o quel giocatore – cambia-no di domenica in domenica.

Per non parlare dei due casi clamorosi diJuventus-Napoli, con i partenopei che non sonopartiti per Torino a causa dello stop intimatoloro dalla Asl locale, ma si sono visti infliggerela sconfitta per 3-0 e un punto di penalizzazioneper non essersi presentati in campo.

O lo “scandalo” dei tamponi della Lazio, conImmobile una volta positivo e un’altra negati-vo, convocato non convocato. Un caso su cuivuol vederci chiaro anche la magistratura, nonsolo sportiva.

In tutta questa confusione, il Cagliari del pre-sidente Giulini, dal punto di vista sportivo, ve-leggia a metà classifica, tra alti e bassi, preve-dibili soprattutto quando si ricomincia con unnuovo allenatore, e senza la consueta prepara-zione estiva, visto che lo scorso campionato èterminato ai primi di agosto, dopo il lungo stopper la pandemia.

Il presidente Giulini ha affidato la guida tecnica a Eusebio Di Francesco -Rinnovata la squadra con molti giovani e sulla grande esperienzadel nazionale uruguaiano Godin - Joao Pedro goleador

Stagione ano-mala anche per-ché si gioca a por-te chiuse, e unapartita di calciosenza pubblicoè davvero tuttaun’altra cosa.

Dal punto divista societario,anche il Cagliarideve fare i conticon la pesante

crisi economica causata, appunto, dalla pan-demia: mancati incassi, meno pubblicità, ecc.

E sempre in attesa di capire cosa succede-rà con il nuovo stadio. Anche qui sembra tuttofermo o, almeno, per il momento ci sono altrepriorità.

Il tanto atteso ritorno di Nainggolan, alla fine,non c’è stato. Ma a Di Francesco è stata co-munque consegnata una buona rosa. Si partedalla conferma di Cragno, che dopo l’infortunioalla spalla, sta di nuovo dimostrando di esseretra i migliori portieri in circolazione, tant’è cheil ct della nazionale Mancini lo ha subito di nuo-vo convocato in nazionale.

La difesa è stata puntellata con l’innesto diun difensore esper to come Godin, classe1986, capitano della “Celeste” che dopo nonaver trovato spazio nell’Inter, ma soprattuttofeeling con Conte, ha fatto una scelta di vita,decidendo di approdare nella “piccola” Ca-gliari, dopo Milano, ma soprattutto dopo la lun-ga militanza a Madrid con l’Atletico di DiegoSimeone, con cui ha vinto tutto. Una scelta dicuore, anche. Perché la moglie di Godin, So-fia, è la figlia di Pepe Herrera, centrocampistauruguaiano del Cagliari dal 1990 al 1995, arri-vato in Sardegna nell’anno della promozioneinsieme con i connazionali Francescoli e Fon-seca. E la moglie di Godin è nata proprio aCagliari, dove ha vissuto i suoi primi anni e

dove, appunto, è voluta ritornare a vivere.Sulle fasce sono arrivati due giovani di belle

speranze come Zappa (a destra) e Tripaldelli (asinistra): due esordienti in A ma che in pochepartite, soprattutto il primo, hanno già dimo-strato di valere la categoria.

A centrocampo, sfumato Nainggolan (ma nonè detto che non se ne riparli a gennaio), è arri-vato dall’Ajax il romeno Marin. Dopo un’annatadeludente con la maglia di una delle squadrepiù importanti del mondo, il regista classe 1996cerca il rilancio alla corte di un tecnico che loha sempre apprezzato e seguito. Ma le primepartite hanno dimostrato che Marin, sicuramen-te dotato di una buona tecnica, deve ancoracapire il calcio italiano ed assimilare gli sche-mi di Di Francesco.

La conferma di Nandez deve essere consi-derata come un colpo di mercato. Il trottolinosudamericano sta dimostrando di essere ungiocatore che merita una grande squadra (an-che se naturalmente ci auguriamo che resti ilpiù a lungo possibile in rossoblù). Infaticabile,ricopre più ruoli, segna grandi gol come quellorealizzato contro la Sampdoria.

In avanti sono arrivati le ali che tanto piac-ciono al tecnico pescarese per il suo 4-3-3: ilfranco-algerino Ounas (anche lui reduce dastagioni non certo esaltanti al Napoli), il na-zionale under 21 Sottil, e la giovane promessacorsa Tramoni. 4-3-3 che, però, Di Francescoha dovuto quasi subito mettere da una partein quanto non valorizzava appieno le caratte-ristiche dei giocatori a disposizione. Relegatoin panchina Pavoletti per far spazio a Simeo-ne, Di Francesco ha inizialmente schieratoJoao Pedro sull’out di sinistra, con Sottil adestra (o Nandez, prima di Ounas). Una nuovaposizione che il brasiliano aveva anche dettodi apprezzare, ma che lo teneva troppo lonta-no dalla porta, lui che negli ultimi anni è di-ventato un vero e proprio bomber, chiudendola scorsa stagione addirittura con 18 reti.

E così dopo poche partite, l’ex tecnico diSassuolo e Roma ha optato per un nuovo mo-dulo, il 4-2-3-1. Anche questo un modulo offen-sivo, con soli due centrocampisti ad aiutare ladifesa, il reparto più vulnerabile di questo ini-zio stagione. Ma comunque un modulo che puòscatenare la fantasia di giocatori come Ounase, appunto Joao Pedro, con Simeone unico puntodi riferimento là davanti.

E Nainggolan? Il centrocampista belga moltolegato ai colori rossoblù ha sperato sino al-l’ultimo minuto del calciomercato di tornare.Ma Inter e Cagliari non hanno trovato l’accor-do economico, ed il Ninja è rimasto a Milano,dove Conte non lo vede e lo utilizza solo, e nonsempre, nei minuti finali delle par tite.

Alla fine anche Giulini si è rassegnato. «Dalpunto di vista del tifoso ho un grandissimorimpianto – ha commentato il presidente ros-soblù in una recente intervista –; dal punto divista societario, invece, dati i problemi eco-nomici del calcio, da presidente dico che allafine sono contento che la trattativa non siaandata in porto, dati i costi. Ma da tifoso lorimpiango e non poco». Andrea Frigo

Sport 31IL MESSAGGEROSARDO

Il basket con il fiato sospeso

ATLETICA LEGGERA

N ulla è più certo neanche nello sport. Il pa-drone incontrastato, quello che oggi deci-

de della vita di milioni di persone, è il Covid. Unvirus ancora misterioso ma contro il quale pareimminente l’arrivo di un vaccino. Il quotidiano,ricchissimo dibattito sul virus offre tanti con-fronti scientifici comprese le valutazioni deglieffetti comportamentali delle persone che il Co-vid ha stravolto. Siamo di fronte ad “un grandeesperimento di solitudine di massa”. L’esattocontrario degli effetti dello sport che aggrega,attiva, consolida amicizie, mantiene gli affetti.

Quella del 2020-2021, è una stagione in bi-lico. Il Covid è comparso già nella stagione2019-2020 del campionato di basket di serieA dove milita la Dinamo impegnata anchenella Champions League Europea. Per duemesi i sassaresi, guidati da Pozzecco, hanno

La scorsa stagione la Dinamo Sassari era seconda in classifica quando è stato sospesoil campionato per la pandemia di Covid-19 - La squadra rinnovata e ringiovanita

dimostrato di poter restare conle grandi ma poi, a marzo, ècominciata l’altalena dellepar tite sospese dalla Lega-basket a causa del Covid. Il 7aprile il campionato è statosospeso e il titolo non è statoassegnato. In quel momento alprimo posto figurava la VirtusBologna (36 punti) e al secon-do la Dinamo (30). In Europala squadra sassarese è arri-vata agli ottavi di finale controla squadra basca del Burgos

ma poi anche la fase europea è stata interrotta.La Dinamo basket si è trovata ad affrontare

la fase più difficile e delicata della sua storia.È venuto meno il sostegno di alcuni sponsor esono calati gli introiti. Inevitabile qualche mu-gugno tra i tifosi che hanno pagato l’abbona-mento annuale o triennale senza poter acce-dere al palazzetto a causa dei provvedimentianti assembramento decisi dal Governo. Dafine estate inoltre al Palaserradimigni sono incorso i lavori di ristrutturazione del vecchioimpianto che porteranno la capienza da 4.500a 6.000 posti. Tempo previsto, due anni.

Nonostante tutte le problematiche da affron-tare coach Pozzecco e il direttore sportivo Pa-squini hanno allestito per la stagione 2020-2021 un roster di tutto rispetto, forse il piùgiovane del campionato e il più ricco di talen-

Dalia Kaddari la “freccia sarda”

Quella di Dalia Kaddari èuna bella storia di sport maanche di umanità. La ragazza,padre marocchino e madresarda, in sei anni, a partire dal2014, è riuscita con forza edeterminazione a scalare ivertici dell’atletica italiana finoa diventare campionessa as-soluta nei 200 metri. Titolocontinentale conquistato il 30agosto a Padova , vincendo lagara con il tempo di 23”30. Unafiglia del vento che veste i co-lori della Sardegna.

Lei si è avvicinata a questa disciplina a 13anni tesserandosi per la Polisportiva Tespien-se di Quartu Sant’Elena. Prima una non signifi-cativa esperienza con il basket.

L’impresa di Dalia riveste una notevole im-portanza poiché nella sua città non esiste uncampo d’atletica e sono carenti gli impiantisportivi adeguati. La neo campionessa azzurra

È diventata campionessa italiana dei 200 metri - Una corsa cominciata da Quartu Sant’Elena

deve sicuramente molto a sestessa e alla capacità di per-sistere nei suoi obiettivi. Alle-namenti duri e costanti e tan-ta voglia di misurarsi e cre-scere in una disciplina dovela concorrenza è alta, sotto laguida attenta e preziosa delsuo allenatore Fabrizio Fanni.

Eppure Dalia Kaddari nonha mai avuto timore di affron-tare le rivali, anche quelle più“ blasonate”, perché ha sem-pre creduto che, come sidice, “il lavoro prima o poi

paga”. D’altronde una che è nata sotto il se-gno dell’Ariete (23 marzo 2001) è tosta e nonmolla mai. Si butta a capofitto nell’avventurae non si pone limiti, pur con la dovuta umiltà,che non guasta.

Dopo aver ottenuto il titolo assoluto non si èfatta mancare nemmeno un altra grande soddi-sfazione. Quella di battere il record italiano un-

der 20 dei 200 metri nel tradizionale “Galà deiCastelli” disputato a Bellinzona.

Dalia, che ora gareggia per le Fiamme Oro,ha corso la distanza in 23”23, due centesimi inmeno della precedente detentrice, VincenzinaCalì. Ma la figlia del vento sarda si è fatta nota-re, due anni fa, anche oltre oceano. A BuenosAires ha conquistato la medaglia d’argento,sempre nei 200 piani, ai Giochi olimpici giova-nili, stabilendo la miglior prestazione italianadella categoria allievi in 23”45. Ma il suo pal-mares non si ferma qui. Nel 2017 a Rieti avevaottenuto la medaglia d’oro ai campionati italia-ni under 18, si era ripetuta un anno dopo, sem-pre nel centro laziale per poi salire sul gradinopiù alto ai campionati nazionali indoor under 20ad Ancona. Tutte vittorie rigorosamente ottenu-te sui 200 metri.

Anche nell’anno del Covid, una pandemia cheha praticamente messo a tacere le voci deglisportivi sui campi e negli stadi, Dalia ha sapu-to cogliere un altro successo. Ad Ancona hariscritto il proprio nome nell’elenco “dorato”dei 200 piani indoor nazionali. Poi ad agosto èdiventata campionessa assoluta.

Che Dalia possa centrare altri grandi suc-cessi, speriamo in un 2021 agonisticamente“sano”: è il minimo augurio che possiamo far-le. Forza Dalia! Andrea Porcu

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ti. La società ha puntato su atleti della ex Ju-goslavia conosciuti da Pozzecco in Croaziadurante la sua esperienza di assistant coachcon il Cedevita di Zagabria dal 2015 al 2017.

Rispetto alla scorsa stagione è cambiato ilquintetto con le partenze di Evans per il Giap-pone e Pierre per la Turchia dove gioca l’Euro-lega con il Fenerbahçe.

Al loro posto Burnell, ala di 201 cm classe1997, l’anno scorso a Brindisi (11.7 punti dimedia in quasi 26.9 minuti) e Tillman, ala di203 cm classe 1996, nel 2019 in Israele all’Ha-poel Elyon. Completano il quintetto il sassare-se Spissu affiancato da Gentile e dal confer-matissimo centro Bilan.

Nelle rotazioni sono entrati Pusica, play/guar-dia serbo, l’anno scorso a Pesaro (12 punti e2.5 assist di media in 22.3 minuti) e il 21enneTreier, estone, in Italia dal 2014. Purtroppo Pu-sica ha subito un grave infortunio che gli faràsaltare il resto del campionato. Lo sostituirà ilcroato Toni Katic.

Come cambio della guardia è stato presoKrušlin dal K.K. Cedevita Olimpija, croato diZagabria, classe 1989, mentre il ruolo di alagrande è stato affidato al lituano Bendzius, l’an-no scorso al Lietuvos rytas dove ha chiuso lastagione con 12 punti e 4.0 rimbalzi di mediain Eurocup mentre nel campionato lituano ipunti sono stati 10.7 con 4.3 rimbalzi.

Per il ruolo di cambio del centro è arrivato daVarese Gandini, classe 1985.

La Dinamo, è giusto sottolinearlo, si è subi-to impegnata nella lotta al virus e si è impe-gnata nella campagna di sensibilizzazione del-l’opinione pubblica, come dimostra la foto chepubblichiamo a corredo dell’ar ticolo.

Gibi Puggioni

Cultura32 IL MESSAGGEROSARDO

Ulassai, la #ProssimaFermatadella stazione dell’arte

Come in ogni stazione,crocevia di rappor ti

umani che si ritrovano e siseparano, di partenze e diarrivi, anche alla Stazionedell’Ar te di Ulassai c’èsempre una “prossima fer-mata”, un momento di con-divisione con il pubblico,sia esso reale o vir tuale.Qui, nel paese ogliastrino in-castonato a 800 metri d’al-tezza fra boschi, cascate etacchi calcarei, il “viaggio”dell’ar te non conosce néindugi né confini. Nemme-no la pandemia è riuscita afrenare l’attività della strut-tura museale.

Nel 2020 la Stazione haconfermato e rafforzato lapropria identità con esposi-zioni prestigiose e progettiinnovativi. Non era un obiet-tivo semplice, considerati itanti stop e limiti imposti dal-l’emergenza sanitaria.

Il merito è di un formatinedito, #ProssimaFerma-ta, contrassegnato da mo-stre e appuntamenti on lineattraverso i quali la Stazio-ne dell’Arte ha alimentato illegame con migliaia di appassionati e visita-tori. Un risultato solo in parte inatteso, perchéil Museo, inaugurato nel 2006 in seguito a unadonazione da parte di Maria Lai di un corpusdi oltre centoquaranta opere, da anni ospitainiziative di respiro internazionale e vanta col-laborazioni con alcuni dei centri culturali edespositivi più importanti d’Europa, da Parigial Maxxi di Roma.

Davide Mariani, direttore artistico della Sta-zione, spiega che anno è stato il 2020: «Dopoi traguardi ottenuti nel 2019 con le celebrazio-ni del centenario della nascita di Maria Lai –dice – quest’anno ci siamo dovuti confrontarecon le problematiche generate dalla questio-ne Covid. In seguito alla chiusura dei musei,lo scorso marzo, abbiamo cercato di mante-nere vivo il dialogo con il pubblico attraverso#ProssimaFermata che, con oltre 50 appun-tamenti online, ha reso la Stazione dell’Ar tel’istituzione museale sarda più seguita suisocial».

I numeri fotografano il successo in rete.La Stazione dell’Ar te ha una pagina Face-book seguita da oltre 21 mila persone, men-tre il profilo Instagram conta 12 mila e 300

Neanche la pandemia ha frenato l’attività del Museoinaugurato nel 2006 con una donazione di Maria Lai

buto in merito alla situazione che stavamo vi-vendo, a una serie di concerti e spettacoli al-l’aperto nel parco del Museo». Ad agosto ilMuseo ha fatto registrare una media superio-re alle 100 presenze giornaliere, nel pieno ri-spetto delle norme anti Covid e con ingressicontingentati (10 per volta).

Proprio Narcisa Monni è stata protagoni-sta, a settembre, della presentazione del ca-talogo della mostra; un insieme di quadri chel’artista ha dipinto durante i mesi di isolamentodovuto alla pandemia, «una delle tante franeche minacciano il nostro pianeta», la defini-rebbe probabilmente Maria Lai utilizzando lastessa metafora usata per illustrare la perfor-mance “Legarsi alla montagna”, del 1981.Durante la performance, Maria Lai annodò,non metaforicamente ma letteralmente, tuttoil paese e il monte più alto che lo sovrasta. Lofece con un nastro azzurro lungo 27 chilome-tri, tagliato e distribuito alla popolazione e poilegato fra porte, finestre, balconi e fino allamontagna.

Era la reinterpretazione di un’antica leggen-da di paese. «Si dice – affermò Maria Lai –che quel nastro abbia dato una direzione disalvezza. E allora tutto il paese faccia que-st’opera, dia un’immagine del mondo nuova edell’ar te. Perché l’arte è come quel nastro,bella da vedersi ma è soprattutto direzione disalvezza».

Ogni opera di Maria Lai ospitata all’internodella Stazione racconta l’attitudine dell’ar ti-sta a riflettere su macrocosmi a partire damicrocosmi, facendo di Ulassai, piccolo pae-se minacciato da frane, una metafora delmondo. Non è un caso che uno degli allesti-menti più visitati del 2020 sia stato proprio“Maria Lai. Lente sul mondo”, con oltre ventiopere appar tenenti alla collezione del Museo,di cui alcune esposte per la prima volta alpubblico. A partire dalla serie “La rupe”  (del2002) fino ai vari presepi in legno o terracotta.«Vorrei che l’ar te fosse per tutti lo spazio diun Presepio da comporre, coi propri paesag-gi, i propri personaggi, i propri pianti, i propricanti, i propri santi», si legge su uno dei car-tigli in mostra realizzati da Maria Lai.

Per l’autunno erano già state programmatediverse iniziative, ma la Stazione ha dovutogiocoforza chiudere le porte ai visitatori. «Eratutto pronto per la mostra “Sii albero”, la pri-ma esposizione di Stefano Boeri in Sardegna –dice Mariani –; purtroppo, con la seconda on-data dei contagi e la relativa chiusura deimusei in tutta Italia, abbiamo dovuto rinviarea data da destinarsi il progetto».

La Stazione, tuttavia, riprenderà presto leattività in rete. «Stiamo lavorando per darevita a una nuova iniziativa online che ripren-de lo spirito e la filosofia dell’opera di Ma-ria Lai, ovvero la par tecipazione. A breve –afferma Mariani – presenteremo il proget-to che si svolgerà, oltre che sui canali so-cial del museo, anche nella piattaformawww.stazionedellartexperience.com, in at-tesa di rincontrarci alla Stazione dell’Ar te».

Gianni Zanata

Maria Lai (Ph. Elisabetta Loi -Courtesy Fondazione Stazionedell’apos - Arte di Ulassai)

Museo Stazione dell’apos -Arte di Ulassai (Ph. Arasolè Studio)

followers. Cifre in costantecrescita. È proprio su questidue social media che ha presovita #ProssimaFermata, unviaggio scandito da fermatevir tuali all’interno del Museodove ad attendere i passegge-ri/visitatori ci sono, di volta involta, videointerviste, docu-

mentari, trasmissioni radiofoniche in podcaste altri contenuti multimediali. Così come mul-timediale è stato l’approccio con il quale èstata allestita la prima mostra post-riaper tu-ra, “Maria Lai. Fame d’infinito”, inaugurata il26 giugno.

Arte da vedere, sentire, toccare: “Fame d’in-finito” ha offer to al pubblico un’esperienzamultisensoriale, concepita per favorire unnuovo approccio all’ar te e nutrire la curiosi-tà di chi non si accontenta semplicemente divisitare una mostra. L’allestimento, pensatoanche per i visitatori non vedenti e ipove-denti, era arricchito dall’archivio multime-diale interattivo, che comprende le intervi-ste all’ar tista e i documentari realizzati dalregista Francesco Casu.

Il gradimento non si è fermato in rete: nelmese di luglio, infatti, il Museo ha avuto unincremento di visite del 30 per cento rispettoall’anno precedente. Numeri confermati an-che in tutto il periodo estivo. «Nel mese diagosto – sottolinea Davide Mariani – abbia-mo dato vita a un calendario ricco di eventi:dalla mostra “Insieme a te non ci sto più” diNarcisa Monni, che voleva fornire un contri-