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La scuola calcio a misura di bambino

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La scuola calcio a misura di bambino

Immagini dell’autore.

Gianluca Ripani

LA SCUOLA CALCIO A MISURA DI BAMBINO

Sistema I.S.F.

manuale per la scuola calcio Metodo Globale-Analitico Globale

Giocostrada

Caratteristiche del bambino dai 6 ai 12 anni Didattica Metodologia Programmazione Giocostrada

www.booksprintedizioni.it

Copyright © 2015 Gianluca Ripani

Tutti i diritti riservati

Dedicato a: Dedicato a Luigi La Penna,

perchè è riuscito a farmi vedere il calcio con gli occhi dei bambini.

Chi passa per questa terra e lascia la sua traccia, non muore mai.

“Non neghiamo il presente ai bambini con la scusa di inseguire improbabili sogni futuri”. “Apprezziamo quello che sono e non quello che vorremmo che fossero”

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Prefazione È il IV libro che l’amico Gianluca Ripani scrive sviluppando sempre preziosi manuali a misura dei bambini che svolgono l’attività sportiva nelle Scuole Calcio. L’amore di Gianluca per l’attività giovanile è infinito e sempre finalizzato alla ricerca di metodologie valide da pubblicare, idonee a favorire, sempre, la crescita dei bambini che praticano attività calcistica non solo dal punto di vista dello sviluppo tecnico-agonistico ma, soprattutto, di quello della personalità, ritenuto fondamentale sotto il profilo educativo.

In questo contesto, l’Autore ha ritenuto richiamare l’atteggiamento degli Istruttori a rivedere un modello di addestramento settimanale dei bambini, finalizzato quasi esclusivamente alla disputa della gara ufficiale della domenica, che penalizza spesso la maggior parte di coloro che non sono ancora in grado di poter essere competitivi.

L’addestramento dovrà essere, invece, più propositivo e stimolante per il bambino, a prescindere dal loro livello di sviluppo, favorendo gli stessi ad esprimere ‘‘liberamente” le proprie qualità, la propria fantasia e creatività per non disperdere le capacità di ognuno. Un comportamento diverso, quindi, da quello su esposto, capace inevitabilmente di allontanare o, peggio, far abbandonare

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precocemente il bambino dal gioco del calcio, in favore di altre attività motorie diversificate, autonome da qualsiasi condizionamento, e ciò dovuto all’incapacità degli Istruttori di non essere stati in grado di saper gratificare gli stessi per le loro capacità. È proprio sotto quest’ultimo aspetto che l’Autore evidenzia una serie interessante di iniziative, complementari al lovoro dell’Istruttore, idonee a stimolare i bambini ad apprezzare ulteriormente l’attività sportiva prescelta; attività collaterali queste a completamento del bagaglio tecnico-culturale che il bambino acquisisce, volta per volta in sede di preparazione, quale richezza formativa propria dello Sport e della Vita.

Il bambino nel corso dello svolgimento dell’attività motoria scelta, deve essere sempre tutelato sotto ogni profilo tecnico e formativo, ecco perchè la Individual School Football si propone di creare una Scuola Calcio su misura, finalizzata alla pratica dello sport del calcio solo per la passione e non per la ricerca esasperata del risultato, che limita, come costantemente evidenziato dall’Autore, la libertà di espressione calcistica del bambino stesso.

E ciò potrà essere possibile solo attraverso un modello di sviluppo formativo, che possa prevedere da parte dell’Istruttore di saper mescolare le capacità tecniche dei bambini più bravi con le altre realtà presenti nel gruppo, considerate meno valide tecnicamente, liberando in tal modo tutti ad esprimere la propria capacità, creatività e fantasia, svincolati da qualsivoglia ed eccessiva disposizione tecnico-tattica eventualmente imposta dall’Istruttore stesso.

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Intelligente e pratica è da considerare la metodologia sviluppata e proposta dall’Autore, che, ne sono certo, comporterà a rivedere il sistema educativo futuro nell’ambito dell’attività motoria del gioco del calcio e ciò per meglio tutelare tutti i bambini, a prescindere dal loro livello di sviluppo psico-fisico, che dovrà essere finalizzato, in primis, al divertimento dei bambini stessi, famiglie comprese.

Dott. Felice Pulici

Campione d’Italia 1973-74 SS Lazio Ex responsabile settore giovanile SS Lazio

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Premessa La scuola calcio a misura di bambino e il sistema I.S.F. Individual School Football pensa ad una scuola calcio che si ispiri alle esigenze di ogni singolo bam-bino, ad una realtà che rivaluti i preziosi valori sociali e motori del gioco di strada sempre più in via di estin-zione, una scuola dove l’insegnamento venga indotto e non estorto, una scuola calcio che non si riduca alla gara del fine settimana, ma sposti l’attenzione sulla proposta settimanale che dovrà essere propositiva e stimolante per tutti i bambini a prescindere dal loro livello di sviluppo.

L’I.S.F. parte dalla considerazione che ogni bambi-no non è uguale all’altro e confeziona una proposta di alta qualità didattica che si preoccupi di ogni singola esigenza, senza che il discente diventi uno strumento nelle mani del docente che lo utilizza per i propri fini e scopi. Espressività, creatività, possibilità di speri-mentare, questi sono i valori che vorremmo stimolare nei bambini, che dovranno sentirsi gratificati per le loro capacità e non stressati dalle richieste dell’istruttore. Nell’età di scuola calcio, soprattutto nelle fasce di età più piccole, la squadra deve essere funzionale all’espressività del singolo e non viceversa. Il bambino per prima cosa deve avere la possibilità di poter sperimentare liberamente le proprie capacità e l’istruttore deve essere in grado di creare una situa-zione ideale a questo obiettivo, per non disperdere le

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capacità innate di ogni individuo e stimolare la fanta-sia e la creatività attraverso una libera interpretazio-ne. Solo in una seconda fase l’espressione del singolo dovrà essere diretta verso le esigenze del gruppo.

Questa è “La scuola calcio a misura di bambino”, questo secondo noi è il percorso da fare per non di-sperdere i talenti naturali, per divulgare la voglia di sport, allontanando il rischio di un abbandono preco-ce, per permettere ad ogni bambino di esprimersi se-condo le proprie possibilità, giocando al calcio senza necessariamente essere un campione. Giocare al cal-cio è il sogno di molti bambini e noi adulti non ab-biamo il diritto di trasformarlo in un incubo. Non siamo per il “basta che si divertano” ma neanche per “l’importante è che vincano le partite”. Piuttosto pro-pendiamo per “istruzione e cultura sportiva” e per una interpretazione diversa della vittoria, non finalizzata al risultato della gara ma proiettata verso lo sviluppo dell’individualità.