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mobile 2 99 La rivista di educazione fisica e sport 1 Imparare a lottare con correttezza L’inserto pratico è un fascicolo allegato a «mobile», la rivista di educazione fisica e sport. «mobile» propone sei numeri all’anno di 56 pagine ciascuno. I lettori possono richiedere altri esemplari dell’inserto pratico al prezzo di fr. 2.50 cadauno (escluse le spese di spedizione), al seguente indirizzo: Redazione «mobile», SFSM, 2532 Macolin, telefono 032/327 62 82, fax 032/327 64 78. Meno violenza grazie agli sport di combattimento In pedagogia il concetto di «lotta», da un lato viene collegato con aggressione e predisposizione alla violenza,dall’altro in esso si riconosce la possibilità di ridurre tali aspetti proprio tramite il confronto diretto con l’avversario secondo determi- nate regole. La scuola e le società sportive sono chiamate a confrontarsi con que- sto tema; i profani spesso non sono in grado di agire come si deve, in quanto sen- za esperienze personali e senza una preparazione metodologica non si può avere una corretta applicazione nella pratica. Bettina Sigg è docen- te di educazione fisica ed insegna presso il Freies Gymnasium di Zurigo. È coautrice del libro «Faires Kämpfen – eine He- rausforderung». Svolge un’attività di allenatrice e funzio- naria a livello di club e di federazione nella disciplina Judo. Indi- rizzo: Bergstrasse 42, 8032 Zurigo. Zaïra Teuber-Gioiella è docente di edu- cazione fisica e insegna presso una scuola media di Gommiswald. È coautrice del libro «Faires Kämpfen – eine Herausforde- rung». Indirizzo: Obermatten 6, 8735 Rüeterswil. La rivista di educazione fisica e sport 299 Testo:Bettina Sigg e Zaïra Teuber-Gioiella Disegni: Leo Kühne C ome si può portare il bambino a lottare con gli al- tri, senza però degenerare? In primo luogo va detto che in queste pagine si tratta non tanto di tecniche specifiche degli sport di combattimento, quanto piuttosto di un approccio ludico alla lotta. Re- gole chiare anche per i giochi più semplici e il coinvol- gimento degli allievi nel loro rispetto sono di impor- tanza decisiva per la riuscita dell’attività. Lotta e cor- rettezza possono essere collegate fra loro,arricchisco- no la nostra cultura ed educano ad una reciproca accettazione. Dalla lotta per gioco al combattimento vero e proprio Nel capitolo seguente illustriamo uno schema prati- co concreto,sintetizzato in un grafico.In esso vediamo un cerchio ed una piramide; le tre sezioni di cerchio rappresentano una accanto all’altra e una contro l’al- tra le forme sociali della lotta. A seconda di quale for- ma si sceglie aumenta l’intensità e cambia il compor- tamento dell’allievo. La piramide a tre livelli rappresenta il passaggio graduale e progressivo dal gioco alla gara, attraverso la tecnica. Il livello più basso riporta giochi di lotta, che ogni docente può inserire nell’attività, anche senza disporre di conoscenze specifiche.I giochi sono suddi-

Imparare a lottare con correttezza - Schweizerischer ... · «mobile»,la rivista di educazione fisica e sport. «mobile» propone sei numeri all’anno di 56 pagine ciascuno. I lettori

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Imparare a lottare con correttezza

L’inserto pratico è unfascicolo allegato a «mobile», la rivista di educazione fisica e sport.«mobile» propone sei numeri all’anno di 56 pagine ciascuno.

I lettori possono richiederealtri esemplari dell’insertopratico al prezzo di fr. 2.50 cadauno (escluse le spese di spedizione),al seguente indirizzo: Redazione «mobile», SFSM,2532 Macolin,telefono 032/327 62 82,fax 032/327 64 78.

Meno violenza grazie agli sport di combattimentoIn pedagogia il concetto di «lotta», da un lato viene collegato con aggressione epredisposizione alla violenza, dall’altro in esso si riconosce la possibilità di ridurretali aspetti proprio tramite il confronto diretto con l’avversario secondo determi-nate regole. La scuola e le società sportive sono chiamate a confrontarsi con que-sto tema; i profani spesso non sono in grado di agire come si deve, in quanto sen-za esperienze personali e senza una preparazione metodologica non si può avereuna corretta applicazione nella pratica.

Bettina Sigg è docen-te di educazione fisicaed insegna presso ilFreies Gymnasium diZurigo. È coautrice del libro «FairesKämpfen – eine He-rausforderung».Svolge un’attività diallenatrice e funzio-naria a livello di club edi federazione nelladisciplina Judo. Indi-rizzo: Bergstrasse 42,8032 Zurigo.

Zaïra Teuber-Gioiellaè docente di edu-cazione fisica einsegna presso unascuola media diGommiswald. Ècoautrice del libro«Faires Kämpfen –eine Herausforde-rung». Indirizzo:Obermatten 6,8735 Rüeterswil.

La rivista di educazione fisica e sport 299

Testo: Bettina Sigg e Zaïra Teuber-GioiellaDisegni: Leo Kühne

Come si può portare il bambino a lottare con gli al-tri, senza però degenerare? In primo luogo vadetto che in queste pagine si tratta non tanto di

tecniche specifiche degli sport di combattimento,quanto piuttosto di un approccio ludico alla lotta. Re-gole chiare anche per i giochi più semplici e il coinvol-gimento degli allievi nel loro rispetto sono di impor-tanza decisiva per la riuscita dell’attività. Lotta e cor-rettezza possono essere collegate fra loro,arricchisco-no la nostra cultura ed educano ad una reciprocaaccettazione.

Dalla lotta per gioco al combattimento vero eproprioNel capitolo seguente illustriamo uno schema prati-co concreto,sintetizzato in un grafico.In esso vediamoun cerchio ed una piramide; le tre sezioni di cerchiorappresentano una accanto all’altra e una contro l’al-tra le forme sociali della lotta. A seconda di quale for-ma si sceglie aumenta l’intensità e cambia il compor-tamento dell’allievo.

La piramide a tre livelli rappresenta il passaggiograduale e progressivo dal gioco alla gara, attraversola tecnica.Il livello più basso riporta giochi di lotta,cheogni docente può inserire nell’attività, anche senzadisporre di conoscenze specifiche.I giochi sono suddi-

visi in cinque temi. Il livello intermedio della piramide comprende gesti tecnici a terra ealla stazione. I bambini e i docenti – grazie al confronto con le tecniche del combatti-mento – comprendono meglio i movimenti. Lo scopo della lotta a terra è quello di met-tere l’avversario con la schiena a terra e magari di bloccarcelo per qualche tempo. Le re-gole vengono inserite gradualmente. Prima di arrivare a combattere stando in piedi, i

bambini devono imparare acadere senza farsi male.Lo sco-po della lotta in piedi è quellodi gettare a terra l’avversariousando le gambe, le anche o lespalle, sfruttando una dellemoltissime possibilità a dispo-sizione. Al livello più alto dellapiramide troviamo la gara; itornei fatti a scuola o nell’am-bito delle società a seconda deipresupposti e delle regole uti-lizzate possono essere orga-nizzati in modo molto diverso.

Lotta corretta, grazie aregole chiare e sempliciLa filosofia delle arti marzialiorientali mostra in modo im-pressionante che la lotta e la

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Tutti gli esercizi pratici presentati nellepagine seguenti sono molto divertentiper gli allievi.Molte sequenze però risulta-no abbastanza brevi. In questi casi si do-vrebbe ricorrere a diverse forme.Ad esem-pio, chi arriva per primo ad avere cinquepunti? Non sempre è possibile dedicareuna lezione intera al combattimento (do-lori alle ginocchia, i tappetini scivolano).All’inizio soprattutto le ragazze combat-teranno solo con le loro amiche preferite,di cui si fidano. Con l’andar del tempo taleabitudine dovrebbe scomparire. L’intro-duzione alla lotta (2-4 lezioni) dovrebbeessere vissuta soprattutto come attivitàdivertente.

BibliografiaSigg, B.;Teuber-Gioiella, Z.:Faires Kämpfen – eineHerausforderung. Bern,SVSS, 1998.

Ufficio svizzero per laprenzione degli infortuni:«Introdozione allatecnica di caduta».Fogli d’insegnamento perla promozione dellasicurezza nelle scuole,1998 – UB 9808.

Pericolo di farsi male: Gli allievi devono sapere che non si am-mette alcuna violazione delle regole. Il docente svolge un ruolocentrale. Regole di facile applicazione ed una atmosfera distesadurante l’insegnamento contribuiscono allo scopo.È indispensa-bile l’intervento immediato del docente o dell’arbitro in caso diviolazioni.Rituali: Le azioni ripetute continuamente, come le cerimonie disaluto prima del combattimento, i cenni per l’inizio della lotta,l’aiutare lo sconfitto al termine dello scontro, con il passare deltempo formano una serie di rituali che contribuiscono al positivoandamento dell’attività svolta durante la lezione e ad un miglio-re rapporto con la classe.

Stop: È necessario un segnale chiaro, quando ci si fa male. In tal caso la lottadeve essere immediatamente sospesa.Pari opportunità: Tutti devono avere la possibilità di fare esperienze positive,cosa particolarmente importante nella lotta a due intesa come forma sociale.Pertanto nella suddivisione degli allievi si dovrebbero considerare aspetticome forza, statura e peso.

Nelle pagine seguenti presentiamo alcuni contenuti concreti: una raccoltadi giochi di combattimento (livello inferiore), ed una forma di gara (livellosuperiore). L’importante è la lista di controllo, che dovrebbe essere ripassatacon gli allievi prima di ogni lezione.

Per facilità, negli esempi riportati abbiamo utilizzato la forma maschile.Naturalmente essi possono essere utilizzati con ragazze,ragazzi o con gruppimisti.

Lista di controllo:prima di iniziare a combattere passarla in

rassegna con gli allievi

Provare delle varianti

LOTTAA DUE

TUTTICONTRO

TUTTI

SQUADRA

GARA

A TERRAgirare

bloccare

IN PIEDIspingerecadere

POSIZIONE DEL CORPO: mantenerla,modificarla

SPAZIO:conquistare, difendere, lasciareOGGETTO: conquistare, mantenere, lasciare

MISURARE LE FORZE: tirare, spingere, premere

GIOCO CON CONTATTO FISICO

correttezza sono strettamente collegate fra loro. Nel-l’ambito di un combattimento regolato e ritualizzatosi può addirittura stimolare la correttezza, vivendoappieno il fascino della lotta senza mettere in perico-lo la propria e l’incolumità degli altri. Oltre che a sti-molare una valida coscienza di se e del proprio corpo,nel combattimento si attua una importante comuni-cazione non verbale grazie alla quale gli adolescentipossono confrontarsi con se stessi e con gli altri.Le ar-ti marziali di origine orientale rappresentano un ar-ricchimento per la concezione dello sport quale lo ve-diamo noi occidentali e gli attribuiscono nuove di-mensioni. Una lotta corretta rappresenta una sfidaper monitori e docenti nella scuola e nelle societàsportive. m

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Corsa con spinta laterale

Gli allievi si fissano agli abiti (ma non sulle scarpe) un certo nu-mero di mollette per il bucato. Al via, ognuno cerca di «rubare»quante più mollette possibili agli altri. Chi non ha più mollettedeve svolgere un compito accessorio, o le riceve indietro dagli al-tri. Si possono usare anche mollette di vari colori attribuendo lo-ro un punteggio diverso. Si può anche invertire la consegna, inquanto ognuno deve attaccare agli altri le proprie mollette. Sipuò giocare in modo analogo anche usando nastri.

Gli allievi A e B si trovano uno di fronte all’altro, con le bracciadistese e le palme delle mani che si toccano.A,che ha le mani sot-to quelle di B, ora cerca di colpire con le palme il dorso delle manidi B;se ci riesce,ottiene un punto,se B riesce a spostare le propriemani senza farsi colpire, riceve lui un punto e può provare a col-pire a sua volta. Se B sposta le mani prima che A abbia mosso lesue, il punto va ad A. Una variante può essere seduti a gambe in-crociate. A mette le proprie mani sulle ginocchia di B, che tiene lesue dietro la schiena appoggiate a terra e cerca poi di colpirequelle di A.

«Colpo di mano»

Il borsaiolo

Toccata e fuga

Giochi con contatto fisico

I ragazzi sono suddivisi a coppie,disposti fianco a fian-co sui due lati di una linea della palestra,con lo sguar-do rivolto nella stessa direzione. I due allievi eserci-tano una certa pressione spalla contro spalla. Ad unsegnale del docente iniziano a correre lungo la linea,sempre premendo l’altro, senza fermarsi e senzacambiare posizione.Vince chi all’arrivo è riuscito a farspostare di più l’avversario dalla linea che serve da«traccia».

I due allievi cercano ora di toccare l’avversario il maggior numerodi volte in un punto preciso,ad es.spalle,schiena,cosce,senza far-si a loro volta toccare. Si gioca per un minuto. Dopo ogni colpomesso a segno gli allievi tornano nella posizione di partenza.Variante: gli allievi si tengono per le mani, le spalle o alla nuca ecercano di toccarsi con i piedi sui piedi. La lotta può iniziare in gi-nocchio,con gli allievi che cercano di afferrare le caviglie dell’altrocon una o ambedue le mani.

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Misurare la propria forza: tirare, spingere, premere

Due allievi sono disposti di fronte, con l’esterno delpiede che si tocca,tenendosi per mano dal lato rivoltoverso l’avversario. Tirando, spingendo o esercitandouna pressione, cercano di far spostare l’avversario inavanti o di costringerlo a sollevare un piede.Varianti:● Due allievi uno di fronte all’altro a gambe divari-cate, tenendosi per le braccia.● Due allievi uno di fianco all’altro, si tengono a brac-cetto e prendono la propria mano con l’altra.

Due allievi sono disposti uno dietro l’altro nella stessadirezione. Quello che si trova dietro cerca di spingerel’altro oltre una linea prestabilita. Quello che opponeresistenza non può girarsi. Dopo ogni tentativo si in-vertono i ruoli.

La lotta dei tori

Due allievi si fronteggiano in piedi su una panca (elemento di cas-sone, trave di equilibrio, ecc.) tenendo in mano un pallone medi-cinale, con il quale cercano di spingere l’avversario a terra. Perdechi tocca terra per primo. Si può combattere anche lungo una li-nea sul terreno; in questo caso perde chi è costretto a mettereambedue i piedi ai lati della linea.Si può giocare sulla linea anchesenza pallone medicinale. Gli allievi si dispongono di fronte, lun-go la linea,in modo che la punta del piede dietro tocchi i talloni diquello avanti. La mano sinistra viene messa dietro la schiena,mentre con la palma della mano destra si colpisce l’avversariocercando di fargli perdere l’equilibrio.

Due allievi siedono a terra schiena contro schiena, agambe divaricate e con le braccia incrociate a livellodei gomiti in modo da avere il braccio destro sottoquello sinistro dell’avversario. Ad un segnale,ognunocerca di spingere l’avversario a destra fino a quando lasua spalla sinistra (o il gomito) tocchi terra. Il gioco vafatto su tappetini.

Schiena contro schiena

La frutta caduta

Il caprone

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Conquistare, mantenere, lasciare degli oggetti

L’allievo A si abbarbica mani e piedi ad una palla (dapallacanestro o da pallavolo).L’allievo B cerca di strap-pargliela. Il campo di gioco può anche essere delimi-tato;si deve decidere in precedenza se è possibile fareil solletico. Non ci si può alzare. Il gioco può esserecomplicato con diverse consegne. Vince chi riesce aconquistare la palla o a girare sulla schiena l’avversa-rio, con o senza palla. Quando ci sono diversi giocato-ri si dispongono a terra la metà dei palloni. Dopo 30secondi chi è riuscito a conquistarne uno?

In un quadrato di tre metri di lato si fronteggiano duecoppie.Ogni giocatore si infila due nastri nei pantalo-ni. Ad un segnale ogni coppia cerca di conquistare iquattro nastri degli avversari.Ogni squadra sceglie li-beramente dove fissare i nastri. Si può giocare anchecon squadre più numerose. Il campo di gioco è suddi-viso in due zone di sicurezza e una di attacco al centro.La squadra A cerca ad un segnale di attraversare la zo-na pericolosa, mentre la B si dispone sulla stessa cer-cando di rubare i nastri agli avversari.

Conquistare la palla

Due squadre sono disposte ai lati opposti di un campo di giococomposto con i tappetini. Al centro del campo si trova un pallonemedicinale; ad un segnale ambedue le squadre si gettano sullapalla e cercano di portarla oltre la linea opposta. Quando unasquadra raggiunge l’obiettivo ottiene due punti. Se il giocatoredella squadra avversaria in possesso di palla viene girato sullaschiena si ottiene un punto supplementare e si ricomincia dacapo.

Due allievi tengono insieme con le palme delle maniun pallone medicinale e cercano di strapparselo a vi-cenda. La palla non può essere stretta con le braccia.Per questo gioco si possono scegliere palle di diversedimensioni.

Lotta per la conquista

Rugby in ginocchio

La lotta dei nastri

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Conquistare, difendere, lasciare uno spazio

Si costruisce una piattaforma con i tappe-tini. La squadra A si dispone su di essa. Lasquadra B cerca ad un segnale di conqui-starla. Il gioco finisce quando la squadra Aè stata completamente respinta dallapiattaforma.Chi viene scacciato una voltanon può rientrare in gioco.

Il o i guardiani devono riportare in prigio-ne (campo fatto di tappetini) l’evaso fug-gito di prigione.

Conquista

La squadra A ad un segnale corre da un campo di tap-petini ad un altro, disposto di fronte. Nella zona fra diessi, delimitata ai lati, sono disposti in ginocchio icomponenti della squadra B,che cercano di far caderegli avversari placcandoli alle gambe o alle anche. Simisura il tempo necessario ad atterrare tutti i compo-nenti della squadra A.Cambio di ruolo,oppure chi vie-ne catturato diventa cacciatore.Vince chi alla fine delperiodo prestabilito rimane ancora in piedi.

Le squadre A e B si fronteggiano ad una distanza di cir-ca tre – quattro metri. Dietro alla squadra B c’è il terri-torio (un grande rettangolo) da difendere. La squadraA cerca di raggiungere la linea sul lato opposto del ter-ritorio difeso da B. La durata del gioco è limitata a 45secondi, trascorsi i quali si contano i giocatori che so-no riusciti a penetrare in territorio nemico.

Lo sconfinamento

Lupi e agnelli

Guardiani ed evasi

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Mantenere o modificare la posizione

Due allievi sono seduti a terra schiena contro schiena.Ad un segnale cercano entrambi di voltarsi il più rapi-damente possibile e di mettere sulla schiena l’avver-sario.Il gioco dura 60 secondi.Si possono scegliere an-che altre posizioni di partenza.

Due allievi si fronteggiano stando in ginocchio.Si con-quista un punto se si riesce a far poggiare all’avversa-rio i glutei a terra completamente.

Mantenere

L’allievo A è disteso sul ventre e cerca di restare incol-lato al terreno. L’allievo B cerca di farlo voltare sullaschiena e di tenercelo per due secondi.

Un allievo è disteso sul ventre, un altro lo tiene fermoa terra. Il prigioniero cerca di mettersi carponi; se ciriesce in un tempo determinato ottiene un punto.Co-me continuazione dell’esercizio si potrebbe prevede-re la posizione eretta.

Alzarsi

Voltare le lumache

Mettere a sedere

A l centro della palestra si predispone un ampiocampo di gioco, formato con tappetini. I lati lun-ghi di quattro tappetoni delimitano un’arena al

cui interno sono disposti i tappetini. Oltre a questo«Colosseo», in altri punti della palestra si predispon-gono altre arene più piccole, indicate con i nomi diquattro località romane, presso ognuna delle quali cidovrebbero essere almeno quattro allievi. Gli allievisono distribuiti presso le varie arene in base a staturae peso; il docente sceglie una forma di lotta che ritie-ne adatta, spiega le regole e ricorda i punti importan-ti (lista di controllo). Prima di ogni combattimento c’èuna cerimonia di saluto. Il docente fa da cronometri-sta e con un segnale (gong) dà il via alla lotta e ponetermine ad essa. In caso di vittoria si hanno tre punti,per un pareggio uno soltanto. Alla fine il più forte diogni arena può andare a combattere al Colosseo.I dueavversari si fronteggiano al centro dell’arena con le gi-nocchia flesse, fissandosi negli occhi. Quando l’arbi-

tro batte le mani,possono toccare terra con ambeduele mani ed attaccare. Lo scopo della lotta è quello difar uscire l’avversario dal campo di gioco. Se uno deidue perde l’equilibrio e cade a terra o scivola, ha per-so. Si può anche mettere fine alla lotta gridando «ba-sta», e venendo dichiarato sconfitto. Non si può pic-chiare o tirare i vestiti dell’avversario.

Vivendo in prima persona una gara del genere ibambini realizzano che possono misurare le proprieforze e la propria abilità con gli altri senza far male oferire l’avversario. Le ragazze hanno inoltre modo diconstatare che in alcuni casi sono alla pari o anche piùforti dei loro coetanei maschi.

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La gara nell’arena

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