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PASSIONE VERDE

Impariamo a potare

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Mimma Pallavicini

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Page 1: Impariamo a potare

! PASSIONE VERDE "

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Impariamo a potareL’arte de!e forbici in giardino,

nel fru"eto, sul balcone!"#

a cura di Mimma Pallavicini

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Antonio Vallardi Editore s.u.r.l.Gruppo editoriale Mauri Spagnolwww.vallardi.it

Per essere informato sulle novità del Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita:www.illibraio.itwww.in!nitestorie.it

Copyright © 2012 Antonio Vallardi Editore, Milano

A cura di Mimma Pallavicini con la collaborazione di Andrea Cattabriga

Foto di Mimma PallaviciniIllustrazioni di Rita Ammassari

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodot-ta, archiviata in sistemi server o trasmessa in nessuna forma e con nessun mezzo elettronico o meccanico, su cassetta, né fotocopiata, registrata o altro, senza il permesso scritto dell’editore.

Ristampe: 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 2016 2015 2014 2013 2012

ISBN 978-88-7887-683-5

Finito di stampare nel febbraio 2012 da MS Printing – Milano

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Sommario

' La potatura, a cosa serve pag. 7

' Capitolo 1 9 Come, perché e quando potare

' Capitolo 2 15 Gli strumenti del potatore

' Capitolo 3 19 Piccole potature

' Capitolo 4 25 Potare le rose

' Capitolo 5 33 Potare gli arbusti

' Capitolo 6 39 Potare le siepi

' Capitolo 7 47 Potare i rampicanti

' Capitolo 8 57 Potare gli alberi da frutto

' Capitolo 9 67 Potare gli alberi ornamentali

' Indice 78

' Indirizzi utili 80

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$ La potatura, a cosa serve %

Le piante sono dotate di ogni risorsa e adattamento indi-spensabile per crescere con forza e per assumere la forma più adatta e armonica, come frutto di un’evoluzione lun-

ga milioni di anni. Ma nel momento in cui sentiamo la necessità di addomesticarle per gioire della loro forma e della loro ombra e per raccogliere !ori, foglie e frutti, può subentrare l’esigenza di correggere la loro naturale esuberanza o di asportare una parte per favorirne un’altra secondo le regole di un’arte orticola raf-!natissima che l’uomo ha messo a punto in centinaia di anni. Questo libro insegna le regole di base per ottenere buoni risultati con la potatura, aiutando a conoscere le piante e la loro risposta ai tagli e avendo ben chiare le !nalità di un gesto che, se eseguito ad arte, è espressione di sapienza e armonia.Buona lettura.

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$ Capitolo 1 %Come, perché e quando potare

I n generale quando interveniamo su di una pianta reci-dendone una parte, questa tende a rigenerarla, per cui, maggiore è l’intervento di potatura e più intensa è la

risposta della pianta. Sulla base di questo principio si distin-guono potature pesanti, che servono a rinnovare completa-mente un albero o un arbusto vecchio o male impostato e po-tature leggere, che servono a mantenere la pianta «in forma» rispettandone l’esuberanza e il ciclo vegetativo.

!Le potature d’impostazione

Durante le prime fasi dello sviluppo, ogni specie di albero e arbusto imposta l’impianto delle rami!cazioni nel modo migliore, al !ne di raggiugere nel miglior modo possibile la forma adulta che le è propria. Un’attenta potatura eseguita in questa fase, soprattutto su specie che tollerano poco le pota-ture allo stadio adulto, riduce drasticamente ogni interven-

L’inverno è per potare?Col freddo è più pratico eseguire le potature degli alberi decidui: parassiti e malattie non sono attivi e gli alberi privi di foglie mostrano con chiarezza la loro forma. Ma questa è anche la stagione in cui il giardino impegna di meno, per cui possiamo concentrarci meglio su questo lavoro. Per quanto si lavori «al bruno», comunque, non sono poche le specie che richiedono interventi di «potatura verde» nella bella stagione.

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to correttivo successivo, limitandolo a modesti interventi di pulizia e di riequilibrio. Quindi, avendo bene in mente la natura di ogni pianta, interverremo in modo da irrobustire le branche e facilitare il raccolto di frutti, elimineremo i rami so-vrapposti, deboli o mal distribuiti per uniformare la chioma e consentire all’aria e alla luce di circolare al suo interno.

!La potatura curativa e preventiva

La corteccia e l’epidermide delle foglie sono dotate di barriere naturali che impediscono alle malattie fungine o batteriche di penetrare. Ogni lesione causata da ferite, punture di insetti e rotture accidentali apre la via a infezioni che indeboliscono la pianta, esponendola a ulteriori malattie, nei casi peggiori alla morte. Ogni intervento di potatura curativa deve comin-ciare con l’eliminazione accurata delle porzioni di pianta che abbiano contratto infezioni, agendo poi in misura preventiva con potature che favoriscano l’integrità della pianta, median-te l’eliminazione dei rami danneggiati, sovrapposti o troppo !tti. Questo tipo di potatura prevede la massima igiene per non trasmettere involontariamente un problema da un ramo all’altro, da un esemplare all’altro, per esempio tramite lame da taglio infette. Il potatore accorto, perciò, impara subito a preparare un barattolo contenente acqua e candeggina o un altro disinfettante, nel quale immergere le lame al termine di ogni intervento cesorio.

!La potatura stimolante

Contando sull’effetto diretto della potatura possiamo interve-nire per stimolare la vegetazione della pianta che, a seconda della specie, della fase vegetativa e del modo in cui si inter-viene, risponderà con una maggiore esuberanza nella pro-duzione di foglie o !ori. Questo tipo di intervento richiede una certa famigliarità con la potatura e con le piante, sicché è prudente af!darlo a chi è del mestiere.

Spesso è solo questione di vincere la pigrizia di andare

fuori al freddo tenendo in mano le cesoie. Molte piante, infatti,

con mezz’ora di piccoli tagli di riordino tornano belle e si preparano a nuove stagioni.

Sotto: effetto stimolante della potatura su un arbusto di

Pittosporum tobira. Dove è stato potato un ramo ne sono nati due,

che avranno minore vigore, così la pianta sarà più compatta e da

potare meno.

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Stimolazione a #ore

Alcune specie !oriscono sui rami vecchi e ben ligni!cati, mentre altre !oriscono solo su quelli giovani prodotti a pri-mavera. Per stimolare la !oritura, nel primo caso ci si deve limitare ad alleggerire la vegetazione senza asportare i rami dell’anno precedente (ad esempio arbusti come la forsizia e l’ortensia), mentre nel secondo caso si può intervenire con una potatura a fondo (ad esempio Buddleja davidii, l’arbusto delle farfalle).

Stimolazione a fusto e fogliame

Molte specie di arbusti e di alberi sono coltivate per il fogliame ricco e colorato o per i particolari cromatismi della corteccia.

Sotto: Hydrangea macrophylla ‘Tovelit’ è un’ortensia che !orisce sui rami dell’anno precedente e, a sinistra, aceri giapponesi nel Parco Sigurtà di Valeggio sul Mincio (Mn). Queste piante non sono mai da potare, al massimo da ripulire e alleggerire.

Stimolare il fogliame de!a catalpaCatalpa bignonioides è un piccolo albero nordamericano dalle grandi foglie cuoriformi verde chiaro. Per stimolare la produzione di una folta chioma e la produzione di foglie ancor più grandi si può intervenire a primavera con una potatura intensa, eliminando tutti i rami !no alla base. Tutto il vigore dell’albero sarà dirottato alla formazione di rami nuovi, numerosi e vigorosi.

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Anche in questi casi è necessaria la conoscenza approfondita delle piante su cui si opera, in quanto alcune specie tollerano potature intense che hanno un effetto immediato e potente di stimolazione della vegetazione (ad esempio il nocciolo e Cornus alba ‘Sibirica’), mentre lo stesso intervento eseguito su altre specie è del tutto inadeguato (ad esempio l’acero giappo-nese), oppure può essere la causa di un indebolimento anche grave della pianta. In ogni caso se si vuole mantenere la !oritura o la produzione di bacche, come avviene con il sambuco, l’intervento di pota-tura non può mai essere troppo drastico.

Cose da sapere-

Lagerstroemia indica !orisce sui rami di un anno. Quando è coltivata ad alberetto, in inverno si può ridurre la chioma di un terzo, rimuovendo i rami di 2-3 anni e lascian-do solo 1-2 rami giovani sulle branche principali.

Gli arbusti che !oriscono presto a primavera, come le forsizie e i cotogni del Giappone, vanno potati subito dopo la !oritura per consentire la formazione di nuovi rami sui quali sarà ospitata la !oritura dell’anno seguente. Quelli che invece !oriscono in estate vanno potati tra gennaio e marzo, prima che entrino in vegetazione.

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!Spollonatura e altri piccoli interventi

I giardinieri più accorti non si scordano mai cesoie e segaccio quando si aggirano in giar-dino. Infatti può sempre veri!carsi la neces-sità di intervenire con potature straordinarie ed estemporanee, per eliminare un grosso ramo troppo basso, per asportare rami malati o un succhione che si è formato all’improvvi-so, vigoroso e dritto, dal legno di un albero. Poiché tende a prendere il sopravvento a scapito dell’equilibrio dei rami, è sempre meglio asportare subito queste formazioni a legno, in qualsiasi momento dell’anno si siano formate. Talvolta i succhioni sono abbondantissimi alla base di alberi come i tigli e prendono il nome di polloni radicali, perché originano direttamente dall’apparato radicale. Le forbici a portata di mano sono utili anche per rimuo-vere il ramo s!orito di un rosaio ri!orente che, anziché impiegare energia a formare la bacca al posto del !ore, la utilizzerà per preparare una nuova !oritura. Le forbici entreranno in azione prontamente anche per sopprimere il ramo che ha prodotto foglie completamente verdi su un esemplare a foglie variegate.

Potare le conifereLe conifere in generale soffrono per le potature, per questo vanno toccate il meno possibile. Interventi curativi straordinari, oppure le potature di forma-zione per le specie più tolleranti, come Cupres-socyparis leylandii e Thuja, dovrebbero essere fatti a !ne estate o a inizio autunno, quando sono in stasi vegetativa. Eseguendo le potature al di fuo-ri da questi periodi si può provocare una perdita eccessiva di resina e l’indebolimento della pianta o, nei casi peggiori, l’arresto della vegetazione.

La spollonatura rimuove i getti che si formano alla base e sottraggono energia alla pianta.

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$ Capitolo 2 %Gli strumenti del potatore

U n buon intervento di potatura limita quanto più pos-sibile l’estensione della lesione lasciata sulla pianta a seguito dell’asportazione di una sua parte, così da

ridurre al minimo il rischio di infezioni o di trasformare un capolavoro di armonia in un moncherino deturpato. Bisogna quindi impiegare strumenti ben af!lati, puliti e ben dimen-sionati al tipo di potatura da eseguire. Oltre a compiere una scelta oculata del modello migliore di attrezzo, bisogna poi averne cura con una manutenzione costante che lo mantenga sempre ef!ciente ed eviti la ruggine.

!La sicurezza innanzitu$o

I lavori che presuppongono l’impiego di attrezzi taglienti (specie se motorizzati) e la manipolazione di rami pesanti op-pure spinosi devono essere condotti con ogni precauzione per evitare seccature o, peggio, incidenti seri durante un’occupa-zione che dovrebbe essere piacevole e condotta con pazienza e concentrazione. Se i guanti di pelle sono la minima dota-zione di sicurezza per qualsiasi lavoro di potatura, interventi più impegnativi possono richiedere gli occhiali di protezione dalle schegge di legno o dalle spine. Assicuratevi di essere ben protetti con vestiario confortevole ma non troppo ampio (gli attrezzi potrebbero impigliarsi e provocare incidenti) e indossate calzature comode e robuste, meglio se del tipo in dotazione per i professionisti, soggetti alle norme antinfor-tunistiche. Le calzature rinforzate, per esempio, si rivelano provvidenziali nel caso una pesante branca d’albero potata !nisse accidentalmente troppo vicino alla vostra persona.

Non esiste una forbice per tutto: ognuna è studiata per un impiego speci!co. Dall’alto: modelli per la potatura e per raccogliere la frutta.

Sotto: mai usare la motosega a braccia tese al di sopra della propria testa.

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In!ne, valutate le vostre possibilità oggettive: potare grossi rami dall’ultimo piolo di una scala potrebbe essere pericoloso anche per chi è giovane e prestante!

!Le cesoie

Uno degli attrezzi indispensabili. Il mercato offre un’ampia scelta di modelli, con lame a taglio battente o a taglio pas-sante e provviste di meccanismi più o meno so!sticati che, unitamente alla forma ergonomica dell’impugnatura, allevia-no la fatica del taglio. Se i piccoli interventi di manutenzione ordinaria e le potature degli arbusti possono essere eseguiti con cesoie a singola lama battente dotate di impugnatura leg-gera, i lavori più pesanti richiedono necessariamente modelli semi-professionali o professionali, più costosi ma anche più af!dabili per un lavoro a regola d’arte. In genere le cesoie si impiegano nella potatura di rami non più spessi di 1,5 cm.

!Le cesoie a due mani o troncarami

Quando la durezza e il diametro dei rami da asportare supe-rano le capacità di taglio delle cesoie è necessario adottare il troncarami, attrezzo dotato di una maggiore apertura della lama e di lunghi manici, talvolta muniti di ingranaggi che ampli!cano ulteriormente l’effetto-leva. Questi attrezzi per-mettono di troncare rami !no a 5 cm di diametro senza ri-chiedere da parte dell’operatore alcuna fatica.

! I segacci e le seghe

I rami con diametro superiore a 5 cm dif!cilmente possono essere recisi nettamente con le cesoie. Si adotta allora il segac-cio, che ha una lama stretta e lunga, incurvata all’ingiù, che

recide rami !no a 15 cm di diametro. Esistono anche modelli a serramanico, più sicuri per il trasporto. Nel caso poi di rami con diametro ancora superiore, biso-

A"enzione al #loIl !lo della lama delle cesoie resiste al legno più duro, ma si danneggia se tentiamo di tagliare frammenti di recinzione metallica o altro !l di ferro. Anche le lame dentate dei segacci perdono subito la loro ef!cacia se, inavvertitamente, le facciamo correre su di una pietra mentre tagliamo un ramo o una radice prossima al terreno.

Il tempo impiegato per la manutenzione degli attrezzi è ben investito, perché ne prolunga notevolmente la durata.

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gna fare ricorso alla sega ad arco da falegnameria. Interventi cospicui di potature su grossi rami possono rendere necessa-rio l’impiego della motosega. In commercio esistono modelli leggeri, più adatti a lavorare in piedi su scale o in posizioni dif!cili. Tuttavia la motosega, per la sua pericolosità, il co-sto e la manutenzione che richiede, entra nella dotazione del giardiniere solo se l’acquisto è giusti!cato da usi frequenti, altrimenti è saggio riservarne l’impiego ai professionisti.

!Seghe$i telescopici e sve$atoi

Per intervenire sui rami più alti di arbusti e alberi è possibile impiegare seghetti e cesoie apposite, montati su aste telesco-piche estensibili sino a 4 m, a loro volta innestabili su prolun-ghe per raggiungere rami posti anche a sei metri di altezza. In questo modo si può lavorare da terra, manovrando l’attrez-zatura a distanza tramite un !lo scorsoio o un’impugnatura a molla. Se un problema c’è, è rappresentato dal peso dell’im-pugnatura retta in bilico a testa all’insu. Ci vuole insomma un po’ di pratica per apprezzare il lavoro eseguito così.

!Accessori

Nella dotazione per la potatura non dovrebbero mancare: una fondina di cuoio da legare in vita in cui riporre segaccio, ce-soie ecc. per averli sempre a portata di mano; un coltellino af!latissimo per operazioni di precisione, quali la rimozione di anelli di corteccia, la pulizia di una ferita del legno o l’a-sportazione di un fungo lignicolo; una confezione di poltiglia bordolese per la disinfezione dei tagli di super!cie maggiore, più esposti all’ingresso di malattie e batteri, oppure un barat-tolo di mastice sintetico o lac balsam da spalmare; una spaz-zola di ferro per spazzolare il tronco degli alberi da frutto per rimuovere le uova dei parassiti e degli alberi ornamentali per rinnovarne la corteccia. Chi usa la motosega e il tagliasiepi a motore si dovrà munire anche di un paio di occhiali protettivi.

Tre gli indispensabiliI tre attrezzi indispensabili al potatore, per cui conviene investire qualcosa di più per garantirsi la miglior qualità possibile, sono un paio di cesoie ben af!late e possibilmente a doppio tagliente, un segaccio a lama stretta e !ssa (evitare i modelli a serramanico, meno robusti) e, dovendo agire su arbusti e alberi, una scala da contadino, di quelle in alluminio con tre punti di appoggio che risultano stabili in ogni condizione di terreno, purché in piano.