Impiantistica sportiva Geom. Gabriele DAcuti Rieti 10 Novembre
2014
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Indice argomenti 1. Gestione degli impianti sportivi; 2.
Abilitazione dell'impianto sportivo; 3. Rapporti con enti locali;
4. Normativa di sicurezza degli impianti sportivi; 5. Responsabilit
della gestione dell'impianto; 6. Aspetti assicurativi; 7. Eventuali
ulteriori problematiche.
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1. GESTIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI
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1. Gestione degli impianti sportivi Cosa si intende per
GESTIONE IMPIANTI SPORTIVI? Con il termine gestione si indica,
generalmente, l'insieme di attivit volte ad assicurare il
funzionamento di un impianto e l'erogazione del servizio sportivo
che nello stesso si svolge.
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L'organizzazione tecnica dell'attivit sportiva vera e propria,
l'organizzazione e la conduzione dei corsi, degli allenamenti,
delle gare, etc.; la conduzione edilizia dell'immobile e la
relativa manutenzione, sia ordinaria che straordinaria;
l'assistenza sanitaria, la conduzione amministrativa e fiscale; la
gestione manageriale del servizio e, quindi, l'aspetto
promozionale, di immagine, di rapporto esterno con l'utenza attuale
e con quella potenziale. LE FUNZIONI DI GESTIONE
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1. - GESTIONE PUBBICA 1.A Gestione Pubblica Diretta 1.B
Gestione Pubblica con appalti scorporati 1.C Gestione con Consorzio
Pubblico 1.D Gestione attraverso Azienda Municipalizzata 1.E
Gestione attraverso societ giuridica a partecipazione pubblica 2.
GESTIONE PRIVATA 3. GESTIONE CONVENZIONATA 3.A Gestione
Convenzionata 3.B Gestione Convenzionata scorporata
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I.A LA GESTIONE PUBBLICA DIRETTA L'intero programma di gestione
realizzato con risorse finanziarie e con personale pubblico e il
servizio erogato ai diversi soggetti che lo richiedono senza che,
per, questi siano coinvolti nella gestione. Il soggetto pubblico
provvede, quindi, a tutte le operazioni di conduzione, come ad
esempio, guardiania, pulizia, funzionamento degli impianti tecnici,
manutenzione ordinaria e straordinaria; provvede, inoltre, alla
promozione dell'offerta del servizio e al rapporto con la domanda.
Tale forma di gestione permette di non dover mediare con soggetti
esterni le modalit d'utilizzo della struttura, provvedendo
direttamente il proprietario pubblico a decidere le forme d'uso,
l'utenza servita, i costi, etc..
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I.B LA GESTIONE PUBBLICA CON APPALTI SCORPORATI Il soggetto
pubblico, proprietario e gestore dell'impianto, si avvale in questo
caso di appalti esterni scorporati, per funzioni che non riesce ad
assolvere con personale proprio. In questo caso l'ente locale
continua ad essere gestore in prima persona e con piena
responsabilit, e ricorre a personale o ditte esterne (outsourcing)
per attivit quali la conduzione degli impianti tecnici, la
guardiania, le pulizie, etc.. L'affidamento ad esterni di parte del
servizio potrebbe riguardare anche l'organizzazione tecnica delle
attivit sportive vere e proprie, attraverso il ricorso alla
collaborazione con personale specializzato, societ sportive,
insegnanti ISEF, etc..
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I.C LA GESTIONE MEDIANTE CONSORZIO PUBBLICO In questa
particolare tipologia di gestione, vi sono pi soggetti pubblici,
per la precisione pi enti locali, che provvedono direttamente alla
gestione attraverso un consorzio costituito all'uopo.
Nell'esperienza sportiva non questo un caso frequente, in quanto i
singoli comuni preferiscono, nella maggior parte dei casi,
provvedere singolarmente agli impianti. Potrebbero, comunque,
verificarsi due possibilit: il consorzio gestisce impianti di sua
propriet, oppure il consorzio gestisce per conto dei comuni
consorziati un impianto che appartiene per propriet a un singolo
comune. Tale gestione potrebbe risultare utile in casi di strutture
complesse posizionate in un bacino di utenza costituito da pi
comuni di modesta dimensione demografica; in questa situazione
nessuno dei comuni da solo riuscirebbe a gestire l'impianto, mentre
il consorzio potrebbe farvi fronte in quanto rappresentante di pi
forze consociate.
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I.D LA GESTIONE MEDIANTE AZIENDA MUNICIPALIZZATA L'azienda
municipalizzata quella particolare forma di gestione a cui
ricorrono sovente i comuni di vaste dimensioni per gestire servizi
complessi che riguardano l'intero territorio metropolitano. questa
una soluzione piuttosto complessa, con conseguenti oneri operativi
che pu giustificarsi solo nel caso di servizi di dimensioni e
complessit notevoli.
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I.E LA GESTIONE MEDIANTE SOCIETA GIURIDICA A PARTECIPAZIONE
PUBBLICA In base alla recente legislazione, che regolamenta le
autonomie locali, stata introdotta la possibilit di istituire, in
particolare da parte dei comuni, societ giuridicamente riconosciute
(S.p.A., S.r.l.,) a partecipazione pubblica, a cui affidare la
gestione di determinati servizi. Nella maggior parte dei casi
l'ente locale partecipa come un azionista di maggioranza alla
conduzione della societ, di cui mantiene il controllo e l'indirizzo
generale. Essendo l'ente pubblico proprietario che costituisce la
societ e ne mantiene il controllo, anche in grado di fissare i
termini giuridici, formali e operativi che regolamentano il
rapporto tra s e la costituenda societ. Anche i rapporti di natura
patrimoniale e finanziaria vengono regolamentati di conseguenza,
attraverso apposite convenzioni. I vantaggi di una tale forma di
gestione si avvertono, soprattutto, nella possibile snellezza
operativa e l'impostazione "privatistica" che potrebbe consentire,
se ben attuata, una gestione economicamente conveniente e di
qualit.
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2. LA GESTIONE PRIVATA Gli Enti morali conducono, nella
generalit dei casi, una gestione diretta delle strutture, aperte ai
giovani del territorio, senza particolari formalit amministrative,
tecniche o economiche. Si tratta molto spesso di piccoli impianti,
con bassi costi di costruzione e di gestione. La conduzione
edilizia dell'impianto segue molto spesso le vicende degli edifici
a cui abbinato (si tratta quasi sempre di edifici religiosi:
parrocchia, chiesa, canonica), e gli stessi utenti sono sovente
chiamati a concorrere alle operazioni di conduzione in prima
persona (es. approntamento dei campi). L'organizzazione sportiva
dell'attivit affidata al concorso di figure intermedie operanti
nell'ambiente e al diretto concorso dei giovani utenti. Questo a
giustificazione del fatto che, comunque, si tratta di un'attivit
fortemente informale, spesso priva di programmi agonistici
rigidamente intesi.
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Le Societ sportive conducono, solitamente, una gestione dei
propri impianti finalizzata all'attivit specifica a vari livelli:
formativa, agonistica, spettacolare, di mantenimento. La conduzione
edilizia e l'organizzazione sportiva dell'attivit sono, in genere,
svolte direttamente dalla societ che vi provvede cercando di
contenere al massimo i costi. Tali costi sono sostenuti dalla
societ stessa, dai suoi iscritti, da eventuali tariffe, da entrate
derivanti da sponsorizzazioni, dai biglietti dell'eventuale
pubblico pagante, da pubblicit, etc. Altri privati: si tratta di un
insieme di impianti in cui le motivazioni del soggetto proprietario
e gestore sono assai diversificate. In alcuni casi prevale il
contenuto "sportivo" e "sociale", in altri invece prevalente il
connotato di "investimento per reddito". In ogni caso, il
proprietario provvede direttamente alla gestione dell'attivit
sportiva e alla conduzione edilizia dell'immobile. I costi sono
solitamente ammortizzati da entrate che derivano dalle rette di
iscrizione e dagli altri servizi complementari (punti di ristoro,
punti commerciali, etc..).
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3.A LA GESTIONE CONVENZIONATA In questo caso, il soggetto
pubblico continua ad essere il proprietario dell'impianto, ma,
attraverso un specifica convenzione, ne affida la gestione a un
soggetto privato con cui concorda le forme d'uso e di conduzione.
Per convenzione si intende un atto contrattuale attraverso cui
proprietario e gestore regolamentano le forme della gestione,
concordando i reciproci livelli di responsabilit. In particolare,
la convenzione deve regolamentare: l'uso dell'impianto, gli oneri e
i ricavi, le responsabilit, i tempi, i controlli, le penali, altri
clausole particolari. Tale forma di gestione convenzionata tra ente
locale e societ sportiva la formula di gestione su cui vanno
orientandosi sempre pi frequentemente gli enti locali,
impossibilitati come sono a fare fronte ai problemi di
funzionamento dell'impiantistica sportiva. In pratica, si tratta di
un accordo diretto tra il proprietario dell'impianto e gli
utilizzatori dello stesso, con cui questi ultimi si impegnano a
garantirne il funzionamento: la societ sportiva in questo modo
assume il duplice ruolo di utilizzatrice dell'impianto e di
responsabile della sua stessa gestione.
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3.B LA GESTIONE CONVENZIONATA SCORPORATA Il soggetto
proprietario pubblico si avvale, per la gestione dell'impianto, di
rapporti con due o pi soggetti di natura diversa, con cui si
convenziona per aspetti differenti relativi al funzionamento
dell'impianto. Pu risultare utile ricorrere a tale forma di
gestione quando le strutture sono particolarmente complesse e
vengono richieste professionalit altamente qualificate e
specializzate.
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2. ABILITAZIONE IMPIANTO SPORTIVI
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Deliberazione del Consiglio Nazionale del CONI n. 1379 del 25
giugno 2008 Impianto sportivo (art. 1, Decreto Ministeriale
18.03.1996) Insieme di uno o pi spazi di attivit sportiva dello
stesso tipo o di tipo diverso, che hanno in comune i relativi spazi
e servizi accessori, preposto allo svolgimento di manifestazioni
sportive. Limpianto sportivo comprende: a) lo spazio o gli spazi di
attivit sportiva; b) la zona spettatori; c) eventuali spazi e
servizi accessori; d) eventuali spazi e servizi di supporto.
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lo spazio o gli spazi di attivit sportiva la zona spettatori
eventuali spazi e servizi accessori eventuali spazi e servizi di
supporto
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ABILITAZIONE IMPIANTI SPORTIVI CALCIO A 11 DIMENSIONI MINIME
LUNGHEZZA x LARGHEZZA Serie D: 105 x 65 Campionato Nazionale
Juniores: 100 x 60 Eccellenza/Promozione: 100 x 60 Prima Categoria:
100 x 50 Seconda Categoria/Campionato Reg.le Juniores/Under 18: 100
x 50 Terza Categoria/U21/Juniores Pr.li/U18: 100 x 50 Campionato
Nazionale Femminile: 100 x 60 Campionato Regionale Femminile: 90 x
45 DIMENSIONI CAMPO PER DESTINAZIONE Lato lungo: (LATERALI): minimo
1,50 Lato corto: (DIETRO PORTE): minimo 2,50 Lomologazione per la
categoria superiore, implica la pratica per la categoria inferiore
dalla stagione 2014-2015: min. 2,50 dalla stagione 2014-2015: min.
3,50 E PERMESSA UNA TOLLERANZA DEL 4% IN DIFETTO DELLE MISURE
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RECINZIONE II recinto di giuoco deve essere obbligatoriamente
protetto da una rete metallica di altezza non inferiore a mt. 2,20
o da altro sistema idoneo. Tra le linee perimetrali del campo di
giuoco ed il pubblico, od ostacolo fisso (muri, pali, reti,
fossati, alberi, ecc.) deve risultare una distanza minima di mt.
1,50 (campo per destinazione). SPOGLIATOI Gli spogliatoi devono
essere ubicati all'interno del recinto di giuoco e separati per
ciascuna delle due squadre e per l'arbitro. Gli spogliatoi dei
campi di giuoco delle squadre che partecipano ai Campionati di
Calcio Femminile, di 2 categoria, di 3 categoria, di 3 categoria
Under 21, Juniores Under 18, di 3 categoria Under 18, ed allAttivit
Amatori possono essere ubicati anche all'esterno del recinto di
giuoco. Gli spogliatoi devono essere, in ogni caso decorosi,
convenientemente attrezzati ed adeguatamente protetti.
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ABILITAZIONE IMPIANTI SPORTIVI CALCIO A 5 DIMENSIONI MINIME
LUNGHEZZA x LARGHEZZA Campionato Serie A: lunghezza min 38 max 42
larghezza min 18 max 22 Non consentito luso di manti erbosi,
naturali o sintetici, o di terra battuta Campionato Serie A2:
lunghezza min 36 max 42 larghezza min 18 max 22 Non consentito luso
di manti erbosi, naturali o sintetici, o di terra battuta
Campionato Serie B: lunghezza min 32 max 42 larghezza min 16 max 22
Non consentito luso di manti erbosi, naturali o sintetici, o di
terra battuta Campionati Provinciali o Regionali: INDOOR lunghezza
min 25 max 42 larghezza min 15 max 22 OUTDOOR lunghezza min 25 max
42 larghezza min 15 max 22 PER LE GARE NAZIONALI E PREVISTA UNA
TOLLERANZA DEL 3%
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RECINZIONE Il recinto di giuoco, quando obbligatorio, deve
essere protetto da una rete metallica di altezza non inferiore a
mt. 2,20 o da altro sistema idoneo. SPOGLIATOI Gli spogliatoi
debbono essere ubicati allinterno del recinto di giuoco e separati
per ciascuna delle due squadre e per larbitro. Gli spogliatoi dei
campi di giuoco delle squadre che partecipano ai Campionati
Regionali e Provinciali di Calcio a Cinque, possono essere ubicati
anche allesterno del recinto di giuoco. Gli spogliatoi devono
essere, in ogni caso, decorosi, convenientemente attrezzati ed
adeguatamente protetti. CAMPO PER DESTINAZIONE Tra le linee
perimetrali e il rettangolo di giuoco e un qualunque ostacolo, deve
esserci uno spazio piano e al medesimo livello, della larghezza m.
1,00, denominato campo per destinazione. Per le Societ che hanno
lobbligatoriet di giocare in campi coperti o che usufruiscono degli
stessi, consentita la tolleranza di cm. 10.
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RESTANO INVARIATE TUTTE LE ALTRE DISPOSIZIONI EMANATE DALLA
FEDERAZIONE GIUOCO CALCIO E DALLIFAB
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A QUESTO PUNTO: COSA INTENDIAMO PER ABILITAZIONE??? Ogni
impianto, a seconda delle caratteristiche costruttive o alle
finalit agonistiche o sociali per cui stato realizzato, per essere
utilizzato da parte della cittadinanza deve essere reso agibile. A
determinare il grado di agibilit di un complesso o impianto
sportivo, pur se composto da pi spazi sportivi e di adeguate
tribune, lottenimento di una serie di documenti che ne devono
certificare lidoneit.
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1- Certificato di Prevenzione Incendi (Attivit n. 91 del D.M.
16/2/82) Viene rilasciato dal Comando Provinciale del Vigili del
Fuoco, previo accertamento-sopralluogo quando la struttura dotata
di una caldaia con potenzialit superiore a 100.000 Kcal/h anche se
limpianto non agibile per il pubblico. Ha validit normalmente di 5
anni e pu essere rinnovato con dichiarazione del Responsabile
dellattivit attestante che non ci sono state variazioni dallultimo
rilascio del certificato. I DOCUMENTI NECESSARI
ALLABILITAZIONE
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2- Certificato di agibilit per Pubblico Spettacolo. Pu essere
rilasciato da soggetti diversi a seconda della capacit ricettiva
dellimpianto: A) Sino a 200 persone (Spettatori + atleti +
accompagnatori); Per i locali e gli impianti con capienza
complessiva pari o inferiore a 200 persone, le verifiche e gli
accertamenti della Commissione di Vigilanza sul Pubblico
Spettacolo. sono sostituiti da una relazione tecnica di un
professionista iscritto allalbo degli ingegneri o all'albo degli
architetti o allalbo dei periti industriali o allalbo dei geometri
che attesta la rispondenza del locale o dell'impianto alle regole
tecniche stabilite con decreto del Ministro dell'interno B) Sino a
5000 spettatori Competenza della Commissione di Vigilanza Comunale.
C) Oltre 5000 spettatori Competenza della Commissione di Vigilanza
Provinciale.
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3) Certificato di Prevenzione Incendi (attivit n. 83). Viene
rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, previo
accertamento-sopralluogo a seguito rilascio dellagibilit per
Pubblico Spettacolo (nel caso di impianti con presenza di persone
in numero superiore a 100). 4) Autorizzazione per effettuazione
manifestazioni o intrattenimenti (art. 68 TU di PS). Lo svolgimento
di pubblici spettacoli e manifestazioni a carattere temporaneo
soggetto ad autorizzazione del comune La domanda deve essere
inoltrata almeno 60 giorni prima dell'evento allufficio Pubblici
Spettacoli degli Uffici Comunali. In caso di campionati alla
richiesta va allegato il calendario con tutte le gare
programmate.
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3. RAPPORTI CON GLI ENTI LOCALI
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COLLABORAZIONI CON EE.LL. A RILEVANZA ECONOMICA -EROGAZIONE
CONTRIBUTI - APPALTI CONCESSIONE E CONVENZIONI -CONCESSIONE DI
SPAZI E LOCALI
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EROGAZIONE CONTRIBUTI erogazione effettuata senza che sia
prevista una controprestazione da parte del beneficiario, per
iniziative mirate come, per esempio: A promozione culturale, con
particolare riferimento alla parit tra uomo- donna, alla educazione
e sviluppo dei valori della democrazia, alla solidariet fra i
popoli, allintegrazione razziale e alla cooperazione allo sviluppo
di Paesi poveri e/o colpiti da conflitti armati; D promozione
dellattivit e dellassociazionismo sportivo; E promozione
dellimmagine turistica e sociale; F promozione della salute e
dellautosufficienza psico-fisica e di iniziative di carattere
scientifico-divulgativo nei settori sanitario e sociale; G
promozione e sostegno del volontariato sociale;
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APPALTI, CONCESSIONI E CONVENZIONI APPALTO contratto con il
quale una parte assume con lorganizzazione dei mezzi necessari e
con la gestione a proprio rischio il compimento di unopera o di un
servizio verso un corrispettivo in denaro. CORRISPETTIVO DALLA P.A.
CONCESSIONE DI SERVIZIO PUBBLICO lente locale affida ad un soggetto
terzo il compito di erogare prestazioni di servizi in via immediata
e diretta alla comunit locale per realizzare fini sociali. Lutenza
paga una tariffa o un prezzo direttamente al soggetto
concessionario che si assume i costi di erogazione del servizio.
TARIFFA DALLUTENTE CONVENZIONE contratto tra Ente pubblico e
soggetti del III Settore che esulerebbe da qualsiasi gara ad
evidenza pubblica (secondo parte della dottrina) e che viene
disciplinato da Leggi speciali RIMBORSO SPESE DELLA P.A.
(contributo-corrispettivo)
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APPALTO SUPERIORE A 211.000,00 SI APPLICA IL CODICE DEGLI
APPALTI DLgs 163/2006 INFERIORE A 211.000,00 le procedure di
affidamento e le altre attivit amministrative in materia di
contratti pubblici si espletano nel rispetto delle disposizioni sul
procedimento amministrativo di cui alla Legge 241/1990, e
successive modificazioni e integrazioni.
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CONCESSIONE DI SERVIZI Art. 3. La concessione di servizi un
contratto che presenta le stesse caratteristiche di un appalto
pubblico di servizi, ad eccezione del fatto che il corrispettivo
della fornitura di servizi consiste unicamente nel diritto di
gestire i servizi o in tale diritto accompagnato da un prezzo, in
conformit all'articolo 30. Art.30. Nella concessione di servizi la
controprestazione a favore del concessionario consiste unicamente
nel diritto di gestire funzionalmente e di sfruttare economicamente
il servizio. Il soggetto concedente stabilisce in sede di gara
anche un prezzo, qualora al concessionario venga imposto di
praticare nei confronti degli utenti prezzi inferiori a quelli
corrispondenti alla somma del costo del servizio e dell'ordinario
utile di impresa, ovvero qualora sia necessario assicurare al
concessionario il perseguimento dell'equilibrio
economico-finanziario degli investimenti e della connessa gestione
in relazione alla qualit del servizio da prestare. La scelta del
concessionario deve avvenire nel rispetto dei principi desumibili
dal Trattato e dei principi generali relativi ai contratti pubblici
e, in particolare, dei principi di trasparenza, adeguata pubblicit,
non discriminazione, parit di trattamento, mutuo riconoscimento,
proporzionalit, previa gara informale a cui sono invitati almeno
cinque concorrenti, se sussistono in tale numero soggetti
qualificati in relazione all'oggetto della concessione, e con
predeterminazione dei criteri selettivi. DLgs 163/2006
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ENTE LOCALE ASSOCIAZIONE UTENTE Corrisponde la tariffa
allassociazione Eroga il servizio -Concede il servizio - Vincola le
tariffe - Eventualmente concede un contributo a copertura
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CONVENZIONE 1. Lo Stato, le regioni, le province autonome di
Trento e di Bolzano, le province, i comuni e gli altri enti
pubblici possono stipulare convenzioni con le associazioni di
promozione sociale, iscritte da almeno sei mesi nei registri di cui
allarticolo 7, per lo svolgimento delle attivit previste dallo
statuto verso terzi. 2. Le convenzioni devono contenere
disposizioni dirette a garantire lesistenza delle condizioni
necessarie a svolgere con continuit le attivit stabilite dalle
convenzioni stesse. Devono inoltre prevedere forme di verifica
delle prestazioni e di controllo della loro qualit nonch le modalit
di rimborso delle spese. 3. Le associazioni di promozione sociale
che svolgono attivit mediante convenzioni devono assicurare i
propri aderenti che prestano tale attivit contro gli infortuni e le
malattie connessi con lo svolgimento dellattivit stessa, nonch per
la responsabilit civile verso terzi. Art. 30 L 383/2000
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4. NORMATIVA DI SICUREZZA DEGLI IMPIANTI SPORTIVI
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NORME PER LA SICUREZZA IN FASE DI REALIZZAZIONE E GESTIONE
DEGLI IMPIANTI SPORTIVI: DECRETO DEL MINISTERO DEGLI INTERNI
18/03/1996, modificato ed integrato dal DM 06/06/2005 Testo
coordinato delle norme di sicurezza per la costruzione e lesercizio
degli impianti sportivi DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81 e
succ. mod. ed int. NORME IGIENICHE: NORME CONI sulle
caratteristiche ambientali degli spazi destinati allattivit
sportiva Accordo del 16/01/03 tra il Ministro della salute, le
Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sugli aspetti
igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la
vigilanza delle piscine a uso natatorio.
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NORME DI PUBBLICA SICUREZZA: D.M. 06/06/05 - Modalit per
l'installazione di sistemi di videosorveglianza negli impianti
sportivi di capienza superiore alle diecimila unit, in occasione di
competizioni sportive riguardanti il gioco del calcio. (GU n. 150
del 30/06/05) D.M. 06/06/05 - Decreto per l'emissione,
distribuzione, vendita e cessione di titoli di accesso agli
impianti sportivi Protocollo d'intesa per lattuazione di misure di
prevenzione integrate per la sicurezza delle manifestazioni
sportive Direttiva del Ministro dellinterno del 14 agosto 2009
contenente misure finalizzate alla lotta contro la violenza negli
stadi. NORME PER ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE: Legge
9 gennaio 1989, n 13 Disposizioni per favorire il superamento e
l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici
privati; Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n.
503 Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere
architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.
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Allinterno di un impianto sportivo occorre garantire la
sicurezza non solo degli addetti ai lavori, ovvero di tutti coloro
che svolgono attivit lavorative allinterno del centro quali
manutentori, giardinieri, addetti alla reception, istruttori,
baristi, etc., ma anche dei fruitori degli impianti, ad ampio
spettro, quali ospiti, visitatori, frequentatori, etc. In tal
senso, il soggetto gestore dellimpianto dovr garantire la pi
completa incolumit psico-fisica dei lavoratori nello svolgimento
delle proprie rispettive mansioni e nelluso di attrezzature e
macchinari, ma anche la sicurezza, dal punto di vista
igienico-sanitario delle strutture e degli impianti (sicurezza
ambientale). Pertanto, quando si parla di sicurezza di un centro
dedicato alla pratica sportiva dovremo considerare due aspetti: la
gestione della sicurezza degli addetti ai lavori; la messa a norma
dellimpianto, ovvero la sicurezza e salubrit dellambiente di
lavoro. SETTORI E DESTINATARI DELLE NORME DI SICUREZZA
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La messa a norma, in modo particolare, concerne aspetti quali
IDONEIT DEGLI IMPIANTI (ELETTRICI, IDRICI, DI CONDIZIONAMENTO,
ANTINCENDIO, DI DEPURAZIONE, ETC.); PRESENZA DI USCITE E PORTE DI
EMERGENZA; PRESENZA DI LUCI DI EMERGENZA; ACCESSIBILIT E SERVIZI
IGIENICI APPROPRIATI PER I DISABILI; IDONEE PAVIMENTAZIONI;
VETRATURE SICURE; PRESENZA DI SERVIZI IGIENICI ADEGUATI; PROTEZIONE
DELLE LAMPADE NELLE SALE DEDICATE ALLATTIVIT SPORTIVA.
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5. RESPONSABILITA DELLA GESTIONE DELLIMPIANTO
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1) Il Titolare dellimpianto (art. 19) Il Titolare dellimpianto
o complesso sportivo (generalmente nellassociazione sportiva il
presidente), il responsabile del mantenimento delle condizioni di
sicurezza previste per la conduzione dellimpianto a lui affidato in
gestione; per tale compito pu avvalersi di una persona
appositamente incaricata, o di un suo sostituto, denominato Il
Responsabile della Sicurezza, che deve essere presente durante
l'esercizio dell'attivit. LE FIGURE DI RESPONSABILITA D.M.
18.03.1961 2) Il Responsabile della Sicurezza Deve garantire la
corretta gestione della sicurezza allinterno dellimpianto sportivo.
Per svolgere tale compito deve essere in possesso delle necessarie
conoscenze (a seguito di apposito corso) ed essere sempre presente
durante lesercizio dellattivit.
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GLI OBBLIGHI A CARICO DEL TITOLARE E/O GESTORE Dove per
garantire il mantenimento delle condizioni di sicurezza deve essere
predisposto un apposito PIANO atto a far rispettare i divieti, le
limitazioni e le condizioni di esercizio e a garantire la sicurezza
delle persone in caso di emergenza. Il Piano della Sicurezza si pu
definire come lelenco delle azioni di prevenzione atte a mantenere
in stato di efficienza gli impianti, i dispositivi ed i mezzi
antincendio e linsieme delle misure di sicurezza adottate, delle
procedure e dei comportamenti, da attuare nel caso di emergenza.
Pertanto il Titolare dellimpianto deve verificare che le
attrezzature siano efficienti e gli addetti pronti a intervenire in
ogni situazione di pericolo ma al tempo stesso programmare ed
effettuare una serie di controlli per prevenire ogni potenziale
incendio o situazione di pericolo tramite: -Listruzione e
formazione del personale addetto alla struttura, comprese le
esercitazioni sulluso dei mezzi antincendio e sulle procedure di
evacuazione in caso di emergenza; IMPIANTO CON PRESENZA SPETTATORI
> 100
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- Linformazione agli spettatori ed agli atleti sulle procedure
da seguire in caso di incendio o altra emergenza; - Il controllo
della perfetta fruibilit e funzionalit delle vie di esodo; - Il
mantenimento in efficienza dei mezzi e degli impianti antincendio;
- Il controllo della manutenzione e la verifica della stabilit
delle strutture fisse o mobili della zona di attivit sportiva e
della zona spettatori; - La manutenzione e lefficienza degli
impianti luce ed elettrici; - Il puntuale aggiornamento del
Registro dei controlli periodici ove saranno annotati gli
interventi manutentori ed i controlli relativi allefficienza degli
impianti elettrici, dellilluminazione di sicurezza, dei presidi
antincendio, dei dispositivi di sicurezza e di controllo. In tale
registro devono essere annotati anche i dati relativi alla
formazione e ai compiti del personale addetto alla struttura. Il
registro deve essere disponibile per i controlli da parte degli
organi di vigilanza.
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- una adeguata segnaletica che avvisi sulle procedure da
seguire E NON DIMENTICARE - una planimetria generale che dovr
essere esposta bene in vista per le squadre di soccorso e dovr
indicare la posizione: -delle scale e delle vie di esodo - dei
mezzi e degli impianti di estinzione - dei dispositivi di arresto
(gas ed elettricit) - dei dispositivi darresto sistema ventilazione
- del quadro generale e del sistema allarme - degli impianti che
presentino rischio - degli spazi calmi - in ciascun piano
delledificio e nella zona uscita spettatori una planimetria di
orientamento che indichi schematicamente la posizione in cui ci si
trova in quel momento e le istruzioni da seguire rispetto alle vie
di esodo.
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Il Titolare dellimpianto sportivo non tenuto a far redigere il
Piano della sicurezza ma deve comunque adempiere alle seguenti
prescrizioni: - dichiarare sotto la propria responsabilit che
nellimpianto precluso laccesso del pubblico o il numero di
eventuali spettatori non deve superare le 100 unit: in questo caso
richiedere a un tecnico abilitato una relazione tecnica attestante
lindicazione della massima capienza dellimpianto (spettatori +
atleti + accompagnatori) ( ai sensi art. 4 DPR 311/2001). -
vigilare affinch nellimpianto siano mantenute le condizioni di
sicurezza e igienico sanitarie. Limpianto deve comunque essere
dotato di: - Certificazione degli impianti (elettrici ecc) - Mezzi
antincendio (estintori ecc.) - Idonee uscite di sicurezza -
Percorsi separati tra atleti e spettatori e delimitazione zona
spettatori ( se prevista) - Servizi igienici per gli spettatori
separati per sesso; IMPIANTO CON PRESENZA SPETTATORI < 100 O
PRIVO DI SPETTATORI
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E NON DIMENTICARE - essere garantita la presenza di adeguata
segnaletica di sicurezza, conforme alla normativa vigente, che
individui le vie di esodo, i servizi di supporto, i mezzi e gli
impianti antincendio, i posti di pronto soccorso con appositi
cartelli che indicano le prime misure di pronto soccorso.
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6. ASPETTI ASSICURATIVI
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Gli impianti sportivi possono essere definiti come spazi
destinati allo svolgimento delle manifestazioni sportive, aventi
carattere anche non agonistico, messe a disposizione degli atleti e
degli spettatori. Egli tenuto a predisporre un idoneo servizio di
assistenza agli utilizzatori della struttura, al fine di tutelare
lintegrit fisica di atleti e spettatori. Il gestore di impianti e
strutture sportive sovente chiamato a rispondere per i danni patiti
da atleti e spettatori in occasione dellesercizio di attivit
sportive. Al fine di evitare il verificarsi di eventi dannosi, il
gestore dellimpianto sportivo deve adottare misure idonee a
prevenire gli incidenti che potrebbero verificarsi nei confronti
dei soggetti che frequentano limpianto.
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TIPOLOGIA DI ASSICURAZIONI PER IMPIANTI SPORTIVI Le principali
coperture assicurative per le varie aree di rischio nel settore
degli sport sono: copertura per infortunio, malattia, morte
(Invalidit e Morte); copertura dei bonus agli atleti; copertura per
la cancellazione di un evento; copertura per successo oltre le
aspettative di iniziative promo-pubblicitarie (over-redemption);
copertura per mancato incasso dei premi dobiettivo (prize
indemnity); copertura per danni cagionati a terzi e danni subiti
dalle strutture organizzative (property & casualty); copertura
rischi climatici.
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Tutti gli sportivi devono o, per lo meno, dovrebbero essere
coperti da polizza assicurativa per eventi particolarmente gravi
quali la morte e linvalidit permanente, bene prestare attenzione e
non creare confusione tra la polizza RCT e le coperture previste
dalla polizza infortuni. Infatti la polizza infortuni prevede, a
titolo esemplificativo ma non esaustivo, la copertura con massimali
piuttosto modesti per i danni arrecati ai tesserati da soli e tra
tesserati negli scontri di gioco, durante le partite e gli
allenamenti ma non ha nulla a che vedere con le ipotesi rientranti
o riconducibili alla responsabilit della societ o,
dellallenatore.
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7. EVENTUALI ULTERIORI PROBLEMATICHE
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Possiamo individuare alcune problematiche nella gestione degli
impianti, Soprattutto riguardanti societ dilettantistiche con
Budget molto esigui: - Personale; - Utenze (acqua, gas, luce,
telefono, ecc.) e materiali di rapido consumo; - Assicurazione; -
Manutenzione ordinaria; - Fiscali, amministrativi e simili.
ULTERIORI PROBLEMATICHE NELLA GESTIONE
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EVENTUALI INTROITI PER COPRIRE I COSTI DI GESTIONE
SPONSORIZZAZIONI ISCRIZIONI E RETTE VENDITA PRODOTTI (alimentari,
merchandising, ecc) FIDELIZZAZIONI E SCONTI OPERE VOLONTARIE