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Come lavorare nel settore della Borsa italiana
maggio 30 18:092015
Il mondo della finanza, per quanto cinico e spietato possa essere, è attualmente uno dei pochi ambiti lavorativi che ancora offrono opportunità di lavoro e di carriera. Il settore finanziario annovera miriadi di figure professionali altamente specializzate nelle diverse aree di competenza, tra cui quella dell’agente di borsa.
Per capire al meglio chi è e di cosa si occupa l’agente di borsa è necessario comprendere innanzitutto che cos’è e come funziona la Borsa italiana. Si tratta di una società che organizza e gestisce il funzionamento dei mercati finanziari allo scopo di promuoverne lo sviluppo. Gli agenti di borsa non sono altro che degli specialisti dei mercati finanziari che acquistano e vendono azioni per conto dei propri clienti nonché per sé stessi. Gli agenti di borsa non si limitano alla sola compravendita delle azioni sui mercati, ma forniscono anche dei servizi di consulenza finanziaria in relazione ai vari investimenti.
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Esistono poi gli agenti di borsa detti risparmiatori, ovvero coloro che comprano dei titoli non per ottenere un guadagno immediato, ma per effettuare un investimento a medio-lungo termine. Proprio perché l’agente di borsa opera per conto di qualcun altro, investendo il denaro di qualcun altro, è necessario che il rapporto lavorativo tra le due parti sia basato sulla fiducia reciproca.
Se si desidera svolgere la professione di agente di borsa, il consiglio è quello di improntare tutti i propri studi in funzione di questo obiettivo. Di seguito vediamo che tipo di formazione serve per diventare agenti di borsa.
La formazione ideale per chi desidera diventare un agente di borsa inizia al liceo: è consigliabile optare per un indirizzo superiore scientifico, ma l’aspetto più importante riguarda la scelta dell’università. Il percorso accademico migliore è quello che prevede l’iscrizione ad un corso di laurea di primo livello in matematica, economia e commercio, o meglio ancora in finanza.
Una volta conseguita la laurea di primo livello, sarà necessario completare la propria formazione accademica attraverso la partecipazione ad un master in finanza, oppure mediante l’iscrizione ad una seconda laurea specialistica. Esistono varie tipologie di master in finanza, da scegliere a seconda della propria area di interesse. Il master è preferibile alla specializzazione universitaria in quanto si tratta di un corso nel quale si avrà la possibilità di acquisire non solo le nozioni teoriche, ma anche gli strumenti pratici per rendere le proprie competenze maggiormente spendibili nel mondo del lavoro. Al termine del master, a seconda delle possibilità di placement, sarà necessario iniziare la tradizionale gavetta, magari attraverso uno stage in un’azienda di intermediazione finanziaria.
Per svolgere questo mestiere al meglio è necessario aggiornarsi costantemente circa le condizioni del mercato, soggetto a continue mutazioni.
La prima cosa a cui pensare per agevolare il proprio inserimento nel settore finanziario è quella di procacciare quelli che in futuro saranno i propri clienti. Per un agente di borsa è infatti di vitale importanza avere a disposizione più contatti possibili allo scopo di ampliare sempre le proprie conoscenze professionali. Ricordate che in questo settore le proprie abilità sono molto importanti, ma altrettanto importanti sono le relazioni professionali che consentono di fare degli investimenti affidabili e sicuri.
Una volta creato il proprio pacchetto clienti, l’agente di borsa può scegliere di lavorare in regime di libertà professionale, come consulente ad esempio, oppure come dipendente delle agenzie di intermediazione finanziaria.
http://www.gazzettinonline.it/2015/05/30/come-lavorare-nel-settore-della-borsa-italiana_33006.html
Banca di Parma aprirà gli sportelli in ottobre Verranno assunte 12 persone, al via 7 gruppi di lavoro. Il 4 luglio l'assemblea e un concerto di musiche verdiane
28/05/2015 - 15:11
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Il presidente Alfredo Alessandrini
di Lorenzo Centenari
Appuntamento ad ottobre. Sarà allora, nelle intenzioni del Cda, che Banca di Parma – Credito
Cooperativo aprirà una volta per tutte gli sportelli alla città. Esercitando quella funzione di istituito di
credito locale che la comunità di imprenditori e semplici cittadini, specialmente in occasione dell’urgente
aumento di capitale richiesto da Banca d’Italia lo scorso gennaio, ha dimostrato di desiderare
ardentemente.
Al termine dell’operazione, infatti, la compagine sociale supererà di slancio le richieste stesse
dell’organo di vigilanza, raggiungendo quota 1638 soci e 6.543.800 euro. Obiettivo del piano industriale
triennale, quello di traguardare un monte di 2295 soci e 7,5 milioni di euro: a oggi, il capitale versato da
1293 soci è di 5.715.300 euro. Ancora qualche mese, quindi, e la filiale di via Tanara smonterà i
pannelli provvisori, inaugurando la propria attività a tempo pieno e coronando un processo pluriennale.
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«Dal 31 marzo, data della definitiva autorizzazione a svolgere attività bancaria da parte di Bankitalia,
molti altri step sono stati compiuti», spiega il presidente di Banca di Parma Alfredo Alessandrini. «Ora
l’istituto è regolarmente iscritto al registro delle imprese alla Camera di Commercio – aggiunge -, inoltre
ha formulato richiesta per l’adesione all’Albo delle Banche, approvato i contratti con i dipendenti e
definito la programmazione dei lavori di rifinitura della nuova sede».
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Dal 1° giugno al 1° ottobre, in azienda faranno il proprio ingresso 12 dipendenti, assunti con contratto a
tempo indeterminato. Nel frattempo, l’impresa costruttrice ultimerà il cantiere edile. Per quanto di
piccole dimensioni, in vista dell’apertura anche Banca di Parma dovrà attraversare un iter assai
complesso, essendo chiamata a rispecchiare gli stessi criteri di governance e di funzioni di ogni genere
di qualsiasi altro istituto di credito.
«Allo scopo di uniformarci al quadro normativo – annuncia il vicepresidente Pier Luigi Casa -, abbiamo
identificato sette distinti gruppi di lavoro, rispettivamente attinenti agli ambiti giuridico, logistico,
commerciale, inoltre di personale, processi, delibere e comunicazione. Ricordo infine che la campagna
di sottoscrizione resta aperta». Il 4 luglio, in concomitanza con l’assemblea, Banca di Parma offrirà a
soci e simpatizzanti, all’Auditorium Paganini, un concerto lirico sinfonico in omaggio a Giuseppe Verdi
tenuto da allievi e docenti del Conservatorio.
http://www.gazzettadiparma.it/news/parma/276429/Banca-di-Parma-aprira-gli-sportelli.html
Investimenti hi-tech di nuovo in ripresa di Emil Abirascid | 19 maggio 2015
Sei miliardi e 410 milioni di euro. Questa è la somma che nel 2014 il sistema bancario
italiano ha investito in tecnologie digitali. Un budget cresciuto leggermente (+0,8%)
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rispetto al 2013, dopo cinque anni di contrazione. Il dato è rilevato dal nuovo Rapporto
Assinform 2015 che sarà presentato a inizio luglio; nell’anticipazione per Il Sole 24 Ore
viene fotografata anche l’ascesa dell’internet banking, usato ormai dal 37,4% dei clienti.
«I dati rilevati evidenziano come l'attenzione alla trasformazione digitale del business sia
sempre più una priorità strategica delle banche italiane - spiega Agostino Santoni,
presidente di Assinform (e amministratore delegato di Cisco Italia) -. Fra gli investimenti
in Information & communications technology (Ict) vanno moltiplicandosi i servizi online
(parallelamente alla riduzione del numero degli sportelli fisici). Le banche, anche quelle
più tradizionali, lanciano brand e nuovi canali dedicati all'internet & mobile banking,
canali che permettono di veicolare con maggiore efficacia prodotti che fino a qualche anno
fa nessuno cercava in banca. Le stesse filiali evolvono all'insegna di una multicanalità in
cui il digitale conta sempre di più».
Secondo Santoni, questa ripresa degli investimenti promette bene per il futuro, sia in
chiave di servizi innovativi sia di incremento della domanda Ict più evoluta. «C'è da
augurarsi che la crescente familiarità delle banche con il digitale porti con sé anche una
maggiore sensibilità alle grandi potenzialità delle aziende dell'Ict e in generale dei progetti
di innovazione tecnologica, generando maggiori aperture a valutazioni del merito di
credito conseguenti - riprende Santoni -. Dare credito al digitale conviene a tutti, anche alle
banche che sempre più riconosceranno il valore di beni e servizi anche immateriali quali
sono quelli della cosiddetta web economy. È un messaggio che l’industria di settore darà il
2 luglio al convegno annuale Assinform, quest'anno in Expo, in occasione del quale verrà
presentato anche il Manifesto politico del comparto».
Tornando alle banche, va segnalato che stanno mostrando una maggiore consapevolezza
dell'importanza di innovare proprio mentre emergono nuovi attori e modelli nell'ambito
dei mercati finanziari, che in un certo senso le minacciano, rischiando di eroderne parte
dei proventi e del rapporto privilegiato con i clienti. Il riferimento è alla “guerra dei wallet”
digitali in atto fra i big dell’informatica (Apple, Samsung e Google in primis) e del retail
(Amazon e AliBaba fra tutti) e il successo delle nuove società del segmento fintech, che
sposano finanza e tecnologia.
A conferma della presa di coscienza in atto della rivoluzione digitale c’è anche il rapporto
AbiLab 2015. «La tendenza che vede gli utenti impiegare con sempre maggiore frequenza e
in modo sempre più evoluto gli strumenti remoti di interazione, come l'internet banking e
il mobile banking, se da un lato alleggerisce l'operatività delle filiali, dall'altro richiede un
costante miglioramento dei servizi - spiega Romano Stasi, segretario generale di AbiLab (il
centro di ricerca e innovazione per la banca promosso dall'Associazione bancaria italiana) -
. Gli utenti devono essere consapevoli di dialogare con il proprio istituto di credito e non
con sistemi automatici, qualunque sia lo strumento in uso; per questo le banche stanno
lavorando sull'integrazione tra i canali e sulle modalità di erogazione e di supporto tramite
contact center, avvalendoci anche dell'utilizzo di chat e videochat».
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Il rapporto AbiLab analizza le priorità di investimento che si concentrano in particolare
sulla dematerializzazione dei documenti (segnalata come prioritaria dal 90% degli istituti
sondati), sulle attività connesse alla gestione della relazione con il cliente (Crm),
sull’intercanalità, sulle iniziative di mobile banking & mobile payment (segnalate
dall'81%), sulla modernizzazione delle infrastrutture informatiche e sui progetti che
puntano sull'identificazione da remoto del cliente. «La tecnologia non è l'interfaccia –
aggiunge Stasi – ma l'abilitatore di una maggiore vicinanza della banca al cliente. Affinché
sia effettivamente efficace è fondamentale che all'interno dell’istituto vi sia una gestione
dell'operatività senza ricorso alla carta. Il processo di dematerializzazione deve essere a
ogni livello, per questo sono in via di adozione anche le tavolette grafometriche, che
consentono di firmare digitalmente allo sportello».
La diffusione di internet ha un ruolo fondamentale nel potenziamento dei canali online.
Dall'indagine AbiLab risulta che la quota di utenti che utilizza internet è del 37,4%, quindi
identica a quella rilevata da Assinform, dato che in termini incrementali si traduce in 4,5
punti percentuali rispetto al 2013. Non a caso, lo sviluppo dell'online assorbe una larga
fetta degli investimenti, soprattutto per l’integrazione tra i diversi canali (su cui stanno
investendo il 78% degli intervistati da AbiLab), per azioni commerciali e di marketing
(72%) e per innovative modalità di acquisizione e sviluppo della clientela (72%). Il 26%
delle banche del campione dichiara di aver concluso iniziative digitali, il 68% di avere
progetti in corso e solo il 5% ha il progetto non in corso ma previsto dal piano industriale.
Sul segmento mobile, il rapporto AbiLab apre un capitolo ad hoc. L’Osservatorio mobile
banking Politecnico di Milano/AbiLab evidenzia che ormai quasi tutte le banche offrono
almeno una funzionalità sul canale in fruizione da smartphone e tablet. Nel 2013 si è
registrata una prima diffusione delle app, che sono offerte dal 96% delle banche del
campione di analisi (erano l'88% nel 2012 e solo il 55% nel 2011). L'analisi condotta ha
inoltre evidenziato che i clienti particolarmente attivi sul canale mobile ricorrono
praticamente sempre anche all'internet banking (97% del campione) e, elemento forse più
sorprendente, non smettono di andare in filiale (73%). Evidentemente, c’è ancora valore
aggiunto in filiale, come la possibilità di interazione diretta con personale esperto, che ben
conosce il suo cliente. Il digitale non sostituirà mai le relazioni umane, piuttosto le
amplifica e le moltiplica.
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-05-19/investimenti-hi-tech-nuovo-ripresa-093630.shtml
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Con oltre 493 milioni di euro di flussi erogati netti nel 2014, la Campania si conferma la quarta regione italiana nel settore
dei finanziamenti tramite cessione del quinto.
Il Gruppo Bancario IBL Banca è tra i principali operatori in Italia nel settore dei finanziamenti tramite cessione del quinto
(CDQ) dello stipendio o della pensione, ha inaugurato a Caserta, in Corso Trieste 142, la nuova sede della sua filiale IBL
Family.
Situata nella via principale della citta’, a pochi passi dall’ingresso della Reggia, la filiale IBL Family ? specializzata
nell’offerta di finanziamenti personali che comprendono il prestito contro cessione del quinto, rivolto principalmente ai
lavoratori dipendenti e ai pensionati, il prestito consolidamento e i prestiti personali.
Il Gruppo IBL Banca ha inoltre ampliato l’offerta per i clienti con prodotti assicurativi quali coperture infortuni, casa, ramo
Rc auto, vita e previdenza, ora disponibili anche nella filiale IBL Family.
Nei nuovi e più ampi locali sono stati trasferiti il personale e le attività della ex filiale IBL Family di Via G. M. Bosco. Il
team di professionisti IBL presente in sede fornisce una consulenza diretta specialistica ed ? coordinato da Peter Conte.
Per la sua posizione, vicina alla stazione ferroviaria e in una zona dotata di parcheggi, la filiale IBL Family ? inoltre
comodamente raggiungibile.
In Campania il Gruppo IBL Banca ? oggi presente con 1 filiale IBL Banca e 4 negozi finanziari IBL Family.
IBL Banca ? l’unico gruppo bancario italiano specializzato nel settore dei finanziamenti tramite cessione del quinto dello
stipendio o della pensione, al primo posto per flussi erogati netti con una quota di mercato del 13,6% al 31 marzo 2015
(Fonte Assofin).
Il Gruppo ha chiuso il 2014 con una crescita a due cifre di tutti i principali indicatori economici e patrimoniali: l’utile netto
consolidato ? risultato in crescita a 50,5 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ai 22,9 milioni di euro del 2013, la
raccolta diretta da clientela retail passata a 1,3 miliardi di euro (+37,8% sul 2013) e gli impieghi per finanziamenti alla
clientela retail a 1,6 miliardi di euro (+30,5% sul 2013). Il margine di interesse ? stato di 58,2 milioni di euro (+70,2 % sul
2013) e il margine di intermediazione di 128,3 milioni di euro (+52,6% sul 2013).
Con oltre 493 milioni di euro di flussi erogati netti al 31 dicembre 2014, la Campania si conferma la quarta regione
italiana nel settore dei finanziamenti alla clientela retail tramite cessione del quinto, con una quota del 12% a livello
nazionale.
Il settore della CDQ, che nel 2014 si ? attestato a circa 4,3 miliardi di euro per erogato netto, fa parte del pi? ampio
comparto del credito al consumo che ? arrivato ad avere in Italia una dimensione di 46,3 miliardi di euro.
?La Campania ? una delle regioni italiane a maggior penetrazione per il prodotto CDQ e consolidare la nostra presenza
in una provincia importante come quella casertana conferma la volontà strategica di crescita del Gruppo IBL Banca nella
regione. La decisione di investire su una nuova sede in città ? inoltre in linea con la nostra scelta di essere presenti in
modo diretto sul territorio e ben inseriti nel tessuto urbano? ? sottolinea Sandro Strazza, Direttore Affari del Gruppo IBL
Banca.
Il Gruppo IBL Banca ? presente su tutto il territorio nazionale con una rete distributiva diretta costituita ad oggi da 46
unità territoriali, di cui 18 filiali IBL Banca e 28 negozi finanziari IBL Family, ed una rete indiretta di 57 partner tra banche,
intermediari finanziari, mediatori creditizi e agenti.
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L’istituto, nato nel 1927 con il nome di Istituto di Credito agli Impiegati, si è trasformato in banca nel 2004 ed in gruppo
bancario nel 2008 ed ? oggi l’unico in Italia in grado di presidiare internamente e direttamente l’intera catena del valore
dei finanziamenti tramite CDQ.
A partire dal 2009, il Gruppo ha ampliato la sua offerta con prodotti di raccolta, in particolare conti deposito, con prodotti
assicurativi e con altri prodotti finanziari, anche tramite lo sviluppo di partnership con primari operatori terzi.
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