31
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA NATURA E DEL TERRITORIO Corso di Laurea in: Scienze Naturali Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità: gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia Relatore Elaborato di Tirocinio di Dr. Emmanuele Farris David Roazzi Anno Accademico 2012/2013 1

Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARIDIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA NATURA E DEL TERRITORIO

Corso di Laurea in:Scienze Naturali

Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità: gli arbusteti sclerofillici

dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

Relatore Elaborato di Tirocinio diDr. Emmanuele Farris David Roazzi

Anno Accademico

2012/2013

1

Page 2: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

INDICE1. Introduzione 3

1.1La conservazione della biodiversità nel bacino del Mediterraneo 3

1.2. Importanza delle zone costiere Mediterranee per la conservazione della

biodiversità vegetale 4

1.3. Ruolo delle comunità arbustive sclerofilliche nella successione secondaria in

ambiente mediterraneo 5

2. Obiettivi 7

3. Materiali e metodi 83.1. Area di studio (Mediterraneo centrale) 8

3.2. Ricerca bibliografica 8

3.3. Implementazione database floristico-vegetazionale 9

3.4. Omogenizzazione dei dati 9

3.5. Elaborazione degli spettri generali e regionali 10

3.5.1. Spettri biologici 10

3.3.2. Spettri corologici 10

3.6. Elaborazione degli indici di diversità nazionale e regionali 11

3.7. Elaborazione dello schema sintassonomico generale 11

4. Risultati 124.1. Database floristico-vegetazionale 12

4.2. Spettri biologici 13

4.3. Spettri corologici 14

4.4. Indici di diversità 15

4.5. Schema sintassonomico generale 16

5. Discussione e conclusioni 186. Ringraziamenti 207. Bibliografia 21

2

Page 3: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

1. INTRODUZIONE1.1 La conservazione della biodiversità nel bacino del MediterraneoLa base della stabilità degli ecosistemi, e quindi della vita sulla terra, è rappresentata dalla

biodiversità, definita da Wilson (1992), come una delle forme con cui si manifesta la

ricchezza del pianeta. Essa indica la variabilità e l’abbondanza delle specie, delle

interazioni tra esse e dei processi ecologici che definiscono le condizioni ambientali negli

ecosistemi e che regolano e condizionano la vita nella biosfera.

Ad oggi si osserva l'alterazione degli equilibri degli ecosistemi dovuta ad una drastica

riduzione della biodiversità come risultato della frammentazione e diminuzione degli

habitat disponibili, riduzione che spesso sfocia nell'estinzione di intere specie, animali e

vegetali.

Myers et al. (2000), riassumono in 5 fattori le principali cause della perdita della

biodiversità:

Cambiamenti nell’uso del territorio;

Cambiamenti climatici;

Aumento concentrazione di CO2 nell’atmosfera;

Deposizione di azoto e piogge acide;

Introduzione di specie esotiche.

È doveroso quindi adottare una serie di azioni che permettano di preservare la biodiversità

e allo stesso tempo determinare condizioni per una coesistenza equilibrata tra i dinamismi

degli ecosistemi naturali e le attività umane.

Ogni misura di tutela attuabile può essere applicata unicamente previa conoscenza dello

stato della biodiversità e dei fattori che possono minacciarla. Un piano di gestione e

conservazione adeguato deve tenere conto dei dati riguardanti la biologia e lo stato di

conservazione delle specie.

A livello mondiale 193 Paesi hanno ratificato il trattato della Convenzione sulla diversità

biologica (CDB), aperta alla firma dei Paesi nel giugno del 1992 a Rio De Janeiro. La CDB

non indica una lista di specie o di siti da salvaguardare, ma ha obbiettivi primari, quali:

“anticipare, prevenire e combattere alla fonte le cause di significativa riduzione o perdita

della diversità biologica in considerazione del suo valore intrinseco e dei suoi valori

ecologici, genetici, sociali, economici, scientifici, educativi, culturali, ricreativi ed estetici”.

Lo stesso tipo di approccio venne utilizzato da Myers et al., (2000), per la definizione di

hotspots, termine che indica aree caratterizzate da un’eccezionale concentrazione di

3

Page 4: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

specie endemiche a cui però è associata una progressiva perdita dell’habitat: ecco perchè

queste aree sono definite ad 'alta priorità di conservazione'.

Lo stesso bacino del Mediterraneo è il terzo hotspot al mondo per l'abbondanza di piante

endemiche, circa 13.000 specie esclusive, il 4,3% rispetto al numero globale di piante

vascolari (Myers et al., 2000)

1.2 Importanza dei sistemi costieri mediterranei per la conservazione della biodiversità vegetaleLe aree costiere mediterranee sono quelle nelle quali si manifesta in maniera più netta il

macrobioclima mediterraneo caratterizzato da prolungata aridità estiva, con P<2T per

almeno due mesi consecutivi, ma spesso tale condizione permane per un numero di mesi

variabile da 3 a 6. Queste condizioni climatiche estreme, mitigate nelle aree interne

collinari e montane da una quantità progressivamente crescente di precipitazioni estive,

che portano verso varianti climatiche di tipo submeditteraneo, selezionano nelle aree

costiere una componente vegetale estremamente adattata a superare l'aridità estiva,

attraverso numerosi adattamenti morfo-funzionali, tra i quali quello più evidente, ma non

unico, è la sclerofilla.

Le condizioni ambientali pressanti hanno favorito la specializzazione di linee evolutive

specifiche e guidato quindi fenomeni di specializzazione in seguito ai quali si sono isolate

vere e proprie specie esclusive di aree ristrette (endemismi). Oltre alla presenza massiccia

di endemismi, dovuta all'alto grado di adattamento delle specie vegetali presenti, gli

ambienti costieri mediterranei presentano un'ulteriore caratteristica, legata alla presenza di

ambienti particolari quali dune, coste rocciose e sistemi salati.

Le dune rappresentano un habitat fondamentale per la conservazione della biodiversità, in

quanto ospitano specie e comunità specializzate a vivere in condizioni ecologiche

estreme. Le specie psammofile si sono adattate ad ambienti ricchi di sale, talvolta soggetti

alla sommersione, e contribuiscono alla stabilizzazione della duna, trattenendo la sabbia e

contrastando l’azione erosiva dei venti e dei marosi. Il numero medio di specie che

compongono le comunità vegetali tende ad aumentare dalla linea di battigia verso

l’interno, con il massimo nei ginepreti e nelle macchie retrodunali. Gli endemismi sono

presenti solo sulle dune embrionali, bianche e grigie e talora raggiungono percentuali

importanti nelle garighe psammofile che si stabiliscono sulle dune grigie.

4

Page 5: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

Anche nelle coste rocciose le specie e le comunità che vivono in questi ambienti si sono

adattate a condizioni estreme, come l'assenza di suolo, che rappresenta per le piante un

fattore limitante, e l'elevata salinità portata dal vento, che rappresenta un fattore di stress.

Le pareti rocciose esposte al mare (falesie) hanno un ruolo importante per la

conservazione della biodiversità e uno dei fattori che incide maggiormente è la

micromorfologia, ossia l’alternanza di pareti, spaccature e microterrazzi, caratterizzati da

diverse quantità di suolo e acqua, ivi si formeranno microhabitat con diversi fattori abiotici

e conseguentemente diversa biocenosi.

1.3 Ruolo delle comunità arbustive sclerofilliche nella successione secondaria in ambiente mediterraneoI sistemi ecologici possono essere considerati come un mosaico di patches che

differiscono in fasi successionali e dinamiche fra loro, a differenti scale di livelli gerarchici

(Wu & Loucks, 1995), nelle quali le comunità arbustive interagiscono dinamicamente con

comunità erbacee e forestali. La patchiness osservata nasce da variazioni strutturali di uno

stesso ecosistema forestale potenziale, ragion per cui la gestione e la conservazione della

biodiversità non devono essere attuate solo a livello di singola specie, bensì considerando

il livello ecosistemico e di paesaggio (Odum, 1992). Pertanto conoscere i processi che

generano e mantengono la biodiversità in un ecosistema è indispensabile per gestire il

territorio garantendo la biodiversità e la stabilità dell'ecosistema.

Le attività umane possono influire sulla struttura e sulla ricchezza specifica delle comunità

vegetali, ed in particolar modo sulle comunità secondarie quali quelle arbustive, in maniera

anche pesante, con una frequenza e un'intensità tali (come l'uso del fuoco) da bloccare in

maniera permanente le dinamiche successionali e non permettere di apprezzare l’effetto

del clima e del substrato sulla distribuzione delle specie e delle comunità (Bond et al.,

2003).

Lo studio delle comunità arbustive è fondamentale per la gestione della biodiversità poiché

questa risulta massima in ecosistemi sottoposti a disturbi di moderata entità (Ricketts,

2001), in quanto il disturbo permette a una varietà di habitats di coesistere (McDonnel &

Pickett, 1993).

Le comunità arbustive si collocano in posizione intermedia tra le comunità erbacee e

quelle forestali, rappresentando un ruolo chiave nelle successioni. Dal punto di vista

5

Page 6: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

strutturale rappresentano ecotoni o ecoclini ad alta diversità specifica (Hansen et al.,

1988). In una situazione di continuo disturbo (antropico o naturale), dal punto di vista

dinamico le comunità arbustive rappresentano la vegetazione seminaturale più vicina alla

vegetazione naturale potenziale (VNP) ed esprimono importanti capacità di recupero in

seguito all’abbandono di superfici pascolive o coltivate o in seguito al passaggio del fuoco.

In un hotspot come quello del Bacino del Mediterraneo, le comunità arbustive

rappresentano un'elevata fonte di biodiversità, essendo stadi successionali dinamici,

conseguenti a disturbi antropici o naturali della vegetazione forestale. Attualmente

occupano ampie superfici, sia per il recupero postcolturale in seguito all’abbandono delle

pratiche agro-silvo-pastorali, sia per il recupero post-incendio da parte della vegetazione

naturale (Biondi & Taffetani, 1999).

In Sardegna le comunità prevalenti si trovano nelle fasi regressive, a costituire la "macchia

mediterranea", la cui uniformità fisionomica è in realtà sede di notevoli potenzialità in

termini di diversità biologica (Farris et al., 2007).

6

Page 7: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

2. ObiettiviDalle ricerche bibliografiche preliminari svolte nel periodo iniziale di Tirocinio, ci si è subito

resi conto della eterogeneità di informazioni riguardanti la distribuzione, composizione e

biodiversità degli arbusteti sempreverdi del Mediterraneo centrale, per i quali manca una

sintesi generale, mentre invece esistono approfondimenti o per aree geografiche come La

Nurra (Biondi et al., 2001), la Sardegna nord-occidentale (Farris et al., 2007), la Spagna

(Rivas-Martìnez et al., 2002), o sintesi per gruppi fisionomici come i ginepreti (Caldarella et

al., 2012).

Pertanto in questo Tirocinio si è perseguito l’obiettivo generale di impostare una sintesi

delle comunità arbustive sempreverdi della classe Quercetea ilicis riferite all’ordine

Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo centrale.

Gli obiettivi specifici sono stati i seguenti:

1) effettuare una accurata ricerca bibliografica sulle pubblicazioni specifiche

riguardanti le comunità arbustive sempreverdi dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel

Mediterraneo centrale presenti nelle più importanti riviste del settore;

2) realizzare un database floristico-vegetazionale delle comunità arbustive

sempreverdi dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo centrale, che possa

successivamente essere interfacciato con il database nazionale della vegetazione

denominato VegItaly (Landucci et al., 2013);

3) valutare la distribuzione dei tipi biologici delle comunità arbustive sempreverdi

dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo centrale e le differenze tra

regioni amministrative;

4) valutare la distribuzione dei tipi corologici delle comunità arbustive sempreverdi

dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo centrale e le differenze tra

regioni amministrative;

5) valutare la diversità delle comunità arbustive sempreverdi dell’ordine Pistacio-

Rhamnetalia nel Mediterraneo centrale e le differenze tra regioni amministrative;

6) realizzare uno schema sintassonomico delle comunità arbustive sempreverdi

dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo centrale.

7

Page 8: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

3. MATERIALI E METODI3.1. Area di studio (Mediterraneo centrale)Per quanto riguarda l'area di studio ci si è concentrati sull’area del Mediterraneo Centrale,

in base alle tabelle riguardanti l’ordine Pistacio-Rhamnetalia pubblicate sulle riviste “Plant

Sociology” (già “Fitosociologia”) e “Braun-Blanquetia”.

Si tratta di un’area in cui sono presenti due macrobioclimi (Temperato e Mediterraneo),

con tre bioclimi: Mediterraneo Pluvistagionale Oceanico (Isole, Italia meridionale e aree

costiere dell’Italia centrale); Temperato Submediterraneo (aree montuose delle isole, aree

collinari dell’Italia centrale, talvolta sporadicamente in aree costiere dell’Italia

settentrionale); Temperato Oceanico (aree montuose dell’Italia centrale, aree collinari e

montuose, talora pianeggianti interne dell’Italia settentrionale). Le comunità di cui ci

occupiamo sono frequenti nelle aree a bioclima Mediterraneo pluvistagionale oceanico,

mentre risultano sporadiche nelle aree a bioclima Temperato Submediterraneo (soprattutto

ericeti dell’alleanza Ericion arboreae) e sono infine assenti dalle aree a bioclima

Temperato Oceanico.

3.2. Ricerca bibliograficaPer la ricerca bibliografica è stata effettuata l’analisi delle riviste: Plant Sociology (già

“Fitosociologia”) andando a ritroso dall'ultimo numero pubblicato nel 2012 fino al 2001;

una pubblicazione è stata acquisita dalla rivista “Braun-Blanquetia” (Biondi & Géhu,

1994).. I lavori pubblicati su Plant Sociology (già “Fitosociologia”) nei quali sono stati

ritrovati rilievi fitosociologici riferiti al l’ordine Pistacio-Rhamnetalia sono stati i seguenti:

Biondi et al. (2001), Biondi et al. (2002), Bacchetta et al. (2003), Biondi et al. (2004),

Biondi & Bagella (2005), Cartei et al. (2006), Farris et al. (2007), Gianguzzi & La Mantia

(2008), Biondi & Guerra (2008), Bacchetta et al. (2009), Caldarella et al. (2012). Lo studio

è stato quindi ristretto alle sole regioni Sardegna con 49 tabelle, Corsica con 5 tabelle,

Puglia con 5 tabelle, Sicilia con 4 tabelle e Isola d’Elba con 5 tabelle per un totale di 68

tabelle suddivise in 5 regioni.

3.3. Implementazione database floristico-vegetazionale

8

Page 9: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

L’implementazione è stata effettuata dapprima trascrivendo su un database Excel i dati dei

rilievi effettuati mediante la metodologia fitosociologica (Braun-Blanquet, 1965) pubblicati

sulle riviste sopracitate. I dati pubblicati in alcuni lavori di sintesi erano già forniti in

partenza come tabelle sinottiche Caldarella et al. (2012).

Si è cercato in ogni articolo consultato, se nello schema sintassonomico ci fossero delle

comunità riferite all’ordine Pistacio-Rhamnetalia. Una volta appurata la presenza di tabelle

riguardanti l'ordine in questione si è svolto un lavoro di conversione di ogni tabella in una

colonna riassuntiva nel foglio Excel, secondo tre passaggi: 1) calcolo delle medie dei dati

stazionali dei rilievi presi in questione, come: altezza del rilievo (m s.l.m.), esposizione,

altezza della vegetazione (cm), pendenza (%), grandezza dell'area studiata (mq),

ricoprimento vegetazionale del rilievo e tipo di suolo; 2) successivamente è stata

implementata la parte riguardante il nome delle specie trovate nelle tabelle; 3) per ogni

colonna (tabella) è stato riportato il numero totale di rilievi effettuati e per ogni specie il

numero dei rilievi nei quali la specie era presente.

3.4. Omogenizzazione dei datiL’omogeneizzazione dei dati è stata effettuata in quattro fasi: 1) omogeneizzazione

nomenclaturale, cioè il riportare in una tabella definitiva tutti i nomi, spettri corologici e

spettri biologici definitivi conosciuti ad oggi. Infatti col passare degli anni molte specie

hanno cambiato nome mentre altre sono state incorporate in altre specie diventando sub-

specie, e quindi creando una discrepanza nei dati floristici rinvenuti nei rilievi. In questa

fase del lavoro è stata usata la “Check-list della Flora Vascolare Italiana” (Conti et al.,

2005) per rendere omogenei e definitivi tutti i nomi dei taxa specifici e subspecifici

rinvenuti; 2) successivamente i valori di presenza per ogni specie sono stati convertiti in

percentuali di frequenza della specie sul numero dei rilievi della tabella in esame; 3) poi le

percentuali sono state convertite secondo la scala di Braun-Blanquet (1965) in valori da

«.» a «5»; 4) infine si è lavorato sulla conversione dei valori dalla scala alfanumerica di

Braun-Blanquet alla scala numerica di Van Der Maarel (1979) per poter poi passare

all'elaborazione dei dati.

9

Page 10: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

3.5. Elaborazione degli spettri generali e regionali3.5.1. Spettri biologici

Una volta riordinati tutti i dati e resi definitivi in scala esclusivamente numerica si è lavorato

sull'elaborazione di essi ordinando tutte le specie secondo gli spettri biologici per ottenere

la percentuale sul totale. Successivamente è stato fatto lo stesso lavoro per quanto

riguarda ogni singola regione amministrativa, per avere un quadro più specifico. I tipi

biologici riscontrati sono stati: camefite, geofite, emicriptofite, fanerofite, nanofanerofite,

terofite.

3.3.2. Spettri corologici

Lo stesso lavoro effettuato per gli spettri biologici è stato fatto per gli spettri corologici,

raggruppando tutte le specie in base al loro corotipo e facendo una percentuale sia sul

totale che sullo specifico nelle diverse regioni.

Avendo trovato molti corotipi, successivamente si è fatto un lavoro di accorpamento in

corotipi più ampi per facilitare la comprensione e visualizzazione dei risultati ottenuti.

I principali corotipi trovati sono: avventizie, circumboreale, cosmopolita, endemico,

euroasiatico, eurimediterraneo, europeo, mediterraneo, paleotemperato,

stenomediterraneo, subcosmopolita, subtropicale e nd.

3.6. Elaborazione degli indici di diversità nazionale e regionaliLa fase successiva del lavoro è stata l’elaborazione degli indici di diversità sia a livello

generale che regionale usando la formula di Shannon e Weaver (1949): H’ = Σ –(Pi x LnPi)

dove Pi è uguale a n/N cioè la somma di tutti i valori della scala di Van Der Maarel della

stessa specie (n) diviso il totale di tutte le somme di tutte le specie esistenti nella tabella

(N). Con questa elaborazione abbiamo ottenuto degli indici che ci dicono il livello di

biodiversità in generale e nello specifico delle regioni per quanto riguarda le comunità

arbustive sempreverdi dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia.

3.7. Elaborazione dello schema sintassonomico generaleL'elaborazione dello schema sintassonomico generale è stata effettuata andando a

rivedere sempre dalla rivista Plant Sociology (già “Fitosociologia”) l’inquadramento

sintassonomico delle singole tabelle riportate poi nel foglio Excel. Avendo riscontrato

10

Page 11: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

discrepanze nell'attribuzione di alcune associazioni a determinate unità superiori a

seconda degli autori, si è scelto di usare come riferimento la pubblicazione più recente

esaminata (Caldarella et al. 2012). Questo ha permesso di ottenere un quadro

sintassonomico generale delle varie associazioni trovate durante tutto il lavoro di tirocinio.

11

Page 12: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

4. RISULTATI4.1. Database floristico-vegetazionaleÈ stato realizzato un database Excel floristico-vegetazionale organizzato su 68 colonne

(tabelle) x 325 righe (taxa, qui intesi come specie e subspecie). Le 10 specie più

abbondanti nelle comunità arbustive sempreverdi dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel

Mediterraneo centrale sono: Pistacia lentiscus L., Asparagus acutifolius L., Juniperus

phoenicea L. subsp. turbinata (Guss.) Nyman, Smilax aspera L., Olea europaea L.,

Prasium majus L., Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus, Arisarum vulgare Targ. Tozz.,

Phillyrea angustifolia L., Brachypodium retusum (Pers.) P. Beauv.

Sul totale delle 68 tabelle inserite nel database, 49 provengono dalla Sardegna, 5 dalla

Corsica, 5 dalla Puglia, 4 dalla Sicilia e 5 dall’Isola d’Elba (Fig. 4.1.1).

Fig. 4.1.1 – Tabelle per regione.

4.2. Spettri biologici

12

Page 13: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

Le comunità arbustive sempreverdi dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo

centrale sono senza dubbio comunità fanerofitiche: le fanerofite costituiscono infatti il

42,4% come rivela lo spettro biologico realizzato sulle coperture (Fig. 4.2.1). Inoltre è

ragguardevole che le P + NP raggiungano il 59,7% del totale. Delle altre forme biologiche

geofite, emicriptofite e camefite stanno tra il 10% e il 15%, mentre le terofite non

raggiungono il 3%.

Le differenze tra regioni sono notevoli: è ragguardevole soprattutto il dato delle fanerofite,

che in Sicilia raggiungono a stento il 24% mentre in Corsica superano il 52%. All’opposto

troviamo le camefite che in Corsica raggiungono solo il 3,4% mentre in Sicilia arrivano al

14,8%. Anche le emicriptofite hanno un minimo in Corsica (7%) e Sardegna (9%) e invece

superano il 20% in Sicilia e Isola d’Elba. Stesso trend hanno le terofite con 0% in Corsica

e 0,4% in Sardegna, mentre in Puglia superano il 10%. Altri gruppi presentano variazioni

meno marcate, come le geofite e le nanofanerofite.

0

10

20

30

40

50

60

Ch G H NP P T

%

MED CENT SAR SIC PUG ISO COR

Fig. 4.2.1 – Spettro biologico calcolato sulle coperture (%) delle comunità arbustive

sempreverdi dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo centrale.

4.3. Spettri corologiciL’analisi degli spettri corologici (Fig. 4.3.1) rivela invece una maggiore uniformità tra le

aree geografiche indagate. Come prima cosa emerge chiaramente che le comunità

sempreverdi dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo centrale sono tipicamente

13

Page 14: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

stenomediterranee con una percentuale, riferita all’area vasta, poco inferiore al 70% e con

variazioni dal 58,1% della Puglia al 74,2% della Sardegna. Il secondo gruppo per

abbondanza è quello delle eurimediterranee con una media del 16,5% (dal 12,2% della

Sicilia al 22,4% dell’Isola d’Elba). È importante notare che la componente mediterranea

totale (steno + euri + medit) raggiunge sull’area vasta l’89,5% quindi le altre componenti

sono veramente minoritarie: sono degni di nota il 4,8% di endemiche in Sicilia, il 5,8% di

europee in Puglia, il 6,5% di subtropicali in Corsica.

0

10

20

30

40

50

60

70

80

%

MED CENT SAR SIC PUG ISO COR

Fig. 4.3.1 – Spettro corologico calcolato sulle coperture (%) delle comunità arbustive

sempreverdi dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo centrale.

4.4. Indici di diversitàL'analisi degli indici di diversità H’ generale e regionale (Fig. 4.4.1) ha evidenziato come il

valore di H’ generale è di 4,7; H’ della Sardegna di 4,2; H’ della Sicilia di 4,5; H’ della

Puglia di 4,6; H’ dell’Isola d’Elba di 4,3 e H’ della Corsica di 3,7. In base ai dati ottenuti

possiamo dedurre che la Puglia abbia un maggiore indice di diversità rispetto alle altre

regioni, e si avvicina molto ai valori dell'indice di diversità generale. Solo la Corsica non

raggiunge il valore di 4.

14

Page 15: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

0

1

2

3

4

5

MED CENT SAR SIC PUG ISO COR

H'

Fig 4.4.1 – Indice di diversità H’ generale e confronto tra regioni.

15

Page 16: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

4.5. Schema sintassonomico generaleLe comunità arbustive sempreverdi dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nel Mediterraneo

centrale sono riferite sempre alla classe Quercetea ilicis e all’ordine Pistacio-Rhamnetalia.

Nell’ambito di quest’ordine, sono riconoscibili 4 alleanze: Juniperion turbinatae con 11

associazioni, Ericion arboreae con 4 associazioni, Oleo-Ceratonion con 27 associazioni e

Periplocion angustifoliae con 1 associazione.

QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Rivas-Martinez 1975

Juniperion turbinatae Rivas-Martinez 1975 corr. 1987Anthyllido barbae-jovis-Juniperetum turbinatae Cartei, Dell'Olmo, Foggi, Menicagli, Pignotti, Signorini & Viciani 2006Asparago acutifolii-Anthyllidetum barbae-jovis Géhu et alii 1992, race à Clematis cirrhosaAsparago acutifolii-Juniperetum macrocarpae R. & R. Molinier 1955 ex O. Bolòs 1962

juniperetosum turbinatae Géhu & Biondi 1994Asparago albi-Juniperetum turbinatae Rivas-Martinez, Biondi, Costa & Mossa 2003Chamaeropo-Juniperetum turbinatae De Marco, Dinelli & Caneva 1985 corr. Biondi,

Filigheddu & Farris 2001arbutetosum unedonis Biondi, Filigheddu & Farris 2001anthyllidetosum barbae-jovis Biondi, Filigheddu & Farris 2001

Erico arboreae-Juniperetum turbinatae De Marco, Dinelli & Caneva 1985Euphorbio characiae-Juniperetum turbinatae Biondi, Filigheddu & Farris 2001Junipero macrocarpae-Euphorbietum dendroidis Biondi & Gèhu 1994

tametosum smilacinae Biondi & Gèhu 1994 Junipero turbinatae-Quercetum calliprini Bartolo, Brullo & Marcenò 1982Oleo sylvestris-Juniperetum turbinatae Arrigoni, Bruno, De Marco, & Veri 1985 in De Marco, Dinelli & Caneva 1985 corr. 1992

euphorbietosum dendroidis De Marco, Dinelli & Caneva 1985 helichrysetosum tyrrhenici De Marco, Dinelli & Caneva 1985juniperetosum macrocarpae De Marco, Dinelli & Caneva 1985quercetosum ilicis De Marco, Dinelli & Caneva 1985loniceretosum implexae Bacchetta, Bagella, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2003

Phillyreo angustifoliae-Juniperetum turbinatae Arrigoni, Nardi & Raffaelli 1985 corr. Bartolo et al. (1989) 1992Rusco aculeati-Quercetum calliprini Mossa 1990

Ericion arboreae (Rivas-Martinez ex Rivas-Martinez, Costa & Izco 1986) Rivas-Martinez 1987Ericetum scopario-arboreae Matteo 1983Erico arboreae-Arbutetum unedonis Molinier 1937

cistetosum monspeliensis Foggi in Foggi & Grigioni 1999phillyreetosum latifoliae (Allier & Lacoste 1980) Foggi & Grigioni 1999ilicetosum aquifolii Farris, Secchi & Filigheddu 2007

Genisto desoleanae-Ericetum arboreae Farris, Secchi & Filigheddu 2007Pistacio lentisci-Calicotometum villosae Biondi, Filigheddu & Farris 2001

rosmarinetosum officinalis Biondi & Bagella 2005phillyreetosum angustifoliae Biondi & Bagella 2005cistetosum monspeliensis subass. Cartei, Dell'Olmo, Foggi, Menicagli, Pignotti, Signorini & Viciani

Oleo sylvestris-Ceratonion siliquae Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau em. Rivas-Martinez 1975Ampelodesmo mauritanici-Juniperetum turbinatae Caldarella, Cusimano, Cuttonaro, Gianguzzi, Ilardi & Romano 2012

myrtetosum communis Caldarella, Cusimano, Cuttonaro, Gianguzzi, Ilardi & Romano 2012cistetosum cretici Caldarella, Cusimano, Cuttonaro, Gianguzzi, lardi & Romano 2012

Asparago albi-Euphorbietum dendroidis Biondi & Mossa 1992Asparago albi-Oleetum sylvestris Bacchetta, Bagella, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2003Asparago acutifolii-Oleetum sylvestris Bacchetta, Bagella, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2003

loniceretosum implexae Caldarella, Cusimano, Cuttonaro, Gianguzzi, Ilardi & Romano 2012anagyrietosum foetidae Bacchetta, Bagella, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2003

16

Page 17: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

Calicotomo infestae-Juniperetum turbinatae Brullo, Gianguzzi, La Mantia & Siracusa 2009phlomidetosum fruticosae Caldarella, Cusimano, Cuttonaro, Gianguzzi, Ilardi & Romano 2012

Calicotomo-Myrtetum Guinochet in Guinochet & Drouineau 1944 em. O. Bolòs 1962myrtetosum communis O. Bolòs 1962chamaeropetosum humilis O. Bolòs 1962

Chamaeropo humilis-Quercetum calliprini Brullo & Marcenò 1985Clematido cirrhosae-Pistacietum lentisci Gamisans et Muracciole 1985 corr.

quercetosum ilicis Gamisans 1991Coronillo emeroidis-Euphorbietum dendroidis Géhu & Biondi 1997

coronilletosum valentinae Biondi & Guerra 2008Coronillo emeroidis-Pistacietum lentisci Biondi & Guerra 2008Coronillo valentinae-Juniperetum turbinatae Biondi & Guerra 2008Crataego monogynae-Pistacietum lentisci Biondi, Filigheddu & Farris 2001Cyclamino hederifolii-Pinetum halepensis Biondi, Casavecchia, Guerra, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2004Cyclamino repandi-Paliuretum spinae-christi Biondi 1999Ephedro fragilis-Pistacietum lentisci Biondi, Bruciapaglia, Farris, Filigheddu & Secchi 2004Erico-Pinetum halepensis De Marco & Caneva 1984Oleo sylvestris-Calicotometum infestae Biondi & Guerra 2008Pistacio lentisci-Calicotometum villosae Biondi, Filigheddu & Farris 2001

euphorbietosum dendroidis Farris, Secchi & Filigheddu 2007Pistacio lentisci-Chamaeropetum humilis Brullo & Marcenò 1984

phillyreetosum angustifoliae Biondi, Filigheddu & Farris 2001calicotometosum villosae Biondi, Filigheddu & Farris 2001

Pistacio lentisci-Juniperetum oxycedri Camarda, Lucchese, E. Pignatti & S. Pignatti 1995Pistacio-Pinetum halepensis De Marco, Veri & Caneva 1984Pyro amygdaliformis-Calicotometum infestae Gianguzzi, La Mantia 2008Rhamno alaterni-Euphorbietum dendroidis (Trinajstic 1973) Géhu & Biondi 1997

euphorbietosum bivonae Gianguzzi, Ilardi & Raimondo 1996Rhamno alaterni-Spartietum juncei Biondi, Farris & Filigheddu 2002

crataegetosum monogynae Biondi, Farris & Filigheddu 2002Rubo ulmifolii-Myrtetum communis Biondi & Bagella 2005Teucrio fruticantis-Juniperetum turbinatae Arrigoni, Nardi & Raffaelli 1985Thymo capitati-Pinetum halepensis De Marco & Caneva 1984

thymetosum striati Bartolo, Brullo, Minissale & Spampinato 1985Periplocion angustifoliae Rivas-Martinez 1975

Periploco angustifoliae-Juniperetum turbinatae Bartolo, Brullo, Minissale & Spampinato 1988brassicetosum insularis Gianguzzi 1994

17

Page 18: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

5. Discussione e conclusioniI dati qui presentati costituiscono un primo contributo verso la revisione dell’ordine

Pistacio-Rhamnetalia nell’area mediterranea centrale. Data infatti l’importanza ecologica

sia degli arbusteti per la ricostituzione forestale (successione secondaria), sia dei boschi

termofili quali tipi di vegetazione potenziale in aree a clima termomediterraneo, si rende

necessario procedere ad un approfondimento delle conoscenze sia ecologiche sia

biogeografiche di queste comunità.

Il lavoro è certamente impegnativo, per diversi motivi: 1) il reperimento del materiale:

esistono certamente numerosi altri lavori pubblicati su altre riviste sulle quali non è stato

possibile effettuare ricerche bibliografiche per via del tempo limitato; 2) il diverso peso dato

alle specie erbacee, perenni e annuali, nei vari metodi di rilevamento usati dai diversi

autori; 3) la sequenza temporale di pubblicazione (inutile andare troppo a ritroso); 4) la

diversa ecologia tra comunità secondarie (arbusteti, macchia) e quelle potenziali

(soprattutto ginepreti e olivastreti, ma anche pinete termofile e coccifereti) che

probabilmente andrebbero separate in alleanze distinte.

Per questi motivi in questa sede si è effettuata una trattazione acritica delle associazioni

prese in considerazione, specialmente per quanto riguarda l’inquadramento

sintassonomico: risulta infatti, ad esempio per i ginepreti, che siano stati pubblicati

inquadramenti sensibilmente diversi tra loro (cfr. Caldarella et al., 2012 vs. Bacchetta et

al., 2009), che tuttavia non sembrano risolutivi in mancanza di un’analisi quantitativa

adeguata che tenga conto di un approccio multivariato e del peso di comunità differenti,

come quelle qui prese in considerazione.

Tuttavia, nonostante la mole ancora limitata di dati ed un’analisi solo qualitativa, già con le

68 associazioni qui analizzate è possibile effettuare alcune considerazioni: 1) le comunità

dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia nell’area esaminata sono caratterizzate da una forte

componente stenomediterranea e subordinatamente eurimediterranea, mentre gli altri

gruppi geografici sono nettamente meno rappresentati, se non trascurabili; 2) la

composizione per gruppi funzionali è invece molto eterogenea, e mentre in alcune aree

prevalgono nettamente le specie legnose, in altre le componenti erbacee hanno valori

certamente non trascurabili. A tal proposito sembra esistere un gradiente est-ovest e nord

sud, che però potrà essere messo in evidenza con analisi statistiche successive; 3) queste

comunità esprimono una diversità elevata, che tende a diminuire con la latitudine e con

l’altitudine, quindi nelle aree costiere e francamente mediterranee si raggiungono i valori di

diversità maggiori. Questo dato stride notevolmente con la scarsità di esempi ben

18

Page 19: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

conservati di comunità forestali termofile dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia in vaste aree

mediterranee, a causa soprattutto degli incendi ripetuti che hanno favorito invece le

comunità arbustive dello stesso ordine.

Concludo questo lavoro con l’auspicio che possa rappresentare una base conoscitiva utile

per la gestione e conservazione del patrimonio forestale delle aree costiere mediterranee,

che possono ancora vantare numerosi monumenti verdi quali ginepri e olivastri millenari,

distese di macchia mediterranea e arbusteti ricchi di frutti carnosi utilissimi per foraggiare

l’avifauna svernante. Per questi motivi ed altri ancora ci si augura che, anziché essere

banalmente liquidate solo come “macchia mediterranea”, queste comunità possano essere

comprese, gestite e conservate in tutta la loro diversità e ricchezza, che questo lavoro ha

contribuito a mettere in evidenza.

19

Page 20: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

6. Ringraziamenti

Grazie al professor Farris, per la sua estrema disponibilità, pazienza e fiducia. E per

avermi fatto rivalutare il rapporto studenti/professori.

Alla mia splendida e numerosa famiglia, che mi ha permesso di intraprendere questo

percorso con sostegno economico e morale e incoraggiamenti costanti. In particolare a

mia madre, mio padre, il mio onnipresente fratello Marco, mia figlioccia Marta, mia cugina

Chiara, mia zia Vittoria e citerei anche gli altri ma siete davvero troppi.

A Claudia per l'aiuto, l'affetto e la pazienza infinita nel sopportarmi specie in quest'ultimo

periodo.

Agli amici migliori che si possa desiderare che non hanno mai smesso di credere in me

per non avermi abbandonato nonostante la mia scarsa presenza di questi ultimi anni. In

particolare Alessandro (prima e ultima volta che ti chiamerò così) e Ignazio (ti ho fatto

aspettare parecchio più di quanto avessimo previsto ma ci siamo).

Ai miei colleghi Marco, Alessio S., Alessio M., Valeria, Federica, Claudia, Myriam, Simona

e Arianna per aver reso questi anni di studio un ricordo pieno di risate.

E infine, per quanto possa sembrare strano, ai miei animali. I compagni di vita che ogni

giorno mi ricordano che c'è sempre un buon motivo per studiare e impegnarsi per

proteggere la natura.

20

Page 21: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

7. BibliografiaBacchetta G., Bagella S., Biondi E., Farris E., Filigheddu R., Mossa L., 2003. Su alcune

formazioni a Olea europaea L. var. sylvestris Brot. della Sardegna. Fitosociologia, 40 (1): 49-53.

Bacchetta G., Bagella S., Biondi E., Farris E., Filigheddu R., Mossa L., 2009. Vegetazione forestale e serie di vegetazione della Sardegna (con rappresentazione cartografica alla scala 1:350.000). Fitosociologia, 46 (1), Suppl. 1: 3-82.

Biondi E., Bagella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna nord-orientale). Fitosociologia, 42 (2), Suppl. 1: 3-99.

Biondi E., Brugiapaglia E., Farris E., Filigheddu R., Secchi Z., 2004. Halophilous vegetation of Olbia pond system (NE-Sardinia). Fitosociologia, 41 (1), Suppl. 1: 125-141.

Biondi E., Farris E., Filigheddu R., 2002. Su alcuni aspetti di vegetazione arbustiva mesoigrofila della Sardegna nord-occidentale. Fitosociologia, 39 (1), Suppl. 2: 121-128.

Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia, 38 (2), Suppl. 2: 3-105.

Biondi E., Géhu J.M., 1994. Végétation du littoral de la Corse essai de synthèse phytoso-ciologique. Braun-Blanquetia, 13: 3-148.

Biondi E., Guerra V., 2008. Vegetazione e paesaggio vegetale delle gravine dell'arco jonico. Fitosociologia, 45 (1), Suppl. 1: 57-125.

Biondi E., Taffetani F., 1999. I modelli integrati del paesaggio vegetale nella scelta degli interventi sui terreni abbandonati. In: Atti del seminario “La destinazione forestale dei terreni agricoli”: 25-28.

Bond W.J., Midgley G.F., Woodward F.I., 2003. The importance of low atmospheric CO2

and fire in promoting the spread of grasslands and savannas. Global Change Biology, 9: 973-982.

Braun-Blanquet J., 1965. Plant Sociology. The study of plant community. Hafner Publishing Company, New York and London. 439 pp.

Caldarella O., Cusimano D., Cuttonaro P., Gianguzzi L., Ilardi V., Romano S., 2012. Phytosociological characterization of the Juniperus phoenicea L. subsp. turbinata (Guss.) Nyman. Plant Sociology 49(2): 3-28.

Cartei L., Dell'Olmo L., Foggi B., Menicagli E., Pignotti L., Signorini M. A., Viciani D., 2006. Il paesaggio vegetale dell'Isola D'Elba (Arcipelago Toscano) Studio di fitosociologia e cartografico. Fitosociologia, 43 (1), Suppl. 1: 3-93.

Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (eds.), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora. Palombi Editori, Roma. 420 pp.

Farris E., Secchi Z., Filigheddu R., 2007. Phytosociological study of the shrub and pre-forest communities of the effusive substrata of NW Sardinia. Fitosociologia, 44(2): 55-81.

Gianguzzi L., La Mantia A., 2008. Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale “Monte Cofano” (Sicilia occidentale). Fitosociologia, 45 (1), Suppl. 1: 3-55.

Hansen J., Fung I., Lacis A., Lebedeff F., Rind D., Ruedy R., Russel G., 1988. Global climate changes as forecast by Goddard Institute for space studies three-dimensional model. Journal of Geophysical Research, 93 (D8): 9341-9364.

Landucci F., Acosta A.T.R., Agrillo E., Attorre F., Biondi E., Cambria V.E., Chiarucci A., Del Vico E., De Sanctis M., Facioni L., Geri F., Gigante D., Guarino R., Landi S., Lucarini D., Panfili E., Pesaresi S., Prisco I., Rosati L., Spada F., Venanzoni R., 2013. VegItaly: the

21

Page 22: Implementazione e gestione di database vegetazionali a supporto della conservazione della biodiversità gli arbusteti sclerofillici dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia

Italian collaborative project for a national vegetation database. Plant Biosystems, 147: 259.

McDonnel M.J., Pickett S.T., 1993. Humans as components of ecosystems: the ecology of subtle human effects and populated areas. Springer-Verlag, 364.

Myers N., Mittermeier R.A., Mittermeier C.G., da Fonseca G.A.B., Kents J., 2000. Biod-iversity hotspots for conservation priorities. Nature, 403: 853-858.

Odum H.T., 1992. Enviromental Generalist. Acta Cientifica, 6 (1-3): 159-164. Rivas-Martìnez S., Diaz T. E., Fernandez-Gonzales F., Izco J., Loidi J., Lousa M., Penas

A., 2002. Vascular plant communities of Spain and Portugal. Addenda to the syntaxonomical checklist of 2001. Itinera Geobotanica, 15: pp. 922.

Van der Maarel E., 1979. Transformation of cover-abundance values in phytosociology and its effects on community similarity. Vegetatio, 39: 97-114.

Wilson O.E., 1992. The Diverisity of Life. Harvard University Press, Cambridge, MA. pp. 464.

Wu J., Loucks O.L., 1995. From balance of nature to hierarchical patch dynamics: a paradigm shift in ecology. Quarterly Review of Biology, 70: 439–466.

22