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NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 20 gennaio 2019 LA DOMENICA DEL PAPA IN MEZZO AL POPOLO DI F ABIO ZAVATTARO l popolo era in attesa. Si apriva con queste parole il Vangelo di Luca della scorsa domenica, festa del battesimo del Signore. L’attesa che si compiano le promesse dei profeti, quelle ricordate, ad esempio, nel brano di Isaia. L’attesa di colui che avrebbe battezzato non semplicemente con l’acqua, come afferma Giovanni Battista, ma «in Spirito Santo e fuoco». L’evangelista ci ha proposto una prima immagine – il popolo in attesa – cui è seguita quella di Gesù confuso tra il suo popolo, sulle rive del fiume, in quel luogo, a Betania oltre il Giordano, a circa cinque chilometri del mar Morto. Luogo che solo nel 1994 è stato identificato come il probabile sito del battesimo. Dopo i Vangeli dell’infanzia, lo troviamo, dunque, in fila insieme agli altri uomini e donne, confuso tra i peccatori, insieme ai quali si è sottoposto al rito di penitenza e purificazione. È il primo atto di Gesù uomo maturo, la sua prima apparizione pubblica, dopo il tempo del nascondimento, anni nei quali ha vissuto una esistenza ordinaria, di figlio accanto ai genitori. «Gesù è in mezzo al popolo» per ricevere il battesimo, ha affermato Papa Francesco all’Angelus, nella domenica in cui, nella Cappella Sistina, ha battezzato 27 neonati. Non sfondo della scena, ma «componente essenziale dell’evento. Prima di immergersi nell’acqua, Gesù si è “immerge” nella folla, si è unito ad essa assumendo pienamente la condizione umana, condividendo tutto, eccetto il peccato». Questa, per il Papa, è una epifania, perché Gesù «si è fatto carne proprio per prendere su di sé e togliere il peccato del mondo: prendere le nostre miserie, la nostra condizione umana», manifestando così «la logica e il senso della sua missione». Il primo gesto del Messia, l’atteso, non è, dunque, un miracolo, un discorso semplice o solenne, ma un camminare in mezzo alla gente e attendere il suo turno per il battesimo, insieme a coloro, peccatori, pubblicani, e probabilmente anche soldati, che si recavano sulle rive del Giordano per ricevere il battesimo da Giovanni Battista. Unendosi al popolo, Gesù «ne condivide anche il desiderio profondo di rinnovamento interiore». E lo Spirito Santo che «discende sopra di lui in forma corporea, come una colomba», ha ricordato anche Francesco, è il segno che con lui «inizia un mondo nuovo, una ‘nuova creazione’ di cui fanno parte tutti coloro che accolgono Cristo nella loro vita». C’è una immagine, nell’affresco dipinto da Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova, che aiuta a comprendere ciò che è avvenuto in quell’ansa del fiume Giordano: Gesù è al centro della scena, nel fiume; si trova in una posizione più bassa rispetto al resto della scena. Giotto sembra quasi dirci che il Cristo è sceso nella depressione del Giordano; è sceso tra gli altri peccatori, si è “abbassato” nell’umiltà, obbedendo al Padre, unendosi a coloro che sono alla ricerca di perdono. Il suo è stato un viaggio «in discesa»: dalla Galilea, dal nord, scende verso il sud, nella depressione del Giordano; scende nelle acque del fiume, che scorre al di sotto del livello del mare, una depressione di circa 400 metri. Scende assieme agli altri peccatori, lui che è senza peccato: ed è proprio in questo cammino di umiltà che il Padre lo indica come suo figlio prediletto, l’amato. Salirà poi a Gerusalemme, dove troverà la morte, un’altra discesa, nell’oscurità del sepolcro, per poi salire di nuovo, ben oltre la città terrena, e raggiungere la Gerusalemme celeste. Luca, nel Vangelo, scriveva anche che Gesù si immerge nella preghiera, «cioè nella comunione col Padre. Il battesimo è l’inizio della vita pubblica di Gesù, della sua missione nel mondo come inviato del Padre per manifestare la sua bontà e il suo amore per gli uomini». La missione della Chiesa come quella di ognuno di noi, ha affermato ancora Papa Francesco all’Angelus, «per essere fedele e fruttuosa, è chiamata ad ‘innestarsi’ su quella di Gesù. Si tratta di rigenerare continuamente nella preghiera l’evangelizzazione e l’apostolato, per rendere una chiara testimonianza cristiana non secondo i progetti umani, ma secondo il piano e lo stile di Dio». I Francesco domenica scorsa all’Angelus: «Il battesimo è l’inizio della vita pubblica di Gesù, della sua missione nel mondo come inviato del Padre per manifestare la sua bontà agli uomini» DI EMANUELA FERRO uest’anno il tema e le modalità della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani sono stati scelti dalle Chiese dell’Indonesia. L’Indonesia è una nazione formata da più di 17.000 isole, dove vivono 1.340 gruppi etnici che parlano più di 740 lingue locali: appare logico, dunque, come in questa realtà sia molto sentita l’esigenza di un’unità nazionale basata sul rispetto delle differenze, sui valori della giustizia, della solidarietà e dell’uguaglianza sociale; e l’esigenza di unità fra cristiani, i quali costituiscono il 12% di una popolazione di circa 265 milioni, in prevalenza musulmani. I cristiani indonesiani delle varie confessioni testimoniano insieme la fede in Gesù con incontri periodici di preghiera comune, con attività di assistenza ai più deboli, con comunicati comuni e prese di posizione pubbliche relativi ai diritti umani, soprattutto al diritto alla libertà religiosa. Il tema scelto per quest’anno dai fedeli Indonesiani è il comandamento divino: «Cercherai la giustizia e solo la giustizia» (Dt. 16,18-20). Un’attenzione particolare sarà prestata agli ultimi della società, alle minoranze e ai migranti e sottolineando le necessità di vivere con sobrietà e rispettare la natura. I temi dei brani biblici scelti quest’anno riguardano: la necessità di un impegno più profondo dei cristiani in favore degli emarginati; l’eliminazione di ogni forma di violenza, anche verbale; l’eliminazione delle disuguaglianze sociali; la necessità di condurre una vita sobria; l’imitazione di Cristo nella predilezione dei poveri; il rispetto della natura e il rispetto per le donne, con la condanna di abusi di ogni tipo, compresa la tratta di esseri umani. Nella diocesi di Pisa si terranno quattro incontri ecumenici di preghiera per l’unità: domenica 20 gennaio alle ore 18 nella chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa in Pisa; lunedì 21 gennaio alle 19 a Barga, martedì 22 gennaio alle 18.30 nella chiesa del Sacro Cuore in Pontedera (villaggio Piaggio) e mercoledì 23 alle 19 nella chiesa del SS. Sacramento di Pietrasanta. Alla preghiera di Pisa parteciperanno S.E. Mons. Benotto, un predicatore della chiesa valdese (il pastore è impegnato in altra diocesi) e il parroco della chiesa Ortodossa rumena. Dopo i momenti di preghiera di Pontedera e Pietrasanta si terranno incontri di formazione ecumenica. Giovedì 21 gennaio sono previsti in Pisa due interventi della professoressa Cristina Simonelli: alle 19.30 nell’Istituto Santa Caterina la lezione «Gli ultimi nella Bibbia» e alle 21 un incontro pubblico sul tema della giustizia e il rispetto delle minoranze. Per chiudere «in bellezza», venerdì 25 gennaio alle ore 21 nella chiesa valdese di via Derna in Pisa si terrà l’incontro «Corridoi umanitari: facciamo il punto», per illustrare questa importante attività umanitaria a chi non la conosce e tenere aggiornate le tante persone che già partecipano a questo progetto anche nella nostra città. Q In preghiera per l’unità dei cristiani Con «Toscana Oggi» il calendario di san Ranieri n allegato a questo numero del settimanale i nostri lettori troveranno il calendario di San Ranieri. Realizzato su progetto grafico di Andrea Lombardi e riproducente le belle immagini concesse dall’Opera della Primaziale Pisana, scattate da Paolo Del Freo e Roberto Pecchioli, è prodotto a colori su carta patinata. All’interno troverete i saluti dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, del correttore della compagnia Giuliano Catarsi e del priore della compagnia di San Ranieri Riccardo Buscemi. Le professoresse Gabriella Garzella e Maria Luisa Ceccarelli Lemut hanno curato i testi illustrativi. Il calendario è stato realizzato grazie al contributo di Comune di Pisa, consiglio regionale della Toscana, Fondazione Pisa, Corpo Guardie di città, Intesa San Paolo, associazione culturale «Il Mosaico», Hotel San Ranieri, Devitalia Telecomunicazioni, Manetti Romano Costruzioni e Rotary E-Club distretto 2071. Nei giorni scorsi la Compagnia di San Ranieri aveva invitato autorità e cittadini nella chiesa della Spina per la festa del sacro voto. Era il 2 gennaio 1777 quando l’alluvione dell’Arno spinse i pisani a fare un solenne voto a san Ranieri: se, grazie alla sua intercessione, Dio avesse risparmiato la città da morte e distruzione, la città avrebbe organizzato una Messa di ringraziamento in perpetuo. Un «voto» che i pisani hanno sciolto per molti anni. E che dal 2012, grazie alla compagnia di San Ranieri, sono tornati a sciogliere. I

In preghiera per l’unità dei cristiani

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Page 1: In preghiera per l’unità dei cristiani

NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileAndrea Fagioli

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

20 gennaio 2019

LA DOMENICA DEL PAPA

IN MEZZO AL POPOLO

DI FABIO ZAVATTARO

l popolo era in attesa. Si apriva con queste parole ilVangelo di Luca della scorsa domenica, festa delbattesimo del Signore. L’attesa che si compiano lepromesse dei profeti, quelle ricordate, ad esempio, nel

brano di Isaia. L’attesa di colui che avrebbe battezzato nonsemplicemente con l’acqua, come afferma GiovanniBattista, ma «in Spirito Santo e fuoco».L’evangelista ci ha proposto una prima immagine – ilpopolo in attesa – cui è seguita quella di Gesù confuso tra ilsuo popolo, sulle rive del fiume, in quel luogo, a Betaniaoltre il Giordano, a circa cinque chilometri del mar Morto.Luogo che solo nel 1994 è stato identificato come ilprobabile sito del battesimo. Dopo i Vangeli dell’infanzia,lo troviamo, dunque, in fila insieme agli altri uomini edonne, confuso tra i peccatori, insieme ai quali si èsottoposto al rito di penitenza e purificazione. È il primoatto di Gesù uomo maturo, la sua prima apparizionepubblica, dopo il tempo del nascondimento, anni nei qualiha vissuto una esistenza ordinaria, di figlio accanto aigenitori.«Gesù è in mezzo al popolo» per ricevere il battesimo, haaffermato Papa Francesco all’Angelus, nella domenica incui, nella Cappella Sistina, ha battezzato 27 neonati. Nonsfondo della scena, ma «componente essenziale dell’evento.Prima di immergersi nell’acqua, Gesù si è “immerge” nellafolla, si è unito ad essa assumendo pienamente lacondizione umana, condividendo tutto, eccetto il peccato».Questa, per il Papa, è una epifania, perché Gesù «si è fattocarne proprio per prendere su di sé e togliere il peccato delmondo: prendere le nostre miserie, la nostra condizioneumana», manifestando così «la logica e il senso della suamissione».Il primo gesto del Messia, l’atteso, non è, dunque, unmiracolo, un discorso semplice o solenne, ma uncamminare in mezzo alla gente e attendere il suo turno peril battesimo, insieme a coloro, peccatori, pubblicani, eprobabilmente anche soldati, che si recavano sulle rive delGiordano per ricevere il battesimo da Giovanni Battista.Unendosi al popolo, Gesù «ne condivide anche il desiderioprofondo di rinnovamento interiore». E lo Spirito Santo che«discende sopra di lui in forma corporea, come unacolomba», ha ricordato anche Francesco, è il segno che conlui «inizia un mondo nuovo, una ‘nuova creazione’ di cuifanno parte tutti coloro che accolgono Cristo nella lorovita».C’è una immagine, nell’affresco dipinto da Giotto nellacappella degli Scrovegni a Padova, che aiuta a comprendereciò che è avvenuto in quell’ansa del fiume Giordano: Gesù èal centro della scena, nel fiume; si trova in una posizionepiù bassa rispetto al resto della scena. Giotto sembra quasidirci che il Cristo è sceso nella depressione del Giordano; èsceso tra gli altri peccatori, si è “abbassato” nell’umiltà,obbedendo al Padre, unendosi a coloro che sono alla ricercadi perdono. Il suo è stato un viaggio «in discesa»: dallaGalilea, dal nord, scende verso il sud, nella depressione delGiordano; scende nelle acque del fiume, che scorre al disotto del livello del mare, una depressione di circa 400metri. Scende assieme agli altri peccatori, lui che è senzapeccato: ed è proprio in questo cammino di umiltà che ilPadre lo indica come suo figlio prediletto, l’amato. Saliràpoi a Gerusalemme, dove troverà la morte, un’altra discesa,nell’oscurità del sepolcro, per poi salire di nuovo, ben oltrela città terrena, e raggiungere la Gerusalemme celeste.Luca, nel Vangelo, scriveva anche che Gesù si immerge nellapreghiera, «cioè nella comunione col Padre. Il battesimo èl’inizio della vita pubblica di Gesù, della sua missione nelmondo come inviato del Padre per manifestare la sua bontàe il suo amore per gli uomini». La missione della Chiesacome quella di ognuno di noi, ha affermato ancora PapaFrancesco all’Angelus, «per essere fedele e fruttuosa, èchiamata ad ‘innestarsi’ su quella di Gesù. Si tratta dirigenerare continuamente nella preghieral’evangelizzazione e l’apostolato, per rendere una chiaratestimonianza cristiana non secondo i progetti umani, masecondo il piano e lo stile di Dio».

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Francesco domenica scorsa all’Angelus: «Il battesimo è l’inizio della vita pubblica di Gesù, della sua missione nel mondo come inviato del Padre per manifestare la sua bontà agli uomini»

DI EMANUELA FERRO

uest’anno il tema e le modalità della Settimana dipreghiera per l’Unità dei cristiani sono stati sceltidalle Chiese dell’Indonesia. L’Indonesia è unanazione formata da più di 17.000 isole, dovevivono 1.340 gruppi etnici che parlano più di 740

lingue locali: appare logico, dunque, come in questa realtàsia molto sentita l’esigenza di un’unità nazionale basata sulrispetto delle differenze, sui valori della giustizia, dellasolidarietà e dell’uguaglianza sociale; e l’esigenza di unità fracristiani, i quali costituiscono il 12% di una popolazione dicirca 265 milioni, in prevalenza musulmani.I cristiani indonesiani delle varie confessioni testimonianoinsieme la fede in Gesù con incontri periodici di preghieracomune, con attività di assistenza ai più deboli, concomunicati comuni e prese di posizione pubbliche relativi aidiritti umani, soprattutto al diritto alla libertà religiosa.Il tema scelto per quest’anno dai fedeli Indonesiani è ilcomandamento divino: «Cercherai la giustizia e solo lagiustizia» (Dt. 16,18-20). Un’attenzione particolare saràprestata agli ultimi della società, alle minoranze e ai migrantie sottolineando le necessità di vivere con sobrietà e rispettarela natura. I temi dei brani biblici scelti quest’annoriguardano: la necessità di un impegno più profondo deicristiani in favore degli emarginati; l’eliminazione di ogniforma di violenza, anche verbale; l’eliminazione delledisuguaglianze sociali; la necessità di condurre una vitasobria; l’imitazione di Cristo nella predilezione dei poveri; ilrispetto della natura e il rispetto per le donne, con lacondanna di abusi di ogni tipo, compresa la tratta di esseriumani.Nella diocesi di Pisa si terranno quattro incontri ecumenicidi preghiera per l’unità: domenica 20 gennaio alle ore 18nella chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa in Pisa; lunedì21 gennaio alle 19 a Barga, martedì 22 gennaio alle 18.30nella chiesa del Sacro Cuore in Pontedera (villaggio Piaggio)e mercoledì 23 alle 19 nella chiesa del SS. Sacramento diPietrasanta. Alla preghiera di Pisa parteciperanno S.E. Mons.Benotto, un predicatore della chiesa valdese (il pastore èimpegnato in altra diocesi) e il parroco della chiesaOrtodossa rumena.Dopo i momenti di preghiera di Pontedera e Pietrasanta siterranno incontri di formazione ecumenica.Giovedì 21 gennaio sono previsti in Pisa due interventi dellaprofessoressa Cristina Simonelli: alle 19.30 nell’Istituto SantaCaterina la lezione «Gli ultimi nella Bibbia» e alle 21 unincontro pubblico sul tema della giustizia e il rispetto delleminoranze.Per chiudere «in bellezza», venerdì 25 gennaio alle ore 21nella chiesa valdese di via Derna in Pisa si terrà l’incontro«Corridoi umanitari: facciamo il punto», per illustrare questaimportante attività umanitaria a chi non la conosce e tenereaggiornate le tante persone che già partecipano a questoprogetto anche nella nostra città.

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In preghiera per l’unità dei cristiani

Con «Toscana Oggi» il calendario di san Ranieri

n allegato a questo numero del settimanale i nostrilettori troveranno il calendario di San Ranieri.

Realizzato su progetto grafico di Andrea Lombardi eriproducente le belle immagini concesse dall’Operadella Primaziale Pisana, scattate da Paolo Del Freo eRoberto Pecchioli, è prodotto a colori su carta patinata.All’interno troverete i saluti dell’arcivescovo GiovanniPaolo Benotto, del correttore della compagniaGiuliano Catarsi e del priore della compagnia di SanRanieri Riccardo Buscemi. Le professoresse GabriellaGarzella e Maria Luisa Ceccarelli Lemut hanno curato itesti illustrativi. Il calendario è stato realizzato grazie alcontributo di Comune di Pisa, consiglio regionaledella Toscana, Fondazione Pisa, Corpo Guardie dicittà, Intesa San Paolo, associazione culturale «IlMosaico», Hotel San Ranieri, DevitaliaTelecomunicazioni, Manetti Romano Costruzioni eRotary E-Club distretto 2071. Nei giorni scorsi la Compagnia di San Ranieri avevainvitato autorità e cittadini nella chiesa della Spina perla festa del sacro voto. Era il 2 gennaio 1777 quandol’alluvione dell’Arno spinse i pisani a fare un solennevoto a san Ranieri: se, grazie alla sua intercessione, Dioavesse risparmiato la città da morte e distruzione, lacittà avrebbe organizzato una Messa di ringraziamentoin perpetuo. Un «voto» che i pisani hanno sciolto permolti anni. E che dal 2012, grazie alla compagnia diSan Ranieri, sono tornati a sciogliere.

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Page 2: In preghiera per l’unità dei cristiani

VITA NOVATOSCANA OGGI20 gennaio 2019II

AGENDAIMPEGNI PASTORALI DELL’ARCIVESCOVODomenica 20 gennaio 2019: ore 8: S.Messa a Buti per la festa di S. AntonioAbate; ore 10: Cresime a Titignano; ore18: Preghiera per l’unità dei Cristiani a S.Maria Madre della Chiesa.Lunedì 21 gennaio ore 17: in SeminarioMartedì 22 gennaio ore 9,15: udienzeper i sacerdoti; ore 21,15: incontro con igiovani a San Frediano.Mercoledì 23 gennaio ore 9,30: Visita al-la Scuola delle Suore Figlie di San Giu-seppe in Pisa; ore 10,30: Visita alla RSAdi via Avanzi in Pisa.Giovedì 24 gennaio ore 9,30: Aggiorna-mento del Clero in Seminario; ore 17,30:incontro dei Diaconi Permanenti e Can-didati all’Oasi di Calci.Venerdì 25 gennaio ore 9,15: udienze.Sabato 26 gennaio ore 15,30: incontro aSs Jacopo e Filippo con ragazzi e genitoridell’IC; ore 17,30: Visita alla Misericor-dia di Vicarello; ore 18: S. Messa e inau-gurazione del restauro del Campanile aVicarelloDomenica 27 gennaio 2019 ore 11,30:Cresime a Forte dei Marmi; ore 16: Cele-brazione di un Battesimo in Battistero;ore 17: Saluto all’ACR per la Festa dellaPace in Piazza Duomo.

AGGIORNAMENTO INSEGNANTI RELIGIONECALAMBRONE - La casa diocesana«GP2» di Calambrone ospiterà - i prossi-mi sabato 9 e domenica 10 febbraio - ilcorso di aggiornamento per i docenti direligione cattolica. Tema scelto per que-sto incontro: «L’insegnamento della reli-gione cattolica alla luce della Laudatio Sì per una ecologia integrale». Ritrovo alleore 15 di sabato. La prima sessione di la-voro si concluderà alle ore 19. La dome-nica mattina i lavori riprenderanno alleore 9.15. Gli insegnanti parteciperannoad una celebrazione eucaristica presiedu-ta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Be-notto. I lavori si concluderanno alle ore17.

CRESIMA PER ADULTIPISA - La parrocchia universitaria di SanFrediano, in collaborazione con l’ufficiocatechistico diocesano, promuove unpercorso di preparazione al sacramentodella cresima per adulti. Il percorso par-tirà il prossimo venerdì 18 gennaio alleore 21 nei locali della parrocchia. Il percorso avrà cadenza ogni 15 giorni eal primo incontro sarà fornito il calenda-rio completo degli appuntamenti.

LA FESTA DI SANFRANCESCO DI SALES

DI GIOVANNI MANECCHIA

appoo» mi dice il giovaneafricano abbozzando un

sorriso, appena gli do qualchemoneta. Sosta quasi ogni giorno, conaltri, davanti al supermercato di viaFauché. Mi trovo a Milano e vadospesso a fare spesa. «Di che Paese sei?»gli ho chiesto un giorno; «Niggiria»(cioè Nigeria) mi ha risposto.«Grande Paese», gli ho detto, e hopensato anche alla mafia nigeriana inItalia. Fatta male è stata la nostra«accoglienza» di migranti in questiultimi anni, con l’Italia lasciata soladall’Europa. Condivido invece «l’accoglienza» come l’aveva espostal’allora cardinale di Bologna GiacomoBiffi. Giovedì 24 gennaio la Chiesa famemoria di san Francesco di Sales(1567-1622) vescovo di Ginevra nelperiodo calvinista, proclamato poidottore della Chiesa. È patrono deigiornalisti. «La devozione, scrive nella“Filotea” o “Introduzione alla vitadevota” (ndr. cioè veramentecristiana), deve essere praticata inmodo diverso... dall’artigiano, dallavedova, dalla donna non sposata e daquella coniugata...». «Vi fu una festadi nozze a Cana di Galilea e c’era lamadre di Gesù. Fu invitato... ancheGesù... la madre di Gesù gli disse:“Non hanno vino”... Sua madre disseai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica,fatela”»... (Gv 2,1-11 liturgia della IIdomenica del Tempo Ordinario, 20gennaio).

La visita pastorale a Pisa nordna visita ad intra (l’Arcivescovoincontrerà sacerdoti,diaconi, religiosi,

fedeli laici impegnati nellacatechesi, nella liturgia, nellacarità), ma anche adextraperché - come haanticipato in apertura dicelebrazione MaristellaFascetti «anche da noi, comeha fatto altrove, si recherànelle scuole, nei luoghi dilavoro, nelle realtà sportive ein tutti gli ambienti nei qualinoi cristiani viviamo eoperiamo ogni giorno».I due vicariati si sono preparatiper bene alla visita«riconoscendo nel vescovo chevisita le unità pastoralil’immagine e la presenza diCristo Buon Pastore, vedendonella sua paternità un segno diquella di Dio che cura i suoifigli e visita il suo popolo». Diqui la preghiera rivolta dallarappresentante dei laiciall’Arcivescovo: «Chiediamo alei, padre, maestro e pastore,di guidarci nel discernimentodella nostra vita di cristianicorresponsabili della Chiesapisana. Ringraziandola già dasubito per il tempo che cidonerà e per tutte le occasioniin cui sarà presente nellenostre comunità, invochiamolo Spirito Snato perché laassista nel suo servizio».Scoperto un busto in marmoin ricordo di don TullioBonuccelli, primo parroco diSanta Maria Madre dellaChiesa. «Con la sua passione -hanno ricordato gli ex ragazzidi don Tullio, salito in cielo 32anni fa - ha lasciato un ricordoincancellabile in tantepersone. E la comunità che hacreato ha dato fruttisignificativi». Con quel busto -hanno spiegato i promotoridell’iniziativa - abbiamovoluto «riportare don Tullio acasa, perché qui si èprincipalmente speso, ancheper l’edificazione della chiesa».Una celebrazione moltosentita, quella di domenicascorsa. Il parroco hapresentato all’Arcivescovo ilcrocifisso da baciare «persignificare - ha spiegato laguida - che egli viene in mezzoa noi nel nome dell’unicoSalvatore». Quindi laprocessione di presbiteri ediaconi verso l’altare. Intornoall’arcivescovo Giovanni PaoloBenotto si sono stretti (èproprio il caso di scriverlo) ivicari foranei monsignor Luigi

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Gabbriellini e don CarloCampinotti, il segretariodell’arcivescovo don SalvatoreGlorioso, i parroci di SanBiagio don Tiziano Minnucci ,di Ghezzano don AlessioLenzarini, di San Nicola donMariano Raspanti, di SanMichele in Borgo e della SacraFamiglia don Lorenzo Bianchi,di Santa Caterina donFrancesco Bachi, del SacroCuore don Pietro Pierini, diBarbaricina e Cep don ClaudioBullo (arrivato insieme al

vicario don InnocentSigomana), di San Sisto inCortevecchia don FrancescoBarsotti, di San Jacopo padreNicola Gregorio (arrivatoinsieme ad altri suoiconfratelli) e poi il gesuita padre Francesco Germano, ilcanonico del Duomo monsignor Claudio Masini, don Alessandro Cantarini, donFederico Franchi i diaconi Augusto Borghi, AlessandroMontalto e Michele Rosati.Ma a ridosso del presbiterio si

è sentito forte l’abbraccio deifedeli laici che, all’unisono,hanno pregato insieme aipresbiteri. Un posto in primafila era stato destinato abambini, ragazzi e ministranti.Nella sua omelia monsignorGiovanni Paolo Benotto haspiegato il senso della suavisita: non una visita«ispettiva», ma una«campagna» di ascolto e diincoraggiamento, diconsolazione di fronte alla sfiducia che a volte si riscontranelle testimonianze disacerdoti e operatori pastorali.Nella consapevolezza che«non saremo noi a salvare ilmondo. Perché il mondo l’hagià salvato Dio» mandandosuo figlio Gesù.Le offerte raccolte durante lacelebrazione sono statedestinate alla Caritasdiocesana: saranno utilizzateper le esigenze più impellenti.E sono molte, come dimostrail report sulla povertàpresentato a fine anno.Intenzioni di preghiera sonostate indirizzate alla Chiesa«perché sia sempre piùmissionaria e in ogni suaparola e gesto faccia sempretrasparire il Signore Gesù incui crede e in cui spera». Apapa Francesco eall’arcivescovo Giovanni PaoloBenotto «chiamati ad esseresegno di comunione nellaChiesa universale e nellanostra comunità diocesana». A«tutti i membri delle nostrefamiglie parrocchiali, perchéascoltando la Parola epartecipando all’Eucaristia,diventino veri discepoli diCristo e testimoni di carità». Aicristiani «che nel Battestimohanno ricevuto lo Spirito digrazia e fortezza», perché«sappiano, nella fedeltà alVangelo, opporsi e lottare contutti gli uomini di buonavolontà, per il progresso dellapace nella giustizia e nellaverità». Per «tutti i genitori chein quest’anno hanno chiesto ochiederanno il Battesimo per iloro figli, perché certidell’amore di Dio, sappianovivere la gioia e la novità delVangelo». Infine per le«comunità parrocchialiperché, rigenerate dalla Parola,dal Pane di vita e dall’incontrocon il suo pastore, riprendanocon maggiore slancio edentusiasmo il cammino alseguito del Signore».

Fotoserviziodi Gabriele Ranieri

ASTERISCO

DI ANDREA BERNARDINI

ensate alle fatiche di un ciclista impegnato nel Giro d’Italia o nel Tour de France. Dove, quell’atleta, ritrova energia per andare

dritto alla mèta se non nel conforto della gente che incontra perstrada? E dove si concentrano gli appassionati di ciclismo? Lungo imarciapiedi delle strade più vicine a casa, certo, ma anche nei luo-ghi più suggestivi (ai passi di montagna, ad esempio) e soprattut-to nell’ultimo miglio di strada che quegli atleti percorrono.Anche l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, nell’«ultimo miglio»della sua visita pastorale alla diocesi - avviata nel 2013 - ha trovatomolte, moltissime persone ad aspettarlo. Erano in poco più di 400coloro che, domenica scorsa, nella chiesa di Pratale dedicata a san-ta Maria madre della Chiesa, hanno partecipato alla Messa vesper-tina: il primo di una ricchissima agenda di appuntamenti grazie aiquali l’Arcivescovo incontrerà le comunità dei vicariati del nord este nord ovest di Pisa.

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VITA NOVA TOSCANA OGGI20 gennaio 2019 III

«Io, missionario in Amazzonia»

DI MICHELE LAZZERINI

n anno fa -esattamente il 7gennaio 2018 -ricevevo dal nostro

arcivescovo Giovanni PaoloBenotto il mandato missionariodi laico Fidei Donum, destinatoalla diocesi di Parintins, nellostato dell’Amazzonia. Dopo un anno ritengoopportuno - attraverso ilsettimanale diocesano - parlarvidella mia esperienza in questaterra. A novembre sono tornato a Pisae qui sono rimasto per tresettimane per visitare la miafamiglia: questo tempo è statoper me utile anche per capirequale sarebbe stata la mia«reazione» nel lasciare lamissione per poi tornarvi dinuovo.

QUI NON SONO UN «CABOCLO»ui in Brasile è tempo divacanze estive. Le scuole

sono chiuse, l’anno pastorale èterminato, ma la vita di Chiesanon conosce momenti dipausa. Sto vivendo una esperienzapositiva, anche se non possonegare che a volte la fatica si èfatta sentire: qui non sono un«caboclo» e avverto un certopregiudizio verso ciò che sono edico, verso il modo in cuiaffronto le situazioni. Ma tuttoquesto fa parte del gioco.Presto servizio - insieme a padrePaulo - nella parrocchiadedicata a Nostra Signora diLourdes, nel Bairro Palmares. Laparrocchia comprende la chiesamatriz, 3 cappelle e 42comunità rurali e indigenesituate su 3 bracci del rioAmazonas. In questo anno ho fattoconoscenza delle varie realtàdella parrocchia. Unaparrocchia che ha trent’anni distoria e che i padri missionaridel Pime hanno costruito

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Umaterialmente e spiritualmente.In dieci mesi ho già visitato 35comunità, entrando in punta dipiedi nella loro storia, nelleloro abitudini e tradizioni.

LA MERAVIGLIA PER IL CREATOn questi «viaggi» nellecomunità ho provato stupore

verso una natura circondata dauna immensità di acqua, dove ilcielo si riflette di giorno e dinotte creando effetti bellissimi. Qui la mano di Dio è statamolto generosa, ma a voltel’uomo si dimentica checustodire è ben differente da«esplorare», senza pensare allegenerazioni future.In Amazonia tutto si muove suacqua e le varie stagionisegnano pure la viabilità.Mentre scrivo è tornata lastagione delle piogge e il fiumesta crescendo: ma fino a 2 mesifa molte comunità erano«isolate», perché ben distantidall’acqua. Può sembrare strano ma purequa vengono costruiti pozziartesiani perché moltecomunità ... sono senza acquapotabile.

«NE VALE LA PENA»n questo primo anno ho fattomolta esperienza di Dio: Lui è

l’inizio e il fine della missione,noi siamo semplici Suoistrumenti. La nostra è unapresenza non soloevangelizzatrice ma purecostruttrice di rapporti fraterni. Molte volte mi domando sevale la pena consegnarmi aquesto servizio, quando il

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mondo, al contrario, midirebbe «pensa a te e raggiungiprima possibile il tuo risultato».La nostra natura umana habisogno di trovarericonoscimento e gratificazioneimmediati: l’esperienzamissionaria, al contrario, ticonsegna che tutto ciò che«pianti molte volte saràannaffiato dal Signore e daràfrutto a suo tempo».

VITA PASTORALE n questo anno abbiamoconosciuto i progetti che già

esistono nella nostraparrocchia, partecipando adalcune attività destinate abambini e adolescenti di questoBairro: abbiamo iniziato un«lavoro» in sinergia tra noi e glioperatori, riuscendo in alcunicasi a risolvere situazioniabbastanza complicate.Il prossimo 26 gennaio èconvocato il consiglioparrocchiale ampliato dove saràdeciso quale sarà il pianopastorale. Nei prossimi mesidedicheremo particolareattenzione a giovani e famiglie. Intanto stiamo preparando unatre giorni con i giovani, un mini-grest, con l’obiettivo di togliere igiovani dalla strada e diformare persone capaci didedicarsi tutto l’annoall’oratorio parrocchiale. L’altro obbiettivo che ciprefiggiamo è quello di esserepiù presenti nelle comunitàrurali, per portare vicinanza aquei fratelli, molte volte verimaestri di perseveranza nellafede.

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Chiedo preghiere a voi, cariamici della diocesi, perché iopossa sempre fare la volontà diDio. Chiedo pure il permesso didirvi una cosa: la società habisogno della Chiesa e di buonicristiani che si mettono alservizio del prossimo e dellasocietà, liberi da qualsiasiideologia ma trasformati daquesto incontro con Gesù checambia la vita e ci rende liberidi amare e servire. Unabbraccio fraterno a voi tutti.Un’ultima nota: per chi vuoltenersi aggiornato sulla nostramissione, vi consiglio di visitarela nostra pagina Facebook:Paroquia «Nossa Senhora deLourdes» Parintins-Am.

Promessa mantenuta.Avevamo chiesto a Michele Lazzerini,laico missionario«Fidei Donum», di tenerci aggiornatisulla sua esperienza in Brasile. Ecco la suatestimonianza

IL PROGRAMMA

DI CARLO CARLOTTO

a famiglia salesiana festeggia il propriofondatore san Giovanni Bosco.

Molte le iniziative in programma. Domenica20 gennaio, alle ore 16, l’Istituto delle Figliedi Maria Ausiliatrice, in via San Tommaso aPisa, ospiterà la conferenza di don FrancescoGalante sulla «strenna 2019» del rettormaggiore dal titolo «Perché la mia gioia siain voi. La santità anche per te».I ragazzi della comunità di San Ranieri alCep avranno modo di approfondire la figuradi don Bosco partecipando alle attività delcatechismo programmate per giovedì 24gennaio (dalle ore 18.45) e di domenica 27gennaio (dalle ore 10).Da giovedì 24 gennaio inizierà il triduo dipreghiera in preparazione alla festapatronale (in quel giorno e nel successivo lecelebrazioni saranno alle ore 17, sabato 26gennaio, ultimo giorno del triduo, alle ore18). Domenica 27 gennaio, in San Ranieri alCep, la Messa delle ore 11.30 saràconcelebrata dal salesiano don CarmineCiavarella. In quella occasione i salesianicooperatori rinnoveranno le loro promesse.La festa proseguirà a tavola (adesioni entro il24 gennaio negli uffici parrocchiali) e, nelpomeriggio, nell’oratorio, quando ibambini, i ragazzi e gli animatori farannofesta nei locali dell’oratorio.Giovedì 31 gennaio, festa liturgica di donBosco, celebrazione eucaristica alle ore 17. Le iniziative, naturalmente, non sono apertesolo a tutti coloro che sono devoti a sanGiovanni Bosco, ma anche a chi - pur nonconoscendolo - vogliono apprendere quantoLui si è prodigato ed ha fatto per la gioventùpiù emarginata, povera ed abbandonata.Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice delpensionato Universitario femminile di viaSan Tommaso il 31 gennaio festeggiano ilSanto Fondatore con le studentesse ospitatee gli studenti universitari della città.

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FAMIGLIASALESIANA IN FESTAPER DON BOSCO

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TOSCANA OGGI20 gennaio 2019IV

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VITA NOVA TOSCANA OGGI20 gennaio 2019 V

La Versilia si conferma terra di presepiDI ANNA GUIDI

nche la Versilia si conferma terra dipresepi. Numerose iniziativehanno coinvolto - da protagonistio semplici spettatori - in questi

giorni migliaia di persone. Il nostro «viaggio» inizia dall’alta Versilia, eprecisamente a Levigliani per scoprire gliallestimenti nelle pieghedell’Antro del Corchia. Nelgiorno dell’Epifania, «cacciaai presepi» nelle vie di Cardoso, impresa in cui,prima di Natale, erano giàimpegnati i bambini a Pruno e a Volegno. Ma unpo’ in tutta la valle, su finoall’Alpe, i presepi sono fioriti nelle chiese, nellemarginette, sui davanzali,agli angoli delle vie, neicortili, nei campanili, nellegrotticelle alle pendici dellaPania, nel tronco di unalbero, lungo gli scaliniintagliati nel monte e nellepiazze degli alpeggi, ritualidi usanze che legano fede enatura: scovarli emoziona ecommuove.A Pietrasanta premiati inSant’Agostino i «presepi di famiglia». Ilconcorso, promosso dall’amministrazionecomunale, ha visto salire sul podio più altotra «i presepi più piccoli» Elena Tempestini.Al secondo posto Luciano Silicani, al terzoposto Paolo Petrucci. Tra i presepi dimedie dimensioni a trionfare è stato Roberto Bertelli seguito da Andrea Perrellae Alberto e Licio Cosci. Tra i presepi digrandi dimensioni due i premiati:Donatella Babboni e Laura GraziaManfredi.A Querceta è stata l’ampia sala della CroceBianca ad accogliere una mostra dinotevole spessore artistico. Il gruppopresepisti, sotto la guida di AlbertoGassani, ha realizzato cinquantaseicapolavori, accompagnati a latere da unamiriade di manufatti originali che vedononascere il Bambino dentro lattine

slabbrate, scatolette aperte, lembi dicorteccia, zucche, gusci di cozze e di noce,scaglie di marmo. In un angolo, il presepedella scuola primaria di Ripa ha propostopersonaggi ricavati da pannocchie digranturco, una riedizione del giocattolopovero di tempi lontani. La mostra deipresepisti si è proposta invece di rievocarela nascita di Gesù attraverso monumenti e

spazi significativi dei quattro comuni dellaVersilia Storica: il Parco della Versiliana, il Fortino, Palazzo Mediceo e la pieve diStazzema. Imponenti ed accurati, i luoghisono stati abitati dalla Sacra Famiglia che,per la chiesa di Santa Maria Assunta, è ariparo nel loggiato, modificato nelleproporzioni, perfetto persino nei dettaglidei medaglioni murali, del pozzo, delleesili colonne. La totalità delle altreproduzioni, molte delle quali in forma didiorama, ha richiamato l’attenzione suincantevoli interni di cucine, logge,spaccati di corti, squarci di borghi, teoriedi corridoi e sale, senza trascurare gliaspetti più ricorrenti del paesaggio locale:casolari e vigne, frantoi e segherie, laspiaggia e il mare, la cava, il bosco, ilfiume.E, in tema di presepe, Querceta ha offerto

altre occasioni: il presepe vivente che daanni il Centro di accoglienza e il «Gruppoper Servire» allestiscono puntualmenteall’ex asilo Galleni e, quest’anno, il presepeche, nella chiesa parrocchiale, celebra ilcentenario dell’Asilo Maffi. Costruito - conla regia delle maestre - dai bambini chefrequentano la scuola d’infanziaparrocchiale, il presepe propone l’edificio

in tutta la sua coloratabellezza, non dimenticandoil vasto prato punteggiato digiochi. Nel giorno della festadi Santa Maria Lauretana, il10 dicembre scorso, ilpresepe è stato ufficialmenteinaugurato con unarappresentazione che havisto in scena i piccoli allievie i genitori, una festa per gliocchi, gli orecchi e il cuore.Fino al 2007 erano le Suoredi Maria Bambina adoccuparsi dell’asilo, delcatechismo e della scuola diricamo. Dalle memorie delmestro Mauro Giannotti,classe 1924, apprendiamocome negli anni Venti vi sicelebrava il Natale: «Primac’era la recita davanti alPresepio, nel Teatrino che poi

era nell’aula dei grandi, quindi iniziavano levacanze. Si rientrava dopo la Befana edovevamo portare i nostri giocattoli:invariabilmente una trombetta, un fuciletto dilatta, un piccolo tamburo, una sciaboletta e noimaschi ci esibivamo sul palco con una semplicerassegna, accompagnati dal maestro EnricoDazzini, mentre le bambine, con le lorobambole, accennavano una ninna-nanna. Perl’occasione assistevano alla semplice esibizione:il parroco, monsignor Antonio Poggianti, leautorità del paese, tra le quali mi colpiva ilsignor Pardi perchè aveva sempre un garofanofresco all’occhiello, i familiari. Seguiva unadistribuzione di arance, mandarini, biscotti diriso e caramelle: raggiungevamo così l’apicedella gioia». una testimonianza che dà lamisura del cambiamento ma anche dellapermanenza: il Maffi, come il presepe, eraed è un importante punto di riferimento.

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L’arte nel presepe: premi a Riparbellarande partecipazioneal concorso «L’arte nelpresepe» organizzatodalla comunità

parrocchiale di Riparbella.Domenica scorsa sono statipremiati i migliori presepi, lemigliori poesie e i miglioriracconti, selezionati da unagiuria composta da NiccolòGeri, Patrizia Taffuri e RitaInvernizzi Cavallini (per lasezione letteraria) e ManricoBartalesi, Antonio Polese,Daniela Ferretti, MirianBardini e Piero Marchetti (perla sezione artistica). Da molti anni il concorsocoinvolge tantissime persone,divendendo ormai unatradizione - come ha osservatodomenica scorsa don BrunoChiavacci - capace ditrasformare «la giornata di oggiin una festa tra amici,accomunati dalla passione di“fare i presepi” o di ricordare evivere i presepi nella nostrafamiglia, nella nostracomunità ed oltre».Anche quest’anno acondividere questo momentodi festa c’era il sindaco diRiparbella, Salvatore Neri,«Una iniziativa meravigliosa,cresciuta negli anni e legata auna riscoperta del presepe,quella del concorso - haspiegato il primo cittadino -ricordando che «ogni uomo eogni donna ha bisogno disegni. La realizzazione delpresepe, rendendo visibile ilmistero della nascita del Figlio

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di Dio nella storia, rappresentacon un segno chiaro edefficace, in maniera concreta,comprensibile anche dairagazzi, la presenza e lavicinanza di Dio ad ogniuomo».Premi a Dina Paola Cosci diPisa, autrice della poesia«Perché ha sonato la sveglia»,opera in vernacolo pisano cherievoca con simpatia,commozione e rimpiantol’immagine del presepedell’infanzia dell’autrice. ACatia Pioli di Riparbella,autrice della poesia «Lanterna»- poesia semplice e descrittiva,che richiama un Natale di altritempi trascorso in famiglia. AGiovanni Bottari di Pisas,autore della poesia «Aurora»che, attraverso l’intreccio diimmagini antiche e ricercate e

di colori contrastanti, descrivel’alba di un nuovo giorno. AdAlfredo Torregiani diRosignano Solvay, che nellapoesia «Viaggio notturno fra lestelle» descrive in modooriginale la ricerca di Dio in unviaggio tra le stelle. Segnalatala poesia di Luciana Luperi diRiparbella dal titolo «Viviamosenza capire», poesia semplicenello stile, ma profonda nelcontenuto, tesa ad evidenziarel’egoismo dell’uomo e le suedomande esistenziali senzarisposta.E poi i racconti «Albania: ilPaese delle aquile» di GiannaMessori di Tirrenia (Pisa),premiata per l’attualità dellatematica dell’inclusività edell’accoglienza, dellemigrazioni che hanno sempreaccompagnato il genere

umano. «Un ufficio postalespeciale» di Miria Signorini diPiombino, che in formascorrevole e contenutooriginale, si rivolge non solo aibambini, ma anche a tuttiquegli adulti che hannosmesso di credere alla magiadel Natale. «Vigilia» di CatiaPoli di Riparbella, che descriveil Il Natale visto dagli occhi diun bambino povero nonabituato all’abbondanza e checomunque preferisce lasemplicità all’ostentazione. E poi ancora i dipinti: quelli diKetil Oslamarabotti e diCaterina Cosimi, della classeVB della scuola primaria«Boschetti Albertini»; di MarliMontagnani (RosignanoSolvay), Franco Turini(Marciana di Cascina), RaffaeleCiciriello (Riparbella), RenataTrevisan (Riparbella).Segnalazioni per FedraTorregiani (Rosignano Solvay)e Anna Catarsi (Pisa). Premialle scuole: la primaria«Guglielmo Marconi» diRiparbella, il gruppo delcatechismo di II e IIIelementare di CastellinaMarittima, la scuoladell’infanzia «44 Gatti» di SanPietro in Palazzi, la classe VA eVB della prima «BoschettiAlberti» di Cecina, la. I lavoridel centro diurno per anzianidi Donoratico, di MariaFederighi di Calcinaia, diRaffaele Ciciriello diRiparbella.

Nadia Gronchi

DOMENICA SCORSA

uccesso di adesioni al concorso dei presepi«Notte Santa» ospitato nella scuola

paritaria «Santa Teresa di Cascina» nellapausa natalizia, dal 22 dicembre al 6gennaio. Premiati i presepi giudicati migliori. Sono ipresepi realizzati dai bambini della scuoladell’infanzia «San Ranieri» di San Pietro inPalazzi e della sezione «coccinelle» dellaparitaria Santa Teresa. Quelli realizzati daibambini della prima classe del doposcuoladel Centro sociale «Immacolatine», dellaclasse IV della scuola primaria dell’istitutoarcivescovile «Santa Caterina» e della sezioneB della classe prima della scuola primaria«don Bosco» di Latignano di Cascina. E poiancora i presepi realizzati dagli alunni diprima e seconda della secondaria di primogrado dell’istituto arcivescovile «SantaCaterina» e quelli dei ragazzi della scuola«Giovanni Pascoli» di Cascina. I presepiallestititi da Sara Catania, della 5A del liceoartistico «Franco Russoli» di Cascina e daglistudenti della 3A dello stesso liceo. Per lasezione speciale «costruzioni Lego» premio aAndrea Montuori, Jonathan Geri e FabrizioFilippi di Orange Team Lug di Pisa. VincitoreAssoluto del concorso è stata proclamata laclasse quinta della scuola primaria «SantaTeresa».Il concorso «Notte Santa» da poco conclusoera giunto alla sua quindicesima edizione.Ogni visitatore della scuola, nei giorni scorsi,era stato invitato a osservare da vicino leopere, per valutarne la tecnica e per rifletteresul messaggio, perché, ponendo la sua firmasul registro dei visitatori, era stato pureinvitato ad indicare la sua preferenza per unpresepe di ogni categoria. Come da tradizione avviata nel 2007, vicinoai presepi realizzati dai ragazzi delle scuole,erano esposti moltissimi presepi provenientida tutti i continenti (circa 800) facenti partedi una collezione privata concessa allascuola. Una collezione che, ogni anno, siarricchisce di nuove natività. Fa parte integrante della mostra anche unpresepe di più ampie dimensioni collocatonell’atrio della scuola ed opera di un nonnoche ogni anno pensa, studia e realizza conl’aiuto delle insegnanti.L’iniziativa rientra in «Terre di Presepi»(terredipresepi.blogspot.com).

C.B.

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«NOTTE SANTA»AL «SANTATERESA» DI CASCINA

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VITA NOVATOSCANA OGGI20 gennaio 2019VI

IL PALIO IN PILLOLECAVALLI E FANTINI PRONTI AL VIA

l fantino Marco Monteriso - al servizio dellacontrada dell’Ascensione (capocontrada:

Jacopo Mannucci)- monterà sul cavalloUmatilla. Michele Putzu su Tiepolo perportare il «cencio» 2019 alla Croce(capocontrada: Federico Felici). SimoneFenu su Portorose per Pievania(capocontrada: Francesco Del Ry). Cristianodi Stasio su Ribelle da Clodia per la contradadel San Francesco (capocontrada: LeonardoCavallini). Adrian Topalli su Spartaco daClodia per il San Michele (capocontrada:Marco Guerrazzi). Sandro Gessa su UbertSpy per il San Niccolao (capocontrada:Alessandro Leporini). Gavino Sanna salirà suQui Pro Quo per portare alto il nome di SanRocco, il cui capocontrada è Eddy Leone.Sono questi i nomi dei protagonisti del palio2019.

TUTTO È PRONTO ANCHEPER LA SFILATA STORICA

ella mattina del Palio si svolgerà anche lasfilata storica. Il corteo attraverserà le vie

principali del paese fino al sagrato dellapieve. Alla testa di ogni contrada ci sarannogli appartenenti alla commissione tecnica,con il cavallo e fantino, poi i figuranti. Negli anni passati le contrade eranochiamate a interpretare un tema ben precisoinerente alla storia di Buti.Nella sfilata 2019, invece, le contraderappresenteranno, in costumi medievali enei loro colori di appartenenza, la storia e ilculto del proprio santo di contrada.Un’apposita giuria valuterà e premieràalcune particolarità della sfilata come lapresentazione del santo e la coppia con ilmiglior costume.

G.B.

PALIO DI BUTI: ECCO COSA È IL CENCIO

l «Cencio» è l’emblema della vittoria che altermine della corsa ogni capo contrada

sogna di alzare al cielo. Si tratta di unostendardo dipinto ogni anno da veri artisti.Quest’anno il «Cencio» è stato dipinto a tremani dalle pittrici dell’Associazione culturale«Artemisia. L’Officina D’Arte». Veramente unlavoro pregevole che è stato presentato il 5gennaio nel corso della «Cena diPresentazione», uno dei tanti appuntamentidi avvicinamento al Palio.«La Dicotomia dell’Essere» è il titolo dellavoro che ha impegnato Giada Bernardini,Sabina Buti e Francesca Leporini.Predestinazione e semplice fatalismo,intrecci nascosti e astuzie, speranza edelusione: questo è il Palio per le tre artiste.

G.B.

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In onore disant’Antonio abate,protettore deglianimali, la «sfida»di fantini e cavalli.Ascensione, La Croce,Pievania,San Francesco, SanMichele, San Niccolaoe San Rocco domenica20 gennaiocorrerannoper il «cencio»

A Buti torna il palio delle contradeennaio è un mese deltutto anomalo per unpalio di cavalli.L’eccezione butese ha

radici in una tradizionereligiosa: la festa liturgica disant’Antonio abate - protettoredegli animali - che cade,appunto, di gennaio, il 17. Il Palio, infatti, ha origine nella«corsa dei cavallai» che ladomenica successiva al 17gennaio portavano i cavalli sulsagrato della chiesa pievaniaper ricevere la benedizione. Fua metà dello scorso secolo, chematurò in alcuni esponenti delseggio di Sant’Antonio l’idea diuna corsa tra le contrade delPaese. Un «nuovo corso»favorito anche dal pievano donAgostino Filippi, appenagiunto a Buti da Pieve di SantaLuce.Il primo Palio delle Contradesi disputò nel lontano 1961 eda allora, in un crescendo dientusiasmo e partecipazione,esso è divenuto un evento diportata nazionale. Buti vive il Palio in uno spiritodi sana competizione, senzaalcun segno di aspra polemica:anzi, l’evento rappresenta unodei tanti momenti in cui sirafforzano i legami diappartenenza della comunitàbutese. Nei giorni della vigilia,fervono, in ogni contrada, ipreparativi per il palio.L’attenzione è rivolta non soloalla corsa dei cavalli, ma anchealla preparazione della sfilatastorica.

LA CENA ITINERANTEra le tante iniziative diquesto periodo di pre-palio,

una su tutte spicca per lapartecipazione di pubblico,per il fascino che emana, per ilgusto dei piatti serviti: la cenaitinerante, svoltasi lo scorso 12gennaio. Giunta alla sua ottavaedizione, propone un menùbasato su antiche ricette locali(maccheroni, zuppa,stringozzi, trippa, maiale ecavolo nero, cinghiare epolenta etc), serviti in unadecina di locations sparse pertutto il Paese. Ed è sempre unvero piacere assistere al festoso andirivieni di persone felici chesi incontrano nelle piazze enelle anguste vie del Borgo, siscambiano opinioni sul piattoappena gustato, sulleimminenti corse o solamentesi salutano.

LE MESSE NELLE CONTRADEl pievano don Giovanni Cortista celebrando Messe serali in

ogni contrada. Celebrazioni,per la verità, non moltopartecipate, come ha

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lamentato lo stesso pievanonella omelia della Messa didomenica scorsa, 13 gennaio,che ha dato inizio alla crucialesettimana del Palio.Il nostro pievano ha fatto unvero appello agli organizzatoridel Palio e alle contrade,invitando tutti ad unamaggiore partecipazione allafunzione. Ma è andato ancheoltre, richiamando tutti,organizzatori e capicontrada,ad una maggiore attenzione eresponsabilità sul messaggio ei valori che questamanifestazione trasmette aigiovani.

L’ESTRAZIONE DELLE BATTERIErima della Messa didomenica scorsa, la

contrada biancorossa di sanRocco, vincitrice del Palio2018, ha riconsegnato nellemani del pievano la statua disant’Antonio e lo stendardodel Palio che per un anno sonostati custoditi nella chiesa dicontrada.Dopo la celebrazione, sul

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sagrato della chiesa, allapresenza di moltissimicontradaioli ansiosi, si è svoltala tanto temuta «estrazionedelle batterie» che ha associatole sette contrade nelle tre corsedi qualificazione per la finale.Esse sono:Nella prima batteriacorreranno i cavalli diPievania, San Rocco e La Croce.Nella seconda batteria quelli diSan Niccolao, San Michele edAscensione. Il cavallo di SanFrancesco, invece, affronterà leseconde arrivate nelle primedue batterie. Le contrade primearrivate in ogni batteriaandranno in finale mentre perle terze il palio sarà già finitodopo la prima prova.

IL PRE-PALIOella settimana corrente,come da calendario, sono

previste le visite sanitarie deicavalli al centro ippico RioBravo di Cascine di Buti, ilcompletamento del percorsocon la posa delle transenne,materassi e steccato, lavoro

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questo ultimo quanto maifaticoso dato che si devetrasformare una strada in unapista da corsa. La terra saràstesa nelle primissime oredella domenica ed il percorsoverrà completato conl’impiantistica e lacollocazione di tremaxischermi chepermetteranno al numerosopubblico di seguire la corsa daogni punto del percorso.In ogni contrada, sabato 19gennaio, ci sarà la «Cena dellaVigilia», a base di trippa, piattotipico della festa di S. Antonio.

IL GIORNO DEL PALIOomenica 20 gennaio è ilgiorno del Palio. Alle ore 8

la Messa presieduta dal nostroarcivescovo Giovanni PaoloBenotto, che ogni anno onoraButi della sua presenza. Adessa partecipano sia gliorganizzatori che icapicontrada ed i fantini. Poi,prima che ognuno rientri nellapropria contrada, un ultimomomento conviviale con unacolazione in canonica e la fotodi rito con l’arcivescovo, ilpresidente del Seggio di S.Antonio e tutti i capicontrada.Dopo questo scatto parte lagrande rincorsa che porterà,sul calar della sera, l’ambito«cencio» nelle mani capocontrada vincitore che lo alzeràal cielo in un tripudio dibandiere al vento, di cori ecorteo per le vie del paese. A quel punto calerà il sipariosul Palio. Festeggerà solo unacontrada mentre le altresaranno a riflettere sullasconfitta e sul modo diriscattarsi al più presto.In tutti ci sarà la gioia di avervissuto un evento che ha radicisecolari, stanchi ma sereni peraver dato tutto perché questopatrimonio di grande valenzasociale sia trasmesso alle futuregenerazioni. Il Seggio di sant’Antonio haanche una particolareattenzione per bambini eragazzi. Fanno tanta tenerezzai piccoli tutti infagottati nellesciarpe con i colori di contradamentre escono dalla scuolamaterna oppure sono portatinel corteo della sfilata storica,molto spesso con un cavallinoin mano.Anche i ragazzi delle scuolesono molto coinvolti nellafesta. Lo scorso martedì 15gennaio gli organizzatorihanno parlato agli alunni dellemedie della storia di Buti, delleradici del palio e del percorso,talvolta impervio, che haportato alla manifestazioneche essi oggi conoscono edamano.

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DI GINO BERNARDINI

orna - domenica 20 gennaio - a Buti il Palio delle Contrade. La«regia» dell’evento, com’è noto, è nell’associazione «Palio delle

Contrade», presieduta da Franco Stefani e nel suo «braccio opera-tivo», il seggio di Sant’Antonio. Un’associazione che da sola nonpotrebbe fare molto, se non riuscisse a coinvolgere anno dopo an-no l’intero popolo butese: dalle contrade alle associazioni, passan-do per la parrocchia - e in particolare il pievano don Giovanni Cor-ti - il comune - guidato dal primo cittadino Alessio Lari - e le forzedell’ordine - i carabinieri, al comando del luogotenente Luigi Todi-ni e la polizia locale, comandata dall’ispettore Andrea Trovarelli.

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A fianco una foto d’archivio del palio dellecontrade. Sotto la cerimonia dell’estrazionedelle batterie di domenica scorsa. A fianco ilcencio di Sant’Antonio di quest’anno

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VITA NOVA TOSCANA OGGI20 gennaio 2019 VII

CURIOSITA’ PISANE

I BRASILIANI A PALAZZOMASTIANI - BRUNACCI

DIVINCENZO LUPO BERGHINI

n grande palazzo di Corso Italia fu permolto tempo piacevole residenza e

prestigiosa proprietà della fastosa famigliaMastiani-Brunacci. Una famiglia nota incittà anche per le «sue» favolose feste daballo, frequentate dagli aristocratici pisani enon solo (ad una di esse, nel 1824,partecipò anche Paolina, sorella diNapoleone). Un’amministrazione alquantospendacciona e un po’ pazzerellona, portòquella famiglia alla rovina economica,sicché poco alla volta il patrimonio deiMastiani - Brunacci finì in altre mani. NelNovecento i piani superiori del palazzodivennero sede dell’Inps, mentre i locali alpian terreno furono destinati ad attivitàcommerciali (un esempio su tutti: la libreriaFeltrinelli, dotata di un retrostantegiardino). Altri locali furono presi in affittodall’Università di Pisa per ospitarvi laFacoltà di Informatica. L’aspetto imponente del palazzo non erapassato inosservato, durante la secondaGuerra mondiale, all’esercito anglo-americano e ai suoi alleati arrivati a Pisa.Fra questi il I gruppo Caccia dell’aviazionebrasiliana, che qui, a seguito direquisizione, piazzò il proprio comando e,al secondo piano, gli alloggi per gli ufficiali.La mano, inevitabilmente rapace, deirequisitori, adocchiò anche il palazzo chefronteggia quello dei Mastiani - Brunacci,ovvero l’antica residenza dei Simoneschi:qui venne sistemata la sede del Copacabanaclub, destinato al trattenimento degliufficiali e dei soldati brasiliani. In questoluogo avevano a disposizione un bar benfornito, un ristorante, uno spazio perl’orchestrina. Nell’ampio salone al primopiano, con affaccio su Corso Italia che allorasi chiamava strada Vittorio Emanuele, sisvolgevano varie festicciole: l’accessopermesso anche ai pisani consentiva unafacile fraternizzazione anche per il comunesangue latino e la comune religioneprofessata. Al momento di partire da Pisa per il ritornoin patria, i brasiliani vollero lasciare tracciaindelebile della loro presenza in città. Diqui l’apposizione nell’ingresso principaledel palazzo Mastiani - Brunacci di una targanella quale si esaltava lo sbaragliamentodell’esercito tedesco e la vittoria della libertàsul fascismo. Sulla targa spiccano le lettereF.A.B. (Forza Aerea Brasileira), un’aquilastilizzata e la data (8 de Majo de 1945, diada Vitoria). Questo cimelio, di recente, ha preso ... ilvolo e attualmente si trova nell’atrio dipalazzo Gambacorti: ma si tratta di un falsostorico, perché i brasiliani nella sede delComune non hanno mai preso ...residenza!

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Un invitoall’osservazione ad«occhio nudo» delcielo per appropriarsidi stelle e costellazionicosì come sapevanofare i nostri antichiprogenitori

Ai Cavalieri un incontro con le stellel Sole non sorge sempredallo stesso puntodell’orizzonte: una serie difoto scattate sul Ponte di

Mezzo a Pisa in vari giornidell’anno ci ha mostrato comesoltanto agli equinozi (diprimavera e di autunno) il Solesorge esattamente ad Est, perpoi spostarsi verso Sud o versoNord a seconda dei mesidell’anno. Suggestiva èrisultata anche una serie difoto scattate dal professoresempre all’alba in vari periodidell’anno nella «sua» Bari: deltutto analogo ilcomportamento del Sole.Il sorgere del Sole si inseriscein un discorso più ampiorelativo all’osservazione delcielo, una pratica semplice edaffascinante che le nuovegenerazioni stanno perdendo.Per i nostri antenati, anche sepoco istruiti, gli astri hanno,invece, svolto un ruoloimportante nella loro vita,suscitando sempre notevoleinteresse, stupore e, a volte,anche timore. Non per nullaDante conclude tutt’e tre lecantiche della Commedia con laparola «stelle»... Percomprendere il grande«valore» attribuito al cielostellato basta ricordare quantoscritto da Immanuel Kant:«Due cose riempiono l’animodi ammirazione e venerazionesempre nuova e crescente,quanto più spesso e più alungo la riflessione si occupadi esse: il cielo stellato sopra dime, e la legge morale in me». L’appropriazione del cielorichiede una capacitàpreliminare: quella di sapersiorientare sul pianodell’orizzonte e sulla voltaceleste. Antonio Gimigliano ciha presentato, così, unsemplice strumento di origineantica, l’astrolabio(letteralmente, dal greco, «cheprende le stelle»), costituito dadue dischi sovrapposti egirevoli uno rispetto all’altro.Impostate la data e l’ora, cimostra le stelle visibili allemedie latitudini, come quelladi Pisa, nel corso di tuttol’anno. Ci siamo soffermati, inparticolare, sulle costellazioni( Orione, Toro, Gemelli,Auriga) e le stelle (Sirio,Procione, Aldebaran...), checaratterizzano il cieloinvernale. Utilizzando poi un piccolomappamondo, abbiamosimulato la rivoluzione dellaTerra intorno al Sole: i raggisolari arrivano sui due emisferiin modo diverso nelle stagionidell’anno poiché l’asse dellaterra è inclinato rispetto alpiano dell’eclittica e rimaneorientato sempre nella stessadirezione. Le stagioni nondipendono, dunque, dalla

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diversa distanza della Terra dalSole, ma da come la Terra si«presenta» nei confronti delSole. Queste semplici nozionidi astronomia non sempresono trasmesse correttamentea scuola... Convinto di ciò, inpassato il professor Gimiglianoha voluto avviare alla «scopertadel cielo» i bambini dellascuola materna delle suoreImmacolatine di via FilippoBuonarroti di Pisa e della

scuola primaria «Collodi»,sempre di Pisa, a partiredall’uso dello gnomone, unpalo che proietta ombra: ibambini in questo modoscoprivano il collegamento fraspazio e tempo. Al passare deltempo l’ombra si sposta e lasua lunghezza varia; l’ombrapiù corta ci indica la direzioneNord-Sud e in quel momentosi ha il mezzogiorno vero. Le meridiane e gli orologi

solari sono degli strumentiche, nella loro semplicità,destano sempre notevoleinteresse. Pisa ne conservaancora alcuni esemplari:all’ITIS «Leonardo da Vinci»,sulla facciata dell’HotelVictoria in lungarno Pacinotti,sulla torretta che collega ilpalazzo dell’Arcivescovado conil giardino della Limonaia,dove ha sede l’Archivio, in uncortile adiacente alla chiesa diSan Frediano... Purtroppo lanostra città non brilla, oggicome oggi, per la sua passioneverso l’astronomia: bastaricordare la chiusura delplanetario didattico comunaleassociato alla scuola media«Fibonacci» di via Lalli e la«scomparsa» del monumento aGalileo Galilei che la SaintGobain aveva donato allanostra città nel 1989 perricordare i cento anni della suapresenza a Pisa e collocatoall’ingresso dell’aeroporto...Notevole è risultata lameridiana armillare,presentata in una serie di foto,di cui si è dotato un piccolopaese, Negrar, nei pressi diVerona. Per restare nella nostraregione, a Massa, nellacentralissima piazza degliAranci, la meridiana«conviveva» e «confliggeva»con un parcheggio: propriograzie alla vibrata protesta delprofessor Gimigliano ora èstata pedonalizzata evalorizzata con cartelli turistici.Lì un obelisco fa da gnomonee la piazza tutta si può pensarecome una meridiana. A conclusione dell’incontro ilprofessor Michele Feo, insignefilologo, ci ha ricordato unbrano di una lettera scritta daDante a chi gli prospettava lapossibilità di ritornare, a certecondizioni, a Firenze. «Che sein Fiorenza per via onoratanon s’entra, io non entrerovvigiammai. E che? non potrò ioda qualunque angolo dellaterra mirare il sole e le stelle?non potrò io sotto ogni plagadel cielo meditare ledolcissime verità, se pria nonmi renda uom senza gloria, infaccia al popolo e alla città diFiorenza? né per certo sarà ilpane a mancare».Al termine. come datradizione, il thè e i biscottiserviti dagli chef della SanRanieri. Prossimoappuntamento mercoledì 13febbraio con il professor Francesco Mallegni e «Ilmistero del Conte Ugolino».Ricordiamo che lapartecipazione è gratuita mariservata i soli abbonati a Toscana Oggi. Chi non lo fossema volesse partecipare potràcomunque sottoscriverel’abbonamento sul posto, apartire da 10 euro per tre mesi.

DI ALESSANDRO BANTI

quindi uscimmo a riveder le stelle» è stato il terzo appunta-mento per i thè pisani di Toscana Oggi nella chiesa di Santo

Stefano dei Cavalieri. Il professor Antonio Gimigliano, nostro col-laboratore e già docente di scienze naturali nei licei, ci ha guidatoalla scoperta del cielo stellato partendo dalla domanda «Da dovesorge il Sole?» proposta ai partecipanti all’incontro del mese di di-cembre come stimolo/introduzione al tema di mercoledì 9 gen-naio.

I THÈ di Toscana Oggi

Foto di gruppo a conclusionedell’ultimo Thè di Toscana Oggiospitato nella chiesa di Santo Stefanodei Cavalieri

Dall’alto in basso: il professor Antonio Gimigliano, il professor Michele Feo; l’incisione «Allascoperta del cielo» di Camille Flammarion; bambini delle Immacolatine che inseguonol’ombra dello gnomone nel giorno dell’equinozio d’autunno del 2009

In alto: la targa/ricordo della presenza delle truppebrasiliane; in basso: il portone di ingresso del palazzoMastiani - Brunacci

Page 8: In preghiera per l’unità dei cristiani

VITA NOVATOSCANA OGGI20 gennaio 2019VIII