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Notiziario dell’Opera Santa Maria della Carità Numero 1, 2009 Tre anni di Hospice In questo numero MATERCARITATIS Anno 1 – numero 1, gennaio - marzo 2009 - Poste Italiane S.p.a. - spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2, DCB PD 3° Anniversario Hospice - equipe e familiari

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Notiziario dell’Opera Santa Maria della Carità

Numero 1, 2009

Tre anni di Hospice

In questo numero

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Fondazione di Religione

Opera Santa Maria della CaritàPresidente: don Corrado Cannizzaro

www.osmc.orgSede Legale e Amministrativa – San Marco 1830 – 30124 Venezia

Tel. 041 3420511 – Fax 041 3420512 – [email protected]

* SERVIZI SOCIO SANITARI *MINORI

Comunità Santa Maria di FatimaVia Castellana, 69 - 30174 Venezia-Zelarino

Tel. 041 980466 - Fax 041 985357

ANZIANIResidenza Santa Maria del Rosario

Vicolo della Pineta, 32 - 30174 Venezia-Carpenedo Tel. 041 612237 - Fax 041 5344674

Centro NazaretVia Castellana, 69 - 30174 Venezia-Zelarino

Tel. 041 5055988 - Fax 041 5041404

Casa dell’Ospitalità Santa Maria del MareS. Pietro in Volta - 30010 Venezia

Tel. 041 5279126 - Fax 041 5279320

Centro Santa Maria ImmacolataVia Scaramuzza, 1-5 - 30174 Venezia-Zelarino

DISABILITÀCasa Madonna Nicopeja

Strada della Droma, 72 - 30011 Venezia-AlberoniTel. 041 731071 - Fax 041 731351

Centro Diurno Modulare Bellinato-ZorzettoP.le Giustiniani, 11/e - 30174 Venezia-Mestre

Tel. e Fax 041 2608929

DIPENDENZEComunità Emmaus

Via Molino Marcello, 3 - 30174 Venezia-ZelarinoTel. 041 5461813 - Fax 041 5468144

Comunità Il GabbianoS. Maria del Mare - 30010 Venezia - S. Pietro in Volta

Tel. e Fax 041 5277030

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Pag. 2 EDITORIALECristo mia speranza è risorto

Pag. 4 TEMPO GUADAGNATO ALLA VITA: tre anni di Hospice al centro NazaretMario Capovilla

Pag. 6 PERCHÉ L’HOSPICE AL CENTRO NAZARETLuigi Polesel

Pag. 10 HOSPICE: L’ORGANIZZAZIONEElena Pettenò

Pag. 12 L’UTILITÀ E IL SIGNIFICATO DEL LAVORO IN ÉQUIPE IN UNA STRUTTURA HOSPICEDonatella Forin

Pag. 14 È DIO CHE CONSOLASuor Bartolomea e suor Stefania

Pag. 16 NUOVA ATTIVITÀ OSMC 2009: il Centro Diurno Modulare Bellinato-ZorzettoWalter Pulignano

Pag. 18 VITA DELL’OPERA: GENNAIO-MARZO 2009

Pag. 19 OSMC IN DIALOGO

MATER CARITATIS. Anno I - Numero 1 - gennaio-marzo 2009EDITORE: FONDAZIONE DI RELIGIONE OPERA SANTA MARIA DELLA CARITÀ.Aut. Tribunale Venezia n° 1350 del 02/12/1999

Direttore Responsabile: don Sandro ViganiDirettore Editoriale: don Corrado CannizzaroSegreteria di Redazione: Diana TroleseTel. 041 34 20 511 - Fax 041 34 20 512, e-mail: [email protected] Sede Centrale OSMC: San Marco 1830 - 30124 Venezia

Impaginazione e grafica: Rinaldo Maria Chiesa Stampa: Grafiche LA PRESS - Fiesso d’Artico (VE)Coordinamento redazionale e di produzione: MARCIANUM PRESS, Dorsoduro 1 - 30123 Venezia - www.marcianumpress.it

Il presente numero è stato chiuso in Redazione il 31/03/2009

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SOMMARIO

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Chiesa del Centro Nazaret, Zelarino (VE)

Editoriale

Con queste parole la liturgia cri-stiana saluta il giorno di Pasqua eannuncia gioiosamente la risurre-zione. La loro origine è moltoantica, e fanno parte di unasplendida sequenza (il Victimaepaschali) che ancora oggi sicanta – o si recita – nelle nostrechiese. In essa si racconta del tre-mendo duello che si è svolto tra lamorte e la vita, il cui esito ha del-l’incredibile: il Signore della vitaera morto, ma ora vivo trionfa.Non può esserci gioia più grandedi questa, perché l’Agnello(Gesù) ha redento il suo gregge

Victimae paschaliSequenza del giorno di Pasqua, sec. XI

Alla vittima pasquale i cristianiinnalzino il sacrificio di lode.L’Agnello ha redento il suo gregge;Cristo, l’innocente, ha riconciliatonoi peccatori con il Padre.Morte e vita si sono affrontatein un prodigioso duello:il Re della vita era morto,ma ora vivo trionfa.«Raccontaci, Maria,che hai visto sulla via?»«La tomba di Cristo vivente,e la gloria di Cristo risorto;gli angeli suoi testimoni,il sudario e le vesti.Cristo, mia speranza, è risortoe vi precede in Galilea».Sì, ne siamo certi: Cristo è veramente risorto.Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.

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(noi), l’innocente, ha riconciliatonoi peccatori con il Padre.Un mito? Un’illusione? Una bellafavola per bambini? A prima vistapotrebbe sembrare proprio così,almeno per il nostro mondo che, avolte, sembra così lontano dallafede. Al contrario io credo che pro-prio qui si trovi una delle chiavipiù profonde per interpretare larealtà in cui viviamo e, ancor più,comprendere il senso della nostrastessa esistenza. Chi di noi infattinon sente nel più profondo di sestesso un irresistibile desiderio divita? A che cosa mira tutto ilnostro agire, il nostro darci da fare,il correre dalla mattina alla sera senon a “vivere”? Eppure tante voltequesto stesso desiderio di vita sitrova a combattere con il limite checi segna e ci assale da ogni parte:l’insoddisfazione, il non riuscire,ma anche il dolore, la sofferenza,fino alla morte fisica. Nella nostra società i segnali deltremendo duello sono ancora piùinquietanti: che dire di tanti giova-ni che, per sentirsi vivi, arrivano asfidare incoscientemente la morte etroppo spesso ne sono sopraffatti?E che dire di quella “cultura anti-solidaristica” o “cultura di morte”– come la chiamava GiovanniPaolo II – che sembra ordire una“congiura contro la vita”? Nonrientrano forse qui quelle continuediscussioni sulla vita nel suo nasce-re o nel suo finire che, mascherateda buoni sentimenti di pietà, trop-po spesso nascondono fini moltomeno nobili?Di fronte a tutto questo Gesù, vero

Figlio di Dio fattosi vero uomo, cimostra con la sua esperienza per-sonale che lui, la Vita, è comunquepiù forte della morte e ha l’ultimaparola. E ce lo mostra non soppri-mendo altri – come fanno gli uomi-ni per dimostrare che hanno ragio-ne a tutti i costi – ma sacrificandose stesso. È lui che ha combattutoper noi, cioè al nostro posto e anostro favore, sconfiggendo unavolta per tutte quel nemico che piùdi tutti spaventa: la morte, appun-to. Dalla sua morte nasce la vita.La vera vita e la speranza, per tuttinoi.Una testimonianza per l’oggi chenasce dalla Pasqua di Cristo misembra sia proprio l’hospice – dicui parleremo nelle prossime pagi-ne – ossia un luogo in cui il tre-mendo duello è, purtroppo, di casaquotidianamente. Un luogo in cui ogni parola, ognigesto, ogni intervento anche medi-co è teso non più a guarire, ma alenire il dolore, a dare pace, conso-lazione, speranza a dare dignitàanche agli ultimi momenti, adare... vita anche nel momentodella morte!Allora non è assurdo cantare allavita il giorno di Pasqua. Non allavita che ci facciamo noi con lenostre mani (da soli ci costruiamosolo degli inferni, e la storia ne èpiena), bensì alla vita che è donodel Crocifisso Risorto.Sì, ne siamo certi, Cristo è vera-mente risorto!!!

Don Corrado CannizzaroPresidente di OSMC

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Il 14 marzo 2006 venivainaugurato l’Hospice del Centro Nazaret: a treanni da quella data…

Hospice: diamo significato altempo.L’Hospice è un luogo di cura desti-nato ad accogliere il malato affettoda patologia cronica e inguaribile.Esso rappresenta non solo unluogo, ma anche una filosofia tera-peutica che, attraverso le cure pal-liative, si propone di interveniresulle dimensioni fisiche, psicologi-che, sociali e spirituali della soffe-renza.

Poiché la sofferenza e la mortefanno invece parte della vita, ilnostro mandato di operatori chelavorano accompagnando, è di aiu-tare i malati e le loro famiglie aguardare in faccia queste realtà,per viverle con una corretta elabo-razione sul piano fisico, psicologicoe spirituale, contenendo il dolore ela sofferenza con tutti i mezzi e lerisorse che la medicina modernamette a nostra disposizione.

Ecco le cure palliative: cure perdare un valore ed un segnale di vitaagli ultimi giorni, cure per sostene-re, preparare ed accompagnare chisi avvia a morire e chi lo assiste,cure per il corretto controllo dei

Tempo guadagnato alla vita: tre anni di Hospice al Centro Nazaret

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sintomi che si presentano durantela malattia.Le cure palliative hanno perciò loscopo di dare al malato la massimaqualità di vita possibile, nel rispet-to della sua volontà, aiutandolo avivere al meglio la fase terminaledella malattia ed accompagnando-lo verso una morte dignitosa. Esse non modificano i tempi delmorire, non accelerano né rallenta-no la morte. Le cure palliative non tolgono lasperanza, anzi la aumentano e laorientano verso obiettivi realizza-bili e possibili, creando attorno almalato un ambiente di rispetto,accoglienza, dignità, creatività,verità e fiducia.Poiché la sofferenza coinvolge sia ilmalato che i suoi congiunti, le curepalliative aiutano la famiglia a svi-luppare potenzialità assistenzialispesso sconosciute o latenti, prepa-randola ad affrontare la malattia epoi la perdita del paziente, e soste-nendola anche dopo il lutto. Nelle cure palliative si passa dallamalattia alla persona malata, dalguarire al curare, dal curare alprendersi cura, dalla durata allaqualità della vita.Il nostro Hospice ha otto cameresingole, con letto aggiunto per lasosta di un familiare.Ogni camera ha un arredamentocasalingo, vi sono anche ambientiper momenti comuni, salotti, sog-giorno, cucina attrezzata ad usodei malati e dei parenti, perché inHospice si vive una sorta di vitacomunitaria, in cui i malati condi-vidono la loro storia ed il tempo

della malattia terminale, i parentiportano in Hospice qualcosa dellacasa e della famiglia, gli operatoripongono in questo clima comuni-tario i loro ideali ed il tempo dedi-cato al lavoro.In questa comunità molto specialedue cose hanno un grande valore:le persone ed il tempo. Le persone, tutte ma in particolarei malati ed i parenti, hanno ungrande valore, perché sono al cen-tro dell’organizzazione e del lavo-ro.Il tempo che trascorre qui è tempoguadagnato alla vita, alla malattia,alla sofferenza, all’isolamento; perquesto vale molto e deve essere uti-lizzato al meglio. Così nel nostroHospice tutti si danno da fare perdare significato al tempo che resta.

Mario Capovilla Direttore Centro Nazaret

Sala comune Hospice delCentro Nazaret

Cos’è un Hospice?L’Hospice, così come lo conosciamooggi, trae la sua origine in Inghilterraintorno alla metà del secolo XIX:risalendo alla sua etimologia diparola inglese, il termine sta a signi-ficare un vero e proprio cottageimmerso nel verde, dove il malatoterminale può concludere l’ultimaparte della sua vita con dignità eserenità.

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Perché l’Hospice al Centro NazaretLa volontà del Patriarca Marco Cè, la realizzazione diMons. Senigaglia

«Penso ad un reparto del nuovo Centro Nazaret in cui sipratichino, insieme alla terapia del dolore, quelle curepalliative che aiutano a morire serenamente, circondatida persone di cuore e ben preparate ad accompagnaregli ammalati terminali».

Queste le parole pronunciate dal Patriarca Card. Marco Cè il 13 dicem-bre 2000 e ad ascoltarle con la consueta devota attenzione c’era Mons.Mario Senigaglia, Presidente dell’Opera Santa Maria della Carità, che treanni dopo avrebbe inaugurato in terraferma il Centro Nazaret. Una struttura che voleva essere (e lo sarebbe stata) innovativa, contenen-do al proprio interno servizi diversi, alcuni completamente nuovi per ilpanorama del welfare cittadino: la Residenza Sanitaria Distrettuale(RSD), la Sezione Alta Protezione Alzheimer (SAPA), quindi l’Hospiceextraospedaliero, una risposta diversa da quella tradizionale (eminente-mente ospedaliero-sanitaria) alla delicata tematica del fine vita. Il desiderio del Patriarca Marco, l’intuizione e la consueta determinatarisolutezza di Monsignor Senigaglia, la volontà dell’Aulss12 Veneziana discegliere l’Opera Santa Maria della Carità come partner in un percorsocosì delicato, consentirono l’apertura di un piccolo nucleo all’internodella Residenza Papa Roncalli, che insieme alla Residenza Papa Lucianiforma il Centro Nazaret. L’inaugurazione, peraltro in sordina, quasi conun senso di profondo rispetto per chi vi sarebbe stato accolto,dell’Hospice del Nazaret avveniva il 14 marzo 2006, in una bella giorna-ta di sole, che sembrava quasi voler fare da ideale “gioioso” contrasto adun luogo dove la sofferenza avrebbe messo a dura prova la fede di cre-denti e la capacità di umana sopportazione di chi non crede: nessunadiscriminazione di religione, provenienza geografica o altro in quelle ottocamerette, nelle quali operatori, infermieri medici e figure religiose,insieme ai familiari e ai malati, hanno spesso formato un’unica famiglia. M

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ESTRATTO ARTICOLO GENTE VENETA (n. 12, 28 marzo 2009)

Dove la vita ha valore fino all’ultimoQuando Massimo, mio marito, è arrivato qui ha ritrovato la dignità. Ho potutostargli vicino fino all'ultimo e con noi anche nostra figlia, di 5 anni. Ci siamosentiti di nuovo in famiglia». Nicoletta ha perso il marito Massimo, poco più chequarantenne, per una malattia che non lascia scampo e insieme hanno trovatoun po' di serenità solo nelle ultime fasi, le più dolorose.Anche il signor Sergio parla di “famiglia” per raccontare di come sua moglie – elui con lei – sia stata accolta qui nel periodo terminale della sua esistenza.La differenza, spiega poi il signor Luigino, è quella che passa tra un malato con-siderato solo come un costo e una persona considerata un essere umano, finoall'ultimo. «Ho assistito prima mio padre, tra casa e ospedale, poi mio suoceroqui all'Hospice. E ho potuto rendermi conto di cosa sia questa differenza».Voci dall'hospice del Centro Nazaret dell'Opera Santa Maria della Carità, aZelarino, dove vengono accolti malati oncologici in fase terminale. La maggiorparte di essi trova qui la morte, un passaggio inevitabilmente drammatico cheperò trova il supporto, il sostegno, il conforto di una struttura che recuperaprima di tutto la dignità della persona.

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L'intervista di Gente Veneta per il 3°Anniversario dell'Hospice

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E proprio il 13 marzo 2006 veni-va data dalla Conferenza Stato-Regioni (Atti n. 1665) questadefinizione: «Le cure palliativecostituiscono una serie di inter-venti terapeutici ed assistenzialifinalizzati alla cura attiva, totale,di malati la cui malattia nonrisponde più a trattamenti speci-fici».La lettura dei bisogni, semprediversi e purtroppo sempre piùcrescenti, ha indotto l’Opera amantenere aperto un canale didialogo con le Istituzioni, maanche con le associazioni divolontariato che operano nell’am-

bito delle cure domiciliari oncolo-giche, nel tentativo di essere sem-pre attenta e “operaia” nel tra-durre in concreto le tante belleteorie che spesso, a ragione inmaniera moderata ma talvolta asproposito, vengono agitate neidibattiti legati al fine vita. Conuna connotazione ben precisa,quella ecclesiale, che vuol essere iltratto distintivo di una missionche ha nella caritas di Cristo lapropria genesi.

Dott. Luigi PoleselResponsabile socio-sanitario di

OSMC

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Hospice: l’organizzazione

una delle otto stanze dell'Hospice

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L’Hospice del Centro Nazaretdispone di otto posti letto, in stan-ze singole, con la possibilità per unfamiliare di poteri fermare nelle 24ore e condividere tutti i momentidella giornata con il proprio caro.Dal punto di vista organizzativogarantisce assistenza sanitaria con-tinuativa nelle 24 ore. È autosuffi-ciente nell’assistenza al malato inmodo tale da sgravare i familiarida questo tipo di incombenze pra-tiche. L’indicazione al ricovero inHospice è duplice: principalmenteavviene per il controllo dei sintomie delle complicanze dovute al pro-gredire della malattia neoplastica(primo fra tutti il controllo deldolore) quando questo non puòavvenire al domicilio del paziente;il ricovero avviene anche per offri-re un periodo di sollievo ai familia-ri impegnati nell’assistenza quoti-diana di malati cosi impegnatividal punto di vista sanitario e psico-logico. Le richieste di ricovero giungonosia da reparti ospedalieri che daldomicilio, su indicazione del medi-co di medicina generale.Nei tre anni di attività dell’Hospicesono stati accolti circa 200 pazien-ti affetti da malattia neoplastica infase avanzata, che sono rimasti inmedia per circa 50 giorni.

Questo periodo di tempo permettedi costruire tra gli operatori delreparto, il paziente e i familiari,un rapporto di conoscenza, di fidu-cia reciproca e di dialogo sinceronecessari per iniziare un efficacepercorso di accompagnamento allamorte.

La maggior parte dei pazientiricoverati in Hospice termina quila propria esistenza (circa l’85 %)ma per una piccola percentuale èpossibile programmare il rientro aldomicilio, una volta superato ilperiodo di difficoltà sia esso dicarattere clinico o familiare, dandoquindi la possibilità al paziente digodere dell’intimità domestica.

Dott.ssa Elena PettenòMedico Palliativista Hospice

Centro Nazaret

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L’utilità e il significato dellavoro in équipe in una struttura HospiceI programmi di cura e assistenza che contraddistinguono i percorsidelle cure palliative si concretizzano intorno ad alcune nozioni fonda-mentali:la visione “umanizzante” delle cure;la completa autonomia delle scelte da parte del paziente;una visione globale dei bisogni del paziente e, non ultimo,la famiglia del paziente come parte integrante della presa in carico.

In una struttura Hospice questi concetti possono attuarsi quotidiana-mente soltanto se ogni figura professionale si impegna ad interagire ecollaborare positivamente con le altre.È indispensabile che si realizzi la multidimensionalità dell’intervento:pur nella distinzione e rispetto delle singole competenze, tutti gli ope-ratori (vedi tabella) condividono e verificano terapie, programmi einterventi.Affinché tutto questo possa attuarsi sono fondamentali i momenti diconfronto, come i passaggi di consegne nel cambio turno degli opera-tori e le periodiche riunioni d’équipe, oltre all’attitudine personale diogni operatore al dialogo e al confronto.Inoltre, non meno cruciale è il carico emotivo e relazionale che glioperatori si trovano a sostenere nel confronto pressoché continuo conla morte e il morire.È solo attraverso il lavoro come gruppo nella direzione di un’intera-zione non giudicante, che i singoli operatori hanno la possibilità dirielaborare vissuti e emozioni, con l’obiettivo di non perdere di vistail cammino, lo sguardo e il senso del proprio operare.

Dott.ssa Donatella ForinPsico-oncologa

Hospice Centro Nazare

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Equipe Hospice

Mario Capovilla Direttore Centro Nazaret

Dott.ssa Elena Pettenò Medico palliativistaDott.ssa Silvia Mangiaforte Medico palliativistaDott.ssa Donatella Forin Psico-oncologaSuor Bartolomea Moro Coordinatrice socio-sanitariaDott.ssa Maria Rosa Rizzi Assistente SocialeDon Bruno Busetto Assistente SpiritualeSuor Stefania Quagliotto Operatrice Pastorale

6 infermieri7 operatori socio-sanitari

In coordinamento con la restante struttura del Centro Nazaret prestano laloro attività in Hospice anche educatori, fisioterapisti e una logopedista.

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Cappella dell'Hospice del Centro Nazaret

È Dioche consola

L’esperienza di Suor Bartolomea,coordinatrice socio-sanitariadell’Hospice…

Da più di qualche mese, dopo averdedicato ben 44 anni della miavita a servizio degli ammalati indiverse strutture sanitarie, comeinfermiera, sono passata alloHospice del Centro Nazaret. Nonlo nascondo: anche per me, comereligiosa, non è stato facile questopassaggio. La struttura, infatti,ospitando solamente malati termi-

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nali, richiede competenze specifi-che che vanno ben oltre a quelleprofessionali, come sono quellerelative alla capacità di relazione,di saper lenire, vivere la sofferen-za... di saper consolare, ascoltare...Sto imparando, mi sento alla scuo-la di tutti gli operatori che da qual-che anno si dedicano a questimalati. Sono contenta di poter col-laborare con loro in questa struttu-ra. È da loro che sto apprendendoche nel mio servizio, come religiosae caposala, conta il saper stare, ilsaper essere presso ciascun malatocon piena umanità, sensibilità efede. Spesso anch'io sperimentol'impotenza, ma il mio credo e lamia scelta di vita mi spingono adandare oltre e a vedere con speran-za che è Dio che consola, che leni-sce la sofferenza più grande chel'uomo può vivere, quale è quelladel trapasso. Mai si è preparatiabbastanza a far fronte a questimomenti di dolore. Ma la fede inDio ci permette di dare senso adesso e a continuare il nostro per-corso consapevoli che la vita diogni uomo è un pellegrinaggioverso la grande meta: il Paradiso.

Suor BartolomeaCoordinatrice socio-sanitaria

Hospice Centro Nazaret

… e l’esperienza di Suor Stefaniache, come operatrice pastoralesanitaria, collabora con donBruno Busetto nell’assistenzaspirituale del Centro Nazaret

Ho svolto il mio servizio professio-nale come caposala avendo semprenel cuore l'anelito del mio fondato-re il Beato Giovanni AntonioFarina che diceva alla sue suoreinfermiere: «Curare il corpo perarrivare all'anima». Ora è venutala chiamata ad impegnarmi comeoperatrice pastorale sanitaria pres-so l'Hospice e successivamenteanche in tutta la strutturadell'Opera Santa Maria dellaCarità al Centro Nazaret. Comereligiosa mi sento nella pienezzadella mia vocazione di aiutare laChiesa nella sua missione salvifica.Sono entrata in Hospice in puntadi piedi, in silenzio, in atteggia-mento di ascolto, di amore sempreattento ai bisogni dell'ammalato,di rispetto della sua libertà e diquella dei parenti. Non è facileaccompagnare e vivere il momentoin cui il fratello si incontra con Dio,aiutare la famiglia a condividere lasacralità dell'avvenimento. Quantoè faticoso oggi, immersi nella cul-tura del benessere e dell'efficienza,entrare in questo mistero di doloree di morte; la morte è un momentodrammatico per l'ammalato e per ifamiliari, ed è efficace in questomomento essere e stare accanto,far sperimentare in un modo vivoconcreto la presenza di Cristo.

Suor StefaniaOperatrice pastorale sanitaria

Centro Nazaret

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Dal 1 gennaio 2009 OSMC ha assunto la gestione di questanuova realtà.Cominciamo a conoscerla più da vicino…

Il nuovo Centro Diurno ModulareBellinato-Zorzetto, nato dal trasfe-rimento di sede e dalla fusione trail Centro Modulare “G. Zorzetto”ed il CSRE (Centro SocioRiabilitativo Educativo) “Aloe”dell’Aulss 12 Veneziana, rappre-senta il tentativo di coniugarerisposte adeguate ai bisogni cre-scenti delle persone con disabilità edelle loro famiglie, con una visioneche guarda avanti e fa della dispo-

nibilità al cambiamento uno deglielementi fondanti della propriamission. Poiché i cardini del nuovoprogetto sono rintracciabili nellastoria che ha preceduto l’aperturadella nuova struttura, giova riper-correrla brevemente.

Con Delibera del 27 dicembre1996, il Comune di Venezia appro-vava il progetto per la realizzazio-ne di una struttura sperimentaleper l’accoglienza diurna di personedisabili, secondo modelli innovati-vi rispetto all’esistente. Il Centro èstato inaugurato, già funzionante,nel giugno 1997, assumendo ilnome di “Centro Modulare G.

Nuova attività OSMC 2009: il Centro Diurno ModulareBellinato-Zorzetto

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Zorzetto”. Tra gli elementi checaratterizzano la proposta, si sot-tolinea: il rilievo posto alla centra-lità della persona; il sistema pro-gettuale; l’équipe intesa comeparte attiva nel processo; l’investi-mento formativo; l’utilizzo dellastruttura secondo moduli proget-tuali duttili, per invertire il rap-porto struttura/utente; la costanteattenzione all’evoluzione di meto-dologie e tecniche utili all’aggior-namento dell’offerta, a fronte deibisogni espressi dalle persone inse-rite; un orario di apertura piùampio. Concluso il mandato speri-mentale, il servizio si è propostonell’ambito del piano di zona comecentro diurno modulare per perso-ne con disabilità.La modularità è da intendere comemodello operativo, come espressio-ne della capacità di essere duttili edi saper fornire un insieme di ele-menti, persone e cose, capace diadattarsi alle esigenze degli ospiti enon viceversa. Questa scelta diindirizzo si realizza nella definizio-ne di accessi differenziati a secon-da delle necessità e delle scelteprogettuali (rispetto alle giornate ealle fasce orarie: mattino/pomerig-gio o giornata intera) e nella defi-nizione di percorsi individualizzatie/o di gruppo, strutturati permoduli operativi, ossia attraversoorganizzazioni spazio/temporaliadeguate, in cui sviluppare moda-lità duttili e dinamiche di intera-zione con la persona disabile e rea-lizzare gli interventi previsti nellaprogrammazione individualizzata.

Da gennaio 2009, il Centro DiurnoModulare Bellinato-Zorzetto, sottola gestione dell’Opera Santa Mariadella Carità ed in continuità con ilsuo mandato originario, si proponecome servizio integrativo (e nonsostitutivo) che svolge interventi asostegno dell’inserimento e dell’in-tegrazione sociale, interventi abili-tativi, riabilitativi, terapeutici eprocedure finalizzate a portare lapersona con disabilità a muoversi,provvedere alla cura di sé, man-giare, comunicare, relazionarsi evivere nel proprio ambiente nelmodo più autonomo possibile ed inbase alle proprie potenzialità resi-due.

Dott. Walter PulignanoCoordinatore

Centro Bellinato-Zorzetto

L’esterno del Centro Bellinato-Zorzetto

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1 gennaio 2009: Grandi novitàCon il nuovo annoOSMC ha raddoppiato ipropri dipendenti e hasuperato quota 400. Lascelta è stata di gestiredirettamente chi compie iservizi agli ospiti, appli-cando d’ora in poi il con-tratto nazionale di lavoroUNEBA. Un grazie parti-colare alle cooperativeCordis e Volontà diSapere e alle parti sinda-cali che hanno collabora-to per la buona riuscitadell’operazione.

1 febbraio: Il nuovo Consiglio di AmministrazioneDopo un periodo di pro-roga – dovuto alla scom-parsa improvvisa dimons. Senigaglia – ilPatriarca Scola ha prov-veduto alla nomina delPresidente del nuovoConsiglio diAmministrazione. Sonostati nominati ad trien-nium (ossia per tre anni)Presidente: don CorradoCannizzaro; Consiglieri:don Gianni Antoniazzi;dott. Filippo Brass; dott.Alessio Bui; don DiegoSartorelli. Un ringraziamento parti-colare al consigliereuscente avv. StefanoLazzarin e ai Revisoridei conti uscenti

dott. Andrea Martin,dott. Andrea di Giusto edott.ssa Laura Scarsoche hanno generosamen-te prestato a OSMC laloro professionalità.

11 febbraio: Giornata del malatoLa XVII GiornataMondiale del Malato,dedicata al tema“Educare alla salute,educare alla vita”, èstata vissuta con partico-lare intensità, alla matti-na, alla Residenza S.Maria del Rosario e, alpomeriggio, al CentroNazaret. In entrambe lestrutture si è celebratal’Eucaristia ed è statoconferito il sacramentodell’Unzione degliInfermi. Assieme agliospiti hanno partecipatonumerosi familiari eamici che, con le nostresuore, hanno animato ilmomento di preghiera.

16 febbraio: Saluto a mons. DanielLa comunità di S. Mariadel Mare ha accolto congioia Sua Eccellenzamons. Angelo Daniel,Vescovo emerito diChioggia, per salutarlonel momento in cuilascia la diocesi per rag-giunti limiti di età. Inquesta occasione si ècelebrata, con qualche

giorno di ritardo, laGiornata del Malato.Mons. Daniel è semprestato molto vicino allaCasa dell’Ospitalità diPellestrina, dove spessosi recava per incontraregli ospiti: a lui il nostropiù caro ringraziamentoe l’assicurazione dellanostra vicinanza.

2 marzo: Incontro al Bellinato-ZorzettoA due mesi dalla presa incarico della gestione e inoccasione del cambiodella ditta di ristorazio-ne, il Presidente diOSMC con tutto ilConsiglio Direttivo haincontrato i familiaridegli ospiti del CentroDiurno ModulareBellinato-Zorzetto. Labella occasione perapprofondire la cono-scenza reciproca si è con-clusa con il pranzo assie-me nei locali dello stessoCentro.

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Sono molte le persone che, inoccasione dell’uscita della Rivista,ci hanno scritto…Da qui la scelta di dedicare unospazio proprio a voi, cari lettori eamici, alle vostre idee, riflessioni,ai vostri suggerimenti e, perchéno, anche alle vostre critiche: nel-l’ottica della comunione, «tuttoconcorre al bene di coloro cheamano Dio» (Rm 8,28)

Porgendo i nostri più cari saluti,riportiamo a seguito la letterainviata a Opera dai familiaridella Sig.ra Fabris Rosina che èstata nostra ospite nella strutturadi Santa Maria del Mare:

«Ci sentiamo in dovere di fare unsentito ringraziamento a tutto ilteam del reparto giallo, agli infer-mieri tutti, all’infermiera signoraVincenzina, alla madre Superiorae in particolar modo a SuorRosalia, per le amorevoli e costan-ti cure, prestate a nostra madreFabris Rosina, dal giorno del suoarrivo in reparto, fino al 19Gennaio 2009, giorno in cui èdeceduta, attenzioni che, ognigiorno costantemente, non sonovenute meno a tutte le ospiti delreparto.Grazie! Grazie ancora a tuttivoi…Con grande rispetto e infinitariconoscenza salutiamo voi tutti.Anna e Piera figlie di FabrisRosina».

Un saluto affettuoso dalla nostraRedazione a Fra Mario Caldani,Gabriella Stevanato, RobertoConcetto e Ugo Ultimini di ApiColf di Mestre, che ci hanno invia-to i loro apprezzamenti sul primonumero di Mater Caritatis!

Per contattarci:Opera Santa Maria della CaritàRedazione Rivista Mater CaritatisSan Marco 1830 - 30124 Venezia Tel. 041 3420511Fax 041 3420512Email [email protected]

Chi non gradisse il ricevimentodella Rivista è pregato di darnecomunicazione ai recapiti su indi-cati.

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ri Anche in questo primo trimestre2009 la generosità non è manca-ta! Un grazie di cuore a tutti ivolontari e a coloro che con offer-te in denaro e doni (pannoloni,giocattoli, quaderni, vestiti, …)prendono parte alla mission cari-tativa dell’Opera.

Un ringraziamento speciale allaBanca del Veneziano che ha con-tribuito all’acquisto di quattropullmini impiegati dall’Opera peruna serie di necessità quali: il ser-vizio di trasporto disabili, l’ac-compagnamento a scuola deiminori, il trasporto medicinali epasti fra strutture.

Puoi contribuire alle attivitàdell’Opera Santa Maria dellaCarità con la tua offerta:

Fondazione di ReligioneOpera Santa Maria della Carità

Conto corrente postale94898061

Conto corrente bancario:IT 21 Q 08407 02002 057000087492

Per le persone giuridiche: LE OFFERTE SONO DEDUCIBILI FINO AL LIMITE DEL 2% DEL REDDITO D’IMPRESA ai sensi dell’art. 65, comma 2,lett. a del T.U.I.R. (DPR 917/86).

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Fondazione di Religione

Opera Santa Maria della Carità

2008Alcuni dati …

n. posti accreditati:

499n. dipendenti: dati al 31/12/08

OSMC 202 PARTNER194n. ospiti serviti:

873 (518 maschi e 355 femmine)

n. ore lavorate:

OSMC 279.11PARTNER 411.994n. giornate alimentari erogate: (colazione, pranzo, merenda e cena)

184.327

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Chiesa del Centro Nazaret, Zelarino (VE)

La nostra Croce, colorata di speranza,dalla nostra Chiesa entra nel nostro

nuovo logo e raggiunge chiunque abbia bisogno del nostro aiuto.

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