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«In Sicilia custodi sufficienti, ma malgestiti» Sgarlata: «In estate soluzione-tampone per evitare la chiusura domenicale e festiva dei siti. E poi riforma del sistema» MARIO BARRESI NOSTRO INVIATO SIRACUSA. Di fatto s’è portata il lavoro a casa. Sul tablet - ap- pena tornata nella sua Siracusa dopo una settimana paler- mitana, con coda catanese - sbirciamo le immagini che stanno facendo il giro del mondo. Mariarita Sgarlata scor- re con le dita le lunghe code di turisti imbufaliti all’ingres- so degli scavi di Pompei chiusi per assemblea sindacale, leg- ge del Colosseo “miracolato” dalla serrata dei custodi. L’as- sessore regionale ai Beni culturali ha una sensazione di déjvù - rassicurante d’istinto, ma inquietante in prospetti- va. «Trovarci in una così nutrita compagnia è però una ben magra consolazione», ironizza Sgarlata. Che ha ben chiaro il problema: «Il problema, in Italia, nasce essenzialmente dalla carenza di personale di custodia, un disagio che già nei giorni scorsi si è sentito forte e chiaro qui in Sicilia». La Sicilia, appunto. Ci aspetteremmo un assessore pron- to a piangere miseria di custodi. Ma la ri- sposta è di tutt’altro tenore: «Un am- pliamento del personale nell’isola è da escludere se è vero, come rileva oggi (ie- ri per chi legge, ndr) la Corte dei Conti, che circa il 30% del personale di tutte le Regioni italiane risiede in Sicilia. E poi la drammatica carenza di fondi del resto preclude questa soluzione». Ribattiamo, facendole notare la prote- sta dei sindacati, con il rischio di chiusu- ra - la domenica e nei festivi «dei più im- portanti siti archeologici ma anche musei e strutture che dipendono dalla Regione». Secondo stime dei sindacati, infatti, «il personale addetto avrebbe superato la quota di giorni festivi lavorati (che am- monta, per contratto, a un terzo dei gior- ni festivi complessivi nell’anno, elevabile al 50%) e dunque non sarebbe più auto- rizzato a lavorare». La dead line è già fissa- ta a domani: no straordinari, no party. Con ultimatum di poche ore alla Regione, che dovrebbe pagare gli arretrati al perso- nale, arrivato a superare l’80% delle gior- nate festive lavorate nel 2012. L’assesso- re Sgarlata sfodera una risposta istitu- zionale: «Il disagio dei nostri custodi è emerso in modo chiaro attraverso la vo- ce dei sindacati che hanno usato toni molti forti, a volte, mi permetto di dire, eccessivamente aggressivi. I sindacati hanno il sacrosanto diritto, anzi il dovere di reclamare per i lavoratori le spettanze finora non corri- sposte per gli straordinari svolti». Ma poi non smentisce, na- scondendosi dietro a un sorriso, le tante voci sulla gestione “fai-da-te” di turni del personale, spesso con tour de force di persone che risultano per 24 ore continuative nello stesso sito, magari fra gennaio e marzo (quando di turisti ce ne so- no pochissimi) e dopo aver “bruciato” il budget degli staor- dinari in un trimestre, in primavera si comincia a battere cassa. Così come l’assessore non smentisce la distribuzione “palermocentrica” delle risorse umane, una delle cause per cui la coperta dei siti siciliani è sempre corta. E allora, assessore Sgarlata, come la mettiamo? «Stiamo risolvendo l’emergenza per queste prime settimane d’esta- te ed è allo studio una soluzione per scongiurare il caos esti- vo nei siti culturali siciliani. I lavoratori avranno i soldi del 2012, ma sia chiaro che questo sistema deve finire. Non si può pensare che si possa procedere anche per il futuro in questa direzione. La sola strada percorribile, vista l’assenza di fondi e l’impossibilità di nuove assunzioni, è la riorganiz- zazione del sistema nel suo complesso di concerto con le or- ganizzazioni sindacali». Una stretta su una gestione, «nel passato spesso poco razionale, per non dire altro» del per- sonale di musei e siti. Nessuna “caccia al custode”, ma un po’ di ordine negli 80 siti (raddoppiati dopo la riforma varata dal governo Lombardo) di competenza della Regione, con poco meno di 1.200 unità di personale a disposizione. Un po’ meno degli oltre 1.500 in organico trent’anni fa. «Ma ab- bastanza - giura Sgarlata - per gestire al meglio tutto il no- stro patrimonio culturale, tenendo aperti i siti sette giorni su sette». Con il “sistema Sgarlata”. Che magari poteva già essere avviato già da quest’estate, prima di incorrere nel- l’ennesima emergenza. Adesso la aspettiamo alla prova dei fatti. «Basta con privilegi e sprechi di risorse. Questi sia- mo e con questi dobbiamo far fruttare al meglio i nostri si- ti. Qualcuno magari ci resterà male, ma voglio riuscirci». twitter: @MarioBarresi BENI CULTURALI O CANCELLI CHIUSI A POMPEI: 500 TURISTI IN FILA SOTTO IL SOLE Cinquecento turisti in fila sotto il sole davanti ai cancelli chiusi di Pompei, porte chiuse al Pantheon, ingresso sbarrato agli Uffizi. Annunciata da giorni va in scena la protesta dei dipendenti dei beni culturali. E dopo le proteste che qualche giorno fa hanno bloccato anche il Colosseo, per musei e siti archeologici è un venerdì nero. Le assemblee dai sindacati bloccano per l’intera mattinata Pompei, Ercolano, Oplontis, con i turisti in fila davanti alle biglietterie chiuse. Per la sola Pompei se ne contano 500 e il danno è limitato dall’annuncio, che ha tenuto lontano croceristi e grandi gruppi. O DAGLI UFFIZI AL CENACOLO VINCIANO UN VENERDÌ NERO IN ITALIA Fatto salvo il Colosseo, le chiusure riguardano tutta Italia dalla Pinacoteca di Brera e il Cenacolo Vinciano a Milano, agli Uffizi e la Galleria dell’Accademia di Firenze, Palazzo Barberini, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, il Museo Etrusco, Castel Sant’Angelo a Roma, il Castello di Miramare a Trieste, il Museo Nazionale di Cagliari, la Galleria Estense di Modena. Rimane l’incontro con il ministro Bray, già fissato per l’8 luglio: «da lui ci aspettiamo risposte politiche», spiegano i sindacati, «non solo sui tagli alle risorse: tra le richieste anche «eliminare sprechi e appalti selvaggi». Fondi per straordinari “bruciati” a inizio del 2013, fruibilità a rischio da domani. L’assessore: «Pagherò, ma stop a questo sistema» SI POTRANNO PERSONALIZZARE LATTINE O BOTTIGLIE CON IL PROPRIO NOME SIBEG IN SICILIA È SINONIMO DI COCA-COLA Dal 1960 la società, nello stabilimento di Ca- tania, produce, imbottiglia e distribuisce tutti i prodotti a marchio The Coca-Cola Company: Coca-Cola, Coca-Cola Zero, Coca- Cola light e senza caffeina ma anche Fanta Orange e Lemon, Sprite, Kinley Tonic Water e Kinley Bitter Lemon. All’interno del contesto economico at- tuale, Sibeg si dimostra un’azienda importa- te per il territorio siciliano ed un riferimen- to nel panorama nazionale, spingendo un piano anticrisi che poggia su 4 elementi: la convenienza di prezzo, l’innovazione, l’eccel- lenza nell’attivazione del punto vendita e lo sviluppo del pieno potenziale dei suoi clien- ti. In tal senso continua anche nel 2013 “Ta- liastuprezzu”, un piano di attività che preve- de oltre a prezzi ridotti, attività promozio- nali dentro e fuori i punti vendita. Sibeg negli ultimi anni ha investito gran- di risorse in ricerca e sviluppo: lo stabili- mento catanese offre oggi innovative solu- zioni tecnologiche al fine di garantire il ri- spetto degli standard qualitativi propri di The Coca-Cola Company e consentire lo svi- luppo di nuovi prodotti e pack. Negli ultimi anni significativi investimenti tecnologici e di processo sono stati eseguiti nell’ambito del progetto “Tetris”, con l’obiettivo di realiz- zare un potenziamento della capacità pro- duttiva complessiva e completamento del- la gamma delle produzioni svolte nello sta- bilimento. Nasce così la nuova linea lattine: 60mila lattine l’ora, 8 milioni di casse l’an- no da 24 lattine ciascuna, oltre 12 milioni di euro di investimento. Nonostante la diffici- le congiuntura economica, Sibeg scommet- te sulla nuova linea di produzione lattine di Coca-Cola pro- mettendo numeri di successo e di- ventando l’unico impianto a livello nazionale che produce il forma- to mini can (da 15 ml). Altro punto ot- timista in un un periodo di crisi come quello attuale, è dato dal focus di Sibeg sull’innovazione dei pro- dotti, volti a soddisfare le più diverse esigen- ze dei consumatori: l’allargamento della gamma mini lattina da 15 cl, con Fanta e Coca- Cola Zero, che si affiancano a Coca- Cola; l’inserimento nella gamma pet di Bur- nEnergy drink delle due varianti Blue e Jui- ce; i nuovi formati di Kinley Tonic Water e Kinley Bitter Lemon le acque toniche dal caratteristico gusto amaro, oggi disponibi- li nei formatipet da 1L, lattina da 33 cl e ve- tro da 20 cl.; il lancio di Fanta Lemon con il 12% di succo di limone e polpa, e per finire le novità dell’estate: Fanta Kiwi e Fragola ed Amita all’anguria; Infine una svolta epocale: per la prima volta in 127 anni il brand Coca-Cola lascia il posto ai 150 nomi propri più diffusi in Ita- lia, con una produzione “dedicata” alla Sici- lia: «Coca-Cola, in questo modo, ha voluto fare un regalo speciale a tutti i suoi fan iso- lani, includendo nel programma Condividi una Coca-Cola anche una selezione di nomi tipici siciliani - da Agata a Gaetano, sino a Rosaria e Vito» dichiara Luca Busi, ammini- stratore delegato di Sibeg. SIRACUSA: OGGI LA PRESENTAZIONE DELL’INTERVENTO Forestali al lavoro fra i tesori: «Così è rinata la Neapolis» NOSTRO INVIATO SIRACUSA. Per comprendere l’essenza di queste meraviglie occorrebbe una mac- china del tempo col timer spostato in- dietro di qualche millennio. Ma per ca- pire - con senno del poi, dopo un prima di degrado e di abbandono - quant’è semplice rispettare i siti culturali sicilia- ni, basta fare una passeggiata al Parco archeologico della Neapolis (500mila ingressi l’anno, c’è dentro il Teatro Gre- co) e scandagliare la memoria a breve termine: due mesi fa. Lo spread fra il prima e il dopo è dato da una norma (lungimirante, né più e né meno di tan- te altre inapplicate), dal buon senso di istituzioni che collaborano, da 250mila euro di investimenti della Regione. E soprattutto dal lavoro ecomiabile di 25 operai forestali. E oggi è arrivato il giorno di presenta- re - con un po’ di legittima autocelebra- zione - il risultato dei lavori di manu- tenzione straordinaria dell’area a verde del parco della Neapolis di Siracusa, al- la presenza degli assessori regionali Da- rio Cartabellotta (Risorse agricole) e Mariarita Sgarlata (Beni culturali), as- sieme ai vertici degli altri enti, tra cui Azienda foreste demaniali e Parco ar- cheologico di Siracusa. In tutto 183.500 metri quadrati ad altissima densità di valore culturale: il Teatro Greco, l’anfiteatro romano e l’al- tare monumentale di Ierone II, la Via Sa- cra, il teatro lineare e il Ninfeo, allargan- do l’intervento alla Latomia del Paradi- so (dove c’è l’Orecchio di Dioniso) e ad altri due tesori, meno conosciuti dal grande pubblico eppure altrettanto suggestivi, come le Latomie dell’Inta- gliatella e di Santa Venera. «Queste aree - ricorda Carmelo Frittitta, dirigente dell’Ufficio Azienda regionale foreste demaniali di Siracusa - in buona parte boscati e d’indubbio interesse archeolo- gico ma anche naturalistico e paesaggi- stico, giacevano da decenni in gravissi- mo stato di abbandono e per l’invasività della vegetazione infestante, in molti casi, non erano più nemmeno visibile il patrimonio archeologico. Inoltre, le piante arboree avevano urgenza di un restauro e di un intervento volto a pre- servare al contempo il loro particolare interesse vegetazionale, ma anche la condizione di sicurezza del sito». Un errore ab origine che risale a molto tem- po addietro: «Purtroppo, molte piante vennero poste a dimora non tenendo conto della profondità del suolo e della relativa capacità di accrescimento, mo- tivo per cui, soprattutto negli ultimi an- ni, si è registrata - certifica Frittitta - una preoccupante e diffusa caduta di interi alberi, soprattutto di conifere, con i ri- schi e gli effetti a ciò conseguenti». Ma la manutenzione straordinaria è stata selettiva anche su questi aspetti: «Gli in- terventi sono stati indirizzati alla ripu- litura della superficie dalla flora sponta- nea, eseguita in maniera selettiva così da salvaguardare le specie endemiche». E così questa mattina si potrà vedere ciò che abbiamo visto noi ieri e che an- che i turisti hanno apprezzato - setti- mana dopo settimana, così come docu- mentato dalla nostra redazione di Sira- cusa - e cioè un’area archeologica degna di questo nome. «La buona gestione del verde - ricorda l’assessore Cartabellot- ta - che certamente rappresenta una risorsa alla fruizione del parco archeo- logico, consentirà di migliorare l’acces- so ad aree fino a ieri pressoché inacces- sibili, stimolando l’ideazione di percor- si tematici all’interno della Neapolis al fine di indurre, almeno una parte del mezzo milione di visitatori ad ap- profondire la conoscenza di questo ec- cezionale patrimonio culturale e natu- ralistico». E il modello sarà esteso ad al- tri siti siciliani, come anticipa l’assesso- re Sgarlata: «Abbiamo dato concreta at- tuazione all’articolo 25 della Finanziaria regionale, che prevede l’impiego di ri- sorse del settore forestale non solo nei siti archeologici, ma anche in aree ver- di di siti pubblici, scuole, atenei, musei e ospedali. Il test di Siracusa dimostra che il modello funziona e già nel setto- re di mia competenza, grazie alla tem- pestiva disponibilità del collega Carta- bellotta, ho già esteso il progetto ad al- tri siti archeologici, tra cui Morgantina, Selinunte, Segesta, Tindari ed Eloro». MA. B. ANFITEATRO ROMANO LATOMIA DELLA INTAGLIATELLA GROTTA DEI CORDARI PRIMA E DOPO. Nelle foto, le zone del parco archeologico Neapolis di Siracusa prima (a sinistra) e dopo (a destra) l’intervento. A fianco, Cartabellotta Il modello sarà esteso Cartabellotta: «Parco sistemato in due mesi con 25 operai al lavoro» La Sibeg di Catania, stabilimento all’avanguardia nella produzione di lattine e bottiglie Coca- Cola MARIARITA SGARLATA LA SICILIA SABATO 29 GIUGNO 2013 .7 i FATTI

«In Sicilia custodi sufficienti, ma malgestiti»

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«Stiamo risolvendo l’emergenza per queste prime settimane d’estate ed è allo studio una soluzione per scongiurare il caos estivo nei siti culturali siciliani. I lavoratori avranno i soldi del 2012, ma sia chiaro che questo sistema deve finire. Non si può pensare che si possa procedere anche per il futuro in questa direzione. La sola strada percorribile, vista l’assenza di fondi e l’impossibilità di nuove assunzioni, è la riorganizzazione del sistema nel suo complesso di concerto con le organizzazioni sindacali».

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«In Sicilia custodi sufficienti, ma malgestiti»Sgarlata: «In estate soluzione-tampone per evitare la chiusura domenicale e festiva dei siti. E poi riforma del sistema»

MARIO BARRESINOSTRO INVIATO

SIRACUSA. Di fatto s’è portata il lavoro a casa. Sul tablet - ap-pena tornata nella sua Siracusa dopo una settimana paler-mitana, con coda catanese - sbirciamo le immagini chestanno facendo il giro del mondo. Mariarita Sgarlata scor-re con le dita le lunghe code di turisti imbufaliti all’ingres-so degli scavi di Pompei chiusi per assemblea sindacale, leg-ge del Colosseo “miracolato” dalla serrata dei custodi. L’as-sessore regionale ai Beni culturali ha una sensazione di déjvù - rassicurante d’istinto, ma inquietante in prospetti-va. «Trovarci in una così nutrita compagnia è però una benmagra consolazione», ironizza Sgarlata. Che ha ben chiaroil problema: «Il problema, in Italia, nasce essenzialmentedalla carenza di personale di custodia, un disagio che già neigiorni scorsi si è sentito forte e chiaro qui in Sicilia».

La Sicilia, appunto. Ci aspetteremmo un assessore pron-to a piangere miseria di custodi. Ma la ri-sposta è di tutt’altro tenore: «Un am-pliamento del personale nell’isola è daescludere se è vero, come rileva oggi (ie-ri per chi legge, ndr) la Corte dei Conti,che circa il 30% del personale di tutte leRegioni italiane risiede in Sicilia. E poi ladrammatica carenza di fondi del restopreclude questa soluzione».

Ribattiamo, facendole notare la prote-sta dei sindacati, con il rischio di chiusu-

ra - la domenica e nei festivi «dei più im-portanti siti archeologici ma anche museie strutture che dipendono dalla Regione».Secondo stime dei sindacati, infatti, «ilpersonale addetto avrebbe superato laquota di giorni festivi lavorati (che am-monta, per contratto, a un terzo dei gior-ni festivi complessivi nell’anno, elevabileal 50%) e dunque non sarebbe più auto-rizzato a lavorare». La dead line è già fissa-ta a domani: no straordinari, no party.Con ultimatum di poche ore alla Regione,che dovrebbe pagare gli arretrati al perso-nale, arrivato a superare l’80% delle gior-nate festive lavorate nel 2012. L’assesso-re Sgarlata sfodera una risposta istitu-zionale: «Il disagio dei nostri custodi èemerso in modo chiaro attraverso la vo-ce dei sindacati che hanno usato tonimolti forti, a volte, mi permetto di dire,eccessivamente aggressivi. I sindacatihanno il sacrosanto diritto, anzi il dovere

di reclamare per i lavoratori le spettanze finora non corri-sposte per gli straordinari svolti». Ma poi non smentisce, na-scondendosi dietro a un sorriso, le tante voci sulla gestione“fai-da-te” di turni del personale, spesso con tour de force dipersone che risultano per 24 ore continuative nello stessosito, magari fra gennaio e marzo (quando di turisti ce ne so-no pochissimi) e dopo aver “bruciato” il budget degli staor-dinari in un trimestre, in primavera si comincia a batterecassa. Così come l’assessore non smentisce la distribuzione“palermocentrica” delle risorse umane, una delle causeper cui la coperta dei siti siciliani è sempre corta.

E allora, assessore Sgarlata, come la mettiamo? «Stiamorisolvendo l’emergenza per queste prime settimane d’esta-te ed è allo studio una soluzione per scongiurare il caos esti-vo nei siti culturali siciliani. I lavoratori avranno i soldi del2012, ma sia chiaro che questo sistema deve finire. Non sipuò pensare che si possa procedere anche per il futuro inquesta direzione. La sola strada percorribile, vista l’assenzadi fondi e l’impossibilità di nuove assunzioni, è la riorganiz-zazione del sistema nel suo complesso di concerto con le or-ganizzazioni sindacali». Una stretta su una gestione, «nelpassato spesso poco razionale, per non dire altro» del per-sonale di musei e siti. Nessuna “caccia al custode”, ma un po’di ordine negli 80 siti (raddoppiati dopo la riforma varatadal governo Lombardo) di competenza della Regione, conpoco meno di 1.200 unità di personale a disposizione. Unpo’ meno degli oltre 1.500 in organico trent’anni fa. «Ma ab-bastanza - giura Sgarlata - per gestire al meglio tutto il no-stro patrimonio culturale, tenendo aperti i siti sette giornisu sette». Con il “sistema Sgarlata”. Che magari poteva giàessere avviato già da quest’estate, prima di incorrere nel-l’ennesima emergenza. Adesso la aspettiamo alla provadei fatti. «Basta con privilegi e sprechi di risorse. Questi sia-mo e con questi dobbiamo far fruttare al meglio i nostri si-ti. Qualcuno magari ci resterà male, ma voglio riuscirci».

twitter: @MarioBarresi

BENI CULTURALI

O CANCELLI CHIUSI A POMPEI: 500 TURISTI IN FILA SOTTO IL SOLECinquecento turisti in fila sotto il sole davanti ai cancelli chiusi di Pompei, porte chiuse al Pantheon, ingresso sbarratoagli Uffizi. Annunciata da giorni va in scena la protesta dei dipendenti dei beni culturali. E dopo le proteste che qualchegiorno fa hanno bloccato anche il Colosseo, per musei e siti archeologici è un venerdì nero. Le assemblee dai sindacatibloccano per l’intera mattinata Pompei, Ercolano, Oplontis, con i turisti in fila davanti alle biglietterie chiuse. Per lasola Pompei se ne contano 500 e il danno è limitato dall’annuncio, che ha tenuto lontano croceristi e grandi gruppi.

O DAGLI UFFIZI AL CENACOLO VINCIANO UN VENERDÌ NERO IN ITALIAFatto salvo il Colosseo, le chiusure riguardano tutta Italia dalla Pinacoteca di Brera e il Cenacolo Vinciano a Milano, agliUffizi e la Galleria dell’Accademia di Firenze, Palazzo Barberini, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, il Museo Etrusco,Castel Sant’Angelo a Roma, il Castello di Miramare a Trieste, il Museo Nazionale di Cagliari, la Galleria Estense diModena. Rimane l’incontro con il ministro Bray, già fissato per l’8 luglio: «da lui ci aspettiamo risposte politiche»,spiegano i sindacati, «non solo sui tagli alle risorse: tra le richieste anche «eliminare sprechi e appalti selvaggi».

Fondi perstraordinari“bruciati”a iniziodel 2013,fruibilità arischio dadomani.L’assessore:«Pagherò,ma stop aquestosistema»

SI POTRANNO PERSONALIZZARE LATTINE O BOTTIGLIE CON IL PROPRIO NOME

SIBEG IN SICILIA È SINONIMO DI COCA-COLADal 1960 la società, nello stabilimento di Ca-tania, produce, imbottiglia e distribuiscetutti i prodotti a marchio The Coca-ColaCompany: Coca-Cola, Coca-Cola Zero, Coca-Cola light e senza caffeina ma anche FantaOrange e Lemon, Sprite, Kinley Tonic Watere Kinley Bitter Lemon.

All’interno del contesto economico at-tuale, Sibeg si dimostra un’azienda importa-te per il territorio siciliano ed un riferimen-to nel panorama nazionale, spingendo unpiano anticrisi che poggia su 4 elementi: laconvenienza di prezzo, l’innovazione, l’eccel-lenza nell’attivazione del punto vendita e losviluppo del pieno potenziale dei suoi clien-ti. In tal senso continua anche nel 2013 “Ta-liastuprezzu”, un piano di attività che preve-de oltre a prezzi ridotti, attività promozio-nali dentro e fuori i punti vendita.

Sibeg negli ultimi anni ha investito gran-di risorse in ricerca e sviluppo: lo stabili-mento catanese offre oggi innovative solu-zioni tecnologiche al fine di garantire il ri-spetto degli standard qualitativi propri diThe Coca-Cola Company e consentire lo svi-luppo di nuovi prodotti e pack. Negli ultimianni significativi investimenti tecnologici edi processo sono stati eseguiti nell’ambitodel progetto “Tetris”, con l’obiettivo di realiz-zare un potenziamento della capacità pro-duttiva complessiva e completamento del-la gamma delle produzioni svolte nello sta-bilimento. Nasce così la nuova linea lattine:60mila lattine l’ora, 8 milioni di casse l’an-no da 24 lattine ciascuna, oltre 12 milioni dieuro di investimento. Nonostante la diffici-le congiuntura economica, Sibeg scommet-te sulla nuova linea di produzione lattine di

Coca-Cola pro-mettendo numeridi successo e di-ventando l’unicoimpianto a livellonazionale cheproduce il forma-to mini can (da15 ml).

Altro punto ot-timista in un unperiodo di crisi come quello attuale, è datodal focus di Sibeg sull’innovazione dei pro-dotti, volti a soddisfare le più diverse esigen-ze dei consumatori: l’allargamento dellagamma mini lattina da 15 cl, con Fanta eCoca- Cola Zero, che si affiancano a Coca-Cola; l’inserimento nella gamma pet di Bur-nEnergy drink delle due varianti Blue e Jui-

ce; i nuovi formati di Kinley Tonic Water eKinley Bitter Lemon le acque toniche dalcaratteristico gusto amaro, oggi disponibi-li nei formatipet da 1L, lattina da 33 cl e ve-tro da 20 cl.; il lancio di Fanta Lemon con il12% di succo di limone e polpa, e per finirele novità dell’estate: Fanta Kiwi e Fragolaed Amita all’anguria;

Infine una svolta epocale: per la primavolta in 127 anni il brand Coca-Cola lasciail posto ai 150 nomi propri più diffusi in Ita-

lia, con una produzione “dedicata” alla Sici-lia: «Coca-Cola, in questo modo, ha volutofare un regalo speciale a tutti i suoi fan iso-lani, includendo nel programma Condividiuna Coca-Cola anche una selezione di nomitipici siciliani - da Agata a Gaetano, sino aRosaria e Vito» dichiara Luca Busi, ammini-stratore delegato di Sibeg.

SIRACUSA: OGGI LA PRESENTAZIONE DELL’INTERVENTO

Forestali al lavoro fra i tesori: «Così è rinata la Neapolis»NOSTRO INVIATO

SIRACUSA. Per comprendere l’essenza diqueste meraviglie occorrebbe una mac-china del tempo col timer spostato in-dietro di qualche millennio. Ma per ca-pire - con senno del poi, dopo un primadi degrado e di abbandono - quant’èsemplice rispettare i siti culturali sicilia-ni, basta fare una passeggiata al Parcoarcheologico della Neapolis (500milaingressi l’anno, c’è dentro il Teatro Gre-co) e scandagliare la memoria a brevetermine: due mesi fa. Lo spread fra ilprima e il dopo è dato da una norma(lungimirante, né più e né meno di tan-te altre inapplicate), dal buon senso diistituzioni che collaborano, da 250milaeuro di investimenti della Regione. Esoprattutto dal lavoro ecomiabile di 25operai forestali.

E oggi è arrivato il giorno di presenta-re - con un po’ di legittima autocelebra-zione - il risultato dei lavori di manu-tenzione straordinaria dell’area a verdedel parco della Neapolis di Siracusa, al-la presenza degli assessori regionali Da-rio Cartabellotta (Risorse agricole) eMariarita Sgarlata (Beni culturali), as-sieme ai vertici degli altri enti, tra cuiAzienda foreste demaniali e Parco ar-cheologico di Siracusa.

In tutto 183.500 metri quadrati adaltissima densità di valore culturale: ilTeatro Greco, l’anfiteatro romano e l’al-tare monumentale di Ierone II, la Via Sa-cra, il teatro lineare e il Ninfeo, allargan-do l’intervento alla Latomia del Paradi-so (dove c’è l’Orecchio di Dioniso) e adaltri due tesori, meno conosciuti dalgrande pubblico eppure altrettantosuggestivi, come le Latomie dell’Inta-gliatella e di Santa Venera. «Queste aree- ricorda Carmelo Frittitta, dirigentedell’Ufficio Azienda regionale forestedemaniali di Siracusa - in buona parteboscati e d’indubbio interesse archeolo-gico ma anche naturalistico e paesaggi-stico, giacevano da decenni in gravissi-mo stato di abbandono e per l’invasivitàdella vegetazione infestante, in molticasi, non erano più nemmeno visibile il

patrimonio archeologico. Inoltre, lepiante arboree avevano urgenza di unrestauro e di un intervento volto a pre-servare al contempo il loro particolareinteresse vegetazionale, ma anche lacondizione di sicurezza del sito». Unerrore ab origine che risale a molto tem-

po addietro: «Purtroppo, molte piantevennero poste a dimora non tenendoconto della profondità del suolo e dellarelativa capacità di accrescimento, mo-tivo per cui, soprattutto negli ultimi an-ni, si è registrata - certifica Frittitta - unapreoccupante e diffusa caduta di interi

alberi, soprattutto di conifere, con i ri-schi e gli effetti a ciò conseguenti». Mala manutenzione straordinaria è stataselettiva anche su questi aspetti: «Gli in-terventi sono stati indirizzati alla ripu-litura della superficie dalla flora sponta-nea, eseguita in maniera selettiva cosìda salvaguardare le specie endemiche».

E così questa mattina si potrà vedereciò che abbiamo visto noi ieri e che an-che i turisti hanno apprezzato - setti-mana dopo settimana, così come docu-mentato dalla nostra redazione di Sira-cusa - e cioè un’area archeologica degnadi questo nome. «La buona gestione delverde - ricorda l’assessore Cartabellot-ta - che certamente rappresenta una

risorsa alla fruizione del parco archeo-logico, consentirà di migliorare l’acces-so ad aree fino a ieri pressoché inacces-sibili, stimolando l’ideazione di percor-si tematici all’interno della Neapolis alfine di indurre, almeno una parte delmezzo milione di visitatori ad ap-profondire la conoscenza di questo ec-cezionale patrimonio culturale e natu-ralistico». E il modello sarà esteso ad al-tri siti siciliani, come anticipa l’assesso-re Sgarlata: «Abbiamo dato concreta at-tuazione all’articolo 25 della Finanziariaregionale, che prevede l’impiego di ri-sorse del settore forestale non solo neisiti archeologici, ma anche in aree ver-di di siti pubblici, scuole, atenei, museie ospedali. Il test di Siracusa dimostrache il modello funziona e già nel setto-re di mia competenza, grazie alla tem-pestiva disponibilità del collega Carta-bellotta, ho già esteso il progetto ad al-tri siti archeologici, tra cui Morgantina,Selinunte, Segesta, Tindari ed Eloro».

MA. B.

ANFITEATRO ROMANO

LATOMIA DELLA INTAGLIATELLA

GROTTA DEI CORDARI

PRIMA E DOPO. Nelle foto, le zone del parco archeologico Neapolis diSiracusa prima (a sinistra) e dopo (a destra) l’intervento. A fianco, Cartabellotta

Il modello sarà estesoCartabellotta: «Parcosistemato in due mesicon 25 operai al lavoro»

La Sibeg diCatania,stabilimentoall’avanguardianella produzionedi lattine ebottiglie Coca-Cola

MARIARITA SGARLATA

LA SICILIASABATO 29 GIUGNO 2013

.7i FFATTI

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