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1 Indicazioni e suggerimenti per l'istruttoria AIA Giovanni Anselmo * , Paolo Bevilacqua ** , Franco Cotana *** , Dario Ticali **** * Commissione IPPC - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ** Direttore Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Ingegneria delle Georisorse (CINIGeo) e membro della Commissione IPPC - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare *** Direttore del CRB e membro del nucleo di coordinamento della Commissione IPPC - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare **** Presidente della commissione IPPC Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Indicazioni e suggerimenti per l'istruttoria AIA - ciriaf.it · 1 Indicazioni e suggerimenti per l'istruttoria AIA Giovanni Anselmo*, Paolo Bevilacqua**, Franco Cotana***, Dario Ticali****

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Indicazioni e suggerimenti per l'istruttoria AIA

Giovanni Anselmo*, Paolo Bevilacqua

**, Franco Cotana

***, Dario Ticali

****

* Commissione IPPC - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

** Direttore Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Ingegneria delle Georisorse (CINIGeo) e

membro della Commissione IPPC - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

***Direttore del CRB e membro del nucleo di coordinamento della Commissione IPPC - Ministero

dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

**** Presidente della commissione IPPC Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

2

Sommario

SIMBOLI E TERMINI UTILIZZATI ................................................................................................. 3

1. PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO ................................................................................... 4

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO ............................................................................................. 5

2.1. Introduzione ........................................................................................................................... 5

2.2. Coordinamento dei procedimenti di AIA e di VIA ................................................................ 6

2.2.1. Norme di coordinamento per procedimenti di carattere statale ...................................... 7

2.2.2. Norme di coordinamento per procedimenti di carattere regionale ................................. 9

2.3. Condizioni per il rilascio dell'AIA ....................................................................................... 10

3. ANALISI DELL'ISTANZA ........................................................................................................ 14

3.1. Introduzione ......................................................................................................................... 14

3.2. Matrici ambientali ................................................................................................................ 16

3.3. Impatti prodotti .................................................................................................................... 17

3.3.1. Impatti in aria ................................................................................................................ 17

3.3.2. Impatti in risorsa idrica ................................................................................................. 17

3.3.3. Impatti sul suolo ............................................................................................................ 18

3.3.4. Produzione di rifiuti ...................................................................................................... 18

3.3.5. Rumore .......................................................................................................................... 18

3.3.6. Emissioni odorigene ...................................................................................................... 19

3.3.7. Altri tipi di impatti ........................................................................................................ 19

4. VALUTAZIONI ......................................................................................................................... 19

4.1. Premessa............................................................................................................................... 19

4.2. Limitazione delle emissioni in aria ...................................................................................... 20

4.3. Limitazione delle emissioni in corpo idrico ......................................................................... 20

4.4. Limitazione della produzione di rifiuti ................................................................................ 21

4.5. Limitazione degli impatti sul suolo ...................................................................................... 22

4.6. Limitazioni da impatti da rumore ......................................................................................... 22

4.7. Limitazioni emissioni odorigene .......................................................................................... 22

4.8. Limitazione altre forme di inquinamento ............................................................................. 23

5. APPENDICE ............................................................................................................................... 23

5.1. Determinazione del consumo annuo di combustibile .......................................................... 23

5.2. Determinazione delle emissioni di SO2 ............................................................................... 24

5.3. Determinazione della portata dei fumi ................................................................................. 24

5.4. Determinazione del valore limite ponderale ........................................................................ 25

5.5. Determinazione del tenore di ossigeno di riferimento ......................................................... 25

5.6. Determinazione della concentrazione inquinante effluente ................................................. 26

5.7. Specifiche sul rumore........................................................................................................... 27

RIFERIMENTI .................................................................................................................................. 28

3

SIMBOLI E TERMINI UTILIZZATI

AC: Autorità Competente

A.E.: Abitanti Equivalenti

AIA: Autorizzazione Integrata Ambientale

VIA: Valutazione di Impatto Ambientale

VAS: Valutazione Ambientale Strategica

BAT: Best Available Techniques (corrispondente all'acronimo italiano MTD)

BREF: Bat REFerence documents

Direttiva IPPC: direttiva 2008/1/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 gennaio

2008, concernente la prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento

IPPC: Integrated Pollution Prevention and Control

MTD: Migliori Tecniche Disponibili (corrispondente all'acronimo inglese BAT)

TUA: Testo Unico Ambientale, talvolta noto come Codice Ambientale, rappresentato dal

D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.

PMC: Piano di Monitoraggio e Controllo

PTA: Piano di Tutela delle Acque

PCB: Policlorobifenili

SIA: Studio di Impatto Ambientale

ss.mm.ii: successive modifiche ed integrazioni

VLE: Valori Limite di Emissione

4

1. PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO

Attese le complessità oggettive di interpretazione delle disposizioni contenute nella normativa in

tema ambientale, i frequenti aggiornamenti normativi, necessari al recepimento delle direttive

europee, complicano ulteriormente la questione e provocano, talvolta, conseguenti ritardi al decorso

dell'istruttoria e all'emanazione dei relativi provvedimenti. Nel caso in esame, il provvedimento a

cui si fa riferimento è quello di Autorizzazione Integrata Ambientale.

Con il presente documento, si intende fornire uno strumento a supporto delle Pubbliche

Amministrazioni competenti in materia di AIA, cercando di focalizzare l'attenzione sugli aspetti

tecnico-amministrativi della fase istruttoria, ritenuti peculiari ai fini del rilascio del provvedimento

finale di autorizzazione.

Con "Autorizzazione Integrata Ambientale" (AIA) si intende il provvedimento di autorizzazione

all'esercizio delle attività industriali elencate all'allegato VIII (per le attività di competenza

regionale) ovvero all'allegato XII (per le attività di competenza statale) di cui alla parte Seconda del

D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.. In quanto integrata, l'autorizzazione ambientale all'esercizio ha come

presupposto la valutazione comparata, da parte dell'Autorità competente, degli impatti generati

dall'attività produttiva nei diversi comparti ambientali, ai fini del rilascio di un provvedimento che

minimizzi "l'impatto complessivo". Si riconosce la difficoltà di una simile comparazione, in quanto

riguardante matrici ambientali differenti, i cui parametri rappresentativi d'impatto non sono talvolta

comparabili tra loro. Si pensi, ad esempio, ad un ipotetico caso di un sistema di abbattimento delle

emissioni in atmosfera. La sua implementazione, se da un lato garantisce una riduzione delle

emissioni in atmosfera, rispetto all'assetto impiantistico pre-esistente, dall'altro potrebbe

determinare, ad esempio, un incremento dei consumi di acqua necessaria al processo di

abbattimento, un peggioramento della qualità delle stesse acque scaricate, l'incremento della

produzione di rifiuti, l'occupazione di suolo, l'eventuale emissione di rumore, ecc.. La scelta o meno

di implementare il sistema di abbattimento dovrà conseguentemente basarsi sulla consultazione dei

documenti comunitari e nazionali contenenti la panoramica sulle Migliori Tecniche Disponibili (la

cui applicazione, come si vedrà più avanti, garantisce la riduzione in modo generale delle emissioni

e dell'impatto sull'ambiente nel suo complesso) e sull'analisi dallo stato di qualità delle varie matrici

ambientali coinvolte, in modo tale da verificare l'opportunità dell'intervento.

Fermo restando il coordinamento tra le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e

quelle di AIA, coordinamento peraltro disposto dalla normativa vigente e di seguito descritto,

l'avvio del procedimento avviene in generale con la presentazione dell'istanza di autorizzazione da

parte del Gestore, inteso, ai sensi della lettera r bis del comma 1 dell'art. 5 del D.Lgs. 152/06 e

ss.mm.ii., come "qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce l'impianto oppure che

dispone di un potere economico determinante sull'esercizio tecnico dell'impianto stesso".

Nell'ambito del procedimento, le Autorità competenti in materia saranno il Ministero dell'Ambiente

e della Tutela del Territorio e del Mare nel caso di impianti di competenza statale e la Regione o le

Province Autonome nel caso di impianti di competenza regionale. Tali Autorità verranno integrate

e/o supportate, nel corso dell'istruttoria, dalle altre Pubbliche Amministrazioni coinvolte nel

procedimento (Comuni, Province, Regioni, ARPA).

5

Figura 1 - Procedimento istruttorio per il rilascio dell'AIA.

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Senza entrare nello specifico delle disposizioni normative vigenti in materia di AIA, alle quali si

rimanda per i dettagli, viene focalizzata l'attenzione sulle questioni ritenute "chiave" del

procedimento istruttorio atto al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale.

2.1. Introduzione

Così come disposto nella lettera a) di cui al comma 1 dell'art. 4, il nuovo correttivo D.Lgs. 128/10

del TUA, abrogando espressamente il D.Lgs. 59/05, ha trasposto la normativa sull'AIA nell'ambito

della parte seconda del D.Lgs. 152/06. La nuova disposizione, con l'intento di accentrare in un

unico testo normativo diversi provvedimenti ambientali, nonché il raccordo tra le relative procedure

amministrative, ha apportato alcune modifiche rispetto alla previgente normativa. In particolare,

l'art. 10 del TUA vigente (Norme per il coordinamento e la semplificazione dei procedimenti)

fornisce le disposizioni concernenti il coordinamento e la semplificazione dei procedimenti VAS,

VIA ed AIA.

Così come citato nella lettera c), comma 4 dell'art. 4 del vigente TUA, l'AIA ha per oggetto la

prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento proveniente dalle attività previste in

Allegato VIII. Tale concetto, previsto all'art. 1 della direttiva 2008/1/CE (ex direttiva 96/61/CE),

nota quest'ultima anche come direttiva IPPC, è stato di fatto recepito nel TUA vigente che ne è

divenuto pertanto norma di attuazione.

La succitata direttiva IPPC riporta al punto (18) dei suoi presupposti che "valori limite di emissione,

parametri o misure tecniche equivalenti dovrebbero basarsi sulle migliori tecniche disponibili,

senza imporre l'uso di una tecnica o una tecnologia specifica, tenendo invece presenti le

caratteristiche tecniche dell'impianto in questione, della sua posizione geografica e le condizioni

ambientali locali. Comunque le condizioni di autorizzazione dovrebbero prevedere disposizioni

volte a ridurre al minimo l'inquinamento a largo raggio o transfrontaliero e garantire un livello

elevato di tutela complessiva dell'ambiente".

Le BAT (ovvero l'acronimo inglese per indicare le migliori tecniche disponibili, di seguito indicate

con l'acronimo MTD) vengono periodicamente individuate sulla base di uno scambio di

informazioni (Processo di Siviglia), organizzato dalla Commissione Europea tra gli Stati Membri e

Presentazione istanza di AIA

Procedimento istruttorio per

il rilascio dell'AIA

Provvedimento finale di AIA

6

l'Industria. Nello specifico, terminate le consultazioni, la Commissione Europea pubblica i BREF

(BAT REFerence documents), ossia documenti tecnici contenenti le descrizioni delle tecniche

generalmente applicabili nello specifico settore, tra le quali vengono individuate le BAT e gli

associati livelli di emissione.

A livello nazionale, il TUA vigente dispone al comma 1 dell'art. 29 bis che “l'autorizzazione

integrata ambientale per gli impianti rientranti nelle attività di cui all'allegato VIII è rilasciata

tenendo conto di quanto indicato nell'allegato XI e delle informazioni diffuse ai sensi dell'articolo

29terdecies, comma 4 e dei documenti BREF (BAT Reference Documents) pubblicati dalla

Commissione europea, nel rispetto delle linee guida per l'individuazione e l'utilizzo delle migliori

tecniche disponibili, emanate con uno o più decreti del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del

Territorio e del Mare, del Ministro dello Sviluppo Economico e del Ministro del Lavoro, della

Salute e delle Politiche Sociali, sentita la Conferenza Unificata istituita ai sensi del decreto

legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Con la stessa procedura si provvede all'aggiornamento ed alla

integrazione delle suddette linee guida, anche sulla base dello scambio di informazioni di cui

all'articolo 29-terdecies, commi 3 e 4”.

Si precisa comunque che è stata emanata la nuova direttiva sulle emissioni degli impianti industriali

(2010/75/UE del 24 novembre 2010) che riunisce in un unico testo giuridico diverse direttive tra le

quali: la 2008/1/Ce (direttiva IPPC), la 2001/80/Ce (sugli inquinanti originati dai grandi impianti di

combustione – nota come direttiva LCP), la 1999/13/Ce sui composti organici volatili e la

2000/76/Ce sull’incenerimento dei rifiuti.

2.2. Coordinamento dei procedimenti di AIA e di VIA

L'art. 29 ter del vigente TUA dispone che, ai fini dell'esercizio di nuovi impianti, della modifica

sostanziale e dell'adeguamento del funzionamento degli impianti esistenti, l'AC provvede al rilascio

dell'autorizzazione integrata ambientale.

Per chiarezza di esposizione si riportano le seguenti definizioni del comma 1 dell'art. 5 del TUA:

impianto esistente (i quinquies): un impianto che al 10 novembre 1999, aveva ottenuto tutte

le autorizzazioni ambientali necessarie all’esercizio, o il provvedimento positivo di

compatibilità ambientale, o per il quale a tale data erano state presentate le richieste

complete per tutte le autorizzazioni ambientali necessarie per il suo esercizio, a condizione

che esso sia entrato in funzione entro il 10 novembre 2000;

impianto nuovo (i sexies): un impianto che non ricade nella definizione di impianto

esistente;

modifica sostanziale di un progetto, opera o di un impianto (l bis): la variazione delle

caratteristiche o del funzionamento ovvero un potenziamento dell’impianto, dell’opera o

dell’infrastruttura o del progetto che, secondo l’autorità competente, producano effetti

negativi e significativi sull’ambiente. In particolare, con riferimento alla disciplina

dell’autorizzazione integrata ambientale, per ciascuna attività per la quale l’allegato VIII

indica valori di soglia, è sostanziale una modifica che dia luogo ad un incremento del

valore di una delle grandezze, oggetto della soglia, pari o superiore al valore della soglia

stessa.

7

Successivamente vengono riportati degli esempi circa i rapporti intercorrenti tra procedimenti di

VIA e procedimenti di AIA. Si osserva infatti che un progetto soggetto a VIA, o a verifica di

assoggettabilità, potrebbe non essere soggetto ad AIA.

A titolo esemplificativo, si consideri il caso relativo al progetto di un impianto di trattamento da

150.000 A.E. destinato all'esclusivo trattamento dei reflui di depurazione di un dato ciclo

produttivo. In tal caso, visto che viene superata la soglia di 100.000 A.E. di cui alla lettera r)

dell'Allegato III alla Parte seconda del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., l'impianto è soggetto a VIA

obbligatoria regionale. Contestualmente, verificato che l'impianto non rientra nel campo di

applicazione di cui all'Allegato VIII alla Parte seconda del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., questo non

sarà soggetto ad AIA. In tal caso l'esercizio dell'impianto potrà avvenire previo rilascio delle singole

e pertinenti autorizzazioni ambientali settoriali relative alle emissioni in atmosfera, agli scarichi

idrici, alla gestione dei rifiuti, ecc..

Diversamente, qualora si trattasse di un progetto di un impianto smaltimento e recupero di rifiuti

non pericolosi con capacità di 150 t/d, mediante le operazioni di trattamento chimico-fisico, allora,

oltre ad essere assoggettato a VIA obbligatoria, il progetto sarà soggetto anche ad AIA. In tal caso

vengono infatti ad essere superate sia la soglia di riferimento di 100 t/d di cui alla lettera n) prevista

dall'Allegato III alla Parte seconda del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. (relativo ai progetti soggetti a VIA

regionale obbligatoria), sia la soglia di riferimento di 50 t/d prevista al punto 5.3 dell'Allegato VIII

alla Parte seconda del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. (relativo ai progetti assoggetti ad AIA regionale).

Analogamente, si pensi al caso di un progetto di un impianto smaltimento e recupero di rifiuti non

pericolosi con capacità di 15 t/d, mediante le operazioni di trattamento chimico-fisico. In questo

caso, venendo ad essere superata la soglia delle 10 t/d prevista dalla lettera s), paragrafo 7,

dell'Allegato III alla Parte seconda del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., il progetto dovrà andare a verifica

di assoggettabilità ma non sarà soggetto ad AIA perché non rientrante nel campo di applicazione

dell'allegato VIII alla Parte seconda del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii..

Va tuttavia sottolineato il fatto che lo stesso TUA vigente prevede, all'art. 29 sexies, in caso di

impianti nuovi o di modifica sostanziale, il rimando all'art. 10 relativo alle norme di coordinamento

dei procedimenti ambientali statali e regionali. L'adeguamento del funzionamento degli impianti

esistenti esce dal campo di applicazione delle norme di coordinamento previste dall'art. 10 del

TUA.

2.2.1. Norme di coordinamento per procedimenti di carattere statale

Per i progetti di impianti ricadenti nel campo di applicazione dell’allegato II alla Parte Seconda del

TUA vigente e che rientrano contestualmente tra le categorie di impianti soggetti ad AIA

dell’allegato XII, il TUA stabilisce che la VIA fa luogo dell'AIA (Figura 2). In altri termini, per i

progetti soggetti a VIA statale, ma anche ad AIA, il provvedimento di VIA sostituisce l'AIA qualora

tali progetti rientrino tra quelli annoverati nell'Allegato XII alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e

ss.mm.ii..

In tal caso, come previsto dal comma 1 bis dell’art. 10 del TUA, lo studio di impatto ambientale

(SIA) dovrà contenere anche le informazioni previste ai commi 1, 2 e 3 dell’art. 29 ter.

8

Qualora si tratti di progetti di rilevanza statale rientranti nella previsione di cui al comma 7 dell’art.

6 "l’autorizzazione integrata ambientale può essere richiesta solo dopo che ad esito della verifica

di cui all’art. 20 l’autorità competente valuti di non assoggettare i progetti a VIA" (Figura 3).

Figura 2 - Procedimenti di carattere statale con VIA obbligatoria.

Figura 3 - Procedimenti di carattere statale con VIA conseguente ad esito positivo della verifica di assoggettabilità.

Progetti di impianti ricadenti nell'allegato IV

e rientranti contestualmente tra le categorie di

impianti soggetti ad AIA allegato XII

Unico provvedimento finale VIA

contenente anche le misure

supplementari di cui agli art. 29

sexies e septies necessarie per

l'esercizio dell'impianto

(Positiva) (Negativa)

Provvedimento

di esclusione di

VIA

Provvedimento

di AIA

Verifica di

assoggettabilità

Procedimento

di VIA

Documentazione dell'istanza:

Studio di Impatto Ambientale

(SIA) deve contenere anche le

informazioni previste dai

commi 1, 2 e 3 dell'art. 29 ter

del TUA vigente ai fini del

rilascio dell'AIA

Istanza di verifica di

assoggettabilità:

documentazione prevista

dall'art. 20 del D.Lgs. 152/06 e

ss.mm.ii.

Progetti di impianti ricadenti nell'allegato II e

rientranti contestualmente tra le categorie di

impianti soggetti ad AIA allegato XII

Unico provvedimento finale di VIA

contenente anche le misure

supplementari di cui agli art. 29

sexies e septies necessarie

perl'esercizio dell'impianto

Documentazione dell'istanza:

Studio di Impatto Ambientale (SIA) deve

contenere anche le informazioni previste dai

commi 1, 2 e 3 dell'art. 29 ter del TUA vigente

ai fini del rilascio dell'AIA

Procedimento di VIA

9

2.2.2. Norme di coordinamento per procedimenti di carattere regionale

Per i progetti di impianti ricadenti nel campo di applicazione dell’allegato III alla Parte Seconda del

TUA vigente e che rientrano contestualmente tra le categorie di impianti soggetti ad AIA

dell’allegato VIII, il TUA stabilisce che la procedura di rilascio dell'AIA dovrà essere coordinata

nell'ambito del procedimento di VIA (Figura 4).

Analogamente, nel caso di progetti soggetti a verifica di assoggettabilità ai sensi dell'art. 20 del

D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., qualora la verifica fosse positiva, la procedura di rilascio dell'AIA dovrà

essere coordinata nell'ambito del procedimento di VIA (Figura 5). In tal caso, la verifica di

assoggettabilità è "condicio sine qua non" per l'eventuale fase di coordinamento.

L'esclusione dalla procedura di VIA (a seguito dell'esito negativo della verifica di assoggettabilità)

non dà luogo ad alcuna forma di coordinamento e la procedura di AIA sarà a sé stante.

Si ritiene che il coordinamento tra i due procedimenti presupponga la presentazione di un'istanza di

VIA all'AC in materia di VIA e la presentazione di un'istanza AIA all'AC in materia di AIA.

Inoltre, fermo restando il coordinamento tra le due procedure, nel caso in cui l'AC in materia di VIA

coincide con quella in materia di AIA e se le disposizioni regionali o quelle delle province

autonome prevedono che il provvedimento di VIA (o perché obbligatoria o perché positiva la

verifica di assoggettabilità) fa luogo di quello di AIA, allora, ai sensi del comma 2 dell'articolo 10,

lo studio di impatto ambientale dovrà contenere anche le informazioni previste ai commi 1, 2 e 3

dell’art. 29 ter (Figure 4 e 5, linee tratteggiate).

Figura 4 - Procedimenti di carattere regionale con VIA obbligatoria.

Progetti assoggettati a VIA

obbligatoria

Provvedimento

finale VIA

Procedimento VIA Procedimento AIA (Coordinamento)

Documentazione

dell'istanza: Studio

di Impatto

Ambientale (SIA)

deve contenere

anche le

informazioni

previste dai commi

1, 2 e 3 dell'art. 29

ter del TUA per il

rilascio dell'AIA

Documentazione

dell'istanza:

informazioni

previste dai commi

1, 2 e 3 dell'art. 29

ter del D.Lgs.

152/06 e ss.mm.ii. Provvedimento

finale AIA

Unico provvedimento finale VIA contenente anche le

misure supplementari di cui agli art. 29 sexies e

septies necessarie per l'esercizio dell'impianto (solo

nel caso in cui le disposizioni regionali e delle

province autonome lo richiedano)

Progetti che ricadono nel campo di

applicazione dell'all. VIII del

D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.

10

Figura 5 - Procedimenti di carattere regionale con VIA conseguente ad esito positivo della verifica di assoggettabilità.

2.3. Condizioni per il rilascio dell'AIA

Come sopra premesso, l'autorizzazione integrata ambientale per gli impianti rientranti nelle attività

di cui all'allegato VIII (l'allegato XII rappresenta le categorie di attività industriali di cui all'allegato

VIII, soggetti ad autorizzazione integrata ambientale statale) è rilasciata tenendo conto di quanto

indicato nell'allegato XI e delle informazioni diffuse ai sensi dell'articolo 29 terdecies, comma 4 e

dei documenti BREF (BAT Reference documents) pubblicati dalla Commissione europea, nel

rispetto delle linee guida nazionali per l'individuazione e l'utilizzo delle migliori tecniche

disponibili.

Ciò presuppone comunque l’analisi della documentazione allegata all’istanza di autorizzazione. Il

proposito delle informazioni e dei dati resi dal Gestore con l'istanza di AIA è, infatti, quello di

consentire all'AC di formulare scelte, confronti e conseguenti decisioni ai fini del rilascio

dell'autorizzazione.

Nello specifico, così come disposto dall’articolo 29 ter del vigente TUA, l'istanza di autorizzazione

dovrà contenere le seguenti informazioni:

l'impianto, il tipo e la portata delle sue attività;

le materie prime ausiliarie, le sostanze e l'energia usate o prodotte dall'impianto;

le fonti di emissione dell'impianto;

lo stato del sito di ubicazione dell’impianto;

Progetti assoggettati a verifica

di assoggettabilità

(Positiva) (Negativa)

Provvedimento di

esclusione di VIA

Verifica di

assoggettabilità

Procedimento AIA (Coordinamento)

Istanza di verifica

di assoggettabilità:

documentazione

prevista dall'art. 20

del D.Lgs. 152/06

e ss.mm.ii.

Procedimento VIA

Provvedimento

finale AIA

Unico provvedimento finale VIA contenente anche le

misure supplementari di cui agli art. 29 sexies e

septies necessarie per l'esercizio dell'impianto (solo

nel caso in cui le disposizioni regionali e delle

province autonome lo richiedano)

Provvedimento

finale VIA

Progetti che ricadono nel campo di

applicazione dell'allegato VIII

Documentazione

dell'istanza:

informazioni

previste dai commi

1, 2 e 3 dell'art. 29

ter del D.Lgs.

152/06 e ss.mm.ii. Documentazione

dell'istanza: Studio

di Impatto

Ambientale (SIA)

deve contenere

anche le

informazioni

previste dai commi

1, 2 e 3 dell'art. 29

ter del TUA per il

rilascio dell'AIA

11

il tipo e l'entità delle emissioni dell’impianto in ogni settore ambientale, nonché

un'identificazione degli effetti significativi delle emissioni sull’ambiente;

la tecnologia utilizzata e le altre tecniche in uso per prevenire le emissioni dall'impianto

oppure per ridurle;

le misure di prevenzione e di recupero dei rifiuti prodotti dall'impianto;

le misure previste per controllare le emissioni nell'ambiente nonché le attività di

autocontrollo e di controllo programmato che richiede l'intervento dell'Istituto Superiore

per la Protezione e la Ricerca Ambientale e Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i

servizi tecnici e delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente;

le eventuali principali alternative prese in esame dal gestore, in forma sommaria;

le altre misure previste per ottemperare ai principi di cui all’art. 6, comma 15, del presente

decreto.

Vengono riportate per esteso alcune delle disposizioni previste dall'art. 29 sexies del TUA vigente,

ritenute indispensabili per il rilascio dell'autorizzazione.

Così come disposto dal comma 3 dell'art. 29 sexies del vigente TUA, "L'autorizzazione integrata

ambientale deve includere valori limite di emissione fissati per le sostanze inquinanti, in

particolare quelle elencate nell'allegato X, che possono essere emesse dall'impianto interessato in

quantità significativa, in considerazione della loro natura, e della loro potenzialità di trasferimento

dell’inquinamento da un elemento ambientale all’altro, acqua, aria e suolo, nonché i valori limite

ai sensi della vigente normativa in materia di inquinamento acustico. I valori limite di emissione

fissati nelle autorizzazioni integrate non possono comunque essere meno rigorosi di quelli fissati

dalla normativa vigente nel territorio in cui è ubicato l'impianto. Se necessario, l'autorizzazione

integrata ambientale contiene ulteriori disposizioni che garantiscono la protezione del suolo e delle

acque sotterranee, le opportune disposizioni per la gestione dei rifiuti prodotti dall’impianto e per

la riduzione dell'inquinamento acustico. Se del caso, i valori limite di emissione possono essere

integrati o sostituiti con parametri o misure tecniche equivalenti. …".

Il comma 4 dell'art. 29 sexies prevede che "Fatto salvo l'articolo 29 septies, i valori limite di

emissione, i parametri e le misure tecniche equivalenti di cui ai commi precedenti fanno riferimento

all'applicazione delle migliori tecniche disponibili, senza l'obbligo di utilizzare una tecnica o una

tecnologia specifica, tenendo conto delle caratteristiche tecniche dell'impianto in questione, della

sua ubicazione geografica e delle condizioni locali dell'ambiente. In tutti i casi, le condizioni di

autorizzazione prevedono disposizioni per ridurre al minimo l'inquinamento a grande distanza o

attraverso le frontiere e garantiscono un elevato livello di protezione dell'ambiente nel suo

complesso".

Il comma 5 dell'art. 29 sexies dispone che "L'autorità competente rilascia l'autorizzazione integrata

ambientale osservando quanto specificato nell'articolo 29-bis, commi 1, 2 e 3. In mancanza delle

linee guida di cui all'articolo 29-bis, comma 1, l'autorità competente rilascia comunque

l'autorizzazione integrata ambientale tenendo conto di quanto previsto nell'allegato XI".

Al comma 6, l'art. 29 sexies viene riportato che "L'autorizzazione integrata ambientale contiene gli

opportuni requisiti di controllo delle emissioni, che specificano, in conformità a quanto disposto

dalla vigente normativa in materia ambientale e nel rispetto delle linee guida di cui all'articolo

29 bis, comma 1, la metodologia e frequenza di misurazione, la relativa procedura di valutazione,

12

nonché l'obbligo di comunicare all'autorità competente i dati necessari per verificarne la

conformità alle condizioni di autorizzazione ambientale integrata ed all'autorità competente e ai

comuni interessati i dati relativi ai controlli delle emissioni richiesti dall'autorizzazione integrata

ambientale. Tra i requisiti di controllo, l'autorizzazione stabilisce in particolare, nel rispetto delle

linee guida di cui all'articolo 29 bis, comma 1, e del decreto di cui all'articolo 33, comma 1, le

modalità e la frequenza dei controlli programmati di cui all'articolo 29 decies, comma 3. Per gli

impianti di cui al punto 6.6 dell'allegato VIII, quanto previsto dal presente comma può tenere conto

dei costi e benefici. Per gli impianti di competenza statale le comunicazioni di cui al presente

comma sono trasmesse per il tramite dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca

Ambientale".

Il comma 7 dell'art. 29 sexies prevede che "L'autorizzazione integrata ambientale contiene le

misure relative alle condizioni diverse da quelle di normale esercizio, in particolare per le fasi di

avvio e di arresto dell'impianto, per le emissioni fuggitive, per i malfunzionamenti, e per l'arresto

definitivo dell'impianto".

Il comma 8 dell'art. 29 sexies dispone che "Per gli impianti assoggettati al decreto legislativo del

17 agosto 1999, n. 334, l'autorità competente ai sensi di tale decreto trasmette all'autorità

competente per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale i provvedimenti adottati, le cui

prescrizioni ai fini della sicurezza e della prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti sono riportate

nell'autorizzazione. In caso di decorrenza dei termini stabiliti dall'art. 29 quater, comma 10, senza

che le suddette prescrizioni siano pervenute, l'autorità competente rilascia l'autorizzazione

integrata ambientale e provvede ad integrarne il contenuto, una volta concluso il provvedimento ai

sensi del decreto legislativo del 17 agosto 1999, n. 334".

Il comma 9 dell'art. 29 sexies dispone che "L'autorizzazione integrata ambientale può contenere

altre condizioni specifiche ai fini del presente decreto, giudicate opportune dall'autorità

competente. Le disposizioni di cui al successivo art. 29 nonies non si applicano alle modifiche

necessarie per adeguare la funzionalità degli impianti alle prescrizioni dell'autorizzazione

integrata ambientale". In altri termini, le disposizioni del secondo capoverso del comma in esame

prevedono che le modifiche di adeguamento alle MTD imposte con il provvedimento di AIA non

obbligano il Gestore ad alcuna comunicazione delle modifiche progettate per ottemperare alle

prescrizioni.

Anche sulla base di quanto sopra citato, le disposizioni e i limiti che saranno imposti dall’AC con

l'autorizzazione integrata ambientale dovranno derivare da un ottimale compromesso tra:

rispetto dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento (che porta a

dover prendere in considerazione le migliori tecniche disponibili, quindi i contenuti

dell'allegato XI alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., i contenuti dei BREF e

delle Linee Guida nazionali);

disposizioni e limiti fissati dalla normativa vigente nel territorio in cui è ubicato l'impianto

(che serviranno a modulare le stesse disposizioni e limiti imposti con l'AIA; i limiti imposti

con l'AIA non potranno comunque essere meno rigorosi di quelli imposti dalla stessa

normativa vigente nel territorio);

13

analisi costi e benefici ambientali che può derivare dal rispetto dei principi di prevenzione e

riduzione integrata dell'inquinamento.

Si ritiene, altresì, utile riportare la definizione di Migliori Tecniche Disponibili (MTD) di cui alla

lettera l ter, comma 1, art. 5 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.: la più efficiente e avanzata fase di

sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l'idoneità pratica di determinate tecniche

a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove

ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l'impatto sull'ambiente nel suo

complesso. Nel determinare le migliori tecniche disponibili, occorre tenere conto in particolare

degli elementi di cui all'allegato XI. Si intende per:

1) tecniche: sia le tecniche impiegate sia le modalità di progettazione, costruzione, manutenzione,

esercizio e chiusura dell'impianto;

2) disponibili: le tecniche sviluppate su una scala che ne consenta l'applicazione in condizioni

economicamente e tecnicamente idonee nell'ambito del relativo comparto industriale, prendendo in

considerazione i costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano o meno applicate o

prodotte in ambito nazionale, purché il gestore possa utilizzarle a condizioni ragionevoli;

3) migliori: le tecniche più efficaci per ottenere un elevato livello di protezione dell'ambiente nel

suo complesso.

La normativa AIA, dunque, oltre alla semplificazione burocratica per via dell'unificazione di

provvedimenti ambientali settoriali, permette di ottenere un'unica autorizzazione ambientale per

l'esercizio degli impianti nuovi, per la modifica sostanziale e per l'adeguamento del funzionamento

degli impianti esistenti alle disposizioni della normativa AIA, consentendo un più elevato livello di

protezione ambientale grazie ad una valutazione comparata dei diversi settori ambientali coinvolti

nell'attività industriale interessata.

In quanto procedimento di sostituzione di autorizzazioni settoriali, le cui disposizioni si basano, tra

l'altro, sui contenuti previsionali degli strumenti di programmazione (ad es.: Piano Regionale di

Risanamento e Tutela della Qualità dell'Aria, Piano Regionale di Tutela delle Acque, Piano

Regionale di Gestione dei Rifiuti), si ritiene che, anche nel caso di AIA, nel corso dell'istruttoria,

non si potrà prescindere dai contenuti di simili documenti.

Ai sensi del comma 11 dell'art. 29 quater, un impianto che ottiene un'autorizzazione integrata

ambientale sostituisce le seguenti pertinenti autorizzazioni ambientali in corso di validità:

autorizzazione alle emissioni in atmosfera prevista dal Titolo I alla parte Quinta del D.Lgs.

152/06 e ss.mm.ii. (fermi restando i profili concernenti gli aspetti sanitari),

autorizzazione allo scarico prevista dal capo II del Titolo IV alla Parte Terza del D.Lgs.

152/06 e ss.mm.ii.,

autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e recupero rifiuti ai sensi dell'art.

208 di cui al Capo IV, Titolo I, Parte Quarta del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.,

autorizzazione allo smaltimento degli apparecchi PCB-PCT prevista all'art. 7 del D.Lgs.

209/1999,

autorizzazione all'utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltura

prevista all'art. 9 del D.Lgs. 99/1992.

14

3. ANALISI DELL'ISTANZA

3.1. Introduzione

Da una parte, l'analisi della documentazione allegata all'istanza di AIA è volta alla caratterizzazione

dei flussi di energia, di materia e di inquinanti in ingresso e in uscita generati durante l'esercizio di

un dato processo produttivo o di ciascuna delle fasi componenti il processo stesso. La seguente

figura rappresenta un'ipotesi schema dei flussi.

Figura 6 - Flussi di materia e di energia in ingresso e in uscita da un processo o fase di processo.

Per chiarezza di esposizione si riporta la seguente figura, estratta dal BREF “Large Combustion

Plants” (Figure 1.3: Generalised flow diagram of a combustion plant and its associated operations

[5, HMIP, 1995]), che mostra un diagramma di flusso con le varie unità operative e i diversi flussi

generati in ingresso e in uscita relativi a materie prime, rifiuti, gas, acque, polveri, ecc..

Processo o fase di processo

Acque meteoriche

Acque di scarico (da altre fasi)

Emissioni in atmosfera (da altre fasi)

Rumore (da altre fasi)

Rifiuti (da altre fasi)

Altre forme di inquinamento (da altre fasi)

Acque meteoriche pulite

Acque di scarico (da fase n)

Emissioni in atmosfera (da fase n)

Rifiuti (da fase n)

Altre forme di inquinamento (da fase n) Rumore (da fase n)

Energia

Risorse idriche

Materie prime

15

Figura 7 - Diagramma di flusso di un impianto di combustione.

Dall'altra parte, l'analisi della documentazione dell'istanza consente di mettere in luce tutta una serie

di ulteriori informazioni altrettanto importanti ai fini della valutazione. Di seguito viene riportato un

possibile elenco delle informazioni contenute nella documentazione, allegata all'istanza:

Informazioni di carattere tecnico/gestionale:

indicazioni sull'efficienza di processo e/o delle fasi componenti il processo e relativi margini

di miglioramento (es.: efficienza sistema di trattamento acque, efficienza sistema di

trattamento aria, efficienza sistemi di mitigazione del rumore, ecc.);

indicazioni sulle tipologie di pavimentazione delle aree di pertinenza dell'attività industriale

(es.: impermeabili, non impermeabili, ecc.);

indicazioni sui bacini di contenimento;

indicazioni sulle pendenze e canalizzazioni;

indicazioni sulle coperture (es.: nelle zone in cui si svolge il processo, nei piazzali, nelle aree

di deposito materie prime, nelle aree deposito rifiuti, ecc.);

indicazioni sulle aree da utilizzare per eventuali implementazioni e/o adeguamenti del

processo;

elenco delle autorizzazioni esistenti;

ecc..

Informazioni di carattere territoriale:

identificazione e quantificazione degli effetti delle emissioni prodotte e riversate nel

territorio circostante l'impianto (che potrebbe rivedersi anche come informazione di

carattere tecnico);

informazioni circa l'eventuale presenza di strumenti di programmazione (es.: piano di

risanamento della qualità dell'aria, piano di tutela delle acque, ecc.);

informazioni circa l'eventuale presenza di delibere di giunta regionale vincolanti l'esercizio

dell'impianto;

16

informazioni circa l'eventuale presenza della zonizzazione acustica del comune/i di

appartenenza dell'impianto;

ecc..

Le informazioni di carattere territoriale possono anche essere rese e/o confermate dalle Pubbliche

Amministrazioni competenti che intervengono nel corso dell'istruttoria.

Sulla base delle indicazioni riportate, è possibile individuare le eventuali alternative di intervento

per ridurre gli impatti generati dall'esercizio del processo produttivo. La scelta tra le ipotesi di

intervento dovrà essere orientata verso quelle soluzioni che consentono una riduzione delle

emissioni complessivamente riversate dal processo nelle diverse matrici ambientali interessate. Tali

scelte, come più volte evidenziato sopra, andranno fatte sulla base della panoramica delle MTD

disponibili. A supporto della scelta delle alternative implementabili, quindi, oltre al ricorso alle

MTD, l'AC dovrà fare riferimento a strumenti di programmazione quali il Piano di Risanamento

della Qualità dell'Aria, il Piano di Tutela delle Acque, ecc..

Le matrici ambientali interagenti con l'esercizio di un processo produttivo, e quindi con i flussi in

ingresso ed in uscita, sono rappresentate dall'aria, dalle acque e dal suolo. L'esercizio degli impianti,

da un punto di vista ambientale, genera infatti un consumo di risorse naturali e la contestuale

produzione di inquinanti riversati nell'aria, nelle acque e sul suolo.

3.2. Matrici ambientali

Le matrici ambientali coinvolte durante l'esercizio di un impianto sono:

Aria;

Acque;

Suolo.

Ciascuna di queste è interessata dai flussi di materia ed energia, sia in ingresso che in uscita,

caratterizzanti l'attività produttiva dell'impianto.

La matrice aria incamera tipicamente i fumi convogliati emessi dai camini dell’impianto e le

ulteriori emissioni non convogliate diffuse e/o fuggitive (ad esempio le emissioni prodotte durante

la movimentazione di mezzi meccanici all'interno di uno stabilimento, le perdite da valvole, da

serbatoi di stoccaggio, da vasche, ecc.). Un'altra possibile forma di inquinamento che confluisce in

aria è rappresentata dalle emissioni odorigene.

Le acque possono essere classificate in superficiali e profonde. La prima categoria è generalmente

interessata dagli scarichi di processo, mentre la seconda può essere coinvolta indirettamente a causa

di infiltrazioni attraverso il suolo e il sottosuolo causate da sversamenti accidentali. Ciascuna

tipologia di processo produttivo si caratterizza per la produzione di specifiche sostanze inquinanti,

anche in funzione dei flussi di materia in ingresso. Inoltre, sia le acque superficiali che quelle

profonde e, in generale le risorse idriche, rappresentano un input di processo, ossia una risorsa

naturale talvolta sottratta all'ambiente, quindi consumata se non restituita all'ambiente di origine con

le stesse caratteristiche iniziali.

Nell'ambito dell'esercizio di un processo produttivo, il suolo viene utilizzato per effettuare i depositi

di materie prime e i depositi di rifiuti, quindi interessato indirettamente anche dalla movimentazione

dei mezzi. Tali porzioni di suolo, se non coperte, vengono a contatto con le acque meteoriche

17

durante gli eventi di pioggia. Ne può conseguire che frazioni più o meno consistenti delle sostanze a

deposito vengano trascinate in acqua e/o infiltrate nel suolo.

3.3. Impatti prodotti

L'analisi dell'istanza consentirà l'individuazione dei potenziali impatti generabili durante l'esercizio

di un’ipotetica attività produttiva. Si riportano così i principali impatti.

3.3.1. Impatti in aria

Ciascun processo produttivo emette in aria specifici inquinanti, anche in funzione degli input di

processo (combustibili, materie prime, “chemicals”) e la loro individuazione e quantificazione la si

ritrova nella documentazione allegata all'istanza di autorizzazione.

Molti dei processi industriali necessitano dell'apporto di calore. Il calore viene generalmente

sviluppato mediante combustione, processo, quest'ultimo, responsabile di una grossa parte

dell'introito di inquinanti in atmosfera da processi industriali. Come precedentemente rappresentato,

le tipologie e le quantità di parametri inquinanti emessi dipendono dal tipo di processo, dal tipo di

combustibile adottato e dall'eventuale utilizzo di reagenti.

L'utilizzo del gas naturale come combustibile limita le tipologie e le quantità di inquinanti emessi in

aria a seguito del processo combustione; in tal caso assumono carattere non trascurabile gli ossidi di

azoto e il monossido di carbonio, mentre meno rilevanti saranno gli ossidi di zolfo e le polveri.

I costituenti presenti in altri combustibili meno "puri" del gas naturale, come ad esempio l'olio

combustibile denso, il gasolio, il carbone, ecc., sono tali da liberare durante il processo di

combustione del combustibile una varietà di parametri inquinanti: ossidi di zolfo, ossidi di azoto,

polveri, CO, metalli e loro composti, sostanze tossiche e/o cancerogene (come ad es.: IPA

"Idrocarburi Policiclici Aromatici", PCDD "Policlorodibenzodiossine" e PCDF

"Policlorodibenzofurani"), fluoro e suoi composti, cloro e suoi composti, ecc..

Anche gli eventuali reagenti introdotti direttamente durante il processo di combustione o più a valle

nei fumi prodotti possono dar luogo a specifiche emissioni. Questo è il caso tipico dell'iniezione di

ammoniaca utilizzata per abbattere le concentrazioni emesse degli ossidi di azoto; la parte di questa

non reagita "ammonia slip" la si ritrova come inquinante emesso in aria con i fumi di combustione.

Per il loro carattere quantitativo superiore rispetto agli altri possibili inquinanti emessi durante un

processo di combustione, gli ossidi di azoto, gli ossidi di zolfo, le polveri ed il monossido di

carbonio sono noti come macroinquinanti. Per gli altri inquinanti si parla di microinquinanti.

3.3.2. Impatti in risorsa idrica

Gli impatti prodotti dall'esercizio di un impianto nei confronti delle risorse idriche sono

essenzialmente legati ai consumi della risorsa stessa e alle emissioni, con i reflui prodotti, di

sostanze inquinanti all'interno del corpo idrico ricettore. Talvolta può accadere che la fonte idrica di

approvvigionamento e il corpo idrico ricettore in cui si effettua lo scarico di processo coincidono.

Distinguendo tra fonti di approvvigionamento naturale (prelievi da fiumi, laghi, pozzi, mare, ecc.) e

fonti di approvvigionamento artificiali (civile e industriale), è lecito pensare che ad essere

preservate debbano essere soprattutto le fonti naturali e quelle civili.

18

Il prelievo della risorsa idrica dalla fonte di approvvigionamento costituisce di per sé un impatto in

quanto la risorsa stessa viene sottratta da una fonte più o meno pura. L'acqua prelevata e utilizzata

per il processo viene quindi degradata e caricata di sostanze inquinanti non presenti inizialmente (in

misura più o meno consistente in funzione della tipologia di processo produttivo) e

conseguentemente scaricata generando un'ulteriore forma di impatto. Quindi, oltre a ridurre il

quantitativo di una risorsa più o meno pura che poteva essere potenzialmente destinata a scopi più

puri (ad esempio a scopo idropotabile), l'impatto generato dall'esercizio di un impianto consiste

anche nel caricare il corpo idrico ricettore di sostanze inquinanti. Tali effetti sono tanto più

consistenti quanto meno l'assetto dell'impianto esclude forme di recupero e ricircolo delle acque.

Nel caso in cui la fonte di approvvigionamento e il corpo idrico ricettore coincidono, il principio

fondamentale, sancito tra l'altro dallo stesso TUA vigente, è quello di scongiurare che le acque

prelevate dal corpo idrico presentino parametri con valori di concentrazione superiore a quelle

scaricate.

L'accumulo nelle acque di processo di sostanze inquinanti dipende dal tipo di processo ed è

comunque legato sostanzialmente all'additivazione di sostanze e reagenti. Nel caso in cui la fonte di

approvvigionamento fosse di tipo industriale, si parte da una qualità dell'acqua in genere già

compromessa, che può ulteriormente essere peggiorata nell'uso durante il processo prima di essere

scaricata in corpo ricettore.

L'apporto degli inquinanti nel corpo idrico ricettore non è esclusivamente collegato agli scarichi di

processo; oltre a questi occorre considerare una categoria di apporti che potrebbe definirsi

"parassita" in quanto legati a fenomeni di dilavamento, ad opera delle acque meteoriche, delle

sostanze inquinanti disposte sulle superfici suscettibili di venire a contatto con la pioggia

(pavimentazione all'aperto delle aree produttive, piazzali, strade interne all'impianto, ecc.).

3.3.3. Impatti sul suolo

L'entità degli impatti generati sul suolo dall'esercizio di un impianto è strettamente connessa alla

modalità di gestione del sito produttivo. Ad una cattiva gestione ambientale potrebbe corrispondere

un incremento del deposito delle sostanze inquinanti sul suolo, con potenziali conseguenze anche

sulle acque di falda. Ad esempio, la mancata previsione di un sistema di impermeabilizzazione al di

sotto di una zona di deposito di rifiuti lisciviabili potrebbe comportare, durante un evento

meteorico, il dilavamento e conseguente trasporto di alcune sostanze inquinanti sul suolo stesso.

3.3.4. Produzione di rifiuti

A ciascun specifico processo è ovviamente associata una specifica produzione di "rifiuti di

processo". Ad esempio, ad un processo di depurazione di rifiuti liquidi si associa una produzione di

fanghi di depurazione legata alla capacità produttiva dello stesso impianto. Ai rifiuti di processo va

associata un'altra categoria di rifiuto, non necessariamente legata alla capacità produttiva, la cui

generazione è invece sostanzialmente legata ad attività manutentive, di pulizia, ecc..

3.3.5. Rumore

Il rumore viene generato dalle diverse sorgenti costituenti parti essenziali di un impianto di

produzione. A titolo di esempio possono menzionarsi gli aeratori delle vasche di ossidazione, i

compressori, turbine a gas e a vapore, pompe, valvole di sicurezza, ecc..

19

3.3.6. Emissioni odorigene

Alcune fasi di processo di un dato ciclo produttivo sono suscettibili di generare emissioni di gas

tossici e/o maleodoranti. Si consideri, ad esempio, il caso di un impianto di trattamento di rifiuti

liquidi. In tal caso, infatti, le unità maggiormente imputabili sono i pretrattamenti meccanici (a

causa delle turbolenze generate), i trattamenti chimico-fisici e la linea fanghi.

3.3.7. Altri tipi di impatti

In questa categoria di impatti possono annoverarsi gli impatti minori, non per questo meno

importanti, quali: le vibrazioni, l'elettromagnetismo, l'inquinamento da amianto, i PCB,

l'inquinamento luminoso, ecc..

4. VALUTAZIONI

4.1. Premessa

Con l'AIA si rilascia un provvedimento che autorizza l'esercizio degli impianti assoggettati

vincolandolo all'utilizzo delle MTD.

Il controllo delle disposizioni imposte verrà effettuato per il tramite del Piano di Monitoraggio e

Controllo (PMC), parte integrante del provvedimento di autorizzazione. Più precisamente, il PMC

ha la finalità della verifica di conformità dell'esercizio dell'impianto alle condizioni prescritte

nell'AIA.

L'imposizione dell'adeguamento dell'impianto o di parte di questo alle MTD comporta un

incremento delle prestazioni di esercizio rispetto allo stato attuale. Ciò si traduce in una riduzione

delle emissioni in aria, acqua e suolo e una riduzione dei consumi di risorse. Si ribadisce, infatti,

che le MTD, per definizione, costituiscono la più efficiente e avanzata fase di sviluppo di attività e

relativi metodi di esercizio indicanti l'idoneità pratica di determinate tecniche a costituire, in linea di

massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile,

a ridurre in modo generale le emissioni e l'impatto sull'ambiente nel suo complesso.

Resta fermo il rispetto dei valori limite normativi vigenti, che, in linea di massima, sono meno

restrittivi delle prestazioni emissive associate alle MTD. I limiti normativi vigenti costituiscono

dunque condizione necessaria per l'esercizio di un impianto. Per tale motivo, una volta valutata

l'opportunità di correlare l'esercizio dell'impianto alle migliori tecniche disponibili, le autorizzazioni

rilasciate prevedono molto spesso prescrizioni sui limiti di emissione più rigorosi rispetto ai limiti

normativi vigenti.

Sulla base delle risultanze della fase di analisi della documentazione viene effettuata una

valutazione il cui scopo ultimo è quello di comprendere se una determinata ipotesi di adeguamento

alle MTD possa essere implementata o meno ovvero se ne possa essere implementata una al posto

di un'altra. I risultati della fase di valutazione evidenziano dunque quali possano essere le eventuali

ipotesi di adeguamento alle MTD implementabili escludendo tutte le altre. Tra le ipotesi

implementabili sarà scelta quindi quella che comporta, rispetto all'assetto attuale, una riduzione

delle emissioni nelle varie matrici ambientali e una riduzione dei consumi delle risorse necessarie al

funzionamento dell'impianto.

20

Come già citato nel paragrafo 3.1, i riferimenti per la determinazione delle MTD applicabili caso

per caso, sulla base dell'analisi della documentazione allegata all'istanza di autorizzazione e a

seguito delle specifiche valutazioni, sono i contenuti dell'Allegato XI del TUA vigente, i documenti

BREF, le informazioni diffuse dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare,

le Linee Guida nazionali. Giova ricordare, infatti, che, ai sensi dell'art. 29 bis, l'autorizzazione

integrata ambientale è rilasciata tenendo conto di quanto indicato nell'Allegato XI del TUA vigente

e delle informazioni diffuse dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e

dei documenti BREF pubblicati dalla Commissione europea, nel rispetto delle Linee Guida

nazionali per l'individuazione e l'utilizzo delle MTD, emanate con uno o più decreti

interministeriali.

Risulta opportuno precisare, così come disposto all'art. 29 sexies del TUA vigente, che i valori

limite di emissione fissati nell'autorizzazione non possono comunque essere meno restrittivi di

quelli fissati dalla normativa vigente nel territorio in cui è ubicato l'impianto.

4.2. Limitazione delle emissioni in aria

Per gli impianti assoggettati, l'AIA sostituisce l'autorizzazione alle emissioni in atmosfera prevista

dalla Parte Quinta del TUA vigente.

La limitazione delle emissioni convogliate in aria viene imposta scegliendo il valore limite

nell'ambito del range prestazionale previsto dai documenti di riferimento citati in premessa, avendo

cura di modularlo in funzione delle caratteristiche di qualità dell'aria ambiente nel territorio

circostante l'impianto, fermo restando il rispetto dei valori limite normativi vigenti e di quelli

eventualmente imposti dalla normativa vigente nel territorio in cui è ubicato l'impianto. All'utilizzo

delle MTD si assocerà quindi una riduzione sia in termini di concentrazione che in termini di

portata delle sostanze inquinanti.

Per quanto attiene i criteri di conformità dei limiti imposti si rimanda agli stessi contenuti dei

documenti di riferimento utilizzati (BREF, Linee Guida, ecc.).

Nel caso specifico di emissioni prodotte da processi di combustione alimentati con un mix di

combustibili, il valore limite di emissione dovrà essere un valore limite ponderale (VLEp) da

determinare secondo la procedura di cui in Appendice. In particolare, se il mix di combustibili

dovesse comprendere combustibili ai quali si associa un differente tenore volumetrico di ossigeno

di riferimento, dovrà determinarsi uno specifico tenore di ossigeno di riferimento ponderale

secondo la procedura di cui in Appendice.

Si ribadisce inoltre il fatto che l'implementazione delle MTD si traduce in migliori efficienze di

processo, che, oltre a comportare una riduzione delle emissioni in aria, determina anche una

riduzione dei consumi di risorse come combustibili, acque, sostanze, ecc., necessarie per esercire

l'impianto.

4.3. Limitazione delle emissioni in corpo idrico

Per gli impianti assoggettati, l'AIA sostituisce l'autorizzazione agli scarichi in corpo idrico prevista

dalla Parte Terza del TUA vigente.

Tutti gli scarichi di reflui liquidi in corpo idrico superficiale originati dal processo produttivo

dovranno essere contemplati dall'AIA. Per corpo idrico superficiale, ai sensi della lettera h di cui al

comma 1 dell'art. 74 del TUA vigente, si intende "un elemento distinto e significativo di acque

21

superficiali, quale un lago, un bacino artificiale, un torrente, fiume o canale, parte di un torrente,

acque di transizione o un tratto di acque costiere". Se il refluo liquido prodotto dal processo

produttivo soggetto ad AIA viene convogliato ad un terzo soggetto titolare dello scarico in corpo

idrico superficiale, dovrà essere tale soggetto (in quanto titolare dello scarico) ad essere autorizzato

allo scarico, ferme restando eventuali altre disposizioni imposte dall'AC al rilascio dell'AIA.

Analogamente, ferme restando le disposizioni vigenti in materia di AIA per gli impianti ad esse

assoggettati, tenuto conto della mancanza di uno specifico coordinamento con la disciplina per

l'autorizzazione agli scarichi prevista dalla Parte Terza del TUA vigente, si ritiene che, anche in

ambito AIA, possano essere prese a riferimento le disposizioni previste dal comma 4 di cui all'art.

124 e quelle previste dall'art. 113 dalla stessa Parte Terza. Nello specifico:

se gli scarichi di acque reflue domestiche generate dal personale di impianto non vengono

avviate assieme agli scarichi di natura produttiva, questi potranno sempre essere ammessi

nelle reti fognarie nell'osservanza dei regolamenti fissati dal gestore del servizio idrico

integrato;

le acque meteoriche di dilavamento non sono soggette al regime ordinario degli scarichi

previsto dal TUA vigente, a meno che queste non vadano a miscelarsi con i reflui industriali

ed eventualmente con quelli domestici a generare le acque reflue urbane. Nel caso in cui le

acque meteoriche di dilavamento vengano scaricate in corpo idrico superficiale mediante

apposito sistema fognario separato, l'art. 113 del TUA vigente rimanda alle disposizioni

contenute nei regolamenti regionali.

Nell'ambito delle metodiche previste dai documenti di riferimento citati in premessa, a garanzia

della riduzione degli impatti sui corpi idrici, un ruolo essenziale potrebbe essere svolto dal recupero

delle acque reflue di processo e/o delle acque meteoriche di dilavamento. Il recupero può

determinare infatti, oltre che la riduzione dei consumi idrici, una riduzione delle acque reflue

scaricate in corpo idrico.

Qualora i documenti di riferimento per l'applicazione delle MTD non prevedano specifiche

prestazioni emissive, l'AIA dovrà comunque prescrivere i valori limite di emissione previsti dalla

Tabella 3, Allegato 5 alla Parte Terza del TUA vigente o, eventualmente, quelli più restrittivi

previsti dalle Regioni.

Nella determinazione dei valori limiti di emissione dovrà tenersi conto degli eventuali apporti di

acque "pulite" prima del loro punto controllo. Tali apporti produrrebbero invero effetti di diluizione

alle acque scaricate.

4.4. Limitazione della produzione di rifiuti

Per gli impianti assoggettati, l'AIA sostituisce, tra le varie autorizzazioni citate in Allegato XI del

TUA, l'autorizzazione unica ai sensi dell'art. 208 del TUA vigente e l'autorizzazione allo

smaltimento degli apparecchi contenenti PCB-PCT ai sensi del D.Lgs. 209/1999.

Anche in tal caso, l'ausilio delle metodiche citate nei documenti di riferimento alle MTD costituisce

garanzia per una limitazione della produzione di rifiuti nella gestione di un ciclo di produzione,

nonché garanzia di riduzione in modo generale delle emissioni prodotte e di limitazione degli

impatti sull'ambiente nel suo complesso.

22

Ferme restando le disposizioni previste in materia di AIA, potrà farsi riferimento, per quanto non in

contrasto, alle disposizioni di cui alla Parte Quarta del TUA vigente. Queste ultime, se pertinenti

all'impianto soggetto ad AIA, costituiscono condizione necessaria all'esercizio dell'impianto stesso.

4.5. Limitazione degli impatti sul suolo

Con riferimento agli impatti al suolo legati alle acque meteoriche di dilavamento, la loro limitazione

potrebbe essere conseguita proteggendo il suolo dalle infiltrazioni causate dalle stesse acque

meteoriche. Ad esempio, mediante l'implementazione di apposite canalette di raccolta nelle aree a

contatto con sostanze inquinanti ed eventuale ricircolo delle acque di dilavamento previo

trattamento, potrebbe evitarsi il trascinamento delle sostanze nel suolo circostante e la loro

eventuale confluenza in corpo idrico.

In ogni caso si rimanda alle indicazioni e misure previste dai documenti di riferimento per la

determinazione delle MTD.

4.6. Limitazioni da impatti da rumore

La limitazione dei rumori indotti dall'esercizio dell'attività produttiva può essere conseguita

mediante interventi sulle stesse macchine (interventi di incapsulamento mediante strutture in

alluminio o acciaio inossidabile con parte interna rivestita da pannellature fonoassorbenti di diversa

qualità o spessore), mediante interventi sull'edificio o sulla struttura che ospita le stesse macchine

(isolando acusticamente le pareti e le porte dei locali con rivestimenti fonoassorbenti; il rumore che

si trasmette attraverso il pavimento può essere limitato, ove possibile, con tappeti in gomma) ovvero

mediante interventi sulle vie di propagazione (implementando barriere acustiche tra le macchine o

gli edifici ospitanti le macchine e i ricettori di rumore). Tali interventi sono di norma idonei al

rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia.

In ogni caso si rimanda alle indicazioni e misure previste dai documenti di riferimento per la

determinazione delle MTD.

Per quanto riguarda i valori limite da imporre con l'AIA, a meno che non vengano individuati

specifici range di riferimento dalle stesse MTD, può farsi riferimento ai limiti normativi vigenti e,

precisamente, quelli previsti dal D.P.C.M. dell'1 marzo 1991, in attesa della suddivisione del

territorio comunale in zone acustiche, ovvero quelli previsti dal D.P.C.M. del 14 novembre 1997 nel

caso fosse presente la classificazione acustica comunale.

Ai fini delle misurazioni dell'inquinamento acustico si rimanda al D.M. 16 marzo 1998 "Tecniche di

rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico". In Appendice vengono fornite

precisazioni tratte dallo stesso decreto.

4.7. Limitazioni emissioni odorigene

Per la limitazione delle emissioni odorigene possono essere utilizzati sia interventi di carattere

gestionale (che prevedono la formazione degli odori o quantomeno ne limitano la produzione), sia

interventi di carattere strutturale (che consistono nel confinare in ambienti chiusi le principali fonti

di emissione, nella loro estrazione e conseguente trattamento).

Si rimanda alle indicazioni e misure previste dai documenti di riferimento per la determinazione

delle MTD.

23

4.8. Limitazione altre forme di inquinamento

Si rimanda alle indicazioni e misure previste dai documenti di riferimento per la determinazione

delle MTD.

5. APPENDICE

5.1. Determinazione del consumo annuo di combustibile

Di seguito viene riportata la procedura di calcolo utilizzata per stimare il consumo di combustibile

in un processo di combustione di data potenza termina nominale.

Noti i parametri:

[ ] *

+

*

+

*

+

detta:

[

]

dall'equazione:

[

] [

] [

]

si ricava:

[

] [

]

*

+

quindi, in un certo numero di ore di esercizio nell'arco di un anno, si ottiene:

[

] [

] *

+ [

]

Nel caso di alimentazione con un mix di combustibili, la portata annua necessaria a garantire la

potenza termica nominale di calcola:

[

] ∑(

[

])

essendo la percentuale del generico combustibile nel mix, tale che

e la portata del generico combustibile calcolata secondo il procedimento sopra citato.

24

5.2. Determinazione delle emissioni di SO2

La concentrazione degli SO2 emessi in aria a seguito del processo di combustione è sostanzialmente

legata alla percentuale di zolfo contenuta all'interno di un combustibile o di un mix di combustibili.

Tenuto conto che l' si sviluppa secondo la reazione , allora per ogni grammo di S

bruciato se ne formano due di . Conseguentemente, noti:

*

+

il flusso di massa di prodotto si calcola secondo la seguente espressione:

[

]

[

]

Noti inoltre:

*

+

*

+

*

+

la concentrazione degli si ricava dalla seguente equazione:

[

] [

] ( ) *

+ [

]

Se la portata dei fumi non dovesse essere nota, questa potrà essere calcolata a partire dall'analisi

elementare del combustibile.

5.3. Determinazione della portata dei fumi

La portata stechiometrica dei fumi può essere calcolata a partire dai dati di analisi elementare del

combustibile (contenuti di carbonio, idrogeno, zolfo, ossigeno e umidità nel combustibile).

Noti dunque:

*

+

*

+

*

+

*

+

*

+

la portata stechiometrica dei fumi si calcola mediante l'espressione:

25

[

]

La portata effettiva dei fumi si calcola mediante l'espressione:

[

]

(( ) )

essendo:

[ ]

*

+

5.4. Determinazione del valore limite ponderale

Nel caso di impianti multicombustibili, il valore limite di emissione va determinato ponderando,

rispetto alla potenza termica fornita da ciascun combustibile componente il mix, i valori limite di

emissione scelti nell'ambito dei range prestazionali associati alle opzioni MTD previste per ciascun

combustibile.

Detti:

*

+

[ ] *

+

considerato che la potenza termica di ciascun combustibile può calcolarsi mediante:

[ ] [

] [

]

[

]

in cui:

*

+

*

+

il valore limite di emissione ponderale corrispondente all'utilizzo di un mix combustibile composto

da n combustibili si calcola con la seguente espressione:

*

+

∑ ( *

+ [ ])

∑ [ ]

5.5. Determinazione del tenore di ossigeno di riferimento

Se il mix di combustibili dovesse comprendere combustibili ai quali si associa un differente tenore

volumetrico di ossigeno di riferimento, dovrà determinarsi uno specifico tenore di ossigeno di

riferimento ponderale [ ] . La ponderazione dovrà essere effettuata sulla base degli input

termici forniti da ciascun combustibile.

26

Detti:

[ ]

[ ]

il tenore di ossigeno ponderale si calcola:

[ ]

∑ ( [ ]

[ ])

∑ [ ]

5.6. Determinazione della concentrazione inquinante effluente

La concentrazione inquinante effluente di un dato parametro inquinante *

+ può essere

determinata a partire dai suoi diversi contributi influenti sulla base del seguente schema di calcolo:

Indicando infatti con la prima portata influente e con le relative concentrazioni

degli m generici parametri inquinanti, con la seconda portata influente e con le

relative concentrazioni degli m generici parametri inquinanti, con l'n-esima portata influente e

con le relative concentrazioni degli m generici parametri inquinanti, la portata in

uscita dal sistema assumerà il valore

mentre la concentrazione di ciascun parametro inquinante potrà essere determinata

sfruttando ciascuna delle seguenti equazioni:

( ) ( ) ( ) ( )

[

] *

+ *

+ *

+

[

] *

+ *

+ *

+

[

] *

+ *

+ *

+

[

] *

+ *

+ *

+

27

( ) ( ) ( ) ( )

....

( ) ( ) ( ) ( )

A titolo esemplificativo, si consideri il seguente schema di flusso:

La portata risultante assumerà il valore: *

+,

mentre le concentrazioni effluenti di BOD5 e Ferro assumeranno rispettivamente i seguenti valori:

( | ) ( | )

( ) ( )

*

+

( | ) ( | )

( ) ( )

*

+

5.7. Specifiche sul rumore

Si ritiene utile precisare alcuni aspetti, tratti dal D.M. 16 marzo 1998 "Tecniche di rilevamento e di

misurazione dell'inquinamento acustico", legati all'applicazione dei valori limite di emissione, dei

valori limite assoluti di immissione e del livello differenziale previsti dal D.P.C.M. del 14

novembre 1997:

relativamente ai valori limiti di emissione: il valore limite di emissione va messo a confronto

con il livello di emissione (LE), cioè con il livello di pressione sonora prodotto dalla

specifica sorgente presa in esame che costituisce causa del potenziale inquinamento

acustico. Il livello di emissione (da valutare in ambiente esterno) va misurato in prossimità

della sorgente stessa (generalmente viene misurato in prossimità del confine di pertinenza

dell'impianto);

relativamente ai valori limiti assoluti di immissione: il valore limite assoluto di immissione

va messo a confronto con il livello ambientale (LA), cioè con il livello di pressione sonora

prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un dato luogo. Il livello ambientale (da

valutare in ambiente esterno) va misurato in prossimità dei ricettori;

relativamente al livello di rumore differenziale: definito come differenza tra il livello di

rumore ambientale (LA) ed il livello di rumore residuo (LR). LR è il livello di pressione

sonora presente durante la disattivazione della specifica sorgente disturbante è va misurato

con identiche modalità a quelle utilizzate per la misura del LA.

Q2=10 m3/h; BOD5|2=20 mg/l; Ferro|2=0,5 mg/l

Q1=15 m3/h; BOD5|1=30 mg/l; Ferro|1=0,8 mg/l Q=?; BOD5=?; Ferro=?

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RIFERIMENTI

BIBLIOGRAFIA

D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. "Norme in materia ambientale".

D.P.C.M. dell'1 marzo 1991 "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e

nell'ambiente esterno".

Legge 26 ottobre 1995, n. 447 "Legge quadro sull'inquinamento acustico".

D.P.C.M. del 14 novembre 1997 "Determinazioni dei valori limite delle sorgenti sonore".

D.M. 16 marzo 1998 "Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico".

D.M. 1 aprile 2004 "Linee guida per l'utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto

ambientale".

G. Galotto, M. Mazzoleni - Le valutazioni ambientali: VAS, VIA e IPPC - IPSOA, 2008.

A. Muratori, M.C. Vandelli - Emissioni in atmosfera da impianti fissi - IPSOA, 2008.

L. Prati, G. Galotto - Scarichi, inquinamento idrico e difesa del suolo - IPSOA, 2008.

M. Pernice, G. Mininni - Il sistema normativo e tecnico di gestione dei rifiuti - IPSOA, 2008.

Manuale Ambiente III edizione - IPSOA, 2009.

M. Aleo - Valutazioni ambientali - GRAFILL, 2010.

V. Torretta - Studi e procedure di valutazione impatto ambientale - DF, 2010.

T. Gabrieli, F. Fuga - Impatto acustico - Maggioli Editore, 2009.

G. Luvrano, B. Vurro - L'inquinamento acustico - EPC Editore, 2011.

Collana Tecnico-Scientifica CIRIAF - Ministero dell'Ambiente, febbraio 2000.

La nuova direttiva sulle emissioni degli impianti industriali - Ambiente e Sviluppo, 10/2010.

WEBLOGRAFIA

http://eippcb.jrc.es/reference/

http://aia.minambiente.it/Documentazione.aspx