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Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile ARRENI Antonella - Coordinamento di RedazioneConsiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321.30237 - Fax 0321.393276e-mail [email protected] - progetto grafi co: Italgrafi ca NOVARA - Stampa: Italgrafi ca NOVARA - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara - Tax perque
NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VCO anno XIII n. 3 dicembre 2011
INDICE
3 Editoriale
4 Il Coordinamento Regionale dei Collegi Piemontesi
5 Il nuovo piano Socio Sanitario Piemontese
6 Intervista ad Annalisa Silvestri
7 Abstract Tesi 10 Nuove tecnologie per la sicurezza terapeutica
13 Best Practice
17 Chronic Care Model
19 Corso di informazione sanitaria di base per assistenti familiari
22 Questioni in merito all'attività in libera professione infermieristica
23 Primum: non nocere!
25 Informazioni
30 Rubriche
25 Segreteria
NO I DI
informazioni 2
Trimestrale di informazione settoriale – AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N.6 del 11/02/1999 –
Direttore Responsabile ARRENI Antonella – Comitato di di Redazione Consiglio Direttivo del
Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania – Redazione via Biandrate 20/b,
28100 Novara. Tel. 0321.30237 – fax. 0321.393276 – e-mail [email protected] –
progetto grafi co: Italgrafi ca Novara – Stampa: Italgrafi ca Novara – Spedizione in abbonamento
postale 70% - DCO/DC Novara – Tax perque.
Notiziario di informazione e di aggiornamento
del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e VCO.
Direzione/Redazione/Amministrazione
Via Biandrate 20/b – 28100 Novara - tel. 0321.30237
Direttore Responsabile
Arreni Antonella
Comitato di Redazione
Arreni Antonella, Cavagna Roberto, Fasolini Gabriele, Giroldini Luciano,
Portaluppi Viviana, Zavaglio Andreina
Editore
Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e VCO
Progetto grafi co e stampa
ITALGRAFICA srl - Via Verbano, 146 - Veveri (Novara)
NORME EDITORIALIDialogare è il periodico del Collegio IPASVI della pro-vincia di Novara e Verbania che pubblica liberamente articoli previa approvazione del Comitato di Redazione. L’articolo è sotto la respon-sabilità dell’autore/autori.Il materiale per la pubbli-cazione dovrà essere invia-to alla Redazione in forma-to elettronico. Il testo deve pervenire in formato word. Le parole che gli autori de-siderano evidenziare de-vono essere in “grassetto/bold”. Tabelle e/o immagi-ni (tiff oppure jpeg) devono essere numerate e fornite su fi le a parte (il numero andrà anche richiamato nel testo con brevi didascalie). In allegato all’articolo dovrà essere fornita una sintetica nota biografi ca dell’auto-re. La pubblicazione degli articoli è a titolo gratuito e in nessun caso da dirit-to a compensi. Gli articoli inviati saranno sottoposti all’esame del Comitato di Redazione che si riserva di valutarli, eventualmente ri-maneggiarli. Il materiale inviato non ver-rà restituito.
editoriale3
Dialogare entrerà nelle vostre case
a elezioni concluse e, con il Vo-
stro voto, avrete determinato chi
guiderà il Collegio nel prossimo
mandato.
Volutamente riprendo quanto scritto in pas-
sato perché ci credevo allora e ne sono con-
vinta oggi: “con le votazioni, ogni tre anni si
decide quale gruppo di Colleghi guiderà il
Collegio, indirizzerà la politica infermieristica,
realizzerà i programmi presentati in Assem-
blea, utilizzando con razionalità le risorse
economiche provenienti dalle quote annuali
degli iscritti”.
“Per realizzare questo è necessario mettersi a di-
sposizione della comunità professionale, vivere
la vita di Collegio, disporre di tempo per tutte le
attività necessarie e richieste oltre che, per ap-
profondire tematiche che a volte esulano dallo
stretto ambito professionale di appartenenza”.
Per quanto ci riguarda, con una punta di orgo-
glio, posso dire che valutare quanto portato a
termine negli ultimi tre anni di lavoro, è cosa
facile e il risultato è tangibile, basta leggere la
sintesi del lavoro dei gruppi presentata a pa-
gina 28 e, oltre a questo, molto altro ancora,
dalle consulenze fiscali, legali, professionali,
alla PEC gratuita per tutti gli iscritti, al soste-
gno per le procedure assicurative, alla parte-
cipazione a commissioni interne ed esterne,
alla rappresentanza istituzionale in Regione,
in Coordinamento, a livello nazionale.
Abbiamo fatto tutto? Probabilmente no, ma
abbiamo fatto tutto quello che era possibile
fare, abbiamo concluso un percorso e siamo
sulla strada giusta!
Vorrei per questo ringraziare tutto il Consiglio
Direttivo per il lavoro di questi anni, svolto
con responsabilità, motivazione e perseve-
ranza, ringrazio anche tutti i Colleghi che mi
hanno sostenuto, seguita e aiutata nell’impe-
gno alla guida del nostro Collegio professio-
nale.
Un sincero augurio di buone feste a tutti!
Antonella Arreni
Antonella Arreni Presidente
Collegio IPASVI di Novara e VCO
approfondimenti 4
In ottemperanza a quanto indica-
to dal Regolamento costitutivo del
Coordinamento regionale, emana-
to dalla Federazione nazionale, in
data 21 giugno 2011, si è provve-
duto a formalizzare quanto i Collegi
piemontesi avevano a suo tempo
messo in atto ed è stato così uffi cial-
mente costituito, in Torino, il Coordi-
namento dei Collegi IPASVI del Pie-
monte. Tale atto, ha lo scopo di dare
omogeneità e coerenza al funziona-
mento del Coordinamento stesso e
va riconosciuto, al gruppo piemon-
tese, una forte motivazione che da
sempre ha accompagnato la volon-
tà di una collaborazione tra i diver-
si Collegi provinciali. In particolare
preme sottolineare l’aspetto delle
funzioni svolte dal Coordinamento
ed espresse nell’articolo riportato.
A cura di Antonella Arreni
Presidente Collegio IPASVI di Novara e VCO
Il Coordinamento Regionale dei Collegi Piemontesi
è uffi cialmente costituto!
ARTICOLO 3
1. Il Coordinamento Regionale
procura e mantiene, per quanto di
competenza, i contatti con gli Enti,
le Aziende, gli Organismi, le Socie-
tà, le Associazioni e le Rappresen-
tanze che intevengono o sono ope-
rativi nella regione di riferimento
con esclusione di quanto disposto
nelle lettere a), f ), g) dell'art. 3 del
DLCPS 13 settembre 1946 n. 233;
2. Il Coordinamento Regionale, fat-
te salve le competenze dei singoli
Collegi IPASVI:
a) Predispone documenti di propo-
sta;
b) Collabora e interviene per quan-
to di competenza nella predispo-
sizione del Piano Socio Sanitario
Regionale;
c) Partecipa all’istituzione dell’Os-
servatorio delle Professioni Sanita-
rie e nomina i propri componenti
all’interno dell’Osservatorio stesso;
d) Partecipa alla stesura di atti ine-
renti le linee di indirizzo per i bandi
di concessione dell’assistenza socio
sanitaria;
e) Nomina i componenti all’interno
del Consiglio Sanitario Regionale,
della Commissione regionale for-
mazione, del CUP regionale;
f ) Sostiene, su richiesta, i Presidenti
nei rapporti con le Agenzie sanita-
rie e gli altri Enti provinciali e nelle
eventuali azioni di tutela della pro-
fessione;
g) Elabora e propone i provvedi-
menti di competenza per concorre-
re alle attività della Regione ai sensi
della lettera e) art. 3 e della lettera
e) art. 15 del DLCPS 13 settembre
1946 n. 233;
h) Designa i propri Rappresentanti
nelle Commissioni istituite dalla Re-
gione (rischio clinico, formazione,
bioetica, qualità, pari opportunità,
governo clinico e altre), Enti e altre
organizzazioni di carattere regiona-
le;
i) Partecipa alla defi nizione del bi-
sogno formativo per quanto attie-
ne al corso di Laurea in Infermieri-
stica e in Scienze Infermieristiche e i
corsi per Operatore socio sanitario;
j) Partecipa alla defi nizione del
Protocollo d'intesa fra Regione e
Università per la formazione infer-
mieristica di base e post base;
k) Partecipa nella commissione re-
gionale alla defi nizione del gover-
no clinico e le tematiche inerenti
allo stesso.
Verbania
BiellaNovara
Vercelli
Torino
Asti
Cuneo
Alessandria
LE CARICHE DI RAPPRESENTANZA SONO COSÌ DEFINITE:
Presidente Maria Adele Schirru – Collegio Torino
Vicepresidente Maria Teresa Pegoraro – Collegio di Asti
Segretario Laura Barbotto – Collegio di Cuneo
Tesoriere Giulio Zella – Collegio di Vercelli
approfondimenti5
La Giunta del Piemonte ha approvato il nuovo Piano socio sanitario regionale (Pssr) che, per essere defini-
tivo dovrà passare all’esame del Consiglio.
Il documento si suddivide in quattro parti: la prima e la seconda dedicate, rispettivamente, alle priorità del
Servizio socio sanitario e agli obiettivi che persegue; la terza, relativa al riordino e alla governance del ser-
vizio sanitario regionale; la quarta incentrata su accreditamento e valutazione.
Lo scopo principale del PSSR è modernizzare il sistema, riducendo gli sprechi.
Due le direttrici principali del nuovo PSSR: creare una rete di ospedali classificati per intensità di cura e
valorizzare il distretto territoriale. Le strutture saranno organizzate su tre livelli: ospedali di riferimento ad
alta specialità; ospedali-cardine per rispondere alle emergenze ed alle esigenze più comuni; ospedali di
prossimità per prestazioni diagnostiche e terapeutiche di bassa intensità.
I centri inidonei saranno riconvertiti in poliambulatori o in sedi per lungodegenza.
Il nuovo Piano incarica i distretti di rafforzare la risposta alle cure primarie attraverso il modello operativo
del “Chronic Care Model” indicandolo come “ un significativo riferimento … in quanto è basato sulla inte-
razione tra il paziente reso esperto da opportuni interventi di formazione e di addestramento ed il team
multiprofessionale composto da operatori socio sanitari, infermieri e MMG”.
Se pensiamo al nostro Codice deontologico, l’articolo 47 recita: L’infermiere, ai diversi livelli di responsabilità,
contribuisce ad orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario, al fine di garantire il rispetto dei diritti
degli assistiti, l’utilizzo equo ed appropriato delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale, anche per
questo motivo il Coordinamento Regionale dei Collegi IPASVI sta predisponendo un documento con le os-
servazioni riguardanti le ricadute sulla professione, presenti nel nuovo Piano in discussione.
A cura di Antonella Arreni
Presidente Collegio IPASVI di Novara e VCO
La Giunta approva
il nuovo PIANO SOCIO SANITARIO PIEMONTESE
approfondimenti 6
Riportiamo la sintesi dell’intervista ad
Annalisa Silvestro, Presidente della
Federazione Nazionale Collegi IPA-
SVI, apparsa sul quotidiano on line
www.quotidianosanità.it in risposta
alle molte domande che i Colleghi si
pongono relativamente alla consape-
volezza di un ruolo, quello infermie-
ristico, che spesso non viene vissuto
come determinante per la salute della
popolazione. Gli infermieri lamenta-
no che l'ingresso in Università, non
ha prodotto nessun cambiamento
nei modelli organizzativi e dunque
nel riconoscimento della professio-
ne. La risposta di Silvestro: nel momen-
to in cui qualche Regione (leggi modello
toscano es. See and Treat n.d.r.) ha vo-
luto formalizzare l’attribuzione di mag-
giori competenze e responsabilità agli
infermieri, anche in considerazione del
fatto che hanno adesso un percorso di
formazione molto più elevato e struttu-
rato, abbiamo avuto le reazioni dei me-
dici. In realtà c’è una parte del mondo
sanitario che non vuole modifi care gli
attuali assetti perché teme che si met-
tano in discussione equilibri di potere
che si basano su modelli molto antichi,
che avevano ragione di essere imposta-
ti in quel modo quando l’unica fi gura
sanitaria intellettualmente riconosciu-
ta e con un profi lo formativo elevato
era il medico...
Il cambiamento di modello or-
ganizzativo che lei immagina è
funzionale solo alla crescita della
professione infermieristica?
La risposta di Silvestro: Non mi sem-
bra. Stante la piramide demografi ca e
stante l’andamento epidemiologico,
abbiamo oggi una popolazione che
chiede sempre meno risposta per le
acuzie, che comunque c’è, mentre è
sempre più orientata ad chiedere una
risposta sanitaria rispetto alla cronici-
tà, dove il medico ha un ruolo molto ri-
levante ma non centrale, mentre è cen-
trale la risposta assistenziale e dunque
la competenza e la responsabilità degli
infermieri. D’altra parte il sistema, per
reggersi, deve sviluppare le potenzia-
lità fornite delle competenze ulteriori
acquisite dai professionisti che ci lavo-
rano...
La Legge del 2001 prevedeva an-
che uno sviluppo di carriera per
gli infermieri, che nei fatti però
trova ancora pochi riscontri. Sie-
te delusi?
La risposta di Silvestro: l’interpreta-
zione di quella legge è stata molto re-
strittiva; si è ritenuto di poter risolvere il
nodo posto dalle professioni sanitarie, e
in particolare dall’infermieristica che è
la più numerosa, individuando un diri-
gente infermieristico in ogni azienda. E
per questo ruolo in eff etti ora si stanno
facendo i concorsi dappertutto. Ma è
evidente che questa non è certo una so-
luzione suffi ciente. Anche perché basta
guardarsi intorno: le amministrazioni
hanno un numero di dirigenti rilevante,
i medici entrano addirittura tutti come
dirigenti, pensare che per gli infermie-
ri ce ne sia uno solo in ogni Azienda è
davvero poco. Non si tratta solo di svi-
luppare la progressione di carriera sul
versante dell’organizzazione e del ma-
nagement, ma di costruire la possibili-
tà di sviluppo di carriera nella clinica:
se ho degli infermieri che si assumono
alcune responsabilità cliniche, dovrò
valorizzarli...
Alcuni ritengono che l’attuale
formazione universitaria degli
infermieri li avvicini troppo al
modello medico.
La risposta di Silvestro: Mi sembra
che sia un problema superabile quando
poi si entra nella realtà operativa e nella
comunità professionale. Certo questo
comporta ulteriore impegno e fatica
nell’affi ancamento e nell’inserimento,
cosa che potrebbe essere contenuta se
l’impostazione accademica fosse diver-
sa ... I medici si tengono il corso di Lau-
rea in Infermieristica dentro la Facoltà
di Medicina e Chirurgia, vogliono avere
titolarità degli insegnamenti e poi si la-
mentano perché questi professionisti,
che hanno contribuito a creare, sono
più vicini a loro di quanto a loro stessi
interesserebbe.
Intervista a Annalisa Silvestro
A cura di Antonella Arreni
Presidente Collegio IPASVI di Novara e VCO
formazione7
BACKGROUND
Nella pratica infermieristica co-
mune vengono posizionati e
gestiti dispositivi intravascola-
ri, in particolare cateteri venosi
centrali inseriti per via periferica
(PICC). L’indicazione all’uso di
tale dispositivo risiede in alcune
categorie di pazienti che presen-
tano: depauperamento del patri-
monio venoso, obesi, pediatrici,
acuti (shock), patologie croniche,
neoplasie in cura chemioterapi-
ca, pazienti con storia di abuso
di droghe per via endovenosa.
Nella maggior parte dei casi, tali
condizioni conducono a preferire
il posizionamento di un catetere
venoso centrale (CVC) tramite
consulenza medica del personale
del Dipartimento di Anestesia-
Rianimazione, al fi ne di avere a
disposizione un accesso venoso
di grosso calibro a lungo termine,
dove infondere farmaci e volumi
non somministrabili per via pe-
riferica.
I dispositivi intravascolari centra-
li inseriti per via periferica (PICC
= Peripherally Inserted Central
Catheter), vengono posizionati
e gestiti da personale infermie-
ristico, tramite guida ecografi ca,
dopo aver frequentato corso di
formazione e training adeguato
di pratica. Attualmente presso
l’AOU Maggiore della Carità l’u-
tilizzo del PICC è documentato
solo nei reparti di Oncologia,
Ematologia e Medicina.
OBIETTIVO DELLO STUDIO
Lo studio si pone come obiettivo
valutare le conoscenze degli in-
fermieri che lavorano nelle aree
Intensive presso l’AOU Maggiore
della Carità di Novara riguardo i
PICC, dal posizionamento alla ge-
stione Infermieristica, attraverso
l’utilizzo di un questionario re-
datto sulla base delle Linee Guida
disponibili in materia di uso, im-
pianto e gestione dei PICC, al fi ne
di avviare un percorso formativo
aziendale, qualora le scarse cono-
scenze lo prevedessero in visione
di un più largo uso di tale dispo-
sitivo, anche nelle aree Intensive.
MATERIALI E METODI
Lo studio ha utilizzato un que-
stionario redatto sulla base delle
Linee Guida disponibili in mate-
ria di uso, impianto e gestione dei
PICC, validato da una Commissio-
ne di Esperti Infermieri in servizio
presso l’AOU Maggiore della Ca-
rità di Novara nel Dipartimento
Onco-Ematologico con titolo di
“Specializzazione in Nursing su-
gli accessi venosi”, attualmente
responsabili di impianto PICC in
Azienda. Si tratta di un questio-
nario autocompilativo composto
da 13 domande a risposta chiusa,
di cui 7 domande indagano le co-
noscenze teoriche del personale,
Gestione, competenzaed autonomia infermieristicavanno di pari passo?
Candidata: Jessica Lupo
Relatore: Dott. Fabio Capuzzi
ABSCRACT TESI - Master in Medicina d'urgenza e area critica per infermieri
formazione 8
3 domande l’utilizzo dei PICC nel-
le realtà lavorative testate, 3 l’in-
teresse nel conoscere meglio tale
dispositivo per la gestione nella
pratica quotidiana.
Il questionario è stato sommini-
strato agli infermieri in servizio
presso le aree Intensive dell’AOU
Maggiore della Carità di Novara,
in forma anonima. Le unità opera-
tive che hanno partecipato sono
state : Cardiochirurgia Degenza,
Cardiochirurgia Terapia Intensiva,
Nefrologia-Unità Trapianto Rena-
le, Neurochirurgia, Rianimazione,
Unità Terapia Intensiva Corona-
rica. La popolazione che ha par-
tecipato allo studio è composta
da infermieri, di sesso maschile e
femminile, di età compresa tra i
26 e i 58 anni. Dei 120 questiona-
ri consegnati ai reparti, ne sono
stati riconsegnati 79 (circa il 67%)
completi in tutte le loro parti.
RISULTATI OTTENUTI
Dall’analisi delle risposte del que-
stionario riguardo utilizzo e in-
formazioni sui PICC, risulta che il
73% degli intervistati dichiara di
conoscerli, mentre il 27% di non
conoscere tale dispositivo. In nes-
suna area Intensiva indagata vie-
ne utilizzato il PICC.
Nelle risposte riguardo il miglior
accesso per il posizionamento
PICC, l’82% degli intervistati ha
individuato in modo corretto l’u-
so di una vena, ma solo il 13% ha
segnato la risposta corretta (vena
brachiale), come da Linee Guida.
Il 18% ritiene sia un accesso arte-
rioso.
Migliori le conoscenze riguardo
gli operatori abilitati al posiziona-
mento PICC e tecnica utilizzata.
61 partecipanti allo studio hanno
riposto correttamente indicando
la venipuntura eco-guidata come
tecnica di posizionamento.
Scarse risultano le conoscen-
ze degli infermieri riguardo le
complicanze durante il posizio-
namento di un PICC. Il 25% di-
mostra di conoscere il rischio di
una puntura accidentale arterio-
sa. Il restante 75% ha risposto in
modo errato, nel 39% segnando
come risposta corretta la lesione
muscolare. A seguire con 23%
pneumotorace, con 13% emoto-
race. Le risposte errate sono nel
36% infl uenzate dal ricondurre
il PICC ad un CVC. Le scarse co-
noscenze delle possibili compli-
canze durante l’inserimento di
un PICC da parte degli infermieri,
causa disattenzione verso segni e
sintomi principali da monitorare
nel paziente.
Per quanto riguarda la domanda
sul tempo di permanenza di un
PICC senza evidenti segni di in-
fezione, nel totale delle risposte,
solo 8 sono state quelle corret-
te. 66 intervistati hanno segnato
come risposta 30 giorni. La sensi-
bilizzazione del personale medi-
co e infermieristico all’utilizzo del
PICC permetterebbe una migliore
gestione degli accessi vascolari.
Scarse le conoscenze anche
dall’analisi delle risposte alla do-
manda sulla tempistica per la
sostituzione delle linee venose
e dispositivi aggiunti nei PICC. Il
28% ha ritenuto fosse necessario
il cambio ogni 36 ore, il 54% ogni
48 ore. Solo il 18% ha segnato
la risposta corretta. Il continuo
cambio di dispositivi aggiunti e
linee infusionali comporterebbe
uno spreco di materiali a causa di
sostituzioni troppo repentine.
Noto risulta essere l’uso dei PICC
in Oncologia, come ha risposto il
71% degli infermieri, senza tene-
re conto, però, che anche le altre
possibilità di risposta risultava-
no essere corrette. Ancora poco
note sono le indicazioni all’uso di
un PICC.
Soltanto 5 intervistati su 79 totali
dichiarano di non essere interes-
sati a seguire un corso di forma-
zione sui PICC. È, inoltre, emerso
che 3 degli intervistati hanno fre-
quentato un corso di formazio-
ne aziendale riguardo gli accessi
venosi, in cui si trattavano anche
i PICC, ma in media le risposte
corrette teoriche sono state 3 su
7, come nella maggioranza dei
questionari compilati.
CONCLUSIONI
I PICC sono poco conosciuti dal
personale infermieristico dell’AOU
Maggiore della Carità di Nova-
ra, come emerge dai questionari
somministrati. La disinformazione
riguardo la possibilità di utilizza-
re presidi vascolari alternativi, non
permette di attuare questa scelta o
di compierla nel migliore delle con-
dizioni. Risulta, quindi, importante
avviare un percorso formativo: ac-
quistando le giuste conoscenze
ogni infermiere all’interno della
propria unità operativa potrà rico-
noscere quando sono presenti le
condizioni per scegliere un dispo-
sitivo vascolare come il PICC, sotto-
porre al Medico il problema e sce-
gliere il miglior accesso venoso per
proseguire le terapie. La presenza
di un Team (medico-infermieristico
o soltanto infermieristico) compor-
ta signifi cativi vantaggi in termini
di sicurezza, di costo-effi cacia e di
effi cienza. L’AOU Maggiore della
Carità ha basi solide su cui poter
fondare la formazione di un PICC-
team a disposizione in consulenza
per l’intera Azienda.
formazione9
Cannula nasale ad alti fl ussi versus maschera di venturi nel periodo post estubazione: un trial controllato, randomizzato
Candidato Dott. Rossi Roberto
Relatore Dott. Capuzzi Fabio
Correlatore Dr.ssa Vaschetto Rosanna
PROBLEMA:
La maschera di venturi è il dispo-
sitivo più utilizzato per ossigeno-
terapia nel paziente critico; tale
dispositivo eroga una frazione di
ossigeno nota con un basso livello
di umidifi cazione. Un altro sistema,
l’OPTIFLOW è stato recentemen-
te proposto per erogare alti fl ussi
(fi no a 60 l/min) di ossigeno umi-
difi cato mediante cannule nasali. Il
lavoro di ricerca è stato di valutare
se l’utilizzo dell’OPTIFLOW, nelle
insuffi cienze respiratorie post estu-
bazione, riduca la necessità di ven-
tilazione meccanica. Gli obiettivi
secondari sono stati la valutazione
dei parametri del respiro ( PaO2/
FiO2, PaCO2, Spo2 e frequenza
respiratoria ), emodinamici ( pres-
sione arteriosa media e frequenza
cardiaca ) e della tollerabilità del
presidio.
METODI:
Sono stati inclusi nello studio 71
pazienti con insuffi cienza respira-
toria non ipercapnica non aff etti
da Sindrome da distress respirato-
rio acuto, che necessitano di ossi-
genoterapia nel periodo appena
successivo all’estubazione. Dopo
l’estubazione, 33 pazienti sono
stati randomizzati per ricevere os-
sigeno attraverso la maschera di
venturi e 38 pazienti attraverso
l’OPTIFLOW. Con entrambi i siste-
mi, la concentrazione iniziale di
ossigeno è stata regolata in modo
da ottenere una saturazione peri-
ferica tra il 92 e il 98%. Sono stati
infi ne registrati i dati emodinamici
e respiratori per 48 ore.
RISULTATI:
Il gruppo di pazienti trattati con
OPTIFLOW ha mostrato una ridu-
zione della percentuale di falli-
mento dell’estubazione del 22%. Il
PaO2/FiO2 mostra un andamento
di superiorità nel gruppo dell’OP-
TIFLOW rispetto al gruppo Venturi
che diventa signifi cativo a 36 ore.
Questo risultato è in lineo con la
saturazione periferica di O2. l’a-
nalisi della frequenza respiratoria
dopo l’estubazione ha mostrato un
minor numero di atti respiratori al
m inuto per il gruppo OPTIFLOW
rispetto al gruppo Venturi, mentre
non è stata evidenziata nessuna
diff erenza per quanto riguarda la
PaCO2. per quanto concerne inve-
ce l’emodinamica, non sono state
riscontrate diff erenze nella pres-
sione arteriosa media, né nella fre-
quenza cardiaca. Non ci sono state
diff erenze in termini di comfort del
presidio e grado di secchezza delle
vie aeree tra i due gruppi.
ABSCRACT TESI - Master in Medicina d'urgenza e area critica per infermieri
CONCLUSIONI:
Concludendo, possiamo aff er-
mare che iul sistema OPTIFLOW
è un metodo effi cace per l’ossi-
genoterapia dopo l’estubazione,
essendo in grado di ridurre la
percentuale di re intubazioni e
fornendo una adeguata ossige-
nazione e umidifi cazione, a parità
di comfort, rispetto alla maschera
di venturi.
clinica infermieristica 10
L’infermiere e la gestione del farmaco: dalla prescrizionealla somministrazione della terapiaNuove tecnologie per la sicurezza terapeutica
A cura di Viviana Portaluppi
Infermiera e Consigliere Ipasvi Novara VCO
Gli errori e gli eventi avversi nell’as-
sistenza sanitaria sono molto co-
muni e rappresentano una fre-
quente causa di contenzioso.
Credere che di errore in medicina,
se ne parli da poco tempo è un’il-
lusoria convinzione. Se ne discute
da tempo, ieri all’interno del “foco-
lare” degli ospedali, oggi sempre
più tramite i media e nelle aule dei
tribunali. Il sistema sanitario è un
sistema complesso e, in ogni or-
ganizzazione complessa l’errore e
la possibilità di un incidente non
sono eliminabili, devono essere
utilizzati quindi tutti gli interventi
possibili perché siano, per lo meno,
controllabili. L’accesso alle cure di
elevata qualità è un diritto, ed è
auspicato dalla Legislazione italia-
na; i pazienti quindi si aspettano
che ogni sforzo sia fatto per assicu-
rare la loro sicurezza.
La consapevolezza che “To err is
human”, sbagliare è umano, in am-
bito sanitario è diffi cile da accetta-
re, considerato che lo scopo dell’as-
sistenza sanitaria dovrebbe essere
quello di curare, assistere, senza
causare ulteriori danni al malato.
Il principio moderno del “Primum
non nocere” signifi ca lavorare quo-
tidianamente per massimizzare i
benefi ci delle prestazioni, minimiz-
zare i danni, ridurre gli errori.
La riduzione dell’errore farmaco-
logico e il miglioramento della si-
curezza del paziente sono oggi gli
obiettivi primari della cura della
“It may seem a strange principle to enunciate as the very fi rst
requirement in a hospital that it should do the sick no harm.
”Florence Nightingale, Notes on Hospitals (1863)
11 clinica infermieristica
salute.
Per errore di terapia si intende
ogni evento prevenibile che può
causare o portare ad un uso inap-
propriato del farmaco o ad un pe-
ricolo per il paziente. Tale episodio
può essere conseguente ad errori
di prescrizione, di trasmissione
della prescrizione, etichettatura,
confezionamento, allestimento, di-
spensazione, distribuzione, sommi-
nistrazione, monitoraggio ed uso.
Il rischio associato all’impiego del
farmaco, riguarda gli eventi intrin-
seci, quali reazioni avverse, eff etti
collaterali, e soprattutto gli eventi
non direttamente correlati alla na-
tura del farmaco, come quelli do-
vuti a pessima grafi a, abbreviazioni
ambigue, scarsa informazione su
dosi, modi e tempi di somministra-
zione.
Il rischio clinico si pone come ar-
gomento di rilevante severità che
interessa vari settori della sanità ed
ha un forte impatto sociale. E’ indi-
spensabile conoscere ed analizzare
quest’aspetto dell’assistenza sa-
nitaria, che si colloca nel tema più
generale della Qualità e della valu-
tazione dell’outcome.
Nell’ambito delle attività avviate
dal Ministero della Salute in tema
di Qualità dei servizi sanitari, è stata
istituita la Commissione Tecnica sul
Rischio Clinico (DM 5 marzo 2003).
La Commissione ha elaborato il
documento “Risk management in
Sanità. Il problema degli errori”, che,
partendo dall’analisi del tema del
rischio clinico, fornisce una raccol-
ta di rifl essioni e raccomandazioni
utili agli operatori che lavorano in
ambiente sanitario. Il rischio clinico
è la probabilità che un paziente sia
vittima di un evento avverso, ov-
vero subisca un qualsiasi “disagio o
danno imputabile, anche se in modo
involontario, alle cure mediche pre-
state durante il periodo di degenza,
che causa un prolungamento del pe-
riodo di degenza, un peggioramento
delle condizioni di salute o la morte”.
Kohn, Institute Of Medicine 1999
Una sentenza della Corte di Appello
di Milano recita: “L’attività di sommi-
nistrazione dei farmaci deve esse-
re eseguita dall’infermiere non in
modo meccanicistico, ma in modo
collaborativo con il medico. In caso
di dubbi sul dosaggio prescritto, l’in-
fermiere si deve attivare non per
sindacare l’effi cacia terapeutica
del farmaco prescritto, bensì per ri-
chiamare l’attenzione e richiederne
la rinnovazione in forma scritta”.
Sentenza del 16/4/1999
… Il Profi lo Professionale reci-
ta: “ L’infermiere … garantisce
la corretta applicazione delle
prescrizioni diagnostico tera-
peutiche …”
Lavoriamo sempre in sicurezza?
La fase della somministrazione im-
plica una responsabilità sulla buo-
na pratica clinica, condivisa da tutti
gli operatori che sono coinvolti nel
processo. La responsabilità nel pro-
cesso di somministrazione della te-
rapia farmacologica è determinata
da tre elementi: sicura modalità di
identifi cazione del paziente, trac-
ciabilità delle attività e tracciabilità
del farmaco.
clinica infermieristica 12
Diversi studi in letteratura interna-
zionale hanno sottolineato come
l’uso di sistemi informatici nella
somministrazione automatizzata di
farmaci migliora la sicurezza del pa-
ziente abbassando notevolmente il
rischio di errori.
L’armadio farmaceutico, è un in-
novativo sistema robotizzato che
consente di automatizzare tutto il
processo di gestione del farmaco. Il
software è direttamente collegato
al distributore. permette di creare
un processo integrato per la ge-
stione del farmaco, sia dal punto di
vista clinico (prescrizione, sommi-
nistrazione) che logistico (gestione
giacenze, ordini, scadenze).
Il software, a sostegno di una cor-
retta gestione del rischio clinico, è
in grado di tenere traccia di tutto
ciò che accade ad una determinata
confezione farmaceutica (identifi -
cabile grazie al codice di tracciabi-
lità univoco introdotto con Decreto
Ministeriale del 2004) fi n dal suo
ingresso in reparto, ossia dal suo
caricamento all’interno dell’arma-
dio farmaceutico.
• Mantiene traccia di:
• Chi e a che ora ha caricato quel-
la specifi ca confezione farma-
ceutica.
• Chi e a che ora ha prelevato quel
farmaco dall’armadio e quanto
quindi è stato fermo in reparto.
• Quale era la situazione prima del
prelievo (ossia se tale farmaco
era necessario alle somministra-
zioni o già presente in quantità
suffi ciente nel carrello terapia).
• Chi e quando ha prescritto una
certa terapia.
• Chi e quando ha eventualmente
modifi cato tale terapia.
• Chi e quando ha somministrato
un determinato farmaco, deri-
vante da una specifi ca confezio-
ne farmaceutica.
• L’esito di tale somministrazione
(es. somministrazione avvenuta,
mancata, rifi utata ecc.).
Il Risk management in sanità rap-
presenta l’insieme di varie azioni
complesse messe in atto per mi-
gliorare la qualità delle prestazioni
sanitarie e garantire la sicurezza del
paziente, sicurezza basata sull’ap-
prendere dall’errore.
Dobbiamo considerare l’errore,
componente ineliminabile della
realtà umana, come fonte di cono-
scenza e miglioramento per evita-
re il ripetersi delle circostanze che
hanno portato l’individuo a sba-
gliare e mettere in atto iniziative
che riducano l’incidenza di errori.
Promuovere la cultura dell’impa-
rare dall’errore e non nasconderlo
è una strategia vincente ed appa-
gante. (Risk management in Sanità.
Il problema degli errori. Commissio-
ne Tecnica sul Rischio Clinico Marzo
2003).
Una indagine sulla distribuzione
degli errori in terapia riporta i se-
guenti risultati: Prescrizione 39%,
trascrizione 11%, preparazione/di-
stribuzione 12%, somministrazione
38%; nella stragrande maggioranza
dei casi, senza conseguenze gravi,
ma qualche volta fatali.
Esiste sempre il fattore umano, ed
è anche su questo che bisognerà
sempre più, in futuro, che si con-
centri l’attenzione dell’intera co-
munità professionale.
E’ necessaria la formazione e l’ag-
giornamento di noi operatori su
temi orientati alla prevenzione
degli errori evitabili. La strada del
cambiamento è data dalla forma-
zione continua che ciascuno di noi,
per dovere deontologico e profes-
sionale è tenuto a perseguire. Ogni
professionista conosce i propri
punti deboli e l’ambito in cui deve
maggiormente lavorare senza che
questo venga sancito da leggi o da
obblighi. Si è passati allo “status”
di infermiere “professionista”, che
richiede maggiore partecipazione
nei processi assistenziali. E’ impor-
tante ricordare (ma lo sappiamo
tutti ormai bene), che l’autonomia
professionale, la fi ne della posizio-
ne subalterna alla fi gura del medi-
co, la capacità decisionale, compor-
tano una maggiore responsabilità
nei confronti degli assistiti: uno sti-
molo per noi tutti per aumentare le
conoscenze ed abilità.
Quanto si sta facendo in campo
sanitario per il miglioramento del-
la qualità del servizio, ci porta alla
conclusione che il percorso è dina-
mico e non statico. La qualità deve
essere un pane quotidiano. La vera
sfi da è fare ordinariamente qualità
nella trama quotidiana del “dare
salute”. La formazione riveste un
ruolo fondamentale ed irrinuncia-
bile, un bagaglio indispensabile
per le professioni sanitarie che han-
no come imperativo etico “Primum
non nocere”.
L’errore deve essere il punto di
partenza per il processo di mi-
glioramento.
Concludo questo articolo, con uno
“strano” appello lanciato dal Dr.
Myles Harris, medico di famiglia di
Londra. In un suo rapporto data-
to 1998 dal titolo “Come back Miss
Nightingale “ il medico sostiene che
“ i pazienti non hanno mai avuto
così tanto bisogno di infermieri tra-
dizionali come in questo momento.
Si deve tornare all’addestramento al
letto del paziente, all’etica tradizio-
nale del nursing, ovvero al concetto
che l’infermiere è li per assistere e
dare conforto al malato”.
Cosa rispondiamo? Gli infer-
mieri di strada ne hanno fatta,
una strada lunga … Non in-
tendono fermarsi. Andranno
sempre avanti con coscienza,
competenza, professionalità e
responsabilità.
13 clinica infermieristica
clinica infermieristica 14
15 clinica infermieristica
clinica infermieristica 16
17 clinica infermieristica
Le malattie croniche rappresenta-
no, per impatto epidemiologico,
costi sociali ed economici, il più
importante problema di sanità
pubblica. La letteratura eviden-
zia come in situazioni di relativa
stabilità clinico-assistenziale
corrispondano interventi orien-
tati all’autocura (self mana-
gement) che si sviluppa nella
realizzazione dei processi assi-
stenziali, defi niti con il medico di
medicina generale, nel contesto
dell’equipe, orientati a sostenere
l’assistito nell’assumere un ruolo
centrale nella gestione della pro-
pria patologia (autocura). Grazie al
Chronic Care Model il paradigma
si sposta da un approccio di tipo
reattivo (paradigma dell’attesa)
a un approccio proattivo, basato
sul paradigma preventivo, mirato
ad evitare o ritardare nel tempo
la progressione della malattia e a
promuovere l’empowerment del
paziente (medicina d’iniziativa).
Il Chronic Care Model o Model-
lo per la gestione delle malattie
croniche, propone un assetto or-
ganizzativo orientato a migliorare
l’effi cacia e l’effi cienza dei servizi di
assistenza a pazienti aff etti da ma-
lattie croniche, come il diabete, lo
scompenso cardiaco, la depres-
sione, l’asma, la BPCO.
Il focus di tale modello è l’infor-
mazione dei pazienti e la svilup-
po dell’auto-assistenza attraverso
l’attivazione di team multi profes-
sionali, integrati e dedicati, fi naliz-
zati al superamento della parcel-
lizzazione tra interventi eff ettuati
da operatori diversi.
Gli elementi fondamentali su cui si
basa il Chronic Care Model sono:
1. Le risorse della comunità.
Per migliorare l’assistenza ai pa-
zienti cronici le organizzazioni
sanitarie devono sviluppare solidi
collegamenti tra gruppi di volon-
tariato, gruppi di auto aiuto, centri
Chronic Care Model: un modello per la gestione delle malattie croniche
A cura di Antonella Arreni
Presidente Collegio IPASVI di Novara e VCO
clinica infermieristica 18
per anziani autogestiti.
2. Le organizzazioni sanitarie.
Una nuova gestione delle malattie
croniche dovrebbe entrare a far
parte delle priorità degli erogato-
ri dell’assistenza sanitaria. Questa
programmazione è alla base della
cosiddetta “sanità di iniziativa”: in
essa gli operatori non si limitano
ad attendere che le persone con
malattie croniche si rivolgano alle
strutture sanitarie al momento del
bisogno ma operano in modo da
prevenire la comparsa delle ma-
lattie e, quando esse si manifesti-
no, in modo da gestirle al meglio e
prevenirne le complicanze.
3. Il supporto all’auto-cura.
Nelle malattie croniche l’assistito
diventa il protagonista attivo dei
processi assistenziali. La persona
vive con la sua malattia per molti
anni e, la gestione di queste malat-
tie può essere insegnata alla mag-
gior parte degli assistiti come ad
esempio, il controllo sulla dieta, l’e-
sercizio fi sico, il monitoraggio (del-
la pressione, del glucosio, del peso
corporeo, etc.), l’uso dei farmaci.
4. L’organizzazione del team.
La struttura del team assistenzia-
le (medici di famiglia, infermieri,
educatori) deve essere profonda-
mente modifi cata.
5. Il supporto alle decisioni. De-
vono essere adottate linee-guida
basate sull’evidenza clinica e sulle
preferenze espresse dall’assistito.
6. I sistemi informativi. I sistemi
informativi computerizzati svol-
gono tre importanti funzioni: 1)
come sistema di allerta che aiuta
i team delle cure primarie ad at-
tenersi alle linee-guida; 2) come
feedback per i medici , mostran-
do i loro livelli di performance nei
confronti degli indicatori delle
malattie croniche; 3) come registri
di patologia per pianifi care la cura
individuale.
Le sei componenti del Chronic
care model sono interdipendenti,
costruite l’una sull’altra. Le risorse
della comunità – per esempio le
attività di una palestra – aiutano i
pazienti ad acquisire abilità nell’au-
to-gestione. La divisione del lavoro
all’interno del team favorisce lo svi-
luppo delle capacità di addestra-
mento dei pazienti all’auto-cura da
parte degli infermieri. L’adozione di
linee-guida non sarebbe attuabile
senza un potente sistema informa-
tivo che funziona da allerta e da
feedback dei dati. Come obiettivo
fi nale il Chronic care model vede un
paziente informato che interagisce
con un team preparato e proatti-
vo, con lo scopo di ottenere cure
primarie di alta qualità, un utenza
soddisfatta e miglioramenti nello
stato di salute della popolazione.
Nel modello del Chronic care model
la gestione delle malattie croniche
è affi data ad un gruppo di diverse
fi gure professionali (team multi-
professionale costituito da Medici
di Medicina Generale, Infermieri,
personale tecnico ) che opera in
maniera integrata sulla base di
una divisione delle competenze.
La risposta a queste richieste è la
riorganizzazione di una medicina
territoriale che sia bene organizza-
ta, “forte”, correttamente fi nanziata
per i costi di gestione, in grado non
solo di gestire al meglio i problemi
acuti e quotidiani ma di prevedere
e programmare con precisione la
propria attività in relazione ai bi-
sogni della popolazione assistita
sulla base delle risorse disponibili.
Bibliografi a:
1. Alesani D., Barbieri M., Lega F.,
et al., L’impatto delle innovazioni
dei modelli logistico organizzativi
in ospedale: spunti da tre esperien-
ze pilota, Rapporto OASI: L’azien-
dalizzazione in Italia, 2006.
2. Dalponte A., Olivetti Manou-
kian F., Lavorare con la cronicità;
formazione, organizzazione, rete
dei servizi, Carocci, Roma 2004.
3. Santullo A., Curzi G., Gli eff etti
del sistema Drgs sull’area infer-
mieristica e tecnica. In: Falcitelli N.,
Langiano T., Trabucchi M., (a cura
di) I DRG in Italia: un successo o una
occasione mancata?, Il Mulino, Bo-
logna 2010, pp. 137-68.
4. WHO, Chronic diseases and their
common risk factors, 2005.
5. Improving Chronic Illness Care:
http://www.improvingchronic-
care.org
6. Mongardi M., L’assistenza all’an-
ziano. Ospedale, territorio, domici-
lio. McGraw-Hill, Milano 2011.
19 clinica infermieristica
PREMESSA
Presso ogni Distretto Sanitario
Territoriale dell’ASL VCO (Regione
Piemonte) è attivo un Ambulato-
rio Infermieristico. Gli utenti sono
inviati dai MMG e dagli specialisti
.e le prestazioni erogate sono le
seguenti:
• Medicazioni lesioni cutanee
• Sostituzione catetere vescicale
• Gestione di CVC
• Somministrazione terapia intra-
muscolare e sottocutanea.
• Insegnamento di tecniche e mo-
dalità di autogestione della pro-
pria condizione di salute.
• Educazione al care giver di pa-
zienti in dimissione protetta
dall’ospedale verso il domicilio.
Per noi infermieri il ruolo educa-
tivo-relazionale è preponderante,
come recita l’articolo 2 del nostro
Codice Deontologico:
“L’assistenza infermieristica è servi-
zio alla persona, alla famiglia e alla
collettività. Si realizza attraverso in-
terventi specifi ci, autonomi e com-
plementari di natura intellettuale,
tecnico-scientifi ca, gestionale, rela-
zionale ed educativa”
A seguito di questa nostra attivi-
tà ed essendo a conoscenza del
grande bisogno di educare non
solo i care givers ma anche le
persone che collaborano a livello
familiare, è nata l’idea di avviare
un corso di Informazione Sanita-
ria per Assistenti Familiari. Queste
ultime sono coloro che nel gergo in-
formale dei servizi sociosanitari ma
anche dei mass media sono comu-
nemente chiamate “badanti”.
Corso di informazione sanitaria di baseper assistenti familiari
A cura di Campano Cristina
Mariangela Frascarolo
Infermiere territorio di Domodossola
Progetto Pilota Ambulatorio Infermieristico Territoriale Domodossola
clinica infermieristica 20
Riteniamo, infatti, che esse svol-
gano un ruolo importante nel
campo dell’assistenza domicilia-
re, accanto alle persone anziane
con patologie croniche, demen-
za senile Alzheimer, o esclusiva-
mente non autosufficienti. Inol-
tre, come infermieri, non possia-
mo pensare di garantire la quali-
tà di vita dell’assistito ignorando
la qualità di vita di chi assiste.
E’ necessario, quindi, conside-
rare le eventuali problematiche
che emergono anche dalle per-
sone che assistono, garantendo
loro salute e condizioni di vita
dignitose.
Come infermieri, siamo chiamati
ad agire nei confronti della salu-
te di tutti, come recita il nostro
Codice con l’ art 5. “L’infermiere
presta assistenza secondo prin-
cipi di equità e giustizia, tenen-
do conto dei valori etici, religiosi
e culturali, nonché del genere e
delle condizioni sociali della per-
sona”
In questa società multiculturale,
il ruolo dell’infermiere deve es-
sere sempre più un ruolo di gui-
da; in quanto tale deve prendere
coscienza della meta e assumer-
si la responsabilità dei percorsi.
Meta e percorsi devono essere
condivisi con colleghi, con altri
professionisti socio sanitari, ma
soprattutto con le persone assi-
stite.
Da tutto questo, per dare alle
Assistenti Familiari informazioni
sanitarie di base adeguate allo
svolgimento delle loro mansio-
ni, abbiamo realizzato un pro-
getto pilota, in collaborazione
con “Sportello Donna” della Pro-
vincia del Verbano Cusio Ossola
Tale sportello accoglie donne
native e migranti offrendo loro
assistenza personale e, in colla-
borazione con il Centro per l’Im-
piego, anche lavorativa.
Tale servizio aveva rilevato una
manifesta richiesta di maggior
preparazione tecnico-teorica
nel campo dell’assistenza fami-
liare, da parte delle famiglie che
ne fruiscono e da parte dei lavo-
ratori stessi.
IL CORSO
Per avere un contatto più di-
retto e gestire meglio le prove
pratiche abbiamo deciso di far
partecipare al corso non più di
otto persone.
Lo Sportello Donna ci ha forni-
to i nominativi dei partecipanti
dando precedenza alle persone
disoccupate, ci ha messo a di-
sposizione un locale per lo svol-
gimento delle lezioni e in caso
di necessità ,fornito facilitatori
linguistici. Il corso si è svolto dal
14 ottobre al 25 novembre 2010
con incontri settimanali pomeri-
diani per favorire le persone che
già lavoravano, per un totale di
dodici ore.
OBIETTIVI DEL CORSO
• Fare acquisire delle nozioni
assistenziali semplici offrendo
competenze tecnico-profes-
sionali di base alle assistenti
familiari.
• Contribuire a superare le situa-
zioni di solitudine e abbando-
no di molti anziani.
• Riconoscere e qualificare l’im-
portante ruolo svolto dalle
assistenti familiari cercando
di agevolare un vero scambio
interculturale per migliorare la
qualità di vita di chi riceve e di
chi presta assistenza.
• Invitare le partecipanti a pre-
sentarsi presso il nostro am-
bulatorio qualora si verificasse
la necessità di chiarimenti in
merito a problematiche assi-
stenziali.
MATERIALI E METODI
Abbiamo utilizzato materiale di-
dattico composto di opuscoli in-
formativi redatti in precedenza
da un gruppo di lavoro formato
21 clinica infermieristica
da infermieri del servizio domi-
ciliare e degli ambulatori infer-
mieristici.
Per le prove pratiche abbiamo
utilizzato il materiale a nostra
disposizione.
La didattica utilizzata nei sette
incontri è stata la lezione fron-
tale e anche dimostrazioni pra-
tiche.
Gli argomenti trattati sono sta-
ti espressi in modo semplice
e comprensivo, non avendo le
partecipanti mai frequentato
nessun corso di questo tipo.
ARGOMENTI TRATTATI:
1° incontro
• Presentazione del corso e co-
noscenza reciproca.
• Invito a conoscere e cercare di
capire il contesto sociale nel
quale la persona anziana vive
e ha vissuto (rispetto recipro-
co, linguaggio comune).
• Comprendere l’importanza
del mantenimento o ripristino
dell’autonomia della persona.
2° incontro
• Nozioni base di educazione
alimentare (principi nutritivi,
piramide alimentare) e di ali-
mentazione correlata ad alcu-
ne patologie (diabete, iperten-
sione, obesità…).
• Suggerimenti in ambito ali-
mentare. L’assistente familia-
re si trova a lavorare fuori dal
proprio paese, dal proprio
contesto culturale e dalle pro-
prie tradizioni e abitudini an-
che alimentari; contempora-
neamente l’anziano si trova ad
aver a che fare con una perso-
na lontana per provenienza e
cultura che ha abitudini diver-
se e che anche cucina e man-
gia in modo differente.
3° incontro
• Igiene e cura della persona e
dell’ambiente in cui vive. Rispet-
to delle abitudini dell’anziano
che negli anni sono diventate,
spesso, dei veri e propri riti.
• Apprendimento di tecniche di
mobilizzazione comprenden-
ti anche il corretto utilizzo di
eventuali ausili.
4° incontro
• Prevenzione delle lesioni da
pressione e addestramento
all’esecuzione di piccole me-
dicazioni semplici (utilizzo
dell’opuscolo informativo ri-
volto al care giver, prodotto
dagli operatori del distretto)
5° incontro
• Cenni a diverse problematiche
sanitarie (problemi, malattie e
disabilità spesso complesse-
Alzheimer o demenza senile-
o con cui comunque non si è
mai stati a contatto)
• Ruolo dell’assistente familia-
re nell’aiutare la persona ad
assumere in modo corretto
eventuali medicinali prescritti.
• Controllo delle date di scaden-
za e conservazione dei farma-
ci.
6° incontro
• Gestione della persona con ca-
tetere vescicale (utilizzo dell’o-
puscolo informativo rivolto ai
care giver prodotto dagli ope-
ratori del distretto)
• Gestione dell’anziano inconti-
nente: uso di presidi adeguati.
7° incontro
• Conclusioni. Discussione dei
temi trattati.
• Dibattito per verificare se il
corso è stata una corretta op-
portunità per acquisire cono-
scenze e dare suggerimenti
pratici, per scambiare espe-
rienze e condividere percorsi
assistenziali.
CONCLUSIONI
Nonostante avessimo esteso l’iscri-
zione ad entrambi i sessi, in quan-
to non era nostra intenzione dare
al lavoro di assistente familiare una
connotazione solo femminile, erano
presenti esclusivamente donne: 5
migranti e 3 native. Il corso si è svolto
regolarmente, la partecipazione dei
discenti è stata assidua (si è conces-
sa una sola assenza). Abbiamo nota-
to molto interesse per gli argomenti
trattati con formulazione di doman-
de inerenti l’argomento. Il tempo a
volte è stato insuffi ciente a soddi-
sfare le richieste di approfondimen-
to. Lavorare con un gruppo ben as-
sortito è stato positivo in quanto c’è
stato un confronto diretto, abbiamo
dato loro spazio al dialogo e sono
emerse anche le loro problemati-
che. La verifi ca di apprendimento e
stata teorica e pratica, le partecipan-
ti hanno risposto in modo adeguato
ed eseguito correttamente le tecni-
che, dimostrando l’interesse presta-
to alle lezioni. Al termine del corso è
stato rilasciato un attestato di parte-
cipazione. Per noi infermiere è stata
sicuramente un’esperienza positiva
e arricchente; a questo proposito ci
siamo rese nuovamente disponibili
per un progetto simile dedicato a
nuove persone o nuovo come ap-
profondimento, visto la richiesta
delle partecipanti.
CONCLUSIONI
NoNoNoNoNononononononononoststststststs anannaa tete aavevvessssimi o esse tteeeeesoo l’iscri-
zzionone adaddadadadadadadaddd eeeeeeeeeeenttntntntntnnnnn rarararaaarararambmbmbmbmbmbiii i sesesssi,i, iiiiinnn n qquququanan-
toto non era nostrraaaaaaaa inininininininininteteteteteteteetetenznznznznznznzznzn ioiioioioiooioioiooneneneeneenenenene ddddddddddddarararaarararararareeeeeeeee
al lllavavavorrororoo o didid aaassssisistetetente familiare una
ccoconnnnototazazioi nen ssollo o fefemmmmiininilililile,e,e, eeerararanono
prprpreseeseeee enentiti eeescscs lulusisivavamem ntnte dodonnnne:e: 55
miimigrgrgranananantittiti eeee 333 nnatatatiivive.e Il corso o sisi èè ssvolto
reregogolalarmrmenentete, lal pparartetecicipapaziziononee dedeiii
didiscenntiti èè sstatatata aassssididuauaua ((( isisisi èèèè cccononces-s-
sasa uunanana ssololaaa asassesenznz )a). Abbiammo nonotaa--
to molto intntereresessese pperer gglili arggomene titi
trtratattaaaaataaa ititititittitititi ccccccconononononononn fffffffffformula iiizizionononononeeeeee diddidididiiii dddddddddddddomomooooo ananan--
ddededede iiinerenti l’argomemememememememememem ntttntntntntntnntntntoo.o.o.o.o.o. IIIIIIIllllll tetetettetetempmpppooo aaaa a
volte è èèèè èè èè ststtstststststtsttsts atatatatatattatataaatooooooo o oo inininiinininiinnsususuuusususususususuusuffiffiffiffiffiffiffi ffi ffiffiffifficiente a sooddi-
sffsfsfsfsfsfsfsfararararararareeeeee e llllllelele rrrriiiicicicichihihihiesestete ddii approfondimen-
totototo. . LaLavovorararer con un gruppo benn as-
sosortrtitito o è sttato positivoooo iiiinnnn qqquanntotototo c’è
stato un confrontotototo dddiretto, abbiaaaamamaamaaa o o
dadatoto llororo o spspazzzazziiiio al dialogo e eeeeee sssssooss nnonoooooo
ememememererere sesesee ancnchhheee le loro ppppppprrrororororobblbllblblememme atatiiiiii-i
chchc ee.e. LLLaa veveririfififi caca ddddddiiiii apapprprrprprreenenenne ddiidididdd mmmmeeemmmmmmm nttnttnntttttn oooooo o e
ststtttatatatatattaaatattaaaa ttetett ororicica aaa a eeeee e ee prprp atttattiicicicicicicicccaaaaa,a, llllllllee e e eee pppapapaaartrtrtrtrtecececececipan-
titi hhhhhananannnannononononno rrrisisispopopopooopoopoststststststststtooooooo o iinininn mmmmmmmmododdodo oo o adadadadadadddegegggggegguato
edededddedddddddd eeeeeeeeeeeeeeeseseseseseseseeessseseseseses guguguguguguguuuguguggguggggg ititititittitititittoooooooooooo cococccccccccocccc rrrretetetetetettatatattat mementntnte e ee lele ttece nini-
chchchchchchcchhhheeee,e,e,e,e,e,e,eee dddddddddimimimmmmmooooooso trtrtrtrtrrtrtrrraanandodo l’iinntnteerererererrrreseseseee seses prestta-a---
toooto aaaaaaaaallllllllllllllllllleeeeeee e leleleeleleelelleezizizizizzziziononi.i. AAll tetermmiinnnnee e eeeee dedededddd l coocorsssssooooo o ooo ooo o è
stato rilasciatoo uunn attttteteeeesstststttttaataaatatto ddidi ppppppppppaaaaaaraaaa te-
cipazione.e. PPerer nnoioioioioi iiiiiiiinnnnnfnffnffnfnfnffnfn ererrrrrrrrrrrrrmimimimimimimmmmimmmmimmmimmmmmm ereererereereereererereeeee eeeeeeee èè stata
siicucurarammentteeeeee unununununununuu ’’’espspspsppspppsss erererererererrrrrreree iieieieiiiiii nnnnnnznnn a positiva
e arrriririririricccccccccccchheheheh nte; a qqqqqqqqqueueueueueueueueeeeeeeeeueeueuestststssttttttoooooooooo proposito ci
siamo rerererererereeesesssss nuououououou vavavavavavavavavavavavavavaavaavaavaaav mmememememeemememente disponibili
per un proooogggegggggegeeetttttttto o o o o ssimile dedicato a
nuove peeeeeeeerrrrsrssrssononooonoooooooo e e e e ee e eee o nununnununununuovooo o come ap-
profondididididiidd memmmmemememeemeeem ntntntttttto, visto lllllllaaaaaaa rirrrr chiesta
delle ppppaapppartrrttrtrtrtrtrtrteeeeeece ipppppppanti.
legislazione 22
A cura dell'Avv. Dario Vladimiro Gamba
Questioni in merito all'attività in libera professione infermieristicaLa Commissione per la Libera pro-
fessione ha ritenuto di chiedere al
consulente legale, le risposte a una
serie di quesiti giunti alla nostra at-
tenzione. Per facilità di lettura pro-
poniamo la domanda e la risposta
sintetica al quesito posto.
E’ legittimo applicare una tariff a
inferiore alla minima prevista dal
tariff ario?
Il decreto c.d. Bersani -bis ha, in
eff etti, eliminato i minimi tariff ari
obbligatori per legge per le tariff e
professionali, consentendo accordi
anche al di sotto degli stessi. Va però
rimarcato che la tariff a al ribasso,
rispetto alle indicazioni del nomen-
clatore tariff ario, può a tutt’oggi
costituire violazione della norma
deontologica ed essere sanzionata
dal Collegio poiché svilente per la
professione e sleale verso i colleghi.
Nel caso in cui sia la Cooperativa
ad emettere fattura e non il di-
pendente ( o socio-lavoratore), a
quali comportamenti/tariff e ci si
deve attenere?
La Cooperativa, a diff erenza degli
infermieri, segue il libero mercato
e quindi può applicare le tariff e che
vuole per le prestazioni infermie-
ristiche. Il problema è diverso e sta
nel fatto che l’infermiere non può
essere socio/lavoratore di coopera-
tive che non possiedono i requisiti
scolpiti dalle linee guida sull’eser-
cizio professionale emanato dalla
Federazione Nazionale IPASVI: Coo-
perativa Sociale, di tipo A, compo-
sta in prevalenza da infermieri, con
infermieri nel Consiglio di Ammi-
nistrazione (C.d.A.) e sottoposto al
controllo del Collegio IPASVI. Pena
sanzione deontologica per l’iscritto.
Possono le Cooperative stesse
utilizzare personale che già presti
servizio presso reparti ospeda-
lieri o in pensione? E se sì, a quali
condizioni?
L’art. 53 del D.Lvo 165/2001 prevede
il dovere di esclusiva in capo al di-
pendente pubblico (che non sia in
part-time al 50%). Pertanto, lo stes-
so non può svolgere altra attività, se
non a rischio di perdita del posto di
lavoro, di confi sca di quanto guada-
gnato abusivamente e di condanna
penale per truff a ai danni della P.A..
Nessun divieto per i pensionati, che
però se inquadrati come soci/lavo-
ratori perderanno una parte della
pensione.
Da un punto di vista deontologi-
co, è corretto che personale non
infermieristico si occupi del ritiro
e della consegna dei referti e della
gestione delle pratiche relative?
I dati sensibili come quelli riguar-
danti la salute sono accessibili al
solo personale sanitario nella stret-
ta misura in cui la conoscenza degli
stessi serva per una miglior attività
assistenziale. Quindi, se tali dati deb-
bano transitare nelle mani di perso-
nale diverso e per fi nalità diverse da
quelle descritte, essi devono essere
debitamente criptati.
legislazione23
A cura di Antonella Arreni
Presidente Collegio IPASVI di Novara e VCO
AA cuuuraaa dddii AnnAAAntotonnnella ArArrereennii
PPresidenntee CCoollel gigioo IPIPASASVVI dddii NoNooNNNoN vvvvav raaaa eeee VVVVVVCOCOCCC
Primum: non nocere!La Corte di Cassazione riconosce la responsabilità infermieristicaCome nel lontano 2000 quan-
do una sentenza della Corte
di Cassazione (sez. IV pena-
le, n. 9638 del 13 settembre
2000) riconosceva l’esistenza
di un generale “dovere di pro-
tezione” in capo anche agli
infermieri quali responsabili
dell’assistenza infermieristi-
ca, oggi, i Giudici valutano di
nuovo, correttamente, il coin-
volgimento dell’infermiere
nella protezione del paziente.
IL FATTO
Paziente ricoverato per poli-
trauma a seguito d’incidente
stradale veniva sottoposto ad
intervento chirurgico dell’ar-
to inferiore destro. Nella fase
post operatoria la moglie
chiedeva invano al personale
infermieristico, l'intervento di
un medico perché il marito
accusava stimolo al vomito,
intensa sudorazione e sangui-
namento. In seguito, ma solo
dopo alcune ore, il paziente
veniva sottoposto ad esame
TAC e trasferito con urgenza,
in altro nosocomio, per “stato
di coma ed insufficienza car-
diocircolatoria terminale in
soggetto cranio traumatizza-
to”. Sottoposto ad intervento
per evacuazione dell’emato-
ma , trasferito in rianimazione,
il paziente decede.
La sentenza (Cassazio-
ne penale, sezione IV, n.
24573/2011):
La Corte di Cassazione ha
rinviato a giudizio 3 medici
e 3 infermieri per la morte
del paziente. Secondo i Giudi-
ci, rientra tra i compiti specifici
dell’infermiere quello di con-
trollare il decorso post opera-
torio del paziente “sì da poter
porre le condizioni, in caso di
dubbio, di un tempestivo in-
tervento del medico" in quan-
to, gli infermieri, si trovano a
svolgere “un compito cautelare
essenziale nella salvaguardia
della salute del paziente …”
pertanto decisivo è l’obbligo
dell’infermiere di richiamare
l’intervento del medico a cui
affidare la decisione finale.
IL COMMENTO
"Anche se spiace che tre col-
leghi rischiano una condan-
na penale, non possiamo non
prendere atto della corretta
valutazione della Corte di Cas-
sazione riguardo alla respon-
sabilità degli infermieri nel
processo assistenziale". Così
commenta la Presidente della
Federazione dei Collegi IPA-
SVI, Annalisa Silvestro, di fron-
te alla sentenza che ha rinvia-
legislazione 24
to a giudizio tre infermieri per
non aver vigilato sul decorso
post operatorio di un pazien-
te, né aver allertato i medici
sul peggioramento delle con-
dizioni di salute.
L'infermiere è tenuto a cono-
scere il progetto diagnostico
terapeutico sotteso ad ogni
caso clinico, ed è suo dovere
analizzare segni e sintomi che
possano far ipotizzare l'insta-
bilità vitale di un paziente.
Inoltre gli infermieri “non
hanno esercitato la vigilanza
professionale che sono tenuti
a svolgere per la tutela del pa-
ziente" in un'ottica di collabo-
razione da avere nei confronti
del medico, configurandosi,
l'attività infermieristica sem-
pre più complessa tuttavia,
il quadro descritto, negli atti
processuali, era talmente chia-
ro che avrebbe dovuto indurre
gli infermieri a valutazioni assi-
stenziali più appropriate. All’in-
fermiere, come ad altro profes-
sionista è richiesto un compor-
tamento ispirato alla”diligenza
media” prevista dal codice ci-
vile, ma anche il nostro Codi-
ce deontologico si manifesta
chiaramente come guida nel
corretto agire professionale.
Tali doveri dell’infermiere, ispi-
rati alla fattiva collaborazione
ed integrazione tra i membri
dell'équipe sono nello speci-
fi co, gli articoli 14 (l'infermiere
riconosce che l'interazione fra
professionisti e l'integrazione in-
terprofessionale sono modalità
fondamentali per far fronte ai
bisogni dell'assistito) e 22 (l’in-
fermiere riconosce il progetto
diagnostico-terapeutico per le
infl uenze che questo ha sul per-
corso assistenziale e sulla rela-
zione con l’assistito).
Inoltre alla prescrizione con-
tenuta negli articoli 11 e 13
(Codice deontologico 2009),
“di fondare il proprio operato
su conoscenze validate, di ricor-
rere alla consulenza dei colle-
ghi esperti in caso di difficoltà
e strutturare le proprie compe-
tenze al fine di garantire la sicu-
rezza e l'appropriatezza dell'as-
sistenza infermieristica.
Implica per l'infermiere il do-
vere di riconoscere una sinto-
matologia non fisiologica di
un post operatorio chirurgico,
assumendosi la responsabili-
tà di mantenere aggiornate le
proprie competenze e cono-
scenze.
informazioni25
La Polizza IPASVI per la copertura della Responsabilità Patrimoniale di dirigenti e coordinatori
infermieristiciLa convenzione assicurativa comprende:
• La responsabilità amministrativa e
contabile per danni patrimoniali ca-
gionati all'Ente di appartenenza, allo
Stato, alla pubblica Amministrazione
in genere, in conseguenza di atti, fatti
od omissioni di cui debba risponde-
re a norma di legge e per eff etto di
decisioni della Corte dei Conti, nell'e-
sercizio delle sue mansioni, incarichi,
funzioni e/o cariche istituzionali,
nonché in conseguenza all'attività di
gestione di valori e beni appartenen-
ti alla pubblica Amministrazione in
qualità (giuridica e di fatto) di agenti
contabili e/o consegnatari.
• Le somme che l’Assicurato sia tenuto
a pagare per eff etto di decisioni di
qualunque organo di giustizia civile
o amministrativa dello Stato, e quin-
di le perdite patrimoniali cagionate a
terzi in relazione a atti, fatti o omis-
sioni commessi con colpa grave.
Per visionare la Polizza e/o aderire alla
stessa, è suffi ciente compilare il que-
stionario ed eff ettuare il pagamento
del premio (Euro 100,00 per massimale
di euro 5000,00 ed Euro 118,00 per un
massimale di euro 1.000.000) indiriz-
zando la documentazione a Willis.
La documentazione e le modalità di
adesione sono scaricabili dal sito della
Federazione www.ipasvi.it
informazioni 26
informazioni27
informazioni 28
Apostolo Maria, Arbellia Roberta, Berta Giuse, Castelletti Attilia, Cavagna Roberto, Giroldini Luciano, Imperiali DanielaNel trienno 2009 - 2011 gli obiettivi della Commissione formazione sono stati:- la promozione di una cultura orientata a tematiche
quali l’etica e la deontologia professionale motivati anche dalla pubblicazione da parte della Federazione Nazionale (anno 2009) del nuovo Codice Deontologico;
- la diff usione del nuovo Codice Deontologico anche attraverso convegni specifi ci mirati alla comprensione ed alla discussione dei singoli articoli;
- proporre convegni inerenti ad argomenti attuali e di rilevanza sociale, con la fi nalità di portare un contributo al dibattito che si sta sviluppando e ampliando nella letteratura scientifi ca ed etica;
- garantire ai nostri iscritti l’acquisizione annuale dei crediti ecm (Ad esempio nell’anno 2011 seguendo i corsi messi a disposizione dal Collegio, l’iscritto avrebbe potuto acquisire n. 46 crediti ecm dei 50 obbligatori).
Di seguito riportiamo schematicamente i corsi organizzati nel triennio*dato non ancora disponibile
GRUPPO FORMAZIONE
2009 2010 2011 TOTALE
NUMERO CORSI 7 8 13 28
POSTI DISPONIBILI 340 440 870 1650
ISCRITTI REALI 332 403 * *
TOT. CREDITI ECM ACQUISIBILI 19 62 46 127
GRUPPO DIALOGAREArreni Antonella, Cavagna Roberto,Fasolini Gabriele, Giroldini Luciano,Portaluppi Viviana, Zavaglio AndreinaNel triennio 2009-2011 gli obiettivi della Commissio-ne “Dialogare”sono stati:
• Garantire una emissione periodica costante• Coinvolgere gli iscritti nell'elaborazione di
articoli e di esperienze da pubblicare• Rinnovare l’aspetto grafi co della rivista• Arricchire i contenutiA partire da giugno 2010 la rivista è stata rinnova-ta nel suo aspetto grafico divenendo più colorata e dinamica. Nel notiziario di informazione e aggiornamento del Collegio troviamo, oltre all’editoriale ed agli approfondimenti, le sezioni inerenti la formazio-ne professionale di base e post base, la legisla-zione, le interviste, la clinica infermieristica, le informazioni, le rubriche e la pagina inerente la segreteria. Il miglioramento dei contenuti della rivista è dovuto al costante contributo di tutti gli infermieri che hanno collaborato con il comitato di redazione.
GRUPPO BIBLIOTECACavagna Roberto, Corrado Elisabetta, Zavaglio AndreinaNel trienno 2009 - 2011 gli obiettivi della Commissione biblioteca sono stati:• redazione nuovo regolamento biblioteca• creazione nuova modulistica• nuova catalogazione testi e riviste• acquisto nuovi arredi biblioteca• mantenimento e attivazione abbonamenti riviste• acquisto nuovi testi• aggiornamenti periodici elenchi testi e riviste in formato
cartaceo e digitale• rilegatura delle principali riviste• apertura sezione biblioteca all’interno del sito del CollegioDi seguito riportiamo schematicamente il patrimonio cartaceo della biblioteca:Numero totale riviste 988Numero totale testi 313Suddivisi nelle seguenti categorie: atti di congressi, assistenza domiciliare e geriatria, didattica, dizionari, etica, fi losofi a del nursing, formazione professionale, informatica, infermieri e salute, legislazione sanitaria, libera professione, management infermieristico, nursing oncologico e dolore, nursing speciali-
Nel triennio appena trascorso, il Consiglio Direttivo ha costituito gruppi di lavoro con il mandato di sviluppare aspetti specifi ci
dell’attività del Collegio. L’impegno del gruppo si è maggiormente concentrato sulla formazione intensifi cando notevolmente i
corsi di aggiornamento accreditati e arricchendo la rivista informativa del Collegio con articoli interessanti inerenti lo specifi co
infermieristico; non solo, si è cercato di dare valore alla fi gura professionale intesa come immagine e non da ultimo, sono state
agevolate le informazioni rendendo più interattivo il sito. I risultati di seguito riportati sono evidenti, visibili e dimostrano il co-
stante impegno profuso in favore degli iscritti .
informazioni29
GRUPPO IMMAGINEAntonella Arreni, Fabio Capuzzi, Elisabetta Corrado, Gabriele Fasolini, Daniele Imperiali, Viviana Portaluppi
Obiettivi: - Portare la realtà infermieristica tra gli studenti degli Ist. Superiori- Promuovere momenti di incontro tra Professionisti
Nel 2010, in occasione della Giornata Internazionale
dell’Infermiere, sono stati premiati i colleghi iscritti al
Collegio dal 1954 al 1971 e i laureati in Infermieristi-
ca ed Infermieristica Pediatrica che hanno ottenuto la
miglior valutazione fi nale.
“Con questo messaggio a nome mio e di tutte le col-
leghe premiate, voglio esprimere la mia gratitudine.
E’ stata una bellissima giornata grazie alla quale le
“vecchie” infermiere hanno conosciuto il futuro della
nostra professione.
Enrica Sommo e il gruppo delle “vecchie” infermiere
Quest’ anno, abbiamo contattato più di 200 studenti
degli Istituti di Novara e VCO.
All’interno della attività del Collegio, il C.D. ha indetto
un bando per la presentazione di: “Progetti di miglio-
ramento”. Nel mese di Maggio, si è svolta la premia-
zione dei lavori dei colleghi che la Commissione ha
valutato positivamente
GRUPPO LIBERA PROFESSIONEArbellia Roberta, Arreni Antonella, Castelletti Attilia, Cavagna Roberto, Fasolini Gabriele
Nel triennio 2009/2011 la Commissione ha raggiunto i seguenti obiettivi: Contribuire alla diff usione di una corretta informa-zione. Aprire uno “sportello” dedicato ai liberi professionisti. Fornire consulenza professionale, legale e ammini-strativa-fi scale. Contribuire alla diff usione degli indirizzi del Colle-gio IPASVI in merito allo sviluppo nella regolamen-tazione dell'attività Autorizzare gli aspetti di 'pubblicità', l'utilizzo del logo IPASVI, le targhe, i biglietti da visita, i timbri. Contribuire all’acquisizione dei crediti ECM attraver-so Convegni ed eventi formativi. Distribuire l’opuscolo informativo delle regole di svolgimento dell’esercizio autonomo infermieristico Orientare i Colleghi neo laureati verso un esercizio di attività ancora nuovo e sconosciuto.
Liberi professionisti accreditati dal Collegio: 14 nella provincia di Novara e 17 nella Provincia di Verbania e Cusio Ossola
Liberi professionisti iscritti all’ENPAPI: 178 Esercizio in forma individuale 29 infermieri, mentre
2 sono i Colleghi che operano per uno Studio Asso-ciato.
Le opportunità: L’infermiere libero professionista ha l'obbligo e l'op-portunità di farsi riconoscere dal proprio Collegio IPASVI, al fi ne di aiutarci a costruire una rete di rela-zioni, sconfi ggere l’abusivismo e il caporalato, ren-derci garanti nei vostri confronti, per le richieste di assistenza da parte del cittadino.
GRUPPO SITO INTERNETBinelli Luigi, Cavagna Roberto, Gabriele Fasolini
La Commissione è stata istituita nel 2010 ed i sui obiettivi per il biennio 2010 – 2011 sono stati:
La creazione di un sito web per aumentare la visibilità del Collegio, per rendere le comunicazioni
con gli iscritti più veloci, per rendere immediatamente disponibili avvisi e informazioni, per divul-
gare materiale a tempo determinato e per rispondere a domande chieste frequentemente
La gestione del sito web con il continuo aggiornamento dei contenuti
La collaborazione con le altre commissioni di lavoro per la creazione e la costante implementa-
zione delle sezioni dedicate.
Il miglioramento dell’architettura e della grafica del sito web
Il sito web del Collegio (www.ipasvinovara.it) è suddiviso nelle seguenti sezioni: news, segreteria,
libera professione, ecm, dialogare, pec, formazione universitaria, biblioteca, link e faq, privacy e
contatti. Accedendo a queste aree, oltre alla possibilità di comunicare velocemente con il Collegio
e consultare gli avvisi in tempo reale, è possibile scaricare file di diverso tipo come ad esempio la
modulistica predisposta dalla segreteria, le informazioni inerenti gli eventi formativi, l’elenco dei
testi presenti nella biblioteca, le riviste dialogare dal 2009 ad oggi
rubriche 30
Notizie fl ashA cura di Roberto Cavagna
▲ ▲▲ ▲▲ ▲
CORSO FAD GRATUITO PER INFERMIERI…
“AUDIT CLINICO”
tratto dal sito www.ipasvi.it
Il corso sull’Audit clinico aff ronta un argo-
mento molto importante, ma spesso trascu-
rato, nell’ambito della gestione del rischio e
fornisce gli elementi di base per capire che
cosa sia un audit, come lo si possa impostare
e condurre e con quali obiettivi.
Il corso prevede una serie di attività, compre-
se diverse esercitazioni pratiche da svolgere
online e quattro casi che pongono quesiti
di tipo decisionale, oltre al possibile utilizzo
di forum di discussione. Il corso è gratuito e
per ottenere i 12 crediti ecm previsti occor-
re aver superato tutte le varie fasi proposte.
Per poter accedere al corso le modalità sono
due: chi non si fosse ancora registrato alla
piattaforma di accesso al corso deve farlo,
passando prima dal sito dell’IPASVI (www.
ipasvi.it), dopodiche riceverà una password
per l’accesso diretto alla piattaforma Fa-
dInMed; Invece chi avesse già aff rontato il
corso sull’RCA può accedere al nuovo corso
collegandosi direttamente alla piattaforma
FadInMed (www.fadinmed.it).
Si ricorda che il corso sull’RCA resterà online
fi no al 31-12-2011, mentre il corso sull’audit
clinico fi no allo 08-09-2012.
ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA
PER I LIBEROPROFESSIONISTI
tratto dal sito www.ipasvi.it
Di seguito riporto la nota della presiden-
te della Federazione Nazionale dei Collegi
IPASVI, Annalisa Silvestro, con l’invito a tutti
i Collegi di fornire informazioni in merito alla
questione assicurativa degli infermieri liberi
professionisti.
“La manovra fi nanziaria ha previsto l'obbli-
go per i liberi professionisti di stipulare una
polizza assicurativa per rischi derivanti dalla
propria attività. La Federazione Ipasvi lo sot-
tolinea nella circolare N°23/2011, di cui si ri-
porta il testo:
... Si evidenzia ai Collegi in indirizzo un aspet-
to di particolare importanza e cogenza inse-
rito nella Finanziaria emanata dal Governo;
ossia il disposto dell'art. 3, comma 5, lettera
e) della Legge di conversione 14/9/2011, n.
148 (GU 16/9/2011, n. 216) recante Ulteriori
rubriche31
misure urgenti per la stabilizzazione fi nan-
ziaria e lo sviluppo, che così letteralmente
dispone:
Gli ordinamenti professionali dovranno es-
sere riformati entro 12 mesi dalla data di
entrata in vigore del presente decreto per
recepire i seguenti principi: (omissis.)
e) a tutela del cliente, il professionista è te-
nuto a stipulare idonea assicurazione per i
rischi derivanti dall’esercizio dell’attività
professionale. Il professionista deve rendere
noti al cliente, al momento dell’assunzione
dell’incarico, gli estremi della polizza stipula-
ta per la responsabilità’ professionale e il rela-
tivo massimale. Le condizioni generali delle
polizze assicurative di cui al presente com-
ma possono essere negoziate, in convenzio-
ne con i propri iscritti, dai Consigli nazionali e
dagli Enti previdenziali dei professionisti.
Preme richiamare in specifi co:
che l’obbligo non si riferisce ai professionisti
che operano in regime di dipendenza stante
che in tal caso, è l’Ente datore di lavoro che
deve impegnarsi rispetto al paziente;
che la Federazione dei Collegi IPASVI ha già
da tempo stipulato una Convenzione assicu-
rativa per tutti i professionisti infermieri ope-
ranti sia in regime libero professionale che in
regime di dipendenza;
che tale Convenzione assicurativa off re a
tutti i professionisti infermieri una polizza
con contenuti estremamente positivi e costi
oggettivamente concorrenziali rispetto ad
altre off erte;
che la Convenzione assicurativa stipulata
dalla Federazione dei Collegi IPASVI è già sta-
ta utilizzata da oltre 30.000 infermieri.
Si invitano pertanto i Collegi in indirizzo ad
adoperarsi per fornire adeguata informazio-
ne in merito ai propri iscritti con particolare
riferimento agli infermieri libero professioni-
sti che ad ogni buon conto troveranno spe-
cifi che indicazioni anche nel sito della Fede-
razione Ipasvi.
DA METÀ OTTOBRE
ANCHE IN FARMACIA E’ POSSIBILE
PRENOTARE E PAGARE
LE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE
E RITIRARE I REFERTI
TRATTO DAL SITO WWW.SALUTE.GOV.IT
All’interno della Gazzetta Uffi ciale del 1 otto-
bre 2011 troviamo il terzo Decreto Ministe-
riale sulla "farmacia dei servizi", che prevede
l'erogazione di prestazioni professionali ai
cittadini anche da parte delle farmacie. Il De-
creto completa l'attuazione dell'Accordo del
18 novembre 2010 della Conferenza perma-
nente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e
le Province autonome relativo alla possibili-
tà di introdurre nuove prestazioni erogabili
dalle farmacie territoriali. I due precedenti
decreti, entrambi del 16 dicembre 2010,
avevano introdotto la possibilità di esegui-
re in farmacia alcune prestazioni analitiche
che rientrano nell'ambito dell'autocontrollo
(es. test per glicemia, colesterolo e triglice-
ridi, test ovulazione, test gravidanza, etc.) e
alcune prestazioni professionali eseguite da
infermieri e fi sioterapisti.
Con quest’ultimo Decreto datato 08 luglio
2011 le farmacie, attraverso una postazione
dedicata, possono operare anche come ca-
nali di accesso al Sistema CUP per prenotare
prestazioni di assistenza specialistica ambu-
latoriale presso le strutture sanitarie pubbli-
che e private accreditate, provvedere al pa-
gamento dei ticket a carico del cittadino e
ritirare i relativi referti. Per approfondimenti
consultare il sito del Ministero della Salute
(www.salute.gov.it e i Decreti 8 luglio 2011 e
16 dicembre 2010.
rubriche 32
Buona lettura...Se anche Voi avete letto un libroche vi è piaciuto in modo particolare e volete rendere partecipi altri colleghi, scriveteci, scriveteci e scriveteci…
COMANDARE CON GENTILEZZA
Autore: William F. Baker
Michael o'Malley
Casa Editrice: Alberti
Pagine 219
Anno 2011
Euro 17,00
Sebbene la maggior parte del-
le persone riconosca il fatto che
l'intel¬ligenza emotiva di un leader
infl uisca sullo stile della sua leader-
ship, si è però riluttanti nell'attribuire
a questa qualità la stessa importanza
che si riconosce all'abilita analitica,
alle capacita di decision making o alla
sua competenza attuativa. Emozioni
quali la compassione, l'empa¬tia e
la gentilezza sono spesso congeda-
te come non quantifi cabili a livel-
lo d'impatto su un'organizzazione,
oppure scambiate per debolezza.
Tuttavia varie ricerche nel campo,
hanno messo in evidenza le basi fi -
siologiche e culturali della risonanza
emozionale nei rapporti sociali, cosi
come i suoi eff etti misu¬rabili in re-
lazione a performance sia individuali
che di gruppo. Baker e O’Malley evi-
denziano che, l’abilità di infl uenzare
l’altrui comportamento con la gen-
tilezza non rientra solo nella compe-
tenza sociale, bensì ritengono che, i
leader possano imparare a compor-
tarsi con compassione.
BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL
SANGUE
Autore: Alessandro D'Avenia
Casa Editrice: Mondadori
Pagine 254
Anno 2010
Euro 19,00
La storia di Leo scorre tra i banchi
del Liceo classico; una vita tra-
scorsa tra le banalità quotidiane
e la voglia di vivere più intensa-
mente, sino a quando irrompe la
malattia di Beatrice, sua compa-
gna di classe.
In Leo confl uiscono due anime,
due colori, da una parte c’è il
bianco che è la privazione, l’as-
senza, la perdita, dall’altra c’è il
rosso che è l’amore, il colore del
sangue, ma soprattutto il rosso
dei capelli di Beatrice.
Reazioni discordanti, forti, si me-
scolano alla passione per la vita,
all’amore che non ha il coraggio
di confessarle e che lo porteran-
no a guardare dentro di sé, oltre
la superfi cie delle relazioni.
Il romanzo è adatto alla forma-
zione per gli adolescenti, ma è
utile anche agli adulti che po-
trebbero trovare il desiderio di
riscoprire la vita nella sua pie-
nezza e ciò per cui vale davvero
la pena di vivere.
ABITARE LA SALUTE
RAPPRESENTAZIONI E PAROLE DELLA CURA
Autore: Dovigo F.
Casa editrice: FrancoAngeli
Anno 2004
Pagg. 160
Euro 15,00
Questo testo è il risultato di un lavoro
di ricerca qualitativa eff ettuato presso
varie strutture ospedaliere. Utilizzando
strumenti come l’osservazione parteci-
pata, l'intervista e l'analisi della cultura
materiale, il volume, propone un’inte-
ressante analisi dei temi che caratteriz-
zano le principali rifl essioni sulla salute
all'interno dei contesti sanitari di cura.
Attraverso le voci e i punti di vista dei
pazienti, dei loro familiari, del persona-
le sanitario e di tutti coloro che hanno
a che fare con l’ospedale, l’autore non
solo ci permette di “vedere” l’ospedale
in tutta la sua complessità, ma ci con-
sente di scoprire come la cura prende
corpo nella cornice dell’abitare quoti-
diano attraverso la defi nizione di uno
spazio che risulta in primo luogo rela-
zionale. Inoltre è interessante compren-
dere che la maggior parte delle perso-
ne pensano l’ospedale come ad uno
“spazio abitato ma non abitabile”, ov-
vero il punto di riferimento per la cura
e l’assistenza, ma allo stesso tempo un
luogo di malessere e di transito da fre-
quentare per il minor tempo possibile.
recensione a cura di Roberto Cavagna recensione a cura di Antonella Arreni recensione a cura di Gabriele Fasolini
rubriche33
POSTA ELETTRONICA CERTIFICATAIl Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbano Cusio Ossola, anche per l’anno 2012 garantisce gratuitamente la casella di posta elettronica certifi cata (PEC) per tutti i suoi iscritti.
Per coloro che non hanno ancora richiesto l’attivazione della PEC, possono farne esplicita richiesta, utilizzando l’apposito modulo scaricabile dal sito del Collegio IPASVI di Novara e Verbano Cusio Ossola ed inviarlo al Collegio tramite fax o email.
@@@l Collegio
@@@Informiamo gli iscritti che la rivista DIALOGARE
è disponibile sul sito www.ipasvinovara.it
Nella sezione “Dialogare” del sito è possibile
consultare e scaricare le riviste del triennio 2009-2011
rubriche 34
Presso le sedi del collegio IPASVI DI NOVARA E VERBANIA
È POSSIBILE RITIRARE GLI ATTESTATI ECM degli eventi organizzati dal Collegio
nell’anno 2011
PROSSIMAMENTE SARA’ ON-LINE IL NUOVO SITO WEB
DEL COLLEGIOIl sito (www.ipasvinovara.it)
sarà suddiviso nelle seguenti sezioni:
news, segreteria, libera professione, ecm, dialogare, pec, formazione, biblioteca,
link, faq, privacy e contatti. Accedendo a queste aree,
oltre alla possibilità di comunicare velocemente
con il Collegio e consultare gli avvisi in tempo reale,
sarà possibile scaricare fi le di diverso tipo come,
ad esempio, la modulistica predisposta
dalla segreteria, le informazioni inerenti gli eventi
formativi, l’elenco dei testi presenti nella biblioteca
e le riviste dialogare dal 2009 ad oggi.
rubriche35
SEGRETERIA SEDE DI NOVARA Indirizzo: Via Biandrate, 20b NOVARA Orari di segreteria: lunedì e mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00,
venerdì e sabato dalle ore 10:00 alle ore 12:00
Recapiti: Tel. 0321.30237 fax 0321.393276 E-mail: [email protected] SEDE DI VERBANIA Indirizzo: Piazza Aldo Moro, 5 VERBANIA Orari di segreteria: martedì dalle ore 15:00 alle ore 17:00
Recapiti: Tel. 366.1544544
la segreteria informa
CAMBIO RESIDENZAÈ indispensabile comunicare tempestivamente ogni cambio di residenza con una delle seguenti modalità:• attraverso comunicazione scritta direttamente alla segreteria del Collegio
• per posta, fax o e-mail.
Coloro i quali cambiano provincia hanno facoltà di chiedere al Collegio della nuova residenza il trasferimento dell’iscrizione.
SMARRIMENTO TESSERAIn caso di smarrimento o furto della tessera di iscrizione al Collegio è necessario:• sporgere denuncia di smarrimento/furto alle autorità competenti (Questura, Carabinieri)
• presentare al Collegio copia della denuncia e due foto tessera per avere il duplicato.
I certifi cati di iscrizione hanno validità di sei mesi (legge 15 maggio 1997 n. 127) e possono essere richiesti in segre-
teria con le seguenti modalità:
• direttamente ed in tempo reale presso la segreteria
• telefonicamente, fax o e-mail, indicando le generalità del richiedente. Nel caso in cui non sia l’interessato a ritirarlo,
la persona incaricata deve essere munita di delega e fotocopia del documento di identità del richiedete il certifi cato.
Si ricorda che il certifi cato di iscrizione è un documento e può essere autocertifi cato.
CANCELLAZIONE DALL’ALBOLa presentazione della domanda per la cancellazione dall’Albo deve pervenire al Collegio entro il 30/11/2011.
Per le modalità consultare il sito oppure contattare la segreteria.
LIBERA PROFESSIONEChi esercita o intende intraprendere l’attività libero professionale deve darne comunicazione al Collegio.
Si ricorda che l’attività libero professionale implica l’iscrizione alla Cassa di Previdenza ENPAPI.
COLLOQUIÈ possibile avere un incontro con la Presidente o un membro del Consiglio Direttivo previo appuntamento telefonico.
POLIZZA R.C. PROFESSIONALEÈ possibile sottoscrivere Polizza R.C. professionale: WILLIS Federazione Nazionale IPASVI, per il contratto e la relativa
modulistica contattare la segreteria del Collegio oppure sul sito www.ipasvinovara.itSERVIZIO BIBLIOTECARicordiamo a tutti gli iscritti che il Collegio presso la sede di Novara mette a disposizione un servizio di biblioteca pres-
so il quale si possono richiedere libri e consultare riviste scientifi che. All’interno del sito del Collegio, nella sezione
biblioteca potrete trovare il regolamento, l’elenco dei testi e delle riviste.
SITO www.ipasvinovara.itAll’interno del sito è possibile ad esempio scaricare la modulistica reperibile in segreteria, inviare eventuali quesiti
(tramite il link “contatti”), consultare le diverse sezioni tematiche ricche di informazioni inerenti la formazione, libera
professione, crediti formativi ecm, oppure semplicemente consultare l’elenco dei testi/riviste reperibili presso la bi-
blioteca del Collegio.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO
E IL COLLEGIO
DEI REVISORI
DEI CONTI
AUGURANO
A TUTTI I COLLEGHI
UN SERENO NATALE
E UN FELICE
ANNO NUOVO