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Foglio informativo del PD di Chiari dicembre 2011 Regali di Natale Mentre Berlusconi continua a dire che l’Italia è un paese di benestanti, qualcuno afferma che Chiari è una città con piccoli problemi. Lungi da noi la tentazione di dire che tutto va male. Sì, in Italia c’è molta gente che sta bene e a Chiari oltre alle ombre ci sono anche le luci. Guai però a non vedere la zona buia del quadro. In quella zona centinaia di migliaia di famiglie si arrabattano per arrivare a fine mese, altre a fine mese non arrivano perchè il lavoro non c’è più, altre ancora guardano al futuro con sempre maggiore apprensione. E in tutto questo arriva la stangata, medicina amara da mandare giù, specie per chi ha poco.

InformaChiari edizione on-line 2011-12

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INFORMACHIARI il foglio informativo del PD di Chiari

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ChiariFoglio informativo del PD di Chiari dicembre 2011

Regali di Natale

Mentre Berlusconi continua a dire che l’Italia è un paese di benestanti,

qualcuno afferma che Chiari è una città con piccoli problemi.Lungi da noi la tentazione di dire che tutto va male.

Sì, in Italia c’è molta gente che sta bene e a Chiari oltre alle ombre ci sono anche le luci.

Guai però a non vedere la zona buia del quadro. In quella zona centinaia di migliaia di famiglie

si arrabattano per arrivare a fine mese, altre a fine mese non arrivano perchè il lavoro non c’è più,

altre ancora guardano al futuro con sempre maggiore apprensione.E in tutto questo arriva la stangata,

medicina amara da mandare giù,specie per chi ha poco.

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Le promesse e i fattiLe promesse del Sindaco Mazzatorta

di non applicare l’addizionale comunale Irpefpotrebbero essere smentite clamorosamente dai fatti

Il conto degli errori del Sindaco oggi lo pagano i cittadini di Chiari.L’addizionale Irpef che il Sindaco Mazzatorta vuole introdurre anche a Chiari, è la conseguenza degli errori e delle scelte sbagliate della sua Amministrazione.Sembra un contrappasso dantesco: dopo che in passato si era scagliato contro l’addizionale Irpef comunale, considerata come imposta del tutto ingiustificata, ora Mazzatorta cede all’evidenza del fallimento della sua Giunta e si dichiara pronto a introdurre questo nuovo balzello, proprio nel momento in cui gli italiani e quindi anche i clarensi sono chiamati a gravosi sacrifici per risanare i conti pubblici dissestati dal Governo Berlusconi/Bossi.È dal primo mandato dell’Amministrazione Mazzatorta che il Partito Democratico di Chiari ha contrastato fortemente la scelta che stava alla base della sua politica finanziaria, ovvero la vendita (ma sarebbe meglio dire la dilapidazione) del patrimonio pubblico e del territorio. Si è impoverita la città di Chiari perché dopo aver dismesso beni pubblici non vi è stata la creazione di un equivalente patrimonio. I costi della politica a Chiari non sono tanto i soldi pagati in più a qualche dirigente.I veri costi della politica sono i milioni di euro buttanti al vento da questa Amministrazione. In questi otto anni Mazzatorta e la sua Giunta hanno sprecato fiumi di denaro, spendendo troppo e male e portando la città di Chiari ad avere una coperta talmente corta che non vi sono risorse nemmeno per l’ordinaria

amministrazione.Si sono spesi milioni di euro imbarcandosi in avventure che hanno portato un vero e proprio danno al Comune: il Polo della Cultura, le rotonde rifatte due volte, le spropositate spese in consulenze e progettazioni esterne (spesi oltre 3 milioni), la destrutturazione di uffici comunali con eliminazione di competenze e professionalità affidando a società esterne ciò che prima si faceva dentro, gli ingiustificati ed esorbitanti costi di molte altre opere pubbliche, come per esempio la Caserma dei Vigili del Fuoco o il Museo della Città, sempre più cattedrale nel deserto.Il Sindaco impone l’addizionale Irpef, con introiti di almeno un milione di euro, per far quadrare i conti. Ma se solo, per esempio, non avesse condotto l’Amministrazione Comunale al disastro del Polo della Cultura, costato ben oltre di un milione di euro, oggi non vi sarebbe necessità di intervenire con questa ulteriore tassa.Ora i nodi vengono al pettine e il conto degli errori lo pagano i cittadini di Chiari: un conto salatissimo.

Un’ultima notazione. È francamente imbarazzante sentire il Sindaco lamentarsi dell’abolizione dell’ICI, causa prima delle difficoltà finanziarie in cui si dibattono i Comuni. Forse bisogna ricordargli che quel provvedimento l’ha proposto il governo Berlusconi e l’ha votato la maggioranza parlamentare di cui facevano parte la Lega e quindi anche il Senatore Mazzatorta. Gli ricorderemo sempre che votando quel provvedimento ha fatto un grave danno anche al Comune di Chiari.

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Soldi alla scuola di Chiari

I soldi spesi per la scuola sono sempre ben spesi. Per questo il Gruppo Consigliare del Partito Democratico nell’ultimo Consiglio Comunale ha presentato un emendamento alla variazione di bilancio 2011 chiedendo che parte dei soldi entrati nel patrimonio comunale dall’estinzione della Fondazione Saturno Corradini fossero investiti nelle scuole elementari e medie di Chiari per l’acquisto di strumentazioni didattiche informatiche. Ricorderete che la Fondazione Saturno Corradini è stata dichiarata estinta con provvedimento del Presidente del Tribunale di Brescia, sul presupposto che non fosse più possibile perseguire le sue finalità. Il patrimonio, circa € 650.000, è stato così attribuito al Comune di Chiari il quale è obbligato ad utilizzarlo per usi che siano compatibili con quelli della fondazione dichiarata estinta.La fondazione aveva come scopo principale aiutare i giovani allo studio nelle materie scientifiche.Cercando finalità compatibili, il Gruppo del PD ha pensato alle scuole elementari e medie di Chiari. Del resto, dopo anni di latitanza dell’Amministrazione, le scuole di Chiari hanno bisogno di grandi investimenti per garantire ai nostri figli la possibilità di utilizzare computers, schermi, scanner, lavagne multimediali e programmi informatici adeguati ai tempi.L’emendamento chiedeva di

destinare € 50.000 alle scuole utilizzando le risorse provenienti dalla predetta fondazione. Già nell’aprile scorso il PD aveva fatto approvare un ordine del giorno, votato all’unanimità del Consiglio Comunale, con cui si impegnava la Giunta a presentare una proposta al Consiglio dello stesso tenore, ma visto che dopo mesi di attesa la Giunta non lo aveva ancora fatto, il PD ha preso carta e penna e l’emendamento al bilancio se l’ha scritto da solo.Volete sapere com’è finita ? L’emendamento del PD è stato bocciato. Contrari PDL e LEGA, UDC astenuto.Subito dopo però c’è stato il colpo

di scena. E’ stato immediatamente presentato dal Gruppo del PDL un altro emendamento, non al bilancio, ma al piano di diritto allo studio, praticamente identico a quello del PD. Il Gruppo PD, che non fa propaganda ma opposizione responsabile, nell’interesse delle scuole di Chiari lo ha votato. Una differenza però c’è: l’emendamento del PDL non rende immediatamente disponibili tali somme e quindi le scuole dovranno aspettare ancora un anno. Il PD vigilerà che nel frattempo tali soldi non vengano dirottati altrove.

Una proposta del PDper l’acquisto di strumentazioni didattiche informatiche

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La stazionemai diventata un salotto

Le foto che riportiamo nel servizio sono la testimonianza del degrado che affligge ancora la nostra stazione.

E’ dal 2006 che il Sindaco Mazzatorta cerca di di risolvere il problema del degrado della stazione ferroviaria senza venirne a capo. Esso rappesenta il simbolo della disfatta di una politica fatta di grandi proclami, ma scarsi, scarsissimi risultati.Eppure gli inizi erano stati scoppiettanti. La realizzazione del distaccamento della Polizia Locale e dell’InfoPoint, dovevano rappresentare nei programmi del sindaco il segno della svolta a una situazione contrassegnata da degrado, microcriminalità, spaccio di droga, prostituzione. Sono stati spesi tanti soldi e tante parole per rappresentare quello che sembrava ormai diventato “un salotto” dove fermarsi amabilmente ad aspettare il treno.

Ma i problemi non si risolvono con i proclami. Per carenza di personale il distaccamento di Polizia non ha mai funzionato e l’Infopoint è rimasto desolatamente vuoto, altro che

biglietto da visita della città.Messo alle strette dall’evidenza dei fatti, il Sindaco ha cercato una soluzione per vie traverse. Prima la concessione dell’utilizzo del distaccamento alla ronda padana Acsu poi, vista l’improponibilità di tale soluzione, l’accordo con RFI (Rete Ferroviarie Italiane) che prevede con la cessione in comodato d’uso gratuito dei locali già utilizzati dalla Polizia Locale e per l’InfoPoint, l’incarico da parte del Comune di intervenire con le necessarie e quotidiane opere di manutenzione di tutti gli ambienti della Stazione, comprese le banchine e i servizi igienici. La gestione effettiva è stata data all’Associazione no-profit “Il Nucleo” che gestisce anche uno sportello per la

vendita al pubblico dei biglietti ferroviari.Purtroppo le cose non sono andate come auspicate dal sindaco e il degrado ha ripreso il sopravvento.

Ma con un problema in più. In virtù dell’accordo firmato con RFI, il Comune è direttamente responsabile di ogni danno arrecato ai locali e alle strutture della stazione oggetto di convenzione.Ed è così che i cittadini di Chiari dovranno pagare per il vetro

rotto, per la porta della sala d’aspetto divelta, per il muro imbrattato, per le banchine ridotte a una latrina.Se questo servisse a rendere decorosa la stazione sarebbe un sacrificio sopportabile, ma così non è. Rischiamo solo di spendere ancora un sacco di soldi o di esporci a dolorosi contenziosi con RFI. Un bel risultato, non c’è che dire!

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Area di via Ricci

Più volte il Sindaco si è stracciato le vesti affermando che se avesse applicato l’addizionale Irpef avrebbe portato a casa in 5 anni almeno 5 milioni di euro. Questo per poi giurare che le mani nelle tasche dei cittadini lui non le metterà mai.Adesso sembra aver cambiato idea e si appresta ad applicare la tanto deprecata e “subdola” imposta.Ma è proprio vero che le mani nelle tasche dei cittadini non le ha mai messe? Se si osserva bene i cittadini di Chiari un’imposta occulta l’hanno

prezzo a base d’asta di 2 milioni e 680 mila euro. Tentativo fallito causa crisi. Per il secondo tentativo il prezzo è sceso a 1 milione e 980 mila euro. Altro fallimento. Ora si tenta per la terza volta e a un prezzo a base d’asta che è esattamente la metà del primo (1 milione 340 mila euro).Questa Giunta pur di racimolare qualche soldo è disposta a svendere quanto rimane ancora del nostro ormai piccolo patrimonio.

E’ una vergogna!

dovuta subire. Potremmo chiamarla “l’addizionale Mazzatorta”. Essa è rappresentata dai soldi portati a casa per effetto dell’alienazione del patrimonio comunale (circa 6 milioni di euro). Se il Sindaco applica anche l’addizionale Irpef finisce che i cittadini, alla fine del suo mandato, si troveranno con una mano davanti e una di dietro.Ora sta cercando affannosamente di raschiare il barile. La vicenda dell’area di via Ricci è emblematica. Si è cercato di venderla una prima volta a un

Ecco come la Giunta Mazzatorta svende il patrimonio comunale

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Una manovra per riparare ai disastri di

Berlusconi e Bossi

Per evitare il fallimento dell’Italia il governo Monti ha varato una manovra davvero pesante.Prima di affrontare il giudizio sulla manovra è importante ricordare come siamo giunti a questo punto, perché ci siamo arrivati e chi porta su di sé la colpa del disastro. Basta un breve pro memoria sugli ultimi anni.2006. Il governo Prodi, appena insediato, trova un buco terrificante nei conti pubblici. Prodi, Tommaso Padoa Schioppa, Vincenzo Visco e Pier Luigi Bersani presentano una manovra da 30 miliardi di euro, con misure stringenti contro l’evasione fiscale, liberalizzazioni e anche riduzioni di imposta e di contributi (5 miliardi di taglio dei cuneo fiscale, cioè del costo del lavoro per imprese e per i lavoratori). 2007. Altra finanziaria con misure contro l’evasione fiscale, ma contemporaneamente per alleggerire la pressione del fisco sui redditi bassi (via l’Ici per le case dei meno abbienti, sgravi per i figli che studiano fuori sede e così via). Di fronte all’operazione risanamento-rilancio la destra insorge (ricordate le campagne contro Visco?). 2008. Cade il governo Prodi. La destra vince le elezioni. Il centrosinistra ricorda che c’è la crisi e che le risorse recuperate con il recupero dell’evasione vanno impegnate per sostenere la ripresa. E’ come parlare al vento!Quei soldi Berlusconi li spende per togliere l’Ici sulle case dei più ricchi. Fa

un condono al 4 per cento sui capitali portati illecitamente all’estero. Salva l’Alitalia addossando sul Bilancio Pubblico i costi del suo salvataggio. Cancella tutte le norme di contrasto all’evasione fiscale. Viene interrotto lo studio delle spese pubbliche (la spending rewiew). Bossi e Lega si accodanoPoi, per tre anni, “Va tutto bene”, “Stiamo meglio degli altri”, “La crisi è passeggera”. 2011 luglio. Finalmente il governo è costretto ad ammettere che la crisi c’è e fa una prima manovra. Mezza finta perchè i sacrifici sono rinviati a dopo le elezioni del 2013. Ad agosto, quando i mercati si accorgono che le manovre approvate sono finte, altra manovra imposta questa volta dall’Europa: voci, passi in avanti, ripensamenti, scontri interni, fino all’epilogo. La nuova manovra ha ancora un buco di 20 miliardi di euro per raggiungere quello che Berlusconi e Tremonti hanno promesso da tempo all’Europa: il pareggio di bilancio.Senza questa storia non si capisce perché l’Italia oggi è ad un soffio dal fallimento. L’Italia è a un soffio dal fallimento perché ha un debito enorme. Per pagare stipendi, pensioni, prestazioni sanitarie occorre rinnovare il proprio debito. Ma il mercato non fa sconti e se sei poco credibile e dai poco affidamento, allora devi pagare un di più di interesse. Il cosiddetto “spread”, che è il costo della nostra inadeguatezza,Ma ormai gli investitori (i creditori)

non si fidano più. L’Italia, deve rinnovare 200 miliardi di euro di titoli entro aprile. Se non riesce o lo fa a prezzi troppo alti si avvita su se stessa e fallisce. Che cosa significhi il fallimento lo racconta l’Argentina che lo ha vissuto: lo Stato non ha soldi per pagare gli stipendi, le pensioni, i servizi (sanità, trasporti…).Ecco dunque il punto a cui siamo arrivati. Senza contare che siamo così importanti da rischiare di trascinarci dietro l’Europa e l’euro.Monti è stato chiamato a fare una manovra per evitare il fallimento.

Ma il fallimento lo hanno provocato

Berlusconi e Bossi la destra tracotante, l’ideologia eroica dell’uomo ricco, potente, senza regole, che non ha bisogno di cultura, di fatica, di studio per trionfare, perché dotato di forza, di fascino e prepotenza. Ora Berlusconi si tiene in disparte e lascia bruciare Alfano, mentre Bossi si rimette i panni dell’arme per ricostruirsi la verginità perduta. Il Governo Monti ha presentato una manovra pesantissima.E’ un macigno che pesa in particolare sui ceti meno abbienti (pensionati e lavoratori dipendenti).Il PD ha lavorato e sta lavorando perchè vengano apportati ad essa dei correttivi sostanziali. Alcuni risultati sono stati raggiunti, ma non basta. Per evitare che a pagare siano sempre i soliti, occorre che il Governo faccia di più.