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LE CATEGORIE DEI RISCHILE CATEGORIE DEI RISCHI

) h l d h d A)Rischi per la sicurezza dovuti a rischi di natura infortunistica

B)Rischi per la salute dovuti a rischi di natura B)Rischi per la salute dovuti a rischi di natura igienico ambientale

C)Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a rischi di tipo cosiddetto trasversalerischi di tipo cosiddetto trasversale

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A) RISCHI PER LA SICUREZZAA) RISCHI PER LA SICUREZZA

I rischi per la sicurezza o rischi di natura infortunistica sono I rischi per la sicurezza, o rischi di natura infortunistica, sono quelli responsabili del potenziale verificarsi di incidenti o infortuni , ovvero di danni o menomazioni fisiche (più o meno gravi) subite dalle persone addette alle varie attività g ) plavorative, in conseguenza di un impatto fisico-traumatico di diversa natura (meccanica, elettrica, chimica, termica, ecc. ).

Le cause di tali rischi sono da ricercare, almeno nella i d i i i id tt d ll maggioranza dei casi, in un non idoneo assetto delle

caratteristiche di sicurezza inerenti : l'ambiente di lavoro;le macchine e/o le attrezzature utilizzate; le modalità operative;l'organizzazione del lavoro ecc operative;l organizzazione del lavoro, ecc.

Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o protezione nei confronti di tali tipi di rischi deve mirare alla ricerca di un idoneo equilibrio bio-meccanico tra UOMO e qSTRUTTURA, MACCHINA, IMPIANTO" sulla base dei più moderni concetti ergonomici.-macchine

-impiantit i l

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-sostanze pericolose-sostanze infiammabili-sostanze esplosive

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B)RISCHI PER LA SALUTE

Rischi per la salute o rischi igienico ambientali sono quelli Rischi per la salute, o rischi igienico-ambientali, sono quelli responsabili della potenziale compromissione dell'equilibrio biologico del personale addetto ad

i i l i i h t l' i i operazioni o a lavorazioni che comportano l'emissione nell'ambiente fattori ambientali di rischio, di natura chimica, fisica e biologica, con conseguente esposizione d l l dd tt del personale addetto.

Le cause di tali rischi sono da ricercare nella insorgenza di non idonee condizioni igienico-ambientali dovuti alla non on con z on g n co am nta o ut a a presenza di fattori ambientali di rischio generati dalle lavorazioni, (caratteristiche del processo e/o delle apparecchiature) e da modalità operative. apparecchiature) e da modalità operative.

Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione nei confronti di tali tipi di rischio deve mirare alla ricerca di un idoneo equilibrio bio ambientale tra UOMO e

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di un idoneo equilibrio bio-ambientale tra UOMO e AMBIENTE DI LAVORO.

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B)RISCHI PER LA SALUTETali rischi si possono suddividere in rischi derivanti da:AGENTI CHIMICI - Rischi di esposizione connessi con l'impiego di sostanze

chimiche tossiche o nocive in relazione a ingestione contatto cutaneo e chimiche, tossiche o nocive in relazione a ingestione, contatto cutaneo e inalazione per presenza di inquinanti aerodispersi sotto forma di polveri, fumi, nebbie, gas e vapori.

AGENTI FISICI - Rischi di esposizione e grandezze fisiche che interagiscono in d l'

p g gvari modi con l'organismo umano, come:

RUMORE (presenza di apparecchiatura rumorosa durante il ciclo operativo e di funzionamento)con propagazione dell'energia sonora nell'ambiente di lavoro;

VIBRAZIONI (presenza di apparecchiature e strumenti vibranti) con VIBRAZIONI (presenza di apparecchiature e strumenti vibranti) con propagazione delle vibrazioni a trasmissione diretta o indiretta;

RADIAZIONI NON IONIZZANTI (presenza di apparecchiature che impiegano radiofrequenze, microonde, radiazioni infrarosse, ecc. );

MICROCLIMA (carenze nella climatizzazione dell'ambiente per quanto attiene alla temperatura);

ILLUMINAZIONE ( Carenze dei livelli di illuminamento ambientale e dei posti di lavoro in relazione alle tipologia della lavorazione Non osservanza delle lavoro in relazione alle tipologia della lavorazione. Non osservanza delle indicazioni tecniche previste in presenza di videoterminali)

RADIAZIONI IONIZZANTI -AGENTI BIOLOGICI -Rischi connessi con l'esposizione (ingestione, contatto

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p ( g ,cutaneo, inalazione) a organismi e microrganismi patogeni o non, colture cellulari, endoparassiti umani

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C)RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTESALUTE

Sono da ricercarsi essenzialmente:Sono da ricercarsi essenzialmente:-nella organizzazione del lavoro (processi di lavoro usuranti, come

lavori in continuo, sistemi di turni, lavoro notturno;programmi e controllo di monitoraggio;manutenzione degli impianti comprese controllo di monitoraggio;manutenzione degli impianti, comprese le attrezzature di sicurezza;procedure adeguate per far fronte agli incidenti e a situazioni di emergenza;movimentazione manuale dei carichi;lavoro ai videoterminali);

-nei fattori psicologici (intensità, monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro;carenze di contributo al processo decisionale e situazioni di conflittualità;complessità delle mansioni e carenza di controllo;reattività anomala a condizioni di emergenza);di controllo;reattività anomala a condizioni di emergenza);

-nei fattori ergonomici (norme di comportamento, sistemi di sicurezza e affidabilità delle informazioni, ergonomia delle attrezzature di protezione personale e del posto di lavoro attrezzature di protezione personale e del posto di lavoro, ecc.);

-nelle condizioni di lavoro difficili (lavoro con animali, lavoro in atmosfere a pressione superiore o inferiore al normale, 2009 6/54

p p ,condizioni climatiche esasperate, lavoro in acqua, sia in superficie come su piattaforme e in immersione).

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Rischio da ambienti di lavoroRischio da ambienti di lavoro

L d fi i i di "l hi di l " è f i d l La definizione di "luoghi di lavoro" è fornita dal D.Lgs. 81/0’8 (Titolo II, articolo 62 , comma 1 ):

) i l hi d sti ti s it sti di l bi ti a) i luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell'azienda o nonché ogni altro luogo di pertinenza dell azienda o dell'unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro;p p

b) i campi, i boschi e altri terreni facenti parte di un’azienda agricola o forestale.

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Rischio da ambienti di lavoroRischio da ambienti di lavoro

D ss si t tt di l t i Dovranno essere sicuramente oggetto di valutazione tutti gli spazi, operativi o di servizio, dove i lavoratori possono venire a trovarsi nello psvolgimento delle proprie attività di lavoro, in modo permanente, occasionale o saltuario.

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EsclusioniEsclusioni

l i d l di li i d l Ti l II Sono esclusi dal campo di applicazione del Titolo II, in quanto regolati da altre norme, solamente:

i i di t s ti mezzi di trasportoi cantieri temporanei o mobili le industrie estrattivei h ii peschereccii campi, boschi e altri terreni facenti parte di una

impresa agricola o forestaleimpresa agricola o forestale.

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RISCHI LEGATI AGLI AMBIENTI DI LAVORO

o caratteristiche strutturali e arredi • spazi, superfici, p , p ,• pavimenti, • elementi sporgenti,

t li f ti di i i • ostacoli e fonti di inciampo, • aperture su pareti e pavimenti, • dislivelli • dislivelli, • protezioni, • numero e dimensioni delle porte, p• presenza di ambienti sotterranei, isolati, o confinati

quali serbatoi, silos, recipienti, vasche ecc.

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RISCHI LEGATI AGLI AMBIENTI DI LAVORO

o presenza di postazioni di lavoro all'aperto o comunque con esposizione diretta agli agenti atmosferici

o organizzazione degli spazi e postazioni (adeguatezza e flessibilità)

o caratteristiche delle vie di uscita in caso di o caratteristiche delle vie di uscita in caso di emergenza:

• larghezza, l h • lunghezza,

• distribuzione• numero • numero • dimensioni

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RISCHI LEGATI AGLI AMBIENTI DI LAVORO

o illuminazione (naturale e artificiale) degli bi tiambienti

o aerazione (naturale e artificiale) e inquinamento indoor (per presenza di polveri inquinamento indoor (per presenza di polveri, prodotti di combustione, composto organici volatili, ozono, ecc.))

o ambiente termicoo rumoreo presenza di agenti biologici pericolosi per

sviluppo di microorganismi negli impianti di c ndi i n m ntcondizionamento

o presenza di Radon e Toron (locali sotterranei)o presenza di barriere architettoniche

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o presenza di barriere architettoniche

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Anno 2004 per industria commercio e pservizi. : fonte INAIL

% %

Agente materiale N°infortuni

%Infortuni su

totalenazionale

N° inf.mortali

%Infortuni su

totalenazionale

infortuni identificati

infortuni identificati

Superfici di transito 82.416 23,05 1191 25,59p f , ,

Scale e passerelle 11.794 3,30 2 0,43

Aperture pavimenti e Aperture pavimenti e pareti 552 0,15, 2 0,43

Infissi 6.986 1,95 3 0,65nf ss 6.986 ,95 3 0,65

Parti di edifici 5.487 1,54 14 3,01

A di i i ti fi i 6 229 1 74 0 0 002009 13/54

Arredi impianti fissi 6.229 1,74 0 0 00

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Anno 2004 per industria commercio e servizi : fonte INAILAnno 2004 per industria commercio e servizi. : fonte INAIL

N

%Infortuni su

l N i f %i fForma di avvenimento No

infortunitotale

nazionale infortuni

N° inf.mortali

%inf.mortali

identificati

H t t t 59 747 0 16 47 0 10Ha urtato contro 59.747 0,16 47 0,10

Caduto dall'alto 13 129 0 04 51 011Caduto dall alto 13.129 0,04 51 011

Caduto in piano su ... 47.881 0,13 46 0,10

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EFFETTI DI DANNO POSSIBILIEFFETTI DI DANNO POSSIBILIINFORTUNI dovuti a:ff tti di tti di ti t li i l ti d t effetti diretti di urti, tagli, scivolamenti e. cadute a livello, cadute dall'alto, investimenti, imprigionamenti

effetti indiretti dovuti a inadeguatezze di microclima termico, illuminazione, altri fattori ambientali, problemi psicologico/organizzativi (flussi problem ps colog co/organ zzat v (fluss informativi, isolamento ecc.), che contribuiscono ad aumentare frequenza e entità del danno;

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EFFETTI DI DANNO POSSIBILIEFFETTI DI DANNO POSSIBILIPATOLOGIE dovute:• inadeguatezza dell'illuminazione (a carico dell'apparato • inadeguatezza dell illuminazione (a carico dell apparato

visivo)• inadeguatezza delle condizioni microclimatiche, di aerazione

e controllo dell'inquinamento indoor (principalmente a carico e controllo dell inquinamento indoor (principalmente a carico dell'apparato respiratorio, e della pelle, anche di carattere allergico)

• livelli di rumore ambientale non trascurabili (effetti d l d b

(extrauditivi quali ipertensione, disturbi gastroenterici, alterazioni dell'umore e del comportamento, disturbi neurologici)mancato rispetto dei criteri ergonomici nella strutturazione • mancato rispetto dei criteri ergonomici nella strutturazione degli spazi e delle postazioni di lavoro, e posture incongrue (a carico degli apparati muscolo scheletrico e circolatorio)

• presenza di agenti biologici pericolosi (principalmente a • presenza di agenti biologici pericolosi (principalmente a carico dell'apparato respiratorio)

• inadeguatezze organizzative (a carico del sistema nervoso, stress).

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stress).

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MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVEMISURE PREVENTIVE E PROTETTIVEvalutazione dei rischi anche in fase di progettazione, realizzazione e

ristrutturazioneristrutturazionemisure di prevenzione e protezione da urti, scivolamenti e cadute

(miglioramento attrito delle superfici di pavimento, protezione parti sporgenti e protundenti, protezione dislivelli tramite "parapetti normali' muri balaustre o ringhiere segregazione e segnalazione normali , muri, balaustre o ringhiere, segregazione e segnalazione aree pericolose ecc.) corretta strutturazione e mantenimento delle vie di uscita in caso di emergenza, compreso il dimensionamento delle porte, che, a partire . da ciascun locale, sono collocate lungo esse

li i di l fi di d t tt i ti h h realizzazione di scale fisse di adeguate caratteristiche, anche dimensionali e dotate di (modifica del rapporto fra alzata e pedata, realizzazione di corrimano e protezioni al piede)

prevenzione della caduta di oggetti (sistemi di trattenuta, fasce di p gg ( m , fprotezione al piede delle balaustre ecc.)

corretta strutturazione e organizzazione degli spazi, delle postazioni e dei percorsi, anche in considerazione di eventuali conflitti fra traffico pedonale e veicolare e apposizione di adeguata segnaleticatraffico pedonale e veicolare, e apposizione di adeguata segnaletica

verifica in continuo dell'adeguatezza delle condizioni di aerazione, estrazione inquinanti, microclimatiche ecc., ed adozione delle necessarie misure impiantistiche, organizzative (modifiche tempi e

d lità di i i ) d li ( d i d di 2009 17/54

modalità di esposizione) e procedurali (ad esempio procedure di sicurezza per attività in ambienti confinati)

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MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVEMISURE PREVENTIVE E PROTETTIVEvalutazione dei rischi anche in fase di progettazione,

realizzazione e ristrutturazionerealizzazione e ristrutturazionemisure di prevenzione e protezione da urti, scivolamenti e

cadute• miglioramento attrito delle superfici di pavimento protezione • miglioramento attrito delle superfici di pavimento, protezione

parti sporgenti e protundenti, protezione dislivelli tramite "parapetti normali', muri, balaustre o ringhiere, segregazione e segnalazione aree pericolose ecc.g p

• corretta strutturazione e mantenimento delle vie di uscita in caso di emergenza, compreso il dimensionamento delle porte, che, a partire . da ciascun locale, sono collocate lungo esse

l d l f d d h h • realizzazione di scale fisse di adeguate caratteristiche, anche dimensionali e dotate di (modifica del rapporto fra alzata e pedata, realizzazione di corrimano e protezioni al piede)

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MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVEMISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE

verifica in continuo dell'adeguatezza delle condizioni di verifica in continuo dell adeguatezza delle condizioni di illuminazione, e adozione delle necessarie misure impiantistiche

• adeguamento dei livelli di illuminazione generale e locale • adeguamento dei livelli di illuminazione generale e locale, • eliminazione degli abbagli e dei riflessi fastidiosi,• modifiche tempi e modalità di esposizioneinsonorizzazione di ambienti, separazione reparti, isolamento e

allontanamento delle fonti di rumore

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MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVEMISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE

rispetto dei criteri ergonomici nella sistemazione degli ambienti rispetto dei criteri ergonomici nella sistemazione degli ambienti di lavoro in rapporto alle postazioni

corretta pulizia e manutenzione di ambienti e impianticorretto controllo manutenzione e pulizia di impianti e corretto controllo, manutenzione e pulizia di impianti e

dispositivi di aerazione, illuminazione, riscaldamento, condizionamentoit i d ll difi h h t ( l monitoraggio delle modifiche anche temporanee (per la

realizzazione di aperture in pareti e solai, momentanea eliminazione di protezioni, chiusura di porte o passaggi ecc.)

i f i f i dd d iinformazione, formazione e addestramento adeguati.

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NUMERO E DIMENSIONE DELLE PORTE DEI LOCALI DI LAVORO (All. IV D. Lgs. 81/08)

N°lavoratori

Locali con pericoli di esplosione ospecifici rischi di incendio Altri locali

Almeno una porta di larghezza minima di Almeno una porta di larghezza minima di m Fino a 5 Almeno una porta di larghezza minima di 0,80.

Almeno una porta di larghezza minima di m 0,80.

6-25Almeno una porta ogni 5 lavoratori di

larghezza minima di m 1,20 che si apra nel d ll' d

Almeno una porta di larghezza minima di m 0 80verso dell'esodo 0,80.

26-50Almeno una porta ogni 5, lavoratori di

larghezza minima di m 1,20 che si apra nel verso dell'esodo.

Almeno una porta di larghezza' minima di m 1,20 che si apra verso l'esodo.verso dell esodo.

51-100Almeno una porta ogni 5 lavoratori di

larghezza minima di m 1,20 che si apra nel verso dell'esodo.

Almeno una porta di larghezza minima di m 1,20, e almeno una porta di larghezza minima

di m 0,80 che si aprano entrambeverso l' d. l'esodo.

Almeno una porta ogni 5 lavoratori di

Una porta di larghezza minima di m 1,20 e una porta di larghezza minima di m 0,80 che si aprano verso l'esodo, oltre ad almeno una

Oltre 100p g

larghezza minima di m 1,20 che si apra nel senso dell'esodo.

p ,porta che si apra verso l'esodo di larghezza

minima m 1,20 per ogni 50 lavoratori normalmente occupati (o frazione compresa

tra 10 e 50 eccedenti i 100.

2009 21/54N.B.: Il numero complessivo delle porte dei locali senza pericoli di esplosione o specifici rischi di incendio può anche essere minore, purché la loro larghezza complessiva non risulti inferiore.

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RISCHI LEGATI ALL'USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORORISCHI LEGATI ALL USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO

C n il t min " tt t " d bbi m Con il termine "attrezzatura" dobbiamo intendere qualsiasi macchina, apparecchio, utensile od impianto destinato ad essere utensile od impianto destinato ad essere usato durante il lavoro.

Si noti che ciò che determina l'applicabilità d ll d l l d l D L

ppdelle prescrizioni del titolo III del D. Lgs. 81/08 non è che l'attrezzatura sia di fatto usata per lavoro in un dato momento ma usata per lavoro in un dato momento, ma, più estesamente, che sia destinata a esserlo.

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RISCHI LEGATI ALL'USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORORISCHI LEGATI ALL USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO

Ril t i fi i d ll l t i d Rilevante ai fini della valutazione de rischi è la definizione di "uso di un'attrezzatura di lavoro: qualsiasi un attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro quale la messa attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l'impiego, il trasporto, la riparazione, la l trasporto, la r paraz one, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, lo smontaggio.p gg

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RISCHI LEGATI ALL'USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORORISCHI LEGATI ALL USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO

E' id nt h l' tt n i n d l l t t E evidente che l attenzione del valutatore deve essere rivolta in un'ottica temporale anche di medio e lungo periodo :anche di medio e lungo periodo

a tutte le possibili interazioni fra lavoratore e attrezzatura,

a un'attenta analisi delle attività lavorative ordinarie e consuete, saltuarie, straordinarie eccezionali.

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ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

1) possibili contatti meccanici fra attrezzature e 1) possibili contatti meccanici fra attrezzature e addetti al loro uso o altre persone presenti

2) interazioni pericolose fra diverse attrezzature, in ) p ,funzionamento connesso o no

3) possibilità di elusione o rimozione delle protezioni dell'attrezzaturadell attrezzatura

4) inadeguatezza dei dispositivi di comando e di emergenza

5) i i li bi i di l di i hi i i 5) emissione negli ambienti di lavoro di agenti chimici (gas, vapori, aerosol, liquidi lubrorefrigeranti, polveri, fibre, ecc.) e fisici (rumore, vibrazioni, polveri,

d ) ( p

temperatura, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti ecc) da parte delle attrezzature

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ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

6)possibilità di avviamenti modifiche dello stato di 6) possibilità di avviamenti, modifiche dello stato di funzionamento (velocità, direzione,ecc),arresti non intenzionali '

à7) utilizzo secondo modalità non previste dal costruttore o installatore e pericolose

8)mancato rispetto dei requisiti ergonomici delle 8)mancato rispetto dei requisiti ergonomici delle postazioni di commando o uso delle attrezzature mancanza di procedure di utilizzo in sicurezza, quando necessarienecessarie

9)mancata valutazione dei rischi presenti, in tutte le fasi di uso non ordinarie, a partire dalla manutenzione fin ll dismissi ne fino alla dismissione

10)assenza o inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale

2009 26/5411)mancata o carente effettuazione delle verifiche periodiche e della manutenzione.

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POTENZIALI EFFETTI DI DANNOPOTENZIALI EFFETTI DI DANNO

INFORTUNI DOVUTI A ESPOSIZIONI ACUTE INFORTUNI DOVUTI A ESPOSIZIONI ACUTE DOVUTE A FATTORI DI RISCHIO MECCANICI:ME N

schiacciamenti, cesoiamenti, tagli, impigliamenti, trascinamenti, proiezione di mp gl ament , trasc nament , pro ez one d materiali, urti, punture, abrasioni, intrappolamenti, proiezioni di fluidi,

l d d d pp p

scivolamenti cadute e inciampi, perdita di stabilità

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POTENZIALI EFFETTI DI DANNOPOTENZIALI EFFETTI DI DANNO

INFORTUNI DOVUTI A ESPOSIZIONI INFORTUNI DOVUTI A ESPOSIZIONI ACUTE DOVUTE A FATTORI DIRISCHIO FISICI:RISCHIO FISICI:

ipoacusia o sordità da rumore, ustioni, elettrocuzioni;elettrocuzioni;

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POTENZIALI EFFETTI DI DANNOPOTENZIALI EFFETTI DI DANNO

PATOLOGIE DOVUTE A ESPOSIZIONI CRONICHE DOVUTE A PATOLOGIE DOVUTE A ESPOSIZIONI CRONICHE DOVUTE A FATTORI DI RISCHIO FISICI:

patologie da esposizione a rumore: ipoacusia, sordità e danni extrauditivi ; danni extrauditivi ;

patologie da esposizione a polveri come pneumoconiosi, asma e alveoliti allergiche; g

patologie da esposizione a vibrazioni a carico dei sistemi osteomiotendineo, nervoso, circolatorio e digerente; patologie da calore; patologie da calore;

patologie da esposizione a radiazioni ionizzanti come leucemie, cataratta; danni cutanei anche carcinogenici, danni a carico dei; sistemi riproduttivo digerente e danni a carico dei; sistemi riproduttivo, digerente e immunitario;

patologie da esposizione a radiazioni non ionizzanti come h d h

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p g pcongiuntivite, cheratite, cataratta, danni cutanei anche carcinogenici; danni da riscaldamento dei tessuti interni, disfunzioni tiroidee; ecc.

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POTENZIALI EFFETTI DI DANNOPOTENZIALI EFFETTI DI DANNO

PATOLOGIE DOVUTE A ESPOSIZIONI CRONICHE DOVUTE A PATOLOGIE DOVUTE A ESPOSIZIONI CRONICHE DOVUTE A FATTORI DI RISCHIO CHIMICI:

patologie dovute a esposizioni per p g p pinspirazione a carico dei sistemi respiratorio, emopoietico e neurologico;

patologie da contatto cutaneo come dermatiti anche allergiche e orticaria ecc.

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POTENZIALI EFFETTI DI DANNOPOTENZIALI EFFETTI DI DANNO

PATOLOGIE DOVUTE A ESPOSIZIONI CRONICHE DOVUTE A PATOLOGIE DOVUTE A ESPOSIZIONI CRONICHE DOVUTE A FATTORI DI RISCHIO ORGANIZZATIVI E ERGONOMICI

patologie da movimenti ripetitivi per p g p psovraccarico biomeccanico, posture incongrue, sforzo eccessivo, cumulative t d d di t bi d t trauma desorders, disturbi da stress ecc..

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Anno 2004 per industria commercio e pservizi. : fonte INAIL

%

Agente materiale N°i f t i

%Infortuni su totalenazionale N° inf.

t li

%Infortuni su totale

i l Agente materiale infortuni, naz onale infortuni

identificati

mortali nazionale infortuni

identificati

Macchine 30.843 8,63 21 4,52

Mezzi di sollevamento 10.831 3,03 16 3,44

Mezzi di trasporto terrestre 51.150 14,31 190 40,86

2009 32/54Totale 572.776 1000

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OBBLIGHI DEI LAVORATORI

h d ll tt t di l l hanno cura delle attrezzature di lavoro messe a loro disposizione; non vi apportano modifiche di propria iniziativa; non vi apportano modifiche di propria iniziativa; segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi inconveniente da essi rilevato;

si sottopongono ai programmi di formazione o di addestramento;

utilizzano le attrezzature di lavoro messe a loro disposizione ut zzan attr zzatur a r m a r p z n conformemente all'informazione, alla formazione ed all'addestramento ricevuti.

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INFORMAZIONE DEI LAVORATORIUSO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO

Il datore di lavoro provvede affinché per ogniattrezzatura di lavoro a disposizione, i lavoratoriattrezzatura di lavoro a disposizione, i lavoratoriincaricati dispongano di ogni informazione e di ogniistruzione d'uso necessaria in rapporto alla sicurezzae relativa:e relativa: alle condizioni di impiego delle attrezzature

anche sulla base delle conclusioni eventualmentetratte dalle esperienze acquisite nella fase diutilizzazione delle attrezzature di lavoro;

alle situazioni anormali prevedibili alle situazioni anormali prevedibili.

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INFORMAZIONE DEI LAVORATORIUSO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO

Il datore di lavoro provvede altresì ainformare i lavoratori sui rischi cui sonoinformare i lavoratori sui rischi cui sonoesposti durante l'uso delle attrezzature dilavoro, sulle attrezzature di lavoro presenti, pnell'ambiente immediatamente circostante,anche se da essi non usate direttamente,

hé b d lnonché sui cambiamenti di tali attrezzature.Le informazioni e le istruzioni d'uso devono

i l ibili i l irisultare comprensibili ai lavoratoriinteressati.

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FORMAZIONE DEI LAVORATORIUSO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO

Il datore di lavoro si assicura che:i lavoratori incaricati di usare

le attrezzature di lavorole attrezzature di lavororicevono una formazioned ll' d lladeguata sull'uso delle

attrezzature di lavoro;

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FORMAZIONE DEI LAVORATORIUSO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO

Il datore di lavoro si assicura che: i lavoratori incaricati dell'uso delle

attrezzature che richiedono conoscenzeàe responsabilità particolari ricevono un

addestramento adeguato e specifico cheli metta in grado di usare talili metta in grado di usare taliattrezzature in modo idoneo e sicuroanche in relazione ai rischi causati adanche n relaz one a r sch causat adaltre persone.

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LE VERIFICHE OBBLIGATORIE DELLE ATTREZZATURELE VERIFICHE OBBLIGATORIE DELLE ATTREZZATURE

Il datore di lavoro, deve sottoporre a verifiche di prima installazione o di verifiche di prima installazione o di successiva installazione e a verifiche periodiche o eccezionali le particolari periodiche o eccezionali, le particolari attrezzature elencate nell'allegato VII d l D L s 81/08 l fin di ssi n del D.Lgs. 81/08, al fine di assicurarne la corretta installazione e il buon f i tfunzionamento

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VERIFICHE PERIODICHEVERIFICHE PERIODICHE

L d lità l d t i h Le modalità e le procedure tecniche delle verifiche devono rispettare il regime giuridico corrispondente a regime giuridico corrispondente a quello in base al quale l'attrezzatura é stata costruita e messa in servizioé stata costruita e messa in servizio.

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VERIFICHE PERIODICHEVERIFICHE PERIODICHE

I i lt ti d ll ifi h I risultati delle verifiche obbligatorie devono essere tenuti di i i d ll' t ità di a disposizione dell'autorità di

vigilanza competente per un i d di i i d ll' lti periodo di cinque anni dall'ultima

registrazione, o fino alla messa f i i i d ll'

gfuori esercizio dell'attrezzatura, se avviene prima. dei rischi.p

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VERIFICHE PERIODICHEVERIFICHE PERIODICHE

U d t tt t t Un documento attestante l'esecuzione dell'ultima verifica deve inoltre accompagnare le attrezzature accompagnare le attrezzature di lavoro ovunque queste sono utilizzateutilizzate.

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VERIFICHE PERIODICHEVERIFICHE PERIODICHE

Al di f i d i i li it t Al di fuori dei casi esplicitamente regolamentati per legge , le

ifi h l t i i verifiche e le manutenzioni dovranno attenersi per frequenza d lità l l di i t i i e modalità al manuale di istruzioni

per l'uso fornito dal fabbricante, hé d li i di i i

pnonché ad eventuali indicazioni specifiche più restrittive, che

d ll l d p p

conseguono dalla valutazione dei rischi.

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ESEMPIO DI VERIFICHE PERIODICHE DA EFFETTUARE SU ATTREZZATURE E IMPIANTI ALLEGATO VII D L 81/08ATTREZZATURE E IMPIANTI ALLEGATO VII D. Lgs. 81/08

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La valutazione dei rischi: definizionia) PERICOLO: a) PERICOLO:

proprietà o qualità intrinseca di una entità avente il potenziale di causare danni.

b) RISCHIO: ) probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni

di impiego e/o di esposizione, nonché dimensioni possibili del danno stesso.

c) VALUTAZIONE DEL RISCHIO: c) VALUTAZIONE DEL RISCHIO procedimento di valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei

lavoratori, nell’espletamento delle loro mansioni, derivanti dalle circostanza del verificarsi di un pericolo sul luogo di lavoro.

d) SALUTE:d) SALUTE: lo stato di salute è definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità

in base al benessere fisico, psichico e sociale.e) DANNO:

la perdita di qualsiasi elemento che contribuisca alla conservazione delle salute.

f) PREVENZIONE: il complesso delle disposizioni o misure adottate o previste in tutte le il complesso delle disposizioni o misure adottate o previste in tutte le

fasi dell’attività lavorativa per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente di lavoro

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La valutazione del rischioLa valutazione del rischio

Obiettivo della valutazione dei rischi consiste nel O tt o a a utaz on r sch cons st n prendere tutti i provvedimenti che sono necessari per la salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori.

R = f ( D,P) Ki

DOVE:R = valore del rischio; D = danno ipotizzato;P = probabilità o frequenzaKi = Coefficiente che tiene conto del grado di formazione,

i f i informazione, ecc….

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il rischio dipende dalla probabilità che il danno si verifichi e dalla gravità del danno ed è inversamente proporzionale al grado di formazione informazione e proporzionale al grado di formazione, informazione e alle misure di prevenzione e protezione adottate

D x P D x P R =R =

KiKiDove:P= alla probabilità di accadimentoD= alla gravità del danno ipotizzatoKi C ffici nt dip nd nt d ll f rm zi n inf rm zi n Ki= Coefficiente dipendente dalla formazione, informazione,

dai DPI e dai DPC presenti, dal servizio di primo soccorso, ecc

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Che valori dare ai due fattori

DANNO LIVELLO DEL DANNO "D"

SCALA DI GRAVITA' DEL DANNOSCALA DI GRAVITA DEL DANNO

• ENTRANO IN CAUSA LE COMPETENZEDI CARATTERE SANITARIO;DI CARATTERE SANITARIO;

• REVERSIBILITA' O MENO DEL DANNO;• DISTINZIONE TRA INFORTUNIO

ED ESPOSIZIONE ACUTAED ESPOSIZIONE ACUTA

PERICOLO LIVELLO DEL PERICOLO "P"SCALA DELLE PROBABILITA'SCALA DELLE PROBABILITA'

• CORRELAZIONE TRA CARENZA E POSSIBILE DANNO;POSSIBILE DANNO;

• ANALISI DATI STATISTICI;• GIUDIZIO SOGGETTIVO DELL' OPERATORE

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VALORE DA DARE AL DANNO Valore 4 = gravissimo

Infortunio o episodio di esposizione acuta CON EFFETTI letali o di ' lINVALIDITA' totale;

Esposizione cronica con effetti letali e/0 totalmente invalidanti; (MP)

Valore 3 = graveINFORTUNIO O EPISODIO DI ESPOSIZIONE ACUTA CON

EFFETTI DI invalidità PARZIALE;Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente

invalidanti (MP)Valore 2 = medioValore 2 medio

Infortunio o episodio di esposizione acuta con INABILITA' reversibile;

Esposizione cronica con effetti reversibili (MP)Esposizione cronica con effetti reversibili (MP)Valore 1= basso

Infortunio o episodio di esposizione acuta con INABILITA' id t ibilrapidamente reversibile;

Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili (MP)2009 48/54

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VALORE DA DARE ALLE PROBABILITÀVALORE DA DARE ALLE PROBABILITÀValore 4 = ALTAMENTE PROBABILE

Correlazione diretta tra mancanza e verificarsi del danno ipotizzato;Correlazione diretta tra mancanza e verificarsi del danno ipotizzato;Conoscenza di danni provocati dalla stessa mancanza;Il verificarsi risulterebbe "normale"

Valore 3 = PROBABILEValore 3 = PROBABILEDanno provocabile pur se non diretto o automatico;Conoscenza di episodi di correlazione tra mancanza e danno;Il verificarsi provocherebbe "una moderata sorpresa"Il verificarsi provocherebbe una moderata sorpresa

Valore 2 = POCO PROBABILELa mancanza rilevata PUO' provocare danni solo in circostanze "sfortunate"

di eventi;di eventi;Sono noti solo rarissimi casi verificatisi;Il verificarsi susciterebbe grande sorpresa

Valore 1 = IMPROBABILEValore 1 IMPROBABILELa mancanza rilevata PUO' provocare danni per concomitanza di PIU'

eventi poco probabili e interdipendenti;Non sono noti episodi GIA' verificatisi;Il verificarsi susciterebbe INCREDULITA'

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Esempio di Valore del KEsempio di Valore del Ki

Entità del provvedimento

Fattore associabile

(k )

Criteri

(ki)scarsa 1 Il provvedimento non introduce benefici a

breve terminebassa 2 Il provvedimento consente di agire

direttamente sulla sorgente di rischio con bassa riduzione dello stesso

media 3 Il provvedimento consente di agire direttamente sulla sorgente di rischio con notevole riduzione dello stesso (es. utilizzo di DPI)DPI)

alta 4 Il provvedimento consente di intervenire sia di tt t h i di tt t ll t direttamente che indirettamente sulla sorgente di rischio (es. utilizzo di DPC e DPI)2009 50/54

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ESEMPIO DI MATRICE DI VALUTAZIONEDEL RISCHIO R = P * D

4 8 12 16P

4 8 12 164

3 6 9 123

2 4 6 82

1 2 3 41

D1 2 3 4 D22009 51/54

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I PROVVEDIMENTI

R > 8 AZIONI CORRETTIVEINDILAZIONABILIR 8

AZIONI CORRETTIVE

INDILAZIONABILI

AZIONI CORRETTIVE NECESSARIE DA PROGRAMMARE CON

URGENZA4 < R < 8

AZIONI CORRETTIVE E/O MIGLIORATIVE DA PROGRAMMARE2 < R < 3

AZIONI MIGLIORATIVE

A BREVE - MEDIO TERMINE

2 < R < 3

AZIONI MIGLIORATIVE DA VALUTARE IN FASE DI PROGRAMMAZIONE

R = 12009 52/54

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I PROVVEDIMENTI

R > 8 Entro 30 giorni con l’ adozione diprecauzioni immediateR 8

AZIONI CORRETTIVE

precauzioni immediate

AZIONI CORRETTIVE NECESSARIE DA PROGRAMMARE

entro 120 giorni4 < R < 8

AZIONI CORRETTIVE E/O MIGLIORATIVE DA PROGRAMMARE2 < R < 3

AZIONI MIGLIORATIVE

MIGLIORATIVE DA PROGRAMMAREEntro 18 mesi

2 < R < 3

AZIONI MIGLIORATIVE DA VALUTARE IN FASE

DI ristrutturazione o di programmazioneR = 1

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