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MARCO MARTINI MARCO MARTINI MARCO MARTINI MARCO MARTINI INSEGNARE GLI INSEGNARE GLI INSEGNARE GLI INSEGNARE GLI ULTIMI ULTIMI ULTIMI ULTIMI CINQUANT’ANNI CINQUANT’ANNI CINQUANT’ANNI CINQUANT’ANNI DELLA STORIA DELLA STORIA DELLA STORIA DELLA STORIA D’ITALIA D’ITALIA D’ITALIA D’ITALIA Edizioni ISSUU.COM

Insegnare gli ultimi cinquant'anni della storia d'Italia

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Atti del Convegno di Storia Contemporanea svoltosi a F.te dei Marmi ven. 15, sab. 16 e dom. 17 dicembre 1995, per un totale di 16 (sedici) ore. Il Convegno, che ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori da tutta Italia, ha avuto una finalità essenzialmente didattica. La conclusione si è interrogata sull'utilità dei mezzi audiovisivi, quale esperienza laboratoriale, nell'insegnamento della storia contemporanea.

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MARCO MARTINIMARCO MARTINIMARCO MARTINIMARCO MARTINI

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ULTIMI ULTIMI ULTIMI ULTIMI

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Edizioni ISSUU.COM

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CORSO DI AGGIORNAMENTO "INSEGNARE GU ULTIMI CINQUANT'ANNI DElLASTORIA D'ITALIA" 15-16-17 dicembre 1995, Forte dei Marmi, Centro Conaressi Venilia Holida)'1

PERCHE' iNSEGNARE GU ULTIMI CINQUANT'ANNI DELLA STORIA D'ITALIAPAOW PEZZlNO, Università di Pila

La crlSl della prima repubblica è da tempo al centro deldibattito politico e dell'attenzione dell'opinione pubblica italiana.Come spesso avviene, le analisi, le interpretazioni, le discussionitendono a ricercare nel passato le cause dei fanomeni presenti, in ungiudizio liquidatorio che appiattisce ogni differenza e articolazionestorica. La proposta di un Convegno sugli ultimi cinquanta anni dellanostra storia muove proprio dalla constatazione che davanti allacrisi profonda che stiamo vivendo, crisi istituzionale, crisipolitica, crisi fiscale, ma anche crisi di una identità collettiva,nazionale, che peraltro è sempre apparsa debole, o più debolerispetto ad altre nazioni, vi è più che mai bisogno di elaborareschemi interpretativi al di là della parzialità di chi ha interesseall'adozione di determinate soluzioni e necessita, quindi, di fondareprogetti di riforma su frettolosi giudizi storici.

Una riflessione pacata e approfondita sembra oggi possibile: glistorici hanno cominciato a riflettere sull'intero periodo, e nel girodi pochi anni sono usciti alcuni contributi di sintesi significativie ambiziosi progetti editoriali. si può affermare che con la' finedella politica delle esclusioni e la crisi del ~egime consociativo,che ne rappresentava il conseguente corollario, un'epoca storicaappare effettivamente conclusa e aperta ad una valutazionecomplessiva di carattere scientifico.

Il convegno si propone di portare alla luce la complessità dellastoria italiana di questo cinquantennio, senza appiattirla in unadimensione politico-istituzionale che esalti unicamente la categoriadella crisi: è necessario infatti sottolineare con forza come ilcinquantennio appena trascorso abbia rappresentato il più qrandeperiodo di mutamento della società italiana. E tuttavia se ladimensione del mutamento e della trasformazione non può che essere alcentro dell'analisi, essa non deve essere adottata acriticamente, inuna compiaciuta elencazione di quanto è cambiato, ~a in unaprospettiva che abbracci l'intreccio fra mutamenti sQCiali,economici, pOlitico-istituzionali, e fattori di resistenza,persistenza, opposizione alla modernizzazione del paese.

Bibliografia generaleA distanza di pochi anni sono usciti alcuni testi che, sia pure

con impostazioni diverse, hanno suggerito proposte di interpretazionegenerale del periodo: mi riferisco ai libri di Paul Ginsborg, storiad'Italia dal dopoguerra a oggi, Torino, Einaudi, 1989, PietroScoppola, La repubblica dei partiti, Bologna, Il Mulino, 1~91, silvioLanaro, storia dell'Italia repubblicana, Venezia, Marsilio, 1992,Aurelio Lepre, storia della prima repubblica, Bologna, Il Mulino,1993, Piero Craveri, La Repubblica dal 1958 al 1992, Torino, utet,1992. Inoltre l'editore Einaudi sta pubblicando una storiadell'Italia repubblicana, della quale sono usciti finora tre volumi.

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{so DI AGGIORNAMENTO "INSEGNARE GLI ULTIMI CINQUANT'ANNI DELLAORIA D'ITAL~" 15-16-17 dicembre 1995, Forte dei Marmi, Centro Congressi Versilia Holidays

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COSTITUZIONE E STORIA D'ITALIAALESSANDRO PIZZORUSSO, Università di Pisa

Negli ultimi due secoli la nozione di costituzione è stata impiegatain significati parzialmente differenziati. Una prima bnportante divergenzasi ebbe fin dalla fase iniziale di quel movimentodi opinione che si suo.lchiamare "costituzionalismo" e che si propose di assicurare, attraversola valorizzazione del ruolo della costituzione, la garanzia dei diritti dilibertà e di partecipazione politica dei cittadini.

Mentre infatti negli stati uniti, dove fu adottata nel 1787 la primacostituzione in senso moderno, si venne subito affermando la tendenza aconsiderare le norme costituzionali come delle vere e proprie normegiuridiche, sovraordinate rispetto alle norme giuridiche poste medianteleggi ordinarie, e quindi capaci di determinare l'invalidità delle leggiincostituzionali accertabile da parte dei giudici, in Europa si affermòinvece la tendenza a considerare la costituzione soprattutto come undocumento politico, mediante il quale veniva espresso un indirizzonormalmente capace di in.flu9TIzare l'attività dei pubblici poteri, mainvece insuscettibile di trovare diretta attuazione mediante proceduredi tipo giuridico e più specificamente giudiziario.

Mentre quindi negli stati uniti; fin dal 1803, la Corte supremaproclamò rr diritto dei gluClici di <r:sappllcare le -leggi ll1Costituziona::1,configurandolo come una mera conseguenza della ~pefi:Ofi.tà dell'acostituzione - qualificata come higher law - sulla legge ordinaria, JJ:1Euro a prevalse la concezione della costituz' ne come cost' uzio eessili e, mo l.cabile o erogab e come una qualunque legge.

Ne derivò una separazione assai profonda giacchè, nei due secoliche seguirono, il costituzionalismo americano venne sviluppandosisoprattutto attraverso l'opera della Corte suprema, che in talunimomenti esercito un ruolo molto lIDportante, anche dal punto di vistapolitico, per la tutela e lo sviluppo dei diritti fondamentali dei citta-dini' mentre il costituzionalismo europeo restò ancorato alla concezionedella costituzione come documento politico per tutto il XIX secolo ed'6ltre, e solo negli ultimi cinquant'annl. e venuto in certa IDÌsurariawicinanaosi alla conceZlone amer icana.

Fon amentale, ai firu. di questo riavvicinamento è statal'elaborazione teorica che ha considerato la costituzione come un testonormativo dotato di efficacia sovraordinata a quella delle leggiordinarie. Donde è derivata una generale revisione della teoria delle"fonti del diritto" che ha portato alla sua ristrutturazione sulla basedel principio di gerarchia delle fonti stesse e delle norme che da essedar ìvano. A questa impostazione si sono r~_f~tte le corti costituzionaliche hanno operato in un numero sempre maggiore di paesi, ma anche igiudici ordinari - ed i giuristi in genere - i quali hanno imparato adapplicare la Costituzione, sia direttamente, ove possibile, sia comestrumento per l'interpretazione "costituzionalmente conforme" della leggeva

•Bibliografia:

_.:::f Piero Calamandrei, Alessandro Levi (curatori), Commentario sistematicoalla Costituzione italiana, Barbèra, Firenze, 1950, volumi 2.Commentariodella costituzione, fondato da Giuseppe Branca e proseguitoda Alessandro pizzorusso, Zanichelli, Bologna, volumi pubblicati 29.Vezio Crisafulli, Livio Pa Lacì.iri (curatori), Commentario breve allaCostituzione, Cedam,Padova, 1990.Guido Neppi Modona(curatore), stato della Costituzione. Principi, regole,equilibri. Le ragioni della storia, i compiti di oggi, il saggiatore, Milano,1995.Giurisprudenza costituzionale, rivista bimestrale, Giuffrè, Milano, 1956ss.Quaderni costituzionali, rivista quadrimestrale, il Mulino, Bologna, 1981ss.

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Lo Statuto albertino o Statuto fondamentale del Regno di Sardegnadel 1848 é un complesso di leggi "concesso" dall'alto, dal sovra-no, senza alcuna approvazione popolare. Si riconoscono perlopiù ipoteri del re, che può nominare anche i giudici. É una costitu-zione inadeguata, non lontana, nella sostanza, da quelle dellaRestaurazione. Il monarca ha ampi poteri anche in politica esteraed in questo senso si spiegano le "radiose giornate" del maggio1915 e l'entrata in guerra dell'Italia. La costituzione repubbli-cana é invece il punto di arrivo delle lotte risorgimentali:inItalia una democrazia cdPiuta si realizza Solo con le elezionidel 1946, con un vero suffragio universale. Dal 1946 al 1948l'Assemblea Costituente doveva occuparsi quasi esclusivamente diredigere il nuovo testo costituzionale. Il 18 aprile 1948 vieneeletto il primo parlamento della repubblica italiana. Segue ilperiodo della "guerra fredd~" e per "paura" le sinistre, in Ita-lia, vengono escluse dal governo. Dal 1948 nasce il problema direndere sostanziale una costituzione formale. In Europa, dallarivoluzione francese in poi, la legge é indiscutibile e superioree va solo osservata: i giudici sono soggetti alla legge e devonoosservarla. Negli U.S.A., se i giudici ritengono incostituzionaleuna legge, possono sospendere la legge e rimetterla alla decisio-ne della Corte Suprema. Tali teorie statunitensi penetrarono inItalia solo negli ultimi 50 anni, con il presidente GiovanniGronchi. Attualmente, é sicuramente illegittimo pensare di can- ..~celIare la costituzione repubblicana italiana: in Italia, i~,~cambiamento di una legge elettorale, dal sistema maggioritario aquello proporzionale, non implica affatto una revisione costitu-zionale.

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~ORSO DI AGGIORNAMENTO "INSEGNARE GU ULTIMI CINQUANT'ANNI DELLASTORIA D'IT ALlA" 15-16-17 dicembre 1995, Forte dei Marmi, CeDuo Coqreui Venilia Holiday.

LE RESISTENZE E LE IDENTITA' NAZIONALIMICHELE BATIINI, Scuola Normale Superiore di Pila

1. Gli argomenti che intendo svolgere nella mia lezione sono:

a) le strutture internazionali e la dimensione di civiltà dell'antifascismo europeo, dal

1936 al 1945: un riepilogo e una collocazione provvisoria nella storia dell'Europa

del Novecento;b) la resistenza antinazista dall'Est all'Ovest d'Europa. l serbo-montenegrini, gli

italiani del Nord, iFrancesi del Sud e del Nord;b.1) Resistenza antinazista e cultura dell'identità nazionale nei Balcani

jugoslavi.b.2) la Resistenza in Francia come epilogo di centocinquant'anni di guerre

franco-francesi;b.3) Resistenza italiana, origini della Repubblica e miti nazionali.

2. La lezione seguirà dunque in un primo tempo un ordine sincronico, per stabilire i

termini di una comparazione corretta: le coordinate e la contiguità geografica e

storica dei tre casi presi in esame. In un secondo tempo, si inquadreranno gli eventi

resistenziali e i modelli di civiltà delle resistenze nazionali, nel tempo lungo della

storia delle tre nazioni, per porre al centro dell' attenzione il ruolo da essi esercitato

nella storia culturale dei rispettivi paesi modificando e plasmando l'idea di nazione.o/t)

Bibliografia

1) J. Pirjevic, Il giorno di S. Vito. Jugoslavia 1918-1922. Storia di una tragedia.•

Torino, 1993.

2) H.R. Kedward, Resistance in Yichy France, London 1978.

3) C. Pavone, Alle origini della Repubblica. Scritti su fascismo, antifascismo e

continuità dello Stato, Torino, 1995.

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CORSO DI AGGIO~AMENTO "INSEGNARE GU ULTIMI CINQUANT'ANNI DELLASTORIA D'IT ALIA" 1~-16-17 dicembre 1995, Forte dei Marmi, Centro Ccngressi Versilia Holidays

L'ITALIA DELLE STRAGI. STRATEGIA DELLA . .m ~AA:A: TENSIONE E TERRORISMI _~Dt~ trcvlh ~ '\W~

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NICOLA TRANFAGLIA, Università d~OrinO

1 - L'Italia degli anni settanta, crisi politica e "strategia della tensione"

2 - Terrorismo "nero" e terrorismo "rosso"

3 - Terrorismi e politica. Il caso Moro

4 - Mafia e politica. Il caso Cirillo

5 - Anatomia del "doppio stato"

Riferimenti bibliografici

M.Brutti, Primo rapporto parlamentare sui servizi di sicurezza, Laterza editoreF.Ferraresi, La destra radicale, FeltrinelliS.Flamigni, La tela del ragno, Kaos edizioniG.Galli, Affari di Stato, Kaos edizioniG.Galli, Storia del partito armato, RizzoliA.Silj, Malpaese, Donzelli editoreN.Tranfaglia, La mafia come metodo, Laterza editoreN.Tranfaglia, Mafia, politica e affari, Laterza editore ~/ o

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Gli studi sulla criminalità sono difficili perche le fonti sono poche e poco accessibili,inquanto trattasi, perlopiù, di documenti qiudtztan.Le prospettive del giudice e dello storicosono diverse.Nell'immediato dopoguerra è molto forte il "pericolo rosso".Dopo la guerra, cisono stati contatti tra De Gasperi ed il Servizio Segreto americano:gli americani eviden-ziano la necessità di proteggere l'Italia dai comunisti e De Gasperi accetta.Negli anni '70inizia la strategia della tensione da parte delle B.R.II P.C I.,nella storia dell'Italia repubbli-cana, ha avuto nessi molto forti con l'U.R.S.S fino ai primi anni '70. ma non ha organizza-to alcun tentativo insurrezionale.Quando, con il primo governo Moro, nel dicembre '63, isocialisti chiedono la scuola media unificata e la nazionalizzazione dell'energia elettrica,la destra risponde con il tentatp colpo di Stato del gen.De Lorenzo, nel ~Iio '64'è untentativo,riuscito in seguito e con altri mezzi,di fermare il centro-sinistra Si torna ad uncentrismo mascherato da centro-sinistra; Moro sarà sacrificato dalla D.C. quando capisceche è necessario Inserire i comunisti nel governo(politica delle "parallele convergenti").Il 12 dicembre 1969 Si verifica la strage di p.zza Fontana:16 morti e centinaia di feriti.Éuna strage che ha tutte le caratteristiche dell'operare della destra:si spara nel mucchio.senza obiettivi specifici.La creazione della tensione mette paura alle forze che vogliono ilcambiamento' la tensione è quindi uno strumento vòlto a stabilizzare e non a cambiare oa destabilizzare.Segue l'espansione dei vari terrorismi.Dal '69 al '75 esplode il !err9rismonero, che è dominante nel 75% dei casi.Non si sarebbe verificato,probabilmente,se ilP.C.I avesse cambiato nome e si fosse staccato dall'U.R.S.S ,se avesse cioè operato quelcambiamento che ha fatto solo nel 1989.A differenza del terrorismo rosso, il terrorismonero ha quasi sempre collegamenti con i servizi segreti.Entrambi nascono per mancanzadi riforme. Il terrorismo rosso ritiene fallite le lotte effettuate fino ad ora e ritiene perciònecessaria la lotta armata. Entrano in gioco, in seguito, due poteri occulti:la mafia e granparte della massoneria. La mafia siciliana inizia con il commercio degli stupefacenti chearrivano dall'Oriente, in collegamento con la camorra napoletana e la 'ndrangheta cala-brese.ll giudice Terranova. In Sicilia, viene ucciso dalla mafia perché aveva capito la ne-cessità di combattere la mafia intesa come orqaruzzazione.La mafia gestisce gli appaltipubblici, fra gli anni '60 e gli anni '70,anni in cui si costruisce. ad esempio,l'autostrada delsole La mafia entra sempre più in contatto con lo Stato ed i partiti politici di centro,quali la D.C.(di Andreotti e Forlani),il P.R.I.,il P.S.1. di Craxi.1 nomi di questi politici si tro-vano nei documenti;si tiene presente,anche se in dose minore poiché meno importantepoliticamente. il M.S.I.La mafia, a macchia d'olio,si impadronisce anche della stampa,na-zionale e locale, dei settimanali e tenta di monopolizzare anche la T.V.L'obiettivo è quel-lo di togliere,gradatamente tutto il potere al parlamento.Mafia, terrorismo e massoneria daun lato e autorità legale dall'altro danno l'immagine di un 'doppio Stato' Gli incontri tramassoni. terroristi e mafiosi sono numerosi e significativi A Napoli viene rapito,dalle B.R.dell'ala di Senzani,Ciro Cirillo;inusualmente le B.R. chiedono un riscatto,di alcuni miliardi.Piccol i, segretario D.C ,e Gava, si rivolgono a Raffaele Cutolo, capo della camorra, ma ormaiin declino rispetto a Carmine Alfieri e ad altre famiglie napoletane.Allora Piccoli e Gavasi rivolgono ai capi della nuova camorra, il riscatto viene pagato e Cirillo viene liberato.Mentre sta recandosi al processo,Cirilio viene rapito da un'auto e portato ad un colloquiosegreto con Gava che gli dice di non fare affermazioni compromettenti al processo.Il caso Cirillo,come il caso Moro,è molto significativo e pieno di oscurità,di "buchi neri".I servizi segreti vendono una macchina da scrivere ad una tipografia il cui titolare faparte delle B.R., per esempio. Romano Prodi dice alla moglie di Moro di recarsi in via Gra-doli.poiché li,in base ad una anonima telefonata,si troverebbe il marito,ma i carabinierinegano l'esistenza di tale strada,che invece esiste Si forma una commissione 'sul casoMoro,costituita da 10 persone,delle quali 8 appartengono alla P2.Le B R.,uccidendo Moro,hanno fatto sostanzialmente un piacere al centro. che voleva escludere il P.C.1. dal gover-no.

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CORSO DI AGGIORNAMENTO "INSEGNARE GLI ULTIMI CINQUANT' ANNI. DEL~STORIA D'ITALlA" 15-16-17 dicembre 1995, Forte dei Marmi, Centro CongressI Versilia

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INSEGNARE LA STORIA CON IL CINEMA~(Oll{l,<./~' (J.e. (...1.Iv-Q.- f U~ V

I. TIdibattito metodologicol. TI" pregiudizio documentario:': il documentario come supposta "fonte oggettiva". TIdocumentario

come rappresentazione orientata e come "spettacolo".2. L'allargamento del campo: Mare Ferro e il cinema di finzione come agente della storia, come

lettura cinematografica della storia, come oggetro di lettura storica3. Verso il "film storico" come genere specifico.

Il cinema come strumento di una storiografia del "doppio intreccio" .dei brandi eventi storici e "deicomportamenti quotidiani della gente semplice": Yvette Birò.ilcinema come àutorappresentazione di una società: Pierre Sorlin e la nozione di visibile

4. Il "film storico" come genere specifico: il Ilduplice .....iaggio nel passato"; la rappresentazione delpassato come strumento che una società ha per mostrarsi e autorappresentarsl; il "contratto" conil pubblico e il Ilsapere storico condiviso l' alla base del film storico come genere autonomo e

ncono-scibile,n I criteri per la lettura del rum storico: ìl "metodo Sorìin" ed altre istruzioni per l'uso

1. Il Ilmetodo Sorlin": icriteri della scelta del film-documento e della verifica della sua "storia";Porganizzazione del materiale storico come spia del "sapere storico condivisoli di una società;la relazione fra il materiale storico e il materiale finzionale nella fabula del film storico; il ruolodegli "indici di storicità"; la "struttura narrativa" della rappresentazione del passato come

proieionedei conflitti del "presente del film"

2. Le modalità discorsive (tecniche di costruzione dei "punti di vista", uso degli "indici di quotidiani-tà'' ecc.) come assul1zioni/spm1amentì di prospettiva (rispetto al sapere storico condiviso) e

comeprogrammazione del pubblico

3. TImodello dei film storico: La presa del potere di Luigi .xIV di Roberto Rossellini: igrandi eventicome Ilqnotidianità" c come Ilspettacolo

ID Un esempio di lettura attraverso il cinema della storia dell' Italia contemporanea: la rap-presentazione del passato nel If cinema fascista"

BIBliOGRAFIAM. Ferro, Cinéma et hisioire. Le cinema agent et source de l'Histoire, 197i; trad. it. Cinema e

storia,Feltrinelli, 1980

P. Sorlin, Sociologie du cinema, 1977; trad. iL Sociologia del cinema. Garzanti, 1979P. Sorlin, The Film in History. Restanging lire Past, 1980; trad. it. La storia nei film. Interpretazioni

del passato. con Introduzione di G. Goti e Presentazione di P. Ortoleva, La Nuova Italia,

1984Y. Birò, Le film historique et ses aspects modernes, in "Bianco e Nero" n 1-2, 1963AA VV, Passato ridono, La casa Usher, 1983AA.VV. Storia e cinema, fascicolo monografico di tI storia e storie", n. 9, aprile 1983J. Gili, Fifm storico efilm in costume, in ..\A_VV. Il cinema italiano sotto ilfascismo, Marsilio,1979R. Brunetta. L 'ora d'Africa del cinema italiano. l'materiali di lavoro". Rovereto, 1989