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4 GIUGNO Ingresso in Diocesi di Mons. Giudice Tutto il programma PREMIO EUANGHELION Anno VI - n. 05 Maggio 2011 € 1,00 Insieme + I passi della storia € 2,00 mensile di attualità e cultura dell’Agro in sieme I protagonisti della Buona ComunicAzione

Insieme - Maggio 2011

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Mensile della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. All'interno Premio Euanghelion con Rosario Carello e Marina Corradi; Nuovo Vescovo Giudice.

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4 GIUGNOIngresso in Diocesi di Mons. GiudiceTutto il programma

PREMIO EUANGHELION

Anno VI - n. 05Maggio 2011€ 1,00

Insieme + I passi della storia€ 2,00mensile di attualità e cultura dell’Agro

insieme

I protagonisti della Buona ComunicAzione

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Mensile di attualità e cultura dell’AgroEspressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese

Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

EditoreAssociazione Editrice InsiemeLuciano Vastola (presidente)

Direttore ResponsabileAndrea Annunziata

Direttore EditorialeSilvio Longobardi

RedazioneSalvatore D’Angelo, Mariangela Giudice

CoordinatriceAntonietta Abete

Segreteria di redazioneMaria Luisa Franco

MarketingSofia Russo

Amministrazionedon Gaetano Ferraioli

Hanno collaboratoDon Antonio Guarracino, Carmine Giordano, Raffaele Manna, Mimmo Mainardi, Maria Ermelinda Di Lieto, Stefania Grimaldi, Mariavittoria Petrosino, don Enzo Di

Nardi, Matilde Ippolito, Guido Caringi, Martina Grimaldi, Barbara Antignano, Valeria Fedele, Gaetano Ferraioli, Samantha Squitieri, Carlo Attanasio, Ciro D’Alessandro,

Giovanni Severino, Luigi Rispoli, Peppe Iannicelli

AmministrazioneVia Adriana, 18 - 84012 Angri (SA)Tel/Fax 081 5134504 [email protected]

FotografiaLe foto, salvo diversa indicazione, sono dell’Archivio Insieme

Progetto grafico e impaginazioneSalvatore Alfano

StampaGrafica Metelliana s.r.l. - Cava de’ Tirreni (SA)

Abbonamenti€ 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia€ 18,00 ordinario con ritito in edicola

€ 20,00 ordinario con ritiro postale€ 25,00 sostenitore€ 50,00 benefattore

MODALITÀ DI PAGAMENTOc.c.p. 77164507 intestato ad Editrice Insieme, via Adriana 18, 84012 Angri (SA)

Questo numero è stato chiuso in redazione lunedì 2 maggio 2011

“Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata al l’in sin da cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di col la borazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.

insieme

Sommariomaggio 2011

Editoriale07 Come vivere nella precarietà di Silvio Longobardi

Vita nell’Agro14 Notizie dall’Agro Nocerino a cura di Salvatore D’Angelo

Vita ecclesiale19 L’ingresso in diocesi di mons. Giudice20 Assolto, perchè il fatto non sussiste

In diocesi24 Uffici diocesani e associazioni

a cura della Redazione

News dalle parrocchie29 Notizie dalle parrocchie

a cura di Andrea Annunziata

In parrocchia33 Pagine parrocchiali

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La bacheca43 I nostri auguri

a cura della Redazione

Le rubriche44 Granello di senapa

di Carmine Giordano

45 Il legale rispondea cura dell’avv. G. Severino

Ultima fermata46 La notte è sempre più piccola

di Peppe Iannicelli

In copertina Rosario Carello,conduttore di A SUA IMMAGINE

PREMIO EUANGHELION

08 ComunicAzione Quando la parola cambia la vita

09 La buona informazione

11 ComunicAzione giovane

12 I vincitori del concorso scolastico

14Il Direttore scrive ai sindaci dell’Agro

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Fu il ministro Padoa Schioppa a definirli bam-boccioni. La frase è stata forse eccessivamente enfatizzata dai media. Non è giusto generaliz-zare ma non è giusto neppure negare l’eviden-

za. Tanti giovani si danno da fare per costruirsi un futuro dignitoso, studiano, cercano lavoro, accettano i sacrifi-ci, svolgono attività poco retribuite. Ma ci sono anche giovani che vivono a spese dei genitori. Non riescono a trovare lavoro, magari rifiutano un’occupazione perché troppo faticosa e non conforme alle proprie aspettati-ve. Se non fosse così, non ci spiegheremmo come mai, nell’epoca della più grande crisi occupazionale dal dopoguerra ad oggi, non si trovano infermieri, fisioterapisti, farmacisti, installatori di impianti di allarme, pavimen-tatori, parrucchieri e panettieri. Seicentomila posti di lavoro sparsi in tutta la Penisola, in maggioranza al Nord.

La giovinezza è un tempo di transizione, si passa dai so-gni ingenui dell’adolescenza agli impegni e alle responsa-bilità dell’età adulta. Un tempo prezioso in cui si fanno le scelte decisive, quelle che strutturano l’intera esistenza. La fatica delle scelte oggi è resa ancora più difficile dalla precarietà, è come un’ombra che impedisce di vedere con chiarezza l’orizzonte. In queste condizioni è sempre più difficile fare progetti ed è quasi naturale rimandare una scelta impegnativa come il matrimonio. La smarrimento è palpabile, i giovani rinunciano a volare e imparano a vivere alla giornata.

La precarietà non si misura solo con le coordinate eco-nomiche, non dipende solo dalla mancanza di un lavoro sicuro. Negli anni ’50 la generazione dei giovani poteva apparire svantaggiata rispetto all’attuale: aveva negli oc-chi le macerie della guerra ma portava nel cuore grandi ideali, non aveva grosse risorse finanziarie ma poteva contare su una solida coscienza morale. Proprio quello che oggi manca. La formazione punta ad accrescere le competenze e le conoscenze, si moltiplicano i corsi di laurea, spuntano master di ogni tipo. Tutto questo non basta. Anzi, finisce per alimentare l’illusione.

Ubriacati dal benessere molti giovani non sanno che la vita riserva difficoltà, piccole e grandi. A volte arrivano d’improvviso tempeste che azzerano la voglia di costru-ire. Sono questi i momenti in cui si formano personalità mature, s’impara a vivere con dignità, accettando sacrifici e rifiutando i facili compromessi. Non è forse questa la tenace testimonianza di tanti giovani immigrati che accettano i lavori più umili e vivono in condizioni assai disagiate pur di preparare e garantire un futuro migliore ai loro figli? Sono pronti a pagare un prezzo. Il coraggio di sognare è sempre stata la risorsa principale della gio-vinezza. Se viene a mancare, il futuro della Nazione si fa più incerto.

I giovani hanno diritto al lavoro - o meglio ad avere quel-le opportunità che permettono loro di trovare un lavoro - ma hanno anche diritto ad avere ideali forti. Chi ruba i loro sogni, chi distrugge i valori, chi toglie l’ossigeno spi-rituale, chi li costringe a vivere faccia a terra, chi li chiude in una casa senza finestre, chi riduce il senso della vita al benessere materiale, rende ancora più precaria la loro esi-stenza. Per fare uno scatto in avanti, forse abbiamo biso-gno di tornare indietro per ritrovare le ragioni che danno senso alla vita e permettono di non arrendersi. Spes contra spem. È una parola antica ma quanto mai necessaria.

EDITORIALEdi Silvio Longobardi

Come vivere nella precarietà

I giovani hanno diritto ad avere ideali forti. Chi ruba i loro sogni, chi li costringe a vivere faccia a terra, rende ancora più precaria la loro esistenza

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PREMIO EUANGHELION

COMUNICAZIONE

Era il giorno di Pentecoste, Pietro parlò alla folla con una passione che non pensava di avere, le parole sgorga-vano dal cuore e arrivarono al cuore degli ascoltatori. Al termine di quel discorso, la gente fece una sola do-

manda: “Cosa dobbiamo fare?”. Quella parola non aveva solo incuriosito ma aveva toccato le corde più intime della coscien-za e aveva generato il desiderio di cambiare vita. Quel comuni-care aveva messo in azione.

C’è modo e modo di comunicare. Alcuni scelgono di raccon-tare fatti di cronaca pescando i dettagli più torbidi, speculan-do sulla tragedia e trasformandola in uno spettacolo. È suffi-ciente ricordare il dramma di Avetrana: una pagina nera della comunicazione. Altri, fortunatamente, scelgono di fare altro. Commentando quel modo di fare giornalismo, Marco Tarqui-nio, direttore di Avvenire, scrisse: «Prima ancora dello stile e dei contenuti, si ritrovi il senso della pietà umana». Devo ri-conoscere che molti giornali hanno saputo fare una doverosa autocritica.

Informare vuol dire fotografare la realtà, vuol dire raccontare la vita, ma bisogna farlo in modo che chi legge (o ascolta) riceva una scossa, si senta interpellato, chiamato in causa. Un giorna-lista deve appassionare, commuovere, coinvolgere. In alcuni casi, l’indignazione alimenta la rabbia dei cittadini onesti ma la sensazione di impotenza finisce per generare indifferenza.

Il male fa più notizia, dicono gli addetti ai lavori. In parte han-no ragione. A volte, però, questa legge diventa una scusa. La realtà non è solo quella scritta con la violenza, le furberie, le lotte di potere. È anche quella scritta con la carità e la gene-rosità di quanti spendono la vita per dare gioia agli altri. Militi ignoti dell’unica battaglia che vale la pena combattere, quella che serve a vestire di umanità la vita sociale. L’esempio è arrivato da un giornalista che la Chiesa ha bea-tificato lo scorso anno, Manuel Lozano Garrido: «Tu, quando scriverai, lo dovrai fare in ginocchio per amare; seduto per giu-dicare, in piedi e con forza per combattere e seminare».

Silvio Longobardi

Quando la parola cambia la vita

In foto Marina Corradi e don Silvio Longobardi

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La buona INFORMAZIONESesta edizione per il Premio Euanghelion. Premiati A Sua immagine, Punto Famiglia e Marina Corradi: esperienze di vita al servizio dell’informazione

Una serata intensa ed entu-siasmante quella del 6 apri-le scorso. Si è assistito ad

una bella evoluzione di un’iniziativa nata in sordina, e che in sei anni ha dimostrato quanto bene può fare.Un appuntamento bello, a tratti emozionante, nell’elegante cornice del “Teatro agli Olivetani” di Nocera Inferiore. Una bomboniera che do-vrebbe essere custodita, ma anche maggiormente messa al servizio del-la città.La sesta edizione del Premio Euan-ghelion ha dimostrato che si può fare cultura e proporre serate di spessore, ripetendole semmai con maggiore frequenza.Quanti suggerimenti e quante ri-flessioni sono venute fuori intorno al tema “ComunicAzione: l’informa-zione che diventa notizia”!E sul senso della notizia, soprat-tutto se di cronaca, si è incentrata l’analisi di don Silvio Longobardi, direttore editoriale di Insieme, che ha evidenziato: «La cronaca spesso si ferma alla superficie, si limita a raccontare i fatti, a volte lo fa con la presunzione di poter e saper sepa-rare i fatti dalle opinioni. Impossibi-le perché chi guarda e racconta lo fa con la sua sensibilità».Il sacerdote, sempre distintosi per l’attenzione verso i media e la sen-sibilità culturale, ha aggiunto: «La cronaca riporta fatti ma spesso non scava, con quella delicatezza e quel rispetto che dobbiamo ad ogni esse-re umano, nelle pieghe dell’anima. Si rischia di dimenticare che dietro i fatti ci sono persone e dentro cia-scuna persona c’è sempre una luce,

a volte un barlume, che il male non può oscurare». A ricevere l’Angelo d’argento, sim-bolo della buona comunicazione, quella diversa e non stereotipata, la trasmissione di Rai 1 A Sua imma-gine, l’editorialista di Avvenire Ma-rina Corradi e il bimestrale Punto famiglia. Incisive le esperienze dei premiati.

Carello e l’etica del telespettatore

«Quando tre anni fa sono arrivato ad A Sua immagine – ha racconta-to Rosario Carello, conduttore del programma di Rai 1 – ho detto di fare leva sulla vita vera, che non è sempre quella vista in televisione. Ho pensato di mettere al sabato un programma che parlasse di questo, con le esperienze della mamma che vive a Milano e si impegna perché le ragazze che pensano all’aborto pos-sano cambiare idea, dei nuovi sa-cerdoti, dei religiosi che si interessa-no della lotta alla mafia. Insomma, scelte non raccontate e che nascono nel nostro mondo cattolico italiano. Una Chiesa di grande vitalità».Una scommessa azzardata per tan-ti, ma che alla fine ha dato i suoi frutti: «Ci prendevano per pazzi – ha rivelato – ma dopo tre anni gli ascolti sono raddoppiati, se non tri-plicati. Ed incontriamo un pubblico che prima non avevamo, tra cui le persone che non credono, che sono in ricerca, atei catturati dalla storia di quella mamma o quel padre che

testimonia».Proposte di qualità premiate dal pubblico: «Se c’è chi dà la pappa per cani al pubblico, questo che può fare? Dice che schifo, storce il naso, però quando ha fame mangia lo stesso. Noi, invece, abbiamo notato che se si prova a dare al pubblico un’offerta diversa, percepisce che c’è qualcosa di nuovo, di alto e po-polare, e così reagisce e gradisce».Il giornalista calabrese ha, però, sollevato una questione etica che coinvolge i lettori ed i telespettato-ri: «Per me si può anche discutere sulla qualità di fare giornalismo, ma la selezione, la facciamo all’edicola o con il telecomando. Ci vuole una ri-sposta del pubblico, che deve scat-tare quando vede qualcosa di male. Non è possibile delegare tutto a chi produce».

Marina Corradi e la luce in fondo al tunnel

Poteva essere una brava e cinica cronista di nera, è diventata un’ec-

Don Andrea Annunziata premia Rosario Carello

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EDICOLA

GIORNALI Amato Antonio EDICOLA DIODATOEDICOLA Ruocco Bruna EDICOLA Attianese Vincenzo EDICOLA Auletta Gambilongo EnricoEDICOLA Ferro Francesca CARTOLIBRERIA CORINTO CENTRO EDICOLA EDICOLA Lambiase SARDO ART EDICOLA Daniele Raffaela KAIROSCART’EDICOLA EDICOLA D’Andria Giuseppe EDICOLA Zambrano Valentino MIR MIR MIRTUTTO srl di Bello M. Rosaria

INDIRIZZO

Via dei Goti, 11 Via dei Goti, 157Piazza DoriaC.so Vittorio Emanuele, 42Via Marco Nonio Balbo Via Roma, 79 Via Loria, 31Via Russo Piazza ZanardelliVia CesaranoVia G. Marconi Via Caduti di Superga, 5Via Ugo Foscolo, 34Via GramsciC.so Umberto I, 11Via Roma, 85-87Via Roma, 50

CITTA’

Angri Angri Angri Nocera Inferiore Nocera Inferiore Nocera Inferiore Nocera Inferiore Nocera SuperioreRoccapiemonte Pagani Pagani PaganiS. Egidio del Monte AlbinoS. Marzano sul SarnoS. Valentino TorioSarnoSarno

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cellente giornalista che si impegna a mettere in luce il buono di una storia.«Ho cominciato a lavorare per La Notte, un giornale che parlava di morti ammazzati e strangolati» ha raccontato Marina Corradi. «Non ero credente, venivo da una famiglia cattolica per modo di dire. C’erano tutti i presupposti per avere un cini-smo assoluto – ha spiegato – non so cosa è accaduto. Credo che sia stata la realtà brutale ad educarmi».Una testimonianza d’effetto quella portata dall’editorialista di Avveni-re, risultato di un’attività maieu-tica: «Era opaco e doloroso quello

che vedevo. Dopo un attentato an-dai in obitorio a vedere corpi con le braccia penzolanti sotto le coperte, mi diede l’impressione di essere di fronte a burattini. Sono uscita in-cenerita e lì ho pensato che Dio, la Madonna, fossero tutte balle. Ho at-traversato una sorta di disperazio-ne. Poi l’istinto vitale mi ha portato a reagire».«Andavo, sì, a trovare storie di mor-te, ma cercando la luce in quel buio. Anche nel raccontare la storia dello spacciatore ammazzato c’è sempre un fondo fatto di altre cose. Perché si va dalla madre che ti dice: “Ep-pure da bambino non era cattivo”. Lo immagini così giocare e ti com-muove il dolore di quella donna. E capisci che è un qualcosa che ti ri-guardava. Ecco, paradossalmente, in questa scuola della violenza ho avuto l’istinto vitale di cercare una bellezza».Ad influenzare il lavoro ci si mette anche la vita privata: «Ho sposato un uomo credente ed ho avuto tre figli. Questo mi ha cambiato moltis-simo. Avendo in braccio il primo fi-glio sono stata trafitta da un pensie-ro: ho pensato che anche tutti quei morti erano stati bambini e così ho cominciato ad avere uno sguardo

materno su tutto. Poi ad Avvenire ho completato questa mia visione vedendo tanti cristiani all’opera ed ho detto: qua c’è qualcosa di vero!». E le tante esperienze vissute. Tra queste quella al seguito del cardina-le Tonini in Amazzonia: «Quei mis-sionari italiani erano molto più felici di tanti che vedevo bere il Campari in via Manzoni a Milano, quando la-voravo a La Repubblica. Questo mi ha segnato».Da qui lo slancio finale: «I figli sono stati una grazia. La materni-tà ti apre orizzonti eccezionali. E così ho continuato a lavorare cer-cando la piccola luce nel buio».

Salvatore D’Angelo

Don Silvio Longobardi premia Marina Corradi

Salvatore Campitiello premia la redazione di Punto Famiglia

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Seconda edizione del concorso organizzato da Insieme per le scuole dal tema “ComunicAzio-ne”: la comunicazione che diventa azione. Gli

studenti vincitori del concorso hanno partecipato alla fase mattutina del Convegno, durante la quale sono stati loro consegnati i premi. Circa duecento ragazzi hanno affollato il teatro, dai bimbi delle elementa-ri alle superiori, accompagnati dai loro insegnanti e da alcuni genitori. Molti ragazzi erano incuriositi e contenti di dover ricevere un premio, una volta tanto protagonisti in un mondo fatto a immagine e somi-

glianza degli adulti. Ad introdurli al tema della gior-nata, attraverso una efficace meditazione evangelica, è stato il direttore responsabile di Insieme, don An-drea Annunziata, a seguire la relazione della diret-trice di Punto Famiglia, Giovanna Abbagnara. Infine, dopo l’ascolto attento e partecipato, il momento più atteso: la consegna dei premi, scelti tra i numerosi elaborati pervenuti, a conclusione di un evento in cui anche i giovanissimi hanno imparato a sentirsi parte attiva della ComunicAzione nella società.

Mariangela Giudice

Qual è la leva che muove una buona azione? Io faccio molte buone azioni perché le ho ricevute o sono stata educata a farne. Le motivazioni possono diventare anche di tipo egoistico: perché me lo ha chiesto Tizio a cui non posso dire di no,

perché mi piace dare un’immagine bella di me e che faccia invidia agli altri. La comunica-zione può essere positiva o negativa e può generare azioni buone o cattive. Ad esempio se io, genitore, dopo aver usato un fazzolettino, lo butto per strada davanti a mio figlio, non solo sarò stato maleducato ma avrò anche comunicato un’azione negativa. Questa regola è applicabile in ogni ambito della nostra vita, anche in quell’ambito che per eccellenza dovrebbe essere fruitore di buona comunicazione, e cioè quello della cultura.

ComunicAzione giovanePrima del convegno serale il Teatro agli Olivetaniha ospitato i giovani premiati del concorso per le scuole

Dalla relazione di Giovanna Abbagnara, direttrice di Punto Famiglia

Buona azione e comunicazione

Disegno di Raffaella Napoletano, Liceo “Sensale”

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Anche quest’anno Insieme assegna il premio intitolato alla

memoria di Vincenzo Vastola, giovane della nostra terra

simbolo di intraprendenza, di altruismo e speranza. A rice-

vere il premio, consistente in una donazione di libri per un

totale di € 300,00, offerti da papà Luciano e mamma An-

tonietta, è stato il Liceo scientifico “N. Sensale” di Nocera

Inferiore, per aver prodotto il maggior numero di elaborati.

La giuriaGiovanna Abbagnara, direttrice di Punto Famiglia; Francesco Fasolino, ispettore Ministero Pubblica Istruzione; Gianfrancesco D’Andrea, diret-tore responsabile di Clarus; Mariangela Palmieri, giornalista di Quarto Canale; Anna Rosa Sessa, giornalista di Telenuova; Alfredo Salucci, rap-presentante per Assostampa; Antonietta Abete, coordinatrice di Insieme.

Scuole ElementariEcoRiciclaggio, Primo circolo didattico di Angri

Scuole Medie1) Happy news, Scuola media “Don L. Milani” di S. Valentino Torio2) Intervista Caritas, II F, Scuola media “A. Criscuolo” di Pagani3) Un ponte con il Madagascar, I F, Scuola media “A. Criscuolo” di Pagani

Scuole Superiori1) Piccoli Gesti, Carmen Fortino, Liceo scientifico “N. Sensale” di Nocera Inferiore2) L’agire della farfalla, Raffaella Napoletano, Liceo scientifico “N. Sensale” di Nocera Inferiore3) Regala un sorriso, III G, Liceo scientifico “Mons. B. Mangino” di Pagani

Hanno ricevuto una menzione particolare: La III F della Scuola media “A. Criscuolo”; la III D e Santina Contaldo della Scuola media “Don L. Milani”; l’IPAA sezione di Angri; Tiziana Lorenzi, Chiara La Rocca, Salvatore D’Alessandro, Alessandro Petrosino, Biagio Santonicola, Angela Ruggiero, la II D e la II C del Liceo Scientifico “N. Sensale”, di Nocera Inferiore.

Premio “Vincenzo Vastola”

I vincitoriII F, scuola media “A. Criscuolo” di Pagani

I ragazzi della III G del Liceo scientifico “Mons. B. Mangino”, di Pagani

I protagonisti di Happy news, primi classificati per la categoria scuole medie

Premiazione dell’elaborato “L’agire della farfalla”

Carmen Fortino, prima classificata per la categoria scuole superiori

I ragazzi della I F

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VITA NELL’AGROa cura di Salvatore D’Angelo

Egregio signor Sindaco,

la dignità della persona è l’indiscutibile fondamen-to della politica. Tutti siamo d’accordo sul fatto che l’attenzione ai poveri misura l’impegno sociale di quanti hanno chiesto e ottenuto di amministrare i Comuni dell’Agro.

Una società che dimentica i più deboli e lascia nell’indigenza quanti sono privi del necessario, fa-vorisce il degrado e lascia spazi alla criminalità. Povere sono tante famiglie che faticano ad arrivare a fine mese; sono anziani e ammalati, spesso la-sciati soli con i loro problemi; sono gli immigra-ti che in numero crescente vengono in Italia. Po-veri sono anche i giovani che cercano nella droga un’illusoria compensazione del vuoto che portano dentro; sono le persone in mano a usurai senza scrupoli, sono le tante famiglie che portano il peso di figli disabili. Per rispondere a queste e alle al-tre facce della povertà non basta assicurare più risorse economiche ma promuovere una nuova co-

scienza di solidarietà e favorire quelle aggregazioni sociali che scendono in campo e s’impegnano con progetti mirati. Poveri sono anche i bambini non ancora nati. Anzi, Madre Teresa li considerava i più poveri dei poveri, per questo tante volte ha usato tutta la sua auto-rità morale per difendere la loro dignità e il loro diritto alla vita.

Conosco già la vostra obiezione: la questione è de-gna del massimo rispetto ma appartiene esclusiva-mente al giudizio di coscienza. Nessuno vi chiede di violare le convinzioni più intime né tanto meno di forzarle. Basterebbe partire da quello che ma-dre Teresa disse una sera: “Promettiamoci questa sera che nessuna donna sia costretta ad abor-tire”. Costretta dalla mancanza di mezzi, dal giu-dizio dei benpensanti, dalla paura di trovarsi da sola, costretta dalla nostra ignavia.

Conosco anche una seconda obiezione: la difesa della vita non compete alla pubblica amministra-

Il bambino: una risorsa da custodireIl direttore di Insieme scrive ai sindaci dell’Agro. «Lei conosce, Signor Sindaco, quante donne nel suo comune hanno scelto di interrompere la gravidanza nell’ultimo anno? Può dire quello che la sua amministrazione ha messo in campo, anche in termini economici, per sostenere la maternità?»

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LETTERA APERTA AI SINDACI DELL’AGRO

zione ma a quelle organizzazioni che legittimamen-te difendono la dignità del concepito. Su questo punto permettetemi di dissentire. La vita nascente appartiene all’ambito del diritto e dunque all’am-bito pubblico, ai doveri delle istituzioni. La Legge che disciplina l’aborto si presenta così: “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. È una legge che in-tende tutelare la vita nascente, non annientarla; vuole aiutare le donne a vivere la maternità non a disfarsi del bambino.

L’aborto è una questione pubblica, che interpella tutti, perché in gioco c’è la nascita di un bambi-no. Parlare di diritto alla vita vuol dire ricordare che la società ha dei doveri, tutta la società: dalle istituzioni ai singoli cittadini passando per le asso-ciazioni. Ma le istituzioni hanno un ruolo di primo piano, a loro spetta garantire l’effettivo esercizio di un diritto e contrastare tutto ciò che si oppone. Tra l’altro la Legge 194 invita gli enti locali a in-tervenire per superare le eventuali difficoltà che si oppongono alla gravidanza. Mi piacerebbe sapere se la Sua amministrazione ha messo in atto azioni concrete per aiutare le donne ad accogliere la vita. Sarebbe un forte segnale di solidarietà per quelle mamme che si sentono sole e schiacciate dal peso della gravidanza.

Trent’anni fa un referendum popolare confermò la legge sull’aborto approvata nel 1978. Nessuno ne-gava i diritti del concepito ma li subordinava alla volontà della madre. Fu una dolorosa sconfitta. Ma

quella campagna segnò anche l’inizio di una presa di coscienza che ha mobilitato il mondo cattolico e tutto quel vasto volontariato che s’impegna a favo-re della vita. Ogni anno sono migliaia le donne che trovano ascolto, accoglienza e aiuto grazie ai 500 e più Centri di Aiuto alla vita presenti in Italia.

Tante mamme, nonostante il contesto culturale e l’indifferenza, hanno il coraggio di dire di sì alla vita che portano in grembo. Ma spesso hanno biso-gno di essere sostenute dalla solidarietà dello Sta-to e della società civile. È per loro che scrivo questa lettera, per quelle mamme che non vogliono abor-tire ma non hanno i mezzi per portare avanti la gravidanza. Mettiamo da parte le differenti visioni, confrontiamoci con i bisogni concreti della gente.

Qualche esempio positivo

La Regione Lombardia ha destinato un fondo an-nuo di 5 milioni di euro per queste mamme (Delibe-ra n. 84 del 31 maggio 2010). Una piccola somma rispetto alle necessità ma è comunque un segnale importante. Il Comune di Modena ha inserito nel bilancio 2011 un fondo di 30mila euro per le gravi-danze difficili. Gesti concreti. Qualcosa si può fare per uscire dall’indifferenza.

Il Comune può giocare un ruolo attivo e molto im-portante. Lei conosce, Signor Sindaco, quante don-ne del Comune che Lei rappresenta, hanno scelto di interrompere la gravidanza nell’ultimo anno, ne-gli ultimi anni? Può dire quello che la sua Ammi-nistrazione ha messo in campo, anche in termini economici, per sostenere la gravidanza.

“Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Sono queste parole di Gesù che hanno fatto della società occidentale una casa comune fondata sul valore della solidarietà. Spero che siano utili anche per guardare in modo nuovo le mamme e i bambini che portano in grembo. La ringrazio per l’attenzio-ne.

Don Silvio Longobardi

Legge 194, art. 5

Gli enti locali hanno il compito di individuare “le

possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a

rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzio-

ne della gravidanza, di metterla in grado di far valere

i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere

ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna,

offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravi-

danza sia dopo il parto”.

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16 Insieme - Maggio 2011

redazionale a cura dell’uff. stampadel Comune di San Valentino Torio

Pippo Franco, per un giorno, ha abbandonato il Salone Margherita, che da anni è la sua casa teatrale a Roma, per rappresentare il nuovo

spettacolo “Svalutation” a San Valentino Torio.La “Città degli innamorati” ha ospitato il noto e ama-to attore nell’auditorium della scuola “Don Lorenzo Milani”.Con “Svalutation” l’attore romano ha toccato gli ar-gomenti più disparati della società contemporanea, a partire proprio dalla attuale situazione economica che ha colpito un po’ tutti. Con la sua ironia e comi-cità, Pippo Franco è partito dai tempi di Pitagora ed

è arrivato all’attualità: il degrado culturale, la per-dita di ogni valore come testimoniano i dibattiti dei talk show.

Lo spettacolo, voluto for-temente dal sindaco Fe-lice Luminello, rientra nella pianificazione delle iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Il sorriso d’ItaliaPippo Franco ha fatto divertire parlando dei problemi dell’Italia durante uno spettacolo nella cittadina dell’Agro. Soddisfatto il sindaco Felice Luminello

“Svalutation” vede Pippo Franco da solo in palcosce-

nico. Non c’è scenografia, solo una sedia ed un leg-gio. I riflettori lo lasciano in penombra a ragionare sul fine dell’uomo.Le riflessioni “filosofiche” sono accompagnate da alcuni paradossali ma veri

accadimenti umani che di-mostrano che c’è il destino, il fato. Il tutto, ovviamen-te, in chiave umoristica ed ironica, con le battute esilaranti che contraddi-stinguono questo popolare artista.L’attore, in questo conte-sto, non tocca, se non di striscio, il tasto della po-

litica, non ironizza sull’at-tualità stretta. La sua è più una riflessione, divertente ma malinconica sul mondo che cambia, su una società che diventa invivibile per i più anziani; tutto questo per i repentini mutamen-ti sociali, tecnologici, di costume e di stile di vita che emarginano chi, per

l’età, non è stato in grado di adeguarsi al nuovo che avanza.Riflessione troppo se-ria per uno spettacolo comico? Ma il canovaccio “serioso” ed in penombra è riempito di contenuti comici e divertenti, di ironia e comicità solare, “a riflettori abbaglianti”.

Lo spettacoloIl canovaccio “serioso” ed in penombra è riempito di contenuti comici e divertenti

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redazionale a cura dell’uff. stampadel Comune di Sarno

«Ho il piacere di essere testimone principale di questa democra-

zia partecipata e condivisa tra giovani ed adulti, il mio saluto al nuovo Consiglio comunale dei ra-gazzi ed al neo sindaco baby». Il sindaco di Sarno, Amilcare Man-cusi, ha salutato con emozione l’insediamento della IV legisla-tura del Consiglio comunale dei ragazzi.È Celestino Pio Caiazza, 13 anni, il neo sindaco, ed ha le idee chiare con tanto di linee programmatiche per il suo mandato. Eletto presso l’aula consiliare di Palazzo San Francesco, insieme al presidente del consiglio comunale, Vincenzo D’Angelo, 13 anni, entrambi della scuola media Amendola, Celesti-no Pio assume la carica dopo tre legislature femminili. 30, inoltre, i consiglieri baby provenienti dal-le scuole medie “Giovanni Amen-dola” e “Guido Baccelli” e dai cir-coli didattici.Il piccolo primo cittadino ha il-lustrato un programma ben de-finito. Ha scandito le priorità: sicurezza e sorveglianza con im-plemento delle forze dell’ordine, realizzazione di centri sportivi,

creazione di biblioteche e centri culturali nelle sedi scolastiche.Un progetto elaborato insieme ai suoi compagni “A spasso per le via di Sarno”, per conoscere i luo-ghi e gli uomini che hanno fatto la storia del paese.Le elezioni si sono svolte alla presenza del sindaco, Amilcare Mancusi, dell’assessore alle poli-tiche giovanili, Alfredo Mandola, del consigliere comunale, Bruno Liguori, del capo servizio servizi alla persona, Clelia Buonaiuto, dei dirigenti scolastici e dei do-centi. «È un progetto che abbiamo svi-luppato per stimolare idee e ca-pacità progettuali dei ragazzi – ha spiegato il primo cittadino senior – ed è sempre vivace il confronto. I giovani sono propositivi, sensi-bili ai problemi della città, han-no un grande spirito critico. Ab-biamo ascoltato le loro proposte, siamo pronti a metterci in moto per accogliere le loro idee e con-cretizzarle; sono da spunto anche per noi. Per il potenziamento del servizio di biblioteche ci stiamo già adoperando, creeremo inoltre un logo del Consiglio comunale dei ragazzi».

C’è anche il sindaco baby

Eletto a Sarno il Consiglio comunale dei ragazzi. Si tratta della quarta esperienza. Trenta i consiglieri, per la prima volta è stato eletto un sindaco maschio

Ecco il Consiglio comunale baby

Scuola Media “Amendola”: Celestino Pio Caiazza (sin-daco), Vincenzo D’Angelo

(presidente del consiglio), Pap-pacena Salvatore, Ciro Giugliano, Annamaria Franzese, Michele De Filippo, Nunzio Celentano e Claudio Crescenzo. Scuola Media “Baccelli”: Armando Annunziata, Luciana Buonaiuto, Emiliano Caiazza, Roberto De Filippo, Antonio Giudice e Teresa Nappo. I Circolo Didattico: Giuseppe Castaldo, Francesco Buonaiuto, Michele Lanzetta, Ludovica Pa-scale e Luigi Squillante. II Circolo Didattico: Asia Annunziata, No-emi Peluso, Emanuel Pio Buona-iuto, Alfredo Falciano e Carmine Dolgetta. III Circolo Didattico: Federica Filomena Lanzetta, A. Maria Odierna, Lucrezia Donnarumma, Luigi Agovino, Egidio Vincenti e Maria Ilaria Landi.

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redazionale a cura dell’Unità Operativa Complessa Comunicazione, Formazione e Innovazionedel Comune di Angri

L’importante organismo è stato fortemente voluto dall’Amministrazione co-

munale guidata dal Sindaco Pa-squale Mauri, per favorire la rap-presentanza e la partecipazione attiva delle nuove generazioni. Le attività di costituzione del forum hanno avuto inizio nel novembre del 2010, quando il sindaco Mauri e l’Assessore al ramo Annamaria Russo hanno cominciato a tenere degli incontri con i giovani, gli stu-denti e le associazioni operanti sul territorio per definire in maniera condivisa lo Statuto del Forum.

La partecipazione, il confronto, lo scambio di idee, il dialogo e la cri-tica costruttiva sono stati i prin-cipi ispiratori di tutti gli appunta-menti seguiti nei mesi successivi. Una metodologia improntata alla condivisione che sembra essere stata apprezzata dai giovani an-gresi. Si è registrato, infatti, un grande successo di partecipazione sia nella fase di iscrizione al Fo-rum, in cui si è toccata la quota di 800 adesioni, e sia in quella elettorale, in cui ha espresso la propria preferenza ben l’80% degli aventi diritto.

“Aspettiamo le vostre proposte”

«Presto il Forum dei Giovani avrà la propria sede in Piazza Doria, ol-tre a fondi regionali che il governo Mauri si è impegnato ad ottenere per assicurare a voi giovani tutti i mezzi di cui avrete bisogno per svolgere al meglio il vostro operato - ha dichiarato l’Assessore Rus-so -. Il mio augurio è che l’entu-siasmo, l’impegno, la sensibilità e la propositività siano i fattori che ispirino il vostro lavorare insieme. Vi ringrazio di cuore per aver preso parte attivamente e correttamen-

te al processo di costituzione del Forum, mettendo al bando screzi, beghe e velleità politiche. Questo è il Forum dei Giovani, di tutti colo-ro che vogliono realizzare progetti importanti, lasciando una traccia viva del legame e dell’amore nutri-to per la propria città». Il Sindaco Mauri, dopo aver contribuito con ogni mezzo alla costituzione del forum e dei suoi organi direttivi, ha lanciato un invito ai giovani: «Adesso tocca a voi. Mi aspetto che facciate pervenire le vostre proposte al Consiglio Comunale, e che rappresentiate con serietà e passione le istanze dei giovani di Angri a me e alla Giunta».

“Adesso tocca a voi”Si è costituito ad Angri, su impulso dell’Assessore alle Politiche Giovanili Annamaria Russo, il Forum dei Giovani

I membri del Forum

I 25 Consiglieri neo-eletti, Abate Liberato, Attianese Gianluca, Bovino Giovanni, Carlucci Vincenzo, D’Ambrosio Giuseppe, D’Ambrosio Rossella, D’Angelo Costantino, D’Antuono Alfonso, De Vivo Giulio, Di Donato Anna-

maria, Esposito Sara, Faiella Claudio, Fattoruso Nicola, Ferraioli Francesco, Ferrara Vincenzo, Iozzino Gianfranco, Mauri Immacolata, Morena Antonfabio, Morena Gianluca Antonio, Rossi Giovanni, Russo Roberto, Smaldone Paolo, Stile Giuseppe, Tortora Marisa e Verdoliva Gerardina, a soli sei giorni dalla propria elezione, nella giornata di sabato 16 aprile 2011, hanno nominato Presidente Abate Liberato, studente universitario ventitreenne.

Un momento delle elezioni del Forum

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VITA ECCLESIALE

SOLENNE INGRESSO IN DIOCESI di Mons. Giuseppe Giudice

Sabato 4 giugno

ore 16,30 Arrivo all’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore

ore 16,45Accoglienza della Direzione Sanitaria e del mondo ospedaliero (Volontari, AVO, UNITALSI, P.U.A.C.S.) presso la Cappella della struttura ospedaliera

ore 17,00Visita ad alcuni reparti del nosocomio

ore 17,30Arrivo in Piazza Municipio a Nocera Inferiore

ore 17,45Saluto del sindaco di Nocera Inferiorecapofila dell’Agro e del Prefetto Sabatino Marchione

ore 18,00Corteo cittadino e arrivo al Seminario diocesano (Curia), mentre le autorità continuano per la Cattedrale

ore 18,45Inizio della Messa stazionale presso il Seminario diocesanoprocessione fino in Cattedrale con ingresso e presa di possesso della Diocesi da parte del nuovo Vescovo

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Giovedì 21 ottobre 2010 è una data che dif-ficilmente dimenticherò. Mentre ero con un confratello mi raggiunge una telefonata dal

comando della Polizia Locale di Pagani con la richie-sta di incontrarmi urgentemente. Mi precipito al Co-mando ove, insieme al comandante dei vigili, sono ad attendermi due ufficiali di polizia giudiziaria che mi consegnano un avviso di garanzia. Leggo e non nascondo la mia ignoranza nel non capire di cosa si tratta. Mi viene gentilmente spiegato con parole sem-plici, con il consiglio di consultare subito un avvoca-to. Nel pomeriggio, come tutti i giovedì, in parrocchia c’è l’adorazione eucaristica e lì, innanzi all’Eucare-stia cerco una spiegazione ma non riesco a trovarla. A turbarmi maggiormente arriva la telefonata di un giornalista che chiede cosa penso. Evito la risposta, decido immediatamente di scegliere la via del silen-zio.

Ora che tutto è finito non posso, però, più tenere per me delle domande: possibile che la legge umana sia

così poco rispettosa della dignità della persona da consentire a dei “vigliacchi”, che non hanno il corag-gio di dichiarare la loro identità, di rovinare la vita di chi, invece, ha scelto il rispetto delle regole come stile di vita? Possibile che la giustizia umana debba per-der tempo a dar corso ad “atti dovuti” senza operare un elementare discernimento? Possibile che il buon senso sia completamente assente? E con queste, tan-tissime altre domande hanno turbato la mia serenità. Sei mesi di sofferenza e tribolazione condivisa con la comunità parrocchiale che da subito ha fatto quadra-to attorno al suo pastore.

Sei mesi di Quaresima e Venerdì Santo che ci han-no preparato a celebrare con più gioia la Pasqua e ci hanno fatto sperimentare la verità della Parola di Dio che ci accompagna da dieci anni: “Non temere, il Signore ti guiderà sempre!”.Proprio come avviene in famiglia, nell’ora della prova la comunità parrocchiale ha rafforzato il senso della Comunione: Ringraziamo il Signore!

Mentre sto scrivendo, qui, innanzi a Gesù Eucarestia, all’alba del venerdì santo, attorno al prefabbricato che attualmente ci serve per tutte le attività pastora-li, comprese le celebrazioni liturgiche, c’è un cinguet-tare di uccelli che, festosi, salutano il nascere di un giorno nuovo. Anche per noi, comunità parrocchiale di Gesù Risorto, nasce un giorno nuovo che deve spingerci ad intensificare gli sforzi per portare a com-

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ASSOLTO, perché il fatto non sussiste

“Sei mesi di Quaresima e Venerdì Santo che ci hanno preparato a celebrare con più gioia la Pasqua. Grazie a quanti ci sono stati vicini”, scrive don Antonio

Adesso che la giustizia ha fatto il suo corso - il procedimento è stato archiviato lo scorso 18 aprile, nel corso dell’udienza preliminare, “perché il fatto non sussiste”, - don Antonio Guarracino, parroco di Gesù Risorto e Madonna di Fatima in Pagani, ha deciso di rompere il silenzio e raccontare l’amarezza che ha provato in questi lunghi mesi in cui è stato ingiustamente accusato di fare il bene

Il complesso parrocchiale Gesù Risorto. I lavori, a causa della vicenda giudiziaria, hanno subito notevoli ritardi

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Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro missione,

hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per i l sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento

Clero e vengono distr ibui te a tutt i i sacerdot i , specia lmente a quel l i del le comunità p iù b isognose, che possono contare così s ul la generosi tà d i tutt i .

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Per maggiori informazioni consulta il sito www.offertesacerdoti.it

Un passo indietroRicordiamo ai lettori che don Antonio era stato rag-giunto da un avviso di garanzia (cfr Insieme novem-bre 2010); accusato di realizzare il nuovo complesso parrocchiale Gesù Risorto in una zona che nel piano regolatore del comune di Pagani aveva una destina-zione agricola, successivamente modificata dall’am-ministrazione che aveva approvato una variante al piano regolatore. Era accusato anche di concussione con i tecnici del comune e di abuso di ufficio. Accuse che erano apparse immediatamente paradossali. Eppure ci sono voluti 7 mesi per archiviare il caso.

Antonietta Abete

pimento quanto materialmente è a metà del suo cor-so (la chiesa di mattoni) ma anche a non disperdere, anzi a rafforzare, il grande patrimonio di Comunione e Corresponsabilità che in questi sei mesi il Signore ci ha dato di costruire. Un tesoro che il Buon Gesù ci ha dato la grazia di trovare nel buio della notte e che ora ci chiama a mostrare a tutti con la testimonianza della nostra vita.

Paradossalmente, devo ringraziare chi ha procurato tanta sofferenza perché ha dato a tutti noi la possi-bilità di crescere nel senso di appartenenza ad una comunità e di renderci conto che la Chiesa di persone è ben più importante di quella di mattoni. Ora che la vicenda giudiziaria si è chiusa, sarà necessario un supplemento di impegno da parte di tutti per recupe-rare il tempo perso e concludere i lavori quanto prima possibile. Avremo bisogno del sostegno non solo mo-rale, come è stato finora, ma anche materiale. L’espe-rienza ci insegna a non scoraggiarci e a confidare nel-la Provvidenza del Buon Dio che mai abbandona chi confida in Lui. Grazie a tutti coloro che in questi mesi ci sono stati vicini.

don Antonio Guarracino

Don Antonio Guarracino

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I l salmo 18 è una preghiera innica di straordi-naria intensità, è un canto poetico innalzato al cielo e in modo tutto particolare al sole e al suo irradiarsi sulla terra. Il Salmista si

affianca alla lunga serie dei cantori dell’antico Vi-cino Oriente, che esaltano l’astro del giorno nel quale il disco solare è considerato una divinità. Ma per l’uomo della Bibbia c’è una differenza radicale rispetto a questi inni solari: il sole non è un dio, ma una creatura al servizio dell’unico Dio e crea-tore, una creatura che risiede nei cieli, che all’Au-tore sacro appaiono testimoni eloquenti dell’opera creatrice di Dio (vv. 2-5). Essi, infatti, “narrano”, “annunziano” le meraviglie dell’opera divina (cfr v. 2). Anche il giorno e la notte sono raffigurati come messaggeri che trasmettono la grande notizia del-la creazione. Si tratta di una testimonianza silen-ziosa, che tuttavia si fa sentire con forza, come una voce che percorre tutto il cosmo.

Applicazione attuale

Il creato costituisce una prima rivelazione, che ha un suo linguaggio eloquente: essa è quasi un altro libro sacro le cui lettere sono rappresentate dalla moltitudine di creature presenti nell’universo. In questo salmo la materia e lo spirito si fondono per coloro che sanno leggere questo libro sacro, in un inno al Signore del cielo e della terra. Coloro che non hanno occhi per vedere, sono invitati dal Signore a non “sottrarsi al suo calore”, ad alzare gli occhi per guarire dalla cecità da cui oggi molti cristiani sono affetti.

Applicazione personale

“Ho visto un popolo con tre tipi di fame: fame di cibo, fame di apprendimento, fame della Parola di Dio”, è il commento che Michele, diacono della diocesi di Cava, rilascia in seguito al suo viaggio in Burkina Faso. E guardando i miei giovani mi rendo conto che ha colto nel segno: hanno fame di

cibo e la scodella di pasta che ogni tanto condivido con loro è solo una briciola nel loro stomaco piat-to. Li guardo quando studiano presso le lavagne del centro “Jean Paul II” che dirigo, sono attenti e concentrati, fino alle 23.00, ora in cui annuncio loro che bisogna tornare a casa. Chiedono di poter rimanere ancora due minuti! Due minuti per ap-prendere ancora qualcosa! Li osservo soprattutto durante la catechesi, hanno la stessa fame e la stessa concentrazione, ma uno sguardo più inten-so, profondo, vivo, avido di conoscere meglio quel Gesù che è venuto loro incontro illuminandoli e riscaldando i loro cuori con la sua Parola e il suo Amore.

Caterina Paladino

Caterina Paladino è consacrata da 12 anni nella Fraternità di Emmaus. Dal 2003 ha iniziato la sua esperienza missionaria in Burkina Faso. All’inizio viaggi brevi. Dal 2008 la sua presenza in Africa è diventata più stabile e prolungata.

Il Salmo1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2 I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento. 3 Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia. 4 Non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono. 5 Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola. 6 Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via. 7 Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore. (…)

I cieli narrano la gloria di DioIl creato costituisce una prima rivelazione. Ė quasi un altro libro sacro le cui lettere sono rappresentate dalla moltitudine di creature presenti nell’universo

La Parola nelle parole

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Nessuno dubita sul ruolo educativo della famiglia e lo stesso documen-to pastorale della CEI

punta molto su questo aspetto. Il contesto culturale segnato da un crescente indifferentismo impone di ridare alla famiglia il suo natu-rale protagonismo educativo. Se l’educazione comincia “sin dai primi anni di vita” (Educare alla vita buona del vangelo, n. 10) chi può compiere quest’opera se non la famiglia? Educazione e fami-glia camminano insieme. La vita domestica è infatti il primo e in-sostituibile ambiente educativo. Ed è quello decisivo perché lascia una traccia indelebile nella psiche e nel cuore del bambino (n. 27). La vita domestica diventa così il primo luogo di quell’esperienza di fede che poi troverà sviluppo e compimento nel contesto della co-munità ecclesiale.

La vita domestica è fondata sulla relazione ed è strutturata attorno a due criteri: il con e il per. L’uomo e la donna in quanto sposi sono chiamati a vivere una comunione che attenua l’individualismo; in quanto genitori sono posti a ser-vizio dei figli e a vincere così ogni istintivo egoismo. La famiglia è dunque il contrappeso evidente a quella cultura che esalta l’indivi-duo fino al punto da farne un ido-lo al quale sacrificare ogni altra cosa. In famiglia, dunque, in una famiglia dove la fede s’incarna, s’impara a coniugare libertà e re-sponsabilità, amore di sé e amore del prossimo, preghiera e carità.

Chi aiuta i genitori?

Chi aiuta i genitori a svolgere il loro compito educativo? Sono capaci di farlo da soli? Questa domanda è tanto più drammatica in un con-testo culturale come il nostro. Il documento si sofferma sulla figu-ra dell’educatore, lo presenta come “testimone della verità, della bellez-za e del bene, cosciente che la pro-pria umanità è insieme ricchezza e limite” (n. 29). L’educazione come scelta di vita. E chi più dei genitori ha ricevuto que-sta vocazione? Nella Presentazione del nuovo documento pastorale, i vescovi definiscono l’educazione “arte delicata e sublime”. Un’arte,

dunque, che s’impara. Nel testo poi leggiamo: “Educare è un lavoro complesso e delicato, che non può essere improvvisato o affidato solo alla buona volontà” (n. 29). Se nes-suno può improvvisarsi educatore, se a tutti è chiesto un itinerario for-mativo rigoroso, come mai i genitori sono esenti e come mai nessuno li aiuta ad assumere in modo consa-pevole le loro responsabilità? Il do-cumento della CEI su questo punto tace. O meglio lancia segnali che sono molto, troppo generici.

I Vescovi italiani, infatti, chiedono di sostenere la famiglia per renderla “protagonista attiva dell’educazione non solo per i figli, ma per l’intera comunità” (n. 38). Questo avviene attraverso specifici itinerari di spiri-tualità ma ha bisogno anche di uno speciale investimento formativo. E richiede soprattutto – ed è uno dei pilastri della nuova stagione pasto-rale – una sempre più stretta siner-gia tra le diverse agenzie educative: famiglia, scuola, comunità eccle-siale devono stringere un patto, un’alleanza che ha come fine lo sviluppo di personalità mature.

Alla famiglia il primo posto

Educare alla vita buona

Chi aiuta i genitori a svolgere il loro compito educativo? Sono capaci di farlo da soli? Su questo punto il documento tace. O meglio lancia segni che sono molto, troppo generici

“Mentre va riconosciuto e apprezzato il lavoro straordinario di numerosi insegnanti, animatori e catechisti, si avverte il bisogno di suscitare e sostenere una nuova generazione di cristiani che si dedichi all’opera educativa, capace di assumere come scelta di vita la passione per i ragazzi e per i giovani, disposta ad ascoltarli, accoglierli e accompagnarli, a far loro proposte esi-genti anche in contrasto con la mentalità corrente”

(Educare alla vita buona del vangelo, n. 34)

di Silvio Longobardi

Continua la riflessione sul documento Educare alla vita buona del vangelo che offre gli orientamenti pastorali per il decennio 2010 - 2020. La Parola che proponiamo questo mese è famiglia

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Il prossimo 2 giugno si terrà presso l’Abbazia Ss. Trinità di Cava de’ Tirreni il primo incon-

tro del Vescovo Giuseppe con i gio-vani della Diocesi di Nocera-Sarno. Parteciperanno anche i giovani del-la Diocesi di Teggiano-Policastro che in questo modo vogliono testi-moniare l’affetto per don Peppino.

Una festa dei giovani. La Badia di Cava si colorerà del-la presenza dei giovani delle due comuni-tà diocesane; quel giorno i giovani di Teg-

giano affideranno simbolicamente Mons. Giuseppe ai giovani della nostra diocesi. L’Abbazia, che farà da sfondo a questo incontro, è sta-ta scelta non solo per la profonda spiritualità che abita questo luogo ma anche per la speciale ricorrenza del Millennio della sua fondazione.

A tu per tu con i giovani. Il Vescovo Giuseppe guiderà la lec-tio a partire dal tema “Fate quel-lo che Egli vi dirà”, lo stesso che agli inizi dello scorso decennio ha accompagnato la nostra comunità durante il Sinodo dei Giovani. Al termine del momento di riflessio-ne, il nuovo Pastore risponderà alle domande che i giovani gli hanno inviato nelle settimane precedenti

attraverso il sito www.sempreme-gliosperare.it.Spettacolo di giovani talenti. Dopo il momento di riflessione all’interno della Badia, ci si sposte-rà all’esterno dove ci sarà una se-rata spettacolo in cui si esibiranno i giovani talenti della nostra terra. Durante l’esibizione sarà possibile degustare le specialità preparate dai gruppi della nostra diocesi.

L’appuntamento, allora, è per il 2 giugno a partire dalle ore 18.00 presso la Badia di Cava de’ Tirreni per questo evento di gioia e di ri-flessione, un assaggio di quello che i circa 200 giovani della nostra dio-cesi vivranno a Madrid nell’agosto del 2011.

IN DIOCESI a cura dell’ufficioper la Pastorale Giovanile

La Giornata della Gioventù 2011

L o scorso 13 aprile si è svolta la Via Crucis dei Giovani, un appun-

tamento consolidato della Pastorale Giovanile realizza-to grazie alla collaborazione di tanti gruppi della nostra diocesi. Davvero impres-sionante la partecipazione dei giovani, che dalle varie parrocchie dell’Agro si sono radunati presso il Convento di Sant’Antonio a Nocera Inferiore per camminare insieme sui passi di Cristo.

Un evento reso suggesti-vo dalla salita del Colle

Sant’Andrea, che ha aiutato la riflessione di coloro che si sono messi in cammino sulla Via della Croce. Un evento che rappresenta bene la comunione che do-vrebbe esserci nella Chiesa: al di là dei diversi carismi, ognuno partecipa alla sof-ferenza di Cristo, certi della Risurrezione promessa. Un evento reso ancora più speciale dalla presenza del Vescovo Gioacchino, che ha voluto salutare i giovani con un pensiero sentito e profondo: “Come un padre che apre il cuore ai suoi figli,

raccolti intorno a lui, così per un attimo vorrei aprire il mio cuore e confidarvi quanto per me, in questi lunghi anni di ministero episcopale, siete stati cari…” (Ė possibile leggere l’intero messaggio sul sito www.sempreme-gliosperare.it).La Via Crucis è stato l’ultimo appuntamento del ricco

cammino quaresimale della Pastorale Giovanile Dioce-sana, un percorso che ci auguriamo sia sempre più integrato nella pastorale ordinaria delle parrocchie, movimenti ed associazioni per dare una proposta spi-rituale sempre più organica per i giovani dell’Agro Nocerino-Sarnese.

Il 2 giugno alla Badia di Cava de’ Tirreni il Vescovo Giuseppe incontrerà i giovani

Via Crucis dei GiovaniIl Colle Sant’Andrea si è animato con la presenza dei giovani dell’Agro

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Un momento della Via Crucis

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Le comunità cristiane costituiscono un inesti-mabile patrimonio e un fattore di sviluppo e di coesione di cui si avvale l’intero tessuto so-

ciale. Nelle comunità cristiane si sperimentano rela-zioni significative e fraterne, caratterizzate dall’atten-zione all’altro, da un impegno educativo condiviso, dall’ascolto della Parola e dalla frequenza ai sacra-menti. È questo il primo, insostituibile apporto che le Chie-se del Sud hanno da offrire alla società civile: le ri-sorse spirituali, morali e culturali che germogliano da un rinnovato annuncio del Vangelo. La presenza capillare nel territorio delle parrocchie, delle comuni-tà religiose, delle aggregazioni laicali e specialmente dell’Azione Cattolica, delle istituzioni educative e di carità, fanno vedere e toccare l’amore di Dio e la ma-ternità della Chiesa, popolo che cammina nella storia e punto di riferimento per la gente, di cui condivide giorno dopo giorno le fatiche e le speranze.Nell’esperienza delle popolazioni del Mezzogiorno un ruolo importante svolge la pietà popolare. In essa bisogna riconoscere un patrimonio spirituale che non cessa di alimentare il senso del vivere di tanti fede-

li, infondendo loro coraggio, pazienza, perseveranza, solidarietà, capacità di resistenza al male e speranza oltre ogni ostacolo e difficoltà. Il cristiano non si rassegna mai alle dinamiche nega-tive della storia: nutrendo la virtù della speranza, da sempre coltiva la consapevolezza che il cambiamento è possibile e che, perciò, anche la storia può e deve convertirsi e progredire.

Alimentare la coesione e lo scambio

Va promosso lo scambio di esperienze tra le Chiese per superare le chiusure prodotte da inerzie e stan-chezze, da una prassi pastorale ripetitiva, per giovare delle reciproche ricchezze, sperimentando la bellezza di essere Chiese con qualità e beni spirituali diffe-renti. La forza di questo intreccio di volontà di condivisio-ne e di arricchimento reciproco sul piano spirituale e pastorale diventa fermento, motivazione e incorag-giamento perché tutta la vita sociale, anche nelle sue dimensioni economiche e politiche, sia spinta verso traguardi sempre più alti di giustizia e di solidarietà. A partire dalla comunione di fede e di preghiera, po-trà realizzarsi anche in Italia un mutuo scambio di sacerdoti, di diaconi permanenti e di laici qualificati che, spinti dalla carità, guardano oltre il proprio cam-panile e si prendono a cuore le sorti di chi è lontano. Qualcosa del genere è già in atto dal momento che, a motivo dell’emigrazione, forze ecclesiali vive del Me-ridione si trasferiscono in altre parti del Paese. Non mancano, in senso inverso, presenze ed esperienze ecclesiali che affluiscono dal Nord verso il Sud. Le regioni meridionali attestano ancora largamente un forte radicamento popolare del senso religioso e cristiano della vita. Le difficoltà del tempo presen-te possono diventare un motivo in più per vincere la tentazione dello scoraggiamento, accrescendo il sen-so di responsabilità dei credenti.

p. Pietro Lombardi

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a cura dell’Ufficio per la Dottrina Sociale e la Pastorale del LavoroCommissione diocesana Pastorale del Lavoro e della SolidarietàCommissione diocesana “Giustizia e Pace”, salvaguardia del Creato ed educazione alla mondialità

Chiesa del Sud, serbatoio di fedeQuali sono le risorse offerte dalle Comunità ecclesiali per uscire dalla crisi? Il retroterra di valori e la visione del mondo generata dall’esperienza cristiana

Saldi nel beneIl rinnovamento sociale cristiano è «basato sulla trasformazione delle coscienze, sulla formazione morale, sulla preghiera; sì, perché la preghiera dà la forza di credere e lottare per il bene anche quando umanamente si sarebbe tentati di scoraggiarsi e di tirarsi indietro».

(Benedetto XVI)

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a cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano

Curiosità liturgiche Appuntamento speciale della nostra rubrica:

ci siamo prepati a vivere l’ordinazione del nostro vescovo eletto, mons. Giudice.

Scopriamo insieme i segni che caratterizzano la celebrazione liturgica

Il rito di ordinazione comincia dopo la liturgia della Parola, nella Celebrazione eucaristi-

ca, e prevede innanzitutto la let-tura del mandato di ordinazione da parte del Sommo Pontefice. È lui che ha nominato vescovo il presbitero Giuseppe e conferisce il mandato per ordinarlo vescovo ed inserirlo nella comunione con gli altri vescovi e con il Papa stes-so.Dopo la lettura del mandato e l’omelia da parte del consacrante principale (è prevista almeno la presenza di tre vescovi consacran-ti, di cui uno che presiede la cele-brazione, in segno di comunione con il collegio dei vescovi e in ot-temperanza alla successione apo-stolica), l’eletto pronuncia i suoi impegni. Si tratta di una serie di domande cui viene chiesto l’espli-cito assenso da parte dell’eletto e che riguardano la responsabilità dell’annuncio del Vangelo, la co-munione con il Sommo Pontefice, la responsabilità di mantenere in-tegro e garantire il deposito della fede, la comunione con il presbi-terio e il popolo di Dio affidato, la preghiera. Questo dialogo rappre-senta la sintesi della missione del vescovo nella diocesi, il compito affidatogli dalla Chiesa. Segue il canto delle litanie dei santi. Esse ci ricordano che la Chiesa non è una realtà solamente terrena, ma che gode già della vi-sione di Dio, grazie alla comunio-

ne con la Chiesa celeste. L’eletto si prostra in segno di umiltà e di totale disponibilità al servizio che la Chiesa gli chiede con il ministe-ro assunto.A ciò fa seguito il momento certa-mente più significativo di tutta la celebrazione: l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazio-ne. Con il gesto dell’imposizione i vescovi consacranti e tutti i ve-scovi presenti consegnano e con-dividono lo Spirito ministeriale che anch’essi hanno ricevuto. La preghiera di ordinazione suggella e rende efficace questa consegna. Accompagna questa preghiera il gesto dell’imposizione sul capo del libro aperto dei Vangeli: il vescovo è primo responsabile dell’ascolto e dell’annuncio del Vangelo, ma ad esso è sottomesso come amico del Maestro.Seguono i riti esplicativi: innanzi-tutto l’unzione col crisma, l’olio della consacrazione battesimale che il vescovo ha già ricevuto nelle mani il giorno della sua consacra-zione sacerdotale e che ora è ri-versato sul suo capo, come segno pieno del sommo sacerdozio di Cristo tra gli uomini. In secondo luogo la consegna del libro dei Vangeli. Poi la consegna delle insegne episcopali, che indica-no la dignità episcopale conferita all’ordinato e quindi l’abbraccio di pace con i vescovi presenti, nella comunione ecclesiale.

Piercatello Liccardo

L’anello: è il segno della fedeltà a Cristo e alla Chiesa, dell’impegno costante e fedele verso la sposa, come Cristo per la Chiesa.

La mitra: nato come copricapo per distinguere le autorità civili. Il vescovo la usa nelle celebrazio-ni liturgiche per rappresentare lo splendore della santità della Chiesa, di cui egli è segno di co-munione.

Il pastorale: il bastone del pelle-grino con cui egli però governa e guida il gregge che il Signore gli ha affidato.

P. L.

Vocabolario liturgico

Le insegne episcopali

Quali sono gli elementi principali dell’ordinazione di un vescovo?

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Alcuni mesi fa, dalle pagi-ne di questo stesso gior-nale, condivisi un sogno dettato dall’esperienza

quotidiana che noi animatori del-la Carità facciamo confrontandoci con la crisi economico-sociale che le nostre famiglie stanno vivendo in questi ultimi anni.

Il sogno riguardava la realizza-zione di un centro di prima acco-glienza per ospitare le persone e le famiglie che, per diverse vicissi-tudini, vengono a trovarsi letteral-mente per strada.Parlo di un sogno perché una struttura del genere richiede in-genti investimenti, fuori anche della portata della nostra Diocesi e, pertanto, è un’avventura che richiede una forte fede nella divi-na Provvidenza, un po’ di “santa incoscienza” e la partecipazione di tutti.

Qualche giorno fa mi è giunto, da Caritas Italiana, un resoconto di presentazione dell’Osservatorio Regionale sul Costo del Credi-to (ORCC) - promosso da Caritas Italiana e Fondazione Culturale Responsabilità Etica e realizza-to in collaborazione con il Centro Culturale Francesco Luigi Ferrari - che affermava: “Le famiglie italia-ne che hanno sottoscritto un mutuo per l’acquisto di un appartamento sono a rischio povertà. Circa una famiglia su quattro, infatti, non è più in grado di garantire il regolare pagamento della rata mensile con-

cordata con la banca. Se si consi-derano poi le spese per la gestione (tariffe e bollette) quasi il 50% dei nuclei familiari è costretto a versa-re il 30% del proprio reddito per la casa. All’interno di uno scenario per niente tranquillizzante: il gra-do di indebitamento nel 2011 ha raggiunto gli stessi livelli registrati nel 2007, quando non era ancora scoppiata la crisi economico-finan-ziaria”.Mi sono tornati alla mente tutti i casi di persone che in questo 2011 si sono rivolte alla nostra Caritas Diocesana perché sfrattate da casa e senza un luogo in cui vivere, e ancora tutti i nostri tentativi di reperire ospitalità, anche tempo-ranea, per questi fratelli che sono caduti nel vuoto. Ho ricordato la mortificazione di dover rispondere alla Delegazione Regionale Caritas che la Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno non era in grado di offrire nemmeno un posto per l’emergen-za immigrati dal Nord-Africa.

Ritrovare la cultura dell’accoglienza

E allora ho riflettuto su quan-to, a livello nazionale, viene pro-posto come strada risolutiva: “Il monitoraggio della situazione at-tuale di indebitamento e della sua evoluzione nel breve periodo, così come la mappa del rischio in Italia, chiama in causa diversi soggetti con diverse responsabilità: le fa-miglie con i loro comportamenti di consumo; gli istituti di credito che

devono “accompagnare” i clienti al risparmio; gli enti locali con le po-litiche del territorio da improntare al bene comune; lo Stato chiamato a mettere in campo interventi più equi di sostegno dei redditi”, e an-cora una volta ho dovuto consta-tare che sono indicazioni giuste ma che trascurano l’emergenza che il nostro territorio è chiamato ad affrontare: mentre insegniamo alle famiglie ad adottare compor-tamenti di consumo corretti, men-tre chiediamo agli istituti di cre-dito di “accompagnare” i clienti al risparmio, mentre aspettiamo che gli Enti Locali attivino politiche territoriali improntate al bene co-mune e lo Stato metta in campo interventi efficaci di sostegno dei redditi, la nostra gente vive sem-pre peggio, non riesce a pagare la casa e si ritrova per strada; e quando parlo di nostra gente non mi riferisco ai soltanto ai nostri compaesani: sono nostra gente an-che tutti gli immigrati che da anni vivono, soffrono, lavorano ed abi-tano il nostro territorio.All’indomani della Pasqua di No-stro Signore, come sarebbe bello riuscire a ravvivare in tutto il ter-ritorio dell’Agro ed in tutte le no-stre comunità la cultura dell’ac-coglienza e dell’ospitalità che ha sempre contraddistinto la nostra gente e che pare abbiamo perso da troppo tempo: chi accoglie il fratello bisognoso accoglie Cristo in persona.

Edoardo Tafuto

a cura della Caritas Diocesana

Le famiglie che hanno sottoscritto un mutuo sono a rischio povertà. Secondo L’Osservatorio Regionale sul Costo del Credito, una famiglia su quattro non è in grado di garantire il pagamento della rata mensile

EMERGENZA CASA

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APOSTOLATO LITURGICOMIR MIR MIRdi Rosanna Monteleone

Via Roma, 85-87 - Sarno (SA)Tel. Fax 081 513 71 [email protected]

Libri, articoli religiosi, oggetti sacri ed altro ancora…

É possibile prenotare il saio per la Prima Comunione

É possibile prenotare il saio per la Prima Comunione

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29Insieme - Maggio 2011

News dalle parrocchie

Il 19 marzo scorso il parroco don Domenico D’Am-brosi ha officiato la benedizione di un altro locale annesso alla parrocchia. Presente anche il sindaco

di Angri, dr. Pasquale Mauri, con la Giunta comunale, oltre ai numerosi fedeli. La dedica, tra la meraviglia generale, era intestata a don Enrico Smaldone, fonda-tore della Città dei Ragazzi. Don Domenico ha parlato a lungo di don Enrico, della sua opera, del suo sacer-dozio e della testimonianza che ci ha lasciato. È inter-venuto anche il fratello di don Enrico, Filippo Smaldo-ne, presente con la moglie ed i figli, che ha ringraziato tutti, nella commozione generale. Dopo la benedizione dai balconi della loggia sono state dispiegate due ban-diere: il tricolore e la bandiera vaticana; contempora-neamente i giovani musicisti della parrocchia, guidati dal M° Raffaele Desiderio, hanno intonato l’Inno na-zionale. Anche i nostri scouts hanno sventolato la loro bandiera. In seguito tutti hanno degustato le zeppole di S. Giuseppe, seguite da una squisita pasta e fagioli, preparata da amici della parrocchia, e da un ottimo vinello.

Il 27 marzo alle 9,30 don Domenico ha celebrato, con una folta assemblea, la S. Messa preceduta dalla bene-dizione nel campetto di calcio “S. Maria delle Grazie”, affidato alla parrocchia dal Comune di Angri. Il Sin-daco ha ricordato l’impegno del Comune nel fare del rione Alfano, di cui la parrocchia fa parte, “il giardino di Angri”. Subito dopo il campetto è stato occupato dai giovanissimi per giocare, tra gli occhi grati e ricono-scenti dei tanti genitori affluiti.

Raffaele Manna

Nuovi spazi per nuove attivitàSanta Maria delle Grazie - Angri

Benedizione di un nuovo locale parrocchiale intitolato a don Enrico

Smaldone e del campetto di calcio

Le iniziative per promuovere la figura del sacerdote angrese

Don Enrico protettore del quartiere Alfano

Don Enrico Smaldone è stato uno zelante sacerdote, educatore e cittadino, lasciando una preziosa

eredità di valori religiosi, morali e socio-educativi: lo testimoniano le sue opere e coloro che lo hanno conosciuto o che sono stati beneficati dalla sua attività pa-storale. Ma è necessario fare memoria nei modi appropriati, come sta accadendo di recente. Il 21 marzo è stato illustrato alla comunità parrocchiale dallo stesso auto-re, don Silvio Longobardi, il libro L’auda-cia della carità. Don Silvio ha presentato la figura di don Enrico sottolineando che non avrebbe potuto realizzare nulla, se

non fosse stato sorretto dalla grazia sa-cramentale del Presbiterato, dato di fatto che induce a chiedersi come mai non sia stata ancora avviata la causa di beatifica-zione. Don Silvio ha affermato che l’Au-torità religiosa (il Vescovo Illiano) ha atte-so, ma invano, una richiesta popolare in tal senso, primo passo necessario, ed «è mancata una regia che presentasse docu-menti e testimonianze atte allo scopo».La presentazione del libro è una valida occasione per suscitare interesse: è quan-to aveva sostenuto, due giorni prima, don Domenico in occasione della benedizio-ne del campanile e dell’inaugurazione

del piazzale della parrocchia, dedicato ed intitolato a don Enrico Smaldone. È stato un atto importante, dopo la dedica della Scuola Media del Rione, se si considera che il quartiere Alfano ospita una popo-lazione giovanile troppo spesso negletta dal’Istituzioni.

Mimmo Mainardi

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News dalle parrocchie

Quaresima di solidarietà Le iniziative dei giovani di AC per sostenere il progetto di Alfredo Sodano

San Teodoro Martire - Sarno

Alfredo Sodano è un giovane disabile di Sarno che in questo Avvento è venuto a confrontarsi con i ragazzi del gruppo AC sul tema della li-

bertà. Da quell’incontro è scaturita l’idea di mettere in circolo il nostro amore e aiutare Alfredo a racco-gliere la somma necessaria per comprare la costosa auto progettata per chi, come lui, ha disabilità moto-rie (ne abbiamo parlato anche su Insieme). L’idea ha preso corpo durante le domeniche di Quaresima con un “Mercatino della solidarietà”, e poi con l’iniziativa “Un morso di solidarietà”, in cui i ragazzi hanno ven-duto zeppoline e le famose polpett ’e pastenache. Il ricavato è stato donato dal parroco ad Alfredo davanti

a tutta la comunità che ha contribuito generosamen-te per rendere questo sogno sempre più possibile.

Mariangela Giudice

Forania di Sarno Giornata di riparazione comunitaria L’11 aprile tutte le parrocchie di Sarno hanno pregato unite in riparazione della profanazione perpetrata dai ladri

È stata una manifestazione di unità. La comunità sarnese ha pregato in riparazione del furto

dell’Eucaristia custodita nel taberna-colo, di cui è stata vittima la comu-

nità di S. Alfonso. Dopo una giornata di Adorazione eucaristica nella chiesa delle suore di S. Marta a cui hanno partecipato a turno le varie parroc-chie, c’è stata una Concelebrazione

eucaristica, presieduta da don Ga-etano Ferraioli. La preghiera è con-tinuata con una breve processione eucaristica, al termine della quale l’as-semblea ha ricevuto la benedizione, perché, come ricordava don Gaeta-no, dobbiamo amare e custodire Colui che per noi è veramente più prezioso.

Il parroco consegna il ricavato ad Alfredo

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La comunità parrocchiale ha vissuto, lo scor-so 10 aprile, un momento storico. Dopo circa trent’anni, l’antica campana è ritornata a dif-

fondere il suo suono soave. Una lunga fessura ne comprometteva il suono, “come un corpo sfigurato giaceva al suo ceppo”, ha commentato P. Massimo. Dopo un attento lavoro di ricerca, il restauro è stato affidato alla ditta Lachenmeyer GmbH & Co. KG con sede in Germania, l’unica al mondo che opera lavori di saldatura delle campane, garantendo il recupero del suono originario. Proprio per questo, pur affron-tando grossi sforzi economici, si è deciso di restau-rare e non di rifondere la campana che nel 1862 era stata collocata sul campanile della Chiesa madre.La benedizione e il sollevamento della campana è sta-to preceduto dalla suggestiva processione delle 23 Lampade, affidate alle famiglie che durante la Quare-sima hanno ospitato i “centri di ascolto”. La proces-sione è partita dalla Chiesa di Maria SS. delle Grazie e ha raggiunto Piazza Ferrajoli per l’intronizzazione della Parola di Dio e la solenne Celebrazione euca-ristica. A conclusione i fedeli, in trepidante attesa, hanno potuto ascoltare i primi ed antichi rintocchi

della campana restau-rata.

La preparazione alla Pasqua si è rinnovata il giovedì Santo. Pren-dendo spunto dall’in-vito che Gesù rivolge agli apostoli “Perché dormite? Alzatevi e pregate”, la comunità parrocchiale è rimasta in adorazione la notte tra il giovedì e il vener-dì Santo, ai piedi del Maestro, fino alla cele-brazione delle Lodi. Ricordiamo anche la rappresentazione con i figuranti della “Passione vivente”, lungo il Centro storico del borgo, curata dalla Pro Loco cittadina. Tradizioni an-tiche e “suoni” nuovi che ci stimolano a proseguire nel cammino.

Maria Ermelinda Di Lieto

L’antico suono della Pasqua

News dalle parrocchie

Sabato 16 aprile, ore 17:30, un pomeriggio mite, ma per noi del-

la piccola comunità di San Francesco di Paola non è sta-to un giorno come tutti gli altri. I nostri ragazzi infatti si

sono prodigati a racconta-re, presso la sala grande del Centro sociale di Pagani, la loro versione dei fatti sulla morte e resurrezione di Gesù Cristo, attraverso una diver-tente e frizzante opera di

Oreste De Santis. Abbiamo scelto di “uscire fuori dagli schemi”; la nostra infatti non è stata la tipica rappresen-tazione della Via Crucis, ma una commedia di poche bat-tute, intervallata da canzoni e balli a mo’ di mini-musical, dove ben ventotto perso-naggi di epoche diverse si incontrano e si scontrano in situazioni buffe e malintesi assurdi, dove l’italiano antico si intreccia con modi di fare moderni. Tutto ciò che è stato messo in scena è stato interamente frutto delle mani dei ragaz-zi che hanno lavorato con

costanza durante le due ore di oratorio trasformato, per l’occasione, in un LABorato-rio aperto a tutti, anche ai genitori che si offerti come volontari. Gli spettatori si sono dimostrati entusiasti, divertiti e commossi. Così i nostri bambini ci han-no dimostrato che, stando insieme e distaccandosi da-gli immancabili computer e videogame, è possibile costruire e creare cose bel-le partendo da ingredienti semplici, come l’impegno e la volontà.

Stefania Grimaldi

San Francesco di Paola - Pagani

Va in scena San Francesco di Paola!

Santa Maria Maddalena in Armillis

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SABATO 21 MAGGIO 2011 - ORE 14,30STADIO MARCELLO TORRE - PAGANI

Partita di solidarietà a favore delle Oasi di Accoglienza per minori che sorgeranno nel complesso della Cittadella della Carità ad Angri.

per la Cittadellaminuti

CON IL SOSTEGNO DEL COMUNE DI PAGANI

E IL PATROCINIO DEL COMUNE DI ANGRI E DEL COMUNE DI S. EGIDIO DEL MONTE ALBINO

FONDAZIONE EMMAUS ONLUS PROGETTO FAMIGLIA ONLUS

AMICI DELLA CITTADELLA

Bar MERIDIANOVia Adriana, 47 - Angri (SA)

Bar Tabacchi S. LUCIAVia Cesarano, 76 - Pagani (Sa)

Caffè MEZZANINOVia A. De Gasperi, 403 - Pagani (Sa)

INTRALOTVia A. De Gasperi, 51 - Pagani (Sa)

PREVENDITE:

BIGLIETTI: SOSTENITORE 10 € - INTERO 5 € - RIDOTTO 2 €

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33Insieme - Maggio 2011

IN PARROCCHIA a cura della comunità parrocchiale Maria Immacolata Nocera Inferiore

Dopo tanta attesa, è stata finalmente riaperta la nostra chiesa parrocchiale, chiusa per la-vori di ristrutturazione per 10 mesi. I lavo-

ri hanno cambiato non poco gli interni della chiesa, fatta costruire nel 1968 da don Vincenzo Tortora, il primo parroco di questa comunità. Entrando in Chiesa, colpiscono certamente il nuovo altare e l’ambone, realizzati in pietra di Trani, che ri-chiamano il tema della vela che troviamo nella strut-tura stessa della chiesa e nelle tre vele del taberna-colo. Anche il fonte battesimale, posto sulla destra, è nuovo e fatto della stessa pietra dell’altare. Sono rimasti ovviamente i vecchi “simboli” della chie-sa che hanno però una nuova collocazione: il Croci-fisso è ora posto sulla parete alle spalle dell’altare; le statue di San Giuseppe e della Madonna sono posi-zionate tra le colonne che separano le navata princi-pale da quella laterale. Molto interessante anche la sorpresa che abbiamo ricevuto per l’altare. Infatti, sulla parte frontale è stata incastonata una pietra della grotta di Lourdes: è come avere un po’ di Lour-des a Nocera, vicino casa.Per la riapertura, tutto è stato curato nei minimi det-tagli: dalla corale, che si è rivista per l’occasione e che è stata davvero eccezionale, alla preghiera e ai mattoncini consegnati alla fine della Messa per ricor-dare questo giorno; dalla presentazione di foto e volti che hanno fatto la storia della nostra parrocchia al buffet preparato con l’aiuto di tutti per un momento di festa finale. Certamente, la celebrazione eucaristi-ca presieduta dal vescovo Mons. Gioacchino Illiano è stata la parte più importante e commovente, in par-ticolare la consacrazione dell’altare con l’olio crisma-le ha emozionato tutti. Infine, il verbale firmato dal vescovo, da don Piercatello Liccardo, dal presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale Rocco Petrosino e dal vicario episcopale per il clero don Gaetano Fer-raioli, è stato collocato all’interno del sepolcro delle reliquie e ha “reso eterno” un pezzo di storia della no-stra comunità. “Chiesa di mattoni? No! Chiesa di per-sone? Sì”: così diceva una canzone dell’AC di qualche anno fa. Ecco, questo è il nostro augurio. La nostra chiesa ha ora un volto nuovo, ma ciò che più ci pia-cerebbe è vedere e incontrare volti nuovi, per crescere insieme nella fede.

Mariavittoria Petrosino

L’altare: la forma ricorda vaga-mente quella di una chiglia (una trave longitudinale che percorre l’imbarcazione da poppa a prua, ndr) sospinta da una vela, e mette insieme l’idea che se Cristo è pietra angolare della Chiesa, Egli è la Chiesa stessa (immagine della nave), che è corpo del suo Signore. La riproduzione della croce del battistero paleocristiano rappresenta la radice della fede dell’Agro. Al centro, la pietra grigia, è un pezzo della grotta di Lourdes

L’ambone: un blocco monolitico avvolto anch’esso da una vela di marmo. Luogo della proclamazio-ne e dell’annuncio. Il caratteristico fregio scolpito sul fronte è un’in-terpretazione di Isaia 55. Il vento dello Spirito muove le pagine del libro della Parola che fa piovere le lettere di una frase (Siate lieti), come la pioggia che cade sulla terra e fa germogliare la terra e la Chiesa

Il fonte battesimale: accoglie e dà vita nuova al popolo dei credenti. La scelta dello stesso materiale per la vasca dell’acqua battesimale e il tabernacolo inten-de ricordare il legame profondo tra i due sacramenti dell’inizia-zione cristiana. Inoltre, il fonte ha un sistema ad acqua corrente per ricordare che il battesimo condu-ce sempre all’Eucarestia

Una grande gioiaRiaperta al culto lo scorso 16 aprile la parrocchia Maria Immacolata, dopo 10 mesi di ristrutturazione. A presiedere la Celebrazione Mons. Gioacchino Illiano

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La Rosa mistica

Le Litanie Lauretane invoca-no Maria come Rosa misti-ca, accostando uno dei più

bei fiori della terra ad un aggettivo che ci permette di entrare nella di-mensione della spiritualità, porta d’accesso all’eternità beata. Una rosa è preziosa quando i suoi pe-tali sono integri e profumati, gli occhi sono beati nel contemplarla e l’olfatto si inebria della sua fra-granza. Della Madre di Dio si pos-

sono affermare entrambe le cose: è rimasta integra nella fede e pro-fumata nel suo candore di animo, donna forte nell’allevare il Figlio dell’eterno Padre, granitica nell’af-frontare il vento contrario e a vol-te tempestoso dell’impero delle tenebre, straordinaria nella com-postezza in cui assiste alla morte in croce di Gesù il nazareno, stra-ripante di gioia nell’incontrarlo il terzo giorno. Donna con tante virtù umane, fi-ligranate da una mistica genuina, non invadente, non eccedente, non scotta, ma cristallina come le acque di un ruscello che sgorga-no dalla fonte di una roccia dura e pura. Il mese di maggio è dedicato per antica tradizione alla Vergi-ne Maria, non fa mistero ciò se si pensa che proprio durante il quin-

to mese dell’anno, la primavera sboccia in tutta la sua irruenza riempiendo i campi di fiori, gigli e gemme e l’aria di quel sapore ami-co che fa esultare anche lo spirito per la vita che rinasce. O Maria, Rosa mistica, rossa come il fuoco dell’amara passione della croce, bianca come il bagliore della ri-surrezione del tuo figlio, concedi a noi, erranti viandanti tra le stra-de del secolo, di scalare le ripide rocce di questa vita fuggiasca, per cogliere il Fiore dei fiori che egua-li non ha, il Santo dei santi che d’amore impazzì, il ruggente Leo-ne della tribù di Giuda che vince la morte e ridona la vita. A Lui sia lode, gloria ed onor, oggi e sempre nei secoli eterni, amen.

don Enzo Di Nardi

La figura di San Giuseppe Moscati, medico, professore d’Università e scienziato, come lo definì Paolo VI il gior-no della beatificazione, mi ha sempre affascinata, per-

ché la sua vita è capace di tracciare un percorso per mettersi alla sequela di Cristo.Nacque il 25 luglio 1880 a Benevento, settimo di nove figli, dal magistrato Francesco Moscati e da Rosa De Luca. Nel 1881 la famiglia Moscati si trasferì ad Ancona e poi a Na-poli, ove Giuseppe fece la sua prima comunione nella festa dell’Immacolata. Nel 1894 conseguì la licenza liceale all’età di appena 17 anni. A 23 anni si laureò brillantemente in Medicina, iniziando così la carriera di medico e di apostolo, unendo la scienza profonda ad una fede operosa. Manifestò una sensibilità acuta per le sofferenze fisiche altrui. Voleva guarire o lenire le piaghe del corpo, ma era profondamente

convinto che anima e corpo fossero una cosa sola: egli desi-derava ardentemente preparare i fratelli sofferenti all’opera salvifica del Medico Divino. I poveri erano i suoi clienti pre-feriti: da loro non accettava compenso. La sua giornata era ripartita tra il lavoro in ospedale, l’insegnamento universi-tario e le visite mediche.Un lavoro così intenso logorò la sua salute. La mattina del 12 aprile 1927, come tutte le altre, fece la meditazione, andò in chiesa e ricevette la S. Comunione. Tornò a casa e uscì di nuovo per l’ospedale. Quando rincasò, cominciò le visite dei malati, che lo attendevano numerosi. Alle 15 si sentì male. Si sedette sulla poltrona, e così, senza agonia, in una calma perfetta, si addormentò nel Signore. Giovanni Paolo II lo ha proclamato santo il 25 ottobre del 1987.

Matilde Ippolito

Maggio è il mese dedicato a Maria, donna forte nell’allevare il Figlio dell’Eterno Padre

a cura della comunità parrocchialeMadonna del Carmine Pagani

Il Medico santoLa vita eroica di San Giuseppe Moscati

Raffaello Sanzio Santi, "Madonna del Granduca" 1505

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a cura della comunità parrocchialeMaria SS. delle Tre Corone Sarno

Una ricchezza al servizio delle comunità parrocchiali

In occasione delle Sante Quarantore, la nostra comunità ha accolto il diacono permanente don Salvatore Verdoliva che ha condiviso con gio-

ia la sua esperienza, facendoci comprendere meglio l’essenza del suo servizio alla Chiesa. Accanto ai gio-vani diaconi che si preparano al sacerdozio e che ri-cevono il diaconato “in vista del sacerdozio”, ci sono anche coloro che ricevono il diaconato permanente, così definito perché non è un grado che poi conduce al sacramento dell’ordine.Il diaconato permanente può essere dato anche agli sposi. Questa esperienza, che riprende un’antichis-sima tradizione, valorizza più profondamente il cari-sma del matrimonio.

Il diacono è impegnato a vivere tutta la missione della Chiesa: l’annuncio della Parola, in particolare è utile ricordare che egli può benedire le nozze e celebrare il

battesimo, e l’eser-cizio del ministero della carità. Sul piano pastorale è il Vescovo a deter-minare il suo im-pegno in funzio-ne delle necessità della Chiesa. Sal-vatore Verdoliva è l’ultimo sposo ad essere stato ordi-nato diacono nel l’ottobre del 2008 e condivide questo ministero insieme ad altri sette spo-si.

Un amore coniugale che si fa donoA differenza di quanto si potrebbe pensare, il diaco-nato non è un ostacolo alla vita familiare ma si in-

nesta su di essa, portandola ad un singolare svilup-po e conferendole una fisionomia nuova ed originale. Poiché la vita familiare ed il lavoro riducono il tempo da dedicare al ministero, occorre che il diacono e sua moglie ritrovino continuamente equilibrio ed unità nella preghiera comune, rafforzando il loro vincolo d’amore donativo e aperto al servizio. Il primo servi-zio del diacono sposato è quello di offrire al mondo una chiara testimonianza della santità del matrimo-nio e della famiglia. Entrambi i coniugi sono testimo-ni di un amore che si fa dono, che è fedele e forte, delicato e rispettoso, che rifugge atteggiamenti pos-sessivi.

La Chiesa può così riscoprire la sua dimensione uni-versale e allo stesso tempo può realmente assolvere al compito educativo a cui è stata chiamata. In que-sto clima di generale smarrimento, il diacono diviene il simbolo di colui che si mette alla sequela di Cristo pur facendo esperienza di vita matrimoniale con tut-to quello che questa dimensione comporta. Rivalutia-mo, dunque, questo dono così grande, augurandoci che crescano nuove e sante vocazioni tra gli innume-revoli laici già impegnati nella vita parrocchiale.

Guido Caringi

I diaconi permanenti

Il diacono permanente Salvatore Verdoliva

L’altare della parrocchia

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a cura della comunità parrocchialeMaria SS. di Costantinopoli Nocera SuperioreCoordinatore della redazione parrocchiale Carlo Attanasio

I giorni che hanno prece-duto il Triduo Pasquale sono stati segnati dalla

partecipazione attiva delle scuole per l’annuale “pre-cetto pasquale”. Giovedì 14 aprile, don Roberto Farruggio ha cele-brato la Santa Messa nella Scuola elementare “Marco

Polo” di Via Vincenzo Russo. Hanno partecipato alla celebrazione anche i piccoli alunni della Scuola materna. Martedì 20 aprile, sono stati coinvolti gli alunni della Scuola elementare e materna “San Giovanni Bo-sco” di Via Pecorari. I piccoli

sono stati aiutati a pren-dere coscienza che senza Gesù nessuna realtà della nostra vita ha senso. Gesù è morto e risorto perché ci ama, vuole renderci felici diventando il nostro amico più caro. Mercoledì 21 Aprile, sono venuti in parrocchia i

ragazzi della Scuola Media “Fresa-Pascoli”. Il discorso è diventato ancora più in-tenso: il precetto pasquale stimola i ragazzi a riscopri-re ciò che è essenziale nella vita, in un’età in cui si è più tentati a distrarsi dietro a cose futili.

Carlo Attanasio

Cristo è risorto!La comunità si è preparata ad accogliere la luce della Pasqua

vivendo intensamente la Domenica delle Palme e il Triduo pasquale

A scuola… con GesùLa celebrazione del “precetto pasquale”

La Domenica delle Palme Giovedì Santo, la lavanda dei piedi Giovedì Santo, l’Altare della Reposizione

Venerdì Santo, Sacra Rappresentazione della Via Crucis

Venerdì Santo, la Processione di Gesù morto, la Madonna Addolorata e S. Giovanni Apostolo

Venerdì Santo, la XIV stazione della Via Crucis: la sepoltura di Gesù

Momenti della Veglia Pasquale, la Liturgia della luce

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È stata accolta con entusia-smo dai disabili e dagli anziani che frequentano il

Centro Sociale di Nocera Superio-re la Celebrazione eucaristica pre-sieduta da don Roberto Farruggio. Con l’autorevole semplicità che lo contraddistingue, don Roberto ha saputo comunicare la forza che può scaturire dall’affrontare con

fede e serenità le difficoltà che la vita pone sul cammino, cercando di crescere anzitutto spiritualmen-te. La celebrazione è stata anima-ta dal coro dei ragazzi e disabili. Era quasi imbarazzato don Rober-to quando ha ricordato che quel giorno festeggiava il suo anniver-sario di sacerdozio. Ha ricevuto i calorosi auguri dei ragazzi e degli

anziani, felicemente sorpreso. In-sieme hanno reso grazie a Dio per questo grande dono. Il pomeriggio si è concluso con un piccolo buffet che ha permesso ai ragazzi e agli operatori di appro-fondire la conoscenza dell’umile che ha consacrato la sua vita al prossimo.

Ciro D’Alessandro

Nella IV Domenica di Quaresima, Domenica della gioia, i giovanis-simi e i giovani di Azione Catto-

lica della parrocchia hanno vissuto una splendida giornata al Santuario Santa Maria di Loreto, sui monti di Roccapie-monte, dove si è tenuto il primo “Light Day”. Un giorno di preghiera, riflessione e fraternità, per rafforzare la comunione tra i gruppi del Settore Giovani di Azio-ne Cattolica e per far riaffiorare la luce del Signore che è nei cuori di ciascuno. Lungo il percorso verso il Santuario, ab-biamo pregato con la Via Crucis grazie alla collaborazione dei Ministranti.Giunti a destinazione, gli educatori han-no allestito un percorso di riflessione sul passo domenicale del Vangelo: il cieco nato. Nonostante Pasquetta fosse anco-ra lontana, i ragazzi hanno organizzato un pranzo collettivo con le diverse spe-cialità offerte dalle famiglie. Nel pome-riggio, un dibattito ha dato modo ai ra-

gazzi di esprimere le loro idee riguardo al passo del Vangelo, coinvolgendo an-che il parroco. La giornata si è conclusa con la Celebrazione eucaristica, culmine di questa emozionante esperienza.

Luigi Rispoli

5 Aprile 2011: quattordici anni al Suo servizioDon Roberto Farruggio ha festeggiato il XIV anniversario della sua ordinazione sacerdotale con i disabili e gli anziani del Centro Sociale di Nocera Superiore

Una splendida giornata… di luceUna giornata di preghiera e riflessione al santuario Santa Maria di Loreto

XIII ConcorsoInternazionale dei Madonnari20 - 23 Maggio 2011

La Novena dall’8 al 16 Maggio

Il 16 MaggioLiturgia del Transito di S. Pasquale

Il 17 MaggioSolennità di S. Pasquale Baylon

Il 21 MaggioSolenne Incoronazione di Maria SS. di CostantinopoliFesteggiamenti in onore di Maria SS. di Costantinopoli e S. Pasquale Baylon dal 20 al 23 Maggio

Vi aspettiamo!

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a cura della comunità parrocchialeSanta Maria delle Grazie Casatori di San Valentino Torio

INSIEME SI PUÒNasce lo “Sportello per la Legalità” per creare una rete di protezione sociale tra organismi pubblici e privati, allo scopo di arginare le manifestazioni di illegalità presenti sul territorio

L’Agro Nocerino-Sarnese, con i suoi 12 co-muni ed una popolazione di circa 270.000 abitanti, costituisce una realtà complessa

che vede contrapposto, ad un passato ricco di ci-viltà e di importanti insediamenti manifatturieri ed imprenditoriali, un presente fortemente inquinato da situazioni di diffusa illegalità. Per far fronte a tale situazione di declino, che ha assunto ormai le dimensioni di un’emergenza sociale, nasce lo “Spor-tello per la Legalità”, testimonianza della rinnova-ta sinergia tra l’Associazione di volontariato Porta Aperta Onlus, l’Associazione di Protezione Civile Papa Charlie e la parrocchia S. Maria delle Grazie. L’iniziativa, realizzata con il contributo della Fonda-zione della Comunità Salernitana e del CSV Sodalis – Salerno, si snoda attraverso due momenti qualifi-canti, complementari fra loro: l’aiuto alle vittime e la prevenzione.

Aiuto alle vittimeLa fase dell’aiuto si concretizza attraverso l’attiva-zione di uno sportello, inteso come luogo fisico ed insieme cabina di regia, dove far confluire le richie-ste di coloro che hanno bisogno di sostegno mora-le, psicologico, legale ed economico. Lo sportello prevede un numero verde gratuito ed un operatore, pronto a fornire informazioni sull’attività svolta e a raccogliere, mediante la compilazione di una sche-da, dati sui bisogni da soddisfare, garantendo l’ano-nimato e la riservatezza.In un secondo momento è previsto l’incontro con gli esperti, per approfondire e decidere insieme la strategia da adottare.

La PrevenzioneLa prevenzione parte da campagne di sensibilizza-zione che interessano gli istituti scolastici del ter-

ritorio, con l’ausilio indispensabile di volontari, per evolversi poi in un Campo-Scuola sulla Legalità che porterà 25 giovani del territorio a toccare con mano esperienze positive, mediante incontri con esperti e la visita di beni confiscati alla criminalità organiz-zata e riutilizzati in chiave sociale.Il progetto Sportello per la Legalità si pone, insom-ma, l’obiettivo di creare una rete di protezione so-ciale tra organismi pubblici e privati, allo scopo di arginare le manifestazioni di illegalità presenti sul territorio, perché… insieme si può.

Fedele Valeria

Sono ritornati in scena i giovani attori della com-pagnia “Armonia Teatrale”, con una commedia di Samy Fayad, il 26 e il 27 marzo presso il teatro

parrocchiale

Ė stato un grande successo. I giovani attori hanno presen-tato al numeroso pubblico “Come si rapina una banca”, una commedia di Samy Fayad. Protagonista la Napoli dei primi

Una scena

della commedia

Cala il sipario, in scena!

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L’Eucaristia al centroFervono i preparativi per la XVI edizione dell’Infiorata di Casatori, che si svolgerà dal 16 al 19 settembre e che ripropone lo stesso tema del 25esimo Congresso Eucaristico Nazionale

Il cammino che la comunità sta vivendo dallo scorso ottobre in vista della XVI edizione dell’In-

fiorata è in forte ascesi, grazie a precise scelte pastorali che metto-no al centro di ogni appuntamento l’Eucarestia: sorgente per essere Chiesa oggi; e comunità che cele-bra, si nutre e vive del suo Signore. Non a caso il tema scelto è lo stes-so che guiderà il 25° Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona: “Signore, da chi andremo”. Sareb-be un errore definire l’Infiorata la festa dei fiori. Essi sono certamen-te i protagonisti, ma questo im-portante evento artistico ha come obiettivo la realizzazione di mera-vigliosi tappeti floreali, vere opere d’arte, da offrire poi in omaggio alla Vergine Addolorata, patrona della nostra comunità di Casato-ri e compatrona della Città di San Valentino Torio, definita con de-creto vescovile “Città di Maria”.Il concorso: “Un bozzetto per l’In-fiorata” messo in atto dall’Associa-

zione Culturale Le Vie dei Colori in collaborazione con la parrocchia, vuole incoraggiare una profonda riflessione, che partendo dal tema e passando per il capito 6 del van-gelo di S. Giovanni, ispiri artisti e liberi dilettanti alla composizione di bozzetti capaci di fare compren-dere il dono più importante che il

Signore ci ha fatto: l’Eucarestia. A questo scopo è utile consultare il sito: www.infioratadicasatori.it, sezione concorsi, per partecipare ed essere, così, protagonisti di un evento culturale, religioso ed arti-stico di portata nazionale e che ha travalicato anche i confini italiani.

Gaetano Ferraioli

anni ’60, invasa dal boom edilizio. Il benessere economico non sembra toccare tuttavia la famiglia del povero Agosti-no Capece che vive emarginato, insieme a moglie e figli, in una baracca. Agostino è un inventore, e la realizzazione delle sue invenzioni richiede soldi di cui non dispone. Le sue intuizioni lo porteranno ad entrare nottetempo in una banca con tutta la famiglia, figlia incinta compresa, per una improbabile rapina. Si troveranno ad affrontare situazioni molto divertenti. Riusciranno nella loro impresa?

I giovani attori, alla loro seconda esperienza, hanno affron-tato una commedia italiana, scorrevole, a tratti intelligente e simpatica. La prima serata si sono fatti un po’ prendere dall’emozione, ma si sono ampiamente rifatti la domenica,

raccogliendo un tripudio di applausi. «Ringraziamo Luigi, il nostro regista che ha fatto di noi dei piccoli “attori” – di-chiarano a caldo -, don Gaetano che ci ha incoraggiato e ha “sopportato” il nostro via vai dalla parrocchia. Grazie anche a quanti ci hanno sostenuto durante le prove e la messa in scena. Anche se non siamo dei grandi attori, è stata un’esperienza che ci ha fatto crescere individualmente e come gruppo».

Samantha Squitieri

Conosciamoli meglio

La compagnia stabile “Armonia Teatrale” è composta da ragazzi del grup-po giovani e giovanissimi dell’AC di Casatori. Come si rapina una banca è la loro seconda esperienza. Infatti, si sono già cimentati in Mettimmece d’accordo e ce vattimmen, riscuotendo un grande successo.

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a cura della comunità parrocchialeSan Sisto II PaganiCoordinatore della redazione parrocchiale Michele Raiola

Via Crucis

È successo venerdì 8 aprile: una folta schiera di fedeli si è messa in cammino dalla parrocchia o dalle proprie case, per non mancare all’appunta-

mento con Lui, per rivivere i momenti della sua passione e morte in un corteo che muoveva i suoi passi da una stazione all’altra fra letture, meditazioni, preghiere e canti. Una Via Crucis esterna, nella periferia parrocchiale, un’idea vagheggiata da tempo da don Andrea e realizzata-si quest’anno grazie alla collaborazione degli abitanti del Parco degli Aranci a Via Taurano. I quadri delle stazioni, posti su stendardi rossi davanti agli ingressi degli stabili o nelle immediate vicinanze, hanno permesso di entrare nel vivo della sofferenza vissuta da Cristo. Sui volti di tutti la gratitudine per l’esperienza vissuta.

Dai bambini a LuiDuecento bambini hanno meditato sul significato della croce

È successo venerdì 1° aprile: un esercito di circa duecento fanciulli, schierato con tanto di croce come unico vessillo, è in trepida attesa che co-

minci la Via Crucis, organizzata da don Andrea, educa-cuori e catechiste. Le stazioni sono state allestite davanti ai cortili di Barbazzano, con il cordiale aiuto dei residenti, che non hanno esitato a prendere anche loro parte alla proces-sione. Un momento di condivisione, il nostro, scandito da preghiere e canti “cuciti su misura” per tutti i ragazzi e per rendere loro più semplice l’approccio con uno dei passi più delicati descritti dalle Sacre Scritture: quello in cui Gesù accetta di portare sulle sue spalle il peso della croce, sul suo capo la corona di spine, nel suo cuore il perdono per il male compiuto dagli stessi uomi-ni che lo avevano deriso e crocifisso.

Martina Grimaldi

IN CAMMINO VERSO LA PASQUA

Quaresima ricca di appuntamenti per la nostra comunità: preghiera e formazione le parole d’ordine. Ecco il nostro modo di prepararci insieme per vivere la Pasqua

Dalla Comunità a LuiUn percorso che ci ha permesso di entrare nel vivo della sofferenza di Cristo

L’attesa in piazza Cirio

I ministranti aprono il corteo

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Mercoledì, 15 giugno Memoria liturgica di San Vito Ore 18:30: Preghiera del Santo RosarioOre 19:00: Solenne Celebrazione eucaristica con la parteci-pazione di mons. Giuseppe Giudice, Vescovo della Diocesi di Nocera-SarnoOre 20:30: Appuntamento con la Storia e le Tradizioni Relatori: - mons. Giuseppe Giudice: Il martirio- Alfonso Tortora: Barbazzano nel Medio Evo - Prof. Fiorentino Di Nardo: Barbazzano dal Seicento ai nostri giorni - Prof. Gaetano Califano: Le tradizioni locali, con lettura di brani e interventi musicali

Sabato, 18 giugnoLa Parrocchia in festaA partire dalle 19:30, nei cortili di Via Barbazzano:- Rappresentazione teatrale: San Vito, una vita per la gloria eterna- Teatro dei burattini- Animazione canora- La comicità- La gastronomia: degustazione di piatti tipici locali nei cortili

Domenica,19 giugno Ore 18.30: Processione di San Vito dalla chiesa a Via Barbaz-zano, accompagnato dai bambini con le famiglie e i loro cani A partire dalle 19:30 La Parrocchia in festa (cfr. sopra)Ore 20:00: Solenne Celebrazione eucaristica (in Chiesa) Ore 22:30: Via Gloriæ, una vita per la gloria eterna, le 14 stazioni della vita di San Vito, da Piazza Cirio alla parrocchia

È successo martedì 5 aprile, all’incontro di formazione per gruppi di interesse: Cristiana, 19 anni, della Fraternità di

Emmaus è venuta a raccontarci l’esperien-za vissuta in Africa, nel Burkina Faso, alcuni mesi fa. Ci ha raccontato dei ragazzi cono-sciuti lì, ricchi di allegria e voglia di riscattar-si, di studiare e di costruirsi un futuro diver-so per migliorare la situazione politica, ma soprattutto economica del loro Paese. «Ciò che più colpisce – ha detto – è la loro fede. Non hanno nulla, eppure durante la Celebrazione eucaristica cantano, ballano intorno all’altare e hanno sempre un mo-tivo per fare festa! Io sono andata con l’in-tenzione di dare una mano alla Fraternità di Emmaus, ma poi, giunta lì, mi sono detta: “Che cosa posso fare?” “Vogliamo solo la tua amicizia!” è stata la loro risposta. Voglio tornare dai miei amici africani! Nel mio cuo-re ormai nutro solo questa speranza».

Barbara Antignano

Hanno la fedeCristiana ci ha raccontato la sua esperienza in Africa

A conclusione della festa par-rocchiale si svolgerà la Via Gloriae di San Vito, in 14 sta-

zioni artisticamente illustrate dal M° Giambattista Visconti, da alcuni anni uno dei protagonisti dell’arte sacra meridionale, autore di otto “Via Crucis” e di due cicli pittorici; sue opere sono presenti nel Con-

vento delle Clarisse in Corea.La brevissima vita del martire, vis-suto tra Sicilia, Campania/Lucania e Roma, è testimonianza gloriosa di una fede fortissimamente radicata in Cristo: dal battesimo, desiderato fin da piccolo, al passaggio alla vita nuova nella “gloria” degli angeli e dei santi.

I Stazione: Vito diventa cristiano grazie agli insegnamenti della nutrice Crescenzia e del maestro Modesto e riceve il battesimo

La Festa Parrocchiale: il programma

La Via Gloriae di San Vito

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8XMILLEALLACHIESACATTOLICA

Anchequest’annol’importanteè firmare

Anche quest’anno per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica si puòusare:uil modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare entro il 31 mag-gio 2011 per chi si rivolge ad un CAF o ad un professionista abilitato;uil modello Unico da consegnare entro il 30 settembre 2011 direttamentevia internet oppure ad intermediario fiscale. Chi invece non è obbligato al-l’invio telematico può effettuare la consegna dal 2 maggio al 30 giugnopresso qualsiasi ufficio postale;ula scheda allegata al modello CUD. Chi non è più obbligato a presentarela dichiarazione dei redditi (pensionati e lavoratori dipendenti senza altri

redditi né oneri deducibili), può comunque destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica attraverso lascheda allegata al CUD. Questa può essere consegnata gratuitamente entro il 30 luglio 2011in busta chiusa presso tutti gli uffici postali oppure ad un intermediario fiscale (CAF) che puòchiedere un corrispettivo per il servizio. Permaggiori informazioni sullemodalità da seguire perpartecipare alla scelta dell’8xmille con il propriomodello CUD si può telefonare al numero verde800 348 348 (i giorni feriali dalle 9.00 alle 18.00).Il 5xmille si affianca anche quest’anno all’8xmille. Il contribuente può firmare per tutti e dueperché l’uno non esclude l’altro, ed entrambi non costano nulla in più.

Senon ci credi,chiedilo a loroOrmai da 20 anni, quando si parla di“sostegno economico alla Chiesacattolica”, si evocano valori di grandeimportanza: comunione, trasparenza,libertà, partecipazione ecorresponsabilità alla vita e missionedella Chiesa in Italia e nel Terzo mondo.E anche l’8xmille ha contribuito a dare,fin dall’inizio, un’occasione preziosa perpromuovere nei cattolici questi valori,proponendo la sfida per una nuovamentalità capace d’affrontare i problemidelle comunità ecclesiali con unapartecipazione e corresponsabilità deltutto nuove. Infatti anche con unasemplice firma, consapevole e motivata,ma soprattutto confermata ogni anno,molti cattolici si sono presi carico ditante difficili situazioni delle nostrecomunità ecclesiali, difficoltà alle qualihanno contribuito a dare delle risposteconcrete, tangibili, risolutive. “Se non cicredi, chiedilo a loro” sottolinea ilmessaggio di sensibilizzazione dellacampagna d’informazione 8xmille2011, invitando a proseguire su internetl’approfondimento di temi e vicende vistiin tv, per essere informati a 360 gradi suprogetti locali, ma rappresentativi di unavisione più vasta della missione dellaChiesa oggi. “Dai rivoli di storieevidenziate negli spot tv si potrà risalireall’impegno concreto della Chiesa oggi inItalia, in prima fila con l’8xmille per farfronte alla crisi economica” spiegaMatteo Calabresi, responsabile delServizio promozione C.E.I. per il sostegnoeconomico alla Chiesa. “Negli oratoridelle periferie urbane a rischio, accantoagli anziani con iniziative pastorali,oltre che a favore delle famiglie, conmicrocredito e fondi anti-crisi diocesani -prosegue Calabresi- spesso è un aiuto cheva oltre l’emergenza, e sostiene tanti nelriprendere in mano la propria vita”.

MARIA GRAZIA BAMBINO

IN ITALIA

1|ABari, quartiereSanPaolo, è nata la coo-perativa Campo di Fragole per la forma-zione deiminori del quartiere. Riduzione del-l’abbandono scolastico e attività ludiche rap-presentanoun’alternativa efficace a pomeriggisolo televisivi e al rischio devianza.

2|APantelleria suor Patrizia, con l’aiuto divolontari locali e giovani in servizio civi-le, si occupa degli anziani che non hanno al-cunaiuto familiare. Li visita casaper casa, con-segna loro i pasti quotidiani, provvede alle pu-lizie dell’abitazione, dedica loro attenzione eascolto.

3|ARoma il progetto Borgo Amigò, realiz-zato da padre Gaetano Greco nella dio-

cesi di Porto-SantaRufina, si rivolge ai giovaniche vengonoammessi amisurealternative alladetenzione. Qui la giornata è scandita dai com-piti domestici, agricoli, dimanutenzione, di stu-dio o lavoro.

4|AForlì dal 1987 donne in difficoltà,mol-te in gravidanzao conbambini, hanno tro-

vato alla Tendaunposto sicurodove ricostruirela propria vita.

5|Ad Andria don Geremia Acri, responsa-bile diocesano della Fondazione Mi-

grantes, ha aperto un centro d’accoglienza

multifunzionale. Una risposta alla nuovaemergenza caritativa del capoluogo conmen-sa, docce, ambulatorio, distribuzione abiti. Il50% degli utenti registrati è straniero, italia-no l’altra metà.

6|A Padova le Cucine popolari arrivano aservire 3mila pasti. Oltre allamensa fun-

zionano, nella stessa struttura, anche uncentro ascolto e di orientamento, docce, la-vanderia, servizi di abiti usati. In ambulatorio25 medici volontari.E ALL’ESTERO

7| In India aMumbai, l’Holy Spirit Hospitalalla periferia della cittàmette a disposi-

zione degli ultimi curemediche d’eccellenza.

8|E a Calcutta Suor Lizy Muthirakala e lesue consorelle della Provvidenza danno

rifugio e formazione alle bambine di stradanellaCasa d’accoglienza, salvandole daunde-stino di sfruttamento, accattonaggio e prosti-tuzione infantile.

9| InUganda la scuola professionaleDanielComboni, aperta poco fuori dalla città diGulu, dona una seconda vita ai bambini-sol-dato, sottratti per anni ai loro villaggi e oggi traaule di teoria e officine di falegnameria,mec-canica ed edilizia.

www.chiediloaloro.it

Ecco le 9 storie, rappresentative delle destinazioni 8xmille,che vedremo negli spot in onda in questi mesi.

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43Insieme - Maggio 2011

IN BACHECAa cura della Redazione

Auguri di buon compleanno a:

Maggio, mese che la tradizione dedica a Maria. E proprio a lei vogliamo affidare i nostri sacerdoti che festeggiano il compleanno: l’8 maggio p. Michele Floriano (Santa Maria dei Bagni, Scafati); il 14 maggio mons. Carmine Citarella (Santa Maria delle Grazie, Casali di Roccapiemonte); il 19 maggio mons. Domenico Cinque (Cattedrale di san Prisco); il 20 maggio, don Domenico D’Ambrosi (Santa Maria delle Grazie, Angri). La Vergine Madre guidi i loro passi di sacerdoti con amore e dolcezza.

Un augurio speciale a don Antonio Palumbo (Cappellano al cimitero di Angri) che il 28 maggio festeggia i suoi 70 anni, e a mons. Giuseppe Giordano che il 26 maggio compie 80 anni. Il Signore vi custodisca sempre!

Buon anniversario di ordinazione sacerdotale a:

Don Romualdo Calcide, il 14 maggio (Regina Pacis, Angri), don Antonio Adinolfi, il 27 maggio (San Giovanni Battista e San Bartolomeo Nocera Superiore), perché ogni anno sia sempre più ricco di motivazioni per crescere nel ministero pastorale.

Giubileo sacerdotale per Mons. Carmi-ne Citarella: il 3 maggio ricorrono i suoi 25 anni di sacerdozio. Tutta la Redazione si unisce alla gioia dei festeggiamenti, e prega per Mons. Citarella, perché la santità del ministero sacerdotale di uno solo è utile al bene di tutta la comunità. Auguri don Carmine!

Ut unum sintSalutiamo insieme il nostro Vescovo

Mercoledì 25 maggio - ore 20,30 “Palazzurro” Pagani

La Liturgia della Parola iniziale sarà seguita da un momento di festa e fraternità, animata dai canti di don Mimmo Iervolino e dalla proiezione di un video che ripercorre le tappe più importanti dell’episcopato. La serata si concluderà con le parole di Mons. Illiano.

GIOIAMO INSIEME

Al centro suor Anna Pasinetti, con altre suore del Bambino Gesù e alcuni giovani

Voti perpetui di suor Anna Pasinetti A Napoli il 2 aprile, presso il Monastero di S. Chiara Noi giovani, uniti a tutta la comunità parrocchiale di Episcopio, ringraziamo Dio per averti chiamata a seguirlo e ti auguriamo che la gioia e il desiderio di amarlo, che erano e sono nel tuo cuore, siano sempre vivi e forti come in questo giorno e che tanti, incontrandoti, possano sentirsi amati da Dio come lo senti tu.

I vostri Auguri

L’APPUNTAMENTO

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Da alcune settimane gli operatori dell’Associa-zione “Granello di Se-

napa” Onlus insieme a docenti dell’Istituto Comprensivo Stata-le “L. Galvani” di Angri e con la partecipazione di esperti stan-no portando avanti il “Proget-to Aquilone” per sensibilizzare i ragazzi dell’istituto sui temi della legalità e dell’educazione civica.

Il Progetto si inserisce nelle at-tività del PON Progetto Opera-tivo 2007-2013 – “Legale al Sud. Interventi sulla legalità”, preparato dello stesso istituto, che per questo speciale percorso collabora con la nostra associa-zione per il raggiungimento de-gli obiettivi formativi prefissati. Tra gli obiettivi del progetto sono presenti: la cultura della pace, la riscoperta della Costituzione Ita-liana e della Dichiarazione Uni-versale dei Diritti Umani, lo stu-dio dei principi dell’uguaglianza e della cooperazione sociale, la sperimentazione dell’amicizia e dell’integrazione. I temi del pro-getto si inseriscono anche nel più ampio discorso delle celebra-zioni del 150° dell’Unità d’Italia.Attraverso incontri con esperti,

laboratori e visione di filmati si cerca di appassionare i ragazzi alla cultura della partecipazione sociale e del rispetto delle leg-gi. Il primo incontro, infatti, ha visto la partecipazione del dott. Giuseppe Cacciapuoti, sostitu-to procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nocera In-feriore, che ha spiegato ai ragazzi i diritti e i doveri che fanno parte del concetto di cittadinanza. Al-cuni incontri prevedono anche la visita a terreni confiscati alla ca-morra ed oggi usati per attività imprenditoriali.

«Educare i ragazzi alla legalità e al rispetto delle Istituzioni e della legge è un aspetto davvero importante per la crescita delle nuove generazioni», ha commen-tato il presidente dell’Associa-zione, prof. Carmine Carbone, che ha poi aggiunto: «In questo periodo, in cui la cultura della legalità diventa secondaria pri-vilegiando il successo personale e l’arrivismo, è fondamentale far riscoprire ai ragazzi che un mon-do migliore è possibile solo se tutti vi collaborano nel rispetto delle leggi che regolano la convi-venza sociale».

Carmine Giordano

Associazione

Granello di Senapa

Il “Progetto Aquilone” in collaborazione con l’Istituto “L. Galvani” di Angri sui temi di legalità ed educazione civica

Diffondere la cultura della legalità

Una FormAzione a 360°

Si è concluso il percorso di formazione sulla riscoperta del Carisma del Beato Alfonso M. Fusco

Concluso il percorso di for-

mazione dal tema “Il Beato

Alfonso M. Fusco, la sua

opera ed il suo Carisma tra passa-

to e presente”, che ha interessato

operatori, volontari e soci dell’as-

sociazione, le suore della casa

madre delle Battistine ed alcuni

insegnanti della Scuola Paritaria

dell’Infanzia e Primaria intitolata

al Beato.

I partecipanti, grazie anche al sup-

porto di esperti, non solo hanno

approfondito l’opera e il pensiero

del sacerdote angrese, ma hanno

anche dato un attento e proposi-

tivo sguardo sulla realtà attuale

dell’Agro, per progettare e portare

avanti azioni concrete e fruttuose.

Insieme si è riscoperto che l’atten-

zione del Beato ha toccato ambiti

che, oggi più di allora, necessitano

di un intervento particolare: la

cura delle persone, delle famiglie e

degli immigrati e il mantenimento

di un’alleanza educativa tra i prin-

cipali attori sociali.

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45Insieme - Maggio 2011

Omicidio in autostrada

“Era buio, ho pensato di aver urtato un animale”, così un autotrasportatore tenta di evitare un’imputazione per omicidio

Il legale risponde

L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in piazza B. D’Arezzo n.11, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.

Avvocato, sono un autotrasportatore e vivo in Campania. Duran-te un viaggio di lavoro, (ometto di indicare il luogo pre-ciso) mentre percorrevo di notte un tratto autostrada-le, improvvisamente sono andato ad impattare contro

“qualcosa”, non ho capito bene di cosa si trattasse. Appena sono arrivato in una stazione di servizio mi sono fermato ed ho constatato dei danni sulla parte destra anteriore dell’autocarro... ho pensato di aver investito qualche animale...

Cari lettori, ho riportato il racconto di una persona che si è rivolta a me per un consiglio. Vi assicuro che all’inizio non avevo capito dove volesse arrivare. Ebbene, l’autotra-sportatore mi ha riferito in un momento successivo di essere stato contattato, dopo circa quindici giorni dal fatto, dalla polizia stradale. Gli agenti, durante le in-dagini su un omicidio avvenuto in autostrada, aveva-no ritrovato una parte di un paraurti di un autocarro (modello dettagliato) e aveva constatato che apparte-neva al suo autocarro. Ovviamente, gli ho chiesto se

avesse capito, all’epoca dei fatti, di aver investito una persona e lui si è giustificato adducendo soltanto che era buio e che non aveva visto bene… Solo allora ho capito che stava cercando soltanto una scappatoia legale. La fatidica domanda non si è fatta attendere: «Cosa devo dichiarare alla polizia?». Ė ovvio, escla-mai, deve dichiarare la verità e cioè di aver investito una persona sul tratto autostradale di notte! Nono-stante avessimo un appuntamento per il giorno dopo, non si è fatto più vedere.

Avv. Giovanni Severino

Gentile Avvocato, circa un mese fa, mi trovavo a casa di mio padre in aperta campa-gna, e stavo coltivando una parte del suo terreno. Abbiamo avuto un acceso diverbio per futili motivi. Dopo una mezz’ora vedo arriva-re una pattuglia dei carabinieri i quali mi riferiscono di essere stati chiamati da mio padre perché, secondo la sua versione, lo avrei ag-gredito con violenza fisica... morale della favola? Sono stato por-tato in caserma e sottoposto ad arresti domiciliari per circa venti giorni. All’udienza del mio riesame, durante la sua deposizione mio padre ha ritrattato tutto, per cui mi hanno applicato come misura cautelare il divieto di frequentare la zona limitrofa alla sua residen-za. Premesso che mio padre è anziano e spesso ha dei momenti di assenza di lucidità, sto male perché ho dovuto subire un’ingiustizia, i miei amici pensano che sia un poco di buono perché hanno se-guito l’intera vicenda sui quotidiani locali e vorrei fargliela tanto pagare!

Massimo

Caro Massimo, per te ci vuole prima un sacerdote e poi un avvocato. Il primo perché ti insegni il significato profondo del perdono, il secondo per aiutarti ad evitare altri spiacevoli episodi.Se, come mi racconti, tuo padre ha dei momenti in cui non è lucido, e questo può essere testimoniato anche da altri familiari, l’istituto dell’ina-bilitazione (ex art. 415 del Codice di Procedura Civile) o dell’amministra-tore di sostegno (ex art. 404 del C. P. C.) può fare al caso tuo. La richiesta potrà essere avanzata da te singolarmente o insieme ai tuoi familiari. Il ricorso deve essere presentato al Tribunale territorialmente competen-te e deve indicare le ragioni per cui ritieni che tuo padre debba essere dichiarato inabilitato e/o sottoposto ad un amministratore di sostegno. Il Giudice può interrogare i familiari e sicuramente sottoporrà a visita medico-legale il tuo papà. In caso di accoglimento del ricorso, deciderà con sentenza nominando un curatore e/o un amministratore che lo aiu-teranno nel compimento di determinati atti giuridici. Auguri.

G. S.

L’inabilitazioneUn istituto per tutelare le persone in caso di parziale capacità di intendere e di volere

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La notte è sempre più piccola, per adulti e ragazzini: i primi hanno perso un’ora di sonno a notte (da otto a sette), i secon-

di fino ad un’ora e mezza (da dieci ad otto e mezzo). Colpa, anche, di un’in-sonnia da social network, cioè del tempo passato di fronte al personal computer per chattare, cercare nuovi amici e navigare per lavoro e piacere.

A misurare il riposo degli italiani sono stati i medici del centro per la Medici-na del Sonno all’Ospedale Le Molinet-te di Torino. Il sonno indispensabile, quello al quale non si può rinunciare è di circa tre/quattro ore, quello della cosiddetta fase Rem. Senza il sonno “essenziale” il rischio di crollo è altis-simo e a breve scadenza. Ma anche la mancanza cronica di sonno ed una cattiva qualità del riposo sono peri-colosi. A partire dal dopoguerra c’è stata una progressiva riduzione del sonno notturno. L’uomo dopo avere colonizzato lo spazio geografico ha così cominciato a colonizzare lo spa-zio temporale, togliendo ore al son-no per riempirlo di attività ludiche e ricreative. Ma la vera accelerazione è avvenuta solo negli ultimi anni, pro-

prio con l’avvento dei social network. Un’abitudine che trova la complicità distratta o consapevole dei genitori. La sensazione è che i ragazzi siano più al sicuro fra le quattro mura della pro-pria stanza piuttosto che fuori, anche se non c’è alcuna certezza sui contatti che i ragazzi avranno in rete. E questa “tolleranza” da parte dei genitori per-mette che i ragazzini passino molte ore davanti al pc, anche fino a tarda sera. Un recentissimo studio ha dimo-strato che i led della TV, lucine del pc e del cellulare, potrebbero mandare in tilt il nostro orologio biologico, con-trollore dei ritmi giorno/notte. Che i pc possano essere così incisivi sul-la salute è ben chiaro anche in Gran Bretagna dove è stata aperta la prima clinica per “dipendenti dai computer” all’interno di un ospedale nel nord di Londra; i ragazzi verranno curati da una malattia che diventa sempre più frequente: l’immersione totale nella realtà virtuale.

Si moltiplicano intanto anche le rot-ture matrimoniali innescate da un uso pernicioso di Facebook. Il social net-work facilita l’instaurarsi di relazioni disinvolte. Nella rete di relazioni me-

diate dal computer, tutti e ciascuno possono inventarsi una vera e propria vita parallela spacciandosi per chis-sà chi. Si preferisce cercare amici in rete, piuttosto che incontrare i vicini di casa. Si chatta con l’amica di Fb piuttosto che con la moglie. E qual-che coniuge dubbioso si è inventato un profilo fittizio per tendere tranelli al presunto fedigrafo/a. Ben vengano gli strumenti tecnologici che permet-tono di ampliare le conoscenze e con-dividere interessi. Ma se la relazione virtuale diventa prevalente rispetto a quella reale, siamo al cospetto di un vero e proprio tradimento dell’umani-tà e della dignità umana.

Il Tempo pasquale può esser una buo-na occasione per fare qualche piccola astinenza rinunciando, qualche sera, al computer domestico; ed invece di chattare, dialogare con i figli ed il coniuge. In fondo fu proprio la luce dell’alba a condurre le donne al se-polcro dove vennero inondate da una Luce nuova. Non quella ingannevole dei led computerizzati, ma quella di una Vita Nuova. L’augurio è che que-sta Luce nuova continui ad illuminare la nostra vita.

ULTIMA FERMATAdi Peppe Iannicelli

La notte è sempre più piccola

Con l’avvento dei social network, molti ragazzini passano sempre più ore davanti al pc, perdendo un’ora e mezza di sonno. Un’abitudine che trova la complicità distratta o consapevole dei genitori

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