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OGNI SETTIMANA IL MEGLIO DEI GIORNALI DI TUTTO IL MONDO ƓƐ maggioɘƕ giugno ƒƐƑƔ • n. ƑƐƕƓ • ANNO 21 3,00 € Carta • web • tablet SMARTPHONE laurie Penny • martín Caparrós • ali a malek • Jhumpa lahiri Pi, SPeD in aP, Dl ƓƕƓɘƐƓ art Ƒ, Ƒ DCb Vr ESTERO: De Ɩ,ƒƐ ƌ • be Ɩ,ƐƐ ƌ • Ch Ɩ,ƐƐ ChF internazionale.it le avventure di matteo renzi all a conquista dell’ europa Gli articoli e i commenti dei giornali stranieri rePubbliCa CentraFriCana la capitale dell’orrore ECONOMIA gli eŸetti dell’età SOCIETà l’assorbente indiano Alexis Tsipras fa sperare i greci Marine Le Pen prima in Francia I britannici scelgono Nigel Farage

Internazionale 1053

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  • Ogni settimana il megliO dei giOrnali di tuttO il mOndO ?399;A9;G9@A@ annO 21 3,00 53DF3I74F34>7F smartphOne

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    Alexis Tsipras fa sperare i greci

    Marine Le Pen prima in Francia

    I britanniciscelgonoNigel Farage

  • Meisterstckand Hugh Jackman

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    Novantanni fa, con Montblanc nasceva uno strumento da scrittura che sarebbe diventato unicona della bella scrittura, ma non solo: la Montblanc Meisterstck, simbolo di una costante volont di superarsi. In occasione del suo novantesimo anniversario, la nuova Meisterstck 90 Years si arricchisce di niture in oro rosso e di un pennino dallesclusiva incisione 90. Per informazioni e acquisti visiti Montblanc.com

  • Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 3

    Sommario

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    La settimana

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    7GDAB326 Ucraina Financial Times

    38D;53 7?76;AAD;7@F728 Medio Oriente Al Quds al Arabi

    3?7D;5:730 Messico La Nacin

    3E;37B35;8;5A33 Thailandia New Mandala

    D7BG44>;53 57@FD38D;53@340 La capitale

    dellorrore The New Republic

    5AEF3D;5350 Presidente

    a sorpresa El Pas Domingo

    75A@A?;356 Gli efetti dellet The Economist

    ;@6;360 Lassorbente

    indiano Bbc News Magazine

    BADF8A>;A64 Il fotografo

    ilosofo Sergej ilikov

    D;FD3FF;70 Thomas Piketty Das Magazin

    H;399;74 Oltre Pyongyang South China Morning

    Post

    9D3B:;5 ;E?

    76 Ivanovo Aleksandar Zograf

    5;@7?379 Una palma

    in Cappadocia Le Monde

    POP

    92 Una storia armena Alia Malek98 Il secondo esilio Jhumpa Lahiri E5;7@L3102 Traduzioni

    senza cuore The Economist

    F75@A>A9;3106 Non c pi spazio

    per i troll Financial Times

    ;@5AB7DF;@3Le avventure di Matteo Renzi Alla conquista dellEuropa. Gli articoli e i commenti dei giornali stranieri (p. 16). Illustrazione di Makkox.

    75A@A?;3 7>3HADA108 I rischi climatici

    incombono sulla inanza

    Financial Times

    5g^fgdS82 Cinema, libri,

    musica, video, arte

    Le opinioni

    29 Amira Hass

    31 Natalia Viana

    36 Bernard Guetta

    39 Laurie Penny

    84 Gofredo Foi

    86 Giuliano Milani

    88 Pier Andrea Canei

    97 Tullio De Mauro

    109 Tito Boeri

    Le rubriche

    10 Posta

    13 Editoriali

    111 Strisce

    113 Loroscopo

    114 Lultima

    Npszabadsg Fondato a Budapest nel 1956, un quotidiano ungherese di sinistra. Larticolo a pagina 25 uscito il 26 maggio 2014 con il titolo Tovbbra sincs kihvja a Fidesznek. New Mandala un sito australiano che pubblica articoli di analisi e commenti sul sudest asiatico. Larticolo a pagina 33 uscito il 25 maggio 2014 con il titolo Thailand, what next? The New Republic un quindicinale statunitense di politica e cultura fondato nel 1914. Dal marzo del 2012 diretto da Chris Hughes, uno dei cofondatori di Facebook, che anche leditore. Larticolo a pagina 40 uscito sul sito il 30 aprile 2014 con il titolo Hell is an

    understatement. Al Quds al Arabi La Gerusalemme araba il pi importante quotidiano palestinese. Fondato a Londra nel 1989, una voce critica contro Israele e i governi autoritari del Medio Oriente. Larticolo a pagina 28 uscito il 25 maggio 2014. Internazionale pubblica in esclusiva per lItalia gli articoli dellEconomist.

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    Chi non appartiene a nessun posto speciico non pu tornare, in realt, da nessuna parte

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    Articoli in formato mp3 per gli abbonati

    DWeba`eST[^[fy

    Lasciando da parte per un attimo ogni considerazione politica e ogni giudizio sul modo con cui Matteo Renzi arrivato al potere, bisogna riconoscere che il risultato che ha ottenuto alle elezioni europee, ad appena cinque mesi dalla sua nomina alla guida del Partito democratico, sorprendente. Ha cancellato Berlusconi, ridimensionato Grillo, ricevuto quellinvestitura popolare che tanti gli rimproveravano di non aver cercato, raggiunto il 40 per cento dei voti (prima volta nella storia di un partito di centrosinistra in Italia) pur lasciando uno spazio aperto alla sua sinistra, il tutto con unaluenza alta e un risultato geograicamente omogeneo. E anche guardando al resto dellEuropa, dove il voto ha premiato molti partiti di destra, populisti e xenofobi, la vittoria di Renzi appare clamorosa. Perch smentisce la teoria secondo cui le elezioni puniscono chi al governo, arriva alla vigilia del semestre di presidenza italiana, si guadagna il rispetto dei socialdemocratici tedeschi, dei socialisti francesi e dei laburisti britannici, ed un risultato eccezionale condiviso con la sinistra greca di Alexis Tsipras (sarebbe bello, tra laltro, se i due riuscissero a dialogare). Oggi il Partito democratico , per numero di deputati, il primo partito del parlamento europeo. Da un grande potere derivano grandi responsabilit, diceva Ben Parker al nipote, Spider Man. X

    Giovanni De Mauro

  • Immagini

    Contro il golpeBangkok, Thailandia26 maggio 2014

    Una donna partecipa a una manifesta-zione contro il colpo di stato annunciato il 22 maggio dal capo dellesercito, il ge-nerale Prayuth Chan-ocha. Nonostante limposizione della legge marziale e il divieto degli assembramenti di pi di cinque persone, quasi ogni giorno grup-pi di persone protestano a Bangkok si-dando i militari. Il 28 maggio circa 150 persone, arrestate nelle ore successive al golpe, sono state rilasciate. Foto di Paula Bronstein (Getty Images)

  • Immagini

    Attenti ai brogliNdirande, Malawi21 maggio 2014

    Addetti della commissione elettorale del Malawi sorvegliano le cabine allesti-te per una ripetizione del voto a Ndiran-de, township alla periferia di Blanty re. Il 20 maggio in Malawi si sono svolte le elezioni presidenziali e legislative. A Ndirande si votato il giorno dopo per-ch i seggi erano stati attaccati da mani-festanti che protestavano per i ritardi nellapertura delle operazioni di voto. La presidente Joyce Banda, in svantag-gio secondo uno scrutinio parziale, ha denunciato brogli e annullato le elezio-ni. Tuttavia la corte suprema del Malawi ha invalidato la sua decisione, facendo proseguire il conteggio. Foto di Amos Gulumira (Afp/Getty Images)

  • Immagini

    Remare per strada Trysil, Norvegia26 maggio 2014

    La canoa lunico mezzo per viaggiare sulle strade allagate intorno a Trysil, nel sudest della Norvegia. Le forti piog-ge e la neve disciolta hanno fatto cre-scere il livello delle acque del fiume Trysilelva, allagando la zona circostan-te. Gi nel 2013 le inondazioni nel su-dest e in altre zone della Norvegia ave-vano costretto centinaia di persone ad abbandonare le loro abitazioni. Foto di Heiko Junge (Epa/Ansa)

  • 10 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014

    [email protected]

    Grazie Andy X Venerd, sfogliando il nume-ro 1052 di Internazionale ri-mango colpita da una foto che ritrae dei bambini allinterno di un rifugio a Sloviansk. Do-menica, sentendo la notizia della probabile morte di Andy Rocchelli, ritorno a quella foto e scopro che quellattimo era stato fermato proprio da lui. E penso che molte volte le immagini raccontino pi delle parole. Grazie Andy. Mirta Meneghin

    Il campione della sinistra X Non capisco la nota sarcasti-ca del New York (Internaziona-le 1051). Un sindaco annuncia un piano da 73,9 miliardi di dollari per listruzione, i servizi sociali e i dipendenti pubblici, laccesso agli asili nido e al do-poscuola, laiuto ai senza tetto e ai cittadini poveri, il tutto senza tagliare i servizi, e viene accusato di retorica progressi-sta per accreditare la sua im-magine di campione della sini-stra. A cosa sono abituate le ri-

    viste statunitensi? Cosa avreb-bero scritto se avesse inanzia-to la scuola privata, sperperato soldi pubblici o inanziato le lobby delle armi? Peccato che sindaci cos vengano eletti solo oltreoceano. Franca Menneas

    Basta euroscettici X Leggere che negli Stati Uniti dove lassistenza sanitaria non pubblica si dice che gli italiani sono individualisti (Euroscettici ma non troppo, Internazionale 1050) grotte-sco. Sapere che in Germania (I problemi dellItalia non di-pendono dalleuro, stesso nu-mero) la propaganda passa an-cora attraverso la demolizione dellItalia sarebbe doloroso se non fosse ridicolo. La moda degli ultimi anni quella di elencare tutto quello che non va di noi, psicanalizzare lItalia e gli italiani come se fossero un esperimento riuscito male ma, tutto sommato, facilmente scomponibile e comprensibile da chiunque. Addirittura da chi nemmeno conosce bene la propria storia o il proprio pre-

    sente. Basta. Ho deciso che co-mincer a praticare una siste-matica sottolineatura di quello che va bene qui: la nostra sani-t potente, la nostra bellezza sconvolgente, la nostra incon-tenibile fantasia, la nostra inso-stenibile leggerezza, la nostra determinazione nella difesa i-no al paradosso dei diritti uma-ni, la nostra irrequietezza, la nostra ribellione costante, la nostra onnipresente arte, il no-stro inconfondibile gusto. Po-trei andare avanti, ma la nostra inta modestia me lo impedi-sce! Francesca

    Errata corrige

    X Nel numero 1052, a pagina 25 le elezioni amministrative in Grecia sono state il 18 maggio, non il 18 giugno; a pagina 83, lisola tropicale dov ambien-tato il ilm Still in the water si chiama Amami, non Adami.

    PER CONTATTARE LA REDAZIONE

    Telefono 06 441 7301 Fax 06 4425 2718Posta via Volturno 58, 00185 RomaEmail [email protected] internazionale.it

    Quando parlo con le mie amiche mi sento la madre peggiore di tutte. Dovrei impegnarmi di pi o cam-biare amiche?Laura

    Anche se non le conosco sono certo che le tue amiche non ti raccontano tutta la verit, per-ch non esiste genitore che non nasconda qualche maga-gna. Nelluniverso dei blog delle mamme gira un post ri-corrente che sintitola: Dieci motivi per cui sono la mamma peggiore del mondo. Ti pro-pongo una raccolta delle mie rivelazioni preferite: 1. Per una settimana ho detto ai bambini

    che lautoradio era rotta per-ch non ne potevo pi di ascol-tare le loro stupide canzonci-ne. 2. Sono segretamente con-tenta quando i igli degli altri fanno scenate in pubblico. 3. Quando taglio le unghie ai bambini raccolgo solo quelle in vista, le altre le lascio alla donna delle pulizie. Anche se verr dopo due settimane. 4. A volte isso il cellulare per dieci minuti senza mai alzare lo sguardo su mia iglia. 5. Se non so dove va rimesso un gio-cattolo, lo butto nella spazza-tura. 6. Per mesi ho promesso un cane a mia iglia, ma allul-timo momento ho cambiato

    idea. 7. Mangio la met della pappa di mio iglio mentre lui mastica lentamente i bocconi. 8. Una volta ho messo a mia i-glia un vestito estivo in pieno autunno perch, con quello che lavevo pagato, non volevo che inisse nelle cose smesse. 9. Butto via tutti i disegni che arrivano a casa dallasilo. 10. Ad Halloween ho rubato ai miei igli le caramelle pi buo-ne e le ho mangiate di nasco-sto in bagno.

    Claudio Rossi Marcelli un giornalista di Internaziona-le. Risponde allindirizzo [email protected]

    Dear Daddy

    Le mamme peggiori del mondo

    La virgoladi Rodari

    Le correzioni

    X Vi ricordate la Tragedia di una virgola di Gianni Rodari? Comincia cos: Cera una vol-ta / una povera virgola / che per colpa di uno scolaro / di-sattento / capit al posto di un punto / dopo lultima parola / del componimento. Nellarti-colo su Shinz Abe dello scor-so numero successa una co-sa simile: una virgola inita per sbaglio al posto di un pun-to (pagina 48), anche se per fortuna non capitata alla ine dellarticolo. La virgola di Ro-dari fa una brutta ine: La po-verina, da sola, / doveva reg-gere il peso / di cento parolo-ni, / alcuni perino con lac-cento. / Per la fatica atroce mor. Nel nostro caso non ci sono morti, ma una piccola tragedia s, perch quella vir-gola inopportuna fa inciampa-re i lettori proprio allinizio del paragrafo. Incidenti anche peggiori succedono con i nu-meri. Nellottobre del 2009 alcuni correntisti di Bancopo-sta si sono ritrovati i conti pro-sciugati per colpa di un software che non leggeva la virgola dei decimali: se usava-no il bancomat per prelevare o pagare cento euro (100,00), gliene venivano addebitati diecimila (10000). Il rischio di confondere i numeri alto su Internazionale, perch lin-glese indica i decimali con il punto e le migliaia con la vir-gola: tutto il contrario dellita-liano.

    Giulia Zoli una giornalista di Internazionale. Lemail di questa rubrica [email protected]

  • Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 13

    Editoriali

    Il risultato pi clamoroso e preoccupante delle elezioni europee del 25 maggio stata lirruzione dei populisti euroscettici e xenofobi, che in Fran-cia e nel Regno Unito hanno provocato un terre-moto. Le scosse registrate in altri paesi come i Paesi Bassi, invece, sono state meno forti del pre-visto. Con larrivo di molti deputati estremisti al parlamento di Strasburgo i dibattiti acquisteran-no un tocco demagogico: la politica tradizionale dovr rinnovarsi per afrontare questa scomoda ondata. Ma diicilmente questo ostacoler il la-voro del parlamento e delle istituzioni, per una ragione molto semplice: nonostante il momento diicile, i partiti europeisti hanno ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni.

    I democristiani e i socialdemocratici in Ger-mania hanno ottenuto un buon risultato, e lo stes-so vale per il centrosinistra in Italia. Ma global-mente le cinque grandi formazioni iloeuropee (Partito popolare, Partito socialista, liberali, ver-di, sinistra unitaria) si sono aggiudicate pi di 550 seggi su 751. E lhanno fatto dopo la legislatura economicamente pi diicile, socialmente pi drammatica e politicamente pi disorientata del-

    la storia comunitaria. diminuita anche lasten-sione, che dal 1984 era sempre aumentata, forse perch passato il messaggio che queste elezioni avrebbero avuto un efetto diretto sul governo dellEuropa, superando cos la consueta indife-renza verso le elezioni europee.

    Per questo fondamentale che i leader dei go-verni siano allaltezza del loro compito nel Consi-glio europeo, in cui dovranno proporre il candida-to alla presidenza della Commissione. Sarebbe una forzatura del trattato e unespressione di di-sprezzo verso gli elettori non scegliere uno dei candidati legittimati dalle urne. Il nome pi ovvio quello del popolare Jean-Claude Juncker, a capo del partito che ha ottenuto pi voti alle elezioni, e che per ne ha persi di pi tra i grandi. Sarebbe una scelta coerente anche il socialdemocratico Martin Schultz, se riuscisse a formare unalleanza parlamentare solida. In realt sar diicile sot-trarsi alla dinamica di una grande coalizione, in-dipendentemente dalla convenienza politica, che richiederebbe proposte alternative. Ma ci sono pochi dubbi sul fatto che sia la cosa migliore per la stabilit del continente. X fr

    Allaltezza degli europei

    Gli egiziani e le urne del generale

    El Pas, Spagna

    Toronto Star, Canada

    Il maresciallo Abdel Fattah al Sisi si aspettava che da bravi soldatini gli egiziani sarebbero scattati sullattenti e corsi in massa ai seggi per ofrirgli la presidenza. Ma le truppe non hanno risposto allappello. Arrabbiati e indiferenti, gli elettori si sono presi una licenza senza permesso. Sua eccel-lenza contava su una enorme aluenza alle urne per legittimare non solo il colpo di stato contro lex presidente Mohamed Morsi, che aveva preso 13 milioni di voti nelle pi corrette elezioni del 2012, ma anche la recente repressione dei Fratelli musulmani. Invece il boicottaggio dei Fratelli e lapatia dei cittadini verso queste elezioni mani-polate gli hanno rovinato la festa.

    Il 27 e il 28 maggio molti seggi del Cairo e di altre citt sono rimasti quasi deserti, mentre la tv arringava gli spettatori invitandoli ad andare a votare. Prese dal panico, le autorit hanno dato il marted di vacanza a tutti per favorire laluenza alle urne, hanno minacciato multe per chi non andava a votare e, alla ine, prese dalla dispera-zione, hanno deciso che i seggi sarebbero rimasti aperti ino al 29 maggio. Al Sisi e i suoi sostenitori

    si sono meritati questo riiuto. Hanno scatenato una repressione che ha mandato sotto processo Morsi e altre persone, hanno messo fuori legge la Fratellanza, hanno ucciso 1.400 dei suoi sosteni-tori e ne hanno arrestati 16mila. E hanno dimo-strato solo disprezzo per lelettorato. Al Sisi non si neanche preso la briga di presentarsi a un comi-zio, di impegnarsi in un dibattito o di proporre un programma coerente. Si solo lasciato intervista-re da giornalisti televisivi servili e ha chiesto ai suoi di controllare le risposte prima che andasse-ro in onda, per essere sicuro che lo mettessero nella luce migliore. Secondo molti, il suo unico avversario era solo un fantoccio destinato a per-dere.

    In confronto alla campagna credibile e com-battuta che aveva portato al potere Morsi, questa stata una farsa. Naturalmente per Al Sisi e lesta-blishment egiziano le cose si aggiusteranno. Lesercito non accetter alternative. La presiden-za sar sua. Ma gli egiziani non sono costretti a ingere di essere daccordo. E il mondo non co-stretto a rispettare questo risultato. X bt

    Vi sono pi cose in cielo e in terra, Orazio,di quante se ne sognano nella vostra ilosoiaWilliam Shakespeare, Amleto Direttore Giovanni De MauroVicedirettori Elena Boille, Chiara Nielsen, Alberto Notarbartolo, Jacopo ZanchiniComitato di direzione Giovanna Chioini (copy editor), Stefania Mascetti (Internazionale.it), Martina Recchiuti (Internazionale.it), Pierfrancesco Romano (copy editor)In redazione Giovanni Ansaldo, Annalisa Camilli, Carlo Ciurlo (viaggi, visti dagli altri), Gabriele Crescente, Giovanna DAscenzi, Camilla Desideri (America Latina), Simon Dunaway (attualit), Mlissa Jollivet (photo editor), Alessandro Lubello (economia), Alessio Marchionna (inchieste), Maysa Moroni (photo editor), Andrea Pipino (Europa), Francesca Sibani (Africa e Medio Oriente), Junko Terao (Asia e Paciico), Piero Zardo (cultura), Giulia Zoli (Stati Uniti) Impaginazione Pasquale Cavorsi, Valeria Quadri, Marta Russo Segreteria Teresa Censini, Monica Paolucci Correzione di bozze Sara Esposito, Lulli Bertini Traduzioni I traduttori sono indicati dalla sigla alla ine degli articoli. Marina Astrologo, Patrizia Barbieri, Giuseppina Cavallo, Francesco Caviglia, Catherine Cornet, Stefania De Franco, Andrea De Ritis, Andrea Ferrario, Antonio Frate, Giusy Muzzopappa, Floriana Pagano, Andrea Rnyi, Francesca Rossetti, Fabrizio Saulini, Andrea Sparacino, Bruna Tortorella, Nicola Vincenzoni Disegni Anna Keen. I ritratti dei columnist sono di Scott Menchin Progetto graico Mark Porter Hanno collaborato Gian Paolo Accardo, Luca Bacchini, Francesco Boille, China Files, Sergio Fant, Anna Franchin, Francesca Gnetti, Anita Joshi, Andrea Pira, Fabio Pusterla, Alessia Salvitti, Marc Saghi, Andreana Saint Amour, Angelo Sellitto, Francesca Spinelli, Laura Tonon, Pierre Vanrie, Guido VitielloInternazionale a Ferrara Luisa CifolilliEditore Internazionale spa Consiglio di amministrazione Brunetto Tini (presidente), Giuseppe Cornetto Bourlot (vicepresidente), Alessandro Spaventa (amministratore delegato), Antonio Abete, Emanuele Bevilacqua, Giovanni De Mauro, Giovanni Lo StortoSede legale via Prenestina 685, 00155 Roma Produzione e difusione Francisco Vilalta Amministrazione Tommasa Palumbo, Arianna CastelliConcessionaria esclusiva per la pubblicit Agenzia del marketing editorialeTel. 06 6953 9313, 06 6953 9312 [email protected] Download Pubblicit srlConcessionaria esclusiva per la pubblicit moda e lifestyle Milano Fashion Media srlStampa Elcograf spa, via Mondadori 15, 37131 Verona Distribuzione Press Di, Segrate (Mi)Copyright Tutto il materiale scritto dalla redazione disponibile sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 3.0. Signiica che pu essere riprodotto a patto di citare Internazionale, di non usarlo per ini commerciali e di condividerlo con la stessa licenza. Per questioni di diritti non possiamo applicare questa licenza agli articoli che compriamo dai giornali stranieri. Info: [email protected]

    Registrazione tribunale di Roma n. 433 del 4 ottobre 1993Direttore responsabile Giovanni De MauroChiuso in redazione alle 20 di mercoled 28 maggio 2014

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  • 16 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014

    In copertina

    Il 27 aprile, di passaggio a Roma per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, il nuo-vo primo ministro francese Ma-nuel Valls ha conidato ad alcuni giornalisti le sue impressioni su

    Matteo Renzi, con cui aveva cenato la sera prima a palazzo Chigi.

    Le cose che abbiamo in comune? Sia-mo due leader di sinistra. Vogliamo riforme rapide e profonde. Sappiamo che lEuropa in pericolo se non superer le side della competitivit, del lavoro, della politica mo-netaria e delle tasse. Renzi ha una persona-lit importante e una visione di come do-vrebbe avvenire la ricostruzione della sini-stra europea. E questo un argomento che interessa anche me.

    Quattro settimane dopo, il parallelismo non funziona pi: il Partito socialista fran-cese ha raccolto solo il 13,9 per cento dei voti, mentre in Italia il Partito democratico (Pd) ha avuto lunica bella sorpresa del 25 maggio per la sinistra europea, conquistan-do il 40,8 per cento dei voti, relegando il Movimento 5 stelle al 21,1 per cento e inlig-gendo a Forza Italia il partito di Silvio Berlusconi, che si fermato al 16,8 per cen-to la pi grave sconitta della sua storia. Il risultato pu considerarsi quasi un miracolo visto che nel dicembre del 2012, quando partecip senza successo alle primarie del Pd per le elezioni politiche del febbraio 2013, era ancora un politico poco conosciu-to. Ora che lItalia sta per assumere la presi-denza di turno dellUnione europea (un ruolo ormai quasi puramente simbolico) il primo ministro francese Valls potr dire a

    Renzi: Tu sei giovane, popolare, energico. Tocca a te prendere la guida della sinistra europea.

    Anche se ha assicurato di voler arrivare allappuntamento della presidenza con umilt, il capo di governo italiano con-sapevole del nuovo peso che ha conquistato e dei margini di manovra che il suo trionfo elettorale gli consente. Se vuole che la sua azione europea si svolga sotto il segno del lavoro e della crescita, pu assumere la gui-da di un fronte contrario allausterit e spin-gere per un alleggerimento delle severe re-gole di bilancio. La prima a beneiciarne potrebbe essere lItalia , uscita dalla pi lun-ga recessione della sua storia nel terzo tri-mestre del 2013 per ritrovarsi di fronte a una nuova contrazione del prodotto interno lor-do (pil) dello 0,1 per cento.

    Lesempio italianoLItalia in grado di incidere nel percorso che si apre in Europa con molta decisione, ha dichiarato con soddisfazione Renzi il 26 maggio durante una conferenza stampa. un voto di speranza straordinaria di un pae-se che ha tutte le condizioni per cambiare e per poter invitare lEuropa a cambiare. Io non immagino di avere un asse Germania-Italia contro la Francia, ha spiegato, come nessuno immaginava di avere un asse Ger-mania-Francia contro lItalia. Questa una vicenda delicata: o ne usciamo tutti insieme prendendoci per mano oppure nessuno si salver da solo. Renzi non ha mancato di sottolineare che i parlamentari della sini-stra italiana saranno i pi numerosi (31) nel Partito socialista europeo (Pse) a Strasbur-

    La sida europe

    go. Anche se non ne stato il promotore di-retto, stato sotto il suo mandato da segre-tario del Pd che il 1 marzo la sinistra italiana ha uicialmente aderito al Pse. Facendo confluire il Partito democratico nel Pse, Renzi aveva lambizione di trasformare la sinistra europea dallinterno, spiega il sot-

    Philippe Ridet, Le Monde, Francia

    Il risultato del Partito democratico alle elezioni del 25 maggio uneccezione rispetto alla crisi della sinistra in Europa. In Francia e nel Regno Unito vincono gli euroscettici. Alexis Tsipras primo in Grecia

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  • Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 17

    opea di Renzi

    tosegretario alla presidenza del consiglio con delega alle politiche europee Sandro Gozi. La strategia di Renzi oggi raforza-ta. Di sicuro in un primo tempo, quello delle nomine, dovremo fare delle mediazioni. Ma unopportunit da cogliere. Il risultato delle elezioni in Francia ci incoraggia su

    questa strada. necessario allargare lasse franco-tedesco che ha portato la sinistra a sostenere politiche di destra. La sinistra de-ve ridiventare la sinistra.

    Dal giorno successivo alle elezioni sono partiti i primi contatti tra Matteo Renzi, Franois Hollande e il tedesco Sigmar Ga-

    briel, presidente dei socialdemocratici dellSpd, in vista dei vertice tra i capi di stato e di governo che si svolto il 27 maggio a Bruxelles.

    LItalia, che stata spesso laboratorio di esperienze politiche atipiche, sembra or-mai un esempio per le sinistre europee.

    Roma, 22 maggio 2014. Matteo Renzi chiude la campagna elettorale in Piazza del Popolo

  • 18 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014

    In copertinaRenzi, appena nominato presidente del consiglio il 22 febbraio, ha immediatamen-te voltato le spalle alle politiche del rigore volute da tutti i suoi predecessori dal 2009, con uniniezione di 90 miliardi di euro in uneconomia ferma da ventanni.

    Matteo Renzi sar il salvagente della si-nistra europea? Non sarebbe un paradosso da poco per qualcuno che diventato presi-dente del consiglio senza essere stato eletto e che proviene dallo scoutismo, da Azione cattolica e dai ranghi del Partito popolare italiano, un ramo della Democrazia cristia-na. Forse non sono di sinistra, amava ri-petere quando era ancora il sindaco di Fi-renze, ma faccio cose di sinistra. Durante la campagna elettorale si perino avventu-rato a difendere la memoria di Enrico Ber-linguer, segretario del Partito comunista italiano negli anni settanta, oggi ancora po-polarissimo, da cui Renzi si diferenzia in tutto.

    Pragmatismo e sfrontatezzaQuesta svolta ha consentito a Renzi di uni-re intorno a s tutto il partito nato nel 2007 dalla fusione tra gli ex comunisti e gli ex democristiani di sinistra ottenendo il pi grande successo elettorale della sua storia. La decisione di restituire dieci mi-liardi di euro a dieci milioni di italiani sot-to forma di una riduzione delle tasse, no-nostante ci siano ancora dei dubbi su come inanziare questa misura, ha completato la metamorfosi.

    Un altro provvedimento che porta il se-gno del suo pragmatismo e della sua sfron-tatezza aver abbassato del 10 per cento le tasse e le spese energetiche per le aziende. Non a caso pragmatismo e sfrontatezza so-no tra gli ingredienti di quel trionfo che molti gli invidiano. X gim

    Matteo Renzi ha ottenuto una vittoria schiacciante. In controtendenza rispetto al resto del continente, il suo

    Partito democratico (Pd), moderato ed eu-ropeista, ha ottenuto il 40,8 per cento dei voti. Renzi si detto commosso, mentre il vicepresidente del parlamento europeo Gianni Pittella ha dichiarato che il presi-dente del consiglio italiano si dimostrato una diga al populismo nostrano ed euro-peo. Il risultato stato accolto con entu-siasmo dai mercati, che speravano in una manifestazione di iducia nei confronti di Renzi, del suo governo e del suo ambizioso programma di riforme.

    Le elezioni europee sono invece state un disastro per il Movimento 5 stelle (M5s). Alla vigilia i sondaggi davano il partito gui-dato da Beppe Grillo impegnato in un testa a testa con il Pd, ma dalle urne emerso uno scarto di quasi 20 punti percentuali. Grazie al sostegno di oltre un quinto degli elettori, il partito di Grillo resta comunque uno dei pi popolari in Europa tra quelli al di fuori degli schieramenti politici tradi-zionali (solo il Front national e Syriza han-no ottenuto un risultato superiore). Ma in politica le aspettative sono tutto e Grillo aveva imprudentemente annunciato che il Movimento sarebbe stato il primo partito italiano lanciando lo slogan Vinciamo noi, diventato un popolare hashtag. A questo punto lecito chiedersi se lM5s e il suo leader potranno mai riprendersi dalla delusione elettorale.

    I risultati dimostrano che milioni di elettori dei cinquestelle sono passati dalla parte del Pd, che complessivamente ha ot-tenuto un numero maggiore di voti rispetto alle elezioni politiche nonostante un netto

    Non hanno vinto

    The Economist, Regno Unito

    Durante la campagna elettorale Beppe Grillo ha ripetuto spesso che avrebbe vinto. Non andata cos e ora in molti criticano il suo ostruzionismo nei confrontidel governo

    calo dellaluenza (57 per cento contro il 75 per cento delle politiche). Alcuni sondaggi avevano gi indicato che molti elettori del Movimento non approvano la politica ostruzionista voluta da Grillo nei confronti del centrosinistra.

    Lumiliazione dellex comico stata la ciliegina sulla torta per Renzi, scelto come leader dalla base del Pd proprio perch considerato lunico in grado di arrestare lavanzata dei cinquestelle.

    Autostima e presunzioneEppure c un problema per il segretario del Pd: Renzi infatti ha bisogno del soste-gno di Forza Italia e di Silvio Berlusconi per riformare la costituzione e ha bisogno di quello del Nuovo centrodestra, alleato nel-la coalizione di governo, per cambiare la legge elettorale. Ma i risultati delle euro-pee spingeranno probabilmente entrambi i partiti di centrodestra a riconsiderare la collaborazione con il Pd. Uno degli obietti-vi di Renzi infatti quello di trasformare lItalia in una democrazia bipartitica, ma le elezioni del 25 maggio hanno rivelato che in questo momento tra i due maggiori partiti del paese non c Forza Italia.

    Infatti con il 16,8 per cento dei voti, quattro punti in meno rispetto allM5s, For-za Italia il terzo partito. Inoltre le riforme immaginate da Renzi prevedono lesclu-sione dal parlamento di alcuni partiti mi-nori, tra cui potrebbe esserci anche il Nuo-vo centrodestra, fermo al 4,3 per cento.

    Quali che siano i problemi che Renzi dovr afrontare, ci vorr un po di tempo prima che questi gli facciano passare il buonumore per la vittoria. Saputi i risulta-ti, il presidente del consiglio ha twittato un messaggio da cui si capisce quanto sia sicu-ro di s: Un risultato storico. Commosso e determinato adesso al lavoro per unItalia che cambi lEuropa.

    Presuntuoso? Pu darsi, ma anche ve-ro che il trionfo alle elezioni europee dar al Partito democratico una grande rappresen-tanza al parlamento europeo nel gruppo dei Socialisti e Democratici, superiore perino a quella della potente Spd tedesca. X as

    Partito democratico

    Movimento 5 stelle

    Forza Italia

    Lega Nord

    Nuovo centro destra-Udc

    Laltra Europa con Tsipras

    Svp

    Totale seggi

    Fonte: Ministero dellinterno

    % di voti seggi

    40,8

    21,1

    16,8

    6,1

    4,3

    4,0

    0,5

    31

    17

    13

    5

    3

    3

    1

    73

    Da sapere I partiti italiani in Europa

  • Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 19

    Inutile cercare di sottilizzare, di invo-care lastensionismo o di minimizza-re limportanza di queste elezioni: in Francia il vero vincitore delle europee

    il Front national (Fn). Dopo lottimo risul-tato alle presidenziali del 2012 e laferma-zione alle amministrative di marzo, Marine Le Pen ha centrato il suo terzo obiettivo: il 25 maggio diventata la leader del primo partito di Francia e, superando nettamente lUmp (centrodestra), della pi grande for-za di opposizione. Il suo partito ha saputo sfruttare meglio degli altri la triplice crisi che da anni mina il paese. Prima di tutto c la crisi economica e sociale, caratterizzata da sei anni di crescita quasi nulla e dallim-pennata della disoccupazione. Poi la crisi dellEuropa, che non ofre pi una solida rete di protezione e ha smesso di rappresen-tare una speranza per il futuro, per diventa-re invece il capro espiatorio di molte inquie-tudini nazionali. proprio il Front a dar

    voce a questo malcontento, indubbiamente minoritario, ma comunque molto forte. In-ine c la crisi politica. Il disagio verso la democrazia, la siducia nei partiti tradizio-nali e lincapacit di rispondere ai timori dei francesi hanno inito con il provocare un terremoto pi grave di quello del 21 aprile 2002. Allora, il successo del padre di Mari-ne Le Pen, Jean-Marie, che arriv al ballot-

    taggio delle presidenziali superando il can-didato socialista, aveva rappresentato un avvertimento. Oggi la vittoria della iglia sconvolge radicalmente il panorama politi-co. La sconitta del Partito socialista, con meno del 14 per cento dei voti, non ha pre-cedenti negli ultimi cinquantanni. Un tra-collo che, tra laltro, non compensato dai risultati delle altre liste progressiste: in tota-le tutta la sinistra ha ottenuto il voto di ap-pena un elettore su tre.

    La sanzione degli elettoriLa delusione altrettanto cocente per la de-stra. Indebolito dalle divisioni interne e da-gli scandali inanziari che hanno coinvolto il suo presidente, Jean Franois Cop, lUmp un partito lacerato e incapace di incarnare unopposizione convincente. Da parte loro i centristi del Modem sembrano approittare della situazione, ma rimango-no una forza marginale.

    Per il governo la situazione grave, molto grave, come ha ripetuto il primo mi-nistro Manuel Valls. La sanzione inflitta dagli elettori che segue di due mesi la sconitta alle amministrative obbliga lese-cutivo a porsi una domanda: come agire, come governare e, soprattutto, come fare le riforme con un presidente cos indebolito? La risposta ha unimportanza vitale per ca-pire come fermare Marine Le Pen. In Euro-pa la Francia, che gi da tempo rappresen-tava lanello debole della catena, apparir inevitabilmente come la pecora nera, in ba-lia delle deleterie pulsioni del nazional-po-pulismo. E questo ridurr ancora di pi la forza politica di Franois Hollande e il suo margine di manovra. X adr

    La Franciadegli estremistiLe Monde, Francia

    Il Front national il partito pi votato dai francesi. Un successo che sconvolge il panorama politico e indebolisce il paese

    Lopinione Reagire subito

    Da sapere Il nuovo parlamento di Strasburgo

    X Il desiderio non lasciarsi abbattere, la volont non lasciare lo spazio politico al Front national. Ma la realt spietata. Nel paese dei lumi e dei diritti delluomo il pri-mo partito una formazione di estrema destra razzista e xenofoba. Il risultato ha la-sciato a bocca aperta lintero continente. I giovani e i pi poveri hanno scelto il Front national, garantendo a Mari-ne Le Pen un consenso che in alcune delle regioni pi colpite dalla crisi ha supera-to il 40 per cento. Nessun al-

    tro paese (a eccezione della Danimarca) stato travolto in questo modo dalle pulsio-ni estremiste. La Grecia e la Spagna danno una possibili-t alla sinistra radicale, can-cellata in Francia. LItalia sceglie Matteo Renzi, a di-mostrazione che un riformi-smo di sinistra ancora pos-sibile. Il paesaggio politico francese esce devastato dal voto: il socialismo di gover-no in crisi e lopposizione di destra screditata. La vitto-ria di Le Pen anche la scon-itta di un paese e dei suoi in-

    tellettuali. Oggi chiediamo ai protagonisti della societ francese di rilettere sulla ri-sposta da dare al successo del Front: una risposta popo-lare al populismo. A quanto pare la demonizzazione de-gli elettori dellFn non ha funzionato. Ai partiti, ai giornalisti, agli insegnanti, alla societ civile spetta il compito di riconciliare la Francia uscita dal voto del 25 maggio con la sua storia e la sua vocazione europea, civi-le e repubblicana. Franois Sergent, Liberation

    I seggi al parlamento europeo, divisi per gruppi politici, 2014. Fonte: Parlamento europeo

    45

    191

    5264 214

    46

    38

    41

    60

    Totale dei seggi

    751

    Socialisti e democratici (S&d)

    Democratici e liberali per lEuropa

    (Alde)Partito popolare

    europeo (Ppe)Verdi europei-Alleanza

    libera europea (G/Efa)

    Europa della libert e della democrazia

    (Efd)

    Non iscritti a nessun gruppo

    Nuovi eletti non appartenenti a

    gruppi politici del parlamento uscente

    Conservatori e riformisti europei

    (Ecr)

    Sinistra unitaria europea-Sinistra

    verde nordica (Gue/Ngl)

  • 20 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014

    In copertina

    La sinistra greca sempre stata in prima linea nella lotta per la dife-sa degli interessi popolari e dellintegrit nazionale, in tutti i

    momenti critici attraversati dal paese nel corso delle diverse stagioni politiche. Alle elezioni europee del 25 maggio Syriza, il partito guidato da Alexis Tsipras, ha otte-nuto un successo straordinario, di cui han-no parlato tutti i mezzi dinformazione del mondo.

    Arrivata a un passo dal potere, oggi la sinistra ancora una volta di fronte a una grande responsabilit. un momento che assume un signiicato particolare, perch questa responsabilit gravosa, storica e patriottica. La sinistra se la dovr assume-re in primo luogo nei confronti di una so-ciet prostrata, in lotta per la sopravviven-za e messa in ginocchio dalle misure di austerit che hanno colpito soprattutto i pi deboli. Poi nei confronti di tutta la na-zione e, di conseguenza, della generazione dei ventenni e dei trentenni che hanno la-sciato il paese per andare a cercare lavoro allestero.

    Costruire dal bassoLa Grecia non dovr essere mai pi abban-donata. In quanto partito di sinistra, Syriza non chiamato solo a trovare una risposta a questi problemi, ma anche ad afrontare con determinazione il diicile compito che la societ gli ha aidato. In questa fase non c spazio per gli errori. Ma soprattutto non c spazio per quegli atteggiamenti che spesso caratterizzano i partiti di sinistra e per quelle dinamiche tipiche delle forma-zioni che non superano il 4 per cento dei voti.

    Per prima cosa Syriza deve lasciarsi alle

    spalle i complessi del piccolo partito che era alla ine degli anni novanta e nei primi anni duemila. Deve sostituire le sue vecchie paure con la solida consapevolezza di esse-re oggi lunica grande forza nazionale, de-mocratica e popolare in grado di guidare il paese fuori dalla crisi.

    Syriza deve dar prova di responsabilit e afrontare la situazione per quello che . Senza partigianerie e pregiudizi, e senza certi schematismi tipici della sinistra. Il partito di Tsipras deve costruire dal basso una grande alleanza democratica per libe-rare la societ e il paese dal memorandum della troika e dalla sottomissione ai credi-tori stranieri, e per rilanciare leconomia.

    In questo momento il partito di Tsipras non pu permettersi di deludere gli elettori con discorsi ambigui e ragionamenti basati su logiche di partito, che non interessano in nessun modo ai cittadini. Oggi devono pre-valere la solidariet e una linea politica for-te, unite a proposte speciiche per ogni sin-golo problema che richieda soluzioni con-crete. La societ ha fatto un grande passo in avanti e ha scelto la sinistra. Per Syriza, per il suo leader, per i suoi dirigenti e per i mili-tanti arrivato il momento della responsa-bilit. X af

    Ad Atene trionfala sinistraEleftherotypia, Grecia

    Dopo anni di crisi, i greci hanno dato iducia a Syriza. Ora il paese ha bisogno di scelte politiche coraggiose

    X Ripetere che le cose potevano andare peggio non serve a migliorarle n a rassicurare chi terrorizzato dal successo di Alba dorata. Il partito neonazista non solo sopravvissuto, ha anche aumentato i suoi consensi, raccolti tra le vittime della crisi (le persone che vivono nelle zone pi povere del paese), ma anche tra gli elettori benestanti, per esempio nellarea di Kolonaki, ad Atene. Alle europee del 2009 Alba dorata aveva lo 0,46 per cento. Oggi al 9,4. E se non ha ottenuto un risultato pi alto perch al voto ha partecipato anche un altro partito di estrema destra, il Laos. La mappa dellEuropa sta diventando nera. E anche sulla Grecia c una macchia scura. Kathimerini

    Da sapere La minaccia di Alba dorata

    Voti Aluenza

    Da sapereI partiti pi votati nei singoli paesi alle elezioni europee, ailiazione per gruppo politico, %

    Austria OvpBelgio ON-vaBulgaria OGerbCipro ORaduno democraticoCroazia OHdzDanimarca OPart. del popolo danese estr. destra Estonia OPartito riformistaFinlandia OPartito della coalizione nazionaleFrancia OFront national estrema destraGermania OCdu/CsuGrecia OSyrizaIrlanda OIndipendentiItalia OPartito democraticoLettonia OUnitLituania OUnione patriotticaLussemburgo OPartito cristiano socialeMalta OPartito laburistaPaesi Bassi OD66Polonia ODiritto e giustiziaPortogallo OPartito socialistaRegno Unito OUkipRepubblica Ceca OAno 201Romania OPsd/Pc/UnprSlovacchia OSmerSlovenia OSdsSpagna OPartito popolareSvezia OSocialdemocraticiUngheria OFidsz

    27,0

    16,3

    30,4

    37,7

    41,4

    26,6

    24,3

    22,6

    24,9

    35,3

    26,6

    24,0

    40,8

    46,0

    17,4

    37,6

    53,4

    15,4

    32,3

    31,4

    26,7

    16,1

    37,6

    24,1

    24,9

    26,0

    24,4

    51,5

    45,7

    90,0

    35,5

    43,9

    25,0

    56,4

    36,4

    40,9

    43,5

    47,9

    58,2

    51,6

    60,0

    30,0

    44,9

    90,0

    74,8

    37,0

    22,7

    34,5

    36,0

    19,5

    32,1

    13,0

    20,9

    45,9

    48,8

    28,9

    OGue/NglOS&dOG/Efa

    OAldeOPpeOEcr

    OEfdONon iscritti

  • Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 21

    I britannici sono convinti che la loro vita politica segua un ritmo diverso da quello del resto dEuropa. Ma que-ste elezioni europee li hanno smenti-ti. Votando in massa contro lEuropa e con-segnando la vittoria agli euroscettici dellUkip (United Kingdom independence party), i britannici hanno seguito la tenden-za degli altri paesi europei. In tutto il conti-nente un gran numero di cittadini ha espresso qualche forma di dissenso verso le

    La protestadei britanniciMartin Kettle, The Guardian, Regno Unito

    LUkip ha sconitto i conservatori e i laburisti. A conferma che la rivolta contro le lite riguarda tutto il continente

    politiche comunitarie. LUnione non ha mai dovuto affrontare una crisi di legittimit cos profonda. Da Aberdeen ad Atene e da Lisbona a Lipsia, indipendentemente dallappartenenza o meno dei singoli paesi alleurozona, dalle urne uscita una presa di posizione netta contro i governi naziona-li e le priorit di risanamento inanziario stabilite da Bruxelles.

    Le elezioni del 25 maggio non hanno se-gnato tanto la rivolta del Regno Unito con-tro Bruxelles quanto piuttosto una ribellio-ne generale di gran parte degli elettori euro-pei contro le istituzioni comunitarie e i partiti al governo. I britannici hanno sem-plicemente preso parte a un fenomeno pi ampio. Questo non signiica che gli euro-

    scettici abbiano dominato il voto: il loro successo non va sopravvalutato. Nella mag-gior parte degli stati dellUnione europea (e perino nel Regno Unito, tradizionalmente euroscettico) la maggioranza degli elettori ha infatti votato per i partiti che sostengono il progetto europeo, a prescindere dal disac-cordo sulla necessit o meno di riformarlo.

    I britannici e gli europei sono ancora convinti che lEuropa debba restare unita. Certo, questo non baster a consolare i libe-raldemocratici britannici, praticamente spazzati via dal voto. Ma resta il fatto che le forze antieuropee (di destra e di sinistra) sono ancora in minoranza. La diferenza rispetto al passato sta nello scarto con gli europeisti, che si nettamente ridotto.

    Un panorama diverso per questo che il risultato elettorale non pu in nessun modo essere considerato un successo dei partiti iloeuropei o del proget-to comunitario. Gli europeisti non possono pi contare su un mandato pieno, e le attua-li tendenze politiche sono chiare: le forma-zioni antisistema non avranno ottenuto la maggioranza, ma hanno sicuramente cam-biato il panorama politico del continente.

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    Nigel Farage a Londra, il 26 maggio 2014

  • 22 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014

    In copertinaLidea dei partiti tradizionali secondo cui lo slogan pi Europa la risposta a tutte le crisi non mai stata cos in discussione come oggi. Ignorare questo dato sarebbe un suicidio.

    La sera del 25 maggio il Partito popolare europeo (Ppe) ha subito rivendicato la vit-toria. La mossa potrebbe preludere al tenta-tivo di insediare Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione europea do-po la ine del mandato di Jos Manuel Bar-roso, anche lui di centrodestra. Nel prossi-mo parlamento, tuttavia, i popolari avranno 214 deputati su 751, nettamente meno dei 265 attuali. I numeri parlano chiaro: quella del centrodestra stata una sconitta, non una vittoria. E imporre Juncker sarebbe un errore catastroico. Anche considerando i 191 seggi conquistati dallaltro grande grup-po del parlamento europeo, i socialisti, il voto evidenzia comunque una battuta dar-resto per i partiti europeisti, che complessi-vamente hanno perso terreno rispetto alle formazioni pi piccole. Questo fenomeno, che ha segnato la politica britannica negli ultimi anni, si sta afermando anche nel re-sto del continente.

    In tutti i paesi europei, infatti, si regi-strato un avanzamento dei partiti antisiste-ma, anche se la rivolta ha assunto forme diverse. In Grecia ha vinto il partito di sini-stra Syriza, in Irlanda il Sinn Fin ha bene-iciato delle diicolt del Fine gael, in Fran-cia si afermato il Front national, e in Da-nimarca ha vinto il Partito del popolo dane-se, di estrema destra. La rivolta contro i partiti di governo stata netta, ma comun-que non maggioritaria.

    Nel Regno Unito il problema che i grandi partiti non sembrano in grado di de-cifrare il messaggio che arriva da questa rivolta n di trovare il modo per riaprire il dialogo con gli elettori che hanno scelto il voto di protesta, esattamente come succe-de ai loro colleghi europei. Perino la can-celliera tedesca Angela Merkel deve af-frontare una piccola sacca di ribellione, rappresentata dal partito Alternativa per la Germania.

    Fare inta di niente, come gi successo in passato, sarebbe una follia. I risultati delle elezioni europee rappresentano un chiaro invito alla classe politica continen-tale a trovare una soluzione nuova, sosti-tuendo lo slogan pi Europa con unEu-ropa diversa. Da questo dipende il futuro di tutti i cittadini europei, a cominciare dai britannici. X as

    Chi poteva immaginare che potes-se succedere davvero? Il Dansk folkeparti (Partito del popolo danese, Df, populista e xenofo-

    bo) stato il pi votato alle europee. La po-litica danese cambiata, forse per sempre. Il Df potrebbe facilmente essere bollato co-me un partito rozzamente populista e op-portunista. Ma sarebbe troppo facile e sba-gliato. Oggi questo partito ha un potere che impone unassunzione di responsabilit. Al tempo stesso giusto chiedersi se questa situazione debba spaventarci.

    Scandali e lezioniSi possono discutere a lungo le cause della sua vittoria. Un fattore determinante stato il disappunto degli elettori di centrodestra per la vicenda delle spese private del leader del partito liberale Venstre, Lars Lkke Ra-smussen, rimborsate con denaro pubblico. Anche alcune scelte politiche dei liberali, dei conservatori e in parte anche dei social-democratici hanno alimentato il successo di Df. I partiti di centrodestra, in particola-re, hanno dichiarato di sostenere lUnione

    Nazionalistiin DanimarcaChristian Jensen, Information, Danimarca

    europea mentre ne minavano di fatto uno dei princpi fondamentali: la libera circola-zione delle persone. Nel dibattito sul cosid-detto turismo del welfare, a proposito degli assegni familiari ai lavoratori di altri paesi dellUe, i liberali e i conservatori han-no cercato di sofocare Df in un abbraccio mortale, adottandone la linea politica. Ma stato un grave errore, che dovr servire da lezione.

    Molti hanno probabilmente avuto un soprassalto quando nei giorni scorsi la lea-der del Partito popolare socialista, Pia Ol-sen, ha sostenuto che su una serie di que-stioni tra cui la tutela del lavoro era pi disposta a collaborare con Df che con la si-nistra radicale. Questa strategia, per, do-vrebbe servire come ispirazione sia per il governo sia per lopposizione. Prima delle prossime elezioni bisogner capire non solo a quali politiche il Df si oppone, ma anche quali vuole sostenere. Il Dansk folkeparti ha una grande responsabilit. Se non tra-sformer il sostegno ricevuto in scelte con-crete, allora s che la protesta potrebbe esplodere. Ma al suo interno. X pb,fc

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    Manifesti del Partito del popolo danese a Copenaghen

  • Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 23

    Arrivati a sessantanni, alcuni so-no orgogliosi delle loro conqui-ste, mentre altri diventano irre-quieti e pronti a rimettere in di-

    scussione la loro vita. Capita alle persone, a volte anche a popoli interi. Angela Merkel compir sessantanni a luglio, lUnione eu-ropea nel marzo del 2017. E, a giudicare dal voto del 25 maggio, sembra che molti paesi che ne fanno parte siano in preda ai rim-pianti. Dopo le elezioni il rapporto della cancelliera tedesca con unEuropa sempre pi inquieta fa pensare a quello di una ma-dre con la sua grande famiglia in crisi.

    La situazione di Merkel facile da deli-neare: la Cdu e i popolari europei hanno vinto, ma senza nessun entusiasmo. In Sas-sonia gli euroscettici di Alternativa per la Germania hanno raggiunto percentuali a due cifre, e in tutta Europa i partiti populisti hanno avuto risultati senza precedenti.

    A livello europeo la posta in gioco alta. E in una situazione simile non conta molto se a ricoprire la carica di presidente della Commissione sar un cristianodemocrati-co lussemburghese o un socialdemocratico tedesco. Per molti paesi dellUnione, lEu-ropa troppo tedesca, troppo dipendente dai commissari della troika e troppo poco trasparente. Se non cambier presto qual-cosa, sar irrilevante quale dei due grandi partiti tedeschi avr pi peso a Bruxelles. In questo momento quel che pi conta la vi-sione dinsieme.

    La missione pi delicataIntanto per le trattative politiche vanno avanti. La lealt mostrata dai socialdemo-cratici tedeschi nella grande coalizione po-trebbe essere premiata con la nomina di un presidente della Commissione appartenen-

    Un voto controla GermaniaTorsten Krauel, Die Welt, Germania

    Di fronte alla protesta degli europei, Berlino ha un compito fondamentale: mantenere la stabilit e salvare lEuropa

    te allSpd, nonostante a Strasburgo il grup-po parlamentare pi forte sia quello dei po-polari. Questa soluzione potrebbe essere favorita dal pessimo risultato dei socialisti di Franois Hollande in Francia e dei con-servatori di David Cameron nel Regno Uni-to. Ma avrebbe un risvolto negativo: qualcu-no potrebbe pensare che Bruxelles mano-vrata dalla Germania e dai calcoli politici dei partiti tedeschi. Un accordo del genere non sarebbe certo una mossa astuta.

    Nel resto dEuropa, intanto, i partner di Berlino sono ridotti al lumicino. E, fatta ec-cezione per pochi leader come lolandese Mark Rutte o lungherese Viktor Orbn, so-no terrorizzati dalle prossime elezioni. Nel Regno Unito, in Francia e in Grecia i capi di governo sono ormai rottami politici. In que-sto contesto, Berlino dovr mostrarsi capa-

    ce di mantenere la concordia in Europa. Merkel e il leader dellSpd Sigmar Gabriel dovranno soprattutto impegnarsi per far restare Londra nellUnione, senza indurre altri leader in diicolt a scatenare il panico con richieste sempre pi diicili da asse-condare. A giudicare dalle diicolt in cui si trova il primo ministro greco e dalle pres-sioni dei populisti sul governo danese, que-sto rischio molto elevato.

    Linquietudine diffusa in tutti i paesi dellUnione richiede urgenti riforme, e a realizzarle potr essere solo Berlino. Ma tutto deve procedere in fretta, perch pro-babile che gi nel 2015 le strade di alcuni paesi dellUnione si divideranno. Oggi la grande coalizione tedesca deve afrontare la sua missione pi delicata. Non si tratta di scelte di politica energetica o della riforma del federalismo tedesco: di fronte alla rivol-ta degli elettori il primo compito di Berlino garantire stabilit e un indirizzo sicuro al-la barcollante Unione europea.

    Perch questo succeda, la compattezza dei tedeschi il presupposto fondamentale. Nel 2017, quando si presenteranno alle ele-zioni politiche tedesche, Merkel e Gabriel dovranno poter dire: Non siamo stati noi a condannare lUnione europea. Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarla. X fp

    Da sapere Il peso degli euroscettici

    Alternativa per la Germania

    Front national

    M5s+Lega Ukip Knp

    Germania96

    2009 736

    2014 751

    7 (+7)

    56

    109

    24 (+20) 22 (+13) 24 (+11) 4 (+4)

    Italia73

    Polonia51

    Francia74

    Spagna54

    Regno Unito73

    Romania32

    Seggi assegnati ai partiti euroscetticiNumero di seggi assegnati a ogni paese, tra parentesi la variazione rispetto al 2009

    Partito della libert

    Vlaams belang Alba dorata+An.El.+Kke

    Jobbik Democratici svedesi

    4 1 (-1) 6 (+4) 3 2 (+2)

    Repubblica Ceca 21

    Paesi Bassi26

    Portogallo21

    Belgio21

    Ungheria21

    Grecia21

    Svezia20

    Fp Partito del popolo danese

    Partito dei inlandesi

    4 (+2) 4 (+2) 2 (+1)

    Austria18

    Danimarca13

    Croazia11

    Bulgaria17

    Slovacchia13

    Finlandia13

    Irlanda11

    Ordine e giustizia

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    Lituania11

    Slovenia8

    Lussemburgo6

    Lettonia8

    Estonia6

    Cipro6

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  • In copertina

    La Spagna punisce il bipolarismoEl Mundo, Spagna

    I socialisti e i popolari hanno perso 17 seggi e oltre cinque milioni di voti rispetto al 2009. Sono loro i veri sconitti

    Il risultato principale delle elezioni eu-ropee in Spagna il tracollo del bipo-larismo. Alla ine lastensione previ-sta dai sondaggi non c stata (laf-

    luenza stata pi alta che nel 2009), per-ch i partiti hanno impostato la campagna elettorale in chiave nazionale e perch la sinistra e gli indipendentisti sono riusciti a mobilitare i loro elettori.

    Restando in ambito strettamente nazio-nale, quindi, lanalisi deve cominciare dal fatto che il Partito popolare (Pp, al governo) e i socialisti del Psoe hanno perso 17 seggi rispetto alle elezioni del 2009. Allora rap-presentavano insieme l80 per cento dellelettorato, oggi sono scesi al 49 per cento, un minimo storico. I popolari sono stati puniti per i tagli alla spesa e per il man-cato rispetto delle promesse elettorali, ma hanno pagato anche il fatto che il leader

    Mariano Rajoy e il capolista Miguel Arias Caete che non ha voluto neanche appari-re in tv non hanno saputo convincere i pro-pri elettori. Il Psoe, daltra parte, non riu-scito ad approittare del malcontento socia-le, dellinquietudine causata dalle politiche di austerit del governo e dei casi di corru-zione che hanno coinvolto i popolari. Oggi Rajoy pu dire almeno di aver vinto le ele-zioni. Il leader socialista Alfredo Prez Ru-balcaba e la capolista Elena Valenciano non possono fare neanche questo. un serio campanello dallarme, di cui il Psoe dovreb-be tener conto. Non sappiamo di cosaltro abbiano bisogno i socialisti per capire che, dal punto di vista dellattrattiva elettorale, Rubalcaba ha fatto il suo tempo.

    Un altro fenomeno molto interessante stato lirruzione di Podemos, il partito fon-dato a marzo dal giovane politologo Pablo Iglesias, che diventato la quarta forza po-litica del paese, aggiudicandosi cinque seg-gi al parlamento di Strasburgo. Prima di tutto perch si tratta di un partito personale e con pochi mesi di esperienza, e poi perch la sua afermazione conferma non solo la

    Radoslav tefank, Sme, Slovacchia

    Slovacchia

    Alle elezioni europee in Slo-vacchia ha votato un citta-dino su otto. Anche se ve-

    ro che la politica europea pu sem-brare lontana, noiosa e diicilmen-te comprensibile, questa comun-que una cattiva notizia. Con una partecipazione cos bassa ogni in-terpretazione dei risultati elettorali diventa discutibile. In queste ele-zioni non ci sono stati vincitori, ma solo perdenti.

    Tra i motivi di questa ennesima bassa partecipazione non ci sono solo i dubbi sulla reale importanza del parlamento europeo, ma anche, e soprattutto, la scarsa iducia nei partiti in generale, un sentimento difuso soprattutto tra chi ha opi-nioni di destra. Invece di collabora-re, i partiti non fanno che litigare, e non per divergenze di idee, ma so-prattutto per cercare di conquistare poltrone o per soddisfare lego spropositato dei loro leader. Ag-giungiamo a tutto questo i frequen-ti scandali legati alla corruzione e non ci sar da stupirsi se la bassissi-ma partecipazione al voto del 25 maggio si ripeter alle elezioni poli-tiche.

    Il primo ministro Robert Fico e altri leader politici hanno parlato di un paradosso slovacco. In altre pa-role, ritengono singolare che gli slo-vacchi non partecipino alle elezioni europee pur avendo unampia idu-cia nelle istituzioni di Bruxelles. Per risolvere questo paradosso forse basterebbe che i partiti prestassero maggiore attenzione alle compe-tenze sulle questioni europee dei candidati e alle loro capacit comu-nicative. E che non scegliessero co-me capilista delle igure scialbe evi-dentemente ricompensate con un seggio europeo solo per qualche utile servizio reso. X af

    Urne deserte

    24 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014

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    Pablo Iglesia del partito Podemos a Madrid, il 17 gennaio 2014

  • crisi del bipolarismo, ma anche i problemi del partito di sinistra Izquierda unida (Iu). Podemos e i suoi 1,2 milioni di elettori sono il frutto del carisma di Iglesias, spesso ospi-te di dibattiti in tv, e del suo messaggio anti-sistema, diffuso con grande efficacia sui social network. Ma il successo di questa nuova formazione dipende anche dallin-capacit di Cayo Lara, leader di Iu, di sfrut-tare il crollo dei socialisti e di mobilitare gli elettori di sinistra delusi. Lottimo risultato di Podemos sar anche un fuoco di paglia. Ma se cos non fosse, non sarebbe la prima volta che un partito senza esperienza o sen-za una lunga storia alle spalle sorprende tutti e riesce a sopravvivere. gi successo con Ciudadanos di Albert Rivera, che riu-scito a conquistare due seggi a Strasburgo, e con lUpyd di Rosa Dez, passato da uno a quattro eurodeputati.

    Referendum sullindipendenzaAnche dal risultato del voto in Catalogna si possono trarre diverse conclusioni. La pri-ma che i partiti catalanisti Convergncia i uni (Ciu) ed Esquerra republicana (Erc) hanno fatto la scelta giusta impostando la campagna elettorale come un preambolo del loro progetto di referendum sullindi-pendenza della regione: lo dimostra lau-mento della partecipazione al voto, che stato di dieci punti percentuali rispetto al 2009. La seconda che i veri trionfatori di questa scommessa sono i repubblicani se-paratisti di Erc, guidati da Oriol Junqueras. Rispetto a cinque anni fa, il partito ha gua-dagnato oltre mezzo milione di elettori e ha perino superato Ciu di quasi cinquantami-la voti, anche se nella distribuzione dei seg-gi la coalizione a cui appartiene il presiden-te catalano Artur Mas (che comprende Ciu, la Coalizione canaria e il Partito nazionali-sta basco) ha ottenuto un deputato in pi della formazione di Junqueras.

    Anche se assurdo commentare il voto del 25 maggio come se si fosse trattato di elezioni politiche, comunque possibile ri-cavare alcune conclusioni generali dalle tendenze uscite dalle urne. La pi impor-tante che in Spagna si intravede gi la ine del bipolarismo, dovuta al fallimento dei due grandi partiti nazionali. Per questo oggi necessario che siano proprio il Pp e il Psoe a favorire quel movimento di rigenerazione democratica di cui il paese ha bisogno. Pi tempo impiegheranno i popolari e i sociali-sti ad avviare questo processo, maggiore sar la disillusione degli spagnoli. X fr

    La vittoria di Fidesz un ulteriore passo versoil consolidamento di un sistema autoritario e nazionalista

    In Ungheria ha vinto la destra del di-fensore della patria Viktor Orbn, un leader che alloccorrenza sa spostarsi

    al centro: sempre pi spesso, infatti, in-dossa i panni del gentiluomo e del padre della nazione, come spiega il sociologo Gyrgy Szoboszlai. Il risultato delle euro-pee, aggiunge Szoboszlai, segna un ulte-riore passo verso il consolidamento di uno stato autoritario, nazionalista e po-pulista. A quanto pare, la teoria dellattra-zione del vincitore ha funzionato: alle elezioni politiche del 6 aprile, infatti, Or-bn aveva vinto con poco meno del 45 per cento dei voti, mentre il 25 maggio ha su-perato il 51 per cento.

    Per i socialisti dellMszp, che si sono fermati poco oltre il 10 per cento, il mes-saggio chiaro: tempo di cambiare lea-der e proilo politico. Daltra parte, secon-do Szoboszlai non bisogna nemmeno so-pravvalutare il risultato degli estremisti di destra di Jobbik, secondi con il 14,7 per cento, perch lMszp e la Coalizione de-mocratica (Dk) dellex premier socialista Ferenc Gyurcsny insieme hanno co-munque ottenuto pi voti dellestrema destra. Il problema che la sinistra si presentata divisa alle urne: la responsabi-lit dei suoi leader, visto che gli elettori delle due formazioni potrebbero convive-re e votare lo stesso partito.

    I giovani e gli incertiLMszp inoltre, secondo Szoboszlai, ha commesso lerrore di abbandonare i valo-ri tradizionali della sinistra e di spostarsi al centro, sostenendo scelte economiche di tipo liberista. Dopo questo ennesimo iasco, il partito dovr rivedere radical-mente la sua strategia politica e, in vista delle amministrative del prossimo autun-no, dovr prepararsi a collaborare con Dk e il partito Egytt-Pm di Gordon Bainaj,

    che alle europee hanno ottenuto un risul-tato inaspettatamente positivo. I risultati delle europee, tuttavia, hanno dimostrato soprattutto che agli ungheresi piace la re-torica aggressiva della destra, costruita intorno al mito della gloriosa nazione un-gherese in lotta con tutta lEuropa.

    I dati elettorali, spiega Szoboszlai, evi-denziano inoltre che Fidesz e Jobbik at-tingono allo stesso elettorato. Secondo Rbert Lszl, analista del centro studi Political capital, il voto evidenzia anche che al momento Fidesz non ha veri con-correnti, che la sinistra ha ottenuto un ri-sultato simile a quello delle politiche di aprile e che Jobbik non ha raccolto i con-sensi sperati.

    Il partito di Gbor Vona non riuscito a sottrarre voti alla sinistra, confermando che la mobilit dei consensi esiste essen-zialmente tra Jobbik e Fidesz. Jobbik, piuttosto, sembra aver raccolto i voti dei giovani che sono andati alle urne per la prima volta e degli incerti. Il suo risultato, quindi, un successo eclatante solo a pri-ma vista. E dimostra che lestrema destra pu avere la forza per sidare i partiti al governo solo se i voti delle forze della si-nistra liberale si disperdono. X ar

    Destra senza rivali

    Kroly Lencss, Npszabadsg, Ungheria

    Ungheria

    Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 25

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    Viktor Orbn al voto

  • 26 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014

    Europa

    Nelle ultime settimane il mondo rimasto con il iato sospeso mentre lUcraina sprofondava nel caos. Secondo alcuni osser-

    vatori, lo scontro tra milizie rivali per il controllo dei territori intorno a Donetsk e Luhansk sembrato una replica di quello che era successo nella Jugoslavia degli anni novanta. Durante la crisi il governo di Kiev sembrato impotente. Ora, per, inal-mente arrivata loccasione di mettere ine alla spirale di eventi che ha trascinato il pa-ese sullorlo della guerra civile.

    A prima vista il nuovo presidente ucrai-no Petro Poroenko potrebbe sembrare poco adatto a ricoprire il ruolo di salvatore del paese. Oligarca e veterano dei trabal-lanti governi dellex presidente in esilio Viktor Janukovi e del suo predecessore Viktor Juenko, Poroenko non esatta-

    mente un volto nuovo. Nel corso dellacce-so dibattito politico che ha segnato il paese dallinizio delle proteste di Euromaidan , il re del cioccolato ha sempre mantenuto una posizione moderata: favorevole a un riavvicinamento allUnione europea, non si mai esposto a proposito delladesione dellUcraina alla Nato. La sua forza deriva prima di tutto dalla portata del suo trionfo elettorale. Per la prima volta dalluscita di scena di Janukovi, lUcraina ha un leader che pu contare su un chiaro mandato de-mocratico. Per il momento Mosca non ha sollevato obiezioni sul voto (neanche per quanto riguarda il caos elettorale nella par-te orientale del paese) e ha implicitamente riconosciuto il risultato.

    Condizioni indispensabiliPoroenko dovr usare questa legittimit per afrontare il problema pi urgente per il paese e per la nazione: la rivolta nellest. Loperazione militare lanciata da Kiev per riprendere il controllo dellaeroporto di Donetsk, occupato dai separatisti, ha cau-sato molte vittime (secondo le autorit ucraine, i morti sono quaranta, di cui 38 miliziani ilorussi e due civili; secondo i so-stenitori della repubblica autoproclamata

    di Donetsk, le vittime sono cento, tra cui cinquanta civili). Il primo vicepremier Vi-talij Jarema ha promesso che lazione dellesercito andr avanti ino a quando sul territorio ucraino non ci sar pi un solo terrorista.

    Il ripristino dellordine in Ucraina orien-tale una priorit assoluta. Dalla regione arrivano notizie sulla presenza di combat-tenti stranieri (inclusi i ceceni) al ianco dei separatisti, e se non si arriver a un cessate il fuoco le milizie iloucraine probabilmen-te si rafforzeranno, spingendo ulterior-mente la regione verso il caos. Tuttavia, intensiicando limpegno militare, il gover-no di Kiev rischia di far aumentare il nume-ro delle vittime civili. Loperazione per la riconquista dellaeroporto di Donetsk ha portato i combattimenti pericolosamente vicini ai conini della citt. Se gli scontri ar-mati dovessero arrivare nei centri urbani, Mosca avrebbe il pretesto per intervenire in difesa degli ucraini russofoni.

    Anche per questo, invece di continuare ad aidarsi allesercito, Poroenko dovreb-be fermarsi e cercare di capire se il presi-dente russo Vladimir Putin davvero di-sposto a collaborare per allentare la tensio-ne. Un progetto di pacificazione era gi stato concordato il mese scorso a Ginevra e irmato dai rappresentanti dellUcraina e della Russia. Laccordo fallito a causa del-le siducia reciproca prevede un impegno di entrambi i paesi per disarmare le milizie e organizzare lo sgombero degli ediici oc-cupati. Questo signiica neutralizzare Pra-vij sektor (un gruppo di estrema destra che ha contribuito alla cacciata di Janukovi) ma anche allontanare i separatisti dalle lo-ro roccaforti. Poroenko dovrebbe stabilire una scadenza per il rispetto dei patti e invi-tare Mosca a usare tutta la sua inluenza sui ribelli.

    Le condizioni indispensabili per arriva-re a una soluzione eicace sono evidenti in dallinizio delle proteste di Euromaidan: lUcraina dovrebbe essere militarmente non allineata e libera di commerciare sia con la Russia sia con lUnione europea; in secondo luogo, Kiev dovrebbe avviare una forma di decentralizzazione per concedere maggiore autonomia alle comunit russe senza provocare una spaccatura dello stato.

    Lelezione di Poroenko ha creato le condizioni migliori per una soluzione della crisi, ma prima di tutto bisogna fermare la rivolta nellest. Xas

    La strategia dellUcraina dopo i morti di Donetsk

    Il nuovo presidente Petro Poroenko vuole riprendere il controllo delle zone orientali per garantire la stabilit del paese. Ma cos rischia di far salire la tensione con la Russia

    Financial Times, Regno Unito

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    Il cadavere di un miliziano ilorusso a Donetsk, il 27 maggio 2014

  • Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 27

    Nelle elezioni del 25 maggio i nazionalisti iamminghi hanno ottenuto una vittoria netta. Oltre ad aver vinto le regionali delle Fiandre, dove ha ottenuto il 31,9 per cento dei voti, la Nuova alleanza iamminga (N-Va) si afermata come primo partito del paese, ottenendo il 20,3 per cento dei voti. I socialisti francofoni restano il primo partito in Vallonia (dove hanno ottenuto il 30,9 per cento dei consensi) e a Bruxelles (23,5 per cento), ma perdono terreno a livello nazionale, fermandosi all11,7 per cento. Subito dopo il voto, il re Filippo ha cominciato le consultazioni con i leader dei partiti per la formazione del governo federale. Il sovrano ha aidato il mandato esplorativo a Bart De Wever, il leader della N-Va. De Wever stato colto di sorpresa dalla decisione di Filippo, scrive Le Soir. Infatti lobiettivo del leader della N-Va era formare prima un governo regionale nelle Fiandre, e poi usare la stessa maggioranza per sostenere lesecutivo nazionale. In ogni caso, secondo il quotidiano i tentativi di De Wever sono destinati a fallire, perch nessuno dei maggiori partiti pronto ad allearsi con la N-Va. Anzi, nelle Fiandre i cristianodemocratici, i liberali e i socialisti hanno detto di essere pronti a governare insieme. In questo caso, osserva De Morgen, potrebbe formarsi un governo regionale di coalizione simile a quello federale uscente (socialisti, cristianodemocratici e liberali iamminghi e francofoni). Proprio la soluzione proposta dal primo ministro uscente, il socialista Elio di Rupo. X

    Belgio

    La vittoria dei iamminghi

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    Francia

    Sgomberia calais Il 28 maggio le forze dellordine francesi hanno smantellato due accampamenti di migranti nel centro di calais, nel nord del pa-ese. Le autorit erano preoccu-pate per il peggioramento delle condizioni igieniche e per lau-mento delle violenze. Negli ac-campamenti cerano circa 550 persone, soprattutto eritrei, su-danesi, afgani e siriani, che aspettavano di attraversare la Manica per raggiungere il Re-gno unito. Secondo gli attivisti per i diritti umani lo sgombero non risolve niente. Per Le Mon-de dimostra lincapacit di ge-stire una situazione critica che va avanti da pi di dieci anni.

    germania

    il referendumdi Berlino Il 25 maggio i berlinesi hanno re-spinto con il 64,4 per cento dei voti il piano di riconversione in quartiere residenziale dellarea di tempelhof, laeroporto della capitale chiuso nel 2008. Il se-nato di Berlino aveva presentato un progetto che prevedeva la co-struzione di nuovi alloggi. Il ri-sultato di questo referendum un duro colpo per Klaus Wowe-reit, scrive Die Tageszeitung. Da due anni il sindaco alle prese con un calo di popolarit e con gli scandali, tra cui quello del nuovo aeroporto di Brande-burg, la cui apertura ritardata da problemi tecnici.

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    attaccoal museo Il 24 maggio, alla vigilia delle elezioni, un uomo armato en-trato nel museo ebraico di Bru-xelles, nel centro della capitale belga, ha estratto un fucile da uno zaino e ha aperto il fuoco, uccidendo sul colpo una coppia di turisti israeliani e una volon-taria francese. un impiegato del museo rimasto ferito mor-to il giorno dopo in ospedale. La Libre Belgique spiega che lattacco, deinito terroristico dalle autorit belghe, non sta-to rivendicato, e la polizia an-cora alla ricerca dellautore e del movente. La coppia di turi-sti israeliani (nella foto il loro fu-nerale a Tel Aviv) aveva lavorato in passato per i servizi di sicu-rezza israeliani. Per ora le auto-rit non parlano di attacco anti-semita.

    in Breve

    Lituania Il 25 maggio Dalia grybauskaite stata conferma-ta presidente con il 57,87 per cento dei voti dopo aver battuto al ballottaggio il socialdemocra-tico Zigmantas Balcytis.Polonia Il generale Wojciech Jaruzelski, ultimo leader comu-nista del paese, morto il 25 maggio a Varsavia. Aveva 90anni.Turchia Il 22 maggio un uomo di 30 anni, uur Kurt, stato uc-ciso da una pallottola vagante durante un funerale a Istanbul. Il colpo sarebbe stato sparato da un poliziotto durante gli scontri con alcuni manifestanti.

    Bart De Wever a Bruxelles, il 25 maggio 2014

    Calais, 28 maggio 2014

    Nuova alleanza iamminga 33 | Socialisti valloni 23 | Movimento riformatore (vallone) 20 | Cristianodemocratici iamminghi 18 | Democratici e liberali iamminghi 14 | Socialisti iamminghi 13 | Centro democratico umanista (vallone) 9 Verdi iamminghi 6 | Ecologisti valloni 6 | Nazionalisti iamminghi 3 | Altri 5

    Il nuovo parlamento belga, totale dei seggi: 150. Fonte: Le Soir

  • 28 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014

    Africa e Medio Oriente

    Se cercate su Google maps la strada per andare da Betlemme a Gerusa-lemme, la risposta del motore di ricerca sar: Non possibile cal-

    colare litinerario tra Betlemme e Gerusa-lemme, Israele. La piccola virgola tra i ter-mini Gerusalemme e Israele sicura-mente pi signiicativa di tutte le descrizio-ni della barriera di separazione costruita da Israele in Cisgiordania. Ed probabilmente anche una delle ragioni che hanno spinto il papa cattolico Francesco durante la sua visita in Terra santa dal 24 al 26 maggio a raggiungere Betlemme dalla capitale gior-dana Amman e, in seguito, Gerusalemme passando da Tel Aviv, invece di percorrere la piccola distanza che separa le due citt. In questo caso la geograia aiuta a descrive-re in maniera simbolica uno dei principali conlitti del mondo.

    Il ponteice, un argentino, unimpor-tante forza di rinnovamento per la chiesa cattolica, che grazie a lui potrebbe abban-donare il suo eurocentrismo. In Medio Oriente molti sperano che la sua visita pos-sa contribuire a mettere ine alla crisi esi-stenziale che attraversa la Terra santa, il luogo associato alle tre grandi religioni mo-noteistiche: ebraismo, cristianesimo e islam. Anche se il papa ha dichiarato che la visita era principalmente di natura spiritua-le, tutto quello che ha fatto si tradotto in forti segnali politici. Ogni piccola variazio-ne rispetto al programma uiciale stata interpretata come una presa di posizione in un senso o in un altro. La sosta fuori pro-gramma davanti alla barriera in Cisgiorda-

    nia nei pressi di Betlemme ha messo davan-ti agli occhi di tutti lodioso muro costruito da Israele, la forza brutale che occupa la no-stra terra, come ha dichiarato il presidente palestinese Abu Mazen. Lisraeliano Benja-min Netanyahu, invece, ha sfruttato il viag-gio papale per pubblicizzare il suo paese. Il primo ministro ha detto di voler mostrare la vera immagine di Israele al mondo, equiparando la Terra santa alla terra di Israele, governata da uno stato progredi-to, moderno e tollerante, lunico a garantire piena libert di culto in Medio Oriente.

    La presenza del ponteice stata anche unimportante occasione per rilettere an-cora una volta sulla guerra di religione in corso dai tempi delle crociate. Molti storici paragonano loccupazione israeliana di og-gi alle crociate. La visita del papa riapre cos le ferite scavate nel corso dei secoli tra le tre religioni monoteiste, che si sono disputate Gerusalemme dando vita a scontri politici e militari. Ora i leader di tre religioni invitano a pregare per la pace e per le vittime di tutte le parti in conlitto, e non c ragione di du-bitare della loro buona fede. Ma resta il fatto che nessun miracolo potr cambiare la si-tuazione in Terra santa, ino a che continue-r loccupazione israeliana. X cat

    La lunga strada verso Gerusalemme

    Ogni gesto compiuto dal ponteice durante il viaggio in Terra santa ha avuto una forte valenza politica. Il commento del pi importante quotidiano palestinese

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    Il papa davanti al Muro del pianto, Gerusalemme, 26 maggio 2014

    X durante il suo viaggio in Medio Oriente, papa Francesco ha creato una serie di precedenti, scrive Menachem Gantz sul quotidiano israeliano conservatore Yedioth Ahronot: Innanzitutto ha insistito per far venire da Beirut il patriarca maronita Bechara Boutros al rai, in quella che stata la prima visita di un leader religioso libanese in Israele. Un altro precedente stato creato domenica 25 maggio: papa Bergoglio stato il primo capo di stato ad arrivare in Israele dopo aver visitato lAutorit Nazionale palestinese (il suo elicottero atterrato a Betlemme), senza passare prima per Gerusalemme. In questo modo il Vaticano ha praticamente riconosciuto la palestina come uno stato a tutti gli efetti. I palestinesi hanno approittato della visita papale per promuovere le loro bugie, commenta sulle stesse pagine dan Calic, con toni pi duri. Fuori della chiesa della Nativit a Betlemme avevano appeso un manifesto del papa con Abu Mazen e il patriarca greco di Gerusalemme sotto la scritta stato di palestina, maggio 2014. Questo un tentativo sfacciato di presentare la palestina come uno stato sovrano e la visita papale come una sorta di riconoscimento. Il Vaticano avrebbe fatto meglio a prendere le distanze.

    Da sapere Una visita senza precedenti

  • Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 29

    Ormai da due anni ad Haaretz abbiamo introdotto la chat set-timanale con i giornalisti. Mercoled toccato a me. Al-cune domande mi sono arriva-te la sera prima, e cos sono ri-masta sveglia ino allalba per rispondere. Ecco alcuni esem-pi: come puoi deinire un cri-mine la distruzione degli albe-ri palestinesi e difendere chi lancia le pietre? Come puoi so-stenere il sanguinario popolo palestinese?

    A mezzogiorno ero in mac-china diretta a Tel Aviv per partecipare alla chat. A ovest

    di Ramallah sono stata co-stretta ad attraversare un checkpoint del ministero della difesa gestito da unazienda di sicurezza privata. Il personale tratta gli arabi come fossero tutti terroristi. Ogni volta che attraverso il checkpoint vorrei rispondere da Ramallah allagente che mi chiede da dove vengo, per essere trattata come i palestinesi. Ma il pi delle volte vado di fretta e pre-ferisco mentire. Questa volta ho consegnato soltanto il mio documento, senza lindirizzo (che fa capire se si abita in un

    quartiere ebraico di Gerusa-lemme). Naturalmente il mio nome non sembrato del tutto ebreo alla giovane militare che, prima di lasciarmi passa-re, mi ha sottoposta a una lun-ga serie di controlli.

    Le due ore che ho passato al computer per rispondere al-le domande dei lettori sono trascorse rapidamente. Alcuni mi hanno scritto messaggi di sostegno, altri mi hanno rivol-to dure critiche. Nessuno mi ha chiesto come ci si sente a viaggiare dalla gabbia di Ra-mallah a Tel Aviv. X as

    Da Ramallah Amira Hass

    La gabbia

    Le presidenziali egiziane del 26 e 27 maggio non avrebbero dovuto riservare sorprese perch la vittoria del maresciallo Abdel Fattah al Sisi contro lavversario Hamdin Sabahi era data per scontata. Tuttavia il governo ha dovuto ricorrere a misure straordinarie, come proclamare una giornata di festa nazionale o tenere aperte le urne anche il 28 maggio, per convincere gli egiziani ad andare a votare. Laluenza alle urne stata molto bassa, con percentuali intorno al 20 per cento nel Sinai, scrive Mada Masr. Un dato cos negativo compromette lidea che il nuovo capo dello stato abbia una forte legittimazione popolare. X

    Egitto

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    in bREvE

    Libia Il 25 maggio il nuovo go-verno guidato da Ahmed Miitig ha ottenuto la iducia del parla-mento. due giorni dopo alcuni uomini armati hanno attaccato la casa del primo ministro. X Il 26 maggio un giornalista di 50 anni, Meftah bouzid, stato ucciso a bengasi. Mali Cinquanta soldati sono morti nei combattimenti con i ribelli che dal 21 maggio control-lano Kidal. Il ministro della dife-sa Soumeylou boubye Maga si dimesso.Niger Il 24 maggio quaranta op-positori vicini al presidente del parlamento Hama Amadou so-no stati arrestati con laccusa di pianiicare un colpo di stato.Palestina Rami Hamdallah stato confermato primo mini-stro del nuovo governo di unit nazionale palestinese, presenta-to il 29 maggio.Rdc Il 23 maggio la Corte penale internazionale dellAja ha con-dannato lex capo ribelle Ger-main Katanga a dodici anni di prigione per crimini di guerra.Somalia Il 24 maggio dieci per-sone sono morte a Mogadiscio in un attacco al parlamento ri-vendicato da Al Shabaab.

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    La farsadi assad Il 28 maggio i siriani allestero hanno cominciato a votare per le elezioni presidenziali, che in Siria si svolgeranno il 3 giugno. Lesito scontato: bashar al As-sad, in cerca di un terzo manda-to settennale, non ha seri con-tendenti. Secondo lopposizione siriana e gli Stati Uniti, il voto una farsa. In Libano si poteva votare allambasciata siriana a beirut, scrive Now, grazie an-che al sostegno logistico e inan-ziario di Hezbollah, alleato di damasco. Tuttavia ci sono stati scontri tra i soldati libanesi e i si-riani che erano andati a votare. Francia, Germania, belgio ed Emirati Arabi Uniti non hanno permesso lo svolgimento del vo-to sul loro territorio.

    maLawi

    Joyce bandain diicolt In Malawi scoppiata una crisi politica dopo che la presidente Joyce banda ha deciso di annul-lare per brogli le presidenziali del 20 maggio, dovera in svan-taggio, scrive Jeune Afrique. Lo scrutinio stato caratterizza-to da gravi problemi organizzati-vi, ma gli osservatori elettorali non hanno riscontrato brogli. La corte suprema del Malawi ha deciso di invalidare la decisione di banda e di far proseguire il conteggio. Il candidato favorito Peter Mutharika, fratello del presidente morto nel 2012.

    Il Cairo, 26 maggio 2014

  • 30 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014

    AmericheUna mossaintelligente

    Diego Petersen Farah,Sin Embargo, Messico

    Il subcomandante Marcos morto. Lannuncio lo ha dato lui stesso, lin-ventore del personaggio che nel gen-naio del 1994 guid dalla selva del

    Chiapas la rivolta armata dellEsercito za-patista di liberazione nazionale (Ezln) con-tro lingiustizia e lo stato messicano. Dopo cinque anni di silenzio, il 24 maggio Rafael Guilln Vicente, vero nome del subcoman-dante Marcos, si presentato a una cerimo-nia in onore di Jos Luis Sols Lpez, noto come Galeano, uno zapatista di vecchia data ucciso il 2 maggio. E in conferenza stampa ha annunciato che il suo personag-gio smetter di esistere: da ora in poi sar il subcomandante ribelle Galeano.

    Larte della retoricaNel dicembre del 2007 Marcos aveva an-nunciato la sua uscita dalla scena pubblica per un bel po di tempo, raforzando le voci sui suoi possibili problemi di salute. Ma il 24 maggio lui ha smentito: Non sono ma-lato e non lo sono mai stato. Non sono mor-to e non lo sono mai stato, ha detto. Se abbiamo incoraggiato alcune voci perch ci tornava utile, ha ammesso Marcos, che portava una benda da pirata sullocchio de-stro. Il messaggio che ha letto davanti ai mezzi dinformazione alternativi una lun-

    ga rilessione su ventanni di zapatismo e sul suo ruolo nel movimento.

    Il leader dellEzln ha agito con tempi-smo: tornato a far sentire la sua voce due settimane dopo le violenze contro gli zapa-tisti. Jos Luis Sols Lpez Galeano morto durante uno scontro tra i militanti dellEzln e un gruppo della Cioac-H, unor-ganizzazione operaia e contadina che cova vecchi rancori nei confronti degli zapatisti. I due gruppi si scontrano da pi di dieci anni per il controllo dei collegamenti tra i villaggi della zona indigena del Chiapas, nel sudest del Messico. Sols aveva scelto il suo so-prannome in onore dello scrittore urugua-iano Eduardo Galeano ed era uno storico zapatista che nel 1994 aveva conquistato due municipi. Da diversi anni insegnava a La Escuelita, il progetto dellEzln per indot-trinare i bambini delle zone ribelli.

    Uccidendo lui o qualsiasi altro zapati-sta, chi in alto voleva uccidere lEzln. Pen-siamo che uno di noi debba morire perch Galeano viva. Abbiamo deciso che Marcos da oggi non esiste pi, ha annunciato il subcomandante. Lultimo guerrigliero messicano del novecento morto il 24 mag-gio. Lo stesso giorno nato il subcoman-dante ribelle Galeano, grande conoscitore dellarte della retorica. X fr

    Luscita di scenadel subcomandante Marcos

    Luis Pablo Beauregard, La Nacin, Argentina

    Creare il subcomandante Marcos stata la decisione pi intelli-gente degli inizi dello zapati-smo. Farlo scomparire lo anco-

    ra di pi. Luccisione di Marcos, il bufone rivoluzionario, dimostra la maturit di un movimento che abbiamo faticato a capire con i codici urbani e la politica tradizionale, ma che ogni giorno d prova di sapere dove vuole arrivare e di non avere fretta. Marcos stato creato dagli indigeni perch il mon-do occidentale si decidesse a guardarli, ma soprattutto ne fosse afascinato. Il movi-mento zapatista non sarebbe quello che senza questo personaggio a met strada tra un poeta rivoluzionario e un comico da quattro soldi, cinico come un politico e pro-fondo come il vecchio di un villaggio. Ha conquistato i mezzi dinformazione messi-cani e stranieri, gli intellettuali e gli studen-ti, i leader politici e sociali che hanno reso possibile che La Realidad, in Chiapas, esi-stesse sul mappamondo, e che la realt del Chiapas fosse conosciuta nel pi sperduto angolo dellItalia.

    Prepararsi al futuroSe dovessimo fare un bilancio, potremmo dire che il saldo di questinvenzione posi-tivo. Il personaggio Marcos ha fatto gesti inopportuni e ha commesso pi di un erro-re, ma stata la scommessa di politica sim-bolica pi intelligente e di maggiore succes-so degli ultimi anni in Messico. Ventanni dopo la rivolta del 1994, Marcos ha lasciato intendere che lobiettivo non era mai stato scendere a patti con il governo, ma prepa-rarsi al futuro. chiaro che nello zapatismo non sono mancate le contraddizioni e che Marcos stata larma simbolica con cui gli zapatisti hanno affrontato e hanno vinto quasi tutte le battaglie lanciate sui mezzi dinformazione. Marcos morto: lhanno ucciso le stesse persone che lavevano crea-to. Tutti noi, sostenitori e critici dello zapa-tismo, grazie a Marcos e al suo umorismo abbiamo imparato che la politica sar sim-bolica o non sar afatto (ho detto simboli-ca, non mediatica: signiica essere in grado di costruire un sentire comune). X fr

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    San Cristbal de las Casas, Messico, 2009. Il subcomandante Marcos

  • Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 31

    stati uniti

    Lastronascente Il 23 maggio il presidente degli Stati Uniti,