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Interni Magazine, Jean Marie Massaud

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Interni magazine cover and article dedicated to Jean Marie Massaud: interview by Cristina Morozzi during the award ceremony of the International design contest “Hands on door handles”

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testo di Cristina Morozzi

luglio-agosto 2011 INTERNI

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MANNED CLOUD, PROGETTO DI UN RESORT

AEREO, SVILUPPATO CON LA COLLABORAZIONE

SCIENTIFICA DI ONERA.

NELLA PAGINA ACCANTO, JEAN-MARIE MASSAUD

RITRATTO CON LA SEDIA DELLA COLLEZIONE FOLDING

DA LUI DISEGNATA PER DEDON, 2011

INTERNI luglio-agosto 2011

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Nel 1999 Jean-Marie Massaud

assieme a Thierry Gaugain e Patrick Jouin partecipò

al Salone Satellite di Milano con un’installazione

denominata Luxlab: un prato verde in declivio, uno

specchio d’acqua e un caminetto con il fuoco acceso.

Era l’eloquente metafora di un nuovo concetto di

lusso, inteso come benessere, legato a piaceri

immateriali, come la contemplazione dell’acqua e del

fuoco e come il contatto diretto con la natura.

Considerando a ritroso il lavoro di Jean-Marie

Massaud appare evidente come quella installazione

sia da considerarsi il punto di partenza di un

percorso progettuale basato sulla ridefinizione del

concetto di vita, sulla proposizione di valori, quali il

tempo, quello da dedicare al sé, lo spazio, la relazione

con la natura, l’espansione della propria singolarità

mediante i piaceri sensoriali e l’interazione con gli

altri. Massaud considera materia e oggetti

essenzialmente come stimolatori di relazioni. “Gli

oggetti” dichiara “sono ‘parole’. Vanno utilizzati per

comporre delle frasi. Un fraseggio che dia senso alla

nostra vita”.

In ogni suo discorso l’accento cade sulla

necessità di educare, sulla volontà di creare dei

modelli di vita alternativi a quelli preconfezionati dal

marketing, sull’intenzione di modificare il sistema.

Non manca una vena moralista. Ma le sue

affermazioni non hanno gli accenti dell’arringa da

tribuno, piuttosto i toni soft di chi alle logiche del

modello produttivo ha deciso di starci, cercando di

modificare il sistema dall’interno. Le marche che

hanno il potere economico e che influenzano i

consumatori non le avversa. Anzi, si allea con loro

per fare, come sostiene, “non solo la direzione

artistica, ma anche quella delle coscienze”.

E di alleanze si rivela buon alfiere. Ha

collaborato con i grandi della cosmetica, disegnando

la brand identity di Lancôme, store e spa

(2003/2005) di Parigi, New York. Shangai, Seoul e

Hong Kong; le bottiglie per le fragranze di Paloma

Picasso e la confezione del profumo maschile Nemo

di Cacharel. Portano la sua firma i Sephora White

(2000), non solo un’architettura per i punti vendita

del colosso della profumeria francese dedicati ai

prodotti naturali, ma un nuovo concept di bellezza,

intesa come armonia interiore e come percorso

attraverso i rituali della cura del corpo nelle varie

culture, che si materializza in spazi candidi circolari,

modulati dalla luce, simili a delle bolle prive di

gravità dove viaggiare leggeri come su una nuvola.

Ha ridisegnato gli showroom di Poltrona Frau,

traducendo i valori del marchio, eleganza, cultura,

qualità e atemporalità, in una scenografia calda che

combina armoniosamente i rimandi alla tradizione

(marmi, lampadari in vetro di Murano, tappeti,

pannelli in pelle traforata) con elementi naturalistici,

come la grande boule di muschio disidratato sospesa

al soffitto o la foresta immaginaria costituita da

elementi verticali di legno, simili a tronchi di un

bosco autunnale, racchiusi in una teca di cristallo

fumé con fondo di cristallo a specchio. Come su un

palcoscenico, quinte arabescate modulano lo spazio,

esaltando i prodotti della collezione e creando zone

d’intimo comfort.

Quell’incontro tra natura e cultura che insegue

nei progetti più utopici, nelle architetture ancora

sulla carta, s’impegna a favorirlo anche nei progetti

più commerciali, creando atmosfere di benessere che

prefigurano “quella nuova era di conoscenza

sensitiva” di cui auspica la nascita.

DALL’ALTO: POLTRONA WALLACE, UNA NUVOLA

MORBIDA POGGIATA SU UNA ESILE STRUTTURA

METALLICA, POLIFORM, 2010.

SCHIZZO DELLA VALIGIA GLOBAL LUGGAGE.

DISEGNO DELLA MANIGLIA ZELDA PRODOTTA

DA COLOMBO DESIGN.

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DALL’ALTO: TAVOLO ALISTER, IN CRISTALLO FUMÈ TEMPERATO CON PIANO

BISELLATO E GAMBE MOLATE E BISELLATE, FISSATE AL PIANO MEDIANTE

PIASTRE IN ACCIAIO INOX SAGOMATE. GLAS ITALIA, 2011.

SEDUTE DELLA COLLEZIONE VENTURA CON SUPPORTO IN LEGNO

E SCOCCA IN PLASTICA. POLIFORM, 2011.

PIANOFORTE IN CORSO DI SVILUPPO, BASATO SUL CONCETTO

DELL’ALLEGGERIMENTO FORMALE.

IMBOTTITO JOHN JOHN, DOTATO DI AMPI CUSCINI AGGANCIATI

ALLA STRUTTURA IN MASSELLO DI FAGGIO. POLTRONA FRAU, 2011.

Nel libro Human nature (Time&Style, Tokyo,

2005) pubblicato in occasione della sua personale

a Tokyo durante la design week (novembre 2005),

i suoi progetti sono scanditi da titoli riferiti alle

relazioni tra uomo e natura. Quelle che Massaud si

ingegna di attivare, non solo con opere spettacolari,

ma anche con gli oggetti quotidiani, semplificando

le forme a favore delle sensazioni, quasi volesse

operare una sottile magia per rendere naturale

quanto avviene in ambiente artificiale: l’acqua esce

ma il rubinetto non si vede perché è nascosto sotto

un piano che funziona d’appoggio e pare di

bagnarsi ad una sorgente, come avveniva

nell’installazione realizzata per Axor/Hansgrohe

nel 2005, dove il rituale del bagno era proposto

come immersione in una polla che scaturiva

spontanea dal terreno. Il sofà Aukland, disegnato

per Cassina nel 2004, o il day bed Outline, creato

per Cappellini nel 2001, sono dei dolci declivi;

mentre il tavolino basso Pebble (Porro 2005),

simile a un ciottolo levigato dal tempo che rimanda

a quelli degli antichi sentieri del Tibet, vuole essere

un invito alla meditazione. La seduta Truffle

(Porro 2005) con i suoi alveoli s’ispira a una

spugna marina (la versione originaria era in

poliuretano morbido).

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La sedia a dondolo Don’do (Poltrona Frau 2005),

con le sue volute reminiscenze, suggerisce una

diversa ritmica del tempo.

Gli oggetti depurati e alleggeriti diventano un

tramite per riscoprire i valori dell’uomo e della

natura, riattivando la loro vitale comunione. Hanno

valori morali, educativi, psicologici, persino

terapeutici. La loro complessità o ricchezza non

deve mai essere inutile ridondanza, ma vale come

puntuale testimonianza dell’eccellenza della mano

d’opera che va rispettata e preservata.

Le sue architetture sono porzioni di

landscape, sovente mimetizzate nel paesaggio, come

la casa Tanabé nella campagna di Fukuoka in

Giappone (1999). Un rifugio interrato coperto da un

manto verde, isolato dalla strada e aperto verso il

giardino dal quale riceve luce. Quasi una tana,

attraversata, però, da squarci di luce naturale e da

visioni di verde. Lo stadio Volcano a Guadalajara in

Messico è simile alla bocca di un vulcano scavato in

un collina e la sua copertura appare come una

nuvola sospesa sulla città.

Quella per l’architettura è una passione legata

al suo desiderio infantile di essere inventore:

inventare per dare consistenza ai pensieri, costruire

per dare sostanza alla vita (proteggere e far star

bene). Il design discende dalla sua visione

dell’architettura: gli oggetti vivono come parte di un

contesto, come elementi per creare un clima

propizio all’autorealizzazione e al benessere,

soprattutto interiore. Certe loro analogie formali

con gli elementi naturali non derivano dalla pratica

stilistica del metamorfismo, quanto piuttosto dalla

volontà di annullare le differenze tra natura ed

artificio, costruendo un’integrazione olistica

percepibile sensitivamente.

Jean-Marie Massaud appartiene alla categoria

dei designer ‘demiurgo’, anche se non si presenta in

modo plateale alla Starck, dal quale dichiara

d’essere rimasto folgorato. La sua è una incruenta

guerriglia quotidiana per promuovere un progresso

sostenibile. Per far questo si dispone all’ascolto

dell’uomo e cerca di ‘inventare’ dei modelli che

possano essere anche redditizi. In questa sua

pacifica crociata cerca la complicità delle aziende,

convinto che il designer abbia un ruolo, non solo

nell’abbellire le forme, ma anche nell’orientare le

politiche produttive. Al suo atteggiamento morale

calza a pennello quanto i Frog Design scrivono negli

opuscoli dedicati ai clienti: “Farla finita con l’era

della ricerca e sviluppo che non rispetta la natura,

con l’era della finanza che non rispetta la gente e con

SOPRA: INSIEME AD AXOR JEAN-MARIE MASSAUD HA RIDEFINITO LA FILOSOFIA DELLA STANZA DA BAGNO.

IL PROGETTO WATERDREAM È CARATTERIZZATO DA FORME SLANCIATE E DALLA DISCESA FLUIDA DELL’ACQUA

CHE RIMANDA ALLO SGORGARE DI UNA SORGENTE.

IN ALTO A DESTRA: DUE IMMAGINI DELLO STADIO VOLCANO A GUADALAJARA IN MESSICO, ATTUALMENTE IN COSTRUZIONE.

NON SOLO UNO STADIO DI 42250 POSTI, MA UN MUSEO, UNO SPAZIO GIOCHI PER 450 BAMBINI, UN CINEMA, UNA PISTA

DI SKATEBOARD, UN PARCHEGGIO PER 750 VETTURE.

ACCANTO: UN RENDERING DEL PROGETTO DELLO SHOWROOM B&B ITALIA DI PARIGI.

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l’era del marketing che non rispetta il prodotto”.

Le sue idee e la sua metodologia denunziano

la sua precisa intenzione di assumersi delle

responsabilità sociali ed ecologiche. Confessa

“d’essere naïf, ma anche arrogante. Pensare di fare

del nuovo presuppone il possesso di ambedue le

attitudini. Per fare il designer” conclude “bisogna

chiedersi cosa signifi chi oggi il progresso. La nuova

economia si basa sulla crescita qualitativa. Gli

oggetti sono destinati a scomparire per lasciare il

posto alle emozioni. Bisogna quindi riuscire a fare

di più con meno”. “Il design” aggiunge “equivale a

una lente d’ingrandimento utile a mettere a fuoco

dei micro­fenomeni. Può migliorare il presente, ma

non ho formule pronte all’uso da indicare. Ciascuno

deve seguire la propria sensibilità e porsi all’ascolto

per trovare l’armonia con le persone e la natura,

sfruttando il potenziale offerto dal contesto”. Da

questa disposizione relativista deriva un’idea di

design eclettico e duttile, capace di produrre

un’evoluzione dolce.

SOPRA: SEDUTA ARKYS CON SUPPORTO IN METALLO

E SCOCCA IN RETE METALLICA VERNICIATA MEDIANTE

UNA SOFISTICATE TECNICA SPRAY, DISPONIBILE IN CINQUE

COLORI. EUMENES, 2011

ACCANTO: SEDUTE FLOW CON SCOCCA IN POLIESTERE

SOFT TOUCH E BASAMENTI A STELO O A QUATTRO GAMBE

IN LEGNO DI ROVERE. MDF ITALIA, 2010.

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