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Intervista a Nereo Quagliato_VIew magazine 03/2003

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Nella primavera 2003, lo scultore Nereo Quagliato ha rilasciato un'intervista al trimestrale VIew magazine, editato da dolp_dove osano le parole. Ripubblichiamo l'intervista in memoria di Quagliato, scomparso il 17 ottobre scorso.

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lavora con te per conoscere, vivere e amare Vicenza

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il pianeta donna nelle opere e nell’immaginario diNereo Quagliatodi Martina Rini

er eo Quagliato non abita solo, in realt à

convive con tantissimi personaggi, le sue scul-

ture che silenziosa mente accolgono il visita-

tore all ’ ingr esso del suo spazio espositivo e lo

introducono, attraverso un piccolo passaggio

esterno, allo studio dove fanno compagnia

a quelli in fase di realizzazione, immersi

in una polvere bianca e f ine. Non

lasciano mai il loro progenitore solo

in una sorta di duplice e reciproca

dipendenza che produce un

a mbiente fa miliare e tranquillo

perché Ner eo Quagliato e le sue

sculture sono entra mbi figure posi-

tive e cordiali.

Parlare con Quagliato è parlar e

anche con queste presenze mute dal

momento che spesso l’artista le inter-

pella loro malgrado, avvicinandosi ad

esse per spiegare attraverso la loro

forma un concetto, toccandole ed esortan-

doci ad osservarle.

Dal momento che parliamo di donne, e sono

molte le figure femminili rappresentate più volte

ci alziamo e lo seguiamo, ascoltando il silenzioso

commento.

Lei che ha attentamente osservato le donne,

per passione e per lavoro, come le ha viste

cambiare in questi anni?

Ho sempre avuto un rapporto molto ca merate-

sco con le donne, probabilmente fr equentando

donne che davano, come me, per scontato che

non ci fossero funzioni specifiche da entra mbe

le parti. Queste donne sono sempre esistite.

NA fiancoFanciullaassorta1982, bronzo

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Facendo però un discorso generale, mi pare che

attualmente la donna ha guadagnato molto nella

possibilità di realizzarsi, ma ha perso alcune

caratteristiche che le sono peculiari. Lo studio,

la carriera, fanno sì che la maternità venga

rimandata verso i quarant’anni, e se per qualche

ragione i f igli non arrivano, a volte si ritrovano

con un senso di disagio enorme e con continui

rimpianti. E’ un pedaggio molto alto, una rinuncia

a delle istanze naturali importanti. D’altra parte

è però difficile conciliare le caratteristiche della

natura con quelle di questo mondo bestiale, che

può offrire indubbiamente molte comodità, ma

che chiede in cambio un prezzo altissimo, donna

o uomo tu sia.

Adolescenti filiformi, amanti dai larghi fian-

chi, madri opulen te. La sua visione della

donna quanto dipende dal momento in cui la

ritrae?

Sicuramente dietro ad ogni figura c’è un arche-

tipo mentale di donna.

L’innocenza giovanile la immagino priva di fisi-

cità invadenti, la figura vuole comunicare inge-

nuità, sogno, timidezze, anche se, seppur e

acerba, si inizia ad intravedere la donna che sarà.

Ritratta nella sua maturità conserva le caratteri-

stiche di eleganza formale, ma svela tut ta la

carica sensuale. La svela attraverso le rotondità

del fisico e negli atteggiamenti in cui la colgo. La

donna madre mi fuoriesce sempre opulenta, per-

ché evidentemente la vedo come la realizzazione

assoluta di tutte le caratteristiche di donna com-

pleta, un archetipo ancestrale di femminilit à ,

dove la donna grassa era sinonimo di prosperità.

Oltre la componente fisica, la carica sen-

suale, quali altre doti certa di far emergere

nelle sue sculture?

Spererei tutte. Qualcuno ha detto che le m ie

donne non sono solo anatomicamente corrette,

ma pensano, non hanno mai un atteggiamento

banale, provocatore.

Vi è chiaramente una forte componente carnale,

ma inevitabilmente faccio uscire il sentimento di

forte rispetto e suggestione che provo nei con-

fronti delle donne, perché per me questo pianeta

sconosciuto fonte di grande mistero che non so

spiegare, rappresenta l’altra metà del cielo più

uno, anche se mi brucia dirlo (ride).

Cosa rappresenta la donna nella sua vita?

U n ’ esperienza fonda mentale nella vita di un

uomo, non fosse altro per la conoscenza di sé

stesso, dei suoi limiti e delle sue cime.

Dietro alla realizzazione di un uomo penso ci sia

sempre una donna importante. Se un uomo ha

dieci numeri da giocare, con la donna giu sta

gioca dieci numeri più mezzo. Senza la donna

giusta, o con la donna sbagliata, ne gioca solo

sei, non riesce mai lo scatto. La donna contribui-

sce a creargli quell’insieme di equilibri emotivi e

sociali indispensabili ad una carriera.

Nascosta in ogni sua scultura c’è una donna

reale?

In quelle dall’aspetto più naturalistico spesso sì,

ma il più delle volte sono il risultato di varie emo-

zioni, di varie immagini che mi colpiscono e che,

dopo aver sediment ato per lu ngo tempo nella

mia testa, esplodono. Ad esempio, durante i

SStu

abitazidell’art

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viaggi, non uso la macchina fotografica, porto

con me dei quaderni nei quali disegno alcuni

attimi. Mi sento come un viaggiatore inglese del-

l’ottocento, un lord privo di fretta, ma ricco di

curiosità e spirito d’avventura. I viaggi sono libri

aperti, ma non per analfabeti. Io leggo questi

libri, poi un giorno, all’improvviso, mi picchia in

testa un ’ immagine, magari mentre sentivo la

necessità di ritrarre una maternità ecco che ini-

zio a da r forma a quella madre africana la cui

immagine ha sedimentato per anni dentro di me.

Come vede, se parlo di madri, di opulente madri,

è più facile che venga trasportato in una società

in cui la maternità è dichiarata, non camuffata

come da noi. Non amo l’immagine dei bambini

con gli abiti firmati costr etti alle lezioni di

inglese, di nuoto, di tutto… i bambini sarebbero

tanto felici di essere trattati da bambini.

Parliamo spesso di sensualità, modellando

cosa avviene?

Quando la creta inizia a prendere forma, non solo

anatomicamente, ma dando forma a quelle sen-

sazioni di cui dic evamo prima, a quel punto il

contatto tra pelle e creta si trasforma in un rap-

porto tra pelle e pelle. A questo punto avviene

una t rasposizione f isica molto int ensa, chiara-

mente ben diversa da quella che provo model-

lando una maternità o un corpo maschile, con il

quale invece lotto con forza, con competizione.

Quando modellavo il solitario, che tanto vi ha

colpito, ero coinvolto nel suo stato d’animo, ran-

nicchiato come lui in me stesso, chiuso in un

guscio.

Modellando un corpo femminile tolgo di qua

metto di là, sempre attento all ’ equilibrio del

corpo e a quello dell’anima.

Sopra:L’artista nel

suo laboratorio

Il solitario1990, terracotta

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Mamma bamb

1983, br

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