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Dipartimento di Informatica e Sistemistica. INTRODUZIONE AL CORSO DI AUTOMAZIONE INDUSTRIALE. Dott. Ing. VINCENZO SURACI ANNO ACCADEMICO 2011-2012 Corso di AUTOMAZIONE 1. INTRODUZIONE. NUCLEI TEMATICI. PROGETTAZIONE REALIZZAZIONE PROBLEMATICHE STRUMENTAZIONE ATTUATORI - PowerPoint PPT Presentation
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1
INTRODUZIONE AL CORSO DI
AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
Dipartimento diInformatica e Sistemistica
Dott. Ing. VINCENZO SURACIANNO ACCADEMICO 2011-2012
Corso di AUTOMAZIONE 1
2
NUCLEI TEMATICI1. PROGETTAZIONE2. REALIZZAZIONE3. PROBLEMATICHE4. STRUMENTAZIONE5. ATTUATORI6. MODALITÀ DI CONTROLLO7. PLC8. DCS9. PID
INTRODUZIONE
3
NUCLEI TEMATICI10. AUTOTUNING11. GUASTI12. MOVIMENTAZIONE CONTROLLATA13. EMBEDDED SYSTEMS14. CONTROLLO INTELLIGENTE15. RETI DI TELECOMUNICAZIONE16. DATA PROCESSING17. MODEL BASED CONTROL
INTRODUZIONE
4
MODALITÀ DI ESAME• TESINA
– Reverse Engineering di un sistema reale
• PROVA ORALE– Revisione critica della tesina;– Domande sul programma dell’esame.
INTRODUZIONE
5
BIBLIOGRAFIA• SLIDE
INTRODUZIONE
6
CONTATTI• Prof. ALESSANDRO DE CARLI
– DIS, Stanza A222– E-mail [email protected]
• Dr. VINCENZO SURACI– DIS, Stanza A215– E-mail: [email protected]
INTRODUZIONE
7
PROPEDEUTICITÀSECONDO ANNO• Fondamenti di Automatica
PRIMO ANNO• Analisi matematica• Fisica• Fondamenti di Informatica
INTRODUZIONE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #8
PARTE 2
INTRODUZIONE ALL’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #9
«Scientia quo magis speculativaeo magis practica» Gottfried Wilhelm von Leibniz
FORMARE UN INGEGNERE
• Formare un ingegnere significa rendere un allievo capace di utilizzare i principi di base e i metodi di lavoro tipici dell’ingegneria per affrontare e risolvere razionalmente problemi complessi realmente esistenti.
• L’ingegnere deve pervenire a soluzioni tecnicamente competitive ed economicamente convenienti.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #10
PERCHÉ INVESTIRE NELL’AUTOMAZIONE ?• l’Ingegneria Industriale è finalizzata alla progettazione e
realizzazione di apparecchiature e impianti con tecnologie facilmente riconoscibili: chimica, meccanica, elettrica, elettronica, informatica, aeronautica, aerospaziale;
• L’Automazione è una tecnologia nascosta ma sempre presente, indispensabile per rendere funzionanti le realizzazioni ottenute con le altre tecnologie, al fine di raggiungere le finalità, le prestazioni e le specifiche desiderate.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #11
L'OBIETTIVO DELL’INGEGNERE DELL’AUTOMAZIONE
• L’ Ingegnere dell’Automazione ha come obiettivo quello di individuare, progettare, rendere operative, secondo approcci sistematici, le modalità in grado di imporre le azioni di intervento sul sistema da controllare (ad esempio una macchina, un impianto, ecc.), utili per raggiungere le finalità, le prestazioni e le specifiche desiderate.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #12
IL RUOLO DELL’INGEGNERE DELL’AUTOMAZIONE• Il ruolo dell’Ingegnere dell’Automazione è
quello di seguire il ciclo di vita del sistema da controllare, ovvero quello di progettare, scegliere, realizzare, installare, rendere operativo e gestire il sistema controllato.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #13
PRINCIPALI SETTORI DELL’INGEGNERIA
CIVILE / EDILE
AUTOMATICA
ELETTRICAELETTRONICAMECCANICAENERGETICA
AERONAUTICACHIMICA
LA REALIZZAZIONE RAGGIUNGE LE FINALITÀ DESIDERATE SENZA NECESSITÀ DI ULTERIORI INTERVENTI
FORNISCE LE MODALITÀ SISTEMATICHE DI PROGETTAZIONE DELLE AZIONI DI INTERVENTO DA APPLICARE ALLA REALIZZAZIONE IN ESAME
SVILUPPA NUOVE METODOLOGIE PER MIGLIORARE LE PRESTAZIONI STATICHE E DINAMICHE E PER RENDERE PIÙ FLESSIBILI SIA LE SINGOLE
REALIZZAZIONI SIA I SISTEMI CONTROLLATI COMPLESSI
LA REALIZZAZIONE CONSENTE DI RAGGIUNGERE LA FUNZIONALITÀ DESIDERATEA MA NON LE PRESTAZIONI E LE SPECIFICHE
OCCORRE INDIVIDUARE GLI INTERVENTI NECESSARI A RAGGIUNGERE LE PRESTAZIONI E LE SPECIFICHE DESIDERATE
SISTEMI
STATICISISTEM
I RESI DIN
AMICI
DALL’AUTO
MAZIO
NE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #14
REALIZZAZIONI CON TECNOLOGIE
MECCANICHE, ELETTRICHE, ELETTRONICHE, INFORMATICHE
AUTOMAZIONE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #15
REALIZZAZIONI CON TECNOLOGIE MECCANICHEREALIZZAZIONI CON TECNOLOGIE ELETTRICHEREALIZZAZIONI CON TECNOLOGIE ELETTRONICHEREALIZZAZIONI CON TECNOLOGIE INFORMATICHE
ELEMENTI SINGOLI
REALIZZAZIONI CON TECNOLOGIE DELL’AUTOMAZIONE
SISTEMA
PROGETTAZIONE
PRESTAZIONI
CRITERI EMPIRICI
METODOLOGIE SISTEMATICHE
VENGONO ACCETTATE QUELLE CHE POSSONO ESSERE OTTENENUTE
DEVONO ESSERE RAGGIUNTE QUELLE PREFISSATE
METODOLOGIE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #16
SISTEMA DI CONTROLLO
ATTUATORIDISPOSITIVI DI MISURADISPOSITIVI DI ELABORAZIONERETI DI COMUNICAZIONE
MODALITÀ DI CONTROLLO
SISTEMA DA CONTROLLARE E SISTEMA DI CONTROLLO
• La macchina o l’impianto sui cui intervenire è indicato come sistema da controllare;
• Gli attuatori, i dispositivi di misura, i dispositivi di elaborazione, le reti di comunicazione e le modalità di controllo costituiscono il sistema di controllo.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #17
SISTEMA CONTROLLATO
Il sistema da controllare e il sistema di controllo costituiscono un insieme inscidibile indicato comunemente come sistema controllato.
SISTEMA CONTROLLATO
SISTEMA DA CONTROLLARE
SISTEMA DI CONTROLLO
ATTUATORIDISPOSITIVI DI MISURADISPOSITIVI DI ELABORAZIONERETI DI COMUNICAZIONE
MODALITÀ DI CONTROLLO
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #18
STRUTTURA DI UN SISTEMA COMPLESSO
COMPONENTI
APPARATI
IMPIANTI
MODELLO DELLA STRUTTURADI UN SISTEMA COMPLESSO
SISTEMA COMPLESSO
APPARATO 2
APPARATO 1
APPARATO 3
APPARATO 4
IMPIANTO 1 IMPIANTO 2
IMPIANTO n
APPARATO 5
COMPONENTE
APPARATO 1
APPARATO i+1
APPARATO nAPPARATO k
COMPONENTE
COMPONENTECOMPONENTE COMPONENTE
COMPONENTE COMPONENTECOMPONENTE
SISTEMA COMPLESSO
STRUTTURA DI UN SISTEMA COMPLESSO
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #19
SISTEMA CONTROLLATO
COMPLESSO
SCELTA DELLE CONDIZIONI OPERATIVE DEGLI IMPIANTI IN FUNZIONE DELLE FINALITÀ
RICHIESTE ALLA PRODUZIONE AZIENDALEOTTIMIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEL SISTEMA
VERIFICA ON-LINE DEL RAGGIUMENTO DELLE CONDIZIONIOPERATIVE, IMPOSIZIONE DELLE CONDIZIONI OPERATIVEDESIDERATE E SEGNALAZIONE DI EVENTUALI ANOMALIE
OTTIMIZZAZIONE DELLA CONDUZIONE DEGLI IMPIANTI
INTERVENTI SPECIFICI FINALIZZATI ALLA OTTIMIZZAZIONE DELLA PRONTEZZA E DELLA
FEDELTÀ DI RISPOSTA DEGLI ELEMENTI SINGOLICAMPO
ELEMENTI SINGOLI
CONDUZIONE IMPIANTI
COORDINAMENTOAPPARATI
GESTIONESISTEMA COMPLESSO
STRUTTURA DI UN SISTEMA CONTROLLATO COMPLESSO
COORDINAMENTO DEGLI ELEMENTI SINGOLI DI OGNI APPARATO E SEQUENZIALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI
OTTIMIZZAZIONE DELLE PRESTAZIONI DEGLI APPARATI
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #20
ORGANIZZAZIONE DEI CORSI
CAMPOELEMENTI SINGOLI
CONDUZIONE IMPIANTI
COORDINAMENTOAPPARATI
GESTIONESISTEMA
COMPLESSO
FONDAMENTIDI AUTOMATICA
AUTOMAZIONEINDUSTRIALE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #21
PROGETTAZIONE DELLE AZIONI DI INTERVENTO A LIVELLO DI CAMPO
APPROCCIO EMPIRICO
Permette di INDIVIDUARE le azioni di intervento sugli elementi singoli in modo da portare il sistema complesso in condizioni operative di funzionamento senza possibilità di imporre alcun vincolo sulla precisione statica e senza possibilità di poter intervenire sull’intervallo di tempo necessario a raggiungere le condizioni operative desiderate.
Non è necessario disporre di un modello matematico che descriva la dinamica dei singoli elementi.
È sufficiente conoscere le caratteristiche statiche dei singoli elementi.
APPROCCIO SISTEMATICO
Permette di PROGETTARE le azioni di intervento sugli elementi singoli in modo da portare il sistema complesso in condizioni operative di funzionamento imponendo opportuni vincoli sia sulla precisione statica sia sul tempo massimo entro cui devono essere raggiunte le condizioni operative.
È necessario disporre di un modello matematico che descriva gli aspetti dinamici significativi dei singoli elementi.
Prima di rendere operative le azioni di intervento è necessario validarle su un modello matematico più accurato.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #22
SISTEMA DA CONTROLLARE SISTEMA DI CONTROLLO
Progettazione e messa in funzione delle modalità di controllo
Progettazione del sistema di controlloAcquisizione della strumentazione: attuatori e dispositivi di misura
Acquisizione della rete di comunicazioneMessa in funzione della strumentazione e della rete di comunicazione
COSTO DI UN SISTEMA CONTROLLATO
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #23
realizzazione del sistema da controllare
acquisizione dellastrumentazione e della rete di comunicazione
realizzazione dei programmi per il raggiungimento delle finalità e funzionalità desiderate del sistema controllato
realizzazione dei programmi per il miglioramento della qualità delle prestazoni del sistema controllato
progettazione del sistema da controllare
progettazione delle modalità di intervento
progettazione delle modalità di controllo e loro trasferimento nei
dispositivi di elaborazione
RAPPORTO COSTO/PRESTAZIONI DI UN SISTEMA CONTROLLATO
scelta e istallazione della strumentazione
CO
ST
O
PR
ES
TAZ
ION
I
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #24
• Tutto ha inizio con la richiesta del committente ad un fornitore.
• Il committente fornisce gli obiettivi che devono essere raggiunti dal sistema da controllare, nonché i vincoli di progetto.
• Il fornitore è responsabile della progettazione, della realizzazione e della messa in funzione del sistema controllato.
COMMITTENTE E FORNITORE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #25
OBIETTIVI• Le finalità indicano cosa deve fare il sistema controllato
quando è in condizioni nominali di funzionamento.• La funzionalità rappresenta l’insieme delle attività che
devono essere svolte dal sistema controllato per poter soddisfare le finalità desiderate.
• Le prestazioni rappresentano le modalità secondo cui devono essere svolte le attività previste per ottenere la funzionalità desiderata.
• Le specifiche indicano come le prestazioni devono essere raggiunte. In particolare rappresentano i valori che devono assumere le grandezze che caratterizzano il raggiungimento delle prestazioni.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #26
VINCOLI• vincoli strutturali che impone il sistema da
controllare (ad es. sovradimensionamento);• vincoli operativi del sistema controllato (ad es.
ambientali, energetici, spaziali, temporali);• vincoli di costo intesi come la somma di costi
di progettazione, di realizzazione, di istallazione, di configurazione, di messa in funzione e di gestione.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #27
FASI DELLA PROGETTAZIONE• individuazione del sistema da controllare,
definizione degli obiettivi e dei vincoli di progetto;• definizione del modello astratto;• individuazione delle azioni di intervento;• individuazione delle modalità di intervento;• individuazione delle modalità di attivazione;• scelta delle modalità di controllo;• progettazione della legge di controllo;DOCUMENTAZIONE
VERIFICA
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #28
PARTE 3
RICHIAMI DIANALISI DEI SISTEMI
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #29
ELEMENTI DI UN SISTEMA• Un elemento fa parte di un sistema da controllare se e solo se esso
è in grado di accumulare almeno una delle forme di energia che partecipano attivamente all’evoluzione del sistema in esame ed in maniera determinante al fine del raggiungimento degli obiettivi;
• Pertanto un elemento che non è in grado di accumulare energia o che accumula una forma di energia non determinante per la dinamica del sistema utile a verificare il raggiungimento degli obiettivi desiderati, non deve essere preso in considerazione.
• Individuati gli elementi, devono essere prese in considerazione tutte e sole le interazioni energetiche che essi hanno tra di loro e con elementi esterni al sistema da controllare.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #30
EVOLUZIONE DI UN SISTEMA• Un evento è un qualsiasi intervento effettuato sul sistema da
controllare che ne determina un evoluzione. • Per avere una evoluzione è necessaria una variazione dell’energia
in termini di immissione, sottrazione, dissipazione o trasformazione.• Per avere una variazione di energia è necessario che essa sia
immessa o sottratta dal sistema e/o che essa sia già accumulata nel sistema.
• Un sistema che non presenta una evoluzione è in equilibrio.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #31
VARIABILI DI UN SISTEMA• Qualsiasi grandezza che varia in maniera significativa nel periodo di
osservazione del sistema è detta variabile, altrimenti è detta parametro.
• Solo quelle variabili che risultano determinanti per caratterizzare il comportamento dinamico del sistema devono essere prese in considerazione.
• Vengono indicate come variabili di ingresso tutte e sole quelle grandezze che sono in grado di imporre un’evoluzione. Il loro valore istantaneo è significativo della quantità di energia immessa o prelevata al sistema e coinvolta nella sua evoluzione.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #32
VARIABILI DI UN SISTEMA• Vengono indicati come disturbi, quelle variabili di ingresso sul cui
valore istantaneo non si può agire in maniera diretta. Essendo variabili di ingresso sono in grado di immettere o sottrarre energia al sistema provocando una evoluzione (indesiderata) che altera il raggiungimento delle finalità desiderate. Di un disturbo si possono in genere misurare o stimare i suoi effetti e solo in casi particolari anche l’intensità. La misura o la stima del valore istantaneo del disturbo è indice della quantità dell’energia immessa o sottratta al sistema. Non si può agire sul valore istantaneo di un disturbo, ma si può agire sugli effetti che esso provoca nell’evoluzione del sistema da controllare. Ovvero si può solo attenuare l’effetto indesiderato dei disturbi.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #33
VARIABILI DI UN SISTEMA• Sono indicate come variabili di uscita, ovvero come variabili
controllate, quelle grandezze che risultano significative per valutare gli effetti delle variabili di forzamento e dei disturbi ed il cui valore viene utilizzato per verificare il corretto soddisfacimento delle finalità desiderate. Le variabili di uscita sono significative dell’evoluzione del sistema. La misura del loro valore istantaneo non è pertanto indice di una quantità di energia ma solo degli effetti che ha avuto l’energia utilizzata per ottenere l’evoluzione.
• Sono indicate come variabili di stato quelle grandezze il cui valore istantaneo è significativo della quantità di energia accumulata dal sistema. Si devono considerare tutte e sole quelle variabili di stato associate a forme di energia accumulabile nel sistema e che partecipano in maniera determinante alla sua evoluzione e al raggiungimento delle finalità desiderate.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #34
SCELTA E RUOLO DELLE VARIABILI• Per una corretta scelta delle variabili di ingresso, di uscita, di
disturbo e di stato occorre conoscere:– la struttura del sistema da controllare;– le modalità di funzionamento del sistema da controllare– le finalità del sistema da controllare.
• Per uno stesso sistema da controllare la scelta e il ruolo delle variabili può essere differente in quanto sono differenti le finalità.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #35
ENERGIA IMMESSA
ENERGIA ACCUMULATA
ENERGIA PRELEVATA
MODELLO DEL COMPORTAMENTO
DINAMICO DEL SERBATOIO
u(t) y(t)
d(t)
VARIABILE DI INTERVENTO
DISTURBOVARIABILE
CONTROLLATA
FINALITÀ : mantenere costante il livello del liquido nel serbatoio al variare della quantità del liquido prelevata
VARIABILE CONTROLLATA: livello del liquido nel serbatoioVARIABILE DI INTERVENTO: quantità di liquido immessaDISTURBI: quantità di liquido attinta dal serbatoio in maniera casuale
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #36
VARIABILE DI INTERVENTO
MODELLO DEL COMPORTAMENTO
DINAMICO DEL SERBATOIO
u(t) y(t)
d(t)
FINALITÀ : istante per istante prelevare dal serbatoio la quantità di liquido desiderata
VARIABILE CONTROLLATA: quantità di liquido prelevataVARIABILE DI INTERVENTO: posizione della valvola di intercettazioneDISTURBI: quantità di liquido immessa nel serbatoio in maniera casuale
VARIABILE CONTROLLATA
q(t)
DISTURBO
ENERGIA IMMESSA
ENERGIA ACCUMULATA
ENERGIA PRELEVATA
ENERGIA IMMESSA
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #37
CONDIZIONI OPERATIVE TIPICHE DI UN SISTEMA DINAMICO
ENERGIA IMMESSA
ENERGIA ACCUMULATA
ENERGIA PRELEVATA
ENERGIA IMMESSA
NESSUNA EVOLUZIONECONDIZIONE DI FUNZIONAMENTO: SISTEMA DINAMICO IN STATO DI QUIETE
ENERGIA IMMESSA
tempo
ENERGIA ACCUMULATA
tempo
ENERGIA PRELEVATA
tempo
CASO 1 – STATO DI QUIETE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #38
CONDIZIONI OPERATIVE TIPICHE DI UN SISTEMA DINAMICO
ENERGIA IMMESSA
ENERGIA ACCUMULATA
ENERGIA PRELEVATA
ENERGIA IMMESSA
CASO 2 – REGIME PERMANENTE
NESSUNA EVOLUZIONECONDIZIONE DI FUNZIONAMENTO: SISTEMA DINAMICO FUNZIONANTE IN REGIME PERMANENTE O FUNZIONAMENTO A RÈGIME
ENERGIA IMMESSA
tempo
ENERGIA ACCUMULATA
tempo
ENERGIA PRELEVATA
tempo
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #39
CONDIZIONI OPERATIVE TIPICHE DI UN SISTEMA DINAMICO
ENERGIA IMMESSA
ENERGIA ACCUMULATA
ENERGIA PRELEVATACASO 3 – EVOLUZIONE LIBERA
EVOLUZIONE DINAMICA A SPESE DELL’ENERGIA ACCUMULATACONDIZIONE DI FUNZIONAMENTO: SISTEMA DINAMICO FUNZIONANTE IN EVOLUZIONE LIBERA
ENERGIA IMMESSA
tempo
ENERGIA PRELEVATA
tempo
ENERGIA ACCUMULATA
tempo
ATTIVAZIONE DELLA VARIABILE DI INTERVENTO
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #40
CONDIZIONI OPERATIVE TIPICHE DI UN SISTEMA DINAMICO
EVOLUZIONE DINAMICA A SPESE DELL’ENERGIA IMMESSA E DELL’ENERGIA ACCUMULATACONDIZIONE DI FUNZIONAMENTO: SISTEMA DINAMICO FUNZIONANTE IN EVOLUZIONE FORZATA E IN EVOLUZIONE LIBERA
ENERGIA IMMESSA
ATTIVAZIONE DELLA VARIABILE DI INTERVENTO
tempo
ENERGIA ACCUMULATA
tempo
ENERGIA PRELEVATA
tempo
CASO 4EVOLUZIONE FORZATA ed EVOLUZIONE LIBERA
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #41
Dimensionamento di un sistema rispetto alle specifiche e all’effetto di disturbi prevedibili.
tempo
vari
ab
ile c
on
trolla
ta
campo di escursione della variabile controllata previsto dalle specifiche
variabile controllatavalore nominale
SISTEMA DA CONTROLLARESOVRADIMENSIONATO
effetto del disturbo prevedibile
tempo di assestamento
tempo
vari
ab
ile c
on
trolla
ta
campo di escursione della variabile controllata previsto dalle specifiche
variabile controllatavalore nominale
SISTEMA DA CONTROLLAREDIMENSIONATO CORRETAMENTE
effetto del disturbo prevedibile
tempo di assestamento
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #42
Parametri statici di un sistema lineare e loro interpretazione fisica:
– Guadagno statico guadagno a regime permanente relativo ad un ingresso a gradino.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #43
Parametri dinamici di un sistema lineare e loro interpretazione fisica:
– Costante di tempo contributo alla dinamica e durata transitorio
• Infinita integratore (nessun regime permanente)• Alta dinamica dominante• Bassa dinamica secondaria• Nulla istantaneo (nessun regime transitorio)
– Smorzamento caratteristico durata transitorio e sovraelongazione
• Nullo oscillazione permanente (nessun regime permanente)• Infinito istantaneo (nessun regime transitorio)
– Pulsazione caratteristica frequenza di oscillazione– Guadagno di modo energia associata al modo
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #44
METODI DI ANALISI
DEL COMPORTAMENTO DINAMICO– Dominio del tempo:
• Risposta a gradino (dinamica dominante)
– Dominio della variabile complessa s:
• Posizione dei poli della funzione di trasferimento (stabilità, transitorio)
– Dominio della frequenza:
• Diagrammi di Bode (transitorio)
• Diagrammi di Nyquist (stabilità)
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #45
SISTEMA DINAMICO
u(t) y(t)ENERGIA IMMESSA
MISURA DELLA VARIABILE CONTROLLATA
COMPORTAMENTI DINAMICI DOMINANTI
ACCUMULA
ACCUMULA E DISSIPA
ACCUMULA E DISSIPA OSCILLANDO
0
-20
-40
20
mod
ulo
(dB
)
0
-20
-40
20
mod
ulo
(dB
)
20
0
-20
-40
mod
ulo
(dB
)
1 10 100.1.01pulsazione (rad/sec)
ANDAMENTO DELL’ENERGIA ACCUMULATA
NEL TEMPO NELLA FREQUENZA
PARAMETRI DINAMICINEL TEMPO NELLA VARIABILE
COMPLESSA
COSTANTE DI TEMPOt = ∞
POLO p = 0
COSTANTE DI TEMPOCOMPRESA FRA 0 E ∞
POLO COMPRESO FRA −∞ E 0
SMORZAMENTOCOMPRESO FRA 0 E 1PULSAZIONE NATURALE COMPRESA FRA ∞ E 0
POLI COMPLESSI E CONIUGATIPARTE REALE COMPRESA FRA−∞ E 0PARTE IMMAGINARIACOMPRESA FRA∞ E 0
COMPORTAMENTO
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #46
COMPONENTE IN ESAME
u(t) y(t)ENERGIA IMMESSA
MISURA DELL’ENERGIA ACCUMULATA NELL’ELEMENTO
COMPORTAMENTI DINAMICI DOMINANTI
ACCUMULA
ACCUMULA E DISSIPA
ACCUMULA E DISSIPA OSCILLANDO
COMPORTAMENTO MODELLO ASTRATTO
NEL TEMPONELLE VARIABILI
DI STATONELLA VARIABILE
COMPLESSA
0)0(y1)t(u
)t(ukdt
)t(dy
0)0(y1)t(u
)t(uk)t(y1
dt)t(dy
0)0(y1)t(u
)y(xk)t(y
)t(u)t(x
0)0(y1)t(u
)t(uk)t(ydt
)t(dy2
dt
)t(yd 2nn2
2
0)0(y1)t(u
)y(xk)t(y
)t(u)t(x1
)t(x
0)0(x)0(x1)t(u
)y(xk)t(y
)t(x)t(x)t(2x
)t(u)t(x)t(x)t(x
21
1
21
211
sk
)s(G
1sk
)s(G
1s2s
k)s(G
n22
n
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #47
Relazione tra il dominio del tempo e il dominio della variabile complessa s:
w C
RES
CEN
TI
FREQ
UE
NZ
A M
AG
GIO
RE
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
2Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-2
-1.5
-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
3Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
Im(s)
Re(s)COSTANTI DI TEMPO CRESCENTI SMORZAMENTO PIÙ LENTO
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-3
-2
-1
0
1
2
3Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-500
-400
-300
-200
-100
0
100
200
300Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-1
-0.8
-0.6
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-0.6
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #48
Relazione tra il dominio del tempo e il dominio della variabile complessa s:
DIN
AM
ICA
SE
CO
ND
AR
IA
DINAMICA DOMINANTE
temporitardo di tempo
RISPOSTA A GRADINO NEL DOMINIO DEL TEMPO
Im(s)
Re(s)XX
DINAMICASECONDARIA
DINAMICADOMINANTE
POLI
POLI NEL DOMINIO DELLA VARIABILE COMPLESSA
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #49
Relazione tra il dominio del tempo e il dominio della frequenza:
RISPOSTA A GRADINO
0 5 10 15 20 25tempo (sec)
0
.5
1
y(t)Y
10
RISPOSTA ARMONICA
0
-10
-20
-30
mod
ulo
(dB
)
.1 1 w (rad/sec)
TRANSITORIO
REGIME
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #50
FUNZIONALITÀ
SPECIFICHE
PRESTAZIONI
COMPORTAMENTO A REGIME
TRANSITORIO
DIMENSIO-NAMENTO
DEL SISTEMA DA
CONTROLLARE
COMPORTAMENTO A REGIME
PERMANENTE
DINAMICADOMINANTE
DINAMICASECONDARIA
PARAMETRI STATICI
PARAMETRIDINAMICI
FEDELTÀ DI RISPOSTA
PRONTEZZA DI RISPOSTA
ATTENUAZIONE DELL’EFFETO DEI
DISTURBI
STAB
ILIT
ÀIN
TRIN
SECA
ANALISI DEL SISTEMA DA CONTROLLARE
REQUISITI PRESTAZIONI
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #51
PARTE 4
RICHIAMI DI CONTROLLI AUTOMATICI
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #52
Per poter progettare le modalità di intervento secondo approcci sistematici è indispensabile:
1. acquisire dal committente gli obiettivi del sistema da controllare in termini di finalità e funzionalità;
2. acquisire la conoscenza delle caratteristiche strutturali (statiche) e comportamentali (dinamiche) del sistema da controllare;
3. Individuazione delle variabili di forzamento (di ingresso), delle variabili controllate (di uscita), delle variabili di stato e dei disturbi del sistema da controllare
4. definire un modello astratto in grado di descrivere in modo affidabile il comportamento statico e dinamico del sistema da controllare.
5. definire le condizioni operative, ovvero i valori operativi delle variabili controllate che determinano funzionalità del sistema, in corrispondenza di valori prestabiliti delle variabili di comando;
6. stabilire le prove per poter verificare l’efficacia delle azioni di intervento sulla base delle specifiche e delle condizioni operative;
7. individuare le migliori azioni di intervento che possono risultare efficaci ai fini del raggiungimento degli obiettivi preposti.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #53
SCELTO DALL’INGEGNERE DELL’AUTOMAZIONE
RICHIESTEDAL
COMMITTENTE ASSEGNATO
MODALITÀ DI INTERVENTO
VERIFICA DEL RAGGIUNGIMENTO DELLA FINALITÀ SULLA
BASE DELLE CONDIZIONI OPERATIVE
MODALITÀ DI INTERVENTO
FINALITÀFUNZIONALITÀDESIDERATE
VARIABILI CONTROLLATE
SISTEMA DA CONTROLLARE
VARIABILI DI FORZAMENTO
DISTURBI
VARIABILI DI STATO
VARIABILI DI COMANDO
CONDIZIONIOPERATIVE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #54
RENDERE OPERATIVE LE MODALITÀ DI INTERVENTO
Per rendere operative le modalità di intervento occorre istallare e rendere funzionanti:
• gli attuatori, ovvero i dispositivi in grado di applicare le azioni di intervento trasformando le variabili di comando in forzamento;
• i dispositivi di misura e i sensori in grado di misurare le variabili controllate e quindi di rilevare l’effetto ottenuto dalle variabili di forzamento sul comportamento del sistema;
• i controllori, ovvero i dispositivi che elaborano una legge di controllo e che calcolano il valore istantaneo delle variabili di comando da fornire agli attuatori;
• le reti di comunicazione per poter trasmettere i dati e le informazioni necessarie per applicare le azioni di intervento.
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AUTOMAZIONE 1Slide #55
SISTEMA CONTROLLATO
SISTEMA DI CONTROLLO
AZIONI DI INTERVENTO
VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE AZIONI DI
INTERVENTO
SISTEMA DA CONTROLLARE
MODALITÀ DIINTERVENTO
AZIONI DI CONOSCENZA
SCHEMA FUNZIONALE DI UN SISTEMA CONTROLLATO
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AUTOMAZIONE 1Slide #56
INTERFACCIA UOMO MACCHINA
Per poter attivare o disattivare il sistema controllato ed avere informazioni rilevanti sul suo comportamento, occorre aggregare e convogliare dati e misure su un sistema di visione che permetta all’operatore di essere continuamente aggiornato sulle condizioni operative del sistema controllato ed eventualmente intervenire.
L’insieme delle apparecchiature che consentono di realizzare le elaborazioni dei dati e delle informazioni nonché la loro visualizzazione costituisce l’interfaccia uomo-macchina che viene a far parte integrante del sistema controllato.
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AUTOMAZIONE 1Slide #57
OPERATOREINTERFACCIA
UOMO MACCHINA
INTERFACCIA UOMO MACCHINASCHEMA
FUNZIONALE DI UN SISTEMA CONTROLLATO
AZIONI DI INTERVENTOSISTEMA DA
CONTROLLARE
SISTEMA DA SOTTOPORRE ALL’AZIONE DI CONTROLLO
SISTEMA DI CONTROLLOSTRUMENTAZIONE
RETE DI COMUNICAZIONEMODALITÀ DI CONTROLLO
VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE AZIONI DI
INTERVENTO
AZIONI DI CONOSCENZA
SISTEMA CONTROLLATO
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AUTOMAZIONE 1Slide #58
MODALITÀ DI CONTROLLO
APPROCCIO EMPIRICO
CONSOLIDATEConoscenza superficiale del comportamento del sistema da controllare.
La modalità di controllo EMULA le modalità di intervento di un operatore esperto.
FLESSIBILIConoscenza approfondita del comportamento del sistema da controllare.
La modalità di controllo emula l’esperienza e la flessibilità degli operatori esperti
APPROCCIO SISTEMATICO
SCELTA DELLE MODALITÀ DI CONTROLLO
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AUTOMAZIONE 1Slide #59
DISPOSITIVODI ELABORAZIONE
CONTROLLOA CATENA APERTA
VARIABILECONTROLLATA
VARIABILEDI CONTROLLO
DELL’ATTUATORE
DISTURBI
ATTUATORE ESISTEMA
DA CONTROLLARE
ANDAMENTODESIDERATO
CONTROLLOA CATENA CHIUSA
ANDAMENTODESIDERATO
PRESTAZIONIE SPECIFICHEDESIDERATE
DISPOSITIVO DI ELABORAZIONE
DISPOSITIVODI MISURA
LEGGEDI CONTROLLO
VARIABILECONTROLLATA
VARIABILEDI CONTROLLO
DELL’ATTUATORE
ATTUATORE ESISTEMA
DA CONTROLLARE
DISTURBI
MODALITÀ DI CONTROLLO DI BASE
PRESTAZIONIDESIDERATE
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AUTOMAZIONE 1Slide #60
DALLA PROGETTAZIONE ALLA REALIZZAZIONE• Struttura di un sistema da controllare in termini di elementi e
relazioni in funzione delle finalità e dell’energia;• Evoluzione di un sistema a seguito di eventi e interpretazione fisica
in termini di energia;• Variabili di un sistema (ingresso, uscita, stato, disturbi) e loro
interpretazione fisica in funzione dell’energia;• Caratterizzazione dei disturbi (prevedibili, casuali)• Analisi critica e scelta delle principali modalità di controllo;• Progettazione delle leggi di controllo con metodologie
sistematiche;• Studio dei criteri di verifica e documentazione degli obiettivi
raggiunti con l’uso di software dedicato.
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AUTOMAZIONE 1Slide #61
Dato un sistema da controllare esistente, la procedura di reverse engineering richiede al progettista la capacità di saper individuare con dei segnali di prova la dinamica dominante e la dinamica secondaria al fine di individuare le più opportune azioni di intervento.
Reverse Engineering
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AUTOMAZIONE 1Slide #62
VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DINAMICODEL SISTEMA DA CONTROLLARE
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino.
Analisi dell’andamento della variabile controllata: andamento di tipo esponenziale con valore della tangente all’istante iniziale diverso da zeroConclusione: il sistema da controllare è caratterizzato dalla sola dinamica dominante
tempo
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AUTOMAZIONE 1Slide #63
VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DINAMICODEL SISTEMA DA CONTROLLARE
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino.
Analisi dell’andamento della variabile controllata: andamento di tipo esponenziale con valore della tangente all’istante iniziale eguale a zeroConclusione: il sistema da controllare è caratterizzato oltre che dalla dinamica dominante e dalla dinamica secondaria dovuta essenzialmente ad una sola costante di tempo.
tempo
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #64
VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DINAMICODEL SISTEMA DA CONTROLLARE
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino.
Analisi dell’andamento della variabile controllata: andamento di tipo esponenziale con valore iniziale nullo per un intervallo di tempo non trascurabileConclusione: il sistema da controllare è caratterizzato da una dinamica dominante e dalla dinamica secondaria dovuta a molteplici costanti di tempo
tempo
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AUTOMAZIONE 1Slide #65
Dato un sistema controllato esistente, la procedura di reverse engineering richiede al progettista la capacità di saper individuare con dei segnali di prova la modalità di controllo adottata e quindi di valutarne la bontà.
Reverse Engineering
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AUTOMAZIONE 1Slide #66
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata raggiunge il valore desiderato e non viene annullato l’effetto del disturbo. Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CATENA APERTA
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AUTOMAZIONE 1Slide #67
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata non raggiunge il valore desiderato e viene parzialmente attenuato l’effetto del disturbo. Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CONTROREAZIONE DI TIPO SOLO PROPORZIONALE
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AUTOMAZIONE 1Slide #68
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata raggiunge il valore desiderato e viene totalmente attenuato l’effetto del disturbo. Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CONTROREAZIONE DI TIPO PROPORZIONALE E INTEGRALE
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AUTOMAZIONE 1Slide #69
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata raggiunge il valore desiderato e viene annullato l’effetto del disturbo. Vengono rilevate sostanziali modifiche nel comportamento dinamico con la comparsa della sovraelongazione. Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CONTROREAZIONE DEL TIPO PROPORZIONE E INTEGRALE CON FORZAMENTO TRANSITORIO DOVUTO ALLA AZIONE DERIVATRICE
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AUTOMAZIONE 1Slide #70
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata raggiunge il valore desiderato e viene annullato l’effetto del disturbo. Vengono rilevate sostanziali modifiche nel comportamento dinamico e di tempo di salita molto rapido con la comparsa di una limitata sovraelongazione. Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CONTROREAZIONE IDONEA ALL’INSEGUIMENTO DI ANDAMENTI DESIDERATI DELLA VARIABILE CONTROLLATA DI TIPO A RAMPA LINEARE