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Introduzione alla

Introduzione alla. Una splendida omelia La lettera agli Ebrei... non è una lettera. Manca di introduzione come ogni lettera che si rispetta. Il biglietto

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Una splendida omelia• La lettera agli Ebrei... non è una “lettera”. Manca di

introduzione come ogni lettera che si rispetta. Il biglietto finale (Eb 13, 22-25) ha fatto credere che fosse una lettera. Gli importanti accenni all’Eucaristia fanno ritenere che l’omelia sia in vista della Messa o destinata ad essere letta durante la Messa. Con tutta probabilità è stata esposta a viva voce in una o più assemblee domenicali, ha una conclusione al Dio della pace e al Signore nostro Gesù Cristo, seguita dall’Amen degli ascoltatori.

• Non è indirizzata agli Ebrei, che non vengono mai nominati, ma ai cristiani (Eb 3, 14) ed è in realtà uno scritto molto importante per la fede e la vita cristiana. Come scrive l’autore è (Eb 13, 22) “parola di esortazione”.

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Una splendida omelia• Dopo essere stata messa per iscritto, è

stata poi inviata a una comunità lontana. Al testo venne aggiunto per l'occasione un breve biglietto di invio (13,22-25), e ciò ha fatto si che da allora fosse considerata come una lettera. Ma dal suo eloquente esordio (1,1-4) sino alla solenne conclusione (13,20-21), il testo ha conservato integralmente il proprio carattere di omelia fatta per essere declamata.

• La lettera è caratterizzata da esortazioni pratiche perché l’autore vuole calare la fede nella quotidianità.

• Noi possiamo riscoprire le nostre radici cristiane che vanno dall’ascolto obbediente della Parola di Dio, ai sacramenti dell’iniziazione, quali il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia.

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L’argomento dell’omelia

• L'argomento dell'omelia è il sacerdozio di Cristo. L'autore spiega a noi cristiani che, per instaurare un rapporto di fiducia con Dio, abbiamo ormai un sacerdote, anzi un sommo sacerdote: Cristo. La passione di Cristo, in effetti, è stata un atto di mediazione sacerdotale, che ci ha aperto “una via…nuova e vivente”(Eb 10,20) per offrirci l'accesso a Dio. Il segreto di questo atto di mediazione è stata l'unione perfetta, nel cuore di Cristo, di due fedeltà a Dio, nell'obbedienza filiale e agli uomini, nella solidarietà fraterna, entrambe spinte fino alla morte.

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L’argomento dell’omelia

• Il predicatore ha dedicato tutta la cura possibile alla composizione della sua omelia. Ha adottato una suddivisione in cinque parti. Annuncia il tema di ciascuna prima di cominciarla (in 2,17-18; 5,9-10; 10, 36-39; 12,13). La lunghezza delle cinque parti va dapprima in crescendo, dalla prima alla più consistente terza parte, per poi decrescere passando dalla terza all'ultima. Le suddivisioni nel nostro commento sono basate sulla scoperta di varie serie di indizi letterari di composizione perfettamente convergenti.

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Schema del Testo• Ecco lo schema del testo:• 1, 1-4 - Esordio: Dio ci ha parlato• 1,5 -2,18 - I Situazione di Cristo• 3,1 – 5,10 - II Cristo, sommo sacerdote degno di fiducia e misericordioso• - 3,1 – 4,14 Cristo sommo sacerdote degno di fiducia e appello alla fede• - 4,15 – 5,10 Cristo sommo sacerdote pienamente umano• 5,11 -10,39 - III Cristo, sommo sacerdote perfetto• - 5,11 – 6,20 Appello all'attenzione e alla generosità• - 7,1-28  Un somme sacerdote di genere diverso• - 8,1 – 9,28 Un offerta sacrificale ben differente• - 10,1-18 Un'offerta pienamente efficace• - 10,19-39 Appello all'unione vitale con cristo, sommo sacerdote• 11,1 – 12,13 - IV La fede e la pazienza• - 11,1-40 Elogio della fede• - 12,1-13 Appello alla pazienza nelle prove• - 12,14 – 13,19 V Cercate la pace e la santità• 13,20,21 -  Augurio finale• 13,22-25 -  Biglietto d'invio

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Autore

• L’autore della lettera non è Paolo. Lo dice lo stile, il vocabolario e l’assenza, in Paolo, del tema “Gesù Cristo sommo sacerdote”. E’ in lingua greca, in splendido greco. L’autore cerca di aiutare i suoi lettori o ascoltatori, di provenienza giudaica, a scoprire la bellezza della fede che hanno abbracciato. Rileggendo la tradizione culturale e sacerdotale del Primo Testamento alla luce di Cristo e della tradizione apostolica, sono in grado di constatare che Cristo è il vero sommo sacerdote, divenuto tale per mezzo della morte e risurrezione.

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Autore• Dato che non inizia come una lettera, l'omelia non ci rivela né il

nome dell'autore né quello dei destinatari, a differenza degli esordi delle lettere di Paolo o di Pietro. Ma fin dall'antichità la tradizione della chiesa orientale ha dichiarato con forza l'origine paolina dello scritto, pur ammettendo che non l'abbia redatta l'apostolo Paolo in persona (ad eccezione, forse, del biglietto finale). Lo stile, in effetti, manifesta un temperamento diverso da quello paolino. Nell'antichità, il testo greco che abbiamo è stato attribuito all'evangelista luca, a Barnaba e a Clemente Romano (cfr. Fil 4,3). I moderni aggiungono il nome di Apollo, dato che quanto sappiamo su questo personaggio (At 18,24-28; 1Cor 3,6) corrisponde all'identikit dell'autore desumibile dal testo.

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Data

• La data di composizione non si può fissare con certezza, in mancanza di indizi decisivi. I pareri, molto divergenti, degli esegeti oscillano tra l'anno 55 e il 125. L'opinione che si accorda meglio con l'insieme dei dati è quella che colloca la lettera qualche tempo prima della distruzione di Gerusalemme, verificatasi nel 70 d.C.

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Destinatari• Quanto ai destinatari, l'omelia ci

indica che si tratta di cristiani convertiti da tempo (5,12; 13,7). Si sono mostrati molto generosi (10, 32-34) e lo sono ancora (6,9-10), ma, prima di affrontare nuove prove (12,1-7), hanno bisogno di essere stimolati, cosa che il predicatore non manca di fare con vigore (5,11-12; 6,11-12; 10,36; 12,3,13). La loro origine, giudea o pagana che sia, non è mai precisata e resta oggetto di discussioni. Tale indeterminatezza presenta un vantaggio: possiamo applicare più facilmente a noi stessi gli avvertimenti e gli incoraggiamenti dati dall'autore.”

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Il contenuto• Quanto a contenuto, l’epistola agli Ebrei è senz’altro un trattato di

Cristo il figlio, poiché è la rivelazione finale di Dio, che è superiore ai profeti 1:1 a 3, agli angeli 1:4 - 2:18 ed a Mosè e Aronne, i maggiori rappresentanti dell’antico patto.

• Ciò prepara la via ad un appello a rimanere uniti a Cristo per ricevere l’aiuto che solo lui può dare.

• Poi nella sezione centrale il sacerdozio di Cristo è presentato quale superiore all’ordine di Aronne; questo sacerdozio è esercitato sotto un nuovo patto, in un nuovo santuario celeste, essendo un nuovo e migliore ministero, che da un’eredità eterna, basata su di un sacrificio che ha un’efficacia unica e definitiva.

• La sezione pratica dell’epistola è un appello ad andare avanti con rinnovata fede, senza disprezzare la disciplina divina, producendo frutti di pace e santificazione, conservando le virtù della perseveranza e dell’obbedienza.

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Il cuore della lettera

• La Lettera agli Ebrei ha un solo cuore: Cristo Gesù, Vita di ogni vita.

• Gesù è la vita dalla quale ogni altra vita nasce, nella quale ogni vita produce frutti di verità e di giustizia, per la quale ogni altra vita vive.

• Cristo Gesù è vita: della Parola di Dio, della Grazia di Dio, del credente in Dio, delle vera fede in Dio, dell’adorazione di Dio, della glorificazione di Dio, dell’obbedienza a Dio, della santità di Dio, del culto verso Dio, della carità di Dio, della speranza in Dio.

• Ogni relazione con Dio e con gli uomini è vera, è nella vita, nella santità e nella giustizia se è posta in Cristo

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L’Annunzio

• Il grande annunzio della Lettera agli Ebrei è che Cristo non è da Sé. Cristo è da Dio. Cristo Gesù è l’opera di Dio. Cristo Gesù, infatti, è dal Padre.

• È dal Padre nell’eternità ed è dal padre nel tempo; è dal Padre nell’Antico Testamento ed è dal Padre nel Nuovo.

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Il Mistero di Cristo

• Questi brevissimi cenni sull’essere di Cristo dal Padre sono sufficienti solo per creare nel cuore del discepolo di Gesù il desiderio di conoscere con ogni sapienza di verità e di dottrina il mistero della Redenzione così come viene presentato da questa Lettera agli Ebrei.

• Chi la leggerà con attenzione, con amore, cura, in preghiera, meditando ogni Parola nel cuore, attingerà nuova sapienza, nuova intelligenza, nuova scienza sul mistero di Cristo Gesù e tutta la sua vita avrà una svolta, si rimetterà in cammino, si libererà da un mondo di falsità, o di inesattezze, o semplicemente di quell’ignoranza che quotidianamente ci conduce assai lontano dall’imitazione di Cristo Gesù.

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La conoscenza di Cristo

• La Lettera agli Ebrei introduce Cristo perché sia al centro del cuore credente. Conoscere Cristo è scienza perfetta.

• Questa scienza è richiesta ad ogni suo discepolo e per questo è giusto che si impegni, dedicando del tempo ad imparare Cristo.

• Cristo è vero nel cuore, se è vero nella mente. Ma anche è vero nella mente, se è vero nel cuore. Imparare Cristo perché sia vero nella mente e nel cuore non è tempo tolto all’azione e alla missione del cristiano; è invece via santa per dare Cristo secondo verità ai nostri fratelli.

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Cristo figlio di Dio• Cristo Figlio di Dio. La prima verità che la Lettera agli Ebrei ci

annunzia è questa: Cristo Gesù è vero Figlio di Dio. Non Figlio per creazione, per adozione, o semplicemente in senso morale e neanche perché il Padre celeste lo ha amato e lo ha eletto, dichiarandolo suo Figlio.

• Cristo Gesù è vero Figlio di Dio, perché da Lui è stato generato. Lui è impronta della sua gloria; è irradiazione della sua sostanza. Lui è semplicemente di natura divina. Tutta la natura divina del Padre è nel Figlio, la differenza tra il Padre e il Figlio non è nella natura, che è una e la sola; è invece nella Persona. Il Padre è persona distinta dal Figlio e il Figlio è persona distinta dal Padre, Padre e Figlio sussistono però nell’unica sostanza, o natura divina, nella quale sussiste anche lo Spirito Santo.

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Cristo Autore della Redenzione

• Questo Cristo, che è posto da Dio al vertice della creazione in quanto vero e perfetto uomo, è l’Autore della Redenzione.

• Dio ha deciso di redimere, salvare, giustificare il mondo per mezzo di Lui. • Tutto ciò che è prima della sua Incarnazione è in vista di Lui, è finalizzato

alla sua Incarnazione, al suo farsi vero uomo nel seno della Vergine Maria. • Tutto ciò che è dopo di Lui, guarda a Lui come al suo unico e solo

Redentore e Salvatore.• Lui è il vero frutto dell’Antico Testamento. La storia antica è tutta finalizzata

a questo frutto. Essa non ha altro scopo se non quello di far sì che fosse possibile l’Incarnazione del Figlio di Dio.

• Lui è il nuovo seme di vita dal quale deve sbocciare sulla terra ogni vita. Senza questo seme non c’è alcun frutto di vita sulla nostra terra.

• Questa è la verità di Cristo Gesù. Egli è il punto finale dell’Antico Testamento, il punto iniziale del Nuovo. Tutto in Lui confluisce, tutto da Lui parte.

• Tutto ciò che non arriva a Lui è falso. Tutto ciò che non prende vita da Lui è anche falso.

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Confronto con gli angeli: Eb 1, 5-14

Non è da escludere che nella comunità vi fosse una importanza eccessiva data agli angeli come “puri spiriti” nei confronti di Gesù “che ha preso carne”.

• Il testo ribadisce la superiorità infinita di Cristo perchè Figlio di Dio. Cristo è il punto di riferimento e la realizzazione piena del Primo Testamento. Il “Figlio” è anche “Primogenito” al quale gli angeli devono prestare quel culto che tributano a Dio: “Lo adorino gli angeli di Dio”!

• Un secondo confronto è dato tra gli angeli, che sono “servi” e ministri, mentre il Figlio è Dio, creatore ed eterno. Gli angeli sono ministri come i venti e le saette nel cielo. Cristo è il Figlio di natura divina e regale. Al Figlio viene assoggettata la creazione del mondo ed è eterno (1, 10).

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Il Ruolo del Figlio

• Ultimo confronto è con il ruolo. Il Figlio siede alla destra di Dio, mentre gli angeli vengono inviati per servire gli uomini, per chiamarli alla salvezza eterna (1, 13-14).

• Gesù ha la dignità di Re – viene detto con il Salmo 109/110, 1 “Siedi alla mia destra” che è anche pronunciato da Gesù al processo con Caifa:

• “Io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio e venire sulle nubi del cielo” (Mt 26, 64).

• Al contrario del figlio, gli angeli sono servi di Gesù: lo servono al termine delle tentazioni e sono servi degli uomini = coloro che devono ereditare la salvezza, custodiscono i piccoli (Mt 18, 11).

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LE GERARCHIE ANGELICHE

• Premessa di San Roberto Ballarmino • Gli Angeli sono i rappresentanti di Dio,

esseri che tendono verso l'alto e non ci conducono mai all'egoismo, al peccato o alla materialità, ma ci guidano verso il divino principio di ogni bene, laddove si riunisce ogni individualità reale, a immagine e somiglianza di Dio. Solo prestando sincera attenzione a queste guide spirituali li incontreremo, ci incontreremo con gli Angeli senza saperlo.

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Le tre Gerarchie

• Angelo significa Inviato, Nunzio, Ambasciatore. E' uno spirito puro dotato di intelletto e volontà perfetta, creato da Dio nel primo giorno della sua creazione o, come vogliono altri, prima della creazione del mondo. Il numero degli Angeli è grande e non può essere conosciuto che da Dio solo. Essi sono divisi in tre Gerarchie ciascuna delle quali è composta da tre Ordini o Corti, ovvero:

• Prima Gerarchia, o Suprema: Serafini, Cherubini e Troni.

• Seconda Gerarchia, o Media: Dominazioni, Virtù e Podestà.

• Terza Gerarchia, o Infima: Principati, Arcangeli e Angeli.

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Cori Angelici• La Suprema Gerarchia riceve immediatamente le

illuminazioni da Dio e le comunica alla Media. Questa le attua passandole all'Infima che ne partecipa e le porge agli uomini.

• Ai nomi dei nove Cori Angelici corrispondono altrettanti uffici, perciò si dice che i Serafini sono tutto ardore di carità; i Cherubini luce d'intelligenza, I Troni, sede dell'Onnipotente; le Dominazioni, zelanti la gloria di Dio; le Virtù, rivestite di forza divina a bene del mondo; le Podestà armate contro l'inferno e le forze delle tenebre; i Principati, presidenti alla protezioni delle grandi società religiose e civili; gli Arcangeli, proposti al patrocinio delle nazioni, Diocesi e Comunità religiose; gli Angeli, alla custodia del genere umano.

• E' di fede poi che ciascuno uomo, sin dal suo nascere, è dato dalla bontà e misericordia di Dio ad un Angelo perché sia custodito in tutte le sue vie. San Tommaso inoltre dice che non soltanto i cristiani buoni hanno questo Angelo, ma anche i malvagi ed anche gli stessi infedeli.

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Ministeri Angelici• Ci resta da dire qualcosa intorno ai ministeri Angelici. Tali ministeri sono cinque:

1. Innalzare un perpetuo canto al Signore.

2. Offrire a Dio le preghiere dei mortali. Dio costituì gli Angeli come fossero tanti fedeli servitori, incaricati di raccogliere le preghiere, e quasi fossero memoriali dei poveri, di presentarglieli e di darne alla sua presenza lettura, perché proprio nessuna istanza passasse inosservata.

3. Portare i messaggi divini ai Patriarchi o ai Profeti.

4. Proteggere gli uomini, vuoi singolarmente e vuoi collettivamente presi. Alla bontà del divin nostro Padre piacque di affidare le infermità dei mortali a questi suoi potentissimi ministri, e di preporli ad esse come pedagoghi a fanciulli, o come tutori a bambini, o come patroni a clienti, o come pastori a pecorelle, o come medici ad ammalati, o come difensori a pupilli, o come protettori a quelli che non sanno difendersi se non si rifugiano sotto le ali di persone più potenti.

5. Agire come giudici e guerrieri, per far giustizia nei confronti delle reprobe nazioni. Tutti i buoni amino dunque gli Angeli santi come loro concittadini: temano i malvagi la loro potenza, perché sono ministri dell'ira dell'Onnipotente e dalle loro mani nessuno varrà a strapparli.

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La classificazione classica

• Dionigi, lo Pseudo Aeropagita siriano (basandosi su una lista compilata da S. Paolo), nel suo De Hierarchia Celesti, ordinò gli Angeli in tre raggruppamenti, ed i posteri continuarono tale tradizione come si può vedere nel brano precedente.

• Dionigi non fu l'unico a tentare di catalogare gli Angeli. Sant'Ambrogio, vescovo di Milano nel quinto secolo, aveva proposto una gerarchia diversa: Serafini, Cherubini, Troni, Principati, Dominazioni, Potestà, Virtù, Arcangeli e Angeli.

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Il nome degli Angeli• In una sua omelia san Gregorio Magno (537- 604) spiga come

vanno interpretate le parole Angelo e Arcangelo: in primo luogo, “ è da sapere che il termine angelo denota l’ufficio non la natura . Infatti quelli che recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli che annunziano i più grandi eventi sono chiamati arcangeli”. Conosciamo soltanto alcuni nomi di Angeli che la Sacra Scrittura ha voluto rivelarci come Michele, Raffaele, Gabriele, e anche il nome di taluni angeli decaduti, come Lucifero (Is. 14,12-15), il capo degli angeli ribelli. Conosciamo altri nomi di angeli che però non vengono rivelati dalla Bibbia, bensì da scritti apocrifi giudaici. “Uriel” è citato nel libro di Enoc e gli arcangeli “Barachiel” e “Zeadkiel” in alcuni racconti rabbinici. Questi nomi non fanno parte del canone delle Scritture e non vanno perciò invocati nelle preghiere come dichiarò papa Zaccaria in un concilio tenutosi a Roma nel 745 dove si dice che questi presunti angeli sono in realtà demoni. Nel 789 il concilio di Aix-la-Chapelle vietò di farne delle liste.

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Gli Angeli

• Appena qualche tempo dopo una norma capitolare di Carlomagno proibiva di introdurre nomi di angeli nel culto liturgico all’infuori di quelli di Michele, Raffaele e Gabriele. La stessa linea mantiene il Direttorio sulla pietà popolare e la liturgia (2002), che dichiara: “ è da riprovare(…) l’uso di dare agli angeli nomi particolari, eccetto Michele, Gabriele e Raffaele che sono contenuti nella Scrittura”.

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Angeli

• Gli uomini hanno sempre cercato di conoscere il nome degli angeli ; i siti internet che pretendono di rivelare il nome del vostro angelo custode sono imbroglioni che vogliono solo spillare soldi. Sfogliando certi libri di Angeli si corre il rischio di trovare liste di nomi o preghiere o miracoli operati da certi angeli. ALLUCINANTE! Fra gli angeli citati ci sono certamente gli arcangeli Michele Gabriele e Raffaele ma anche “spiriti” presenti nelle religioni orientali, nella mitologia assiro-babilonese e in altre tradizioni. Vi sono anche nomi inventati di sana pianta e, più pericolosi ancora, dei nomi di demoni, già noti agli esorcisti. Prima di acquistare un qualsiasi libro sugli angeli è molto saggio farsi consigliare o procurarselo in una libreria cattolica.

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L’Eterna Alleanza• Volendo riassumere in forma assai sintetica la grandezza della

Nuova ed Eterna Alleanza, possiamo abbracciare il tutto in quattro semplici frasi:

• Cristo abolisce l’Alleanza Antica. Essa è finita per sempre. • Cristo vero Sacerdote e unica Vittima. Viene dichiarata abolita ogni

altra vittima. • Cristo Sacerdote eterno. Non c’è successione nel Suo Sacerdozio.

C’è però partecipazione del suo unico, sommo ed eterno Sacerdozio.

• Un unico Sacerdote, un unico Sacerdozio, un’unica Vittima. E tuttavia coloro che nella Nuova Alleanza esercitano il Sacerdozio di Cristo, sono veri Sacerdoti.

Lo sono però in Cristo, per Cristo, con Cristo, agendo sempre in Persona Christi.

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Cristo Redentore di ogni uomo

• Anche questa è differenza sostanziale, essenziale per rapporto all’Antica Alleanza.• L’Antica Alleanza era per il popolo del Signore, cioè per tutti i discendenti di Abramo,

per i suoi figli.• Nella Nuova Alleanza non c’è più legame di carne e di sangue. C’è un solo legame:

quello con il sangue di Cristo, nel quale veniamo lavati, del quale ci nutriamo, per formare con Cristo un solo corpo.

• Nella Nuova Alleanza si entra per mezzo della fede nella Parola di Cristo Gesù. Si predica la Parola, la si accoglie, si crede in essa, ci si lascia battezzare, si diviene nuove creature, si è fatti con Cristo un solo corpo, si entra in possesso della salvezza e di ogni suo bene.

• Essendo Cristo Gesù il Redentore dell’uomo, non di un uomo particolare, di un popolo particolare, di una nazione particolare, Egli è Redentore universale, unico, il solo.

• Chi vuole entrare nei beni eterni della salvezza deve passare necessariamente per la fede in Lui, fede esplicita, che si fa confessione e conoscenza di Lui, della sua Parola, della sua Verità, della sua Grazia dinanzi ad ogni uomo.

• Questa verità è di capitale importanza per tutti coloro che si sono accostati alla fede in Lui.

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Cristo nella tenda del Cielo, presso Dio

• Altra differenza con l’Antica Alleanza è questa: Aronne e i suoi figli entravano in un santuario fatto da mani d’uomo, dietro una tenda, anch’essa fatta da mani d’uomo. Versano del sangue animale, e per mezzo di esso imploravano Dio perché volesse perdonare i peccati.

• Cristo Gesù non entra in una tenda fatta dall’uomo. Entra nella stessa casa di Dio, nella tenda del Cielo, si presenta direttamente dinanzi al Padre Suo e Gli offre il suo sacrificio, impetrando la remissione dei peccati per tutto il genere umano, per i suoi fratelli.

• Entra nella tenda del Cielo una volta per sempre e mai più esce da essa. Il suo sacrificio è anche nel Cielo, come memoriale perenne dinanzi al Signore, per la conversione, la giustificazione, la salvezza dell’uomo.

• Un solo sacrificio, una sola entrata nel Cielo, una sola offerta, un solo memoriale eterno: l’unico compiuto sulla croce.

• Questa è la verità di Cristo. Al di fuori di quest’unico sacrificio, di quest’unica offerta, di quest’unica vittima, di quest’unico sacerdote, di questo solo sacerdozio, nulla è gradito al Signore.

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Il nostro cammino

• Da Cristo si parte per iniziare il cammino della fede. A Cristo si deve pervenire se si vuole dare compimento ad esso.

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Cristo atteso, Cristo venuto• Cristo atteso. Attendere Cristo è il fine di tutto l’Antico Testamento.

Cristo è il frutto, l’unico frutto vero dell’Antico Testamento, perché esso ha come finalità solo questa: darci Cristo, Messia e Salvatore, Redentore e Santificatore, Giustizia, Sapienza, Saggezza del Padre.

• Cristo venuto. L’Antico Testamento si è compiuto tutto in Cristo Gesù. Tutto quanto è stato promesso si è realizzato; niente resta da realizzare.

• Essendo l’Antico Testamento tutto e interamente compiuto in Cristo Gesù, esso non deve compiersi più in niente, in nessuna altra parte.

• Nulla si deve più attendere, nulla sperare, perché tutto è avvenuto e tutto realizzato in ordine alla nostra salvezza.

• La croce di Cristo Gesù e la sua risurrezione sono il punto culmine della storia, ma anche il punto della sua eterna verità.

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Cristo che verrà• Cristo non solo è stato atteso. Non solo è già venuto. Egli anche

verrà.• C’è una differenza sostanziale tra la prima e la seconda venuta di

Gesù Signore. • La prima venuta, nella sua carne mortale, nascendo dalla Vergine

Maria, è stata per togliere il peccato del mondo e per dare ad ogni uomo, a causa del suo sacrificio sulla croce, la grazia e la verità della sua salvezza.

• Quando sarà l’ultimo giorno, Gesù non verrà più per la redenzione dell’umanità, o per la sua santificazione; verrà per il giudizio.

• Ogni uomo si presenterà dinanzi al suo cospetto e renderà ragione di ogni opera compiuta quando era nel corpo, sia in bene che in male.

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CRISTO È SUPERIORE AGLI ANGELI

• (1,5)Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?

• Confrontiamo questo passo con due citazioni dell’Antico Testamento…

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Il confronto con l’A.T.

• La prima citazione è tratta dal Salmo 2, Salmo messianico per eccellenza.

• La seconda citazione è invece del Secondo Libro di Samuele (7,14). Il Signore promette a Davide un regno eterno, nel Figlio che nascerà da lui.

• In queste due citazioni è manifestata la doppia origine di Cristo.

• Egli è da Dio e dall’uomo, dall’eternità e dal tempo, è Figlio di Dio e Figlio di Davide. Da Dio è generato nell’oggi dell’eternità; da sempre Egli è Dio; da Davide è generato nel tempo, perché è nato dalla Vergine Maria.

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Gli Angeli non sono signori• (1,6) E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo,

dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio. • La citazione è tratta dal Salmo 96.• Gli Angeli non sono signori. Sono creature di Dio, suoi servi. Anche

questa è verità ed è santa per noi.• (1,7)Mentre degli angeli dice: Egli fa i suoi angeli pari ai venti, e

i suoi ministri come fiamma di fuoco, • Gli Angeli non sono invece signori, perché la Signoria appartiene

solo a Dio. Sono ministri di Dio, suoi servi. • Essi sono sempre in ascolto della volontà di Dio per eseguirla in

ogni sua parte.• (1,13) A quale degli angeli poi ha mai detto: Siedi alla mia

destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?

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La nostra Strada• (2,1)Proprio per questo bisogna che ci

applichiamo con maggiore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada.

• L’impegno dovuto è pertanto nella volontà e nel cuore. Esso è volontà di rinnegare noi stessi, la nostra gloria terrena, ogni altra relazione che ci è di ostacolo nella conoscenza della verità tutta intera.

• Dal Vangelo sappiamo e conosciamo che gli ostacoli maggiori sono due:

1. il peccato che inquina il cuore. Si toglie il peccato con la conversione e la fede nella Parola;

2. la ricerca della gloria degli uomini, o la non libertà dinanzi agli uomini.

• Chi cade in questa trappola, è difficile che possa abbracciare la verità. Il rispetto umano gli farà sempre da freno, impedimento, muro.

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Il confronto

• Un cristiano non può trascorrere neanche un solo giorno senza il quotidiano confronto, la giornaliera applicazione nella conoscenza della Rivelazione. È in questa applicazione la sua buona crescita e il suo cammino verso l’acquisizione della verità tutta intera, che è sì dono dello Spirito Santo, ma anche frutto della nostra decisione e del nostro impegno.

• Se questo non avviene, ben presto si è fuori strada.

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Riassunto

• Volendo riassumere brevemente, a modo di sintesi le principali verità che la Lettera agli Ebrei ha fatto risplendere con tutta la loro potenza di luce e di santità nella mente e soprattutto nel cuore, queste possono essere racchiuse in 15 piccole formulazioni:

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L’Autore di tutto è Dio Padre

• il Dio che è l’Autore della storia di Israele nel corso dei suoi lunghissimi anni, lo stesso Dio è anche “Autore” di Cristo Gesù. Anzi, tutto ciò che Lui ha fatto, lo ha fatto per Cristo, in vista di Cristo.

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Cristo “Opera di Dio”

• Un Dio fatto dall’uomo, non è Dio anche se apparentemente ha i tratti del Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe.

• Il vero Dio, l’unico, è quello che ha i tratti di Cristo Gesù, perché Cristo Gesù è l’Opera di Dio e Dio si può conoscere solo da questa sua Opera.

• Tutto quanto egli ha fatto, lo ha fatto in vista di quest’Opera, per questa Opera. Chi ha l’Opera ha anche l’Autore; chi non ha l’Opera non ha neanche l’Autore.

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Cristo “Salvezza di Dio”.

• Non basta confessare che Cristo è Salvezza di Dio per entrare in possesso dei beni eterni, per essere salvi bisogna anche essere in Lui, formare con Lui un solo corpo, vivere per il suo corpo, nel suo corpo.

• L’unità con Cristo Salvezza di Dio deve essere non solo esteriore, ma interiore, per essere vitale, altrimenti non c’è alcuna vita che da Lui si riversa sopra di noi.

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Cristo “Nuova Alleanza di Dio”

• Dicendo che Cristo è “Nuova Alleanza di Dio”, prima di ogni altra cosa si vuole intendere che l’Antica Alleanza è finita in ogni sua manifestazione. Essa deve essere considerata chiusa per sempre.

• La seconda verità è questa: L’unica Alleanza nella quale c’è la vita è questa “Nuova che è Cristo Gesù”.

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Cristo “Parola definitiva di Dio”

• L’Alleanza è in vista del dono della volontà a Dio. Si stipula l’Alleanza per donare la propria volontà al Signore.

• Il Signore manifesta all’uomo la sua Volontà, l’uomo si impegna ad osservare la Volontà di Dio, a vivere secondo questa Volontà manifestata.

• Il Signore manifesta la sua Volontà attraverso la Parola che Lui chiede che venga osservata.

• La volontà del Padre è il Vangelo di Cristo, la Parola di Cristo, gli Insegnamenti di Cristo, gli Ammaestramenti di Cristo.

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Cristo “Unico Sacerdote di Dio”

• Il sacerdote all’interno del mistero dell’Alleanza è Colui che compie il grande rito dell’espiazione, con l’offerta del sangue che veniva asperso sul popolo e versato sull’altare di Dio per significare che ormai una sola vita era possibile: quella dettata dalla Volontà di Dio.

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Cristo “Unica grazia di Dio”

• Cristo Gesù è unica grazia di Dio, perché solo Lui è la vita eterna e solo Lui il Padre ci dona per la nostra salvezza eterna.

• Dio vede noi in Cristo. Come Lui ama noi in Cristo, perché Cristo è l’unico suo Amore, così noi dobbiamo amare Dio in Cristo, perché Cristo è l’unico nostro amore, attraverso il Quale noi possiamo amare il Padre.

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Cristo “Unica voce di Dio”

• Cristo è unica voce di Dio, perché Egli è l’unica Parola di Dio. È il Verbo, la Parola di Dio che si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi.

• Questa è la verità di Cristo e questa verità è solo sua e di nessun altro. Ogni voce discordante da quella di Cristo Gesù non è voce di Dio.

• Ogni voce che non si fa una sola voce con quella di Cristo Gesù non è voce di Dio. Anche se lo è stata (AT), non lo è più, perché non si è lasciata trasformare in voce di Gesù Signore.

• Questa regola, o norma vale per ogni pensiero, ogni parola, ogni teoria, ogni dottrina. Vale anche per ogni Teologia.

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Cristo “Unica fede di Dio”

• Cristo Gesù è l’unica fede di Dio in questo mondo, perché è Lui la Parola della nostra fede.

• Per mezzo di Lui Dio ha parlato, ci ha svelato tutto il mistero del suo amore, ci ha detto i segreti della sua divina essenza, ci ha manifestato tutto il suo cuore.

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Cristo “Unica glorificazione di Dio”

• Con questa frase si vuole affermare una sola verità: Cristo Gesù è la gloria di Dio, nell’eternità e nel tempo, perché Lui è l’unico Figlio, è la sua vita.

• Glorifica il Padre chi raggiunge la perfetta configurazione con Gesù Signore, in modo che Dio non veda due vite: quella di Cristo Gesù e la nostra, ma vede una sola vita: quella di Cristo che è divenuta interamente nostra e quella nostra che è tutta consegnata a Cristo, perché ne faccia un’offerta gradita al Padre, nel suo corpo, nella sua offerta, nella sua vita.

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Cristo “Unica obbedienza di Dio”

• Cristo è l’unica obbedienza di Dio, perché in Lui c’è stato l’annullamento della volontà; è come se in Lui la volontà fosse stata estirpata e al suo posto fosse stata messa la volontà del Padre.

• Possiamo affermare che in Cristo Gesù non c’è stato un solo istante in cui Egli abbia deciso qualcosa da se stesso, abbia voluto qualcosa dalla sua volontà.

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Cristo “Unica via di Dio”

• Cristo Gesù è l’unica via di Dio, perché ogni dono di Dio viene dato all’uomo attraverso Cristo, nel suo corpo. Ma anche ogni dono dell’uomo può salire al Padre solo attraverso questa sola, unica, singolare via di Dio che è il corpo del Signore Gesù. Nel corpo di Cristo Dio viene tutto all’uomo; nel corpo di Cristo l’uomo va tutto a Dio.

• Il corpo di Cristo, è il “luogo” dell’incontro tra Dio e l’umanità intera. Chi si pone fuori del corpo di Cristo, mai potrà salire a Dio, ma anche si esclude da Dio, perché fuori del corpo di Cristo, Dio non viene a lui.

• Cristo Gesù è anche l’unica via di Dio, perché la via nella Scrittura è la Parola, la Luce, la Legge, la Volontà manifestata di Dio che l’uomo deve percorrere per raggiungere il Signore.

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Cristo “Unico Mediatore di Dio”

• Cristo Gesù è l’unico Mediatore di Dio, perché in Lui Dio e l’Uomo sono una sola Persona. La Persona divina, preesistente alla stessa Incarnazione, si è fatta carne.

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Cristo “Unico sacrificio gradito a Dio”

• Cristo è l’unico sacrificio gradito a Dio perché Lui ha donato al Padre l’unica cosa che non appartiene al Padre.

• Tutto è del Padre: il cielo, la terra, ogni essere vivente, lo stesso uomo. Quanto esiste è del Padre, perché sua opera.

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Cristo “Unico ed eterno dono di Dio”

• Facendosi olocausto ed oblazione per il Padre celeste, Cristo Gesù è stato costituito da Dio unico, eterno dono di salvezza per tutto il genere umano.

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conclusione• Una Chiesa, una Comunità, un cristiano che accoglie tutto Cristo,

che diviene tutto Cristo, dona tutto Cristo, porta salvezza in questo mondo.

• Non c’è dono di Cristo agli altri, se Cristo non è accolto, non è donato prima di tutto a noi stessi.

• Solo il dono accolto può essere dono donato.• Siamo tutti chiamati ad essere come la Vergine Maria, Madre della

Redenzione. Ella è il modello perfetto della missione. Accolse tutto Cristo. Diede tutta se stessa a Cristo. Diede tutto Cristo al mondo intero.

• Ad una comunità, quale quella degli Ebrei, che stava perdendo Cristo, l’Autore di questa Lettera, avendo nel suo cuore, nella sua mente, nella sua anima, la vera, piena, perfetta conoscenza di Cristo Gesù, dona Cristo nella sua pienezza di verità e di dottrina, perché è solo in questo dono che ogni salvezza è possibile.

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Fine

• In conclusione:

• Per seguire Cristo è necessaria l’IMITAZIONE unita all’AFFIDAMENTO.

• Non riusciremo mai a rimanere sempre sul Suo percorso senza questi due elementi chiave.

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Fratelli di Gesù