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Introduzione con banale citazione. - inventati.org numero 8 - Incontri ravvicinati...Introduzione con banale citazione. Vedi figlio mio, ci sarà un tempo in cui capirai che il volersi

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Introduzione con banale citazione. Vedi figlio mio, ci sarà un tempo in cui capirai che il volersi bene e il tenersi per mano non sarà più una condizione sufficiente. Un tempo in cui vorrai, ma non potrai, dirai, farai, penserai, ti incazzerai e poi sorriderai. Sorriderete. Tanto. Prima di scadere in una banale citazione della televisione popolare americana.

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Tempi & Destino (dasvidania!) C’è sempre una storia e una geografia. Una storia di luoghi, una geografia di eventi. Roba di tempi, roba di destino, o cose del genere. C’è sempre una prima volta. Cornovaglia, estate 1996. Erano da poco finiti gli europei di calcio, vinti dalla Germania, e le olimpiadi di Atlanta erano ancora in corso. Tre settimane di quell’estate li passai in vacanza studio in Inghilterra e lì incontrai il mio primo amore che viveva in Italia, nella mia stessa città, a 800 metri di distanza da casa mia. Roba di destino, dicevo…o qualcosa del genere. Scalò subito la classifica delle più carine del gruppo neanche fosse il nuovo singolo della Pausini. Prima in classifica, la più bella. E io, sorprendentemente, con l’audacia del Verona di Bagnoli, mi ritrovai primo nella sua di classifica, un miracolo… o roba del genere. Ma ora veniva il difficile, come fare, cosa dire e soprattutto come evitare che gli amici in comune non rovinassero tutto. Colpa della timidezza, dell’età, insomma, due imbranati. Scherzavamo insieme, parlavamo… tanto. Insomma c’era confidenza ormai. Ma mancava quella cosa, quel gesto, quel patto che sancisce un netto crocevia dall’amicizia all’amore… o roba del genere. Mancava un bacio, il primo per me… e credo anche per lei. Oddio non gliel’ho mai chiesto se era il primo! Comunque io non davo segni di intraprendenza e lei la prese un po’ alla larga, un giorno, in una delle varie gite ai castelli di Artu’ (non credevo che uno che neanche è mai esistito avesse tutti quei castelli). In ogni modo, venne da me e all’orecchio mi disse: “stasera ci salutiamo come i russi!?”. La guardai intensamente negli occhi e pensai: “dasvidania”. Mi capita spesso di pensare che la vita sia un film montato male, dove i momenti belli durano troppo poco e quelli brutti troppo. Non c’è mai quella coincidenza di tempi, quel destino benevolo e rasserenante che si vede al cinema, soprattutto nelle commedie americane. Ma la storia, almeno quella infinitesimale che vi sto raccontando, mi ha insegnato che a volte la vita è come un film…o roba del genere. Me ne stavo a cena con in testa quel lacerante quesito: “ma come cazzo si salutano i russi? Mangiavo roba scarsamente commestibile, con due stranieri che parlavano solo inglese, cosa insolita nelle vacanze studio in Inghilterra. Insomma mangiavo a fatica e pensavo. Mangiavo e guardavo la tv. Ginnastica artistica, le olimpiadi di Atlanta, si esibisce un russo, che alla fine torna ad unirsi al suo gruppo e si bacia in bocca con un uomo, lo speaker spiega che è il tipico saluto russo e miracolosamente capisco l’inglese a perfezione. Insomma roba da non credere, neanche fosse un film. Capisco l’inglese, capisco cosa voleva dire con “salutiamoci come i russi” e soprattutto comincio a digerire la cena. I tempi coincidono, il destino esiste e per un attimo sembra che gli sto pure simpatico. Esco, ci vediamo davanti la sala giochi, la guardo per fargli capire che ho capito, lei mi fa capire di aver capito, si avvicina, mi avvicino, mi guarda, la guardo. Un bacio frettoloso ma pieno di sentimento… non so bene che tipo di sentimento, uno di quelli adatti a ragazzini di tredici anni, ma sincero… roba di cuore, o cose del genere. A questo punto non so se ho davvero rispettato il tema di questo numero. Non so se era un vero bacio. Se per voi non lo è, scrivete alla posta di Rev , che vi racconto quello con la lingua dato a quindici anni, molto più ravvicinato ma meno romantico… e io preferisco essere romantico. Ve l’ho detto che mi piacciono le commedie americane. Insomma vi ho raccontato una storia piccola, una geografia. Spero piacevole. Giuro sincera. E spero con tutto il cuore che quel russo abbia vinto la medaglia d’oro alle olimpiadi.

/Alessandro Corazzi/

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Primo Il primo bacio, la prima volta, il primo amore, la prima delusione, il primo matrimonio (?) non si scordano mai; ma il secondo, il terzo ecc…? Il primo bacio cosa sarà mai stato? A parte che mi devono spiegare qual è il primo bacio, se quello dato alle elementari con la compagna/o alla casa della quale i tuoi ti hanno scaricato a dormire per andare loro a baciarsi e oltre (che poi quando cresci capisci che sono semplicemente rimasti a casa a guardarsi la televisione, perché l’ultima volta che sono andati a letto insieme ti hanno concepito, e allora ti accorgi che speravi che avessero avuto questo ottimo motivo), oppure quello dato al liceo quando pur di ficcare la lingua nella bocca della malcapitata facevi sfregare i denti fino a fare il suono delle unghie sulla lavagna e tendevi le guance così tanto che sembravano schiacciate da una pinza. Quel bacio era una lotta, affannoso, presuntuoso, quello delle elementari invece era, come si dice, delicato. Delicato??????? Altro che delicato era un volo radente a confronto con una esplorazione speleologica. Per non parlare della prima volta, che poi tutti capiscono che è la prima volta ad aver fatto cosa? L’amore, o semplicemente sesso, o qualcosa che ne sia l’anticamera? Comunque tu la veda è una tragedia, una roba che poi ti ricordi solo la paura che avevi di “sbagliare” qualcosa e il sospiro di sollievo che hai tirato quando ti sei accorto che tutto è andato bene… circa 30 secondi dopo. La cosa più bella è il senso di liberazione provato quando ti sei tolto questo peso!!! Ma si può parlare così di una cosa che dovrebbe essere naturale quanto mangiare o dormire? Chiedetelo a Freud. Il primo amore, che carino, che bei ricordi: la prima volta che ti è battuto il cuore all’impazzata, che hai passato notti insonni a pensare a lei o lui, che non t’interessava nient’altro… e poi ti accorgi che qualche tempo dopo arriva qualcun altro che il cuore te lo fa battere ancora più veloce, ti fa passare ancora più notti insonni, ti fa dimenticare ancora più cose… allora qual è stato il primo vero amore? Lo sapremo solo quando, giunti al termine della nostra vita, ci potremo guardare indietro e capire, comprendere…? No, non lo capiremo mai, inutile stare a pensarci. Forse la sola cosa che si riconosce con certezza è la prima delusione, perché anche se riconosci che il tuo era solo un capriccio, tu ti eri convinto che quella persona era quella che volevi, e noi ci ricordiamo sempre di quando non otteniamo ciò che ci siamo convinti che vogliamo (chiaro, no?). Magari poi scopriamo che l’altro non poteva farci favore più grande, ma comunque siamo stati rifiutati. Ma cosa ce ne importa, e tutte le persone che rifiutiamo noi, semplicemente evitandone lo sguardo? Con tutto questo bagaglio di esperienze arriviamo infine al matrimonio convinti di avere le basi per riconoscere la persona giusta, aaaaaaaaaaaaah! Finalmente, che bella cosa: e vissero tutti felici e contenti, si, d’accordo… ma quante volte? Perché vi assicuro che chi l’ha vissuto una volta sola il matrimonio, raramente l’ho visto felice e contento; dev’essere che una volta provata la prima vita di felicità e contentezza, non ci si accontenta, e se ne vogliono altre! Se ci stanno figli, poi, si cominciano a portare dal compagno/a di scuola. Ma che bel quadretto, una miriade di nevrosi per girare attorno ad un unico concetto: non voler ammettere quanto sia normale il tutto. Perché dev’essere tutto speciale? Non è così, e pensare che lo sia ci frustra e basta. Sapete cosa rispondo se mi chiedono cosa mi ricordo delle mie prime volte? Mi ricordo la naturalezza di tutto quello che è successo, mi ricordo che ho pensato che tutto dovesse succedere, che era normale che succedesse. Insomma è stato bello, semplicemente, è stato bello avvicinarsi, sentire il respiro affannarsi, sentire il respiro dell’altra persona, cominciare a cercarsi con le lingue, prima timidamente poi con foga, staccarsi, riaprire gli occhi e guardarsi, soddisfatti e vogliosi, poi ricominciare mirando al collo, le orecchie, la bocca, ancora e ancora e ancora… fermarsi solo un attimo, per poi ricominciare, le mani su ogni centimetro di pelle, tirando su tutto il possibile, e poi tirando giù tutto il possibile (preferibilmente con un po’ d’aiuto da parte del partner), ribaciare il collo, poi sprofondare nei seni e giù a esplorare l’ombelico, girare intorno e passare alle gambe, belle, lunghe, affusolate. Adesso si aspetta il ritorno, ricevere tutto quello che si è dato, sentire quei brividi quanto

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vengono sfiorati i punti più sensibili, arrivando fino a doversi trattenere a tutto quello che si ha a disposizione. Allora ci si guarda, una piccola pausa e non importa chi prende l’iniziativa, adesso viene naturale, viene di conseguenza, l’unione tra i due corpi, la penetrazione, chiudi un attimo gli occhi, una smorfia di piacere mista a dolore e io mi fermerei sempre in quel frangente, quella bellissima sensazione di calore e di protezione, così ovvia, così primordiale. Ma non ci si può fermare proprio ora, e si va avanti, e indietro, e si segue quello che ci dice l’istinto, e chi se lo ricorda quello che succede e come succede, io mi ricordo solo le sensazioni, il respiro affannoso, il piacere, lo sforzo, il rilassamento e il mal di testa che mi sale immediatamente dopo… ma succede solo a me di avere un forte mal di testa dopo aver fatto l’amore e non prima? Un’altra cosa mi rimane, la voglia di rifarlo, ma non per il puro piacere fisico, bensì per il gusto della scoperta: capire dove si può arrivare, quello che si può provare, quello che ci stimola di più, ma soprattutto quello che vuole l’altra persona, trovare quelle cose che la fanno sciogliere sotto di te, tra le tue mani, che le fanno perdere il controllo, che la fanno fremere di piacere e di conseguenza anche a te, che bello sentire quel basta che in realtà è un invito ad andare avanti… Quanto ci manca ammettere tutto questo, quanto ci fa soffrire il non vivere la nostra sessualità con normalità ma come tabù, quanto influisce anche sulle nostre scelte di vita il volersi convincere che non siamo animali e che abbandonarsi ai piaceri dell’amore non può stare alla base di un rapporto prolungato, dove il partner dev’essere scelto con razionalità e valutato come persona su cui fare affidamento. Ora mi ritrovo qui, svuotato, ho scritto questo pezzo tutto d’un fiato, mi sono sfogato, è come un parallelo con l’atto sessuale, è stato del sesso mentale, e adesso che ho finito di scrivere solo una cosa mi è rimasta: voglia di rifarlo!

/Ivan Cusella/

Sorsi Le mie chiavi di casa,puoi tenertele tu,per trovarmi una stanza e un letto in affitto, non mi servono più. F.d.G.

Primo bicchiere, nero d’avola Hai forse voglia che te ne parli? Davvero? Sai già che non lo farò, non insistere. Non te ne ho parlato mai e non comincerò adesso. Eravamo solo io e lei, bellissima, solo io e lei. È un tesoro, amico mio, ed è meglio lasciarlo nascosto lì, che nessuno lo può trovare. Ci sono solo due chiavi, e nessun altro è stato invitato. Non mi dire che esagero, e se vuoi prendimi pure in giro. Non c’è nulla da aggiungere, e nulla a togliere. E in fondo sono anche cazzi miei, nulla di personale. Se vuoi guarda questa foto sfocata, non vedi che stavamo ridendo? Seconda bottiglia, cerasuolo di vittoria Musica d’opera, che non riesci a ricordare tutte le parole... ma è dolce, e scivola via trascinando tutti miei ricordi. Rimane solo l’aria adesso e stringe il cuore. Perché se ne è andata? ho voluto che se ne andasse via, ma lontano non è ancora abbastanza. Ho bevuto stasera, e parlo per liberare la malinconia, e parlo perché fra poco andrò a dormire, e voglio dormire leggero. Alla tua, amico mio. Finale, limoncello. Ho ancora poco tempo prima di perdermi di nuovo, la testa comincia a girarmi e comincio a prendere a calci la notte. Ormai non riesco a sentire più le sue parole, vedo solo le sue labbra muoversi e sento che la musica torna, mi vien voglia di ballare. Vorrei avesse almeno il tempo di leggere queste righe, e di arrossire. Ti ho già detto che ha gli occhi verdi?

/Carmine Fiume/

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Catture/ Incontro Ravvicinato.

/Alessandra Scamurra/

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TRITTICO

.1 - “Quel” sorriso Hai mai visto “quel” sorriso? Quale? Allora non l’hai visto! Ma cosa? “Quel” sorriso, quel sorriso che sembra a metà, a metà tra il contento e l’euforico, tra lo spensierato e l’estraniato, quel sorriso che è tutto e che è niente… Ma che vuol dire, di cosa stai parlando? Allora è proprio vero che non l’hai mai visto, è quel sorriso talmente involontario che la persona che hai davanti non può fare a meno di elargirlo; è quel sorriso che quando lo vedi ti chiedi cosa mai devi aver provocato per farlo apparire su quel viso, e non troverai mai una risposta; quel sorriso che quando lo vedi dici: questo è “quel” sorriso! Aaaaaah… Non ho capito! È perché non l’hai mai visto! .2 - Fotogrammi La prima volta che ha dimostrato di essersi accorta di me: salutando con occhiali e capelli legati. Oppure mi chiami tu! (girandosi) Leccarsi le labbra dopo il primo bacio Come mi stavano i pantaloni? Mi piace come cammini Tu sei matto Il mio imbarazzo nel cominciare la conversazione (fortuna che c’è l’alcool) Quello è il suo posto (ipod)

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Che scusa banale! (ipod) Mi piace come mi baci Quel sorriso da zigomo a zigomo I miei brividi quando mi ha baciato sul collo Scapigliata a cavallo su di me ma sei tutto muscoli? la mia risposta di merda I gemiti quando mi sono inoltrato Scemo! Lo scrollo di spalle e lo strofinarsi le braccia di chi ha i brividi Telepatia per il cibo

Coyote .3 - Coiti Tra le mie braccia Un viso Una luce blu ne va a caccia Tra le mie dita Capelli Ci si nasconde il senso della vita Tra me e lei Dalla radice alla punta I capelli Dall’incavo all’unghia Le dita Ombre si muovono sul viso Prolungano i lineamenti Blu, azzurro, celeste. Non so come chiamerei La profondità che intriga, la bellezza che ingloba, il silenzio che placa. Io, in apnea ma senza affanno, scendo, profondo. Mascherando.

P.S. Credo di non aver mai scopato.

/Ivan Cusella/

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Il movimento del mulino È una giostra che gira. Per un po’ sei uscito dal gioco e ora devi ributtarti in mezzo. Schivare un po’ di colpi e prendere qualche cantonata. Vedrai che non sarà così difficile rientrare. Tornare ad essere un pala del mulino. Posizione di movimento lento. La donna gira intorno al partner usando il suo pene come un asse. A una festa. … - Sì. Voglio conoscerla, ma devo pensare cosa dirle. - No. Non andare da lei con un dialogo preparato. Vai da lei e sii spontaneo. - Spontaneo. Devo essere spontaneo. Ciao! Vedo che mangi un muffin mi piacciono i muffin, anche se la parte in carta mi da’ noia specialmente quando il muffin resta incastrato nelle pieghe a volte temo che l’inchiostro della carta filtri nel… … - È andata male - Avevo detto spontaneo. Non flusso di coscienza. La donna che è accovacciata o inginocchiata sul compagno, può iniziare la stimolazione con un movimento di va e vieni verticale sul pene del partner. In palestra Ciao, ma lo sai che somigli terribilmente alla mia ex? Ci siamo appena lasciati e pensavo che magari io e te potremmo andarci a bere una cosa dopo la lez… ehi! ma dove vai?! La donna sposta le due gambe a destra del busto del compagno e inizia a girare. Dillo con una lettera. Luce dei miei occhi stella che illumina il mio cuore in una notte senza luna crrrrrzzxxccrrzzz * *Rumore di trita documenti da ufficio La donna si trova in senso inverso, dando la schiena al compagno. Può continuare la stimolazione verticale chinandosi verso l’avanti per cambiare l’angolo di penetrazione. Il tuo libro preferito è Alta Fedeltà di Nick Hornby. Provi a farle una compilation proprio come farebbe Rob, il protagonista. Le prime tre tracce sono di Laura Pausini, Tiziano Ferro e Gigi D’Alessio. La quarta traccia è la meravigliosa Night swimming dei REM che la farebbe cadere ai tuoi piedi, ma lei non l’ascolterà mai perché dalla quarta in poi il CD è stato masterizzato male. Continuerà in seguito il ciclo per terminare seduta faccia a faccia con il compagno. Tu sorridi. Lei sorride. Tu la sfiori. Lei non si ritrae. Poi per tutta la cena non distogli mai lo sguardo dalla sua Quarta Coppa C e lei ti chiede di riportarla a casa senza neanche aspettare il dolce, perché (dice) non si sente troppo bene.

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Per poi ricominciare Non ci credi più. Decidi di startene un po’ da solo. Per un bel po’ da solo. Poi dal nulla arriva lei, con quella parlata che ti trascina via, quel sorriso che può fermare il mondo e quella confidenza che nasce subito, come se vi conosceste da anni. Venuta dal nulla per riempire il tuo nulla. I pro: posizione divertente e originale che permette di sperimentare delle sensazioni molto diverse senza interrompere la penetrazione. Raccomandata per l’amore Tantrico. I contro: rischio di uscite involontarie tra la seconda e la terza parte. Aspettare il giusto soffio di vento e poi tentare, sbagliare e riprovare. Serve volontà per acquisire la tecnica. Come la pala di un mulino.

Le immagini sono tratte da Kamasutra. Manuale Illustrato pag.35 Il movimento del mulino Il dialogo alla festa è ispirato a una striscia del 25 luglio del fumetto Monty di Jim Meddick

/Federico Vergari/

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Catture/ Proiezione.

/Ilaria Palmas/

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Terzo Capitolo

I due si ritrovarono lì. In quella stanza semplice ma dignitosa, che ricordava una di quelle pensioni a due stelle del centro città, vicino alla stazione centrale. Stanza composta da due lettini singoli con rispettivi comodini, una bagnetto con il minimo indispensabile per lavarsi, e un piccolo armadio dove mettere le proprie cose. Lei indossa una vestaglietta semplice che copre una camicia da notte ancor più semplice, calze e ciabatte. Lui ha un pigiama azzurro cielo, vestaglia marrone old england, calzini e pantofole. Si guardavano con una certa insistenza. Seppur avevano cenato insieme ai loro amici appena 15 minuti prima, sentirono l’esigenza di non fermarsi con gli altri davanti alla TV ma di ritirarsi in stanza. Una strana voglia era presa a entrambi. Voglia che ormai non sentivano da molto tempo… troppo tempo. Lui si avvicina a Lei, le sfiora i capelli fragili, bianchi. Le sussurra delle parole incomprensibili… Lei sorride, abbassa il viso e imbarazzata si lascia sfiorare e baciare il collo. L’emozione sale. Lentamente si levano tutto ciò che ricopre i loro corpi grinzosi e si adagiano sul letto. Lui con la sua mano pesante e rugosa le sfiora il viso, la bacia, la continua a toccare ovunque e lei piano piano si lascia andare. Non si sentono addosso i loro anni , mai come in questo momento avere ottantatre anni è stato un problema. Entrambi si abbracciano, senza sentire nessuna fatica; nessun dolore osseo li attanaglia, la prostata per lui non è più un fastidio, la cervicale e i dolori alla schiena lei non li sente più… e lentamente, senza fretta e gustandosi ogni momento... fanno l’amore. Lo faranno per tutta la notte. Dimenticandosi degli amici, dei nipoti e dei figli che li hanno abbandonati in quella specie di pensione e soprattutto celebrando questo momento come il primo atto d’amore che la loro terza età gli ha donato.

/Alessandro Ibba/

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Tracce/Reno Si tolse le calze e me le passai sulla faccia Aveva le tue caviglie e mi sentii invaso dalla gioia "Duecento dollari a botta" disse ridendo "e due e cinquanta per il culo" Mi slacciò la cintura, buttò indietro i capelli e si sedette davanti a me sul letto Mi disse "Come va, tesoro vuoi che lo faccia lentamente?" I miei occhi si persero oltre la finestra, lungo la strada Sentii chiudersi lo stomaco mentre il sole insanguinava il cielo affettato dagli scuri Chiusi gli occhi Sole sull'Amatitlàn Sole che ti scorre fra i capelli Nella Valle de dos Rios odore di gelsomino che si spande Cavalcammo con i vaccari giù per verdi e freschi fiumi Ero certo che il lavoro e il tuo sorriso che faceva capolino sotto al cappello fossero tutto quel che mi serviva In qualche modo tutto ciò di cui hai bisogno non ti basta quasi mai Io e te, Maria, abbiamo imparato che è così Lo fece scivolare fuori dalla bocca e mi disse "Sei pronto" Si tolse il reggiseno e le mutande si bagnò le dita, se lo infilò dentro e mi cavalcò sul letto Mi versò dell'altro whisky e disse "Alla migliore che hai mai avuto" Ridemmo e brindammo Non era la migliore che avessi mai avuto Neanche per sogno

Bruce Springsteen (Traduzione)

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La Partita: REV Vs L’Occhio Che domenica 18 novembre 2007

Alla fine REV si piega alla maggiore precisione sottoporta e alla migliore condizione fisica della squadra

inuti, cosa davvero insolita per il

hio

EV accorcia le distanze a 3’ dalla fine ma è

EV.

della redazione de L’occhio Che il mensile romano che ogni mese ospita tra le sue pagine una selezione dei migliori pezzi della rivista che state leggendo in questo momento. Dopo un inizio molto equilibrato (si è stati fermi sul 1-1 per quasi 20 mcalcio a 5) il team di REV si porta sul punteggio di 6-3 e proprio nel momento in cui tutto sembra andar bene e manca solo il colpo decisivo per chiudere la partita ecco che arriva la rimonta de L’occChe bravi a crederci fino alla fine e a non mollare mai. Saltano gli schemi e si prova il tutto per tutto per tutto, Rinutile. Finirà con la vittoria dei ragazzi capitanati dai cugini Belmonte. A fine gara grande fair play, abbracci e strette di mano a testimonianza che il gioco duro a volte visto in campo è stato appunto soltanto gioco. Le pagelle di Rvergari 6,5. ottimo in fase di interdizione, grande cuore, rimprovera i compagni sul 3 sopra, come a

uo

aiolo

prevedere il tracollo finale, anima immensa della squadra....purtroppo inesperto tra i pali quando è il sturno tramb 6,5. trascina con i suoi goal e la sua personalità la squadra, ottime giocate, goal pregevoli e di rapina, insomma completo in fase offensiva, un po’ svogliato e nervoso nel finale ibba 6. corre tanto, parla poco, forse all'inizio paga un po’ di emozione per l'esordiomacinare chilometri per tutti i 90 minuti

ma continua a

cusella 6. non riesce a far valere la stazzaimprecisione nei passaggi,comunque sufficiente ci si aspettava di più nella varie conclusioni a ret

fisica come altre volte, tanta volontà ma anche molta e

corazzi 6. ci si aspettava molto di più, troppo poche le buone giocate, inconsistente il suo peso in offensiva, troppi errori in attacco, tiene bene la posizione in difesa e forse le giocate migliori le effettua in porta...questa la dice tutta sulla prestazione. Godot.

fase

fiume 4. poteva almeno venirci a vedere

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E chi se ne frega/ a cura di Alessandro Ibba

nel settimanale “Cuore, settimanale di resistenza

Raffaele Cutolo ubblica el 30 ottobre 2007

3 piani nell'Upper East Side. Costo: 150 milioni di dollari.

nta. nifer. Subito i suoi fan sono scoppiati in urla di gioia

nel ’49 una giuria svizzera lo dichiarò il miglior film del

avinia Borromeo è venuto alla luce all'ospedale Sat'Anna di Torino: sta bene.

finisce la storia d'amore col principino inglese

il

gio troppo alto. Il

e venduto per circa 60 euro a boccetta arriva l'ultima novità in

o voluto riesumare una vecchia rubrica presenteH

umana”. Tale giornale, fondato e diretto da Michele Serra nel 1989, (avventura editoriale conclusasi nel 1996) aveva una rubrica che si chiamava “…e chi se ne frega!” ossia notizie vere apparse nei principali quotidiani alle quali resta un solo commento: “…e chi se ne frega !” Quindi anche noi di REV vogliamo far risorgere questa rubrica!“…e chi se ne frega!” oppure “…E sti cazzi !”

Napoli, nata la figlia diLa madre: "Voglio darle una vita normale". Rep d

Y, venduta la casa più cara del mondo NE' un appartamento di 2790 metri quadrati suL'ha comprato il petroliere di origine russa Blavatnik. Repubblica del 9 Novembre 2007 ennifer Lopez presto diventerà mamma J

MIAMI (8 novembre) - Jennifer Lopez è inci«Marc ed io stiamo aspettando un bambino», ha detto Jene applausi… Il Messaggero del 9 Novembre 2007 La corazzata Potiomkin è un capolavoro assoluto. Lo sa che “

secolo?” Diliberto reduce da un viaggio a Mosca. Repubblica 10 Novembre 2007

' nato Oceano Elkann EIl figlio di John Elkann e LCorriere della sera 12 novembre 2007

helsy lascia Harry: dopo 3 anni di tira e molla CLONDRA (11 novembre) – Alla fine lei non ce l'ha fatta più di tutte quelle scorribande tra festini, alcool ed effusioni con ragazze varie. Quella finale della Coppa del mondo di rugby a Parigi che ha avuto la precedenza rispetto al suo 22° compleanno è stata la classica goccia che ha fatto traboccarevaso e, tra le lacrime, ha detto basta. Il Messaggero del 12 novembre 2007

ecchino d'oro, 50 edizioni ma non c'è Topo Gigio: chiedeva un ingagZMessaggero del 15 Novembre 2007

rriva il profumo per soli cani ASi chiama Petite Amande e vienLONDRA - Dopo cappottini invernali, acconciature bizzarre e collari sfiziosifatto di moda canina: il profumo. A lanciarlo per primo è stato il negozio londinese "Mungo & Maud" che vende la preziosa essenza per circa 60 euro a boccetta. Il profumo - chiamato "Petite Amande" - è reclamizzato come una «delicata fragranza ispirata alla natura con estratti di ribes francese, arance tunisine, foglie di mimosa e violetta su una base di mandorle e vaniglia».. Corriere della sera del 20 Novembre 2007

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Credits

EV non rappresenta una testata giornalistica in quanto editata e distribuita senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001

degli aventi diritto. Il loro tilizzo è esclusivamente diretto all’illustrazione dei testi, in conformità alle leggi vigenti sul diritto d’autore.

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anno partecipato al numero otto di Rev

Alessandro Corazzi Ivan Cusella

Federico Vergari

Alessandra Scamurra

H

Carmine Fiume

Alessandro Ibba Ilaria Palmas

R

I disegni e le immagini presenti in queste pagine sono copyright degli autori e/ou

V

oltre che nei

e due foto in copertina (Dettagli e Protagonisti) sono di Ilaria Palmas. Segnatevi il suo nome, ne

mente presente tra le letture consigliate del bagno di Eventi3 [ www.e23.it

Pprincipali programmi peer-2-peer Lsentirete parlare. REV è orgogliosa ].

…you’re so fuckin’ special, I wish I was special, but I’m a creep…

Grazie ragazzi!

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