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INTRODUZIONE - Edizioni Crisalide · 2019-04-16 · spondonobeneallaterapia?Gendlin!notò!che!questi!si!con 7 centrano!sulle!loro!esperienze!interiori,!in!tutti!i!loro!aspetti q ÚSICI

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Introduzione 9

Presentazione al pubblico italiano 13

Prologo -­ Cos’è il Focusing? 15

1. L’importanza del Focusing 23

2. Il rapporto dei bambini con il Focusing 32

3. Insegnare il Focusing individualmente 52

4. Insegnare il Focusing in gruppo 67

5. Alcune tecniche utili 81

7. Variazioni sul Focusing 105

8. Ascoltare e rispecchiare 117

9. Lo spirito del Focusing 133

10. Il linguaggio simbolico dei bambini 142

11. Il Focusing nei diversi contesti 159

12. Dedicato ai genitori 173

13. Il Focusing e gli adulti 189

Appendice 206

217

Elenco degli Insegnanti di Focusing 219

INDICE

IL FOCUSING

E I BAMBINI

L’arte di comunicare con i bambinia scuola e in famiglia

MARTA STAPERT E ERIK VERLIEFDE

Edizioni Crisalide

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IL FOCUSING E I BAMBINI INTRODUZIONE

INTRODUZIONE

È già da diversi decenni che il nostro Istituto si dedica all’inse-­gnamento ed alla promozione della tecnica del Focusing. Con

mondo, organizza conferenze, pubblica una newsletter e ge-­stisce una vasta libreria online di testi e articoli. Marta Stapert, nella sua qualità di psicoterapeuta infantile, è stata la prima a introdurre questo metodo innovativo fra i bambini e gli inse-­gnanti nelle scuole, ottenendo risultati molto lusinghieri.

Il Focusing è un processo naturale scoperto grazie alle ricer-­che svolte presso l’Università di Chicago da Eugene Gendlin. Questi era interessato a stabilire i motivi per cui alcuni clienti rispondono positivamente alla psicoterapia ed altri no. In colla-­borazione con Carl Rogers, Gendlin analizzò i resoconti di mol-­te ore di terapia, scoprendo che il futuro successo dei pazienti non dipendeva tanto dalla tecnica terapeutica adottata, quanto da quello che accadeva (o non accadeva) dentro di loro. Egli scoprì che è la capacità di essere consapevole delle proprie

meno della terapia. I pazienti che non fanno progressi passano il tempo a ragionare e a descrivere la loro vita, senza soffermarsi quasi mai su quello che provano.

Come si comportano, invece, gli altri pazienti, quelli che ri-­spondono bene alla terapia? Gendlin notò che questi si con-­centrano sulle loro esperienze interiori, in tutti i loro aspetti

attenzione e rispetto, sul proprio vissuto interiore, la chiarezza che ne consegue genera uno spazio in cui possono emergere nuove intuizioni e possibilità inattese. Si creano così le condi-­zioni per un cambiamento psicologico, che è spesso accompa-­

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IL FOCUSING E I BAMBINI INTRODUZIONE 1110

Gendlin organizzò le sue osservazioni in un metodo che chiamò ‘Focusing’. Per renderne più facile l’apprendimento, suddivise questo metodo in un certo numero di passi, descritti nel suo libro, Focusing (2001), che ha venduto più di mezzo milione di copie ed è stato tradotto in diciassette lingue.

Nel 1986, Gendlin fondò il “Focusing Institute”, grazie alle cui attività moltissime persone in tutto il mondo hanno imparato ad applicare il Focusing alle diverse aree della loro vita perso-­nale e professionale – famiglia, lavoro, salute, istruzione, attivi-­tà creative, ecc.

Marta Stapert, coautrice del presente libro, incontrò per la pri-­ma volta il Focusing nel 1985, all’epoca in cui lavorava in Olan-­da come psicoterapeuta infantile in una scuola per bambini

esperienza racconta: “Attraverso il Focusing ho imparato a con-­tattare il mio mondo interiore in modo più profondo, e questo mi ha aiutato ad essere più aperta verso i bambini con cui lavo-­ro. Sono convinta che, se il Focusing mi fosse stato insegnato

Agli inizi si sapeva poco di come il Focusing operasse con i bambini, ma notai subito che esso risulta loro molto natura-­le. Continuando ad usarlo a livello professionale, vidi che esso rendeva più profondo il contatto dei bambini con se stessi, pre-­parando la strada alla crescita e al cambiamento. Capii anche

la supervisione di un genitore o di un insegnante. Con questo in mente ho sviluppato programmi per aiutare genitori e inse-­gnanti ad utilizzare il Focusing a casa e a scuola. Il contenuto di questo libro è frutto dei miei vent’anni d’insegnamento del Focusing”.

Marta, che ha ricevuto dal Focusing Institute il diploma di for-­matrice e coordinatrice, insegna il Focusing applicato ai bam-­bini in varie parti del mondo. Grazie al suo impegno, esso viene attualmente praticato in scuole, ospedali, istituti psichiatrici,

da e Suriname. Articoli di Marta e di altri autori su quest’argo-­mento, possono essere reperiti sul sito web www.focusing.org/children.

Questo libro è stato strutturato in modo tale da presentare il suo messaggio principale nei primi sette capitoli. I capitoli ri-­manenti possono essere letti, per intero o solamente in parte, a seconda degli interessi e del tempo a disposizione del lettore. Questa seconda metà del libro arricchirà la comprensione dei princìpi e dei processi descritti nella prima parte. L’Appendi-­

-­tiene vari protocolli di lavoro.

Scopo di questo libro è aiutare tre gruppi di persone: in pri-­mo luogo, gli insegnanti e gli operatori scolastici. Dopo aver compreso lo spirito del Focusing, usando solo pochi minuti aggiuntivi del loro tempo, gli insegnanti riescono a gestire o a prevenire molti dei problemi che incontrano con i loro allievi;; di conseguenza, il clima emotivo in classe diventa molto più disteso.

Un clima emotivo improntato a grande chiarezza è la miglior premessa per lo svolgimento ottimale delle attività didattiche. Le ricerche mostrano che i bambini si concentrano e rendono

-­te il Focusing.

Il secondo gruppo di persone a cui questo libro è rivolto è quello dei formatori di Focusing. Questi troveranno in esso un programma da proporre sia agli insegnanti che ai bambini. Un programma della durata di sei-­dieci settimane, con incontri

che il Focusing è stato adottato, anche le altre attività scola-­stiche, incluse quelle per la promozione della salute emotiva, producono un effetto maggiore e più duraturo.

-­cusing ai dirigenti scolastici, in modo che possano conoscere i vantaggi della sua introduzione nella scuola. Vi è talvolta in essi

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IL FOCUSING E I BAMBINI INTRODUZIONE 1312

il timore che il Focusing possa interferire con la disciplina sco-­lastica, esacerbare i comportamenti problematici o addirittura spingere a non rispettare le regole volte a tutelare l’ordine e la sicurezza. Speriamo che diventi presto chiaro che il Focusing non interferisce mai con quello che già funziona. Al contrario, quando lo si associa a qualsiasi altro metodo o disciplina, esso regala maggiore spazio e serenità a bambini e insegnanti.

Naturalmente, anche i genitori troveranno utile questo nostro lavoro, che potrà aiutarli a creare un clima sano e gioioso in

In ultima analisi, i destinatari principali di questo libro sono i bambini. Vogliamo che gli educatori sappiano che i bambini sono perfettamente in grado di praticare il Focusing. Sappia-­mo che non sono delle tabulae rasae su cui si è liberi di scrivere a piacimento, ma che hanno un loro mondo interiore che, se ascoltato e incoraggiato, ha il potere di indirizzare le loro vite in modi sorprendentemente produttivi.

Se non avete alcuna familiarità con il Focusing, troverete par-­-­

no i vari passi del metodo ed indicano come praticarlo da soli. Queste parti del libro risulteranno comunque interessanti an-­che per tutti gli altri lettori.

The Focusing InstituteSpring Valley, NU, USA

PRESENTAZIONE

AL PUBBLICO ITALIANO

Questo libro è di una tale semplicità e utilità che, siamo certe, piacerà senz’altro a genitori, insegnanti, educatori, psicologi e psicoterapeuti… e piacerà anche agli adulti in genere, poiché in

-­temente ascoltato e che attende di essere riconosciuto.

Recentemente in Olanda, in occasione della nostra formazio-­ne come trainer di focusing per bambini, abbiamo avuto la for-­tuna di vedere all’opera Marta Stappert, l’autrice principale di questo libro, e constatare dal vivo la sua grande capacità di accoglienza e di ascolto. Quando viene accolto ed ascoltato il bambino si sente preso sul serio e comprende il valore delle sue esperienze interiori. Di conseguenza, la sua autostima au-­menta e, con essa, la possibilità di crescere sano e in armonia col mondo che lo circonda.

Quello che gli autori di questo libro usano come strumento prin-­cipale, adatto sia ai terapeuti che ai genitori e agli insegnanti, è un atteggiamento particolare, proprio del Focusing, che consi-­ste nell’accoglienza e nell’ascolto incondizionati del vissuto del bambino. Il genitore, l’insegnante, il terapeuta che si avvicina-­no al bambino, devono imparare a procedere con cautela e ad

è necessario che siamo profondamente onesti con noi stessi. In questo il focusing risulta essere di grande aiuto.

Per i bambini focalizzare è estremamente facile. Essi ascoltano in modo spontaneo il proprio corpo, il proprio cuore e la pro-­pria pancia riguardo a quanto accade loro e a quanto provano. Esprimono con semplicità il loro dolore e la loro gioia attraver-­

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IL FOCUSING E I BAMBINI PROLOGO

PROLOGO

Cos’è il Focusing?

Èprincìpi fondamentali del Focusing.

Ann Weiser Cornell, nel suo libro Focusing (2007),(1) afferma: “Il Focusing è un processo incentrato sul corpo, che conduce alla consapevolezza ed alla guarigione emotiva”. In una del-­le brochure introduttive del “Focusing Institute” si legge: “Il Focusing è un processo che, attraverso una serie di passi ben

di una situazione, di un problema o di un progetto creativo”.

Nell’ultimo capitolo di questo libro, “Il Focusing e gli adulti”, troverete una breve spiegazione dei vari passi del Focusing, de-­scritti anche nel Capitolo 3, “Insegnare il Focusing individual-­mente”. Questo metodo viene praticato in modo simile a tutte le età. Per comprenderlo è bene partire da uno dei suoi con-­

attraverso il corpo” (Cornell, 2007).

LA SAGGEZZA DEL CORPO

Cosa state provando in questo momento? Ci sono sensazioni che reclamano la vostra attenzione? E se sì, in quali parti del corpo? È importante porsi questo genere di domande, in quanto, se si desidera comprendere le dinamiche alla base dei pensieri e del-­le emozioni di un bambino, bisogna sviluppare la capacità di ac-­cedere alle proprie emozioni e alle proprie esperienze interiori. Se si vuole instaurare con il bambino un rapporto amorevole e aperto, occorre innanzitutto imparare ad essere amorevoli ed aperti nei confronti di se stessi.

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(1) Ann Weiser Cornell, Focusing, Edizioni Crisalide, 2007.

so disegni, giochi, storie, gesti, parole, ma hanno bisogno di

Se agli adulti il Focusing consente di ritrovare il contatto con ‘la saggezza del corpo’, ai bambini permette di non perderlo.

-­zabile in ogni momento da genitori, insegnanti, educatori, ed associabile a qualunque forma di psicoterapia. Si tratta di ascol-­tare il punto di vista del corpo, punto di vista fondamentale per tutti, ma particolarmente per i bambini. È infatti il corpo che registra gli eventi della vita e reagisce ad essi, ed un corpo in crescita è ancora più sensibile a quanto gli accade.

Non inganni il lettore la semplicità del testo. Non si tratta qui di qualcosa di semplicistico o di una formuletta per contene-­re bambini iperattivi o problematici, ma di una strada mae-­stra capace di riparare molti legami precocemente spezzati, e di creare nuovi solidi ponti di comunicazione tra genitori e

incomprensione transgenerazionale e di silenzi prolungati e traumatici.

dott.ssa Germana Ponte

trainer di focusing per adulti e bambini

dott.ssa Edmonda Episcopi, analista Junghiana, consulente del tribunale dei minori di Milano

dott.ssa Emanuela Fonticoli, psicologatrainer di Focusing

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IL FOCUSING E I BAMBINI PROLOGO

Provate a fare il seguente esercizio mentale:

Immaginate di andare a bussare alla porta di un vicino che conoscete bene per chiedere in prestito un uovo o una tazza di zucchero. Siete lì, davanti alla porta, in piedi. Fermatevi un attimo e cercate di sentire in che modo il vostro corpo reagisce a questa situazione.

Poi immaginate di trovarvi davanti alla porta di un altro vicino, che non conoscete altrettanto bene. Come reagisce ora il vostro cor-­po? Assume una posizione diversa? Qualcosa è cambiato dentro di voi? In entrambi i casi, quello che state facendo è chiedere in prestito qualcosa, ma da qualche parte, dentro di voi, si trova una

Il corpo è in grado di cogliere un gran numero di sottili sfuma-­ture che non sempre riusciamo ad esprimere a parole;; eppu-­

loro un nome. Il corpo contiene un livello di conoscenza che -­

cative possono dirci molto, anche se il più delle volte preferia-­

a prestare attenzione all’esperienza vissuta dal punto di vista corporeo, così impariamo a ignorare i segnali del corpo e ad agire esclusivamente sulla base di quello che la mente ci indica come giusto o sbagliato.

Eppure, nello sport prestiamo molta attenzione ai segnali del corpo. Dopo una corsa di 100 metri, misuriamo il battito car-­diaco e ne teniamo conto nel decidere se continuare a correre

sono doloranti.

Ascoltiamo il corpo anche quando mangiamo. Il segnale della fame ci dice che il corpo ha bisogno di cibo, quello della sa-­

zietà che questo bisogno è cessato. Ascoltiamo il nostro corpo quando stiamo male e cerchiamo di spiegare al medico quali sintomi avvertiamo.

Poi ci sono situazioni in cui il corpo ci parla in un modo diffe-­rente, su un piano meno conscio, come quando cerchiamo di ricordare il nome di qualcuno. Diciamo di avere il nome sulla “punta della lingua” e avvertiamo una specie di disagio, poi, una volta che lo abbiamo ricordato, proviamo un sollievo quasi

Sono numerose le espressioni comuni che indicano questa re-­

spezza il cuore”, “Ho perso la testa”, “Mi volta lo stomaco”, “È una passione viscerale”, ecc.

presenta spesso in modo confuso. Avvertiamo la vaga sensazione che c’è qualcosa che non va, anche se non sappiamo cosa. Se, però, focalizziamo la nostra attenzione sulla sensazione, succede spesso che questa diventi più distinta. Possiamo persino scoprire

Non possiamo controllare queste sensazioni interne. Anche quando preferiremmo non sentire quello che hanno da dirci, il corpo continua ad inviarci i suoi segnali. Se qualcosa ci disturba, non serve a niente ripetere a noi stessi che non c’è alcun proble-­ma. Al contrario, quel “qualcosa” rimane presente. È solo dando-­gli la dovuta attenzione, che pian piano può diventare più chiaro

controllo sul tipo di sensazioni che proviamo, possiamo sempre decidere se accoglierle amichevolmente o meno.

Joseph è tormentato dalla paura del cancro e tutte le mattine si sveglia con il terrore di essere ammalato. Amici e familiari ten-­tano di alleviare questa sua preoccupazione e il suo dottore non

non vada. Sua moglie non riesce a capire la sua paura: perché è

uno psicoterapeuta, resta sbigottita quando questi afferma che

1716

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IL FOCUSING E I BAMBINI PROLOGO

l’obiettivo di Joseph non deve essere quello di eliminare la paura, ma quello di renderla più concreta in modo da poterla affrontare e superare. Grazie al Focusing, Joseph impara a sperimentare la

sua incapacità di ridurre i ritmi di lavoro e dedicare più tempo alla famiglia. Egli amerebbe passare più tempo con la moglie e i

del mantenimento della famiglia, non può permettersi che le sue entrate si riducano. Il solo fatto di riconoscere che questo è il vero motivo della sua ansia, è già per lui fonte di gran sollievo.

La paura di Joseph non ha bisogno di essere eliminata: una volta che le permette di essere presente, egli può scoprire cosa vi si nasconde dietro.

Accogliendo la paura e dandole ascolto, Joseph apre la porta al cambiamento. Ora si sente più libero e ha più energia a disposi-­zione per vivere la sua vita.

-­tuazione? Essa è:

percepibile nel corpo

più complessa di quanto si possa esprimere a parole

vaga, quasi impercettibile

IL SIGNIFICATO INTERIORE

-­-­-­

parte centrale dell’organismo, vale a dire nello stomaco o nel petto, ma può manifestarsi anche nella gola, nelle spalle o in qualsiasi altra parte del corpo.

Guardatevi dentro proprio ora. Se notate una sensazione che vi

vita potrebbe essere legata. In alternativa, potete cominciare con lo scegliere una situazione e invitare una sensazione signi-­

Potete mettere in relazione le vostre esperienze interne con quelle esterne? Cosa c’è dietro al vostro comportamento quan-­do vi trovate sul posto di lavoro? Dietro alla reazione che avete nei confronti di alcuni studenti o di alcuni bambini? Siete con-­sapevoli di ciò che si muove dentro di voi? Se sapete ascoltare voi stessi, sarete in grado di ascoltare anche i bambini.

Un pomeriggio Marta deve condurre un seminario introduttivo al Focusing per gli insegnanti e lo staff di una scuola elementa-­

-­va provocato molti danni. Per tutta la giornata gli insegnanti erano stati occupati con gli studenti, e questa era la prima oc-­casione che avevano di sentire come il grave episodio li aveva toccati sul piano personale.

Marta invita i partecipanti del seminario a guardarsi dentro per stabilire di che cosa hanno bisogno. Un’insegnante comunica di essersi sentita agitata e irritabile per tutto il giorno e che questo sentimento ha interferito con il suo rapporto con gli alunni. “È come se fossi stata in un altro mondo. Anche se i bambini non hanno quasi avuto bisogno di me, in quel caos mi sono sentita perduta.”

Marta invita l’insegnante a portare l’attenzione dentro di sé

L’insegnante accoglie l’invito e nota di avvertire una sensazione allo stomaco. Rimane concentrata su questa per un po’ porgen-­dole premurosamente la sua attenzione. “… Confusione… no, caos… Caos, ecco la parola giusta… ci sono delle voci che chia-­

se stessa portata fuori da lì. È suo padre che la porta in braccio fuori, vede immagini orribili. Ode tante voci e il crepitio dell’in-­

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IL FOCUSING E I BAMBINI PROLOGO

cendio: “… È terribile, posso sentire solo le sue braccia forti…

parlarne”.

La confusione che quest’insegnante aveva vissuto da bambina non aveva mai ricevuto ascolto. Anche ora che è adulta, durante tutta la giornata passata a scuola, sentimenti antichi avevano risuonato dentro di lei, distraendola. Dopo aver fatto Focusing, dice al grup-­po che nessuno della sua famiglia aveva mai parlato con lei di quel

senso di pesantezza allo stomaco di cui non capivo la ragione. Ora sento un tale spazio dentro di me… come se mi trovassi in una sala e potessi ballarci dentro”.

Il Focusing è una tecnica che stimola la consapevolezza di se stessi. È un modo gentile di entrare in contatto col nostro sa-­

nostro corpo, ad ascoltare l’esperienza interiore quando bisbi-­glia, prima che debba iniziare a urlare.

IL DIALOGO INTERIORE

Il Focusing ci aiuta non solo ad ascoltare le nostre sensazioni, ma anche ad avviare un dialogo con esse. Entrando in con-­tatto con il nostro sapere interiore, cominciamo a cambiare, e questo cambiamento è accompagnato da una sensazione di benessere.

Il Focusing non è uno sfogo emotivo. La nostra esperienza inte-­riore, custodita nel corpo, contiene molto di più delle semplici

situazione possiede una qualità emotiva, ma anche molto altro.

Ad esempio, potreste aver programmato di avere una tranquil-­

nella stanza con lui, vi sentite bloccati e scoprite di aver di-­menticato tutto quello che avevate pensato di dirgli. Le cose

non vanno esattamente come avevate immaginato. In seguito, se ritornerete su quello che stava accadendo nel vostro cor-­po, potrete comprendere la vostra reazione alla conversazione

comprensione potrà darvi un’idea di come comportarvi in un’occasione successiva.

-­re presenti a qualcosa che va oltre le parole è un’avventura. Ricordate che il Focusing è un’abilità innata, ma anche che la maggior parte di noi adulti ha perso il contatto con essa. Ci vuole tempo per sviluppare una buona relazione con se stessi, occorrono pazienza e una certa pratica per creare un senso di sicurezza interiore e aprirsi completamente a quan-­

più naturale essa diventerà per voi. Sarà un piacere scoprire quanto il Focusing possa essere semplice e diretto.

Erik ricorda ancora il suo primo seminario di Focusing. Era teso, voleva far bene e imparare presto quando, ad un certo punto, l’istruttore disse: “Il Focusing ci lascia la massima li-­bertà. Nulla è un dovere. Il vostro corpo sa sempre dove vuole andare.” Erik lasciò che queste parole entrassero dentro di lui e percepì un grande senso di sollievo.

Non occorre fare ragionamenti. Non è richiesta alcuna anali-­

non svolga un suo ruolo nel Focusing, anzi, essa è fondamen-­tale, visto che è indispensabile per creare i simboli – parole,

si esprimono. Tuttavia, quando si inizia a focalizzare, non si sa cosa accadrà e questa carenza di conoscenza produce una certa vulnerabilità. Per questo motivo, è molto importante sentirsi al

Quando diciamo che la conoscenza interiore si manifesta per mezzo di simboli, intendiamo dire che una certa parola, un’immagine o un gesto verranno percepiti come il modo

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IL FOCUSING E I BAMBINI PROLOGO

simbolo giusto permette al processo interno di rivelare il suo

storia più ricca e complessa di quanto possiate immaginare.

Aurelie, una giovane donna sulla trentina, partecipa ad una seduta individuale di Focusing. Cerca le parole per descrivere i sentimenti che nutre verso la madre: “Mi sento aperta, in real tà … non è proprio la stessa apertura che provo nei confronti di altre persone… è particolare… mia madre… talvolta mi delu-­de…” e mentre dice queste parole, affonda le unghie profonda-­

ad Aurelie qualcosa che lei non riesce a catturare con le parole: sua madre la ferisce. Tramite il Focusing, Aurelie può collegare

la madre: il gesto ne è l’espressione simbolica.

Fortunatamente il corpo ci fa sapere se i simboli che abbiamo trovato sono giusti o meno. Una corretta espressione simbolica

, men-­tre una sbagliata lascia un certo disagio insieme all’impressione che è rimasto dell’altro da esprimere. Una corretta articolazio-­

-­riore, accompagnato da un senso di sollievo e di pace.

Potete usare il Focusing ogni volta che volete. Quando vi sentite sopraffatti dalle emozioni, esso vi assicura che non ne rimarrete

-­tro di esse. Il Focusing può anche portare chiarezza nei processi decisionali, aiutando a sintonizzarsi con un livello più profondo di quello che si può raggiungere soppesando le opzioni razio-­nalmente o emotivamente. Se siete bloccati in schemi di com-­portamento disfunzionali, potete usare il Focusing per ascolta-­re la parte di voi che è responsabile di essi. Grazie al Focusing, le persone troppo critiche verso se stesse possono imparare ad accettare i propri limiti e a vedere le proprie potenzialità.

In una meravigliosa molteplicità di modi, il Focusing vi sostiene sia personalmente, sia nei vostri rapporti con gli altri.

1

L’IMPORTANZA

DEL FOCUSING

INTRODUZIONE

A soli undici anni Simon già soffre di ulcera. I suoi genitori che hanno consultato vari medici in cerca di una terapia adeguata, dopo averne praticata una farmacologica, contattano Marta, l’autrice di questo libro. La situazione sembra chiara: per i te-­rapeuti consultati in precedenza, le probabili cause dell’ulcera sono da far risalire allo stress che la scuola produce in Simon a causa del suo perfezionismo.

Tuttavia, il colloquio con Marta prende una piega del tutto diver-­sa: quando Simon viene incoraggiato a prestare attenzione alla tensione che avverte allo stomaco, nulla emerge che abbia a che vedere con il perfezionismo. Diversamente, il ragazzo lamenta che i genitori – essi sì perfezionisti – non lo ascoltano mai.

C’è una sola persona che può svelare il mistero dell’ulcera, o di qualsiasi altro problema di origine emotiva: la persona stessa. La verità non è un attributo del medico, non si trova in interpreta-­zioni generalmente accettate, ma nel sapere interno dell’indi-­viduo. Il Focusing offre un modo per contattare questo sapere

-­porea associata una data situazione.

Il Focusing è un metodo che aiuta l’individuo a esplorare il

punto di vista dell’adulto, il Focusing con i bambini implica che si rispecchino le loro parole, incoraggiando al tempo stes-­

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IL FOCUSING E I BAMBINI L’IMPORTANZA DEL FOCUSING

lo corporeo. Questo metodo può essere praticato allo stesso modo tanto dagli adulti quanto dai bambini.

Più che in un insieme di tecniche – sebbene in questo libro ne vengano presentate alcune – il potere del Focusing risiede in uno spirito che descriveremo un po’ alla volta usando diversi esempi. Una volta che lo spirito del Focusing sia stato appreso – spirito che include l’attitudine ad accogliere amichevolmente tutto ciò che si presenta nel corso della focalizzazione – può essere usato per migliorare rapidamente il clima emotivo di una classe. Sebbene una seduta completa possa richiedere mezz’ora o più, l’insegnante o l’operatore che abbiano padroneggiato la tecnica del Focusing possono ricorrere a brevi interventi quoti-­diani per risolvere molte questioni che, altrimenti, interferireb-­bero con l’apprendimento e la maturazione dei bambini.

IL SÉ INIZIA CON IL CORPO

Il bambino sviluppa il senso di sé grazie alle sue esperienze cor-­poree. Impara, per esempio, che le mani – questi strani oggetti

-­no e che può controllarne il movimento, scopre anche che il suo corpo può interagire in vari modi con l’ambiente.

-­ferenziale, successivamente entra in rapporto con gli altri. Que-­sto schiude un’intera nuova dimensione, in quanto il bambino comincia a domandarsi cose come: “In che modo reagiranno gli altri se farò cadere un cucchiaio?”, “Chi arriverà quando ur-­lerò?”. In seguito, nascono nuove domande: “Come appaio agli altri?”, “Cosa pensano di me?”, “Quali sono i miei punti forti e quali i deboli?”. La consapevolezza di sé si sviluppa gradualmen-­

-­zata dai valori della famiglia e della comunità, ma rimane pur sempre basata sulle sensazioni corporee.

La scoperta di possedere un sé viene fatta dai bambini molto presto, prima ancora che si sviluppi il linguaggio (Stern, 1987,

1999). Fino ai diciotto mesi circa essi percepiscono se stessi in modo globale, non distinguono cioè tra sensazioni, azioni, pensieri e altri stati di coscienza. Questo senso di sé è forte-­mente legato all’esperienza del corpo, che organizza e integra ogni cosa senza l’intervento del pensiero e senza alcuna intera-­zione con l’ambiente circostante.

Stern ritiene che, a partire dai nove mesi circa, i bambini co-­mincino a comprendere che sia loro stessi che gli altri posseg-­gono un proprio mondo interiore. Cominciano a condividere le loro esperienze, e ciò cambia il modo in cui interagiscono con i genitori. Anche prima di imparare a parlare, sanno ap-­

alla madre e al padre. Benché sia chiaro che il contatto tra l’adulto e il bambino svolge un ruolo importante nello svilup-­po del senso di sé, l’esperienza corporea interna rimane pur sempre fondamentale per tale sviluppo.

Durante il secondo anno d’età, i bambini cominciano a familia-­rizzarsi con il linguaggio. Questo rappresenta un grande passo in avanti nella comunicazione, ma genera qualche problema. Sebbene, infatti, consenta ai bambini di condividere il proprio vissuto, rende anche meno accessibili alcuni aspetti della loro esperienza. Dovendo imparare a concentrarsi su un nuovo in-­sieme di segni, essi sono costretti a prestare meno attenzione

-­vo, il linguaggio è spesso inadeguato ad esprimere pienamente l’esperienza interiore del bambino. A questo va aggiunto il fat-­

che i bambini provano. Per diverse ragioni, dunque, comincia a prodursi una scissione fra l’esperienza direttamente percepi-­ta dal bambino e ciò che di essa egli può condividere.

Carla ha appena compiuto due anni. Durante il pranzo man-­gia allegramente, poi beve un sorso d’acqua che le va di traverso,

cosa: “Non è nulla – commenta – mangia qualcosa e la tua pancia si dimenticherà dell’acqua”. Per un po’ Carla continua

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IL FOCUSING E I BAMBINI L’IMPORTANZA DEL FOCUSING

a tossire, quindi mette in bocca un pezzo di patata. Se prenderà sul serio le parole della madre, quando le andrà di nuovo un boccone di traverso, dirà a se stessa: “Non è nulla, tutto quello che devo fare è mangiare qualcosa di buono”.

È facile osservare che c’è una discrepanza tra l’esperienza corpo-­

Cosa accade al vissuto personale di un bambino se non viene rico-­nosciuto, ovvero tradotto con parole adeguate? Secondo Stern, anche quando nel bambino si sviluppa il senso linguistico di sé,

originato dall’esperienza corporea costituirà sempre un impor-­tante punto di riferimento durante l’intero arco dello sviluppo infantile. Quando gli adulti osservano un bambino, non vedono ciò che accade dentro di lui, ma semplicemente la sua condotta esterna, anche se sanno che ci sono un contesto, una storia e un retroterra a motivarla. La terapia cognitivo-­comportamentale

solo dalla natura delle loro precedenti esperienze, ma anche dal modo in cui queste vengono elaborate. La condotta delle per-­sone è determinata da come esse interpretano le situazioni. Se

solo che egli l’ha percepita ed interpretato come tale.

Quale che ne sia la causa, le emozioni hanno una grande in-­-­

va (Goleman, 1996) è in parte la capacità di riconoscere e rispon-­dere ai propri sentimenti e di farne uso nella comunicazione e nell’elaborazione delle proprie esperienze. Questo genere d’in-­telligenza è centrale per lo sviluppo della capacità di entrare in contatto con gli altri e di comunicare con loro.

La maggior parte delle persone è in grado di descrivere piuttosto

descrivere emozioni e pensieri.

-­lismo. Insieme ad altri ragazzi, egli viene invitato a spiegare

Appare subito evidente che Andreas conosce l’origine del proble-­ma, in quanto è in grado di descrivere con chiarezza le coalizioni che si formano fra i suoi amici. Quando il counselor gli doman-­da: “Cosa accade dentro di te quando vedi che il gruppo esclu-­de Joran?”, Andreas fa spallucce, al che il counselor gli chiede: “Sta succedendo qualcosa dentro di te mentre parliamo?”. Con grande semplicità Andreas risponde: “Certo, sento qualcosa allo stomaco, ma cosa? Mi mancano le parole per descrivere questa sensazione”.

Vi è mai capitato di provare una sensazione, ma di non riuscire a trovare le parole per esprimerla?

Potete aiutare i bambini a creare un ponte tra le loro espe-­rienze interiori e quelle esterne. Un bambino vede una sce-­na che lo disturba e comincia a piangere: un evento esterno ha innescato un’attività interna: qualcosa che lui percepisce direttamente, ma che non può facilmente esprimere. Per riu-­scirci, deve andare avanti e indietro tra i pensieri, le parole e quell’elusiva sensazione dentro di sé. In altre parole, deve fare ciò che chiamiamo Focusing e che può essere imparato con la pratica. Se il bambino viene incoraggiato a esprimere le sue esperienze attraverso parole, disegni o gesti, può imparare a condividerle con gli altri, il che lo aiuta a chiarirle a se stesso.

VANTAGGI PER GLI INSEGNANTI

Alcuni insegnanti temono inizialmente che dedicare a cia-­scun bambino la speciale attenzione che il Focusing compor-­ta possa richiedere troppo tempo. In genere, però, si rendo-­no presto conto di quanto facilmente, senza alcuna perdita di tempo, con il Focusing si possano risolvere situazioni poten-­

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IL FOCUSING E I BAMBINI L’IMPORTANZA DEL FOCUSING

Stamattina, facendo ginnastica, Michael si è sbucciato un gi-­nocchio. In passato avrei detto: “Su su, forza. Vedrai che ti pas-­serà”, e per il resto della giornata lui non avrebbe perso occasione per dare fastidio. Questa volta, però, ho pensato di ricorrere al Focusing, perciò gli ho domandato: “Ti sei sbucciato il ginoc-­chio? Ti fa tanto male?”. Michael mi ha guardato sorpreso e un po’ interdetto. Ho allora aggiunto: “Dove senti il dolore?”. Lui ha indicato il ginocchio e ha risposto: “È successo perché Peter mi ha dato una spinta”. Gli ho domandato ancora: “Senti qualcosa dentro di te per questo?”. “Sì, qui nella pancia… ma non fa poi tanto male,” ed è corso dagli altri bambini. Per tutta la giornata non ha avuto più alcun problema e io ho evitato di sprecare inutilmente tempo ed energia dietro di lui.

Un altro insegnante ha scoperto di non avere più bisogno né di alzare la voce, né di ammonire severamente i bambini. Riporto qui di seguito un brano della lettera che mi ha scritto:

Da quando ho partecipato al tuo seminario ho notato grandi progressi. In passato, dopo la ricreazione, i bambini tornavano

-­mare, mi sembrava che solo alzare la voce funzionasse. Ora entro in aula, mi siedo e non faccio attenzione a loro, ma mi concentro su di me, internamente. Sento il corpo in contatto con la sedia, sento i piedi per terra e mi concentro sul respiro. Poi invito i bam-­bini a fare altrettanto e impartisco loro poche, brevi istruzioni. Presto, possono tutti rimettersi a lavorare senza problemi.

Una lamentela che sento di frequente è che in molte scuole si -­-­

scono presto con lo scoprire, però, che la pratica del Focusing libera in realtà tempo ed energia per tutti.

Un’insegnante era stata avvertita che Benny, un nuovo alun-­no di sei anni unitosi da poco alla sua classe, soffriva di crisi di rabbia che talvolta sfociavano in un comportamento violen-­to. Un giorno, dopo aver ripetutamente interrotto la lezione

con le sue urla, durante la ricreazione minacciò addirittura i compagni con un coltello. A tal punto, l’insegnante si rivolse a Marta in cerca di aiuto: “Cosa posso fare? – domandò – Una situazione del genere non è troppo complicata per essere af-­frontata solo con il Focusing? Essere severa, ricordare a Benny di rispettare le regole, sembra non servire a niente.”

pensi di riuscire ad essere abbastanza empatica da metterti nei panni di questo piccolo bambino?”

“Credo sia molto arrabbiato – replicò l’insegnante – forse sta veramente male: è terribile entrare in un gruppo dove tutti si co-­noscono già. Deve sentirsi tanto solo, ma io ho cercato di stargli vicino e di farlo giocare con gli altri bambini…”

Marta: “Forse la cosa migliore è rispecchiare quello che sta av-­venendo dentro di lui. Che ne dici di provare a fargli ripetuta-­mente la domanda base del Focusing ‘C’è qualcosa in te che reclama la tua attenzione?”

Ora, però Benny è più tranquillo e comincia ad ascoltarmi.”

Oltre a liberare tempo ed energia, il Focusing offre agli inse-­gnanti anche altri vantaggi. Quando lo si pratica, ci si ascolta con più attenzione, i rapporti diventano più profondi ed è più facile darsi sostegno reciproco, visto che si possiede una lingua in comune.

Gli insegnanti che praticano il Focusing non ne ricavano bene-­-­

bini migliora perché non si limitano più a impartire nozioni e a dettare regole, ma si rivolgono alla totalità del loro essere.

una certa distanza fra se stessi e il lavoro, possono risparmiare preziose energie. Un insegnante scrive:

addormentarmi, mi sentivo oppresso dai problemi e mi preoccu-­pavo sempre per i bambini e per i genitori. Adesso posso entrare

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IL FOCUSING E I BAMBINI L’IMPORTANZA DEL FOCUSING

in contatto con il mio senso interno di preoccupazione… lo sento

VANTAGGI PER I BAMBINI

Il Focusing offre vantaggi enormi anche ai bambini. Quando imparano a essere consapevoli di quello che provano, scopro-­

-­no che è possibile rapportarsi con i propri problemi e gestirli, invece di negarli o lasciarsene sopraffare;; apprendono che pos-­sono tollerare i sentimenti di tristezza, rabbia o paura, e che questo li fa sentire bene.

I bambini possono sviluppare una nuova libertà interiore, im-­parando ad esprimere le loro esperienze attraverso i disegni e

conosce la verità e sa affrontare i problemi.

È così che una bambina di otto anni, Mary ha imparato a chie-­dere aiuto. La sua insegnante racconta:

Mary stava in disparte mentre gli altri bambini giocavano a saltare la corda. Di sua spontanea volontà si è avvicinata a me dicendomi: “Sento un terribile pizzicore nella pancia… come un ragno dentro che non vuole che io salti… ma io vorrei farlo… Potresti aiutarmi a saltare insieme alle altre bambine?”. Prima di allora non aveva mai osato chiedermi aiuto, forse perché era troppo ansiosa per farlo.

Dal momento che nel clima emotivo generato dal Focusing i bam-­bini si sentono al sicuro, possono concentrarsi meglio e il loro rendimento scolastico migliora notevolmente.

-­patici nei confronti degli altri bambini, li accettano maggior-­mente e imparano ad essere più premurosi con loro. Come educatori potremmo desiderare un ambiente migliore in cui farli crescere?

Naturalmente, all’inizio, occorre un certo impegno per creare un clima del genere, i bambini possono mostrarsi litigiosi e disturbarsi a vicenda in vari modi. È molto importante in tali casi che il rispetto delle ordinarie norme scolastiche venga im-­posto. È una vera rivoluzione, sia per gli insegnanti che per gli alunni, passare da “So cosa è meglio per voi. Dovete fare quello

meglio per voi”. Tuttavia, quando si persevera, questa rivolu-­zione si rivela non solo positiva per tutti, ma anche necessaria e non procrastinabile.

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