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SEGUE A PAGINA 38
A PAGINA 7
LA POLEMICA
A PAGINA 5
FORZA ITALIA
A PAGINA 12
LA COALIZIONE
LAURA RIO E UNCOMMENTO
DISTEFANO ZECCHI A PAGINA 25
P er la prima volta da quando esiste,la Tv di Stato ha teorizzato come
cosa buona e giusta l’uccisione, permano di un medico, di un paziente ter-minale al fine di far vivere altri malati.Ha cioè ipostatizzato ed elevato (...)
DA PAGINA 2 A PAGINA 13
Ladecisionedopo gliattacchilanciatida An. Spiazzata l’UdcLaRussa al «Giornale»:«Mal’alleanza nonè morta»
Non si chiedeva una nuovastagione?Eccofatto: lanuo-
va stagione è iniziata. La svoltadi Silvio è uno di quegli eventiche entrerà nel calendario dellastoria politica. Un'altra discesain campo, in pratica, forse l'an-nuncio più importante (...)
La Casa delle libertà è morta?Probabilmente sì, almeno
quella che abbiamo conosciutofino ad oggi. Che dopo la fallitaspallata al governo Prodi sareb-bero emersi i malumori a lungocovatinell’opposizione,erafaci-le prevederlo. Ma che (...)
SEGUE A PAGINA 39
È logico che in una coali-zione il capo sia il respon-sabile del partito che ha ilpiù alto consenso. Una re-gola matematica ma an-che regola politica.
Cari ribelli, il capoha sempre ragione
Vittorio Sgarbi
Lo chiamavano partito«di plastica», ora ForzaItalia diventa partito «dipopolo». Una vera e pro-pria rifondazione in no-me della libertà.
E lo chiamavano«partito di plastica»
Luca Telese
Dalla primavera del ’94all’autunno del 2007, dalPolo alla Cdl in tredici an-ni di coalizione che han-no portato due volte ilcentrodestra al governo.
Tredici anni d’amore(e troppi tradimenti)
Cristiano Gatti
«Per leggere Dante ci vuoleuno scrittore e non un attoreche per quanto intelligente eattrezzato professionalmen-te rischia di farsi sopraffaredalla sua bravura». Così Vit-torio Sermonti, grande divul-gatore della Divina Comme-dia, attacca Roberto Benigniche giovedì 29 su Raiuno leg-gerà il canto V dell’Inferno.Nessuna risposta dal premioOscar, ma il suo entourage ri-corda che proprio Sermontirecensì positivamente glispettacoli che oggi critica.
Sermonti a Benigni: lascia stare DanteLO SCRITTORE ATTACCA: LA LETTERATURA È UNA COSA SERIA
Embrioni sani creati in labo-ratorio, bambini nati dal ma-teriale biologico di tre genito-ri. È questo che potrebbe ac-cadere in Inghilterra graziealla legge sull'Embriologia ela fecondazione che verrà di-scussa oggi in Parlamento.L’obbiettivo è trovare unacura per le patologie del mi-tocondrio, vale a dire la baseenergetica della cellula, mail risultato potrebbe esserequello di dare il Dna di duemadri al feto per corregger-ne le imperfezioni.
Di mamma non ce ne sarà più una sola
ERICA ORSINI E UNCOMMENTO
DIANGELO VESCOVI A PAGINA20
DA DUE DNA FEMMINILI I FUTURI FIGLI IN PROVETTA INGLESI
Il ragazzodi Meredith:«Amandaera l’unicaa non piangereper lei»
EUTANASIA E FICTION
Quando il medico vuoleuccidere il paziente
Stefano Lorenzetto
SEGUEA PAGINA18
LA SVOLTADI SILVIO
Berlusconiannuncia: «NasceilPartito del popolo italianodella libertà.Abbiamo raccolto8milioni di firme controProdi»
Cesaretti, Cottone, Cramer,De Feo, Giani, Greco,
Pennacchi, Ravoni, Scafi, Signore e Zagato
ADDIOCDL
EADESSOCAMBIA TUTTOMario Giordano
AD ASSISI HOVISTOL’ULTIMA ROTTURAMaurizio Belpietro
MALPICA E PROIETTI
APAGINA17
IL DELITTO DI PERUGIA
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(...) a regola morale il morstua vita mea, la massimache più d’ogni altra dà vo-ce all’egoismo umano. Sia-mo regrediti all’Alcesti, latragedia di Euripide, al redi Fere che otteneva daglidèi la grazia di far morireun’altra persona al postosuo.
È accaduto in prima sera-ta, durante la fiction La ter-za verità, in onda di recen-te su Raiuno. Trama: il pro-tagonista, un brillante neu-rochirurgo pediatrico da-gli occhi celesti, scopritoredi una cura contro una ra-ra patologia, cittadino
esemplare, padre premu-roso e marito integerrimo,si trasforma in emulo di unserial killer per procacciar-si non meglio specificati«tessuti» indispensabili al-la sopravvivenza dei picco-li ricoverati nel suo repar-to. Segue per strada unapaziente condannata dauna prognosi infausta, cuirestano solo poche settima-ne di vita, e la sventra. Fa-cile no? Il fine (buono) giu-stifica i mezzi (cattivi).
Per carità, poi il lumina-re macellaio viene sma-scherato dalla moglie, uninfermiere suo complicenel benemerito progetto sisuicida (non ho ben capitose per il rimorso o per altrimotivi) e i carabinieri por-tano via l’assassino con glischiavettoni ai polsi, nonprima che un comprensivomaggiore dell’Arma gli ab-bia accordato una dilazio-ne di un paio d’ore per unultimo, salvifico interven-to chirurgico. Non c’è bar-lume di pentimento. Anzi,l’omicida rivendica fiera-mente l’altissima valenzaetica del suo folle progettodi morte. E quando la tele-camera indugia sui poveribambini che senza quei«tessuti» avranno vita bre-ve, il telespettatore è porta-to naturaliter a solidarizza-re: embè, in fin dei contiche ha fatto di male il si-gnor dottore? Ha accorcia-
to di poco l’esistenza a unadonna, che era comunquespacciata, per regalareuna speranza a esseri inno-centi che hanno tutto il di-ritto di affacciarsi alla vi-ta. Quasi cristiano.
Non importava che il neu-rochirurgo avesse fattostrame del giuramentod’Ippocrate, il quale impe-gna il medico a «non com-piere mai atti idonei a pro-vocare deliberatamente la
morte di un pazien-te». Importava checol sacrificio di unasola vita avesse sal-vato più vite. Comese la logica delle of-ferte speciali 2x1potesse essere ap-plicata non solo allemerci ma anche al-le persone.
Lo sceneggiatodella Rai ha certifi-cato, in forma bece-
ra, una tragica evidenzache è da tempo sotto gli oc-chi dell’opinione pubblica.I malati vorrebbero esserecurati e, sperabilmente,congedarsi da questo mon-do il più tardi possibile; imedici preferirebbero in-vece, non appena le tera-pie si dimostrano ineffica-ci, rispedirli al Creatorecon rito abbreviato: «dolcemorte» o, quando proprio
tocca, quattro coltellate. Ese gli si può espiantarequalche organo prima d’af-fidarli alle pompe funebri,tanto di guadagnato.
Esagero? Una ricercasvolta da Consulcesi, asso-ciazione che assiste legal-mente oltre 20.000 camicibianchi, ha accertato cheil 52,7% di loro è favorevo-le all’eutanasia. Analogorisultato aveva dato, l’an-no scorso, un sondaggio diDoctor News, bollet-tino quotidiano ri-servato alla classemedica: 51,7%. Unmese fa al congres-so di Palermo del-l’Aiom (Associazio-ne italiana di onco-logia medica) èemerso che il 56%dei 685 specialistiin tumori interpella-ti sull’argomentohanno detto sì al-l’eutanasia. Insomma, so-no maggioranza.
Ma se ci si trasferisce sulfronte opposto, nelle came-re dove l’umanità sofferen-te tira la vita con i denti es’aggrappa alla speranzacon la stessa forza del nau-frago che afferra l’ultimolegno, ecco che la prospet-tiva cambia radicalmente:appena l’1,4% dei moriturichiede l’eutanasia. Il dato,
impressionante, emergedallo studio svolto su uncampione di 142 pazientiallo stadio terminale de-genti presso il St Vin-cent’s UniversityHospital di Dubli-no, illustrato al-l’Università diPisa dal dottorEoin Tiernan,specialista neldipartimentodi medicina pal-liativa dell’ospe-dale irlandese. Ecombacia perfetta-mente col risultato di unaricerca eseguita su un al-tro campione di 279 pa-zienti, affetti da cancro,pubblicata dalla rivista He-
alth Psychology e realizza-ta dal professor Keith Wil-son, epidemiologo canade-se dell’Ottawa Health Rese-arch Institute: solo 14 ma-lati terminali ogni millevorrebbero che il medicofacesse qualcosa per porrefine alla loro vita.
Poiché nel succitato son-daggio dell’Aiom il 15% de-gli oncologi ha confessatod’aver praticato talvolta
l’eutanasia (dunque 150ogni mille), risulta eviden-te la sproporzione numeri-ca tra chi invoca la morte echi è disposto a conceder-gliela. Pochi candidati pertroppi esecutori. Traetevoi le conclusioni. Giovan-na Cavazzoni, fondatrice epresidente della Vidas, as-sociazione che in 25 anniha assistito 18.000 mori-bondi, tempo fa ha dichia-
rato: «Nessuno ci ha chie-sto di potersene andare pri-ma del tempo». Eppure, asentir parlare i radicali e aleggere i giornali, sembrache nelle corsie d’ospedalenon s’invochi nient’altroche questo.
I pazienti terminali sof-frono sì per la malattia,ma soprattutto per lostress psicologico, il princi-pale fattore che li induce achiedere di morire. E infat-ti la depressione presentaun’incidenza quadrupla ri-spetto al normale nei rarimalati che invocano la fineaccelerata dei loro giorni.«Ho passato sei anni in unospizio alle Capannelle diRoma, ho accompagnatonell’ultimo viaggio 60 vec-chiette. A ognuna chiede-vo: hai paura? E la rispo-sta era sempre la stessa:“Se tu mi tieni la mano,non ho paura”. L’eutana-sia è una truffa. Nessunochiede di morire, tutti chie-dono di non essere lasciatisoli», dice il mio amicoGianni Gennari, prete spo-sato che ha concluso la car-riera come redattore alGiornale radio Rai. Ecco,perché a viale Mazzini ma-gari non chiamano lui, laprossima volta, come sce-neggiatore di una fiction?La realtà è più spettacola-re della finzione.
Stefano Lorenzetto [email protected]
TRE CASI CHE FANNO RIFLETTERE
GRINTOSO Il Dottor House, pronto a tutto per salvare i pazientiMa molti suoi «colleghi» non la pensano come lui
La maggioranza dei camici bianchifavorevole all’eutanasia, ma solo
l’1,4% dei malati chiede di praticarla
Assistenza sanitaria gratuita pertutta la vitaachi decidedi donareun rene: è una delle proposte cheil ministero della Salute olandesesta prendendo in considerazioneper far fronte alla lunga lista di pa-zienti che attendono un organoper il trapianto. L’OlandaèunodeiPaesi d’Europa con le attese piùlunghe: anche quattro anni. Moltimalati non ce la fanno: ogni annocirca 200 muoiono prima di poterentrare in sala operatoria. La pro-posta è stata indicata dal Consi-glio di salute olandese, un organoconsultivo del ministero, dopouna consultazione condotta tra lestrutture sanitarie del paese. Perora è solo un’ipotesi e il ministrodella sanitàAbKlinknon ha anco-radecisosepresentareunproget-to di legge, ma sulla stampaolan-dese ha già scatenato reazioni disegno opposto. Nel maggio scor-so, il dibattito sulla mancanza direnisi infiammòinseguitoaunrea-lity show,Big DonorShow,nelqua-le veniva messo «in palio» un reneabeneficio di uno fra tredializzati.Loshow si rivelòpoiunaburla,unoscherzo. Di cattivo gusto, anchese con nobili scopi, almeno dalpuntodi vistadei produttori.
Il sistema immunitario può fer-mare la crescita dei tumori sen-zaeliminarlidel tutto.Lohaverifi-cato per la primavolta in labora-torioungruppo internazionalediricercatori, fra cui anche un ita-liano, in uno studio pubblicatodalla rivista Nature: secondo laricerca, quando il cancro vieneattaccato dalle difese naturalidell’organismo, può sconfigger-lo o esserne sconfitto, ma puòanche instaurare un equilibrioche tiene la patologia «dormien-te»anchepermolti anni.Questorisultatospiegaperchéalcunitu-mori vengono trasmessi con itrapianti,eancheperchéinqual-che caso il cancro si «spegne»dopoessersi manifestato e riap-pareinseguito:«Graziealmodel-lo animale che abbiamo svilup-pato - spiega Robert Schreiberdella Washington School of Me-dicine di San Louis - possiamoguardaredirettamenteallecellu-le tumorali addormentate dal si-stema immunitario. Questo cipermetterà di trovare terapiecheinducanoquestostatoartifi-cialmente,trasformandoil tumo-re in una malattia cronica macontrollabile».
ELUANA ENGLARO PIERGIORGIO WELBY
Piergiorgio Welby ha chiesto e ottenutoche gli venisse praticata l’eutanasia.È morto il 20 dicembre 2006
� DALLA PRIMA
GIOVANNI NUVOLI
Giovanni Nuvoli ha 53 anni, è alto un metroe 85 e pesa 20 chili. Da sette anniè consumato da una malattia impietosa
Eluana Englaro la ragazza in comada 15 anni per la quale il padre chiedela sospensione dell’alimentazione artificiale
Quando i medici voglionoammazzare il paziente
Gli incurabilidesiderano essereassistiti, non uccisiMa nessuno sembra
dargli ascolto
La «dolce morte»sdoganata
anche dalla RaiIn onda una fiction
che la esalta
Accetti di donaregli organi?Cure gratis a vita
ANALISI Una ricercatrice al lavoro
IN OLANDA
Potremo guariregrazie ai tumori«addormentati»
ESPERIMENTO Test di laboratorio
SU «NATURE»
Cronache18 Il Giornale � Lunedì 19 novembre 2007