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nguyenanh
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20/04/2017
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Io di risposte non ne ho… ma di domande ne ho quante ne vuoi
L'adolescenza è quel periodo di transizione tra l'infanzia e l'età adulta e corrisponde ad un arco di tempo piuttosto ampio:
Inizia con la pubertà z nelle femmine inizia tra i 10 e i 12 anni z nei maschi comincia tra gli 11 e i 13 anni Finisce? fine molto più difficile da delimitare; coincide con un nuovo assetto psicologico, individuale e sociale fortemente influenzato dalle trasformazione sociali e culturali del contesto di appartenenza
Adolescenza: uno spazio di mezzo tra il mondo e i balocchi
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PROCESSO FISICO LA PUBERTÀ È UN FENOMENO CHE SEGNA IL PASSAGGIO DALLA CONDIZIONE FISIOLOGICA DEL BAMBINO A QUELLA DELL'ADULTO PROCESSO PSICOLOGICO IL PASSAGGIO DALLO STATUS SOCIALE DI BAMBINO A QUELLO DI ADULTO
L'adolescente deve affrontare vari “compiti di sviluppo”
Si vive la paura che le attese comportano È il momento in cui l’adolescente si pone una serie di domande: • Chi Sono? • Come mi vedono gli altri? • Qual è il mio posto nel mondo? • Quanto valgo?
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Il cambiamento corporeo è la prima grande sfida con cui l’adolescente si confronta
sul piano biologico si assiste all’imponente e rapido sviluppo fisico e
puberale.
UN CORPO CHE CAMBIA lutto del corpo bambino; passaggio del concetto di sé costruito sull’opinione dei genitori al concetto di sé ricavato dal giudizio dei coetanei UN CORPO CHE DIVIENE SESSUATO nuove pulsioni e desideri spingono all’esterno della famiglia; una svalorizzazione temporanea dei genitori facilita il trasferimento degli investimenti affettivi su persone esterne all’ambiente familiare
IMMAGINE CORPOREA
L’insieme delle percezioni, affetti e idee che, attraverso la sua storia personale e gli atteggiamenti della collettività, un individuo
attribuisce al suo corpo
non è un semplice concetto cognitivo ma è strettamente legata al mondo emotivo interno, alla relazione con le figure significative del mondo esterno e alla storia personale di ciascuno.
TRASFORMAZIONE E NECESSITÀ DI SVILUPPARE UN’ IMMAGINE
CORPOREA EQUILIBRATA
Trovare un nuovo modo in cui sperimentare e considerare il proprio corpo
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In questo contesto “il cibo” ricopre un ruolo molto importante.
«mangiare» può diventare il mezzo per esprimere sentimenti di impotenza e
di paura di perdita di controllo
ANORESSIA (con condotte eliminatorie o
senza)
Rifiuto di mantenere il proprio peso al di sopra del peso
minimo normale per età e statura
Timore di acquistare peso anche quando si è sottopeso
Presenza di un'alterata immagine corporea riferita a
forme e dimensioni corporea.
BULIMIA NERVOSA
Presenza di abbuffate Inappropriati metodi
compensatori. Le "crisi bulimiche"
avvengono in solitudine con sensazione di perdita del
controllo.
IL CORPO PATOLOGICO in adolescenza conflitti e ansie spesso assumono un’espressione corporea
(ipocondria, dismorfofobie, condotte autolesive)
Autolesionismo può costituire una strategia di coping e regolazione emotiva tramutare in sofferenza fisica (quindi più reale e più facilmente gestibile) una sofferenza emozionale che non si sa come gestire: una punizione autoinflitta per alcuni soggetti esiste una relazione causale tra l’autocriticismo e i comportamenti di autodanneggiamento può costituire una forma di comunicazione del proprio disagio Attraverso le ferite, infatti, la propria sofferenza appare evidente agli occhi degli altri
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SUL PIANO COGNITIVO si osserva il superamento dei limiti del pensiero infantile
nuova capacità di ragionare in termini astratti, teorici, generalizzati.
-costruzione di teorie, adesione a visioni del mondo
- sensibilità all’incoerenza
- egocentrismo adolescenziale
- pubblico immaginario e fiaba personale
- cambiamenti nell’immagine di sé
- giudizio morale
IL QUI E L’ALTROVE: RUOLO DELLE FANTASIE NELLA RICERCA DELL’IDENTITA’ QUANDO LE STORIE SONO MAGGIORMENTE COMPLESSE AD ES. ADOZIONE
A volte questi ragazzi si sentono PORTATORI DI UN DESTINO che viene da lontano. la paura di poter assomigliare ai genitori di nascita dello stesso sesso per quel che si sa o si immagina di negativo Si può trasformare nella fuga verso un’identificazione selvaggia Per USCIRE DALL’ANGOSCIA di non essere più ciò che sono stati e non sapere ciò che diventeranno, i ragazzi possono essere portati ad ASSUMERE UN’IDENTITÀ PRONTA ALL’USO, perché scorre nelle loro vene
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Le recenti ricerche neurobiologiche ci dicono che la maturazione cerebrale si completa soltanto attorno ai 20-21 anni.
Particolare importanza ha l’incompleto sviluppo della corteccia
frontale e prefrontale.
Tale area cerebrale regola :
- il controllo degli impulsi
- le emozioni
- la consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni
- i processi decisionali
AUMENTA ESPONENZIALMENTE LA GAMMA DELLE EMOZIONI PROVATE E LA LORO INTENSITA’ MA LE FUNZIONI
INTEGRATIVE E DI CONTROLLO SONO ANCORA IMMATURE
RAPPORTO TRA PARI
Sempre più investito come vero e proprio laboratorio sociale in cui sperimentarsi
un luogo in cui trovare rassicurazione nel processo di separazione dal
gruppo familiare, e di aiuto nella costruzione del proprio sé.
ogni compagno diviene lo "specchio" dell'altro nel valutare sia il grado delle proprie preoccupazioni, che l'ammissibilità dei propri
comportamenti
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IL RAPPORTO CON LA NARRAZIONE
Curiosi ed affascinati dalla vivacità e concretezza delle storie degli altri, con una spiccata propensione alla multimedialità
Serie televisive/ film / stimoli narrativi possono essere utilizzati per sostenere
la formazione dell’identità personale e l’accoglienza dell’altro
Il passaggio alla Scuola Secondaria comporta:
¾ nuove aspettative
¾ prova di realtà
¾ Percezione della discrepanza
tra aspirazioni e realizzazione
CAMBIO DI SCUOLA E NUOVE MODALITÀ DI ESSERE ALUNNO
Modifica della didattica
¾ Obiettivo della formazione
¾ Impostazione metodologico-
didattica
¾ Richiesta di maggiore qualità ed autonomia
¾ Maggior necessità/tempo di studio a
casa e a scuola
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il compito di imparare nuovi saperi si intreccia col compito di imparare nuovi modi di essere e di esprimere se stessi,
nuovi modi di stare con gli altri, adulti e pari; nuovi modi di
essere figli, studenti e amici,
Assumere un nuovo ruolo studente richiede tempo, vari tentativi
ed errori, con andamento non lineare, frustrante e ansiogeno
COSA VUOL DIRE APPRENDERE IN ADOLESCENZA ….
I compiti dell’apprendimento scolastico si intrecciano ai movimenti evolutivi degli adolescenti
Nell’apprendimento si giocano tensioni e conflitti
relativamente all’asse :
• dipendenza e autonomia
• onnipotenza e impotenza
• solitudine e relazione.
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SCUOLE MEDIE = trasmissione di sapere si basa sul presupposto che l’alunno, se non ha dei deficit mentali, è in grado di apprendere ciò che gli viene trasmesso.
Il non apprendimento viene più spesso attribuito dagli insegnanti alla cattiva
volontà o allo scarso impegno.
IL PANORAMA CAMBIA… COME AFFRONTARE L’UNIVERSO CHE
ABBIAMO DI FRONTE?
non è così ! l’apprendimento è un processo
complesso in cui, allievo e docente sono coinvolti in un rapporto dinamico, attivo che mette in gioco, non solo aspetti contenutistici, ma anche relazionali ed affettivi
L’educazione implica sempre e comunque una relazione.
Non esiste una dimensione tecnica, contenutistica della didattica e una dimensione relazionale-affettiva,
Tra cui scegliere
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La conoscenza è una costruzione individuale, mai neutra, ma carica di significati diversi, il cui
tramite è l’insegnante.
Le nozioni, sono i mattoni, ma ciò che fa di una casa una casa è l’unione delle parti singole e la
diversa relazione fra di esse.
Il cemento è il significato, il valore a cui ognuno di noi attribuisce alle
cose, al contesto e a se stesso
Relazione educativa al centro
l’ insegnate ha la funzione di mediatore è la chiave insostituibile, senza la quale la porta della conoscenza rimane chiusa.
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LE DIFFICOLTA’ NELLA GESTIONE DELLA CLASSE ALLE MEDIE
“voglia di studiare” include concetti complessi: motivazione, locus of control, concetto di sé.
Definizione di motivazione
In generale, con il concetto di motivazione si fa riferimento all’insieme di condizioni che veicolano il
nostro comportamento, determinando l’orientamento verso un preciso bisogno (per esempio il bisogno di dormire, di parlare con
un collega) e/o verso un desiderio (per esempio il voler raggiungere un preciso obiettivo nel lavoro)
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spinta interna (teorie pulsionali di Freud e Maslow) insieme di bisogni e desideri ordinati gerarchicamente che “improntano significativamente ogni aspetto e tutto l’equilibrio della vita psichica” dell’uomo - quelli fisiologici, che vanno soddisfatti per una questione di
sopravvivenza
- quelli di sicurezza che emergono in seguito all’appagamento dei primi
- quelli di affetto ed appartenenza che esprimono il bisogno di far parte di una rete sociale
- quelli di stima
- quelli di autorealizzazione
se condizioni basilari, fisiologicamente indispensabili per la buona riuscita nello studio e nel lavoro,
come una condizione di rilassatezza, di tranquillità, sazietà, ecc... non sono soddisfatte il rendimento o l’efficacia
calano
spinta modulata dall’esterno - un bisogno che va “coltivato” “verso quei comportamenti, quelle azioni mediante cui l’individuo acquisisce padronanza o controllo sull’ambiente” (teoria della competenza) Il successo o l’insuccesso non è quindi da imputare al singolo individuo, ma alle componenti della situazione stessa ruolo del mediatore ( insegnante) = l’individuo abbia una percezione meno ansiogena del proprio compito, sia più sereno, incuriosito, motivato rispetto ad una data situazione.
il livello di motivazione è direttamente proporzionale alle gratifiche che vengono ricevute dall’esterno,
fondamentale che la formazione diventi anche un pretesto per rinforzare il soggetto.
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L’aspettativa circa la propria efficacia è la stima che facciamo della probabilità di avere successo in una determinata attività ed è collegata: � alle prestazioni passate
� ad un emozione positiva associata all’esperienza passata
� all’esperienza per “procura”, costituita dai successi altrui, � � all’incoraggiamento, ovvero ai rinforzi che possiamo ricevere
dall’esterno
gratifiche che riceviamo dall’esterno riguardano più la percezione della propria self-efficacy
e non rinforzi e punizioni
una persona con bassa autostima mette in moto un processo di attribuzione causale differente da una persona con alta
autostima.
BASSA AUTOSTIMA = attribuzione di avvenimenti negativi a cause esterne a sé, stabili nel tempo, dunque difficili da mutare, e appartenenti ad una condizione più generale (es. "ho fatto un errore nella partita di pallavolo perché non so giocare e sarò sempre una schiappa"
LOCUS OF CONTROL come venga percepito un evento
da un punto di vista affettivo e a chi viene attribuita la causa di tale evento
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CIRCOLO VIZIOSO: Attribuire il fallimento a cause che non si controllano decidere di non fare nulla per evitare il fallimento in situazioni successive, finisce per confermare la percezione di se stessi come poco competenti.
COSA FARE?
motivare sempre l'insuccesso (il compito o l'interrogazione insufficienti) non attribuendolo a cause esterne incontrollabili, programmando le diverse attività didattiche in modo da ottenere la massima prestazione e premiando non solo il risultato ma anche l'impegno
Le attese positive o negative dei docenti incidono moltissimo sul comportamento degli studenti
Gli studenti sono molto sensibili all'opinione che l'insegnante gli rimanda a livello verbale o non verbale
Pigmalione in classe di Rosenthal e Jacobson, ha dimostrato l'effetto delle attese dell'insegnante sull'apprendimento dello studente, fenomeno noto come : "profezia che si autorealizza".
Il termine sta ad indicare che, una volta che l'attesa si manifesta, le persone si comportano come se la convinzione
fosse reale. Comportandosi nel modo previsto, esse fanno realmente sì che le attese si realizzino.
L’importanza dello sguardo dell’altro
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Il fatto di essere stati etichettati in passato come pigri, svogliati, non abbastanza abili, ha un peso importante per
l'apprendimento futuro.
Avere voglia di studiare significa, oltre ad avere una motivazione per farlo saper attribuire un significato: - allo sforzo: è la capacità di guidare e canalizzare l'attenzione in
direzione di uno scopo;
- alla perseveranza: è la trasformazione di un desiderio in un progetto, è la conservazione della motivazione finché non è stato raggiunto l'obiettivo;
- alla resistenza: si manifesta di fronte agli ostacoli, agli imprevisti, agli insuccessi.
Il ragazzo che dice di non aver voglia di studiare, si pone e ci pone la seguente domanda:
a cosa serve lo studio?
Perché dovrei studiare?
l’insegnante deve proporre un senso al processo di apprendimento ristabilire un collegamento tra il sapere, le nozioni e la cultura
Come?
Avvicinare dei concetti astratti, lontani e distanti agli interessi concreti degli studenti.
Studenti e insegnanti devono elaborare insieme strategie per incontrarsi sul terreno
di quella specifica materia
Gli interessi degli studenti devono essere riattivati ed usati come risorse e agganci per apprendere nuove informazioni.
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COINVOLGERLI IL PIÙ POSSIBILE
nella vita di classe: Si possono dare delle responsabilità, (come custodire la chiave dell'armadio della biblioteca di classe, controllare che gli "avvisi" scolastici siano firmati..) per dare loro un certo “prestigio sociale” e per dimostrare la fiducia che si nutre, nell'abilità di eseguire un compito. Aiutare i ragazzi ad immaginare vie di uscita ed alternative favorevoli. durante la lezione: Per massimizzare la partecipazione in classe, si può utilizzare lo strumento del "brainstorming": una tecnica di gruppo che stimola e facilita la produzione di molte idee originali e insolite , le risorse di ogni studente sono così utilizzate, per creare situazioni più approfondite ed ampie di apprendimento. a fine lezione: l'insegnante può chiedere ai ragazzi di dare un punteggio di preferenza agli argomenti svolti: "Quali argomenti sono stati più interessanti per te? Puoi assegnare un punteggio da ... a... . Esprimi però. i motivi delle tue preferenze. Quali sono gli argomenti che hai trovato più difficili?"
Quale mandato? Con quali strumenti?
Condividere gli obiettivi con gli studenti, risignificare il percorso grazie all’ascolto e all’accoglienza Avvicinare al sapere attraverso la relazione, in cui diventa possibile l’incontro con ciò che è sconosciuto e incerto Alleanza scuola-famiglia-territorio: attivare la rete per aiutare l’adolescente verso una nuova integrazione del Sè
IN CONCLUSIONE …
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Io di risposte non ne ho… ma di domande ne ho quante ne vuoi
LABORATORIO
«Competenza» e «Relazione»
non in contraddizione tra di loro, ma strumento l’uno dell’altro
Basta poco per integrare gli aspetti relazionali
nella normale attività didattica
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GIOCHI DI PRESENTAZIONE (anche introdotti a partire da affermazioni sintetiche su di sé tipo Mi piace/ non mi piace; Ho paura di; Vorrei che ..) Destrutturazione aula Studenti ed Insegnanti camminano liberamente per l’aula, al cenno di chi conduce l’attività si fermano e si presentano alla persona che hanno di fronte uno alla volta, in modo che tutti possano ascoltare IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA Cartellone in classe su cui insegnanti e studenti possono scrivere ricordi e sensazioni del primo giorno di scuola. Si realizza insieme una mappa del vissuto, attraverso le somiglianze e le differenze
GIOCHI ROMPIGHIACCIO
LAVORARE SUL GRUPPO CLASSE
SOSTENERE IL SENSO ETICO: Gli insegnanti propongono di compilare insieme una LISTA DEI COMPORTAMENTI SCORRETTI IN CLASSE
Riflettere su ciò che è grave, meno grave… e sulle conseguenze delle azioni
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UNA RIFLESSIONE SULL’ACCOGLIENZA: Possiamo proporre e lavorare attraverso lo stimolo «in classe siamo accoglienti quando?» «Come ci accolgono i nostri insegnanti?» UNA RIFLESSIONE SULL’ESCLUSIONE: Proviamo a pensare come si può sentire una persona he è esclusa ed emarginata… può essere capitato ad ognuno di noi… «quando mi sento emarginato ed escluso…»
IMPARARE A RIPARARE: DALLA PUNIZIONE ALLA SANZIONE RIPARATIVA
Dopo aver costruito le regole condivise dalla classe, possiamo invitare i ragazzi a pensare insieme a quali sanzioni riparative dare a chi non rispetta le regole della classe «se uno di voi, violando le regole della nostra classe, ha creato malessere, cosa deve fare per calmarlo, neutralizzarlo?»
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Lavorare sulle emozioni
FACCIAMO LA LISTA DELLE EMOZIONI IN CLASSE: A partire da questo stimolo è possibile portare avanti una riflessione su le emozioni:
A cosa servono? Qual è la loro funzione biologica ed esistenziale?
Aiutiamo i ragazzi a riflettere sulle emozioni, che possono essere positive e negative, motivanti e demotivanti Ci informano sullo stato motivazionale del nostro comportamento, sulle nostre aspirazioni e sui nostri desideri
…Per riflettere insieme su come è possibile affrontare situazioni od emozioni difficili
Possiamo partire dalla visione e discussione di un film (ad es. Billy Elliot, il mio piede sinistro) Dalla lettura di un libro Dall’ ascolto di una canzone (ad es. Essere umano di M. Mengoni) e/o citare alcuni esempi più o meno famosi di persone che hanno fatto fronte alle loro difficoltà facendo dei punti di forza dei loro limiti (da Bebe Vio ad Einstein)
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Lavorare sulle rappresentazioni Io e l’altro
GIOCO DELLE SILHOUETTE: A) Fornire ad ogni allievo 2 silhouette di carta/ cartone neutre. Andranno compilate liberamente con l’indicazione La prima «Così come ti vedi» la seconda «così come vorresti essere» (potranno ridefinire la silhouette, il viso, il taglio di capelli, il colore, eventuali piercing e tatuaggi, l’espressione del viso) B) Creazione di 2 silhouette rappresentative finali della classe (sintesi di tutte quelle prodotte dalla classe, con l’opportunità di indirizzare il lavoro dell’insegnante esprimendo i propri desideri e le proprie soddisfazioni) C) Discussione sull’immagine di sé, prendendo spunto dalla rappresentazione dei ragazzi che ha portato alla creazione delle silhouette rappresentative.
D) Musica, cinema, storie diverse: la fatica di crescere (a partire dalla 3° media): Ognuno sceglie canzoni o film particolarmente significativi o che descrivano il loro modo di sentire proprio della preadolescenza e dell’adolescenza e porta foto per raccontare ciò che è. Si costruisce attraverso un collage di musica, filmati e foto un racconto del proprio passato e del proprio presente. E) I luoghi dell’approssimarsi, del rifiuto, del cuore: portano fotografie dei luoghi a loro più familiari che facilitano lo scambio e l’incontro o he al contrario rappresentino un modo per evitare lo scambio ed il confronto… ed ancora l modalità con cui sono soliti esprimere le proprie emozioni ( disegno, gesti, graffiti, poesie, ballo)
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Si possono ripetere le attività già effettuate ponendo come soggetto un adulto che il ragazzo conosce
(insegnante, genitore, amico)
… si otterrà in questo modo L’IDENTIKIT DELL’ADULTO nella rappresentazione dei ragazzi
(L’attività può essere accompagnata dalla visione collettiva di alcuni film,
ad es. «come te nessuno mai»; «fragole e sangue» e dalla drammatizzazione attraverso role playing della relazione tra adulti e
adolescenti)
METTERE IN COMUNICAZIONE I DUE MONDI