Iseo e Dintorni

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  • 8/15/2019 Iseo e Dintorni

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    Iseo è un piccolo centro

    d'Iseo con poco più di 9d una ventina di chiloil territorio iseano presfra il lago e la collina, fnell'habitat della RiservIseo è tra i paesi rivierorganizzazione urbananei secoli XV-XVIII, èdell’Ottocento.

    Le origini del paese siabitate fin dalla preistoarcheologico di struttunegli anni 1999-2000 lIl nome sembra peròall’epoca romana; lerendono senz’altro proè attestato dal rinveninella parte alta del pae

    La fortuna di Iseo nasdella Pieve, del porto-come il centro più impo

    ISEO

    turistico sulla sponda sud-orie

    .000 abitanti.etri a nord del capoluogo pronta le caratteristiche di un ama l'acqua e la terra, particolarma naturale Torbiere del Sebino.schi del lago che meglio ha comedievale che, solo parzialmervenuta quasi indenne fino a

    perdono nell’antichità: le sueia come è stato documentatoe dell’età del Bronzo (XIII secolngo la Via per Rovato.erivare dal culto alla dea Isiondizioni naturali, estremamabile l’esistenza di un vicus siento di pavimentazioni di une, risalenti al I secolo d. C. .

    e in epoca altomedievale quamercato e del Castello promrtante dell’area sebina.

    ntale del lago

    inciale Brescia,iente a cavalloente evidenti

    nservato la suante modificatal’ultimo scorcio

    sponde furonoal ritrovamentoa.C.) avvenuto

    e che rimandante favorevoli,nificativo comedomus o villa,

    do la presenzaovono l’abitato

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    Iseo fu circondato da diverse cerchie di mura: la più antica cingevaprobabilmente solo la collina sulla quale sorgeva il castello e la chiesadi S. Stefano (oggi Madonna della Neve), successivamente furonorealizzati altri due ampliamenti prima di giungere all’inizio del XIV

    secolo quando fu costruita la cinta muraria più ampia che andava acomprendere anche l’area della pieve, un tempo esterna al centroabitato. Al paese si accedeva attraverso tre porte: la porta del Camposulla Via per Rovato, la porta delle Mirolte, rivolta verso il monte, e laporta del Porciolo sulla Via per la riviera sebina e la Valle Canonica. Tra XII e XIV secolo il paese fu coinvolto nelle guerre con il Comune diBrescia e nelle dispute fra impero e papato vivendo momentidrammatici come nel caso dell’assedio e del saccheggio avvenuto il 28luglio 1161 da parte dell’esercito di Federico Barbarossa.

    Iseo conservò comunque un livello di ricchezza elevato tale daconsentire la realizzazione di edifici religiosi di grande qualità (pieve diS. Andrea e chiesa di S. Silvestro) e la diffusione di un’edilizia civile inpietra che ancora oggi si può riscontrare nelle contrade del Sombricoe del Campo.Nel contempo emersero vari esponenti della nobiltà locale tra i quali lafamiglia più rappresentativa e potente fu quella ghibellina dei DaIseo/Oldofredi che, alleata con la famiglia Federici della ValleCamonica, mantenne per vari secoli un controllo politico ed

    economico sia del paese che di larga parte del territorio sebino efranciacortino.Nel 1454 Venezia estese in modo stabile i suoi possedimenti alleprovincie bresciana e bergamasca, dominio che manterrà per circa tresecoli e mezzo. Il paese pur mantenendosi dentro le muratrecentesche rinnovò i propri edifici, soprattutto nella parte centraledell’odierna piazza Garibaldi, e lentamente conquistò terrenoedificabile sottraendolo al lago.Gli anni tra il 1820 ed il 1860 furono caratterizzati da una forte

    espansione economica: filande, opifici e concerie erano localizzatisulla sponda del lago per usufruire dell’acqua necessaria allelavorazioni manifatturiere e per la facilità di trasporto delle merciattraverso chiatte. Altra fonte di ricchezza per Iseo furono il porto, chevenne potenziato, ed il mercato che si svolgeva due volte allasettimana.Nel 1840 vennero demolite le porte medievali e, negli stessi anni,l’architetto Rodolfo Vantini realizzò il nuovo Palazzo dei Grani (oraMunicipio) e ristrutturò completamente l’interno della pieve di S.

    Andrea. A fine Ottocento fu costruita la linea ferroviaria Brescia-Iseoche venne collegata con il porto (l’attuale viale della Repubblica)attraverso la demolizione delle case medievali della contrada del

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    Campo. Dal secondo dopoguerra Iseo riprese la centralità economicanell’ambito del Basso Sebino soprattutto grazie alla riscoperta dellasua vocazione turistica.

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    L

    Il complesso fortificconservati di architettBrescia. Il Castello è din Iseo di questa nobVisconti ed agli ScaliVeneta.La sequenza storico-edi

    XII – XIII secoloIl corpo di fabbrica piùpiù visibile dall’esternpossono ammirare uniBiblioeca comunale.L’imponente strutturalato, muri spessi duedalla ase. La torre erisolato all’interno di un

    alcuna traccia. Le caruna datazione tra la finXIII – XIV secoloSul sito della fortificazimastio, fu eretto nel copianta rettangolare dida cortine rettilinee, diquadrangolare su basroccioso.

    Il Castello era circondaiva, ancora oggi visibicolmato, e vi si acce

    MERAVIGLIE DI ISEO

    CASTELLO OL  to rappresenta uno deglira militare basso-medievale detto tradizionalmente Oldofrediile famiglia di parte ghibellineri e acerrima avversaria d

    lizia

    antico è costituito da un grano, posto nell’ala meridionale,amente al primo piano dell’at

    pianta quadrata misura quaetri e altezza conservata di ci

    a quasi sicuramente un “mast  a palizzata difensiva della qual

    tteristiche formali della strutte dell’XI e l’inizio del XIII secolo

      ne più antica, di cui venne mso del XIII o del XIV secolo il n7 per 28 metri circa di lato. Esese ai quattro angoli da torri s

    scarpata, poggianti direttam

    to da un profondo fossato scave sui versanti sud e ovest se peva sia da nord sia da sud

    OFREDI

    sempi megliolla provincia diper la presenza, favorevole ailla Repubblica

    e torrione, noni cui resti si

    uale sede della

    i dieci metri dica dodici metriio” che sorgeva

    non è rimasta

    ra consentono.

    ntenuto solo iluovo Castello ao era costituitocudate a cannante sul banco

    ato nella rocciar parzialmenteattraverso due

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    ingressi con arco a sesto acuto nelle cui chiavi di volta era raffiguratal’arma dei Della Scala, potente famiglia veronese che nei primidecenni del Trecento dominò il Bresciano intessendo stretti rapportipolitici con gli Oldofredi e l’abitato di Iseo.

    Le caratteristiche strutturali e la netta separazione dall’abitatoidentificano la fortificazione quale vera e propria rocca, cioè unastruttura autonoma con funzioni prettamente belliche, concepitacome caposaldo strategico della difesa del territorio e come apparatodi controllo militare del corpo urbano.XV – XIX secoloQuando si affermò il dominio veneziano, il Castello di Iseo perse lasua importanza militare divenendo proprietà della famiglia Celeri;verso la fine del XVI secolo la sua manutenzione divenne un peso

    insostenibile anche per quest’ultima nobile stirpe e la cittadinanzaiseana chiese al Senato della Repubblica Veneta che l’immobile fossedonato ai frati francescani cappuccini.Nel 1585 il Castello fu adattato a convento e di questa nuovadestinazione si conservano il corpo a tre piani con portico e loggiasituato sul lato meridionale del cortile (databile attorno alla metà delXVII secolo) e la chiesa di S. Marco (iniziata probabilmente alla finedel XVI secolo e consacrata nel 1629), attualmente adibita a salacivica.

    Ai secoli XVII-XVIII sono attribuiti gli affreschi che decorano in varieparti le murature degli edifici: tra i maggiori si trovanoun’Annunciazione, posta nell’androne di ingresso, un grandecrocefisso nel cortile, nelle scale site in lato sud/est una “Madonnadella Misericordia” e un dipinto di S. Fedele da Sigmaringen.Nel 1797, in seguito agli editti napoleonici che confiscavano i benidegli enti religiosi, i frati furono costretti ad abbandonare il convento;il castello, divenuto proprietà privata, fu trasformato in appartamenti(destinazione che ancora oggi permane sui lati nord e ovest) mentre

    alla cortina meridionale della rocca fu addossata una filanda.Il complesso fu acquistato dal Comune di Iseo negli anni Sessanta delNovecento e da allora iniziarono le opere di recupero e restauro.

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    Situata al limite settecostituisce uno dei

    monumentali e per l’asttorno al sagrato, segcentro conduceva allaSebino, si raccolgono lGiovanni e la piccola c

    Pieve di S. Andrea

    La chiesa, secondo la tparte del VI secolo da

    insediata in epoca roalla metà del XII secl’imponente campanilcluniacense. Il campasuo interno, al primo pnicchie.Sulla destra del campGiacomo da Iseo, uomdegli Oldofredi.

    La chiesa plebana fuattuale è dovuta a Rocompletamente l’internL’interno, a tre navate,“S. Bernardino da SienGiuseppe Diotti (177composizione di France

    Chiesa di S. Giovanni

    REA SACRA DELLA PIEVE D

    trionale del centro storico, l’poli storici del paese per

    etto ancora oggi appartato e s  nato diagonalmente dall’anticaPorta del Porciolo e da questa

    chiesa plebana di S. Andrea,iesa di S. Silvestro.

    adizione, sarebbe stata fondatS. Vigilio, vescovo di Brescia,

    ana. Nei secoli VIII-IX divennlo venne inserito nella faccicentrale che denota infl

    ile, affiancato da due ali laterano, un oratorio con celle arric

    nile è collocata l’arca, a formo d’arme ghibellino capostipit

    ampliata e ristrutturata piùolfo Vantini che tra il 1826in stile neoclassico.contiene in particolare la cinqa” di Grazio Cossali, “Il pianto-1846) e “S. Michele Arca

    sco Hayez (1791-1882).

    S. ANDREA

    rea della Pievele emergenze

    ggestivo.strada che dalalla riviera della chiesa di S.

    nella secondasu un’area già

    Pieve. Intornota preesistenteenze di arte

    ali, conserva alhite da bifore e

    a di edicola, didella famiglia

    olte, la formail 1840 rifece

    uecentesca teladi S. Pietro” digelo” sublime

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    Edificio settecentesco,medievale di cui si cromaniche.L’interno è ad una nav

    Chiesa di S. Silvestro

    Edificata nel corso del’architettura originarialesene verticali, e nell’agronda, con eleganti arDal XV secolo divennenel corso del XVII-XVprospetto meridionale

    sempre ad uso della coll’interno sono conseaffreschi tardo quun’interessante esempi

    La piazza è stata, finche ancora oggi, neiavendo subìto numer

    sempre uno spazio liassolvere le funzioni civi era il “Broletto” con

    occidente si trova l’adalle fonti scritte per icorreva lungo le due fcavalieri ed eroi della tde Roland.

    ll’imbocco con via Mi

    famiglia Pontoglio, vi è(sec. XIV). La chiesa f

    sorge sul luogo del demonservano, murate in facciat

    ta, copertura a botte e profond

    l XIII secolo come cappellanella muratura settentrionale,side semicircolare, decorata, lhetti ciechi.sede della Disciplina della SaII secolo la chiesa venne sopvenne addossata una palazzi

    fraternita dei Disciplini.vate, lungo la muratura absttrocenteschi e, nel regidi “danza macabra”.

    PIAZZA GARIBALDI

    dall’antichità, sede di un impiorni di martedì e venerdì, asi interventi nel corso dei se

    ero dove svolgere le attivitàili di adunanza del popolo. In en’alta torre, sede delle autoritàntica “casa dei Palatini”, cosìciclo, oggi solo parzialmente

    cciate e che raffigura condottiadizione letteraria, soprattutto

    olte, di fronte alla torre (XIII s

    a trecentesca chiesetta di S. Medificata dalla famiglia degli

    lito battisteroa, tre formelle

    presbiterio.

    escovile, rivelacon monofore engo la linea di

    tissima Croce;raelevata ed ala a due piani

    dale, tracce ditro inferiore,

    rtante mercatoima Iseo. Pur

    coli, è rimasta

    i mercanzia epoca medievaledel Comune.hiamata ancheonservato, cheri del passato,della Chanson

    c.) che fu della

    ria del MercatoOldofredi, che

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    diede l’incarico ai frati del convento di S. Francesco di Iseo dicelebrarvi la Messa per la popolazione. All’interno vi sono affreschiche vanno dal XIV al XVIII secolo.In epoca veneta furono realizzati sul perimetro della piazza

    interessanti edifici (XVII-XVIII sec.) con piano terra porticato sucolonne in arenaria di Sarnico.Sul lato della piazza verso il lago nel 1833 fu costruito, su progettodell’architetto Rodolfo Vantini, il Palazzo dei Grani che comportò lademolizione di un intricato tessuto di case antiche costituite dafondaci e botteghe. Il nuovo palazzo ospitava la borsa del grano fino aquando, divenuto sede del Municipio, fu ingrandito demolendo lacinquecentesca chiesa di S. Rocco che sorgeva all’angolo con piazzaStatuto (1952).

    Al centro della piazza si trova il primo monumento dedicato in Italia aGiuseppe Garibaldi, scolpito da Pietro Bordini, per la prima volta nelmondo il condottiero non è raffigurato a cavallo. Fu inaugurato nel1883.

    CONVENTO DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

    Secondo la tradizione il fondatore del convento è S. Francesco d’Assisiil quale, di ritorno dall’Egitto, fermatosi a Iseo accetta in dono una

    piccola casa in una zona malsana vicino al lago, a nord del centroabitato, e la trasforma in una chiesetta. Intorno ad essa si articolò neltempo un convento dedicato a Santa Maria degli Angeli e denominatodella Madonna Nuova.Sempre secondo la tradizione il primitivo convento accolse anche ilpassaggio di S. Antonio da Padova. Il monastero è citato in alcunidocumenti del XIV secolo e ai frati francescani viene affidata dallafamiglia degli Oldofredi anche l’ufficiatura delle messe nella chiesettasignorile della Madonna del Mercato. Nel XV secolo viene spesso

    abbandonato a causa, probabilmente, delle cattive condizioniambientali che causano malattie e il Comune se ne lamentachiedendo al doge Francesco Foscari l’introduzione dei PadriOsservanti al posto dei Conventuali. La richiesta viene accolta nel1465 dal Generale dei Minori Francesco della Rovere, futuro papaSisto IV, il quale concede ad Amadeo Mendez de Silva ed ai suoiseguaci di stabilirsi nel convento. Sotto la guida del frate il monasteroviene ristrutturato e prende il nome di San Francesco. Nel 1510 papaPio V ordina l’unione degli amadeiti con i conventuali ed il convento

    rimane nuovamente abbandonato fino al 1569, anno in cui gliOsservanti vi si stabiliscono rimanendovi fino alla soppressioneveneta del 1771. I francescani vi ritornano nel 1783, ma nel 1798

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    sono costretti a chiudere definitivamente il convento in seguitoall’intervento di Napoleone. Nel 1841 il complesso viene trasformato inospedale, funzione che ha ancora oggi; i conseguenti lavori diristrutturazione ne hanno alterato in gran parte l’antico aspetto.

    Nella parte verso il lago sono ancora visibili il notevole chiostro conaffreschi dei secoli XV, XVI, XVII e ciò che resta della chiesaconventuale che conserva un soffitto ligneo seicentesco dipintoraffigurante S. Francesco sul carro di fuoco.

    ROCCA DI SAN GIORGIO E BUCA DEL QUAI

    Il Büs del Quai (buco della tana) è un vasto antro che si apre sul

    versante destro del monte Punta dell’Orto, vicino alla piccola frazionedi Covelo.La grotta è collegata attraverso percorsi sotterranei carsici al vastobacino delle Piane di S. Martino e, in occasione di piogge persistenti,riversa a valle un notevole flusso d’acqua.La cavità riveste una notevole importanza sotto il profilo storico-archeologico per aver restituito, soprattutto tra Otto e Novecento,reperti fittili e metallici, in parte attribuiti alla preistoria, in parte adetà gallica, altri all’epoca medievale, che mostrano una continuità

    insediativa straordinaria, da parte dell’uomo, attraverso le varieepoche.I reperti più antichi (media età del bronzo, XV-XIV secolo a.C.),rinvenuti sotto grossi massi di crollo della volta, sono costituiti daframmenti in ceramica grezza di scodelle ed uno spillone a capocchialeggermente conica in bronzo, probabilmente connessi a riti dipropiziazione delle acque.In epoca romana alla base della parete rocciosa transitavasicuramente un acquedotto che provenendo dalla sorgente perenne

    del Covelo si portava verso Iseo presumibilmente nella zona dellaPieve.In prossimità della direzione di uscita dell’acqua dalla grotta, sirintracciano delle murature e dei fori di alloggiamento di travi inlegno, forse di età medievale, che indicherebbero la presenza nelpassato di attrezzature atte a sfruttare l’energia idraulica. Altri fori silocalizzano soprattutto nella parte della cavità che si apre in alto asinistra rispetto all’ingresso che prefigurerebbero la presenzanell’ampia cavità di abitazioni pensili a graticcio in legno erette in

    epoca imprecisata per motivi di sicurezza o di difesa.

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    La grotta ha da semprtimore tanto che il pinvitava i contemporanSullo sperone di roc

    Giacomo Oldofredi fecestrada per la Val Tromdintorni: la rocca di S.La costruzione del mdall’iscrizione posta s1325, conservato sullache il primitivo nome“del Crocifisso”, nomecimitero. Il toponimo v

    enne posto dagli Oldinvocato come protettconsacrazione si trovaa san Giorgio e un dipicastello era già dirocca

    Prima che venissero deper far spazio al collegdel Campo si estendmedievale, che qui terNei pressi di vicolo Millsuo interno si aprivameridionale di accessosuo posto venne posatadegli edifici cui si appo

    ricordo del borgo msignificativi sono i resti

    suscitato negli abitanti del ludre cappuccino Fulgenzio Rii a non entrarvi.cia (località Bosine) sovrast

    erigere un castello che dovevia e segnalare eventuali movimiorgio della Corna.

    odesto ma panoramico castel sarcofago del feudatario stefacciata della Pieve di Iseo. L’isdella “fortissima rocca di Bosiproveniente dalla vicina chienne mutato poi in San Giorgio

    fredi sotto il patrocinio del Sre dalla famiglia stessa. A cano all’interno della chiesa unto murale che lo raffigurava.

    o e oggi vi rimangono solo rovi

     

    CONTRADA DEL CA

      molite alcune case appartenenmento della ferrovia con il pova dall’ultimo tratto della cinava a lago, fino all’attuale piefiori una torre si innalzava sola porta di Campo che port

    al paese. La porta venne demoliuna zoccolatura in marmo lunggiava. Le vie interne conserv

    dievale con portali e apertdelle mura lungo vicolo Millefi

    go un senso dialdi nel 1685

    nte la grotta,

    a sorvegliare laenti militari dei

    llo è ricordatasso, morto nelcrizione ricordae” era castelloetta dotata diperché il luogo

    anto guerriero,nferma di talealtare dedicatoel XVII secolo ile.

    PO

    i alla contrada,to, la contradarchia murariazza Garibaldi.ra le mura e alva alla stradata nel 1840 e alo il basamentono un discreto

    ure in pietra,ori e la torre di

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    XIII secolo oggi incorpoCampo.In epoca medievale lFornaci” per via dei

    dell’arte vetraia e, soprproduzione più fiorenticoli che scendevano

    direttamente sulla viadei loro forni si trovanodelle Scodelle, PortoPiazzolo Rampinelli, sapparteneva alla contrLa contrada ospitava g

    di Ebrei. Durante la pin uno dei vicoli della cnel Lazzaretto venivanofossa posta all’esternoMorotto”, la cui posizio

    Piazza Statuto, situataperiodo medievale un

    politica ed economica dL’andamento sinuosotorrente Cortelo chesfociava a lago in quesantiche mura del paeseia Pieve e via Cerca, dll’esterno di questa

    modeste costruzioni inpietra e mattoni; l’e

    inglobata nel paese in

    rata nella casa d’angolo fra vic

    contrada era conosciuta cumerosi forni in cui si lavo

    ttutto, per l’attività dei vasai cin Iseo. I forni si trovavanoa lago, mentre le bottegherincipale. Testimonianza dellenei vicoli Porto Oldofredi, delleappuccini, e nella casa che

    iazzo antistante casa Nulli chda.à nella prima metà del XV sec

    ste del Seicento il Lazzarettoontrada; gli appestati che nonsistemati in apposite baracch

    della cerchia delle mura, chiae esatta però non è stata ad og

    PIAZZA STATUTO E

    tra piazza Garibaldi e via Soimportante luogo signorile, c

    i Iseo.di via Sombrico indica l’anticrima di essere deviato nel pa zona. Lungo questa via scenche dal Piazzolo, luogo d’inconlimitavano a nord il paese.rima cerchia di mura si svillegno successivamente sostit

    pansione urbana verso sett

    orno all’anno Mille con un a

    lo Zuccoli e via

    l nome “delleavano prodotti

    he costituiva laall’interno deisi affacciavanocase dei vasai eStalle, Zuccoli,si trovava in

    e a quell’epoca

    olo una colonia

    enne sistematorovavano postocostruite nellaata “fossa del

    gi individuata.

    ARSENALE

    brico, era nelntro della vita

    o tracciato delercorso attualeevano anche letro delle attuali

    upparono delleite da case inntrione venne

    largamento del

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    perimetro difensivo lungo via Cavalli ed un successivo ampliamentorealizzato dagli Oldofredi nel primo quarto del XIV secolo.In piazza Statuto si trovano due palazzi di proprietà degli Oldofredi,per molti secoli la famiglia più influente di Iseo: il Palazzo della

    Quadra e l’Arsenale. Il palazzo della Quadra, probabilmenteduecentesco, fu rimodernato e decorato nel XV secolo; il prospettoverso la strada è del tardo XVI secolo. All’interno si conserva unsoffitto ligneo dipinto con stemmi e teste di figure umane. L’edificioche si articola intorno ad una corte interna era la sede del governodella Quadra durante il dominio della Repubblica Veneta e sede delComune agli inizi del XIX secolo, nel periodo di costruzione delPalazzo Vantini, attuale sede del Comune.Il palazzo dell’Arsenale si trova all’imbocco di via Sombrico. Venne

    edificato intorno al XIII secolo come un edificio a “tipologiacommerciale”, infatti la presenza di alcuni portali ravvicinati, aventi incomune lo stipite in pietra, che si aprono direttamente su viaSombrico, mostra la probabile destinazione a magazzino mercantileconnesso alla vicinanza del lago.Quasi sicuramente di proprietà della famiglia Oldofredi, nel XIV-XVsecolo l’edificio venne ristrutturato e trasformato nei piani superiori inresidenza. Il piano terra fu anche sede delle milizie locali da cui preseil nome di Arsenale. Passato nel 1619 sotto la proprietà comunale fu

    ridotto a magazzino. Tra il XVIII e il XIX secolo rimase inutilizzato,diventando, dopo la Restaurazione, carcere mandamentale, funzioneche assolse fino al 1980. Il ricordo della destinazione a prigione si hanel nome della via che costeggia a nord il fabbricato: “vicolo dellamalinconia” perché su di esso prospettavano le celle dei carcerati.Un attento restauro degli anni ottanta del Novecento ha riportatol’edificio all’aspetto originario mantenendo leggibili tutte letrasformazioni subite nel corso del tempo. In particolare è statoriportato in evidenza il portico di XIV secolo con archi a sesto acuto e

    la sovrastante loggia lignea.Attualmente ospita iniziative culturali.Sull’angolo tra piazza Statuto e piazza Garibaldi vi era la chiesa di S.Rocco risalente al sec. XVI, fu demolita nel XX secolo per ingrandiregli uffici comunali annessi a Palazzo Vantini. Tra via Sombrico e l’area sacra della pieve di S. Andrea è ancoradiscretamente conservato il quartiere medievale con vicoli, volti ededifici in pietra.

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    nticamente il portoprofonda in cui il lagoMercato. L’attuale confilago di terreno edificabi

    fin dagli inizi dell’epturistico nel XIX secoloLo stretto passaggioanticamente chiamatoeneziane ad un albe

    darsena medievale. IlPalazzo Vantini da unFulgenzio Rinaldi nelcastello di Iseo, cron

    “Torrazzo” della famigliIl porto è sempre statmercato, su cui si fonmerci, prodotti e personavigazione lacuale furamo della ferrovia Brfacilitare il carico delleIl porto e la piazza antiseano, Gabriele Ros

    storico. Il monumentoed inaugurato nel 191scultore Kalari perchémezzobusto del patriotspiazzo erboso e presela Fede, la Fermezza, lprigionia di GabrieleSpielberg durata tre an

    PORTO GABRI

    i presentava come una insenambiva il tratto di terra finalegurazione è dovuta alla continule operata

    ca moderna e alla costruzi.che collega piazza Garibaldivicolo della Galea” in ricordo dro che solcavano il lago eicolo della Galea divideva qupalazzo sorto dove un tempo

    suo Monimenti Historiali dell’ca iseana pubblicata nel 16

    Oldofredi, edificato a guardianel corso dei secoli il seconava tutta l’economia iseana pene con la Valle Camonica. L’iribadita tra Ottocento e Novecscia-Iseo si spingeva fino alerci.

    istante sono intitolate ad un i(Iseo, 1812-1897), patriota,

    a lui dedicato venne scolpito d. Ha subito restauri nel 1995n atto vandalico del 1991 lo asi erge sopra un piedistallo

    ta bassorilievi raffiguranti la Lio Studio. La scritta sul basaosa, durante la dominazionei a causa delle sue idee rivolu

    LE ROSA

    atura piuttostodella piazza dela sottrazione al

    ne dello scalo

    al porto eraelle grandi naviostavano nellaello che oggi è, ricorda Padrentico e nobile5, si ergeva il

    el porto.o polo, dopo ilr lo scambio diportanza della

    nto quando unorto al fine di

    signe cittadinopubblicista e

    Ettore Ferrariad opera delloeva mutilato. Ill centro di unoertà vittoriosa,ento ricorda laaustriaca, alloionarie.

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    NECROPOL

    Nel 1981 nell’area chestate riportate alla luce

    direzione Est-Ovest.Le tombe realizzateframmenti di embrici,per due tumuli la tiptradizione romana, meQueste ultime sono dquattro sono di tipo ancopertura formata da linumati, tutti adulti, e

    rivolto ad ovest. Reperthanno fornito la datazparticolare una fibbiaarbarica. La necropo

    numerosi cimiteri chaltomedievale. Le altredi S. Andrea, lungo lae in via Roma, fuori dal

    Pilzone si trova a Sutramontana dal monteautonoma, ma originaIseo. Già Comune neproprietà vescovili. Forche a lungo mantennedivenne feudo dei nob

    ella casa del XVII seconci a bugnato in pietellissima gronda mod

    ALTOMEDIEVALE DELLA BR

      conserva il toponimo medievaundici sepolture di varia tipol

    on materiali di recupero (laiottoli) mostravano una esecuzologia detta “la cappuccina”tre altre cinque sono invece delimitate da muretti legati contropoide (più larghe all’altezzastroni di pietra di medolo apperano deposti in posizione sup

    i rinvenuti all’interno e all’esteone della necropoli al VI e VIIi ferro di forma ellittica risultali della Breda è l’unica anc

    erano posti nei dintorniree cimiteriali erano localizzatetrada per il monte, via Cavonela porta medievale delle Mirolte

     

    PILZON

     

    -Ovest del torrente Vaglio edPunta dell’Orto. È frazione di Isiamente apparteneva al pagol 1280, nel XIV secolo vene era una delle corti della fail proprio potere su Iseo. In

    li Fenaroli qui possidenti di t

    olo, costruita in stile eneto,a di Sarnico e, nell’ala nobile,anata. Oltre ai Fenaroli si dis

    EDA

    e “breda” sonogia orientate in

    stre di pietra,ione sommaria;

    riferibile allal tipo “a cassa”.malta o terra,elle spalle) con

    na sbozzati. Glina con il capo

    no delle tombesecolo d.C., inrequente in etàra visibile deii Iseo in etàpresso la Pieve

    e via Bonomelli.

    E

    è sovrastato aeo e parrocchiae alla pieve die investito diiglia Oldofredi,seguito Pilzonerreni e di una

    con portale inna torretta coninsero nel XVII

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    secolo le famiglie Borrelli e Buffoli. Dal punto di vista amministrativoappartenne alla quadra di Iseo e rimase Comune autonomo fino al1928.Il centro storico è abbastanza compatto con vicoli che salgono lungo il

    versante; la maggior parte degli edifici è di tipo rurale, ma vi sonoanche case che denotano un certo tenore di vita con aperture munitedi cornici in pietra di Sarnico.Sul limite settentrionale del paese vi è la chiesa di S. Tommaso difondazione romanica; è documentata a partire dal XV secolo erestaurata più volte dal XVII secolo in poi. Dalla piazzetta di S. Tommaso inizia il percorso della via Valeriana che, attraverso lariviera del Sebino ed il passo della Croce di Zone, conduce a Pisogneed alla Valle Camonica.

    Quando la chiesetta di S. Tommaso si rivelò insufficiente a contenerela popolazione, la parrocchiale fu spostata in basso lungo la stradadel lago dove già esisteva una chiesa intitolata a S. Pietro, di probabilefondazione cluniacense. La nuova parrocchiale venne restaurata piùvolte a partire dal XVI secolo, l’attuale intitolazione è alla MadonnaAssunta ed ai santi Pietro e Paolo.Nella parte più elevata del paese parte anche un sentiero che,attraverso una ripida valletta, conduce ad un pianoro dove sorgeall’interno di un complesso rustico la chiesetta di S. Fermo (sec. XVII).

    Caratteristica è la torre campanaria che, isolata dagli edifici e sulciglio della parete rocciosa, risulta visibile da buona parte del lago.Di fronte al paese verso il lago si erge il Montecolo; un documento delX secolo cita una rocca che sorgeva sul colle, in località Pilzone,venduta dal vescovo di Cremona al figlio del conte Teutaldo, giàproprietario del versante settentrionale della collina. Sul pendio sud-occidentale della stessa si trovano delle cave per calce di pietraidraulica detta “Calce di Palazzolo” intensamente sfruttate dal XIXsecolo ma oggi non più in funzione.

    All’altezza di Covelo, a metà strada fra Iseo e Pilzone, sorge lapiccolissima penisola di Montecolino scelta agli inizi del XX secolocome base per una scuola di idroviazione attiva per tutta la I GuerraMondiale. Chiusa alla fine del 1918 venne riaperta nel 1930 comebase di prova dell’idrovolante Caproni 97; la Caproni vi tenne unostabilimento per la fabbricazione di idrovolanti fino al 1943 e usò ilbacino antistante per le prove d’immersione dei ”mini-sommergibili” eper l’addestramento degli equipaggi. I piccoli natanti, riconvertiti inmezzi d’assalto, facevano parte di un progetto per attaccare New York

    e il porto di Freetown in Sierra Leone, sede di un acquartieramentodella flotta inglese, progetto sfumato con l’armistizio del 1943. Isommergibili rimasero a Montecolino fino alla fine della guerra e nella

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    fabbrica trovò posto l’MAS.Lungo la strada del lagprimo è costituito dall’e

    1848 la prima bandiseconda è costituita d“Araba Fenice” che osChurchill.

    Clusane, il cui toponiper la sua favorevoleinsediamenti a lago, c

    presenza dei Romani, dL’ambiente naturale,ecosistema ricchissimoinsediate ai bordi del luna diversificata offertdimostrano le punte diquesta zona.Il nome di Clusaneparticolarmente impor

    dedica a Giove, ora conuna villa romana soparamento in pietra,semicircolare affiancatciechi. Il vasellame rinhanno consentito di daIn età longobarda, in qdel monastero di santaNel 1093 alcuni nobili

    enedettino di Cluny lesistente nel castellonell’antico castrum s

    fficina Meccanica di Precisio

    si incontrano anche due edifix-casa Negrinelli (XIX secolo) d

    ra tricolore della rivolta risl complesso in stile Liberty aditò nel 1944 l’illustre statista i

    CLUSAN

     o potrebbe derivare da Clodiu

      posizione può definirsi unon tracce di attività palafitticol

    ei Longobardi e dei monaci di C  ominato da lamette e cannetidi vita che permetteva alle comago fin dal paleolitico, di avere

    alimentare (caccia, pesca, pifreccia e i tanti reperti archeo

    è rintracciabile in trediciante fu il ritrovamento di

    servata al museo Maffeiano dio ancora visibili sul lungosono riconoscibili una nicsu entrambi i lati da una s

    enuto durante scavi archeologiare l’edificio al I-II secolo d.C..esto tratto di lago, vi erano le

    Giulia di Brescia.di stirpe longobarda donaron

    cappella dedicata ai santi Geri “Clixano”. I monaci francesil promontorio, dove ora si t

    e della Decima

    i significativi: ilve sventolò nel

    rgimentale, labito ad albergonglese Winston

    s o da Chiusa,ei più antichi, con la sicura

    luny., costituiva ununità primitive,a disposizione

    coli orti), comelogici trovati in

    apidi romane;na lapide con

    erona. Resti diago dove, sulchia a piantaerie di archettici di emergenza

    iserve di pesca

    al monastero

    asio e Protasiosi insediaronoova la “chiesa

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    vecchia” e lì fondarono un priorato. Furono probabilmente i monaci adare impulso alla bonifica dei terreni paludosi di questa zona e araccogliere contadini e pescatori intorno al piccolo monastero: daquelle comunità si svilupparono poi nei secoli successivi la Vicinìa ed

    il Comune.Il paese dunque si costituì attorno all’antico castrum cheracchiudeva, oltre alla chiesa, il primo nucleo di case. Nel XIV secolo,sulla propaggine occidentale del dosso ed all’esterno del borgofortificato, fu edificato dagli Ysei un castello residenziale (detto delCarmagnola) mentre fuori dalle mura, a diretto contatto con il lago, viera il piccolo porto con affacciate le abitazioni dei pescatori.Il catastico di Giovanni da Lezze (1610), segnala a Clusane il castellocircondato da mura e ponte levatoio, con bellissime case di proprietà

    dei nobili bresciani, Sala, Maggi, Coradelli, e due mulini in prossimitàdel lago. A quell’epoca e fino alla fine dell’Ottocento gli abitanti eranoquasi tutti pescatori, nel 1906 venne aperto sulla riva del lagol’opificio della filanda Pirola, che occupava quasi tutte le donne delpaese.Il centro di Clusane fu Comune autonomo fino al 1927, mentre oggi èfrazione di Iseo. La fisionomia del centro abitato cambiò radicalmentenei primi anni del Novecento in seguito alla costruzione della stradaprincipale Iseo-Paratico e all’affermarsi di nuove forme economiche

    che trasformarono i pescatori in ristoratori. Il cambiamento fu dovutoproprio alla capacità di cucinare il pesce di lago, in particolare latinca. Una forte espansione urbanistica si sviluppò sia lungo la stradaprovinciale, sia nella parte verso la collina, dove vennero costruitigran parte dei ristoranti. A lago rimasero evidenti i segni della lunga,importante e particolare storia legata alla pesca fatta soprattutto inacque basse, con antichi strumenti come la fiocina, l’arma più anticacon cui si praticava l’attività venatoria sulla terra ferma e quiimpiegata, forse per la prima volta nell’acqua: “il furù”. Altri

    interessanti sistemi di pesca si erano sviluppati in questo tratto dilago, come “i légner”, “le fascine”, “le pescaie”, il “rét”, oggi in disuso.A Clusane si possono ancora vedere utilizzate vari tipi di nasse comei caratteristici bertavelli, tamburelli e la “parỏla”, una delle tre grandimonumentali pentole dove si tingevano con le bucce di castagne lereti. La zona lacustre di fronte al paese è denominata “Foppa diClusane” e costituisce il regno della tinca, pesce di acque basse.Quando i pescatori cominciarono a cucinare, nelle prime osterie delpaese la tinca al forno, ripiena di pane e servita con la polenta, fu

    subito un successo turistico e Clusane diventò “Il paese della tinca alforno”.

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    CASTELLO CARMAGNOLA

    Il castello di Clusane sorge sul promontorio posto a ovest della parte

    antica del paese e domina tutta la zona sud del lago. Si presenta comeun grande e massiccio edificio fortificato, a pianta quadrata concortile interno; intorno alle mura si nota il profondo fossato difensivocon caratteristici ponti ad arcata in pietra che lo scavalcano.Le entrate alla rocca erano due: una sul lato orientale e l’altra suquello occidentale dove esisteva il ponte levatoio e le torrette diavamposto oggi completamente scomparsi. Pochi sono i documentiche trattano dell’origine di questo particolare “palazzo-castello”: laprima struttura viene attribuita agli Ysei (Oldofredi), feudatari della

    zona, i quali costruirono questo edificio nel quattordicesimo secoloforse all’interno di un castrum altomedioevale fortificatoappartenente, nell’XI secolo, alla famiglia longobarda dei Mozzi.I documenti attestano che nel 1412 la proprietà era passata aiMalatesta e successivamente, nel 1427, alla Repubblica Veneta inseguito alla confisca dei beni degli Oldofredi. L’imponente costruzionefu donata l’anno seguente a Francesco di Bussone detto ilCarmagnola per i servizi prestati quale comandante di tutto l’esercitodella terraferma. Il grande condottiero divenne signore del castello

    solo per quattro anni, poiché nel 1432, ritenuto un traditore daiveneziani, fu giustiziato in piazza San Marco a Venezia e i suoi benivenduti ai privati.Il castello di Clusane fu acquistato successivamente dalla nobilefamiglia bresciana dei Sala, che intraprese subito lavori di modificaper trasformarlo in residenza secondo i modelli rinascimentali. Venneaperta sulla facciata orientale una loggetta con 14 campate sostenuteda colonnine di pietra e affrescata la fascia che corre lungo ilsottotetto, mentre non rimane alcun segno dello stemma in pietra

    della famiglia Sala, segnalato sui testi ottocenteschi.Modifiche risalenti al XVI secolo sono evidenti anche nella parteinterna del cortile con pozzo, porticato e loggia. Attraverso varimatrimoni il castello venne poi suddiviso in dote fra varie casate. Nel1641 sono proprietarie le famiglie Soncini, Maggi, Coradelli e Lana.Ogni famiglia riadattò alle sue esigenze la parte abitativa e simodificarono così molte importanti caratteristiche di improntamilitare dell’edificio.

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    CLUSANE, CENTRO STORICO

    Via della chiesa vecchia, via Molino, Via Castello e Via Pontaracchiudono il sito originario di Clusane. Il primo documento storico

    che lo riguarda è l’atto di donazione al monastero di Cluny da partedei fratelli longobardi Aliprandus e Albertus, appartenenti allafamiglia longobarda dei Mozzi; il documento, datato 12 luglio 1093,parla di una cappella, “quae edificata est in castro de loco Clixano etest consacrata in honore Sanctorum Gervasii et Protasii” e di tutte lecase “fondi, decime, livelli pertinenti alla dotazione della dettaporzione” di proprietà.In questa zona del paese è ancora possibile vedere le tante traccedell’antico castrum: l’arco in pietra su via della chiesa vecchia, a

    protezione della parte più elevata dell’insediamento, e la porta conantiporta su via Molino dove vi sono anche tratti di mura e basamentidi case medievali. Nel 1144 la chiesa di “S. Gervasii de Clusanis” èsegnalata in quanto pagava un censo alla pieve di Iseo mentre nel1275, a causa delle difficoltà di mantenimento autonomo, il prioratocluniacense “Cluzanum de Clusanis di Clusanes” venne affidato alvicino monastero di Provaglio. Nel XIV secolo prese avvio laparrocchia, segnalata nel catalogo delle chiese nel 1410. Nel XVIsecolo il rettore della parrocchia è Lancellotto Sala della famiglia

    feudataria del castello Carmagnola mentre nel 1517 il padreOrlandino Sala obbligava i suoi eredi a costruire un’altra chiesa inonore di S. Rocco nella zona della “Ponta”, con una casetta attigua peril cappellano che doveva celebrare ogni giorno la messa per l’animadel fondatore e dei suoi eredi.Con il passare dei secoli e l’aumento degli abitanti l’antica parrocchiasi modificò, la chiesa fu gradualmente ingrandita fino all’Ottocentoquando furono aggiunte le due navate laterali. Il definitivo abbandonodella chiesa vecchia avvenne nel 1935 in seguito al completamento

    delle opere della nuova parrocchiale dedicata a Cristo Re. L’anticoedificio sacro è oggi completamente restaurato e adibito adAuditorium.In via Molino appena fuori dalle mura sono da segnalare laseicentesca villa Mondella e la settecentesca villa Baroni. Negli anni‘90 venne chiuso il mulino moderno che si trovava su questa via doveprobabilmente erano localizzati anche quelli segnalati nel Seicento.Sul lungolago sottostante vi sono resti di archi di età romana ebasamenti di case medievali.

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    CREMIGNANE

    Cremignane è una piccola frazione del Comune di Iseo situata su unacollina distante circa tre km in direzione Sud-Ovest. Tale collina è un

    raro esempio di un antichissimo conglomerato d’origine fluvialesolcato e lisciato dal ghiacciaio dell’era quaternaria.Il nome Cremignane deriva forse da Grémegn o greben, cioè luogomolto umido o terra arida e sterile. Il toponimo lascia intuire come lazona dovesse essere boscosa e acquitrinosa, tanto da essereconsiderata nel Medioevo una riserva di caccia e di pesca.Nell’alto Medioevo era abitato da una piccola comunità e undocumento del 790 ricorda il nome di un monaco ribelle, Ardosino,specificandone la provenienza da Cremignane.Nel secolo XI i cluniacensi stabilirono qui un priorato che era sotto ledirette dipendenze del papato: infatti nel libro censorio della ChiesaRomana compilato agli inizi del XIII secolo dal cardinale CencioSavelli, futuro Papa Onorio III, compare la chiesa di S. Pietro diCremignane come una delle chiese bresciane dipendenti direttamentedalla Santa Sede.

    Dal punto di vista ecclesiastico però dipendeva ancora dalla Pieve diIseo, la quale vi inviava sacerdoti officianti. Con il declino del priorato,nel XII secolo, i beni della chiesa passarono alla Pieve di Iseo e poiinglobati nelle proprietà della famiglia Coradelli che edificò accantoalla chiesa un castello, del quale non rimane alcuna traccia.La chiesa è anche detta S. Pietro della Lama per la vicinanza delletorbiere e degli acquitrini che lambivano il paese. Inizialmentel’edificio religioso consisteva in una piccola cappella edificata, secondo

    padre Fulgenzio Rinaldi, autore nel 1685 dei Monimenti Historialidell’antico e nobile castello di Iseo, negli stessi anni della costruzionedi S. Andrea di Iseo (inizi VI secolo).Un edificio di culto di dimensioni probabilmente più consistenti venneedificato fra il XV e il XVI secolo. Padre Fulgenzio Rinaldi ricorda cheintorno all’altare vi era affrescata una Ultima Cena commissionata daBartolino di Pietro de Stefanina nel 1512 e che un altro affresco del1574 adornava la chiesa, una Madonna di S. Luca commissionata da

    Berardo di Facino delle Donne. Alcuni lacerti di dipinti murali dellastessa epoca si possono ancora vedere visitando la chiesa. Il frate

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    menziona inoltre la funzione di cimitero, assunta dalla chiesa fra il1584 e il 1627, per gli abitanti del borgo.L’attuale chiesa venne riedificata, come ricorda una lapide, nel 1750su un’area della Pieve di Iseo. L’unico altare conserva una pala datata

    1729 e firmata da Antonio Paglia raffigurante una Madonna colBambino e S. Pietro. La chiesa venne adornata nel XIX secolo constucchi e affreschi di Teosa (l’Assunta della cupola del presbiterio) eSanto Cattaneo (Santi Andrea Apostolo, Giovanni Battista, Francescod’assisi, Giacomo Apostolo nei peducci della suddetta volta). Fuampliata agli inizi del XX secolo e la decorazione venne continuata dalbergamasco Pietro Servalli allievo del Loverini con l’affresco La pescamiracolosa nella cupola della navata. La decorazione è statacompletata nel 1945 da Pietro Muzio Compagnoni e figlio. Laconsacrazione dell’edificio è avvenuta nel 1963.