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IL CALITRANO ANNO XXXII - NUMERO 49 (nuova serie) GENNAIO-APRILE 2012 CENTRO STUDI CALITRANI Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV) www .ilcalitrano .it IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1 ISSN 1720-5638

ISSN 1720-5638 IL CALITRANO serie/IL_CALITRANO_49.pdf · Michele Angelo Pontillo di Maria Teresa e Gaetano Pontillo 5 Requisizione quadrupedi di Mario Cestone 6 ... si è brillantemente

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IL CALITRANOANNO XXXII - NUMERO 49 (nuova serie) GENNAIO-APRILE 2012

CENTRO STUDI CALITRANIVia Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV)

www.ilcalitrano.it

IL CALITRANOperiodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1

ISSN 1720-5638

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IL CALITRANOANNO XXXI - N. 49 n.s.

Periodico quadrimestraledi ambiente - dialetto - storia e tradizioni

dell’Associazione Culturale “Caletra”

Fondato nel 1981

Sito Internet:www.ilcalitrano.it

E-mail:[email protected]

Creato e aggiornato gratuitamenteda ITACA www.itacamedia.it

DirettoreMartina Salvante

Direttore ResponsabileA. Raffaele Salvante

SegreteriaMichela Salvante

Direzione, Redazione,Amministrazione

83045 Calitri (AV) - Via Pietro Nenni, 1Tel. 328 1756103

Poste Italiane S.p.A. Spedizione inabbonamento postale 70% DCB Firenze 1

C. C. P. n. 11384500

La collaborazione è aperta a tutti,ma in nessun caso instaura un rapporto

di lavoro ed è sempre da intendersia titolo di volontariato.

I lavori pubblicati riflettono il pensierodei singoli autori, i quali se ne

assumono le responsabilità di frontealla legge.

Il giornale viene diffuso gratuitamente.Attività editoriale di natura non

commerciale nei sensi previsti dall’art. 4del DPR 16.10.1972 n. 633e successive modificazioni.

Le spese di stampa e postali sonocoperte dalla solidarietà dei lettori.

Stampa: Polistampa - Firenze

Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981del Tribunale di Firenze

Il Foro competente per ogni controversiaè quello di Firenze.

Accrediti su c/c postale n. 11384500 in-testato a “IL CALITRANO” - Calitri oppurec/c bancario 61943/00 intestato a Sal-vante A. Raffaele c/o Sede Centrale dellaCassa di Risparmio di Firenze Spa - ViaBufalini, 6 - 50122 Firenze - IBAN IT37D061 6002 8000 0006 1943 C00 -SWIFT CRFI IT 3F XXX (dall’estero)

Chiuso in stampa il 10 marzo 2012

IN COPERTINA:

Calitri, febbraio 2012.Un’immagine della straordinaria nevicata cheha incantato la vita calitrana per circa duesettimane. Con immensa meraviglia e stupo-re, i giovani si sono riscoperti a fare “lo sciula-sciula”, molti si sono riversati nelle strade perammirare il paesaggio, adulti e bambini inten-ti a fare enormi pupazzi di neve, un gruppo divolontari ha contribuito a liberare i vicoli delcentro storico dalla coltre di neve e a portaredei viveri. Un evento simile non accadeva davari decenni.

(foto Michele Cicoira)

IN QUESTO NUMERO

Nell’oggi il domanidi A. Raffaele Salvante 3

Calitri sfida Milanoa colpi di panettonedi Massimiliano Finamore 4

PersonaggiMichele Angelo Pontillodi Maria Teresa e Gaetano Pontillo 5

Requisizione quadrupedidi Mario Cestone 6

I nostri nuovi abitantidella dott.ssa Valeria Capossela 6

Storia e memoria dimenticatadi Michele Di Milia 7

La coscienza lavatadel dott. Marco Bozza 8

Ricordare per capiredel prof. Gerardo Melaccio 9

Estetica: paesaggi, ritrattie astrattismodi Francesco Roselli 18

Campagna di Guerrasul fronte russodi Francesco Cialeoa cura di Gerardo Melaccio 19

DIALETTO E CULTURA POPOLARE 20

LA NOSTRA BIBLIOTECA 20

SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21

MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22

REQUIESCANT IN PACE 23

AUGURI PER LASANTA PASQUA

2012

Monticchio Bagni(PZ) 29.09.1954partita di calcio

Calitri-Monticchio(5-3). In piedi dasinistra: VincenzoZarrilli (r’ss’lieggh’),Vittorio Melaccio

(u’ t’nend’),Mario Cicoira

(u’ pacc’),Erberto Galgano

col berretto(u’ brattiell’), ?,

Angelo Maffuccicol cappello

(m’scion’), dietroNicola Savanella e

Raffaele Cerreta(bb’gliardier’) con

occhiali da sole, ?.A terra

da sinistra:Antonio Galgano

(zucquaron’),Antonio Zarrilli

(u’ mafius’), VittorioMastronicola

(cravattin’), VincenzoVallario (b’llin’).

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N. 49 n.s.– Gennaio-Aprile 2012 IL CALITRANO

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Ogni cittadino, senza alcuna di-stinzione, è un dono prezioso

per la società in cui vive ed opera,intesa quale luogo di dialogo, dicoesione e di ascolto, in cui cia-scuno si sente valorizzato nelleproprie potenzialità e ricchezze in-teriori ed impari a conoscere, ri-spettare ed amare gli altri fratelli.In un mondo come il nostro, doveil valore della persona, della suadignità e dei suoi diritti – al di ladelle proclamazioni di intenti – èseriamente minacciato dalla diffusatendenza a ricorrere quasi esclusi-vamente ai criteri dell’utilità, del-l’avere e del profitto, il retto usodella libertà è veramente centralenella promozione della giustizia edella pace, e richiede il rispetto perse stessi e per l’altro, anche se lon-tano dal proprio modo di essere edi vivere.La fiducia reciproca, la capacità ditessere un dialogo costruttivo, lapossibilità del perdono, che spessosi vorrebbe ottenere ma che si fafatica a concedere, la carità reci-proca, la compassione nei con-fronti dei più deboli, come pure ladisponibilità a mettersi al serviziodei bisogni del fratello, sono i re-quisiti senza i quali pace e giusti-zia rimangono parole vuote.La pace è frutto della giustizia edeffetto della carità; ma la pace non

è soltanto dono da ricevere, bensìopera da costruire giorno per gior-no, mattone su mattone, con perse-veranza, fedeltà, costanza, umiltàe dedizione.La libertà, poi, è un valore prezio-so, ma molto delicato, perché puòessere facilmente frainteso o peg-gio, usato male quando diventacentro di coagulo di tutti gli istintiparticolaristici e perfino dell’istin-to di potenza.L’attuale difficile crisi economicae i gravi limiti del sistema finan-ziario che ha dato a molti l’illu-sione di poter guadagnare senzaimpresa e senza lavoro, si sommaalla frattura tra le generazioni, trachi gode di un posto di lavoro echi è precario, ci devono impegna-re – responsabilmente – ad affron-tare le difficoltà e le opportunitàdel tempo presente che vanno lettein positivo con le acquisite espe-rienze di riscatto e di maturazionedelle coscienze.La sostenibilità dello sviluppo èper la comunità, non a prescindereda essa; ecco perché essere citta-dini significa uscire dall’anonima-to e stare nella comunità per nondare corpo ai fantasmi, alle paureche ci relegano ai margini dellacomunità, mentre dobbiamo cer-care ed accettare i rapporti con glialtri, i mutui doveri, il colloquio

con gli altri, nella certezza che so-lo così l’uomo cresce in tutte lesue doti, necessarie ad un’autenti-ca vita sociale.Una cittadinanza che ci da il dirit-to ad abitare la Città, a parteciparealla sua “costruzione”, a contri-buire alla sua cultura, a costruiredemocraticamente il suo futuro.Ovviamente, non parliamo di qua-quaraqua, ma parliamo di uominicapaci e volenterosi di fronte alleresponsabilità che da tutto questoscaturiscono e che non rifiutano,anzi condividono, doveri umani,rispetto delle regole democratichee tensione al bene comune dell’in-tera comunità umana.Le migliori intenzioni non sonosufficienti per creare un mondomigliore.A Noi presenti oggi in questa co-munità spetta il dovere di costruirele fondamenta di una società ca-pace di dare risposte coerenti, or-ganiche, semplici. Ogni comunità,come un qualsiasi edificio, ha bi-sogno di solide fondamenta – sullaroccia – per le inevitabili tempestedella vita. Siamo chiamati a gestida realizzare nella totale discre-zione, nell’operosità e lontano dal-le ribalte, dai pulpiti e dalle incon-cludenti ritualità accademiche.

A. Raffaele Salvante

DOBBIAMO IMPARARE AD ESSERE UOMINI DIVERSAMENTE

NELL’OGGI IL DOMANISe non scegliamo il modo evangelico di esistere, allora la comunità non diventa lievito della storia,

ma semplicemente la nicchia del nostro egoismo.

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Panettone all’olio extraverginedi oliva

Dal prestigio della ceramica calitrana,alle famose “cannazze” servite conragù e formaggio, si passa alla tradi-zione casearia per arrivare all’arte delpanettone. In sintesi ecco uno spaccatogastronomico-artigianale che arriva dalcomune di Calitri in provincia di Avel-lino, dove oltre alla lavorazione dellaceramica, ai deliziosi “cingul” e “can-nazze”, alla grande esportazione di ca-ciocavalli irpini stagionati nelle famosegrotte di tufo, da qualche anno si vaaffermando l’arte pasticciera del panet-tone calitrano. A rappresentare questanobile arte del panettone fortemente le-gata ai milanesi, due pasticcieri su tutti:Francesco Pastore per Idee Golose eGerardino Antonio Zabatta per laomonima premiata pasticceria. En-trambi, in occasione delle festività na-talizie appena trascorse, hanno delizia-to i palati più esigenti accorsi a Calitriprincipalmente per il panettone. Per ipiù fortunati, residenti ed emigrati rien-trati a Natale, l’approvvigionamentodel delizioso manufatto di canditi non èstato difficile. Diversa la condizioneper chi, invece, venendo da fuori pro-vincia o regione e soprattutto dalla Pu-glia, ha dovuto accontentarsi dellequantità disponibili. Il panettone cali-trano, infatti, si rivolge ad un mercatodi nicchia con produzioni artigianalidai numeri contenuti, che consentonoun attento e rigoroso rispetto del tradi-zionale clichè, mantenendo inalteratigli standard qualitativi e le caratteristi-che tipiche del dolce natalizio made inIrpinia. Nonostante la minima produ-zione, i maestri del dolce forno calitra-no, hanno sfornato un vasto assorti-mento di panettoni e pandoro: dal clas-sico a quello di sola uvetta di Zabatta,al nuovo panettone ideato dallo staff

delle “Idee Golose” egregiamente di-retto dal pasticciere qualificato, Fran-cesco Pastore. Si tratta del panettoneall’olio extravergine di oliva, realizzatocon le pregiate olive di Calitri, e conprodotti di prima scelta, fatti arrivareappositamente da diverse parti d’Euro-pa, che completa la ricca gamma di pa-nettoni e pandori. Integrale miele ecanditi, al cioccolato, mandorlato eclassico, pandoro al kamut e farro,classico e sfogliato. Infatti, ci spiega ilgiovane pasticciere Pastore, “… perraggiungere e garantire uno standardqualitativo su una produzione costantee soprattutto per mantenerlo nel corsonel corso degli anni, è indispensabileutilizzare i prodotti giusti, di primissi-ma qualità senza accontentarsi di ado-perare un ingrediente anziché l’altrosolo perché vi è difficoltà nel reperirlooppure perché presenta dei costi eleva-ti. Personalmente – continua France-sco – io non accetto compromessi circagli ingredienti e le procedure di prepa-razione. Pur valorizzando i prodotti delnostro territorio, laddove ho necessitàdi caratteristiche particolari introvabiliin loco, mi rivolgo altrove. Infatti, ilburro per i panettoni arriva dal Belgio,altre sostanze dalla Francia, l’olio, ov-viamente è tipicamente locale”.“Questi ingredienti – conclude il pa-sticciere di Calitri – unitamente ad unamatrice di lievito davvero curata conamore, passione e competenza, sonotra gli elementi principali che ci con-sentono di sfornare un panettone a lie-vitazione naturale davvero eccellente”.Un’altra risorsa nascosta che offrel’antica terra d’Irpinia, e alla quale leistituzioni e soprattutto l’Ente Fiera,che promuove le eccellenze locali, do-vrebbero puntare con maggiore atten-zione, creando un giusto connubio frafiliera enogastronomica, artigianale eturistica.

IL CALITRANO N. 49 n.s.– Gennaio-Aprile 2012

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CALITRI SFIDA MILANOA COLPI DI PANETTONE

Una tradizione poco valorizzatama in grado di sformare panettoni di primissima qualità.

di Massimiliano Finamore

LAUREA

Il 13 luglio 2011 pressol’Università degli Studi di Milanosi è brillantemente laureata in

Farmacia con 110 e lode lasignorina

Chiara RUBINO

Discutendo la tesi “Il modello invitro delle neuro sfere per la

valutazione della neuro genesi delcervello adulto: ruolo del sistema

purinergico”con la chiar.ma Prof.ssa Maria Pia

Abbracchio. È certamentemotivo di grande orgoglio per igenitori, le sorelle Benedetta ed

Alessandra, per la nonnaVincenza Araneo, per gli zii

Donato e Giovanna.Alla neo laureata gli auguri più

sentiti di tutti i parenti, gli amicie della Redazione.

Un involontario disguido– sul numero precedente –

aveva attribuito alla dott.ssa Rubinoil nome di Laura, al posto di Chiara.

Ci scusiamo con l’interessata e con i lettori.

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Michele Pontillo nacque il31/10/1924 a Rivello, un pic-colo paese della provincia diPotenza ai confini con la Ca-labria, da Gaetano e da Tere-sa Buoncristiani, coniugato aPompei il 30 luglio 1951 conla dott.ssa Teresa Maroni (na-ta a Bitetto - BA, il 31 dicem-bre 1922 da Giuseppe e daAnna La Penna) con la qualeha avuto due figli Maria Te-resa, residente a Foggia eGaetano attuale farmacista aCalitri.Ultimo figlio di unanumerosa e modesta famigliacome tante in quegli anni dif-ficili, subito orfano del padre,ebbe la possibilità di studiaregrazie ai sacrifici dei fratellimaggiori. Divenuto maestroelementare, per alcuni anniinsegnò in sperdute scuole dicampagna, condividendo coni suoi alunni la povertà e i di-sagi del vivere quotidiano deiprimi anni del dopoguerra.Alla fine degli anni ’40 si sta-bilì a Montemurro (Pz), do-ve conobbe la moglie Teresa,che vi lavorava come farma-cista. Qui, oltre a dedicarsicon coscienza al suo lavoro di inse-gnante, cominciò a profondere le sueenergie in quella che fu la grande pas-sione della sua vita: il calcio.Nel 1953 si trasferì con la moglie a Pe-scopagano (Pz) dove, grazie al suo ca-rattere estroverso, al suo amore per l’in-segnamento e alla passione sportiva,riuscì subito ad inserirsi nel tessuto so-ciale del paese. Infatti, solo due annidopo, nel 1955, era già in prima filanella dirigenza che portò la squadra lo-cale alla IV serie (l’equivalente dell’o-dierna C2), che per un paese così pic-colo e così periferico era un traguardoinimmaginabile, soprattutto in queglianni. Da allora, varie generazioni di ra-gazzini pescopaganesi lo ebbero comemaestro prima, come Presidente poi.Nel 1971 fu chiamato come ammini-stratore della Banca Popolare di Pe-scopagano, che, da traino economico

della comunità negli anni ’50 e ’60,stava conoscendo momenti bui. Nono-stante la complessità della vicenda,partecipò in prima persona al risana-mento ed al rinnovamento della politi-ca economica della banca, diventando-ne poco dopo il vice-presidente, caricache conservò fino alla morte. In taleruolo lavorò affinché la Banca stessa,pur continuando ad essere il principalesupporto per l’imprenditoria della zo-na, potesse uscire dalla dimensionestrettamente locale per entrare in unarealtà extraregionale.Quando nel 1977, per motivi di lavoro,la famiglia si trasferì a Calitri, portòcon sé tutto l’entusiasmo e l’amore perlo sport ed il calcio in particolare. Nel1981, all’indomani del terribile terre-moto che sconvolse l’Irpinia e la Basi-licata, quando c’era da ricostruire, oltrealle case e alle strade, anche il tessuto

sociale fortemente colpito daltragico evento, divenne Pre-sidente della Polisportiva Ca-litri e si servì di tutto il suobagaglio di esperienza e co-noscenza per far arrivare la“sua” squadra ai vertici delcalcio dilettantistico regiona-le.Sotto l’era Pontillo sono statidisputati ben sette campiona-ti di Prima Categoria, tre diPromozione Regionale, unodi Interregionale ottenendonegli ultimi cinque anni i se-guenti risultati:– Campionato I Categoria

1987/1988 - 1° Classificata– Promozione Regionale

1988/1989 - 3° Classificata– Promozione Regionale

1989/1990 - 2° Classificata– Promozione Regionale

1990/1991 - 1° Classificatadopo spareggio

– Campionato Interregionale1991/1992 -1° Classifica-ta, sconfitta agli spareggiper l’accesso alla Legaprofessionisti di C2.

Al di là dei vari riconosci-menti nazionali ricevuti (Be-

nemerenza sportiva della FIGC nazio-nale, Croce al merito sportivo, Meda-glia d’oro dello sport), ancora oggi, apiù di vent’anni dalla sua morte, il ri-cordo del Presidente (com’era affettuo-samente chiamato da tutti) è vivo inquanti lo conobbero, non solo per lacapacità che ebbe sino alla fine di tra-smettere ai giovani e ai simpatizzantidel calcio l’amore per questo sport, maanche per la sua dimensione umana, es-sendo stato sicuramente un uomo retto,generoso e disponibile nel dare aiuto econsiglio a chiunque, trovandosi in dif-ficoltà, glielo avesse chiesto.Rese la sua anima al creatore in Milanoil 24 aprile 1990, lasciando un vuotoprofondo per la stima che aveva saputoconquistarsi presso tutti, è stato seppel-lito nel cimitero di Pescopagano.

Mariateresa e Gaetano Pontillo

N. 49 n.s.– Gennaio-Aprile 2012 IL CALITRANO

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PERSONAGGI

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Per i più giovani, riportiamo gli estremi di un documento asuo tempo importante. Infatti, esisteva fino a qualche de-

cennio fa un “Precetto Personale” per la requisizione dei qua-drupedi che su indicazione delle Autorita’ Militari dovevanoessere condotti presso la Casa dell’ECA per essere sottopostia visita medica, ed una volta abilitati, essere messi a disposi-zione dell’Autorità stessa, per una eventuale futura requisi-

zione. Gli animali assoggettati erano i cavalli ed i muli, rara-mente i buoi, esclusi gli asini.Al proprietario veniva rilasciato un documento ufficiale contutte le indicazioni che interessavano l’animale, con l’impegnodi presentarlo ad ogni richiesta. Ringraziamo l’amico MarioCestone da Brescia che ha avuto la delicatezza di segnalarcie fornirci questo documento.

IL CALITRANO N. 49 n.s.– Gennaio-Aprile 2012

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REQUISIZIONE QUADRUPEDIdi Mario Cestone

O rmai a tutti i calitrani è capitato ecapita spesso di vedere e sentire

nuove persone straniere per le strade delpaese. Curiosi visi europei dalla parlatasquisitamente inglese si mescolano aquelli indaffarati dal dialetto squisita-mente calitrano in una bancarella di frut-ta del giovedì al mercato o durante unacelebrazione eucaristica alla chiesa del-l’Immacolata Concezione. Attoniti, qua-si imbambolati da una lingua tanto di-stante dalla loro, eppure altrettanto ama-ta per la sua dolce musicalità e fluidità,le famiglie per la maggior parte inglesiche da qualche anno vivono a Calitri rap-

presentano una realtà con cui ognuno dinoi convive. Amanti della cultura medi-terranea e incuriositi dalle tradizioni ca-litrane, soprattutto quelle culinarie, questineo abitanti sempre con umiltà, rispetto esignorilità hanno fatto inorgoglire sem-pre più una terra che inebriata già di persé di cultura, folklore, leggende e bel-lezze naturali li ha da subito accolti la-sciandosi studiare ed amare.E così è con immenso orgoglio di esserefiglia di una terra che talvolta pecca perle sue mancanze e per i suoi pregiudizi,che spesso mi trattengo piacevolmentecon questi nostri nuovi abitanti stranieri,

con cui ho stretto un fruttuoso rapportodi amicizia e di cultura.Allora da verace cittadina calitrana edeuropea il mio vuole essere un invito atutti gli abitanti di Calitri a continuare acostruire una comunità sempre più ete-rogenea per cultura, tradizioni e lingua.Solo così, a mio parere, il nostro paese,al di là degli schieramenti politici che logovernano, potrà essere da faro ad altrecomunità non solo per i suoi invidiatissi-mi paesaggi e gustose tradizioni, ma so-prattutto per il suo alto livello di integra-zione e tolleranza da raggiungere con se-rietà, impegno e lavoro.

I NOSTRI NUOVI ABITANTIdella dott.ssa Valeria Capossela

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Sono un calitrano attaccatissimo allanostra terra e ogni volta che ci ritorno

provo profonda emozione. Non ho la-sciato Calitri perché la ripudiavo ma perseri motivi familiari. Mi mancano tantogli usi e i costumi nostri, la vita tranquil-la che si vive e l’accoglienza estiva dellefeste programmate in quel periodo.Fino a qualche decennio fa la nostra Ca-litri è stata la perla dell’Alta Irpinia, for-temente voluta e sviluppata culturalmen-te da una sola e saggia personalità : On.Salvatore Scoca. Grazie a lui in tanti nehanno tratto profitto, pertanto è stato ri-pagato tenendo la sua figura segregata inun ripostiglio scolastico per anni, poi rie-mersa per situarla in un posto poco felicedove viene occultata da cespugli spinosi,piena di escrementi di uccelli. Vieneesposta una sua lettera bellissima, signi-

ficativa, però difficile da leggere dovutala distanza, perché non accedibile da vi-cino dovuto ai cespugli. Penso cheavrebbe meritato di più … almeno dedi-cargli un giorno alla memoria.Non è certo stato gradito a tutti quel cat-tivo gusto di usare un luogo sacro, alme-no penso, il Monumento ai Caduti, perfarci dei fantocci, cosa bella per i ragaz-zi, ottima idea, si poteva però trovareun’area più dignitosa che a Calitri nonmanca.Bisognerebbe cercare di educare la gentea portare almeno un po’ di rispetto perquegli eroi che hanno versato sangueperdendo la vita per noi.Un invito alle autorità competenti di pre-stare più attenzione ai nostri tristi ricordistorici.

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STORIA E MEMORIEDIMENTICATE

ANZI … PROFANATE!

di Michele Di Milia

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La tenuta sociale, economica, politica eculturale di un Paese, per brillare in

un’atmosfera virtuosa, deve inanellareuna serie di aspetti positivi, altrimenti sirischia uno sviamento di potere che puòaprire varchi pericolosi. La crisi finan-ziaria che ha azzoppato l’economia mon-diale, ha messo in luce moltissimi difettiche hanno avuto un alone maggiormentepenetrante in chi oltre all’aspetto finan-ziario, è risultato essere debole anche sualtri fronti. L’Italia, paese eticamenteanemico e politicamente inacidito, pernon tracimare nel de profundis degliamici ellenici che sudano gocce di di-sperazione, è corsa ai ripari rimettendo lesperanze future nelle mani di un tecnici-smo che dovrebbe ripulire l’aria dai gua-sti del politichese. È sempre difficile emal digeribile toccare le corde della po-litica quando questa è un po’ la fonte ditutti i mali. La politica in se è un’artenobile, capace di dare, ufficialmente, lu-stro pratico alle regole ferree su cui pog-gia una forma di governo, diversamente,incorreremmo in una sarabanda anarchi-ca che porterebbe tutti noi a diffidare ditutto e lottare senza spavento anche conmodi non proprio ortodossi. La dinamicadei fatti, le nefandezze pubbliche e pri-vate di chi per anni ha venduto se stessoe la propria anima nel tenere lo scettrodel potere, ci portano dritti di fronte aduna domanda: dividendo l’emisfero ce-rebrale tra passato e presente, il presenteè più dinamico del passato in modo taleda poter costruire un futuro maggior-mente positivo?Diciamo che se piccoli aspetti di vitaquotidiana sono mutati nella pratica co-me nella narrazione storica stillante dal-le pagine di chi la storia la redige e l’a-nalizza, pesanti vulnus etici e culturaliancora sussistono con forme diverse macon fini pressoché identici. Se il governotecnico sostituisce la politica, è perché lapolitica, nella sua geografia trasversaledi componimento e colore ha fallito, di-sattendendo non solo le promesse elet-toralistiche, ma annegando in un’ineziatotale frutto di incapacità mista al totalescollamento tra le vicissitudini crescentifuori e dentro il palazzo. La politica in-tesa come il fallimento di chi ne fa leveci, non è un disegno astratto, ma è unsistema che si tiene in piede grazie alsostegno elettorale che rende il nostropopolo sovrano agli occhi della Costi-

tuzione, insieme ad altri strumenti di de-mocrazia diretta. È però una sovranitàche è stata spogliata di ogni incorpora-zione democratica, calpestata, ridotta inbrandelli da comportamenti che dovreb-bero far rabbrividire in alcuni casi, men-tre il silenzio copre sempre tutto, conuna complicità di sistema da far spaven-to. Pur essendo latitanti sul fronte dellaconcretezza governativa, siamo i mi-gliori nel caldeggiare la forma, la parola,la parvenza del faremo ma poi chi se nefrega. Questa trasfigurazione del pensie-ro istituzionale migra in diversi appun-tamenti, quali ad esempio l’inaugurazio-ne dell’anno giudiziario. Tra le tanteinutili parole dette di fronte ad astantisonnecchianti col pannolone a portata dimano (il nostro è un paese ove se seiunder 50 sei considerato giovane per co-mandare), il Presidente della Corte deiConti, ancora una volta, leggendo la suarelazione (identica da almeno vent’an-ni), ha puntato il dito sul fenomeno dila-gante della corruzione, definendola co-me un cancro della nostra economia cheincide pesantemente sull’erario per circasessanta miliardi. Da Tangentopoli allamiseria finanziaria dei nostri giorni nonè cambiato nulla, se non la ragione percui si ruba, non più per il partito ma permotivi personali. Il danaro è un po’ co-me una sorta di detersivo, lava ogni

macchia, anche la più profonda. Dallepiccole commissioni ai grandi appalti,non c’è area protetta dove si possa vola-re in libertà nel rispetto pieno della leg-ge. Tangentopoli è un fenomeno giudi-ziario che ha portato alla ribalta una ten-denza criminogena che ha ucciso la cre-dibilità di una classe politica e finanzia-ria la quale nel torbido ha costruito leproprie fortune. Ci si aspetta però chese il malaffare sussiste, ci sia anche unareazione profonda ed incisiva affinchèle cose cambino. Tale colpo di coda do-vrebbe partire dal basso, dall’opinionepubblica che non deve sempre ingoiareil rospo, ma reagire compatta scardinan-do le fondamenta di una fortezza fatta dimascalzoni e furbetti che approfittandodi un sistema giudiziario a maglie lar-ghe, figurano come virtuosi mentre do-vrebbero essere allontanati e posti aimargini della società. Non è un caso chein qualche nazione con maggiore impul-so civico, sia proprio l’opinione pubbli-ca a mettere fuori gioco la politica. InGermania, ad esempio, basta che lastampa divulghi la notizia di una tesi dilaurea copiata o di un viaggio pagato adun esponente del governo, per portarequest’ultimo a rassegnare le dimissioni,chiedendo scusa e chiudendo i conti“definitivamente” con la gestione dellacosa pubblica. Come si può vedere, nonsi demanda sempre a miracolistici inter-venti legislativi l’annichilimento del-l’opaco, ma è la società che spinge per lamessa al bando di mele marce. La perfe-zione non esiste, l’imperfezione però èormai una regola affermata nel nostropaese, ove l’atteggiamento emulatore èdiventato un alibi pericoloso che ci hacondotti al collasso. L’intreccio di potere,la relazione amicale, sono soltanto duedegli elementi che ci portano a scorazza-re in una finta dimensione democratica,trasformando l’Italia dei grandi condot-tieri in uno zerbino infangato ove ci sipulisce le scarpe in modo disordinato esconcio. Chi leggerà queste parole pen-serà che qualcuno voglia ergersi a sal-vatore della patria. Giammai. Conti-nuando però ad impreziosire la tesi che ilDio danaro purifica le coscienze e lava ipeccati più gravi, la salvezza del corpo,per poter sopravvivere, la si dovrà invo-care alla potenza celeste.

http://marcobozza.blogspot.com/

LA COSCIENZA LAVATAdel dott.Marco Bozza

Vito Di Napoli (u’ bboj/03.10.1923 -† 04.03.1992) nato da Rocco e da CodellaMaria Angela e Vincenza Di Cosmo (pag-ghion’/29.03.1929 - † 30.12.2010) nata da Ca-nio e da Martiniello Maria Colomba, coniuga-ti a Calitri il 21.02.1949.

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“…il migliore e più gradito oggi è per meun sano contadino, rozzo, astuto,

tetragono, caparbio.Questa è oggi la specie migliore.

Il contadino è oggi l’uomo migliore ed è la razza dei contadini

che dovrebbe dominare!Invece domina la plebe…”

(F. Nietzsche)

I l ricordo e la descrizione del carattere,della vita e del comportamento dei con-

tadini di Calitri rappresenta per me il re-cupero di un’epoca ancora vicina e tutt’al-tro che conclusa. Essa racconta la storiacomune di tante famiglie che versano nel-l’indigenza e vivono di stenti e sacrificisenza fine. Sono quelle di molti contadini,la cui unica risorsa è la terra che coltivanocon le proprie mani. Dovreste poterle ve-dere mentre si muovono durante le quattrostagioni dell’anno! Intorno ad esse il si-lenzio assoluto. Sulla testa di ogni com-ponente l’immensità della volta celeste.Davanti agli occhi e dietro le spalle tuttaluce e colori. Dall’alto il sole infuocatoche saetta senza pietà e il freddo che toglieil respiro. Già con le prime luci del matti-no, a gruppi o da soli, i lavoratori dellaterra sono in cammino per i sentieri checonducono nei campi delle varie contrade.Avanzano muti e col passo accelerato.Qualcuno più frettoloso sorpassa gli altri,saluta e prosegue per la sua strada. Scen-dono verso la valle o salgono sulla collinamentre gli uccelli più mattinieri taglianoloro il passo volando da una siepe all’altra.Mi ricompaiono davanti agli occhi pro-prio come allora: uomini e donne in mo-vimento, intenti al lavoro, asserviti ai pe-santi obblighi della stagione in corso.Ad osservarli nell’aspetto in disordine,danno l’impressione che il tempo non sialoro amico. Non si soffermano nemmenosul paesaggio che stanno attraversando.Come sono fatti dentro e cosa attraversa laloro mente si legge negli sguardi, nel-l’espressione dei volti e nei gesti delle ma-ni. Tratti inconfondibili che danno luce aquello che sono senza esprimerlo con leparole. Sembra che nel loro mondo i sen-timenti non esistano, ma non è così. Nonserve chiedere per farsene un concettoperché appare come se fosse davanti agliocchi persino ciò che non si vede. Gli

umori di dentro traspaiono dalla cera deivisi e dalla luminosità delle pupille. Bastaguardarli con un po’ di attenzione. I linea-menti dei corpi, i modi di fare, i gesti rac-contano meglio delle parole la loro vitafatta di fatiche e di privazioni. Amano laterra, ma sono più le volte che la maledi-cono. Eppure nessuno la cura e la rispettapiù di loro. Vorrebbero abbandonarla, manon se ne separano neanche il giorno del-la festa; né quando il caldo toglie il respironé quando il freddo penetra nelle ossa.Lontano dal loro mondo e senza poterlovedere ci stanno come pesci fuor d’acqua.Mica per capriccio i contadini trascorronola loro vita a diretto contatto con la terra econ la natura. Ad essi non serve nemmenol’orologio per contare le ore di lavoro pri-ma di concludere la giornata. Basta eavanza la luce del sole: da quando nasce aquando tramonta. Ciascuno di loro imparaa misurare il tempo dentro il suo corpo enelle membra, nei muscoli e dentro le os-sa. A parte i cedimenti della salute, i ca-pricci delle stagioni e il trascorrere deglianni concessi dalla legge naturale, il lentoe faticoso rotolare della vita si consumasenza interruzione e senza mutamenti so-stanziali.Normalmente l’uomo è più grande deicompiti che va assumendo nel corso delsuo esistere, ma i calitrani che vivono den-

tro le fatiche della terra per ventiquattroore al giorno spesso sono costretti a ridur-si come animali da lavoro: privi di dirittodi appello e senza possibilità di mutarecondizioni. Per quello che fanno servonosoprattutto muscoli e caparbietà. Tanto chel’anima e l’intelligenza a volte finisconocon l’atrofizzarsi e l’inselvatichirsi. Pareche siano accomunati dagli stessi obbli-ghi e da un unico destino. Sicuramentenon dagli stessi vantaggi. La carica vitaleche li sostiene è maggiormente nella mol-teplicità dei bisogni e nella fermezza delcarattere. Il darsi da fare non esclude nes-suno, ma i frutti che ne derivano ripaganosolo alcuni per una serie di fattori che tut-ti conoscono per esperienza personale.Numerose famiglie a me note vivono inuno stato di povertà che si vede e si tocca.Quasi tutte composte di più figli, non èraro il caso in cui a viverci insieme ci stan-no pure i nonni. Per tante di esse l’insuffi-cienza delle risorse per tirare avanti costi-tuisce un problema molto difficile da ri-solvere. Per fortuna tra familiari, parenti,conoscenti e vicini di casa corrono solidirapporti di stima e solidarietà.A guardarle in viso, le persone che lavo-rano la terra sembra che abbiano tutte lastessa pelle: scura e arsa di sole. Vestonopiù o meno in modo simile e agisconoquasi alla stessa maniera. A seconda del-

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RICORDARE PER CAPIRE - PARTE IX

di Gerardo Melaccio

Mariano Comense (CO), 10.11.2011. 80° compleanno di Maria Cianci, con il marito MicheleScoca e i figli Canio, Antonio e Giuseppina. Auguri da amici, parenti e dalla Redazione.

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l’età e delle distanze che percorrono, cam-minano con sollecitudine quando vanno ecol passo lento quando tornano dalla cam-pagna. Più che a causa dell’età, molti cor-pi s’incurvano per la pesantezza dei lavoria cui vengono sottoposti a giornate intere.Di leggere e fare uso della penna sannoquel tanto che riescono a imparare duran-te la frequenza della scuola di base. Colo-ro che arrivano al conseguimento della li-cenza elementare sono più fortunati di tan-ti altri coetanei per una serie di motivi.Dei cinque anni imposti dall’obbligo sco-lastico parecchi figli di contadini riesconoa frequentarne solo pochi spezzoni. L’in-telligenza e le capacità non mancano, mavengono soffocate da insostenibili condi-zioni socio-economiche. In ogni caso, iconti sulle dita della mano li sanno faretutti. Anche ad esprimere e a far valere leproprie ragioni ci riescono abbastanza.Quello che necessita capire e sapere loimparano e sanno farne uso al momentoopportuno. La loro vita è come un sentieropietroso e contorto, quasi sempre in salita.Essa corre bruciando le stagioni senza sta-re a guardare. Tutta lavoro e pochissimoriposo. Quando se lo concedono, si ac-contentano di arrotolarsi una sigaretta edi liberare nell’aria larghe boccate di fu-mo. Se dovesse sopraggiungere la fine, inogni momento per tutte le ragioni di que-sto mondo, non vale la pena tormentarsi.Un po’ di rimpianto e qualche contrarietàsono facili da sopportare. La vita è questa.Essi lo sanno bene perché l’hanno impa-rato da chi è vissuto prima di loro.Come in ogni Paese, pure a Calitri la po-polazione contadina nasce, viene su emuore quando arriva l’ora. Di quella dicui sto parlando qualcuno è ancora viven-te. Nonostante il peso degli anni, si portadentro i ricordi di quando fu bambino,adolescente, giovane e uomo maturo.E poiché il mondo rurale in cui è vissutonon è più lo stesso, preferisce rimanernefuori e osservare. Egli si sente estraneo,incompreso e tenuto da parte come unapersona fastidiosa. Non gli resta che cer-care riparo nella solitudine e attendere laconclusione della sua vicenda terrena. Ri-fugiarsi nei ricordi del mondo che gli ap-partenne e che lo vide protagonista signi-fica per lui soffrire ancora di più perchécapisce che esso si va fatalmente dissol-vendo.Sui pendìi collinari, giù verso le valli cir-costanti, nei piani e sulle alture corronotuttora sentieri antichi che più di mezzosecolo fa venivano levigati dagli scarponidegli zappaterra e dagli zoccoli ferrati de-gli asini. Oggi quel viavai di persone e dianimali non c’è più. Ridotti a mute testi-monianze di un’epoca ormai conclusa,sembrano immersi nel silenzio dell’ab-

bandono. Il loro significato si è trasfor-mato in patetiche testimonianze di unmondo sprofondato nell’oblìo. Persone,vicende, canti di allegria e grida di sde-gno, profumi e rumori continuano ad ani-mare la realtà dei campi, ma soltanto gra-zie alla rievocazione di chi ne fu direttotestimone. Il vecchio mondo contadino diCalitri rivive nella memoria. Giovani egiovanette, uomini e donne, madri e padri,nonni e nonne rievocano la loro vita dicoltivatori della terra. Per pochi minutitornano ad essere padroni assoluti e pro-tagonisti di un’età senza oggi, senza do-mani e senza speranza di rinascita. Io chesono nato e vissuto in quel periodo, neimomenti in cui la memoria me la restitui-sce mi lascio possedere dalla voglia mattadi descriverla. Mi trasferisco in mezzo aicampi, torno a respirarne lo spirito e adammirarne lo spettacolo fatto di presenze,colori e voci stagionali. Percorrere i sen-tieri di campagna nei giorni dei mesi piùvivi, in mezzo agli acquerelli della Natura,è un po’ come ritrovarmi in una realtà cheho imparato ad ammirare da ragazzo. Ri-scoprire e osservare la categoria degliagricoltori mentre si recano sui posti dilavoro significa per me rivivere un perio-do della mia vita che non ho mai volutodimenticare.A famiglie intere, a gruppi nelle albe ro-sate inondate di risvegli, a passo svelto eleggero, i campagnoli percorrono le con-trade per recarsi a lavorare nel terreno pre-stabilito. Sono volti asciutti e facce smun-te; corpi modellati e corpi usurati dal pesodegli anni e della fatica. Il loro lavoro liassorbe in tutta la persona: occhi attenti,labbra secche, guance impregnate di su-dore, solchi rugosi che accusano gli anni,braccia, schiena e gambe. Sono le ore dipunta di una giornata destinata alle occu-pazioni campestri: il levar del sole nel mo-mento della partenza per il campo; il mez-zogiorno quando è l’ora di mandare giùun boccone e dissetarsi con un sorso d’ac-qua di pozzo; il tramonto del sole quandobisogna prendere la via del ritorno. I con-tadini del mio Paese sono sempre occupa-ti a fare qualcosa. Dipende dalla stagionein atto. Nella circostanza, le donne abi-tuate a curare un po’ di più sé stesse, si co-prono i capelli e il viso con un pannobianco per difenderli dagli ardori del solee dalle folate di vento gelido. Gli uomini,quelli di mezza età e anziani, si coprono latesta con un cappello di feltro, con la“coppola” o col cappello di paglia. Siasciugano il sudore col fazzoletto, si dis-setano con l’acqua sorgiva, soddisfano ibisogni fisiologici appartandosi dietro uncespuglio. Le donne che hanno più sensodel pudore non se ne fanno accorgere. La-vorano per tutta la giornata, e si concedo-

no una breve pausa di riposo solo a mez-zogiorno, giusto il tempo per mandare giùqualcosa.Mentre cammino quasi estasiato mi fermoa parlare con qualcuno che conosco. Lofaccio non tanto per sapere, quanto perascoltare il suo discorrere dialettale che èimmediato ed essenziale. Nella foga e nel-le pause delle frasi ravviso l’anima dellasua condizione sociale, la mentalità pae-sana di un’epoca ben definita. Nelle frasiche sviscera come la piena di un fiume,consenziente o dissenziente a seconda deisuoi punti di vista, riesco a cogliere alcunesfumature caratteriali. Alla prima contra-rietà si sfoga lanciando improperi; peròdopo pochi minuti torna il rasserenamentoabituale della sua indole contadina. La vo-glia di mandare tutto a monte si spegne inun attimo, appena capisce che la sceltafatta da piccolo non può essere ritrattatatanto facilmente. Rinunziare al lavoro chesvolge da sempre significherebbe andareincontro ad uno sbandamento con impro-babile via d’uscita.In questa fase dell’attività agricola non siodono ancora il rombo dei trattori cingo-lati e lo stridore dei vomeri che aprono isolchi. Nei luoghi più isolati e distanti re-gnano calma e silenzio. Qui i protagonistisono persone abbarbicate alla terra enient’altro. Con le loro secolari colture agrano hanno stremato le zolle, hanno ri-dotto valli, fianchi e pianure ad aree spre-mute fino all’osso. Lo sfruttamento maiinterrotto le ha indurite, inaridite e resepoco produttive nonostante l’intensità dellavoro delle braccia. Prova evidente e te-stimonianza inappellabile sono i coltiva-tori medesimi. Sembrano quasi tutti fili diferro che camminano. Invece sono perso-ne sottoposte e abituate a sacrifici e a pri-vazioni. Essi hanno imparato a vivere lavita vera e a respingere l’inganno di quel-la convenzionale. La consumano tutta acontatto con la terra, senza risparmiarneneanche un briciolo per quando sarannovecchi. Lavorano con testardaggine dal-l’inizio della giornata al calare delle primeombre dopo il tramonto. Non si fermanomai né si mostrano insofferenti verso laloro condizione sociale. Al contrario. Qua-si ci godono e ne sono fieri. Si inebrianoin mezzo alle spighe di grano, dentro lafesta dei colori dell’estate, negli ampi spa-zi infuocati di sole. Insomma, nello scon-finato paesaggio della Natura dove si con-suma il corpo, riposa la mente e si rimar-ginano e asciugano le cicatrici della vita.I contadini calitrani, credo tutti i contadinidel mondo, conoscono molto bene le me-dicine per curarle. Sono l’amore per laterra e la passione per il lavoro che ripa-gano sempre: a volte con molta genero-sità; altre volte con ingenerosità.

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SALERNO 03.07.2011 40° anniversario di matrimonio di Gaetano Di Maio e Maria Sardo, celebrato nellaChiesa di “S. Anna in San Lorenzo” e con successivo pranzo nel ristorante “La Zagara”; da sinistra: ElisabettaTrucillo, Emilio Ferrigno, Simone Ferrigno, Costanza Di Matteo, Francesco Fasolino, Nicola Giovetti, LauraGiovetti, Stefania Ferrigno, Marina Ferrigno, Gaetano Di Maio, Maria Sardo, Liana Sardo; dietro: Vincenzo No-bile, Marilina Buonopane, Antonio Di Maio, Alfonso Fasolino, Rosamaria Di Maio. Auguri dalla Redazione.

Bari, Fiera del Levante settembre 1968, Lo-renzo Maffucci e Paolo Nappo.

Roma, 12.01.2012 La signora Serafina Stanco detta fina fina rag-giunge la stupenda soglia dei 100 anni. Auguri da parenti, amici e dal-la Redazione.

Calitri, 14.08.2011. In occasione della IX Edizione Stracalitri MEMORIALDON SIRO COLOMBO, Enzo Savino viene premiato dal nostro par-roco don Pasquale Riccio e dal nostro primo cittadino Antonio Rubinetticonsegnandogli una coppa e una medaglia di ricordo.

Napoli, 08.05.2011 Villa Doria Capodimonte, la famiglia di Antonio Tetta (cangiar-riegghij’); in prima fila da sinistra: Silvana Tetta con il marito Domenico Manco,Giuseppe (figlio di Graziella), Antonio Manco (figlio di Silvana), Claudio Tetta,Consolo Letterio (marito di Graziella). Seconda fila: Roberta e Lorenzo Tetta (fi-gli di Claudio), Graziella Tetta, Marinella (moglie di Claudio), Sara (figlia di Gra-ziella), Danilo Manco (figlio di Silvana), Antonio Tetta e sig.ra Rosaria Casaretti.

Calitri, 15.09.2008. Quattro generazioni a confronto. Da sinistra: la pro-nipote Alessia Maria Maggiore, la nipote Pina Fierravanti (pamp’llin’), la figliaMaria Rossi (ancunes’) e la signora Angiolina Santoro (m’nacegghija).

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Cassino (FR) 21.05.2011, matrimonio di Nina Maffucci e Giuseppe, contutte le cugine (t’mbrin’) di nome Gaetana; da sinistra: Gaetana Maf-fucci fu Salvatore, Gaetana Di Maio fu Giovanni e fu Lucia Maffucci, Ni-na Maffucci di Michele,la sposa, Gaetana Maffucci fu Gaetano, GaetanaMaffucci di Pietro . Auguri dai tutti i parenti e dalla Redazione.

Calitri, fine maggio 1981. Un gruppo di operai al lavoro durante la de-molizione del Borgo Castello. Prima fila da sinistra in piedi: Dome-nico Lombardi (m’ngucc’), Michele Fierravanti (halecchia), Vincenzo DelMoro (p’ccion’) e Antonio Maffucci (u’ sahr’stan’). Da sinistra seduti:Orazio Di Guglielmo (marharita), Giovanni Iannolillo fu Luigi (u’ fr’nar’),Raffaele Germano (sckattus’) e Donato Fierravanti (mano lesta). A terra:Vincenzo Margotta (b’zzeffa) e Michele Buldo (muss’ r’ checcia).

Calitri, 28.01.1980. La classe 1° Media. Da sinistra prima fila in piedi: Antonietta Di Salvo,Alfonsina Galgano, Antonietta Caruso, Vincenzina Di Cecca, l’insegnante Toglia Lucia, Maria Inco-ronata Zarrilli, Maria Grazia Russoniello e Anna Maria Maffucci. Fila centrale da sinistra:Francesca Rabasca, Filomena Tuozzolo, Maria Incoronata Giarla, Antonietta Di Maio, Gaetana Ful-via De Nicola, Maria Teresa Toglia e Giovanna Rosania. A terra da sinistra: Pietro Russo, An-tonio Fierravanti, Luigi Paolantonio, Michele Canio Maffucci, Luciano Ziccardi e Antonio Zabatta.

Stamford, CT, U.S.A. 1981. Dolores De Lucacon la zia Antonia Maria Teresa Zabatta (Cali-tri 22.11.1908 - † Calitri 04.01.1997).

Calitri, Stefano Sica (Fisciano 19.03.1870 - † Calitri 20.02.1958) con le figlieAngelina (14.07.1907 - † 04.09.1986) e Franceschina (04.04.1901 - † 1947).

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Calitri, 18.06.2011. I “ragazzi del ’64” sovente si rivedono per avvenimenti conviviali. In questa circostanza sono a cena presso la “Gatta Cenerentola”di titolarità del coetaneo Tonino Vigorito. Nell’ultima fila è riconoscibile Peppino Cerreta, non si vedono bene invece Giuseppina Galgano, EttoreDel Cogliano, Vito Cirminiello e Michele Margotta; penultima fila: Giovanni Stanco, Antonio Zarrilli, Vincenzo Capossela, Angelo Maffucci, GiovanniGalgano, Giovanni Carlucci, Leonardo Vallario, Lorenzo Bovio, Gerardo Calabrese; fila precedente: Tonino Vigorito, Maria Filomena Codella, Cin-zia Capua, Vincenzina Rosania, Laura Di Napoli, Vincenzina Lucrezia, Lucia Maffucci, Lucia Di Napoli, Tonino Leone; seconda fila: Maria Teresa Maf-fucci, Antonietta Zarrilli, Angela Cerreta; prima fila: Giuseppe Galgano e Rosetta Metallo.

Calitri, 26.09.2010. Nozze d’oro di Antonietta Maffucci (v’lata) e Antonio Codella (carpat’). Da si-nistra: Lucia Basile (nipote), Lucia Di Napoli (nuora), Vincenzo Codella (figlio), Antonio Codella(nipote),dietro Annarita Codella (nipote), i festeggiati, Donato Basile (nipote), Maria Codella (figlia),Vincenzo Basile (genero) e Tonia Guglielmo (fidanzata di Donato). Auguri dalla famiglia, dagliamici e dalla Redazione.

Calitri, 12.01.2012. 60 anni di matrimonio diGaetana Fierravanti (a crapara) e VincenzoMargotta (passauaj). Auguri dalla famiglia edalla Redazione.

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Calitri, 24.01.1962 matrimonio di Michelina Fatone (25.01.1936) e Canio Zarrilli(06.1934+10.11.1996). il corteo del matrimonio partiva, di solito, dal-la casa della sposa e in questo caso dal Casino di Cioglia verso la chiesa madre, qui mentre attraversava via F. Tedesco nei pressi dell’edificio scolastico.

Calitri, 22.02.1968 matrimonio di Maria Senerchia nata il 03.02.1948 da Giuseppe e da Giuseppa Rubino, e Giovanni Fiordellisi nato il 23.06.1937 daFrancesco e Vita Maria Savanella. La particolarità di questa foto è il vecchio Corso com’era prima del terremoto.

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Calitri, 19.01.1966 matrimonio di Maria Di Maio (cappegghia/22.08.1946) e Cesare Buldo(25.08.1941 - † 09.01.2002).

Calitri, 1956. Le piccole Giuseppina e Miche-lina Toglia con la zia Lucia Toglia (curcigghj).

Alessandria, 21.01.2012, circondati dall’affetto dei figli e dei nipoti, hanno festeggiato le nozze d’oro Maria Metallo (march’tiell’) e Luigi Briuolo (m’lania), qui conle nipoti, da sinistra, Rosanna Metallo e le sorelle Federica e Giulia Olivieri. Gli auguri più sinceri, dai parenti, dagli amici e dalla Redazione.

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Materdomini (AV) 22.01.2012. Si festeggiano le Nozze d’Oro di Lucia Scoca (sargend’) e VitantonioCicoira (c’c’ron’) con figli e nipoti. Da sinistra: Raffaele Merola (nipote), Mariangela Merola (ni-pote), Angela Cicoira (figlia), dietro Vincenzo Merola (genero), Concetta Cicoira (figlia), Dino Gal-gano (nipote), i festeggiati, Francesco Galgano (genero), Patrizia Gautieri (nuora) e Michele Cicoira(figlio). Auguri da amici, parenti e dalla Redazione.

Calitri 1956 in via Sotto Concezione la fami-glia C’c’ron’. Da sinistra: Mariarosa Margot-ta (c’c’ron’ / 24.06.1881 - † 04.1981), MicheleCicoira (c’c’ron’ / 03.11.1913 - † 27.12.1997),Addolorata Angela Di Guglielmo (carm’niell’/19.03.1915 - † 16.09.1960) e Vitantonio Ci-coira (c’c’ron’/ 16.03.1940).

Un sincero ed affettuoso augurio a Lina Lucrezia per il suo compleanno(3 aprile) dalle amiche Franca Maria Germano, Rosetta Di Milia e Anto-nietta Cestone.

Cassino (FR) 21.05.2011, matrimonio di Nina Maffucci e Giuseppe. Dasinistra: Canio Rosario Maffucci fu Giovanni, Canio Maffucci di Pietro eCanio Maffucci fu Gaetano.

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L’amico Vincenzo Russo ci ha inviato una bella panoramica di via Pietro Nenni, nei pressi del vecchio Macello di Calitri subito dopo l’ultima nevicata.

Materdomini (AV) 22.01.2012. Nozze d’Oro di Lucia Scoca (sargend’) e Vitantonio Cicoira (c’c’ron’) con i nipoti. Da sinistra: Raffaele Merola, i festeggiati,Berardino Galgano, Mariangela Merola e la piccola Beatrice Cicoira.

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IL CALITRANO N. 49 n.s.– Gennaio-Aprile 2012

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Dal 18 al 28 agosto 2011, Calitri haospitato una collettiva di giovani ar-

tisti meridionali contemporanei prove-nienti da varie regioni del Sud-Italia.La mostra dal titolo “Estetica: paesaggi,ritratti e astrattismo” è stata organizzatada due fratelli, artisti di Calitri, France-sco e Davide Roselli presso gli spaziespositivi del Borgo castello, area situatanella parte più alta dell’abitato, recente-mente terminata di restaurare e aperta alpubblico dal maggio 2010.La collettiva, giunta alla quarta edizione,come sempre si è fatta promotrice in par-ticolare della giovane arte meridionale,infatti, quasi tutti gli artisti che hannoesposto sono under 35, provenienti daBasilicata, Campania, Molise, Puglia,Sardegna e Sicilia.Gli artisti espositori sono stati:Francesco Roselli (Calitri - Av), DavideRoselli (Calitri - Av), Pellegrino Capo-bianco (Avellino), Luisa Valenzano (Ca-samassima - Bari), Valeria Finazzi (Car-bonia - Carbonia Iglesias), Cinzia Cora-telli (Bari), Giuseppe Amoroso De Re-spinis (S. Angelo dei Lombardi - Av),Vincenzo Amodeo (S. Angelo del Fratte -Pz), Stinglius Carcal (Potenza), GiorgioDi Palma (Grottaglie - Ta), Lucia Grasso(Ariano Irpino - Av), Nicola Guarino(Teora - Av), Gabriele Mansolillo (Fog-gia), Monica Marzio (Ischia - Na), PaolaPagnozzi (Pannarano - Bn), Luca Pon-tarelli (Rocchetta a Volturno - Is).Il progetto espositivo rispetto alla prece-dente edizione, è stato ampliato e mi-gliorato al fine di realizzare un eventopiù vario e interessante sia per i visitato-ri, sia per gli artisti, che anche quest’an-no hanno risposto con entusiasmo all’in-vito per esporre a Calitri.Impostata sempre sul concetto di unirepassato (Borgo castello) e il presente (gliartisti), la mostra si è chiusa dopo 11

giorni, visitata da circa 400 persone, lequali hanno avuto anche la possibilità dieffettuare visite guidate dell’intero com-plesso urbano a cura della Pro Loco.Sono stati davvero tanti i commenti po-sitivi a riguardo dei 20 artisti e della mo-stra in generale che i visitatori hannoscritto o comunicato verbalmente; tuttoquesto permetterà di lavorare con mag-gior entusiasmo alla prossima edizione,magari già nel 2012, piuttosto che segui-re la prevista cadenza biennale dell’e-vento artistico.La novità principale dell’edizione 2011della collettiva d’arte è stata l’introdu-zione di un concorso a giuria popolareche ha premiato i tre artisti più votati, iquali hanno ricevuto in premio, una pia-strella decorata realizzata appositamenteper questo evento.Grazie al contributo di sponsor è statopossibile organizzare la serata inaugura-le (vernissage) e di chiusura (finissage)con una degustazione di prodotti calitra-ni, e in occasione dell’ultimo giornoespositivo, anche da una di birra artigia-nale irpina servita e raccontata dal ma-stro birraio Marco Maietta del birrificioAlter Ego di Atripalda (Av).Nel periodo espositivo, a testimonianzadell’impegno per la diffusione della cul-tura, si sono svolte tre presentazioni di li-bri scritti da autori calitrani. Il 26 e 27agosto si sono svolte quelle di ValeriaCapossela con “De Amicis viaggiatore.Paesaggi reali, immaginari e culturali” edi Raffaele Salvante con “Calitri: Terzoitinerario della memoria” avvenute en-trambe in primavera e gentilmente repli-cate a Borgo castello.Il 28 agosto, Massimiliano Zarrilli perla prima volta a Calitri, ha raccontato ilsuo libro “Il meglio di te. L’evoluzionedella crescita personale”, alla presenzadi tanti amici e appassionati.

Atto conclusivo dell’evento è stata lapubblicazione di un catalogo a colori do-ve ogni artista è presente con breve bio-grafia e le immagini dei due quadri espo-sti nella mostra a Borgo castello.Nel catalogo sono stati pubblicati i com-menti espressi dai visitatori, una sintesidella storia di Calitri e dello spazio espo-sitivo mentre una pagina è stata dedicataa tutti coloro che hanno permesso chequesta manifestazione culturale si rea-lizzasse.Ringraziamenti particolari, come sem-pre, per due dinamiche realtà imprendi-toriali di Calitri, la libreria “Itaca” e ilmarchio d’abbigliamento “Nelle grandifauci” per il supporto organizzativo, co-me anche per la Pro Loco e il Comune diCalitri per aver messo a disposizione unluogo carico di storia e di fascino come ilcomplesso Borgo castello.Ringrazio gli sponsor: Calitri ferro diGianluigi Cestone (Calitri), The Shirepub (S.Angelo dei L.), John Martin roompub (Torella dei L.), B&B Le strettole(Calitri), Fermento lounge bar (Bisac-cia), C.E.R. (Calitri), Bar Venezia (Lio-ni), Russo center (Calitri), M.A.C. (Cali-tri), per aver creduto nel progetto artisti-co, senza dimenticare Masseria Valenzioe Nuova macelleria calitrana per la for-nitura dei prodotti in occasione del ver-nissage e del finissage.Questa esposizione ha coinvolto molteattività commerciali, sempre con il finedi promuovere la cultura a Calitri e farconoscere al di fuori dei suoi confini, iluoghi e le tradizioni calitrane con tutti imezzi a disposizione.Le foto della mostra e il relativo catalogosono consultabili sul sito internet www.cizzart.it nella sezione dedicata alle espo-sizioni. Ora l’appuntamento è per laprossima edizione, con l’obiettivo di mi-gliorarsi ancora dove possibile.

“ESTETICA: PAESAGGI,RITRATTI E ASTRATTISMO”

Collettiva di artisti meridionali

di Francesco Roselli

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Tra costoro, io sono l’unico nell’impos-sibilità di muovermi con entrambe le

piante dei piedi. Mi rendo immediata-mente conto del pericolo che sto corren-do e cerco disperatamente di evitarlo.Alla vista del treno che sta per travol-germi, faccio appello alla prontezza deiriflessi e all’istinto di conservazione, mistendo in mezzo al binario e aspetto chela locomotiva e i vagoni mi passino so-pra evitando di essere schiacciato. Ri-schio la morte per l’ennesima volta, maper fortuna senza conseguenze. Manmano che il convoglio va prendendo ve-locità e si allontana di qualche centinaiodi metri, mi rimetto in piedi, mi tiro su ipantaloni e comincio a pensare sulloscampato pericolo; su cosa sarà di med’ora in avanti, solo, abbandonato e inmezzo alla neve.Intanto il treno va accelerando la suacorsa verso la destinazione segretascomparendo a vista d’occhio ma un po’alla volta, oltre la linea di demarcazionetra la sconfinata pianura innevata e l’im-mensità della cupola del cielo che la so-vrasta. Immobile e impotente, col ram-marico e la rabbia dentro, mille pensierioscuri percorrono la mente senza trovareuna spiegazione; un’infinità di doman-de a cui non riesco a dare una risposta.Cosa devo fare? Che sarà di me nellecondizioni di precarietà in cui mi trovo?Senza famiglia, senza conoscenti, solo,torturato dal freddo gelido, in una landadeserta dove non c’è traccia di forme divita e di civiltà, mi sento irreparabil-mente perduto. Perché le avversità si ac-caniscono tanto contro di me? Dove èfinito, cosa ne è stato dell’ardore dei pri-mi giorni, alla vigilia della partenza peril servizio militare? Vorrei recuperare unpo’ di fiducia e un minimo di coraggio,ma non riesco ad immaginare altro cheun epilogo prossimo alla catastrofe. Ep-pure da qualcuno in qualche parte è giàstato deciso diversamente: in cielo,quaggiù, dal destino, dal caso; non so.Fatto sta che nel momento in cui la di-sperazione e la rassegnazione stannoprendendo il sopravvento su tutto mestesso, gli eventi assumono una piegadifferente. Prima che la tradotta scom-paia interamente dopo l’imbocco della

curva, la guardia russa affacciata all’ul-timo vagone mi avvista come una mac-chia scura che si muove per richiamarel’attenzione. Appena si rende conto diquello che è successo, si mette a gridaree a gesticolare con le mani, come se vo-lesse sollecitarmi a recuperare il trenoprima che prenda velocità. Poiché io re-sto immobile, senza che possa rendersiconto délle mie condizioni fisiche, sparadue colpi di pistola in aria per attirarel’attenzione di qualcuno della stazione.All’eco degli spari due guardie della po-lizia locale si affacciano sulla porta, in-tuiscono quello che è successo e mi ven-gono in soccorso. Mi offrono il loro so-stegno e mi aiutano a raggiungere l’am-biente coperto. Appena dentro, una diesse si reca al Comando della Guarni-gione per esporre il caso. Lì viene decisoche venga prelevato da una slitta e tra-sportato nell’ufficio di un militare di car-riera per essere interrogato su quanto èsuccesso. Appena arrivato alla sua pre-senza, prima di rivolgermi la parola, eglimi guarda con attenzione e si rende su-bito conto delle mie condizioni; capiscele ragioni per cui sono rimasto a piedi emi chiede se ho fame. Al cenno affer-mativo della mia testa si rivolge allaguardia e ordina di portare qualcosa damangiare. Poco dopo mi viene servitodel cibo che mando giù senza badare al-la qualità e al sapore. Dopo aver placatole fitte dello stomaco, la mente riacquistalucidità e il corpo un po’ di vigore inpiù. Alla fine vengo lasciato in dispartecon l’apparente indifferenza dei presenti.Io ne approfitto, mi distendo su una pan-ca di legno e mi metto ad aspettare chesopraggiunga il sonno ristoratore. Ma,sebbene le traversie e la stanchezza, essosi fa attendere a lungo. Una folla di pen-sieri prende a camminare nella menteprocurandomi ansietà e preoccupazionisenza fine. Torna a possedermi il solitosenso di impotenza e di solitudine. Lanostalgia e il rimpianto per tutto il miomondo strapaesano, confidenziale, lon-tano e al di fuori dei fatti di guerra, tran-quillo e fatto a dimensione d’uomo comepochi altri si fanno sempre e più irresi-stibili. Cresce così tanto lo sconforto delcuore che vorrei piangere, gridare, pre-

gare, magari imprecare; ma ho paura chei presenti mi fraintendano e commiseri-no. Essi si sono dimostrati umani e ge-nerosi nei miei confronti, ma difficil-mente capirebbero le ragioni di tanta af-flizione. È umanamente impossibile cheriescano a provare compassione verso undisgraziato che ha osato invadere il loroPaese. Da una parte un po’ di orgoglio,dall’altra il ripensamento di tutto quelloche mi è capitato in pochi mesi, mi crea-no uno stato confusionale tale che ve-nirne fuori mi torna assai faticoso. Inmomenti così, una convinzione sola miappare chiara: la guerra che si vive den-tro il clima della propaganda ideologicaè una cosa; la guerra che si vive dovetuonano i cannoni e crepitano le armiche danno la morte è una cosa completa-mente diversa. Io, che ho fatto esperien-za diretta di tutte e due le fasi e ne hoconosciuto spirito e significato, possosolo dire che, vinta o perduta che sia, laguerra non è altro che una sciagura fu-nesta per tutta l’umanità.Il giorno dopo, di primo mattino, l’uffi-ciale della Guarnigione di polizia ferro-viaria consegna la mia base di ricoveronel centro di cura; quindi incarica unaguardia di accompagnarmi con la slittaall’ospedale militare. Raggiungiamo lasegreteria del complesso sanitario dove ilcapo del personale predispone l’autoriz-zazione alla visita medica all’assegna-zione dell’occorrente per la permanenzanel reparto a cui sono assegnato. Dopovengo sottoposto alla pulizia generale ealla depilazione del corpo. Infine ricevola consegna della biancheria personaleche potrò utilizzare per tutto il periodo diisolamento. Mi viene assegnata una stan-zetta molto piccola dove si susseguonodiverse visite mediche di accertamento eviene compilata la cartella clinica contutti i risultati che vengono fuori. I con-trolli a cui vengo sottoposto risultano ne-gativi; lo stato di salute buono. Tuttaviail periodo di isolamento si protrae persessanta giorni. Una volta che il riscon-tro dei risultati riportati sulla mia cartel-la clinica è favorevole, la Commissionemedica locale dichiara conclusa la fasedi sistematica osservazione e di divietodi contatto con gli altri.

Campagna di guerra sul fronte russo1942-45

di Francesco Cialeoa cura di Gerardo Melaccio

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DIALETTO E CULTURA POPOLARE

U habb’ cogl’, la jastema noLa burla colpisce e la bestemmia no.

Quiss’ n’ sap’ romb’ l’uov’ cu nu magl’Costui non sa rompere un uovo con il maglio.

Chi m’ raj a mangià chiam’ tataChi mi da da mangiare io lo chiamo padre.

U’ rend’ eia cchiù v’cin’ r’ lu parend’Il dente è più vicino del parente.

Chi la ten’ longa e chi la ten’ corta la cannelaChi ce l’ha lunga e chi ce l’ha corta la candela (della vita).

Corta n’ t’ vaj e longa n’ t’arrivaCorta non ti va e lunga non ti arriva.

P’zuoch’ nchiesia e riav’l’ ncasaBizzoco in chiesa e diavolo a casa.

La mala crianza, t’ l’aspiett’ ra lu fessaLa peggior cosa te l’aspetti dallo sciocco.

La varda s’ l’adda mett’ a chi la portaIl basto si deve mettere a chi lo sopporta.

A la sckatrata r’ la nev’ s’ ver’n’ r’ stronz’Allo sciogliersi della neve emergono i rifiuti.

PARTICOLARI MODI DI DIRE CALITRANI

A cura di Giovanni Sicuranza

Massimiliano Zarrilli: Povero Amore–Commedia teatrale- Edizione You-canprint- Tricase (LE) 2012

La storia ambientata nella Napoli deglianni ’50 racconta le vicende di una giova-ne ragazza in cerca del vero amore chetroverà l’amante. Una trama intrigante cheha per protagonista ancora una volta l’a-more ma proposto in una veste tutt’altroche scontata: il fascino dei dialoghi e l’u-miltà che da essi traspare mettono a nudol’assurdità della gente e quella strana sen-sazione che ci regala il più forte dei senti-menti.

(dalla quarta di copertina).

Alfonso Nannariello: Rosso Inverso–Casa editrice Libria, Melfi (PZ)-2011

“Affascinante come una ricerca, bello co-me un romanzo, anche questo nuovo li-bro di Alfonso ha la suggestione del tem-po dei primordi, di un mito in frantumi.Raccordata alla frammentazione dellaterra che qui si racconta, alle sue frane,alle sue storie interrotte e a queste sta-gioni che ancora oggi si susseguono sen-za più persone che le guardino, la scrit-

tura di questo libro lascia una nota moltolirica e assai forte.”

Adele Frenzi(dalla quarta di copertina)

Emilio Ricciardi: In altri tempi fu cittàgrande- L’arcidiocesi di Conza tra ilXVI e il XVIII secolo -ERMES Ariccia(RM), 2010

Il presente studio si propone di ricostrui-re la storia della diocesi di Conza e letrasformazioni avvenute tra il XVI e ilXVIII secolo che portarono, attraversol’azione meritoria di alcuni arcivescovi, aun miglioramento delle condizioni di vi-ta degli abitanti di quelle terre.

Don Pasquale Di Fronzo: Fede e voca-zioni in Alta Irpinia: ritratti di religiosiche esaltano il clero locale. Club degliAutori Indipendenti – Milano 2011

Questa indagine rappresenta la sintesi dialcuni decenni di ricerche svolte da donPasquale Di Fronzo assistito da nume-rosi amici. Con le note biografiche dicentinaia e centinaia di religiosi che han-no svolto il loro apostolato sia sul terri-torio regionale sia altrove, l’Autore offreun quadro sulla fede e sulle vocazioniche hanno esaltato per oltre un millenniola terra altirpina. Un lavoro lungo e scru-poloso, documentato da un’ampia bi-bliografia che consente ulteriori studi sui

singoli personaggi. Il volume si apre conun saggio di Giacomo de Antonellis ilquale, con la sua esperienza di editore,giornalista e bibliofilo, ha contribuito arealizzare l’interessante opera sotto ilprofilo redazionale.

(dalla quarta di copertina)

Francesco Caloia: Gesualdo & Gesual-do- La vera storia del Principe dei Mu-sici e del suo casato tra amore, morte,creatività, musica e sacralità dell’arte.Per Versi Editori-Grottaminarda (AV)2011

[…] L’avventurosa vicenda umana e arti-stica di Carlo Gesualdo sembra natural-mente offrirsi come trama straordinariadella narrazione di Caloia, insuscettibiledi sintesi, fatta com’è di considerazionireligiose, filosofiche, storiche e letterarie,di favole, di riflessioni artistiche ed este-tiche, di medaglioni sui personaggi piùdisparati, di riproduzioni di lettere e do-cumenti, di descrizioni di luoghi e viaggi,di citazioni famose e di poesie. Alla mu-sica esaltata come “sintesi perfetta fra leforme espressive”, l’autore dedica moltepagine, ovviamente riferite al grande suoconterraneo che, dalla tragedia familiaredi cui fu protagonista e dai susseguentisquassanti sensi di colpa, trasse nutri-mento per la sua geniale creatività musi-cale.[…]

(dalla seconda di copertina)

LLAA NNOSOSTRATRABIBLIOBIBLIOTECTECAA

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212121

SSOOLLIIDDAARRIIEETTÀÀ CCOOLL GGIIOORRNNAALLEE

DA CALITRI

Euro 10: Di Napoli Franca, Maffucci Vincenzo, Di Muro CanioClaudio, Aristico Lorenzo, Cerreta Antonio, Del Moro Vin-cenzo, Maffucci Angelo, Codella Luigi, Paolantonio Giuseppina,Maffucci Teresa, D’Alò Antonio, Maffucci Emilioantonio, Pa-sticceria Zabatta Gerardino, Bavosa Antonio, Cerreta RosaAntonia,Cirminiello Angelomaria e Stanco Lucia, Iannella Ro-dolfo, Della Badia Maria Codella, Stingone AntonioEuro 15: Di Milia Maria, Codella Vito, Buldo Maria e ZabattaAntonio, Cerreta Mariannina, Stingone Maria Cristina, TornilloBerardinoEuro 18: Gautieri MicheleEuro 20: Miele Giuseppe Antonio, Armiento Michelangelo,Zarrilli Rocco, Fiordellisi Giovanni, Fierravanti Mariarosa, LaBottega del Pane di De Nicola Agnese, Scilimpaglia Pasquale,Mottola Gerardo, Forgione Angelo Francesco, Di Cosmo An-gelo e Di Napoli Vincenza, Grasso Raffaela, Mauro Giuseppe,Simone Pasquale, Cicoira Vitantonio, Maffucci Lorenzo, Suoredi Gesù Redentore, D’Emilia Pasqualino, Cioffari Umberto,Maffucci Giacomo GiovanniEuro 25: Di Cecca Angelomaria, Arciconfraternita Immacola-ta Concezione, Di Milia Vitantonio, Vodola RaffaeleEuro 30: Tuozzolo Vito Nicola, Famiglia Di Napoli P. Salvatore,Tornillo Vincenzo e AntonellaEuro 35: Di Cecca GraziellaEuro 40: Elena Addeo MaffucciEuro 50: Cirminiello Antonello, Cerreta Pietro, Nicolais An-gelo, Zarrilli VitoEuro 100: Armiento

DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE

Euro 9: NN(Arese)Euro 10: Gabellini Lorenzo (Firenze), Zarrilli Maria Antoniet-ta (Conza della Campania), Di Napoli Giuseppe (Brescia),Ra-basca Canio (Nova M.se), Mazziotti Antonia (Roma), CerretaGiuseppe (Cambiano),Di Napoli Lucia Maria (Limito di Piol-tello), Cerreta Michele (Carrara), Di Napoli Vincenzo (Cellati-ca), Di Fronzo Pasquale (Mirabella Eclano), Senerchia Maria(Sesto F.no), Ricciardi Sansone Giacinta (Torino), MorettonUselmo (Contursi Terme), Zarrilli Luigi (Poggibonsi), LamannaPasquale (Sant’Andrea Di Conza), Di Domenico Maria Antonia(Poggibonsi), Caruso Maria Carmela (Castelfiorentino), ScocaVincenzo (Castelfiorentino), Giuliano Angela (Casalgrande),Galgano Vincenzo (Riccione), Scoca Vincenzo (Perticato), Ca-fazzo Filomena (Bisaccia), Cestone Vincenzo (Bergamo), DiNapoli Alfonso (Bollate), Margotta Vincenzo (Salerno), StancoAngela (Lentate S.S.), Cianci Antonietta (Bollate), Zabatta Vin-cenzo (Lentate S.S.), Cerreta Vincenzo (Carrara), Cicoira Giu-seppe Raffaele (Melfi), Di Napoli Vincenzo (Bologna), ZabattaCanio (Lentate S.S.), Zabatta Pietro (Lentate S.S.), RomanoSabato (Bellizzi), Briuolo Luigi (Alessandria), Zabatta Mario(Cascina Amata Cantù), Araneo Vincenza (Mariano C.se), Ger-mano Mario (Briosco), Codella Rosa Di Milia (Salerno), CaprioDonato (Quarto), Zabatta Claudio (Turlupara), Di CairanoAntonio (Guidonia), Scappaticci Angela (Ciampino)Euro 15: Capossela Maffucci Michelina (Scandiano), MargottaVincenzo e Cianci Francesca (Roma), Di Cosmo Vincenzo(Poggibonsi), Rainone Immacolata (Capoliveri), Di Milia Anto-

nietta (Milano), Pietro Lattarulo (Bisaccia), Grippo Francesco(Morra De Sanctis), Scoca Antonio (Trento), Mazziotti Ma-riantonia ( ), Rubino Filomena (Ancona), Cestone Giuseppe(Poggibonsi), Simone Anna (Carife), Frasca Rosetta (Roma), To-glia Giuseppina (Riccione), Margotta Canio (Meda), P. Giusep-pe Corona (Marianella-NA), Alfieri Liliana vedova Frucci (Na-poli), Zabatta Salvatore (Supersano), Simone Vincenza (Mad-daloni), Taddeo Ubaldo (Pratola Serra)Euro 18: Di Cosmo Michele (Poggibonsi)Euro 20: Di Maio Vito (Montauro), Vallario Giuseppe (Gru-gliasco),Maffucci Maria Antonia (Roma),Di Giuseppe Egidio(Foggia), Cerreta Margherita (Milano), Bozza Michele (Raven-na), Buldo Cesare Giovanni (Varese), Galgano Antonio (Nova-ra), Antonia Buldo (Varallo Pombia), Panniello Gaetano (Bari),Di Cosmo Vincenzo (Poggibonsi), Rabasca Vittorio (Potenza),Senerchia Maria (Nova M.se), Amato Antonio e Ricciardi Fran-ca (Napoli), Vallario Lorenzo (Milano), Buldo Vincenza (Galla-rate), Cestone Giovanni (Pinerolo), Rubino Antonio (Capria-no), Mazziotti Francesca (Roma), Maffucci Maria Giovasnna(Settimo M.se), Cerreta Orazio (Caselle), Cianci Anna Maria(Napoli), Bonetti Cubelli Anna (Bologna), De Vito Antonietta(Roma), Cubelli Lucia (Bologna), Galgano Anna (Milano), Cu-belli Vito (Foggia), Cestone Maria Petronilla (San Giovanni Lu-patoto), Gautieri Pasquale (Bollate), Cianci Salvatore (Cande-la), Caputo Teresa (Arese), Gautieri Vito (Moncalieri), Tuozzo-lo Raffaele (Avellino), Zabatta Salvatore (Milano), Di NapoliMario (Bollate), Di Maio Lucia (Roma), Nicolais Luigi (Manfre-donia), Del Guercio Filomena e Galgano Mario (Bollate), LopsAntonio (Besano), Sagliocco Francesco (Nichelino), NicolaisMaria Giuseppa (Cairano), Famiglia Errico Salvatore (Carugo)Euro 25: Cecchetti Turiddo (Pistoia), De Rosa Carlo (Bellu-no), Zabatta Vito (Milano), Milano Calvani Vincenza (Cascina),Di Carlo Alfredo (Avellino), Nannariello Rosellina (Genova),Bozza Rosina in Scoca (Chieti), Di Napoli Fortunato (Garba-gnate), Lampariello Franchino (Garbagnate), Cerreta mario(Avellino), Zabatta Vito (Capergnanica), Raho Alberto (S.Gior-gio a Cremano), Armiento Michelangelo (Roma)Euro 30: Di Maio Vito Gaetano (Trento), De Nicola Michele(Poggibonsi), Zazzarino Vincenzo (Mercogliano), De NicolaMichele (Bologna), Rainone Vincenzo (Lentate Sul Seveso),Cuppone Fernando (Sannicola), Bruniello Canio (Fiumicino)Euro 31: Della Valva Vito (Bollate), Di Milia Maurizio (Brescia)Euro 40: Caputo Canio (Carosino), De Nicola Vincenzo (Pa-via), Galgano Antonio (Poggibonsi), Codella Vito (Cremona)Euro 50: Capossela Vito (Scandiano), Ciampolillo Giuseppe(S. Benedetto del Tronto), Montagnani Roberto (Figline Val-darno), Cerreta Canio (Valmadrera), Di Cairano Vincenzo(Francavilla a Mare), Savino Vincenzo (Roma), Cerreta Donato(Teramo), Zabatta Michele (San Giorgio a Cremano), ScocaMaretta (Roma)Euro 57: Codella Michele (Pavona di Albano)

DALL’ESTERO

FRANCIA: Euro 50 Cianci MicheleSVIZZERA: Euro 15 Cestone Maria; Euro 20 Polito MariaElisa, Maffucci Canio; Euro 30 Maffucci Giovannino, ScocaCrescenzoBELGIO: Euro 30 Galgano AntonioVENEZUELA: Euro 50 Di Carlo Vincenzo

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MOVIMENTO DEMOGRAFICORubrica a cura di Anna Rosania

I dati, relativi al periodo dal 27 ottobre 2011 al 20 febbraio 2012sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.

NATI

Maffucci Dario di Angelomaria Gerardo e di Di Cosmo Jessica19.08.2011Acocella Gabriele di Fausto e di Stanco Annamaria 02.11.2011Zarrilli Giada di Pasquale e di Cappa Antonietta 04.11.2011Rubino Alessia di Vito e di Di Salvo Maria 06.11.2011Rainone Simone di Giuseppe e di Gautieri Lucia 22.11.2011Gallo Sharon di Francesco e di Zarrilli Sefora 29.11.2011Cubelli Rossella di Francesco e di Margotta Maria 09.12.2011Di Cecca Sara di Mario e di Maffucci Silvia 16.02.2012

MATRIMONI

Iannolillo Salvatore e Gautieri Angela 29.10.2011Caputo Michele e Frasca Maria Immacolata 09.12.2011

MORTI

Nicolais Luigina 06.03.1932 - † 28.10.2011Zarrilli Gerardo 23.04.1933 - † 01.11.2011Panniello Maria Rosa 11.04.1941 - † 02.11.2011Vigorito Giuseppe 11.08.1929 - † 18.11.2011Buldo Angela 11.10.1920 - † 24.11.2011Borea Ester 15.12.1917 - † 06.12.2011Rabasca Concetta 22.10.1916 - † 08.12.2011Di Napoli Gaetano 20.04.1925 - † 13.12.2011Cicoira Rocco 23.12.1931 - † 17.12.2011Aristico Andrea 18.09.1922 - † 18.12.2011Zarrilli Salvatore 03.11.1928 - † 22.12.2011Tuozzolo Vincenzo Nicola 20.07.1923 - † 25.12.2011Quaranta Vincenzo 21.08.1916 - † 25.12.2011Roina Maria 04.09.1922 - † 25.12.2011Di Cosmo Mariantonia 30.01.1921 - † 02.01.2012Delli Liuni Maria Carmela 16.07.1920 - † 26.01.2012Di Leo Vito 07.04.1919 - † 28.01.2012Borea Michele 01.01.1929 - † 28.01.2012Cirminiello Vincenzo 10.02.1926 - † 03.02.2012Dragone Raffaela 20.02.1926 - † 04.02.2012Pinto Orazio 18.02.1930 - † 15.02.2012

Ci scusiamo per qualsiasi eventuale errore.

Iolanda Cubelli21.07.1923 - † 21.09.2010

Ci hai lasciato peraddormentarti nel sonno dellamorte in cui hai trovato riposoalle fatiche e sollievo alle tantesofferenze che la vita ti aveva

riservato, ma continui a vivere,ogni giorno, nel cuore di chitanto ti ha amato e che con te

ha condiviso l’asprocammino terreno.

Possa tu riposare in pacenell’attesa della resurrezione

dei morti.I tuoi cari.

I necrologi di normavengono pubblicati

nel mese in cui ricorreil decesso, ad esclusione

di quelli avvenutinell’anno in corso,

e in quello precedente

È un servizio “Gratis”.

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N. 49 n.s.– Gennaio-Aprile 2012 IL CALITRANO

R E Q U I E S C A N T I N P A C E

23

Antonio Cianci12.08.1939 - † 25.03.2011

Dai o Signore al suo spiritol’eterno riposo e la tua lucerisplenda negli occhi suoi.La moglie e i parenti.

Giovanni Maffucci01.09.1934 - † 21.01.2011

Signore,non ti chiediamoperché ce l’hai toltoTi ringraziamoperché ce l’hai donato.

(Sant’Agostino).A un anno dalla suadipartita la mogliee la famiglia lo ricordanocon profondo amore.

Salvatore Stanco17.08.1934 - † Svizzera26.03.2011

Nel primo anniversariodella sua scomparsacon l’affetto di semprelo ricordano la moglieCarmelai figli e i nipoti.

Donato Di Maio14.04.1940 - † 29.04.2010

Affranti perla prematura scomparsa,

i familiari ne onoranola memoria

portandolo nel cuorecon immutato affetto.

Angela Maffucci31.08.1925 - † 21.09.2011

Chi vive nel cuoredi chi restanon muore

Lucia Zabatta24.09.1925 - † 23.12.2011

Rimarrai semprenei nostri cuori.Il Signore conoscela via dei giusti.

(Salmo 1- 6)

Michele Nivone08.05.1930 - † 04.08.2011

È uscito dalla vita,ma non dalla nostra vita:come potremmo crederemorto colui che ètanto vivo nei nostri cuori?

Alfonsina StrazzaVedova Maffucci

14.11.1937 - † 30.04.2011

Solo in Dio la speranzanon viene meno

(Salmo 62)

Francesco Cirminiello06.04.1936 - † 25.07.2011

Silenzioso come sempre pernon essere notato, senza un

lamento, senza un frullod’ali, prematuramente

ci hai lasciati.Purificalo o SignorePerché il suo anelito

Abbia in te il suocoronamento

E il suo premio…

Enzo Cestone09.05.1965 - † 03.04.2011

Nel primo anniversario dellamorte inattesa e rapida,

gli zii Maria e Vito,le cugine Graziae Maria Rosarialo ricordano conimmenso affettoa tutti coloro che

lo conobbero.

Maria Scilimpaglia09.07.1934 - † 04.03.1996

La sua vita è stata aridae crudele, ha vissuto nel

dolore e nella sofferenza,il suo mondo è stato

una sedia a rotelle.Sperando che questa suadipartita abbia nell’aldilà

una risoluzione più consonaad un essere umano.

Il fratello

Giacinta Zarrilli12.01.1930 - † 17.01.2010

Tu sei la mia sicurezzao Dio.

Vincenzo Stanco28.01.1955 - † 06.06.2003

Il tuo sorriso illuminail nostro cammino.

I tuoi cari.

Gerardo Zarrilli23.04.1933 - † 1.11.2011

Il ricordo del grande amoreper la tua famigliarende andora vivoil nostro dolore.Con tenerezza infinitati ricordiamoe preghiamo per te.

Rosa del Toro Francesco Di Maio31.05.1913 - † 27.09.2012 03.11.1908 - † 03.03.1991

Vetuli notique columbi(Epistole, Orazio)

Vecchi e ben noti colombi.Esempi di vita operosa e animo gentile.

Un ricordo e una preghiera

Maria Concetta Lampariello Antonio Di Napoli21.10.1923 - † 02.03.2002 15.10.1919 - † 16.11.1991

Una lacrima per i defunti evapora,un fiore sulla loro tomba appassisce.

Una preghiera per la loro anima la raccoglie Dio.

I vostri cari.

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Calitri, 08.08.2011 Festa dei 50 anni, da sinistra: Vincenzo Del Moro (p’ccion’), Angelo Gervasi (u’ biond’ nieur’), Crescenzio Di Napoli (sc’mm’rott’), Pasquale Nannariello (mariannucc’), Antonio Vito Rubino (pahanes’), VitoCerreta (benfigliuol’), accovacciato Michelino Balascio (cordella), Emilio Creddo (u’lettricist’), – da qui in poi si vede solo la testa – Gaetano Cicoira (mast’carrier’), Vincenzo Di Maio (u’ uardij zappator’), Gaetano Corazzelli(santamaria), Antonio Bavosa (buldo), Raffaele Sibilia (sibilia), Antonio Metallo (tart’liegghij), Antonio Metallo (f ’ggiana), Francesco Galgano (spaccon’), Vincente Galgano (brattiell’), Canio Cialeo (cialeh’), Canio Toglia (curcigghj),Lucia Carullo (moglie di Gerardo Nigro br’handiegghj’), Angelo Maffucci (florij), Canio Maffucci (t’mbrin’), Franco Rotonda (chiscia), Giovanni Borea (panch’), Canio Russo (cangianella), Vito Scoca (collehator’), GiovanniNicolais (p’scion’), Felice Nivone (paparegghia), Michele Cestone (m’calon’), Luciano Mucci (vardar’), Andrea Bellino da sant’Andrea. Seconda fila da sinistra: Antonio Metallo (f ’uggiana) con giacca e cravatta, dietro CanioCodella (sciascion’), Giovanni Fiordellisi (vardariegghj), Grazia Zarrilli (b’rsaglier’), Maria Antonietta Metallo (baccalà), Elda Ravizzola (moglie del dott. Canio Galgano), Lucia Zarrilli (scatozza), Antonietta Lamanna (moglie diCoppola …), Nina Rainone (man’man’), Antonietta Bavosa (buldo), Maria Rossi (l’angunes’), Maria Vittoria Gautieri (pusc’), Felicetta Di Milia (pisciacenn’ra), Maria Rosaria Lo Buono (p’r’tosa), Maria Di Napoli (sc’mm’rott’),Matilde Maffucci (silla), Enza Russo (ciucc’ carr’ch’), Teresa Stanco (r’ss’liegghj), Michelina Russo (puglies’), Angela Vallario (m’calon’), Maria Vallario (checchina), Maria Antonietta Vallario (m’cel’), Maria Di Cosmo (zi’zi’), AngelaRossi (l’angunes’), Angela Di Milia (c’p’gghin’), Vincenzina Armiento (caram’zzett’), Rosa Martiniello (papp’lon’), Franca Cerreta (m’calon’), Maria Codella (curella), Vincenzo Nannariello (cicc’ p’ndigghj’), Antonio Di Roma(scarpariegghj’). A terra da sinistra: Vincenzo Cestone (c’stun’), Michele Arci (carianes’), Giuseppe Metallo (tr’zzugghj’), Canio Lops (carm’nucc’), Canio Caputo (matalena), Vincenzo Cestone (ciannill’), Antonio Lucrezia(pasckalin’), Giuseppe Stanco (sanap’rciegghj’), Vincenzo Fierravanti (halecchia), Giovanni Cerreta (ricca recca), Michele Di Maio (palusc’), Vincenzo Di Cosmo (zì zì), Mario Cianci (napulitan’), Letizia Della Valva (quaranta),Angela Maffucci (giacumin’), Antonietta Vallario (mb’ccius’), Pasquale Lucrezia (borbon’), Antonio Zabatta (mart’lana), Vitale Zabatta (ciend’capill’), Vincenzo Luciano Lucrezia (sc’mm’rott’) e Giovanni Metallo (f ’ggiana).