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1 ECC.MO CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE Ricorso in Appello Della Onlus ASSOCIAZIONE VERDI AMBIENTE E SOCIETA' - V.A.S., riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente con decreto del 29 marzo 1994, con sede in Roma, Corso Vittorio Emanuele n. 154, in persona del legale rappresentante pro tempore Sen. Guido Pollice, C.F. 97078560584 e P.IVA 06319301005, rappresentata e difesa congiuntamente e disgiuntamente, dagli Avv.ti Prof. Daniele Granara (Cod. Fisc.: GRN DNL 63D26 C621R – P.E.C.: [email protected] – fax: 010.5709875) e Federico Tedeschini (Cod. Fisc.: TDS FRC 48A24 H501P - P.E.C.: [email protected] fax: 06.8541638) ed elettivamente domiciliata nello studio in Roma, Largo Messico, n. 7, giusta mandato a margine del presente atto, contro Comune della Spezia, in persona del Sindaco in carica, rappresentato e difeso dagli Avv.ti Giovanni Bormioli e Stefano Carabba, con domicilio eletto presso lo studio del primo in Genova, Piazza Dante n. 9/14, - ricorrente in primo grado - e nei confronti di Ministero per i Beni e le Attività Culturali - resistente in primo grado - e con l'intervento di Associazione Legambiente Onlus, rappresentata e difesa dall'Avv. Piera Sommovigo, con domicilio presso lo studio in Genova, Via Malta n. 4A/14

Istanza vas 24 5-014 sospensione sentenza tar liguria

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ECC.MO CONSIGLIO DI STATO

IN SEDE GIURISDIZIONALE

Ricorso in Appello

Della Onlus ASSOCIAZIONE VERDI AMBIENTE E SOCIETA' - V.A.S.,

riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente con decreto del 29 marzo 1994, con

sede in Roma, Corso Vittorio Emanuele n. 154, in persona del legale

rappresentante pro tempore Sen. Guido Pollice, C.F. 97078560584 e P.IVA

06319301005, rappresentata e difesa congiuntamente e disgiuntamente,

dagli Avv.ti Prof. Daniele Granara (Cod. Fisc.: GRN DNL 63D26 C621R –

P.E.C.: [email protected] – fax: 010.5709875) e Federico

Tedeschini (Cod. Fisc.: TDS FRC 48A24 H501P - P.E.C.:

[email protected] – fax: 06.8541638) ed elettivamente

domiciliata nello studio in Roma, Largo Messico, n. 7, giusta mandato a

margine del presente atto,

contro

Comune della Spezia, in persona del Sindaco in carica, rappresentato e

difeso dagli Avv.ti Giovanni Bormioli e Stefano Carabba, con domicilio eletto

presso lo studio del primo in Genova, Piazza Dante n. 9/14,

- ricorrente in primo grado -

e nei confronti di

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

- resistente in primo grado -

e con l'intervento di

Associazione Legambiente Onlus, rappresentata e difesa dall'Avv. Piera

Sommovigo, con domicilio presso lo studio in Genova, Via Malta n. 4A/14

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Associazione Italia Nostra Onlus, rappresentata e difesa dall'Avv. Rino

Tortorelli, con domicilio eletto presso lo studio dell'Avv. Carmela De Lucia in

Genova, Via XX Settembre 33/8

per l’annullamento e/o la riforma, previa immediata sospensione,

della sentenza del T.A.R. Liguria, Sez. I, 19 maggio 2014, n. 787, con la

quale è stato accolto il ricorso, R.G.R. n. 1008/2013, proposto avverso il

provvedimento di sospensione dei lavori di esecuzione del progetto di

riqualificazione di Piazza Verdi, nonché, con ricorso per motivi aggiunti, dei

provvedimenti di dichiarazione dell'interesse culturale della piazza e del filare

alberato di pini, nonché del decreto soprintendentizio 15.11.2013, n. 26, di

annullamento d'ufficio dell'autorizzazione 6.11.2012, n. 33062.

* * *

PREMESSE IN FATTO

1) Verdi Ambiente e Società - V.A.S. è associazione riconosciuta a carattere

nazionale, con il fine di tutelare i valori paesistici, ambientali, architettonici,

storici e culturali del Paese.

Tale Associazione ambientalista è legittimata ai sensi degli artt. 13 e 18 della

Legge 8 luglio 1986, n. 349 e rappresentata nel Consiglio Nazionale per

l'Ambiente ex art. 12 della legge medesima.

Ai sensi dell'art. 3 del proprio statuto “promuove e favorisce le iniziative

volte a garantire gli equilibri ecologici; promuove e favorisce le iniziative

volte a prevenire ed a contrastare ogni genere e specie di inquinamento

dell’ambiente e di alterazione degli ecosistemi" e "promuove e favorisce il

recupero e la valorizzazione del patrimonio ambientale".

La legittimazione ad agire delle associazioni ambientaliste a tutela degli

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interessi paesaggistici, ambientali, architettonici, storici e culturali dalle

stesse difesi è stata riconosciuta dalla consolidata giurisprudenza

amministrativa (Cfr., ex multis, Cons. Stato, Sez. VI, 12 novembre 2008, n.

5668; Cons. Stato, Sez. IV, 9 novembre 2004, n. 7246; T.A.R. Liguria, Sez.

I, 13 marzo 2003, n. 309; 19 marzo 2003, n. 354; 22 giugno 2004, nn.

1020, 1021 e 1022; T.A.R. Liguria, Sez. I, 12 ottobre 2005, n. 1349, T.A.R.

Veneto, 11 luglio 2008, n. 1993; T.A.R. Toscana, Sez. I, 28 giugno 2008, n.

1651; T.A.R. Sardegna, Sez. II, 16 giugno 2009, n. 987; e, da ultimo, T.A.R.

Liguria, Sez. I, 21 novembre 2013, n. 1404).

Inoltre, l’Associazione medesima, quale titolare dell’interesse alla tutela

dell’ambiente e del paesaggio di La Spezia, in ragione del vincolo

discendente dalla dichiarazione di interesse paesistico e culturale che tutela

la piazza oggetto dell’intervento edificatorio de quo, ivi compresa la sua

caratteristica filatura di pini, gode della speciale legittimazione prevista

dall’art. 146, comma 12, del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.

2) Il ricorso di primo grado era volto ad impugnare proprio i provvedimenti

emessi dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della

Liguria al fine di tutelare il predetto particolare interesse culturale che

caratterizza il complesso architettonico de quo, onde evitarne il completo

snaturamento, ad opera degli interventi di asserita riqualificazione assentiti

per parte comunale.

3) Preme rilevare come la Piazza, mai sottoposta, sino al Decreto n. 26, in

data 15 novembre 2013, a dichiarazione di interesse culturale, ai sensi

dell'art. 12, comma 2 del D.Lgs. n. 42/2004, fosse tutelata e, in forza

dell'erroneo intervenuto annullamento per cui è appello, tuttora sia tutelata

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ai sensi del combinato disposto degli artt. 10, comma 4, lett. g) e 12,

comma 1 del medesimo D.Lgs. n. 42/2004.

4) Sulla base del progetto sottopostole dal proponente comune, la

Soprintendenza riteneva, in un primo momento, di concedere, con la nota 6

novembre 2012 n. 33062, autorizzazione alla realizzazione della prevista

riqualificazione, non avvedendosi dell'errore di fatto e del travisamento nel

quale stava incorrendo.

Nel contempo, però, con la medesima nota n. 33062/2012 la

Soprintendenza richiedeva al Comune l'attivazione dell'apposito

procedimento di verifica dell'interesse culturale, di cui all'art. 12

del D.Lgs. n. 42/2004, procedimento mai attivato dal Comune.

Avvedendosi di tale mancata attivazione e, pertanto, del mancato

adempimento di una fondamentale prescrizione contenuta nel

provvedimento autorizzatorio, la Soprintendenza, con le note 4448 del 17

giugno 2013, 33692 del 17 giugno 2013 e n. 20904 del 17 luglio successivo

ribadiva tale necessità, provvedendo, con quest'ultima, a comunicare

pertanto l'avvio d'ufficio della procedura di cui all'art. 12 D.Lgs. n. 42/2004,

necessaria ad operare una valutazione in concreto dell'interesse culturale

insistente, in via astratta ed ope legis su Piazza Verdi, ai sensi degli artt. 10,

comma 4, lett. g) e 12, comma 1 del medesimo "Codice del Paesaggio".

Con le medesime specificava il divieto per il Comune di "procedere - nelle

more del completamento dell'iter di verifica – ad opere riguardanti la

demolizione o rimozione di componenti il cui interesse culturale non sia

definitivamente accertato".

Con la successiva nota, in data 19 luglio 2013, la Soprintendenza

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rappresentava, poi, come il precedente assenso, sia stato concesso vista "la

relazione predisposta per il concorso di progettazione [che] descriveva gli

alberi del filare centrale come collocati "circa dieci anni dopo la fine della

Seconda Guerra Mondiale", individuandoli quindi come componente non

assoggettabile ai disposti di tutela di cui sopra, in assenza del requisito della

"esecuzione risalente ad oltre settant'anni" previsto dal citato art. 12 comma

1, come modificato dall'art. 4 comma 16 del D.L. 70/2011 convertito in

legge n. 106/2011".

Rappresentava, inoltre, che, l'errore nel quale era stata indotta dalla sopra

richiamata relazione a firma della Dott. Ratti sia stato individuato in ragione

della nota del 1° luglio 2013 con la quale "i rappresentanti del Comitato per

piazza Verdi hanno trasmesso una memoria (recepita agli atti dell'ufficio con

prot. n. 19400 del 04 luglio 2013), contenente copia degli atti di delibera

adottati dal Podestà di La Spezia, negli anni 1937-39 per la piantumazione

dell'alberata, di fatto introducendo nel procedimento in esame un elemento

nuovo e certo, in precedenza non noto a questa Soprintendenza".

L'Amministrazione rilevava poi, come, a fronte "del prevalente e concreto

interesse pubblico alla tutela dei beni culturali, e nella fattispecie

alla conservazione delle testimonianze dell'originario impianto

della piazza; ... ad oggi nessun affidamento può essersi ingenerato in capo

a codesto Comune, considerato che già con nota prot. n. 33062 del

06/11/2012 veniva precisata la necessità di procedere con la verifica

dell'interesse culturale, e che con successiva nota prot. n. 4604 del

21/06/2013 si esprimeva nulla osta all'avvio delle opere limitatamente alla

sede viaria e ai marciapiedi, con esclusione della parte centrale della piazza

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interessata dalle alberature".

Ciò rilevato, concludeva per l'avvio del procedimento di riesame e per

l'eventuale annullamento in autotutela ex. Art. 21-nonies della legge n.

241/1990 e s.m.i.

5) Delle predette evidenze documentali non si avvedeva, però, il T.A.R.

Liguria, il quale pertanto accoglieva il ricorso, annullando i richiamati atti.

* * *

Trattasi di sentenza errata ed ingiusta, sicché la Onlus Associazione Verdi

Ambinte e Società – V.A.S., in persona del legale rappresentante pro

tempore, ut supra domiciliata, rappresentata e difesa, è costretta a rivolgersi

all'Ecc.mo Consiglio di Stato in S.G., per ottenerne l’annullamento e/o la

riforma, previa sospensione dell'efficacia, per i seguenti motivi in linea di

DIRITTO

I) In via preliminare

1) Sulla legittimazione e sull’interesse dell'esponente Associazione

a proporre appello avverso la sentenza del T.A.R. Liguria, Sez. I, 19

maggio 2014, n. 787.

Si osserva, in proposito, che Verdi Ambiente e Società - V.A.S. è

associazione riconosciuta a carattere nazionale, con il fine di tutelare i valori

paesistici, ambientali, architettonici, storici e culturali del Paese.

Tale Associazione ambientalista è legittimata ai sensi degli artt. 13 e 18 della

Legge 8 luglio 1986, n. 349 e rappresentata nel Consiglio Nazionale per

l'Ambiente ex art. 12 della legge medesima.

La legittimazione ad agire delle associazioni ambientaliste a tutela degli

interessi paesaggistici, ambientali, architettonici, storici e culturali dalle

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stesse difesi è stata riconosciuta dalla consolidata giurisprudenza

amministrativa (Cfr., ex multis, Cons. Stato, Sez. VI, 12 novembre 2008, n.

5668; Cons. Stato, Sez. IV, 9 novembre 2004, n. 7246; T.A.R. Liguria, Sez.

I, 13 marzo 2003, n. 309; 19 marzo 2003, n. 354; 22 giugno 2004, nn.

1020, 1021 e 1022; T.A.R. Liguria, Sez. I, 12 ottobre 2005, n. 1349, T.A.R.

Veneto, 11 luglio 2008, n. 1993; T.A.R. Toscana, Sez. I, 28 giugno 2008, n.

1651; T.A.R. Sardegna, Sez. II, 16 giugno 2009, n. 987 e, da ultimo, T.A.R.

Liguria, Sez. I, 21 novembre 2013, n. 1404).

Inoltre, l’Associazione medesima, quale titolare dell’interesse alla tutela del

paesaggio e del pregio culturale ed architettonico di Piazza Verdi, edificata a

metà degli Anni '30 e, pertanto, soggetta alla tutela di cui agli artt. 10,

comma 4, lett. g) e 12, comma 1 del D.Lgs. n. 42/2004, successivamente

confermata dal gravato Decreto n. 26 del 15 novembre 2013, gode della

speciale legittimazione prevista dall’art. 146, comma 12, del D.Lgs.

22 gennaio 2004, n. 42.

Ai sensi dell'art. 2 del Codice del Paesaggio, "il patrimonio culturale è

costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici".

Proprio a tutela del predetto patrimonio culturale, l'art. 146, comma 12, del

medesimo D.Lgs. n. 42/2004, attribuisce alle associazioni portatrici di

interessi diffusi individuate ai sensi delle vigenti disposizioni di

legge in materia di ambiente e danno ambientale la particolare

legittimazione ad impugnare le autorizzazioni paesaggistiche

concesse in violazione del superiore interesse del paesaggio e

dell'interesse culturale, stabilendo, peraltro, che "le sentenze e le

ordinanze del Tribunale amministrativo regionale possono essere

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appellate dai medesimi soggetti, anche se non abbiano proposto

ricorso di primo grado”.

In proposito, la giurisprudenza amministrativa ha ritenuto ammissibile

l’impugnazione proposta ai sensi della predetta norma, “alla luce della

sentenza dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato n. 1 del 2007, la quale

ha preso atto dell'ampliamento della legittimazione ad appellare le sentenze

di primo grado in determinate materie, come la tutela del paesaggio per la

quale l'art. 146, comma 12, del codice dei beni culturali, approvato con

D.Lgs. n. 42 del 2004, come da ultimo modificato dall'art. 2 del D.Lgs. n. 63

del 2008, ha […] ammesso l'appello di colui che, pur non avendo

partecipato al giudizio di primo grado, può essere qualificato come

controinteressato sostanziale in quanto titolare di una posizione

soggettiva giuridicamente rilevante, caratterizzata da un concreto

interesse di segno opposto rispetto a quello fatto valere col ricorso

di primo grado.

Nella ricordata decisione si precisa che l'orientamento è riconducibile alla

sentenza della Corte costituzionale n. 177 del 1995 che ha determinato

l'estensione al processo amministrativo del rimedio dell'opposizione di terzo,

rilevando l'opportunità che, per comprensibili esigenze di economia dei

mezzi processuali, i soggetti legittimati alla proposizione dell'opposizione di

terzo (titolari di posizioni giuridiche autonome e incompatibili con quella

azionata dal ricorrente) possano far valere le proprie ragioni già in un

momento anteriore, mediante la proposizione di gravame avverso la

decisione ad essi sfavorevole resa in un giudizio in cui siano rimasti estranei,

configurandosi in sostanza quali controinteressati sopravvenuti”.

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In particolare, l’Adunanza Plenaria di Codesto Ecc.mo Consiglio di

Stato ha specificato che “quando il giudizio amministrativo ha per

oggetto una autorizzazione paesaggistica, la facoltà di proporre

appello delle associazioni ambientaliste - pure nel caso di mancata

partecipazione al giudizio di primo grado - risulta in effetti

giustificata dal pericolo che, altrimenti, l'autorizzazione

paesaggistica riconosciuta legittima dal giudice di primo grado

possa diventare definitiva con conseguente concreta possibilità,

per i proprietari degli immobili o delle aree interessate, di porre in

essere immediatamente interventi anche irreversibili ed

irrimediabilmente pregiudizievoli per i valori paesaggistici” (Cons.

Stato, Ad. Plen., 11 gennaio 2007, n. 1. Cfr. anche, sul punto, la recente

ordinanza Cons. Stato, Sez. IV, 19 febbraio 2014, n. 790 con la quale è stata

accolta l'istanza cautelare proposta dalla Onlus Verdi Ambiente e Società -

V.A.S., in qualità di appellante non presente in primo grado).

In proposito, si specifica che l'accoglimento del ricorso di prime cure

comporta proprio la realizzazione di quegli interventi irreversibili ed

irrimediabilmente pregiudizievoli per i valori paesaggistici che prefigura la

richiamata Adunanza Plenaria.

Infatti, in seguito all'accoglimento della pronuncia ha già avuto

inizio il taglio dei pini ultrasettantennali di Piazza Verdi, con

irrimediabile pregiudizio per il valore sia storico-culturale sia

paesaggistico-architettonico dell'area.

Il presente ricorso è, pertanto, volto a rilevare il travisamento nel quale è

incorso il Giudice di Primo Grado, non avvedendosi che il vincolo culturale

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vigente su Piazza Verdi impediva e tuttora impedisce la realizzazione

dell'intervento de quo.

Pertanto, la Onlus V.A.S., propone appello avverso la sentenza in oggetto,

per rilevare, in primo luogo, la legittimità del Decreto 8 novembre 2013, con

il quale è stata confermata la natura di bene ricompreso nel "patrimonio

culturale" sottoposto a tutela, di cui agli artt. 2 e 12, comma 2 del D.Lgs. n.

42/2004, di Piazza Verdi e della sua alberatura centrale, ed, in secondo

luogo, l'insistenza in ogni caso sull'area del vincolo di cui agli artt. 10,

comma 4, lett. g) e 12, comma 1 del medesimo D.Lgs. n. 42/2004, essendo

sia la Piazza, sia i pini dell'alberatura centrale risalenti alla metà degli anni

'30, con la conseguente erroneità della pronuncia impugnata.

Donde la sussistenza della legittimazione della Onlus V.A.S. a proporre il

presente gravame.

* * *

II) Nel merito.

2) Erroneità della sentenza per contraddittorietà e travisamento e

per errata, omessa ed insufficiente motivazione.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 10, 12, 20, 21, 22 e 28

del D.Lgs. 22.01.2004, n. 42, in relazione alla violazione e falsa

applicazione dell'art. 21-quater della Legge 07.08.1990, n. 241.

Violazione del principio fondamentale della “tutela del paesaggio e

del patrimonio storico e artistico” di cui all’art. 9 Cost.

La gravata sentenza ha accolto il ricorso proposto in primo grado sulla base

di una erronea interpretazione dei rubricati articoli, con particolare

riferimento all'iter autorizzatorio previsto dall'art. 21.

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Contrariamente a quanto ritenuto dalla sentenza impugnata, l'art. 28 D.Lgs.

n. 42/2004 prevede che "il Soprintendente puo' ordinare la sospensione di

interventi iniziati contro il disposto degli articoli 20, 21, 25, 26 e 27 ovvero

condotti in difformità dall'autorizzazione", il successivo comma 2 prevede,

inoltre, che "al soprintendente spetta altresì la facoltà di ordinare

l'inibizione o la sospensione di interventi relativi alle cose indicate

nell'articolo 10, anche quando per esse non siano ancora

intervenute la verifica di cui all'articolo 12, comma 2, o la

dichiarazione di cui all'articolo 13".

Tale potere di intervento cautelare, anche su beni non ancora sottoposti a

vincolo culturale, costituisce applicazione del generale principio di

precauzione, ed è volta proprio ad evitare la compromissione del patrimonio

culturale nazionale.

Sulla base di tale presupposto normativo, pertanto, in presenza di un

intervento "iniziat[o] contro il disposto degli articoli 20, 21" e condotto "in

difformità dell'autorizzazione" la Soprintendenza ha disposto, con le note

gravate in primo grado, in data 17 giugno 2013, la sospensione, "nelle more

del completamento dell'iter di verifica", dell'esecuzione di opere "riguardanti

la demolizione o la rimozione di componenti il cui interesse culturale non sia

definitivamente accertato".

Preme rammentare, infatti, che:

- il Comune non ha mai iniziato l'iter di verifica di cui all'art. 12,

comma 2 del D.Lgs. n. 42/2004, nonostante le ripetute richieste

della Soprintendenza;

- la Soprintendenza nell'autorizzazione concessa nel 2012, ai sensi

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dell'art. 21 del Codice del Paesaggio richiedeva proprio l'avvio del

predetto iter di verifica dell'interesse culturale della Piazza;

- ne deriva che l'avvio dei lavori, non avendo ottemperato alla prescrizione

ministeriale si configura come intervento "iniziat[o] contro il disposto

degli articoli 20, 21" e condotto "in difformità dell'autorizzazione".

Da tali premesse non può che discendere la legittimità dei provvedimenti

soprintendentizi di sospensione dei lavori volti alla distruzione e rimozione

degli ultrasettantennali pini di Piazza Verdi, con la conseguente erroneità

della gravata pronuncia sul punto.

B) Né può rilevare la considerazione, invece erroneamente evidenziata dal

Giudice di Primo Grado, che il progetto sottoposto alla Soprintendenza nel

2012 prevedesse l'abbattimento dei pini.

Infatti, come già evidenziato nelle premesse in fatto, l'Amministrazione di

tutela del vincolo è stata fuorviata dal Comune, attraverso la presentazione

di una relazione dalla quale risultava che i pini erano stati piantumati

addirittura dieci anni dopo la fine della Seconda Guerra e che, pertanto, essi

non soltanto non costituivano, come invece costituiscono (sic!), parte

integrante del progetto di riqualificazione di Piazza Verdi degli Anni '30 ma,

in aggiunta, non detenevano, come invece detengono (sic!), il requisito

temporale dei settanta anni previsto dall'art. 12, c. 1 del D.Lgs. n. 42/2004.

Contrariamente a quanto apoditticamente ritenuto dal Primo Giudice, detta

relazione costituiva parte integrante del progetto di riqualificazione

presentato alla Soprintendenza, ai fini dell'autorizzazione.

Proprio tale travisamento, indotto dalla relazione comunale, ha indotto la

Soprintendenza a concedere l'autorizzazione di cui all'art. 21 del Codice del

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Paesaggio, autorizzazione che, pertanto, una volta scoperto l'errore,

la Soprintendenza ha correttamente annullato, in ragione del

vincolo culturale insistente sull'intera Piazza e sull'annessa

alberatura centrale.

C) Quanto poi all'applicazione dell'art. 21-quater della Legge n. 241/1990, lo

stesso costituisce disposizione generale, rispetto alla previsione speciale di

cui al richiamato art. 28 del D.Lgs. n. 42/2004.

Esso è, pertanto, applicabile a tutti i casi che non rientrino nella fattispecie

di cui alla disposizione speciale.

Ferma, pertanto, e ribadita l'applicabilità nel caso in esame del predetto art.

28, si puntualizza come l'art. 21-quater della Legge n. 241/1990 prevede

che "l'efficacia ovvero l'esecuzione del provvedimento

amministrativo può essere sospesa, per gravi ragioni e per il tempo

strettamente necessario, dallo stesso organo che lo ha emanato ovvero da

altro organo previsto dalla legge".

Non v'è chi non veda come, nel caso di specie, sussistano le predette gravi

ragioni, proprio in ragione della imprescindibile ed improcrastinabile

esigenza di evitare il taglio dei pini ultrasettantennali di Piazza Verdi nelle

more della definizione dell'iter di valutazione del loro interesse culturale

(interesse peraltro poi dichiarato pienamente sussistente!).

Nelle more della definizione dell'iter di cui all'art. 12, comma 2 del D.Lgs. n.

42/2004, infatti, detti alberi erano tutelati ex lege dalle previsioni di cui agli

artt. 10, comma 4 lett. g) e 12, comma 1 del Codice del Paesaggio e,

pertanto, la Soprintendenza aveva il preciso dovere, oltre che il potere, di

sospendere ogni intervento volto alla demolizione o rimozione di detti beni

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culturali, sia in ragione dell'art. 28, commi 1 e 2 del D.Lgs. n. 42/2004, sia in

ragione del più generale potere di sospensione per gravi ragioni di cui alla

Legge sul Procedimento Amministrativo.

3) Erroneità della sentenza per contraddittorietà e travisamento e

per errata, omessa ed insufficiente motivazione.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 10, 12, 20, 21, 22 e 28

del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.

Violazione del principio fondamentale della “tutela del paesaggio e

del patrimonio storico e artistico” di cui all’art. 9 Cost.

Erra, inoltre, la gravata pronuncia nel ritenere che il progetto di

risistemazione di Piazza Verdi, risalente agli Anni '30 "non contemplasse

affatto il filare di pini".

Infatti, il Decreto in data 8 novembre 2013 sottopone a vincolo

paesaggistico non soltanto l'intero impianto di Piazza Verdi, bensì

anche "il filare alberato di pini, che ne scandisce lo spazio centrale"

proprio in quanto ricompreso tra gli "elementi riconducibili

all'originario impianto degli anni Trenta del XX secolo".

Infatti, tale alberatura è, contrariamente a quanto erroneamente ritenuto dal

Giudice di Primo Grado, parte integrante del complesso architettonico di

Piazza Verdi, così come rielaborato nel corso degli Anni '30 del XX Secolo.

Tale circostanza si desume con chiarezza dalla relazione storica allegata

al predetto Decreto, nella quale si rileva come "nel luglio del 1938 "Il

Popolo di La Spezia" descriveva, in un articolo dedicato alle opere

pubbliche della Spezia "il definitivo completamento con una spesa

di oltre 750.000 lire del largo Verdi e delle strade che ad esso

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fanno capo, necessario per dare – dopo la demolizione del Politeama Duca

di Genova e delle case adiacenti – organica razionale sistemazione alla

bellissima ed importantissima zona della nostra città che ne costituisce il

ganglio politico, ed è tradizionale luogo di adunata delle più significative

manifestazioni di popolo".

Parimenti, la richiamata relazione rileva che "le pavimentazioni, con

ampi marciapiedi laterali e marciapiede centrale, furono eseguite

in base ad un "progetto elaborato dall'Ingegnere comunale Ernesto

Coppelli" del 1934 e completate, ..., nel 1937; sempre nel 1937, su

progetto dell'Ispettore ai Giardini della Città, si approvò il progetto

per l'alberatura della piazza ... L'alberatura fu realizzata ed ultimata tra

il 1937 ed il luglio 1939, quando ne fu deliberato il pagamento".

Risulta, pertanto, evidente, come i pini oggetto dell'alberatura centrale siano

stati progettati e piantumati nell'ambito del più generale progetto di

risistemazione urbanistica di Piazza Verdi, progetto la cui edificazione

è terminata nel luglio del 1938, a fronte della progettazione e

piantumazione degli alberi iniziata già nel 1937, ovvero l'anno

precedente.

Ne discendono il grave travisamento e la contraddittorietà che affliggono la

gravata pronuncia, la quale non si è avveduta di tale evidenza, così

erroneamente accogliendo il ricorso di prime cure.

B) Né può l'interprete prefigurare un ipotetica valenza di "verifica (negativa)

dell'interesse culturale ... implicita nell'autorizzazione 6.11.2012", in quanto

tale verifica è sottoposta ad apposita procedura da parte del Codice del

Paesaggio, procedura che il Comune non ha mai attivato e, pertanto,

Page 16: Istanza vas 24 5-014 sospensione sentenza tar liguria

16

all'epoca dell'autorizzazione concessa nel 2012 non poteva dirsi sussistere

nessuna valutazione sul carattere culturale di Piazza Verdi, né esplicita né

tantomeno implicita.

Tale considerazione è corroborata dalla richiesta di attivazione della

procedura di valutazione dell'interesse contenuta, come già rilevato, nella

predetta autorizzazione n. 33062/2012, la quale conferma l'inesistenza allo

stato degli atti di qualsivoglia valutazione sul punto da parte

dell'Amministrazione procedente.

Aggiungasi, peraltro, come risulti erronea la conclusione del Primo Giudice,

ai sensi della quale "l'attivazione di tale verifica non costituiva affatto per il

comune un obbligo", e ciò proprio in ragione della natura prescrizionale di

tale valutazione, richiesta dalla Soprintendenza in sede di concessione

dell'autorizzazione ai sensi dell'art. 21 D.Lgs. n. 42/2004.

Richiesta successivamente ribadita e reiterata nei provvedimenti di

sospensione delle opere demolitorie inviati al Comune nel corso del 2013.

4) Erroneità della sentenza per contraddittorietà e travisamento e

per errata, omessa ed insufficiente motivazione.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 10, 12, 20, 21, 22 e 28

del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.

Violazione del principio fondamentale della “tutela del paesaggio e

del patrimonio storico e artistico” di cui all’art. 9 Cost.

Fuorviato risulta, poi, l'assunto che ritiene che "i provvedimenti degli organi

decentrati del Ministero, di sospensione dei lavori di rimozione

dell'alberatura centrale, hanno fatto seguito – con stretta cadenza temporale

– alle dichiarazioni via tweet del Ministro".

Page 17: Istanza vas 24 5-014 sospensione sentenza tar liguria

17

E ciò per un triplice ordine di ragioni:

a) in primo luogo, tale affermazione contraddice la precedente

conclusione giurisdizionale che ritiene "nel caso di specie l'invito a non

rimuovere l'alberatura centrale viene giustificato esclusivamente con la

mancata attivazione della procedura di verifica dell'interesse culturale", con

ciò individuando un presupposto tutt'affatto differente rispetto al richiamato

tweet;

b) in secondo luogo, in quanto non vi è prova alcuna in giudizio che il

tweet fosse nella conoscenza del Direttore Regionale e del Soprintendente al

momento dell'emanazione dei rispettivi provvedimenti di sospensione.

La mera considerazione che l'esternazione ufficiosa del Ministro preceda di

due soli giorni l'approvazione dei provvedimenti di sospensione è, semmai,

indice, dell'avvenuta conoscenza, da parte del Ministro, dell'istruttoria in

corso in merito alla tutela dei pini di Piazza Verdi e della sua personale

condivisione dell'approccio cautelativo, allo stato degli atti ininfluente ed

inconferente, non avendo Egli alcun potere in merito.

c) infine, in quanto il fondamento dei provvedimenti di sospensione

adottati è stata, come già ampiamente argomentato, la necessità di

applicare il principio di precauzione, tutelando al massimo grado il

patrimonio culturale spezzino, impedendo l'irreversibile snaturamento di

Piazza Verdi, dovuto all'irreparabile taglio dei pini ultrasettantennali che ne

compongono l'alberatura centrale.

Tale imprescindibile necessità è sorta proprio in ragione della inerzia

dell'Amministrazione Comunale, la quale non si è mai premurata di

avviare, come invece richiesto sin dall'autorizzazione n. 33062 del

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18

2012, la procedura di valutazione dell'interesse culturale.

Tale grave mancanza ha spinto la Soprintendenza ad attivarsi al fine di

evitare che l'inerzia comunale comportasse eventuali danni al patrimonio

culturale spezzino, abbattendo beni che, pur non sottoposti al crisma della

positiva dichiarazione di interesse, per fatto del Comune, cionondimeno sono

e restano, come comprovato dagli atti di causa, oggettivamente parte del

patrimonio culturale.

Ciò ad ulteriore conferma della legittimità dei provvedimenti gravati in prime

cure e della grave erroneità della gravata pronuncia.

* * *

ISTANZA DI SOSPENSIONE

La fondatezza del ricorso riposa nei motivi dedotti.

La gravità ed irreparabilità del pregiudizio derivante dalla immediata

esecutività della gravata sentenza, deriva dal conseguente avvio, da parte

del Comune, delle opere di abbattimento dei pini di pregio ultrasettantennali

di Piazza Verdi, abbattimento che è attualmente in corso.

Tale abbattimento comporta un danno grave ed irreparabile al

patrimonio culturale del Comune, in quanto le piante, una volta

abbattute, non potranno più essere riposizionate in loco, ma

periranno inevitabilmente, con la conseguente perdita di una

preziosa porzione di storia e cultura locali e con il deturpamento

del patrimonio architettonico-paesaggistico di La Spezia.

Pertanto, la gravità ed irreversibilità di tale illegittimo abbattimento,

attualmente in corso, che è causa di irreparabili danni al patrimonio

culturale, storico, architettonico e paesaggistico della Città di La Spezia, in

Page 19: Istanza vas 24 5-014 sospensione sentenza tar liguria

19

ragione della eliminazione di monumenti naturali, vincolati non

soltanto quale patrimonio culturale ma, anche, quale componente

del paesaggio spezzino, attesa la natura “ontologicamente

irreparabile” del danno derivante dall'abbattimento di piante non può che

comportare l'adozione della misura cautelare richiesta.

Pertanto, anche per la fondatezza del ricorso e nello stesso interesse

dell'Amministrazione a non dar corso ad un procedimento illegittimo, deve

ritenersi che sussistano i presupposti per l’accoglimento della presente

istanza cautelare, al fine di scongiurare il pregiudizio grave ed irreparabile al

paesaggio ed al pregio culturale ed architettonico del Comune di La Spezia.

* * *

P.Q.M

Si chiede l’annullamento e/o la riforma della gravata sentenza, previa

immediata sospensione dell'esecutività, e, per l'effetto, la reiezione del

ricorso di primo grado.

Con la vittoria delle spese, competenze ed onorari di giudizio.

Ai sensi dell’art. 14, comma 2, del D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 e

successive modificazioni ed integrazioni, si dichiara che il valore della

presente controversia è indeterminabile.

Si dichiara, ai fini del successivo deposito in Cancelleria, che il file di cui al

supporto elettronico è conforme al presente ricorso in appello.

Genova - Roma, 23 maggio 2014.

Avv. Prof. Daniele Granara

Avv. Prof. Federico Tedeschini

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ISTANZA DI MISURA CAUTELARE URGENTE

Ill.mo Signor Presidente

Gli Avv.ti Prof. Daniele Granara e Federico Tedeschini, in qualità di

procuratori e difensori della ONLUS ASSOCIAZIONE VERDI AMBIENTE E

SOCIETA' - V.A.S., in persona del legale rappresentante pro tempore, Sen.

Guido Pollice, in epigrafe indicata, nel ricorso in appello proposto contro il

Comune della Spezia, in persona del Sindaco in carica,

considerato

- che, in ragione della immediata esecutività della gravata pronuncia il

Comune ha avviato l'abbattimento dei pini di pregio ultrasettantennali di

Piazza Verdi, abbattimento che è attualmente in corso;

- che nella specie sussistono pertanto i presupposti per l’adozione di una

misura cautelare urgente, atteso che l'abbattimento comporta un danno

grave ed irrimediabile al patrimonio paesistico e culturale, in

quanto le piante, una volta abbattute, non potranno più essere

riposizionate in loco, ma periranno inevitabilmente, con la

conseguente perdita di una preziosa porzione di storia e cultura

locali e con il deturpamento del patrimonio architettonico-

paesaggistico di La Spezia;

- che, pertanto, la gravità ed irreversibilità di tale illegittimo

abbattimento, attualmente in corso, che è causa di irreparabili danni al

patrimonio culturale, storico, architettonico e paesaggistico della Città di La

Spezia, in ragione della eliminazione di monumenti naturali, vincolati

non soltanto quale patrimonio culturale ma, anche, quale

componente del paesaggio spezzino, non consente la possibilità di

Page 21: Istanza vas 24 5-014 sospensione sentenza tar liguria

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attendere la prossima Camera di Consiglio utile, attesa la natura

“ontologicamente irreparabile” del danno derivante dall'abbattimento di

piante;

- né, atteso il tempo trascorso, il periodo necessario alla trattazione della

sospensiva nella prima camera di consiglio utile può integrare un interesse

pubblico contrastante di maggior rilievo, anche in considerazione del valore

prioritario ed assoluto del paesaggio, che deve essere costantemente

monitorato affinché non subisca lesioni nel tempo (cfr. Corte cost., 21

dicembre 1985, n. 359, Corte cost., 27 giugno 1986, n. 151, Corte cost., 7

novembre 2007, n. 367 e, nello stesso senso, 29 ottobre 2009, n. 272).

chiedono

che la S.V., avvalendosi dei poteri di cui all’art. 56 c.p.a., Voglia disporre

l’immediata sospensione della pronuncia gravata e/o l’adozione di ogni

misura cautelare idonea a salvaguardare i pini ultrasettantennali di Piazza

Verdi, nel Comune di La Spezia, così tutelando il diritto alla tutela del

paesaggio e del patrimonio culturale liguri, fino alla trattazione della

sospensiva nella prima Camera di Consiglio utile.

Genova - Roma, 23 maggio 2014.

Avv. Prof. Daniele Granara

Avv. Prof. Federico Tedeschini

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Relate di notifica ex art. 1, Legge 21 gennaio 1994, n. 53

Cron. n.ro /2013

Io sottoscritto Avv. Prof. Federico Tedeschini, con studio in Roma, Largo

Messico n. 7, previa autorizzazione del Consiglio dell’Ordine n. 1945 del

07.12.2006, per conto dell’Associazione Onlus Verdi Ambiente e Società –

VAS, in persona del Presidente in carica, ho notificato l’atto di cui sopra al

Comune della Spezia, in persona del Sindaco in carica, rappresentato e

difeso dagli Avv.ti Giovanni Bormioli e Stefano Carabba, al domicilio eletto in

primo grado presso lo studio del primo in Genova, Piazza Dante n. 9/14, Cap

16121, ivi spedendone copia conforme all’originale a mezzo del servizio

postale con raccomandata a.r. n. in data

corrispondente a quella del timbro postale, spedita dall’Ufficio postale di

Roma.

(Avv. Prof. Federico Tedeschini)

Page 23: Istanza vas 24 5-014 sospensione sentenza tar liguria

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Cron. n.ro /2013

Io sottoscritto Avv. Prof. Federico Tedeschini, con studio in Roma, Largo

Messico n. 7, previa autorizzazione del Consiglio dell’Ordine n. 1945 del

07.12.2006, per conto dell’Associazione Onlus Verdi Ambiente e Società –

VAS, in persona del Presidente in carica, ho notificato l’atto di cui sopra al

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in persona del Ministro in carica, al

domicilio eletto ope legis presso l'Avvocatura Generale dello Stato in Roma,

Via dei Portoghesi n. 12, Cap. 00186, ivi spedendone copia conforme

all’originale a mezzo del servizio postale con raccomandata a.r. n.

in data corrispondente a quella del timbro postale,

spedita dall’Ufficio postale di Roma.

(Avv. Prof. Federico Tedeschini)

Page 24: Istanza vas 24 5-014 sospensione sentenza tar liguria

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Cron. n.ro /2013

Io sottoscritto Avv. Prof. Federico Tedeschini, con studio in Roma, Largo

Messico n. 7, previa autorizzazione del Consiglio dell’Ordine n. 1945 del

07.12.2006, per conto dell’Associazione Onlus Verdi Ambiente e Società –

VAS, in persona del Presidente in carica, ho notificato l’atto di cui sopra alla

Associazione Legambiente Onlus, rappresentata e difesa dall'Avv. Piera

Sommovigo, al domicilio eletto in primo grado presso il suo studio in

Genova, Via Malta n. 4A/14, Cap 16121, ivi spedendone copia conforme

all’originale a mezzo del servizio postale con raccomandata a.r. n.

in data corrispondente a quella del timbro postale,

spedita dall’Ufficio postale di Roma.

(Avv. Prof. Federico Tedeschini)

Page 25: Istanza vas 24 5-014 sospensione sentenza tar liguria

25

Cron. n.ro /2013

Io sottoscritto Avv. Prof. Federico Tedeschini, con studio in Roma, Largo

Messico n. 7, previa autorizzazione del Consiglio dell’Ordine n. 1945 del

07.12.2006, per conto dell’Associazione Onlus Verdi Ambiente e Società –

VAS, in persona del Presidente in carica, ho notificato l’atto di cui sopra alla

Associazione Italia Nostra Onlus, rappresentata e difesa dall'Avv. Rino

Tortorelli, al domicilio eletto in primo grado presso lo studio dell'Avv.

Carmela De Lucia in Genova, Via XX Settembre 33/8, Cap 16121, ivi

spedendone copia conforme all’originale a mezzo del servizio postale con

raccomandata a.r. n. in data corrispondente a

quella del timbro postale, spedita dall’Ufficio postale di Roma.

(Avv. Prof. Federico Tedeschini)